fraternita numero 21
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LA V,OCE DEt pA'itRltROCO,
Carùlz'mi,
sltamo ,.,erso ,[a rtne lt gennoA; ;[ iYalafe à passalo e
f"o "n p"' l; j-"n; ìnizterà [a 9ua"esima. 9f lempo po"so
oelocemenle... 7ueslo cì loure66e fo" "t[ette"eT)iatamo - una sociela lurc il lemr>o non 6asla maì. si corre
sempre, sì è presi da laole e lanle cote. !11(o p."".6é fo^si prenlere
la Tuesla frenesia e non ferma"si un po' o "iflelle"e
sul/o no"l"o
ula?'D-
t; 6o messi in 7ueslo monlo, ci lo /e/ 1e-po, pìù o meno
.|ungo, ma poi ci riediama a sé. Jul; lo66-*" lornare o Dio
porlan/o lnolro fo"le/[" /; 6ene e lì ma/e operalo ìn uì1a.
Uuiano al[ora in 7ueslo monlo ma senza li"log[e"e k "guarlo
,.'erso fa noslra mela f"lura i/ creío. 9esù 6a lel\o.. "JCel[a caa
le[ Talre mto ci sono /anllposli, io oalo a preparani un posla"
R"f[nUto^" e .e""6ro^o di li.enlare píù saggì neffa noslra
uila Tuolilìana. Ai 6enelno li cuo"e.
O"" !%n6nln
L n vrv. r in l r razìameDîo a coioro c i re hanno colhborurc\ r l la i .a t r l7 . r ' , . Ì r r e JJsr Íbùzìonc del! : romal in i , c a l l l ì fàn jg l ic chc cor ta lo fo ot lc f r . i a iutano i r l {nrÙf :e le : f , :se d i fanr t la
27 9ennatò t997Xumero 2l
ln padcolare, il 1997 viene proposto come uiÌ afflo di iote sensìbjlirzaziùìe allascoperta di Gesù Cristo, doto dcl Padre all'untanità-
Eglì ha qualcosa di súaordirariarnente ,Jrigioale e decisivo da ciÚe all uomo tlioggi. che si interoga sul senso della vitù. sul destino ultimo di ciascuno edell'umanità.
In questo contesto, possiarno dile che cenamette lo SDirito Satlo ha assistifo ilPapa quando ha scelto di far precedere rl lti)U tre arnni dì prcpaLrazt,,nc. rucalizzarisulle tre Persone deÌla Trinità, Padre, Figlio e Spìriro Santo, e di cominciare propriocon Gesù Cristo. Difani dobbiamo ripanire da Gesù Crisîo, riscopdle la sua tjgun etl suo messaggio, ma soprattutto farne -'esperienza personale.'. viva e profonda.
ll cristianesimo non è tanto una hlosofia, né un ìnsieme di verità teologiche omorali; gli si fa un torlo e lo si rende incomprensíbile ogni volta che se ne parlacome fosse una semplice domina o una religione fra le tante. Il cristianesirno, infani,è essenzialmente una Persona, e questa Persona è Gesù Cristo.
Nel corso della storia, però, si è costluito su Gesù Cristo un bagaglio immenso didottine, di studi, di reorie, che fbrse il mondo del 20OO non è più in grado dicomprendere e vivere.
Perciò dobbiamo ripartirc dalì'essenziale. Per rcldere Gesù comprensibile almondo d'oggi, dobbiamo ripartire dal nùcleo cenÍale con cùi il cristianesimo haconquistato il mondo. Questo nucleo era l'annuncio di Gesù Cri$to, nato, vissuto,soplattutto morto e risorto per la rcmissione dei peccati, per la vila nuova degliuomini. Quando poi, in seguito a questo primo aruruncio, una persona (lontaÍa dallaChiesa, o addirittura fuori della Chicsa) prova magari una semplice curiosità o ildesideúo o il bisogno di conoscere Gesù Cristo, allom, con I'accompagnamento eI'aiuto della Chiesa, può scoprire anche tutta la dcchezza spirituale, teologica emorale del cristianesimo.
tE TRE PIPEUn vecchio saEElo indiano dava questo consiglio agli irruenti giovani
della sua ttbù: - "Quando sei verÉynente adtr-ato con qualcuno dÉ îl ha.nortalrnenfe offeso e deddl di uccjderlo per lavare l'onîa, prirna df parflresfedlîi, csrica ben bene di îabacco un6 pipa e furnala.
Finfts fa "prirna pipa", îi acrorgerai che la rnorte, îutto sorrrnato, è unapúnlzlone toppo grav€. per la colpa conrnessa. Tl verrà in rnenîe, allora, dlandare a hfllggergli una solenne bastonatura.
Rinra dt tnpugnare un grosso randello, stedifi, cadca una "secondapipa" e furrnla ftno in fondo. A16 fne penserai che deglt Insulît fortl ecolorlfi poùebbero benlssirno sosfiî'llre le bastonaîe.
Benel Quando stat per andare a insuhare chl .li ha offeso. s,e dli. cartcala "terza plpa", furÉla e quando €vral ftniîo, avr6i solo voqlta di riconcj Érflcon quella persona". -
€@#@@@@@I monoci dí un convenfo lrovavono mol+a difficoltà od
onddre d occordo. Spesso scoppiavono díspute, anche permofivi futili. lnvitorono ollora un maes+ro di spirito cheoffermovo di conoscere una +ecnico gorantito perpor+are larmonio e lomore in ogní gruppo. A loro ilmaestro rivelò íl suo segreto: "Ogni volta che sei conqualcuno o ce lhoí con qualcuno, devi dîre o te stesso: ìosto morendo e anche ques+a persono sla morendo- 5epensi veramente o quesfe porole ognf omarezzoscomparîrà"
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"Sappia padre che sono credente,ma non praticante"
Con frequenza, noi sacedoti, dialogando con persone battezzate adulte, ci s€ntiamorisponderc: "SA" REVERENDO, IO SONO CREDENTE MA NONPRATICANTE'. Talvolta" Ia tengono un'etichetta cosi naturale da fame un vanto.lo, invece, questa affermazione non riesco proprio a mandarla giu. perché mi pare uncontrosenso. Recaniemente anche la cantante Milva ha affermato che non èpossibile, che è contraddittorio.Cerchiamo di chiarire bene questa affermazione perché con la fede non si scherz4ma si è obbligati a fare sul serio, sempre.ISDqUE:, forse peîché c'è il nome scritto sul registro dei batt€zzati; o folseperché si ha una cefa strana idea di Dio, un padre-padtone da tenere buono magariper scongiurare disgrazie.rMA NON PRATICANTE", cioè niente Messa alla Domenica; niente noiosepreghiere; niente riuniorii di catechesi né impegni in parrocchia.Vale a dire, uno la fede se la gestisce da sé, con un Crcdo costruito a piacimento euna Morale che consenta di vivere in libertà secondo i propri interessi, con moltisoldi, se possibile, per soddisfare comodità e capricci. Pare che i "credenti nonFaticanti"di questo generc siano in rapido aumento nelle nostue comunitàparrocchiali, e allor4 si capisce, perché spesso le comunita siano anemiche, prive dislancio e poverc di testimonianza, nonostante il grande e generoso impegno pastoraledei sacedoti.Che fare? Proviamo a dire a queste persone illuse: se hai la fede che ti attacca comeun ramo a Cdsto, lo devi dimoshare anche con i fruui, con la vita cristiana di ognigiomo, che attinge forza e alime o dalla Grazia di Dio e dalla preghier4 con la tuaapertura ai fratelli.
Passare gsesta giorData
fe, oggi li do i oiei piedi.
la Dia,tÒce
quelfi cfe !adi parofe d aoore?
o;r-?-,-'Q----4=--,7-?_,2..
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\.-\ì-*o
cconta Sofronía che nella città dí Nisíbe era una doflna cristìanamoritate a un uomo pagano aúarìssímo, Costuí pîatíc@a l'usuro"
mente b moglie lo esortaaa di dare íl suo danaro in prestíto a Dio, perchè neat)rebbe licaoato il cento per uno.
Il marìto rcstò lusiígato dall'idea e domandò dooe po{esse trovarc questo Díodei cristiani pet concludere I'alfare.
La donna allora lo pottò daúanti ad und chiesa dou'erano molti poùeri
accaftoní: "Ecco, dare a qu*ti poueri è come dare a Dio, il guale s'ímpegnerà 4licambìo centuplicato ".
L'uomo dístibui í suoíin tutto) tra quei poqeri.passatí tre mesí, esuccedeua niente, doman-stauano sli ìnteressigli propose di tomare aecco, nide per lerra una dioueùa distribuìte aí poùerí
$7t77'at.aa paa.
dl parlo?e
sctdì d'oro (cìnqueTofiò a ceso, mauedendo che nondò alla moglie douepromessi La donnaquella chíesa Edquelle monete cheLa raccoglíq e
giunto a casa, la butta sul tavolo tlicendo allamoglie indispettito: - Ecco il capítale coi suoí interessi! - Buon segno - rísponde Ia
moglie - è questa la capatra. - lntanto con guella moneta andarono a compratedel Desce.Aperto un pescq gli si troùa nel t)entrc una pietra prezìosa assai splendente. Nonconoscendone iI ualore, corse il marito dal gioíellierc per farla stimare. Quelli,accortosi del grun prcgio del gioiello, gli offriua una buona somma, Ma l'altro,entrato in sospelto non la cedeva, sperundo assaí dí piìr. Fìnalmente conoenneroper cínquecento scudí, e I'uomo ne prese il prczzo portandolo 4 casa.Cinquecento scudi! - gti ossen)ò la moglie ' proprío íl cento per uno dei tuoicinque scudi dati aí pouerefti dí Gesù! " ne restò profondamente colpito il marìto eftni per farsi cristíano.
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I,A fAMIGLIACIIÉ PRE6A INSIEME,
RÉsTA INSIEMÉ
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}f, l uur,. dul cielo, Tu ci hdi d.rto un modello JivjG nella Sacra F,rmiqlid di Nàzaret.
Aiutdci affettuoso Padre, d fdr diventdre ldnostr.l famili l lr un'dltra Nózaret, dove regnidnrore, gioid e pdce, e possa essere profondamente contemplativd, intensamente Eucarislica evibrante di gioià.
Aiutdci d stdre insieme nella gioid e nel do-lore pet fiEzzo delld preghierd familiare.
Insegnaci a vedere Gesù nei nostri l 'dmilidri,spccìalnrente nei loro momenti di grdndo tribold-zione-
Cuore Eucèristico di Gesù, rendi i l nostt 'o,cuore umÌle e mitc come il Tuo e .riutàci . lcompiere con sdntità i doveri verso ld nostÍdfamiglia.
Che noj ci si possd amare l 'un I 'ahro, comeDio ama ciascuno di noi, o{ni l i iorno sempre dìpiù e perdonòrci i nostri errori come l,ui perdon,li nostri peccati.
Aiufèci o Pàdre amorevole, dd dccell. lrcqualsiasi cosa ci mandi e a darTi qualsiasi cosaci prendi, con un grdn sorriso.
Cuore lmmdcolòto di Mariè, cdusa dell ' lnostra gioi.r, preg.r per noi.
San Giuseppe, prcuò prlr noi.Anqelo custod-e, stdi sempre con noi, quiddci
--.e-,l,/otr94,+l \\N,{, ' . / / t i \ \ \ \ \, / / l \ \ \ ' , - - \'
i ' ' *iàî-
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LA VITA E'6[@[A
1F nrpo fo rcno divenlolo nonno pcr loprimo vollo ed ho reguilo l'otloro orcr-vondo il volfo di mio nuoro, modre dellomio primo nipolino-
flo vido oncha il vollo di ollre donne,prourme modri e ho leffo nai loro oahi logioio e lo felkilò par quonlo owgnivodenlro di loro.Dopo lo nortilo lo gioio, fullo pcnonole,
di rÌringore con offefluolo pororo il neo-nolo.lco uno nuovo vilol[uordondo in vollo quarlo giovoni modri
ho penmlo rubilo onche oll'oborlo, piogodallo rorielò.
lrli ò venulo di fore delle riflorioni ruquerlo uolfonle orgomenlo prevolenle-menle dol punlo di virlo rrirliono.ttolli, rpeno o forilmonlg rercono di por-
lora o rifleflere rull'sborlo do diffcrenlipunli di virlo: quello roriologito, qucllopkologiro, qucllo dello giurlizio, mo benpochi lo fonno dol remplie punlo di virloumono e crirliono.Per un prinripio umonilcrio oggi ri elevo-
no grido di onore o di rommoriro ronlro lopeno di morlo c lulli, o quori, ronrordono.rllo l'oborlo non è uno rondonno o morle,uno peno di morlc, ercguilo ailoleroh ercnzo oppello?Alloro?In un mommlo in rui luili rono d'oaordorullo nersrrild di un rinnovomenlo dcllo
rorietò, divenlo indirpenrobila e ncrororioporlire dol rirpello dollo vilo.
l{on pohò eueri rinnovomenlo norole,tullurola, oriole e poliliro re non ri porledol rirpcHo dello vilo di ogni uomo, dolmornanlo del roncepimenfo o quello dellomorlc nolurolc.
l'anoro più modornole, par ma, è oloquondo lulfo il dircono rull'oborlo lo ri à,volulomanle e {orzolomenle, foflo ruoforeollorno ol tonraflo dall'emonripozionedello donno.Infolli l'oborlo non è dolo virto <ome un
mole in È e perè, mo come un <<dirillo>>di rui godere... per l'amoneipoziona.
l'oborfo donderlino che ri dovavo elim!nore con lo legge obo*ivo è rimorlo comerempro 0 non 0((enno 0 f(omp0rtre.
Poirhf lo propogondo oborlirlo dt ollodonno, pcr <<cmonripoziona>, il diriHo di
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gt0rfr,0D
<<godira> il proprio corpo onrhe o donnodal norcifuro, rho è uno penono o rc rlon-le. |.o vi]o umono perdc rori ogni voloro.
ll ropporlo modre-figlio divenlo rolo unropporlo di proprialò in rui lo donno<pouiedo il figlio <oggclfo> c può di-rpono di lui come di un ver{ilo o diun'outo.
l{on può overc bori moroli uno rocialòrhe, monlra offermo di ercre conlrorio ollopcno di mo*e, di volere giurlizio. diomore lo poce, di volerc uno onerlò <ivile opolilico, ri ronlroddke, poi, non rirpeHon-do lo nofuroli rorganli di vilo e chiomorcnquilo nctolelo cotì dello inicrruzionavolonlorio dollo grovidonzo, rioè l'oborlo.
lvcr diriilo ollo vilo è un fino per [u]li,mo ron l'oborlo divenlo un mezzo perroggiungara ollri obiollivi. lrro penhd vo
If CREDO DELLA Y I T.1
O Eigíore, credo nellc víta!Crédo che tu sei lq vito,ehe ogri vita viène da tè,la vita del piccólo e del grande,del gento e del pèec4tole.Cr€do che in tè tolouas coed è 3oF4 tutte le .út!e:tra vita di oglri uorro, per cui Iroggiarno dire:"Ia gloda di Die è I'UoÉo vieente".
O Signore *edo nellq vita dellîotttó,dí ognl soù!o, t €r tutto I'q"codéltra gua esistenza:vito non condirionabile qlle gtcturd,
alLèùiL cllq folrc"cllc ricchezza, olllntelligenra.Credo che la vita inizi cotl il concepiÉento:lttotnèlrÉo tfigteriosoin cui I'ernore urneaoè erg4tore ingieÍte con t€.
Cledo nellc aita che soffreé chiède di tlon e99ése soppresgd,Cr€do nella vito dello donndcelpesÉét4 rei suoi dilitti.C"edo neltra vita déllc rogèzz4 violenteta,delld donne in att€gcche ha paura deltra suc ùiaternità,Credo nello viia dellq, rnadleche, con il figlio,dotra cll nroltdo sperqn cr nuolré.Credo nèltre vitc d.911'aùziano,dellorrúaldto, dell'hcndiccrFp.lto,nollo vitd di lutài coloro in cui nioggioletrcapare ll volto dl 6esrì crociflsso.
C!èdo èllq vita, signorc:solo tu le doai tra conservÍ. 1o riehÍcrnl c te.
Tu sei tr6 vito che dà gloie,Creatóre e Eignore di ogni vital.rivirto, olloro, Io laggc vigenle.
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GI0' erfl:E, e*.U
RE,ll0
ratKllredo ('he ls !it6 non èi.biun 6vventuro dó vivere
se!-ondo le mode !-orrenti.mó un impegno 6 realtzzrre il progetto
che Dio h6 su ognuno di noiun prosetto di6more !-he troElormc
16 nostro esbtenza.
Credo !-he 16 più grdnde gioi!di un uomo è in!-ontr.re Gesù Cristo.
Dio î'rtto !-!rne.h lui ogni !-osd - miserte, pece-ati. dolore,
storid, Sperdnzd - 69sumenuov! dimensione e gignit'ic6to.
Credo ('he ogni uomo po8a6 rin!9cerer unr vit6 gensinó e di3nitos6
in qldlunque momento dells eua e6istenz6.Compiendo stno in fondo
ls volqntà di Dio puó - non solorenderci liberù - m6 6n!-he
econfiggere il m!le.
[H ffiHGGEzzH uEGLI HNZIHNI
le ticchezze int@riori, (ulturoli € spirituoli, coltivof€ duront@ lo vito,possono, nelfo vecchioio, essate fies9e o servizio degli oltri, cheoncoro si opprestono o scolore lo montogno. foti(osom@nte, espesso non honno oncoro sfioroto veri!ò e significoti che, invacel'onziono ormoi possiede, in virù dello ptoptlo espèÌìeîzo, non piùonnebbioto dollo fretto o dolle possioni,
" p€r quasto più giusto,
più obiettivo.
Nello suo vito €gli ho conos(iuto lo dcbolezzo, lo povertò. il dotoredelfo coduto, lo gioio dello ripreso, ed è oggi pi€no di bontò conchi code, è debole, oovero.
Non ignoro. per overlo, provoto egli stesso, che il cuore dell'uomoè debole e può soccombero ollo tantozione a ollo scoroggiomento.Mo so onche <he in fondo ol cuora dell'uomo ('è lo (ooocitò diri(omin<iore, di rowivor@ un fuoco ormoi longuente. P€r questo soc,ttaîdefe (on fiducio ch€ gli oltri riprendono il commino più refto.Nallo suo vito più volÈ€ ho visto le meroviglie opèrote do Dio per isuoi, perciò ottende do Lui con fode lo ricomoenso oer i suoisudori, il (onforto p?r il suo pionÈo.
T{,, CANTO} DHT CORAGGXCISIBeati quelli che riescono a fidarsi di Dioanche quando non capiscono:avranno sempre un amico su cui contare.Beati quelli che sanno rischiaree decidere da quale parte andare;hanno sempre strade nuove da percorrere-Beati quelli che non si arrendonodi fronte alle critiche e alle difficoltà:hanno sempre qualcosa per cui lottare,
Beati quelli che sanno rispondere di sìagli appelli della vita:hanno sempre un appuntamento
a cui non vogliono rnancare,un traguardo a cui arrivare, /'qualcuno da incontrare e da amarc. j '\\,'
Più si giudica gli altri più si sbaglia,.húianaci piow a sminare saúcnze ínapryllabili!jare il giudiee è difficik: lascianolo lare aeio.,-Anclu wn casa paò essere sctbfuatn di fuarî,
na moltn bella dntro e aíccuere.Cosi è l'uomo.
la sbria cí lice cfu rcn sanye qaello clu Wre " è :síarclbou cfu. nel nalz.
€l mtfu chí sfa rotalmdo non Z detto clu linistasfragellato.Qotrelbe esserci ut, grmfu. mat rasso di
nae cha in fondo lo aceoglfu e lo abbnecia xfumdoto.
L'anima che non e'dimora diCristo e'infelice
(QalhMie di 3: "hlawio)
Suai all'oni:na cht. rcn ha in se íl vero tímanizre, Crísto! <-9h.'oottu fulh tmùrc di
at nne agltnb t sbathúa dalle otúe Aqb olÍeftí nnlwú, xuqunsxtn daglí spiríti
naligni come da m uragnw bwcrnale , aúrò misermstb. in rwina.
$ni úl'atina priva dí Cùsto, l'unico clr ps* coltivnla diligmtannte perchl
yrofum í buoú fúti dello S1irito! Srfdti, nna voÍta obbadonda srà tutta boas
dalh sTue e da rwí e, baere di proúrre lrulli , lùtnà ncl fuoco.
$ua a Eull'mAn chz non atrò Crkto în sa! ltscida sola, canircerà od esserc
terrarc pnile di ínclbuzini nalwz e linîrò per liaaúnre aa mrgatu diaizi.
w@Jte *zd
Jl tuo dcsilalit sit ditdtre 1dàtrt
il tuo tlnote di poderlo; il ttLo dolon & flon Posxlnlat
la tua giaía in yeh clw ti yxò a 'Luí cnfurre:
.úiwai ír W..
l'hì €sisìe offes ptù gurde dre dùiioreddlo mhstordb di Dr.
r Ci mru dom clp dimrn llo ccnrnessohoppi pecoli il hon Do rm po'
padorurmi. [' um prde batamll. Sirndle un lirÌile ollo nrisatcordio di Dio, cfre
mn ne lro olcm: è infotìi infinitd.
I'ogoglio e il peolo clB Dio lìo più in orîore
lSì nettiono I orsglio dqpeìulto come il sole .
"b***rd
trs tAfrE0r FESîA Bl $. GIUSEPPEFesto gnonde, oggi per lo Chieso, che in 5. Qiuseppe ororo il prgpric
Potrono. e'festo gronde per tutti coloro che ripetono il nome di Qiuseppe, unnome che lusg non logoro e L'o.bitudine ngn rende moi tromontoto.
CiÒ dipende forse dol sigrnificoto del nome ebroico, che secondo io Bibbiowol dire: Tio oggiungo'. Mo dipende sicuromente in misuro ossoi maggioredoi corcrtteri del persono.ggio di S. Giuseppe, un uomo ol quole, veromente Dioho moltg oggi.unto senzo perdere nullo dello suo offettuoso umdnitò e deLl<lsuo silerì"ioso modestio.
Sorebbe superfLuO ripetere lo storio di questo personoggio, che deL restoè semplicissimo, olmenp cgsì oppore nel VongeLo, dol quoie possiorno trorele poche notizie sicure suL conto di S. Giuseppe.
Notiomo subito che egli è il personoggio pi.ú silenzioso del Vongelo. Nonporlo moi, nel senso che nessun elor,gelisto riporto Lrno suq p<rro|q. Egli tdcesempre, onche se Lo suo outorità è sempre rispettdto.
s eg'&,t FtrEnpAÍO: MAIDDNN,A W t! OrUl?íDtFS
t;[DtRN.AíA CIEI fitAt!.{trDSantissirna Verginc Inrmacolata di Lourdes e Madre mia Maria, a te che seila Madre del mio Signore, la Regina del mondo, I'auuocata, la speranza, ilrifugio dei peccatori, ricorro io che sono il piu miscrabile di tutti- Ti ueneroo gran Rcgina, tì ringrazio di quante grazie mi hai fatte, e specialmentc diavermi liberato dall'lnferno tantc rJolte da me meritato. lo ti amo, Maorcamabilissima, e per I'amorc chc ti porto, prometto di uolerti sempre servire edi fare quanto posro perché tu sia amata anche dagli altri.
lo ripongo in te tutte le mie spcranze, tutta la mia 5alute; accettamicome too servo e accoglimi sotto il tuo rnanto, Madre di misericordia. Epoiché sei tanto potente con Dio, liberami da tutte le tentazioni, oppurcottienimi la fona di uincerle sino alla morte. A te domando il uero amore aGesù Cristo, da te spem di fare una buona morte. Madre mia, per I'amorcche porti a Dio, ti prego di aiutarmi oempre ma specialmente nell'ultimoistants della mia uita. Non mi lasciare finché non nri uedrai sallo in Cielo abenedirti e a cantare le tue misericordie Def tutta I'eternità.Cosi sia. Amen.
0t 0a 0a 0 f 0 t 0 t 0a 0a 0r 0 l
ogf,REstt'tfiUN TElilP0 PER RIFTETIERE
Il t"*po Jl Q.,.."si'na ci i'rvita alla ri{lessio"e e aìla pregl'iera. I qua-
ranta giorni ci rico.Jano "l'.
.i.'',o pellegrini ',.1 t"*po cl',e Dio .i Jo""
e cl'" il "o"t.o
cammir,o ; {.tt.,, Ji ""J"'.,
Ji rto,,.-},.rt., Ji ."ff.'..'t", J;
gioia e Ji speranza. Cesù ci propone ull,' ,to"t.o .or'"iJ.r.tior," lu ""-
cessità e J tisogno.ro.' Jul "olo
po,,", ,.,.,u ur'.!t" J"ll. Pur"l" Ji Di"'I''ute
sono le n...ssìtà J.11" "it",
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"".L. q".ll" J; D;" u J"ll" "..,, Po,,,lo, ..,',.'"l" 1.,"", il ."1"'., l'".q"", J p."., l" -.Ji.i-ne, la gioia.
ll ,"rrro J"ll. penitenza è il ""r,"o
J.llt to-
stra vita. Fare penitenza u"-,ol Jir", to-"r. u
l)io, awicinarsi a Lui.l ' . arna tutte ie sue
creature, non di=pt."ro,', ' l lo Ji . i ; .1.t. l '"
creato, Jimenlic. i peccati, e p.rJorrt, p"r"hé
è il ,'ostro l)io.
Qu.r"si..'. signi{ica ritorno o Dio, t"rrigno
e misericoJioso, ,-i""., Ji L.r'r""'ol.,rru; "L. "i
comrnuove pe. le nostre s,,.ntur. .d è .o.'-
p"""ion.,rol".
I-. s..a g.anJe misericorJia "i
p,,rili.u fu-
.enJo"i .i.onoscete Javanti a L.'ri le nostt.
f'ugilit;..r',ot"
" ,ì suo spirito, ci
offr. il Jotro J"llu "rl..tt..
Ap.e il nost'o .r.,r.u . l.,ro"trr l.tt'. p"'"La 1o i',ro.Li.-o
" 1., L",,"Ji.i.,,,o. A.JJol"is." il "..o.n
"J .pr" il ,ro"tro .".olto .ll.
"... ,ro...
La Q..aresi.na però non è "olo
t"."po Ji p.,,it"nza, ma .n.L. t.mpo Ji
grazia. Essa è in{atti preparazion. ullu Pu"q,ro cl'e è {esta Ji grazia.
( hr. i r . tsd' i , ,uL r i l n nn, i r ( / i / r i ! , r r l { ,iIlb il kkúth sr f)t, lìrì l! l txttirll
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Ritrnova J nostro
{a gioire e vivere e ci
4g t g t s g 9 9 9 t i s o g g I I o I o g t o 0 t s s o I a s É g o o sE_ AFF[rNrAtr6Nrfl
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", 2FEBBRATo-cANoELoRA- Eg ore 8,50 kndizione delle candele e S, Messa 7
fr ore ll Benedizione delle candele - Processione sul piazzale della Chiesa e S. Messa
es,vt- SFEBBRAIO-S.BrAGrO_ VE,
ore 20 S. Messa e benedizione delh gola e benedizione dei taraili frt7
'- TFEBBRAIO_PRIMOVENERDIDELMESE- É
E ore 19 S. Masa e coroncina aìScro Cuore diGesù g
É1g, 9 FEBBRAIO _ GIORNATA DEI, MALATO - g
E orefÍ0:Yessaeereghieraperimahti t
t ore tl ù. tvressa e preghiera per i mahti frgÉ1 I2FEBBRAIo-MERCoLEpTDELLEcENERT- g,t ffi t-t ore 20
_S Messa e impsizione delle Ceneri 7g - CI0RN)D|IIAGROEDIGTUNO- g
1 Tamt vENERDtDIgaARESlt[A E'DIttAcRo I,s,it,g 9 g d t g 9 t 9 9t 9 9 t d I g t s t I p g I og g 0 g g I ú s s s sr,
TUTTI I VENERDI DI OUARESIITIA:14 - 2l - 28 febbraio - 7 -|4-2lMarlo - ale ore 20 -
VTA CRUCTS
TUTTE LE DOMEMCHE DI OUARESIMA:16 - 23 febbraio - 2-9-16 Marzo - alleore16 -
CANTO DEL VESPRO E BENEDIZIOM EUCARISTICA
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DAI REGISTRI PARROCCHIALI
BA[lSlMl - Mediante il Sacranento del Battesimo sono entratr a far panedella faniglia diDjo i piccoli:
2ó112 - UCCELU NICHOLAS dì Mauro e Di Ciulio Maria Enza1911 - VERNA MTiUSCIA di Franco e De Francesco Eiena
Ai genitori e a quesri piccoli l 'augurio della comuniù.
M.{TRIMONI - Domenica 27 Octobre si sono uniti ilr Matrinonio:FINIZIO MAzuALAURA e Dl NORSCIALUICI
Ar.rguriamo a questa nuova faniglia dì crescere sempre sotto lo sguardoamoroso di Dio.
lUNfR'ALl - Sono tornati alla Casa di Dio Padre, dopo i1 loro peìlegrinaggioterreno ic:ri: 9/1 - IINIZIO ERSILIO dianni E9 -
1.7lI l - EZZIIO\AMASO dianniTS -
7/12 ' FLONNDI DONNA dianni ó7-29112 - BALLEzuNI IT,RESA di anni 88 -
19/rt97 - DI LUZIO AUR-ELIO di anni 85'25ll MELETTI CIUSEPPE dianni 83 -
l 'r jcordo dj questi car deFunr s-a costanre ceile rostre pregire.eAi famigliari Ie più vive condoglianze.
ANNI]lIBSARIDon-ienica 22 Dicembre hanno ringraziato il Signore per i loro 50 di vrramatrimonìale AI.FRÈDO SARCHESE e SCAzuNCI CONCEÍIA.L augur ,o d r n ro iu ann i [e l i c r . . . . . .
CUORJ C]]NE]?.O.']
La Famiglia Ciovar,ni BAF,ON! ha offerto in men-roria della defunta madreDE IUR! CARN1ÈLA Ia somma di ! 620.000.- per l'acquisto di r.tna pisside edi n'3 Iezionari.
DE FRANCESCO MANA ha lasciato in offerta alla Chiesa. in men.roria deiladefirnta madrc I 100.000."
La lamiglia Di D!,o CABNILE ha lasciato in offerta al]a Chiesa, in memoriadelÌa defunu madre 1506.000.-
Un vivo ringraziamento a tutti guesti offerenti.
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