free brindisi n.10 del 13.01.2012

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MAGAZINE SETTIMANALE FREE-PRESS anno 1 numero 10 13 Gen 2012 ATTUALITÀ E PROMOZIONE DELLA TERRA DI BRINDISI www.freebrindisi.it FOCUS DEL VENERDÌ BRINDISINI IN AMERICA LITTLE BRINDISI TERRA DI BRINDISI Speciale San Pietro Vernotico OGNI VENERDÌ IN EDICOLA IN ABBINAMENTO GRATUITO CON IL QUOTIDIANO "SENZACOLONNE", NEL CENTRO COMMERCIALE "LE COLONNE" E NELL'AEROPORTO DEL SALENTO PUNTA IL TUO SMARTPHONE E VISITA IL NOSTRO SITO

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ATTUALITà E PROMOZIONE DELLA TERRA DI BRINDISI

www.freebrindisi.it FOCUS del VeNeRdìBRINDISINI IN AMERICA

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Ogni venerdì in edicOla in abbinamentO gratuitO cOn il quOtidianO "SenzacOlOnne", nel centrO cOmmerciale "le cOlOnne" e nell'aerOpOrtO del SalentO

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Page 2: Free Brindisi n.10 del 13.01.2012

l'Oro di Valesioolio extravergine di oliva

Masseria Piscianiristorante • ricevimenti • meetings

C.da Pisciani TORCHIAROLO - Brindisi - Tel. +39 0831 620 747www.masseriapisciani.it [email protected]

Tra i sapori e gli odori della campagna

l’antica Masseria Pisciani è tornata a

rivivere dai raccolti della spremitura delle sue olive.

Nasce così l’extravergine “l’Oro di Valesio”.

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Page 3: Free Brindisi n.10 del 13.01.2012

Il Novecento è stato un secolo di viaggi della speranza, di frontiere attraversate da uomini e donne alla ricerca di un mondo e di un avvenire migliori. La nostra, come tante, è stata terra di emi-granti. A migliaia inseguirono sui bastimenti sogni e ambizioni. Meta privilegiata il Nuovo Mondo. Nei pri-mi quindici anni del XX secolo sbarcarono sulla costa atlantica dell’America del nord circa 3 milioni e mezzo di italiani. L’80% proveniva dalle regioni meridionali, tra cui la Puglia. Giovani di origine contadina, ma an-che operai e artigiani. Per tutti la bandiera a stelle e strisce rappresentava la speranza di una nuova vita, una rinascita. Per molti il “sogno americano” non si rivelò tale. I pregiudizi sugli italiani erano tanti e ra-dicati. “Fanno mondo a sé - si diceva - consumano pochissimo, e poi sono sudici, sono cattolici, sono rissosi, sono di origine negra, insomma sono poco as-similabili”. Alcuni quel muro di pregiudizi sono riusciti ad abbatterlo. Per piccone la forza della disciplina, il sudore della fronte e il puro talento. Tra chi ce l’ha fat-ta, non pochi i brindisini illustri. Il più celebre, forse, Edgardo Simone che in California si stabilì. Con il tra-scorrere degli anni, quel filo rosso che lega la piccola città adriatica al Nuovo continente non si è spezzato nonostante con la crisi economica mondiale anche il famoso American Dream (l’idea che, indipenden-temente dalla condizione alla nascita, sia possibile raggiungere un migliore tenore di vita e la prosperità economica attraverso il duro lavoro, il coraggio e la determinazione) si è trovato a dover fare i conti. Oggi non più masse di operai e contadini, ma giovani di-plomati e laureati trovano in America accoglienza e prospettive di lavoro più gratificanti. Una ‘little Brin-disi’ nella Little Italy che crea ricchezza, produce ec-cellenza e che mai recide il cordone ombelicale con la terra natia.

[email protected]

www.freebrindisi.it

PER LA PUBBLICITàsu "Free Brindisi"

7 2 1 0 0 B R I N D I S Iv i a p rov. l e s a n Vi to 6 4+39 0831 [email protected] www.pubblidea.eu

NEWS WEEK 5

ATTUALITà - POLITICA - INCONTRI - BENESSERE - SPORT

FOCUS 8

ORGOGLIO BRINDISINOEDGARDO SIMONE SCULTORE (1890-1948)

PEOPLE 20

SEATTLE LITTLE ITALY

tErra di briNdiSi 22

Speciale SAN PIETRO VERNORNOTICO

aPPUNtaMENti 26iN EVidENZa 28 WEEKENd CiNEMa 31

IN qUESTO NUMERO

148

20

Direttore ResponsabileAlessandra Caputo

Responsabile commercialeAlessandro Perchinenna

edizioneFree Salento srl

Grafica e StampaPubblidea di Perchinenna Alessandro

Stampa Sud SpA

Hanno collaborato Francesco Marchionna_Simone Aretano

Cosimo Prontera_Daniela De StradisLetizia Taveri_Michelangelo Prudentino

Crediti fotograficiDamiano Tasco_84° Centro CSAR Aeronautica Militare

Marco Falcone_Alfredo Perchinenna_Giovanni Membola Fototeca APT Brindisi_Brindisi Italia News

cOpertina a cura di aleSSandrO percHinenna

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Registrazione Tribunale di Brindisi n. 8/11 Reg. Stampa del 04/11/2011

brindisi.itANNO 1 - NumeRO 10del 13 gennaio 2012in abbinamento gratuito con il quotidiano Senzacolonne

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free-press del venerdì

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brindisi

Page 4: Free Brindisi n.10 del 13.01.2012

ATTesTATO sOA n°1058/47/01CATeGOriA OGi-CLAsse iV

isO 9001/2008 n°000113

BrindisiVia Gino severini, 3/ATel. Fax 0831.546703

[email protected]

Page 5: Free Brindisi n.10 del 13.01.2012

5freebrindisi.it13 gennaio 2012

Legambiente: Lettera aperta ai cittadini di brindisiIl 2011 si è chiuso facendoci assistere a una discussione surreale su una notizia che è priva di qualsiasi fondamento: si è detto, infatti, che la procedura autorizzativa del terminal di rigassificazione a Capo Bianco è praticamente conclusa e ciò non corrisponde assolutamente al vero. La VIA “postuma” o integrativa è tuttora aperta, quanto meno per quel che attie-ne l’interramento dei serbatoi. Legambiente, che ha presentato osservazioni puntuali che fanno notare che lo studio di impatto ambientale fa incredibilmente confusione fra calcare e calcarenite e non sostiene tecnicamente caratterizzazio-ni ed escavazioni dei fondali, smaltimento dei fanghi e sistemi di sicurezza, ritiene peraltro che le prescrizioni dell’Unione Europea su consultazioni popolari e Valutazione di Impatto Ambientale su colmata, molo, gasdotto ed opere accessorie in genere, siano disattese. Il nullaosta di fattibilità concernente rischi di incidente rilevante non è stato affatto rilasciato e non sono chiuse istruttorie essenziali concernenti fattibilità e sicurezza di opere connesse all’impianto. Parlare di prossi-ma conferenza decisoria è decisamente azzardato, così come lo è il riferimento a fumosi fatti nuovi, fra i quali non c’è una risaputa posizione favorevole del Ministro dell’Ambiente come lo era per quello precedente. È legittimo affermare proprie posizioni sull’argomento, ma è molto meno legittimo attribuire ad inesistenti fatti nuovi, fondamentali mutamenti di rot-ta. In ogni caso, però, si eviti di rappresentare scenari non veri e di demonizzare le posizioni di chi, come gli ambientalisti, ha sempre riempito di contenuti le proprie argomentazioni (condivise dalle Istituzioni e da tantissimi cittadini di Brindisi) ed attende un confronto non demagogico e non populista, anche su una crisi che qui non è legata alla mancata realiz-zazione del rigassificatore, ma ad una industria di base oggi anacronistica sul mercato globale ed alla “tranquilla” fuga di grandi gruppi industriali da Brindisi e dalle loro responsabilità rispetto all’inquinamento ambientale ed alla disoccupa-zione che hanno provocato. Le cause dell’aumento della percezione della crisi vanno, semmai, ricercate nel sottoutilizzo e nell’abbandono delle attività portuali slegate oggi dalla programmata riqualificazione del porto in un “trait d’union” passeggeri fra il nostro territorio, l’Est ed il Mediterraneo che, al contrario, potrebbe arrestare la “fuga da Brindisi” di molti giovani creando un reale sviluppo nella nostra città attraverso il connubio porto, territorio e green economy. Legam-biente, da sempre vicina alla tutela non solo ambientale, ma anche al problema sociale della disoccupazione giovanile, ribadisce che un impianto di rigassificazione, aggiunto alle altre attività di produzione energetica presenti in città, non solo non può creare un così elevato numero di posti di lavoro che si vuol erroneamente far credere, ma ne compromet-terebbe lo sviluppo delle attività già programmate. Al contrario per Legambiente una seria ed oculata pianificazione del porto e dei servizi portuali potrebbero, come avvenuto con la riqualificazione dell’aeroporto (che ha contato quest’anno un sensibile incremento di passeggeri), portare ad un reale incremento occupazionale nella nostra città e ad uno svi-luppo che tenga conto delle esigenze di tutti. Noi crediamo fermamente che un altro sviluppo di Brindisi sia possibile.

FotovoLtaico: presto una maniFestazione contro iL megaimpianto di restincoImmaginiamo un quadrato di una quarantina di chilometri per un altra quarantina di chilometri. Immagi-niamo che in questo quadrato di terra si costruiscano un paio di centrali a carbone, una centrale a meta-no e un petrolchimico. Immaginiamo che questa terra dopo decenni di sfruttamento industriale con conse-guente inquinamento di falde aria e terreni necessiti di essere bonificata. E immaginiamo che al posto delle bonifiche arrivino pannelli. Anzi, immaginiamo che piovano pannelli. E che dunque ettari ed ettari di terre fertili, di quelle che rendevano famosa questa terra per i suoi fioroni, per i pomodori regina, per malvasia negroamaro e su-sumaniello o per i secolari alberi di ulivo, si ritrovino circondati da vetro cemento e acciaio. Questo non è la sceneg-giatura dell’ultimo film di Dario Argento. Questo non è un film dell’orrore. In questo fazzoletto di terra che si chiama provincia di Brindisi, il bene comune Terra si è trasformato nel tempo da base per la sussistenza di intere generazio-ni di persone, da paesaggio bello nella sua semplicità, da teatro di relazioni tra persone a strumento di speculazione. Come definire altrimenti la pioggia di pannelli su queste terre? È forse occasione di progresso per la popolazione che vi abita? È forse opportunità per risolvere la crisi del comparto agricolo? No. Questa è semplicemente speculazione! Su questa Terra che ha già dato in termini di produzione energetica, che ha urgente bisogno di rigenerarsi, che ne-cessita di essere bonificata; su questa Terra Regione Puglia, Provincia e Comune di Brindisi hanno dato parere favo-revole ad un impianto in Contrada Restinco che coprirà ben 65 ettari. Questa classe politica ha svenduto e continua a svendere la nostra Terra. È come un pupazzo oscilla dal prodursi in poetiche narrazioni al vaneggiare con moder-ni paroloni (il marketing territoriale, la filia solis ecc ecc). Allo scempio del fotovoltaico selvaggio rischia di sommarsi l’ennesima speculazione: centinaia di gigantesche pale eoliche stanno per occupare gli ultimi fazzoletti liberi di terra. Di fronte a questo pesante scenario riaffermiamo la necessità di lavorare sulla cultura dei beni-co-muni, cultura capace di contrastare il dilagare “dell’ideologia edonistica del consumo”. E per fare questo, per dare gambe all’indignazione saremo nelle strade delle città della provincia per in-formare i nostri concittadini di questo ulteriore scempio e per organizzare una manifestazione presso il megaim-pianto in costruzione a Restinco e chiediamo un’immediata moratoria sul fotovoltaico installato nei terreni agricoli. Pugliantagonista, terrarossa (Mesagne, San Pancrazio, San donaci e Francavilla Fontana), No al Carbone, brindi-si bene comune, Salute Pubblica, Medicina democratica, rifondazione comunista.

“Edgardo Simone was born in Brindisi, Italy”. Così esordiva a pag. 84 la rivista specializzata di Chicago “Un secolo di progresso”, nel 1934. I suoi studi furono proficui, sereni, costanti e impegnati. Sotto le armi in qualità di volontario servì la patria per l’intero periodo della “grande guerra” e ricette la decorazione di guerra. Edgardo Simone fu anche un eroe! Dopo la parentesi bellica esplose con tutto il suo valore ed estro creativo. Ebbe una professionalità davvero fuori dal comune; era in grado di realizzare ritratti con una velocità eccezionale, così che immortalò varie celebrità in Europa e negli Stati Uniti. Egli lavorava indifferentemente e con la stessa abili-tà su creta, bronzo e marmo. Profondo conoscitore dell’anatomia umana fu ritrattista eccezionale; nei suoi ritratti di ottima tecnica si vede il carattere e la vi-talità delle persone raffigurate, nonché il loro pensiero. Simone è realistico per-ché interpreta il carattere di chi vuole raffigurare.(dalla relazione “Lo scultore brindisino Edgardo Simone”)

aNtONiO MariO CaPUtO

l'eroe simone

neWsWeekil PUNTO Di ViSTA

il PROSSiMO NUMERO

sondaggiosu freebrindisi.it

L’Università a brindisi avrà Un fUtUro?

si

no

non so

MObiLitàDa anni, il tema della mobilità ha assunto grande rilevanza nello sviluppo e nel pro-gresso dei grandi centri urbani internazio-nali. Ma nei piccoli centri italiani le cose sembrano funzionare ancora meglio. E a Brindisi? Dopo un’analisi dei pochi mez-zi di trasporto utilizzati dai brindisini, ci chiediamo se Brindisi possa migliorare da un punto di vista di mobilità sostenibile.

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Brindisi LNG S.p.A. Studio di Mitigazione Ambientale e Inserimento del Terminal di Rigassificatore di Brindisi

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sicurezza suL Lavoro: gLi incentivi Incentivi alle imprese per la sicurezza sul lavoro: l’Inail apre le procedure. A comunicarlo è la Claai Puglia e Basilicata che informa tutte le imprese, di qualsiasi settore, purché iscritte alla Camera di commercio, che dal 28 dicembre scorso sono aperti i termini per la presentazione (esclusivamente in via telematica) delle domande tese ad ottenere gli incentivi per la sicurezza sul lavoro. La Claai fornisce alcuni dei punti principali contenuti dall’avviso emanato dall’I- n a l i : obiettivo: incentivare le imprese a realizzare interventi finalizzati al miglioramento dei livelli di salute e sicu-rezza nei luoghi di lavoro. Possono essere presentati progetti di investimento e per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale. ammontare del contributo: l’incentivo è costituito da un contribu-to in conto capitale nella misura del 50 per cento dei costi del progetto. Il contributo massimo è pari a 100mila euro, il contributo minimo erogabile è pari a 5mila euro, previsto solo per i progetti di investimento. Per i progetti che comportano contributi superiori a 30mila euro è possibile richiedere un'anticipazione del 50 per cento. destinatari: avranno accesso ai contributi solo le imprese locali iscritte alla Camera di Commercio. risorse: per l’anno 2011 l’Inail ha stanziato 205 milioni di euro ripartiti in budget regionali. Chiunque intenda avere utili informazioni sull’argomento potrà rivolgersi all’architetto Andrea Riz-zo, responsabile settore costruzioni della Claai Puglia e Basilicata al numero di telefono 0832-216014.

bando per incentivi neL settore deLLe biomasseLa CNA di Brindisi informa che il Ministero dello Sviluppo Economico - Direzio-ne generale per l’incentivazione delle attività imprenditoriali - ha pubblicato il bando per interventi di attivazione di filiere produttive delle biomasse. Le risorse finanziarie messe a disposizione sono pari a 100 milioni di euro. Possono acce-dere al Bando le Società, i consorzi e le Società consortili, per realizzare impianti produttivi, compresi gli impianti di fabbricazione di biocarburanti, impianti di produzione e distribuzione di energia elettrica, di biometano e di calore alimen-tati da biomasse, e attività di servizi connessi. Sono ammessi alle agevolazioni i programmi con importo complessivo delle spese ammissibili compreso tra 2 milioni e 25 milioni di euro. Le agevolazioni previste sono concesse nella forma di contributo in conto impianti e di finanziamento agevolato, articolati in modo differente a seconda della dimensione dell’impresa richiedente e a copertura massima del 75% della spesa complessiva proposta. La domanda va inoltrata a partire dal 18 marzo 2012 (novantesimo giorno successivo alla pubblicazione del Bando in Gazzetta Ufficiale) e fino al 17 aprile 2012 (centoventesimo giorno dalla suddetta data). Per maggiori informazioni e per un valutazione gratuita di fattibi-lità potete rivolgervi presso gli uffici della C.N.A. di Brindisi alla Via Tor Pisana, 102 -tel. 0831-511625 - fax 0831/517047Riferimento: dott.ssa Miraglia: [email protected]

aget service imoLa – eneL brindisidOmenica 15 gennaiO Ore 18,15PalaCattani - FaenzaDiretta ‘Viva l’Italia Channel’ Canale 875 e 879 SkyStreaming: www.vivalitaliachannel.it

Si è chiuso domenica scorsa il girone di andata del campionato di Legadue. 15 gare che hanno deline-ato una classifica stretta, con tante conferme e qual-che delusione. La Trenkwalder Reggio Emilia viene incoronata cam-pione d’inverno di Legadue, un diadema tutt’altro che platonico, specialmente se incastonato in una stagione che promuove chi vince la regular season. Ma i re d’inverno posseg-gono un fossato troppo piccolo. L’assedio c’è e vicino ai cancelli dei bianco-rossi ci sono tre rivali di tutto rispetto: Brescia, Brindisi e Pistoia, che l’ultima volta ha osservato il turno di riposo. Il prossimo sonnellino è invece di Reggio Emilia e Brindisi dovrà vincere in punta di piedi per non disturbare. Nella scorsa giornata, la quindicesima, di Legadue i ragazzi di coach Bucchi hanno stravinto lo scontro diretto contro la Givova Scafati, grazie a una super performance di Craig Callahan, che chiude con 25 punti, e alle solite imprese di Jimmy Lee Hunter (19) e di Alex Renfroe (17 punti e 8 assist). Scafati per-de ben 26 arance e la difesa gialloblu rimedia 100 punti, mai raggiunti da Brindisi finora. C’è da che festeggiare dunque. La gara prometteva tutt’altro a guardare l’incipit del match (8-0 di parziale subito), ma il +29 finale dei bian-coazzurri è stato costruito grazie a un gioco di squadra e a una percentuale di tiro generosa, che ha permesso a ben cinque uomini di andare a referto con due cifre sullo scout.Anche per Brindisi e ‘colleghe’ però la classifica si presenta insidiosa. A soli due punti, in basso, troviamo Scafati, Piacenza e Barcellona (queste ultime con una partita in meno). A seguire una sfilza di roster a 12 punti: Verona, Ostuni, Jesi e Imola. In zona salvezza, la lotta per non retrocedere è incandescente. Sant’Antimo perde in volata contro Imola e resta ultima e sconsolata, a causa dell’ultimo pallone rifiutato dal ferro. Penultima troviamo la Conad Bologna, che perde a Barcellona. Vittoria importante invece per Veroli, che espugna Jesi.Veroli e Sant’Antimo si contenderanno un’importante vittoria nell’anticipo di venerdì 13 - che suona tutt’altro che vittorioso – mentre Piacenza e Jesi gio-cheranno alle 12 della domenica. Le altre gare si disputeranno alle 18,15, con la sola ReggioEmilia che starà a guardare, mangiandosi le unghie. Sì, perché a rosicchiare due punticini ci penserà Brescia, impegnata in casa contro Barcellona, Pistoia ospite dell’Ostuni e, naturalmente, Brindisi che cal-cherà il parquet del PalaCattani. All’andata, che si giocò il 2 ottobre, l’Enel perse in casa di 7 punti, deludendo tifosi e addetti ai lavori. Oggi, Brindisi è una formazione diversa che, nonostante alti e bassi – sei vittorie consecutive seguite da tre sconfitte consecutive – gioca di squadra e trova finalmente nel-la panchina grande apporto e continuità. L’inseguimento continua e il campionato promette bene, anche solo a livello di emozioni!

baSket

6 freebrindisi.it13 gennaio 2012

neWs WeekneWs Week

cOmunicati

poLitica

nuova itaLia candida L'avv. massimo ciuLLo Da assessore comunale alla Cooperazione internazionale e alla Cittadinanza attiva a sindaco della città, il passo è breve. Almeno lo è per Massimo Ciullo. È lui il candidato di “Nuova Italia”. La corrente interna al Pdl che fa capo all’ex segretario Alfredo Mantovano e al sindaco di Roma Gianni Alemanno, ha sciolto le riserve. Il 5 gennaio, nella sede di via Giordano Bruno, civico 17, alla presenza dei “compagni” di corrente, l’ex assessore Cesare Mevoli, i consi-glieri comunali uscenti Silvio Faldetta e Mario Criscuolo e del segretario cittadino del Pdl, Pietro Santoro, invitato nelle vesti di coordinatore super partes, l’avvocato civilista ha illustrato una prima e sintetica bozza del programma politico amministrativo, battendo sul tempo i colleghi (il vice sindaco uscente Mauro D’Attis e il consigliere provinciale Italo Guadalupi). Dieci punti “per risvegliare Brindisi”: dal porto, volano per lo sviluppo turistico della città, alle relazioni internazionali passando per le centrali (priorità alla firma delle convenzioni con l’Enel, no categorico alla realizzazione del rigassificatore a Capobianco), l’università (potenziamento dell’offerta formativa soprattutto in ambito sanitario), la riqualificazione edilizia (sviluppo della Costa Nord anche con il re-cupero dell’ex parco Babylandia), gli alloggi comunali e la raccolta differenziata, le atti-vità agroalimentari (stop al fotovoltaico selvaggio). Dieci aspetti programmatici messi nero su bianco. Legante: affermare la centralità della politica sui temi più delicati che attengono lo sviluppo della città.

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beneSSere

Tra i fenomeni che hanno trovato ampia diffusione in internet, sta suscitando particolare interesse quello delle micro web tv italiane, piccole realtà che na-scono “dal basso” come forte espressione della volontà dei cittadini di aprirsi attivamente alla digitalizzazione e che crescono fino a rivelarsi vere opportu-nità di business. Assistiamo, infatti, allo sviluppo di una fitta rete comunicativa costituita da canali accesi da semplici cittadini con la voglia di creare e condi-videre informazioni attraverso la “videopartecipazione”. Questi canali, con una presenza sempre più radicata, svolgono un ruolo determinante sul territorio andando a supportare o integrare l’informazione locale ormai non più prero-gativa delle tv. Le web tv oltre che avvantaggiarsi dei bassi costi del digitale hanno rilevato un notevole aumento dei profitti dovuto all’integrazione con i social network (che ad esempio rendono condivisibile il live streaming), le piattaforme di vi-deosharing e la mobilità di smartphones e tablets. Ciò non è sfuggito alle PMI che iniziano a crederci e ad investire risorse nella pubblicità “online”. È quan-to emerge dal settimo rapporto Netizen ideato e promosso dall’osservatorio Altratv.tv che monitora 590 web tv distribuite su tutto il territorio nazionale, con una densità maggiore nel Lazio (102), in Lombardia (85), in Puglia (63) e in Emilia-Romagna (53).Le micro web tv in Italia sono aumentate in maniera minore rispetto allo scorso anno, solo del +11%, ma sono più strutturate e con obiettivi più chiari. Il loro compito è di informare sulla cronaca e sugli eventi del territorio (33%), con-durre inchieste (15%), creare un rapporto diretto tra cittadini e istituzioni (7%). Proprio questi ultimi migliorano notevolmente: per il 61% c’è riconoscenza e collaborazione tra web tv e PA (contro il 34% dello scorso anno). La program-mazione si occupa di cultura (57%), sport (36%), turismo (34%), politica (31%) e cronaca (26%). Crescono di un terzo i canali verticali. È comunque una in-formazione attenta al territorio in termini di cronaca (33%) e di valorizzazione (25%). Si incrementano in modo notevole i rapporti commerciali con le PMI locali: l’80% delle web tv intrattiene rapporti di business, realizzando video su commessa (24%) o producendo pubblicità con pre-roll o banner (32%). Dimi-nuiscono le web tv che si basano su donazioni o su risorse degli ideatori. Più im-prenditorialità e professionalità , con squadre composte da 6 a 10 collaboratori di età compresa tra i 31 e i 40 anni. Tra le novità vi sono le trasmissioni in live streaming (19%), adottate per tra-smettere eventi specifici legati al territorio (73%), l’utilizzo dei social network (per 8 canali su 10) e l’integrazione con le piattaforme di videosharing: YouTube, per il 72% (contro il 60% dell’anno precedente) e Vimeo (11%). L’82% delle web tv risiede su Facebook (e il 70% di loro con una pagina che sfiora i 5.000 fan), il 46% su Twitter e il 37% su Foursquare e lo utilizza per fare marketing territoriale (contro il precedente 12%).La misurazione dell’efficacia dei social network avviene in termini qualitativi solo per il 16%, in termini quantitativi per il 62%, mentre il 22% non svolge al-cun tipo di monitoraggio sui social network. La distribuzione multipiattaforma cresce vertiginosamente (dispositivi mobili per il 45%, digitale terrestre per il 39%). Le applicazioni per smartphones e tablets sono adottate dal 40% dei ca-nali, mentre per il 56% di prossima attivazione. Per il 14% i download superano le mille unità, il 63% non monitora i download e solo il 3% applica “offerte pay” o “freemium”.

Fonte dati: Netizen/Altratv.tv 2012

Web tv e sociaL netWork nuove opportunitÀ di business

7freebrindisi.it13 gennaio 2012

SEGNALATECI IL VOSTRO VIDEO PREFERITO

il sogno americano

a cura di Simone Aretanoaumenta La richiesta deL 'ritocchino' Il ritocco batte la crisi. Anche in tempi di recessione economica, il ricorso alla medicina estetica non accusa alcun rallentamento. Negli ultimi cinque anni infatti, la richiesta di interventi di chirurgia mini-invasiva è cresciuto addirittura del 120%. Un vero e proprio boom, in barba alle attuali ristrettezze economiche. A tracciare il quadro è Pier Antonio Bacci, docente di Medicina Estetica all'Università di Siena, a margine del VI Forum Risk Management in sanità, in corso ad Arezzo. A richiedere questo tipo di interventi, perlopiù al viso, sono soprattutto donne di mezza età, “anche se negli ultimi anni - sottolinea l'esperto - sono sempre di più le donne di 30-40 anni che si rivolgono allo specialista. Lo fanno 15 anni prima, e questo permette loro di evitare in futuro un intervento di chirurgia estetica più 'pesante'. Sono donne che vogliono mantenere un aspetto giovanile senza che la collega o la vicina della porta accanto noti il loro aspetto stravolto”. Tra le categorie professionali che sembrerebbero fare più ricorso alla medicina estetica ci sono avvocati, commercianti e giornalisti. (Fonte: Adnkronos salute)

metÀ dei medici tedeschi prescrive pLaceboIn Germania, i camici bianchi sono convinti che le cosiddette 'pillole di zucchero' possano essere utili contro vari disturbi. Secondo uno studio della Bundesärztekammer (BAK), i medici sono convinti che questo sistema, che può prevedere finte compresse, rimedi omeopatici al posto di quelli classici o addirittura 'finta' chirurgia, possa essere efficace contro molti disturbi, in primis quelli allo stomaco e la depressione. Secondo la ricerca 'Placebo in medicina', in Baviera addirittura l'88% dei medici di famiglia manda a casa i pazienti con una ricetta per così dire 'speciale'. “Il placebo - dice Christoph Fuchs, direttore della BÄK - ha un effetto più forte e complesso di quanto si immagini. E oggi in medicina la sua importanza è enorme”. Nel caso dei disturbi di stomaco, il placebo si è mostrato efficace nel 59% dei pazienti, mentre per la depressione in un terzo dei casi. Il buon funzionamento della 'pillola allo zucchero' dipende da molti fattori, spiegano gli esperti, inclusa la dimensione e il colore della compressa stessa, il suo costo e la sua formulazione: le 'finte cure' più care e quelle somministrate per via endovenosa si sono dimostrate le più efficaci. Importante anche la fiducia nutrita nel proprio medico. Eticamente, il placebo rimane però una zona grigia: pochi medici sanno se è possibile prescriverlo senza incorrere in sanzioni legali. È per questo che la BÄK ha lanciato la proposta di istituire linee guida internazionali. Per ora, il consiglio dei medici tedeschi è di preferire il placebo solo in situazioni di blandi disturbi.(Fonte: Adnkronos salute)

depressione senza gLutineChi è affetto da celiachia risulterebbe maggiormente propenso a soffrire di depressione o di disturbi dell'alimentazione anche se segue la dieta priva di glutine necessaria per curare la malattia. È questa la scoperta dei ricercatori della Penn State University di University Park, della Syracuse University e della Drexel University di Filadelfia. Lo studio, pubblicato da Chronic Illness, dimostra come che anche chi gestisce molto bene il disturbo è caratterizzato da maggiori livelli di stress, depressione e problemi associati all'aspetto fisico, al peso e alla forma. A oggi, gli autori della ricerca non sono riusciti a spiegare se lo stress cui sono sottoposti i celiaci sia responsabile dei disturbi dell'alimentazione e della depressione o se, al contrario, chi soffre di celiachia sia più' propenso a una forma di depressione che, aumentando lo stress, porta ai disordini alimentari. In ogni caso, questa scoperta sarà utile sia per chi è affetto da questa malattia, sia per chi soffre di patologie come allergie alimentari o morbo di Crohn.(Fonte: Salute24)

cybercittadinO

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orgoglio brindisinoedgardo simone

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9freebrindisi.it13 gennaio 2012

Edgardo Simone segna una felice e rara eccezione; egli è caduto qui in piedi, come suol dirsi, ed ha battuto in pochi mesi una via che per altri sarebbero occorsi degli anni. I giornali americani e italiani di qui lo hanno accolto festosamente, pubbli-cando per ogni dove il suo ritratto e le fotografie dei suoi lavori più geniali. Ed-gardo Simone subito dopo il suo arrivo in New York ebbe l’occasione di essere presentato al pittore americano Howard Chandler Christy che l’anno scorso eseguì a Roma il ritratto del Duce e quello del Principe Ereditario. Il Christy diventò un fervente ammiratore dell’arte del nostro illustre concittadino e glielo dimostrò accordandogli un’amicizia più che intima. Un giorno il pittore Christy, con quel tono di voce calda che assumono gli artisti quando sono inva-si da un vivo e sincero entusiasmo, mi diceva (ammirando un lavoro del nostro scultore): Simone is great (Simone è grande). Non m’è dato poter esprimere quale eco producevano quelle parole nel mio cuore pensando alla mia Brindisi lontana. Sentivo un certo bisogno di ringraziare il celebre artista come se tale elogio fos-se in parte diretto a me; essendo in quel momento l’unico rappresentante della città natale dello scultore brindisino. L’esposizione d’arte dei pregevoli lavori del Simone, nei sontuosi saloni della Gallerie Anderson che si trovano in Park Ave, fu un vero e completo successo per lui - non tardò ad essere battezzato col titolo del Mago della scultura. Una mattina mi recai a visitare questa mostra. I saloni erano gremiti di persone che silenziosamente con un profondo raccoglimento ammira-vano ogni lavoro d’arte. L’austerità dell’ambiente mi diede come l’impressione di entrare in un tempio. Erano raccolte in bell’ordine ed eternate nel marmo tutte le differenti espressioni della gamma del dolore, della passione e della gioia umana: era una sinfonia di anime doloranti, sorrisi innocenti di bimbi, sembianze accascia-te di vecchi, pose voluttuose di baccanti, risate fredde di satiri. Simone era uscito pochi minuti prima che io arrivassi. Dopo aver ripetutamente ammirato ogni lavo-ro, nel lasciare la galleria, pregai un impiegato a consegnare al mio illustre concit-tadino un mio biglietto di visita sul quale, in preda al più vivo entusiasmo scrissi: In questo santuario dell’arte tua mi sento orgoglioso d’essere italiano e brindisino. Le ordinazioni piovute al Simone di busti, bassorilievi, medaglioni non si conta-no. Ha già eseguito i ritratti dei più noti miliardari americani come Robert Gug-genheim, il re del rame, del banchiere Richard F. Greenwood, del pittore Howard Chandler Christy, di miss Lucy Lytton Gray Ament, famosa per essere posseditrice del più grande brillante esistente negli Stati Uniti; quello di miss Emma John Gar-dener, di Miss John B. Taylor, di Miss Thomas Elisa Joker, di Miss Kandel, di Miss Lucy Wincoop, di Mrs Nancy Palmer Christy, di Miss Eugenie Gardener, di Miss Lu-cetta Cotton Thomas, di Miss Doroty Clark, di Miss Doroty Barker, di Miss Lylienne Cester e di tante altre. Edgardo Simone si è subito acclimato all’ambiente americano e anche quando il suo vocabolario inglese si limiti a poche parole, pure egli comprende e si fa com-prendere. Molte volte, aiutandosi col gesto, colle mani, colle dita sembra come se volesse plasmare in una maniera grafica l’idea così come egli fa con la sua creta. In quasi tutte le grandi serate di gala, dei ritrovi più aristocratici di questa Metropoli come il famoso Ritz Hotel, l’Hotel Plaza, l’Embassy Club, Simone non manca quasi mai e per la sua figura simpaticissima d’artista, per la sua innata modestia, per la squisitezza dei suoi modi viene da tutti disputato specialmente dalle bionde americanine. Ciò che mi fa piacere ricordare è che il Simone in mezzo a tutto ciò è rimasto net-tamente e puramente brindisino di nascita e di costumi; nelle sue animate con-versazioni a quattr’occhi quando egli può intercalare una parola intima del nostro dialetto lo fa con un senso d’infinito godimento; purtroppo un detto, un motto anche un po’ licenzioso si riveste d’una certa ineffabile poesia di ricordi quando è rievocato in uno di quei momenti in cui la nostalgia tortura più il nostro spirito. Bisogna aver vissuto lontani tanto tempo per sentire ingigantirsi in noi cogli anni quest’affetto per la Patria grande. È qualche cosa che la parola non può esprimere, è poesia e musica che risuona nel nostro cuore coll’accento più dolce ed indefinito che nessun segno grafico può tradurre, mentre colla lontananza sentiamo ancor più il bisogno di rievocare la sua storia ed amare le sue glorie. Edgardo Simone è una fulgida gloria nostra! Brindisi presto sarà gelosa custode della concezione d’arte più ispirata ed elevata che il genio dell’eletto suo figlio ha creato eternando nel marmo la memoria dei nostri gloriosi morti. A noi brindisini spetta il dovere d’amare ed onorare Edgardo Simone come egli merita e ripetere con più diritto e maggior orgoglio le parole d’entusiasmo che il celebre pittore americano pro-nunziò in omaggio dell’illustre nostro concittadino. A Edgardo Simone giungano graditi i voti nostri sinceri di maggiori trionfi nelle terre americane ov’egli è stato inviato d’oltremare come degno ambasciatore dei domini sconfinati della grande Arte Italiana.

In una lettera dagli Stati Uniti alla testata salentina “Indipendente”, Giuseppe Gigante, musicista brindisino residente da anni a New York, sulla scia delle emozioni suscitate in lui dalla visita alla mostra di Simone alla galleria Anderson, testimonia il successo oltreoceano dello scultore, perfettamente inserito nell’ambiente culturale newyorkese.

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lE opErE di Edgardo simonE

Viveva a Napoli, ma era appena partito per gli USA quando fu inaugurato il monumento ai caduti di Monopoli, e anche dagli USA scriveva al podestà di Brindisi per il completamen-to del monumento per la sua città per la quale non si offrì di eseguirlo gratuitamente, ma mai condivise le scelte delle varie collocazioni (a lui piaceva l'area antistante la stazione oppure piazza Cairoli).C'è una bellissima lettera contro lo scarso gusto estetico dei brindisini indirizzata al podestà Giannelli. Ne fu contento (si era trasferito a Chicago) quando dal viale Regina Margherita si decise di trasferire il monumento modificandolo non poco, disperdendo le bocche medusee delle fontane in bronzo in piazza Santa Teresa.

È il periodo più importante, di fatto Simone era considerato un artista napoletano. A Napoli si era specializzato in scultura e aveva deciso di vivere con moglie e figli. Lì lo raggiunsero il padre, la ma-dre e le sorelle.Lavorò per bozzetti di gusto rea-lista, per temi simbolisti, ritratti enumerosi monumenti in Campa-nia oltre che nella stessa Napoli.Nel 'Tanghero' c'è chi, come il prof. Guastella riconosce il vate D'Annunzio, di certo Simone ne era un fan, per i modi da tombeur de femmes (già vedovo e rispo-satosi, in America si congiunse in nozze con la nota compositrice Radie Britain con cui visse nella "Casa del Sogno" a Hollywood) e i comportamenti del vivere che assunse.

Modellava la terracotta, scolpiva il marmo, fondeva nel bronzo. Meno nota ma interessante è la produzione cera-mica del periodo americano. Si hanno notizie di sue ope-re anche napoletane, i cosiddetti cachepot, soprammobili, non rintracciate.

Anche se le attuali collo-cazioni sono in zona (si tratta di opere che colle-zionisti hanno acquistato alle recenti aste, le valu-tazioni dell'artista stanno crescendo negli ultimi anni) si tratta di opere del periodo americano.Ad esempio il ritratto del-la Dietrich è stato recen-temente acquistato dal museo di Berlino dedica-to all'attrice.

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Nato a Brindisi nel 1890, scultore poco documentato nel contesto della scul-tura italiana dei primi decenni del secolo, Edgardo Simone, familiar-

mente conosciuto come Ninì, si scopre quale interessante interprete della scultura italia-na del primo Novecento. La sua produzione, prima di svilupparsi nella ventennale attività della stagione statunitense, dal 1928 al 1948 tra New York, Washington, Detroit, Cleveland, Chicago, Coronado e Hollywood, (gli ultimi anni lavorò per gli studi cinematografici del-la Metro Goldwyn Mayer come scenografo) ha una significativa collocazione nell’ambito della produzione artistica meridionale, e non solo, tra la metà degli anni dieci e la seconda metà degli anni venti del secolo scorso. Del suo talento rimane traccia in numerosi monumenti dedicati ai Caduti della Guerra a Ferrara, Monopoli, Brindisi (in Piazza Santa Teresa), Bari, Sarno, Verona (Monumento agli Alpini), Pianura, Avezzano, Maiori, San Barto-lomeo in Bosco, Cerreto Sannita, Marrara, San Marzano sul Sarno, Minori, San Pietro a Ma-iella, Viggiano, San Vito dei Normanni, Tampa (Florida). Realizzò tra gli altri il Monumento al Sacro Cuore a Napoli, la Statua di san France-sco d’Assisi a Nocera Superiore, la Statua della Madonna nella Cattedrale di Verona, numero-si monumenti funebri e le cappella funerarie della famiglia dei conti Balsamo in Brindisi, della famiglia Cattino in Torino, della fami-glia Cascio in Napoli, della duchessa Massari in Ferrara e altre a Caracas (Venezuela) e San Paulo (Brasile). Morirà a Hollywood, a 58 anni, nel 1948.

Soggiornò a Ferrara per aver vinto il Monumento ai Caduti ferra-resi, ma l'opera non fu mai realizzata per via di opposizioni e poe-lemiche locali tra cui il famoso artista e critico italiano Filippo De Pisis. Tuttavia in quel periodo e per quell'area geografica emiliana romagnola partecipò a mostre, realizzò monumenti ai caduti per centri minori, compose ritratti di contemporanei ferraresi, sogget-ti mitologici simbolisti, busti e fontane commemorative.

Era l'opera acquistata dal gran-de storico dell'arte Federico Zeri e che fu trafugata dalla sua casa.

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Brindisini in America Alessandra Caputo

In copertina lo “squilibrato” Tango - un inedito. A seguire 300 pagine con illustrazioni in bianco e nero e colori, un ampio in-ventario delle opere dello scultore, un regesto dei documenti. La vita di Edgardo Simone diventa immagini e fiumi di inchiostro

in una poderosa monografia dal titolo “Edgardo Simone Scultore (1890-1948)”, edita da Mario Congedo nella serie “Storia e Arte in Terra d’Otranto” della collana editoriale del Dipartimento dei Beni delle Arti e della Storia. Curatore del volume Massimo Guastella, docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università del Salen-to, critico d’arte per passione.“La complessa attività artistica - si legge nella prefazione - e la con-troversa vicenda biografica di Edgardo Simone, dalla sua parten-za dall’Italia senza ritorno, sul finire del 1927, hanno provocato la pressoché totale dispersione di scritti diari e corrispondenze e di documentazioni comprovanti, premi, concorsi e mostre a cui ha partecipato. Ancora oggi fatica ad affiorare la sua prima produzio-ne. Questo contributo si è prefisso di riordinare filologicamente la sua produzione scultorea”.Ad accendere la curiosità, la scoperta di un carteggio proveniente dall’archivio del senatore Ugo Bono relativo al periodo americano di Simone e la vendita delle opere di proprietà dello scultore e della moglie Radie Britain. “Sin dall’avvio della presente ricerca, forte si è fatta la convinzione, sostenuta dalla lettura di ulteriori documenti inediti e segnalazioni critiche, che l’artista brindisino meritasse più attendibili riscontri riguardo alla sua personalità artistica finora co-nosciuta in modo frammentario ed episodico”. Con piglio storico e prosa accattivante, Guastella ripercorre la vicen-da umana ed artistica di Simone. Alle spalle una lunga quanto rigo-rosa ricerca di opere (grazie a questo studio che documenta anche molte opere misconosciute e andate perdute, il corpus dell’artista ne cataloga, oggi, circa 200) e di documenti (poco meno di 400 quelli consultati, per la gran parte inediti). Il risultato di sei anni di indagini in varie città italiane e negli archivi di istituzioni america-ne, è una solida monografia che ripercorre quarant’anni di attività dell’artista brindisino svelandone retroscena inediti.Guidati da documenti e fonti archivistiche, ritroviamo un sedicen-ne Edgardo Simone durante la sua pri-ma formazione presso la regia ac-cademia romana (errate le biografie che lo vogliono conseguire il diploma alle scuole classiche di Lecce o iscritto alla Regia Scuola Tecnica di Brindisi) alla quale accede grazie a una borsa di studio. Ne seguiamo l’attività matu-ra a Napoli, a Verona, tra il ferrarese e il ravennate, nelle cave di Carrara, nel barese alle prese con numerose opere monumentali dedicate ai caduti della Grande Guerra. Sul finire del 1927 il

trasferimento in america. Dopo un immediato successo (tra le opere del periodo statunitense numerosi ritratti di politici, magnati e star del cinema), Simone conosce la crisi economica del ‘29 per poi riemergere con una significativa presenza di opere all’Esposizione Universale di Chicago del 1933, grazie ai favori di cui gode negli ambienti del fascismo e a suo cugino, il senatore Ugo Bono. Due-cento i lavori dello scultore, tra quelli rintracciati o solo documenta-ti, riferibili all’attività italiana e al periodo statunitense elencati nel volume. Un eclettico universo artistico che Guastella svela nelle sue molteplici sfumature parallelamente alla controversa vicenda umana. Personalità complessa Simone, non solo in campo ar-tistico. Nel ’40 sposa, a Coronado, la compositrice Radie Britain. In bigamia. È il suo terzo matrimonio dopo il secondo italiano con la napoletana Maria De Vincentiis (dalla quale avrà due figli Vera e Silvan), essendo rimasto già vedovo con una figlia a carico, Reneè, sul finire degli anni dieci. Le complicate vicende sentimentali, la dispersione di gran parte della produzione dovuta all’emigrazione negli Stati Uniti e la precoce morte hanno reso più difficile ma non impedito la catalogazione di “una ragguardevole produzione sotto l’aspetto quantitativo e qualitativo - scrive Guastella - di un petit maitre non privo di impronta personale sotto il profilo stilistico, che rende immeritevole l’oblio calato dopo la morte”. Il professore non dimentica e restituisce al conterraneo scultore la collocazione che merita nell’ambito della storia dell’arte meri-dionale italiana, e internazionale, tra la metà degli anni dieci e la seconda metà degli anni venti del Novecento. A poco meno di un anno dalla pubblicazione, il volume “Edgardo Simone Scultore (1890-1948)” è stato prenotato da rinomate biblio-teche d’oltreoceano, dove il nome dell’artista brindisino è torna-to in auge spinto dalle numerose vendite all’asta delle sue opere. L’auspicio è che lo stesso accada nella città che allo scultore diede in natali nella cui indifferenza verso i suoi figli più illustri sembra-no trovar conferma le parole amare vergate da Simone in una missiva indirizzata al podestà di brindisi. “M’accorgo sempre più - scriveva da New York nel 1928 - che i miei più illustri concit-tadini mancano assolutamente di quel senso d’estetica artistica e

di raziocinio a non volersi far guidare quand’essi sono incapaci di risolvere (per mancanza d’educazione artistica e statica) una soluzione abbastanza delicata e nobile. La loro determinazio-ne è assolutamente banale e mi per-doni se devo parlare in questo modo, così crudele, dei miei concittadini. Quando non si sente la forza e la capa-cità, si ricorre alle persone competenti senza consumare uno stupro che por-ta offesa al paese e alle persone che si desidera onorare”.

Edgardo simonE sCUlTorE (1890-1948)LA VITA E LA PRODUZIONE ARTISTICA IN UN LIBRO

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Perché un libro su Edgardo Simone?Si tratta della conclusione di una ricerca durata sei anni che ho deci-so di rendere pubblica attraverso questo volume. La vita e le opere di questo scultore natio di Brindisi, studiato in maniera rapsodica dagli intellettuali locali, con qualche piccolo contributo anche non strettamente locale, ad esempio quello di Lucio Scardino a Ferrara, è stato lo spunto per rivisitarne la figura. Nel 2008 avevo dato alle stampe un primo contributo per le edizioni dell’Università Cattolica di Milano. I riscontri sono stati molti e più che positivi. Incoraggia-mento importante alla pubblicazione del volume monografico è stata la presenza di un’opera di Edgardo Simone (una scultura raf-figurante un nudo femminile in bronzo ndr) nella collezione dello studioso Federico Zeri, tra i più grandi storici e conoscitori d’arte del Novecento. Edgardo Simone è un personaggio legato alla storia della cit-tà di brindisi. della sua vita si conosce molto e si ignora tanto. Cosa ha scoperto di inedito durante le sue ricerche?Della vita di Simone si conosce molto e male. Negli studi locali spesso sono state fatte congetture poi non verificate nei documen-ti. Quello che si ignorava e che spero da adesso si ignorerà un po’ meno, è il percorso artistico di Simone, da quella formazione tutta romana poi urbinata e quindi napoletana nelle Accademie delle Belle Arti. Tra l’altro a Roma l’artista brindisino vive un clima stra-ordinario, erano gli anni dell’inaugurazione del Vittoriano e della grande Esposizione Universale dedicata ai cinquant’anni del nuo-vo regno. Conobbe e collaborò con molti artisti importanti. Quelli vissuti nella capitale sono probabilmente gli anni decisivi della sua formazione che lasceranno traccia nella sua attività soprattutto di scultore. Si conosce poco del percorso molto più articolato che tocca Ferrara dove Simone vinse il concorso bandito per la realizzazione del Mo-numento ai Caduti, monumento che purtroppo non riuscì a com-piere per una serie di polemiche che lo videro al centro di una que-relle, contro di lui si schierò tra gli altri il grande pittore De Pisis. Di Simone si ignora gran parte dell’esperienza americana. Non si sa il perché sul finire del 1927 andò a New York. In qualche nuova ipotesi si fa riferimento a una sua vittoria di un concorso per il monumento a una nave americana, la Tampa, affondata durante il primo conflit-to mondiale. Questo gli diede modo di fermarsi in America e di fatto non tornare più in Italia. Si è ignorato per anni che ha avuto una biografia molto bizzarra. Aveva già una prima moglie scomparsa subito dopo la nascita del-la figlia Renè, si chiamava Michelina Viola forse anche lei un’artista perché abbiamo trovato il nome in un catalogo di mostre. Si ignora che ebbe una seconda moglie, Maria De Vincentiis, figlia di un av-vocato napoletano, che a Napoli visse e che la De Vincenti gli diede due figli. Soprattutto si ignora che in America, alla fine degli anni Trenta, incontra Radie Britain, nota compositrice americana, che sposa a Coronado in perfetta bigamia e con la quale vivrà sino alla sua morte avvenuta nel 1948. Più tardi i figli si riconcilieranno con Simone e la moglie napoletana sbarcherà negli Stati Uniti. Insomma una vicenda personale alquanto controversa, ma la di là di questo quello che sicuramente si ignora è l’importante produzione ameri-cana di Edgardo Simone messa all’asta nel 2005 presso la casa ame-ricana dell’artista, a Hollywood, che Simone chiamava la “Casa del Sogno” dove trascorse l’ultima parte della sua vita insieme a Radie Britain. Tra le opere in vendita un bel ritratto di Marlene Dietrich, recentemente entrato a far parte delle collezioni del prestigioso museo berlinese dedicato alla famosa attrice. Insomma di Edgardo Simone si ignorano tantissime attività, su al-cune ho cercato di far luce, su altre spero lo si faccia in un prossimo futuro per valorizzare un artista che reputo una risorsa del territo-rio. Simone appartiene alla città di Brindisi, al Salento, alla Puglia, al Meridione, all’Italia e sol per questo, che non è poco, andrebbe valorizzato. Spesso importiamo modelli intellettuali certamente interessanti di cui fruiamo, ma ci dimentichiamo di scavare meglio nella storia del nostro territorio e soprattutto di esportare la qualità della nostra storia, della civiltà culturale del nostro territorio.

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Edgardo Simone

IL CoMUNE oN LINEUn Uomo, Un arTisTaINTERVISTA A MASSIMO GUASTELLA

inervista

da quest’anno dirige per Congedo Editore la collana “territorio arti Visive Storia dell’arte Contemporanea”. Come ha avuto ini-zio questa avventura?Intanto sono onorato che una delle case editrici più titolate nel campo degli studi scientifici universitari e umanistici, mi abbia chia-mato a dirigere una collana che abbiamo voluto strettamente colle-gata alle attività universitarie. L’acronimo Tasc (Territorio Arte Visive e Storia dell’Arte Contemporanea) è proprio quello del mio Labo-ratorio universitario dove mi occupo, con i miei allievi, della storia dell’arte, del contemporaneo, quindi 800 e 900, ma anche dell’arte più stringente, quella presente, che si sta producendo. Insieme ai ragazzi nei primi tre numeri della collana già pubblicati, abbiamo affrontato tematiche varie, tematiche che riguardano il territorio, produzioni appena trascorse come quella dello scultore ostunese Francesco Bagnulo, ma anche produzioni che sono in fieri come la produzione fotografica esposta in occasione dell’inaugurazione di Palazzo Virgilio o una mostra dedicata all’autoritratto dell’artista in cui abbiamo messo insieme 21 artisti che hanno voluto autorap-presentarsi. La collana vuole essere un trampolino di lancio anche per chi scrive, per lo più miei allievi dell’università, dando loro visi-bilità. È questo un discorso che porto avanti da un anno anche con la rivista Web Magazine Monitor Art, una sorta di palestra, di luogo di tirocinio della critica d’arte. Ci occupiamo soprattutto di arte con-temporanea, del dibattito dell’attività artistica del presente.Ci sono altri progetti in cantiere?La mia vita professionale è sempre stata un cantiere. L’ultimo pro-getto in ordine di tempo è la realizzazione del M.A.P. (Museo Me-diterraneo dell’Arte Presente), un museo d’arte contemporanea diffuso. L’abbiamo prodotto con la società Cracc Srl, spin-off dell’U-niversità del Salento, che si occupa di conservazione e ricerca delle arti e della cultura contemporanea. La sede è a Brindisi presso la Chiesa Auditorium Scuole Pie in cui abbiamo già tenuto due mo-stre, una in occasione della Giornata del Contemporaneo ospitan-do lo scultore Salvatore Sava, un’altra inaugurata durante il periodo natalizio con una scultura presepiale di Salvatore Spedicato e un contributo musicale del Maestro Cosimo Prontera. Il M.A.P. per ora si sta proponendo nell’ambito della scultura contemporanea con delle soluzioni installative. L’idea, però, è quella di creare una vera e propria collezione d’arte contemporanea alla quale stiamo lavo-rando in collaborazione con l’Università del Salento per avere un Museo d’arte contemporanea proprio dell’Università.

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Nasce a Brindisi il 24 agosto del 1885 ed esordisce nella sua città nel 1893 esibendosi come violinista. E’ il padre, Mariano Gigante, ad intu-ire il talento di Ugo e gli impartisce i primi rudimenti musicali. Questi fu sostenuto, nella lungimirante idea, da sua moglie Balbina Torsellini.

Il primo riconoscimento il giovane Ugo lo ebbe all’età di quindici anni quando vinse una borsa di studio con la quale i genitori lo poterono iscrivere al liceo musicale Gioacchino Rossini di Pesaro che in quel periodo era diretto da Pietro Mascagni (1863-1945).Diverse le tappe prima di vederlo approdare negli States (a tal proposito per chi volesse approfondire l’argomento si segnala l’unica ed esaudiente mono-grafia, a cura di Giuseppe Gigante, omonimo musicista Brindisino (Dal Melo-dramma l’opera rinnovata, Giuseppe Gigante a cura di, Ed. Gli Amici della A. De Leo, Brindisi, 1990).Nel Novembre del 1903 esordisce come compositore con Aira del tenente su testo di Edmondo De Amicis.Nel marzo 1906 tiene un concerto alla Fenice di Senigallia e nello stesso anno vince un concorso a Varallo (Vercelli) come professore di musica. Dello stesso periodo è la composizione Ida una marcia per orchestra di fiati.Nel 1907 viene nominato direttore dell’orchestra di fiati e della filarmonica di Bibbiena. A questo incarico rinuncerà per portare a termine gli studi di com-posizione. Gli occhi, brano per voce recitante e pf, nasce quasi contestualmen-te alla fine dei sui studi accademici. Il Conservatorio di Pesaro in quegli anni assegnava il premio Bodoyra, premio che si consegnava al miglior allievo di composizione. Nel luglio del 1910 viene assegnato a Ugo Giuseppe Gigante.Ha 25 anni quando anno vince un concorso internazionale che lo porterà a Quito, in Ecuador, dove insegnerà violino divenendo vice direttore del conser-vatorio della città e direttore di tutte le orchestre di fiati militari della nazione tenendo concerti anche per il presidente della Repubblica ecuadoregna.Nel periodo trascorso a Quito, cinque anni, ebbe clamorosi successi esibendo-si in concerti e con sue composizioni.La casa editrice musicale Bongiovanni gli pubblica alcune dei suoi scritti musi-cali: t’amo, sospiri ottobrili, serenata romantica.Ma la composizione che più lo rappresenta è senza dubbio L’ultimo giorno di Pergolesi scritta tra il 1910 e il 12. Composizione per pianoforte e cinque voci dedicata ad un astro della musica barocca napoletana: Giovan Battista Pergo-lesi (1710 – 1736) appunto, condensando lo sforzo in un melodramma ad atto unico su testo di Ugo Coli.Nel 1916, sono gli anni della prima grande guerra, Gigante si arruola nella ma-rina statunitense e al fine della guerra si stabilisce a New York. Qui compone E non torna, un tango colmo di estreme passioni, e Serenata romantica scritta con il suo amico Antonio Ungaro. Questi sono anni intensi di incarichi e di soddisfazioni professionali. Fonda un’accademia musicale che dirigerà dal 23 al 33; si esibirà in diversi teatri, impugnando un violino di Matteo Minozzi del 1734, che gli tributarono plausi: Rialto, Portsmouth ed altri; apprezzamenti gli giunsero dalla Beethoven Society della grande mela che nel 1919 gli consegna un premio consistente in una bacchetta d’oro.Nel 33 il conservatorio nazionale di Guayquil invita Gigante a ritornare in Ecua-dor ma egli rifiuta l’offerta. Tenne sempre vivi i rapporti con la terra natia infatti molti dei suoi friends newyorkesi furono i brindisini Antonio Lauro, Adriano Miglietta e Alessandro Samarotto oltre che allo scultore Edgardo Simone che in quegli anni possedeva uno studio a New York oltre che la sua vita. Questi scolpì un bassorilievo che raffigurava il “testone” del conterraneo musicista. Dopo aver donato alla patria, nel 35, alcuni dei suoi importanti cimeli, tra cui la bacchetta d’oro e dopo la morte dei suoi genitori i rapporti con Brindisi e con i famigliari rimasti divennero sempre più limitati fino a che non sopraggiunse la morte nel 1961, a 76 anni.

Cosimo Prontera

Ugo giUsEppE giganTE

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Focus deLLa settimana

il ViolinisTa inCanTaTorENon solo terra di marinai e contadini, ma anche di poeti e musicisti. Nella Brindisi di inizio Novecento il teatro era una necessità come

gli oratori nelle chiese, la musica e il canto erano nel sangue. La violinista Nilde Pignatelli ed Elena d’Ambrosio che dall’insegnamento del canto al Liceo “Schipa” passò alla prestigiosa cattedra di Santa Cecilia a Roma, erano note per talento e grazia. Tra tutti, però, un nome risuonò forte anche oltreoceano, quello del violinista e compositore Ugo Giuseppe Gigante.

“Iniziato dal padre a studi violinistici e per non comuni attitudini - ricorda Vito Reali in ‘Musicisti e cantanti contemporanei e anime mu-sicali salentine’ - su mia designazione, conseguita l’unica borsa di studio disponibile provinciale, ha potuto frequentare il Liceo Rossini di

Pesaro, conseguendovi i diplomi in violino, canto corale e composizione. L’esito dei suoi studi è stato così felice, da meritare il premio Bodoyra fra molti aspiranti. Ha quindi diretto a Fano la Scuola Comunale di Musica; ma successivamente si è

trasferito a Quito nell’Equatore (Repubblica dell’Ecuador ndr) per assumervi cattedra d’insegnamento presso quell’Istituto musicale e per dedicar-

si, ormai non più attanagliato da preoccupazioni economiche, ad attività di compositore ben testi-moniata da un melodramma in un atto, dall’ “Inno

a Rossini” su versi di Giuseppe Picciòlla, e da pezzi vocali e strumentali”.In Sudamerica il compositore brindisino troverà fama e fortuna. Un successo che ebbe eco nella cit-tà natale come testimonia un lungo articolo tratto dal periodico settimanale “La città di Brindisi” scritto

in occasione di un concerto tenuto da Gigante al te-atro Sucre di Quito il 15 febbraio 1911.“Molti giornali del luogo - si legge - dedicano lunghi articoli al concertista italiano, scritti sotto la calda im-pressione d’uno sconfinato entusiasmo. Bisogna leg-

gere questi articoli, scritti da penne maestre, per farsi una idea esatta dello strepitoso successo e dell’altez-za a cui sale il diapason del fanatismo. Anzi facciamo voti ch’essi vengano raccolti in una speciale pubblica-zione, onde il paese sappia in quale considerazione è tenuto all’estero questo nostro concittadino e quanto

onore faccia all’arte italiana. Lo spazio non ci permet-te di riprodurli tutti; ci limitiamo di pubblicare soltanto un brano del resoconto che ne dà ‘El Ecuatoriano’ del 16 Febbraio, N. 127: ‘Non è facile rendere esattamente le impressioni, i sentimenti che si destarono nel mare di un pubblico scelto, come quello della notte scorsa, ascol-

tando per la prima volta un artista della forza di Gigante. Noi diciamo essere la prima volta che abbiamo sentito un violinista: parliamo unicamente del debutto del giovane artista Ugo Giuseppe Gigante. Un’accolta eletta di giova-ni, di signori e signorine s’eran dato convegno nel nostro teatro e nella notte di ieri, allo scopo di ascoltare i delicati

e dolcissimi accenti del violino incantatore. Ai primi suoni del grande istrumento un silenzio profondo regnò nel tea-tro e tutti gli sguardi si fissarono con avidità su Gigante che alla sua volta pareva volesse un po’ parlare; così dimostrava l’espressione del suo sguardo dolce e penetrante come lo

sguardo di un artista. Egli non poteva parlarci che importa-va? - molto più eloquenti erano le corde del suo violino che ci espressero in un momento tutti gli effetti della sua anima, tutti i sentimenti dell’ardente suo cuore. Il simpatico violinista esaurì tutti i suoi sforzi per compiacere ed estasiare il pubblico che ad ogni momento rompeva in applausi strepitosi di am-

mirazione e di entusiasmo. Molto bene potremmo applicare al violino di Gigante le parole di una descrizione di Maria e Léon Escudier che, nell’ascoltare il maestro Paganini nella sala dell’O-pera di Parigi, scrissero del violino di questo gran genio: ‘Ironico e ciarliero come il Don Giovanni di Byron, capriccioso e fanta-stico come un’allucinazione e sognatore come una meditazio-

ne di Lamartine, ardente e impetuoso come un’imprecazione di Dante, soave e tenero come una melodia di Chubert’. Il violino di Gigante come quello di Paganini ride, sospira, minaccia e pre-ga alternativamente. Esprime tutte le emozioni del mare, tutti i rumori della natura, tutti gli incidenti della vita; ha accenti, effet-ti, combinazioni drammatiche di una prodigiosa varietà che mai

possedé la voce umana la più soave e la più simpatica. E chi crede che queste parole applicate a Gigante non siano vere, si appelli al giudizio degli intervenuti. Sono sicuro che tutti gli risponderanno. È verità”.

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Alessandra Caputo

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Brindisini in America Alessandra Caputo

piEr paolo CiToIL FOTOREPORTER CHE RACCONTA LA GUERRA

“Michelangelo diceva che era difficile creare delle opere d’arte. Le sue sculture si trovavano già nel blocco di marmo. Lui si limitava a ‘togliere il soverchio’ e a isolare la scultura. È lo stesso per il fotore-porter. Le immagini sono già intorno a noi. Basta far attenzione per accorgersene e prenderle”. Parola di Pier Paolo Cito. Brindisino, classe 1963, fotografo della Associated Press, la più grande agenzia stampa mondiale, da quasi 20 anni documenta, Reflex alla mano, realtà lontane e difficili. Kosovo, Etiopia, Eritrea, Medioriente, iraq, avvenimenti che hanno cambiato e stanno cambiando la storia del mondo. L’approccio è realistico, crudo. Pier Paolo Cito immortala l’istante. La sua è una fotografia istintiva, veloce, che racconta emozioni, sensazioni. La macchina fotogra-fica è un occhio che guarda la realtà così com’è. “Le mie foto ritrag-gono scene di disperazione, violenza e morte, la smania distruttrice dell’uomo, ma anche la necessità, nonostante tutto, di continuare a vivere”. Ha girato il mondo Pier Paolo, ma è a Brindisi che tutto ha avuto inizio. Nella città natale per la prima volta impugna una macchina fotografica e decide che a guidarlo nella vita sarà la sua passione. A Brindisi muove i primi passi. Ventinovenne fotografo freelance, collabora con gran parte dei quotidiani nazionali. Nel 1997 inizia la sua collaborazione con l’Associated Press. Lavora per tre mesi in Portogallo coprendo per l’agenzia di New York l’esibizione inter-nazionale Expo 98 di Lisbona. Al suo rientro in Italia, entra defini-tivamente nello staff AP come editor e fotografo nella redazione di Roma. Segue le attività in Vaticano e all’estero di Papa Giovanni Paolo II (Assisi, Ischia, Polonia, Slovacchia, Israele, Palestina, Siria) e successivamente di Benedetto XVI (Germania, Stati Uniti d’America, Polonia, Spagna, Turchia, Austria, Giordania, Israele, Palestina, Cro-azia). Copre i conflitti in Montenegro e Kosovo (1999, 2000, 2004),  Etiopia (2000), Striscia di Gaza, Territori Occupati e Israele (dal 2000 al 2006), Iraq (2003, 2004), Libano (2006), Afghanistan (2010), Libia (2011). Le sue foto, attraverso il circuito dell’agenzia Associated Press, sono pubblicate nelle principali testate giornalistiche del mondo.all’attivo vari premi tra cui un riconoscimento dalla NPPA (Natio-nal Press Photographers Association) negli USA per il suo lavoro sull’eruzione dell’Etna nel 2001. Lo stesso lavoro è stato segnala-

to dalla rivista TIME che ha incluso il suo servizio tra le “Foto dell’anno 2001”. Ha vinto il premio APME (Associated Press Ma-naging Editors) nella categoria News Photography per la copertura del conflitto tra Israe-le e Hezbollah nel 2006 (il premio, nato negli anni Trenta, riconosce l’eccellenza nel giornalismo tra i fotografi dell’Associated Press ed è assegnato annualmente da un’associazione di giornalisti apparte-nenti a oltre 1.500 testate abbonate all’agenzia AP negli USA e in Canada). Nel 2007 è finalista al Premio Pulitzer (il più prestigioso riconoscimento assegnato dalla Columbia University a giornalisti e fotoreporter distintisi nei vari settori dell’informazione a livello inter-nazionale) con una foto appartenente a un “photo package” sul con-flitto tra Israele e Hezbollah. Nel 2008 vince l’“Award of Excellence” nella categoria General News Reporting del premio internazionale “Picture of the Year International” con la foto “Waiting” scattata a San Luca (RG) durante i funerali delle 5 vittime della  “Strage di Duisburg”. Nel 2010 viene scelto da ‘Save the Children’, organizzazione non go-vernativa inglese, per documentare quanto emerso dal 2° Rapporto annuale di Save the Children su “I minori stranieri in Italia”. diverse le mostre fotografiche in italia e all’estero (‘Mediterro-re’,‘Confini/Frontiere’, ‘Kosovo, una guerra umanitaria’, ‘Due popoli vinti, Finestre di Pace Finestre di Guerra’, ‘Tra due Pontefici’). Finestre su realtà lontane e spesso drammatiche che inducono a riflettere, a prendere coscienza di quanto accade nel mondo. Perché l’immagine per Cito prende vita da un percorso che non si distanzia mai dalla realtà ma ne è parte integrante. Un ‘credo’ che il fotoreporter brindi-sino trasmette durante le affollate lezioni e i seminari sulla Fotogra-fia giornalistica e sul Giornalismo in guerra che tiene ogni anno in vari centri di formazione giornalistica all’estero, in Italia e nella città natale dove ritorna spesso ‘investito di una missione’.“Una decina di anni fa ho lasciato Brindisi perché non era facile rea-lizzare qui il mio sogno, ossia diventare un fotografo professionista. Quello che desidero è offrire ai giovani, con la mia esperienza, le possibilità che alla loro età io non ho avuto”.

foto di Pier Paolo Cito

Pier Paolo Cito

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ANDREA SERGIO nasce a Brindisi nel 1978. In arte Mr.Wany, firma, a soli dodici anni, i suoi graffiti sui muri della città. Il talento viene coltivato in seguito grazie agli studi. Dopo il liceo artistico di Brin-disi, Andrea si specializza con il massimo dei voti presso la Scuola Internazionale di Comics di Roma. Nel 2000, si trasferisce a Bolo-gna dove viene assunto come Art-Director dalla  Dynit, una delle più importanti case editrici di cartoon e fumetti giapponesi. Negli anni lavora come decoratore, scenografo, fumettista, illustratore, grafico pubblicitario, design, art director, progettista, serigrafo e creativo con delle parentesi di producer musicale/talent scout, edi-toria autoprodotta, e ballerino professionista sino ad approdare alla pittura. In ventidue anni di graffitismo, Mr.Wany raggiunge molti obiettivi, tra cui vincere contest regionali, nazionali e internaziona-li, essere considerato uno dei maggior rappresentanti della cultura hip hop in Italia nel Writing, dipingere in meeting di writing in Italia, dalla Sicilia al Piemonte e molto altro. Andrea insegna inoltre come docente in università e corsi di specializzazione in scuole private. Realizza artwork e progetti per aziende internazionali e viene spes-so intervistato da giornali, tv e radio in Italia e all’estero. Tantissi-me le sue opere fuori dai confini nazionali. Il talento di Mr.Wany esplode all’estero, in numerosi meeting ed esposizioni in Croazia, Germania, Inghilterra, Belgio, Danimarca, Romania, Grecia, Olanda, Austria, Spagna, Francia, Bosnia, Svizzera, Brasile, Argentina, Nuo-va Zelanda, Equador e Russia. E, ovviamente, gli Stati Uniti. Andrea viene invitato alla Crewest Gallery di LA, in Art District. Nella ‘città degli angeli’ si trovano due grandi lavori firmati Mr.Wany, il primo a Chinatown, il secondo a East LA. La critica e i critici dicono di lui: “La realtà viene filtrata e interpretata attraverso una sensibilità che prende coscienza dei problemi esistenziali dell’uomo d’oggi, delle nevrosi, dei meccanismi di frenesia e isolamento contemporanei; e reagisce inventando un mondo in cui vivono nuovi simboli e perso-naggi, un mondo enfatizzato, deformato, decostruito, in cui l’artista ‘scolla’ dal supporto murale i suoi soggetti, trascinandoli sulla tela o trasformandoli in toys e  installazioni. È così che giunge, dunque, a far ‘resuscitare’ anche oggetti senza vita, frammenti di strada come materassi, frigoriferi, lavatrici, televisori, recuperandoli nelle discari-che e facendoli diventare angeli, bambole felliniane, animaletti un po’ teneri un po’ cinici, richiami sensuali e sessuali. Anche la sua arte pittorica risente di questa simbologia apollineo-dionisiaca; dunque accanto al richiamo infantile del ‘pupazzo’, si inseriscono avvolte ri-ferimenti diabolici o macabri, come teschi, sangue, cervelli umani. Ma il tutto viene eseguito con grande ironia, con il gioco dei pen-sieri che ridimensiona la realtà e sperimenta nuovi orizzonti; ed è così che la sua arte fluttua nell’universo dei più dinamici linguaggi contemporanei”. Andrea Sergio ha chiuso il 2011 esponendo alla 54º Biennale di Venezia.

Brindisini in AmericaFrancesco Marchionna

mr. WanY angElo galassoARTE TRA LE STRADE DEL MONDO UN UOMO DAL TAGLIO INTERNAZIONALE

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ANGELO GALASSO, nativo di Francavilla Fontana, è oggi uno stilista affermato nella moda di stampo internazionale. Celebri le sue crea-zioni, tra cui il ‘polso orologio’, come altrettanto celebri sono le perso-nalità del mondo dello spettacolo e dello sport che indossano le cre-azioni dello stilista brindisino. La sua storia inizia però in un territorio ostile al cambiamento. “Da dove vengo io, dal momento in cui si nasce, si è visti come un sempli-ce ragazzo, una tipologia questa che rimane invariata nel tempo, fissata in degli stilemi da cui non si può uscire. Se si comincia quindi a fare qual-cosa che risulti atipico, diciamo come vestirsi in modo diverso dal conso-no, la gente subito ti etichetta come ‘pazzo’. Per ottenere attenzione ho dovuto sempre lottare, a partire dalla mia famiglia”. L’impossibilità di essere compreso porta Angelo a lasciare la propria terra, trasferendo-si a Roma, città che, secondo lui, incoraggia a sentirsi diversi per sen-tirsi un individuo e non un numero. “Lavoravo in banca e ho iniziato a fare vestiti nel mio tempo libero. La gente in banca continuava a chieder-mi da dove venissero gli abiti e dopo poco mi ha chiesto di fare qualcosa per loro”. È nel 1990 che apre a Roma il primo negozio ‘interno 8’, grande solo 14m², nel quartiere Parioli. La collezione crea un grande impatto e rompe le regole della tradizionali fantasie, mantenendo comunque un’alta qualità sartoriale. Nel 1991, Angelo crea l’esclu-sivo ‘Polso orologio’. L’ispirazione la trae dall’ex presidente della Fiat, Gianni agnelli, che a causa di un’allergia era forzato a indossare l’o-rologio sul polsino della camicia. Bastano pochi anni e il successo di Angelo dilaga. Nel 1993, ci sono 80 negozi ‘Interno 8’ sparsi in tutta Italia. Nel 2000, l’espansione su campo internazionale. Angelo sce-glie Londra, la capitale delle tendenze e dello stile. Una scelta sag-gia che ha portato il brand a un grande successo, con il supporto di una clientela d’avanguardia e cosmopolita, come Paul McCartney, Roger e Geoffrey Moore, David Beckham, Puff Daddy, Michael Cai-ne, Simon e Yasmin Le Bon, Rod Stewart, Beyoncé e Jay-Z. Nel 2005, con la collaborazione di Flavio briatore, viene creato il primo brand di alta moda per uomo, con il lancio di ‘billionaire italian Couture’, brand indirizzato a un pubblico mondiale. Le iniziali ‘aG’ diventano la risposta alle alte aspettative dell’uomo moderno in termini di qualità, design e immagine. La perfezione sartoriale, i dettagli originali, un tocco di colore e sofisticati accessori fanno sì che l’uomo vada oltre il look classico, raggiungendo l’eleganza senza alcuno sforzo. Nel 2009, Angelo realizza il suo sogno di creare un brand che rispecchiasse la propria identità. Viene così lanciato ‘angelo Galasso’, brand con il primo negozio monomarca in Knightsbridge, a Londra. La scalata al successo non si ferma qui. Dopo Londra, Angelo Galasso apre a Mila-no e poi a Mosca, New York e Parigi. al Pacino, grande amico dello stilista, è stato il padrino dell’inaugurazione della boutique di Milano. Il divo di Hollywood veste gli abiti di Angelo Galasso da tempo, e lo ha fatto anche in occasione del Festival del Cinema di Venezia. Chi meglio di lui si poteva cimentare in tale ruolo?

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Brindisini in AmericaDaniela De Stradis

DA SAN MICHELE A NEW YORK

LA MUSA DI ARMANIANTONIA DELL’ATTE, nata a Brindisi il 9 febbraio 1960, è sicuramen-te la modella più importante e di successo del territorio brindisino. Entrata nel mondo della moda a soli sedici anni, raggiunge il suc-cesso negli anni ottanta grazie a Giorgio Armani che ne fa la sua musa per ben due anni. Donna bellissima ma anche di spirito. Nel 1984, nel pieno della popolarità, interpreta al Drive la caricatura di sè stessa: una modella che vanta la sua meravigliosa vita mondana, per poi urlare in dialetto Brindisino e riprendere il proprio aplomb con la frase «Scusate, ho avuto un momento casual!». Il trasferimen-to in Spagna e il matrimonio con il Conte Alessandro Lecquio di Assaba y Torlonia, nipote del re Juan Carlos (da cui dopo aver avu-to un figlio, divorzia) danno una impennata alla sua popolarità. La modella inizia a comparire sempre più spesso in talk e trasmissioni diventando un volto noto della TV spagnola. Da quella iberica alla televisione italiana il passo è breve. Nel 2005 è tra i papabili concor-renti de L’isola dei famosi 3. Il progetto non va in porto, ma Antonia si prende la sua rivincita nel 2009 collaborando con L’isola dei fa-mosi 7, nelle vesti di opinionista. Nell’estate del 2010 ha fatto parte della giuria del programma Velone su Canale 5. Nel 2011 diventa uno dei giudici del programma Italia’s Next Top Model in onda su Sky Uno e condotto da Natasha Stefanenko.

La sua tela è fatta di seta, il suo pennello è un ago, la sua tavoloz-za è pervasa dal macabro e dall’orrido, in una fattura sartoriale che affascina e lascia posto a un’inquieta riflessione. Angelo Filomeno è oggi un artista di caratura internazionale, elogiato dalla critica. Classe 1963, originario di San Michele Salentino, territorio modesto all’interno del quale, a soli sette anni, si muove tra alcune botteghe di sartoria. Quelle quattro mura sono troppo strette per l’estro di Angelo, che, terminati gli studi e dopo un’esperienza a Milano, ap-proda nella Grande Mela, nel cui cielo è possibile dispiegare le ali scheletriche dei suoi soggetti. È il 1992. Angelo trova un impiego nell’ambito della moda, mentre parallelamente coltiva le sue turbe artistiche e sperimenta. Il 2001 rappresenta per Angelo Filomeno il momento della svolta. Grazie alla macchina da cucire, l’artista di-pinge sulla seta soggetti fetidi e eccessi barocchi, coprofagie e mor-te tratteggiate con ironia e senso del grottesco. Le opere dell’artista brindisino fanno così il giro del mondo, esposte in gallerie di respiro internazionale. Le radici dell’artista, così come quelle della sua arte, affondano però nella rossa terra d’origine. Ogni estate, Filomeno fa ritorno nella sua Puglia per ispirarsi al repertorio salentino, ricongiungendosi con le proprie, autentiche e mortali radici. Consacrato dall’emigrazione culturale che ha condotto i suoi lavori alla ribalta mondiale, Angelo non soffoca dunque le sue origini, ma opera in continuità con i ri-cordi legati alla mediterraneità della terra che lo ha ‘cucito’.f.m.

anTonia dEll'aTTE

angElo FilomEno

modella artista

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Spirito inquieto sin da ragazzo, faceva i bagagli e partiva ogni qualvolta ne sen-tisse il bisogno, nonostante il parere contrario del padre. Brindisi e l’Italia, anche in seguito a diverse delusioni, gli stavano proprio strette. Ma il più delle volte le tasche contenevano solo pochi spiccioli, di conseguenza vivere all’avventura e arrangiarsi erano d’obbligo, anche nel mangiare, sua grandissima passione. Francia, Grecia, Israele, Olanda, Spagna, Giappone, Cina, Thailandia e Stati Uniti, in lungo e in largo. Questo è il background di un grande chef, che porta con sé quegli odori e quei sapori in giro per il mondo. Luigi De Nunzio, classe 1953, arriva a Seattle nel 1977, per amore. Durante uno dei suoi tanti viaggio, aveva conosciuto in Israele una ragazza americana, Diane, che diventerà la sua prima moglie. L’amore per Diane diventa anche l’occasione per esaudire il sogno nutrito da bambino, quello di vivere negli States. È qui che Luigi si decide a intraprendere quella che sarebbe diventata la passione della sua vita, quella cioè di allietare il palato italiano di Seattle, città della pioggia, nello stato di Washington, Nord Ovest degli Stati Uniti. Il sogno americano esiste davvero. Tutto ciò che funziona negli USA, secondo lui, è il sudore della fronte. Così Luigi si mette sotto. Dopo anni di esperienza presso trattorie e ristoranti, come cameriere e lavapiat-ti, nel 1989 Luigi apre Al Boccalino e, dopo aver litigato con il suo socio, si decide a fare tutto da solo. Il successo è immediato. Solo tre anni dopo, si aggiunge Denunzio’s. Seguono le aperture del Cafè Bengodi, nel 1999, e di Pastiamo nel 2003. Quattro ristoranti, tutti situati su Pioneer Square, che racchiudono tutti gli aspetti della cucina italiana. Il sogno, quello di una Little Italy tutta sua, diviene realtà: Luigi’s Little Italy, patrocinata dal sindaco della città.Penserete a un uomo di successo, perfettamente integrato nella società a stelle e strisce, con un inglese fluente e un’immagine da grande chef. Bastano invece poche parole a farvi pensare tricolore. Dietro quei baffoni d’altri tempi, Luigi rimane un brindisino vero, legato alle sue origini. “Benvenuti nella mia piccola Italia, dove tutto ciò che è italiano resta italiano” dice ai suoi clienti.La trattoria Denunzio’s si trova sottoterra, proprio come i posti di un tempo. Un posto rustico, intimo e accogliente, facente parte di un edificio costruito nel 1890. È un tocco di tradizione nella città della pioggia, un riparo per i palati ge-nuini. La propria casa lontano da casa, per alcuni. Cucina autentica, onesta e schietta, proprio come l’attitudine di Luigi, le cui ricette sono state racchiuse in un libro (Little Italy Cooks). Un’arte, quella culinaria, che Luigi ama anche inse-gnare dal vivo. Cooking classes il nome della sua iniziativa. Lo chef dai grandi moustaches illustra, passo per passo, nella sua tipica cadenza italiana, un menu completo che poi serve ai suoi ospiti. Quattro portate per 50 dollari, conoscen-za e vino della casa inclusi. Dall’antipasto, che prevede fagioli con scalogno, funghi porcini e mascarpone, al dessert rappresentato da fragole con salsa di cioccolato e panna montata all’aroma di espresso, passando per le orecchiette al radicchio, salsiccia, champagne e curry e per la costoletta di maiale con salsa di rucola e capperi. E questo è solo un esempio di menu. Un successo genuino, quello di Luigi, proprio come la sua propensione alla vita.

sEaTTlE liTTlE iTalYLUIGI DE NUNZIO. DA BRINDISI AGLI USA

Francesco Marchionna

Tornate indietro al porto di Brindisi, tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Immaginate padre e figlio che si recano quotidianamente al mercato. Un amore per il cibo e per la tradizione che diventa una lezione giornaliera. Al posto dei banchi di scuola, quelli del pesce, della carne, della verdura, della frutta e dei latticini. Cultura e tradizione tratteggiate da odori e sapori. Interi pomeriggi trascorsi sul molo con i pescatori, oppure correndo dietro le turiste che affollano il porto, con la scusa di perfezionare l’inglese. Un tipo particolare Luigi. Una testa calda per alcuni, un inguaribile sognatore per altri. Un giramondo nella realtà.

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Luigi De Nunzio Cooking Class

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san Pietro vernoticoil paese di mezzo

Nel prossimo numero"Francavilla Fontana"

scriveteci: [email protected]

A 36 metri sul livello del mare, al limite di confine tra la provincia di Brindisi e quella di Lecce, San Pietro Vernotico occupa una posizione centrale nel-la penisola salentina. Le origini risalgono al periodo storico precedente ai Normanni, agli Ottoni di Germania e alle invasioni dei Saraceni nel Salento. I primi insediamenti si hanno intorno all’attuale chiesa di San Pietro Aposto-lo dove, racconta la tradizione, si sarebbero rifugiati i superstiti fuggiti da Valesio, importante centro messapico, rasa al suolo poco prima del 1157 da Guglielmo I d’Alavilla re di Sicilia. Nell’epoca normanno-sveva il paese viene per la prima volta nominato in documenti ufficiali. Nel 1196, San Pietro è tra i feudi che l’imperatrice Costanza d’Altavilla conferma al Vescovo di Lecce, fra le donazioni già fatte da precedenti conti normanni (Accardo e Tancredi). Da quel momento in poi, sino alla caduta del Regno di Napoli, sarà feudo del Vescovato di Lecce e in particolare della Mensa Vescovile del capoluo-go. L’origine del termine “vernotico”, attestato già dal ‘500, sembra invece derivare dal latino ‘vernaculum’ e va inteso come “del luogo”, a significare che la generale venerazione del santo in quel luogo aveva una partecipazio-ne speciale (meno probabile che derivi da vernalis ‘primaverile’ com’è stato supposto). Molte sono le tradizioni legate alla città, tradizioni secolari anco-ra oggi conservate. Tra le più importanti la ‘Festa dell’asta della Bandiera’ in ricordo dell’invasione dei turchi (1480). “I Sampietrani - si racconta - avvistò dall’alto della Torre Quadrata l’arrivo dei turchi dal mare e si organizzaro-no per la difesa poiché orgogliosi del loro territorio non volevano che ve-nisse saccheggiato come era stato per altri paesi del Salento in particolare Otranto. Fu così che i turchi furono sconfitti dai Sanpietrani e lasciarono sul campo di battaglia la loro bandiera. Il vessillo raccolto fu deposto ai piedi del Santo Patrono (San Pietro Apostolo)”. Da allora, in ricordo dell’episodio, ogni pomeriggio della domenica successiva a quella di Pasqua i Sampietrini si ritrovano in piazza per festeggiare. All’‘Asta della Bandierra’ partecipano tutti i rioni o singoli cittadini offrendo una cifra. La processione parte dal Sagrato della Chiesa Matrice per poi concludersi sul piazzale della Chiesa di San Pietro Apostolo, mentre la bandiera viene sventolata per il Centro del paese. Tradizione vuole che il vincitore dell’Asta goda di rispetto e di riveren-za da parte dei concittadini per tutto il periodo in cui custodisce il vessillo storico dell’Impero ottomano. Paese di combattenti San Pietro Vernotico, ma anche all’avanguardia per senso civico. Alcuni documenti del XII secolo che trattano la nascita delle prime Universitas Salentine, intese come le pri-me civiche amministrazioni, con sindaco, uditori, parlamento e capitano, in grado di organizzare i cittadini che abitavano e vivevano insieme, attestano la nascita de “L’Universitas Sancti Petri Vernotici” intorno al 1300. Il paese conservò il titolo di Università fino al 1811. Nel 1808, infatti, in applicazione delle Leggi Napoleoniche, Gioacchino Murat istituì l’anagrafe dei Comuni a partire del primo gennaio dell’anno successivo. Nel 1812 San Pietro Verno-tico divenne Comune dell’antica provincia di Terra d’Otranto e poi di Lecce. Nel 1928, con l’istituzione della provincia di Brindisi, il comune ne entrò a far parte.

Terra di Brindisi

Ogni settimana l'inserto centrale conterrà un approfondimento sulla Terra di Brindisi per scoprire

e riscoprire una terra ricca di fascino e storie da raccontare

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In viaggio nella Terra di Brindisi

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Speciale SAN PIETRO VERNOTICO

Uno tra i maggior autori e interpreti europei, per tutti il pa-dre dei cantautori italiani. Parliamo di Domenico Modugno, nato il 9 gennaio del 1928 a Polignano a Mare, in provincia di Bari, paese che dipinge nella mente un insieme di case

bianche a picco su un mare blu. Nel 1934 però, i coniugi Modugno lasciano questa immagine per trasferirsi a Sud, in provincia di Brindisi. Il padre di Domenico Modu-gno, Cosimo, era il comandante del Corpo delle Guardie Municipali di San Pietro Vernotico. Fu lui ad avvicinare il piccolo Mimmo alla chitarra e alla fisarmonica, trasmettendogli la sua intensa passione per la musica. Il piccolo Mimmo inizia a vivere il paese a soli sei anni, finché, tra scelte non condivise e voglia di realizzazione artistica, lascia la propria casa e, a 19 anni, raggiunge Torino. Nella città più a nord d’Italia, Mimmo lavora come gommista in una fabbrica. Da qui fa poi ritorno al paese per svolgere il servizio militare. In questo periodo di tempo, Mimì, come alcuni lo chiamavano, inizia a esibirsi come suonatore di fisarmonica nei festini di paese, improv-visando serenate alle giovani ragazze con il suo gruppo storico di amici, conquistandosi la fama di fimminaru sciupafemmine per via del suo aspetto fisico e delle sue straordinarie doti artistiche. Terminato il servizio di leva, Mimmo parte alla volta di Roma, in quegli anni anche capitale dello spettacolo. Pur di ‘stare nel giro’, si barcamena tra i mestieri più utili. Una volta ammesso con borsa di studio, quale migliore allievo di recitazione, al Centro Sperimenta-le di Cinematografia di Roma, Domenico Modugno non si fermerà più, spiegando le ali di quel successo che tutti noi conosciamo. Ma a San Pietro Vernotico, tutti ricordano il piccolo Mimmo. A lui è dedicato infatti un piazzale, per rendere omaggio a un caro concittadino. Fortemente voluto dall’amico di infanzia di Mimmo, Salvatore Negro, piazzale Domenico Modugno venne inaugurato nel 1996 e, ancora oggi, rappresenta un punto nevralgico della vita sampietrana, punto di ritrovo dei giovani della zona, ma anche di famiglie e anziani che nelle giornate più belle amano rilassarsi su

una panchina all’ombra di un albero, magari fischiettando qualche motivo del cantautore, immaginandolo da piccolo mentre scorraz-za tra quelle strade. Le origini pugliesi sono sempre state difese da Modugno, special-mente quando molti lo davano come ‘siciliano’. In un’intervista del 1992, due anni prima della morte, confessava “La Puglia, in parti-colare, è la mia vita perché sono nato lì, vissuto lì e il mio cuore sta lì. E devo dire che l’80% dell’ispirazione artistica, se così si può dire, e di tutto quello che ho fatto, nasce in Puglia. Anche se molti hanno detto che io sia siciliano. Non è vero. Le mie canzoni erano in dialetto pugliese, di San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi, un dialetto che per alcuni versi somiglia molto al siciliano. Non c’è bisogno che dica quanto io ami la Puglia intera e i pugliesi. È la mia vita e il mio sangue”.

domEniCo modUgnoL’INFANZIA SANPIETRANA DI “MIMÌ”

Domenico Modugno

Domenico Modugno a San Pietro Vernotico dopo il successo di "Volare"

Francesco Marchionna

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La tOrrE barONaLE Nel centro abitato si ammira la Torre Baronale, la più antica testimonianza monumentale oggi esistente nel paese. A base quadrata, con merlature e caditoie, si sviluppa su due piani e presenta pregevoli ed elaborate volte a padiglione e a crociera Alcune tesi indicano la sua nascita già nel periodo nor-manno quando, nell’XI secolo, in segno della loro dominazione, edificarono un Castello Baronale (inteso come una costruzione intorno ad una torre), come necessità di avere un alto edificio con funzioni di avvistamento e di difesa dalle sempre temute invasioni saracene, al pari di altre simili strutture vicine alla costa. Altre tesi, invece, fanno risalire la costruzione della Torre direttamente al 1380 dal Vescovo feudatario.

ChiESa MadrEDedicata a Santa Maria Assunta, occupa la zona centrale del paese, la sua co-struzione originaria risale ai primi decenni del XV secolo. Si può affermare con certezza che sia stata costruita alcuni decenni dopo l’erezione o il possesso della Torre da parte del Vescovo, nel 1400. Nel 600 venne ingrandita con la navata centrale e 11 altari e nell’800, una volta vietata la sepoltura dei fedeli intorno alle chiese, vennero costruite le due navate laterali.

ChiESa di SaN PiEtrO aPOStOLO Per la Soprintendenza alle Antichità e Belle Arti, monumento “riveste impor-tante interesse storico-artistico, notevole esempio di architettura seicentesca, riedificata su un precedente edificio medievale”. Da un documento del 1133, che notifica la volontà del Conte di Lecce, Accardo, di donare al Vescovo pro-tempore di Lecce la Chiesa del Beato Pietro Apostolo, si deduce che la Chiesa risale intorno all’anno mille, quando i Padri Basilei, d’accordo con i Valesiani e i Mandriani, costruirono nella borgata di Venocio una piccola chiesetta de-dicata all’Apostolo Pietro perché, secondo la leggenda narrata dai mandria-ni, il Santo avrebbe pernottato d’inverno nel paese. Tracce della precedente costruzione di semplice impianto quadrangolare con volta a vela, si colgono nell’antico locale oggi adibito a sagrestia.

ChiESa di SaN GiUSEPPE Si trova per la prima volta elencata tra le Cappelle di San Pietro Vernotico nel verbale di visita di Monsignore Michele Pignatelli del 1688. Vi si affermava che detta Cappella fu eretta con le elemosine dei fedeli e specialmente per interes-samento e l’opera di Don Giovanni Pennetta. Pare sia stato il risultato concreto del lavoro assiduo dei Padri della Compagnia di Gesù (Gesuiti), da tempo or-mai dediti a predicare alla popolazione sampietrana. Nella Chiesa è dedicato un altare alla “Madonna della Fontana” (olio su tela di Cosimo Miccoli, 1843). Interessanti sono i riferimenti concernenti il culto in Francavilla Fontana per la Madonna della Fontana che risalgono al principe di Taranto Filippo d’Angiò, fratello del re di Napoli (1309 - 1343), e che spiegano la nascita e l’origine di tanti Casali in Puglia.

MONUMENtO a ENriCO tOtiFortemente voluto dall’Associazione Nazionale dei Bersaglieri Italiani di San Pietro Vernotico, è stato inaugurato nel luglio 2008 in ricordo perenne di que-sto eroe di guerra. Al bersagliere romano, privo tra l’altro dell’arto inferiore sinistro, il 27 agosto del 1916, fu concessa a sua memoria la Medaglia d’Oro al Valor Militare.

tramazzone, Cantamessa, Guarini, Maime si tratta di un popolamento bo-schivo di circa 44 ettari che costeggia l’alveo del canale di bonifica più impor-tante della zona: il Siedi. La vegetazione presente, molto variegata, è di rilevan-te interesse naturalistico. Lo strato arboreo è costituito in prevalenza da leccio con notevoli esemplari di roverella, quercia Dalechampii e quercia Virgiliana; nelle zone umide è presente l’olmo campestre. Lo strato arbustivo è costituito in prevalenza da specie della macchia mediterranea come mirto, lentisco filirrea e alaterno. Nelle zone umide, prevalgono il prugnolo, il biancospino e il ligustro.

Canale Siedi, Cimalu, Li Foggi, l’agro di S. Pietro Vernotico presenta una fisio-nomia condizionata dalla presenza di canali di bonifica in direzione ovest-est, grazie ai quali si convogliano le acque interne verso il mare. Il più importante di questi canali è il Siedi. Sulla riva destra del canale (versante sud) prosperano boschi quercini e macchia mediterranea. Nelle zone più prossime al canale i canneti di Pragmites australis, giaggioli d’acqua ed equiseti. Tra le specie orni-tiche vi sono le poiane, le upupe, gli aironi cenerini; nell’acqua le rane, i girini, i molluschi d’acqua dolce. Di minore interesse naturalistico sono i canali Cimalu e Foggia.

CaMPaGNa Passeggiata in bici attraverso la campagna. Attraverso stradine e viottoli campestri ci si inoltra nella tipica campagna sampietrana ricca di ulivi e viti. Non è raro inoltre imbattersi in caratteristiche opere murarie come i muretti a secco, masserie, le edicole sacre che rendono il paesaggio ancora più va-rio e interessante. Le edicole sacre, molto spesso si trovano agli incroci degli antichi “limites” romani che venivano assegnati agli appezzamenti di terreno.

MarEItinerario lungo la costa e i canali. Anche il mare offre motivi per ideare un itinerario che in parte potrebbe svolgersi nei fondali marini e sulle spiagge dove si possono ricercare conchiglie, madrepore,ciottolo ben levigati. Infine si potrebbe praticare il bird-watching, soprattutto nelle zone in cui sono pre-senti specchi d’acqua, ritrovo di numerosi uccelli migratori, di rettili di anfibi.

luOgHi SigniFicativi

riSOrSe naturali

itinerari

Consigliere romano, tutti sul territorio le ribadiscono impegno e attenzione verso i problemi della fascia SUd di brindisi e non solo. è soddisfatto?Ringrazio per le attestazioni di stima che ven-gono anche da avversari politici. Mi ripaga dalle amarezze del fuoco amico; ma, come sostenevano i latini “nemo propheta in patria”.i risultati più importanti che è riuscito a portare a casa?Tutti legati alla difesa dell'ambiente, della costa a SUD di Brindisi, delle emissioni in at-mosfera, dell'impiego del CDR come combu-stibile da impiegare per l'alimentazione della Centrale Federico II. Questi risultati, mi piace

ricordarlo, li ho ottenuti non sempre con il favore iniziale del centro - sinistra regionale. Spesso è stato necessario bussare, come si suole dire, con i piedi.La crisi stringe, i livelli occupazionali si contraggono, il SUd è in piena recessione; e i Comuni a SUd di brindisi?Scontano una debolezza produttiva strutturale ed una contrapposizio-ne territoriale anacronistica. I Comuni, alla luce dei tagli cui vanno in-contro, sono obbligati a stare insieme, a difendersi insieme, a produrre economie di scala che mantengano il livello e la qualità dei servizi, e che puntino nel contempo a riprodurre risparmi per i cittadini. Sono maturi i tempi per rilanciare ciò che produssi, da Sindaco, 10 anni fa e cioè la Unione dei Comuni della fascia SUD di Brindisi. Questo per mettere insieme servizi e uffici amministrativi, dalle ragionerie, agli uf-fici tecnici, agli economati e per gestire insieme mense, sostegno alla povertà, rifiuti. Oggi si deve fare ciò.basta questo per rilanciare l'economia?Assolutamente no, bisogna insieme progettare la tutela e la salvaguar-dia della costa perché la erosione ha raggiunto livelli preoccupanti. Rendere la costa una opportunità per tante iniziative legate al turismo. Disporre in tempi rapidi di un piano generale della costa vuol dire pro-muovere attività produttiva con gli stabilimenti balneari con le fabbri-che del tempo libero, dello sport, dello spettacolo.tanti giovani lo fanno sulle spiagge del centro-nord, perchè non offrire loro un'opportunità in casa loro?La seconda opportunità è data dal regolamento per la grande distribu-zione pugliese che stiamo per esaminare nella mia commissione regio-nale. La fascia SUD ed i paesi che si affacciano sulla arteria viaria BA - LE, possono ospitare una struttura NO FOOD di cui è carente la Provincia di Brindisi. Candidare ora il territorio è una grande opportunità politica che va colta.La terza opportunità è data dal sostegno concreto che occorre dare all'agricoltura. Vedete, il settore è molto cambiato; abbiamo un buon livello di vinificazione e di imbottigliamento oleario. Vedo anche in crescita il settore orticolo. Lasciarli alla intrapresa spontanea è un altro errore che la politica potrebbe commettere ora.Errore che questa volta potrebbe rivelarsi fatale.

Giuseppe Romano

i comuni a sud di brindisi

Speciale SAN PIETRO VERNOTICO

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venerdì 13 gennaio BrindisiLa BisBeTiCa doMaTadi William Shakespeare. Pragma/Teatro Stabile dell’Aquila, con Vanessa Gravina e Edoardo Siravo, regia di Armando Pugliese.La bisbetica domata è una festa di trame incrociate, scambi d’identità, manipolazioni linguistiche. In una Padova reinventata dall’autore viene descritta la vigorosa conquista dell’irrequieta Caterina da parte del caparbio Petruccio, avventuriero veronese, che sposa e soggioga l’intrattabile Caterina di Padova, attirato soprattutto dalla sua dote. Non tutti sanno però che il testo shakespeariano è contenuto in una cornice che rende i due protagonisti personaggi di una rappresentazione teatrale cui altri personaggi assistono in scena. Una commedia nella commedia, insomma, preceduta da un prologo in cui un calderaio ubriaco, Cristoforo Sly, viene raccolto da un signore reduce da una partita di caccia, davanti a un osteria in aperta campagna. Condotto al castello, Sly viene trattato al suo risveglio come fosse un gentiluomo che, dopo lungo tempo, ha ripreso l’uso della ragione. Così viene invitato ad assistere a La bisbetica domata. Armando Pugliese individua tre mondi nell’universo della commedia. Nel prologo e nell’epilogo si ritrova quello tardo-cinquecentesco della taverna, che il regista racconta con realismo quasi caravaggesco. Mentre il mondo della rappresentazione ha i colori e i toni dei nostri anni Sessanta. Nuovo Teatro Verdi, ore 20.30.

venerdì 13 gennaio FasanoCerCasi TenoreIn scena Gianfranco Jannuzzo, protagonista in “Cercasi Tenore”, brillante commedia in cui i continui colpi di scena e le situazioni comiche sono la base di uno dei più importanti successi di Broadway. Siamo negli anni ‘30, la vicenda ruota attorno a Tommaso aspirante ed incerto cantante lirico che in qualità di assistente affianca un direttore senza scrupoli di teatro d’opera di provincia. Grandi fermenti agitano gli animi dei protagonisti per l’arrivo di un tenore spagnolo di rara bravura, tanto da essere soprannominato ‘il magnifico’, che interpreterà Otello. Cosa accade però quando a poche ore dallo spettacolo il grande artista soccombe ad un potente mix di alcol e sedativi? Teatro Kennedy, ore 20.30.

venerdì 13 gennaio Brindisia PeLLe nUdaTrent’anni in versi. Si intitola “A pelle nuda” il nuovo libro di poesie di Giovanna Tramonte. La presentazione, alla presenza dell’autrice, avverrà venerdì alle 18.30, presso la Sala Associazione Culturale “Sviluppo e Lavoro” (via Lata,12-14). L’incontro sarà introdotto da Marialba Guadalupi. La presentazione del volume di poesie sarà anche l’occasione per esporre immagini di altri dodici autori “che hanno scritto con la luce delle loro suggestioni”. Ingresso libero.

26 freebrindisi.it6 gennaio 2012

in primo pianoLUnedì 16 gennaioroy PaCi, Per La MagiCa noTTe de La FòCara.

Nel Salento, ogni inizio anno, si rinnova una suggestiva tradizione popolare che si consuma attorno a un falò di 25 metri di altezza e 20 metri di diametro costruito ed acceso a Novoli (Lecce). Realizzato con circa 80mila fascine di tralci di vite secchi provenienti dai feudi del Parco del Negroamaro sapientemente legate e posate con tecniche tramandate gelosamente di padre in figlio, la “Fòcara” tornerà a bruciare il prossimo 16 gennaio in occasione delle celebrazioni della festa di Sant’Antonio Abate, patrono della città. Una tradizione secolare che vede una lunga preparazione: dall’8 dicembre, a Novoli, inizia la costruzione del grandissimo falò che si chiude con la sua accensione la vigilia della festa del Patrono. La mattina del 16 gennaio si compie il rito antichissimo della bardatura che vede una catena umana issare sulla cima del falò l’immagine di Sant’Antonio. Nel primo pomeriggio della stessa giornata si celebra la benedizione degli animali e appena scende la sera un avvolgente fuoco pirotecnico accompagnato da musica, innesca l’accensione della “Fòcara”. Mentre il fuoco brucia ininterrottamente, anche per più giorni, intorno alla Fòcara si balla e si degustano specialità tipiche ai ritmi di un concerto che anima la piazza. Come ogni anno, saranno tanti gli eventi che renderanno questo appuntamento davvero imperdibile. Sarà il rock festaiolo di Roy Paci e la sua energia a entusiasmare il pubblico in uno spettacolo unico pensato solo per questa grande festa che si avvale di nuovi e importanti testimonial, l’artista Mimmo Paladino che per l’edizione 2012 ha realizzato il “manifesto d’autore”, il designer Antonio Romano che ha realizzato il logo della Fondazione Fòcara di Novoli e Mario Cresci Premio Fòcara Fotografia 2012.Promossa da Regione Puglia, Provincia di Lecce e Comune di Novoli in collaborazione con numerosi partner pubblico-privati, “La Fòcara” è stata inserita tra i beni della cultura immateriale della Regione Puglia e partecipa alla catalogazione Ministeriale per il riconoscimento dell’Unesco quale Patrimonio Intangibile dell’Umanità, da valorizzare e tutelare. Per la promozione di questo patrimonio della tradizione popolare novolese è nata la Fondazione Fòcara di Novoli con gli obiettivi di tutelare, conservare e tramandare nei valori e nei significati più profondi lo spirito della festa diventata negli anni occasione di incontro tra culture e religioni diverse che si riuniscono idealmente intorno al “fuoco buono di Puglia, messaggero di pace nel mondo”, diventato un simbolo universale di pace e di solidarietà nell’area mediterranea. UFFICIO CULTURA COMUNE DI NOVOLI

appuntamenti

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venerdì 13 gennaio BrindisiWHiTe QUeen LiveAl Gruit Pub la famosa cover band dei Queen. Via Carmine, 120. Ore 22.00.

venerdì 13 gennaio BrindisiCaFFeLLaTaRock ‘N’ Coffee : PANIC! presenta: INDIEPENDENT DAY. Via Lata, 23. Dalle 18.30.

saBaTo 14 gennaio osTUni roBerTo gaTTo QUarTeTIl debutto professionale di questo eccezionale artista risale al 1975 con il Trio di Roma (Danilo Rea, Enzo Pietropaoli). Ha suonato in tutta Europa e nel resto del mondo con i suoi gruppi e artisti internazionali. Le formazioni a suo nome sono caratterizzate, oltre che da un interessante ricerca timbrica e un impeccabile tecnica esecutiva, da un grande calore tipico della cultura mediterranea. Questo fa sicuramente di Roberto Gatto uno dei più interessanti batteristi e compositori in Europa e nel mondo. Masseria Cantone, strada prov.le Ostuni-Martina Franca. Inizio concerto ore 22.30. Ingresso a pagamento. Cena e concerto euro 35 a persona escluso bevande. Drink e concerto euro 15 a persona. Consigliata la prenotazione 080 4446902 - 335 6775736.

doMeniCa 15 gennaio CegLie MessaPiCaiL PosTo deLLe FavoLe Per la rassegna di teatro per bambini e famiglie in scena “Pierino e il Loop” giri di parole e giri di note, Armamaxa teatro e Casarmonica. Teatro Comunale, ore 17.30.

venerdì 20 gennaio FasanonienTe ProgeTTi Per iL FUTUrodi Francesco Brandi; scene e costumi di Nicolas Bovey; musiche Cesare Picco regia di Francesco Brandi, con Giobbe Covatta, Enzo Iacchetti. Un gioco teatrale surreale, una parabola contemporanea, che racconta coi toni della leggerezza e del paradosso una società in crisi, dove i valori dell’Uomo appaiono lisi e sfilacciati sullo sfondo di un progressivo impoverimento spirituale. Lo spettacolo è l’incontro di un semplice garagista con un Vip della televisione, colto e intelligente ma egocentrico oltre ogni limite. Fasano, Teatro Kennedy, ore 20.30.

27freebrindisi.it13 gennaio 2012

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28 freebrindisi.it13 gennaio 2012

UNA BAND CON I BAFFImoUsTaChE praWn

Band giovane e dinamica, d'ispirazione rigorosamente britannica, dotata di voglia di emergere e tanta passione: sono queste le caratteristiche e i punti di forza dei Moustache Prawn, gruppo brindisino formato da Leonardo Ostuni,

Ronny Gigante e Giancarlo Latartara.Il loro MySpace (www.myspace.com/moustacheprawn), ricco di foto e brani, ci descrive in parte ciò che sono e dove vogliono arrivare... Cerchiamo di conoscerli meglio.Quando nasce l'idea di formare il gruppo e quindi di realizzare questo progetto?“Il progetto nasce nell'estate del 2008 (Leo e Giancarlo trovano per caso Ronny che dalla chitarra si è adattato al basso per entrare in formazione ndr). Abbiamo iniziato come cover band e abbiamo suonato più che altro in manifestazioni studentesche e circoli ARCI, poi abbiamo capito che potevamo fare qualcosa di più. Così abbiamo cominciato a registrare dei brani nostri, nello stanzino dove proviamo, con apparecchiature di scarsa qualità. Lì abbiamo deciso di modificare il nostro nome”.Come mai Moustache Prawn?“Fondamentalmente, il nome è nato per caso trovando un filo di rame per terra che somigliava vagamente a un baffo di gambero e traducendolo in inglese ci sembrava il nome che suonasse meglio tra quelli che avevamo già provato (Skratz, Decob, ecc...). Poi i baffi ci piacciono molto, sono la parte di peluria più affascinante dell'essere umano. I gamberi poi sono animali simpatici”.a che pubblico vi rivolgete e che tipo di musica suonate? “Il nostro è un indie-rock d'ispirazione britannica. Cerchiamo di variare tra brani più pop e orecchiabili a sonorità più elettriche e che ti facciano perlomeno muovere il piede. Credo che non ci sia un pubblico particolare a cui ci rivolgiamo, perché per l'appunto il nostro è un genere molto vario dove puoi trovare la canzoncina più pop che ascolterebbero anche le nostre mamme al brano più d'impatto adatto magari a un pubblico più giovane”.State riscontrando davvero molto successo anche fuori dai confini territoriali. Secondo voi, qual è il segreto per riuscire a emergere?“Beh, è fondamentale innanzitutto sapersi muovere sulla rete perché ormai il mercato musicale italiano si basa soprattutto su quanto sei

bravo a pubblicizzarti e crearti una buona immagine all'interno di blog, webzine e Facebook che è diventato lo strumento numero uno della promozione nel web. È fondamentale comunque avere materiale artistico di un certo spessore, perché altrimenti puoi essere bravo quanto vuoi a far pubblicità, ma se il prodotto non piace non vai da nessuna parte”. Qual è il vostro ultimo lavoro?“In cantiere abbiamo un album di 11 brani registrato presso il Bunker Studio di Melendugno che è stato in anteprima su Rockit.it come disco della settimana, ma la cui uscita ufficiale è prevista per Febbraio-Marzo”.i vostri prossimi impegni cosa prevedono?“Stiamo girando il primo videoclip ufficiale che uscirà poco prima l'uscita e la presentazione ufficiale del disco. Si prevede inoltre una lunga serie di live anche fuori dalla regione, abbiamo intenzione di farci conoscere il più possibile”.

in evidenza

Da sinistra: Leonardo Ostuni, Ronny Gigante e Giancarlo Latartara

Daniela De Stradis

Page 29: Free Brindisi n.10 del 13.01.2012

CREATIVITà ELETTRONICA IN SPAZI PERFORMATIVI

29freebrindisi.it13 gennaio 2012

in evidenza Michelangelo Prudentino

FEnomEno VJing

Sulla soglia tra video arte, videoclip, grafica multimediale e intrattenimento visivo, il vjing appartiene al mondo notturno della musica elettronica alternativa e sperimentale. È una performance audio-visiva che consiste nel mixaggio e nella

manipolazione live di immagini provenienti da fonti diverse. Il vjing è una nuova modalità performativa che assembla dal vivo frammenti visivi e campionamenti grafici, ritmandoli in una composizione proiettata su uno o più schermi con la musica mixata da un dj. Il vjing nasce nei primi anni ‘90 quando, con la diffusione del fenomeno dei rave party, la scena delle arti visuali trova facilmente un suo luogo applicativo. I primi rave trovano vita nelle fabbriche abbandonate delle metropoli statunitensi, e più precisamente nelle fabbriche di Detroit, per poi espandersi in Gran Bretagna e nel resto dell’Europa. La prima performance di vjing si è svolta a New York, al club Hurrah, grazie ad una intuizione di Merril Aldighieri, che ebbe l’idea di integrare le immagini di una sua produzione video con la musica.   Fu amore a prima vista, un’innovazione che non ha più abbandonato il mondo del clubbing. Con il vjing nasce, in analogia con il concetto di ritornello musicale, il loop: ripetizione continua di una sequenza di immagini, con il compito di indagare e stimolare la mente.  Il loop diventa modulo fondamentale delle proiezioni visive quando dai rave-party in chiave trance, con atmosfere psichedeliche e molto eccentriche, si passa ad uno stadio minimale in cui la tecno-music trova la sua perfetta ambientazione. Alla base del vjing è il concetto di performance live, concetto che proviene dall’ambito musicale e che indica qualcosa che avviene dal vivo, di fronte a un pubblico, come in un concerto. In particolare, il vjing è un modo di fare video che se da un lato utilizza strumenti altamente tecnologici, dall’altro si serve e valorizza un mezzo di comunicazione diffuso e accessibile come Internet. La bravura del vj sta proprio nell’individuare nella rete una serie di immagini in maniera intuitiva, per poi modificarle, mixarle, animarle, in modo da renderle fortemente comunicative, in grado di trasmettere emozioni e sensazioni forti. Si tratta, in sostanza,

della capacità di scegliere una possibilità in mezzo a milioni di possibilità espressive, e di renderla unica attraverso una tecnica studiata profondamente. La  scelta delle immagini da proiettare, il modo stesso di proiezione e il mixaggio live sono dunque la parte più importante e versatile nel lavoro del vj, perché presuppongono una riflessione competente e sensibile sul messaggio che si vuole trasmettere e sul linguaggio da utilizzare per farlo. Trasmettere un messaggio, suscitare delle sensazioni è la natura stessa del video, della video art, del vjing. È proprio in un live set che il vj esprime, attraverso i mmagini, in sincrono con la musica, una riflessione, creando squarci percettivi, associazioni visive, intuizioni sinestetiche. Sono le immagini a creare una sorta di “visione”, un momento in cui occhio e mente si avvicinano a tal punto da permettere un’intuizione simultanea, una rapida comprensione.

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Page 30: Free Brindisi n.10 del 13.01.2012

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Page 31: Free Brindisi n.10 del 13.01.2012

Il diario politico del 2011 raccontato dal più corrosivo e implacabile tra i giornalisti italiani. Direttamente dal blog di Beppe Grillo, tutti gli interventi di Marco Travaglio a Passaparola sono stati raccolti in un dvd e in un libro che contestualizza i temi trattati. Ruby e i festini di Arcore; P2, P3 e P4; Berlusconi e i processi; i referendum e il crollo dei partiti; le elezioni regionali e la sconfitta del Pdl; lodi e leggi ad personam…tutto quello che dovevate sapere, che nessuno ha raccontato e in molti hanno nascosto, sciolinato senza filtri in un diario corrosivo ed esilarante. Una miscela unica di fatti e personaggi per conoscere e ricordare la farsa italiana di questo 2011. Ogni ‘intervento’ di Travaglio è una ricostruzione minuziosa dei fatti e un atto d’accusa contro il potere che pensa solo a se stesso, mai ai cittadini e ancora meno al bene comune.

CinEma

librosilEnZio si rUbaDI MARCO TRAVAGLIO

mUsiCaamErigo VErardi E marCo anConaAmerigo Verardi (voce e chitarra) e Marco Ancona (voce e chitarra), sono tra gli artisti salentini più noti sulla scena underground. Il progetto, che li vede per la prima volta collaborare in studio di registrazione, nasce nel 2008. Al primo concerto segue il singolo “Mano nella mano” incluso nell’album/compilation degli Afterhours “Il paese è reale” (Febbraio 2009). Per il duo è l’inizio dell’ascesa in campo musicale. Un lungo tour li vedrà toccare varie città italiane. Ovunque plausi e consensi. In estate si rinsalda il sodalizio con gli Afterhours. I due cantanti prendono parte come opening-act ad alcune tappe del tour della band milanese “Voglio far qualcosa che serva 2009”. Sul palco solo loro due, con le loro chitarre, cantato dell’amore, della vita precaria della nostra società. E il live porta nuove conferme. Il singolo “Mano nella mano” verrà inserito nei ive-set di Manuel Agnelli ‘innamoratosene’ al primo ascolto. A Ottobre il duo riparte per promuovere il primo album dal titolo “Bootleg - Oliando la macchina Live Tour 2009”, una sorta di souvenir del lungo tour d’esordio che si aggiudica, nel 2010, il P.I.M.I. Premio Italiano Musica Indipendente. Nel Gennaio del 2011 il loro brano “Un’onda non frena” entra nella classifica “Indie Top 50 - 2010” indetta da Meiweb posizionandosi al quarto posto. Il duo nel frattempo porta a termine le registrazioni di “Il Diavolo sta nei Dettagli” (Lobello Records/Goodfellas), primo album in studio, pubblicato a Dicembre.

31freebrindisi.it13 gennaio 2012

CommEdia ComiCo drammaTiCo drammaTiCoShaMEBrandon ha un problema di dipendenza dal sesso che gli impedisce di condurre una relazione sentimentale sana e lo imprigiona in una spirale di varie altre dipendenze. Nulla traspare all’esterno: Brandon ha un appartamento elegante, un buon lavoro, è un uomo affascinante che non ha difficoltà a piacere alle donne. Nel suo intimo, però, è un inferno di pulsioni compulsive. Va ancora peggio alla sorella Sissy, bella e sexy, ma più giovane e fragile, la quale passa da una dipendenza affettiva a un’altra ed è sempre più incapace di badare a se stessa o di controllarsi.

SUCChiaMiParodia di Twilight. Dopo 3 film e 5 anni di bacetti al chiaro di luna, Edward e Bella si danno alla pazza gioia spaccando spalliere dei letti in luna di miele. Jacob smette di gridare “Al Lupo, Al Lupo” e amareggiato e depresso abbandona anni di palestra per buttarsi sui carboidrati. Tutto sembra finito, ma dei valori del sangue sballati regaleranno nuove sorprese al triangolo amoroso più tormentato della storia.

La ChiaVE di SaraJulia Jarmond, giornalista americana che vive in Francia da 20 anni, indaga sul doloroso episodio del rastrellamento nazista del Vel d'Hiv a Parigi. Il soggetto di un possibile articolo giornalistico diventa per Julia qualcosa di più personale, fino a svelare un mistero familiare.

L'iNdUStriaLEProprietario di una fabbrica ad un passo dal fallimento, l'ingegnere quarantenne Nicola Ranieri non può più ottenere prestiti bancari per tamponare la situazione. Se la procedura di una salvifica join venture con una compagnia tedesca è sempre più incerta, per caparbietà e orgoglio rifiuta anche quell'aiuto economico della ricca suocera che potrebbe salvarlo. Mentre gli operai dimostrano comprensibile preoccupazione per il loro futuro, la moglie Laura appare sempre più distante. L'industriale comincia così a nutrire dubbi sulla fedeltà della consorte e si mette a pedinare ogni sua mossa.

in evidenza

BRINDISIandromeda maXiCinemaVia Bozzano, 1 - Tel. 0831 [email protected]

OSTUNICinema romaVia Tanzarella Vitale, 37 - Tel. 0831 336033

ORIAmUltisala salernoVia A. Manzoni, 1 - Tel. 0831 840214

FRANCAVILLA FONTANACinema italiaVia S. Cesarea, 16 - Tel. 0831 812373

SAN PIETRO VERNOTICOCinema massimoVia Brindisi, 128 - Tel. 0831 652154

CAROVIGNOCineBlUCorso Umberto i - Tel. 0831 996302

FASANOCinema KennedYVia Pepe, 23 - Tel. 080 4413150

arGENtiNa-93 MiNUtiAl Festival del Film di Roma 2011, ‘Un Cuento Chino’ (Un racconto cinese) ha sbaragliato la concorrenza aggiudicandosi il Marco Aurelio d’oro e il Premio del Pubblico. Il film del regista Sebastián Borensztein è una parabola delicata e a tratti surreale che pone al centro della narrazione due esistenze accomunate da un passato tragico e che troveranno, nella loro diversità, la forza per uscire dallo stallo esistenziale in cui sono precipitati. ‘Un Cuento Chino’ sceglie la chiave del paradosso, dei tratti surreali e grotteschi per spiegare gli schemi rigidi di xenofobia e solitudine ai quali un uomo, e forse un’intera civiltà, hanno piegato il capo. Valore aggiunto alla felice commistione di comico e tragico, è sicuramente la presenza di Roberto (Ricardo Alberto Darín) un protagonista magnetico nel suo essere refrattario alla vita, capace di elevare l’assurdo scherzo del destino in un racconto allegorico molto toccante sulla scoperta dell’altro, sulla paura che si ha di vivere e sulla possibilità di uscire da quella paura attraverso incontri (più o meno fortuiti) che si riveleranno poi salvifici.

Film d'aUTorE Un CUEnTo Chino Daniela De Stradis

Page 32: Free Brindisi n.10 del 13.01.2012

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Page 33: Free Brindisi n.10 del 13.01.2012

33freebrindisi.it13 gennaio 2012

"FrEE BrINDISI" ProMotIoN Per informazioni [email protected] evidenza

i dEnTi dEi nosTri bambiniNon è mai troppo presto per iniziare a prendersi cura dei denti. Mantenere i denti dei bambini in buone condizioni è fondamentale per lo svi-luppo di una sana dentatura definitiva. Sui denti si forma costantemente la placca, che è la causa principale di carie. La placca è una pellicola bianco giallastra composta da batteri, i quali, combinandosi con zuccheri e amidi contenuti negli alimenti producono degli acidi in grado di danneggiare lo smalto dei denti provocando la carie. Una corretta igiene orale che rimuova placca e residui di cibo dai denti del bambino associata a una dieta attenta a limitare il consumo frequente di cibi con molti zuccheri (caramelle, dolci, biscotti, bevande zuccherate), rap-presenta il modo più efficace di prevenire la carie.

CARIE DA BIBERON: sono provocate da latte e liquidi zuccherati che assunti col biberon, rimangono a contatto con i denti del bambino per periodi prolungati (ad es. durante la notte). Si possono prevenire mettendo solo acqua nel biberon prima di dormire, evitando liquidi zuc-cherati per far addormentare il bambino.

iL FLUOrO COMbattE La CariEÈ un minerale in grado di rafforzare i denti e proteggerli dalla carie. È normalmente presente nell’acqua potabile e in alcuni alimenti (ad es. pesce, arachidi, tè), oltre che in prodotti per l’igiene orale. Utili nella prevenzione della carie dentale, l’applicazione locale con l’uso dei den-tifrici e colluttori a base di fluoro e trattamenti di fluoroprofilassi durante le sedute di igiene in studio. L’assunzione di fluoro sotto forma di compresse, può essere indicata nella fase di crescita dei denti (fino all’età di dodici anni circa), soprattutto quando l’acqua potabile assunta quotidianamente non abbia già un quantitativo di fluoro ottimale (da 0,5 a 1.0 mg F/I).

DOTT. ANTONIO TONIETTI

ImplantologIaortodonzIaChIrurgIa oraleprotesIparodontologIaendodonzIa

Via appia, 80 - Brindisitel. 0831584993 - 3389857432www.dentisti-italia.it

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"FrEE BrINDISI" ProMotIoN Per informazioni [email protected] evidenza

Il comparto dell’edilizia abitativa si fonda sull’impresa di costruzioni, un’organizzazione che deve la sua originalità alle particolari condizioni di contesto in cui si attuano i processi di produzione ed alla complessità ed imprevedibilità delle numerose fasi che li compongono. Il costruttore esegue prestazioni mutevoli riguardo alla tipologia ed al numero delle fasi del ciclo controllate, alle tecnologie ed alle conoscenze relative al settore di utilizzazione cui il progetto è destinato: alcune sue caratteristiche fondamentali possono essere rintracciate (I) nell’unicità e non riproducibilità del prodotto, progettato in perfetta aderenza alle specifiche richieste del cliente; (II) nella complessità del progetto, esprimibile attraverso il grado di diversificazione tecnologica e di personalizzazione delle singole parti e l’ampiezza ed il grado di specializzazione delle conoscenze.

Un ruolo di particolare importanza per lo svolgimento del processo di produzione è quello dei produttori e distributori di materiali per l’edilizia. È facile rendersi conto di come la qualità dell’output delle imprese edili dipenda in buona misura proprio dallo spessore delle relazioni attivate con tali soggetti, sia per l’esistenza di un legame funzionale tra i componenti impiegati ed i prodotti in cui si incorporano, sia per la funzione nevralgica svolta dalla logistica nell’espletamento di tutte quelle funzioni relative a fornitura dei fattori produttivi, pianificazione delle forniture, acquisizione dei materiali, consegna in cantiere, controllo delle scorte, pianificazione, organizzazione, direzione e controllo dei processi produttivi all’interno del cantiere.

I fornitori devono garantire affidabilità, reattività e competenza circa i prodotti in assortimento ed i servizi accessori, ed hanno per questo una funzione determinante nella generazione di valore per l’intera filiera.Da qui scaturisce la necessità di selezionare con cura ed attenzione il proprio “parco” fornitori, affidando le forniture a partner affidabili e competenti e non basando esclusivamente sulla variabile prezzo tale scelta.

"imprEsE Edili E riVEndiTE, Un rapporTo sTraTEgiCo"

OrONzO TrIOricercatore confermato di economia e gestione delle Imprese

università del salentoFacoltà di scienze sociali, politiche e del territorios.s. n. 7, Km. 7+300 per mesagne (Br)

dipartimento di studi aziendali giuridici ed ambientaliVia per monteroni - leccetel. (+39) 0832 298744 / 379099tel. (+39) 0831 507480Fax. (+39) 0832 365180Cel. (+39) 349 1026898

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@ CanilE a CiElo apErToGentile Redazione,approfitterei della vostra rubrica de-dicata a noi lettori per trasmettere un messaggio importante. A causa del for-te vento che ha interessato Brindisi du-rante il weekend dell'Epifania, il canile comunale di Brindisi versa in uno stato di emergenza. Le coperture e le tettorie dei due padiglioni che ospitano circa 300 animali sono saltate via e ora gli ospiti della struttura non hanno più un riparo. In attesa che il problema venga risolto, chiunque fosse in possesso di una cuccia di qualsiasi tipo o grandezza, può con-tattare la Lepa o il canile di Brindisi. Francesca

@ mondEZZaDal 21 di gennaio, Brindisi non potrà più conferire in discarica i propri rifiuti, senza prima triturarli. Parola di Vendo-la. Acquistare o affittare un trita vaglia-tore è però una spesa onerosa: 500mila euro solo d'affitto, secondo alcuni. Il di-vieto di conferire in discarica è relativo solo per l'Ato Br1 che ha raggiunto solo il 32% di raccolta differenziata. Che succederà?Franco

@ TrEniTaliaLa Regione Puglia, la Provincia di Brin-disi e non solo, si stanno mobilitando per evitare che la Puglia rimanga isolata dal resto della penisola a causa dei tagli inconcepibili di Trenitalia. Mi piacereb-be che anche il vostro giornale potesse dare rilievo a queste importantissime iniziative che riguardano tutti noi e che permetterebbero, se andassero a buon fine, di ridare dignità a un territorio troppo spesso penalizzato. Daniela

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