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IL GIORNALINO DELLE SUPERIORI GENNAIO ANNO 1 N° 3
UNA FARFALLA COLORATA LIBERA MA LONTANA
Ogni anno il 27 gennaio la memoria collettiva corre al ricordo della strage più
catastrofica della storia, al pensiero di milioni di vite stroncate, al pensiero di una
comunità squarciata. La Shoah è una ferita che non si rimarginerà mai nella storia
dell’umanità. Allora è nostro dovere ricordare, anche con una breve lettera…
21/01/1946
di Giuseppina Cioffi
Caro diario,
è passato già un anno, come vola veloce il tempo, corre,
scappa, ha paura che qualcuno possa batterlo, ma al
tempo non si dice di no. Stesso giorno, stessa ora, 20
gennaio 1945, 21:45; quel fumo che invade l’aria, quel
grido gelido impresso nel suolo: stava morendo, mio
nonno non c’era più. Se ci penso mi fa tanta rabbia, la
sua unica colpa è l’essere ebreo; i pensieri mi uccidono e
le lacrime intanto rigano il mio volto. Lo tenevo per mano
e cinque secondi dopo non c’era più. Mi aveva promesso
che saremmo tornati a casa e invece il suo ultimo sorriso
muore in quel campo di concentramento. Lo ricordo
ancora, lui, l’uomo più forte che conosca, poi i suoi occhi
blu, profondi, umani, la sua mano fredda e docile che mi
accarezza il volto e la sua voce, la cosa che più mi manca,
il suo modo di dire “Ciao”. Ricordo tutto di quella sera.
Eravamo stati portati al campo il 25 dicembre 1944. Quel
posto, ricordo, era sempre cupo, gelato dalle lacrime e
dalla tristezza, faceva tanta paura eppure all’inizio
sembrava solo un gioco: a vincere è sempre il più forte.
Dovevi alzarti all’alba, lavorare, lavorare e ancora lavorare.
Dovevi soffrire, ma in silenzio: nessuno doveva saperlo. Era
sempre la solita vita monotona, scandita dal tempo che
sembrava muoversi lento, per farti ancora più male. Ormai,
però, io e mio nonno, c’eravamo abituati a tutto: persino alla
morte che in quel posto non faceva più paura. Tutto andava
quasi bene, fino a quel giorno, quel maledetto giorno… Per la
prima volta dopo tanto era spuntato il sole. Debole, stanco,
sembrava il grande padrone del campo. Mi ero svegliata per
prima, ero entusiasta all’idea di essere ancora lì, ormai ci
eravamo dimezzati e continuavo a non capire dove fossero
andati gli altri. Mi misi subito a lavorare per bloccare il flusso
di pensieri che invadeva la mia anima e la mia mente. Le ore
passarono veloci, mangiammo quel che ci serviva per esistere
ancora, ritornammo al nostro dovere e, poi, alle 21:30 circa,
qualcuno, il tedesco, urlò il numero di mio nonno, ricordo
ancora quel codice: 17589. Questa cosa all’inizio non mi
preoccupò, forse lo avrebbero portato a casa, lo meritava,
erano un paio di giorni che stava tanto male, quasi non riusciva
più a camminare. Erano passati ben 15 minuti e non era ancora
tornato, poi sentii la sua voce urlare “AIUTO”, qualche secondo
dopo tutto odorava di cadavere e il fumo ci sovrastava. Allora
capii tutto: il nonno non c’era più. Era diventato quel grigio
pallore che mi offuscava la vista, ora vedevo solo lui che in un
treno correva via lontano da me. Non sarebbe mai più tornato,
la morte è una strada senza ritorno, la crudeltà umana non ha
limiti. Mio nonno era diverso, era il mio eroe, mi salvava con un
solo sguardo, ora è una piccola farfalla colorata, finalmente
libera ma lontana da me…
Direzione e redazione: Istituto Omnicomprensivo F. De Sanctis, via Aldo Moro, Cervinara (AV)
Direttore: De Lucia Olga, Vicedirettore: Collarile Valentina Pia
Caporedattore: Russo Antonio, Vicecaporedattore: Befi Ferdinando
Copertina: Collarile Clelia, Grafica: redazione
Redattori: Classe 1C Liceo Scientifico, Classe 3 E Liceo Musicale, Capuano Emanuela,
Carofano Zaira, Cioffi Giuseppina, De Lucia Olga, Marchese Sara, Montaldo Anna,
Oropallo Luca, Pallotta Ercole, Perrotta Nicola, Vaccariello Ilaria
IL GIORNALINO DELLE SUPERIORI GENNAIO ANNO 1 N° 3
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UN PO’ DI DIRITTO IN PIU’
A inizio anno le classi del biennio scientifico-classico sono state invitate a
partecipare ai quarantacinque minuti di lezione su Cittadinanza e
Costituzione. Le prime classi svolgono queste lezioni il martedì, mentre, le
seconde classi il mercoledì. Queste lezioni affrontano tematiche attuali e
princìpi fondamentali della vita in società.
di Zaira Carofano e Anna Montaldo
Introdurre l’ora extrascolastica di Diritto è stata
un’iniziativa molto formativa per i liceali del biennio
dell’Istituto Omnicomprensivo F. De Sanctis. La maggior
parte dei ragazzi non ha una buona cognizione delle
nozioni di Diritto, e ha un’idea indistinta del contenuto
della nostra Costituzione. Cittadinanza e Costituzione è
un insegnamento introdotto per affrontare i princìpi
della Costituzione Italiana, i diritti umani, l’educazione
alla legalità, l’educazione stradale, l’educazione
ambientale e il dialogo interculturale. Queste lezioni
non servono solo per comprendere le norme degli
ordinamenti di cui siamo parte, ma anche per
migliorare il nostro senso civico, diventando cittadini
responsabili. Dal primo giorno abbiamo distinto i
concetti di diritto e dovere. Diritto: è ciò che una
persona è autorizzata a richiedere; dovere: è ciò che
una persona è obbligata a compiere. Introducendo
questa differenziazione abbiamo messo a confronto la
diversa società di ieri con quella di oggi, trovando
analogie e differenze con la democrazia ateniese, in
particolare sul sistema politico e la divisione delle classi
sociali. Un altro argomento trattato è stato il contenuto
dell’articolo 3 della Costituzione italiana: il diritto
di uguaglianza e i diritti civili e sociali. Abbiamo parlato
anche dei vari organi che compongono la struttura del
Governo: un organo costituzionale, composto da più
membri con specifiche funzioni, dal Presidente del
Consiglio dei Ministri e i Ministri. Abbiamo parlato
anche dell’esaminazione e della promozione delle leggi,
spiegando la funzione degli organi coinvolti. Abbiamo
partecipato a questo progetto con lo scopo di
apprendere quelli che sono i valori della nostra società,
una Repubblica democratica fondata sul rispetto di
regole, vigenti già all’epoca dei Romani, uno stato
fondato sull’eguaglianza dei cittadini, dove non
esistono il “bianco” e il “nero”, dove non ci sono patrizi
e plebei, chiaro segno che la nostra società va sempre
più evolvendosi verso il rispetto, anche e soprattutto, di
quella che è la dignità umana. E’ proprio questo, infatti,
che i Padri costituenti volevano perseguire: il rispetto
per i sentimenti dell’uomo e l’incolumità pubblica.
Studiare il Diritto ci rende uomini, uomini rispettosi
della nostra specie, uomini liberi di poter esprimere le
proprie idee, di poter professare la propria religione
senza paura di persecuzioni, uomini uguali proprio
come esprime il simbolo della Legalità, ovvero una
bilancia in perfetto equilibrio, perché la legge è uguale
per tutti. Le regole sono fondamentali in una società, in
una famiglia, insomma in ogni dove, perché è solo
grazie al rispetto di normative che la specie si evolve,
che il mondo procede, dove tutto è al suo posto, al
posto giusto, in uno Stato di civiltà, perché è questo che
ci differenzia dal mondo animale: l’avere delle regole,
ma soprattutto saperle rispettare. Lo studio del Diritto
a cui oggi, noi studenti, ci stiamo accostando è
fondamentale per farci diventare in un futuro cittadini
legalizzati, per ridurre i fenomeni di criminalità, per
evitare che possa essere messa in pericolo quella che è
la sicurezza della Repubblica, ma in primis la nostra
sicurezza. Il Diritto, come diceva il grande Cicerone, è
un’arte, “l’arte di ciò che è giusto ed equo”, è in sintesi
l’arte del saper vivere, è l’arte del professare ciò che è
legittimo ed è forse la prima, tra tutte le arti, che
dovremmo imparare e mettere da parte, perché è
l’unica che l’indomani ci renderà uomini liberi e onesti.
ATTIVITA’ DELL’ISTITUTO
IL GIORNALINO DELLE SUPERIORI GENNAIO ANNO 1 N° 3
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I GIOVANI E IL BULLISMO
La nostra società è sempre più affetta dalla malattia del bullismo e
del cyberbullismo, per questo è importante che le scuole organizzino
degli incontri che possano sensibilizzare i ragazzi su queste
problematiche.
di Ilaria Vaccariello
L’istituto Omnicomprensivo Francesco De Sanctis,
molto sensibile ai problemi riguardanti bullismo e
cyber-bullismo, ha organizzato un incontro per le
classi terze dei licei con l’avvocato penalista,
Raffaele Carfora, dottore in relazioni
internazionali. L’incontro ha avuto una durata di
circa un’ora e mezza, tempo in cui l’avvocato è
riuscito a dare tutte le informazioni inerenti al
tema e le indicazioni per denunciare e difenderci
dal bullismo e dal cyber-bullismo. Molte volte, ci
hanno fatto notare, come da una banalità, che sia
un insulto, una risata, si possa giungere a
situazioni gravi e perfino arrivare al cospetto di un
giudice. Il cyber-bullismo, inoltre, è un fenomeno
che nel mondo digitale di oggi sta diventando
sempre più diffuso e silente. Molti sono stati gli
spunti di riflessione e molto dettagliate sono state
le risposte dell’avvocato ai nostri quesiti. La
relazione del Dott. Carfora ha spaziato
ampiamente, dal ruolo della scuola a quello della
società, fino a toccare la disciplina penale del
fenomeno, regolato dalla legge 71/2017. Per noi
alunni è stata un’occasione molto interessante e
coinvolgente, dato che, purtroppo, la scuola è
troppo spesso teatro di bullismo e di cyber-
bullismo. Pertanto, abbiamo avuto il piacere di
interagire con una persona esperta, energica,
positiva e propositiva che è riuscita a catturare
l’attenzione passo dopo passo e a lasciare nelle
nostre menti “in fieri” una giusta consapevolezza
dei rischi e della responsabilità che tutti, dalla
scuola alla famiglia alla società civile, dovrebbero
conoscere. Perché fenomeni di questa portata
possono essere contenuti solo in un clima di
collaborazione reciproca, che trova, ovviamente, il
suo habitat naturale nella scuola, luogo di
formazione per eccellenza di uomini, donne,
cittadini onesti e dignitosi.
E’ BELLO FARE IMPRESA
La scuola deve insegnare ai giovani il valore delle scelte relative al
proprio futuro, è per questo importante iniziare, già dal primo anno
del triennio, a entrare in contatto con le università del territorio.
di Emanuela Capuano
Martedì 18 Dicembre 2018 si è tenuto presso
l’Università Degli Studi Del Sannio di Benevento un
seminario intitolato “É bello fare impresa”,
presentato dalla professoressa Mirella Migliaccio.
A questo hanno partecipato alcuni alunni delle
classi terze del liceo scientifico dell’Istituto
Omnicomprensivo F. De Sanctis di Cervinara. Si è
parlato dell’importanza delle imprese, che
appunto contribuiscono allo sviluppo del Paese
non solo in campo economico, ma anche in quello
sociale. Infatti rappresentano sia una fonte di
ricchezza sia una moltitudine di posti di lavoro.
Inoltre si è discusso su cosa significhi gestire
un’impresa e come farla funzionare al meglio,
partendo dalle capacità di marketing dei principali
membri che fanno parte di un’azienda:
Proprietario, Imprenditore, Manager. Alla fine del
seminario è stato mostrato il piano di studi per
conseguire una laurea in scienze statistiche e
attuariali e le possibilità lavorative che questo tipo
di laurea offre. Grazie a questa esperienza gli
alunni hanno potuto quindi apprendere le attività
didattiche, i servizi disponibili e gli sbocchi
professionali che questa università propone. E’
stato un vero e proprio orientamento verso le
scelte future.
IL GIORNALINO DELLE SUPERIORI GENNAIO ANNO 1 N° 3
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UNA SETTIMANA DIVERSA DALLE ALTRE
di Sara Marchese
È stata una settimana veramente
"alternativa" quella precedente alle vacanze
di Natale. Come ogni anno, infatti, prima della
pausa natalizia, si è svolta la settimana di
autogestione.
Ogni giornata è stata caratterizzata da diverse
attività, svolte sotto la supervisione degli
studenti di quarta e di quinta. Prima di tutte,
la giornata ecologica, dedicata alla pulizia di
aule, corridoi e degli ambienti esterni alla
scuola.
Nelle mattinate successive, invece, sono state
svolte attività di tipo diverso: dibattiti su temi
di attualità, quali bullismo e legalità, quiz,
giochi da tavolo e tanto altro. Ultima, prima di
congedarsi per le feste, la giornata
interamente dedicata allo sport, che ha avuto
luogo al Palacaudium; sia i ragazzi che le
ragazze hanno avuto la possibilità di formare
squadre così da partecipare a gare di
pallavolo, basket, calcio, ping pong e ballo.
Dunque, una settimana per schiodarsi un po'
dai libri, capace di creare una bella atmosfera
e un ricordo prezioso per gli anni successivi.
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THE LANGUAGE OF THE FUTURE
English is an international language which is
studied all over the world and is used as a
“lingua franca” in a lot of sectors such as
medicine, economy, politics, trade, science,
research, travel and sports.
Why is English the most popular language
today?
There are two main reasons: the first is
historical and the second is economic and
cultural.
Historically, the countries where today English
is the official language were colonies of the
British Empire: one example is India, where
English isn’t spoken by the population, who
speak different dialects, but is the institutional
language that helps to keep the country
united. The same situation is present in
several African countries.
The second reason for the popularity of
English today is that it’s the language of the
USA, the most important economic power for
a number of reasons, including its army, its
prestigious universities, the technological
innovations and the music and film industries
based in Los Angeles (Hollywood), San
Francisco, Chicago, and New York.
Another cause of the importance of English is
that in all the five continents there is at least
one country where it is spoken as the first
language or the language of the institutions: in
Europe, the UK, Ireland, and Malta; in Africa
Kenya, Nigeria, South Africa; in Asia Hong
Kong and India; in America the USA, Canada,
Jamaica, and other islands in the Caribbean; in
Oceania Australia and New Zealand.
Today to be a polyglot is important, but to
know English is essential because it is and will
be the global language of the future.
If you learn a new language, you will have a
new soul!
Classe 1 C Liceo Scientifico
ARTICOLI IN LINGUA
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A DEADLY CONCERT
di Ercole Pallotta e Nicola Perrotta
In the night of 8th December 2018 a tragedy
occurred at the Lanterna Azzurra club in
Corinaldo, central Italy, where the Italian
trapper Sfera Ebbasta was about to give a
concert. There were about 1000 people in
the club, mostly teenagers, who rushed
towards the three emergency exits
moments before the beginning of the
concert. The actual accident happened
when railings outside one of the exits gave
way: five teens died, as well as a 39-year-
old mother of four who had accompanied
her daughter to the show. The child
survived. Investigators have been seeking
more information about security measures
and ticket sales, as well as about the cause
of the panic. One of the reasons might have
been the use of pepper spray among the
crowd. Some thieves might have used it to
conceal their thefts, as had already
happened at other concerts in Italy before.
A key focus of the investigation may be that
too many tickets had been sold compared
to the actual capacity of the main hall: even
though the hall could only host 400 people,
over 1000 tickets appear to have been
printed. Due to the excessive number of
tickets sold, the club owner and concert
organisers are being prosecuted, because
the club premises did not apparently meet
all the safety standards.
The accident generated great shock in Italy.
Interior minister Matteo Salvini stated that
while pepper spray must remain legal for
people to use for self-defence, anyone
caught abusing it should be arrested,
including teens.
This event also sparked a heated debate on
a music genre and one particular singer,
Sfera Ebbasta, whose songs are accused of
inspiring violence and setting a negative
example for the young generation.
NOTIZIE DALL’ITALIA
IL GIORNALINO DELLE SUPERIORI GENNAIO ANNO 1 N° 3
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L’ATTIMO FUGGENTE di Luca Oropallo
Ogni mese gli alunni sono invitati alla visione di un
film al Palacaudium. Ogni film è scelto per i messaggi
che può trasmettere: questo mese il film prescelto è
L’Attimo Fuggente.
Uno dei film più amati dagli studenti di tutto il mondo (chi infatti non ha mai sognato di avere un prof così!?!) coincide anche con una delle migliori interpretazioni in assoluto dell’ormai scomparso Robin Williams. La pellicola del 1989, firmata da Peter Weir, è un vero e proprio classico imperdibile di cui è impossibile non conoscere la trama e le frasi più famose. Non solo, questo film sulla scuola è spesso amato dai professori che hanno voglia di spingere i propri ragazzi a riflettere in modo diverso dal solito.
Ecco a voi un piccolo riassunto della trama Ambientato sul finire degli anni ’50 in una prestigiosa
accademia americana, il film dapprima è incentrato
sull’amicizia tra il giovane e timido Todd e il gruppetto di
ragazzi composto da Charlie, Cameron, Neil, Steven,
Gerald e Knox. La scuola ha un metodo di insegnamento
piuttosto rigido, basato sul formalismo e sulla competizione
sfrenata. Grazie agli insegnamenti del professor Keating i
ragazzi coltivano le proprie passioni. Neil viene a scoprire
della Setta dei Poeti Estinti (Dead Poets Society è il titolo
originale del film), un gruppo dedito alla poesia di cui era
stato membro Keating stesso, decidendo di riportarla in vita.
Tra le scene più significative delle sue lezioni c’è l’invito a
salire sui banchi per vedere il mondo da una nuova
prospettiva, nonché il momento in cui strappa le pagine di
un libro che pretendeva di analizzare una poesia come se
fosse una formula chimica.
Non tutti però gradiscono la nuova situazione: il preside
infatti non vuole che i vecchi metodi siano messi in dubbio,
quando Charlie pubblica un duro articolo di denuncia
contro la scuola, gli viene comminata una punizione
durissima, che sconta però con nonchalance.
La situazione crolla quando Neil, consigliato da Keating,
decide di iscriversi a un corso di teatro, nonostante il
parere contrario del padre, che lo vorrebbe studente di
medicina. Durante la serata di debutto dello spettacolo il
padre fa una scenata, annunciandogli di volerlo iscrivere a
una scuola militare, questo causa una crisi di panico che
lo spinge al suicidio.
Il preside non può fare altro che avviare un’indagine
sull’incidente, venendo così a conoscenza di quanto
accaduto tra Keating e i suoi ragazzi. Il professore viene
ritenuto responsabile e licenziato, i membri della Setta dei
Poeti Estinti puniti. Il film si conclude con il saluto
commosso dei ragazzi all’insegnante, che li incoraggia a
non abbandonare i loro sogni.
Commenti personali
L’attimo fuggente è uno dei film più citati quando si parla
di opere ambientate nel mondo della scuola. In
particolar modo è piaciuto alla critica e al pubblico il modo
in cui il film descrive l’eccitazione e l’esaltazione che coglie
uno studente quando viene coinvolto nello studio da un
professore che mostra di essere più interessato alla sua
personalità che alle nozioni da impartirgli.
Gli insegnamenti di Keating infatti sono meno aridi
rispetto a quelli dei libri di poetica che strappa con rabbia,
ma allo stesso tempo sono forse altrettanto ingenui e
irrealistici, come dimostra il suicidio dell’allievo che non
riesce a fare i conti con le pressioni familiari. Gli
avvertimenti del preside allora potrebbero essere visti
sotto una luce differente rispetto all’aperto disprezzo che la
sceneggiatura del film mostra nei confronti del suo
atteggiamento, sicuramente più pragmatico e cinico rispetto
a quello di Keating.
E infine ecco a voi le frasi più celebri del film
• “C’è un tempo per osare e uno per essere cauti, e
l’uomo saggio comprende a quale è chiamato”.
• “O Capitano, mio Capitano!”
• “E ora, miei adorati, imparerete di nuovo a pensare
con la vostra testa. Imparerete ad assaporare parole e linguaggio.
Qualunque cosa si dica in giro, parole e idee possono cambiare il
mondo”.
• “Non leggiamo e scriviamo poesia perché è carina.
Leggiamo e scriviamo poesia perché siamo membri della razza
umana. E la razza umana è piena di passione”.
• “Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso
che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E
il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a
vedere voi stessi. Coraggio! È proprio quando credete di sapere
qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva”.
• “Niente voti oggi, si passeggia. Ecco, così! La poesia
qualcuno ha detto non è certo un gran diletto”.
RECENSIONI
IL FILM DEL MESE
IL GIORNALINO DELLE SUPERIORI GENNAIO ANNO 1 N° 3
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LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI
di Olga De Lucia
La Solitudine dei numeri primi è il romanzo d’esordio
di Paolo Giordano, edito da Mondadori nel 2008 e
vincitore dei premi Strega e Campiello.
Genere: Romanzo di formazione
Un narratore onnisciente racconta in terza persona le
vicende di diversi personaggi, focalizzandosi sugli attimi
più importanti della vita dei due protagonisti: Alice e
Mattia. La vicenda si svolge tra il 1983 e il 2007, essa ha
inizio dalla presentazione dei due personaggi principali ed
è incentrata, successivamente, su diversi frammenti delle
loro vite fino al momento del loro primo incontro, e
sull’evolversi della loro amicizia.
Nel primo capitolo conosciamo Alice, una ragazza molto
introversa, con problemi di anoressia e di comunicazione
con il padre. Alice odia sciare, eppure è costretta a farlo.
In una mattina di nebbia, esce fuori pista e si rompe una
gamba. Nel secondo capitolo, invece, veniamo in contatto
con Mattia, un ragazzo molto silenzioso e molto studioso;
egli ha una gemella, Michela, diversamente abile. Mattia e
Michela, un giorno, vengono invitati a partecipare a una
festa di compleanno, tuttavia Mattia, vergognandosi della
sorella, decide di lasciarla nel parco vicino casa e
riprenderla al ritorno dalla festa. Tuttavia, nelle ore di
assenza Michela sparisce senza poi fare mai più ritorno.
Questo avvenimento segnerà in maniera profonda la vita
di Mattia, facendolo diventare autolesionista e
allontanandolo sempre più dal mondo reale e dalle persone
che lo circondano. Alice e Mattia si incontrano nei corridoi
del liceo che frequentano. Alice, spinta dalla sua nuova
amica Viola, decide di invitarlo ad una festa con il suo
amico Denis. Dalla sera della festa, dove Alice,
incoraggiata da Viola, si ritrova in disparte con Mattia,
nascerà quella che poi sarà la loro amicizia speciale, il loro
unico punto di incontro con il mondo reale. Difatti Alice
e Mattia vengono definiti primi gemelli, “coppie di numeri
primi che se ne stanno vicini, anzi quasi vicini, perché fra
di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di
toccarsi per davvero”. In certi attimi della loro vita Alice e
Mattia saranno vicinissimi, eppure non riusciranno mai
davvero a toccarsi. Le loro vite inizieranno a scorrere
inesorabili e li allontaneranno nello spazio, Mattia infatti si
trasferirà a Berlino per lavorare come matematico presso
un’università; saranno allontanati anche dalle persone
come Fabio che diventerà il marito di Alice. Sul finire del
racconto si ha quasi l’impressione che tutto possa
concludersi nel migliore dei modi, a partire dalla vecchia
scomparsa di Michela, che Alice crede di aver ritrovato.
Infatti, dopo anni di silenzio, deciderà di scrivere a Mattia,
che euforico si recherà a trovare l’amica. Eppure nel punto
finale, proprio quando sembra che tutti i pezzi stiano
tornando al loro posto, riaffiorerà la solitudine dei numeri
primi. Per cui le vite di Alice e Mattia si separeranno
definitivamente, lasciando appassire quello che poi, in
fondo, era sempre stato amore.
I temi e le problematiche trattate da questo libro sono
molteplici, ognuna sembra identificarsi in uno dei diversi
personaggi. I quali, seppur vivendo nella fantasia
dell’autore e della narrazione, appaiono reali. Sono
persone semplici, che vivono una quotidianità simile a
quella di tutti i lettori, ecco perché tramite essi Paolo
Giordano riesce a far riflettere sulle sfaccettature belle e
brutte della vita. Partendo da Alice ritroviamo il problema
dell’accettazione del proprio corpo, che la porterà a
soffrire di anoressia. Mattia invece ci pone davanti al
problema dell’autolesionismo. Entrambi ci conducono a
conoscere le rispettive famiglie, i rapporti conflittuali tra
genitori e adolescenti, che sembrano ricongiungersi solo in
età avanzata. Viola sottopone Alice ad alcuni atti di
bullismo, come nel momento in cui le impone di mangiare
una caramella sudicia. Michela ci aiuta a riflettere sulla
diversità e sul modo di accoglierla. Denis pone l’accento
sulla tematica dell’omosessualità e quindi nuovamente
sull’accettazione del proprio essere.
La Solitudine dei numeri primi è un frammento di realtà, di
quotidianità racchiuse in parole semplici e chiare: il
linguaggio è infatti di uso colloquiale. Nonostante il finale
possa essere discutibile, perché nega un lieto fine classico,
consente di riflettere sull’amor proprio e sulla capacità di
risollevarsi da soli da tutte le avversità della vita.
La copertina del
libro da cui nel
2010 è stato tratto
l’omonimo film
diretto da Saverio
Costanzo.
RECENSIONI
IL LIBRO DEL MESE
IL GIORNALINO DELLE SUPERIORI GENNAIO ANNO 1 N° 3
9
“INTERVISTA IMPOSSIBILE A DANTE ALIGHIERI”
G: “Signore, mi scusi potrei disturbarla? Sono una studentessa e vorrei chiederle un’intervista per il giornalino della mia scuola.”
D: “Oh, quando si tratta di studenti sono sempre disponibile! Solo qualche minuto però perché mi aspettano gli amici Guido e Lapo per una partitina. Sa com’è, bisogna pur prendersi qualche svago!”
G: “So che ha trascorso molti anni in esilio, lontano dalla sua amatissima Firenze. Se la sente di parlarne?”
D: “Signorina…beh, che dire! Quegli anni me li ricordo molto bene poiché sono stati i più…BELLI, si, BELLI! Cosa potevo desiderare di più? Me ne andavo in giro su e giù per l’Italia, ospitato nelle dimore dei signori più illustri dell’epoca. Mangiavo, bevevo, mi divertivo e tutto… GRATIS! Ah, che bei ricordi…!”
G: “Ma come?! Abbiamo sempre pensato che Lei avesse sofferto parecchio in quel periodo!”
D: ”Menzogne! Ah quei dannati… non le anime dell’Inferno, non si confonda! Dico quei libri bugiardi che mascherano la realtà! Non è affatto vero. Come le ho detto prima, vivevo come in una favola!”
G: “Senta, la sua immagine è tutt’oggi molto popolare, soprattutto quella del suo…NASO! Mi scusi se mi permetto, ma lei avrebbe proprio bisogno di un ritocchino.”
D: “Eh, cara ragazza, sistemare il mio naso è stato sempre il mio sogno anche per fare colpo su Beatrice. Purtroppo, nel XIII secolo trovare un chirurgo estetico era un’impresa ardua come attraversare l’Oceano. Certo, se avessi potuto cambiare aspetto magari Beatrice chissà mi avrebbe dato più retta! Ahimè, tutti sogni infranti!”
G: “Non si dispiaccia, non vorrei rattristarla. Cambiamo argomento! Lei ha scritto molte opere e sicuramente la più letta, ancora oggi, è la Divina Commedia. Però ha costretto migliaia e migliaia di studenti a studiare i suoi scritti. Non si sente un tantino in colpa?”
D: “Questa intervista si sta trasformando in una dimostrazione dei miei difetti, per caso?”
G: “No, no mi scusi. Non volevo offenderla.”
D: “Ahahah, stavo scherzando. In effetti nessuno sa che sono un gran burlone, a parte gli angeli del Paradiso che dalle risate hanno bisogno di riprendersi ogni tanto. Discorsi a parte…beh si lo so e non ne capisco il motivo. Io volevo attirare l’attenzione, non scatenare odio. Ahimè, che disastro ho combinato!”
G: “Un’ultima domanda! Nei ritratti che le hanno fatto, appare sempre di profilo: perché?”
D: “Non ci avevo mai pensato… Abbiamo concluso? Mi perdoni, ma ho anche 754 anni e non sono pochi…Comunque ai miei tempi non si scattavano foto.”
G: “Allora che ne dice di un selfie?”
D: “Un…. cosa?”
G: “Un selfie! Io e Lei ci mettiamo in posa… ecco così e…scatto!!!”
D: “Benedetta tecnologia! Come è cambiato il mondo. Mia cara signorina, da lassù vediamo tante cose!”
G: “Allora che ne dice? Bella no?”
D: “Bella foto. Se solo non avessi questo brutto NASO! Chissà, forse, Beatrice non mi sarebbe così indifferente.”
G: “Perché, scusi, la sua storia con Beatrice è in crisi?”
D: “Eh, cara signorina! I tempi cambiano e così la moda, le abitudini. La mia adorata Bea ha perso la testa per uno che è arrivato da poco!”
G: “Come? Beatrice è innamorata e non di Lei? E chi è questo giovane?”
D: “Ah, non saprei. Li ho visti insieme, mano nella mano passeggiare l’altra sera. Certo, a vederli, mi si è stretto il cuore! Ma non posso proprio competere con i giovani di oggi…”
G: “E pensare che ne ha fatto la musa dei suoi scritti! Che ingrata, però!”
D: “Dice bene, signorina. Ha ricompensato la mia devozione con tanta ingratitudine, ora che anche Gemma mi ha scaricato!”
G: “Non disperi, signor Alighieri. Ha detto bene. Cambiano i tempi, le mode, le abitudini. Chissà, magari, quando ritornerò ad intervistarla, mi parlerà della sua nuova fiamma…”
Classe 3 E Liceo Musicale
PARLANDO E SPARLANDO: L’ANGOLINO DEL BUONUMORE