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14 Aprile 2011 Corso Formazione Sperimentazione Animale 1
LL’’oorganizzazione dello stabulariorganizzazione dello stabulario
Gino VillettiGino Villetti
Sperimentazione animale: la formazione degli operat ori per il benessere degli animali
Bologna
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Funzioni dello stabulario
• Garantire il benessere animale per tutta la durata della stabulazione nel pieno rispetto della normativa vigen te:- Normativa nazionale (mandatorio)- Linee guida internazionali (facoltativo)
• Assicurare condizioni ambientali e sanitarie il piùpossibile controllate.
• Tutelare salute ed integrità del personale che entra in contatto con gli animali da esperimento.
• Supportare i ricercatori nell’esecuzione delle attivitàsperimentali.
Generare dati sperimentali di qualità con il fine di ridurre l’utilizzo di animali.
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Gestione di uno stabulario
• Amministrativa• Legale/regolatoria• Organizzativa• Sanitaria• Formativa• Strutture• Emergenze
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Attività regolatoria
Figure legalmente responsabili e loro interazione
Comitati Etici
Responsabile dello stabilimento utilizzatore
Responsabile dello stabulario
Medico Veterinario
Responsabile scientifico
Responsabile del progetto di ricerca
ResponsabileEsecuzioneComitato Etico
Institutional Animal Care and Use Committee
Area Tecnica Area Scientifica
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Gestione di uno stabulario – Legale (I)
• Autorizzazioni• Progetti in comunicazione/autorizzazione• Registri carico/scarico animali• Statistica annuale• Ispezioni• Farmaci
– Veterinari– Stupefacenti
• Rifiuti speciali• Sicurezza (626)
Rispetto delle norme in vigore in Italia: DL 116/92 e norme successive.
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Gestione di uno stabulario – Legale (II)
• Guidelines Internazionali
- FELASA (es. monitoraggi sanitari)
- AVMA (American Veterinary Medical Association –Eutanasia)
- EFPIA (quantità prelevabili, dose volume, eutanasia)
- NIH Guide (AAALAC International)
- UK-ACCCR (Experimental Oncology)
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Uno sguardo al futuro
• Nuova Direttiva EU 2010/63
- Completa rivisitazione EU 86/609 (D.L.vo 116/92)
- Nuovi standard per stabulazione specie specifici
√ Spazi maggiori di stabulazione per i grossi animali
√ Superfici minime gabbie per roditori
√ Densità
- Nuovi regimi per i progetti di ricerca: solo autorizzazio ne
- Comitati etici obbligatori in tutti i paesi EU
- Competenze certificate es. Categorie FELASA
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Stabilimento utilizzatore – D. L.vo 116/92
• Il responsabile di stabilimenti utilizzatori deve tenere un registro in cui si annotano tutti gli animali utili zzati; in particolare, i registri devono indicare il numero e la specie di tutti gli animali acquistati, la provenienza e l a data del loro arrivo, della loro nascita o della morte - Art. 12 comma 3.
• I registri, di cui al comma 3, preventivamente vidi mati dal Ministero della sanità, devono essere tenuti per al meno tre anni e presentati all'autorità che ne faccia richies ta - Art. 12 comma 4.
• Gli animali appartenenti alle specie elencate nell' allegato I del decreto legislativo debbono provenire da allevamenti appositamente autorizzati , come specificato nella rettifica al decreto legislativo pubblicata nella Gazzetta Uf ficiale n. 294 del 15 dicembre 1992. Circa la provenienza degl i animali regola generale è la provenienza da allevame nti –Circolare 22 aprile 1994, n. 8..
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Stabilimento utilizzatore – Circolare 22 Aprile 94, N 8.
• Nel caso di stabilimento utilizzatore a norma dell'art. 12, commi 3 e 4, il registro, preventivamente vidimato dal Mi nistero dellasanità attraverso gli uffici della Direzione Generale dei Servizi Veterinari o gli Uffici Veterinari per gli Adempimenti CEE (allegato 1), deve essere strutturato in modo tale da poter seguire il destino di ogni singolo animale o lotto di animali.
• Deve pertanto essere prevista una sezione nella qua le venga registrato il numero degli animali introdotti, la d ata, il loro contassegno di identificazione (numero di lotto od altro per i piccoli animali da laboratorio, la matricola od alt ro per cani, gatti e primati non umani), la specie di tutti gli animali nonchèla loro provenienza. Nella stessa sezione o altra d istinta occorre annotare la data di utilizzo ed il destino finale.
• Attraverso la registrazione deve comunque essere po ssibile seguire le fasi d'impiego degli animali con le rela tive date all'interno dello stabilimento e, nel caso di parti colari ricerche sul campo, anche fuori.
• Le nascite che possono verificarsi negli stabilimen ti utilizzatori, non previste da protocolli sperimentali, debbono es sere registrate.
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Stabilimento utilizzatore – Registrazioni
• Numero degli animali introdotti• Data• Contrassegno di identificazione (= lotto per
piccoli animali da laboratorio)• Specie• Provenienza• Data di utilizzo• Destino finale• Il registro deve essere strutturato in modo
da seguire il destino di ogni singolo animale o lotto di animali.
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Esempio di registro di Carico/ScaricoN°pagina +
Vidimazione UVAC
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Gestione organizzativa dello stabulario
• Organizzazione del personale
• Definizione delle procedure di lavoro e verifica della loro applicazione- Personale animal care- Utenti dello stabulario
• Definizione dei flussi- Accesso personale e utenti - Introduzione nuovi animali e materiali
• Manutenzione apparecchiature
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Lo stato di salute ed il benessere degli animali (e dello staff coinvolto!) e la loro sicurezza, sono strettamente
dipendenti dai sistemi organizzativi ed operativi adottati e dalle condizioni
ambientali.
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SOP come mezzo per assicurare la qualità in stabulario
• Tutti gli aspetti organizzativi e operativi di conduzione dello stabulario devono essere regolamentate da procedure operative standard (SOP) o da working instructions .
• Le SOP devono essere periodicamente riviste ed aggiornate dall’autore (frequenza annuale o biennale).
• Il personale di stabulario e gli sperimentatori devono essere adeguatamente formati e regolarmente aggiornati.
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“Nessun stabulario è migliore
dello STAFF in esso impiegato”
(Gaertner, 1969)
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Competenze del responsabile operativo dello stabulario
• Assicurare la corretta applicazione delle norme vig enti, connesse all’allevamento degli animali ed alla sper imentazione effettuata all'interno della struttura.
• Vigilare sulla programmazione e sul corretto utiliz zo dello stabulario, coordinandosi con le altre funzioni.
• Si coordina con il medico veterinario per il corret to svolgimento delle procedure sperimentali.
• Gestire il personale cui sono affidate le operazion i di pulizia,disinfezione e stabulazione degli animali.
• Provvedere affinché siano rispettate e salvaguardate le condizioni igieniche e la salute del personale che attende all a conduzione dello stabulario e che opera la sperimentazione animale n ello stabilimento da lui diretto.
• Collabora alla stesura delle SOP per le attività di pulizia, disinfezione e stabulazione, di cura degli animali e di ricerca.
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Esempi di procedure
• Definizione dei flussi
• Accesso allo stabulario
• Cambio gabbie e bottiglie
• Controlli giornalieri
• Controllo giornaliero dello scaffale IVC
• Svuotamento gabbie sporche
• Pulizia quotidiana dei locali dello stabulario
• Pulizia dei laboratori
• Lavaggio gabbie e griglie
• Utilizzo e manutenzione della lavagabbie
• Utilizzo e manutenzione della lavabottiglie
• Utilizzo e manutenzione degli addolcittori
• Disinfezione della linea per l’acqua di abbeverazione
• Preparazione delle gabbie e griglie pulite
• Pulizia delle attrezzature delle aree lavaggio
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Flussi di base e relazioni spaziali
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Punti critici da considerare nella definizione dei flussi
• Accesso personale e ricercatori– Vestizione– Doccia
• Ad aria• Ad acqua
• Ingresso animali– Box di
decontaminazione– Cappa– Pass-box o port
• Ingresso mangime e lettiere– Disinfezione chimica
• A spruzzo• Fogging chamber
– Glutaraldeide– H2O2
– Autoclave– Decontaminazione
sacchi con UV (??)
• Ingresso altri materiali– Disinfezione chimica– Autoclave
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Tipologie di stabulari
• Barriere di produzione
• +/- barrierati– Un corridoio– Due corridoi– Tre corridoi
Sporco/pulito
Sporco
Pulito
Sporco
Pulito
Sporco
Corridoio singolo
Corridoio doppio
Trecorridoi
Concetto di sporco e pulito
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Schema di uno stabulario ad un corridoio
Uscita rifiutiUscita rifiuti
Ingresso personaleIngresso personale
Ingresso AnimaliIngresso Animali
Ingresso Mangime/MaterialiIngresso Mangime/Materiali
Zona LavaggioZona LavaggioZona Laboratori/EsperimentiZona Laboratori/Esperimenti
Deposito PulitiDeposito Puliti
Zona StabularioZona Stabulario
Ingresso/Deposito MaterialiIngresso/Deposito Materiali
Zona Bagno/Cambi/ServiziZona Bagno/Cambi/Servizi
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Schema di uno stabulario a 2 corridoiDirtycorridor
Cleancorridor
Dirtycorridor
Entrance
Changing room
Animalreceiving
WashAreas(clean
&dirty)
Storageareas
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Accesso allo stabulario
• L’accesso dovrebbe essere preventivamente autorizzato e controllato tramite tesserino magnetico (badge)
• Deve essere limitato al personale autorizzato e/o interessato alla sperimentazione e cura;
• Procedurare l’accesso ed il flusso di:– Persone – Animali
– Materiali
• Idealmente: flussi unidirezionali.
• Disponibilità negli spogliatoi e all’interno della struttura di DPIs
• La porta è sempre chiusa a chiave. In un posto opportunamente custodito sono disponibili le chiavi in caso di emergenza.
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Procedura di accesso del personale allo stabulario
• La procedura di vestizione è funzione della “qualità microbiologica”dello stabulario e delle procedure che vengono svolte (sicurezza).
• Gli indumenti dedicati (tute da lavoro e camici) e i materiali disposable (guanti, sovrascarpe, mascherine e occhiali) devono essere indossati solo all’interno dello stabulario:– Avere un approccio razionale e basato su concetti scientifici (engineering
standard)
– Nello spogliatoio è buona norma esporre una foto/cartello che indichi con chiarezza indumenti e D.P.I. (come per legge 81) da indossare in rispetto alla SOP e le procedure da seguire in uscita.
• È inoltre opportuno che ci sia una barriera fisica che segnali ilpassaggio dall’area sporca all’area pulita: tappetino decontaminante, linea rossa sul pavimento o panca per stabulari convenzionali o semi-barrierati, doccia d’aria per stabulari barrierati.
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Foto vestizione per stabulari di sperimentazione
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Esempio di cartello con norme di ingresso allo stabulari
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Esempio di cartello con norme di uscita dallo stabulario
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Ingresso animali in stabulario
• Nel caso si tratti di animali certificati, introdurre gli imballi sempre dall’area di accettazione. Nel caso di animali non certificati utilizzare se opportuno altri accessi.
• Prima di introdurre gli imballi verificare l’integrità delle scatole e dei filtri e la presenza dei documenti di trasporto.
• Procedere ad opportuna sanitizzazione degli imballi: nebulizzazione di una soluzione disinfettante/detergente nel pass-box) prima dell’ingresso in stabulario.
• Verificare che la fornitura sia conforme a quanto richiesto dallo sperimentatore sia dal punto di vista sanitario che delle specifiche della fornitura. In caso contrario avvertire immediatamente il responsabile.
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Ingresso materiali in stabulario
• I materiali devono essere introdotti in stabulario seguendo le stesse procedure di sanitizzazione degli imballi degli animali.
• Nel caso di introduzione di mangime e lettiera, è buona norma effettuare l’operazione ad inizio/fine giornata per evitare contaminazioni crociate.
• I sacchi di mangime non vanno introdotti direttamente nelle stanze di stabulazione, ma utilizzando carrelli porta-mangime in acciaio inox dedicati da riempire in un’area pulita. Il riempimento delle gabbie avviene con bacinella dedicata.
• Ogni introduzione di mangime e lettiera deve essere tracciata con apposito modulo.
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Modulo di tracciabilità del mangime
• Al modulo vanno allegate le fustelle e il certifica to d’analisi. Nel caso del mangime va indicata anche la stanza di stabulazione /sperimentale ove il mangime è stato utilizzato e il periodo di utilizzo.
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Identificazione degli animali
• In base alle informazioni fornitore dallo sperimentatore i tecnici di stabulario preparano un numero di gabbie adeguato alla specie e al peso degli animali in accordo con la normativa vigente e la POS.
• L’identificazione avviene tramite apposito cartellino compilato e applicato alle gabbie.
• Sul cartellino devono essere riportati:- Descrizione: specie, sesso, ceppo, peso ed età- Numero di animali presenti- Data di arrivo- Nome dello sperimentatore- Numero di fornitura- Numero di comunicazione al Ministero- Note
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Procedura di pulizia e disinfezione dello stabulari o (I)
• Definire frequenze cambi gabbie, bottiglie, racks etc. per ogni specie e per ogni tipologia di materiali (es. IVC, ecc.)
• Stabilire con procedura frequenza e metodo per:
- primary enclosure (gabbie)
- secondary enclosure (stanze di stabulazione e laboratori)
- corridoi, aree di supporto, ecc.
- Altri devices come mangiatoie, bottiglie, gabbie da trasporto, lavagabbie, lavabottiglie etc.
• La pulizia/disinfezione è effettuata al termine delle procedure di accudimento degli animali (stanze di stabulazione) e del lavoro sperimentale (laboratori).
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Procedura di pulizia e disinfezione dello stabulari o (II)
• L’attività deve cominciare dalle aree a teorica contaminazione piùbassa, ovvero le stanze di stabulazione con animali SPF, per poiprocedere verso i laboratori, le stanze di supporto e i corridoi.
• Se le soluzioni diluite di detergenti/disinfettanti sono applicate con dosatore o spruzzetta, sull’etichetta deve essere riportato:- nome del prodotto- % del principio attivo- data di preparazione e scadenza- sigla dell’operatore
• Al termine delle operazioni il materiale multiuso deve essere lavato e disinfettato. I moci vanno lasciati in candeggina tutta notte.
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Elenco di prodotti da utilizzare per la pulizia/dis infezione dello stabulario e loro procedura di preparazione
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Esempio di programma di lavoro settimanale
• Lunedì/mercoledì/venerdìControllo stanze Lavaggio gabbie e bottiglieCambio bacinelle/fogli adsorbenti Pulizia lavaggio sporcoPulizia stanze di stabulazione al termine delle ope razioni Pulizia laboratori, uffici e bagni
Lavare i moci con candeggina
• Martedì/giovedìControllo stanze Lavaggio gabbie e bottiglieRicezione nuove forniture animali (solo il martedì) Pulizia locale ricezione e lavaggio
sporcoPulizia stanze di stabulazione al termine delle ope razioni Pulizia laboratori, uffici e bagni
Lavare i moci con candeggina
• Pulizia della lavagabbie e della lavabottiglie effe ttuata con frequenza settimanale, di norma il venerdì.
• Le operazioni di cambio gabbie e pulizia delle stan ze vanno fatte rispettando la norme di biosicurezza, dallo sporco verso il pulito. La stan za di quarantena deve essere pulita per ultima.
• Sabato e domenica controllo stanze e rabbocco acqua e mangime.
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Esempio di modulo per registrazione attivitàgiornaliere
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Ambiente di stabulazione
• Un’accurata standardizzazione dei fattori ambientali (oltre che di quelli genetici) consente l’ottimizzazione delle risposte sperimentali.
• L’adattamento alle variazioni ambientali causa risposte complesse che possono essere comportamentali e/o fisiologiche. Influenze su:– temperatura corporea– attività spontanea e rapporto sonno/veglia– consumo di cibo e acqua– equilibrio ormonale– accrescimento– allattamento e svezzamento, etc.
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Ambiente di stabulazione
• Fattori critici per la pianificazione di un ambiente a deguato e appropriato riguardo agli spazi, al layout, al suo management:– Specie, strain, caratteristiche individuali (sesso, età, taglia,
comportamento, stato sanitario, etc.)
– Possibilità di poter formare gruppi sociali con conspecifici attraverso vista, odore, contatto, etc. (single vs group housed)
– Scelta del Primary Enclosure (es. IVCs, conventional housing, etc.)
– La finalità: progetti e protocolli in vivo che si eseguiranno (es. allevamento, produzione, ricerca, studi regolatori, manufacturing, ecc.)
– Pensare ad enrichments (es. mouse house, housing large animals)
– Durata della permanenza (settimane vs mesi, anni)
– Frequenza delle procedure/aree procedurali
– Uso di agenti infettivi o pericolosi (P2, P3, P4)
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Physical environment (I)
• Microambiente– Primary enclosure– Area con cui un soggetto è a contatto e che lo circonda e
che ha le proprie caratteristiche di temperatura, umiditàrelativa, ventilazione, ecc.
• Macroambiente– Secondary enclosure– Tipicamente sono il locale di stabulazione, il laboratorio di
sperimentazione, il recinto indoor o outdoor, le playroom, ecc.
Vi sono situazioni in cui il microambiente è fortemente influenzato dal macroambiente o, al contrario, poco influenzato (es. IVC systems)
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Physical environment (II)
• Misurare le condizioni del microambiente può essere complesso.
• Molte pubblicazioni indicano che i valori del microenvironment sono maggiori del macroenvironment riguardo a:- temperatura- umidità- particolati- gas e vapori
• Altri fattori rilevanti:- gabbie, lettiere, dieta e acqua di abbeverazione
- condizioni igieniche
- fattori sociologici e personale ...
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Temperatura
• Valori raccomandati dalla normativa:
− 20-24 gradi (roditori)
− 15-21 gradi (cane, coniglio, gatto, etc.)
• Temperature più alte per i primati (Marmoset, Macachi,ecc.)
• Effetti su consumo cibo ed acqua
• Effetti sul livello di P450
• Effetti su tossicità composti somministrati (LD50, teratogenesi)
• Tuttavia: importante non solo il set di temperatura, ma assicurare una limitata variabilità intorno al valore di set point.
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Umidità relativa
• Il grado di umidità dell’aria influisce sulla dispersione del calore con la respirazione.
• Valori raccomandati dalla normativa: 45-65%
• Bassa umidità relativa (sotto il 40%):
─ presenza di polvere ed irritazione delle vie aeree
─ ring-tail
─ problemi riproduttivi
• Alta umidità relativa (sopra il 70%):─ aumento concentrazione ammoniaca nella gabbia─ maggiore suscettibilità alle infezioni
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Rumore
• Gli animali da esperimento hanno una capacità uditiva più sviluppata (fino a 80 kHz nel ratto).
• Sono importanti: frequenza, intensità e durata d’esposizione.
• I suoni più dannosi sono quelli forti, inaspettati e non familairi (es. telefoni ed allarmi) e le sorgenti che generano ultrasuoni (es. agitatori, monitor, oscilloscopi, lavagabbie e l’acqua corrente).
• Possono esserci effetti sulla formula leucocitaria, sull’escrezione renale (Na e K), sulla pressione arteriosa, sulla glicemia e sui cicli estrali. Convulsioni nei topi DBA/2.
• Livello raccomandato: < 60 dB.
• Allarme incendio “silenzioso”: 400-450 Hz.
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Esempi di misurazione di rumore ambientale (I)
15.00 03.00
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Esempi di misurazione di rumore ambientale (II )
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Illuminazione (I)
• Quasi tutti gli animali da laboratorio hanno abitudini crepuscolari o notturne e non hanno discriminazione cromatica.
• I danni retinici agli albini sono spesso dovuti ad un inadeguatoperiodo di buio.
• Parametri da considerare:
─ spettro luminoso
√ luce naturale: lunghezza d’onda da 300 a 2500 nm.
√ luce artificiale: le lampade a fluorescenza sono considerate più idonee delle lampade a filamento perché lo spettro della loro luce è più simile a quella della luce naturale.
─ tempo di applicazione√ durata
√ alternanza cicli luce/buio (in accordo con i ritmi circadiani)
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Illuminazione (II)
Standardizzazione
• Evitare la luce naturale
• Lampade a fluorescenza.
• Intensità luminosa di 300-400 lux:
─ misurata sotto la sorgente luminosa ad un metro da terra
─ tempo di applicazione
√ ritmo: 12 h luce/12 h buio
√ considerare la possibilità di simulare l’alba e il tramonto
Nota: prevedere la presenza di luci d’emergenza nei corridoi e nelle stanze e nei laboratori che si attivano in caso di black-out. Se l’accensione/spegnimento è automatico, sotto il controllo di un computer, prevedere comunque la presenza di interruttori per accedere la luce in caso di interventi notturni di emergenza.
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Acqua di abbeverazione
• È uno degli elementi “esterni” che richiede maggior controllo: si deve andare oltre il concetto semplicistico di acqua potabile come definita per legge, fissando valori soglia per i contaminanti più sensibili (guidilines EPA per preclinica regolatoria).
• E’ necessario conoscere le caratteristiche dell’acqua in entrata- analisi chimica (durezza, contaminanti, potenziale corrosività, etc..) e
microbiologica.
• In base ai risultati, prevedere i trattamenti necessari:
- utilizzo di addolcitori per controllare la durezza (tra 10 e 20 gradi francesi; linea separata per lavagabbie e lavabottiglie). Importante verificare periodicamente il corretto funzionamento degli addolcitori.
- filtri fino a 0.2 micron, lampade UV o acidificazione a pH 2-2.5 dell’acqua per ridurre la carica batterica.
• Effettuare flussaggi e/o disinfezioni periodiche della linea
• Analisi periodiche (contaminazione chimica e microbiologica) al punto di utilizzo.
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Controlli periodici
• Mantenere la pressione tra 5-9 psi
• Controllare con frequenza settimanale I filtri U/V
• Cambio dei filtri quando richiesto (frequenza settimanale di controllo)
• Pressione dell’acqua monitorata e allarmata
• Monitoraggio settimanale di durezza e contenuto di cloro(5 ppm)
• Se possibile, esami chimici e microbiologici trimestrali.
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Esempio di circuito per abbeverazione
Room
Water tank
pumpu/v
0.5mDepth filter Chlorination
Injection point
Mains water in
0.5m Depth filter
0.2m Sterilising
filter
Chlorine sensor
Sample point Sample point
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Sistema di abbeverazione automatica
Questo sistema richiede:• costruzione della linea di abbeverazione in acciaio
• la presenza a fine linea di valvole/”beccucci” di dimensioni e forme tali da poter essere attivate dalle diverse specie animali
• filtrazione dell’acqua con filtri diversi se area SPF/barriera (0.22 micron) o aree convenzionali (es. 0.45 micron)
• controllo e mantenimento nelle valvole di una pressione adeguata alla singola specie
• disinfezione (automatico) e controllo periodico della linea e delle valvole (manuale, nel singolo locale)
• la costante assenza di gocciolamento, ristagno e retrodiffusionedell’acqua nella linea (valvole di non ritorno)
• flussaggio delle linee per mantenere il livello di sterilitàdell’acqua.
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Sistema di abbeverazione con bottiglia
Questo sistema richiede:• bottiglie in materiale trasparente o traslucido (Makrolon), rigido,
infrangibile, di lunga durata, con scala graduata stampata in rilievo ed imboccatura larga per facilitare la pulizia
• autoclavabili (121°C per 15 min.) e resistenti all a corrosione
• collegabili a cappuccio in acciaio inox munito di beccuccio (di diametro diverso per specie)
• l’impiego di coperchi per gabbie forniti di spazi appositi in cui inserire le bottiglie
• controllo giornaliero per verificare la presenza di acqua e lo stato del cappuccio
• l’impiego giornaliero di manodopera per il riempimento e la pulizia� non garantisce la sterilità dell’acqua
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Comparazione sistemi di abbeverazione
Sistema di abbeverazione automatica• assicura l’impiego di acqua sterile
per animali SPF
• riduzione di manodopera in stabulari con elevata densità animale
• assicura una costante disponibilità di acqua
• maggiore garanzia di igiene
• adatto per cani, conigli, ratti
• è un sistema sicuro perchécollegabile ad allarme
Sistema di abbeverazione con bottiglia•di controllare giornalmente il consumo di acqua •quando necessario di trattare gli animali con sostanze (solubili)•adatto per topi e cavie
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Impianto di condizionamento (I)
• L’impianto deve essere progettato in modo da:
─ garantire idonei valori di temperatura e umidità relativà, minimizzando le loro variazioni anche in funzione di un aumento dei carichi interni
─ garantire le condizioni richieste per la specie stabulata e l’attivitàsperimentale in corso
─ mantenere le variazioni dei set-points impostati entro limiti accettabili: ±1 grado per la temperatura, ± 15% per l’umidità relativa.
─ brevi e moderati cambiamenti sono ben tollerati dagli animali daesperimento
─ modifiche del set point dovrebbero essere sempre possibili per risolvere situazioni locali (cambio destinazione della stanza di stabulazione o del locale di sperimentazione) o emergenze.
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Impianto di condizionamento (II)
Concetto di aria come “barriera”• Filtri
- HEPA (High Efficiency Particulate Air) filter raccomandati in ingresso per locali di permanenza, aree procedurali, chirurgiche, breeding, ecc.
- IVC Systems
• Pressioni differenziali (importanti ma non decisive per evitare cross-contamination)
- Pressioni negative√ Quarantene, NHPs, agenti pericolosi, cattivi odori
- Pressioni positive
√ Locali di permanenza, aree procedurali e chirurgiche, stoccaggiomateriali puliti
- Criticità delle porte/accessi e loro contenimento
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Ventilazione
• Aria fresca a sufficienza e di elevata qualità• Contenere i livelli di odori, gas, agenti infettivi
• Rimozione del calore ed umidità eccessivi
• 15-20 ricambi/h • 8-10 ricambi per aree con bassa densità di popolazione
• IVCs: 60-80 ricambi/h
• Attenzione al rumore di macchine, condotte e anemostati
• Tavoli ventilati e cappe (possono fungere anche da sistemi da estrazione dell’aria)
• Protezione dai gas rilasciati dai sistemi di anestesia gassosa
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Esempi di posizionamento delle griglie di mandata e ripresa
Nota: l’accumulo di NH3 è considerato un indice indiretto di igiene ambientale; per il suo controllo nelle gabbie sono richiesti almeno 12 ricambi/h. Comunque ratti e topi sopportano livelli elevatissimi di NH3 e CO2
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Monitoraggio delle condizioni termo-igrometriche
• È opportuno gestire iI funzionamento dell’impianto di condizionamento e monitorare le condizioni ambientali dei locali con un sistema di controllo computerizzato che dialoga con le sonde di temperatura, umidità e pressione installate sul campo.
• Funzioni del sistema:- monitoraggio in continuo lo stato di funzionamento dell’impianto e le
condizioni ambientali di ogni locale.
- impostazione e modifica dei set-points e delle soglie di allarme
- notifica e gestione di tutti gli allarme o di anomalie che si possono verificare sull’impianto (dupline attivo la notte e durante i week-ends con reperibilità dei manutentori e del responsabile operativo).
- registrazione continua dei dati ambientali di ogni locale (database storico con copie di back-ups).
- controllo accensione/spegnimento luci stanze.
I dati devono deve essere visibili per il personale.
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Esempio di interfaccia grafica impianto di condizionamento
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Esempio interfaccia grafica stanza di stabulazione
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Display per visualizzazione parametri ambientali
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Programma di manutenzione impianti e utilities
• È consigliabile gestire il programma delle attività di manutenzione a computer per:
- pianificare il calendario delle attività in modo che il responsabile ne sia informato e possa programmare gli interventi sul campo informandone preventivamente tecnici e sperimentatori
- redigere i piani di intervento per i manutentori
- emissioni di reports associati all’adempimento delle scadenze associate alla manutenzione programmata.
• La frequenza degli interventi può essere definita in base all’esperienza e ai dati acquisiti (es. sostituzione filtri Hepa su HVAC).
• È fondamentale avere in magazzino un numero sufficiente di pezzi di ricambio per gli impianti e le utilities più critiche.
• Prevedere sistemi di back-up: UPS o gruppo elettrogeno.
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Formazione del personale
• Persone ben addestrate e motivate possono garantire una qualità di animal care e procedurale anche in facility che non siano pienamente soddisfacenti da un punto di vista di materiali e layout.
- motivazione
- job rotation
- organizzazione: ruoli definiti
- crescita grazie alla formazione
• Per personale “animal care” e utenti dello stabulario (ricercatori - tecnici) prevedere:- training iniziale (autorizzazione del badge per accesso)- formazione permanente
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Sicurezza e aspetti correlati
• Individuare i rischi e definire la valutazione del rischio nei progetti e nei protocolli in vivo:
- Coinvolgere il responsabile della sicurezza, il medico del lavoro ed i preposti nella valutazione dei rischi (da aggiornare periodicamente).
- LAA (respiratory protection): policy per DPIs
- Valutare anche i rischi derivanti da movimentazione dei carichi (es: sacchi di mangime e segatura)
- Visite mediche periodiche del personale (es. vaccinazioni, esami del sangue, spirometria ecc.)
- Uso di sistemi di recupero di gas anestetici (cappe a flusso, tavoli aspirati)
- Lista di agenti pericolosi in uso, disinfettanti, detergenti con schede di sicurezza a disposizione
- Uso di kit anti-spandimento in caso di sversamento di sostanze tossiche.
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LAA – Laboratory Animal Allergy
• Controlli medici indicano ~ 50% persone potenzialmente interessate
• Operatori asintomatici sensibilizzati (IgE +) possono sviluppareallergia sintomatica
• 20-50% di operatori di stabulario/tecnici riportano di sintomi respiratori e cutanei
• Circa ⅓ degli operatori di stabulario sviluppano sintomi che li portanoa dover essere allontanati
• LAA è uno dei maggiori disturbi e problemi di medicina del lavoro pergli operatori di stabulario.
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LAA – Laboratory Animal Allergy
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Cause di LAA
• LAA – legato a proteine allergeniche – Varie proteine coinvolte – Allergeni di ratti e topi causano la maggior parte delle affezioni
• Urine - la fonte maggiore – Età e sesso influenzano la composizione degli allergeni
• Studi clinici confermano che LAA aumenta con:
– Intensità dell’esposizione – Durata dell’esposizione– Attività che comportano l’handling di animali e gabbie – Attività che comportano il cambio di lettiere
• Le proteine associate con LAA di roditori da laboratorio possono essere identificate e monitorate (RUP: rat unine proteins – MUP: mouse urine proteins)
• Proteinuria – fonte maggiore
• Altre fonti – pelo, saliva
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Controllo e strategie di prevenzione della LAA
- Ventilazione dei locali: molto importante un efficiente ripresa dell’aria- Individually Ventilated Cages (IVCs)- Uso di Disposal Station con filtro Hepa e
pressione negativa- DPIs appropriati fino ai respiratori personali- Identificare attività a rischio- Monitorare il personale con visite periodiche- Test all’assunzione- Job Rotation
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Referenze bibligrafiche
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• The UFAW handbook on the care and management of laboratory and other research animals.
Robert Hubrecht and James Kirkwood.8th Edition. Wiley-Blackwell. 2010.
• EPFIA – Guide for the care and use of laboratory animals. 8th Edition. March 2011.
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Planimetria (I)
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• Aree funzionali– Locali di permanenza animali
• Quarantene• Locali di stabulazione a lungo termine
– Aree procedurali• Sale chirurgiche, DMPK, anestesie• Aree di trattamento e diagnostica, imaging, necropsy
– Aree di supporto• Aree di lavaggio, autoclave, magazzini, ecc.• Laboratori (Patologia Clinica)
– Altre aree• Corridoi, spogliatoi, receiving area, uffici, ecc
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Planimetria (II)
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• Corridoi– 1.80-2.40 mt di larghezza
– Superfici sanitizzabili (PCV, Resine) e angoli sanificabili
– Doppie porte se congiunzioni fra aree rumorose (es. cani, suini)
– Se possibile sistemi di abbeverazione, elettrici, ecc. dovrebbero essere accessibili dai corridoi senza entrare nelle animal room
– Non lasciare sistemi a parete danneggiabili dalla movimentazione di materiali pesanti
– Porte ad apertura/chiusura automatica
• Pavimenti e pareti– Impermeabilità
– Resistenza meccanica– Evitare soluzioni di continuità - Pavimenti lisci o antiscivolo
– Resistenti ad urine, fluidi biologici, acqua calda e agenti chimici
– Pendenze e drenaggio per large animals
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Planimetria (III)
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• Porte– Apribili verso i locali di stabulazione (safety)
– Airlock o precamere; porte interbloccate
– Visive con chiusure– Maniglie semplici
– Dimensioni adeguate al passaggio materiali di stabulazione
– Contenimento (insetti e roditori, pressioni)– Sistemi di apertura/chiusura automatica
– Key card control
– Porte v ivetro in aree particolari (NHP)
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