giornale energia pvbgroup giugno 2010

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Alberto Pacher: nel 2050 Trentino a zero emissioni Cinque anni di Conto Energia La “Supercentrale” Garda Power La Vallarsa si affida alle rinnovabili Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale 70% - CNS Trento Giugno 2010 - n. 2 Periodico di informazione del PVB Group PVB NEWS Dal Primiero la soluzione per l’autonomia energetica Green Valley

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Giornale Energia PVBGroup Giugno 2010

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Page 1: Giornale Energia PVBGroup Giugno 2010

Alberto Pacher: nel 2050 Trentino a zero emissioni

Cinque anni di Conto Energia

La “Supercentrale”

Garda Power

La Vallarsa si affida alle

rinnovabili

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ento

Giugno 2010 - n. 2Periodico di informazione del PVB Group

PVB NEWS

Dal Primiero la soluzione per l’autonomia energetica 

Green Valley

Page 2: Giornale Energia PVBGroup Giugno 2010

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Page 3: Giornale Energia PVBGroup Giugno 2010

GIUGNO 2010 - 3

UNA FASE NUOVA NELLA STORIA DI PETROLVILLA

di Sergio Bortolotti

La terza edizione del Petrolvilla Day del 18 giugno assume un significato speciale perché quest’anno cade la ricorrenza dei trent’anni di attività

dell’azienda. I motivi per festeggiare sono quindi più di uno e tutti importan-ti. Il Petrolvilla Day rappresenta innanzitutto un’occasione per incontrarsi e per approfondire le relazioni personali al di fuori dei ritmi e dell’ambiente di lavoro ma, da sempre, è anche un momento particolare in cui la dirigenza comunica al personale decisioni importanti per la vita dell’azienda.Nel 2002, il primo Petrolvilla Day ha salutato la nascita del Gruppo. Nel secondo Petrolvilla Day, nel 2004, l’introduzione di “Energia e Ambiente” accanto al logo “storico” di Petrolvilla, ha ufficializzato una svolta strategica verso la sostenibilità e l’attenzione all’ambiente. Anche per la terza edizione, quella che ci accingiamo a celebrare, le novi-tà non mancano. La prima per importanza è naturalmente il nuovo brand: l’introduzione di un unico marchio, uguale per tutte le aziende, apre infatti una fase nuova nella storia del Gruppo. È risaputo che negli ultimi tempi Pe-trolvilla ha rivolto la propria attenzione a settori diversi da quelli tradizionali, come la commercializzazione di nuovi prodotti energetici e la progettazione e realizzazione di impianti in Italia e all’estero. Nuove attività, quindi, e nuo-vi marchi. Il rischio era, da una parte, di ingenerare confusione nei clienti e, dall’altra, di non sfruttare compiutamente la forza di un nome che nel settore dell’energia è sinonimo di qualità, serietà e professionalità. Grazie invece al brand unico (la si-gla PVB) il cliente sa, senza possibilità di errore, di trovarsi di fronte ad un’azienda del Gruppo Petrol-villa, sia che si tratti di trading di prodotti energetici, di global service o della produzione di energia da fonti rinnovabili. Un secondo ordine di considerazioni riguarda il ruo-lo delle aziende nei confronti del nuovo marchio. Il Gruppo in trent’anni è cresciuto in dimensioni, in fatturato, in numero di dipendenti fino al raggiun-gimento di una soglia dimensionale che impone modalità operative più adeguate ai nuovi scenari globali. Queste condizio-ni hanno reso necessario un progetto di rilancio che ha coinvolto l’intera struttura a tutti i livelli: il risultato è un’immagine del Gruppo più forte e più coesa, anche se, in un primo momento, può sembrare che ciò vada a scapito delle singole aziende. Rinunciare dopo trent’anni a ragioni sociali che hanno fatto la storia di Petrolvilla, come Petrolvilla e Bortolotti, Energy Service e Trentino Energia, ammetto che non è facile; ma nella situazione attuale, che ci vede attivi su molteplici fronti, avere alle spalle un Gruppo forte non può che accrescere la solidità e la sicurezza delle stesse aziende, garantendo loro una maggiore penetrazione nei mercati. È una scommessa difficile quella che la dirigenza e il personale del Grup-po Petrolvilla si preparano ad affrontare, ma non è certo la prima: infatti, la lezione più importante che abbiamo appreso da questi primi trent’anni di attività è che non esiste sfida che non possa essere vinta con gli strumenti della professionalità, della serietà e dell’impegno. Ciò che mi incoraggia è il pensiero che sempre, anche nei momenti più difficili, posso contare sulla forza e sulla volontà di quanti ogni giorno si impegnano con il proprio lavoro per far crescere il Gruppo Petrolvilla e che, in questo come in altri momenti, non hanno mai fatto mancare il loro ap-poggio e la loro fiducia. n

Entro il 2050 un Trentino a zero emissioni ........ 4

Green valley: l’autonomia energetica ............... 6

Alto Adige: una roadmap per le rinnovabili ...... 8

Finest promuove sviluppo nell’est Europa ........ 9

Fotovoltaico: cinque anni di conto energia ..... 10

Garda Power: la “supercentrale” di Garda Cartiere e dell’AGS di Riva............... 14

El.Ma.: puntiamo al sole e all’idrogeno .......... 16

Un tuffo nel risparmio energetico ................... 18

In Vallarsa tira aria di rinnovabile ................... 19

RUbRIchE

NoVITà NoRMATIVE Per la forza motrice un’accisa ridotta del 30% .............................. 20

IDEE Un libro sull’Azienda Elettrica di Primiero ...... 21

SoSTENIbIlITà a cura del Consozio Habitech.......................... 22

Rivista trimestrale della Finenergy Spa Via Ernesto Sestan, 3 - TrentoRedazione: Via Ernesto Sestan, 3

Direttore: Sergio bortolotti

Direttore responsabile: Mauro Marcantoni

Coordinamento generale: Maria Liana Dinacci

Responsabile di redazione: Alberto Tomasi

Responsabile scientifico: Lorenzo Strauss

Comitato di redazione: Daniele bortolotti, Mauro Dossi, Danilo Fenner, Francesca Garbari, Luca Maurina

layout grafico: Gianfranco Rizzoli

Stampa: Tipolitografia Effe & Erre - Trento

Registrazione tribunale di Trento: n° 1149 del 26/11/2002

IN qUESTO NUMERO

PVb NEWS

Sergio Bortolotti

Editoriale

Page 4: Giornale Energia PVBGroup Giugno 2010

4 - GIUGNO 2010

ENTRO IL 2050 UN TRENTINO A zERO EMISSIONINel programma della Provincia certificazione energetica e ferrovia

Mauro Marcantoni

“L’obiettivo è ridurre del 30

per cento entro il 2030

le emissioni di gas clima alteranti

rispetto al 1990 e azzerarle entro

il 2050, quando il Trentino avrà

raggiunto l’autonomia energe-

tica”. Questo, secondo Alberto

Pacher, vicepresidente della Pro-

vincia autonoma di Trento e as-

sessore ai lavori pubblici, all’am-

biente e ai trasporti, il progetto

per un Trentino all’avanguardia

nella lotta contro l’inquinamento

e nella cultura della sostenibilità.

Un obiettivo troppo ambizioso?

No, almeno per Pacher: “L’Unio-

ne Europea ha imposto agli Sta-

ti membri una riduzione del 20

per cento delle emissioni entro

il 2020. Noi, che in tema di svi-

luppo ecosostenibile partiamo

da una posizione di vantaggio,

possiamo porci traguardi più

impegnativi”.

Assessore Pacher, quali sono

i progetti della Giunta provin-

ciale in tema di sostenibilità?

Le iniziative messe in campo

dalla Provincia sono moltepli-

ci, a cominciare dall’edilizia. È

risaputo che questo settore da

solo assorbe il 40 per cento dei

consumi energetici ed è respon-

sabile del 40 per cento delle

emissioni di gas clima-alteranti.

Il restante 60 per cento è dovuto

al traffico e all’industria. Interve-

nire sull’edilizia significa quindi

operare un’azione di contrasto

importante.

Avete preso specifici provve-

dimenti a questo riguardo?

L’ultimo in ordine di tempo è sta-

ta la presentazione l’aprile scor-

so del Protocollo Leed Italia: si

tratta della versione italiana del

sistema internazionale di certifi-

cazione energetica degli edifici

messa a punto dal Green Buil-

ding Council che ha sede presso

il distretto Habitech di Rovere-

to. Con Leed Italia in Trentino e

CasaClima a Bolzano la regione

Trentino Alto Adige si presenta

quindi come il più importante

centro a livello nazionale dei

processi di certificazione e di

sostenibilità ambientale.

Oltre a Leed Italia sono state

prese altre iniziative?

Di recente la Giunta ha approva-

to una delibera che stabilisce le

procedure per aumentare la clas-

se energetica degli edifici, anche

al di fuori dei protocolli Leed o

CasaClima. Faccio un esempio:

oggi la Classe B, che prescrive

una prestazione energetica di 60

kWh/m²a, è lo standard minimo,

nessuno può costruire al di sot-

to di questa soglia. Ma adottare

una certificazione B +, oppure A

o A + dà diritto a degli incentivi

di tipo volumetrico. E più la ca-

sa è sostenibile più saranno gli

incentivi.

Quindi puntare sulla sosteni-

bilità conviene?

Sì, all’ambiente ma anche

all’economia del territorio. Gra-

zie alla Green economy nascono

nuove imprese mentre altre si

riconvertono, con vantaggi per

l’occupazione. È un circolo vir-

tuoso: se aumenta la domanda

cresce anche la concorrenza,

i processi produttivi diventano

standard e vi è un maggiore

impiego di materiali sostenibili.

Il risultato è una diminuzione dei

costi che, a sua volta, spinge in

alto la domanda. Non è un caso

se rispetto al 2009 il prezzo dei

pannelli solari e fotovoltaici è

sceso del 20 per cento. Inoltre,

sempre lo scorso anno, delle

3400 domande di contributi

per la ristrutturazione della casa

presentate alla Provincia mol-

te riguardano il miglioramento

della classe energetica delle

abitazioni.

Quali ostacoli impediscono

una più ampia diffusione del-

la cultura della sostenibilità?

Al primo posto metterei una

certa lentezza nella concessio-

ne delle autorizzazioni da parte

Alberto Pacher vicepresidente della Provincia

autonoma di Trento

e assessore ai lavori pubblici,

all’ambiente e ai trasporti

Primo piano

Page 5: Giornale Energia PVBGroup Giugno 2010

GIUGNO 2010 - 5

dell’Ente pubblico, nonostante

gli sforzi fatti per rendere le pro-

cedure più rapide e più semplici.

Al secondo, la mancanza di in-

formazioni corrette sui tempi di

rientro per questi investimenti,

che non è più nel lungo periodo

ma nel medio e, in alcuni casi,

anche nel breve.

Passiamo agli altri due agenti

inquinanti, il trasporto e l’in-

dustria.

Per quanto riguarda il trasporto

privato i margini operativi della

Giunta sono piuttosto ridotti.

L’aiuto più grande ci viene dalla

tecnologia che produce motori

sempre più puliti: i veicoli euro 6

emettono una quantità di partico-

lato e di ossidi di azoto centinaia

di volte inferiore rispetto a quelli

euro 0. Inoltre, le automobili in

circolazione alimentate a gpl, a

metano oppure ibride sono sem-

pre più numerose.

E sul versante del trasporto

pubblico?

In questo caso la Giunta, in linea

con l’Unione Europea, punta de-

cisamente sul treno, in assoluto

il vettore con il minore impatto

ambientale. Il trasporto su rotaia

è destinato ad assumere sempre

maggiore importanza in Trentino.

Il disegno della rete ferroviaria

transeuropea, il cosiddetto TEN,

prevede infatti che il Corridoio 1

Berlino - Palermo attraversi la no-

stra regione passando dal Bren-

nero. Per quanto riguarda invece

la mobilità interna sta prenden-

do corpo Metroland, il progetto

di infrastrutturazione ferroviaria

della Provincia che sposterà una

quota considerevole del traffico

privato da ruota a rotaia.

E per quanto concerne l’in-

dustria?

Il settore dell’industria presenta

qualche problema in più. L’obiet-

tivo in questo caso è di sostitu-

ire le singole centrali termiche

con grandi sistemi di teleri-

scaldamento che permettano

un più rigoroso controllo sulle

emissioni. Per quanto riguarda

il capoluogo è in progetto la re-

alizzazione di un termovaloriz-

zatore per i rifiuti collegato ad

un sistema di teleriscaldamento

per la zona industriale di Spini

di Gardolo. n

Metroland è il progetto di infrastrutturazione ferroviaria della Provincia autonoma di Trento

L’edilizia è responsabile del 40% delle emissioni dei gas climalteranti, il restante 60% è dovuto al traffico e all’industria

Il Giornale dell’Energia

Page 6: Giornale Energia PVBGroup Giugno 2010

6 - GIUGNO 2010

Gren Valley è il progetto

messo a punto dall’Azien-

da Consorziale Servizi Munici-

palizzati di Primiero, società par-

tecipata da 13 Comuni, per fare

della valle la prima Oil Free Zone

di Italia: un’area completamente

indipendente dal petrolio sotto il

profilo energetico. Ciò significa

che in Primiero tutta l’energia

elettrica e parte di quella termica

vengono prodotte da fonte rinno-

vabile: da centrali idroelettriche

oppure da centrali a biomassa.

A breve è previsto che anche il

combustibile per i mezzi pub-

blici locali sia prodotto da fonte

rinnovabile.

L’impianto per produrre biome-

tano dai reflui zootecnici e dai

rifiuti umidi è infatti in fase di

start up ed è previsto che entri

in funzione entro la fine del 2010.

Di Green Valley, che si avvale del

supporto del Distretto Tecnolo-

gico Trentino-Habitech, abbiamo

parlato con Luciano Zeni, presi-

dente della ACSM e sostenitore

del progetto assieme alle istitu-

zioni locali.

Presidente Zeni, in cosa con-

siste Green Valley?

Il progetto Green Valley nasce

nel 2003/2004 per iniziativa

dell’ACSM di Primiero e del-

le Amministrazioni locali con

l’obiettivo, come già accaduto

ai primi del 1900, di utilizzare a

fini energetici le due grandi ri-

sorse naturali della valle: l’acqua

e il legno. La prima per produr-

re energia elettrica; la seconda

per produrre energia termica

che arriva agli utenti per mezzo

di tubazioni sotterranee. Grazie

al legno e all’acqua la Valle di

Primiero soddisfa il proprio fab-

bisogno energetico utilizzando

esclusivamente fonti rinnovabili

presenti sul territorio.

Cosa ha significato per l’AC-

SM entrare in possesso delle

centrali presenti sul territorio?

Innanzitutto passare da uno

sfruttamento ad un impiego

equilibrato delle risorse con una

La centrale di Caoria

GREEN VALLEY: DAL PRIMIERO LA SOLUzIONE PER L’AUTONOMIA ENERGETIcAIl progetto della ACSM per sfruttare l’acqua e il legno, le risorse del territorio

Alberto Tomasi

Trentino News

Page 7: Giornale Energia PVBGroup Giugno 2010

GIUGNO 2010 - 7

equa distribuzione dei proventi

alle comunità coinvolte. Da quan-

do è stata realizzata la prima

centrale proprio dalla ACSM nel

1902, il rapporto tra il Primiero

e gli impianti idroelettrici è sta-

to sempre molto stretto. Nel

2000, la possibilità di acquisire

le centrali Enel, a seguito di un

protocollo voluto dalla Provincia

autonoma di Trento, è stata vista

come il giusto risarcimento do-

po cinquant’anni di sfruttamen-

to da parte di terzi delle risorse

del territorio.

È stato facile il passaggio?

Il primo passo è stata la crea-

zione di una società per la ge-

stione degli impianti, la Primiero

Energia, partecipata da più di 90

comuni trentini. Successivamen-

te, un concambio azionario tra

Comuni del Primiero e gli altri

comuni trentini confinanti (Canal

San Bovo, Sagron Mis, Predazzo,

Sovramonte BL, Castello, Cinte

e Pive Tesino) ha permesso alla

ACSM di ottenere il pacchetto di

controllo della Primiero Energia.

Allo stesso tempo la rappresen-

tanza dei comuni del Primiero

nella compagine di ACSM è

passata da 6 a 13.

Attualmente quante sono le

centrali in forza al gruppo

ACSM?

ACSM controlla direttamente tre

importanti impianti idroelettrici e

altri quattro attraverso la Primiero

Energia. La produzione comples-

siva è di circa 400 milioni di kWh

annui tutti da fonte rinnovabile

certificata RECS. Ciò equivale a

un risparmio di 88 mila tonnel-

late equivalenti di petrolio non

bruciate e 270 mila tonnellate

Foto dall’alto del bacino della centrale di Zivertage nella valle di Primiero

Una veduta della Valle del Primiero e delle Pale di San Martino

di anidride carbonica risparmiate

all’ambiente. Una parte dell’ener-

gia prodotta, circa 40 milioni di

kWh, copre il fabbisogno ener-

getico della valle mentre il resto

è ceduto al mercato.

Con l’acqua si produce energia

elettrica e con il legno?

Il legno, la seconda grande ri-

sorsa del territorio, viene impie-

gato per alimentare gli impianti

a biomassa. L’ACSM gestisce

due centrali attraverso le socie-

tà controllate Ecotermica San

Martino S.p.A ed Ecotermica

Primiero S.p.A. L’impianto di San

Martino di Castrozza è attivo dal

2003 e produce energia termica

bruciando cippato di legno ver-

gine raccolto nel raggio di ca.

70 km dalla centrale. Le utenze

allacciate sono circa 250: tutti gli

alberghi e quasi tutte le abitazioni

hanno abbandonato le vecchie

caldaie con un risparmio di circa

2,5 milioni di litri di gasolio an-

nui. Questa, in pratica, è già una

porzione di territorio Oil Free. Il

secondo impianto è in corso di

realizzazione nel fondovalle e si

prevede che sarà completato

entro il 2012 con l’allacciamento

di tutti i comuni da Siror a Imer.

Si prevede che l’impianto di Pri-

miero eviterà di bruciare circa 3

milioni di litri di petrolio l’anno.

Torniamo al traffico. Green

Valley intende risolvere an-

che questo grave problema,

in che modo?

Quello della mobilità è un pro-

blema molto sentito nella Valle

di Primiero. Ogni anno il terri-

torio è interessato dall’afflusso

di circa un milione di presenze

turistiche che per spostarsi utiliz-

zano l’automobile oppure i mezzi

pubblici alimentati a gasolio. Il

progetto Green Valley prevede

due soluzioni complementari.

La prima consiste nel sostituire

i mezzi pubblici a gasolio con

altri alimentati a idrometano. La

seconda è l’intermodalità: chi ac-

cede alla valle di Primiero avrà la

possibilità di lasciare l’automobi-

le nel fondovalle e usufruire dei

trasporti pubblici a bassissimo

impatto ambientale.

Presidente Zeni, secondo lei

quale potrà essere un buon

modello di gestione dei beni

comuni in una logica di green

economy?

Penso ad un futuro nel quale

una local utility possa prosegui-

re nella “condivisione sociale”

del bene comune in maniera

organizzata. Una condivisione

che non può prescindere da un

centro decisionale che, rispon-

dendo alla comunità, garantisca

un uso del bene comune non

dissipativo e ne migliori la di-

sponibilità ed anche la qualità.

Insomma, una realtà che abbia

come obiettivo la propria valoriz-

zazione perseguita a favore della

Comunità e che metta a dispo-

sizione di questa le importanti

risorse generate affinché possa

essere protagonista del proprio

sviluppo. n

Il Giornale dell’Energia

Page 8: Giornale Energia PVBGroup Giugno 2010

8 - GIUGNO 2010

biomassa, energia idroelettrica,

risparmio energetico e idrogeno.

Forte rilevanza è riservata inoltre

ai temi trasversali della formazio-

ne e dell’educazione permanen-

te; del trasferimento del know

how e della tecnologia; della

politica della ricerca e dell’inno-

vazione a favore dell’utilizzo delle

energie rinnovabili. Il documento

prevede poi un ruolo attivo nello

sviluppo delle energie rinnovabili

e della sostenibilità sia svolto dai

comuni e dai consorzi.

L‘assessore provinciale Sabina

Kasslatter Mur ha lodato “la

grande disponibilità a collaborare

di tutti i partecipanti alla stesura

della roadmap, perchè proprio

nel settore della ricerca e indi-

spensabile mettere in rete le

conoscenze. Ora, nell‘interesse

di tutti - ha concluso Kasslatter

Mur - il documento non deve

finire in un cassetto: dobbiamo

lavorare assieme per concretiz-

zare le strategie indicate“. n

La Provincia autonoma di Bol-

zano si è dotata di una ro-admap per le energie rinnovabili.

Il documento, messo a punto

dalla Ripartizione del diritto al-

lo studio, dell’università e della

ricerca scientifica, rientra nel

Piano pluriennale per la ricerca

e l’innovazione in Alto Adige ed

è il frutto di una equipe di esperti

I campi tematici della roadmap sono

quattro: biomassa, idroelettrico,

risparmio energetico ed eolico

ALTO ADIGE: UNA ROADMAP PER LE RINNOVAbILIUna mappatura di tutte le iniziative della provincia

Cinzia Zeni

nei campi dell’economia, dello

sviluppo e della formazione.

La necessità di una roadmap si

spiega in base alla considerazio-

ne che in Alto Adige le iniziative

in questo campo sono numero-

se e riferibili a diversi soggetti.

Secondo dati del Gestore dei

Servizi Energetici, il Trentino Al-

to Adige, con il 16,1 per cento,

si colloca al secondo posto fra

le regioni italiane per quantità di

energia prodotta da fonte rinno-

vabile, alle spalle della Lombar-

dia. Scopo quindi della roadmap

è di promuovere la cooperazione

e la collaborazione tra i diversi

soggetti per definire una strate-

gia comune a lungo termine, in

linea, peraltro, con lo slogan del

progetto: “dare forma al futuro

si può e si deve!”. Il primo passo

è quindi la mappatura completa

delle attività di enti di ricerca,

università, istituzioni ed imprese.

Quattro sono i campi tematici nel

campo delle energie rinnovabili:

Alto Adige News

Page 9: Giornale Energia PVBGroup Giugno 2010

GIUGNO 2010 - 9

FINEST PROMUOVE SVILUPPO NELL’EST EUROPATra i progetti finanziati le centrali Petrolvilla in Bulgaria

Maria Liana Dinacci

Finest, assieme alla sorella

maggiore Simest, nasce nel

1989, all’indomani del crollo del

muro di Berlino. I rappresentanti

governativi del Triveneto intuiro-

no che la caduta della cortina di

ferro avrebbe aperto nuove e

importanti vie di sbocco verso

est per le imprese italiane, so-

prattutto per quelle delle regioni

frontaliere: Friuli Venezia Giulia,

Veneto e Trentino Alto Adige. In

questa prospettiva, per favorire

forme di collaborazione com-

merciale e industriale verso i

paesi appartenenti all’ex blocco

sovietico, Finest è istituita con

la legge statale n. 19 del 1991.

Della compagine societaria fan-

no oggi parte Friulia S.p.A, la

finanziaria della Regione Friuli

Venezia Giulia, la Regione Ve-

neto, la Provincia autonoma di

Trento e alcuni istituti di credito

locali. Sul ruolo svolto finora dalla

finanziaria e sui futuri programmi

ne abbiamo parlato con Fulvio

Beltrame, amministratore dele-

gato di Finest.

Dottor Beltrame, dai primi

anni ’90 il quadro geopoliti-

co europeo è profondamente

mutato. La mission di Finest

è ancora attuale?

Direi di sì. Anche se non più

area di confine, il Triveneto è co-

munque al centro di una nuova

Europa, che guarda verso Est.

Il ruolo di Finest è sempre lo

stesso: promuovere forme di

cooperazione tra i Paesi europei,

soprattutto tra quelli di recente

o prossimo ingresso.

Come opera in concreto Fi-

nest?

Finest partecipa ad iniziative

di joint venture con imprese,

soprattutto piccole e medie,

che hanno sede sociale o sede

operativa nel Triveneto e che

intendono investire nell’Europa

dell’Est. La durata massima del-

le partecipazioni è di otto anni e

non possono essere superiori

alla percentuale del 25% del

capitale. Anche se, alla presen-

za di determinate condizioni, tali

soglie possono essere superate.

L’intervento di Finest si esauri-

sce con il suo ingresso nel ca-

pitale di rischio della società?

No. Soprattutto negli ultimi anni

Finest partecipa più attivamente

alla vita della società, fornendo

ai soci meno strutturati, servizi

di consulenza sia in materia di

organizzazione manageriale sia

di riduzione dei rischi.

Quali sono le iniziative di mag-

giore soddisfazione?

Sicuramente la Petrolvilla Bul-

garia che sta realizzando nove

centrali idroelettriche sul fiume

Iskar in Bulgaria. Ma penso an-

che alla Brovedani, una piccola

multinazionale con sede in Friuli

che è riuscita ad ingegnerizza-

re il sistema di alimentazione

common rail dopo che la Bosch

vi aveva provato senza tuttavia

riuscirci. n

Triveneto News

Page 10: Giornale Energia PVBGroup Giugno 2010

10 - GIUGNO 2010

Cinque anni fa veniva pubblica-

to il decreto di incentivazione

dell’elettricità da fonte fotovoltaica,

fondata sul cosiddetto conto energia. Il meccanismo di sostegno si basa

infatti non più su un finanziamento

dell’investimento iniziale, ma premia

l’energia effettivamente generata, ri-

conoscendole una tariffa incentivante

per una durata ventennale.

Si possono oggi svolgere alcune

considerazioni e trarre le prime con-

clusioni sull’esito di questo provvedi-

mento. Non si può nascondere come

lo stesso, in un primo tempo, avesse

lasciato un certo sconcerto tra gli

addetti ai lavori, per la sproporzione

tra l’incentivo ed il valore corrente

del kilowattora elettrico: a detta di

molti, ciò determinava un mercato

esageratamente “drogato”.

La forte incentivazione introdotta, in-

vece, ha dato vigore ad un mercato

di produzione e di installazione, fino a

quel momento depresso o circoscrit-

to ad una nicchia poco significativa

(almeno in Italia). Il rilancio del settore

ha comportato una forte industria-

lizzazione nei processi produttivi e,

conseguentemente, un trend con-

solidato di riduzione dei prezzi, che

nell’arco di un quinquennio si sono

ridotti del 60% circa.

La veloce corsa al ribasso ha ampia-

mente superato la lenta e progressiva

riduzione degli incentivi (prevista dal

meccanismo di fade-out delle tariffe

incentivanti) rendendo appetibili, in

questo ultimo anno, anche le realiz-

zazioni di grosse centrali fotovoltaiche

con installazione a terra (i cosiddetti

impianti “non integrati”, intenzional-

mente più sfavoriti dal decreto, che

mirava invece a premiare i piccoli im-

pianti integrati architettonicamente).

L’allargamento del mercato ha fa-

vorito i processi di ottimizzazione,

innescando un processo virtuoso

tra riduzione dei costi e incremento

dei volumi. Si è così passati dai 60

MW installati sul territorio nazionale

nel 2007, ai 340 del 2008, fino ai 720

dello scorso anno, per un totale a fine

2009 di 1240 MW. La potenza media

degli impianti si è mantenuta attorno

ai 10 kW di picco, mentre solo l’8%

delle installazioni riguarda potenze

superiori ai 20 kWp.

Va detto che le caratteristiche geo-

grafiche e climatiche di cui gode il

“Paese del Sole” assicurano agli im-

pianti installati fino ad oggi la rispet-

tabile media di 1200 ore equivalenti

FOTOVOLTAIcO: cINqUE ANNI DI cONTO ENERGIAGrazie all’industrializzazione dei processi produttivi prezzi giù del 60%

Lorenzo Strauss(T.E.S.I. Engineering S.r.l.)

Per saperne di più

Page 11: Giornale Energia PVBGroup Giugno 2010

GIUGNO 2010 - 11

di funzionamento (un impianto da 1

kWp produce 1200 kWh annui): se

la latitudine favorisce leggermente

le installazioni nel Meridione, l’al-

titudine e la conseguente assenza

di attenuazioni della radiazione per

nebbie e foschie, oltre che la media

più bassa delle temperature, restitui-

scono interesse anche alle regioni di

fascia alpina.

Purtroppo le 1200 ore equivalenti

sono poca cosa se raffrontate con

le 8760 ore presenti in un anno: ne

consegue che la scarsa rilevanza del

fotovoltaico in termini di potenza

(circa il 2% rispetto al picco elettrico

nazionale) diviene ancora più delu-

dente se valutata in termini di ener-

gia (meno dello 0,5% del fabbisogno

elettrico annuo italiano).

Lo scambio sul posto

Ma proprio questa irrilevanza rispetto

ai flussi elettrici nazionali ha consen-

tito l’attivazione di quello strumento

indispensabile per la diffusione del

fotovoltaico che è lo scambio sul posto, ovvero quel meccanismo op-

portunamente disciplinato per cui la

rete nazionale ritira dagli impianti le

eccedenze di produzione rispetto agli

autoconsumi, per conguagliarli con

prelievi successivi: in tal modo il si-

stema elettrico nazionale viene utiliz-

zato “virtualmente” come un’enorme

serbatoio di elettricità.

Questa è una opportunità di non poco

valore, se si considera che per ogni

impianto rinnovabile non programma-

bile deve essere sempre disponibile

una corrispondente quota di potenza

in una centrale elettrica tradizionale,

in modo da assicurare in ogni situa-

zione la disponibilità di elettricità al

Paese. Va peraltro riconosciuto che

il settore fotovoltaico giova al bilan-

ciamento tra fonti e carichi, essen-

do questi ultimi prevalenti nelle ore

centrali della giornata, ovvero quelle

di massima insolazione e quindi di

generazione fotovoltaica.

Prestazioni energetiche

Lo sviluppo del settore fotovoltaico

ha comportato anche un perfeziona-

mento delle tecnologie ed un miglio-

ramento delle prestazioni energetiche

dei componenti. I produttori si sono

peraltro orientati ad ottimizzare la

producibilità elettrica per euro investi-

to, piuttosto che per metro quadrato

installato.

Ed anche il mercato si è giustamente

orientato a riferire i prezzi delle instal-

lazioni alla prestazione elettrica (kW

Il “Paese del Sole” assicura agli impianti una media di 1200 ore equivalenti di funzionamento

Distribuzione regionale Watt procapite nel 2009 (fonte: G.S.E.)

di picco), piuttosto che alla superficie

occupata.

Questa circostanza ha fatto passare

in secondo ordine la distinzione tra le

diverse tecnologie fotovoltaiche: film

sottile, monocristallina, policristallina.

A titolo puramente indicativo le instal-

lazioni nel 2009 nella nostra regione

hanno visto le tecnologie citate ap-

plicate in misura rispettivamente del

7%, 43 % e 50 %.

È piuttosto interessante notare come

molti produttori stiano ritenendo più

opportuno concentrare la propria at-

tenzione sullo sviluppo di pannelli in

grado di mantenere l’efficienza nel

tempo, piuttosto che inseguire rese

specifiche straordinarie: il decadimen-

to di resa dopo 25 anni di esercizio,

tipicamente dichiarato del 20%, si

può oggi trovare ridotto al 17%, e si

punta direttamente al 15%.

Il Giornale dell’Energia

Page 12: Giornale Energia PVBGroup Giugno 2010

12 - GIUGNO 2010

Pratiche autorizzative

Uno degli aspetti relativamente com-

plessi per attivare un impianto foto-

voltaico risiede nell’istituzione della

pratica autorizzativa, che consta di

due fasi. La fase pre-autorizzativa è

piuttosto snella: per impianti su edi-

fici in zone non di tutela, è richiesta

generalmente una DIA a 0 giorni nella

Provincia autonoma di Trento, e una

semplice comunicazione al Sindaco

nel resto d’Italia. Per impianti a terra

potenze oltre 20 kW l’iter trentino

prevede uno screening ambientale,

mentre nel resto del paese è spesso

sufficiente il meccanismo dell’”au-

torizzazione unica” fino a 1000 kW.

Per quanto riguarda la fase post-au-

torizzativa, i tempi di risposta sulle

pratiche di conto energia non sono

del tutto definiti, lasciando ampi mar-

gini di incertezza e facendo slittare i

primi pagamenti, in media, a sei mesi

dall’entrata in esercizio dell’impianto.

Il mercato fotovoltaico

Pur condizionate da strumenti di in-

centivazione e da disposizioni norma-

tive, le inesorabili leggi della domanda

e dell’offerta hanno configurato un

mercato estremamente battagliato,

sul quale risultano vincenti installatori

specializzati che riescono a conclude-

re accordi di fornitura programmata

con i produttori dei moduli.

I tempi di consegna si sono dimo-

strati molto variabili ed, in generale,

sensibili ad una domanda che si di-

mostra più consistente nel secondo

semestre dell’anno solare. Recen-

temente alcuni componenti hanno

raggiunto tempi di consegna prossimi

ai sei mesi.

Allacciamento

Nonostante l’iter di allacciamento sia

piuttosto articolato, il meccanismo

si è a poco a poco perfezionato ed

oliato, ed oggi si sviluppa in modo

regolare, con poche eccezioni circo-

scritte ad impianti di grande potenza.

Persistono alcune criticità legate alla

localizzazione dei gruppi di misura,

I pannelli di silicio sono alla base della tecnologia

di produzione elettrica del fotovoltaico

Per saperne di più

Page 13: Giornale Energia PVBGroup Giugno 2010

GIUGNO 2010 - 13

non senza la necessità di procedere

ad una mediazione con l’ente distri-

butore, dovendosi trovare un compro-

messo tra le esigenze di accesso per

le letture e la vicinanza all’impianto

di produzione.

Non mancano controversie di ca-

rattere normativo, quali il preteso

obbligo, in taluni casi, di installazio-

ne di trasformatori d’isolamento, in

conformità alle istruzioni tecniche di

connessione, ma di importanza tec-

nica più che dubbia: si attende che

la questione venga normata chiara-

mente entro l’anno.

Installazione

Le criticità di installazione sono di

norma concentrate sull’ancoraggio

e sulle interferenze con la copertura:

fissaggi, staffaggi, zavorre, ripristini

delle impermeabilizzazioni. Inoltre le

installazioni in copertura comportano

spesso l’impiego di materiali metallici

diversi, il cui collegamento può gene-

rare effetti elettrochimici di corrosio-

ne, laddove non vengano interposti

giunti appropriati per fronteggiare il

diverso potenziale elettrochimico de-

gli elementi. Questi aspetti richiedono

un’attenzione particolare, sia in sede

progettuale, che in fase esecutiva.

Per installazioni a quote superiori ai

1000 m slm, un’insidia da tenere ben

presente è rappresentata anche dal

carico di neve, rispetto al quale non

tutti i costruttori forniscono istruzioni

specifiche, precise e opportunamen-

te circostanziate.

Un aspetto pratico da tenere in con-

siderazione risiede infine nelle ombre

riportate sulle superfici captanti a

causa di elementi sporgenti, tipica-

mente camini; queste situazioni van-

no valutate con attenzione, sia nella

localizzazione del campo solare, sia

nella definizione delle stringhe di ele-

menti fotovoltaici (con inseguitori di

potenza associati negli inverter), per

evitare di ridurre pesantemente le ore

equivalenti di generazione elettrica.

Conduzione

Alcuni aspetti destinati ad emergere

nell’immediato futuro interessano la

conduzione degli impianti, vale a dire

il controllo della loro resa effettiva e

la loro manutenzione: dalla pulizia dei

moduli, al controllo degli scaricatori,

al monitoraggio degli inverter.

Sotto il profilo degli adempimenti

amministrativi emerge la necessità,

per i produttori con impianti sopra i

20kW, di gestire ed aggiornare le pra-

tiche con l’Ufficio Tecnico di Finanza

(UTF), tenendo presente che l’errata

o omessa dichiarazione annuale com-

porta la sospensione del contributo

in conto energia.

La gestione delle pratiche UTF non

è particolarmente snella in quanto

presuppone, oltre alla denuncia di

officina, la tenuta dei registri delle mi-

sure e il loro aggiornamento ogni 10

giorni, lo svolgimento del calcolo ed il

pagamento annuale delle addizionali

sugli autoconsumi, e la compilazio-

ne e trasmissione telematica della

dichiarazione annuale sui consumi.

Anche la verifica dei movimenti eco-

nomici risulta piuttosto complessa, in

particolare per il nuovo scambio sul

posto: si è passati da un regime di

conguaglio energetico ad uno di con-

guaglio economico, che tiene conto

delle fasce orarie di ritiro e vendita

e valorizza in modo diverso l’energia

ceduta e prelevata. La corretta lettura

e l’interpretazione di un resoconto di

scambio sul posto risultano conse-

guentemente complessi e, quanto-

meno, non immediati.

Conclusioni

Questa rapida carrellata sui diversi

aspetti coinvolti dalla tecnologia foto-

voltaica, ci restituisce un’esperienza

quinquennale densa di progressi e

di spunti innovativi. Essa rappresen-

ta sicuramente un’ottima base per

proseguire e mettere a frutto quanto

sperimentato.

Ma, ancora una volta, emerge una

civiltà abile nello sviluppare la ricerca

tecnologica più avanzata, ma ancora

più abile nel dotarsi di procedimenti

burocratici nei cui meandri è talvol-

ta fin troppo facile smarrirsi. Speria-

mo che il futuro sappia affiancare al

progresso tecnico una conveniente

semplificazione burocratica. n

Il Giornale dell’Energia

Page 14: Giornale Energia PVBGroup Giugno 2010

14 - GIUGNO 2010

Dott. Migliorini e dott. Moser,

ci potete spiegare com’ è nata

l’iniziativa?

L’occasione si è presentata quan-

do le Cartiere del Garda hanno

deciso di sostituire la vecchia

centrale di cogenerazione. A

quel punto A.G.S. ha avanzato

la proposta di realizzare un uni-

co impianto capace non solo di

coprire il fabbisogno energetico

dell’azienda ma anche di alimen-

tare una rete di teleriscaldamen-

to per Riva del Garda e i dintorni.

Lo stabilimento delle Cartiere,

infatti, si trova nel mezzo di una

zona fortemente antropizzata e

molto delicata sotto il profilo pa-

esaggistico: di qui la necessità di

ridurre al minimo l’impatto am-

bientale. Si pensi che solo per il

piano di sonizzazione sono stati

spesi nove milioni di euro. Per

A.G.S., invece, la posizione cen-

trale della cartiera era la condizio-

ne ideale per la realizzazione di

GARDA POWER: LA “SUPERcENTRALE” DI GARDA cARTIERE E DELL’AGS DI RIVADall’impianto a cogenerazione vapore ed energia termica per il teleriscaldamento

Alberto Tomasi

A fianco, il sistema per il

recupero fumi

Da oltre un anno funziona a pieno regime la

Centrale di cogenerazione a ciclo combinato

ad alto rendimento Alto Garda Power. Un impian-

to all’avanguardia che fornisce energia termica ed

elettrica allo stabilimento Cartiere del Garda, all’ex

municipalizzata Alto Garda Servizi e alla rete di tele-

riscaldamento di A.G.S.T. Inoltre la parte di energia

elettrica in surplus è ceduta alla rete nazionale.

Il progetto, nato per iniziativa di Cartiere del Garda

e di A.G.S., l’azienda multiservizi del centro riva-

no, ha portato alla costituzione nel 2006 della AG

Power S.r.l., società partecipata per l’80 per cento

da Garda Cartiere e per il 20 per cento dalla A.G.S.

L’investimento, in parte supportato dalla Provincia

autonoma di Trento, supera i 53 milioni di Euro. Ne

abbiamo parlato con Floriano Migliorini e Ruggero

Moser, rispettivamente Presidente e Amministra-

tore Delegato di A.G.S.

Attualità

Page 15: Giornale Energia PVBGroup Giugno 2010

GIUGNO 2010 - 15

un impianto di teleriscaldamento

che, come risaputo, richiede la

presenza di una grande industria

che funzioni da “pozzo di calore”.

È stato facile trovare un ac-

cordo con la proprietà dell’a-

zienda?

Sì, nelle Cartiere del Garda ab-

biamo trovato un partner che

condivide i nostri stessi principi

verso un impiego attento delle

risorse e la salvaguardia dell’am-

biente. Tutto si è svolto quindi

abbastanza velocemente: nel

2006 è stato presentato il pro-

getto di fattibilità, nella primavera

2007 sono partiti i lavori per la

Centrale e all’inizio del 2009 vi

è stato il suo avviamento inte-

grale. Il progetto per la rete di

teleriscaldamento è partito nel

giugno del 2007, preceduto da

un’intensa campagna di informa-

zione verso la popolazione e le

associazioni di categoria. Nell’ot-

tobre 2008 abbiamo allacciato il

primo cliente alla rete.

Ci potete spiegare in sintesi il

funzionamento della centrale

della Alto Garda Power?

Più che di una Centrale si tratta

di una piattaforma energetica.

Il cuore è rappresentato da una

turbina a gas alimentata a meta-

no in alta pressione che produce

energia elettrica. Questa turbina

è collegata ad un generatore

di vapore che recupera l’ener-

gia termica dei fumi di scarico

della turbina a gas e produce

vapore a bassa pressione per la

Cartiera, acqua calda per il tele-

riscaldamento e vapore ad alta

pressione che alimenta una tur-

bina a vapore. A sua volta questa

turbina, come succede nei cicli

combinati, produce energia elet-

trica e vapore a bassa pressione.

Quali sono i vantaggi per

quanto riguarda il risparmio

energetico?

Grazie alla centrale a cogenera-

zione il risparmio di gas metano

e di combustibili non bruciati è

pari a 40 mila tonnellate di pe-

trolio equivalenti (TEP), con una

riduzione del 50 per cento circa

delle perdite del processo di

produzione energetica.

E per quanto riguarda l’am-

biente?

Grazie all’elevata efficienza e ai

minori consumi, il nuovo impian-

to taglia in maniera significativa

le emissioni di gas serra. Basti

pensare che rispetto alla vecchia

centrale le emissioni di monos-

sido di carbonio e di ossido di

azoto si sono ridotte di oltre il

50 per cento.

Parliamo di teleriscaldamento:

quanti sono gli utenti allacciati

e quali sono i vantaggi in ter-

mini di risparmio energetico e

di tutela dell’ambiente?

A Riva del Garda gli utenti allac-

ciati sono 122: il 36 per cento è

rappresentato da strutture turisti-

che, il 56 per cento da abitazioni

private e condomini e l’8 per cen-

to da edifici pubblici. Per quanto

riguarda il risparmio energetico, il

teleriscaldamento comporta una

sensibile riduzione di consumo di

gas metano e, di conseguenza,

un taglio alle emissioni di CO2.

Alto Garda Servizi è un’azien-

da metà pubblica e metà pri-

vata: è difficile mantenere

l’equilibrio?

Il capitale sociale della Alto Gar-

da Power è pubblico per il 56 per

cento e privato per il 44 per cen-

to: ciò significa che in ogni deci-

sione si devono tener presenti

tutte le componenti dell’aziona-

riato. Ciò nonostante A.G.S. con-

serva nel proprio DNA una par-

ticolare attenzione allo sviluppo

e al benessere della collettività.

Nella posa del teleriscaldamento,

ad esempio, abbiamo sistema-

to cavidotti, predisposto per la

fibra ottica e sostituito tubazioni

idriche: tutti interventi di com-

petenza dell’ente pubblico che

abbiamo eseguito assumendoci

l’onere dei costi.

Quali sono le prospettive per

il futuro di AGS?

Il prossimo obiettivo è di por-

tare il teleriscaldamento anche

nel comune di Arco. La Centrale

AG Power può tranquillamente

soddisfare la domanda di calore

mentre i materiali utilizzati garan-

tiscono la temperatura dell’ac-

qua per gli oltre 13 chilometri di

distanza. Per quanto riguarda gli

allacciamenti il numero è più o

meno quello di Riva, con qualche

albergo in meno e qualche strut-

tura pubblica in più, tra queste la

più importante è l’ospedale. n

Silenziatori e prese d’aria della centrale a cogenerazione

Il collegamento elettrico con Cartiere del Garda

Il Giornale dell’Energia

Page 16: Giornale Energia PVBGroup Giugno 2010

16 - GIUGNO 2010

El.Ma, Electronic Machining, con

sede a Riva del Garda, nasce nei

primi anni novanta per iniziativa di

Massimo Luminari, ingegnere nucle-

are. Il core business è la progettazio-

ne, la costruzione e l’installazione di

macchine speciali per l’assemblaggio

automatizzato di componenti industria-

li nel settore idrotermosanitario. Tra i

clienti figurano Enel, Cartiere Pigna

e Whirlpool.

Fin dal primo momento l’azienda ma-

nifesta un forte interesse per il settore

dell’energia pulita. “Lo sviluppo della

tecnologia applicata alle fonti rinno-

vabili – spiega Luminari, General Ma-

nager di El.Ma – “è nata come attività

collaterale, sostenuta dalla passione

per la ricerca. Nel tempo ha acquisito

sempre più importanza, anche in ter-

mini di bilancio”.

Iscritta fin dal 1993 all’albo dei labora-

tori qualificati del Miur, El.Ma investe

nella ricerca il trenta, quaranta per

cento del fatturato: “Ricerca per con-

to nostro e per conto terzi – precisa

Luminari – verso qualunque tecnologia

ci venga proposta senza però mai per-

dere di vista la competitività”. I settori

privilegiati sono quelli dei componenti

medicali e delle macchine per lavora-

zioni con tecnologie non convenzio-

nali, come il laser.

Il primo progetto riguardante l’idro-

geno è del 1997: “Anche se allora si

faceva solo qualche esperimento con

le prime celle a combustibile”, minimiz-

za Luminari. La prima esperienza im-

portante in questo campo è un lavoro

commissionato dall’Ansaldo, in colla-

borazione con la statunitense ONSI/

IFC, per l’esecuzione di un program-

ma di riduzione dei costi degli stack

di celle a acido fosforico. Da allora

El.Ma non ha smesso di crescere in

termini di know how e attualmente si

occupa soprattutto della produzione di

idrogeno da fonti rinnovabili: ”L’85%

dell’idrogeno è prodotto in raffineria

per mezzo di combustibili fossili –

spiega l’amministratore delegato di

di Maria Liana Dinacci

Il microgeneratore eolico Airdolphin

PUNTIAMO AL SOLE E ALL’IDROGENOAll’El.Ma di Riva solo ricerca e tecnologie all’avanguardia

Attualità

Page 17: Giornale Energia PVBGroup Giugno 2010

GIUGNO 2010 - 17

El.Ma – e, in prospettiva, l’impianto di

Isera rappresenta una valida soluzione

a questo problema”.

Grazie all’intuito di Massimo Luminari

la El.Ma affronta con un po’ di tran-

quillità il periodo di recessione degli

ultimi anni. “Quando la crisi ha colpito

il settore dei beni strumentali – spiega

l’amministratore delegato – e tutti si

sono riversati sulle fonti rinnovabili, noi

in questa tecnologia potevamo vantare

già parecchia esperienza”.

Fra le cinque rinnovabili la scelta cade

sul solare e l’eolico: “Il geotermico

forse più avanti”, si lascia sfuggire Lu-

minari che subito indica in quella do-

mestica la dimen-

sione operativa di

El.Ma, “il modello

è l’unità abitativa

di due-tre persone

per una superficie

di 100 mq con un

fabbisogno ener-

getico in termini

di energia elettri-

ca di1000 kWh

annui”.

Riguardo al solare

l’azienda sta svi-

luppando la tec-

nologia dei concentratori parabolici:

“Premesso che si tratta di sistemi

pensati per la casa e quindi dimensio-

nati sul kWh – continua il GM di El.Ma

– questa tecnologia presenta almeno

tre vantaggi: innanzitutto impiega celle

di rendimento doppio rispetto a quelle

normali e quindi, a parità di potenza

installata, la superficie dei pannelli si

riduce della metà; in secondo luogo

non impiega silicio ma materiali al-

ternativi ai semi conduttori: plastica

Massimo Luminari e un pannello fotovoltaico a concentrazione. Sotto, il campo fotovoltaico per l’impianto di idrogeno a Isera

L’IDROGENO TRA I FILARI DI MARzEMINO

Nell’impianto sperimentale di Isera, realizzato dalla El.ma di Riva

del Garda e finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, la pro-

duzione di idrogeno avviene in due differenti modi: per dissociazione

elettrolitica o per catalisi di una soluzione di acqua e di sodioboroidruro.

Due tecnologie complementari, ciascuna con i suoi pro e contro. Nel

primo caso, grazie all’energia elettrica fornita dai pannelli fotovoltaici, il

gas è generato per elettrolisi dell’acqua ed è stoccato in serbatoi dalla

capacità di un metro cubo alla pressione di massima di 35 bar. Nel se-

condo, il sodioboroidruro alla presenza di un catalizzatore reagisce con

l’acqua e rilascia l’idrogeno in esso contenuto a cui si aggiunge quello

fornito dall’acqua. L’idrogeno è prodotto alla pressione atmosferica e

alla temperatura ambiente, non deve essere depurato e non richiede

l’intervento di energia elettrica. Rispetto al processo precedente il rap-

porto nei consumi è di 20 kW a 1. Si tratta di una tecnologia affidabile,

in grado di garantire continuità nella produzione di energia elettrica e

quindi utilizzata soprattutto negli ospedali in caso di black out. Il contro

è dato dall’alto costo dell’idruro alla base del processo elettrochimico.

Nell’impianto di Isera sono messe a confronto anche due diverse tecno-

logie di celle a combustibile, o fuel

cell, che servono per produrre l’e-

nergia elettrica. Una cella è di tipo

alcalino con elettrolita liquido (AFC),

ha un rendimento e un’affidabilità

più elevati ed è più indicata per la

produzione stazionaria di energia.

La seconda è a membrana polime-

rica con elettrolita solido (PEM). Il

rendimento è inferiore, ma ha il

vantaggio di essere più compatta

e quindi più adatta per essere uti-

lizzata nei trasporti. n

o materiali metallici riflettenti come

l’alluminio o semplicemente il vetro;

infine, grazie alla cogenerazione, ol-

tre l’energia elettrica produce acqua

calda sanitaria senza nessun costo

aggiuntivo.”

Per quanto concerne l’eolico l’azienda

rivana ha stretto un rapporto di part-

nership con i giapponesi della Zephir

Corporation, azienda leader mondiale

nel settore, per la commercializzazione

del microgeneratore eolico Airdolphin,

progettato anch‘esso per l’ambito do-

mestico. Le principali caratteristiche

della microturbina, che eroga senza

interruzione fino a 4 kW di potenza

elettrica, sono la possibilità di operare

in diverse condizioni meteorologiche,

le dimensioni estremamente ridotte e

la totale assenza di rumore grazie ad

un apposito sistema che imita i profili

alari degli uccelli rapaci. n

Il Giornale dell’Energia

Page 18: Giornale Energia PVBGroup Giugno 2010

18 - GIUGNO 2010

Sport Management nasce a Vero-

na a metà degli anni Ottanta per

iniziativa di un gruppo di professio-

nisti uniti dalla passione per il nuoto

e per gli sport acquatici in generale.

Nel core business della società infatti

non vi è solo la progettazione, la re-

alizzazione e la gestione di impianti

natatori, compresa la formazione del

personale, ma anche l’organizzazio-

ne di manifestazioni e di eventi per

promuovere la pratica sportiva. Sport

Management sotto la guida del prof.

Sergio Tosi (nella foto), presidente e

amministratore, cresce nel tempo e

la professionalità unita alla qualità dei

servizi offerti rendono la società in

breve tempo un punto di riferimento

consumi di energia elettrica, gas me-

tano ed acqua.

Il primo risultato è stata l’installazio-

ne nel dicembre 2008 presso il Cen-

to Sportivo Al Bione di Lecco di un

impianto di cogenerazione in grado

di garantire la piena funzionalità degli

impianti tecnologici dell’intera area

con un risparmio annuo di circa il 30%

dei consumi. In questo progetto il cuo-

re dell’impianto è rappresentato da

un cogeneratore Ecogen di 90 kW di

potenza elettrica e 170 kW di potenza

termica, con un rendimento termico

pari al 58,63% ed un rendimento elet-

trico pari al 31,04%.

Per rimanere in tema di energia, forni-

tore esclusivo di gas metano per tutti

i diciotto centri natatori di Sport Mana-

gement è la Trentino Energia del Pe-

trolvilla Group Energia e Ambiente. n

sia nei confronti delle amministrazioni

pubbliche che delle numerose federa-

zioni sportive con cui è affiliata (Coni,

Associazione Sportiva Confindustria,

SIMIS, Federnuoto, Federcalcio, Fe-

dertennis, Federvolley, Federazione

Italiana Pesi e Cultura Fisica).

Sport Management gestisce attual-

mente sedici centri sportivi diffusi nel

Nord-Est, in Lombardia, Emilia Roma-

gna e Marche; gli iscritti sono oltre

25.000, 1.000 sono gli atleti tesserati

per le Federazioni Sportive Nazionali,

60 i dipendenti e 800 i collaboratori. Il

fatturato nel 2009 ha raggiunto i 15 mi-

lioni di euro che si prevede saliranno a

18 nel 2010. La società conta inoltre di

portare il numero degli impianti gestiti

a 20 entro il 2011 e a 24 entro il 2013.

Nell’ultimo biennio Sport Manage-

ment ha dedicato una particolare at-

tenzione verso il risparmio energetico

e la tutela dell’ambiente, intesi come

elementi decisivi per determinare la

qualità dei servizi offerti. In questa

prospettiva all’interno dell’azienda

è stato costituito un apposito team

con il compito esclusivo di proget-

tare soluzioni a basso impatto che,

pur garantendo la massima resa,

consentano il contenimento dei

UN TUFFO NEL RISPARMIO ENERGETIcOSport management gestisce sedici centri sportivi e fattura quindici milioni di euro

Attualità

Page 19: Giornale Energia PVBGroup Giugno 2010

GIUGNO 2010 - 19

La Vallarsa affida le proprie spe-

ranze al vento. In questi giorni il

personale del Comune sta installan-

do i primi anemometri per verificare

se il progetto per sfruttare l’energia

eolica della valle sia fattibile o meno.

Il vento, infatti, sarebbe la soluzione

“verde” per risolvere almeno in parte

il problema energetico di un territorio

non toccato dal processo di metanizza-

zione e che, per il proprio fabbisogno,

utilizza per lo più combustibili fossili.

“I progetti sono due, paralleli e distin-

ti – spiega Geremia Gios (nella foto

in alto), sindaco di Vallarsa che dalle

recenti elezioni ha ricevuto la riconfer-

ma per il terzo mandato consecutivo

– il primo consiste in un impianto di

due pale di grande eolico al Pian delle

Fugazze e il secondo in più impianti di

minieolico sparsi per la valle, da Alba-

redo a Obra, passando per Foppiano”.

Sindaco Gios, perché la scelta è

caduta proprio sull’eolico?

Prima di tutto tra le rinnovabili l’eolico

è quella più promettente in termini di

rendimento energetico. Poi, il costo

economico di un kW è il più basso

rispetto a tutte le altre fonti.

Perché due tipi di impianti?

Perché rispondono a due diversi sco-

pi: il grande eolico serve soprattutto

come fonte di reddito per il comune,

mentre il minieolico è a vantaggio della

popolazione. Ogni frazione dovrebbe

avere il suo impianto di minieolico che

svolgerebbe una funzione per così

dire condominiale.

In Vallarsa vi sono tre grandi im-

pianti idroelettrici con le rispettive

dighe, quella degli Speccheri, della

Busa e di San Colombano: ne viene

qualche vantaggio per la comunità?

L’unico vantaggio è dato dal pagamen-

to dell’Ici. Le prime due centrali sono

infatti proprietà della Azienda servizi

municipalizzati di Verona (AGSM) che

le ha realizzate negli anni ‘60, mentre

la terza è in comproprietà fra la AGSM

e la Dolomiti Energia.

Oltre all’eolico, avete altre iniziative

nel settore delle rinnovabili?

Nella frazione di Raossi stiamo realiz-

zando un impianto di riscaldamento a

cippato che entrerà in funzione entro

l’autunno e fornirà energia termica

alla scuola, al municipio, alla casa di

riposo, all’asilo, agli alloggi protetti e,

in prospettiva, anche ai privati. Il legno

è una delle nostre maggiori risorse: i

boschi del Comune producono ogni

anno 15 mila quintali di legna che

potenzialmente possono diventare

50 mila, mentre l’impianto con 3000

quintali produce il vapore necessario

per riscaldare gli edifici. n

A.T.

IN VALLARSA TIRA ARIA DI RINNOVAbILEAllo studio un progetto per impianti di mini eolico

Il bacino della diga degli Speccheri (Foto: Sergio Gios - Progettodighe)

Il Giornale dell’Energia

Page 20: Giornale Energia PVBGroup Giugno 2010

20 - GIUGNO 2010

Di recente l’Agenzia delle Doga-

ne ha emanato una circolare, la

5/D, che contiene importanti novità in

tema di agevolazioni nell’acquisto di

gasolio per forza motrice. Per avere

un quadro più chiaro della normativa

abbiamo interpellato l’ingegnere Ales-

sandro Migliorini, che svolge attività

di consulenza nel settore dell’energia.

Ing. Migliorini, quali le novità più

importanti della circolare 5/D?

La circolare 5/D, emanata dalla Agen-

zia delle Dogane il 12 marzo scorso,

PER LA FORzA MOTRIcE UN’AccISA RIDOTTA DEL 30% La tariffa agevolata sul gasolio estesa anche ai gatti delle nevi

stabilisce le procedure per acquistare

gasolio per produzione di forza motrice

con un’accisa ridotta di circa il 30%.

Si tratta di un provvedimento molto

atteso perché la precedente legge, il

Testo Unico delle Accise, prevedeva

l’agevolazione per la produzione di

forza motrice senza tuttavia stabilire

le procedure.

Precisamente a quanto ammonta

la riduzione?

L’agevolazione riguarda il 70% dell’ac-

cisa gravante sul petrolio che corri-

sponde esattamente a 29,61 centesi-

mi per litro. Si tratta di un’agevolazione

consistente, non paragonabile ad altre

in vigore sul gasolio ad uso trazione,

ad esempio la carbon tax dove la ridu-

zione si misura in millesimi.

Come si ottiene lo sconto sull’ac-

cisa?

La nuova circolare prevede che sui

mezzi sia installata un’apposita stru-

mentazione di misura che contabilizza

le ore di funzionamento della macchina

e il numero di giri del motore diesel.

Tale strumentazione viene suggellata

dall’ufficio delle Dogane competente.

La circolare prevede inoltre i metodi

di calcolo della quantità di gasolio che

può usufruire della agevolazione.

Chi può avvalersi della tariffa age-

volata?

L’agevolazione spetta a tutte le im-

prese che nella nomenclatura Ateco

2007 vanno dalla lettera A alla lettera

H, quindi tutte le attività produttive.

Compresi gli impianti di risalita?

Sì, la circolare contiene un riferimento

esplicito ai gatti delle nevi che prepara-

no le piste da sci. In questo senso la

nuova circolare aiuta a fare chiarezza

rispetto alla precedente, la 33/D del

2006, che introduceva la defiscaliz-

zazione del gasolio ma non chiariva

quali macchine operatrici potevano

usufruirne. n

M.D.L.

Novità normative

Page 21: Giornale Energia PVBGroup Giugno 2010

GIUGNO 2010 - 21

L’Azienda Elettrica di Primiero e Pri-

miero stessa, il suo territorio e la

sua popolazione. Sono questi i prota-

gonisti attorno a cui si sviluppa que-

sto importante volume redatto nella

ricorrenza del centenario dell’A.C.S.M.

(Azienda Consorziale Servizi Munici-

palizzati) Primiero.

L’opera, richiesta dall’attuale presiden-

te della società, Luciano Zeni, nasce

in un anno di lavoro sulla base di fonti

interne aziendali e memorie vive di la-

voratori anziani e novelli, per un totale

di 20 ore di registrazione e numero-

se fotografie, ora fruibili all’interno

degli archivi della società. Una storia

di impresa, di strategie aziendali, di

progetti, di direttive, di investimenti

e di strategie produttive.

La narrazione inizia nel 1902 quando,

nella memoria popolare, si odono an-

cora le voci dei contadini di una del-

le città più distanti dal Tirolo Italiano

dell’impero di Austria o Ungheria, che

commentavano “I dis che i fa na casa par far ciàr”. Da qui l’origine del titolo, particolare,

ma significativo.

L’azienda elettrica di Primiero ha costi-

tuito durante il novecento la più rilevan-

te realtà industriale della valle, non tra

le prime per nascita, ma certamente

tra le prime dieci per potenza attorno

alla prima guerra mondiale.

L’aver portato la luce elettrica nella

valle fu il risultato della coalizione di

sei comuni del Primiero che, solo un

paio di decenni in ritardo dalle metro-

poli mondiali quali New York, dà luce

ad una valle fino ad allora illuminata

solamente dal sole durante il giorno,

o dai lumini ad olio di noce, petrolio

o delle candele steariche alla sera.

La storia prosegue fino all’anno 1987,

quando la centrale idroelettrica di Zi-

vertaghe entrò pienamente in fun-

zione. Tre sono stati gli investimenti

dell’Azienda Elettrica che hanno coin-

volto l’intera comunità: le centrali Bo-

aletti, Castelpietra e Zivertaghe.

Di seguito la narrazione storica cede

il passo all’intervista con l’attuale pre-

sidente, Luciano Zeni che ripercorre

l’ultimo quindicennio dell’Azienda

Elettrica con l’assunzione di servizi

quali gli acquedotti comunali, i rifiu-

ti, la trasformazione nuovamente in

società per azioni, la creazione di Pri-

miero Energia e l’acquisto da parte

di questa delle centrali di Caoria, Val

Schener, Moline.

Una storia davvero coinvolgente che

fin dai primi passi dimostra l’impor-

tanza di una popolazione che crede

fortemente nei propri valori, difende

la propria storia, le proprie caratteri-

stiche culturali ed esprime in diversi

passi un forte desiderio di “autonomia

dall’autonomia” trentina, desiderio cui

Primiero ha spesso mirato. n

Martina Cerbaro

UN LIbRO SULL’AzIENDA ELETTRIcA DI PRIMIERORenzo Maria Grosselli ripercorre gli oltre cento anni di storia dell’A.C.S.M.

“LA CASA PAr FAr CIAr”

renzo M. Grasselli

Storia dell’Azienda Elettrica di Primiero

Edizioni Curcu & Genovese,

Pag. 200, Anno: 2003

La centrale dei Boaleti del 1902

Idee

Page 22: Giornale Energia PVBGroup Giugno 2010

22 - GIUGNO 2010

Lo sviluppo dell’edilizia sostenibile

è strettamente correlato con l’in-

troduzione di sistemi di misura, valuta-

zione e certificazione delle prestazioni

di materiali, componenti, e sistemi che

insieme contribuiscono a qualificare

l’intero prodotto finale: l’edificio. 

La certificazione viene rilasciata a

fronte di parametri e di valutazioni che

vengono stabiliti in fase progettuale.

Una volta rilasciata la certificazione,

però, non avviene più alcun controllo.

La classe di certificazione assegna-

ta è indipendente dal comportamento

dell’utente e dal reale funzionamento

del sistema edificio-impianto.

È evidente che questo rappresenta

un problema serio per il valore della

certificazione in sè e per il suo impatto

sul valore di mercato dell’immobile.

Un’analisi importante effettuata da US

Green Building Council sugli edifici

certificati secondo lo standard LEED

NC per le nuove costruzioni rileva

che le prestazioni della parte ener-

getica non sempre corrispondono ai

dati dichiarati nella progettazione sia

a causa dell’approssimazione dei mo-

delli usati, sia per il comportamento

dell’utente, sia per la gestione degli

impianti energetici.

Per fare fronte a queste problematici-

tà US Green Building Council ha reso

obbligatoria la comunicazione dei dati

di consumo da parte del proprietario

dell’edificio allo scopo di verificarne la

coerenza con le prestazioni dichiarate

in fase di certificazione.

In questo modo si introduce un con-

cetto importante: la certificazione

dell’edificio ha una validità temporale

e deve essere dimostrata da dati reali.

È un segnale molto importante che

tende, in primo luogo, a introdurre

parametri e modelli standard di mo-

nitoraggio del consumo energetico e

che ha l’obiettivo di rendere consape-

voli le persone dell’importanza del loro

comportamento e di stabilire regole

certe per il mercato.

Le incongruenze tra dati di progettazio-

ne e prestazioni energetiche effettive

sono state riscontrate anche in Italia

e in Europa dopo l’introduzione della

certificazione energetica obbligatoria.

Tuttavia in Italia è ancora troppo presto

per potere raccogliere dati significativi.

Legare la certificazione ai dati effettivi

di consumo infine è un ulteriore sti-

molo allo sviluppo del mercato della

riqualificazione degli edifici esistenti

basato su finanziamento di terza parte

e sui contratti a prestazioni energeti-

che garantite. 

Come può fare una ESCO, infatti, a

effettuare interventi di riqualificazio-

ne basati su contratti di prestazioni

energetiche (risparmio) garantite se

non si sviluppano modelli e sistemi di

valutazione seria dei consumi?

Gianni Lazzari

A.D. di Habitech società consortile a r.l.

EDILIzIA SOSTENIbILE: LA MISURA DELLE PRESTAzIONIUS Green Building Council ha reso obbligatoria la comunicazione dei dati di consumo

A cura del Consorzio HabitechSostenibilità

Page 23: Giornale Energia PVBGroup Giugno 2010
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