giornale mese novembre
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SOMMARIO - 2 Novembre: commemorazione defunti . . . . . .
- 4 Novembre: ricorrenza forze armate. . .
- Parola ai giovani dell’ANSPI. . . . . . . . .
- L’angolo del poeta. . . . . . . . . . . .
- Ricetta del mese . . . . . . . . . . .
- Rubrica: cultura e tradizioni di un tempo . . . . . .
- Raccolta foto: Giovani Insieme & Amici degli Anziani .
- Il gioco di un tempo . . . . . . . . . . .
- La Parola del mese. . . . . . . . . .
- Il Santo del mese . . . . . . . . . . . . .
AGRIGENTO
. . pag. 2
. . pag. 4
. . pag. 6
. pag. 8
. pag. 9
. . pag 10
. . .pag.12
. . .pag.14
. . .pag 15
. .pag.16
Novembre 2014
A cura degli Animatori
e dei Volontari in Servizio Civile ANSPI
Oratorio ANSPI “San Domenico Savio” di Canicattì
Oratorio ANSPI “Don Bosco” di Casteltermini
Circolo ANSPI “Karol Wojtyla” di Castrofilippo
Oratorio ANSPI “Maria SS. Del Carmelo” di Cattolica Eraclea
Oratorio ANSPI Centro Giovanile Immacolata di Montallegro
Oratorio ANSPI “Don Bosco” di Sambuca di Sicilia
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è partiti dal palazzo municipale al-
le ore 10:00 per portare una com-
posizione di fiori presso il monu-
mento dei caduti di tutte le guerre.
Arrivati al cimitero c’è stata la de-
posizione di una corona di fiori
presso il monumento degli emigrati
deceduti all’estero
e presso le tombe
degli immigrati
deceduti durante il
viaggio della spe-
ranza.
Inoltre i Carabi-
nieri hanno depo-
sitato una corona
di fiori al defunto Appuntato Bar-
tolotta. Alle ore 11.00 è iniziata la
celebrazione della Santa Messa
presieduta dall’arciprete Don Giu-
seppe Costanza, presso il viale
principale del cimitero. Al termine
della funzione religiosa c’è stata la
deposizione di una corona di fiori
presso l’Ossario.
Floriana Alaimo
Volontaria SCN ANSPI
Per la commemorazione di tutti i
defunti, il 2 Novembre, è consue-
tudine andare in processione al Ci-
mitero e in tale occasione benedire
le tombe. Il 2 Novembre è una ri-
correnza della Chiesa Cattolica ed
ha origine antiche. La celebrazione
si basa sulla
dottrina del-
le anime dei
fedeli che al-
la morte non
si sono puri-
ficate dai
peccati ve-
niali, o non
hanno espia-
to le colpe passate, non possono
raggiungere la visione beatifica, e
che possono essere aiutate a conse-
guirla mediante la preghiera.
In tale occasione, i volontari del
servizio civile insieme
all’amministrazione comunale tra
cui il Sindaco, il Vicesindaco, il
Presidente del Consiglio, le forze
dell’ordine e alcuni rappresentanti
del comune, ha partecipato al cor-
teo organizzato per la giornata del-
la commemorazione dei defunti. Si
2 NOVEMBRE
Commemorazione dei defunti
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4
4 NOVEMBRE
FESTA DELLE FORZE
ARMATE
Il 4 Novembre 1918 aveva termine il 1° conflitto mondiale "La
Grande Guerra", un evento che ha segnato in modo profondo e
indelebile l'inizio del '900 e che ha determinato radicali muta-
menti politici e sociali. In questa giornata si intende ricordare, in
special modo, tutti coloro che, anche giovanissimi, hanno sacri-
ficato il bene supremo della vita per un ideale di Patria e di at-
taccamento al dovere: valori immutati nel tempo, per i militari di
allora e quelli di oggi. Il 4 Novembre 1918, con la firma dell'ar-
mistizio a Villa Giusti, veniva sancita la sconfitta delle truppe
austriache a seguito dell'affermazione italiana sul Piave e nella
battaglia campale di Vittorio Veneto. Il giorno della memoria,
uffi- cializzato
nell'ottobre
1922 dall'ultimo
go- verno libe-
rale, doveva con-
tribuire tan-
to a celebrare la
vitto- ria dell'Ita-
lia quanto a
ricor- dare il sa-
crificio di
chi perse la vita
du- rante il san-
guinoso conflitto. Durante il regime fascista L'anniversario ven-
ne parzialmente eclissato dalla celebrazione della Marcia su Ro-
ma, che cadeva solo qualche giorno prima, il 28 ottobre. Con la
caduta del regime nel '43 l'anniversario della vittoria assunse i
caratteri di una festa nazionale destinata a celebrare l'unità del
popolo nel sacrificio, ricollegando tale occasione con la memo-
ria delle lotte risorgimentali. La fine del secondo conflitto portò
inevitabilmente ad un allentamento del ricordo della Grande
Guerra. Cambiata denominazione, da "Festa della Vittoria", a
"Giorno dell'unità nazionale", il 4 novembre divenne l'occasione
in cui le Forze Armate dichiaravano la loro fedeltà alla Repub-
blica.
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A partire dal '49 essa divenne anche "Festa delle forze Armate", rite-
nute quali vere depositarie dei valori della concordia e dell'unità. Le
celebrazioni si mantennero perciò su questo doppio canale: da una
parte rito civile e religioso attraverso il quale il popolo aveva la pos-
sibilità di specchiarsi nel proprio passato patriottico; dall'altra, gior-
nata in cui le Forze armate d'Italia celebrano in un'unica data, le pro-
prie glorie e le proprie memorie. Negli anni Ottanta e Novanta, seb-
bene l'evento avesse perso smalto con il venir meno della memoria
della Grande guerra, si compì un tentativo, in particolar modo per vo-
lontà di Pertini e di Spadolini, di farne nuovamente e soprattutto una
festa dell'unità nazionale, giornata destinata a cementare un'identità
collettiva in cui ricomprendere anche le Forze armate e lo stesso ri-
cordo della Seconda guerra mondiale. A Castrofilippo è stata celebra-
ta la ricorrenza del 4 Novembre. Erano presenti alla cerimonia: tutta
l'Amministrazione comunale, tra cui il sindaco Lillo Sferrazza, il vice
sindaco Vito Castiglione, il maresciallo Angelo Borsellino e Giusep-
pe Farruggio, rappresentanti delle Forze dell'Ordine e delle Forze Ar-
mate, gli studenti dell'Istituto comprensivo "Paolo Balsamo" di Ca-
strofilippo. Durante la cerimonia svolta in Chiesa Madre, il Sindaco
Lillo Sferrazza e il maresciallo Giuseppe Farruggio, hanno preso pa-
rola, ringraziando i presenti ed elogiando l'operato delle Forze
dell'ordine e armate, quest'ultimo affermando: "Questo è il compito
oggi delle forze armate e di tutti i giovani che ancora oggi operano
sia nel nostro Paese, che fuori dei confini nazionali, per garantire la
difesa, la pace e la sicurezza del mondo. Grazie".
Noemi Augello
Volontaria SCN ANSPI
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Noi ragazzi abbiamo partecipato al Grest 2015 organizzato dal servizio ci-
vile Anspi di Castrofilippo. Facevamo animazione per far divertire i bambi-
ni, ballavamo, disegnavamo e recitavamo. Abbiamo imparato diversi bal-
li… È stata un’ esperienza molto divertente perché abbiamo passato dei bei
momenti con i bambini e con gli animatori giocando, ballando e cantando.
Alla fine del Grest abbiamo fatto un piccolo spettacolo in cui abbiamo pre-
sentato tutti i lavori che sono stati svolti.
Dopo qualche giorno alla fine del Grest abbiamo iniziato a frequentare le
attività di ballo presso l’oratorio ‘Sant’Antonio Abate’. Stiamo passando
dei pomeriggi molto divertenti e impegnativi. Floriana, Noemy e Francesca
sono molto brave come insegnanti di ballo. In occasione del Natale stiamo
preparando uno spettacolo dove presenteremo dei balli tra cui: ‘Cola Song’,
‘Bailando’, ‘Jingle Balls’ e ‘Christmas Is You’ e canti tra cui: ‘Goccia dopo
Goccia’, ‘Sarà Natale sé’ e ‘A Natale puoi’.
Speriamo che queste attività continuino a farsi per tenerci impegnate e stare
in compagnia.
Alessia Carlino & Jole Alessi
PAROLA AI GIOVANI DELL’ANSPI
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Giovanni Pascoli: NOVEMBRE
Gemmea l'aria, il sole così chiaro
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l'odorino amaro
senti nel cuore…
Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.
Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. E' l'estate
fredda, dei morti.
Francesca Cipollina
Volontaria SCN ANSPI
L’angolo del poeta
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TORTA DI MELE Ingredienti - 4 mele
- 1 bicchiere di maraschino
- 200 gr di burro
- 1 limone
- 1 pizzico di sale
- 3 uova
- 200 ml di latte
- 250 gr di farina
- 250 gr di zucchero
-1 bustina di lievito
Per prima cosa grattugiate la buccia di un limone in una ciotola molto gran-
de in grado di contenere le mele. Spremete quindi il succo del limone:
sbucciate e affettate le quattro mele e mettetele in una ciotola con il succo
di limone, la buccia del limone grattugiata e il maraschino. Lasciate mace-
rare le mele nel composto per circa 15 minuti.
Rompete le uova dividendo i tuorli dagli albumi: montate quindi sia i tuorli
che gli albumi in due ciotole distinte. In una nuova ciotola versate la farina
setacciata a cui aggiungete lo zucchero, il lievito e un pizzico di sale. Fate
sciogliere il burro a bagnomaria e unitelo alle farine mescolando con cura
per evitare la formazione di grumi.
Quando avrete incorporato bene il burro agli ingredienti secchi aggiungete
anche il latte: unite quindi all’impasto della torta i rossi delle uova e gli al-
bumi montati. Per ultime aggiungete le mele e ben sgocciolate. Versate il
composto in una teglia leggermente imburrata e infornate a 180° per 55 mi-
nuti in modalità ventilata.
Floriana Alaimo e Lorena Porta
Volontarie SCN ANSPI
Ricetta del mese
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CULTURA E
TRADIZIONI DEL
PASSATO
RICETTA
DELLA
NONNA
Dolci con i Fichi “Purciddrati”
INGREDIENTI
1kg di farina
300gr di zucchero
250gr di saimi
13gr di ammoniaca
1uovo intero
4tuorli
1 bustina vaniglia
un po’ di latte
Per il ripieno
1kg di fichi
250gr di zucchero
cannella, buccia d arancia, ¼ di vino per
ogni chilo di fichi, limone grattug.
PROCEDIMENTO
Minuzzare i fichi e farli cuocere a fuoco
lento, con la cannella, la buccia di limo-
ne grattugiato e il vino. A fine cottura
lasciare raffreddare il composto.
Unire insieme alla farina tutti gli ingre-
dienti, lavorarlo fino ad ottenere un pa-
netto morbido. Stendere la pasta, versa-
re un po’ di composto di fichi e dare la
forma che si desidera.
Infine mettere a forno a 150/160 °.
PROVERBI
1)Nuddru dici l’ave maria a un san-
tu si un c’è l’intentu
2) La pignata taliata un vuddri
cchiù
3)Cu nesci arrinesci
4) Fa beni e scordatillu, fa mali e
pensaci
5) Quannu lu piru è maturu cadi su-
lu
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PREGHIERA DI UN
TEMPO
Iu mi curcu ni stu lettu cu Maria nni lu pettu, iu dor-
mu iddra viglia si c’è cosa m’addriviglia.
O Matri Addolorata di vù vogliu essiri aiutata, di vo-
stru figliu m’ata a fari aiutari, chissa grazia m’ati a
fari
Rubrica a cura di:
Alice Molluzzo
Volontaria SCN ANSPI
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Raccol ta foto
… giovani insieme
Francesca Cipollina
Volontaria SCN ANSPI
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… Amici degl i anz iani
Marianna Cammalleri
Volontaria SCN ANSPI
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I l g ioco di un tempo
La mosca cieca è un tradizionale gioco da bambini diffuso in molti paesi del mondo.
Lo si gioca all'aperto o in una stanza abbastanza grande vuota. Per giocare a mo-
sca cieca non si necessitano particolari strumenti solo un fazzoletto con cui bendare
il bambino in conta ed uno spazio ampio possibilmente all’aperto.
La mosca cieca cercherà di prenderlo e le sue possibilità migliorano se il cerchio è
più stretto. Quando riuscirà ad acchiappare il bambino nel cerchio, anche solo sfio-
randolo, dovrà indovinare il nome di quest’ultimo toccandogli la faccia o ponendogli
alcune domande.
Una variante della mosca cieca classica è quella libera. La differenza fondamentale
è che non c’è nessun cerchio attorno al bambino bendato il quale sarà fatto sola-
mente girare su sé stesso fino a perdere l’orientamento. Gli altri partecipanti inizie-
ranno allora a girargli intorno punzecchiandolo finchè il bambino bendato non riusci-
rà ad afferrarne uno. Il gioco poi prosegue come la versione classica ovvero indovi-
nando l’identità del bambino catturato dalla mosca cieca.
Lo scopo del gioco è prevalentemente il divertimento in quanto non ci sono nè vinti
nè vincitori in esso.
Angela Chiarelli & Marianna Cammalleri
Volontarie SCN ANSPI
REGOLE:
All’inizio, tramite conta, si decide il
bambino che stà sotto. Egli viene ben-
dato con un fazzoletto legato dietro la
nuca. Lo si guida al centro della stan-
za o del cortile mentre gli altri giocato-
ri, tenendosi per mano, fanno un giro-
tondo intorno a lui cantando una can-
zoncina o filastrocca. All’improvviso,
quando vuole, colui che è bendato gri-
da: “ alt!” e tutti devono fermarsi e ta-
cere.
Chi stà sotto punterà quindi il dito in
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La Parola de l mese
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,67-79
In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:
«Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscita-
to per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca
dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odia-
no. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa allean-
za, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei ne-
mici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E
tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a prepa-
rargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi
peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge
dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere
i nostri passi sulla via della pace».
Riflessione . . .
La Parola di Dio è tutta un richiamo alle profezie messianiche, al rendimento di grazie e alla
lode per l’imminente venuta del Salvatore, colui che ha riversato le sue benedizioni sul suo
popolo, mantenendo fede alle sue promesse con il dono della riconciliazione e della salvez-
za universale. Se nell’Antico Testamento il luogo ideale della presenza di Dio erano il Tem-
pio e la tenda, ora la sua presenza è nella vita stessa dell’uomo e nella carne visibile di Ge-
sù.
Vincenzo Di Stefano
Volontario Oratorio ANSPI “San Domenico Savio” - Canicattì
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Santo del mese
<<San Mar t ino>>
San Martino nasce nel 316 e muore nel 397. È stato un vescovo
e confessore francese, venerato come santo sia dalla chiesa cat-
tolica che ortodossa, ed è stato uno tra i primi santi non martiri
proclamati dalla chiesa. La ricorrenza cade l’11 Novembre, gior-
no dei suoi funerali a Tours. La sua vocazione nasce fin dalla
primissima infanzia. All’età di 11 anni fugge da casa due giorni
per trascorrerli in chiesa. Poco dopo a causa dell’obbligo impo-
sto da un editto imperialii nel 331, venne reclutato nelle schole
imperiali. Passò la maggior parte della sua vita da soldato
all’interno della guardia imperiale di truppe non combattenti che
garantivano l’ordine pubblico, il trasferimento dei prigionieri o
la sicurezza di personaggi importanti e la protezione della posta
imperiale. Quello che contraddistingue la vita di San Martino è
la tradizione legata al taglio del mantello e che lo portò alla san-
tità. Durante una ronda avvenne l’episodio che gli cambiò la vita
e che ancora oggi è l’immagine con cui viene più ricordato
dall’iconografia. Nell’inverno del 335 Martino incontrò un men-
dicante seminudo. Vedendolo sofferente, tagliò in due il suo
mantello militare e lo condivise con il mendicante.
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La notte seguente vide in sogno Gesù rivestito della metà del
suo mantello. Quando Martino si risvegliò, il suo mantello era
integro e quest’ultimo fu conservato come reliquia del santo.
Grazie a questo sogno ci fu la conversione. Proseguì la sua
missione di propagatore della fede, creando nel territorio pic-
cole nuove comunità di monaci. Infatti predicò, battezzò vil-
laggi. Muore l’8 Novembre dove si era recato per mettere pa-
ce tra il clero locale.
Claudia Bellavia
Volontaria SCN ANSPI
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