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Page 1: GIOVAN BATTISTA FUNAIOLI - sba.unipi.it · GIOVAN BATTISTA FUNAIOLI Ricordare Giovan Battista Funaioli non soltanto è un dovere dei colleghi che ne continuano la nobile fatica, ma

GIOVAN BATTISTA FUNAIOLI

Ricordare Giovan Battista Funaioli non soltanto è un dovere dei colleghi che ne continuano la

nobile fatica, ma costituisce un bisogno dell’animo, una spontanea effusione del cuore. Perché lo

scomparso non era una fredda figura d’insegnante, ma un educatore riccamente dotato di valori

umani e sociali.

Giovan Battista Funaioli rappresenta l’incarnazione dell’ideale tempra del,docente universitario,

che dalla vita semplice e retta, dal culto degli affetti, dalla fedeltà alle tradizioni, dai larghi interessi

per i problemi dello spirito e per le esigenze della società, trae gli impulsi più vivi per

l’insegnamento e la materia per la ricerca scientifica.

Egli fu uomo di rara coerenza; manifestò sempre identità di pensiero e di sentimenti nei rapporti

privati e nell’esercizio degli uffici pubblici nonché nell’insegnamento, che informò alle stesse

idealità, che perseguiva nella famiglia ed in ogni altra relazione sociale.

Toscano di nascita (era nato a Siena nel 1891), fu toscano nella sua essenza spirituale e nelle

manifestazioni della vita. Dei toscani possedeva l’equilibrio, l’acutezza, la prontezza dei giudizi

critici, la espressione appropriata, concisa ed arguta.

Ma una dote particolare del Funaioli, oltre la schiettezza dell’animo e la ricchezza degli interessi,

era la modestia, schiva di esteriorità banali e di apparenze fuggevoli. Però la modestia non gli

impedì di accettare e ricoprire diverse cariche, nelle quali si distinse per l’impegno. la dedizione di

tutto se stesso, lo scrupolo ed il disinteresse. Le cariche pubbliche che solitamente ricopre chi le

desidera e le ricerca, talvolta intrigando per ottenerle per Funaioli costituirono designazioni non

sollecitate, ma accettate con spirito di sacrificio, come adempimento di un dovere da altri imposto

ed indeclinabile.

La prodigalità di tutte le sue risorse fino all’estremo limite delle sue possibilità, lo spirito

francescano onde egli era animato, fecero sì che non solo nell’ambito universitario, ma fuori di esso

Funaioli fosse investito di uffici particolarmente, importanti, prima a Siena e poi a Pisa, dove fu

eletto consigliere comunale ed assessore delle finanze. Inutile dire che in ogni ufficio Giovan

Battista Funaioli lasciò tracce indimenticabili per l’importante contributo di lavoro e di attività e per

la soluzione, equilibrata ed equa, che diede ad importanti questioni, che interessavano la pubblica

Amministrazione.

Ma la vorace inclinazione di Giovan Battista Funaioli, la sua più avvincente passione fu la scuola. Il

magistero educativo fu da lui avvertito come un sacerdozio. Nell’insegnamento, elevando i giovani

discenti, elevò se stesso progredendo nella carriera fino a ricoprire cattedre universitarie. Cominciò

ad insegnare come incaricato nell’istituto tecnico consorziale di Siena, poi vi fu titolare dal 1914 al

1924 ed infine vi ebbe l’incarico di preside. Il vivo impegno lo portò a vincere il concorso per le

grandi sedi, passando poi all’istituto tecnico di Trieste nel 1924 e quindi a quello di Firenze dove

prestò servizio dal 1925 al 1928. Diventato libero docente in Diritto civile, tenne l’incarico di

Diritto privato nell’Università commerciale di Trieste, e poi nell’Università della sua Siena, dove

insegnò le Istituzioni di diritto privato e di diritto commerciale.

Nominato, in seguito a concorso, col 1° novembre 1928, professore straordinario di Diritto civile

presso la libera Università di Ferrara, l’anno successivo fu chiamato all’Università di Siena e vi

professò la stessa disciplina, ed anche per incarico, le Istituzioni di diritto privato, passando poi, nel

1939, alla cattedra di Diritto civile, mentre teneva per incarico l’insegnamento del Diritto agrario.

Quale docente, le, doti eminenti di chiarezza concettosa e di rigorosa sintesi, avevano segnalato e

poi rivelato il Funaioli maestro insuperato di Istituzioni. Invero, questo insegnamento, che riassume

le più sicure acquisizioni della Teoria generale del diritto ed anticipa le prime nozioni delle

discipline giuridiche che formeranno per gli allievi oggetto di corsi specifici e successivi, richiede

serietà e completezza di preparazione, sicurezza di giudizio, anatomia precisa degli istituti giuridici,

cristallina evidenza della esposizione. Tali doti Funaioli possedeva in grado eminente e perciò i suoi

Corsi di lezioni sono nello stesso tempo concettosi e semplici acuti e suggestivi. Vogliamo

ricordare, fra tanti, le Istituzioni di diritto privato (Pisa, 1956) dettate con rara chiarezza ed

incisività, per la Facoltà di economia e commercio.

Page 2: GIOVAN BATTISTA FUNAIOLI - sba.unipi.it · GIOVAN BATTISTA FUNAIOLI Ricordare Giovan Battista Funaioli non soltanto è un dovere dei colleghi che ne continuano la nobile fatica, ma

Quale studioso di diritto civile, Giovan Battista Funaioli si disse, e fu, discepolo fedele di Francesco

Ferrara, l’altro grande privatista che illustrò l’Ateneo di Pisa. E lo commemorò degnamente quando,

quasi appena dopo la chiamata della Facoltà giuridica di Napoli, il Ferrara improvvisamente ed

inopinatamente vi decedeva. I rapporti col maestro rilevano un altro aspetto della personalità del

Funaioli, il quale non cessò mai di nutrire gratitudine e di onorare coloro ai quali egli doveva la sua

formazione spirituale.

Non è possibile addentrarsi, per i fini di questa rapida rievocazione, nell’esame approfondito nei

temi trattati e delle indagini esperite dal Funaioli. Basterà accennare alla visione ampia e complessa

che il Funaioli aveva del diritto civile, come ininterrotta continuità di un pensiero e di una

legislazione che dai tempi di Roma viene perpetuandosi pur nelle modifìcazioni, attraverso gli

apporti del germanesimo e gli ideali rinnovatori del cristianesimo nonché l’arricchimento degli usi

dei contadi e dei mercati. In questo senso, l’interesse del Funaioli ai problemi del diritto agrario è

stimolato dall’esigenza ideale, di intendere e valorizzare la vita spontanea degli agricoltori e

l’economia rurale, manifestantisi in rapporti immediati che assumono per se stessi significato

giuridico. Nel fondo dell’interesse del Funaioli per i problemi giuridici dell’agricoltura, era la fede

in una specie di spontanea attività produttiva, che raccoglie le migliori tradizioni nostrane ed

autorizza le speranze più vive dei ceti sani che il Paese esprime

All’uopo, deve ricordarsi che Giovan Battista Funaioli trattò con profondità argomenti essenziali,

che costituiscono quasi il fondo del diritto agrario, quali la mezzadria, i miglioramenti agrari, la

famiglia colonica.

Dell’attività di ricerca nel campo del diritto degli agricoltori testimonia un mirabile Corso di diritto

agrario, con le sue tre edizioni (Pisa, 1948, 1955, 1958), nel quale non si sa se lodare più la

indagine critica o la ricostruzione, la sintesi o la dimostrazione.

Quale cultore e studioso del diritto civile, Giovan Battista Funaioli lascia un’orma che non

facilmente sarà cancellata dal volgere degli anni.

Le sue indagini sono tutte in profondità ed attingono a sicuri filoni della nostra storia e della

esperienza giuridica, costituendo posizioni dommatiche non basate su personali visuali ma sopra

dati certi avvivati dall’accurata esplorazione dei testi e dall’approfondimento del significato delle

norme. Le opere civilistiche dello scrittore, che rimangono fondamentali nel quadro della nostra

migliore letteratura, sono la ben nota Teoria della violenza nei negozi giuridici, Roma, 1927, che

costituisce un importante contributo al tema negoziale; i Rapporti patrimoniali della famiglia, Pisa,

1945, argomento che lo studioso riprenderà più volte in altri lavori particolari, Filiazione adottiva

ed affiliazione, Pisa, 1954; Filiazione naturale, Pisa, 1950 e 1958, lavori nei quali lo studioso rivela

un acuto interne per il nucleo famigliare sia per quanto attiene alla condizione ed agli elementi

relativi sia per quanto attiene alla disciplina dei rapporti patrimoniali. Completa questi importanti

contributi la meditata monografia Sulla contrattualità della donazione, pubblicata negli Scritti in

onore di F. Carnelutti, Padova 1950, vol. III.

Non va trascurato il ricordo dei cosiddetto scritti minori, che costituiscono una folla innumerevole

di articoli occasionali, di note a sentenze, di recensioni critiche, nei quali la vena originale dello

scrittore, prendendo lo spunto da fatti o scritti interessanti il mondo dei valori giuridici, si manifesta

con immediatezza di rilievi, di originali ricostruzioni, con la riconduzione costante dei problemi

particolari alla dignità dei principi dommatici. Nella molteplicità di queste altre pubblicazioni dovrà

attingersi per ricostruire compiutamente il pensiero scientifico di Giovan Battista Funaioli, il quale,

accanto alle monografia ed ai lavori di più larga estensione, non disdegnava le notazioni rapide e la

presa di posizione su problemi particolari ed il giudizio su casi disparati.

Giavan Battista Funaioli, per la sua qualità di studioso equilibrato, fu anche un raffinato estensore di

pareri giuridici, i quali. erano sempre sereni ed obbiettivi e talvolta presentavano lo sviluppo di

trattazioni monografiche. Specialmente importanti sono quei pareri dei quali è base l’indagine

storica sulla vicenda di complessi rapporti giuridici.

Esprimiamo l’augurio che tutte le pubblicazioni disseminata in riviste, giornali ed opuscoli vengano

raccolte, affinchè gli studiosi non solo abbiano elementi per rendersi conto della complessa

mentalità dello scomparso giurista, ma possano trarne materiale di meditazione.

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Nell’esercizio del magistero universitario, Funaioli fu umile e paziente. Mai fu toccato o posseduto

dal demone della superbia, conscio della fragilità delle forze umane dinanzi alla complessità della

università sociale, che gli interpreti del diritto si sforzano di comprendere e possedere. Nelle

relazioni con gli allievi mai si rifiutò di incoraggiare ed aiutare, di incitare e di collaborare. E perciò

agli allievi fu particolarmente caro. Essi, sciamati nei diversi rami della pubblica amministrazione e

dedicatisi all’esercizio della professione forense, ne seguono e ne seguiranno l’esempio e

l’insegnamento.

I colleghi lo vollero a capo della Facoltà giuridica, nella quale, come preside negli anni 1939-1941,

1945-1946, nonché dal 1956 in poi, svolse opera appassionata e zelante, animato da spirito

condiscendente, ma ognora tenendo ferme le idealità e gli interessi degli studi, e salde le mete

supreme dell’insegnamento universitario.

Le innate qualità di ottimo amministratore della cosa pubblica, Giovan Battista Funaioli poté

dimostrare a pro dell’Università, occupando le cariche di membro del Consiglio di amministrazione

del nostro Ateneo. Indipendentemente da tale carica, e da quella di preside della Facoltà giuridica, i

rettori amavano ricorrere al consiglio ed all’ausilio dal Funaioli per la soluzione delle più gravi

vertenze nelle quali l’Ateneo era interessato.

Mancò ai vivi il 6 aprile 1959, ancora in pieno fervore di opere e mentre si preparava ad attendere a

nuovi lavori. Spietata, la morte non distruggeva la decadenza di un uomo o il cedimento delle sue

forze, ma colpiva uno studioso che, nella coscienza del dovere costantemente compiuto, poteva

attingere nuove forze per affrontare l’avvenire con la obbiettiva serenità di un saggio.

Lascia a noi tutti - oltre una notevole produzione scientifica, che ne suggella il valore di ricercatore

e d’insegnante, ed il retaggio di un’attività senza tregua spesa pel pubblico interesse - una ricca

messe di affetti, i quali moltiplicano nei nostri cuori il rimpianto per la perdita di una tanto cospicua

energia, che colpiva non solamente il nostro Ateneo, ma l’intera famiglia universitaria.

ARTURO SANTORO

Da: Annuario dell’Università degli Studi di Pisa per l’anno accademico 1958-1959