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GIULIANA MICELLI BIOGRAFO

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Page 1: Giuliana Micelli CV Biografher

GIULIANA MICELLI

BIOGRAFO

Page 2: Giuliana Micelli CV Biografher

Formazione

2016 Corso di scrittura creativa di Raul Montanari (in corso)2010/2011 Corso di scrittura creativa di Barbara Garlaschelli. 2010 Corso online di scrittura teatrale la Scuola Holden.2009 Master class in Commedia dell’arte presso Teatro Punto, Amsterdam.2009 Corso di teatro at UVA (Create), University of Amsterdam.

GIULIANA [email protected]

VIA PAOLO GIOVIO, 7 - 20144 MILANOCELL.: + 39 340 0566872

BIOGRAFO SCRITTRICE

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Page 3: Giuliana Micelli CV Biografher

Esperienze.

La mia Biografia.

Mi chiamo Giuliana Micelli, e scrivo Biografie.

Ho cominciato nel 2010. Ero tornata a casa, sono di: Sud, e curiosando tra gli scaffali della mia libreria ho trovato delle vecchie istantanee sbiadite. Fotografie di persone che non conoscevo, così ho chiesto ai miei genitori e loro......mi hanno detto che quelle persone erano i miei bisnonni paterni. Giulio e Marina Micelli. Ma chi erano Giulio e Marina? Cosa facevano nella vita? Che cosa mi rimarrà di loro?

Così iniziai a fare domande su Marina e Giulio. Chiesi ai miei zii, agli zii di mio padre, agli amici dei miei nonni, ai vicini di casa e... piano piano come un puzzle che si ricompone scoprii molto della loro storia. Buttai giù un racconto che poi è diventato un libro. Il libro della mia famiglia che io, mia sorella e i miei genitori custodiamo gelosamente nelle no-stre case. La nostra storia familiare non sbiadirà come quelle vecchie fotografie, ma rimarrà impressa in quelle pagine.

Per sempre

I miei lavori:

Pasqualina Cossu - BiografiaL’arte nasce nella strada - BiografiaMade in U.S.A. - Biografia

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Da anni fermiamo il tempo con un'immagine. Raccogliamo fotografie in una scatola.

Le foto prendono vita attraverso i nostri ricordi. Raccontami la tua storia: io scriverò il tuo romanzo.

Perché: la famiglia è un collegamento con il nostro passato e un ponte verso il nostro futuro. (A. Haley)

QUESTA SONO IO

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Nelle prossime pagine troverete un estratto dell’ultima biografia che ho scritto.

Grazie alle testimonianze di parenti e amici ho ricostruito la vita di Angiolina, la sua avventura tra America e Italia.

WWW.ILTUOROMANZO.IT

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Il racconto di Giovanna Tangorra…

Cari figli miei, stamattina mi son svegliata presto come mio solito. Ho messo i piedi a terra e, prima di aprire gli scuri delle porte finestre, ho guardato dentro il cassetto del mio comodino. Nel cassetto ho trovato delle lettere di mio zio Simone, lettere che lui ha scritto alla mia mamma Angela (sua so-rella) dall’America. È giunto il momento che io vi parli della storia della mia famiglia, che è anche la vostra.

MADE IN U.S.A.CAPITOLO 1

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Giuliana Micelli

Made in U.S.A.

Biografia della famiglia Tangorra Torelli

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Lo zio Simone partì per la Merica, è così che la chiamavano, per aiutare la mia mamma, che era rima-sta vedova e con noi quattro figli da sfamare. Mio padre Raffaele era fabbro, faceva i bracieri di otto-ne. Una sera, come tante, era nel suo laboratorio, stava ultimando delle commesse che avrebbe dovu-to consegnare il giorno appresso. Batteva il ferro e faceva molto caldo in quella stanza. Mia madre mi raccontò che quella sera c’era un temporale e dalla finestra vedeva i lampi squarciare il cielo. Quando mio padre finì di battere quel metallo così duro, sentì un lamento di un cane. Senza neanche pensarci su, lasciò quel ferro arroventato dentro l’acqua fumante e uscì sotto il temporale per aiutare quel cagnolino rimasto isolato tra le pozzanghere. Morì dopo sette giorni di bronco-polmonite. A quei tempi non c’era la penicillina. Fu un grande dolore per tutta la famiglia. Vostro nonno Raffaele aveva quarantasei anni. La mia mamma mi raccontò di aver sofferto molto, ma per i suoi figli ebbe la forza di andare avanti e in poco tempo riuscì a trovare un lavoretto in un pastificio. La proprietaria del negozio le permetteva di portare noi bambini al laboratorio di tanto in tanto e le regalava il pane e un po’ di dolcetti al sabato, e vi posso assicurare che al tempo era una ricchezza. I fratelli di nonna la aiutavano a tirare avanti. Loro lavoravano la terra. Si sopravviveva e la fame si faceva sentire. La sera, davanti al camino acceso, si parlava della “Merica” e di quelli che erano già partiti. Della “Merica” si parlava come una terra che non dava più notizie dei paesani. E qualche vol-ta a rincarare la dose ci si mettevano anche i racconti del terrore della vicina di casa che aveva senti-to dire…:

[…] Era una notte scura e faceva spavento. Stavano, con le loro valigie di cartone e i loro fagotti, su un tratto di spiaggia pietrosa, riparata da colline, tra Gela e Licata; vi erano arrivati al tramon-to, ed erano partiti all’alba dai loro paesi; paesi interni, lontani dal mare. E spaventava il pensiero di doverlo attraversare tutto, da quella deserta spiaggia della Sicilia, di notte, ad un’altra deserta spiaggia dell’America. Perché i patti erano quelli. Di notte ci si imbarcava… e di notte si sbarcava: su una spiaggia a due passi da Nuovaiorche... E avrebbero passato il mare, quel grande mare oscuro; e sarebbero approdati all’affetto dei loro fra-telli, zii, nipoti, cugini, alle calde ricche e abbondanti case. Duecentocinquantamila lire: metà alla partenza, metà all’arrivo. Avevano venduto tutto quello che avevano da vendere, per racimolar-le: la casa, il mulo, l’asino, le provviste dell’annata. Il viaggio durò meno del previsto: undici notti, quella della partenza compresa. Ma all’undicesima notte il comandante li chiamò in coperta: si tro-varono di fronte paesi, paesi della ricca America che come gioielli brillavano nella notte. E la notte stessa era un incanto.“Ecco l’America. Liquidiamo il conto. Preparate le vostre cose”, disse il comandante dopo avere in-cassato. Gli ci vollero pochi minuti. Scesero dalla barca leggeri leggeri, ridendo e canticchiando; e uno si mise a cantare a gola aperta, appena la barca si mosse.Rimasero seduti sulla fresca sabbia, indecisi, senza saper che fare, benedicendo e maledicendo la notte. Il comandante aveva raccomandato – sparpagliatevi – ma nessuno se la sentiva di dividersi dagli altri. Sentirono, lontano e irreale, un canto. “Sembra un carrettiere nostro”, pensarono.Due di loro decisero di andare in avanscoperta. Camminarono in direzione della luce che il paese più vicino riverberava nel cielo. Trovarono quasi subito la strada: asfaltata, ben tenuta. “Qui è di-verso che da noi”, disse uno di loro. Ma per la verità se l’aspettavano più ampia, più dritta. Se ne tennero fuori, ad evitare incontri: la seguivano camminando tra gli alberi. Ed ecco che finalmente c’erano le frecce. Guardarono avanti e indietro, entrarono nella strada, si avvicinarono a leggere: Santa Croce Camerina - Scoglitti.Il silenzio dilagò.“Mi sto ricordando…”, disse dopo un momento quello cui il nome di Santa Croce non suonava nuo-vo…, “a Santa Croce Camerina, un’annata che dalle nostre parti andò male, mio padre ci venne per la mietitura.”

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Si buttarono come schiantati sull’orlo della cunetta perché non c’era fretta di portare agli altri la no-tizia che erano sbarcati in Sicilia.(Leonardo Sciascia, Il mare colore del vino, Einaudi)

Zio Simone, il fratello di nonna, non si fece impressionare da quelle storie e un giorno ci lasciò tutti a bocca aperta quando ci comunicò che sarebbe partito per la “Merica” e disse: “Questo è il biglietto della nave per la Merica. Questo è il contratto per il lavoro alla miniera, me lo ha procurato lo zio di un mio amico che già ci lavora e manda dei bei soldi a casa. Poi, ci fece vedere il denaro. La nonna Angela scappò nella sua camera e tornò con undici lire e le aggiunse al mucchio, e così fecero anche gli altri fratelli e i vostri bisnonni. Avevamo le lacrime agli occhi, ma non osammo dire una sola parola perché zio Simone era risoluto, deciso.Da qui inizia la sua avventura, che sarà anche la mia e la vostra per certi versi. Vi leggerò le lettere di zio Simone che ho sotto gli occhi, dove ho imparato tanto di quegli anni.

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Giuliana Micelli

Biografher

[email protected]

cell.: +39 340 0566872

youtube: Spot Giuliana Micelli

http://youtu.be/4DVtIHYVyT8

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