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Giuseppe Parini 1729 - 1799
La vita
Nasce nel 1729 in Brianza.
Primi studi con il parroco che capì il suo potenziale e lo mandò ad una zia a Milano
La zia muore e gli lascia una rendita a patto che si facesse sacerdote.
Fino al 1751 la sua vita però fu difficoltosa: motivi di salute, lezioni private per mantenersi, studi presso i Barnabiti troppo severi e antiquati.
Primi esperimenti poetici e i n g r e s s o ne l l ’Accademia dei Trasformati
Le riunioni si tenevano presso la famiglia Imbonati spesso con i fratelli Verri e Beccaria: temi di attualità e di grande
impegno sociale.
1754: prende gli ordini sacerdotali: precettore presso i
Serbelloni.
1763 – 1768 precettore presso gli Imbonati.
Grazie al successo de Il Giorno, ottenne incarichi presso l’amministrazione austriaca e a superare le
difficoltà economiche.
1768 poeta del Regio Ducale teatro. 1769 direttore della Gazzetta di Milano. 1771 compose un libretto musicato dal giovane Mozart. 1773 insegna nell’Accademia delle Belle Arti.
1780: sale al trono Giuseppe II figlio di Maria Teresa; deluso dal nuovo corso politico lascia tutti gli incarichi tranne l’insegnamento nell’Accademia di Brera. Assiste all’ascesa di Napoleone e al ritorno degli austriaci a Milano.
Opere in Versi: • Il Giorno, pubblicazione completa postuma nel 1801. • Le Odi: 25 componimenti tra gli anni 50 e il 1795.
Opere in prosa: • Dialogo sopra la nobiltà: 1757. • Discorso sopra la poesia: 1761. • Dei principi delle belle lettere: 1773/75.
Il pensiero e la poetica Parini e l’Illuminismo
Punti di contatto con le dottrine politico sociali dell’Illuminismo: dignità umana e uguaglianza; condanna della guerra e della violenza come soluzione.
Lontano dall’Illuminismo radicale: il ruolo della nobiltà.
L’aristocrazia aveva bisogno di un profondo rinnovamento per essere
la guida della società intera.
Contro gli eccessi e il disinteresse culturale: si
allontana dal «Caffè» per le sue posizioni radicali e
progressiste.
Nella poesia I Ciarlatani 1762, si scaglia contro i rovesciamenti politici e la strada della rivolta:
moderato e ponderato.
La religione
Cattolicesimo moderato: contro eccessi e fanatismi.
P a r i n i è l o n t a n o d a l l e posizioni materialistiche e deistiche; mantenere l’ordine sociale esistente.
Contro l’educazione dei Gesuiti, soffocante e anacronistica. Salutò con soddisfazione lo scioglimento dell’ordine nel 1773 da parte di papa Clemente XIV.
Parini e l’impegno politico
Maria Teresa d’Asburbo 1740 - 1780
Giuseppe II d’Asburgo 1780 - 1790
Leopoldo II d’Asburgo 1790 - 1792
Approva il riformismo asburgico: Parini collabora con Maria Teresa.
Si raffreddano i rapporti sotto Giuseppe II a causa della sua politica ambigua.
Contro la politica reazionaria e contraria alle riforme di Leopoldo II
Contro i soprusi e le violenze dei francesi a Milano
Funzione civile dell’arte
L’arte è uno strumento adatto a promuovere un miglioramento e una crescita sociale.
Vicino al sensismo: tutte le nostre conosce provengono dai sensi e dall’esperienza sensibile.
Discorso sopra la poesia (1761): miscere utile dulci.
L’Arte è imitazione della natura e deve fondere l’utile con il dilettevole; imitare la vita per educare i lettori e contribuire al progresso civile.
L’evoluzione della poetica di Parini
Tre momenti nella carriera del poeta: 1. Sensibilità del gusto arcaico: sono i primi
esperimenti poetici. 2. Adesione al Sensismo: ideale di poesia
educatrice per risolvere la corruzione della classe aristocratica. Utilizzo di temi civili e vagheggiamento di una vita tranquilla e appartata.
3. Il Neoclassicismo maturo: poesia meno impegnata e maturazione dell’inevitabile corruzione morale della società.
La fase neoclassica coincide con il regno di Giuseppe II: la poesia non ha più la funzione educatrice e si perde il senso del dovere morale del poeta.
Scelte stilistiche: armonia e senso estetico: sintassi fluida e lessico
ricercato.
Adesione alle teorie di Winckelmann: celebrazione della bellezza soprattutto femminile.
Il Giorno 1763 – 1765; 1801
Primo progetto: tre poemetti: 1. Il Mattino 2. Il Mezzogiorno 3. La Sera.
Scissa successivamente in: 1. Vespro 2. Notte
Il Mezzogiorno diviene Il Meriggio Incompleta: solo 673 versi
Edizione definitiva: 1969: a cura di Dante Isella: ricostruzione organica del testo.
Il Giorno: poema satirico didascalico in endecasillabi sciolti.
Si rivolge a un «Giovin signore» con l’intento di educarlo alla società.
Mettere a nudo la vita frivola e inutile
dell’aristocrazia.
Il Cicisbeo
Il Mattino: il narratore si presenta con precettore; inizia la giornata del Giovin signore: sveglia e colazione. La Toilette.
Il Mezzogiorno: la Toilette della Dama in attesa del Giovin signore; il pranzo e la rassegna dei tipi umani. L’episodio della « vergine cuccia».
Digressioni mitologiche: 1. La favola di Amore e Imene: spiega la
divisione tra amore carnale e spirituale; 2. La favola della cipria: la provenienza
del cosmetico.
Digressione mitologica: La favola del Piacere: dono fatto dagli Dei agli uomini per rendere piacevole la vita. L’Aristocrazia fu la prima classe a capirne il valore, mentre gli altri erano condannati alla fatica.
Il Vespro: dopo il tramonto inizia l’ora delle visite. Passeggiata in carrozza e incontro con vari personaggi di diversa estrazione sociale.
La Notte: il Giovin signore e la dama concludono la giornata in una serata danzante; il d e s o l a n t e q u a d r o d e g l i «imbecilli»: persone vuote e annoiate che si inventano stupidi passatempi. Il poema si interrompe.
I Contrasti
La favola del Piacere: Le differenze sociali; L’Aristocrazia e il popolo: l’ozio e il lusso contro il sacrificio e il
lavoro.
Vicino a Rousseau: il mito del buon selvaggio: l’uomo nasce uguale.
Il passato e il presente: l’aristocrazia antica operava per la difesa del territorio e la produzione delle leggi; Oggi si
affatica solo per la vita mondana.
Amore e Matrimonio
Il Matrimonio: la decadenza.
La favola di Amore e Imene: Amore di giorno, con il cicisbeo che corteggia perennemente
la dama. Di notte si ricongiunge con il coniuge.
Ironia e procedimento antifrastico
LO STILE
Il precettore-narratore assume i punti di vista della nobiltà: ricorso a figure
mitologiche, iperboliche, toni enfatici e solenni.
Impronta classicheggiante: lingua aulica,
molte figure retoriche e
sintassi articolata. ENDECASILLABO SCIOLTO