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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO GIORNATA DELL’ECONOMIA Paolo Feltrin Treviso, 6 maggio 2011

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Page 1: GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO GIORNATA DELLECONOMIA Paolo Feltrin Treviso, 6 maggio 2011

GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

GIORNATA DELL’ECONOMIA

Paolo FeltrinTreviso, 6 maggio 2011

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

• Il modello produttivo del Made in Italy

• La crisi economica: gli interrogativi iniziali e gli esiti reali

• Gli effetti della crisi sul mercato del lavoro: perché gli occupati non sono diminuiti come il Pil?

• Lo sviluppo futuro: attese e principali criticità

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INDICE

Page 3: GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO GIORNATA DELLECONOMIA Paolo Feltrin Treviso, 6 maggio 2011

GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

• Il modello produttivo del Made in Italy

• La crisi economica: gli interrogativi iniziali e gli esiti reali

• Gli effetti della crisi sul mercato del lavoro: perché gli occupati non sono diminuiti come il Pil?

• Lo sviluppo futuro: attese e principali criticità

3

22

34

45

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INDICE

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

La divisione territoriale che si delinea nell’ultimo trentennio non è una versione derivata da quella precedente, del secondo dopoguerra, ma una diversa.

Lo sviluppo rapido del triangolo industriale negli anni del miracolo ha mutato i vantaggi comparati dei diversi territori e, esaurita la spinta del dopoguerra, al finire degli anni ‘70, il Veneto è risultato avvantaggiato:

Ragioni storiche e geo-economiche: vie di comunicazione, capacità tecniche, esperienze industriali, organizzazione familiare (ma è la struttura della società che ha seguito quella della produzione);

Ragioni macroeconomiche: apertura del sistema economico all’estero (ampliato il mercato del consumo), sviluppo a singhiozzo, legami economici con la Germania;

Ragioni microeconomiche: organizzazione flessibile basata sulla piccola impresa e distretti industriali.

Nel complesso: le radici del successo dello sviluppo economico della parte Nord Est e della dorsale adriatica sembrano più ambientali che storiche.

Lo sviluppo socio-economico del Veneto

IL MODELLO PRODUTTIVO DEL MADE IN ITALY:LO SVILUPPO DEL VENETO

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO 5

1980 Oggi

Cresce l’occupazione

Cresce il manifatturiero

Cresce il terziario legato al manifatturiero

Nel nuovo secolo diminuisce la produttività

La crescita dell’occupazione è spinta dal basso costo del lavoro

IL MODELLO PRODUTTIVO DEL MADE IN ITALY:LO SVILUPPO DEL VENETO

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

Fonte: elaborazioni su dati Istat – Conti economici regionali e provinciali.

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La ricchezza pro capite del Veneto cresce in tutto il periodo tranne nella fase di rilancio che va dal 2001 al 2003. La crescita media annua tra il 1995 e il 2008 è superiore all’1,5% nelle regioni del nord-est.

IL MODELLO PRODUTTIVO DEL MADE IN ITALY:L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA PRODUTTIVO

AreaVar. % annua

1995-2008

Nord occidentale 1,0Nord orientale 1,4Italia 1,2Veneto 1,5Treviso 1,6

Crescita del valore aggiunto

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

La crescita della produttività risulta però molto più contenuta, specialmente dal 2000. Gli incrementi medi annui tra il 1995 e il 2008 si aggirano tra lo 0,2% e lo 0,5% in tutte le aree considerate.

7IL MODELLO PRODUTTIVO DEL MADE IN ITALY:L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA PRODUTTIVO

Fonte: elaborazioni su dati Istat – Conti economici regionali e provinciali.

AreaVar. % annua

1995-2008Nord occidentale 0,2Nord orientale 0,4Italia 0,4Veneto 0,5Treviso 0,2

Crescita della produttività

Nota: la produttività è calcolata come valore aggiunto su unità di lavoro.

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

L’incremento dell’occupazione è stato sostenuto, con tassi annui medi superiori all’1%. È questa che ha trainato la crescita del Pil nazionale e locale.

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Fonte: elaborazioni su dati Istat – Conti economici regionali e provinciali.

Al 2005 l’indice è pari a 110 per il Veneto e 116 per Treviso

Al 2008 l’indice è pari a 114 per il Veneto e 119 per Treviso

AreaVar. % annua

1995-2008Nord occidentale 0,8Nord orientale 1,0Italia 0,8Veneto 1,0Treviso 1,4

Crescita delle unità di lavoro

IL MODELLO PRODUTTIVO DEL MADE IN ITALY:LA CRESCITA DELL’OCCUPAZIONE

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

US $/ore 2000 2001 2002 2003 2004 2005Australia 14.4 13,3 15,4 19,8 23,1 24,6Brasile 3,5 3,0 2,6 2,7 3,0 3,2Canada 16,5 16,2 16,7 19,4 21,4 23,7Cina 0,6 0,7 0,8 0,9 1,0 1,1Francia 15,5 15,7 17,1 21,1 23,9 25,3Germania 22,7 22,5 24,2 29,6 32,5 34,1Giappone 22,0 19,4 18,7 20,3 21,9 21,4India 0,6 0,6 0,7 0,7 0,8 0,9Italia 13,8 13,6 14,8 18,1 20,5 21,7Korea 8,2 7,7 8,8 10,0 11,5 14,1Regno Unito 16,7 16,8 18,3 21,2 24,7 26,0Repubblica Ceca 2,8 3,1 3,8 4,7 5,4 6,1Spagna 10,7 10,8 11,9 15,0 17,1 17,6Stati Uniti 19,7 20,6 21,4 22,3 23,2 23,8Svezia 20,2 18,4 20,2 25,2 28,4 29,7Taiwan 6,2 6,1 5,6 5,7 6,0 6,4Ucraina 0,3 0,4 0,5 0,7 0,7 0,8

Italia/Germania 0,61 0,60 0,61 0,61 0,63 0,64

Costo internazionale orario del lavoro (Costo $/ore)

Nota: I costi di retribuzione oraria includono (i) retribuzione oraria diretta e (ii) spese di assicurazione sociale e altre imposte sul lavoro. La retribuzione oraria diretta comprende tutti i pagamenti fatti direttamente al lavoratore, al lordo delle detrazioni sui salari di ogni tipo, costituito da: (a) pagamento per il tempo lavorato (tempo di base e di cottimo più i premi straordinari, i differenziali di turno, altri premi e bonus pagati regolarmente, e gli adeguamenti al costo della vita) e (b) altri diversi dal pagamento diretto (retribuzione per il tempo non lavorato: vacanze, assenze per malattia, stagionali o irregolari, bonus e altri compensi speciali, selezionati assegni sociali, e pagamenti in natura). Le spese di assicurazione sociale e di altre imposte a carico del datore di lavoro includono le spese per i programmi di assicurazione legalmente richiesti e contrattuali e piani a benefici privati (congedo di anzianità e pensioni di invalidità, assicurazione sanitaria, assicurazione garanzia del reddito e malattia, la vita e infortuni, infortuni sul lavoro e risarcimento malattia, assicurazione contro la disoccupazione, e gli assegni familiari) e, per alcuni paesi, (d) altre imposte sul lavoro. Le cifre di retribuzione oraria non includono tutte le voci di costo del lavoro. Reclutamento, formazione dei dipendenti, e gli impianti e servizi come mense e delle cliniche non sono inclusi poiché tale dato non è disponibile in molti paesi. Fonte: elaborazioni su dati U.S. Department of Labor, Bureau of Labor Statistics. ILO trends.

Il costo del lavoro italiano è il quarto più basso nella UE-15, davanti a Spagna, Irlanda e Portogallo.

Il periodo labour intensive sembra essere legato alla fase di moderazione salariale e agli accresciuti margini di flessibilità regolamentata del mercato del lavoro.

9IL MODELLO PRODUTTIVO DEL MADE IN ITALY:

LO SVILUPPO DEL VENETO

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

I tassi di occupazione sono continuamente cresciuti seguendo un andamento ciclico dettato dalle riforme del mercato del lavoro (1997-Treu e 2003-Biagi). Il Veneto, come Treviso, è passato da tassi inferiori al 60% nel 1993 a valori prossimi al 70% nel 2008.

10IL MODELLO PRODUTTIVO DEL MADE IN ITALY:LA CRESCITA DELL’OCCUPAZIONE

Fonte: elaborazioni su dati Istat – Ricostruzione serie storica per le ripartizioni e il Veneto dal 1993 al 2003 e Rcfl dal 2004. Interruzione della serie storica al 2003 per Treviso.

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

Anche i tassi di disoccupazione sono andati progressivamente riducendosi.Dal 6% circa del 1993 si è passati al 3,5% del 2008.

11IL MODELLO PRODUTTIVO DEL MADE IN ITALY:IL CALO DEI DISOCCUPATI

Fonte: elaborazioni su dati Istat – Ricostruzione serie storica per le ripartizioni e il Veneto dal 1993 al 2003 e Rcfl dal 2004. Interruzione della serie storica al 2003 per Treviso.

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

V.A. Comp.% V.A. Comp.% V.A. Comp.% V.A. Comp.%

Nord orientale 7.488 4,9 6.912 3,7 7.708 3,1 7.212 2,8 -0,1 Emilia Romagna 3.644 5,9 3.002 4,1 3.330 3,5 3.009 3,0 -0,7 Friuli Venezia Giulia 534 3,5 596 3,0 656 2,6 547 2,1 0,1 Veneto 2.784 4,7 2.612 3,4 2.828 2,8 2.570 2,3 -0,3

Nord orientale 42.694 28,2 54.150 28,8 68.360 27,9 70.008 26,8 1,8 Emilia Romagna 18.821 30,4 22.227 30,3 27.383 28,5 28.147 27,7 1,5 Friuli Venezia Giulia 3.728 24,2 4.670 23,8 6.201 24,6 5.839 22,4 1,7 Veneto 17.495 29,5 24.066 31,5 30.847 30,5 32.032 29,2 2,3

Nord orientale 11.322 7,5 12.072 6,4 12.513 5,1 15.776 6,0 1,2 Emilia Romagna 4.542 7,3 4.173 5,7 4.533 4,7 5.838 5,7 0,9 Friuli Venezia Giulia 1.516 9,8 1.434 7,3 1.300 5,1 1.262 4,8 -0,7 Veneto 4.001 6,8 5.057 6,6 5.200 5,1 6.857 6,3 2,0

Nord orientale 89.898 59,4 115.112 61,1 156.283 63,8 167.947 64,3 2,3 Emilia Romagna 34.968 56,4 43.983 59,9 60.991 63,4 64.532 63,5 2,3 Friuli Venezia Giulia 9.613 62,5 12.937 65,9 17.093 67,7 18.377 70,5 2,4 Veneto 34.986 59,0 44.646 58,5 62.301 61,6 68.042 62,1 2,5

Nord orientale 151.403 100,0 188.247 100,0 244.863 100,0 261.213 100,0 2,0 Emilia Romagna 61.975 100,0 73.386 100,0 96.238 100,0 101.676 100,0 1,9 Friuli Venezia Giulia 15.391 100,0 19.637 100,0 25.251 100,0 26.055 100,0 2,0 Veneto 59.267 100,0 76.381 100,0 101.176 100,0 109.638 100,0 2,3

Valore aggiunto (milioni di euro in valori concatenati al 2000) per settore e regione. Anni 1981, 1991, 2001 e 2008

Settori Aree1981 1991 2008

Totale

Servizi

Tasso di crescita

medio 81-08

Agricoltura

Industria in senso stretto

Costruzioni

2001

Fonte: elaborazioni su dati Istat- Conti economici regionali.

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Nelle regioni del nord-est il terziario ha aumentato il suo peso, ma con una velocità ridotta rispetto al resto d’Italia. Ciò dipende dal fatto che servizi e manifatturiero sono legati.

IL MODELLO PRODUTTIVO DEL MADE IN ITALY:LA TERZIARIZZAZIONE DELL’ECONOMIA

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

La tecnologia oggi adoperata dall’industria è caratterizzata:

dalla frammentazione del processo produttivo in fasi e quindi dalla possibilità di localizzare in diverse aree geografiche la produzione;

dall’indipendenza dalle materie prime e dalle fonti di energia; dal legame con il capitale tecnico, il segreto delle arti e la capacità del fare.

Lo sviluppo dei distretti industriali e la sua teorizzazione ha fortemente e in modo opportuno sottolineato quest’aspetto:

il distretto non è il risultato della disponibilità delle risorse naturali, ma della padronanza delle tecniche superiori e della migliore organizzazione

della fabbrica, della capacità di ridisegnarne i confini, di sfruttare abilmente le economie di fase, crescendo attraverso una specializzazione molto spinta.

13IL MODELLO PRODUTTIVO DEL MADE IN ITALY:L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA PRODUTTIVO

Lo sviluppo produttivo veneto

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

Si utilizzano tecniche a basso consumo di energia e di materiali, si impiega molto lavoro.

I prodotti dell’industria regionale mostrano, in anni recenti, un sempre maggior valore per unità di peso, segno inequivocabile di una corsa all’innalzamento della qualità. Sempre più questi beni incorporano un’elevata dose di conoscenza, di immaterialità.

Va assunta l’ipotesi che molte imprese regionali sono parte di catene del valore più ampie, spesso globali.

Alcune imprese sono leader e devono fronteggiare la concorrenza internazionale basata sulla delocalizzazione, attuata ben prima di quella cui assistiamo ora in Veneto;

Molti gruppi internazionali hanno spinto i propri fornitori a spostarsi là dove i costi di produzione sono inferiori e la domanda si sviluppa più rapidamente.

Il Made in Italy: le caratteristiche delle imprese del Veneto

Oggi lo sviluppo internazionale mette in gioco la continuazione di quegli stessi vantaggi?

14IL MODELLO PRODUTTIVO DEL MADE IN ITALY:LE CARATTERISTICHE DEL MADE IN ITALY REGIONALE

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO 15

L’INTERNAZIONALIZZAZIONE E LA CRESCITA DELLE IMPRESE

AVVENTO DELL’EURO

APERTURA DEI MERCATI

NUOVE TECNOLOGIE

GLOBALIZZAZIONE

La globalizzazione ha portato un incremento dell’export tra le aziende, in primis tra quelle venete che da sempre si sono caratterizzate per la loro apertura ai mercati esteri

+ EXPORT

AUMENTO DELLA CRESCITA

DIMENSIONALE DELLE AZIENDE

Per competere in maniera più efficace sui mercati, le aziende hanno dovuto rivedere le proprie strutture organizzative e crescere, facendo parte di filiere produttive internazionali

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

A partire dai primi anni ’90 le esportazioni italiane crescono incessantemente e il trend di lungo periodo evidenzia tre fasi di maggior sviluppo: una prima dal 1991 al 1995, una seconda tra il 1999 e il 2001 e una terza tra 2003 ed il 2007. Sono le regioni del nord-est che mostrano una crescita più sostenuta, sia come tassi di crescita che come composizione percentuale.

Fonte: elaborazioni su dati Istat.

16L’INTERNAZIONALIZZAZIONE E LA CRESCITA DELLE IMPRESE:L’APERTURA NEI CONFRONTI DELL’ESTERO

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

Verso UE15

Verso est Europa

Extra UE27

Verso UE15

Verso est Europa

Extra UE27

Verso UE15

Verso est Europa

Extra UE27

Verso UE15

Verso est Europa

Extra UE27

1993 56,1 4,0 39,9 60,5 4,7 34,8 60,7 4,8 34,5 64,9 5,5 29,51994 56,5 4,3 39,3 60,2 5,3 34,5 59,5 5,7 34,8 61,7 6,9 31,41995 56,3 4,5 39,2 59,9 5,9 34,2 59,0 6,3 34,7 59,4 7,7 32,81996 55,5 4,9 39,6 57,1 6,2 36,7 56,2 7,0 36,8 59,9 8,3 31,81997 55,4 5,3 39,3 55,7 6,4 37,9 54,0 7,5 38,5 56,8 9,4 33,91998 57,6 5,5 36,8 57,2 6,5 36,3 55,0 7,9 37,1 58,4 10,2 31,41999 58,8 5,7 35,6 58,3 6,5 35,1 55,9 7,6 36,5 57,7 10,8 31,52000 57,0 6,0 37,0 56,0 6,8 37,2 53,8 8,1 38,1 55,2 11,4 33,32001 55,4 6,5 38,0 54,3 7,8 37,9 52,0 9,4 38,6 52,9 13,1 34,02002 55,7 6,7 37,6 53,7 8,1 38,2 51,8 9,6 38,6 53,5 13,8 32,72003 55,7 7,5 36,7 54,3 8,7 37,0 52,3 10,4 37,3 55,2 14,5 30,32004 55,0 7,6 37,4 53,8 8,5 37,7 51,7 10,2 38,1 53,7 14,1 32,22005 54,2 7,7 38,0 52,0 9,0 39,1 51,1 10,6 38,4 52,4 14,1 33,52006 53,5 8,5 38,0 51,3 9,7 39,0 50,1 11,4 38,5 54,9 14,4 30,72007 52,7 8,9 38,3 50,9 10,2 38,8 50,2 11,4 38,4 55,8 13,1 31,02008 50,6 9,4 40,0 48,8 10,7 40,5 49,3 11,8 39,0 53,8 13,1 33,0

AnniNord occidentale Nord orientale Veneto Treviso

Comp.% delle esportazioni per area e destinazione. Anni 1993-2008

Aumenta la quota di esportazioni verso i 12 Stati di nuova adesione dell’Unione Europea. A Treviso la quota passa dal 5,5% del 1993 al 13,1% del 2008. Cresce anche la quota di export verso i Paesi extra UE27 che dal 29,5% sale al 33,0% nel 2008.

17L’INTERNAZIONALIZZAZIONE E LA CRESCITA DELLE IMPRESE:L’APERTURA NEI CONFRONTI DELL’ESTERO

Fonte: elaborazioni su dati Istat.

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

Area Misura 1971 1981 1991 2001 2008Imprese 620.237 779.064 857.833 1.085.270 1.311.160

Addetti 4.545.849 4.856.828 4.950.350 5.257.524 6.018.534Dim. media 7,3 6,2 5,8 4,8 4,6

Imprese 442.874 631.469 673.307 805.682 967.727Addetti 2.123.525 2.823.463 3.091.172 3.487.808 4.201.964

Dim. media 4,8 4,5 4,6 4,3 4,3

Imprese 162.196 247.706 272.613 338.807 406.800Addetti 853.551 1.138.902 1.290.466 1.492.093 1.757.975

Dim. media 5,3 4,6 4,7 4,4 4,3

Imprese 24.990 43.900 49.073 55.291 72.946Addetti 146.977 198.645 234.909 264.994 312.214

Dim. media 5,9 4,5 4,8 4,8 4,3

Imprese 2.055.598 2.626.851 2.939.007 3.629.636 4.514.022Addetti 10.615.082 12.362.088 13.687.504 14.672.497 17.875.270

Dim. media 5,2 4,7 4,7 4,0 4,0

Nord occidentale

Nord orientale

Veneto

Italia

Numero di imprese, addetti e dimensione media per aree. Anni 1971-2008

Treviso

La dimensione media d’impresa diminuisce nel tempo? In aggregato SI, ma è davvero così o ci sono dei fattori da tener conto?

La media tende a nascondere alcune differenze: per esempio la diminuzione che si registra dipende da una crescita del terziario, tipicamente costituito da piccole imprese, o dal calo di grandi imprese industriali?

18L’INTERNAZIONALIZZAZIONE E LA CRESCITA DELLE IMPRESE:LA DINAMICA DELLA DIMENSIONE MEDIA

Fonte: elaborazioni su dati Censimenti Industria e Servizi 1971,1981,1991,2001; dati archivio Asia Imprese 2008.

Nota: i dati non comprendono il settore agricolo, le istituzioni pubbliche e non-profit.

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

Settore Area 1971 1981 1991 2001 2008Nord occidentale 18,4 14,3 13,4 11,7 12,5Nord orientale 9,7 9,2 9,8 10,6 11,8 Veneto 11,3 9,5 9,8 10,5 11,5 Treviso 14,4 9,8 10,4 11,8 12,8Italia 10,9 10,0 9,8 9,2 9,9

Nord occidentale 7,7 3,7 3,6 2,8 3,0Nord orientale 7,0 3,8 3,8 3,0 2,9 Veneto 7,1 3,5 3,5 2,8 2,9 Treviso 6,4 3,3 3,0 2,9 3,0Italia 7,6 4,1 4,0 3,0 3,2

Nord occidentale 3,2 3,5 3,8 3,7 3,8Nord orientale 2,7 2,9 3,1 3,1 3,4 Veneto 2,8 2,9 3,1 3,1 3,3 Treviso 2,5 2,4 2,8 2,8 2,9Italia 3,0 3,0 3,4 3,1 3,3

Edilizia

Servizi

Dimensioni medie delle imprese per macrosettore e area. Anni 1971-2008

Industria in senso stretto

Disaggregando per settore emerge che: sia nell’industria in senso stretto sia nei servizi le dimensioni medie crescono nel tempo.

Al 2001 l’industria in senso stretto veneta ha una dimensione media superiore a quella italiana, con una tendenza alla crescita già da metà anni ’80.

19L’INTERNAZIONALIZZAZIONE E LA CRESCITA DELLE IMPRESE:

LA DINAMICA DELLA DIMENSIONE MEDIA

Fonte: elaborazioni su dati Censimenti Industria e Servizi 1971,1981,1991,2001; dati archivio Asia Imprese 2008.

Nota: i dati non comprendono il settore agricolo, le istituzioni pubbliche e non-profit.

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

V.A. % V.A. % V.A. % V.A. % 71-01 81-91 91-01

1 1.974 2,2 4.339 3,9 3.463 2,7 3.246 2,3 64,4 -20,2 -6,3

2 1.908 2,2 3.394 3,0 3.810 2,9 3.262 2,3 71,0 12,3 -14,4

3--5 4.576 5,2 7.652 6,8 9.341 7,2 8.909 6,3 94,7 22,1 -4,6

6--9 4.535 5,2 8.384 7,4 11.876 9,1 11.148 7,9 145,8 41,7 -6,1

10--15 5.032 5,7 10.902 9,7 16.064 12,3 14.867 10,5 195,4 47,3 -7,5

16--19 3.166 3,6 5.402 4,8 9.448 7,2 9.187 6,5 190,2 74,9 -2,8

20--49 13.034 14,9 19.469 17,3 26.853 20,6 31.676 22,3 143,0 37,9 18,0

50--99 11.979 13,7 15.104 13,4 16.764 12,9 19.866 14,0 65,8 11,0 18,5

100--249 15.939 18,2 18.257 16,2 14.628 11,2 19.436 13,7 21,9 -19,9 32,9

250 e più 25.598 29,2 19.710 17,5 18.189 13,9 20.146 14,2 -21,3 -7,7 10,8

Totale 87.741 100,0 112.613 100,0 130.436 100,0 141.743 100,0 61,5 15,8 8,7

Distribuzione degli addetti per classe dimensionale d'impresa nella manifattura a Treviso. Anni 1971-2001

Classe Addetti1971 1981 1991 2001 Var. %

A Treviso, come in Veneto, la crescita dell’impresa manifatturiera è avvenuta in modo graduale, attraverso la media impresa.

20L’INTERNAZIONALIZZAZIONE E LA CRESCITA DELLE IMPRESE:UN CONFRONTO TRA MODELLI DI CRESCITA DELLE IMPRESE MANIFATTURIERE

Fonte: elaborazioni su dati Censimenti Industria e Servizi.

Nota: i dati non comprendono il settore agricolo, le istituzioni pubbliche e non-profit.

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

V.A. % V.A. % V.A. % V.A. % V.A. % 81-91 91-01 01-08Veneto

1-9 85.551 19,3 128.678 22,4 147.750 23,8 137.173 21,2 119.641 20,3 14,8 -7,2 -12,8

10-49 117.471 26,4 187.216 32,6 244.820 39,4 240.359 37,1 210.819 35,8 30,8 -1,8 -12,3

50-249 130.289 29,3 153.116 26,7 139.254 22,4 157.531 24,3 151.002 25,6 -9,1 13,1 -4,1

250 e più 56.751 12,8 104.741 18,3 89.841 14,5 112.420 17,4 107.378 18,2 -14,2 25,1 -4,5

Totale 444.266 100,0 573.751 100,0 621.665 100,0 647.483 100,0 588.841 100,0 8,4 4,2 -9,1

Treviso

1-9 12.993 14,8 23.769 21,1 28.490 21,8 26.565 18,7 23.235 18,0 19,9 -6,8 -12,5

10-49 21.232 24,2 35.773 31,8 52.365 40,1 55.730 39,3 49.649 38,5 46,4 6,4 -10,9

50-249 27.918 31,8 33.361 29,6 31.392 24,1 39.302 27,7 37.290 28,9 -5,9 25,2 -5,1

250 e più 25.598 29,2 19.710 17,5 18.189 13,9 20.146 14,2 18.873 14,6 -7,7 10,8 -6,3

Totale 87.741 100,0 112.613 100,0 130.436 100,0 141.743 100,0 129.046 100,0 15,8 8,7 -9,0

Distribuzione degli addetti per classe dimensionale d'impresa nella manifattura in Veneto e a Treviso. Anni 1971-2008

Classe Addetti

1971 1981 1991 2001 Var. %2008

…e tale tendenza è proseguita anche in anni più recenti.

21

Fonte: elaborazioni su dati Censimenti Industria e Servizi 1971,1981,1991,2001; dati archivio Asia Imprese 2008.

Nota: i dati non comprendono il settore agricolo, le istituzioni pubbliche e non-profit.

L’INTERNAZIONALIZZAZIONE E LA CRESCITA DELLE IMPRESE:UN CONFRONTO TRA MODELLI DI CRESCITA DELLE IMPRESE MANIFATTURIERE

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

• Il modello produttivo del Made in Italy

• La crisi economica: gli interrogativi iniziali e gli esiti reali

• Gli effetti della crisi sul mercato del lavoro: perché gli occupati non sono diminuiti come il Pil?

• Lo sviluppo futuro: attese e principali criticità

3

22

34

45

22

INDICE

Page 23: GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO GIORNATA DELLECONOMIA Paolo Feltrin Treviso, 6 maggio 2011

GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO 23

La crisi non era attesa. Analisi e modelli previsivi hanno mostrato limiti importanti su cui è necessario interrogarsi.

Nel corso del 2008 le stime sono state sì riviste al ribasso, ma, fino ad ottobre, molto lentamente.

LA CRISI ECONOMICA:LA CRISI NON ERA PREVISTA

Fonte: elaborazioni su dati FMI.

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO TRE POSSIBILI SCENARI

All’inizio della crisi si ipotizzavano tre possibili scenari:

1. Una grande depressione, come negli anni Trenta: Ipotesi da escludere - abbiamo imparato dalla storia.

2. Una lunga stagnazione, come in Giappone negli anni Novanta: Ipotesi improbabile - le reazioni di politica economica sono state

ben più rapide in questa occasione.

3. Una breve recessione come è spesso accaduto nel recente passato: Ipotesi chiaramente plausibile anche se la recessione questa

volta potrebbe essere più profonda.

LA CRISI ECONOMICA:LE PRIME REAZIONI

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

Ingenti iniezioni di liquidità, volte a far funzionare nuovamente i mercati monetari, e riduzione dei tassi di interesse;

Prese di partecipazione da parte del settore pubblico nelle banche per facilitarne la ricapitalizzazione;

Estensione delle garanzie sui depositi bancari per sostenere la fiducia;

Riduzioni d'imposte e aumenti della spesa pubblica per alimentare la domanda.

Fonte: OECD (Il Sole 24 Ore).

LA CRISI ECONOMICA:LE PRIME REAZIONI

Le prime reazioni di politica economica sono state:

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO 26

Il 2009 segna la peggior flessione del Pil dal dopoguerra ad oggi per le maggiori economie avanzate: -2,6% per gli Stati Uniti, -4,1% per l’Area Euro.

La crisi ha gravi conseguenze anche sul mercato del lavoro con bruschi cali occupazionali e un’ingente incremento dei tassi di disoccupazione.

Nel 2010 si osserva un recupero parziale dell’attività e un ulteriore peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro.

LA CRISI ECONOMICA:IL BILANCIO 2009-2010

Fonte: per i Paesi esteri elaborazioni su dati Eurostat (aprile 2011); per l’Italia elaborazioni su dati Istat (per Pil e unità di lavoro conti economici nazionali del 1 marzo 2011; per tasso di disoccupazione dati RCFL del 1 aprile 2011).

Nota: (a) si intende la variazione delle unità di lavoro.

2008 2009 2010 2008 2009 2010 2008 2009 2010

Area Euro 0,5 -4,1 1,8 7,5 9,4 10,0 0,6 -1,8 -0,5

Germania 1,0 -4,7 3,6 7,3 7,5 6,8 1,4 0,0 0,5

Francia 0,1 -2,5 1,6 7,8 9,5 9,7 -0,5 -1,2 0,0

Italia -1,3 -5,2 1,3 6,7 7,8 8,4 0,7 -2,9 -0,7

Spagna 0,9 -3,7 -0,2 11,3 18,0 20,1 -0,4 -6,6 -2,3

Gran Bretagna -0,1 -4,9 1,7 5,6 7,6 7,8 0,7 -1,6 0,2

Stati Uniti 0,0 -2,6 2,8 5,8 9,3 9,6 -0,7 -3,7 -0,5

Giappone -1,2 -6,3 4,3 4,0 5,1 5,1 -0,3 -1,6 -1,0

Principali indicatori economici. Anni 2008-2010

PaeseVar.% PIL Tasso di disoccupazione Var.% occupazione (a)

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO 27

La risalita del Pil ai valori massimi assume velocità diverse per paese.Ad oggi Stati Uniti e Germania hanno praticamente recuperato tutta la perdita, l’Italia rimane fanalino di coda segnando la caduta peggiore e la ripresa più lenta.

Fonte: elaborazioni su dati Eurostat (aprile 2011).

Nel IV trim. 2010 gli Stati Uniti ritornano al livello pre-crisi (100,1%).

Per la Germania l’indice del Pil raggiunge quota 98,6.

Rispetto al punto di massimo, in Italia nel IV trim 2010 l’indice è pari a 94,7.

Nota: l’indice è posto uguale a 100 nel punto di massimo del valore del Pil per ciascun Paese: per Italia è al III trim 2007, per Stati Uniti al IV trim. 2007 e per gli altri paesi al I trim. 2008.

LA CRISI ECONOMICA:IL RECUPERO DEI LIVELLI PRE-CRISI

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO 28

Fonte: elaborazioni su dati World Bank. Dati Istat 2006-2010 (aprile 2011).

Nota: dati semidefinitivi al 2009 e dati provvisori al 2010.

Tra il 2008 ed il 2009 la recessione segna una caduta complessiva del Pil nazionale del -6,5%, di gran lunga la peggiore degli ultimi 50 anni.

Dal 1960 si sono osservati 4 casi in cui il Pil italiano ha segnato una flessione: 1975, 1993, 2008 e 2009; mentre nel 2003 si è avuta crescita nulla. Nel 2010 il Pil nazionale ritorna a crescere dell’1,3% ad un ritmo inferiore agli anni pre-crisi.

LA CRISI ECONOMICA:IL BILANCIO NAZIONALE

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

In termini di produzione industriale rispetto alle crisi precedenti quella attuale, iniziata nell’aprile 2008, risulta molto più veloce e con il picco negativo più profondo, raggiunto a marzo 2009 (12 mesi). La ripresa appare lenta e altalenante.

29

Fonte: elaborazioni su dati Oecd e Istat.

LA CRISI ECONOMICA:IL BILANCIO NAZIONALE

Nota: ultimo dato disponibile febbraio 2011 (35o).

febbraio 2011

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

Fonte: elaborazioni su dati Istat.

Tanto la flessione quanto la risalita del Pil è legata alla dinamica dei flussi commerciali internazionali.La crisi ha sortito i suoi effetti anche sulla domanda interna indebolendo i consumi privati.

30

Nota: valori concatenati al 2000. Dati semidefinitivi al 2009 e provvisori al 2010

Componenti 2008 2009 2010PIL -1,3 -5,2 1,3Consumi finali -0,4 -1,1 0,6 Spesa famiglie -0,8 -1,8 1,0 Spesa P.A. 0,5 1,0 -0,6Investimenti fissi lordi -3,8 -11,9 2,5Importazioni di beni e servizi -4,4 -13,7 10,5Esportazioni di beni e servizi -4,3 -18,4 9,1

Pil e componenti. Anni 2008-2010 (var.% su anno prec.)

LA CRISI ECONOMICA:IL BILANCIO NAZIONALE

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

2008 2009 2010 (a) 08-09 09-10

Veneto 50.014.027 39.239.422 45.597.990 -21,5 16,2

Nord occidentale 147.951.024 118.177.646 134.855.634 -20,1 14,1

Nord orientale 116.972.214 91.604.450 105.753.035 -21,7 15,4

Centro 53.803.968 45.586.857 53.526.733 -15,3 17,4

Mezzogiorno 43.391.428 30.684.957 38.768.593 -29,3 26,3

Italia (b) 369.015.556 291.733.117 337.809.606 -20,9 15,8

Valore delle esportazioni per aree. Anni 2008-2010 (dati non destagionalizzati)

AreeValori assoluti in migliaia di euro Var.%

Fonte: elaborazioni su dati Istat, Coeweb.

Nel IV trimestre del 2010 si è quasi completato il recupero dei livelli commerciali persi durante la crisi.

31IL QUADRO CONGIUNTURALE NAZIONALE

LA RIPRESA DELLE ESPORTAZIONI

Nota: (a) dati provvisori al 2010; (b) comprende anche le esportazioni da altre aree.

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO 32

Il valore aggiunto provinciale ha subito una flessione del 7,5% nel 2009 (-6,4% in Veneto e -5,6% in Italia).

Il 2010 appare come un anno positivo con un parziale recupero dei livelli produttivi: il valore aggiunto a Treviso è cresciuto dell’1,6%.

32

Note: (a) valore aggiunto, consumi delle famiglie e importazioni ed esportazioni in valori concatenati al 2000; (b) ricchezza pro capite calcolata come valore aggiunto sulla popolazione media nell’anno di riferimento; (c) dati 2010 provvisori; (d) indagine Unioncamere nazionale e regionale sull’industria manifatturiera.Fonte: elaborazioni su dati Istat (conti economici nazionali 1 marzo 2011) e stime Greta per Veneto e Treviso (gennaio 2011).

LA CRISI ECONOMICA:IL BILANCIO LOCALE

Italia Veneto Treviso Italia Veneto Treviso Italia Veneto Treviso

Pil -1,3 -0,8 - -5,2 -5,9 - 1,3 - -

Valore aggiunto (a) -1,2 -0,5 -1,4 -5,6 -6,4 -7,5 1,5 1,4 1,6

Agricoltura 1,5 1,3 1,5 -2,3 -2,0 3,9 1,0 -0,3 -1,4

Industria in senso stretto -3,4 -1,2 -0,6 -15,6 -15,4 -15,1 4,8 4,9 4,8

Costruzioni -2,8 0,9 0,0 -7,7 -8,7 -10,5 -3,4 -3,1 -3,1

Servizi -0,4 -0,4 -2,2 -2,6 -2,2 -3,0 1,0 0,4 0,5

Ricchezza pro capite (b) -1,9 -1,6 -2,7 -6,4 -6,9 -8,2 0,9 1,1 1,3

Esportazioni (a) (c) -4,3 -5,8 -3,2 -18,4 -21,2 -16,9 9,1 4,5 2,5

Importazioni (a) (c) -4,4 -7,2 -8,5 -13,7 -17,5 -10,5 10,5 8,4 0,6

Produzione industriale (d) -3,2 -3,3 -3,7 -13,5 -14,9 -13,2 1,3 6,3 6,3

Consumi delle famiglie (a) -0,8 2,3 2,0 -1,8 -2,9 -2,9 1,0 3,6 3,7

Principali indicatori economici. Anni 2008-2010 (var.% su anno prec.)

Indicatori2009 20102008

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO 33

Le forti incertezze future date da consistenti aumenti dei prezzi e dal graduale ritiro delle politiche fiscali e monetarie espansive (a cui si aggiungono le crisi libica e giapponese) preannunciano per il 2011 una crescita debole, in linea con il 2010 o leggermente inferiore.

Il mercato del lavoro soffrirà ancora del mancato ritorno ai livelli produttivi pre crisi con la stagnazione dell’occupazione sui valori del 2010.

Nota: (a) si intende la variazione delle unità di lavoro.Fonte: elaborazioni su dati FMI per il Pil e tasso di disoccupazione(aprile 2011); Commissione europea per i dati sul mercato del lavoro (novembre 2010); Ministero dell’Economia per i dati sull’occupazione per l’Italia; previsioni GRETA (modello GREM) per Veneto e Treviso.

LE PREVISIONI 2011-2012

2011 2012 2011 2012 2011 2012

Euro Area 1,5 1,8 10,0 9,6 0,3 0,4

Germania 2,2 2,0 6,7 6,3 0,7 0,4

Francia 1,6 1,8 9,5 9,2 0,5 0,7

Spagna 0,7 1,7 20,2 19,2 -0,3 1,1

Gran Bretagna 2,2 2,5 7,9 7,8 0,4 0,5

Stati Uniti 2,1 2,5 9,4 9,0 0,8 1,1

Giappone 1,3 1,7 4,9 4,8 -0,2 0,1

Italia 1,1 1,4 8,3 8,2 0,4 0,9

Veneto 1,6 1,7 6,1 5,9 0,8 0,8

Treviso 1,7 1,9 6,2 6,0 0,8 0,8

PaeseVar.% PIL

Tasso di disoccupazione

Var.% occupazione (a)

Previsioni di crescita 2011-2012

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

• Il modello produttivo del Made in Italy

• La crisi economica: gli interrogativi iniziali e gli esiti reali

• Gli effetti della crisi sul mercato del lavoro: perché gli occupati non sono diminuiti come il Pil?

• Lo sviluppo futuro: attese e principali criticità

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INDICE

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

Fonte: elaborazioni su dati FMI e Istat.

La crisi attuale si colloca in un contesto diverso rispetto a quello degli anni ’80 e ’90: minore disoccupazione e maggiore occupazione, questo permette un minore rischio di conflitti sociali.

35

Nota: variazioni assolute rispetto al punto di massima: 1981 per il 1984; 1992 per il 1994 e 2008 per il 2010.

GLI EFFETTI DELLA CRISI SUL MERCATO DEL LAVORO:CONFRONTO CON LE CRISI PRECEDENTI

Valore Var.ass. Valore Var.ass. Valore Var.ass.OccupatiItalia 20.647 -104 20.393 -1.066 22.872 -533Veneto 1.673 -27 1.773 -65 2.112 -47DisoccupatiItalia 2.391 478 2.421 -378 2.102 410Veneto 174 59 141 36 129 50

1984 1994 2010Dinamica di occupati e disoccupati nelle tre crisi

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

L’occupazione è calata meno del Pil. La flessione degli occupati è stata meno intensa rispetto a quella delle unità di lavoro equivalenti grazie al massiccio ricorso alla cassa integrazione.

36

Fonte: elaborazioni su dati Istat .

GLI EFFETTI DELLA CRISI SUL MERCATO DEL LAVORO:L’OCCUPAZIONE CALA MENO DEL PIL

Nota: dati destagionalizzati riferiti ad occupati e unità di lavoro.

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

La caduta occupazionale è stata in parte arginata dal massiccio ricorso alla cassa integrazione: il 2009 e il 2010 rappresentano degli anni record.

37

Fonte: elaborazioni su dati INPS (estrazione di aprile 2011).

GLI EFFETTI DELLA CRISI SUL MERCATO DEL LAVORO:LA CASSA INTEGRAZIONE

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

2008 2009 2010 08-09 09-10 08-10 08-09 09-10 08-10

Italia

Occupati (migliaia) 23.405 23.025 22.872 -1,6 -0,7 -2,3 -380 -153 -533

Disoccupati (migliaia) 1.696 1.945 2.102 14,7 8,1 23,9 249 157 406

T. occupazione (15-64) 58,7 57,5 56,9 -2,0 -1,0 -3,1 -1,2 -0,6 -1,8

T. disoccupazione 6,8 7,8 8,4 15,3 7,8 24,3 1,0 0,6 1,6

Veneto

Occupati (migliaia) 2.159 2.112 2.112 -2,2 0,0 -2,2 -47 0 -47

Disoccupati (migliaia) 79 106 129 34,2 21,7 63,3 27 23 50

T. occupazione (15-64) 67,0 65,1 64,5 -2,8 -0,9 -3,7 -1,9 -0,6 -2,5

T. disoccupazione 3,5 4,8 5,8 35,4 21,4 64,3 1,2 1,0 2,3

Treviso

Occupati (migliaia) 399 376 369 -5,8 -1,9 -7,5 -23 -7 -30

Disoccupati (migliaia) 14 19 26 35,7 36,8 85,7 5 7 12

T. occupazione (15-64) 68,3 63,8 62,5 -6,6 -2,0 -8,5 -4,5 -1,3 -5,8

T. disoccupazione 3,4 4,7 6,5 37,6 38,3 90,3 1,3 1,8 3,1

Principali indicatori del mercato del lavoro. Anni 2008-2010

IndicatoriValori Var.% Var. assoluta

Fonte: elaborazioni su dati Istat.

I mercati del lavoro locali hanno risentito della crisi come tutto il Paese.Nel 2009 l’occupazione ha registrato un calo del -1,6% in Italia, del -2,2% in Veneto e del -5,8% a Treviso a fronte di una contrazione del valore aggiunto rispettivamente del -5,6%, del -6,4% e del -7,5%.Nel 2010 alla ripresa del prodotto si è affiancato un’ulteriore peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro con un calo degli occupati e una crescita dei disoccupati.

38GLI EFFETTI DELLA CRISI SUL MERCATO DEL LAVORO:

IL BILANCIO 2009-2010

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

2008 2009 2010 08-09 09-10 08-09 09-10Italia

Agricoltura 895 874 891 -2,3 1,9 -21 17Industria (di cui:) 6.955 6.715 6.511 -3,4 -3,0 -240 -204 Industria in senso stretto 4.985 4.771 4.581 -4,3 -4,0 -214 -190 Costruzioni 1.970 1.944 1.930 -1,3 -0,7 -26 -14Servizi (di cui:) 15.555 15.436 15.471 -0,8 0,2 -119 35 Commercio 3.540 3.446 3.381 -2,7 -1,9 -94 -65 Altri servizi 12.014 11.990 12.090 -0,2 0,8 -25 100Totale 23.405 23.025 22.872 -1,6 -0,7 -380 -153

Veneto 0Agricoltura 61 60 68 -1,8 13,4 -1 8Industria (di cui:) 855 808 764 -5,5 -5,5 -47 -44 Industria in senso stretto 675 636 589 -5,8 -7,4 -39 -47 Costruzioni 180 172 175 -4,3 1,7 -8 3Servizi (di cui:) 1.243 1.243 1.280 0,0 3,0 0 37 Commercio 289 296 303 2,4 2,4 7 7 Altri servizi 954 948 977 -0,7 3,1 -7 29Totale 2.159 2.112 2.112 -2,2 0,0 -47 0

Treviso 0Agricoltura 8 8 12 0,0 50,0 0 4Industria (di cui:) 175 164 165 -6,3 0,6 -11 1 Industria in senso stretto 141 135 129 -4,3 -4,4 -6 -6 Costruzioni 34 29 36 -14,7 24,1 -5 7Servizi 217 203 193 -6,5 -4,9 -14 -10Totale 399 376 369 -5,8 -1,9 -23 -7

Occupati per settore di attività. Anni 2008-2010 (val. ass., var.% e var.ass.)

Settore di attivitàValori assoluti Var.% Var. assoluta

3939

Fonte: elaborazioni su dati Istat.

La crisi ha colpito maggiormente i lavoratori nel settore industriale.

Il calo degli occupati nell’industria in senso stretto a Treviso è stato pari a -4,3% nel 2009 e a -4,4% nel 2010.

GLI EFFETTI DELLA CRISI SUL MERCATO DEL LAVORO:I SETTORI PIU’ COLPITI

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

2008 2009 2010 08-09 09-10 08-09 09-10ItaliaMaschi 14.064 13.789 13.634 -2,0 -1,1 -274 -155Femmine 9.341 9.236 9.238 -1,1 0,0 -105 2

Dipendenti 17.446 17.277 17.110 -1,0 -1,0 -169 -167Indipendenti 5.959 5.748 5.762 -3,5 0,2 -211 14

Totale 23.405 23.025 22.872 -1,6 -0,7 -380 -153

VenetoMaschi 1.277 1.250 1.255 -2,1 0,4 -27 5Femmine 882 861 856 -2,4 -0,6 -21 -5

Dipendenti 1.670 1.654 1.609 -1,0 -2,7 -16 -45Indipendenti 489 458 502 -6,4 9,6 -31 44

Totale 2.159 2.112 2.112 -2,2 0,0 -47 0

TrevisoMaschi 234 227 228 -3,0 0,4 -7 1Femmine 166 149 141 -10,2 -5,4 -17 -8

Dipendenti 302 297 287 -1,7 -3,4 -5 -10Indipendenti 97 79 83 -18,6 5,1 -18 4

Totale 399 376 369 -5,8 -1,9 -23 -7

Occupati per genere e professione. Anni 2008-2010 (val. ass., var.% e var.ass.)Genere e professione

Valori assoluti Var.% Var. assoluta

4040

Fonte: elaborazioni su dati Istat.

…. l’occupazione a carattere indipendente nel 2009 e dipendente nel 2010.

Nel 2009 a Treviso i lavoratori indipendenti sono calati del 18,6% e i dipendenti dell’1,7%;Nel 2010 a fronte di un aumento delle posizioni indipendenti (+5,1%) si è riscontrato un ulteriore calo dei dipendenti (-3,4%).

GLI EFFETTI DELLA CRISI SUL MERCATO DEL LAVORO:CARATTERISTICHE DEI LAVORATORI COINVOLTI

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

Val. ass. 2008

Var. % 08-09

Var. % 09-10

Val. ass. 2008

Var. % 08-09

Var. % 09-10

Val. ass. 2008

Var. % 08-09

Var. % 09-10

Val. ass. 2008

Var. % 08-09

Var. % 09-10

Nord 2.405 -4,4 -8,6 644 -8,1 2,1 650 -12,3 -0,8 3.699 -6,4 -5,5Nord-est 1.024 -4,4 -9,6 285 -6,7 5,2 262 -11,6 -2,8 1.571 -6,0 -5,9Nord-ovest 1.381 -4,4 -7,9 359 -9,2 -0,4 388 -12,7 0,7 2.128 -6,8 -5,2Centro 839 -4,0 -6,1 296 -7,2 -3,9 288 -5,7 -1,2 1.422 -5,0 -4,7Mezzogiorno 1.121 -8,1 -7,7 413 -12,4 -4,9 455 -7,5 -4,3 1.989 -8,9 -6,4Italia 4.365 -5,3 -7,9 1.353 -9,2 -1,3 1.392 -9,4 -2,0 7.110 -6,8 -5,6

Nord 5.655 2,7 1,7 377 -6,2 4,6 2.335 -2,2 0,3 8.368 0,9 1,5Nord-est 2.358 2,8 1,9 192 -9,9 2,6 1.003 -3,4 1,9 3.552 0,4 1,9Nord-ovest 3.297 2,6 1,6 186 -2,3 6,5 1.333 -1,3 -0,9 4.816 1,3 1,1Centro 2.294 2,9 1,2 172 -9,1 13,1 968 -0,5 1,6 3.435 1,4 1,8Mezzogiorno 2.809 0,5 0,0 421 -1,7 2,2 1.263 -1,8 1,5 4.493 -0,4 0,6Italia 10.758 2,2 1,2 970 -4,7 4,9 4.566 -1,8 0,9 16.295 0,6 1,3

Nord 8.060 0,6 -1,2 1.021 -7,4 3,0 2.985 -4,4 0,1 12.066 -1,3 -0,6Nord-est 3.381 0,6 -1,4 477 -8,0 4,2 1.265 -5,1 1,0 5.123 -1,6 -0,3Nord-ovest 4.678 0,5 -1,1 545 -6,8 2,0 1.720 -3,9 -0,6 6.943 -1,2 -0,7Centro 3.133 1,1 -0,7 468 -7,9 2,3 1.256 -1,7 1,0 4.857 -0,5 0,0Mezzogiorno 3.930 -2,0 -2,0 834 -7,0 -1,1 1.718 -3,3 0,1 6.482 -3,0 -1,4Italia 15.123 0,0 -1,3 2.323 -7,3 1,4 5.959 -3,5 0,2 23.405 -1,6 -0,7

Totale

Dipendenti permanenti Dipendenti a termine TotaleIndipendentiClasse di età

Area

15-34

35 e oltre

4141

Fonte: elaborazioni su dati Istat.

…. soprattutto i giovani: a fronte di una diminuzione di oltre il 13% in due anni, gli over 34 sono rimasti stabili nel 2009 e hanno cominciato a crescere nel 2010. In parte è il risultato della struttura degli ammortizzatori sociali della mera contabilizzazione degli stranieri.

GLI EFFETTI DELLA CRISI SUL MERCATO DEL LAVORO:CARATTERISTICHE DEI LAVORATORI COINVOLTI

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

2009 2010 Var. % 2009 2010 Var. % 2009 2010Belluno 26,7 29,2 9,4 28,6 29,8 4,2 -1,9 -0,6

Padova 88,3 91,9 4,1 97,1 93,3 -3,9 -8,8 -1,4

Rovigo 31,7 32,4 2,2 34,3 32,8 -4,4 -2,6 -0,4

Treviso 85,4 92,9 8,8 95,2 96,8 1,7 -9,7 -3,9

Venezia 141,0 147,3 4,5 147,0 150,3 2,2 -6,0 -3,0

Verona 137,7 144,4 4,9 145,2 145,9 0,5 -7,5 -1,5

Vicenza 77,1 86,6 12,3 86,7 90,4 4,3 -9,6 -3,8

Totale Veneto 588,1 624,6 6,2 634,0 639,4 0,9 -45,8 -14,8

Assunzioni, cessazioni e saldi per provincia. Anni 2009-2010 (valori in migliaia) (a)

ProvinceAssunzioni Cessazioni Saldi

42

Entrando nel dettaglio delle sole posizioni a carattere dipendente il saldo occupazionale provinciale nel 2009 è risultato negativo per 9,7 mila posizioni e nel 2010 per poco meno di 4 mila.

42

Note: (a) al netto del lavoro domestico e del lavoro intermittente.

Fonte: elaborazioni Veneto Lavoro su dati Silv (gennaio 2011).

La contrazione occupazionale nel 2009 avviene a partire dal secondo trimestre ed è legata ad una diminuzione marcata delle assunzioni.Nel 2010 si osserva un ritorno alla crescita delle assunzioni che contribuisce in parte ad attenuare il calo occupazionale complessivo.

GLI EFFETTI DELLA CRISI SUL MERCATO DEL LAVORO:CARATTERISTICHE DEI LAVORATORI COINVOLTI

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

2009 2010 Var.% 2009 2010 Var.% 2009 2010

Tempo indeterminato 16,5 16,4 -0,9 40,7 39,1 -4,0 -24,2 -22,7

Apprendistato 6,1 6,7 10,0 3,1 2,6 -16,1 3,0 4,1

Tempo determinato 45,0 47,5 5,5 33,7 32,9 -2,5 11,3 14,6

Somministrazione 17,8 22,3 25,2 17,7 22,3 26,1 0,2 0,1

Totale 85,4 92,9 8,7 95,2 96,8 1,7 -9,7 -3,9

Assunzioni Cessazioni Saldo

Assunzioni, cessazioni e saldi per contratto a Treviso. Anni 2009-2010 (valori in migliaia) (a)

Contratto

43

In calo le posizioni a tempo indeterminato.

Fonte: elaborazioni su dati Veneto Lavoro (gennaio 2011).

Note: (a) al netto del lavoro domestico e del lavoro intermittente.

GLI EFFETTI DELLA CRISI SUL MERCATO DEL LAVORO:CARATTERISTICHE DEI LAVORATORI COINVOLTI

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

2009 2010 Var.% 2009 2010 Var.% 2009 2010

Dirigenti e imprenditori 0,4 0,4 -8,6 0,5 0,5 4,3 -0,1 -0,2

Prof. intellettuali 7,7 7,6 -1,6 7,7 7,2 -5,7 0,0 0,3

Professioni tecniche 12,8 13,1 2,0 13,2 13,2 0,3 -0,3 -0,1

Impiegati 7,8 8,5 8,3 9,3 8,8 -5,2 -1,5 -0,3

Prof. qualificate nei servizi 14,0 14,7 4,9 14,8 14,7 -1,0 -0,8 0,0

Operai specializzati 15,1 17,2 13,5 19,0 19,0 -0,3 -3,9 -1,8

Operai e conduttori 12,4 15,1 21,4 13,9 16,2 17,0 -1,5 -1,2

Prof. non qualificate 15,0 16,4 9,1 16,5 16,9 2,8 -1,4 -0,5

Forze armate 0,0 0,0 - 0,0 0,0 - 0,0 0,0

Totale 85,4 92,9 8,7 95,2 96,8 1,7 -9,7 -3,9

Assunzioni, cessazioni e saldi per professione. Anni 2009-2010 (valori in migliaia) (a)

Professione Assunzioni Cessazioni Saldo

44

In calo gli operai (specializzati e semplici) e le professioni non qualificate.

Fonte: elaborazioni su dati Veneto Lavoro (gennaio 2011).

Note: (a) al netto del lavoro domestico e del lavoro intermittente.

GLI EFFETTI DELLA CRISI SUL MERCATO DEL LAVORO:CARATTERISTICHE DEI LAVORATORI COINVOLTI

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

• Il modello produttivo del Made in Italy

• La crisi economica: gli interrogativi iniziali e gli esiti reali

• Gli effetti della crisi sul mercato del lavoro: perché gli occupati non sono diminuiti come il Pil?

• Lo sviluppo futuro: attese e principali criticità

3

22

34

45

45

INDICE

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO TRE POSSIBILI SCENARI

LO SVILUPPO FUTURO:LE ATTESE

Che cosa ci si può attendere:

1. Sviluppo a minor domanda di lavoro e a maggiore intensità di capitale

2. Sviluppo trainato dall’export

3. Crescita della dimensione di impresa: è più facile frammentare la produzione per un’impresa a più alta intensità di lavoro rispetto ad una a più alta intensità di capitale

4. Mercato del lavoro delle alte professioni. Queste variazioni richiedono la conoscenza della lingua inglese e l’inserimento di alta capacità di capitale umano. Aumenta il raggio di reclutamento che si espande a 200-300 km

5. Forti ricambi intergenerazionali

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

Stima dell’occupazione attraverso tre scenari:

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Scenario “Storico o alto”

Prevede che l’occupazione, fatta eccezione per il 2010, crescerà come nel periodo 2005-2008. Questo scenario è utile a descrivere come andrebbe la domanda di lavoro se il futuro si realizzasse esattamente come il passato

Scenario “Produttivo o medio”

Tiene conto di un’uscita dalla crisi piuttosto lenta ed incerta e del fatto che il recupero di competitività non potrà passare ancora per il basso costo del lavoro, ma dovrà essere effettuato tramite un recupero di produttività

Scenario “Basso”

Crescita dell’occupazione praticamente nulla. Questo scenario è stato strutturato al fine di costituire un limite inferiore di lungo periodo alla crescita occupazionale

COSA CI SI PUO’ ATTENDERE:LE PREVISIONI OCCUPAZIONALI

1. Sviluppo a minor domanda di lavoro e a maggiore intensità di capitale

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

Nei prossimi dieci anni per Treviso si prevede una dinamica dell’occupazione positiva, con incrementi leggermente superiori nel secondo quinquennio. Nello scenario medio si ipotizza una crescita dell’occupazione annua dello 0,9% (9% su base decennale).

48

Fonte: elaborazioni su dati Istat.

A Treviso tra il 2010 ed il 2020 la crescita dell’occupazione sarà pari a 35 mila unità nello scenario medio

Scenario 2010-2015 2015-2020 2010-2020Basso 0,5 0,7 0,6Medio 0,8 1,0 0,9Alto 1,2 1,4 1,3

Tasso di variazione medio annuo dell'occupazione

COSA CI SI PUO’ ATTENDERE:LE PREVISIONI OCCUPAZIONALI

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

Utilizzando un modello di domanda-offerta aggregata si può stimare quale sarà il fabbisogno di manodopera nei prossimi 10 anni.Treviso non dovrebbe accusare fabbisogni fino al 2015-2017. Ciò significa che dal 2015 è probabile che l’attuale base demografica, a causa dell’invecchiamento, non sia più sufficiente a garantire le richieste da parte delle imprese. Fino a quell’anno il sistema dovrebbe riuscire ad auto bilanciarsi. Nel 2020 il fabbisogno per Treviso è verosimile oscillerà tra 8 e 13 mila lavoratori.

49

Fonte: elaborazioni su dati Istat.

COSA CI SI PUO’ ATTENDERE:I FABBISOGNI OCCUPAZIONALI

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

2008 2009 2010 08-09 09-10

Ordini interni 112,5 87,1 95,9 -22,6 10,1Ordini esteri 121,6 92,2 112,5 -24,2 22,0Ordini totali 115,6 88,8 101,5 -23,1 14,2

Ordinativi per componente. Anni 2008-2010Valore medio dell'indice Var.%

Il recupero degli ordinativi è trainato dalla componente estera, che nel 2010 cresce del 21,9% a fronte di un aumento degli ordini totali del 14,2%.

50

Fonte: elaborazioni su dati Istat (serie mensile destagionalizzata aggiornata a marzo 2011).

Il punto di massimo degli ordinativi è stato toccato nel febbraio 2008 mentre il punto di minimo nell’aprile 2009.A febbraio 2011 la risalita ha coperto il 56,4% dei valori pre-crisi con un 63,4% per la componente estera.

2. Sviluppo trainato dall’export

COSA CI SI PUO’ ATTENDERE:ALLARGAMENTO DEL BACINO DI RECLUTAMENTO DEI

LAVORATORI

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

Settore Area 1971 1981 1991 2001 2008Nord occidentale 18,4 14,3 13,4 11,7 12,5Nord orientale 9,7 9,2 9,8 10,6 11,8 Veneto 11,3 9,5 9,8 10,5 11,5 Treviso 14,4 9,8 10,4 11,8 12,8Italia 10,9 10,0 9,8 9,2 9,9

Nord occidentale 7,7 3,7 3,6 2,8 3,0Nord orientale 7,0 3,8 3,8 3,0 2,9 Veneto 7,1 3,5 3,5 2,8 2,9 Treviso 6,4 3,3 3,0 2,9 3,0Italia 7,6 4,1 4,0 3,0 3,2

Nord occidentale 3,2 3,5 3,8 3,7 3,8Nord orientale 2,7 2,9 3,1 3,1 3,4 Veneto 2,8 2,9 3,1 3,1 3,3 Treviso 2,5 2,4 2,8 2,8 2,9Italia 3,0 3,0 3,4 3,1 3,3

Edilizia

Servizi

Dimensioni medie delle imprese per macrosettore e area. Anni 1971-2008

Industria in senso stretto

Il percorso verso la medio-azienda è un fenomeno che coinvolge tutti i settori e parte già da metà anni ottanta. Per l’Italia nord orientale, questo significa crescita delle dimensioni d’impresa

51

Fonte: elaborazioni su dati Censimenti Industria e Servizi 1971,1981,1991,2001; dati archivio Asia Imprese 2008.

Nota: i dati non comprendono il settore agricolo, le istituzioni pubbliche e non-profit.

3. Crescita della dimensione di impresa

COSA CI SI PUO’ ATTENDERE:ALLARGAMENTO DEL BACINO DI RECLUTAMENTO DEI

LAVORATORI

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO 52

Confini Prov. TV e PN

Esempio del bacino di reclutamento di un’azienda con sede a Susegana.In blu e con quadratini i comuni da cui proviene il 75% dei lavoratori.

Comuni di provenienza lavoratori azienda

4. Cresce il bacino di reclutamento dei lavoratori, soprattutto per gli impiegati

COSA CI SI PUO’ ATTENDERE:ALLARGAMENTO DEL BACINO DI RECLUTAMENTO DEI

LAVORATORI

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO 53

Confini Prov. TV e PN

Comuni di provenienza lavoratori.

Allargando il bacino di reclutamento al 95% dei lavoratori (blu e quadratini) gli impiegati provengono da comuni più lontani rispetto agli operai.

COSA CI SI PUO’ ATTENDERE:ALLARGAMENTO DEL BACINO DI RECLUTAMENTO DEI

LAVORATORI

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

L’evoluzione dell’occupazione per età è in linea con quanto si può osservare per la popolazione: diminuisce il peso dei giovani (15-24) a favore di un incremento del peso degli occupati nella fascia intermedia (25-54).

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Fonte: elaborazioni su dati Istat.

5. La questione del ricambio generazionale

COSA CI SI PUO’ ATTENDERE:L’EVOLUZIONE DELL’OCCUPAZIONE PER ETA’

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO 55

Nell’attuale congiuntura la demografia aiuta: - Nelle precedenti crisi oltre a far fronte alla crescente disoccupazione, si è dovuto gestire un flusso di ingressi nel mercato del lavoro superiore alle uscite. - Nel 2009 poiché i giovani sono meno degli anziani, fisiologicamente l’offerta di lavoro è portata a diminuire, magari non con gli stessi ritmi imposti dalla crisi. Nel tempo contribuirà a riassorbire parte della disoccupazione che si è creata nella fase di recessione.

Fonte: elaborazioni su dati Istat.

COSA CI SI PUO’ ATTENDERE:L’EVOLUZIONE DELL’OCCUPAZIONE PER ETA’

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO 56

Nel 1983 e nel 1993 in l’Italia le uscite sono minori delle entrate, si crea un’eccedenza di lavoratori pari rispettivamente a 684 mila e 307 mila.

Nel 2009 le uscite superano il numero di entrate, si crea un fabbisogno di lavoratori pari a 1.273 mila.

Fonte: elaborazioni su dati Istat.

COSA CI SI PUO’ ATTENDERE:L’EVOLUZIONE DELL’OCCUPAZIONE PER ETA’

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO TRE POSSIBILI SCENARI

Le maggiori criticità:

1.

Come andare all’estero?

Questo fattore è legato alle dimensioni d’impresa e all’infrastrutturazione politico istituzionale debole: non c’è un sostituto funzionale alla grande impresa.

La CCIAA veneta è partita per tempo, ma la scala deve essere regionale o pluri-regionale.

2.

Istituzioni del mercato del lavoro a scala più ampia.

A livello provinciale le attuali istituzioni pubbliche e private sono adeguate. Ma i confini di reclutamento si stanno allargando: chi garantisce per un lavoratore che viene da 300-400 km?

3. Formazione linguistica urgente.

Si possono integrare le istituzioni pubbliche per raggiungere questo

obiettivo? Pagato da chi?

COSA CI SI PUO’ ATTENDERE:MAGGIORI CRITICITA’

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

3.2

2.Politiche industriali: terziarizzazione, crescita dimensionale e reti, internazionalizzazione

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Strategie volte a fronteggiare le criticità future.

Politiche di inserimento e formazione di capitale umano1.

COSA CI SI PUO’ ATTENDERE:LE STRATEGIE FUTURE

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

Politiche di inserimento e formazione di capitale umano

Innesto di alta professionalità nelle imprese, puntando sull’incontro tra domanda e offerta.

Agire classicamente sull’offerta: allineando per tempo la preparazione del tecnico, del laureato, ai fabbisogni delle imprese; anche intensificando le esperienze di alternanza scuola/lavoro anche all’estero, associando ad esse strumenti di certificazione delle competenze acquisite sul campo.

Agendo al tempo stesso sulle determinanti della domanda, portando ad emersione il bisogno latente di managerialità.

Investimento in capitale intellettuale e relazionale. Perché solo in questo modo si può aumentare la produttività e, quindi, la ricchezza complessiva del sistema produttivo.

Favorire l’integrazione del capitale umano nelle reti lunghe, creando una rete diffusa di ricerca che metta in contatto le micro-imprese con la rete mondiale del sapere.

Sistema efficiente e diffuso di istruzione e di collegamento tra l’istruzione e la ricerca ed il sistema produttivo, su scala sovra-provinciale: rete sempre più internazionalizzata capace di generare valore per le aziende.

Azioni:

POLITICHE DI INSERIMENTO E FORMAZIONE DEL CAPITALE UMANO 59

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

Dato che sono le nuove generazioni a pagare maggiormente il prezzo dell’attuale situazione congiunturale negativa bisogna ripensare le norme che regolano il diritto del lavoro dei giovani così da agevolare l’ingresso, la formazione, la sicurezza nel mercato del lavoro. È auspicabile adattare al mutato contesto il contratto di apprendistato, promuovere lo strumento del “Patto di prima occupazione”, per l’inserimento lavorativo dei giovani in ingresso nel mercato del lavoro.

Per evitare una disoccupazione di lungo periodo per i giovani, data la lentezza della ripresa e visto che il numero atteso di lavoratori uscenti per motivi di età è superiore a quello degli entranti (il saldo del ricambio intergenerazionale è negativo), è auspicabile modernizzare il sistema di ammortizzatori sociali per tener conto di questa occasione.

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Politiche di inserimento e formazione di capitale umano

Azioni:

POLITICHE DI INSERIMENTO E FORMAZIONE DEL CAPITALE UMANO

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

Non si tratta più solo di fare leva su capacità tecniche esclusive afferenti il prodotto o il processo; investire anche su valori quali l’innovazione e la ricerca, il marchio ed il design, l’attenzione al cliente e alla qualità, la capacità di relazione e di interazione con il mercato e tutti i suoi attori; al terziario legato all’industria.

Aumentare il livello complessivo di competitività del sistema industriale, dal lato delle innovazioni, delle economie di vantaggio presenti nel territorio.

Investire in reti di produzione e vendita, anche al dettaglio, estese a livello internazionale e nei nuovi mercati.

Promuovere la crescita delle imprese attraverso le forme tipiche dello sviluppo sperimentate nel recente passato: facilitare l’incorporazione di altre imprese, le alleanze sia tecniche che commerciali, le acquisizioni, favorire le aggregazioni e le forme di cooperazione fra le piccole e medie imprese.

POLITICHE INDUSTRIALI PER IL MANIFATTURIERO E IL TERZIARIO61

Politiche industriali: terziarizzazione, crescita dimensionale e reti, internazionalizzazione

Azioni:

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GLI INTERROGATIVI DELLA CRISI E LE RISPOSTE DEL MODELLO VENETO

La partecipazione ad una organizzazione internazionale della produzione è una leva fondamentale della competitività internazionale: la filiera internazionale, permette di sfruttare specializzazione, vantaggi di scala e differenziali di costo del lavoro;

Il tessuto economico deve svilupparsi ed espandersi nelle nuove economie (soprattutto i paesi emergenti dell’est): è necessario individuare idonei strumenti a sostegno dell’internazionalizzazione, che oramai riguarda anche le piccole e medie imprese. L’industria manifatturiera dovrà cercare di sviluppare la ricerca e di introdurre maggiore innovazione nelle produzione, favorendo anche iniziative per il trasferimento della ricerca tecnologica orizzontalmente a tutti i settori attraverso un processo di contaminazione;

Il posizionamento competitivo delle imprese industriali è determinato dal business network. L’innovazione costante del prodotto e la qualità/creatività dello stesso, come il recupero di efficienza e flessibilità, sono condizioni necessarie per vincere la crisi e rimanere nei mercati internazionali (anche in considerazione della debolezza del mercato interno).

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Politiche industriali: terziarizzazione, crescita dimensionale e reti, internazionalizzazione

Azioni:

POLITICHE INDUSTRIALI PER IL MANIFATTURIERO E IL TERZIARIO

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