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M M o o d d e e l l l l i i s s m m o o P P i i ù ù Gruppo di Interesse Speciale: Regia Aeronautica www.modellismopiu.it Speciale 2019 Gli Uomini della Regia Aeronautica Raccolta di modelli dedicati a Piloti che hanno fatto la storia della Regia Aeronautica

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    Speciale 2019

    Gli Uomini della Regia Aeronautica

    Raccolta di modelli dedicati a Piloti

    che hanno fatto la storia della Regia Aeronautica

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    Speciale: “Gli Uomini della Regia Aeronautica”

    Proposta di gruppo di lavoro modellistico a cura di Michele Raus.

    La storia della Regia Aeronautica è stata scritta da Piloti e Uomini di grande valore, che molto

    spesso decollavano consapevolmente con velivoli non all'altezza di quelli che si sarebbero trovati ad

    affrontare. Altri partivano per missioni dalle quali sapevano che sarebbe stato molto difficile

    riuscire a tornare. L'idea dello Speciale "Gli Uomini della Regia Aeronautica" è focalizzare in

    primo luogo l'attenzione su chi ha fatto la storia della Regia Aeronautica, grazie alla riproduzione

    dei loro velivoli. Non si tratta solo degli Eroi che tutti conosciamo, ma di tutti gli Uomini che hanno

    volato rischiando la vita per la Patria a prescindere dal ruolo.

    Periodo di svolgimento

    Lo Speciale inizia il giorno 6 gennaio 2019 e si conclude il 31 dicembre 2019.

    Iscrizione e avvio della produzione del modello

    Per l'iscrizione è sufficiente aprire un nuovo WIP nell'apposita stanza predisposta per lo Speciale

    nel forum di www.modellismopiu.it e iniziare il modello con una presentazione del pilota o

    dell'aviatore, seguita dalla presentazione del velivolo su cui ha volato. Il titolo del WIP deve

    riportare il nome dell'aviatore e del velivolo.

    Soggetti ammessi

    L'intento dello Speciale è la redazione di quanti più WIP di modelli possibili. Possono partecipare a

    questo Speciale i figurini rappresentanti Uomini della Regia Aeronautica e tutti i velivoli (o parti di

    essi) che hanno volato con le insegne della Regia Aeronautica, dell'Aviazione Nazionale

    Repubblicana e delle Cobelligerant Air Force, purché siano riconducibili a una Persona di cui si possa tracciare la storia. Sono inclusi i piloti collaudatori con i relativi prototipi, e anche gli aviatori

    inquadrati nella specialità dell'osservazione aerea del Regio Esercito e della Regia Marina. Ogni

    velivolo in ogni scala dovrà fare riferimento al pilota che lo conduceva in combattimento sia come

    aereo personale, sia occasionale, accompagnato da note storiche e fotografiche del mezzo e del

    pilota, che potrà eventualmente essere rappresentato come figurino.

    In via del tutto eccezionale, sono ammessi allo Speciale anche modelli iniziati, la cui fusoliera non

    sia già stata chiusa, a patto che all'inizio del topic ci sia la presentazione completa del Personaggio

    che si vuole ricordare e la spiegazione dei passaggi compiuti sul modello fino a quel momento.

    I modelli in stato di avanzamento successivo o già terminati, potranno eventualmente essere

    ammessi a fine Speciale, qualora gli stessi soggetti non siano già stati portati a termine durante lo

    Speciale e, se sarà possibile, agli autori verrà conferito eventualmente un nastrino di partecipazione

    diverso.

    Conclusione dello Speciale

    Se seguiremo tutti una semplice traccia, alla conclusione dello Speciale avremo la possibilità di

    creare una pubblicazione firmata da tutti i partecipanti, che raccoglierà i lavori e diventerà un

    omaggio alla memoria degli "Uomini della Regia", disponibile in download su M+.

    Solo i Modellisti che avranno ottemperato al regolamento riceveranno lo

    speciale nastrino commemorativo e potranno vedere i propri lavori nella

    pubblicazione finale.

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    Partecipanti allo Speciale: “Gli Uomini della Regia Aeronautica”

    Uomini della Regia

    Aereo

    Kit e scala

    Autore

    Italo Alessandrini Macchi C.202 "Folgore" Hasegawa 1:48 Lamb

    Mario Bonzano FIAT G.50 "Freccia" AML 1:72 Riccardo Orlandi

    Guido Carestiato Macchi C.205-N1 "Orione" SEM Model Riccardo Orlandi

    Guglielmo Cassinelli Macchi MC.72 M.M.177 SBS 1:72 Cesko

    Remo Cazzolli Reggiane Re.2001 "Falco II" Sword 1:72 Michele Raus

    Tito Falconi Nardi F.N. 305 Azur 1:72 Undicesimo

    Adriano Mantelli IMAM Ro.58 Sem Model 1:72 Riccardo Orlandi

    Giulio Reiner Reggiane Re.2000 "Catapultabile" Special Hobby 1:72 Righettone

    Corrado Ricci FIAT CR.42 "Falco" Italeri 1:72 Riccardo Orlandi

    Giuseppe Ruzzin FIAT CR.42 "Falco" Italeri 1:72 Riccardo Orlandi

    Aristide Sarti FIAT G.50 bis "Freccia" SBS Model 1:72 Angelo ‘angelo’ Luongo

    Giorgio Savoja Macchi MC.200 "Saetta" Italeri 1:48 Lamberto ‘Lamb’ Iobbi

    Salvatore Teja Reggiane Re.2001 "Falco II" Classic Airframes 1:48 Mario ‘Dream’ Musso

    Angelo Tondi Lockheed P-38G “Lightning” Airfix 1:72 Michele Raus

    Raoul Zucconi Ju-87 R2 "Stuka" Airfix 1:72 Angelo ‘angelo’ Luongo

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    Italo Alessandrini e il C.202 “Folgore”

    Introduzione e modello a cura di Lamberto ‘Lamb’ Iobbi.

    Italo Alessandrini è uno dei tanti piloti che, in una guerra sciagurata e combattuta sempre in

    condizioni di inferiorità, ha fatto il suo dovere e ha pagato di persona.

    Le poche notizie di cui si dispone riguardano l'episodio del suo abbattimento sui cieli egiziani, cieli

    che, nell'estate del 1942, vedevano la netta supremazia aerea della parte avversa.

    Decollato in caccia libera con altri 4 C.202 della 90A Sq. 10° Gr. 4° Stormo, affronta bombardieri

    Boston scortati da P-40 e/o Hurricane. Lo scontro causa il pesante danneggiamento di un Boston

    che rientra alla base, dove è costretto ad un atterraggio di fortuna, e l'abbattimento dell' Hurricane

    del Flt. Lt. Hayter 33' Squadron.

    Per quanto riguarda Alessandrini, sembra che, nella foga dell'attacco all'Hurricane, abbia

    sopravanzato il velivolo di Hayter, venendo a sua volta colpito, cosicché entrambi gli aerei, non più

    in condizioni di volare, effettuarono atterraggi a carrello retratto in territorio controllato dagli

    Inglesi.

    Alessandrini, fedele al suo dovere, passerà il resto della guerra e parte della sua giovinezza in

    campo di prigionia come POW.

    Di seguito la foto del suo aereo osservato da uomini della brigata sudafricana dopo l'atterraggio di

    fortuna.

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    Il Macchi C.202 “Folgore” di Italo Alessandrini

    Kit Hasegawa in scala 1:48 realizzato da Lamberto ‘Lamb’ Iobbi.

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    Mario Bonzano e il G.50 “Freccia”

    Introduzione e modello a cura di Riccardo Orlandi.

    Mario Bonzano nacque in provincia di Alessandria nel 1906. Frequentò la Regia Accademia

    Aeronautica di Caserta ed ebbe il suo battesimo del fuoco durante la guerra d' Etiopia, al comando

    di una squadriglia di Ro.37 impiegati per la ricognizione e l'appoggio tattico. Si guadagnò in questa

    campagna due medaglie d' argento e una di bronzo al V.M.

    Combatté poi in Spagna come pilota da caccia dell' "asso di bastoni", finendo per comandare la

    squadriglia sperimentale incaricata della valutazione operativa dei nuovissimi Fiat G.50; ottenne

    una vittoria individuale accertata e 14 in collaborazione, guadagnandosi una terza medaglia

    d'argento.

    Con il grado di maggiore, assunse nel 1939 il comando del 20° Gruppo su Fiat G.50 che dal

    novembre 1940 all'aprile del 1941 condusse in combattimento sull'Inghilterra partendo

    dall'aeroporto belga di Ursel, nelle Fiandre.

    Di seguito il reparto fu trasferito in A.S. fino al marzo del 1942 e qui il nostro ottenne la sua quarta

    medaglia d'argento per l'abbattimento di due velivoli nemici in una sola azione sopra Sidi el

    Bannani, nel novembre del 1941.

    Dopo l'armistizio aderì alla RSI, assumendo, con il grado di colonnello, la direzione Aeroporti e

    Materiali.

    Il numero delle sue vittorie aeree durante la II G.M. è controverso: alcuni autori riportano 17, la maggior parte delle fonti gliene attribuiscono 15, altre molte di meno, fino ad un minimo di 2.

    Lasciata la vita militare al termine del conflitto si spense ad Alassio nel 1975.

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    Il Macchi C.202 “Folgore” di Italo Alessandrini

    Kit AML in scala 1:72 realizzato da Riccardo Orlandi.

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    Guido Carestiato e il C.205-N1 “Orione”

    Introduzione e modello a cura di Riccardo Orlandi.

    Quella di Guido Carestiato è la biografia di un pilota che ha servito gli interessi dell'aeronautica più

    da civile che da militare.

    Nato a Favaro in Veneto nel 1911, si arruolò giovanissimo ed ottenne il brevetto di pilota militare

    nel 1929. Assegnato ai reparti d'assalto, passò alla caccia nel 1933 presso il 1° stormo di

    Campoformido.

    Fu selezionato per partecipare alle Olimpiadi di Berlino del 1936 nella specialità della acrobazia

    aerea, ottenendo l'11° posto. Al rientro (agosto 1936) partì immediatamente per la Spagna, dove fu

    aggregato ai famosi "Falchi delle Baleari" e nel corso dell' attività ebbe modo di abbattere un

    idrovolante repubblicano e di guadagnarsi una medaglia d' argento al VM.

    Partecipò nel 1937 al periplo del Sud America effettuato da una formazione di aerei del 1° stormo e

    si congedò dopo 10 anni di servizio con il grado di maresciallo nell'aprile del 1939.

    Fu immediatamente assunto dalla Macchi come pilota collaudatore, attività che ricoprì

    ininterrottamente fino al pensionamento nel 1971.

    Portò in volo tutti i prototipi Macchi dal C.201 in poi, inclusi il C.202 e il C.205 e, nel dopoguerra,

    il fortunato MB-326. Oltre ai prototipi collaudò personalmente almeno 1.800 velivoli di serie

    prodotti dall'azienda varesina.

    Svolse anche attività di istruttore presso i reparti operativi durante il periodo della difficile

    transizione dai caccia biplani ai monoplani ad alto carico alare.

    Un episodio spiega bene la tempra di questo straordinario aviatore: il 24 ottobre del 1942 un gruppo

    di 88 Lancaster effettuò una incursione su Milano; Carestiato decollò dal campo della macchi con

    un C.202 nuovo, intercettò un bombardiere e lo crivellò di colpi fino ad esaurire le munizioni.

    Atterrò quindi velocemente a Lonate Pozzolo per rifornirsi e decollò di nuovo per inseguire i

    nemici. Il suo status di civile non

    permise che gli fosse assegnata una

    nuova medaglia al valore, per cui

    ricevette un encomio solenne dalla

    Direzione delle Costruzioni

    Aeronautiche.

    Quando si ritirò aveva portato in volo

    oltre 70 tipi di aerei diversi e ottenuto

    anche un record mondiale di altezza

    con l' M.326.

    Guido Carestiato si è spento a Varese

    l'8 dicembre del 1980.

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    Il Macchi C.205-N1 “Orione” di Guido Carestiato

    Kit SEM Model in scala 1:72 realizzato da Riccardo Orlandi.

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    Remo Cazzolli e il Re.2001 “Falco”

    Introduzione e modello a cura di Michele Raus.

    Remo Cazzolli nasce a Pinzolo (provincia di Trento) nel 1914 e fin dall'adolescenza mostra

    passione e attitudine per il volo, che lo portò a iscriversi alla Scuola Militare per allievi piloti di

    Foligno (PG) e si addestra con il Caproni 100 (il noto Caproncino). Successivamente si specializza

    alla Scuola Caccia di Ghedi (BS).

    Nella seconda metà degli anni '30, presta servizio in Libia quale pilota di ricognitori.

    Durante la seconda Guerra Mondiale pilota il Re.2001 come caccia di scorta sul fronte di Malta,

    dove viene abbattuto il 18 maggio 1942, riportando gravi ferite.

    L’aereo pilotato da Remo Cazzolli era riconoscibile dal codice 152.1 in fusoliera e dalla

    personalizzazione dello stemma di Trento sul lato sinistro del cofano motore, come si vede dalla

    foto che ritrae Remo appoggiato all’aereo sull’ala sinistra (vedi sotto).

    Catturato dagli inglesi, viene trasferito in un campo di prigionia in Scozia. Dopo un rocambolesco

    tentativo di fuga, viene rimpatriato nell’aprile del 1943, decorato con la medaglia d’argento al valor

    militare e successivamente congedato con il grado di colonnello.

    Nel 1973 gli viene conferita l’onoreficenza di «Pioniere dell’aeronautica», per la progettazione e

    costruzione di un aliante. Remo Cazzolli ci ha lasciati a Trento il 13 marzo 2001.

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    Il Reggiane Re.2001 “Falco” di Remo Cazzolli

    Kit Sword in scala 1:72 realizzato da Michele Raus.

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    Tito Falconi e il FN.305

    Introduzione e modello a cura di “Undicesimo”.

    Tito Falconi (Beausoleil, Francia, 15 luglio 1907) si arruolò nella Regia Aeronautica e, dopo aver

    frequentato la Regia Accademia Aeronautica di Caserta, si brevettò pilota militare su diversi tipi di

    aerei, compresi gli idrovolanti e i dirigibili.

    Nel 1931 fu assegnato al 3º Stormo Caccia Terrestre dove ebbe modo di mettersi in luce per le sue

    eccezionali qualità di pilota. Nel settembre dello stesso anno fu assegnato alla nuova Sezione Alta

    Acrobazia costituita sull'aeroporto di Bresso, equipaggiata con velivoli da addestramento Breda

    Ba.19. Nel 1932 avvenne il suo debutto nella gare di acrobazia aerea sull'aeroporto di El Aouina, in

    Tunisia.

    Nel 1933, con il grado di tenente, andò negli Stati Uniti d'America per partecipare alle National Air

    Races tenutesi tra il 1 e il 4 luglio a Los Angeles. Ingaggiò una lunga serie di sfide con l’americano

    Milo Burcham, durante le quali entrambi abbatterono ripetutamente il record di volo rovesciato.

    Dopo essere rientrato in Italia, nel 1935 partecipò alla guerra d'Etiopia come comandante della 103ª

    Squadriglia basata a Gura (Eritrea), equipaggiata con i ricognitori IMAM Ro.37 Lince. Prese parte

    poi alla guerra civile spagnola combattendo come pilota da caccia nelle file della 32ª Squadriglia

    dell'Aviazione Legionaria, ottenendo alcune vittorie aeree. Rientrato in patria riprese servizio nelle

    file del 3º Stormo, allora equipaggiato con i caccia Fiat C.R.32.

    All'inizio della Seconda guerra mondiale

    comandava il 23º Gruppo del 3º Stormo Caccia

    Terrestre, equipaggiato coni caccia biplani Fiat C.R.42 Falco, basato sull'aeroporto di Cuneo-

    Cervere. Fu poi trasferito a Comiso, per operare

    contro l'isola di Malta, dove il 7 settembre reclamò

    l'abbattimento di un caccia Hawker Hurricane. Fu

    poi trasferito a Tripoli, col grado di Tenete

    Colonnello, per poi tornare a operare in Sicilia, in

    Tunisia, a Caselle Torinese e a Furbara-Cerveteri.

    In seguito all’armistizio, decise di aderire

    all’Aeronautica Nazionale Repubblicana, dove

    ricoprì il ruolo di Ispettore Generale della Caccia

    Italiana.

    Purtroppo, non si sa nulla della vita “civile” di Tito

    Falconi dopo la fine della guerra.

    Tra le tante onorificenze collezionate da Tito

    Falconi figurano 3 Medaglie d’Argento e 2

    Medaglie di Bronzo al Valor Militare.

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    Il Nardi FN.305 di Tito Falconi

    Kit Azur in scala 1:72 realizzato da “Undicesimo”.

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    Adriano Mantelli e il Ro.58

    Introduzione e modello a cura di Riccardo Orlandi.

    Nato a Cortile San Martino (Parma) sviluppò fin da giovanissimo una enorme passione per la

    costruzione ed il pilotaggio degli alianti. Frequentò il Regio Istituto d' Arte assieme ad un altro

    futuro pilota, Giuseppe Cenni, e dopo il diploma entrò nella Regia Aeronautica, conseguendo il

    brevetto di pilota militare ed entrando in s.p.e. nell' ottobre del 1934.

    Nell' agosto del 1936 fu tra i primi ad essere inviato in Spagna dove militò nella 1A esquadrilla de

    caza del Tercio. L' 8 settembre ottenne la sua prima vittoria aerea, seguita da altri 10 abbattimenti

    individuali entro il 2 novembre dello stesso anno.

    Rientrato in Italia nel 1937 fu assegnato al centro sperimentale di Guidonia e poi, nel 1943, alla

    Direzione Costruzioni Aereonautiche, svolgendo in parallelo una intensa attività volovelistica.

    Dopo l'armistizio aderì alla RSI, operando come istruttore e pilota collaudatore (in particolare del

    Fiat G 55 S). Costituì inoltre il Nucleo Volo Senza Motore dell'ANR.

    Dopo il 25 aprile rifiutò di arrendersi ai partigiani e cedette

    le armi solo il 28, su ordine diretto del suo superiore, il

    maggiore Adriano Visconti.

    Epurato dalla forza armata per i suoi trascorsi repubblichini,

    si trasferì in Argentina, sempre occupandosi di alianti.

    Rientrato in seno all'AMI nel 1951, costituì il Centro Militare di Volo a Vela e fondò il Centro di volo a Vela di

    Rieti.

    Nel corso degli anni ottenne diversi primati italiani ed anche

    mondiali di distanza e di quota.

    Raggiunse il grado di Generale di Brigata Aerea.

    Quando si spense, il 2 maggio del 1995, aveva al suo attivo

    più di 10.000 ore di volo su oltre 200 tipi di aeromobili

    diversi.

    Tra questi il prototipo dell'IMAM Ro.58 che egli pilotò in un

    memorabile confronto con un Me 410 sui cieli del Lazio,

    dove riuscì a battere il ben più potente aereo tedesco in una

    gara di velocità.

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    Il Nardi Ro.58 di Adriano Mantelli

    Kit SEM Model in scala 1:72 realizzato da Riccardo Orlandi.

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    Giulio Reiner e il Re.2000 “Catapultabile”

    Introduzione e modello a cura di “Righettone”.

    Giulio Reiner nacque a Como il 12 aprile 1915 e fu un ufficiale e aviatore italiano. Pilota da caccia

    della Regia Aeronautica, fu un asso dell'aviazione della Seconda guerra mondiale, decorato con la

    medaglia d'argento al valor militare, comandante della 73ª Squadriglia Caccia ed un valido e

    conosciuto pilota collaudatore.

    Interessatosi giovanissimo all'aviazione, già nel 1935, prima di diplomarsi, era in possesso del

    brevetto di volo, con cui entrò nella Regia Aeronautica quale sottotenente di complemento, venendo

    destinato agli idrovolanti. Decise quindi di entrare in Accademia Aeronautica e diventare ufficiale

    di carriera, venendo quindi destinato al 9º Gruppo Caccia del 4º Stormo.

    Dopo l'entrata in guerra dell'Italia, lo Stormo, dotato di Fiat CR.42, fu dislocato prima a Comiso in

    Sicilia e poi in Nordafrica, dove Reiner affrontò i primi combattimenti. Al rientro in Italia nel

    gennaio 1941, Reiner venne mandato al Centro Sperimentale di Guidonia, quale collaudatore e

    durante il 1941 alternerà l'attività in reparto con quella di collaudo e test, principalmente della

    versione catapultabile del Reggiane Re.2000 1° serie MM 8281 e del Macchi C.202.

    Il 21 agosto 1941 a Lonate Pozzolo, ai comandi di uno dei primi velivoli di serie di quest'ultimo,

    durante un volo di controllo militare per stabilirne le prestazioni Reiner ottenne la velocità in

    picchiata di 1087,27 km/h risultando quindi essere uno dei primi, se non il primo, pilota a superare

    il muro dei 1000 km/h. Nel luglio del 1942 Reiner divenne comandante della 73ª Squadriglia,

    raggiungendo il grado di capitano.

    Dopo l'armistizio partecipò nell'Aeronautica Cobelligerante Italiana alla guerra nei Balcani. Reiner terminò la guerra con 10 vittorie individuali, 8 probabili e 3 velivoli nemici distrutti al suolo,

    oltre a 57 vittorie condivise, rimanendo nell'Aeronautica fino al 1949 e raggiungendo il grado di

    maggiore.

    Dopo aver lasciato il servizio ritornò a Como lavorando come ingegnere e continuando a volare

    presso il locale Aero Club.

    Giulio Reiner, decorato con la Medaglia d’Argento al V.M., morì a Como il 6 settembre 2002.

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    Il Reggiane Re.2000 “Cataputabile” di Giulio Reiner

    Kit Special Hobby in scala 1:72 realizzato da “Righettone e Patrizio”.

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    Corrado Ricci e il CR.42 “Falco”

    Introduzione e modello a cura di Riccardo Orlandi.

    Corrado Ricci

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    Il FIAT CR.42 “Falco” di Corrado Ricci

    Kit Italeri in scala 1:72 realizzato da Riccardo Orlandi.

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    Giuseppe Ruzzin e il CR.42 “Falco”

    Introduzione e modello a cura di Riccardo Orlandi.

    Giuseppe Ruzzin, classe 1916, entrò in servizio nella Regia Aeronautica nel 1935 come sergente

    pilota.

    Con i CR.32 combatté in Spagna, in Francia, sulla Manica e in Africa Settentrionale. Fu

    particolarmente attivo anche nella difesa della Sicilia, operando col 6° stormo dotato di Me.109 G6.

    Durante la permanenza del C.A.I. sul canale della Manica, i nostri reparti da caccia furono visitati

    dall' asso Adolf Galland, il quale rimase colpito dalla pochezza dei nostri aeroplani e si adoperò

    affinché i nostri piloti potessero transitare sui ben più moderni Me.109. Per diverso tempo parecchi

    dei nostri, fra cui Ruzzin, ripreso nella foto sotto a bordo di un Me.109 E, effettuarono

    l'addestramento per la conversione sul caccia Messerschmitt, trasportati da un Ca 133 su diversi

    aeroporti belgi e francesi da cui operavano i reparti della Luftwaffe.

    Il rientro dei reparti in Italia nell'aprile del 1941 impedì che i nostri piloti potessero operare col

    Me.109 già dal giugno dello stesso anno.

    Rientrato in servizio nell'AM dopo il conflitto, volò praticamente con tutti i tipi di caccia e

    cacciabombardieri disponibili, andando in congedo nel 1971 con il grado di Generale di brigata.

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    Il FIAT CR.42 “Falco” di Giuseppe Ruzzin

    Kit Italeri in scala 1:72 realizzato da Riccardo Orlandi.

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    Aristide Sarti e il G.50 Bis “Freccia”

    Introduzione e modello a cura di Angelo ‘angelo’ Luongo.

    Aristide Sarti nacque a Bologna il 24 febbraio 1917 da una famiglia di industriali della città,

    proprietaria di distillerie e produttrice di un liquore abbastanza celebre, il Biancosarti.

    Appassionato di volo, decise di entrare nella Regia Aeronautica facendo domanda per essere

    ammesso a frequentare il Corso Allievi Ufficiali Piloti.

    Dopo l'entrata in guerra dell'Italia, a partire dal 1941, con il grado di tenente pilota, combatte

    valorosamente su Malta, in Tunisia e in difesa della Sicilia in seno alla 351A Squadriglia del 155°

    Gruppo Autonomo Caccia Terrestre. Nel giugno del 1942 fu decorato con la Croce di guerra al

    valor militare. Per il suo comportamento durante le operazioni belliche ricevette anche due

    Medaglie d'Argento e due Medaglie di Bronzo al valor militare.

    Quando fu firmato l'armistizio con gli angloamericani, la sua squadriglia si sbandò ed egli fece

    ritorno a Bologna per entrare a far parte dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana nella 4A

    Squadriglia "Gigi Caneppele" del 2° Gruppo caccia "Gigi Tre Osei", equipaggiata con i caccia Fiat

    G.55 Centauro.

    Mentre prestava servizio continuò a studiare all'Università, laureandosi in economia nel corso del

    1944.

    Il 2 aprile 1945, nel corso di una battaglia aerea sopra Villafranca, il suo caccia Messerschmitt

    Bf.109G venne abbattuto da tre caccia Republic P-47 Thunderbolt dell'U.S.A.A.F. Il suo aereo precipitò nel fondo agricolo Corte Baronina, tra Cerlongo e Goito, in un laghetto circondato da una

    zona paludosa. Nell'impatto il velivolo si disintegrò in parte, mentre la fusoliera, con il corpo del

    pilota, sprofondò nelle sabbie mobili del laghetto artificiale, dove ancora oggi si trova.

    Per lui e il collega tenente Luigi Giorio fu proposta l'assegnazione della Medaglia d'Argento al valor

    militare alla memoria.

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    Il FIAT G.50 Bis “Freccia” di Aristide Sarti

    Kit S.B.S. Model in scala 1:72 realizzato da Angelo ‘angelo’ Luongo.

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    Giorgio Savoja e il C.200 “Saetta”

    Introduzione e modello a cura di Lamberto ‘Lamb’ Iobbi.

    Giorgio Savoja (Milano 18/01/1916 Palermo 18/3/1943) tratte dalla rete.

    Tenente caposquadriglia della 77' aveva conseguito la Medaglia d'argento nel ciclo di battaglie

    aeree per la riconquista di Tobruk, in seguito con tutto il XIII gruppo si occupo' di difesa del porto e

    scorta ai convogli navali con gli MC200 che furono anche muniti di bombe alari per funzioni di

    assalto.

    Successivamente, durante la ritirata dalla Libia a seguito del rovescio di ElAlamein, il gruppo,

    ormai ridotto ai minimi termini ma dotato di alcuni MC202, fu incaricato di scortare tre SM79 in

    ripiegamento verso la Tunisia con a bordo il generale comandante la 5' Squadra aerea. Attaccati da

    un nugolo di P40, costretto all'atterraggio il comandante del gruppo, Savoja si prodigo' nella scorta

    ravvicinata e consenti' ai tre SM79 di sfuggire alla caccia avversaria.

    Secondo il racconto della sorella, sul cielo di Misurata intervenne poi da solo a difesa di truppe

    libiche sottoposte ad uno 'strafing' da parte di caccia alleati quindi, colpito, costretto all'atterraggio

    gravemente ferito, forse mitragliato a terra, fu raccolto dalle truppe indigene che lo portarono ad un

    posto di soccorso e, in segno di rispetto e gratitudine, non gli sottrassero il prezioso anello con lo

    stemma di famiglia. Purtroppo le ferite risultarono mortali e, benche' portato in ospedale in Sicilia,

    mori' due mesi dopo. La promozione a Capitano e la medaglia d'oro al valor militare arrivarono

    postume.

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    Il Macchi C.200 “Saetta” di Giorgio Savoja

    Kit Italeri in scala 1:72 realizzato da Lamberto ‘Lamb’ Iobbi.

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    Salvatore Teja e il Re.2001 “Falco”

    Introduzione e modello a cura di Mario ‘Dream’ Musso.

    Saltatore Teja

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    Il Reggiane Re.2001 “Falco” di Salvatore Teja

    Kit Classic Airframes in scala 1:48 realizzato da Mario ‘Dream’ Musso.

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    Angelo Tondi e il P-38G “Lightning”

    Introduzione e modello a cura di Michele Raus.

    Angelo Tondi fu un ufficiale pilota di carriera di cui purtroppo non sono reperibili informazioni

    biografiche.

    Tra il 1934 e il 1939, Angelo Tondi si distinse perché conquistò una serie di record internazionali a

    bordo di veicoli con motori diversi.

    Nel 1937 in compagnia di altri piloti, Bagasso, Stagnoli, Stagliano, ottenne il primato mondiale in

    circuito chiuso di 12.935 km., volando per 57 ore e 35 minuti.

    Sullo stesso aereo SM 75 PD con motori Alfa 128 RC 21 da 1.000 cv fu primatista mondiale di

    velocità su 10.000 km. alla media di 236,979 km/h (il precedente record era di 186,197 km/h).

    Ottenne anche il primato di velocità su 1.000 e 2.000 km con carico commerciale di 5.000 kg.

    Infine, conquistò il primato internazionale di velocità su 1.000 km con carico di 100 kg. e 2.000 km.

    con carico commerciale di 500, 1.000 e 2.000 kg.

    Volò poi nel 1940 con Bertocco, Stagliano e Fais da Guidonia a Ferdinando de Noronha, in Brasile,

    senza scalo.

    Allo scoppio della Seconda guerra mondiale Tondi prestò servizio fino al 1943 quale pilota

    personale di Mussolini e quale pilota del Centro Sperimentale di Guidonia, dove ebbe modo di

    specializzarsi anche sulle prede di guerra, tra qui il noto P-38 Lightning.

    Al termine della sua carriera in Aeronautica Militare sì congedò con il grado di generale della

    brigata Aerea.

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    Il Lockheed P-38G “Lightining” di Angelo Tondi

    Kit Airfix in scala 1:72 realizzato da Michele Raus.

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    Raoul Zucconi e lo Ju-87 R2 “Picchiatello”

    Introduzione e modello a cura di Angelo ‘angelo’ Luongo.

    Raoul Zucconi

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    Lo Junkers Ju-87 R2 “Picchiatello” di Raoul Zucconi

    Kit Airfix in scala 1:72 realizzato da Angelo ‘angelo’ Luongo.