global warming - il vero ed il falso 2 -...

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RISCALDAMENTO GLOBALE: IL VERO ED IL FALSO Vi proverò con dati certi e verificabili: 1. che il riscaldamento globale (Global Warming) è terminato più di 17 anni fa, 2. che i ghiacci polari non stanno diminuendo, ma aumentano, 3. che il livello del mare da anni è costante, 4. che le variazioni della temperatura globale hanno sempre preceduto nel tempo, sia nelle ere geologiche che ai giorni nostri, le variazioni dell’anidride carbonica atmosferica, e quindi, poiché l’effetto non può precedere la causa, è la temperatura che fa variare la CO2 e non viceversa. L’effetto serra da CO2 non esiste. Buona lettura. ********* Mie competenze in materia: Classe 1939, quindi: esperienza. Nato a Genova: mare e sole. Maturità al Liceo Classico genovese Andrea D’Oria: senso della sintesi e schemi logici. Laurea in Ingegneria con specializzazione in Telecomunicazioni: preparazione tecnico/scientifica. Militare nel Genio Trasmissioni: propagazione e attenuazione delle onde radio. Carriera tecnica (fra l’altro progettista del radiofaro Marker, componente del sistema di atterraggio strumentale ILS) nella Divisione “Radio e Assistenza alla Navigazione Aerea” di ITT, ora Alcatel Italia: radiazioni elettromagnetiche, loro proprietà e spettro di assorbimento atmosferico. Velista da 50 anni (con patente nautica): meteorologia, astronomia, clima, cicli del sole, stagioni, etc. Il nostro povero amico Teddy Bear e’ preoccupato per il “Riscaldamento globale” Tutti i dati e le figure seguenti sono di dominio pubblico, oppure sono ricavati in internet da diversissime fonti ed autori (enti e laboratori governativi, università, mass media accreditati, autorevoli studiosi), non sono stati mai disconosciuti, sono accettati dalla comunità scientifica internazionale e convergono numerosi alla stessa identica conclusione.

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RISCALDAMENTO GLOBALE: IL VERO ED IL FALSO

Vi proverò con dati certi e verificabili:

1. che il riscaldamento globale (Global Warming) è terminato più di 17 anni fa,

2. che i ghiacci polari non stanno diminuendo, ma aumentano,

3. che il livello del mare da anni è costante,

4. che le variazioni della temperatura globale hanno sempre preceduto nel tempo, sia nelle ere geologiche che ai giorni nostri, le variazioni dell’anidride carbonica atmosferica, e quindi, poiché l’effetto non può precedere la causa, è la temperatura che fa variare la CO2 e non viceversa. L’effetto serra da CO2 non esiste.

Buona lettura.

*********

Mie competenze in materia:

• Classe 1939, quindi: esperienza.

• Nato a Genova: mare e sole.

• Maturità al Liceo Classico genovese Andrea D’Oria: senso della sintesi e schemi logici.

• Laurea in Ingegneria con specializzazione in Telecomunicazioni: preparazione tecnico/scientifica.

• Militare nel Genio Trasmissioni: propagazione e attenuazione delle onde radio.

• Carriera tecnica (fra l’altro progettista del radiofaro Marker, componente del sistema di atterraggio strumentale ILS) nella Divisione “Radio e Assistenza alla Navigazione Aerea” di ITT, ora Alcatel Italia: radiazioni elettromagnetiche, loro proprietà e spettro di assorbimento atmosferico.

• Velista da 50 anni (con patente nautica): meteorologia, astronomia, clima, cicli del sole, stagioni, etc.

Il nostro povero amico Teddy Bear e’ preoccupato per il “Riscaldamento globale”

Tutti i dati e le figure seguenti sono di dominio pubblico, oppure sono ricavati in internet da diversissime fonti ed autori (enti e laboratori governativi, università, mass media accreditati, autorevoli studiosi), non sono stati mai disconosciuti, sono accettati dalla comunità scientifica internazionale e convergono numerosi alla stessa identica conclusione.

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Figura 1

IPCC = Intergovernamental Panel for Climate Control HadCRUT = Banca dati mondiale delle temperature (http://en.wikipedia.org/wiki/HadCRUT ) HC3 = terza revisione dei dati globali HadCRUT di temperatura GT = un miliardo di tonnellate.

Basterebbe la figura sopra per chiudere definitivamente la problematica del riscaldamento globale, a favore del raffreddamento. L’andamento del diagramma della temperatura globale mostra che quest’ultima dal 1998 è in diminuzione.

Però, per convincere alcuni scettici, continuo l’esposizione.

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Figura 2

CET = Central England Temperature

Uno dei tanti grafici sull’andamento della temperatura sulla superficie della terra. E’ vero che per più di un secolo la temperatura è cresciuta, ma da circa il 1998 non è più aumentata e nel 2008 ha iniziato a diminuire, tuttavia nessuno sembra accorgersene fuorché il termometro.

Figura 3

Mauna Loa = località nelle Hawai sede del maggior Osservatorio mondiale per la CO2.

GHCN = Global Historical Climatology Network

Il diagramma mostra la correlazione fra temperatura e CO2.

Il diagramma evidenzia inoltre che la variazione della temperatura precede quella della CO2. Questo significa, visto che l’effetto non può precedere la causa, che non è la CO2 a far variare la temperatura, ma viceversa.

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Figura 4

Banalissimo diagramma secondo il quale negli ultimi 17 anni e 8 mesi non vi è stato alcun

aumento della temperatura media globale.

Figura 5

Stesso curva da altra fonte, riportante la diminuzione della temperatura media globale da aprile 1998 a marzo 2012

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Figura 6

La figura conferma ancora la stabilità complessiva della temperatura globale dal 1997 al 2013,

è però evidente che dal 2008 vi è una diminuzione.

Figura 7

Il diagramma evidenzia chiaramente che, mentre dal 1998 la CO2 ha continuato ad aumentare,

la temperatura del pianeta ha iniziato a scendere (ad oggi sono passati circa 17 anni)!

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Figura 8

Altro diagramma, da fonte diversa: da circa il 1998 la temperatura media globale non aumenta

più.

Figura 9

Ulteriore conferma da altra fonte che da più di 10 anni la temperatura è discesa, mentre la CO2

ha continuato a crescere.

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Figura 10

A fronte dell’aumento di temperatura pari a +2,3 °C / secolo, previsto dal modello climatico

dell’IPCC (International Panel for Climate Control), si è constatata invece in pratica una diminuzione reale di -0,9 °C/secolo.

L’errore nel modello matematico sta probabilmente nel fatto che è stata correlata la temperatura alla CO2 e non viceversa.

Figura 11a

UAH = University of Alabama Huntsville (Banca dati) ESRL = Earth System Research Laboratory – laboratorio governativo Statunitense MSU = Microwave Sounding Unit (tecnica satellitare di raccolta dati) Trop = Troposphere

Laddove si vede che a fronte di un aumento costante della CO2 antropogenica, misurata presso l’osservatorio di Mauna Loa (http://en.wikipedia.org/wiki/Mauna_Loa_Observatory), la temperatura media dell’aria alla superficie del mare (http://en.wikipedia.org/wiki/HadCRUT) e quella della bassa troposfera (http://en.wikipedia.org/wiki/UAH_satellite_temperature_dataset) sono in percettibile diminuzione.

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Figura 11b

Grafico di altra origine ed altro autore, che ripete esattamente le curve della temperatura e della

CO2 illustrate nella precedente fig. 11a.

Figura 12.

Ulteriore grafico che sintetizza l’andamento opposto di temperatura e CO2 a partire dal 1998.

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Figura 12

Ho lasciato per ultimo questo grafico, in cui viene chiaramente evidenziato l’andamento della Anomalia della temperatura globale dal 1998 alla fine del 2012. Per anomalia s’intende la deviazione rispetto ad un valore standard di riferimento scelta dall’autore del grafico, che può essere p.e. il valore medio negli ultimi 50 anni.

Si vede che a partire dall’anno 2002 la curva delle temperature effettivamente misurate sulla superficie terrestre è rappresentata (best fit, linea che più si adatta) da una retta avente pendenza (negativa!) di 0,085 C° per decade, in altre parole la temperatura diminuisce al ritmo di 0,085 gradi centigradi ogni 10 anni.

Al contrario, il modello computerizzato del clima, preparato dall’IPCC prevedeva, nello stesso intervallo di tempo, un aumento di 0,2 C° della temperatura.

Ciò è dovuto al fatto che con ogni probabilità l’IPCC ha inizialmente assunto che la variazione di temperatura globale fosse funzione della variazione di CO2 atmosferica e non viceversa.

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COERENTEMENTE CON QUANTO SOPRA,

I GHIACCI POLARI NON STANNO DIMINUENDO MA AUMENTANO

Figura 13

Il modello climatico computerizzato elaborato dall’IPPC nel 2007 prevede lo scioglimento e la

scomparsa in breve tempo dei ghiacci polari e dei ghiacciai montani in tutta la teraa.

Questa bella foto da un satellite della NASA dimostra che il modello allarmistico è sbagliato.

Figura 14 – Estensione dei ghiacci marini

Dove è evidente che la superficie totale dei ghiacci marini dall’anno 2001 sta aumentando.

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Figura 15.

La figura 13 di cui sopra è stata ripresa in prima pagina dal Corriere della Sera di qualche mese fa.

È interessante il commento del prof. Giovanni Caprara: …Ma i dati del satellite Cryosat dell’azienda spaziale europea Esa certificano che il 2013 segna il record di minor volume dei ghiacci artici. …

È ovvio che se i ghiacci artici si sono sciolti per decenni, quando iniziano a riprendersi, il loro volume avrà toccato il minimo.

I ghiacciai dell’Antartide hanno cominciato ad aumentare prima di quelli artici.

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Figura 16. Non vorrei sembrare cattivo! ☺☺☺☺

Gennaio 2014. Espressione incredula di un climatologo allarmista che fissa la nave russa

“Akademik Shokalskiy” con la quale si era diretto con i suoi colleghi verso l’Antartide per accertare lo scioglimento dei ghiacciai polari. La nave è imprigionata dai ghiacci ritenuti scomparsi. Il rompighiaccio cinese “Snow Dragon” accorso ha dovuto desistere per non rimanere anch’esso intrappolato, e gli studiosi sono stati salvati con elicotteri.

Figura 17a ☺☺☺☺

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Figura 17b ☺☺☺☺

La vicenda dell’effetto serra e dei climatologi “allarmisti” può essere riassunta nelle tre immagini precedenti ☺☺☺☺.

Figura 18.

Istogramma della recente crescita dei ghiacci antartici

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Figura 19.

Istogramma della recente crescita dei ghiacci artici

Figura 20.

Altro grafico dell’andamento dei ghiacci antartici negli ultimi 36 anni.

Dal 1998 la calotta polare antartica ha iniziato a ricrescere.

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E DA ANNI IL LIVELLO DEL MARE NON AUMENTA PIU’

Figura 21

Dal 2010 il livello del mare sta diminuendo.

Figura 22.

FWHM = Full Width at Half Maximum (tecnica per valutare la larghezza di una funzione a metà del suo massimo)

IL grafico dimostra che temperatura e livello dei mari sono correlati, sia pure in corrispondenza di fase variabile, e sono in diminuzione.

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Figura 23.

Variazione del livello del mare, secondo il satellite Envisat, dal 2004 al 2012. Dal 2010 il

livello del mare è in diminuzione.

Figura 24.

Questa figura conferma che la variazione del livello dei mari è ciclica con un periodo pari al

ciclo delle macchie solari (circa 11 anni).

Abbiamo visto (fig. 22) che livello dei mari e temperatura globale sono già correlati. Poiché non si può pensare che il livello dei mari condizioni l’attività solare, allora è l’attività solare fa variare la temperatura della terra.

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IN OGNI CASO, INDIPENDENTEMENTE DAI CONCETTI SOPRA ESPOSTI - E CONTRARIAMENTE A QUELLO CHE I CLIMATOLO GI

“ALLARMISTI” SOSTENGONO - È LA TEMPERATURA DELLA TE RRA CHE FA VARIARE LA CO 2 ATMOSFERICA, E NON VICEVERSA.

- QUESTO PUNTO E’ FONDAMENTALE -

Figura 25.

Il concetto è semplice e vale in tutte le ere geologiche.

La figura precedente mette in correlazione la temperatura globale e la concentrazione di CO2 nell’atmosfera negli ultimi 450 mila anni, ottenute dall’analisi dei campioni di ghiaccio, prelevati con tecniche di carotaggio dai ghiacciai polari di Vostok (Siberia).

Si nota la perfetta corrispondenza fra le curve della temperatura e della CO2, con l’unica differenza che le variazioni di CO2 seguono, con un ritardo evidenziato nella parte superiore della figura e misurabile in centinaia di anni, le variazioni della temperatura globale.

Poiché la causa non può seguire l’effetto, ma lo precede, quanto sopra implica che è stata sempre la temperatura a far variare la concentrazione di CO2 nell’atmosfera, e non viceversa.

L’aumento di temperatura fa rilasciare dagli oceani la CO2 in essi disciolta, e, viceversa, la diminuzione di temperatura porta ad un maggiore assorbimento della CO2 nelle masse d’acqua oceaniche.

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Figura 26.

Rivisitazione del diagramma precedente, da altra fonte e autore, dove il tempo di ritardo fra

CO2 e temperatura, viene precisato pari a circa 600 anni.

Figura 27.

Espansione del diagramma precedente nel tratto fra 150 e 100 mila anni prima dei nostri giorni, da altra fonte ed autore.

Viene confermato il ritardo addirittura di centinaia di anni (si parla di ere geologiche) fra variazione di CO2 e temperatura.

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Figura 28

Ulteriore conferma che la variazione di CO2 segue quella della temperatura e non viceversa.

Figura 29

Dalle curve dalla CO2 e della temperatura, emerge che, anche nei recenti anni del global

warming, le variazioni della temperatura precedono costantemente quelle della CO2, quindi anche in questa circostanza è la temperatura a far variare la CO2 e non viceversa.

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Figura 30

Il padre di tutti i diagrammi! Da esso emergono due fatti fondamentali:

1. Anche negli ultimi anni, l’anidride carbonica globale (tracciato verde) segue con ritardo di mesi l’andamento della temperatura. Ciò, per il principio logico universale di conseguenza fra causa ed effetto, è la prova inconfutabile che non è la CO2 a far variare la temperatura globale, ma viceversa. Abbiamo visto che il fenomeno è confermato in tutte le ere geologiche, ed anche perché.

2. Nella parte destra, il grafico evidenzia che, in correlazione con la temperatura, la CO2 globale (= alla somma della CO2 naturale + quella antropogenica) è in diminuzione.

Mi direte: come fai a sapere che la temperatura non aumenterà di nuovo, rifacendo salire la CO2 globale?

Scenderà.

Come fai a saperlo?

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PREVISIONI DEL TEMPO

Lo prevedo.

Abbiamo visto che dagli ultimi 450 mila anni le variazioni del clima terrestre (ere glaciali) hanno andamento ciclico.

Qual è il meccanismo che fa variare ciclicamente il clima del nostro pianeta?

In buona approssimazione, sono le variazioni cicliche dell’orbita e dell’inclinazione sull’eclittica dell’asse della Terra (Curve di Milankovitch) mixate, nel più breve termine, con l’attività ciclica del sole ed altri fenomeni naturali.

Figura 31

A lungo termine, sul clima prevale la forma dell’orbita della Terra intorno al sole (cicli di Milankovitch, aventi un periodo di circa 130 mia anni, corrispondente alla distanza temporale fra le ere glaciali.).

Quando l’ellisse dell’orbita si appiattisce, il nostro pianeta nella sua rivoluzione si avvicina al sole riscaldandosi, viceversa si raffredda quando l’orbita assume una forma più circolare e la Terra si allontana dal sole. Preciso che le variazioni di distanza della Terra dal sole non avvengono durante l’orbita, ma quando varia la forma dell’orbita in un ciclo di 130 mila anni.

Vi propino nel seguito un secondo diagramma che mette in relazione evidente l’eccentricità dell’eclittica con le ere glaciali ed interglaciali.

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Figura 32

È facile osservare che le epoche glaciali corrispondono ad un’orbita meno ellittica, cioè ad una

maggiore distanza della terra dal sole, e viceversa, con cicli di circa 130 mila anni. A questi cicli principali si sommano cicli stagionali di minore durata, dovuti p.e. alla nutazione dell’asse terrestre o ai cicli delle macchie solari. Penultimo come durata il ciclo dell’anno solare, ed ultimo quello giornaliero.

In questo periodo storico siamo all’inizio di un ciclo di maggior circolarità dell’orbita terrestre.

Figura 33.

Dalle due figure precedenti apparirebbe che siamo nei punti segnati da una freccia rossa, cioè all’inizio di una nuova bella era glaciale.

Per contro, a più breve termine influisce sulla temperatura terrestre il “vento solare” ed il numero delle “macchie solari”: è stata osservata – e spiegata – dagli scienziati una correlazione fra il vento solare, il numero di macchie solari e la temperatura del nostro pianeta.

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Figura 34.

MM = Maunder Minimum

DM = Dalton Minimum

Il grafico ci fornisce la corrispondenza fra il numero di macchie solari (SSN = Sun Spot Number) e la temperatura globale dal 1700 ai tempi nostri. C’è proporzionalità fra il numero di macchie solari e la temperatura.

Poiché non si può affermare che la temperatura della Terra influisce sul numero di macchie solari, è vero l’opposto: la temperatura globale è condizionata dal numero di macchie solari.

Figura 35.

Questa figura, ricavata da Wikipedia, conferma la precedente. Osservando la cronologia sull’asse X, il Modern Maximum non è altro che l’attuale Global Warming demonizzato dai climatologi allarmisti.

Figura 36

La figura, di fonte ed autore diversi, conferma il diagramma precedente.

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Figura 37

Ancora una conferma dell’andamento del numero delle macchie solari dal 1750 ai giorni nostri.

Figura 38

Si osserva correlazione fra numero di macchie solari e temperatura della Terra dal 1600 ad oggi. Gli andamenti coincidono con quelli delle figure precedenti, tutte di fonte ed autori diversi.

I “Dickensian Winters” sono gli inverni particolarmente rigidi descritti dallo scrittore Dickens nei suoi libri.

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Figura 39

Temperatura globale negli ultimi 2000 anni. Dal 1600 circa l’andamento coincide con quello dei grafici precedenti.

Figura 40

L’immagine evidenzia il coincidere della variazione dell’attività solare con la variazione della temperatura globale dal 1860 al 2000.

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Figura 41.

Grafico di fonte ed autore diversi che correla la temperatura (SST = Sea Surface Temperature) con le macchie solari, e che conferma la fig. 40. Quindi, sostenere che l’aumento di temperatura della superficie del mare nell’ultimo secolo è dovuto alla CO2 antropogenica, sarebbe come dire che quest’ultima fa aumentare il numero delle macchie solari.

Figura 42.

Sintesi: la temperatura è legata non al consumo di combustibili fossili ma all’attività solare.

Ho finito.

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PS ma non del tutto.

Esaminiamo i due grafici seguenti.

Figura 43.

Percentuale dei gas atmosferici responsabili dell’effetto serra. Il diagramma è conosciuto e non contestato dalla comunità scientifica internazionale, ma viene del tutto ignorato.

Il settore rosso è il vapore acqueo (95 %), il verde è la CO2 naturalmente presente nell’atmosfera (4,72 %) (prodotta anche da noi che respiriamo – ma non sono un demolitore ecologico, anzi respirando incremento il verde delle foreste amazzoniche, e ho anche una bella Panda “giallo ottimista” a metano) ed il settore blu è la CO2 antropogenica (0,28 %).

Se quest’ultima dovesse di colpo raddoppiarsi, il suo effetto sul totale dei gas serra passerebbe dallo 0,28 allo 0,56 %, cioè sarebbe ancora trascurabile. Allo stesso modo sarebbe trascurabile il vantaggio se la CO2 antropogenica dovesse dimezzarsi, ma sarebbe invece enorme lo sforzo, per ottenere questo risultato, delle industrie manifatturiere dei paesi aderenti al Protocollo di Kyoto.

Ma sarà vero che il vapor acqueo è un gas serra efficace, o è una mia invenzione?

Esaminiamo, tramite il diagramma seguente, il bilancio dell’energia radiante, cioè quanta e quale energia elettromagnetica incide e quanta e quale viene emessa dal nostro pianeta, in funzione della lunghezza d’onda di tale energia. Vi ricordo che le radiazioni termiche sono radiazioni elettromagnetiche, esattamente come le onde radio.

Anche la fig. 43 è nota ed accettata dalla comunità scientifica mondiale.

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Figura 44 Attenuazione delle radiazioni che attraversano l’atmosfera.

Il sole emette la maggior parte della sua energia radiante nello spettro visibile (zona rossa del diagramma). La terra irradia a temperatura molto più bassa, nello spettro dell’infrarosso (zona blu).

L’atmosfera assorbe dal 25 al 30 % dell’energia proveniente dal sole e dal 70 all’85 % dell’energia emessa dalla terra.

In figura è dettagliato lo spettro di assorbimento dell’atmosfera (zona grigia) cioè quanta energia radiante assorbe l’atmosfera in funzione della lunghezza d’onda di tale energia.

Appare evidente che il potere assorbente (cioè il contributo all’effetto serra) del vapore acqueo è maggiore di quello della CO2 (Carbon Dioxide).

Se consideriamo che il vapore acqueo nell’atmosfera è in quantità molto maggiore dell’anidride carbonica, appare evidente che il suo “effetto serra” è enormemente superiore a quello della CO2.

Perché i climatologi allarmisti ignorano questo fatto? Perché altrimenti non potrebbero incolpare la CO2, datemi voi un’altra spiegazione.

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CONCLUSIONE

Credo di essere stato abbastanza chiaro.

Ho dimostrato senza troppa fatica (a parte il tempo), senza uscire di casa e, da buon genovese, a costo zero:

1. che, nelle ere geologiche e nel presente, le variazioni di temperatura globale sono sempre in correlazione diretta con quelle della CO2 atmosferica, ma le precedono costantemente nel tempo. Pertanto, poiché l’effetto non può precedere la causa, non è la CO2 che fa variare la temperatura, ma viceversa: l’effetto serra in sostanza non esiste.

2. che la variazione climatica a lungo termine è da addebitare alla forma dell’orbita terrestre (cicli di Milankovitch), mentre a breve termine influiscono sulla temperatura globale i cicli naturali dell’attività solare (macchie solari e vento solare).

Il nostro amico Teddy Bear e’ salvo.

Premesso che diminuire il consumo di combustibili fossili a favore delle energie rinnovabili è auspicabile, depreco che per ottenere questo sacrosanto scopo si faccia “terrorismo” climatico, perché si compromette la fiducia della gente, e del potere politico, nella scienza, e si può spaventare chi è impressionabile.

Infine, imporre urgenti restrizioni alle industrie manifatturiere dei paesi del protocollo di Kyoto (fra cui l’Italia, afflitta dalla disoccupazione) ne danneggia l’economia, favorendo chi a tale trattato non ha mai aderito, avendo probabilmente le sue ragioni.

Stavolta ho concluso sul serio.

Grazie dell’attenzione.

Elio Lazzaroni.