globalizzazione dell’esclusione e dell’indifferenza · soluta ed impossibilità di costruire un...

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Poste Italiane S.p.a. Spedizione in AP - D.L. 353/2003 conv. in L27/02/2004 n° 46 art. 1 comma 2, CNS Bolzano. Trimestrale. Autorizzazione 17AP del 30.11.2006 Giugno 2016 Anno 11 Numero 2 VOLinforma: proprietario ed editore “Associazione Volontarius” Bolzano - Registro stampa tribunale Bolzano 20/2005 del 23/11/2005 Dir. Responsabile Franco Grigoletto - Redazione c/o “Associazione Volontarius” via G. Di Vittorio 33 - Bolzano - Tel 0471 402338 Fax 0471 404921 web www.volontarius.it - email [email protected] - c.c.p. 12109393 - Stampato in proprio Nel 2015 più di 65 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare il proprio Paese. Guerre, persecuzioni, povertà as- soluta ed impossibilità di costruire un presente ed un futuro, disastri ambien- tali ed accaparramento di terre sono alla base di questo fenomeno epocale. Ed è una condizione destinata a crescere nel tempo, almeno fino a quando non deci- deremo, noi che viviamo da sempre in condizioni migliori e siamo causa di gran parte di queste ingiustizie, di riconosce- re una realtà nuova e organizzare la no- stra vita secondo parametri di giustizia e condivisione. Papa Francesco, nella sua visita in Bolivia, nel luglio del 2015, dice con forza che “Vogliamo un cambiamento nella nostra vita…che tocchi tutto il mon- do perché oggi l’interdipendenza plane- taria richiede risposte globali ai problemi locali. La globalizzazione della speranza, che nasce dai Popoli e cresce tra in po- GLOBALIZZAZIONE DELL’ESCLUSIONE E DELL’INDIFFERENZA veri, deve sostituire questa globalizzazione dell’esclusione e dell’indifferenza”. “E dopo tanto dolore, tanta morte e distru- zione…il bene comune passa in secondo piano. Quando il capitale diventa idolo e dirige le scelte degli esseri umani, quan- do l’avidità di denaro controlla l’intero si- stema socioeconomico, rovina la società, condanna l’uomo, distrugge la fraternità interumana, spinge popolo contro popolo”. Grandi pensieri, parole importanti. Non ri- guardano però solo i macro sistemi, possia- mo e dobbiamo farli nostri attualizzandoli anche nella quotidianità. Le nostre scelte in ogni momento delle nostre giornate sono orientate a questi principi? Come uso del mio tempo, ma anche del mio denaro. Come impegno la mia cultura, i miei sorrisi, gli abbracci. Ancora papa Francesco, “Vedendo le crona- che di ogni giorno siamo convinti che non si può fare nulla, solo prendersi cura di sé di Roberto Defant e della piccola cerchia della famiglia e de- gli affetti”. Siamo chiamati, tutti, a pren- dere coscienza della novità in cui stiamo vivendo, del nuovo mondo che si è ve- nuto a creare e decidere come vogliamo viverlo. Quale processo di cambiamento decidiamo di adottare? Ancora Francesco, “ Il cambiamento concepito non come qualcosa che un giorno arriverà perché si è imposta questa o quella scelta politica o perché si è instaurata questa o quella struttura sociale…Bisogna cambiare il cuore…La scelta è di generare processi e non di occupare spazi. Ognuno di noi non è che parte di un tutto complessivo e variegato che interagisce nel tempo: gente che lotta per un significato, per uno scopo, per vivere con dignità, per «vivere bene»”. È indispensabile creare un’alternativa umana alla globalizzazione escludente, continua papa Francesco. “ Un’economia giusta deve creare le condi- zioni affinché ogni persona possa godere di un’infanzia senza privazioni, sviluppare i propri talenti nella giovinezza, lavorare con pieni diritti durante gli anni di atti- vità e accedere a una pensione dignitosa nell’anzianità”. Inclusione ed interazione sono i temi del nostro presente e dell’im- mediato futuro. Riguardano ognuno di noi, nelle scelte quotidiane e nelle rela- zioni che decidiamo di avere con chiun- que incontriamo; o che rifiutiamo. “Occorre riconoscere che nessuno dei gravi problemi dell’umanità può essere risolto senza l’interazione tra gli Stati e i popoli. Ma interazione non è sinonimo di imposizione, non è subordinazione di alcuni in funzione degli interessi di altri. Il colonialismo, vecchio e nuovo, che riduce i paesi poveri a semplici fornitori di ma- terie prime e manodopera a basso costo, genera violenza, povertà, migrazioni for- zate e tutti i mali che abbiamo sotto gli occhi ”.

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Page 1: GLOBALIZZAZIONE DELL’ESCLUSIONE E DELL’INDIFFERENZA · soluta ed impossibilità di costruire un presente ed un futuro, disastri ambien- ... a costruire ponti e abbattere muri,

Poste Italiane S.p.a. Spedizione in AP - D.L. 353/2003 conv. in L27/02/2004 n° 46 art. 1 comma 2, CNS Bolzano. Trimestrale. Autorizzazione 17AP del 30.11.2006

Giugno 2016 Anno 11

Numero 2

VOLinforma: proprietario ed editore “Associazione Volontarius” Bolzano - Registro stampa tribunale Bolzano 20/2005 del 23/11/2005 Dir. Responsabile Franco Grigoletto - Redazione c/o “Associazione Volontarius” via G. Di Vittorio 33 - Bolzano - Tel 0471 402338 Fax 0471 404921

web www.volontarius.it - email [email protected] - c.c.p. 12109393 - Stampato in proprio

Nel 2015 più di 65 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare il proprio Paese. Guerre, persecuzioni, povertà as-soluta ed impossibilità di costruire un presente ed un futuro, disastri ambien-tali ed accaparramento di terre sono alla base di questo fenomeno epocale. Ed è una condizione destinata a crescere nel tempo, almeno fino a quando non deci-deremo, noi che viviamo da sempre in condizioni migliori e siamo causa di gran parte di queste ingiustizie, di riconosce-re una realtà nuova e organizzare la no-stra vita secondo parametri di giustizia e condivisione. Papa Francesco, nella sua visita in Bolivia, nel luglio del 2015, dice con forza che “Vogliamo un cambiamento nella nostra vita…che tocchi tutto il mon-do perché oggi l’interdipendenza plane-taria richiede risposte globali ai problemi locali. La globalizzazione della speranza, che nasce dai Popoli e cresce tra in po-

GLOBALIZZAZIONE DELL’ESCLUSIONE E DELL’INDIFFERENZA

veri, deve sostituire questa globalizzazione dell’esclusione e dell’indifferenza”. “E dopo tanto dolore, tanta morte e distru-zione…il bene comune passa in secondo piano. Quando il capitale diventa idolo e dirige le scelte degli esseri umani, quan-do l’avidità di denaro controlla l’intero si-stema socioeconomico, rovina la società, condanna l’uomo, distrugge la fraternità interumana, spinge popolo contro popolo”. Grandi pensieri, parole importanti. Non ri-guardano però solo i macro sistemi, possia-mo e dobbiamo farli nostri attualizzandoli anche nella quotidianità. Le nostre scelte in ogni momento delle nostre giornate sono orientate a questi principi? Come uso del mio tempo, ma anche del mio denaro. Come impegno la mia cultura, i miei sorrisi, gli abbracci. Ancora papa Francesco, “Vedendo le crona-che di ogni giorno siamo convinti che non si può fare nulla, solo prendersi cura di sé

di Roberto Defant

e della piccola cerchia della famiglia e de-gli affetti”. Siamo chiamati, tutti, a pren-dere coscienza della novità in cui stiamo vivendo, del nuovo mondo che si è ve-nuto a creare e decidere come vogliamo viverlo. Quale processo di cambiamento decidiamo di adottare? Ancora Francesco, “ Il cambiamento concepito non come qualcosa che un giorno arriverà perché si è imposta questa o quella scelta politica o perché si è instaurata questa o quella struttura sociale…Bisogna cambiare il cuore…La scelta è di generare processi e non di occupare spazi. Ognuno di noi non è che parte di un tutto complessivo e variegato che interagisce nel tempo: gente che lotta per un significato, per uno scopo, per vivere con dignità, per «vivere bene»”. È indispensabile creare un’alternativa umana alla globalizzazione escludente, continua papa Francesco. “ Un’economia giusta deve creare le condi-zioni affinché ogni persona possa godere di un’infanzia senza privazioni, sviluppare i propri talenti nella giovinezza, lavorare con pieni diritti durante gli anni di atti-vità e accedere a una pensione dignitosa nell’anzianità”. Inclusione ed interazione sono i temi del nostro presente e dell’im-mediato futuro. Riguardano ognuno di noi, nelle scelte quotidiane e nelle rela-zioni che decidiamo di avere con chiun-que incontriamo; o che rifiutiamo.“Occorre riconoscere che nessuno dei gravi problemi dell’umanità può essere risolto senza l’interazione tra gli Stati e i popoli. Ma interazione non è sinonimo di imposizione, non è subordinazione di alcuni in funzione degli interessi di altri. Il colonialismo, vecchio e nuovo, che riduce i paesi poveri a semplici fornitori di ma-terie prime e manodopera a basso costo, genera violenza, povertà, migrazioni for-zate e tutti i mali che abbiamo sotto gli occhi ”.

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“Sogno un’Europa che si prenda cura di…”Premio Carlo Magno per papa Francesco che invita il vecchio continente a non cedere agli egoismi

...e ad aggiornare l’idea di Europa, abbattendo i muri.”

“Sogno un nuovo umanesimo europeo. Sogno un’Europa giovane, capace di essere ancora madre: una madre che ab-bia vita, perché rispetta la vita e offre speranze di vita. Sogno un’Europa che si prende cura del bambino, che soccorre come un fratello il povero e chi arriva in cerca di accoglienza perché non ha più nulla e chiede riparo(…) Sogno un’Europa, in cui essere migrante non sia delitto bensì un invito ad un maggior impegno con la dignità di tutto l’essere umano”. Il papa domanda apertamente: “Che cosa ti è successo, Europa umanistica, paladina dei diritti dell’uomo, della democrazia e della libertà”. Eppure, afferma, “gli ideali di un tempo non sono superati perché ispirano, oggi più che mai, a costruire ponti e abbattere muri, sembrano esprimere un accorato invito a non accontentarsi di ritocchi cosmetici o di compromessi tortuosi per correggere qualche trattato, ma a porre coraggiosamente basi nuove, fortemente radicate, accettando con determina-zione la sfida di aggiornare l’idea di Europa”. E parla di un nuo-vo umanesimo basato su tre capacità: la capacità di integrare, di dialogare e di generare.

“Il tempo ci sta insegnando che non basta il solo inserimento geografico delle persone, ma la sfida è una forte inte(g)razione culturale”. Il papa chiede “una solidarietà che non può mai es-sere confusa con l’elemosina, ma come generazione di oppor-tunità perché tutti gli abitanti delle nostre città possano svi-luppare la loro vita con dignità”. Da qui l’invito a “riconoscere l’altro come un interlocutore valido”, guardando “lo straniero, il migrante, l’appartenente a un’altra cultura come un soggetto da ascoltare, considerato e apprezzato”. È necessario insegnare alle giovani generazioni “un modo di risolvere i conflitti diver-so da quello a cui li stiamo abituando” con “coalizioni non più solamente militari o economiche ma culturali, educative, filo-sofiche, religiose”.Servono “modelli economici più inclusivi ed equi, non orien-tati al servizio di pochi, ma al beneficio della gente e della so-cietà”, un passaggio “da un’economia che punta al reddito e al profitto in base alla speculazione e al prestito a interesse ad un’economia sociale che investa sulle persone creando posti di lavoro e qualificazione”.

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Milioni persone che si muovono e si sposta-no dai Paesi d’origine, nel mondo, non sono un impegno e non possono essere conside-rate un problema. Rappresentano un feno-meno sociale. Determinano un cambio d’e-poca. Un mondo è � nito e dobbiamo capire come vivere ed organizzare questo nuovo nel quale già ci tro-viamo.Ospitare, nei primi tempi della loro permanenza sul territorio, le perso-ne che nei propri Paesi non sono li-bere di vivere, per-ché c’è una guerra o non ci sono le condizioni sociali ed economiche per costruire un pre-sente ed un futuro è un dovere ed un obbligo morale che trova le sue radici nella nostra civiltà, cultura, tradizione sociale e religiosità. E’ semplicemente GIU-STO. Naturalmente tutto questo ha dei costi. Lo Stato, e solamente gli organismi nazionali inviano i profughi secondo parametri sta-biliti (per l’Alto Adige lo 0,9%, rispetto ai residenti), stanzia 28 € pro-capite, al giorno, alle associazioni che si prendono cura di loro. Ad ogni persona ospitata nei Centri va un pocket money di 2,50 € al giorno. Dena-ro che viene utilizzato per le spese persona-li quali sigarette, ricariche telefoniche (che non vengono fornite se non una volta sola, all’arrivo, viene consegnata una scheda di

PROFUGHIInpegni, costi e senso del giusto

15 € per poter informare la famiglia che si è ancora vivi). Sempre giornalmente, all’ospi-te delle strutture che hanno cucine abilitate, viene consegnata una somma pari a 5,50 € per l’acquisto di cibo che verrà poi cucinato autonomamente.Con i restanti 20,00 € l’associazione che ge-

stisce il servizio deve pagare tutte le spese di gestione della struttura, dalle bollette di luce, acqua, ri� uti, telefono, al materiale igienico per le pulizie, medicinali e ticket sa-nitari, biglietti autobus, � no alle spese del personale, operatori, custodi e, nei centri dove non ci sono su� cienti forze di volon-tariato, gli insegnati per i necessari corsi di lingua italiana e tedesca. Il sistema di sostegno si de� nisce “a contri-buti”, cioè i fondi sono statali e riguardano il 95% della spesa e sono gestiti dalla Pro-vincia. Comuni e Distretti sociali non sono tenuti a nessun tipo di intervento economi-

co. All’associazione è richiesto un interven-to autonomo pari al restante 5%. Rispetto a sterili polemiche o comprensibili dubbi che i cittadini più deboli possono esprime-re, appare del tutto evidente, anche a chi possa essere sprovveduto di qualsivoglia cultura � nanziaria, l’impossibilità, soprat-

tutto in un sistema come quello loca-le, di lucrare sulle persone in fuga e creare business sul-la so� erenza. Ci si può aspettare che, nella stessa manie-ra, si eviti di usare la so� erenza anche di altri, che sul terri-torio locale ci sono da sempre e, meno fortunati di chi le polemiche le crea in forma strumen-tale, ha da sempre accesso ad un wel-fare sicuramente più favorevole an-

corché migliorabile.Il volontariato resta una delle migliori espressioni della nostra umanità. Il volonta-riato in Alto Adige, da sempre, rappresenta una cifra identi� cativa del carattere e della generosità delle persone. Per fortuna è ben presente, resiste alla paura del nuovo e del diverso, alle tante tentazioni populiste che ostinatamente chiudono gli occhi ed il cuo-re alle nuove realtà e si spende con deter-minazione e coraggio nell’incontro, nel de-siderio di prendersi cura l’uno dell’altro, nel rispetto pieno e vincolante della dignità di ogni singolo essere umano.

Assistenza umanitaria per profughi - Stazione di BolzanoA CHI SI RIVOLGE? PUNTI OPERATIVI: Profughi in transito alla stazione di Bolzano Stazione di Bolzano

OBIETTIVI:O� rire un servizio umanitario di ristoro temporaneo , informazione ed orientamento. Il servizio è svolto con la stretta collaborazione degli enti River Equipe, Caritas, Croce Rossa Italiana, Rete dei diritti senza Voce, Fondazione Alexander Langer, Associazione San Vincenzo, AiBi e tanti pri-vati cittadini che volontariamente ed in forma autonoma sostengono le attività del servizio per una presenza continua presso la stazione ferroviaria.

SOSTIENI:Si ricercano urgentemente prodotti alimentari (tonno, merendine, succhi di frutta monodose, pane fresco, latte, frutta, pane da toast ), bic-chieri e tovaglioli, medicinali (unicamente tachipirina, sciroppi tosse e cerotti ), coperte, assorbenti - salviette umidi� cate in confezioni piccole, mutande da uomo, mutande da donna.  È possibile sostenere il progetto con donazioni inserendo nella causale “FS BZ”, maggiori dettagli sulle diverse modalità alla sezione ‘come aiutarci’  Si cercano inoltre volontari, per candidarsi vai al Form Volontariato e potrai inserire direttamente la tua disponibilità di servizio per l’iniziativa al LINK indicandone i Turni.

CONTATTI: Tel. 0471/402338 (tasto 5) | E-mail: [email protected] | Referenti: Daniela De Blasio & Andrea Tremolada

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0471 402338 – Tasto 4www.volontarius.it [email protected]

Abbiamo bisogno di te!Hai del tempo da dedicare agli altri?

Collaborano in stretta sinergia: Con il contributo di: Ha collaborato a questo numero a titolo di volontariato:

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Con la Giornata Mondiale del Rifugiato l’UNHCR vuole invita-re il pubblico ad una ri� essione sui milioni di rifugiati e richie-denti asilo che, costretti a fuggire da guerre e violenze, lascia-no i propri a� etti, la propria casa e tutto ciò che un tempo era parte della loro vita. E soprattutto non dimenticare mai che dietro ognuno di loro c’è una storia che merita di essere ascoltata. Storie di so� erenze, di umiliazioni ma anche storie di chi vuole ricominciare a ricostruire il proprio futuro.L’UNHRC informa, con il Rapporto Global Trends, che attual-mente 1 persona su 113 è un richiedente asilo, sfollato in-terno o rifugiato. Il livello di rischio constatato è “senza pre-cedenti” e per la prima volta si è arrivati a un numero di 65 milioni di persone in fuga dai loro Paesi. Circa la metà dei rifugiati del mondo sono bambini; Redattore Sociale informa che solo in Italia sono 7.000 i ragazzi minorenni che migrano.Con il patrocinio dell’UNHCR e del Comune di Bolzano, Vo-lontarius ha svolto diverse attività al parco Premstaller. Con agli operatori e volontari di Volontarius ed agli animatori della Uisp, erano presenti molti ospiti dei vari centri e tanti cittadini.Sono stati organizzati nella zona esterna del parco tornei di calcetto, pallavolo e cricket. Per i bambini invece il team di Street Lab ha costruito uno splendido aereo di cartone mu-nito di passaporto per volare in diversi stati posizionati nelle zone del parco; abbiamo così imparato e ricordato insieme le monete, le lingue, le religioni di diversi Paesi.Nel locale interno del Premstaller è stata allestita la mostra di quadri dipinti da ragazzi ospiti di Casa Gorio durante l’emer-

Giornata Mondiale del Rifugiato 2016Il 20 giugno si è celebrata la Giornata Mondiale del Rifugiato,

appuntamento annuale voluto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Soziales Politiche sociali

AUTONOME PROVINZ

BOZENSÜDTIROL

PROVINCI A AUTONOMA DI BOLZANOALTO ADIGE

genza Nordafrica del 2011 ed una mostra fotogra� ca di Africa Mission sulle attività in Uganda. La sera, ad animare il parco, è stata una cena etnica afgana.Nel frattempo, a Casa Gorio, il gruppo di artisti di Comunica strada ha coordinato le attività di pittura realizzando gra� ti e murales con la collaborazione degli ospiti della struttura, dei ragazzi di MurArte e dell’associazione Take Part nella decora-zione delle pareti esterne di Gorio 1 e Gorio 2.