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Settimanale Num. 69 - 3 maggio 2014 Anno II • Num. 18 (69) Settimanale del 3 maggio 2014 • Rivista € 1,50 Il sogno di Papa Francesco Bergoglio cita Wojtyla per parlare del suo desiderio: una Chiesa missionaria “dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa” Il vaticanista Gian Franco Svidercoschi è un’enciclopedia di aneddoti su Giovanni Paolo II Un’esistenza per gli altri Giornata per l’Università Cattolica Il tema di quest’anno è “Con i giovani protagonisti del futuro” LICIA COLÒ “Così la mia vita è cambiata” Cristina è in giro per i teatri con uno spettacolo dedicato a Sant’Ildegarda Gli occhi di Letizia Tutto ciò che la circonda e attira la sua attenzione lo fotografa e ce lo offre. Per guardarlo in modo nuovo “Ho un’anima francescana” La conduttrice tv ci racconta del suo rapporto con la fede e il creato DOPO LA CANONIZZAZIONE SI CELEBRA IL 4 MAGGIO

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SettimanaleNum. 69 - 3 maggio 2014

Anno

II •

Num

. 18

(69)

Set

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mag

gio

2014

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1,5

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Il sogno di Papa

FrancescoBergoglio cita Wojtyla per parlare del suo

desiderio: una Chiesa missionaria “dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa”

Il vaticanista Gian Franco Svidercoschi

è un’enciclopedia di aneddoti su Giovanni

Paolo II

Un’esistenza per gli altri

Giornata per l’Università CattolicaIl tema di quest’anno è “Con i giovani protagonisti del futuro”

LICIA COLÒ

“Così la mia vita è cambiata”Cristina è in giro per i teatri con uno spettacolo dedicato a Sant’Ildegarda

Gli occhi di LetiziaTutto ciò che la circonda e attira la sua attenzione lo fotografa e ce lo offre. Per guardarlo in modo nuovo

“Ho un’anima francescana”

La conduttrice tv ci racconta del suo

rapporto con la fede e il creato

DOPO LA CANONIZZAZIONE

SI CELEBRA IL 4 MAGGIO

Visto da me

Un banco di prova per la vita Mi sono laureata in lingue e letterature straniere nel 2001

e il ricordo del periodo universitario è ancora nitido

dentro di me. Ricordo i primi giorni a Villa Mirafiori, la sede della

Sapienza di Roma in cui seguivo il corso di lingua e letteratura

francese: ero assetata di sapere ma anche spaesata da un

contesto che di certo non guidava né aiutava nell’inserimento.

Fu la curiosità e la voglia di andare avanti che mi fece rompere il

muro della timidezza in cui ci eravamo rinchiusi tutti quando ci

hanno spinto nell’aula in cui avremmo dovuto seguire il professor

Luigi de Nardis. Entrai, eravamo così tanti da costringere molti a

seguire la lezione in piedi o seduti per terra e, incredibilmente,

quell’iniziale e stramba coralità mi fece concentrare ancora di

più sulla lezione che mi fece amare ulteriormente la letteratura

francese: Les fleurs du Mal, Charles Baudelaire. Non dimenticherò

mai la passione e l’emozione che ci trasmise il professore nel

commentare i versi di Les petites vieilles, le sfumature di quelle

parole che così melodicamente andavano a raccontare una realtà

riproposta nella sua dolcezza ma anche nella sua durezza. Iniziò

così la mia esperienza universitaria che portai avanti con sete

di conoscenza e di crescita personale. Non dovevo dimostrare

qualcosa ai miei genitori, ma scelsi quella facoltà perché volevo

avere strumenti, dare voce alle mie inclinazioni e anche se

niente fu facile, ammetto che rifarei esattamente tutto quello

che ho fatto. Scherzando con un’amica che conobbi al corso,

dicevamo che quell’università era una giungla straordinaria in

cui se resistevi e arrivavi alla laurea avevi anche il patentino

poi per superare tutto nella vita. Sì, fu tutto complesso ma

avvincente allo stesso tempo: avvincente per gli incontri umani

che quel marasma mi ha donato; affascinate e illuminante per

come ho imparato le lingue straniere con cui, sia nel lavoro

che nella vita, sono riuscita a stabilire contatti importanti.

Arricchente per le nozioni e i contenuti che ho appreso con gli

esami di critica cinematografica e che mi sono ritrovata poi

nel momento in cui ho dovuto selezionare i film che meglio

esprimevano la difesa dei diritti umani al Festival del cinema

di Venezia, facendo parte della giuria per il ministero delle Pari

Opportunità. Adoro tutto il periodo di formazione scolastica della

mia vita e oltre alle amicizie che mi ha regalato e che in parte

ancora mi accompagnano, il mio grazie è per suor Adelaide, la

mia insegnante delle scuole elementari, per la bellezza della

fede che mi ha trasmesso; per la professoressa Terrinoni

e la passione con cui mi ha fatto conoscere la filosofia

ai tempi del liceo e per la professoressa D’Angelo che

mi ha donato un amore per la storia dell’arte negli anni

dell’adolescenza che porto ancora con me.

Lorena Bianchetti

A Sua Immagine 3

PRIMA PAGINA

Editoriale

I cattolici: protagonisti di unanuova rinascita“Affermare nel campo del pensiero e della scienza la perenne vitalità del cattolicesimo”. Era questo lo spirito informatore del grande progetto culturale che portò alla nascita dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. È questo un postulato da rilanciare oggigiorno, in una società contrassegnata da una forte crisi “di convinzioni e di valori, prima ancora che economica”, per dirla con Papa Francesco.In un simile scenario, noi cattolici siamo chiamati ad impe-gnarci, a ridare attualità e concretezza alle parole del Vangelo, a ridestarci nella missione di testimoniare e propagare la fede, che è principio ispiratore delle nostre vite. “Nessuno – ha scritto il Santo Padre nell’Enciclica Evangelii Gaudium – può esigere

da noi che releghiamo la religione alla segreta intimità delle persone, senza al-cuna influenza sociale”. Dei suoi prin-cipi dobbiamo fare i semi che portano nutrimento, il lievito che fa crescere.L’Università Cattolica fu istituita l’anno dopo la fine della Prima guerra mondiale e due lustri prima della grave crisi economica del 1929. Quel decen-nio conobbe la difficoltà della ripresa postbellica, il boom economico e poi il crollo. Un crollo che affondava le sue radici nell’ebbrezza del benessere (apparente), in una euforica venalità dell’esistere e in una spietata logica

speculativa. Esattamente come è accaduto a distanza di ot-tant’anni circa. Il ruolo dei cattolici nel processo di costruzione di un nuovo modello di sviluppo, fondato sul bene comune e sui principi di sussidiarietà e solidarietà, fu centrale. L’apporto dato, a livello di paradigma di pensiero e anche di programma d’azione, ha aperto – allora – una nuova prospettiva. E anche oggi, in un periodo altrettanto difficile e delicato, può e deve tornare a farlo. Occorre, in questo senso, un impegno istituzio-nale forte, capace di rilanciare il messaggio che quasi un secolo fa ispirò Giuseppe Toniolo prima e padre Agostino Gemelli dopo e che affidava all’energia del cattolicesimo il compito di restituire dignità all’uomo. “Non dovremmo mai stancarci di ricominciare da Dio”, affermò Benedetto XVI durante la XXV Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici. “L’uomo che ri-sveglia in sé la domanda su Dio – precisò – si apre alla speranza, ad una speranza affidabile, per cui vale la pena di affrontare la fatica del cammino nel presente”.

Gianni Epifani

Sacerdote rogazionista,

giornalista e regista della

Santa Messa di RaiUno

Giornalista e conduttrice della trasmissione A Sua Immagine in onda sabato e domenica su RaiUno

Il Vangelo della settimana DA SABATO 3 A VENERDÌ 9 MAGGIO 2014

Prima lettura Non era possibile che la morte lo tenesse in suo potere

Dagli Atti degli Apostoli(Capitolo 2, versetti 14.22-33)

[Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così: «Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che

Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene –, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pa-gani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Dice infatti Davide a suo riguar-do: “Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si ralle-grò il mio cuore ed esultò la mia lingua,

La liturgia della Parola domenicale è commentata da padre Ermes Ronchi e Marina Marcolini

e anche la mia carne riposerà nella spe-ranza, perché tu non abbandonerai la mia vita negli inferi né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza”. Fratelli, mi sia lecito dirvi francamen-te, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora oggi fra noi. Ma poiché era profeta e sapeva che Dio gli aveva giu-rato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la ri-surrezione di Cristo e ne parlò: “questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione”. Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire».

Seconda lettura Foste liberati con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia

Dalla prima lettera di San Pietro apostolo

(Capitolo 1, versetti 17-21)

Carissimi, se chiamate Padre colui che, senza fare preferenze, giudica ciascuno secondo le proprie opere, comportate-vi con timore di Dio nel tempo in cui vivete quaggiù come stranieri. Voi sapete che non a prezzo di cose effi-mere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia. Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma negli ultimi tempi si è manifestato per voi;

Le ragioni della speranza

DOMENICA 4 MAGGIO 2014

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III domenica di Pasqua AAntonio Parisi

1. Proteggimi, o Dio: in te mi ri - fugio. Ho detto al Signore: "Il mio Signore sei tu".

1. Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita.

2. Benedico il Signore che mi ha dato con - siglio; anche di notte il mio animo mi istru - isce.

2. Io pongo sempre davanti a me il Si - gnore, sta alla mia destra, non potrò va - cil - lare.

3. Per questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al si - curo,

3. perchè non abbandonerai la mia vita negli inferi, nè lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

4. Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua pre - senza,

4. dolcezza senza fine alla tua destra.

Salmo responsoriale (Sal 15)

A cura di monsignor Antonio Parisi

Per guardare e ascoltare l’esecuzione del salmo vai su www.musicasacra-bari.it

e voi per opera sua credete in Dio, che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, in modo che la vostra fede e la vostra speranza siano rivolte a Dio.

Vangelo Lo riconobbero nello spezzare il pane

Dal Vangelo secondo Luca (Capitolo 24, versetti 13-35)

Ed ecco, in quello stesso giorno [il pri-mo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e con-versavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscer-lo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèo-pa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo con-dannare a morte e lo hanno crocifis-so. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come aveva-no detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da

Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistet-tero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, reci-tò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

CommentoIl viaggio e l’incontro sulla strada da Gerusalemme a Emmaus sono la para-bola di tutte le nostre strade, raccon-tano sogni in cui avevi tanto investito e che hanno fatto naufragio, bandiere ammainate dopo le prime delusioni. Molte volte anche noi abbiamo ab-bandonato la città di Dio per il nostro villaggio, la grande storia per il picco-lo quotidiano, come i due di Emmaus: speravamo che fosse lui a liberare Israele, invece... Tutto finito, si chiude, si torna a casa.Ed ecco Gesù si avvicinò e camminava con loro. Dio non accetta che ci arren-diamo, con lui c’è sempre un dopo. E spiegava loro le scritture, mostrando che il Cristo doveva patire. I due cam-minatori ascoltano e scoprono una verità immensa: c’è la mano di Dio posata là dove sembra impossibile, proprio là dove sembrava assurdo, sulla croce. Così nascosta da sembra-re assente, mentre sta tessendo il filo d’oro della tela del mondo. Forse, più la mano di Dio è nascosta più è poten-

te. Sulla strada, mentre si fa compa-gnia dell’uomo, i due sono incapaci di riconoscerlo. Quando poi lo riconosco-no, Gesù si sottrae, scompare ai loro occhi. Ma allora ci chiediamo: come Cristo è presente nelle nostre vite? Forse i momenti della sua presenza corrispondono paradossalmente ai momenti della sua invisibilità?Nel racconto di Emmaus, la prima pre-senza del Signore corrisponde al mo-mento delle Scritture, quando ascolti e non vedi, soffri e non capisci. Ma se ti fai ascoltatore attento, se doni tem-po e cuore al Vangelo, allora la Parola interpreta per te la vita, la storia, la terra e il cielo. E soprattutto trasmet-te quella accensione del cuore che cambia la vita: non ci bruciava forse il cuore per la via mentre ci spiegava le Scritture? Efrem Siro presta a Gesù queste parole: chi mangia me, mangia il fuoco! Ricevere Cristo è essere abi-tati da un calore, da una fiamma, dal dono intermittente ma favoloso del cuore acceso. Vivere accesi.La seconda presenza è nel pane spez-zato, quando si fa cibo per la nostra fame e ci invita a fare come lui, ad essere anche noi pane buono per la fame degli altri. Quando ti spinge a non fuggire il mondo – e senza indu-gio fecero ritorno a Gerusalemme – a contagiare la città degli uomini e la loro storia difficile, con il calore buono del suo fuoco.

Santi del giornoS. Afra di Brescia, S. Antonina di Nicea, S. Cassiano

di Novellara, S. Ciriaco, S. Fortunato, B. Giovanni

Martino Moye, B. Luca da Toro, B. Marco Ongaro

da Conegliano, SS. e B. Martiri Certosini di Londra,

B. Martiri della Gran Bretagna, S. Paolino Bigazzini,

S. Silvano di Gaza e 39 compagni

Sant’Antonina di NiceaNell’odierna Turchia, è torturata e sottoposta a supplizi. Viene lasciata appesa per tre giorni e rinchiusa in carcere. Infine, è bruciata dal governatore Priscilliano mentre professa la sua fede.

Il Vangelo della settimana DA SABATO 3 A VENERDÌ 9 MAGGIO 2014

A Sua Immagine