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LA GRANDE VENEZIA DEL 2020
Programma elettorale di Renato Brunetta Sindaco
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INDICE
1. Premessa 4
2. Governare la Grande Venezia 7
3. Obiettivi del programma 8
4. I grandi settori: più sviluppo, più occupazione, più ricchezza 9
5. Le infrastrutture, basta opere incomplete 11
a Completamento del MOSE e salvaguardia 11
b Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale 12
c Translagunare 12
d Porto commerciale e nuovi insediamenti 12
e Quadrante Tessera 13
f Corridoi comunitari 14
6. Bonifica e rilancio di Porto Marghera 14
7. Più investimenti nella città: la Grande Venezia è accogliente,
moderna e vivibile
15
a Gli insediamenti per l’economia, la cultura e l’abitare 16
b L’artigianato 17
c Il Progetto Fondaci 17
d L’Arsenale 18
e Il rilancio del Lido 19
f Il comparto fieristico 19
8. La nuova legge speciale e la collaborazione tra istituzioni 21
9. Promuovere e sostenere le attività commerciali 23
10. Turismi a Venezia: una nuova vocazione di qualità e passione 24
11. Produrre cultura ed eventi culturali 26
12. La Grande Venezia degli eventi mondiali 28
13. Lo sport 29
14. Un master plan per Venezia 2019, capitale europea della cultura 30
15. Università e ricerca 32
16. La coesione e l’inclusione sociale 33
17. Le politiche sociali 34
18. Le donne: accrescerne la presenza nella società e la sicurezza nella
città
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19. La sanità 35
20. La sicurezza e la legalità 36
21. I nuovi veneziani e la crescita della Grande Venezia 37
22. I primi progetti operativi 39
23. Tanti sì e i necessari no per la Grande Venezia 41
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1. Premessa
Il programma di Renato Brunetta sindaco ha l’obiettivo di invertire il processo di
declino demografico, economico, sociale e ambientale in corso da troppi anni a
Venezia, Mestre, Marghera, Lido, Isole e gli altri Centri della Terraferma.
La Città, con meno di 300 mila abitanti è un arcipelago di isole urbane oggi
estranee tra loro, un “mosaico di tessere introverse”, che attendono di essere
nuovamente connesse. La mancanza di strategia, una lunga fase politica vissuta
sulle spalle della Città, si assommano con maggiore risalto ai problemi della vita
urbana e collettiva:
l’accesso a un alloggio, dove la storia e il presente di ciascuno lo richiede,
a un prezzo commisurato alla propria capacità di spesa;
l’accesso a tutti i servizi che caratterizzano la vita quotidiana nella casa
comune che è la città: l’apprendimento, la salute, lo sport, il divertimento,
la cultura…;
la scarsezza di prospettive occupazionali per i giovani;
una adeguata mobilità;
la conservazione delle risorse naturali necessarie alla vita delle generazioni
attuali e future e delle testimonianze storiche, che costituiscono la base
identitaria di un popolo.
La dimensione dei problemi e le loro continue interrelazioni sono tali da
richiedere sia una prospettiva decennale sia la contestualizzazione all’interno
degli sviluppi della Regione e dell’intero Nord-est.
Il ruolo del Comune consisterà nel governare, nell’arco del prossimo decennio, la
realizzazione di un sistema di investimenti infrastrutturali e di interventi di
riqualificazione urbana in grado di cambiare permanentemente l’attrattività
economica, abitativa, sociale e ambientale dell’intero territorio.
Le linee di sviluppo sono due: l’aumento della base economica e il
contemporaneo incremento della popolazione residente.
La ricostruzione della base economica sarà attuata attraverso:
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A. un investimento infrastrutturale complessivo di 15 miliardi nel corso del
decennio per realizzare:
lo sviluppo dei servizi di trasporto e logistici legati al porto e
all’aeroporto;
il completamento delle opere di salvaguardia e del MOSE;
la translagunare;
le bonifiche dei siti contaminati di Porto Marghera, necessarie al suo
rilancio economico e occupazionale;
i nuovi collegamenti per assicurare accessibilità dall’esterno e mobilità
interna.
B. un articolato insieme di interventi di rivitalizzazione e recupero urbani per
complessivi 10 miliardi nel corso del decennio per:
valorizzare aree abbandonate, siti demaniali non strategici e aree
industriali dismesse;
rendere proprietari gli inquilini della case pubbliche, Ater e comunali,
attraverso il riscatto a prezzo equo della casa di abitazione;
lanciare una politica della casa per i giovani;
realizzare il “Progetto Fondaci”.
C. una profonda innovazione dei criteri e delle regole di governo
dell’amministrazione comunale attraverso nuove forme di dialogo
interistituzionale; l’eliminazione di duplicazioni e frammentazioni di
compiti; il riordino del sistema delle società partecipate dal Comune; una
nuova legge speciale per Venezia.
Il programma di infrastrutture e gli interventi sulla Grande Venezia appena citati
produrranno un graduale incremento di ventimila addetti diretti ai quali se ne
aggiungeranno altri 25/35 mila attratti dalle nuove opportunità che la Grande
Venezia potrà offrire nell’imprenditoria, nell’innovazione, in un turismo che porti
ricchezza senza danneggiare la città.
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Il rilancio della Grande Venezia richiede la fine della chimica inquinante e
pericolosa, l’allontanamento delle petroliere dalla Laguna e la loro gestione in un
terminal off-shore.
Lo sviluppo della residenzialità farà sì che questi nuovi addetti diventino cittadini
e possano insediarsi con le loro famiglie nel territorio comunale con un
incremento di circa 40 mila abitanti a Venezia, Lido e Isole e circa 60 mila
abitanti a Mestre, Marghera e negli altri centri della Terraferma.
Si sarà così realizzato il necessario aumento demografico essenziale per sostenere
ed autoalimentare lo sviluppo della Grande Venezia.
Per questo è necessario che la politica sia messa fuori dalla gestione delle
partecipate comunali, per dare più servizi ai cittadini valorizzando il merito e la
professionalità dei dipendenti pubblici.
Avremo nuovamente una Città in grado di produrre ed esportare cultura, di
ospitare grandi eventi, di essere sede di organizzazioni internazionali, di offrire
dialogo interculturale e interreligioso, di ospitare con qualità, di rappresentare il
riferimento del Veneto e del Nord-est.
Una Grande Venezia forte, accogliente e gentile, capace di prendersi cura dei suoi
anziani, senza lasciare indietro nessuno.
+ Qualità della vita
+ Coesione
+ Crescita culturale
+ Sostenibilità ambientale
+ Residenti
+ Occupazione
+ Servizi
+ Sviluppo
+ Infrastrutture
+ Residenze
+ Insediamenti produttivi
+ Innovazione
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Il programma
2. Governare la Grande Venezia.
L’assetto di fondo dei problemi che incidono sulla vita dei veneziani non è
cambiato negli ultimi decenni, si è anzi progressivamente esteso coinvolgendo
anche Mestre e i Centri della Terraferma.
La città nel frattempo è cambiata, ha proseguito nel suo lento scivolamento
economico, demografico e sociale. E così sono cambiati il contesto nazionale ed
internazionale all’interno del quale Venezia deve riprogrammare il suo modo di
essere e di ricostruire le proprie basi produttive.
Siamo, infatti, entrati in una fase in cui la strategia dello sviluppo dipende certo
dalla graduale ripresa della domanda interna e di quella internazionale, ma va
tradotta in pratica attraverso gli investimenti connessi ad una coraggiosa economia
delle trasformazioni e delle innovazioni territoriali, strutturali, organizzative,
tecnologiche che consentano di arrivare all'appuntamento con la ripresa mondiale
con un profilo competitivo rafforzato.
Un programma capace di invertire i molti processi di declino e di riposizionare
Venezia nel panorama internazionale deve quindi contenere tanto una visione
strategica per il futuro della città quanto gli elementi concreti di avvio di una
collettiva mobilitazione a favore di tutta l’area vasta veneziana.
Governare Venezia significa dunque immaginare, progettare ed accompagnare un
programma di grande respiro e di grande ambizione: Venezia, le Isole, Mestre,
Marghera e gli altri Centri della Terraferma in una prospettiva almeno decennale.
Una prospettiva sostanzialmente già presente al lancio dei grandi progetti del
Passante, del MOSE, della messa in sicurezza della laguna rispetto agli scoli
industriali di Marghera, dell'alta velocità, del rigassificatore, della Pedemontana
veneta, fino all'idea della translagunare, alla Romea commerciale e alle
“autostrade del mare”.
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Una prospettiva, la Venezia del 2020, che prevede l’espansione vigorosa della
base economica e la rivitalizzazione della città tali da favorire l’afflusso di forze
fresche nella nostra comunità.
La Grande Venezia! Questa è la dimensione, sia fisica sia immateriale, coerente
con i problemi e soprattutto con le attese della nostra comunità. Investire nella
nostra area significa partire da un elevato livello di economie insediative e di
infrastrutture già esistenti, da completare, adeguandole alle nuove necessità in un
sistema di investimenti di potenziale unico nel Nord-est e oltre.
3. Obiettivi del programma
Realizzare in un orizzonte temporale decennale (2010 - 2020) una crescita della
base economica ed un aumento degli occupati residenti di circa 45/55 mila unità
per invertire la tendenza al declino economico, sociale e ambientale di Venezia.
Il complesso degli investimenti previsti nel decennio 2010 – 2020 è pari a circa 25
miliardi di Euro, dei quali 15 miliardi di investimenti in infrastrutture, finanziabili
attraverso risorse pubbliche (europee, statali, regionali e locali) e private (finanza
di progetto) e 10 miliardi di investimenti per riqualificazione e manutenzione
urbana, insediamenti per i settori produttivi ed edilizia residenziale e sociale,
finanziabili con risorse pubbliche locali, vendita di immobili e risorse private.
La nuova base economica di Venezia costituirà un moltiplicatore della crescita
generando:
un effetto immediato su occupazione e reddito nei settori coinvolti dal
programma d’investimenti (con riflessi da domanda sul resto
dell’economia dell’area veneziana);
un effetto permanente di medio-lungo periodo sulla crescita dell’intera
economia locale, perché l’aggiornamento e lo sviluppo della dotazione
infrastrutturale dell’area migliora la produttività del capitale privato, attiva
investimenti addizionali e sviluppa un effetto moltiplicativo con aumento
di produzione, occupazione, reddito e quindi consumi;
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un effetto sulle entrate della PA locale, risultante dei precedenti due punti:
l’incremento delle risorse consentirà di finanziare nuovi investimenti in
capitale fisico, umano e sociale, stimolando il dinamismo dell’economia
locale e rafforzando la competitività della Grande Venezia.
Il risanamento urbanistico, il miglioramento dei servizi del Comune e delle public
utilities locali, la nuova residenza, lo sviluppo e la riqualificazione produttiva,
commerciale, culturale e turistica alimenteranno l’allargamento della base
economica della città e la renderanno attraente e competitiva. Tornerà ad essere la
Grande Venezia, la città che cresce e che attrae capitali e persone, la città del
Mondo, il baricentro del Nord-est e crocevia degli scambi, la città coesa e del
dialogo, la città sicura e sostenibile, la capitale della cultura, la città dei grandi
eventi.
La ritrovata ricchezza della grande area veneziana, non più marginale rispetto alle
più dinamiche aree di Padova e Treviso, e nella quale si registra un significativo
incremento della qualità dei servizi erogati dal Comune e dalle public utilities
locali, sarà sostenuta da 45/55 mila nuovi occupati residenti e relative famiglie.
4. I grandi settori: più sviluppo, più occupazione, più
ricchezza
A dare impulso e vigore alla ricostruzione della base economica nei prossimi anni
vi sarà un forte sviluppo che riguarderà i servizi di trasporto e logistici legati al
porto e all’aeroporto, liberati dai vincoli storici (espansione portuale e logistica in
parte di Marghera, garanzia dell’accessibilità nautica dopo il completamento del
MOSE e miglioramento dei collegamenti ferroviari per il porto; seconda pista e
collegamento con l’alta velocità ferroviaria per l’aeroporto, ecc.). Questa
espansione porterà con sé nuova occupazione, con una base di 3.500 addetti per il
porto e di 1.000-1.500 addetti per l’aeroporto.
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Stesso sviluppo sarà offerto ai servizi direzionali e terziari localizzati nei pressi
del Centro Storico, Mestre e Tessera dove si possono garantire le migliori
accessibilità: Venezia porta del Nord-est, dell’Europa di Alpe-Adria, dell’Europa
centro orientale. Per questi servizi è prevista una nuova occupazione di almeno
3.000 addetti.
Lo sviluppo dei prodotti e dei servizi di ricerca e innovazione forniti dal cluster
Università-CNR all’Arsenale e dal Parco Scientifico Tecnologico VEGA, assieme
all’espansione della presenza di università straniere a Venezia, sul modello di
Venice International University, porterà a una nuova occupazione di ameno 2.000
addetti di base, con altri 500 addetti per le università straniere.
Saranno promosse le attività professionali per giovani disposti ad avviare
iniziative imprenditoriali, anche grazie a programmi di assistenza al lancio di
nuove imprese artigiane e del terziario, che porteranno all’occupazione di 1.500
addetti.
Le attività industriali innovative legate all’avvio di produzioni “verdi” (ciclo
energetico, trattamento dei rifiuti, nuovi materiali, ecc.) e al comparto dell’ICT
nelle aree di Marghera non dedicate allo sviluppo urbano, tecnologico e logistico
permetteranno l’occupazione di almeno 2.500 addetti.
Le attività culturali ed espositive, il potenziamento de La Biennale, la Fenice, le
grandi Gallerie dell’Accademia e i Musei, diversi da quelli in area marciana,
prevedono almeno 1.000 addetti, e le attività del turismo, relative in particolare al
rilancio del Lido e allo sviluppo delle strutture turistiche in terraferma
permetteranno una nuova occupazione per circa 2.500 addetti, di cui 1.000 per il
rilancio del Lido.
I Fondaci internazionali, da realizzare sul modello de La Biennale, e almeno la
sede stabile di un’Organizzazione internazionale, porteranno all’occupazione di
2.500 addetti.
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5. Le Infrastrutture, basta opere incomplete
Per realizzare le infrastrutture sull’area della Grande Venezia saranno impiegati
oltre 15 miliardi di euro tra il 2010 e il 2020.
Questi investimenti si finanziano attraverso risorse pubbliche - europee, statali,
regionali, locali – e risorse private come la finanza di progetto e le partnership
pubblico-privato.
Le grandi opere possono sembrare un tema distante dalla quotidianità dei bisogni
di una comunità, in realtà sono invece tra le più solide fondamenta del futuro
comune. Un buon livello di mobilità, ad esempio, significa passare meno tempo
nel traffico, meno tempo alla fermata di un vaporetto o di un autobus, significa
cioè poter dedicare maggior tempo della propria vita agli affetti e agli interessi
personali.
Molti cittadini non hanno che una vaga idea dell’area portuale di Marghera, ma la
qualità della loro vita dipende anche dallo sviluppo del Porto commerciale e
turistico in quella zona, dalle bonifiche che vi verranno preventivamente attuate,
dai mezzi che i flussi dei turisti useranno per raggiungere il Centro Storico e il
Lido.
5.a Completamento del Mose e salvaguardia
I cantieri del MOSE hanno finora sviluppato il 63% di avanzamento fisico, il
completamento è previsto per il 2014. Le risorse ancora da investire di qui al 2014
ammontano a circa 2,3 miliardi di euro, totalmente finanziabili con risorse
pubbliche. L’articolato intervento di salvaguardia di Venezia e di ricostruzione
morfologica della Laguna va sostenuto nel quadro della governance ambientale
del territorio, della continua manutenzione alla quale l’ambiente lagunare è
sempre stato assoggettato. Le attività di manutenzione cominceranno dopo il
primo anno di entrata in esercizio delle opere di difesa e comporteranno un
impegno di circa 20 milioni annui.
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a. Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR)
Il Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale è un progetto in corso di
realizzazione per il quale è previsto un investimento di 570 milioni di euro,
completamente finanziabili con risorse pubbliche, riguarda da vicino il territorio
veneziano e migliorerà la qualità delle connessioni all’interno dell’area
metropolitana formata con Padova e Treviso. Il rispetto dei tempi della sua
realizzazione è cruciale per l’efficacia dei processi di integrazione dell’Area Vasta
Veneziana.
b. Translagunare
La Translagunare aumenta la mobilità riduce distanze, tempi e costi riduce
l’inquinamento, rivaluta le proprietà attorno alle fermate, riduce la pressione
turistica sui mezzi acquei e in particolare sul Canal Grande. L’investimento
previsto è di 2,3 miliardi di euro – di cui 800 milioni per la prima tratta - e sarà
finanziato per metà con risorse pubbliche e per metà con la finanza di progetto.
Il tracciato collega Tessera “Marco Polo”, Murano, Fondamente Nuove, Arsenale,
Lido, Giudecca e Fusina per connettersi poi al Sistema Ferroviario Metropolitano
Regionale a Mestre. Da valutare l’estensione del tracciato verso Jesolo e Chioggia
diminuendo il carico sulle strade. La realizzazione dovrà tener conto della
permeabilità delle acque all’interno della laguna per evitare fenomeni di
subsidenza del territorio. Intendiamo inoltre rinnovare la nozione di “mobilità”
attraverso il ricorso alle soluzioni tecnologicamente più avanzate.
c. Porto commerciale e nuovi insediamenti
Il porto commerciale di Venezia può trovare nelle aree dismesse di Marghera uno
sviluppo del traffico container, della logistica e dei servizi connessi. Dopo la
bonifica si potranno accogliere il polo fieristico e la logistica, la cantieristica, il
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diporto nautico, le produzioni aeronavali, il parco dell’idrogeno, il distretto della
conoscenza e dell’innovazione, il distretto del “leisure”, la residenzialità.
Porto Marghera diventerà il nuovo waterfront di Venezia. Per ridurre i costi di
dispersione e frammentazione del territorio si prevederà un Master Plan per il
coordinamento della riconversione, riqualificazione riordino delle zone
produttive.
Il Porto è un cardine dell’economia veneziana, la crescita e l’ampliamento
dell’attività portuale nel rispetto dell’ambiente sono strategiche. L’accessibilità
dell’area portuale è un fattore competitivo determinante. I sistemi di collegamento
con la rete autostradale, il sistema ferroviario e l’aeroporto saranno migliorati e
sviluppati. Gli investimenti programmati e già in esecuzione ammontano a 870
milioni di euro, di cui il 70% da risorse pubbliche e il 15% da risorse proprie:
Infatti, il Porto dal 2007 è in regime di parziale autonomia finanziaria e può
contare su un flusso di risorse proprie derivanti da tasse portuali e canoni
demaniali per circa 30 milioni l’anno. Al completamento dell’autonomia il
finanziamento degli investimenti sarà al 50% pubblico e al 50% risorse proprie.
d. Quadrante Tessera
Il Quadrante è fondamentale per lo sviluppo ma va visto in maniera coerente con
il nostro disegno generale di città. Ciò che emerge dallo stato attuale delle
proposte progettuali evidenzia un nodo intermodale con elevata accessibilità
stradale e ferroviaria che comprende il nuovo stadio, la nuova sede di terraferma
del casinò, un business park, un’area verde di 114 ettari lungo il Dese, il nuovo
terminal acqueo Venice Gateway con albergo e centro congressi. Nel Quadrante
convergono l’Alta Velocità ferroviaria, la sublagunare, il collegamento con il
“Nicelli” e con le nuove proposte di servizio alla nautica.
Le soluzioni previste per lo stadio prevedono anche strutture temporanee che
rendono realistica la scelta di Venezia come sede delle prossime Olimpiadi e
comunque la sua partecipazione a eventi mondiali.
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La nuova sede del Casinò sarà attrezzata per affrontare con successo la crescente
competizione mantenendo il prezioso supporto alle finanze comunali e andrà
rivista secondo i più aggiornati criteri di blind trust.
Per il Quadrante Tessera i primi investimenti programmati sono di 165 milioni di
euro, di cui il 55% da risorse private derivanti dalla cessione di aree, il 30% da
rimborsi derivanti da urbanizzazioni primarie e secondarie e il 15% dalla cessione
di aree SAVE.
e. Corridoi comunitari
Lo sviluppo delle economie orientali sta restituendo centralità al Mediterraneo,
l’area veneziana può tornare a gestire una quota sensibile dei flussi di scambi
mondiali con la realizzazione delle strutture di competenza di due Corridoi
europei, per i quali verranno investiti 4 miliardi di euro provenienti da risorse
pubbliche. L’aggiornamento dei collegamenti di viabilità ordinaria con i Corridoi
è necessario anche per dare respiro alla nuova funzione logistica e alla portualità
di Venezia e Marghera.
6. Bonifica e rilancio di Porto Marghera
Le bonifiche dei siti produttivi contaminati che, in assenza di interventi,
continuano a minacciare la salute dei cittadini anche molti anni dopo la cessazione
delle produzioni, riguardano una superficie di 5.800 ettari, costituiti da terra per
3.000, laguna per 2.800 e canali per 500. La bonifica è urgente anche per ampliare
la base economica, e quindi demografica e occupazionale della Grande Venezia.
La nomina di un commissario consentirà di integrare al meglio tempi, qualità e
costi che si programmano attorno ai 2,5/3 miliardi di euro, di cui l’80%
proveniente da risorse private ottenute dalla vendita dei terreni bonificati e il 20%
da risorse pubbliche, in relazione al tipo di destinazioni dei suoli bonificati. Vanno
riviste le norme che hanno finora bloccato l’attuazione delle bonifiche delle aree
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industriali dismesse di Marghera e va sviluppato, nell’ambito del complessivo
piano di bonifica, un intervento per la messa in sicurezza dal rischio idraulico di
alcune aree urbane di Marghera e di Mestre, coinvolte negli ultimi anni da ripetuti
episodi di allagamento.
L’uscita della chimica inquinante sarà gestita attraverso misure apposite per il
reimpiego e la riqualificazione della manodopera; queste iniziative saranno
concordate tra tutti i soggetti interessati e potranno diventare un metodo condiviso
per altre operazioni di rilancio. Il nuovo Comune intende attivarsi accogliendo
tutti i soggetti rilevanti del dialogo sociale per ridurre al massimo i disagi e
rendere la transizione occasione di sviluppo professionale e di migliore
impiegabilità per il personale coinvolto.
7. Più investimenti nella città: la Grande Venezia è
accogliente, moderna e vivibile
Gli interventi nella città comprendono sia la riqualificazione e la manutenzione
urbana, sia la residenzialità, sia lo sviluppo di settori produttivi, in particolare il
terziario tradizionale e l’avanzato. Il volume delle risorse investite nel decennio
2010-2020 ammonterà a circa 10 miliardi di euro.
La riqualificazione e la manutenzione urbana comprendono progetti per le
funzioni produttive e innovative e la residenza.
Una città sorge e si sviluppa in un certo ambito se quel luogo offre condizioni
economiche e fisiche favorevoli all’insediamento. Se Venezia, Mestre, Marghera
e gli altri Centri non ritrovano una funzione vitale, che offra delle opportunità ai
propri abitanti, saranno destinate alla progressiva emarginazione e irrilevanza, a
parte il Centro Storico sul quale peraltro graverebbe il triste futuro di un “parco
tematico”.
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a. Gli insediamenti per l’economia, la cultura e l’abitare
Il programma prevede sia l’integrazione degli investimenti per soddisfare la
domanda di nuovi insediamenti produttivi commerciali e culturali, in particolare
nell’artigianato di qualità, nell’innovazione e nella tradizione nell’ambito del
design, nella musica, nella cultura, nell’arte e nella gastronomia, creando percorsi
che aiutino la sostenibilità della residenza, sia le nuove unità abitative, coerenti
con lo sviluppo demografico atteso, anche mediante la riqualificazione del
patrimonio esistente.
Vanno attivate forme di sostegno ai giovani con credito fiduciario, anche
attingendo alle risorse liberate dalla vendita del patrimonio immobiliare pubblico
non strategico, e con agevolazioni fiscali per il lancio di nuove attività.
La riqualificazione urbana, l’edilizia sociale, residenziale e per i settori produttivi
si finanziano rispettivamente con risorse pubbliche locali, vendita di immobili e
risorse private.
In particolare la nuova residenza sociale, circa 8000 appartamenti, sarà finanziata
dalla vendita del patrimonio pubblico non strategico, destinando i ricavi a
finanziare mutui a tasso agevolato e a integrare affitti per i giovani, i nuovi
veneziani e gli anziani, per un totale di 5.000 famiglie.
Ater e Comune di Venezia possiedono sul territorio comunale un patrimonio di
circa 8.000 unità immobiliari, la cui vendita fornirà risorse aggiuntive per circa
400/500 milioni di euro.
La cessione delle case pubbliche agli inquilini, a prezzo equo, non si limita a far
raggiungere un traguardo personale e familiare a un gruppo di persone che
diversamente non si sarebbero potute avvicinare alla proprietà, ma è soprattutto
uno strumento per ottenere capitali con i quali reinvestire nell’espansione di
ulteriori alloggi sociali. La vendita delle case pubbliche è uno strumento per
realizzare rapidamente altre case pubbliche in modo che l’”emergenza abitativa”
sia a breve un ricordo della scarsa capacità di visione d’insieme che ha segnato
passate fasi politiche della nostra Città.
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b. L’artigianato
La vitalità del sistema delle imprese artigiane è una priorità della nuova
amministrazione, per la quale la presenza dell’artigianato in città è un elemento di
coesione sociale, non solo un fatto produttivo. Si intende intervenire per rendere
più facilmente accessibile l’accesso al credito, ancora particolarmente faticoso per
le piccole imprese e per l’artigianato. Bisogna favorire la valorizzazione delle
competenze implicite, in particolare nell’artigianato artistico e nel design,
investendo sui processi di apprendimento e sulla loro validazione. L’artigianato
non è solo tradizione: in settori non marginali una componente significativa
dell’innovazione di prodotto e di applicazioni è sviluppata dalle imprese artigiane.
Vanno recuperate aree per l’artigianato tradizionale e vanno incentivati e protetti
quanti, rispettando l’ambiente, continuano a perpetuare la cultura del legno, del
vetro e del marmo che erano una ricchezza della città e che ora sono a rischio di
estinzione. Bisogna creare le condizioni perché le botteghe artigiane e le vetrerie
possano adeguare, da un lato, la struttura produttiva alle norme di sicurezza e di
impatto ambientale, dall’altro la struttura personale attraverso l’agevolazione
all’impiego dell’apprendistato. La nuova amministrazione si attiverà per lanciare a
Venezia una scuola di arti e mestieri aperta alla realtà internazionale, in grado di
ampliare l’esperienza condotta a San Servolo, diventando un riferimento
professionale, tecnologico e gestionale per il mondo dell’artigianato. Gli artigiani
sono stati il passato e debbono essere il futuro.
c. Il progetto Fondaci
Il Fondaco è un luogo dedicato alle interrelazioni culturali, agli scambi di merci e
di idee, alla residenza, alle produzioni culturali, all’artigianato e ai servizi. I
Fondaci saranno realizzati a Mestre e a Marghera, nelle Isole e nel Centro Storico,
in siti produttivi dismessi, in vecchie strutture militari, in complessi immobiliari
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abbandonati, dovunque ci sia un “capitale morto” che può essere re-immesso
nell’uso privato e pubblico espandendo la base economica. Una prima
ricognizione individua almeno 20 grandi aree adeguate alla realizzazione di un
Fondaco. La realizzazione del progetto Fondaci, e di alcuni interventi per la
residenza e il social housing, prevede investimenti privati per 1,2 miliardi,
investimenti pubblici per 1 miliardo e misti per 1,1 miliardi per un totale di 3,3
miliardi.
Per finanziare la realizzazione dei Fondaci si può procedere con diversi strumenti:
in parte si mobiliterà il patrimonio abitativo pubblico cedendolo in proprietà agli
inquilini e ricorrendo alla cartolarizzazione; si cederanno a operatori esteri, anche
istituzionali (secondo lo schema attuato da La Biennale) spazi di rappresentanza e
di business; si potrà ricorrere al mercato coinvolgendo i privati nel recupero di
proprietà pubbliche non utilizzate; si agevoleranno l’investimento diretto estero e
la finanza di progetto; si favorirà la partecipazione del capitale delle fondazioni
ex-bancarie. In relazione alla struttura del singolo fondaco varierà anche la
composizione delle fonti di finanziamento: ricorso al mercato per gli spazi
commerciali, la residenzialità e le aree di rappresentanza, ricorso al pubblico per
aree verdi, arredo urbano, spazi espositivi pubblici, social housing.
d. L’Arsenale
I 48 ettari dell’Arsenale sono l’area strategica per lo sviluppo di attività
diversificate e di qualità nel centro storico. Il nuovo assetto del “federalismo
demaniale” semplifica la gestione della progettualità nella grande area
dell’Arsenale e apre la prospettiva per investimenti privati che possono
raggiungere il valore di 800 milioni di euro nel decennio. Le fonti di
finanziamento che comprendono il ricorso al mercato e alla finanza di progetto
per le destinazioni produttive, commerciali e residenziali (circa 75%) e al
pubblico per le aree destinate a funzioni educative ed espositive (circa 25%).
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Si crea così un polo di attrazione formidabile nella parte nord orientale del centro
storico, quella meno attraversata dai flussi turistici e dove maggiore è stata la
perdita di attività economiche e di residenza.
L’Arsenale diventa lo spazio aperto per connettere produzioni culturali, attività
terziarie, presenze espositive, attività di ricerca tecnologica, attività produttive e di
engineering relative alle opere di salvaguardia, il raddoppio degli spazi espositivi
de La Biennale.
e. Il rilancio del Lido
Il piano privato di oltre 800 milioni è rivolto sia ai residenti sia al turismo e
prevede la riqualificazione di 160 mila mq di strutture residenziali, alberghiere e
commerciali che elevano la qualità dell’offerta del Lido senza aumenti
significativi della ricettività.
La realizzazione del nuovo Palazzo del Cinema, con un investimento previsto di
circa 80 milioni interamente da risorse pubbliche, accrescerà l’attrattività per la
grande convegnistica internazionale lungo tutto l’anno e permetterà di far entrare
il Palazzo del Cinema nel circuito dell’offerta di residenzialità convegnistica.
Sarà favorita la massima partecipazione dell’imprenditoria locale al potenziale
espansivo dell’iniziativa, con una forte accelerazione degli interventi
privati/pubblici rispondenti alle necessità della comunità del Lido. Viene così
attivato un investimento di oltre un miliardo di euro.
f. Il comparto fieristico
Si stima che le fiere abbiano sul territorio una ricaduta pari a 20 volte il giro
d’affari diretto. Venezia, capitale dell'immateriale e del simbolico, da sempre
luogo di scambi, ha una forte vocazione fieristica che va rilanciata nel
contemporaneo, quando la fiera è chiamata a fornire la fase “in presenza” di una
relazione già in precedenza avviata in rete.
20
L’integrazione con una solida base telematica sarà l’innovazione che rafforzerà la
capacità attrattiva naturalmente insita nella localizzazione nella Grande Venezia.
La specializzazione su eventi di nicchia permetterà l’utilizzo più congeniale alle
strutture esistenti, come la Marittima, l’Arsenale, il Nicelli e VEGA.
Determinante sarà anche l’apporto di nuovi spazi all’Arsenale, al Lido e a
Marghera per proiettare Venezia nel segmento Fiera Evento a livello
internazionale.
Possiamo ancora cogliere i benefici dell'Expo 2015, che prevedono più di 700
eventi al di fuori del polo espositivo Milanese, selezionando la partecipazione dei
distretti produttivi veneti legati al Parco Scientifico Tecnologico attraverso il
metadistretto digital-mediale, le iniziative di web tourism e le tecnologie per gli
interventi di bonifica.
8. La nuova legge speciale e la collaborazione tra istituzioni
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Molte sono le amministrazioni a livello locale, regionale e statale investite della
tutela di Venezia e/o del suo sviluppo economico e infrastrutturale. Non è infatti
un caso se il comitato di esperti per lo studio dei problemi della città, istituito nel
1962, nato proprio come organo coordinatore delle molte responsabilità
amministrative è a tutti noto come Comitatone. Vuoi per la pluralità delle funzioni
attribuitegli, vuoi per la straordinaria numerosità delle istituzioni e degli enti
chiamati a farne parte.
I veti incrociati, i timori di invadere il campo altrui, la difesa di presunti interessi
di esclusività istituzionale di fatto hanno reso e rendono estremamente complessa
e frequentemente sterile la collaborazione tra le molte responsabilità coinvolte.
La dimensione degli investimenti da attivare e l’ambizione degli obiettivi da
raggiungere impongono di progettare e costruire nuovi ed innovativi strumenti di
collaborazione tra istituzioni. Si tratta di un percorso che può essere affrontato con
successo solo se il consenso dei cittadini legittima una leadership determinata, con
regole chiare, fatte per risolvere i problemi non per mediare tra gli immobili
equilibri delle rendite politiche.
Questo sarà fatto costruendo progressivamente una consuetudine al dialogo tra le
amministrazioni, seguendo una spirale virtuosa che nell’immediato vedrà la
“messa in sicurezza” della cooperazione inter-istituzionale con l’eliminazione
delle principali criticità e, successivamente, l’introduzione di un nuovo modello di
governo orientato a favorire lo sviluppo delle attività commerciali ed
imprenditoriali. Particolare attenzione e sostanza operativa saranno rivolte alle
iniziative a più alto contenuto innovativo e quelle orientate alla tutela
dell’ambiente. Per fare una città non basta un sistema amministrativo e, per fare
una metropoli, è necessario avere una vitale città di riferimento. Questa nostra
Grande Venezia sarà la città futura attorno la quale si potrà recuperare il sistema
metropolitano delle relazioni.
La saldatura del nuovo modello di promozione e sostegno allo sviluppo
economico, attraverso un governo della città basato sul dialogo tra le istituzioni,
con gli impegni alla conservazione del patrimonio storico-monumentale ed alla
salvaguardia fisica ed ambientale della laguna, troverà ulteriore sostegno e spinta
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nella emanazione di una nuova legge speciale per Venezia. Legge speciale che il
nuovo sindaco promuoverà, facendosi poi garante della sua concreta attuazione.
Se la cooperazione tra amministrazioni rappresenterà il metodo di lavoro e la
nuova legge speciale per Venezia la sua base giuridica, il Comune garantirà il
coordinamento e la spinta propulsiva dei progetti per Venezia anche attraverso
una profonda modernizzazione dell’azione amministrativa.
Azione basata su quattro cardini essenziali: valutazione da parte dei cittadini e dei
visitatori; consultazioni con le parti sociali; rilancio della rappresentanza nelle
sedi internazionali; impiego delle tecnologie più evolute della comunicazione
digitale.
La valutazione da parte dei veneziani e dei cittadini sui servizi amministrativi e
delle public utilities impiegherà forme semplici di espressione del giudizio (gli
emoticons) e servirà sia a gestire il miglioramento dell’azione pubblica sia a
premiare il merito e la trasparenza nella macchina burocratica.
La consultazione si baserà sulla costituzione e sulla animazione di tavoli tematici
di confronto e per la raccolta di idee e di proposte con gli attori della
rappresentanza sociale ed economica, tavoli che potranno avere anche la funzione
di “Osservatori” sui processi di attuazione delle diverse parti della legge speciale
di Venezia.
In terzo luogo il Sindaco promuoverà azioni di rilancio della presenza della città
presso i grandi organismi internazionali sia su scala europea sia su scala mondiale.
In particolare si concentrerà l’attenzione sui luoghi e sulle funzioni di tutela del
patrimonio artistico e culturale (Unesco), della cooperazione economica (Ocse),
della promozione del lavoro (Bit), della politica industriale e del sostegno allo
sviluppo economico (Unione Europea).
Infine, fin dall’avvio del programma decennale per Venezia, particolare
attenzione sarà rivolta alla valorizzazione del rapporto antico tra Venezia e le
tecnologie dell’informazione, sfruttando la riconoscibilità internazionale di
Venezia come luogo unico e straordinario di comunicazione.
Si utilizzeranno a questo fine sia piattaforme innovative di comunicazione digitale
nella città (dalle webcam alle paline intelligenti) messe a punto attraverso la
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collaborazione tra le più prestigiose Università internazionali sia gli strumenti di
“social network” via internet il primo dei quali “idee per il governo di Venezia”
partirà contemporaneamente alla nuova amministrazione comunale.
9. Promuovere e sostenere le attività commerciali
Le attività commerciali sono da sempre associate alla natura stessa di Venezia, un
legame da alcuni anni minacciato dal declino demografico del Centro Storico e
dalla eccessiva espansione della grande distribuzione in Terraferma.
Il commercio è parte integrante dei processi di riqualificazione urbana e sociale
della Grande Venezia, il Comune saprà attivarsi per:
migliorare l’accessibilità a Mestre attraverso il trasporto pubblico grazie
alla riorganizzazione dei flussi di traffico e alla citata realizzazione di
parcheggi;
razionalizzare la logistica degli approvvigionamenti;
qualificare i percorsi commerciali con interventi di pedonalizzazione,
arredo e manutenzione urbani;
agevolare l’insediamento in area urbana di realtà particolarmente attrattive,
anche della media e grande distribuzione.
Inoltre nel corso dei primi mesi di governo sarà definita una coerente strategia di
marketing urbano che si estenda al coordinamento delle competenze sugli
interventi al fine di favorire maggiore integrazione tra commercio, artigianato e
turismo in una città che sa accogliere, ma anche assicurare una buona qualità della
vita agli abitanti. Vanno sostenute le attività di vicinato per mantenere la varietà
merceologica e di formula distributiva, combattendo il fenomeno di
desertificazione commerciale nelle aree marginali.
10. Turismi a Venezia, una nuova vocazione di qualità e
passione
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Il Veneto è la prima regione turistica in Italia e la seconda in Europa. Il Comune
di Venezia, nell’intera sua area, vede nel turismo la propria primaria attività ma
non la propria principale vocazione.
Affinché tale vocazione si riveli attività produttiva in grado di apportare
ricchezza, per ricaduta, su un’ampia parte del territorio è necessario favorire una
politica turistica sempre più consapevole della grande evoluzione che il settore ha
avuto nel corso degli anni al punto di veder affermarsi diversi, specifici turismi:
ciascuno con le proprie necessità, richieste e aspettative. Oggi si registra un gap
tra una richiesta strutturata ed un’offerta totalmente deregolamentata.
Agriturismo, ecoturismo, turismo verde, turismo enogastronomico, il turismo
delle seconde case, rappresentano nuovi segmenti e stanno subendo una crescita
notevole e destinata ad aumentare.
Una maggiore consapevolezza di tali distinzioni permetterà di:
avviare una concreta gestione dei flussi, spesso concentrati in pochi
itinerari oramai prossimi al collasso
ampliare sul territorio l’offerta turistica qualificata e competente
garantire maggiore attenzione all’utenza
creare una nuova classe di imprenditori piccoli e medi in grado di fornire
servizi di qualità
Il comparto turistico ormai non può più reggersi soltanto sul patrimonio storico e
artistico da promuovere e gestire in funzione di un turista che si sta rivelando
sempre più escursionista giornaliero e quindi meno propenso alla permanenza sul
territorio sia come presenza che come ricaduta economica. Il riconoscimento dei
vari turismi potenzialmente interessati a Venezia (fieristico, convegnistico,
culturale, della memoria, ambientale e altri ancora tra cui rilevante in futuro la
visita alla best practices del MOSE) e la conseguente diversificazione dell'offerta
attraverso la realizzazione di specifiche iniziative, itinerari e strutture permetterà
di trasformare positivamente l’immensa energia rappresentata dal fiume in piena
(e in costante aumento) del turismo andando a coinvolgere altri settori
fondamentali della città, quali l’artigianato di qualità, l’innovazione, la tecnologia
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applicata alla salvaguardia, lo studio e la formazione ed infine una rinata stagione
di produzione artistica.
Si renderà necessaria una vera e propria selezione “a monte” del turista, con la
creazione di un hub in terraferma in cui poterlo accogliere, informare ed
indirizzare, secondo le sue esigenze, alle diverse offerte presenti su tutto il
territorio comunale. In questo modo si garantirà al visitatore l’opportunità di
un’esperienza emotivamente e culturalmente più profonda, in cui l’attuale
“pellegrinaggio culturale forzato” sull’asse Rialto-San Marco non sia più l’unico
componente offerto per la percezione della Città.
Il turista consapevole è un turista amico della comunità che lo accoglie
rendendolo partecipe della propria identità, fatta di bellezze artistiche, cultura,
divertimento, tradizione.
Perciò diviene fondamentale una collaborazione tra pubblica amministrazione
(garante della sicurezza delle transazioni, in chiave completamente “open” e
proseguendo sulla fornitura di servizi on line standardizzati ed interoperabili),
operatori del turismo, università, imprese di informatica e di telecomunicazioni:
uniti in una sinergia che permetta di conoscere le motivazioni e anticipare i
desideri, di stupire e coinvolgere il visitatore per puntare alla pianificazione dei
flussi ed a stimolare una domanda di consumo invece di subirne le modalità.
Si dovrà perciò attivare una rete di rilevatori del comportamento d’acquisto dei
potenziali clienti: le competenze di chi raccorda i profili dei turisti con la
costruzione dei “pacchetti d’offerta” che vengono loro proposti aprono aree di
business (e di creazione di nuove imprese) finora poco esplorate per tutta la filiera
turistica. Allo stesso modo l’intera filiera dovrà prendere consapevolezza della
necessità di avviare dei criteri oggettivi per misurar e premiare la qualità offerta ai
visitatori. Un percorso virtuoso basato sulla qualità che è frutto della passione
Il turismo deve diventare per Venezia ciò che non è mai stato una risorsa
fondamentale per una città che cresce, non una monocultura imperante subita da
una città in declino.
26
La mission della nuova amministrazione sarà quindi quella di avviare una piccola
rivoluzione culturale cittadina, per cui il turismo non sia più un fenomeno subìto
perché male arginato, bensì si riveli prospettiva concreta di benessere condiviso
perché ben analizzata, organizzata e gestita.
Venezia deve diventare la capitale mondiale del turismo sostenibile e le best
practices utili a questa inversione di tendenza diventare nuova produttività da
esportare anche fuori dai confini regionali.
11. Produrre cultura ed eventi culturali
Il turismo è un fenomeno culturale, ma non tutta la cultura è turismo. Venezia e il
Veneto vantano un’ampia varietà di istituzioni pubbliche e private attive nei
diversi campi della produzione artistica dalle grandi fondazioni sino alle diverse
realtà associative. Si tratta senza dubbio di un grande valore per tutti, di una
ricchezza che va ulteriormente diffusa tra la nostra comunità e sempre più aperta
all’internazionalizzazione.
Che la cultura sia, tra l’altro, un formidabile mediatore nelle relazioni
internazionali e nello sviluppo economico è stato ben presente nell’idea di
Giuseppe Volpi del primo Festival Internazionale d’Arte Cinematografica nel
1932, intuizione che nei decenni successivi ci sembra essere stata del tutto
travisata. È noto d’altra parte che quello che Venezia non è stata più in grado di
fare nel cinema ha fatto invece la fortuna di Cannes.
Ci chiediamo se si possa ancora pensare che una grande mostra cinematografica
internazionale, come quella del Lido, non sia in grado di distinguere tra le opere di
ricerca, da lasciare alle istituzioni accademiche e agli istituti di alta cultura, dove
non fa scandalo se viene visionata da poche decine di cultori, e le opere in grado
di coinvolgere ed emozionare il pubblico vero, non sparuti gruppi di cinefili.
Il cinema è l’arte che conta nel mondo il pubblico più vasto, che attraversa
enormi differenze sociali, culturali e di censo, forse merita un po’ di più
27
attenzione. A cominciare da una attenta ridistribuzione di sale e spazi di fruizione
nella città storica.
Allo stesso modo dovrebbe essere ripensata la funzione di produzione teatrale che
a Venezia ha completamente perso quei valori, sia in termini di scuola che di
spazi di produzione e programmazione, che solo 30 anni fa ne fecero, con le
prime edizioni del Carnevale, una delle culle internazionali.
L’autoreferenzialità elitaria non è un destino, e non sempre è comunque
meritevole del supporto finanziario pubblico.
La produzione culturale, quali che siano gli aspetti contingenti che localmente ne
evidenziano luci e ombre, va inserita nel contesto di sistematica ibridazione con
tutte le espressioni dell’attività umana, anche economica. La creatività che sta alla
base dell’innovazione, in ogni campo, può diventare un sistematico acceleratore
dello sviluppo di un dato territorio quando diventa un modo di fare, un sentimento
comune, una funzione del comportamento. Le istituzioni culturali, le attività
artistiche, le risorse ambientali e monumentali, quando realizzano un ricco tessuto
di relazioni, agiscono su molti registri comunicativi, raggiungono numerosi
individui con caratteristiche personali molto diverse e creano migliori premesse al
dispiegarsi degli effetti della creatività anche in ambito sociale e imprenditoriale.
La dotazione del Veneto, da questo punto di vista, si pone tra le più varie e
articolate. L’attenzione per i rapporti tra produzione culturale e sviluppo del
territorio è tra le priorità del governo del Veneto e va finalmente trasformata in
uno strumento competitivo anche a Venezia perché la produzione culturale
contribuisca a diffonderne l’identità di città capitale.
12. La Grande Venezia e gli eventi mondiali
28
Venezia con un sistema di governo sinergico (Comune, Provincia, Regione, Stato,
Unione Europea) e in virtù della sua tradizione e ruolo di città internazionale della
cultura può promuovere od ospitare grandi eventi come l’Expo del 2015, la
Capitale europea della cultura del 2019 e i XXXII Giochi Olimpici e Paraolimpici
del 2020. Venezia diventa, in questo modo, anche strumento di promozione
dell’Italia nel mondo, rinsaldando in particolare i tradizionali legami con quello
asiatico in rapido sviluppo.
Il Veneto che si apre al mondo non può perdere l’appuntamento con i grandi
eventi. Essere presenti nelle manifestazioni internazionali, rappresenta un ulteriore
opportunità di sviluppo per la nostra economia e il nostro territorio.
L’esposizione universale del 2015 si terrà nel capoluogo lombardo dal 1° maggio
al 31 ottobre 2015 ed avrà come tema “Feeding the planet, Energy for Life”
(Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita), promuovendo tradizione, creatività e
innovazione nell’alimentazione, approfondendo temi trattati in edizioni
precedenti. La nuova amministrazione promuoverà progetti di valorizzazione
turistica e culturale, il coordinamento del sistema ricettivo alberghiero, i piani di
mobilità territoriale, gli interventi di assetto ambientale, lo sviluppo e la
riqualificazione territoriale, nonché interventi straordinari di marketing
territoriale.
Il tema dell’Expo 2015 riserva un grande ruolo all’acqua e Venezia, la più famosa
delle città d’acqua del mondo, sarà in grado di attrarre imponenti flussi di
visitatori purché siano realizzate le opere stradali, ferroviarie e aeroportuali che
faciliteranno gli spostamenti dei turisti, si riuscirà così ad accelerare quello
sviluppo infrastrutturale che Venezia e il Veneto si attendono da tempo.
Grande rilievo avrà la designazione della Città Europea della Cultura 2019 che
spetta all’Italia. La qualità dei legami del Comune con la Regione sarà
determinante per promuovere, con l’impegno di tutti, la designazione finale di
Venezia per l’opportunità offerta a tutta la regione di presentarsi in una articolata
serie di eventi internazionali.
Ancora più impegnativo il progetto per la candidatura di Venezia per le Olimpiadi
del 2020, attraverso la collaborazione con il Comitato promotore. Un progetto che
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dovrà rivolgersi a quella metropoli diffusa che è la nostra regione: il policentrismo
del passato, le sue contraddizioni, possono trovare nel percorso per la candidatura
olimpica il superamento dei suoi limiti, dando vita ad un vastissimo aggregato
segnato dall’innovazione, dalla ricerca, dalla scelta di puntare sulla cultura, sui
giovani, sulla qualità elevata e crescente.
13. Lo sport
Gli sport, nei diversi livelli di impegno dall’amatoriale al professionistico, sono
strumenti di coesione sociale e di integrazione a tutte le età. La pratica sportiva è
importante per la formazione della persona fin dall’infanzia purché la dimensione
competitiva non si traduca in continua pressione sui giovanissimi, innescando
frustrazioni che allontanano dallo sport o che comunque impediscono alla
maggior parte dei ragazzi di godere appieno della dimensione giocosa e
socializzante di ogni disciplina sportiva.
Sono presenti sull’intero territorio del Comune, con significative estensioni ai
Centri di prima e seconda cintura, numerose associazioni di appassionati e
praticanti del remo, un’attività da sostenere sia per il contenuto storico e
identitario sia per la qualità e il rispetto della presenza in laguna.
La pratica sportiva dei diversamente abili sta conoscendo una forte espansione del
numero degli atleti e delle discipline sportive coinvolte. Queste realtà, spesso nate
dall’autorganizzazione delle famiglie, talvolta delle municipalità, meritano il più
ampio sostegno della nuova amministrazione.
La crescente diffusione dello sport, anche grazie all’impegno di molti educatori e
dirigenti scolastici, pone sul breve termine frequenti problemi di affollamento
delle strutture. La prossima amministrazione promuoverà l’impianto di un sistema
informativo che, raccolte le caratteristiche degli impianti sportivi che sorgono nel
territorio comunale, dia informazioni che permettano alle società sportive, in
relazione alle proprie specifiche esigenze, di ottimizzare l’uso delle strutture
esistenti.
30
A questo sistema si potrebbe dare anche il compito di connettere società sportive,
scuole e famiglie agevolando lo sviluppo di un ricco ambiente di relazioni
collaborative e di reciproco interesse.
La diffusione dello sport è anche un obiettivo comunitario sostenuto con azioni di
sistema. Presso il Comune si attiverà uno sportello informativo per assistere i
gruppi di appassionati nell’accesso ai bandi europei e nazionali per lo sport.
Il legame tra società sportiva e impianto sportivo è rilevante pressoché in tutte le
discipline e le buone pratiche indicano l’importanza di estese collaborazioni tra
pubblico e privato per affidare a quest’ultimo la gestione dell’impianto. La
gestione diretta da parte di una società rende più agevole la ricerca di
sponsorizzazioni e del fund raising in generale.
La forma che la Grande Venezia assumerà per effetto dell’inversione del declino
economico e demografico terrà presente l’opportunità di mantenere molti impianti
sportivi in città.
Alle strutture di maggiori dimensioni, che andranno realizzate tenendo conto delle
migliori esperienze internazionali, e che necessariamente andranno dislocate nelle
aree esterne alla città, spetta anche il compito di fungere da attrattori per eventi
sportivi internazionali. Si tratta di un’attività che richiede strutture stabili di
competenze nella gestione di eventi, un’ulteriore preziosa importazione di
intelligenza al lavoro nella nostra comunità.
14. Un Master Plan per Venezia 2019, capitale europea della
cultura
Venezia deve riprendere la funzione di centro internazionale di produzione della
cultura non solo di sito espositivo e di sede di eventi culturali, ma anche centro
direzionale delle produzioni di cultura e di contenuti mediatici.
Queste produzioni si svolgono oggi su scala internazionale e l’evoluzione delle
tecnologie ICT ne moltiplicano a dismisura le potenzialità di sviluppo su reti
internazionali.
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Il nuovo Comune renderà esplicita la cornice strategica sulla quale le istituzioni
culturali potranno fare affidamento presentando nel primo anno di mandato un
Master Plan che definisca le modalità del percorso al 2019 con Venezia capitale
europea della cultura che la veda non più isolata culturalmente dal proprio
territorio di vocazione ma strettamente legata al Veneto, anche con la
realizzazione di nuovi spazi culturali e dello spettacolo pensati su scala regionale,
come sarebbe il caso della Città della Musica al VEGA.
Questo Master Plan sarà anche la base per il riassetto delle istituzioni culturali
cittadine che si occupano di produzione ed esposizione dei beni culturali e
dell'organizzazione degli eventi. In tale ottica l’obiettivo primario sarà quello di
separare da un lato le funzioni di produzione culturale da quella della
organizzazione degli eventi e dall’altro quello della conservazione dalla
gestione/fruizione. Andranno coinvolte anche le istituzioni non connesse con il
Comune di Venezia per trovare sinergie sia di comunicazione sia di promozione a
cominciare da formule congiunte di accesso e dalla sinergia nella ricerca di fondi
e contributi europei a fronte di bandi di sviluppo e di ricerca. Sarà inoltre
fondamentale creare una intensa collaborazione con le università per contaminare
l’immenso patrimonio culturale della città con le opportunità di crescita
professionale della popolazione universitaria.
In primo luogo si dovrà intervenire sulla Fondazione dei Musei Civici e la
Venezia Marketing Eventi che appaiono oggi come delle “incompiute” che non
hanno portato i benefici promessi dalla privatizzazione dei due comparti di
riferimento. In tal senso ipotizziamo una evoluzione della Fondazione dei Musei
Civici di Venezia verso una vera e propria fondazione di partecipazione, come
doveva essere nella sua origine, coinvolgendo altre istituzioni museali che,
sollevate dagli oneri della gestione, potrebbero maggiormente dedicarsi alla
produzione culturale. Allo stesso modo alcune funzioni museali potrebbero essere
ripensate in una ottica di razionalizzazione che tenga conto anche del
decentramento dei flussi turistici, ad esempio realizzando il polo espositivo
temporaneo alla Fondazione Querini e a palazzo Grimani in campo Santa Maria
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Formosa, piuttosto che un museo sulla storia della città di Venezia all’Arsenale
coinvolgendo anche il Museo Navale della Marina Militare.
Nella gestione degli eventi anche la VME dovrebbe essere sviluppata
ulteriormente prevedendo una maggior partecipazione privata a fronte di una
decisa assegnazione delle funzioni di marketing e comunicazione della città (dal
licensing del marchio di Venezia alla gestione degli spazi pubblicitari e degli
sponsor cittadini trasversali) e la gestione non solo di produzione degli eventi
folcloristici (Carnevale, ecc) ma di coordinamento degli eventi cittadini in genere.
Sulla stessa linea chiederemo alla Regione Veneto di insediare a Venezia una
eventuale agenzia regionale che si occupi di eventi e del convention bureau.
La cultura a Venezia deve tornare ad essere una vissuta da parte della popolazione
non più in termini di “parco a tema” utile a richiamare turismo -peraltro non
sempre di qualità per altro- bensì come funzione efficace al servizio dello
sviluppo e della formazione professionale.
15. Università e ricerca
La Grande Venezia sostiene le sue sedi universitarie, Ca’ Foscari, Architettura e
Venice International University, promuovendo la mobilità internazionale degli
studenti e dei docenti, favorendo la collaborazione sistematica delle università con
il sistema delle imprese e della pubblica amministrazione, sostenendo il reciproco
scambio di competenze e di personale tra università e impresa.
Nel disegno della Grande Venezia, l’aumento della capacità di attrarre
intelligenze, di dare loro buone ragioni per scegliere la Città come ambiente nel
quale costruire il proprio futuro, è una condizione, tra le tante, che agevola
l’incremento demografico di una fascia decisiva di residenti: giovani, con alto
livello di istruzione, con grande potenziale di innovazione da esprimere. La nuova
amministrazione è molto interessata alla realizzazione delle residenze
universitarie per gli studenti e di sistemazioni adeguate per studiosi stranieri che
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decidano di fare l’esperienza di un semestre di docenza a Venezia, stabilendo
contatti scientifici e personali di reciproco interesse.
La nuova amministrazione incoraggerà gli atenei veneziani a promuovere un più
stretto coordinamento con le altre università della regione, per sperimentare la
possibilità di una Università del Veneto con sedi a Verona, Vicenza, Padova,
Treviso e Venezia. Ne avrebbero un grande giovamento la complessa gestione
amministrativa, l’offerta di servizi agli studenti, la presenza internazionale e la
capacità di reclutamento all’estero. La creazione delle competenze funzionali e
relazionali necessarie ai nuovi ambienti di business e alle nuove professioni è di
particolare interesse per la nuova amministrazione cittadina.
Ne risulterà un maggiore contributo della cultura alla società e si svilupperà un
articolato processo di individuazione e selezione delle competenze.
16. La coesione e l’inclusione sociale
Venezia si è sempre distinta nell’esplorazione commerciale e culturale e, per
questo, resta per vocazione storica aperta al dialogo e all’accoglienza senza
compromettere la propria identità e i propri valori fondanti.
Venezia, con il nuovo comune, tornerà ad essere crocevia tra la vecchia Europa, la
nuova Europa dell’Est, il Mediterraneo, tornerà a guardare lontano e ad estendere
lo sguardo verso l’Asia e l’America, e lo farà concentrando attenzione e sforzi
sulle famiglie, sui giovani e sulla vita quotidiana. Venezia riporterà al centro del
dibattito la persona e farà della sussidiarietà lo strumento delle politiche per
favorire l’innovazione e la competitività. Nel nostro modo di vedere la città è la
persona, le sue potenzialità, le sue aspirazioni, le sue difficoltà a meritare il centro
della scena.
Le relazioni di fiducia e credibilità interpersonale alimentano lo sviluppo del
benessere economico ma anche del capitale sociale che va messo a valore nella
sua interezza. Giovani, anziani, lavoratori a rischio occupazionale, famiglie a
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basso reddito vedranno il nuovo comune agire ogni giorno per combattere
l’esclusione sociale e vedranno nella ritrovata passione per la crescita la rinascita
di una città generosa ed accogliente.
17. Le politiche sociali
Le iniziative dirette al sostegno delle famiglie e delle persone a rischio di
esclusione sociale rientrano nel quadro strategico di costruzione e di
consolidamento di una nuova base economica sulla quale fondare un nuovo ciclo
di crescita della città. Esse guardano principalmente alle famiglie di nuova
costituzione, alla tutela dei lavoratori a rischio occupazionale, agli anziani ed ai
diversamente abili. Per le nuove famiglie sarà avviato un programma di aiuto che,
integrando le misure nazionali, favorisca la compatibilità tra impegni professionali
e impegni familiari, in particolare attraverso il telelavoro, la flessibilità di orario
negli asili nido, la parità tra uomo e donna.
Per i lavoratori si adotteranno politiche mirate per il reimpiego, specie per i
lavoratori di porto Marghera, tese principalmente a salvaguardare la continuità del
lavoro. Per anziani e per portatori di handicap si agirà da un lato a migliorare il
coordinamento tra azione amministrativa e organizzazione non-profit impegnate
nel sociale e, dall’altro, ad un loro coinvolgimento nelle attività economiche e/o di
pubblica utilità.
Il riconoscimento (economico ma anche sociale) del lavoro di assistenza
domestica sarà infine l’obiettivo della nuova amministrazione anche attraverso la
valorizzazione dei servizi di socializzazione e assistenza domiciliare già presenti
in città.
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18. Le donne: accrescerne la presenza nella società e la
sicurezza nella città.
Una maggiore presenza femminile nel lavoro migliora la condizione dell'intera
famiglia e dà uno slancio alla ricchezza della società.
Non è vero che l'occupazione femminile riduce il tasso di natalità, è vero il
contrario, come insegnano i paesi del Nord Europa.
Il Comune deve sviluppare l'offerta di nidi, in collaborazione con sindacati e
datori di lavoro, anche ricorrendo alle forme più flessibili e meno onerose dei
voucher e dei contributi per i nidi-famiglia.
Occorre sviluppare nelle scuole la consapevolezza del ruolo centrale della
maternità, e accrescere il rispetto della femminilità tra i giovani.
Occorre sviluppare la cultura della sicurezza tra i giovani, sostenendo la libertà di
scelta delle giovani nello studio, nel lavoro, nella residenza.
Ma questo deve avvenire in un contesto di sicurezza e di tutela della condizione
femminile, di rispetto della maternità nella scuola, nel lavoro, nei quartieri.
19. Sanità
L’obiettivo generale che la nuova amministrazione si pone in ambito sanitario è
l’estensione su tutto il territorio della universalità del servizio a livelli di
eccellenza, a partire dalle realtà più deboli.
Il criterio al quale ispirare gli interventi è quello della coerenza tra strutture
impiegate e cure necessarie, tra i diversi bisogni da soddisfare e gli strumenti con i
quali si risponde, rendendo più selettiva e socialmente responsabile la spesa
sanitaria.
L’obiettivo consiste quindi nella realizzazione della continuità assistenziale nel
territorio per 24 ore al giorno e 7 giorni la settimana. Lo strumento è lo sviluppo
delle Unità Territoriali di Assistenza Primaria-UTAP.
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Riteniamo sia necessario procedere al graduale riequilibrio tra ruolo della
medicina di base, organizzata attraverso le UTAP, e la medicina ospedaliera: in
questo modo si ridarà alla comunità e al territorio un livello di servizio più
articolato, più sensibile alle esigenze del singolo, di maggiore qualità anche grazie
al reinvestimento delle consistenti riduzioni di costo ottenute stabilendo congruità
tra cura e struttura. Concentrandosi ciascuna nel fare bene solo quello per cui è
stata costituita, la medicina di base e la medicina ospedaliera potranno dare un
contributo congiunto di grande livello alla qualità della vita della nostra
popolazione.
I processi innovativi, come l’informatizzazione, stanno investendo tutte le aree
della pubblica amministrazione e segnano la direzione di sviluppo anche per il
comparto sanitario. L’innovazione tecnologica e il riequilibrio tra compiti affidati
alle UTAP e quelli svolti dalle strutture ospedaliere libereranno gradualmente
risorse da destinare all’ulteriore miglioramento della qualità del servizio sanitario.
Le tecnologie informatiche consentono di ridurre inefficienze, sprechi, spese non
dovute, pagamenti mancati alle ASL. I recuperi di risorse con la logistica sanitaria
informatizzata, attraverso le anagrafi on line e l'informatizzazione dei medici e
delle ASL consentono il recupero di qualità del servizio e la riduzione dei tempi di
attesa.
20. La sicurezza e la legalità
La sicurezza risponde a un bisogno primario di una città aperta come Venezia. È
un compito che sentiamo come fondamentale ragione d’essere, distinguendosi
però da chi ha, per troppo tempo, tollerato comportamenti al confine della legalità.
La sicurezza tuttavia non si raggiunge una volta per tutte: va continuamente
mantenuto un equilibrio dinamico tra i soggetti responsabili, le forze dell’ordine,
la polizia municipale, la magistratura, la protezione civile e le organizzazioni
sindacali e religiose.
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Organizzazione, tecnologie, informazioni, competenze, addestramento sono
certamente condizioni indispensabili, e saranno oggetto di impegno costante
dell’Amministrazione della Grande Venezia, ma certamente non bastano.
Chi vive, anche suo malgrado, in una condizione di irregolarità o di clandestinità è
più facilmente indotto in comportamenti o atti illegali. La nuova Amministrazione
porrà particolare attenzione al tema della prevenzione, più sicura base di ogni
politica della sicurezza.
Venezia, città accogliente ed ospitale, darà spazio alla voglia di fare ed
intraprendere dei lavoratori stranieri regolari ma taglierà ogni possibilità di alibi ai
non regolari attraverso il contrasto a: le locazioni non regolari di abitazioni e
negozi: il lavoro in condizioni sommerse; l’evasione ed l’elusione fiscale del
lavoro e dell'impresa.
Per la tutela dei diritti fondamentali, il Comune promuoverà: i contratti di
solidarietà per nuovi veneziani che rischiano di tornare irregolari; il
riconoscimento delle condizioni di asilo a chi ne ha diritto; il ricongiungimento
familiare protetto per chi lo merita.
Ci dovrà essere un maggiore controllo del territorio, con la riqualificazione di
importanti aree, come quella ad esempio di via Piave. Si deve intervenire per
eliminare il degrado prodotto da venditori di merce contraffatta cominciando dai
negozi di false “specialità veneziane” e di maschere provenienti dai più diversi
angoli del mondo. I quartieri devono ritrovare nelle loro piazze e nelle loro strade
i luoghi di incontro che sono quelli delle città storiche.
21. I nuovi veneziani e la crescita della Grande Venezia
A metà degli Anni Ottanta nei Paesi sviluppati il rapporto tra nuovi cittadini e
popolazione nativa era di 1 a 25. Oggi questo rapporto è di 1 a 10 e circa il 3%
della popolazione mondiale risiede fuori dai confini del Paese di nascita.
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A Venezia, come in tutte le grandi città europee, la popolazione immigrata è
cresciuta negli ultimi anni sensibilmente arrivando oggi a sfiorare il 10% dei
residenti: una nuova azienda su tre ha titolare immigrato; il 20% delle nuove
locazioni di negozi ed il 12% delle compravendite a Venezia è stipulato da nuovi
cittadini. Le migrazioni sono una delle principali caratteristiche della società e
della economia globale e sono fondamentali per la crescita economica.
Ciascun nuovo veneziano è portatore di ricchezza e di cultura, si muove seguendo
una logica economica e cerca i luoghi dove trovare possibilità di sviluppo
personale, della propria famiglia e della comunità di provenienza. Venezia sarà
luogo di accoglienza e di opportunità economica anche per la popolazione
immigrata, valorizzandone la diversità e salvaguardando i valori, le tradizioni, la
cultura della città.
Saranno promosse e sostenute politiche per favorire: l'insediamento e lo sviluppo
della nuova imprenditorialità qualificata; la mobilità territoriale e professionale
dei lavoratori nuovi veneziani.
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22. I primi progetti operativi.
La pluralità degli obiettivi da raggiungere e l’articolazione degli strumenti di
governo della Grande Venezia (ricondotti ad un disegno unitario con la nuova
legge speciale) per tradursi in fatti concreti, richiedono che vengano identificati
alcuni progetti prioritari da presentare alla città e agli organismi internazionali.
La prima iniziativa riguarderà l’individuazione degli immobili demaniali non
strategici che saranno trasferiti o concessi a titolo gratuito al Comune che
provvederà a cederli o a valorizzarli come luoghi di nuova residenza o a destinarli
ad attività culturali o produttive.
Si avvia in questo modo il programma sulla residenzialità e sugli alloggi sociali
che rappresenta, come si è detto, una condizione indispensabile per invertire il
declino.
Nella stessa linea di azione sarà incentivata la residenza in Centro Storico
attraverso contributi per il restauro del patrimonio abitativo privato e contributi
per l’abbattimento del costo del mutui di acquisto della prima casa ai giovani e
alle famiglie meno abbienti.
Il contenimento delle emissioni e il risparmio energetico sono tra i primi punti
della nuova legge speciale che favorisce la riconversione degli impianti
tradizionali e l’acquisto di impianti a ciclo chiuso.
Lo strumento fiscale sarà impiegato per incentivare le attività economiche a basso
impatto ambientale e la riconversione ecosostenibile delle attività esistenti. La
produzione vetraria muranese, ad esempio, verrà sostenuta riducendo il prezzo
base del metano per le sue industrie ivi residenti di almeno il 40% rispetto a
quello fissato sulla base nazionale.
Il nuovo Comune, inoltre, costituirà un Centro di eccellenza di livello
universitario per la ricerca e lo sviluppo su tecnologie di salvaguardia e difesa
delle zone costiere e dei bacini interni. Il MOSE sarà così l’opera-laboratorio di
cui andare orgogliosi e promuovere anche all’estero come esempio delle
straordinarie capacità dell’ingegneria italiana. Il Centro servirà anche come base
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di un progetto di riqualificazione urbana e socio economica delle zone vicine alle
barriere mobili.
Tra i progetti che partiranno subito, infine, la promozione e l’integrazione in un
quadro coerente del complesso delle attività commerciali, attraverso: la
semplificazione dei passaggi e degli adempimenti burocratici; la lotta
all’abusivismo in tutti i comparti del turismo ed alla commercializzazione dei
prodotti contraffatti; la riqualificazione dei percorsi commerciali ed il
miglioramento dell’accessibilità anche realizzando grandi parcheggi scambiatori
in Terraferma. Va aumentata anche la “dotazione di sosta” a servizio del centro di
Mestre per consentire il facile accesso ai servizi e alle attività commerciali del
centro con azioni volte a favorire la realizzazione di parcheggi multipiano
riservati ai residenti, anche con ricorso alla finanza di progetto.
Sarà anche razionalizzata la piattaforma logistica cittadina per agevolare la media
e grande distribuzione nelle aree a questo dedicate.
La realizzazione del programma “La Grande Venezia” richiede una elevata
capacità di controllo dei tempi. Nell’ambito delle decisioni pubbliche alle
difficoltà tipiche di ogni organizzazione si aggiungono i percorsi previsti da
norme e procedure che, pur presenti per fondate motivazioni di garanzia nei
confronti dei cittadini, a volte si sovrappongono e ostacolano a vicenda.
L’iniziativa che fa da filo conduttore alla realizzazione del programma è quella
del dialogo interistituzionale, della semplificazione amministrativa,
dell’accelerazione del passaggio a processi informativi evoluti e innovativi nei
rapporti tra pubbliche amministrazioni e tra queste, i cittadini e le imprese.
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23. Tanti sì e i necessari no per la Grande Venezia
I. VOGLIO CHE TUTTI GLI INQUILINI DELLE CASE PUBBLICHE,
ATER E COMUNALI, DIVENTINO PROPRIETARI RISCATTANDO
AL PREZZO DELL’AFFITTO LA CASA DOVE VIVONO. E COL
RICAVATO AVVIARE UNA NUOVA POLITICA DELLA CASA PER
I GIOVANI
II. BASTA PETROLIERE IN LAGUNA, VIA LA CHIMICA
INQUINANTE DA PORTO MARGHERA
III. SÌ ALLE BONIFICHE, ALLA ESPANSIONE DEL PORTO, ALLE
NUOVE ATTIVITÀ DI PRODUZIONE E DI SERVIZI A PORTO
MARGHERA, SÌ AL LAVORO
IV. FUORI LA POLITICA DALLA GESTIONE DELLE SOCIETÀ DEL
COMUNE, PIÙ SERVIZI AI CITTADINI, VALORIZZAZIONE DEL
MERITO E DELLA PROFESSIONALITÀ DEL PERSONALE
V. VOGLIO UN TURISMO CHE PORTI RICCHEZZA, SENZA
DANNEGGIARE LA CITTÀ
VI. SÌ ALLA SALVAGUARDIA E AL MOSE, ALLA SUBLAGUNARE E
AI NUOVI COLLEGAMENTI PER UNA MIGLIORE MOBILITÀ E
ACCESSIBILITÀ DELLA GRANDE VENEZIA
VII. SÌ AL RECUPERO E ALLA VALORIZZAZIONE DELLE AREE
ABBANDONATE, DELLE AREE INDUSTRIALI DISMESSE, DEI SITI
DEMANIALI A MESTRE, MARGHERA, VENEZIA E ISOLE
VIII. SÌ ALLO SVILUPPO DELL’IMPRENDITORIALITÀ E
DELL’INNOVAZIONE
IX. VOGLIO CHE VENEZIA TORNI A PRODURRE E A ESPORTARE
CULTURA
X. VOGLIO UNA CITTÀ FORTE, ACCOGLIENTE E GENTILE CHE SI
PRENDA CURA DEI SUOI ANZIANI E CHE NON LASCI INDIETRO
NESSUNO