guarda tutti i titoli in collana visita il sito  · la slide è la prima di una serie dedicata alla...

24
Guarda tutti i titoli in collana Visita il sito www.epc.it seguono diapositive di esempio del corso selezionato Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati

Upload: vudung

Post on 15-Feb-2019

218 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Guarda tutti i titoli in collana

Visita il sito www.epc.it

seguono diapositive di esempio del corso selezionato

Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservatiPagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati

Durante la proiezione di questa diapositiva il relatore si presenta ed effettua unrapido giro di interviste per la conoscenza dell’aula.

Il relatore dovrebbe entrare in aula con una idea precisa del tipo di attivitàsvolta dalle aziende di provenienza dei presenti in aula, in relazione al rischiodi incendio e sul loro livello di conoscenza degli argomenti oggetto del suointervento; ad ogni modo, il momento iniziale delle presentazioni èfondamentale per tracciare una mappa dell’aula e saggiare il livello generalecon qualche domanda o approfondendo un caso o una notizia da adottare comecon qualche domanda o approfondendo un caso o una notizia da adottare comeesempio.

11

Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati

Con il programma sono presentati gli argomenti che saranno trattati durante ilcorso.

L’introduzione illustrerà gli obblighi normativi a cui tale corso è legato.

L’incendio e la prevenzione incendi descriverà, da una parte, i principi fisicidell’incendio e le conseguenze del suo sviluppo, dall’altra, le misure atte aprevenirne l’insorgenza

2

Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati

Nella Protezione antincendio saranno illustrati tutti i dispositivi utili ab tt l’i di d li it i d i ti l ilcombattere l’incendio ed a limitare i danni conseguenti al suo sviluppo

3

Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati

Nella sezione legata alle Procedure da adottare in caso di incendio, dopo alcunii l i d’ i di i i i di i di icenni sul piano d’emergenza e in presenza di un principio di incendio sui

comportamenti generali da assumere, saranno illustrate le procedure connesseal contrasto diretto dell’incendio, alla segnalazione, all’evacuazione dellepersone ed alle relazioni con i soccorritori.

Infine, ad ausilio delle Esercitazioni pratiche, vengono riportati alcuniapprofondimenti sulle caratteristiche dei mezzi di estinzione, sui dispositivi di

t i i di id li (DPI) l lprotezione individuali (DPI) e sul loro uso.

Alla fine di ogni sezione saranno richiamati gli argomenti già trattati a scoporiepilogativo.

4

Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati

5

Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati

Secondo il dettato del D.Lgs. 81/08, il “Testo Unico della normativa di Salute eSicurezza sul Lavoro”, la prevenzione incendi è una funzione di preminenteinteresse pubblico, diretta a conseguire, obiettivi di sicurezza della vita umana,di incolumità delle persone e di tutela dei beni e dell’ambiente.

Da questo principio generale derivano disposizioni specifiche anche pergarantire la sicurezza sul lavoro.

In questa slide si riporta l’esplicito richiamo del D.Lgs. 81/08 alla tutela deilavoratori contro l’incendiolavoratori contro l incendio.

Approfondimento: l’espressione “Prevenzione Incendi” è comunemente usataper indicare il complesso di misure preventive e protettive necessarie aconseguire un livello di sicurezza antincendio accettabile. Il significatooperativo dell’espressione “Misure di Prevenzione Icendi” è alquanto diverso,perché tale espressione indica specificamente il complesso di misure finalizzatea ridurre la PROBABILITÀ di sviluppo di un incendio Esse sono complementaria ridurre la PROBABILITÀ di sviluppo di un incendio. Esse sono complementarialle misure di protezione che, invece, hanno lo scopo di ridurre leCONSEGUENZE dell’incendio. Tali concetti saranno sviluppati in dettaglio piùavanti.

6

Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati

Tra i compiti del datore di lavoro, in materia di prevenzione incendi, sonot i t l d i i l f i l’ i t d liespressamente previste la designazione, la formazione e l’aggiornamento degli

addetti antincendio.

Scopo di questo corso è proprio quello di fornire la formazione specifica aisoggetti destinati a ricoprire il compito di addetto antincendio.

7

Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati

Si illustra la fonte normativa dei contenuti dei corsi che saranno sviluppati int t tquesto testo.

In particolare, si fa presente che il DM 10/03/1998 “Criteri generali di sicurezzaantincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro”, benchéemanazione del D.Lgs. 19 settembre 1994 n° 626, (abrogato dal nuovo TestoUnico), è stato mantenuto in vigore dal legislatore, che ne ha fatto espressamenzione nell’articolo 46 del D.Lgs 81/2008, ribadendone la validità quale linea

id l d ll i i di i l hi di lguida generale della prevenzione incendi nei luoghi di lavoro.

8

Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati

Secondo quanto previsto dall’art. 2 e dagli allegati I e IX del DM 10/03/1998, ill d t d i i d d ti i b l li ll diprogramma e la durata dei corsi devono esser graduati in base al livello di

rischio delle attività lavorative in cui si troveranno ad operare gli addetti:basso, medio, elevato.

I livelli di rischio incendio sono definiti nel modo seguente:

1. Luoghi di lavoro a rischio di incendio basso:

luoghi di lavoro dove sono presenti sostanze a basso tasso diinfiammabilità e le condizioni locali e d’esercizio offrono scarseinfiammabilità e le condizioni locali e d esercizio offrono scarsepossibilità di sviluppo di principi di incendio ed in cui, in caso diincendio, la probabilità di propagazione dello stesso è da ritenersilimitata.

2. Luoghi di lavoro a rischio di incendio medio:

luoghi di lavoro dove sono presenti sostanze infiammabili e/o lecondizioni locali e/o d’esercizio che possono favorire lo sviluppo dicondizioni locali e/o d esercizio che possono favorire lo sviluppo diincendi ma nei quali, in caso di incendio, la probabilità di propagazionedello stesso è da ritenersi limitata.

3. Luoghi di lavoro a rischio di incendio elevato:

luoghi di lavoro dove sono presenti sostanze altamente infiammabili e/oper le condizioni locali e/o d’esercizio sussistono notevoli probabilità disviluppo di incendi e nella fase iniziale sussistono forti probabilità di

9

propagazione delle fiamme, ovvero non è possibile la classificazionecome luoghi a rischio di incendio basso o medio.

Suggerimento: far notare come la classificazione individui, come criteridistintivi, la presenza o meno di sostanze infiammabili, la possibilità o meno disviluppo di incendi e, nel caso in cui l’evento nefasto si verifichi, la possibilitàdi una sua propagazione

Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati

In questa sezione vengono trattate le basi teoriche propedeuticheall’applicazione pratica della Prevenzione Incendi.

10

Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati

Slide di presentazione delle prime definizioni.

La combustione è una reazione chimica di ossido-riduzione tra due sostanze,denominate combustibile e comburente, con sviluppo di calore e,generalmente, di luce, accompagnata dall’emissione di fumo e gas, comeprodotti residui.

Il combustibile è la sostanza che, nella reazione, si “ossida” cedendo glielettroni alla sostanza ossidante e fornendo energia sotto forma di luce ecalore.

Il comburente è la sostanza che si “riduce”, acquistando gli elettroni dalcombustibile, il quale viene “ossidato”.

11

Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati

Sono presentate altre definizioni base che evidenziano una distinzione trat i i di i t tili ti i i i (fi f )termini ordinariamente utilizzati come sinonimi (fiamma e fuoco).

L’emissione di calore, della luce e dei prodotti residui è una conseguenza dellareazione chimica di “combustione”.

La fiamma ed il fuoco sono i fenomeni conseguenti e visibili della reazionechimica e dipendono dalle condizioni di sviluppo della stessachimica e dipendono dalle condizioni di sviluppo della stessa.

L’incendio non è altro che la conseguente diffusione incontrollata, nello spazioe nel tempo, del fuoco.

12

Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati

Il triangolo del fuoco è la rappresentazione simbolica delle condizioni che sidevono realizzare affinché possa verificarsi una combustione.

La presenza di un combustibile e di un comburente non è sufficiente, da sola, adeterminarne lo sviluppo.

Serve un innesco che fornisca la cosiddetta energia di attivazione:quest’energia, sotto forma di calore, costituisce il terzo lato del triangolo dellacombustione e può avere origine varia.

E d i t i lt i t l b tiEssendo una reazione esotermica, una volta innescata, la combustione generacalore; questo può esser sufficiente a sostenere la reazione anche in assenza diapporto di energia dall’esterno.

Dalla rappresentazione mediante triangolo del fuoco si possono trarre i principigenerali della prevenzione e dell’estinzione degli incendi: la necessità dirompere il triangolo eliminando almeno uno dei tre lati ovvero uno dei treelementi necessari affinché la reazione abbia luogo.

13

Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati

In realtà anche la presenza dei tre elementi del triangolo del fuoco ècondizione necessaria ma non sufficiente perché si sviluppi la combustione.

Servono altre condizioni favorevoli.

Prima di tutto la corretta proporzione tra combustibile e comburente ed illivello appropriato di energia dato dall’innesco.

Poi, bisogna tener conto del fatto che la combustione si compie mediante unacatena di reazioni chimiche intermedie che originano altre sostanze, instabili,chiamate radicali liberi.

Il passaggio attraverso tali composti, nelle loro successive combinazioni etrasformazioni, conduce, dalle sostanze iniziali ai prodotti finali dellacombustione stessa.

È necessaria quindi, come ulteriore condizione, l’iterazione della catena direazioni chimiche intermedie che producono i radicali liberi.p

14

Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati

La slide è la prima di una serie dedicata alla descrizione dei tre elementi checompongono il triangolo della combustione.

In questo corso, si prende in considerazione, quale comburente, solamentel’ossigeno dell’aria, ma ne esistono altri (ad es. il cloro), che possono reagirecon le sostanze combustibili per dar luogo a reazioni esotermiche.

L’ossigeno è normalmente presente nell’aria in percentuale del 21%.

Tale concentrazione è sufficiente allo sviluppo del processo di combustionedelle sostanze comunemente considerate combustibili e ad essa è associata unadeterminata evoluzione dei fenomeni chimico-fisici connessi.

Una variazione della concentrazione di ossigeno cambia l’evoluzione degliincendi ed il comportamento delle sostanze coinvolte.

Così, una miscela più ricca di ossigeno modifica le condizioni di infiammabilità:

• sostanze considerate incombustibili bruciano con fiamma (ad esempio ilferro);

• l’energia di attivazione si abbassa notevolmente;

• aumentano le temperature massime raggiungibili.

Gli effetti amplificati del rogo della camera iperbarica, nell’incidente avvenutoil 31 ottobre 1997 presso la clinica Galeazzi di Milano sono stati determinati

15

il 31 ottobre 1997 presso la clinica Galeazzi di Milano, sono stati determinatiproprio dall’atmosfera ricca di ossigeno.

Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati

La modalità di combinazione dei combustibili con l’ossigeno nel processo dicombustione dipende dal loro stato fisico di aggregazione: gassoso, liquido osolido.

La fiamma è presente quando il combustibile, o parte di esso, si combina conl’ossigeno sotto forma di gas o vapori.

16

Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati

17

Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati

I combustibili gassosi (sono quelli che si trovano allo stato fisico di gas atemperatura e pressione ambiente) si miscelano immediatamente conl’ossigeno presente nell’aria e, pertanto, sono particolarmente pericolosi.

Infatti, per avviare la combustione della miscela è sufficiente una quantitàminima di energia (prodotta ad esempio da una scintilla).

18

Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati

• Le miscele di gas – aria comburente prendono fuoco, se innescate, solo sell i l l t l di è ll’i t di (IL CAMPO DInella miscela la percentuale di gas è all’interno di un campo (IL CAMPO DI

INFIAMMABILITÀ) di valori ben determinati; al di fuori di questo campo, secioè la concentrazione di gas è poco o troppo elevata (la miscela è povera oricca di combustibile), indipendentemente dall’energia di attivazione, lacombustione non avviene.

• La TEMPERATURA DI AUTOACCENSIONE è quella a cui un combustibile siaccende spontaneamente senza più la necessità di un innesco esterno (èanche quella temperatura che deve avere un innesco esterno per accendereanche quella temperatura che deve avere un innesco esterno per accendereil combustibile).

• Il POTERE CALORIFICO è la quantità di calore che si ottiene dallacombustione di 1 m3 della sostanza esaminata.

• La REATTIVITÀ CON ALTRI GAS è utile nella scelta degli immagazzinamenti; segas differenti fuoriusciti dai rispettivi contenitori amplificano il pericolo diincendio una volta miscelati, andranno prese adeguate misure preventive perevitarne il possibile contattoevitarne il possibile contatto.

• La DENSITÀ RELATIVA ALL’ARIA indica se il gas fuoriuscito dal suo contenitoretende a disperdersi nell’atmosfera (gas più leggero dell’aria) oppure adaccumularsi in basso (gas più pesante dell’aria). Come si vedrà in seguitol’areazione dei locali è una delle normali misure di prevenzione contro gliincendi; avere informazioni sulla densità dei gas permette di decidere comerealizzare le aperture di ventilazione.

19

Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati

20

Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati

Affinché un combustibile liquido bruci è necessario che prima evapori e poi simisceli con il comburente.

In questo caso, il calore favorisce l’evaporazione del liquido combustibile.

Dopo che si è formata la miscela vapore combustibile-aria, per la suaaccensione l’energia ancora richiesta è minima.

Nel complesso, per incendiare un combustibile liquido, l’energia che deveessere somministrata serve in parte per far evaporare il liquido ed in parte peraccendere la miscela aria–vapori.

La differenza tra i vari combustibili liquidi è nella temperatura minima allaquale sono emessi vapori infiammabili; questa temperatura, valorecaratteristico dei combustibili liquidi, si chiama TEMPERATURA DIINFIAMMABILITA’ (si dice anche PUNTO DI INFIAMMABILITA’), definita appuntocome la “Minima temperatura alla quale alla quale un liquido emette vapori inquantità sufficiente a formare con l’aria una miscela infiammabile in grado diquantità sufficiente a formare con l aria una miscela infiammabile in grado diaccendersi se posta a contatto con un innesco”.

La benzina ha il PUNTO DI INFIAMMABILITA’ a – 21°C, il gasolio a + 65°C; labenzina è in grado di generare un incendio molto più facilmente a temperaturaambiente, mentre il gasolio deve essere riscaldato.

Liquidi combustibili con caratteristiche diverse determinano misure diprevenzione e protezione diverse.

21

Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati

• La tEMPERATURA DI INFIAMMABILITÀ o PUNTO DI INFIAMMABILITÀ è stata giàd fi it è l t t i i ll l i idefinita: è la temperatura minima alla quale vengono emessi vaporiinfiammabili che si miscelano con l’aria comburente e che si accendono acontatto con un innesco.

• La TEMPERATURA DI AUTOACCENSIONE è quella a cui un combustibile siaccende spontaneamente senza più la necessità di un innesco esterno (èanche quella temperatura che deve avere un innesco esterno per accendereil combustibile).

D i t li i è i t h l b ti i i l l• Da prove sperimentali si è visto che la combustione si innesca solo se lamiscela vapori combustibili – aria comburente contiene determinati valoripercentuali dell’una e dell’altra sostanza; la miscela si accende solo se laquantità di vapori combustibili sono contenuti entro un preciso campo divalori, detto appunto “CAMPO DI INFIAMMABILITÀ”. Se il contenuto di vaporicombustibili nella miscela con l’aria è inferiore al limite minimo di dettocampo o superiore al limite massimo, la miscela non si accende.

• Il POTERE CALORIFICO è la quantità di calore che si ottiene dalla• Il POTERE CALORIFICO è la quantità di calore che si ottiene dallacombustione di 1 kg della sostanza esaminata.

• La TENSIONE DI VAPORE è un indice della facilità con cui un liquido evapora(dal punto di vista fisico è la pressione esercitata dal vapor saturo al di sopradel liquido quando è raggiunto l’equilibrio tra le due fasi); la tensione divapore aumenta con la temperatura.

• Il PESO SPECIFICO serve a sapere se il liquido combustibile galleggia odaffonda in acqua: è importante ai fini degli interventi di estinzione

22

affonda in acqua: è importante ai fini degli interventi di estinzione.

• Anche la MISCIBILITÀ IN ACQUA serve all’atto dell’estinzione; si può diluire ilcombustibile riducendone l’emissione di vapori infiammabili.

Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati

Quando il combustibile è solido, a similitudine di quanto accade con i liquidi,perché il processo di combustione si avvii, serve dell’energia sia per renderedisponibile una quantità sufficiente di combustibile allo stato gassoso, sia perinnescare la combustione.

Per bruciare un combustibile solido, generalmente, serve una quantitàmaggiore di energia iniziale rispetto ai combustibili gassosi:

prima, per liberare i gas contenuti all’interno della sostanza solidap , p gmediante PIROLISI;

poi, per innescare la miscela tra i gas emesso ed il comburente.

Esiste il PUNTO DI INFIAMMABILITA’ anche per i solidi la cui definizione èappunto la “Minima temperatura alla quale alla quale un solido emette vaporiin quantità sufficiente a formare con l’aria una miscela infiammabile che può

d ”accendersi a contatto con un innesco”

L’intero processo di combustione dei solidi, soprattutto quelli tradizionali,legno, carbone, tessuti naturali, ecc., comporta una fase in cui, esaurita lafrazione gassosa del materiale, esso continua a bruciare senza fiamma,formando le BRACI.

Al termine della combustione, rimane come residuo la CENERE, che altro non èche materiale in genere di origine minerale incombustibile

23

che materiale, in genere di origine minerale, incombustibile.

Approfondimento

La piroscissione o pirolisi (o cracking in inglese), provoca la rottura dei legamiatomici della materia solida permettendo la liberazione della frazione gassosadei componenti della sostanza combustibile stessa.

Pagine tratte da www.epc.it - Tutti i diritti riservati