guida alle buone pratiche per il paesaggio rurale … · programma di iniziativa comunitaria...
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PAYS.DOC “Buone pratiche per il paesaggio” Programma INTERREG IIIB MEDOCC
REGIONE UMBRIA
GUIDA ALLE BUONE PRATICHE PER IL PAESAGGIO RURALE
Insediamento
a cura di Sandra Camicia Mariano Sartore e Lunella Ferri
PA Y S . DOCBUONE PRATICHE PER IL PAESAGGIOMEDOCC
ProgrammaInterreg IIIB
Programma di Iniziativa Comunitaria INTERREG IIIB – MEDOCC 2000/2006
PAYS.DOC – Buone pratiche per il paesaggio
AZIONE “Linee guida” – ambito “Paesaggio agrario”
REGIONE UMBRIA
Assessorato alle Politiche AgricoleCarlo Liviantoni, assessore
Direzione regionale Agricoltura e Foreste, Aree Protette, Valorizzazione dei Sistemi Naturalistici e Paesaggistici, Valorizzazione Beni e Attività Culturali, Sport e SpettacoloErnesta Maria Ranieri, direttore
Servizio Promozione e Valorizzazione Sistemi Naturalistici e PaesaggisticiPaolo Papa, dirigenteMaria Carbone Biagio Municchi
Coordinamento tecnico del Progetto Maria Carbone
AUTORI
Sandra Camicia, consulenteLunella Ferri, collaboratoreMariano Sartore, collaboratore
In copertina:“Casa colonica, Nerbisci (Gubbio) presso il torrente Saonda”, fotografia di Henri Desplanques, 1964
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1. L’insediamento rurale. Tendenze evolutive e obiettivi
d’intervento (pag.3)
2. Figure e processi emergenti in Umbria (pag.7)
3. Insediamento e architettura rurale. Linee-guida (pag.22)
4. Principi-chiave per la tutela/valorizzazione dell’insediamento
rurale (pag.32)
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L’insediamento ruraleTendenze evolutive e obiettivi d’intervento
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L’insediamento storico di matrice agricolacostituisce una delle componenti fondamentaliche contribuisce a caratterizzare i paesaggirurali tradizionali. Esso può assumere varieforme, tipi e funzioni nel paesaggio, essendocorrelato alle diverse culture, significati, tecni-che costruttive ed economie locali. Ma in generale, questo diffuso patrimonioarchitettonico e urbanistico rappresenta unatestimonianza fondamentale del rapportoarmonico tra l’attività umana e l’ambiente checaratterizzava il mondo premoderno e le eco-nomie agricole. Ha pertanto un valore inesti-mabile e insostituibile per la salvaguardia dellanostra identità storico-culturale. Gran parte di questo patrimonio, soprattuttoquello dislocato nelle aree montane e collinaripiù interne, è stato abbandonato dai suoi abi-tanti in conseguenza del declino delle economieagricole e silvo-pastorali, versando in condizio-ni di elevato degrado. Molto spesso queste real-tà vengono ignorate e dimenticate, abbandona-te ad un inevitabile degrado, oppure riutilizza-te con profonde alterazioni in una logica dipuro sfruttamento commerciale.Per altri versi, lo sviluppo tecnologico nell’agri-coltura ha modificato il sistema dell’architetturarurale, favorendo la realizzazione nelle campa-gne di opere progettate con criteri funzionalimoderni, realizzate spesso utilizzando materialie impianti ispirati a modelli costruttivi o produt-tivi industriali. Questo ha permesso nelle areepiù sviluppate un opportuno miglioramentodell’efficienza produttiva, ma ha anche favoritoun graduale degrado del paesaggio e della qua-lità architettonica globale delle aree agrarie, el’inserimento nelle campagne di strutture edattività ad impatto ambientale crescente.
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Nelle realtà territoriali ancora dinamiche dalpunto di vista agricolo, così, alle strutture edili-zie preesistenti si sono aggiunti nuovi spazi tec-nici resi necessari dalla mutata dimensioneorganizzativa: silos o capannoni per la conser-vazione del foraggio, nuove costruzioni perallevamenti più moderni e intensivi, magazzinio semplici tettoie per la custodia delle macchi-ne agricole assieme a piccole officine per la loromanutenzione. Le case e i centri rurali hannoperso molto spesso la loro caratterizzazionetipologica e funzionale anche in conseguenzadei radicali cambiamenti dei sistemi colturali, inrapporto al diverso uso dei mezzi di produzio-ne oltre che alle diverse modalità di uso egestione delle acque.Oltre al paesaggio dell’abbandono e dellanuova agricoltura meccanizzata, nei contestiche hanno maggiormente subito un’evoluzionein senso industriale dell’economia locale,soprattutto nelle realtà ad urbanizzazione dif-fusa, laddove l’attività agricola permane anchese svolta part time con altre forme di impiego,le vecchie case rurali sono state affiancate danuove realizzazioni edilizie, case utilizzate per
la residenza dei nuclei giovani fuoriusciti dallafamiglia contadina originaria: fenomeno che hacomportato un generale infittimento dell’edili-zia sparsa, resa possibile anche dalla possibilitàdi utilizzare la dotazione infrastrutturale pree-sistente. A volte le strutture edilizie preesistenti nonsono più utilizzate ma hanno conservato la lorofisionomia; a volte, più spesso, appaiono pro-fondamente mutate: il colore della facciata, inuovi infissi, la trasformazione degli spazi tecni-ci disposti ai piani terra in spazi per il parcheg-gio, nuovi box giustapposti al vecchio edificio,l’inserimento di ornamenti personalizzanti,nuove recinzioni attorno a quello spazio che untempo rappresentava l’aia, ne rendono spessoirriconoscibile la matrice storica originaria. In queste situazioni, anche le relazioni con ilmicro-contesto urbanistico sono cambiate: lestrade di accesso sono asfaltate; la sede stradaleè stata allargata; lo spazio aperto, un tempodestinato alle funzioni agricole, è stato in partesottratto per essere occupato dal parcheggioper i vari mezzi di trasporto di cui la famigliadispone.
In generale, i paesaggi rurali, fino a qualchedecennio fa caratterizzati da un’infinita varietàdi forme, frutto delle diverse matrici ambienta-li e storico-sociali locali, stanno subendo unprocesso di banalizzazione e omologazione cheocculta le diversità territoriali, svalorizza lepotenzialità intrinseche di fruizione di questarisorsa del territorio, riduce le possibilità di faredi questo patrimonio uno strumento di mante-nimento delle identità storico-culturali locali. A fronte di tutto ciò, in molteplici contesti, siascientifici che politico-amministrativi, è matu-rata la convinzione che sia necessaria una rin-novata attenzione al patrimonio edilizio rurale,sia sparso che accentrato.Nuovi principi e regole di intervento sonoinnanzitutto tesi a salvaguardare-valorizzarenon solo la singola architettura, isolata dal suocontesto di inserimento, ma l’unità paesaggisti-ca nella sua interezza, intesa come insieme dinessi morfologici, funzionali e simbolici traspazi costruiti e spazi aperti.Un’altra consapevolezza oramai largamenteacquisita è che le necessità di tutela attiva vannoestese dalle architetture prestigiose, emergenze
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dell’insediamento rurale, quali le grandi resi-denze di campagna, a tutte le presenze, com-presa l’edilizia minore fatta di manufatti poveri,ad uso abitativo o destinati alle molteplici atti-vità svolte, quali fienili, granai, pagliai, semprefrutto di un sapere tecnico basato sulla necessi-tà d'integrazione reciproca tra il manufatto e icaratteri naturali dell’ambiente. Da ciò discende altresì la convinzione, fattapropria anche in sede legislativa, che la valoriz-zazione delle architetture rurali debba presup-porre il recupero delle tecniche e dei saperi chene hanno consentito la nascita e il mantenimen-to nel corso del tempo, allargando così la nozio-ne di patrimonio edilizio rurale a quella dipatrimonio culturale rurale. Ogni progetto di intervento dovrebbe eviden-temente ispirarsi ad un obiettivo generale di re-inserimento di questi luoghi nel contempora-neo, adeguandoli alle mutate esigenze abitativee insediative, senza però cancellare i loro carat-teri identitari, e nel contempo evitando di tra-sformarli in “musei” fine a sé stessi.Problematiche ricorrenti quali le necessità diampliamento, le dispersioni termiche dovute adinsufficienti caratteristiche degli elementi dichiusura verticale, l’integrazione impiantistica,la presenza di umidità negli ambienti ai piani-terra, dovrebbero essere affrontate, operandonel pieno rispetto della preesistenza, tramitel’utilizzo di soluzioni tecniche leggere e mate-riali naturali, in grado comunque di assicurareil livello prestazionale richiesto. Si apre, in questo senso, anche uno spazio diricerca e di intervento che da un lato tende amantenere vivi i saperi tradizionali, anche attra-verso una valorizzazione delle “memorie viven-ti” che rafforza il senso di appartenenza dei
soggetti locali al territorio; dall’altro esige unarivisitazione moderna delle tecniche costruttivedel passato attraverso lo sviluppo e la sperimen-tazione di nuove metodologie e tecniche ispira-te al principio della sostenibilità ambientale.Inoltre, le problematiche paesaggistiche legateagli interventi di riuso in senso residenziale diedifici rurali abbandonati, vanno riviste nonsolo in riferimento all’esigenza di normare evincolare adeguatamente le possibilità edifica-torie aggiuntive in termini volumetrici o le pre-stazioni in termini di materiali e forme, maanche in relazione agli aspetti legati alla siste-mazione degli spazi aperti e delle infrastruttu-re, imponendo una riflessione sul notevoleimpatto del riuso residenziale dal punto divista dell’accessibilità stradale, degli spazi disosta, dei giardini ornamentali, spesso pura tra-sposizione nella campagna di modelli tipica-mente urbani. In generale, occorre che qualsiasi progetto svi-luppi una rinnovata attenzione alla letturadelle regole di interazione morfologica, fun-zionale e simbolica costitutive dell’unità dipaesaggio e delle sue relazioni con il contestodi inserimento. In questa ottica, il progetto di paesaggio siincentra sulla reinterpretazione del principioinsediativo, di come cioè gli spazi edificati equelli aperti si dispongono e compongono nelterritorio secondo determinati orientamenti,specifici rapporti con l'orografia e con la geo-metria delle divisioni parcellari e dei tracciati.
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Figure e processi emergenti in Umbria
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FIGURE EMERGENTI
1. Castello collinare di poggio – Petroro (Todi), Umbria 2. “Ville” rurali montane di pendio e poggio – Sellano, Umbria3. Antico castello rurale montano di pendio – Vallo di Nera, Umbria 4. Borgo rurale collinare di poggio – Marcellano (Gualdo Cattaneo),
Umbria 5. Piccolo castello rurale di poggio – Popola (Foligno), Umbria (foto
del primo novecento)
I nuclei rurali
Il castello popolare o la villa non fortificata,agglomerati compatti distesi sui poggi o suipendii, solo talvolta in piano, sonol’elemento dominante del paesaggiotradizionale umbro. Sorgono tra il X e il XVIsecolo come centri di vita agricolafunzionali all’organizzazione produttiva delcontado; abitati dai contadini, sono unostrumento di colonizzazione e di messa invalore della campagna, oltre che, quandomurati, di presidio di difesa del territorio. Lecase dei contadini o dei braccianti formanoil caseggiato minore compatto, formato damodeste dimore dotate di piccole stalle ecantine, spesso sovrastato dalla mole dipalazzi gentilizi o pubblici. Emergenzereligiose e attrezzature di uso comune, qualiforni e lavatoi, sono dislocate nell’abitato,mentre fienili, pagliai e abbeveratoipossono situarsi ai margini o fuoridell’aggregato, affiancati da tettoie e daaltri annessi rustici.
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FIGURE EMERGENTI
1. Casa rurale in linea, tetto a padiglione e scala interna – Magione,Umbria
2. Casa rurale con loggia, abitazione sovrapposta al rustico e annessiaddossati – Panicale, Umbria
3. Abitazioni rurali abbinate con scale esterne, annessi addossati eovile – Lisciano Niccone, Umbria (foto inizio novecento)
Casa rurale isolata
La casa rurale isolata, sviluppatasiintensamente a partire dal XVI secolo,assume una varietà di tipologie, in ragionedel contesto ambientale, delle risorseagricole disponibili, della condizionesociale e dei modi di vita di chi vi abitava,fattore, mezzadro o piccolo proprietario.Tuttavia, il tipo più tradizionale è costituitodall’abitazione sovrapposta al rustico(meno frequente in montagna), con la scalainterna oppure addossata esternamenteall’edificio, raramente con il portico e illoggiato; diffuse sono anche, specialmentein collina, le dimore con i vari annessisecondari in parte addossati alla dimora oda essa separati e sparsi intorno all’aia. Aquesta mescolanza di forme, si associa unacerta omogeneità dovuta alle massiccemurature in blocchi di pietre irregolari o,più raramente, in mattoni (nella pianura ecollina verso la Toscana), tetti quasi semprein laterizio, poche e anguste aperture.
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1. Torre colombara in un edificio con disposizione a squadra –Beroide (Spoleto), Umbria (foto anni ‘50)
2. Casa rurale con portico e due torri colombare – Valtiberina,Umbria (foto anni ‘50)
3. Casa rurale con due torri colombare (una mozzata) – Borghetto(Tuoro), Umbria
Torre colombara
La torre colombara è una struttura edilizianata per scopi difensivi, forse proprioall’inizio della colonizzazione dellacampagna, successivamente riutilizzata perl’allevamento dei piccioni. Quando nondirute, sporgono dai tetti degli edifici ruralicircostanti di cui costituiscono il nucleooriginario, con i muri bucati per ilpassaggio dei piccioni, il cornicione espesso il tetto a quattro pioventi, di piùnobile ispirazione urbana.
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FIGURE EMERGENTI
1. Case rurali con scala esterna ed essiccatoio per il tabaccoaddossato – Alta Valtiberina, Umbria
2. Essiccatoio per il tabacco e magazzino addossato – Magione,Umbria
3. Case rurali con rustici al piano terra e distaccati, con essiccatoioper il tabacco – Chiugiana (Corciano), Umbria (foto anni ‘50)
Essiccatoio
L’essiccatoio per il tabacco, unaparticolarità dell’insediamento ruralediffuso sia in piano che in collina,prevalentemente nell’Umbria nord-occidentale, è un annesso agricolo chespicca più alto con i suoi numerosi camini,isolato presso l’aia della vecchia dimoraoppure inglobato/addossato all’edificioprincipale. Ormai in disuso, è statosostituito dalle moderne strutturecentralizzate.
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FIGURE EMERGENTI
1. Casa di pendio isolata – Umbertide, Umbria (foto anni ‘50)2. Casa di pendio, con stalla e ovile a valle – Giano dell’Umbria,
Umbria (foto anni ‘50)3. Rustico di pendio distaccato dalla casa, con fienile sovrapposto
all’abbeveratoio – Passignano sul Trasimeno, Umbria 4. Case di pendio allineate lungo le curve di livello, nel tessuto del
borgo rurale collinare – Pissignano (Campello sul Clitunno),Umbria
5. Casa rurale di pendio isolata con tetto a un solo piovente –Postignano (Sellano), Umbria
6. Schiere edilizio di pendio in un nucleo rurale montano –Valnerina, Umbria
Casa/rustico di pendio
La casa di pendio è quella forma tipicadell’insediamento rurale, sia sparso cheaccentrato, che utilizza la pendenza delterreno per eliminare la scala dicollegamento tra i due piani della strutturaedilizia. Di solito, l’abitazione è sovrappostaal rustico, la stalla, il magazzino o altro . Inmontagna, fuori dai centri abitati, spessofienile e ovile sfruttano la pendenza delterreno con l’ingresso all’ovile verso valle equello al fienile disposto in alto, con il tettoa un solo piovente e senza finestre.
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FIGURE EMERGENTI
1. Antico mulino idraulico da grano, a pale orizzontali, nella pianadelle “marcite” – Norcia, Umbria
2. Ottocentesco mulino idraulico da grano, in collina – Valtopina,Umbria
3. Mulino idraulico quattrocentesco con più macine situato nelfondovalle – Morcella (Marsciano), Umbria
Mulino idraulico
Il mulino idraulico da grano e da olio, inprossimità di sorgenti, fiumi o di canaliartificiali, rappresenta una componentepeculiare dell’insediamento rurale. Piccolimulini a pale orizzontali o grandi mulini conruote verticali e più macine, erano centri divita nelle campagne. Poco distante, unosbarramento (la chiusa) creava un invasodal quale l’acqua veniva deviata in uncanale che arrivava al mulino. Qui uninvaso minore si formava sul latodell’edificio il cui muro rinforzato fungevada diga (mulini a rifolta) e da dove l’acquaveniva indirizzata con un salto contro lepale della ruota che azionava la macina dipietra situata all’interno del mulino.
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1. Villa del Cardinale, con i suoi giardini terrazzati e il parco,esempio di residenza suburbana cinquecentesca e centro di unavastissima azienda agricola – Colle Umberto (Perugia), Umbria
2. Villa Meniconi, sorta all’inizio del ‘500 attorno ad una torremedievale, ristrutturata nel ‘700, con i suoi edifici, la cappella, lalimonaia, il giardino terrazzato all’italiana, i viali di accesso –Castel del Piano (Perugia), Umbria
FIGURE EMERGENTI
Ville e grandi residenzedi campagna
La villa padronale, oltre che residenzaprestigiosa e luogo di svago dell’aristocrazianobiliare ed ecclesiastica, rappresentava ilcentro di gestione agricola di vaste proprietàterriere. Spesso sorte su preesistenti strutturedifensive o religiose, di frequente costituite damolteplici architetture (palazzo, scuderia,cappella,…) sono il frutto di uno straordinarioconnubio tra natura e cultura, prodotto diun’integrazione visiva e funzionale tra lamorfologia del terreno, le emergenzearchitettoniche, il giardino o il parco, il vialee il contesto agrario in cui sono mirabilmenteinserite.
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FIGURE EMERGENTI
1. Abbazia benedettina di San Fidenzio e Terenzio (X-XI secolo),lungo un importante itinerario storico – Massa Martana, Umbria
2. Chiesa di San Salvatore, pieve isolata nella campagna, a duenavate simmetriche, notevole esempio stilistico di architetturaromanica locale – Campi (Norcia), Umbria
3. Monastero di San Paolo in Val di Ponte, fortilizio a picco su uncolle, con i ruderi della sua massiccia costruzione, la torre e ibaluardi – Civitella Benazzone (Perugia), Umbria
Architetture religiose
Pievi, chiese e complessi abbaziali isolatirappresentano una componente importantedella rete insediativa formatasi in etàmedievale. In particolare, le antiche epotenti abbazie benedettine situate inluoghi di grande bellezza e suggestione,fulcri di sviluppo culturale, con la lorostraordinaria opera di messa a coltura,miglioramento e bonifica delle terre, hannoorganizzato la vita economica e plasmato ilpaesaggio di vasti territori rurali.
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Immagini dell’abbandono
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1. Torre colombara, con i suoi caratteri stilistici e decorativi integri,ma completamte abbandonata – Borghetto (Tuoro), Umbria
2. Casa poderale isolata al centro del campo nella pianura bonificatain un contesto agricolo, inutilizzata e in stato di assoluto degrado –Castiglione del Lago, Umbria
3. Casa rurale con torre, inglobata nell’urbanizzazione recente in uncontesto periurbano, in totale disuso e degrado – Magione, Umbria
4. Castello medievale di pendio della montagna interna, esempionotevole di tipologia insediativa a pianta triangolare, dominatodall’altissima torre, completamente abbandonato e in stato dinotevole degrado, anche per effetto degli eventi sismici –Postignano (Sellano), Umbria
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Immagini della nuovaagricoltura
1. Nuovo fienile isolato sul crinale, con i caratteri formali dell’ediliziaprefabbricata – Colfiorito (Foligno), Umbria
2. Nuovi impianti e attrezzature per la vitivinicultura specializzata eintensiva – Sala (Ficulle), Umbria
3. Nuovi impianti e attrezzature per l’allevamento intensivo –Marsciano, Umbria
4. Impianti per l’allevamento intensivo isolati nella campagna –Panicale, Umbria
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Immagini del riuso
Recupero conservativo per finituristico-residenziali
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1. Borgo rurale interamente restaurato e riutilizzato conmantenimento dei suoi caratteri identitari – Pissignano (Campellosul Clitunno), Umbria
2. Casa colonica restaurata per uso turistico-residenziale, con unapproccio di tipo conservativo e senza alterazioni del contesto diinserimento – Marsciano, Umbria
3. Complesso rurale recuperato con mantenimento parziale dellafunzione agricola – Città di Castello, Umbria
4. Borgo rurale di poggio interamente riutilizzato per fini turistici coninterventi di mantenimento dei caratteri originari, sia degli spazicostruiti che degli spazi aperti privati e d’uso collettivo – SantaGiuliana (Umbertide), Umbria 1
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Immagini del riuso
Modificazioni strutturalie morfologiche dell’edificio
o del micro-contestopaesaggistico
1. Aggiunta di volumi e rifacimenti delle preesistenze di una casarurale, con elementi formali e regole compositive contrastanti coni caratteri identitari e il principio insediativo – Tuoro, Umbria
2. Ampliamento di un complesso rurale con caratteri tipologici eformali contrastanti con le preesistenze – Todi, Umbria
3. Complesso edilizio di recente ricostruzione con caratteri tipologiciinusuali e una radicale alterazione dei caratteri geomorfologici eambientali del sito – Magione, Umbria
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Immagini della campagnaurbanizzata
PROCESSI EMERGENTI
1. Linearizzazione insediativa lungo un asse stradale di collegamentointercomunale a carattere commerciale, esempio di strada-mercatoin un contesto agricolo – Città di Castello, Umbria
2. Lottizzazione industriale e commerciale, frangia urbana che siallunga nel contesto rurale – Norcia, Umbria
3. Fascia urbanizzata a carattere industriale, formata da grandi piastreproduttive e case-laboratorio isolate su lotto – Gualdo Tadino,Umbria
4-5. Lottizzazioni residenziali a maglie larghe sulle pendici collinari,con palazzine o villette, in un contesto boschivo e agricolo –Magione, Umbria
6. Palazzina ad uso turistico in un contesto boschivo in posizionepanoramica sul lago – Piediluco (Terni), Umbria
7. Lottizzazione residenziale sul pendio, che ha sostituito un ulivetoterrazzato, di cui rimane qualche traccia tra i lotti di pertinenza –Terni, Umbria
8. Nuove volumetrie edilizie che alterano il quadro paesaggistico diinsieme di un borgo rurale antico situato su un poggio collinare –Monterubiaglio (Castel Viscardo), Umbria
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PROCESSI EMERGENTI
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Insediamento e architettura rurale
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Individuare l’unità di paesaggiostudiandone i nessi morfologici,
funzionali e simbolici
Individuare le regole morfologichedi interconnessione con il
contesto rurale
Studiare le relazioni tra tipologieinsediative e orografia del sito
Studiare i legami tra tipologiaedilizia, tecnologia costruttiva e
materiali di costruzione
Individuare le regole distributive estrutturali dell’insediamento
rurale, studiando le modalità diassociazione tra abitazioni, rustici
e spazi aperti
Rilevare particolari architettonicie decorativi, attrezzaturedomestiche e del lavoro,
e arredi interni
Predisporre modelli di rilievomirati alle specificità locali
e da gestire mediantesistemi informativi geografici
flessibili e aperti
CONOSCENZA
LINEE-GUIDA“Analisi del rapporto tra insediamento, sito e paesaggio nel Veneto”. Schemi esemplificativi (Dipartimento di Urbanistica, IUAV, Venezia)
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Privilegiare un approcciomanutentivo del recupero e
impiegare materiali e tecnichecompatibili con quelle della
costruzione tradizionale
Organizzare campagne di scavoper il recupero del materialecrollato nell’ottica di un suo
reimpiego nella ricostruzione
Privilegiare l’uso di materialirinnovabili e la ricerca delle
soluzioni ecologiche
Promuovere eco-edificio eco-villaggi autonomi a livello
energetico e alimentati da energiealternative e pulite
Incentivare il recuperoe la manutenzione degli edifici
in terra cruda
TECNICHE
LINEE-GUIDAIl centro di educazione ambientale Panta Rei di Passignano sul Trasimeno (Perugia)
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LINEE-GUIDA
Realizzare le dotazioniimpiantistiche interne in esternoalle murature storiche, per nonintaccarne le caratteristiche siaarchitettoniche che di stabilità
Adottare soluzioni cromatichedegli edifici compatibili con la
realtà del manufatto e delle suerelazioni con l’intorno, evitando
forti contrasti, privilegiando i coloriprevalenti nei luoghi, utilizzandopreferibilmente pigmenti naturali
Adottare soluzioni policromesolo se criticamente fondate
in riferimento alla definizionearchitettonica del manufatto e alle
sue articolazioni
Favorire operazionidi consolidamento con la
tecnica del cuci-scuci
Rispettare la tessitura murariapreesistente nelle operazioni di
integrazione delle murature
Il recupero di Vallo di Nera (Perugia)
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Favorire l’inserimento di servizilegati alla fruizione-promozione
turistica sostenibile
Favorire l’inserimento di attivitàturistico-culturali che
contribuiscono alla formazionedi capitale sociale
Promuovere la diffusionedi aziende agricole multifunzionali
e di fattorie didattiche
Attribuire al recuperouna funzione pedagogica
di sensibilizzazione alla curaeco-compatibile del paesaggio
Favorire l’inserimento di unadeguato mix di edilizia privata e
edilizia a carattere sociale
Recuperare funzionalmentestrutture edilizie esistenti anche
se prive di specifico interessearchitettonico ma documento
di storia locale
Promuovere in situ workshope laboratori di progettazione-
costruzione per valorizzarela funzione cooperativa ecollaborativa dell’azione
progettuale
FUNZIONI
LINEE-GUIDARifugio-ostello nel Parco delle Foreste Casentinesi (S. Benedetto in Alpe - Forlì)
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LINEE-GUIDARELAZIONI
CON IL CONTESTO
Curare la progettazionedell’unità di paesaggio
attraverso l’interpretazionedelle regole di interazione
tra spazio edificato emicro-ambiente di pertinenza,
e della loro evoluzione nel tempo
Promuovere la nascitadi eco-musei per la salvaguardia
dei valori materiali, culturali esimbolici della civiltà rurale
Sistemare gli spazi esternimantenendo o recuperando
componenti identitarie degradateo abbandonate
Curare i rapporti funzionali,formali e simbolici
con il sistema delle acque
Ecomuseo del Biellese
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Evitare le intrusioni visiveche compromettono il quadro
paesaggistico d’insieme
Valorizzare il marginedell’edificato storico
Evitare la linearizzazioneinsediativa, sia di crinale
che in piano, causa diframmentazione ecologica
FORME
LINEE-GUIDAIl borgo turistico di Colletta di Castelbianco (Savona)
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Promuovere una partecipazioneallargata e continua al processo
decisionale
Sviluppare linee-guidaspecificamente relazionate ai
caratteri dei territori locali
Sperimentare “laboratoridel recupero”, istituire “cantieri-
laboratori” per l’esemplificazionedelle tecniche di intervento
Creare cantieri-laboratoriper capitalizzare le “memorieviventi” del territorio per uno
sviluppo condiviso e per unrafforzamento delle identità locali
e del senso di appartenenza
CONDIVISIONE
LINEE-GUIDAIl cantiere-laboratorio di Borgocapo (Chieti)
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Promuovere il recupero edilizionell’ambito di iniziative di
pianificazione intersettorialie integrate
Redigere piani e programmidi recupero integrati e
attuabili per unitàmorfologico-paesaggistica
Predisporre adeguate formedi incentivo legate alla qualitàdegli interventi specificamente
declinati in base ai caratteri locali
Predisporre adeguate misuredi sostegno all’iniziativa privata
STRATEGIE, NORME E PIANI
LINEE-GUIDAIl piano del Parco agricolo comunale di Casale del Marmo (Roma)
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LINEE-GUIDA
Definire proceduredi finanziamento basate su
bandi multiobiettivo
Predisporre meccanismidi gestione consortile dei
finanziamenti
Integrare le fonti di finanziamentoe promuovere l’interazione tra gli
attori coinvolti
Sviluppare e mettere in atto“progetti pilota” di recupero e
bandire “concorsi di idee”
Affiancare alle norme,abachi e progetti-guida,
per regolamentare in modoefficace e flessibile le modalità
di intervento
Favorire approcci progettualipartecipati e autogestitidai soggetti promotori
Guida al recupero dell’architettura rurale nel territorio del G.A.L. Mongioie (Cuneo)
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PRINCIPI-CHIAVEper la tutela/valorizzazione
dell’insediamento rurale
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• Leggere e reinterpretare il principio insediativo, studiando le relazioni morfologiche,funzionali e simboliche costitutive dell’unità di paesaggio e del suo inserimento nel contesto
• Promuovere la tutela/valorizzazione dell’identità del luogo e del senso di appartenenza,recuperando elementi materiali e culturali della civiltà rurale e della sua memoria
• Perseguire la sostenibilità ecologico-ambientale dell’insediamento, apprendendo dal saperetecnico della tradizione costruttiva rurale e sperimentando l’uso di materiali e tecnicheinnovative
• Assicurare la sostenibilità economica del progetto di riuso, promuovendo adeguati sistemidi incentivo basati su bandi multiobiettivo
• Consentire una rinnovata fruibilità sociale/collettiva, inserendo attività e funzioni chegarantiscano la permanenza degli operatori agricoli e/o la presenza di nuovi soggetti,portatori di culture sensibili alle tematiche paesaggistiche
• Garantire la qualità percettivo-sensoriale dell’insediamento, curando materiali, forme,volumi e luce
• Inserire il progetto insediativo nella cornice di un piano-programma d’area, per esaltare lerelazioni di rete locale e sovralocale
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34Workshop di progettazione collettiva nella nuova arena adiacente l’ex stazione rurale di S. Michele di Ganzaria (Sicilia, Italia)
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Perugia – 10 giugno 2007