heos 524 lug 13

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Abbonamento annuale 17,00 ISSN 1720 - 366X L’ L’ L’ INCALZANTE INCALZANTE INCALZANTE MARCIA MARCIA MARCIA DEL DEL DEL COMPUTER COMPUTER COMPUTER VERSO VERSO VERSO IL IL IL CERVELLO CERVELLO CERVELLO UMANO UMANO UMANO L'UE L'UE L'UE INVESTIRÀ INVESTIRÀ INVESTIRÀ 22 22 22 MILIARDI MILIARDI MILIARDI DI DI DI EURO EURO EURO IN IN IN R R RICERCA ICERCA ICERCA E I I I NNOVAZIONE NNOVAZIONE NNOVAZIONE BATTERIE ATTERIE ATTERIE AL AL AL LITIO LITIO LITIO COME COME COME GRANELLI GRANELLI GRANELLI DI DI DI SABBIA SABBIA SABBIA CON CON CON STAMPANTI STAMPANTI STAMPANTI 3D 3D 3D .it .it .it Anno XII n. 524 Venerdì 12 Luglio 2013 Settimanale in pdf www.heos.it

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Page 1: Heos 524 lug 13

Abbonamento annuale € 17,00 ISSN 1720 - 366X

L’L’L’INCALZANTEINCALZANTEINCALZANTE MARCIAMARCIAMARCIA DELDELDEL COMPUTERCOMPUTERCOMPUTER VERSOVERSOVERSO

ILILIL CERVELLOCERVELLOCERVELLO UMANOUMANOUMANO

L'UE L'UE L'UE INVESTIRÀINVESTIRÀINVESTIRÀ 22 22 22 MILIARDIMILIARDIMILIARDI DIDIDI EUROEUROEURO

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DIDIDI SABBIASABBIASABBIA CONCONCON STAMPANTISTAMPANTISTAMPANTI 3D 3D 3D

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Anno XII n. 524 Venerdì 12 Luglio 2013 Settimanale in pdf www.heos.it

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In copertina. Immagine artistica dell’interazione tra cervello umano e computer (credit photo www.mindcontrol.se )

HHHEOS.itEOS.itEOS.it Settimanale di scienze politica cultura Direttore responsabile Umberto Pivatello Aut. Tr. Verona n°1258 -7 Marzo 1997 Roc n. 16281 Heos Editrice Sede Amministrativa Redazione Via Muselle,n. 940 - 37050 Isola Rizza - Vr (It) Tel +fax +39-045-6970187 339-2965817 E-mail [email protected] Abbonamento annuale Ordinario euro 17,00 Sostenitore euro 80,00 Coordinate postali. Conto corrente postale n. 000020148482 Dall’estero: IT 60 Cin J Abi 07601 Cab 11700 c.c postale n. 000020148482 Dall’estero, codice BIC: BPPIITRRXXX Coordinate bancarie. iban. IT91 Cin Q Abi 05188 Cab 59630 c.c n. 000000002606 Banca Popolare di Verona filiale di Oppeano (Vr) Tiratura 8.215 copie spedite via e-mail www.heos.it

2 - n. 524 | Venerdì 12 Luglio 2013 www.heos.it

Andrea Pivatello L'Idrogeno nel 2009

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Sommario

PRIMO PIANO

3 ENERGIE RINNOVABILI IN CONTINUO FORTE AUMENTO ADDIO AL CARBONE FORSE ENTRO IL 2035

ATTUALITÀ

4 5

L'UE INVESTIRÀ 22 MILIARDI DI EURO IN RICERCA E INNOVAZIONE “BISOGNA REINVENTARE L'INSEGNAMENTO DELLE SCIENZE”

AMBIENTE

6 7

LE CAMPANE CHE PROSCIUGANO LE PETROLIERE IN DIFFICOLTÀ ACCORDO CNR - ANCI DISCO VERDE AL BANDO PER LE “SMART CITIES”

TECNOLOGIA

8 10 11

ELEMENTI PREFABBRICATI PER EDIFICI PIÙ SICURI E ANTISIMICI “DREAMS” LIBERA IL SUSSURRO INTRAPPOLATO DAL RIVERBERO ACUSTICO PISA, AL VIAI TEST DEL PRIMO RADAR FOTONICO BATTERIE AL LITIO COME GRANELLI DI SABBIA REALIZZATE CON STAMPANTI 3D

SCIENZE

12 13

CON IL GRAFENE INTERNET DIVENTAUN FULMINE DI VELOCITÀ “CRYSTAL CLEAR” FV, NUOVI TRAGUARDI DI EFFICIENZA E RISPARMIO

SPAZIO

14 IL PASTO DELLA GALASSIA SORPRESO DA UN LONTANO “FARO”

SALUTE

15 16

FOTO SHOCK E MESSAGGI PER SMETTERE DI FUMARE ESPERTI A CONFRONTO LA CORRETTA NUTRIZIONE SALVA LA VISTA ANCHE NELLA TERZA ETÀ

CULTURA

17 UNA PASSEGGIATA LUNGA 25 SECOLI

FOCUS

18 L’INCALZANTE MARCIA DEL COMPUTER VERSO IL CERVELLO UMANO

WEEKEND

20 PERUGINO E RAFFAELLO, MODELLI NOBILI PER SASSOFERRATO A PERUGIA

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PRIMO PIANO

L 'età delle  energie  rinnovabili  è  su  di noi.  Entro  tre  anni,  la quantità di elettricità generata a  livello mondiale da energia eolica,  solare  e  idroelettrica,  sarà  superiore  a  quella  che  è prodotta usando il gas naturale. Sono le ultime stime fornite 

dalla  International Energy Agency. L'AIE prevede anche che  il potere verde fornirà il doppio di energia elettrica delle centrali nucleari ‐ e di superare ogni altra fonte di energia elettrica ad eccezione del carbo‐ne ‐ entro il 2016. Se tutto andrà secondo i piani energetici nazionali elaborati dai singoli paesi, la quota di energia prodotta dal carbone in tutto il pianeta potrà essere superata con le rinnovabili poco dopo il 2035.   LA CRESCITA NELLE RINNOVABILI TUTTAVIA non è ancora abbastanza velo‐ce  e  intensa  per  arrestare  o  indebolire  il  pericoloso  cambiamento climatico in atto. E mentre l’energia verde è in costante aumento, lo è anche  la nostra fame di energia, tanto che sono  in cantiere nuove centrali a carbone e nuovi metodi di estrazione del gas in particolare di “Syngas”. È una corsa contro  la velocità del cambiamento climati‐co. La buona notizia è che le fonti rinnovabili attualmente sono quelle   che conoscono la crescita maggiore. Vedi anche www.newscientist.com 

ENERGIE RINNOVABILI IN CONTINUO FORTE AUMENTO ADDIO AL CARBONE FORSE ENTRO IL 2035

3 - n. 524 | Venerdì 12 Luglio 2013 www.heos.it

 I SICARI DI TRASTEVERE di Roberto Mazzucco  Sellerio Editore 2013 pp 288  € 13,00  

I  sicari di Trastevere oltre ad avere l’andamento e il ritmo del giallo, è un racconto storico molto efficace. Il 6 feb‐braio 1875, Raffaele Sonzogno, della 

dinastia della prestigiosa casa editrice, pro‐prietario e direttore del quotidiano romano “La Capitale”, viene ucciso a coltellate nel suo ufficio. L’autore del delitto è un falegname di Trastevere, Pio Frezza, soprannominato “Spaghetto”. È stato colto in flagrante e viene subito arrestato. Il caso sembra di rapida solu‐zione ma le cose sono ben più complicate. La polizia individua presto i complici, fino a Giu‐seppe Luciani, garibaldino della prima ora, poi uomo politico spregiudicato, amante della moglie di Sonzogno, Emilia, che sta per avere un bambino proprio da lui. La facile pista del delitto passionale però non convince i collabo‐ratori di Sonzogno e tantomeno il giornalista Filandro Colavito che inizia a indagare. Le ra‐gioni del delitto sono in realtà da individuare nello scontro di interessi economici che la campagna di stampa di Sonzogno aveva de‐nunziato più volte.   SONO GLI ANNI DELLA TRASFORMAZIONE di Roma 

capitale;  le scelte sul piano regolatore e sull’espansione della città sono decisive. Al di là del Tevere, la Chiesa possiede vasti terreni, il cui valore si incrementerebbe moltissimo se fossero resi edificabili.  Nella vicenda sono coinvolti, oltre al Vaticano, le banche e i grossi proprietari ma anche la politica: patrioti, libe‐rali e radicali, mentre sugli affari più sinistri si staglia l’ombra del Figlio ‐ cosi è chiamato nel corso del romanzo ‐ di Garibaldi personalmen‐te coinvolto nell’acquisto di vaste aree. Sono gli ultimi mesi del potere della Destra storica, già si profila all’orizzonte il governo della Sini‐stra.  L’autore. Roberto Mazzucco (1927‐1989) è stato 

commediografo e storico del teatro (L’avventura del cabaret, 1976). Fra le sue opere, rappresentate in vari paesi d’Europa e negli Stati Uniti, La periferi‐a, Tre italiani e Voci in casa (1957), Nozze d’oro (1960), L’andazzo (1963), Come si dice (1964) e La formidabile rivolta (1978). È stato anche tradutto‐re, autore di racconti e programmi radiofonici e sceneggiatore televisivo (La volpe e le camelie, 1966, Signora Ava, 1975, Lo scandalo della Banca Romana, 1977). I sicari di Trastevere è rimasto il suo unico romanzo.   SCENARIO INFERNALE. Il complesso vulcanico di Tolbachik nella

penisola Kamchatka (Estremo Oriente russo)

Il libro Segnalato    

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I nvestimenti  per  22  miliardi  di euro nei prossimi sette anni per favorire  l'innovazione nei settori che  creano  posti  di  lavoro  di 

elevata  qualità  in  Europa.  I  soldi arriveranno  dalla  Commissione  eu‐ropea,  Stati membri UE  e  industria europea. La maggior parte degli  investimenti sarà destinata a partenariati pubbli‐co‐privato  nei  campi  dei medicinali innovativi,  dell'aeronautica,  delle bioindustrie, delle celle a combusti‐bile  e  idrogeno  e  dell’elettronica. Questi  partenariati  di  ricerca  do‐vranno  rinvigorire  lo  slancio  alla competitività  dell’industria  europea  

in settori che già procurano oltre 4 milioni di posti di lavoro e permetteranno di trovare soluzioni alle importanti sfide che deve affrontare la società e alle quali il mercato da solo non offre risposte abbastanza rapide, quali la riduzione delle emissioni  di  carbonio  o  lo  sviluppo  di  antibiotici  di  nuova  generazione (MEMO/13/669). Non è  tutto.  Il pacchetto propone anche di estendere un'ini‐ziativa per riunire investimenti in ricerca e innovazione per la gestione del traffi‐co  aereo,  a  sostegno  del  Cielo  unico  europeo  (IP/13/664).  Il  presidente  della Commissione  europea,  José Manuel  Barroso,  al  riguardo  ha  dichiarato:  «L'UE deve conservare un ruolo guida nei settori tecnologici strategici a livello globale che creano posti di  lavoro di elevata qualità. Questo pacchetto di  investimenti nell'innovazione  combina  finanziamenti pubblici e privati per  raggiungere pro‐prio tale scopo. Si tratta della dimostrazione del fatto che il bilancio dell'UE è un bilancio che favorisce la crescita».  NEL COMPLESSO, GRAZIE A  INVESTIMENTI PER 8 MILIARDI DI EURO PROPOSTI sulla base 

del prossimo programma UE di ricerca e innovazione (Orizzonte 2020), saranno garantiti circa 10 miliardi di euro da parte dell'industria e quasi 4 miliardi di euro da parte degli Stati membri dell'UE. Máire Geoghegan‐Quinn, Commissaria eu‐

ATTUALITÀ

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ropea per  la  ricerca,  l'innovazione e  la scienza, a  tale proposito ha sottolinea‐to  : «Queste  iniziative non  solo  raffor‐zano  la  nostra  economia, ma  sono  un investimento  in una migliore qualità di vita. Questa collaborazione ci consenti‐rà  di  affrontare  questioni  che  nessuna singola impresa o singolo paese potreb‐bero fronteggiare da soli». I cinque partenariati pubblico‐privato, 

denominati  “Iniziative  tecnologiche congiunte” (ITC) sono: Medicinali  inno‐vativi  2  (IMI2),  finalizzato allo sviluppo di vaccini, medicinali e terapie di nuova generazione,  tra  cui  nuovi  antibiotici (link  alla  scheda  informativa);  Celle  a combustibile e idrogeno 2 (FCH2), fina‐lizzato ad estendere  l'uso di tecnologie pulite  ed  efficienti  nei  settori  dei  tra‐sporti, dell'industria e dell'energia; Cle‐an Sky 2 (CS2), finalizzato alla progetta‐zione  di  aeromobili meno  inquinanti  e più silenziosi, con emissioni di CO2 no‐tevolmente  ridotte; Bioindustrie  (BBI), finalizzato  all'uso  di  risorse  naturali rinnovabili  e  di  tecnologie  innovative per  ottenere  prodotti  di  consumo  più ecologici;  Componenti  e  sistemi  elet‐tronici  (ECSEL),  finalizzato  alla  promo‐zione  delle  capacità  di  produzione dell’Europa in campo elettronico.  IL CONTESTO  Le  iniziative  tecnologiche  congiunte 

sono  aperte  ad  un'ampia  gamma  di industrie  operative  in  tutta  Europa, comprese le PMI. Non solo. Anche tutti i  tipi  di  organismi  di  ricerca  possono fare domanda di finanziamento. L'iniziativa  in  materia  di  medicinali 

innovativi,  l'iniziativa  tecnologica  con‐giunta  Clean  Sky  e  l'ITC  in materia  di idrogeno  e  celle  a  combustibile  sono già  in corso, mentre  in materia di elet‐tronica  verranno  combinati due  parte‐nariati  esistenti.  L’ITC  per  le  bioindu‐strie è  invece un’iniziativa nuova. Sono ora necessarie nuove proposte legislati‐ve per  istituire  le  iniziative nel quadro del  prossimo  programma  di  ricerca  e innovazione  dell'UE  (Orizzonte  2020), che  dovrà  essere  approvato  dal  Parla‐mento europeo e dal Consiglio. (Red) Info http://ec.europa.eu/   

I MAGNIFICI 5: MEDICINALI INNOVATIVI, CELLE A COMBUSTIBILE, CLEAN SKY, BIOINDUSTRIE, COMPONENTI E SISTEMI ELETTRONICI

L'UE INVESTIRÀ 22 MILIARDI DI EURO IN RICERCA E INNOVAZIONE

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mentato un programma di  ricerca ap‐profondito  in  tutti  i  paesi  partner,  di‐stribuendo  questionari,  organizzando gruppi di  interesse  e  intervistando  in‐segnanti e alunni.  I punti di particolare interesse studia‐

ti  con  attenzione  sono  stati  l'impatto delle credenze culturali e religiose e  la comprensione  dei  processi  a  partire dai  quali  si  formano  gli  atteggiamenti verso la scienza nell'età compresa tra i 10 e  i 14 anni. Entrando nel merito,  i partner  del  progetto  credevano  che capire  le dinamiche  in gioco  tra cultu‐ra,  genere  e  istruzione  scientifica  nei diversi  paesi  partner  avrebbe  fornito una  base  per  lo  sviluppo  di  approcci migliori per  l'istruzione  scientifica, ap‐procci  che  avrebbero  interessato  più studenti.  Una  delle  idee  studiate  è stata se e quanto le tecnologie di social network  hanno  fatto  sembrare  irrile‐vante  l'apparente unità e autorità pre‐sentata dalla scienza scolastica .   TRA  I  RISULTATI  DEL  PROGETTO  ci  sono 

due nuovi  libri scritti dal  team di SED. “L'istruzione scientifica per la diversità” è una raccolta redatta da Nasser Man‐sour e da Rupert Wegerif dell'Universi‐tà  di  Exeter  che  comprende  diversi articoli scritti dai membri del progetto 

SED.  Il  libro  di  Rupert  Wegerif, “Dialogica:  Istruzione  nell'era  di internet”  si  riferisce  invece  ai  risultati del progetto SED. Si osserva che nono‐stante  i  rapidi progressi delle  tecnolo‐gie  della  comunicazione,  la  maggior parte dell'insegnamento si affida anco‐ra a un approccio tradizionale, costrui‐to  sulla  logica  della  stampa  e  dipen‐dente  dalla  nozione  che  c’è  una  sola vera rappresentazione della realtà.  In pratica, il professor Wegerif osser‐

va  che  l'uso  di  internet  ha  disturbato questa  logica tradizionale di  istruzione offrendo  un'esperienza  di  conoscenza partecipativa e multipla. Questa nuova logica  o  “dialogica”  riguarda  più “l'imparare  a  imparare”,  nel  quale  gli individui si trovano davanti prospettive multiple  e  di  indefinita  incertezza.  (Red)   Info http://science‐education‐for‐diversity.eu/ http://www.exeter.ac.uk/  http://cord is .europa.eu/pro jects/

rcn/94405_it.html  http://www.routledge.com/books/

details/9780415536790/ 

RASSEGNA STAMPA. LA VIGNETTE DELLA SETTIMANA

Corriere.it 12 Luglio Corriere.it 11 Luglio http://vauro.globalist.it/ http://espresso.repubblica.it/

I  giovani  in  Europa  hanno  vera‐mente  l'educazione  scientifica necessaria  per  prendere  parte  a decisioni che riguardano la scien‐

za?  Nella  società  di  oggi  basata  sulla conoscenza,  questo  significa  dover comprendere  questioni  tecniche  e scientifiche  in  continuo  cambiamento ed evoluzione.  Gli  studi eseguiti a  tale  scopo dimo‐

strano  che  i  giovani  europei  spesso non hanno le conoscenze per capire le questioni scientifiche di base, mentre il numero  di  persone  che  scelgono  di occuparsi professionalmente di scienza è costante in diminuzione. Questa ten‐denza  è  molto  allarmante  tanto  da rappresentare una vera e propria sfida per l'Europa e il suo futuro nell'econo‐mia della conoscenza.   A  TALE  SCOPO  L’UE  HA  FINANZIATO  un 

apposito  progetto  denominato “Science Education for Diversity  (SED)” per capire come i paesi europei (Regno Unito  e  Paesi  Bassi)  i  paesi  partner (India, Turchia, Libano e Malesia) stan‐no affrontando la diversità di genere e la  diversità  culturale  nel  tentativo  di coinvolgere  i  giovani nell'insegnamen‐to  della  scienza.    Coordinato  dall'Uni‐versità  di  Exeter  (Uk),  SED  ha  imple‐

“BISOGNA REINVENTARE L'INSEGNAMENTO DELLE SCIENZE”

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6 - n. 524 | Venerdì 12 Luglio 2013 www.heos.it

AMBIENTE

È  fuori dubbio che un intervento immediato quando  le navi fan‐no  naufragio  e  le  petroliere sono  in  difficoltà  può  essere 

decisivo  per  confinare  l'inquinamento e  limitare  i danni  all'ambiente.  Fino  a poco tempo fa tuttavia, la mancanza di strumenti e sistemi appropriati ostaco‐lavano i tentativi di salvataggio.  Un  progetto  europeo  ha  tentato  di 

affrontare questa carenza progettando e  convalidando  un  metodo  di  riferi‐mento UE per consentire un intervento pronto ed efficiente  in termini di costi quando una petroliera  ‐  ad esempio  ‐  corre  il  rischio di  rovesciare  il proprio carico. Il progetto DIFIS (“Double Inver‐ted  Funnel  for  Intervention  on  Shi‐pwrecks”) ha esaminato cosa  fare con le fuoriuscite di carburante; e ciò che si dovrebbe fare con il carburante ancora intrappolato nelle cisterne. Esso inoltre si è occupato dei problemi da affronta‐re  con  petroliere  affondate  e  che  si trovano a grandi profondità.   IL RISULTATO FINALE È LA MESSA a punto 

di un metodo applicabile a tutti i relitti di  petroliere,  a  patto  che  la  sostanza inquinante  intrappolata  non  si  sia  di‐sciolta  e  abbia  una  densità minore  a quella dell'acqua di mare. La soluzione 

SPERIMENTATO UN NUOVO SISTEMA PER BLOCCARE L’INQUINAMENTO DEL MARE PROVOCATO DALLE NAVI

LE CAMPANE CHE PROSCIUGANO LE PETROLIERE IN DIFFICOLTÀ

proposta  si  affida  alla  forza  di  gravità per occuparsi del carburante fuoriusci‐to.  Invece  di  incanalarlo  direttamente verso la superficie, dove ogni operazio‐ne di recupero risentirebbe molto delle avverse  condizioni  atmosferiche,  la miscela  di  carburante  e  acqua  viene convogliata verso un serbatoio  ‐ sepa‐ratore  tampone  a  una  profondità  fra 30 e 50 metri sotto il mare.  Il serbatoio è costituito da una strut‐

tura leggera, di rapido impiego e flessi‐bile che può rimanere in posizione fino a  che  tutti  i  serbatoi  del  relitto  sono stati  svuotati  e  il  pericolo  di  inquina‐mento  eliminato.  Questo  serbatoio tampone  contiene  delle  attrezzature che consentono alle navi che  fanno  la spola,  tempo  permettendo,  di  racco‐gliere rapidamente  il carburante usan‐do  attrezzature  standard  per  il  carico offshore.   LA  CUPOLA  DEL  SERBATOIO  è  costruita 

usando  un  materiale  a  base  tessile, mentre  la  condotta  di  estrazione  è fatta con  tubazioni  flessibili e cavi sin‐tetici  ad  alta  resistenza.  La  campana tampone  è  collocata  a  circa  50 metri sotto  la superficie del mare, dove non risente  delle  onde,  e  ha  un  galleggia‐mento  sufficiente da  tenere  in  tensio‐

ne  la  condotta di estrazione e mante‐nere  l'intero  sistema  nel  suo  assetto corretto.  In pratica, dopo aver  localiz‐zato  il sito del naufragio, viene  inviato un veicolo a comando remoto (ROV) a indagare. Vengono determinati  la pro‐fondità  dell'acqua  nella  zona,  la  geo‐metria del fondo,  le caratteristiche del suolo  e  le  condizioni delle  correnti.  Si procede  poi  a  collocare  sul  fondo  dei blocchi di ancoraggio di cemento usan‐do una nave da  lavoro  con una  gru o un argano con portata sufficiente.  La  cupola  piegata  viene  quindi  tra‐

sportata  sul  luogo  con  una  chiatta. Essa viene calata  in acqua e trasporta‐ta a fianco di una nave per l'installazio‐ne. Qui essa viene collegata alla prima sezione  della  condotta  di  estrazione che  è  costruita  sezione  per  sezione. Con  l'aumentare della  lunghezza della condotta  di  estrazione,  la  cupola  pie‐gata viene gradualmente calata fino ad essere vicina al relitto. Una volta aper‐ta  la cupola,  la campana tampone vie‐ne collegata alla condotta di estrazione e  l'intero  sistema  viene  staccato dalla nave usata per l'installazione.   UNA VOLTA  INSTALLATO  IL  SISTEMA DIFIS 

è  totalmente  passivo  e  non  richiede operatori umani. Le operazioni di scari‐co possono essere pianificate e perio‐dicamente  possono  essere  effettuati dei  controlli  per  verificare  l'integrità del  sistema.  Poiché  il  sistema  DIFIS  è destinato  a  rimanere  in  posizione  per un lungo periodo di tempo, esso è sta‐to  progettato  in  modo  da  riuscire  a resistere in ambienti difficili.  Durante  rigorosi  test  del  sistema 

DIFIS, non sono stati osservati compor‐tamenti imprevisti in condizioni opera‐tive e  la  forma della  cupola è  rimasta integra.  Inoltre,  si  è  stabilito  che  la campana  tampone  si  trovava  a  una profondità  sufficiente  sotto  la  superfi‐cie dell'acqua. Anche  il comportamen‐to  complessivo  del  sistema  DIFIS  du‐rante lo scarico ha soddisfatto le aspet‐tative. (Red)   Info http://www.difis.eu  http://www.marin.nl/web/show http://cordis.europa.eu 

A sinistra, nelle due immagini lo schema di lavoro del sistema DIFIS per svuotare i serbatoi delle petroliere affondate

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Entro  il  9  agosto  i  Comuni  italiani possono partecipare alla selezione per ricevere un supporto di un milione di euro (in strumentazione e tecnologie) finalizzato a soluzioni per la sostenibi‐lità energetica e ambientale. Le reti di illuminazione  pubblica  delle  tre  città selezionate   diventeranno   le “autostrade” per erogare alcuni servi‐zi altamente innovativi.   

I  presidenti del Consiglio naziona‐le delle ricerche (Cnr), Luigi Nico‐lais, e dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci), Piero Fassi‐

no, hanno firmato un Accordo di colla‐borazione  che  include  anche  le  linee guida  per  la  selezione  di  tre  Comuni italiani che saranno trasformati in vere e  proprie  “smart  cities”,  nell’ambito del Progetto Cnr  ‘Energia da  fonti  rin‐novabili e  Ict per  la  sostenibilità ener‐getica. I  comuni  che  desiderano  candidarsi 

dovranno  fornire  informazioni sui  loro impianti di  illuminazione pubblica,  co‐me  richiesto  dal  bando  di  selezione, r e p e r i b i l e   n e l   s i t o www.smartcities.cnr.it.   POTRANNO PARTECIPARE  I CAPOLUOGHI di 

provincia con almeno 100.000 abitanti, i  Comuni  medio‐piccoli  con  meno  di 7.000 abitanti e  i centri turistici marit‐timi e montani di qualunque dimensio‐ne  inclusi  in  un  elenco  redatto dall’Anci.  Saranno  requisiti  preferen‐ziali  la presenza di zone a traffico  limi‐tato  e  di  impianti  di  produzione  di  e‐nergie  rinnovabili,  mentre  saranno esclusi i Comuni che non siano proprie‐tari dell’impianto di illuminazione pub‐blica  o  già  finanziati  dal  ministero dell’Istruzione, università e ricerca per progetti Smart Cities. La domanda do‐

vrà pervenire entro  il  9  agosto  2013, secondo le modalità pubblicate sul sito www.smartcities.cnr.it. «Il progetto intende studiare e speri‐

mentare una serie di soluzioni  innova‐tive per rendere le città sostenibili gra‐zie  all’uso  di  fonti  rinnovabili  e  alle tecnologie per la gestione avanzata dei flussi energetici che renderanno i servi‐zi  efficienti  adattandoli  alla  domanda, favorendo il risparmio e l’uso razionale con  il  coinvolgimento consapevole dei cittadini», spiega Marco Conti, diretto‐re  del  Dipartimento  Ingegneria,  Ict  e tecnologie  per  l’energia  e  i  trasporti del Cnr.   «QUELLA OFFERTA DAL CNR è un’ottima 

occasione per tre dei nostri Comuni di avere  una  dotazione  tecnologica all’avanguardia  per  offrire  servizi  di qualità  ai  propri  cittadini»,  afferma P i e r o   F a s s i n o ,   p r e s i d en t e dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani.  Aggiunge:  «L’Anci,  da  parte sua, si impegnerà in futuro a estendere queste esperienze nel maggior numero di Comuni possibili, al fine di diffonde‐re metodologie e soluzioni standardiz‐

ACCORDO CNR - ANCI DISCO VERDE AL BANDO PER LE “SMART CITIES”

zate  a  livello  nazionale.  Su  questo tema  l’Associazione  è  fortemente impegnata  sia  a  livello  istituzionale, sia  a  livello  operativo  con  il  nostro Osservatorio  nazionale  sulla  Smart City,  che  si arricchisce,  con  l’Accordo siglato,  della  preziosa  collaborazione scientifica  del  Cnr.  I  Comuni  italiani, nonostante  le  grandi  difficoltà  del momento,  stanno  dimostrando  una forte volontà di procedere  in direzio‐ne  di  un’innovazione  urbana  forte‐mente integrata nei suoi aspetti infra‐strutturali, di servizio e sociali». Il  presidente  del  Cnr,  Nicolais,  dal 

canto  suo  sottolinea:  «Le  città  do‐vranno  farsi  carico  esclusivamente delle spese di installazione di tecnolo‐gie  e  strumentazione,  che  saranno messe a disposizione dal nostro Ente in  comodato  d’uso  gratuito  grazie  a un investimento di circa un milione di euro per ognuno dei tre comuni sele‐zionati.  Queste  tecnologie  si  basano sulla  trasformazione  della  rete dell’illuminazione  comunale  in  una rete  dati  che,  per  la  sua  capillarità, può permettere di erogare alcuni ser‐vizi innovativi in tutta la città».   QUESTE  SOLUZIONI  AVANZATE  rappre‐

sentano  un’evoluzione  di  quelle  svi‐luppate dal Cnr con  lo Smart Services Coope r a t i on   L ab   ( h t t p : / /www.cooperationlab.it/)  presso  lo Smart  Cities  Test  Plant  nell’Area  di ricerca di Bologna. Le soluzioni imple‐mentate vanno da dispositivi per digi‐talizzare  il  suolo  comunale mediante servizi di Digital Advertising per citta‐dini e turisti al fine di una più sempli‐ce  e  immediata  fruizione  dei  servizi cittadini, al collegamento  Internet ad alta  velocità  con Hot‐Spot WiFi  pub‐blici;  dalla  gestione  automatizzata della  sosta  nei  parcheggi  cittadini  al controllo del traffico e della mobilità; dal  bilanciamento  e  gestione dell’energia consumata al telecontrol‐lo e alla telegestione, tramite applica‐tivi web‐based,  degli  impianti  di  illu‐minazione pubblica. (Red)  Info www.cnr.it      

Sopra, nella foto, il presidente del Cnr, Luigi Nicolais e il presidente dell’Anci, Piero Fassino

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L e  strutture edilizie prefabbri‐cate     oggi offrono numerosi vantaggi,  in termini di tempo e  riduzione dei costi,  se con‐

frontate con le tecniche di costruzione più  tradizionali.  Tuttavia,  la  fragilità delle giunzioni e delle connessioni  tra elementi  prefabbricati  assemblati  è ampiamente  considerata  come  un possibile problema di sicurezza, parti‐colarmente  in  aree  soggette  a  terre‐moti.  Il  progetto  SAFECAST (“Prestazione di  innovative  connessio‐

ni meccaniche  in  strutture edilizie  prefabbricate  in condizioni  sismiche”),  fi‐nanziato dall'UE,  si  è pro‐posto di  sviluppare nuove procedure  e  linee  guida per progettare giunzioni e connessioni  per  strutture prefabbricate  in  grado  di resistere  alle  forze  sismi‐che.  Le  strutture  edilizie prefabbricate  sono  pro‐dotte  con  colate  di  calce‐struzzo  in  uno  stampo  o forma  che  vengono  poi 

asciugate  in un ambiente  controllato, trasportate al sito di costruzione,  sol‐levate e collocate al loro posto secon‐do lo schema di costruzione.   IL  PROCESSO  FA  RISPARMIARE  tempo  e 

costa meno rispetto alla convenziona‐le colata di calcestruzzo in loco. Guida‐to dall'italiana Assobeton, Associazio‐ne Nazionale  Industrie Manufatti  Ce‐mentizi,  il  progetto  ha  adottato  un approccio unificato  innovativo, esami‐nando  tutti  i  requisiti  di  base  delle prestazioni,  compresi durata,  limiti di 

deformabilità e dissipazione dell'ener‐gia.  Per  tutti  i  paesi  partner  (Italia, Grecia,  Germania,  Portogallo,  Slove‐nia, Spagna e Turchia),  l'attività sismi‐ca è una considerazione fondamentale nel settore delle costruzioni, e  in tutti questi paesi  il calcestruzzo rappresen‐ta il principale materiale usato in edili‐zia.  Uno dei risultati chiave del progetto 

è stata la nuova pubblicazione “Design Guidelines  for  Connections  of  Precast Structures  under  Seismic  Ac‐tions”(Linee  guida per  la progettazio‐ne antisismica di connessioni di strut‐ture  prefabbricate),  un  importante documento  che  include  un'ampia gamma  di  tecniche  meccaniche  di congiunzione,  che  sono  state  tutte studiate accuratamente, sia sperimen‐talmente che numericamente. Le linee guida  sono  indirizzate  a progettisti di edifici  che  usano  strutture  prefabbri‐cate,  in particolare  in  situazioni  dove non esistono ancora norme specifiche o disposizioni obbligatorie.   UN'ECCEZIONE  DEGNA  di nota è quella 

dell'uso  di  elementi  di  rivestimento. Nel settore delle costruzioni, il rivesti‐mento è  la sovrapposizione di un ma‐teriale o elemento sopra un altro, per formare  uno  strato  impermeabile.  I partner del progetto hanno menziona‐to questa  tecnica come possibile sog‐getto di ulteriori ricerche.  Presi  tutti  assieme,  i  risultati  del 

progetto  promettono  una  migliore competitività per  i prefabbricati euro‐pei  in  edilizia. All'interno  del  settore, le nuove linee guida rappresentano un mezzo per ottenere reali miglioramen‐ti  nella  qualità  dei  nuovi  edifici,  con maggiore  affidabilità  e  prestazioni  di sicurezza in caso di terremoto. (Red)    Info http://www.youtube.com/watch?v=LMvKPUO6_KE  http://cordis.europa.eu/projects/rcn/90245_it.html http://www.assobeton.it/assobeton/gestsito_new.nsf  http://elsa.jrc.ec.europa.eu/publications/LBNA25377ENN.pdf 

ELEMENTI PREFABBRICATI PER EDIFICI PIÙ SICURI E ANTISISMICI

TECNOLOGIA

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www.giuliobarbieri.it

[email protected]

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10 - n. 524 | Venerdì 12 Luglio 2013 www.heos.it

I l suono viaggia a onde, che conti‐nuano a rimbalzare sulle superfici come muri e soffitti. Queste onde riflesse o  riverberi  interferiscono 

con  il  suono  originale.  Il  rumore  o  il riverbero  acustico  rende  più  difficile percepire  il  suono  originale  e  può  ri‐durre la qualità del parlato, della musi‐ca o di altri elementi audio.  Per trovare il modo attenuare se non 

eliminare   del  tutto questi effetti per‐mettendoci  di  sentire  in  modo  più chiaro,  l’Ue ha  avviato  il progetto de‐nominato  DREAMS  (“Dereverberation and Reverberation of Audio, Music and Speech”).  La  ricerca dovrebbe portare alla realizzazione di sofisticati software per  il  riconoscimento  automatico  del 

parlato, migliori  supporti  uditivi  e  un suono di qualità più alto nei nostri  te‐lefoni cellulari, tablet, iPod e altri letto‐ri  di  musica  portatili.  Si  potrebbero sviluppare microfoni, megafoni e siste‐mi acustici migliori per locali e riunioni piccoli e grandi.   IL  PROGETTO,  COORDINATO  dalla Katho‐

lieke  Universiteit  Leuven  in  Belgio,  si sta  concentrando  su quattro aree  che aiuteranno  gli  scienziati  a  capire  le difficoltà  scientifiche  del  progetto: l'acustica delle  sale,  l'elaborazione del segnale, la psicoacustica (il modo in cui il corpo umano elabora il suono, sia dal punto  di  vista  psicologico  sia  fisico)  e l'elaborazione del parlato e dell'audio.  

“DREAMS” LIBERA IL SUSSURRO INTRAPPOLATO DAL RIVERBERO ACUSTICO

I  ricercatori  intendono sviluppare  modelli  e algoritmi  capaci di per‐mettere  agli  utenti  di prevedere  l'intelligibili‐tà e  la qualità del parla‐

to con grande precisione. I modelli e gli algoritmi po‐

trebbero  essere  usati  per  mi‐gliorare i segnali acustici, per imitare al meglio i suoni e per progettare sistemi acustici molto efficienti.  Gli  algoritmi,  infine,  si  potrebbero 

usare per estrarre una migliore qualità da  una  serie  di  registrazioni  audio  di bassa  qualità.  Una  tecnologia  che  si rivelerebbe utile ad esempio per il mo‐nitoraggio e  la  sorveglianza ambienta‐le,  legale  e  di  controllo.  DREAMS  è stato  attivato  lo  scorso  Febbraio  e  si concluderà  a  Dicembre  2016.  Sono previsti finanziamenti per oltre 4 milio‐ni nell'ambito della Azioni Marie Curie ‐ Reti per la formazione iniziale, gestite dall'Agenzia  esecutiva  per  la  ricerca (REA).  Info http://www.dreams‐itn.eu/  http://cord is .europa.eu/pro jects/

rcn/105444_it.html 

PISA, AL VIA I TEST DEL PRIMO RADAR FOTONICO

È  iniziata a Pisa  la sperimentazione del primo radar fotonico al mondo  in grado di gestire anche il traffico aereo più intenso. Il prototipo sfrut‐ta la luce per generare e rilevare segnali di frequenze radio con un'ef‐ficienza migliore rispetto ai radar attuali. È stato realizzato in Italia con 

il finanziamento del Consiglio Europeo della Ricerca (Erc) e grazie alla collabo‐razione  fra  il  Consorzio  interuniversitario  per  le  telecomunicazioni  di  Pisa (Cnit) e  l'Istituto di Tecnologie della Comunicazione, dell'informazione e della percezione (Tecip) della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa.   IL RADAR  È GIÀ PRONTO  ED    IN QUESTI GIORNI  sono  iniziati  i test che dureranno 

circa un mese. Il radar monitorerà il traffico aereo dell'aeroporto “Galileo Gali‐lei” per alcune settimane. Successivamente i dati rilevati e rielaborati dal radar fotonico saranno confrontati con quelli forniti direttamente dagli aerei in volo per verificare la precisione del dispositivo. Al termine della sperimentazione i ricercatori, coordinati da Antonella Bogoni, potranno stabilire il livello di preci‐sione raggiunto dal dispositivo appena progettato.  Il radar è in grado di rilevare oggetti con una risoluzione maggiore utilizzan‐

do  antenne  più  piccole. Questa  nuova  tecnologia  può  essere  utilizzata  per mettere a punto dispositivi portatili per la sicurezza delle persone. Tra le pos‐sibili applicazioni, i ricercatori indicano il monitoraggio ambientale, il controllo del traffico aereo e terrestre, l'integrazione di funzioni di comunicazione per le autorità di controllo aeroportuale. (Red) 

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R icercatori  di Harvard  hanno dimostrato che batterie agli ioni di  litio piccole come un granello  di  sabbia  possono 

essere stampate utilizzando la tecnolo‐gia di  stampa 3D. Queste batterie po‐trebbero  essere  utilizzate  per  alimen‐tare minuscoli impianti medici. Ogni micro ‐ batteria è fatto di pile di 

piccoli  elettrodi  che  hanno  la  stessa larghezza di una ciocca di capelli uma‐ni.  Le  batterie  sono  state  fatte  da  un team  di  ricercatori  della  Harvard 

University e della University of Illinois a Urbana‐Campaign (Usa). «Abbiamo  dimostrato  per  la  prima 

volta che siamo in grado di stampare in 3D  una  batteria»  ha  detto  Jennifer Lewis,  Ph.D.,  dalla  Harvard  School  of Engineering,   responsabile senior dello studio.  Recentemente molti  ingegneri hanno  costruito  attrezzature mediche minuscole. Tuttavia,  l'alimentazione di questi  dispositivi  è  stata  sempre  una grande sfida con  le batterie che offro‐no una potenza adeguata ma che sono 

più  grandi  del  dispositivo  stesso.  Fino ad oggi  erano  falliti  tutti  i  tentativi di disegnare batterie molto piccole, mol‐to  efficienti  e  nello  stesso  tempo  di grande durata. Quest’ultimo  studio,  però,  ha  dimo‐

strato  che non  solo  si possono  creare  batterie molto piccole, ma  che posso‐no anche essere  facilmente  stampate. In questo caso  le batterie  in miniatura sono  dotate  di  elettrodi  ultrasottili accatastati  uno  sopra  l'altro  stretta‐mente intrecciati.  La  stampa  di materiale  3D  funziona 

seguendo  le  istruzioni  da  un  disegno 3D  e  per  realizzarlo  la  stampante  de‐posita strati successivi di materiale. La squadra  di  Lewis  per  l’occasione  ha progettato  inchiostri 3D funzionali con particolari  proprietà  ottiche  e  chimi‐che. Utilizzando questi inchiostri è sta‐to  possibile  costruire  strutture  con proprietà  ottiche,  chimiche,  meccani‐che  e  biologiche  tutte  strettamente personalizzate.  PER REALIZZARE  IL PROGETTO il gruppo di 

ricercatori  aveva  bisogno  di  un mate‐riale  con  proprietà  elettrochimiche. Per  raggiungere  il  loro  scopo  hanno creato un inchiostro con nanoparticelle di ossido di litio che fungeva da anodo e un  inchiostro di nanoparticelle di un altro composto di ossido di litio, che ha agiva come un catodo. Questi inchiostri sono stati poi depo‐

sitati  sui  denti  d'oro,  due  pettini,  che hanno  dato  forma  a  una  pila  stretta‐mente  interlacciata  di  anodi  e  catodi. Gli elettrodi sono stati compressi in un piccolo  contenitore  poi  riempito  con un elettrolita, completando così  l'inte‐ra batteria. I  ricercatori, alla  fine, hanno calcola‐

to  la  quantità  di  energia  che  queste batterie possono fornire. «Le prestazioni elettrochimiche sono  

paragonabili  a quelle di batterie  com‐merciali,  in  termini di spesa e  tasso di scarica, ciclo di vita e densità di energi‐a ma  su una  scala molto più piccola», ha detto Shen Dillon, Assistant profes‐sor di Scienza dei Materiali e Ingegneri‐a  e  co‐autore  dello  studio,  attraverso un comunicato stampa. (Red)  Vedi  http://www.natureworldnews.com/   

ALLE UNIVERSITÀ DI HARVARD E ILLINOIS

BATTERIE AL LITIO COME GRANELLI DI SABBIA REALIZZATE CON STAMPANTI 3D

Sopra, nell’immagine la pila interlacciata di elettrodi che sono stati stampati strato per strato con una stampante 3D per creare l'anodo e il catodo di lavoro di una micro batteri-a . (Foto: Ke Sun, Teng-Canta Wei, Jennifer Lewis, Shen J. Dillon] / Harvard University)

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SCIENZE

L 'uso del grafene nelle telecomunicazioni potrebbe accelerare notevolmente  la velocità di connessio‐ne  fino  a  un  centinaio  di  volte.  Lo  sostiene  un gruppo di ricercatori  dell’Università di Bath (Uk). 

In un articolo pubblicato su Physical Review Letters,  i ri‐cercatori del Centro per la scienza di grafene delle Univer‐sità di Bath e Exeter hanno dimostrato per  la prima volta  tassi di risposta ottica  incredibilmente brevi usando  il gra‐fene,  che potrebbe  aprire  la  strada  a una  rivoluzione nel settore delle telecomunicazioni.  OGNI GIORNO GRANDI QUANTITÀ DI DATI VENGONO TRASMESSI e 

trattati attraverso dispositivi optoelettronici come  le  fibre ottiche,  rivelatori  fotoelettrici  e  laser.  I  segnali  vengono inviati  dai  fotoni  a  lunghezze  d'onda  infrarosse  e  trattati mediante  commutatori ottici,  che  convertono  i  segnali  in una  serie  di  impulsi  luminosi.  Solitamente  i  commutatori ottici  rispondono alla chiamata  in pochi picosecondi ossia  intorno a un millesimo di miliardesimo di  secondo. Attra‐verso questo nuovo  studio  i  fisici hanno osservato  invece che  la prontezza di risposta di un  interruttore ottico usan‐do “pochi  strati di grafene” può essere di un centinaio di 

femtosecondi,  vale  a  dire  quasi  un centinaio di volte più veloce  rispetto ai materiali attuali. Il grafene è costituito da un solo ato‐mo di spessore, ma è molto forte. Al riguardo  gli  scienziati  usano un’espressione  molto  efficace: “occorre un elefante  in equilibrio  su una matita  per  sfondare  un  singolo foglio di grafene”. Già soprannomina‐to  il  materiale  “miracolo”  grazie  al suo costo resistenza, leggerezza, fles‐sibilità,  conducibilità,  potrebbe  ora entrare  nel  mercato  per  migliorare notevolmente le telecomunicazioni.  Commentando i principali risultati del rapporto,  il  ricercatore  Enrico  Da Como  ha  detto:  «Abbiamo  visto  un tasso  di  risposta  ottica  ultraveloce, utilizzando  pochi  strati  di  grafene, che  può  avere  applicazioni  interes‐santi  per  lo  sviluppo  di  componenti optoelettronici ad alta velocità basati sul grafene. Questa risposta veloce è nella  parte  infrarossa  dello  spettro elettromagnetico, dove sono molte le applicazioni  in medicina  telecomuni‐cazioni,  sicurezza  che  interessano  la nostra società». 

Il Co‐direttore del Centro per  la Scienza grafene a Bath, Simon Bending ha aggiunto: «Più scopriamo il grafene e più sono notevoli  le sue proprietà. Questa ricerca mostra che ha anche proprietà ottiche uniche potrebbero trovare  im‐portanti nuove applicazioni». A  lungo  termine, questa ricerca potrebbe anche portare 

allo sviluppo di laser a cascata quantistica basati sul grafe‐ne. Laser a cascata quantistica sono laser a semiconduttore utilizzati nel monitoraggio dell’inquinamento, sicurezza e la spettroscopia.  Pochi  strati  di  grafene  potrebbero  essere usati  come  una  piattaforma unica per  una  lunga  serie  di applicazioni pratiche. (Red)    Info http://www.bath.ac.uk/news 

CON IL GRAFENE INTERNET DIVENTA UN FULMINE DI VELOCITÀ

L’università di Bath (Uk)

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stato suddiviso  in sette sotto‐progetti: materie  prime, wafer, metodi  equiva‐lenti al wafer,  tecnologia delle cellule, moduli, sostenibilità ambientale e inte‐grazione. “Materie prime” si riferisce al silicio di cui sono fatte le cellule solari, mentre la ricerca sui “wafer” si è occu‐pata della produzione del silicio solare e  la trasformazione  in wafer dei mate‐riali attraverso il taglio multi filo e a filo diamantato.   DOPO  AVER  VALUTATO  gli  “approcci 

equivalenti  al wafer”,  il  team  ha  stu‐diato e sviluppato cellule solari sottilis‐sime di silicio cristallino. Le  tecnologie così messe a punto permettono di pro‐durre a costi più bassi rispetto ai wafer tradizionali. Alla fine  la nuova tecnolo‐gia  usata  per  costruire  le  cellule  ha 

I  sistemi  a  energia  solare    nono‐stante siano  facili da usare, sono ancora  molto  costosi.  ma  forse non  per molto. Un  gruppo  di  ri‐

cercatori  europei  è  riuscito  a  incre‐mentare  l'efficienza  del  componente centrale del sistema e tagliare nel con‐tempo  i costi di produzione di oltre  la metà.   Al centro della loro iniziativa c’è sta‐

to  il  progetto  CRYSTAL  CLEAR (“Crystalline  silicon  photovoltaic:  low‐cost,  highly  efficient  and  reliable mo‐dules”) dove  si  sono occupati  in parti‐colare  di  moduli  di  silicio  cristallino, che sono usati in circa 9 sistemi a ener‐gia  solare  su  10  in  tutto  il mondo.  I partner  del  progetto  si  sono  concen‐trati  sullo  sviluppo  di  tecnologie  di produzione  all'avanguardia  che hanno ridotto i costi di produzione dei moduli solari fino a circa 1 euro per ogni watt prodotto.  Questo  risultato  riduce  il costo  dei  sistemi  solari.  Non  solo.  Il gruppo di  ricercatori ha anche  ridotto la quantità di materiali necessaria per produrre ogni  singolo modulo, miglio‐rando ulteriormente  il profilo ambien‐tale della produzione.   UNO DEGLI OBIETTIVI CHE I RICERCATORI  si 

erano  proposti  di  raggiungere  in  que‐sto progetto  consisteva nell'assicurare i risultati di un processo di produzione di moduli  fatti  su misura, on demand. Un obiettivo  importante perché  i mo‐duli  devono  poter  essere  facilmente adattati  all'uso  in  situazioni  e  luoghi molto  diversi.  Questa  caratteristica adesso permette  ai produttori di  sod‐disfare le singole esigenze del cliente e migliorare  la durata e  l'affidabilità del prodotto. Il progetto CRYSTAL CLEAR è 

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avuto come  risulta‐to l’avvio di proget‐ti e processi di pro‐duzione delle cellu‐le  che  tagliano  i costi di  lavorazione del  40  per  cento.  I ricercatori  hanno quindi  aggiornato la  valutazione  del ciclo  vitale  (LCA) delle  attuali  tecno‐logie di produzione di  silicio  cristallino 

e  hanno  ridotto  il  tempo  di  recupero dell'energia  nei  loro  moduli  di  dimo‐strazione.  I  ricercatori  ‐  va  ricordato  ‐ usano  le  LCA  per  valutare  l'impatto ambientale  legato  a  tutte  le  fasi della vita  di  un  prodotto,  dalla  nascita  alla morte,  e  per  cercare  di  evitare  una visione limitata delle sfide ambientali). In  questo  caso  le  riduzioni  ammonta‐vano  al  18  per  cento  per  i moduli  di dimostrazione di silicio multi‐cristallino e  al  25  per  cento  per  quelli  di  silicio mono‐cristallino.  (Red)  Info http://www.ecn.nl/home/  http://cord is .europa.eu/pro jects/

rcn/73971_it.html 

“CRYSTAL CLEAR” FV, NUOVI TRAGUARDI DI EFFICIENZA E RISPARMIO

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SPAZIO

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I dentificata una lontana galassia  che sta avidamente nutrendosi dei gas che si trovano nelle sue “ vicinan‐ze”. La scoperta è stata fatta da un gruppo di astro‐nomi che hanno usato  il VLT  (Very Large Telescope) 

dell'ESO  (European  Southern Observatory,  l’Osservatorio Australe Europeo).  Nell’immagine si vede il gas risucchia‐to verso la galassia, creando un flusso che alimenta la for‐mazione stellare e al tempo stesso  incrementa  la rotazio‐ne della galassia. Questa è finora la miglior evidenza osser‐vativa  che  conferma  la  teoria  che  le galassie  inglobino e divorino il materiale circostante per crescere e formare le stelle.  I risultati sono stati pubblicati nel numero di  luglio 2013 da Science.  Gli astronomi hanno sempre sospettato che le galassie 

crescano  attirando materia  dai  dintorni, ma  questo  pro‐cesso si è dimostrato molto difficile da osservare diretta‐mente. Il VLT dell'ESO era stato usato per studiare un raro allineamento tra una galassia distante e un quasar ancora più  lontano  ‐  il nucleo  luminosissimo di una  galassia  ali‐mentato da un buco nero supermassiccio. La luce del qua‐sar, prima di raggiungere  la Terra, è passata attraverso  la materia  che  circonda  la galassia,  rendendo possibile  stu‐diare in dettaglio le proprietà del gas intorno alla galassia  stessa.  «Questo  tipo di allineamento è molto  raro e  ci ha per‐

messo  finora  di  effettuare  osservazioni  uniche»,  spiega Nicolas Bouché del Research  Institute  in Astrophysics and Planetology (IRAP) di Tolosa, Francia, primo autore dell'ar‐

ticolo. «Abbiamo potuto usare  il VLT   per osservare sia  la galassia stessa sia il gas circostante. Que‐sto  ci ha permesso di affrontare un nodo  importante della  teoria della  formazione  delle  galassie: come fanno le galassie a crescere e  alimentare  la  formazione  stel‐lare?  Le  galassie  consumano  ra‐pidamente  la  loro  riserva  di  gas per  creare nuove  stelle  e perciò in  qualche modo  devono  essere continuamente rifornite di nuovo 

gas per andare avanti». Gli astronomi sospet‐tavano  che  la  risposta  a  questo  problema stesse nella raccolta di gas freddo dai dintor‐ni,  grazie  all'attrazione  gravitazionale  della galassia.  In  questo  scenario  una  galassia  attira  gas verso l'interno e questo poi si mette a girare intorno  alla galassia,  ruotando  con essa pri‐ma di cadere. Anche se qualche prova di que‐sto tipo di accrescimento era stata già osser‐vata nelle galassie,  il moto del gas e  le altre sue  proprietà  finora  non  erano  state  ben studiate  .  Gli  astronomi  hanno  usato  due strumenti  noti  come  SINFONI  e  UVES  en‐trambi montati  sul VLT    all'Osservatorio del Paranal nel Cile settentrionale. Le nuove os‐servazioni  hanno    dimostrato  sia  come  la 

galassia stessa ruoti sia  la composizione e  il moto del gas all'esterno della galassia.  «LE  PROPRIETÀ  DI  QUESTO  ENORME  volume  di  gas  intorno 

alla  galassia  erano  esattamente  quello  che  ci  saremmo aspettati  di  trovare  se  il  gas  freddo  fosse  attratto  dalla galassia»,  conferma  il  co‐autore  Michael  Murphy (Swinburne University of Technology, Melbourne, Austra‐lia). «Il gas si muove come previsto, nella quantità giusta e con  la  composizione  adatta  ai modelli  teorici.  È  come  il pasto dei leoni allo zoo ‐ questa particolare galassia ha un vorace  appetito  e  abbiamo  scoperto  come  si  nutre  per crescere così in fretta». Gli  astronomi  hanno  già  trovato  evidenza  di  materia 

intorno alle galassie nell'Universo primordiale, ma questa è la prima volta in cui sono stati in grado di vedere chiara‐mente che la materia si muove verso l'interno e non verso l'esterno  e  di  determinare  la  composizione  chimica  del carburante  che  alimenta  le  nuove  generazioni  di  stelle. Senza  la  luce del quasar che  funge da  sonda  il gas circo‐stante non sarebbe osservabile. "Siamo stati  fortunati  in questo caso poiché  il quasar si 

trovava esattamente al posto giusto perché la luce passas‐se attraverso  il gas  in caduta. La prossima generazione di telescopi VLT consentirà di effettuare ricerche con diverse linee  di  vista  per  ogni  galassia  e  ci  darà  una  visione  più completa del problema, conclude il co‐autore Crystal Mar‐tin (University of California Santa Barbara, USA). (Red) Info www.eso.org 

IL PASTO DELLA GALASSIA SORPRESO DA UN LONTANO “FARO”

Nella foto, immagine artistica del quasar che, come un faro, retroillumina la galassia lontana che si sta nutrendo avidamente di gas (Foto Eso.org)

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BIBITE GASSATE E RISCHIO CALCOLI RENALI  

L a  scoperta  arriva  dai  ricercatori  del Policlinico  Gemelli  di  Roma  e  dai  loro colleghi  della  Harvard  University  di  Boston (Usa). Ossia: bere bibite gassate e zuccherate ogni  giorno  aumenta  il  rischio  di  sviluppare calcoli renali fino al 23‐33% maggiore rispet‐to  a  chi  consuma meno  di  una  lattina  alla settimana; tè e caffè , invece, sembrano ave‐re effetti protettivi. Lo studio è stato  pubbli‐cato  su  Clinical  Journal  of  the  American Society of Nephrology (Usa). 

SALUTE

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CIOCCOLATA E BEVANDE DOLCI “SPIE” DEL CANCRO  

I n  uno  studio  dello University  College  of London,  pubblicato  sulla  rivista  Nature Medicine  si  sostiene  che  la  cioccolata  e  in genere  le    bevande  zuccherate  potrebbero essere presto utilizzate come "spie" per dia‐gnosticare  il  cancro.  I  ricercatori hanno  sco‐perto  che  i  tumori  maligni  consumano  più glucosio rispetto ai tessuti sani per  alimenta‐re la propria rapida diffusione. 

STAMINALI, COSTRUITO IL PRIMO ORECCHIO  

 

U n  gruppo  di  ricercatori  dell'università dell'Indiana  (Usa) ha costruito  in  labo‐ratorio  il primo orecchio ottenuto da  cellule staminali embrionali di topo. Le cellule hanno ricostruito  la parte più  interna dell'orecchio, dove si trova il sistema che regola l'equilibrio.  Si  tratta  di  un  grande  passo  in  avanti    per comprendere meglio  i disturbi dell'equilibrio e quindi per   sviluppare  terapie anti‐sordità.  La ricerca è stata pubblicata su Nature.  Vedi www.indiana.edu    

Una ricerca dell’università Sapienza di Roma ha evidenziato come imma‐gini impressionanti sui pacchetti di sigarette, associate a messaggi testuali, influenzino emotivamente i fumatori.    

L e  scritte  sui pacchetti di  sigarette  riducono  il consumo di  tabacco nei fumatori motivati a smettere e  in quelli più  impressionati dalle avvertenze.  I messaggi,  inoltre,  se  combinati  con  immagini  scioc‐canti di polmoni anneriti dal fumo o di piedi in cancrena, sembrano 

essere ancora più efficaci. Sono questi alcuni dei risultati emersi da una ri‐cerca coordinata da Giuseppe La Torre del dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive – sezione di Igiene, della Sapienza.  In diversi Paesi, già  si utilizzano  immagini  “shock” di gravi malattie della 

bocca, di  tessuti anneriti e di possibili stati  tumorali per stimolare  reazioni emotive nei tabagisti e per indurli a smettere di fumare.    Quale sarebbe  il potenziale  impatto del nuovo packaging sui fumatori  ita‐

liani e quali sono stati gli effetti dell’introduzione delle avvertenze  testuali nel nostro Paese?  I ricercatori della Sapienza hanno evidenziato che il 47% dei fumatori pen‐

sa che la combinazione di scritte e figure realistiche sul proprio pacchetto di sigarette potrebbe meglio dare l’idea dei danni reali del fumo sulla salute ed il 37,7% delle donne dichiara che ne sarebbe  impressionata a tal punto da voler cambiare marca.  «In  Italia  ‐  afferma  Alice Mannocci,  principal  investigator  della  ricerca  ‐ 

l’uso di  immagini sui prodotti di tabacco sarebbe uno strumento valido nel comunicare  i rischi ai fumatori, e  in particolar modo alle fumatrici, facendo chiarezza anche  su alcuni  luoghi  comuni.  Il 45% dei  tabagisti, ad esempio, pensa  ancora  che  le  sigarette  light  siano meno dannose, probabilmente a causa dell’uso della parola  leggere; attualmente  tale nomenclatura è stata abolita ma comunque conservata nel gergo comune ed assimilata al colore del pacchetto blu, mild, silver, gold etc».   PER QUANTO CONCERNE GLI EFFETTI DELL’INTRODUZIONE  in Italia delle avvertenze 

testuali  sui pacchetti,  i  ricercatori hanno  rilevato una  riduzione giornaliera del numero di sigarette, soprattutto nei  fumatori oltre  i 45 anni d’età, nei tabagisti già motivati a smettere e nei soggetti che considerano importante la presenza di tali messaggi sul packaging. Il respiro affannoso, l’alito pesan‐te, le rughe sono le condizioni maggiormente lamentate anche dai fumatori più convinti. Seguono  i denti gialli,  le macchie sulla pelle e  il cattivo odore sugli  indumenti.  In particolare,  le donne  sono maggiormente preoccupate per l’invecchiamento della pelle mentre gli uomini avvertono di più il disagio di un respiro affannoso.  (Red)  Info  www.uniroma1.it  

INDAGINE DELL’UNIVERSITÀ SAPIENZA DI ROMA: “RESPIRO AFFANNOSO, ALITO PESANTE, RUGHE SONO LE CONDIZIONI MAGGIORMENTE LAMENTATE ANCHE DAI FUMATORI PIÙ CONVINTI”

FOTO SHOCK E MESSAGGI PER SMETTERE DI FUMARE  

INQUINAMENTO E TUMORE AI POLMONI

L’ITALIA È MOLTO GRAVE  

I  dati di una ricerca europea pubblicata su Lancet  Oncology  alla  quale  partecipa anche  l'Italia con un gruppo di  ricerca dell'I‐stituto Nazionale dei  Tumori di Milano,  gui‐dato  da  Vittorio  Krogh,  confermano  per  la prima  volta  la  stretta  relazione  tra  inquina‐mento  atmosferico  e  tumore  del  polmone. Nella ricerca   è emerso che  l'Italia è  il paese più inquinato. 

BREVI

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ESPERTI A CONFRONTO LA CORRETTA NUTRIZIONE SALVA LA VISTA ANCHE NELLA TERZA ETÀ

L a cecità nei paesi  industrializ‐zati  è  causata  nella  maggior parte dei casi da una degene‐razione  maculare  (DMLE)  le‐

gata all'età. Oltre 15 milioni di europei sono  colpiti  da  questa  patologia,  un numero  che  si  prevede  in  raddoppio durante  il prossimo decennio. Ma una recente ricerca ha dimostrato che alcu‐ne  sostanze nutritive possono  impedi‐re che questo accada, scacciando l'idea che  mentre  invecchiamo,  la  nostra vista di conseguenza debba comunque peggiorare.  John Nolan del Waterford Institute  of  Technology  (WIT)  e  Ste‐phen Beatty del Macular Pigment Re‐search  Group  (MPRG),  entrambi  con sede  in  Irlanda,  sono  considerati  i mi‐gliori  ricercatori  al  mondo  in  questo campo.  Essi  stanno  per  intraprendere una  ricerca  scientifica  in  un'area  che non è mai stata studiata prima.   IL LORO  IMPEGNO SEGUE LE RECENTI noti‐

zie di uno studio condotto dal National Eye  Institute  (Usa),  che  ha  esaminato gli effetti di  integratori per  la vista per un  periodo  di  cinque  anni  in  oltre  4 000  pazienti  affetti  da DMLE.  Le  con‐

clusioni  dello  studio  denominato AREDS2 (“Related Eye Disease Study 2”) hanno  confermato  l'effetto  benefico dell'utilizzo  di  integratori  per  la  vista antiossidanti per  la DMLE, e  in partico‐lare hanno sottolineato  l'importanza di aggiungere pigmenti maculari nell'inte‐gratore. Il professor Nolan, che ha com‐piuto ricerche sui pigmenti maculari per molti  anni, dice  al Cordis: «Ho  sempre ritenuto  che  queste  sostanze  nutritive avessero un ruolo importante da gioca‐re per i pazienti affetti da DMLE. Infatti, molte  delle  nostre  ricerche  pubblicate hanno  già  mostrato  che  aumentare  i pigmenti maculari  con  gli  integratori  è molto benefico per  i pazienti affetti da DMLE  e  può  effettivamente migliorare la loro vista».   IN QUANTO FORTE SOSTENITORE degli inte‐

gratori per una salute completa, Nolan  ritiene  che  si  debbano  includere  più frutta e verdura nella dieta, poiché essi giocano  un  ruolo  vitale  nella  salute dell'occhio. «Essi  contengono pigmenti gialli  di  origine  naturale  conosciuti  co‐me  carotenoidi  ‐  sottolinea Nolan  ‐    e tre di  loro  (luteina, zeaxantina e meso‐

zeaxantina)  si  trovano  unicamente nella  parte  posteriore  dell'occhio (retina),  dove  vengono  descritti  come pigmenti  maculari».  Questo  filtra  la dannosa luce blu e neutralizza le mole‐cole  instabili  che  si  sa essere  la  causa della DMLE, egli spiega.   LE  CONCLUSIONI  DELL’INDAGINE    del Na‐

tional Eye Institute hanno avuto impor‐tanti  implicazioni per  i  loro  studi  sulla vista tanto che hanno dato vita al pro‐getto  CREST  (“Central  Retinal  Enri‐chment  Supplementation  Trials”),  che è guidato dal professor Nolan e  finan‐ziato dal Consiglio europeo della ricer‐ca  (CER).  Inizialmente  il  progetto  era stato  formulato  per  confrontare  gli integratori  di  pigmenti  maculari  con placebo  in  pazienti  affetti  da  DMLE. Successivamente  è  stato  modificato dal  Comitato  per  il monitoraggio  e  la sicurezza  dei  dati  (DSMC),  che  è  re‐sponsabile  della  supervisione  della prova.  Il  direttore  del  DSMC,  James Loughman, dell'Istituto di tecnologia di Dublino,  spiega  il motivo  del  cambia‐mento  nella  ricerca:  «Poiché  una  for‐mulazione  AREDS2,  contenente  pig‐menti maculari, ma  senza  omega‐3  o beta carotene, è stata designata come il nuovo standard di cura per i pazienti con DMLE, sarebbe difficile giustificare il  proseguimento  di  un  esperimento che  comprende  un  gruppo  placebo. Una ricerca che mette a confronto una formulazione AREDS2  con  una  formu‐lazione  alternativa  contenente  meso‐zeaxantina  è  certamente  interessante dal  punto  di  vista  scientifico  viste  le scoperte di AREDS2».   NOLAN,  AL  RIGUARDO  AGGIUNGE: 

«AREDS2  ha  confermato  che  l'assun‐zione  di  integratori  con  pigmenti ma‐culari  riduce  la  progressione  della DMLE,  quindi  noi  ora  abbiamo  uno standard di cura per i pazienti con que‐sta patologia».    Il progetto CREST esa‐minerà  l'impatto dei pigmenti macula‐ri sulla DMLE e sulla capacità visiva. Lo studio  confronterà  due  formulazioni diverse  di  integratori,  una  delle  quali conterrà  il  pigmento maculare  fonda‐mentale, meso‐zeaxantina, che rappre‐senta una nuova area di ricerca.  (Red) Info    http://www.wit.ie/  http://cord is .europa.eu/pro jects/

rcn/100530_it.html  http://erc.europa.eu/ 

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I l  percorso  naturalistico‐archeologico “fresco di  inaugura‐zione”    che  conduce  al  sito  di Monteacuto Ragazza  (frazione di 

Grizzana Morandi,  Bologna)    tra  anti‐che  pietre  o  manufatti,  è  un  viaggio nella natura e nel tempo. Nulla resta in superficie, niente è più visibile del san‐tuario  etrusco  costruito  nel  VI  sec. p.e.v. e utilizzato per almeno tre secoli. Eppure nulla come questo luogo può 

riportare  indietro di 2.500 anni e con‐sentire di vedere ciò che vedevano gli occhi  di  chi  a  quel  tempo  si  recava  a questo sacro recinto.  Il santuario etru‐sco di Monteacuto Ragazza fu individu‐ato nel 1882 grazie alla scoperta casua‐le  di  alcuni  bronzetti  a  figura  umana, che dettero il via negli anni immediata‐mente successivi a ricerche più appro‐fondite. I risultati di tali scavi, sommati a  quelli  delle  indagini  recenti  (1997‐98),  hanno  permesso  di  identificare nella  parte  meridionale  del  pianoro, quella  affacciata  sul  massiccio  del Monte  Vigese,  il  punto  centrale  del culto:  una  fondazione  quadrangolare che  circoscriveva  il  pozzo  da  cui  pro‐vengono  i  quattordici  bronzetti  e  il cippo con  iscrizione etrusca, oggi con‐servati al Museo Civico di Bologna.   ALL’ESTREMITÀ  SETTENTRIONALE  del pia‐

noro  furono  individuati  i  resti  di un’ampia  costruzione  quadrangolare, la cosiddetta “torraccia”, caratterizzata dal ritrovamento di resti di granaglie e oggetti d’uso della vita quotidiana. L'individuazione  del  sito  preromano 

di Monteacuto Ragazza è di per sé una storia  coinvolgente.  Tutto  ha  avuto inizio nel maggio del 1882 con  il ritro‐vamento occasionale di una stipe voti‐va.  A  darne  notizia  fu  il  parroco  di Monteacuto,  Demetrio  Guidoni,  che propone  al  Museo  Civico  di  Bologna l'acquisto di  tre  statuette  in bronzo, a suo  dire  trovate  da  un  contadino  di 

Prada durante  lavori  agricoli nel pro‐prio  podere.  Una  rapida  indagine dell'Ispettore  Onorario  del’epoca, Ulisse  Bettini,  chiarisce  subito  circo‐stanze e  luogo del rinvenimento: non si  tratta della parrocchia di Prada ma di quella di Monteacuto Ragazza, e  il rinvenitore non è un contadino bensì un cacciatore (tale Diego Venturi det‐to Dagone)  che,  a  causa  di  pregressi problemi con la giustizia, preferì l'ano‐nimato e affidare  i bronzetti al parro‐co affinché li vendesse in vece sua.  A PARTE QUESTO  INIZIO ROCAMBOLESCO, 

resta  il  fatto  che  a  partire  dalla  fine dell'Ottocento  il piccolo pianoro della Torraccia  è  oggetto  di  scavi,  ricerche ma  anche  saccheggi  che portano pri‐ma  al  recupero  (a  più  riprese)  del complesso  dei  14  bronzetti  e  di  un cippo  in arenaria con  iscrizione votiva in  lingua etrusca,  come pure al  ritro‐vamento di  settori murari pertinenti, come ha accertato lo scavo più recen‐te del 1997, a una  fase di  frequenta‐zione  più  tarda.  In  definitiva,  i  dati attestano una frequentazione del sito che va, senza soluzione di continuità, dal V secolo p.e.v.  (periodo a cui sono 

pertinenti  i  bronzetti  e  il  cippo)  alla metà IV ‐ inizi  III secolo p.e.v..  LA STIPE VOTIVA  Le  statuette  sono  stata  trovate  in 

località  Torraccia  (fondo  Mazzolaro), su  un  monticello  a  sommità  piana situato  nel  crinale  tra  la  vallata  del Setta  e quella  del  Reno. Gli  scavi  ar‐cheologici  hanno  portato  in  luce  un recinto  quadrangolare  di  ciottoli  a secco  che  racchiudeva  un  pozzo (all'interno del quale sono state trova‐te,  a  profondità  diverse,  le  altre  11 statuette  in bronzo, “sfuggite” al cac‐ciatore Dagone), un blocco modanato di  travertino  (riconosciuto  come  un altare) e il cippo con iscrizione dedica‐toria  che  costituiva  la base di un do‐nario in bronzo, quasi certamente una statuetta.  Il  complesso  è  stato  inter‐pretato come un recinto a cielo aper‐to  dotato  di  altare  e  pozzo,  secondo una  tipologia  ben  nota  in  area  etru‐sca,  identificabile  con  una  forma  pri‐mitiva e non ancora architettonica di santuario. (Red) Info  www.archeobologna.beni cu l tura l i . i t /

Grizzana/monteacuto_2013.htm 

APERTO IL PERCORSO NATURALISTICO-ARCHEOLOGICO AL SANTUARIO ETRUSCO DI MONTEACUTO RAGAZZA

UNA PASSEGGIATA LUNGA 25 SECOLI

CULTURA

A lato, nelle foto, da sinistra statuette in bronzo di offerente, V secolo p.e.v.. L’offerente maschile è cinto in vita da una tebenna e regge con la mano destra una patera nel tipico gesto della libagione; l’offerente femminile, indossa sopra il chitone l’ampia tebenna e nelle mani, protese in avanti in gesto di offerta, tiene un fiore e una melagrana (Museo Civico Archeologico di Bologna). Sotto da sinistra, L'archeologa Silvana Sani illustra alle scolaresche le caratteristiche dell'antico sito sacro di Monteacuto Ragazza; il panorama offerto dal luogo sacro scelto dagli etruschi 25 secoli fa

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L’INCALZANTE MARCIA DEL COMPUTER VERSO IL CERVELLO UMANO

È  una  lunga  storia  quella  che collega   le   tecnologie dell’informazione con  il cervel‐lo  umano.  I  computer  sono 

ormai  così onnipresenti,  che  spesso  si descrive  il cervello dicendo che “è una specie di computer biologico”.  Commentando  l’annuncio  di  di  150 

milioni  di  euro  in  finanziamenti  per  i progetti di ricerca TIC legati al cervello, Neelie  Kroes,  vicepresidente  della Commissione  europea,  responsabile dell’Agenda  digitale  per  l’Europa,  ha detto  al  Cordis:  «Nonostante  i  grandi progressi  fatti negli ultimi decenni, c’è ancora molto da  scoprire: dai  compu‐ter che pensano come il nostro cervel‐lo (come le reti di computer che ripro‐ducono  la  struttura  del  cervello  per gestire meglio i “grandi dati”), alla dia‐gnosi e  la cura di malattie mentali che colpiscono  fino  a un  terzo degli  euro‐pei  ogni  anno,  dall’Alzheimer all’autismo e la schizofrenia».   

LA SCATOLA CEREBRALE   Capire il cervello umano è quindi una 

delle maggiori sfide della scienza lungo tutto  il  XXI  secolo.  Nuovi  e  ambiziosi progetti nell’UE,  Future  and  Emerging Technology  scheme  (FET)  Flagship  e Human Brain Project (HBP) e negli Stati Uniti,  il  progetto  BRAIN,  stanno  ten‐tando di  superare questa  sfida, con  la speranza  di  acquisire  conoscenze  ap‐profondite di quello che ci rende uma‐ni, sviluppare nuove cure per le malat‐tie cerebrali e creare nuove tecnologie di  calcolo  che  si preannunciano  come rivoluzionarie.  Il primo obiettivo di HBP è  costruire 

un sistema  integrato di piattaforme di ricerca basate sulle TIC, capace di  for‐nire ai neuroscienziati,  ricercatori me‐dici  e  sviluppatori  di  tecnologie l’accesso agli  strumenti e ai  servizi  in‐novativi  capaci  di  accelerare  notevol‐mente il passo della loro ricerca. Il pro‐getto  riceverà circa 1 miliardo di euro di finanziamenti in 10 anni e lavorerà a stretto contatto con la nuova iniziativa del  presidente  Usa,  Obama  sulla “mappatura  dell’attività  del  cervel‐lo”  (Brain Activity Mapping, BAM), del valore di 100 milioni di dollari solo nel primo  anno.  Il  secondo  obiettivo  di HBP è dare inizio e guidare un impegno collaborativo globale che usi tali piatta‐

forme per  affrontare questioni  fonda‐mentali nel campo della neuroscienza, della  medicina  e  dell''informatica.  Il risultato  finale  dovrebbe  essere  non solo una nuova comprensione del cer‐vello ma  anche  nuove  TIC  trasforma‐zionali.  Per  esempio,  il  cervello  gesti‐sce  miliardi  di  unità  di  elaborazione collegate  per  mezzo  di  chilometri  di fibre e  trilioni di  sinapsi, ma  consuma la  stessa  quantità  di  energia  di  una lampadina.  Capire  questo  potrebbe trasformare la potenza dei computer e aiutare  a  costruire  una  nuova  infra‐struttura TIC.   

GLI UMANI AIUTANO I COMPUTER   Sappiamo tutti che la vita moderna ci 

mette di fronte a una vertiginosa gam‐ma  di  informazioni,  dai  supermercati alla  pubblicità  online,  e  spesso  ci  ri‐chiede  di  prendere  velocemente  una decisione  in  strade  trafficate o negozi affollati.  Forse  sorprendentemente, queste  sfide  presentano  delle  somi‐glianze in una serie di campi scientifici, come  l’astronomia,  la  neuroscienza, l’archeologia, la storia e l’economia.  In tutti questi campi gli esperti devo‐

no comprendere e trovare un significa‐to  in  insiemi  di  dati  molto  grandi  e complessi.  Al  riguardo  il  progetto  CE‐

EDS  sta  lavorando  a  nuovi  strumenti per  l’interazione  uomo‐computer (human‐computer  interaction  o  HCI) che ha  lo  scopo di  aiutare  il processo decisionale quotidiano e  l’analisi delle informazioni  scientifiche.  L’'approccio del  team  usa  nuovi  sistemi  di  “realtà sintetica” (RS) per aiutare le persone a navigare  in  grandi  insiemi  di  dati  in modo  consapevole,  sfruttando  allo stesso  tempo  il  potere  e  il  potenziale della mente inconsapevole.  Siamo consapevoli solo di un piccolo 

sottoinsieme  delle  informazioni  che riceviamo dai nostri sensi, ma il nostro cervello elabora anche il resto, e siamo molto bravi a rilevare gli schemi incon‐sciamente.  CEEDS  ha  quindi  in  pro‐gramma di cercare segni di scoperta o sorpresa  in  questi  processi  inconsci, usando  tecnologie  indossabili  che mi‐surino le reazioni della gente alla visua‐lizzazione  di  grandi  insiemi  di  dati  in ambienti di RS.  Il  sistema  dirigerà  poi gli utenti verso aree di potenziale inte‐resse nella visualizzazione e guiderà  la scoperta da parte  loro di  schemi e  si‐gnificati negli insiemi di dati.   Sbloccando  il potere del  subconscio, 

CEEDS aiuterà gli utenti a trovare sche‐mi o segnali nascosti in grandi quantità di dati. Questa nuova “tecnologia con‐

FFFOCUSOCUSOCUS

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fluente”,  nella  quale  il  computer  e l’utente  sono  parti  integrate  di  un  si‐stema, potrebbe persino permettere a molti  utenti  di  collegarsi  tra  di  loro  e creare un  sistema di  scoperta  colletti‐vo. CEEDS sta aiutando i computer e gli esseri umani a  lavorare  insieme, men‐tre il progetto BRAINSCALES sta aiutan‐do i computer a “pensare” di più come gli esseri umani.  Il  nostro  cervello  lavora  in  diverse 

scale simultaneamente: da singoli neu‐roni a grandi aree dedicate a  funzioni come  la  vista  o  l’olfatto  e  da millise‐condi  (reazioni  fisiche)  a  ore  o  giorni (apprendimento).  Il  team del progetto sta  usando  simulazioni  al  computer ultra  veloci  per  costruire  “una  sintesi artificiale  di  abilità  cognitive  simili  a quelle  corticali”  e  sta  sviluppando un’architettura  hardware  “non  ‐  von Neumann” ossia un hardware alterna‐tivo al “von Neumann”  che è quello su cui si basano  i computer  tradizionali,  i nostri PC.  Impiegando quindi strutture che  imitano  il  funzionamento  multi‐scala  del  cervello  umano,  il  team  ha progettato  un  dispositivo  di  calcolo “non ‐ von Neumann”.  Allo  stesso modo,  il  progetto  REAL‐

NET mira a sviluppare il primo modello realistico  in  tempo  reale  del “cerebellum”,  una  parte  del  cervello con un  importante  ruolo nel  controllo motorio  e  coinvolta  nelle  funzioni  co‐gnitive  come  l’attenzione  e  il  linguag‐gio.  Il  team  sta  sviluppando  specifici chip  e  tecniche  di  imaging  per  fare registrazioni neurofisiologiche dei neu‐roni nel “cerebellum”. Il risultato finale sarà  una  realistica  rete  neuronale  ba‐sata su dati anatomici e fisiologici, col‐legata a robot simulati e reali per valu‐tare il suo funzionamento. REALNET ha lo scopo dunque di fornire una visione radicalmente nuova del  calcolo  svolto nei circuiti centrali del cervello e pone le basi per nuove applicazioni tecnolo‐giche nella rilevazione, controllo moto‐rio e sistemi cognitivi.   

CONTROLLO CON LA MENTE  I COMPUTER AIUTANO GLI UMANI  

 Oltre  a  imparare  come  funziona  il 

cervello  e  copiarlo,  la  ricerca  TIC  sul cervello sta lavorando per realizzare un sogno antico quanto le favole: control‐

lare  il  mondo  fisico  con  la mente, muovere  gli  oggetti usando soltanto  il pensiero. Uno dei maggiori contributi che  la  ricerca  sul  cervello potrebbe  dare  è  aiutare  le vittime  di  incidenti  stradali costretti  su una  sedia  a  ro‐telle  o  le  persone  che  sof‐frono  di  paralisi  totale  o della  sindrome  locked‐in.  Milioni  di europei  hanno  una  qualche  forma  di disabilità  motoria  che  limita  la  loro capacità  di muoversi,  interagire  o  co‐municare con gli altri.  Il progetto BRAINABLE è un’iniziativa 

triennale  finanziata  dall’UE  con  2,3 milioni  di  euro  per  sviluppare  e  inte‐grare  sistemi  avanzati  di  “interfaccia cervello‐computer”  (brain‐computer interface o BCI),  “intelligenza  ambien‐tale”, “realtà virtuale” e altre  tecnolo‐gie  che,  quando  usate  insieme,  pro‐mettono  un’autonomia  senza  prece‐denti per chi ha tali disabilità.   «IL NOSTRO OBIETTIVO È DARE alle perso‐

ne che hanno disabilità motorie quan‐ta  più  autonomia  possibile  sulla  base della  tecnologia  attuale  e  migliorare quindi significativamente  la  loro quali‐tà di vita», dice Felip Miralles del Cen‐tro di tecnologia digitale di Barcellona, coordinatore del progetto.  I  ricercatori  di  BRAINABLE  stanno 

superando le basse velocità di reazione dei  sistemi  precedenti  integrando  in‐telligenza  nella  loro  piattaforma,  in modo che il sistema capisca il contesto e  le abitudini dell’utente e possa agire in modo proattivo.  In  un’altra  importante  applicazione 

della  tecnologia  di  BCI,  il  progetto  fi‐nanziato  dall’UE,  MINDWALKER  po‐trebbe  aiutare  migliaia  di  persone  in Europa  paralizzati  da  una  lesione  al midollo  spinale.  L’esoscheletro  roboti‐co del progetto controllato dalla men‐te dovrebbe aiutare queste persone a camminare di nuovo e potrebbe anche aiutare  la riabilitazione di chi ha avuto un  ictus o degli astronauti che devono ricostruire i muscoli dopo lunghi perio‐di nello spazio.  MINDWALKER  usa  una  tecnologia 

definita  “asciutta”  nella  quale l’elettronica  amplifica  e  ottimizza  i segnali del cervello.  

«Il cappello EEG “asciutto” può esse‐re  indossato  dal  soggetto  stesso  in meno  di  un minuto,  come  una  cuffia per il nuoto», spiega Michel Ilzkovitz, il coordinatore  del  progetto  alla  Space Application Services in Belgio.  Inoltre il team del progetto ha svilup‐

pato una nuova strategia di camminata che differisce dalla maggior parte degli esoscheletri  sviluppati  in  precedenza. MINDWALKER usa una perdita di equi‐librio  controllata nella direzione  verso la quale si cammina che  imita  il modo in cui gli esseri umani camminano na‐turalmente.  «Questo  approccio  si  chiama 

“camminata a ciclo  limitato”' ed è sta‐ta usata mediante un “modello di con‐trollo  previdente”  per  prevedere  il comportamento  dell’utente  e dell’esoscheletro  e  per  controllare l’esoscheletro durante  la camminata», spiega Ilzkovits.    IL  PROGETTO  ASTERICS  INVECE  ha  svi‐

luppato  una  piattaforma  di  sostegno che facilita e migliora la comunicazione delle  persone  con  disabilità  motorie negli  arti  superiori  associando  BCI  e visione artificiale con attuatori di base per  controllare  un  sistema  di  compu‐ter. Alla sua conclusione, nel dicembre 2012,  il  progetto  aveva  sviluppato  un prodotto  che permette  l’accesso  a di‐spositivi diversi, come PC, telefoni cel‐lulari  e dispositivi di  smart‐home,  con le  funzionalità  integrate  in una piatta‐forma  che  si  può  adattare  per  ogni utente. È disponibile sia come softwa‐re  open‐source  che  come  dispositivo pre‐configurato venduto attraverso dei distributori. Questo  tipo  di  protesi  ha le potenzialità per  cambiare  in meglio la vita di migliaia di persone.  (Red) Info  http://ceeds‐project.eu/  https://mindwalker‐project.eu/  https://ec.europa.eu 

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COLLEGIO DEL CAMBIO FINO AL 20 OTTOBRE

PERUGINO E RAFFAELLO, MODELLI NOBILI PER SASSOFERRATO A PERUGIA

A llestita nella Sala dell’Udienza e  nella  Cappella  di  San  Gio‐vanni,  la mostra  “Perugino e Raffaello,  modelli  nobili  per 

Sassoferrato  a  Perugia”  si  propone  di far dialogare alcune opere della presti‐giosa galleria degli Uffizi   con gli affre‐schi di Pietro Perugino  (coadiuvato da Raffaello?)  presenti  nel  Collegio  del Cambio  di  Perugia.  In  particolare  si  è messo  a  confronto  il  celebre  Autori‐tratto del Vannucci, dipinto sulla pare‐te  sinistra della  Sala dell’Udienza,  con l’Autoritratto  giovanile  di  Raffaello conservato nella Galleria degli Uffizi e con il cosiddetto Ritratto del Perugino, sempre degli Uffizi, da alcuni  conside‐rato autoritratto, da altri ritenuto ope‐ra di Raffaello (o di Lorenzo di Credi). Il  tema  dell’autoritratto  offre 

l’occasione  per  tornare  a  riflettere  su un argomento caro al mondo dell’arte. Non è un caso che l’uso di autoritrarsi, prima sotto forma occulta o maschera‐ta, poi  in maniera sempre più autono‐ma  e  scoperta,  proceda  di  pari  passo con  l’affermazione  del  ruolo  sociale dell’artista.  È  naturale,  dunque,  che  chi  pratica 

l’arte, specie se ad alto  livello, avverta il  desiderio  di  perpetuare  la memoria di  sé,  di  entrare  nella  storia  conse‐gnando  ai  posteri  non  solo  le  proprie opere ma anche il proprio volto. Inizial‐mente  il  ritratto  dell’artista  è  inserito all’interno dell’opera ma costituisce un compromesso  fra  l’atto  di  umiltà  e l’affermazione  di  una  nuova  consape‐volezza del proprio orgoglio. Da questo punto di  vista  l’Autoritratto di Perugi‐no  al  Cambio,  collocato  in mezzo  agli uomini  famosi  e  accompagnato  da un’epigrafe  celebrativa  dettata dall’umanista  Francesco  Maturanzio, dove  è  definito  “egregius  pictor”,  ap‐pare quanto mai esemplificativo.  IL CONFRONTO IN MOSTRA tra il volto del 

maturo maestro umbro e l’Autoritratto del  giovane Raffello  consente di  allar‐gare  la  riflessione sul  tema della com‐posita e organizzata bottega del Peru‐gino nella quale transitò, tra il 1498 e il 1500, anche  l’esordiente Raffaello. Gli stessi affreschi del Cambio  rivelano  in alcune  parti,  stando  a  quanto  sosten‐gono alcuni studiosi,  la mano del sedi‐cenne‐diciassettenne urbinate. A rendere più articolato e dinamico il  

progetto  espositivo,  concorre  la  pre‐

senza  del  famoso  Autoritratto  di Gio‐van Battista Salvi detto  il Sassoferrato, anch’esso  concesso  in  prestito  dalla Galleria  degli  Uffizi.  L’Autoritratto  del Sassoferrato  consente  di  affrontare  il suggestivo  tema della  rivisitazione  se‐centesca dei modi espressivi di Perugi‐no e di Raffaello. Per  illustrare questo argomento  la  mostra  presenta  sette opere del pittore marchigiano  ispirate, più  o meno  liberamente,  ai  prototipi dei due artisti rinascimentali.  Conservate  nella  basilica  di  San  Pie‐

tro a Perugia,  le  sette opere di Sasso‐ferrato  danno  la misura  dell’impegno messo dall’artista nel riproporre i cele‐bri  e  venerati modelli della  tradizione figurativa  tardo‐quattrocentesta e pri‐mo‐cinquecentesca.   ALLINEANDOSI  CON  QUANTO  suggerito 

dalla precettistica post Controriforma, che raccomanda ai pittori di realizzare “immagini  oneste  e  devote,  con  que’ segni che gli sono stati dati da gli anti‐chi per privilegio de  la santità”, Sasso‐ferrato mette a punto una produzione figurativa  che,  se da un  lato  riporta  a nuova vita  le  levigate eleganze perugi‐nesche e raffaellesche, dall’altro  intro‐duce formule iconografiche e stilistiche di sicura originalità. La  mostra  è  curata  dal  Francesco 

Federico  Mancini,  ordinario  di  Storia dell’Arte  Moderna  nell’Università  di Perugia, e da Antonio Natali, direttore della Galleria degli Uffizi.  (Red) Info  www.beniculturali.it  

WEEKEND

La scheda  Cosa. Perugino e Raffaello, modelli nobili per Sassoferrato a Perugia Dove. Perugia, Nobile Collegio del Cambio, Corso Vannucci 25 Quando. Fino al 20 ottobre 2013 Costo. Biglietto, € 4,50 Orario. tutti i giorni dalle 10 alle 19 Info. 075 5728599 http://www.collegiodelcambio.it/