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Historia pro Marmoreo Monumentalis poèmes de natures et de passions entre réalisme et irréalisme Frankie Guerrieri

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poèmes de natures et de passions entre réalisme et irréalisme

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Page 1: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Historia pro Marmoreo

Monumentalis poèmes de natures et de passions entre réalisme et irréalisme

Frankie Guerrieri

Page 2: Historia pro Marmoreo Monumentalis

° ° ° ° ° °

Page 3: Historia pro Marmoreo Monumentalis

The One remains, the many change and pass; Heaven’s light forever shines, Earth’s shadows fly; Life, like a dome of many-coloured glass, Stains the white radiance of Eternity, Until Death tramples it to fragments.–Die, If thou wouldst be with that which thou dost seek! Follow where all is fled!

L’Uno rimane, i molti cambiano e passano; i Cieli sempre splendono, le ombre della Terra volano; la Vita, come una cupola di vetro variopinto, colora e macchia il bianco raggio dell’Eternità,

finché la Morte non la manda in pezzi.–Muori, se vuoi riunirti a quello che tu cerchi! Seguilo dove fuggì ogni cosa!

Percy Bysshe Shelley

Page 4: Historia pro Marmoreo Monumentalis

[Mnemosi.]

Page 5: Historia pro Marmoreo Monumentalis

La nostalgìa latina.

La nostalgìa latina rinchiusa nei capanni,

seduta sopra sedie di paglia, tra le mosche,

guardava scorrere il fiume sotto i ponti di legno,

divincolarsi tra gli arbusti ed i pendii,

tra la rupe e le gialle ginestre

Vespra, pudica e vegliarda, si prendeva

tra le foglie di gelso, giovane ed acerba, femmina,

inalando l’odore della terra e del fieno d’agosto,

mentre le vigne si stendevano nella piana

fino all’altro lembo del fiume

Pastore, posavo il bastone al muro

e mi riprendevo dopo lungo cammino,

cercando frescura e riposo sopra un masso;

sentendo ansimare, mi desto, mi apposto

tra i melograni e che meraviglia osservare

così bella fanciulla, dolce melodìa

di violoncello, preda e delizia dei sogni miei

Ardua fu la ripresa, ancor sbalordito

taccio e con cautela mi faccio avanti,

finché giunto ed alla mia sorpresa, urla di paura,

di piacere e d’imprecazione, all’unisono,

all’uomo che le stava davanti, alle quattro

del meriggio, risonarono selvagge

Lirica e premurosa nel coprirsi,

indietreggiando chiedeva chi fossi:

un pastore, risposi, e vengo da lontano..

ma la sua sorpresa fu grande più della mia

e non si volle convincere a ciò che le dicevo

Non aver paura, non abbiate timore,

le dicevo, quasi avessi le sue angosce

e nuda la immaginavo, nuda la ebbi..

Natura che non canta, il sole tra le foglie,

raggiante ci cercava, lussuria dei nostri corpi,

ora rantolava tra le gialle ginestre..

Al fiume, spruzzi d’acqua e risa, gioiose

come lavandaie in festa, i giuochi della stagione

estiva l’inaspettato consenso amoroso

avevano favorito, ed infine, paghi ed esausti,

si congratularono stringendosi forte, mentre

la nostalgìa latina rinchiusa nei capanni,

seduta sopra sedie di paglie, tra le mosche,

guardava scorrere il fiume sotto i ponti di legno

Page 6: Historia pro Marmoreo Monumentalis

La vergogna dell’angelo peccatore.

L’angelo peccatore piegato tra le lastre

acquose del viale, implorava il Signore

affinché venissero perdonati i suoi peccati;

aveva appena conosciuto le sue mancanze

scivolando negli squallidi colpi tra le lenzuola,

fu un fiore, più di un fiore, il suo amore

per la donna vestita di bianco e di nero

che passeggiava in compagnìa dello sposo

nelle strade adiacenti il teatro. La delizia

nei suoi occhi fu più forte dell’inibizione

e della promessa di esimersi alla futura

tentazione del peccato, ma il Signore, adirato,

imprecò alla vergogna e l’angelo peccatore

supplicò di non essere ridotto a mendicare,

ad aver freddo, ad andare su e giù al centro

degli incroci, con i piedi senza scarpe

e pieni di calli, il suo corpo defraudato,

la sua anima costretta, sarebbe stato

calpestato, deriso, sputato e le sue piume

strappate e le sue grandi ali spezzate;

chiedeva che gli venisse concesso il perdono

ancora una volta e che si sarebbe ripreso

ed avrebbe potuto tornare in volo come tutti

gli altri, ma il Signore ribadì alla vergogna,

disse, appunto:-’’Vergognatevi!”-

allora, l’angelo peccatore, ormai moribondo,

rispose:-”Che cali su di me la vergogna,

come sugli occhi della gente calerà la notte!”- e morì:

e dalle sue spoglie riesumò un uomo

che si propose come novizio sposo della donna

vestita di bianco e di nero e ne fu degno

amante, ma la donna, trovandosi difronte

ad un dilemma d’amore, dichiarò che soltanto

il puro amore sarebbe trionfato, e l’uomo,

al quale nessuno avrebbe mai impedito

di amare la donna, ne attese la Gloria

Page 7: Historia pro Marmoreo Monumentalis

L’aquila caduta infondo alla scala.

Passava la processione sotto gli archi

del centro storico e la statua eretta

della Madonna delle Grazie

dal volto addolorato, salutava la folla

che s’accalcava ai suoi piedi nudi e sanguinanti,

tra la commozione dei fedeli in pianto

che tenevano il rosario e si facevano

il segno della croce al suo barcollante passaggio,

preceduto dall’ampio corteo sacerdotale

L’uomo, con la mano lanciata verso il cielo

e con l’altra aggrappata all’orlo della vita,

gridava:-”Libertà!”-

ma esigua la sua forza lo abbandonò

e venne inghiottito dal ventre aperto della terra

Il cane, ammutolito, accostò il muso

all’orlo del burrone, poi guardò il cielo

ed il vento spirò giù dai monti

fino alle tombe dei cimiteri,

l’acqua ingiallita dei crisantemi

ebbe un leggero sussulto e la nera mantella

che raccoglieva i capelli della donna

si mise a sventolare nell’aria

e lungo il corpo avvertì un brivido di freddo,

srotolando dalla carta di giornale

i fiori freschi che ne erano avvolti

La luce opaca appannava il ritratto

che ripulì con un pezzo di stoffa

tenuto nella borsa e le anime resuscitate

s’aggiravano tra i sarcofaghi e le cripte,

dissolte dalle grandissime croci mortali del mondo

Page 8: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Delirio di un’anima disperata.

La mia anima dolente tace, supina,

riposa le fatiche: per favore,

non fate rumore. Vi chiedete

come può dormire, così giovane,

tanto ardita, non ha atteso nemmeno

sera che già dorme profonda, quasi

fosse calata su di essa la notte

Voi non sapete da quante ferite

si sente dilaniata, d’altronde

non è facile perché nulla traspare

e testimonia la ragione di tanta

stanchezza, né un segno inciso

da cui sgorga a zampilli sangue,

né un grido che risuona per le strade

destando la vostra attenzione;

solo uno spettro che cerca pace

tra bianchi e morbidi guanciali

Per una volta siate clementi,

è questione di pochi attimi

e poi sarà immersa così tanto

che nulla potrà più svegliarla,

ma se adesso la scuotete,

essa proromperà in un pianto simile

a quello di un infante che lancia

urla disperate turbando la quiete

della notte, finché la voce

e le lacrime, sazie, ritornano mute

Non la tormentate, per favore,

lasciate che s’addormenti,

che sogni per l’ultima volta,

domattina non dovrete fare altro

che rimuovere il suo cadavere

Page 9: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Così ho seguito la mia strada.

Così ho seguito la mia strada,

perché se dovevo dare ascolto

a ciò che mi dicevano, non vi ho dato

ascolto, se dovevo seguire i falsi esempi,

non vi ho creduto, perché temevo

di commettere gli stessi errori..

Così ho seguito la mia strada,

ma come potevo darvi ascolto?..

dovevo sentire le vostre lacrime

o asciugare le mie? Ho seguito il falso

esempio e l’ho fatto: anch’io ho tradito

me stesso, ma nulla mi ha impedito

di continuare a vivere. Come devo

chiamarvi che non sia di scherno,

che non odano tutti, compreso i villani?

Chi ci accusa inciampa, proclama falsità,

ma quale freccia potrebbe scoccare

il nostro arco e quale arco potrebbe

proteggerci, se come l’erba di un bosco

veniamo calpestati? Verrà il giorno

in cui l’erba sarà ramo, il ramo sarà fiore,

il fiore sarà pianta e la pianta crescerà..

L’albero che verrà abbattuto dall’ascia

del villano, foglia dopo foglia, squarcerà

la testa del villano e lo stroncherà..

Così ho seguito la mia strada,

ma non era quella giusta e così

mi sono perduto, come un cane

che non ha padrone, che non ha

guinzaglio, ma che brancola

nel buio delle delusioni di sempre

Page 10: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Ballata del fanciullo di Edelweiss.

Quando si è giovani non si è mai vecchi,

quando hai visto scorrere freschi ruscelli

nei suoi argini dorati alle rive dei suoi dolci seni,

quando le sue labbra brillano di rugiada—

Layla era bella nel suo letto di stelle,

sua madre aveva avuto una splendida figlia!”

Lungo le spighe di grano dei ricordi

dove ora è sepolta la fanciulla del lago

nella notte di ombra e di luna: uuh!

Layla era bella nel suo letto di piume

e la stella alpina brillava alta nel cielo

sopra i monti innevati di un posto di frontiera;

dove ora dorme il fanciullo [che andò

a raccogliere la stella in una notte di neve]

ma la leggenda dice si sia appeso alla luna,

si sia arrampicato alle stelle per seguirla—

Layla era bella nel suo letto di pino!..

si pettinava sempre davanti allo specchio

prima di andarsene a dormire: ooh!

era diventata una donna [pensava il fanciullo

dopo essere andato a prendere la sua stella]

avrebbe giurato di fumare in una pipa

e di bere cicuta in luoghi sconosciuti del pensiero

per una sola notte accanto alla sua fatina..

Layla era bella nel suo letto di piume,

sua madre aveva avuto una splendida figlia!”

e le sue sorelle erano più belle e più dolci di lei,

ma lui lo fece solamente per la sua bella—

tra cui ora riposa a riflettere se stesso

esule sulle sponde di un fiume di marmo

Page 11: Historia pro Marmoreo Monumentalis

La sfera del tempo.

Ancor freschi di nature da scoprire

che disgrazia fu la nostra avventura,

il sangue che esile si muoveva

nelle arterie e premeva addosso

i nostri bacini sulla stessa sella

lungo le precipitose stradine di provincia,

i tuoi occhiali scuri, abominevole

e reietto, succhiato da vampiri

accecati dal mito del paesaggio di campagna:

mai potevi prevedere il desiderio, il tempo

prometteva brutti giorni e le cose avviluppate

in un unico sacco nell’influenza di questo

e di quel momento, il vento sparpagliava le idee

tra un pilone di località sconosciuta

e chi inveiva alle tue preci, ogni compassione,

ogni parola era da ricomporre, il foglio stesso

era da stracciare come carta di giornale

e stilografiche ad inchiostro secco..

Non un vera lirica con tutta la ramanzina

scappando di stanza in stanza seguito da soldati,

preti, poeti, e le umane genti empivano l’acqua

fino al collo, cavando un ragno dal buco

proprio sul più bello, quando ero impegno

e lavoro libero, quando la notte fu giorno

e le cose tornarono chiare per necessità:

per qualunque occasione a sguinza di tenaglia,

ogni cane, ogni catena; chi vuole saltare

salta le montagne, ma io dovrò mettere nome

e cognome se non voglio essere scambiato per x

e vedere tutto il muro esterno invaso

da discariche di automobili di dieci anni prima

e se mi lasciassero la mano, la mente

ed il resto del corpo, più di uno, forse,

non erano tali? ma è quello che può

considerarsi quando non si riesce a fare in modo

che le autentiche espressioni si distinguano

da cento milioni di uomini, vivi e morti..

La mela verde brilla e riluce alla goccia

che la circoscrive semplicemente,

come quando la pelle s’aguzza alla riga

di un filo d’acqua sulla schiena, dalla nuca

alla parte alta delle natiche rotonde,

Page 12: Historia pro Marmoreo Monumentalis

una piuma che procede lentamente e termina

in un brivido di vertigine, gira la testa

come lo stagno quando vi cade una goccia

e s’espande, diventa sempre più larga,

più larga la sfera del tempo dove leggi

la magìa, ma la torbida fanghiglia copre

il destino e ti circonda di tuberi attenti

che non riuscivi a contare, ne bastano

per sentire il paradiso mentre fiotta

con un gorgoglìo e riveste di albe la pietra

levigata, scivolando in un plenilunio

nel vorticoso ronfo dei sentimenti

e ci addormentiamo piano nella completa

e disinteressata indifferenza di tutto

Page 13: Historia pro Marmoreo Monumentalis

La serigrafìa.

Mi trovavo seduto su una panchina

dei giardini inebriandomi dello splendore

del giorno. Un vecchio amico mi incontra

e mi saluta: sembrava mille anni che

non ci vedevamo. Scambiandoci, più o meno,

notizie di noi, mi disse che di solito

faceva il serigrafo. Non sapendo che cosa

fosse questo mestiere pensai che lui

era stato fortunato a trovare un lavoro,

riservandomi per un’altra occasione

la consultazione del dizionario. Fu però

impossibile chiarire il mio dubbio

frugando nel mio piccolo vocabolario,

in quanto mancava questa come tante altre

espressioni e rimaneva l’intento di svelarne

il significato. Prima di cambiare testo

cambiai città ed una sera, preso da

instancabile noia, detti mano ai miei

nuovi dizionari per conoscere, infine,

quello che allora non potetti imparare!

Così cominciai a sfogliare le parole

difilato (sericoltura, serie, serietà..)

fino a serigrafìa. La prima interpretazione

fu che si trattasse di un sistema di stampa

in cui si lascia filtrare l’inchiostro

attraverso dei tessuti di seta per imprimerlo

su materiali diversi dalla carta. L’altra

corrispondeva ad una logica che non era

né quella del compagno, né quella

della lingua italiana, ma si trattava

di una spiegazione sommaria ed analitica

che -conoscendo l’individuo- poteva trovare

adito in ciò che fa riferimento più

ad un certo tipo di scrittura che ad un altro..

La serigrafìa era dunque un mestiere

praticato con un inchiostro che attraverso

un tessuto si stampava su un materiale

diverso dalla carta e quale poteva essere

questo materiale se quello che abitualmente

facciamo con l’inchiostro non è serigrafìa?

Se non era carta che cosa poteva essere

se non un muro? se non era inchiostro

Page 14: Historia pro Marmoreo Monumentalis

che cosa poteva essere se non vernice?

E se non era poesìa e non era arte

quale mestiere poteva mai sembrare?

morto il dubbio, il dubbio è rimasto..

Egli si limitava semplicemente a fare quello

che tanti altri facevano: scrivere frasi

di sera con la vernice sui muri! Questo era

il suo mestiere? questa la sua arte? Peccato,

allora, che la mia fosse vernice arancione..

Page 15: Historia pro Marmoreo Monumentalis

[Proseliti e clismi.]

Page 16: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Corsa di cavalli.

Due cavalli nella pista

scalpitano ad un ritmo

frenetico, trottando veloci

alle briglie dei fantini

Quello di destra è nero

e sta più avanti

di quello di sinistra

che sembra marrone,

che lo segue a ruota

e sempre lo raggiunge

Corsa di cavalli

schizzano ai sostenitori

che li incitano,

stizzano allo scudiscio

tenuto dai fantini,

sotto il palco delle

eccellenze che ammirano

con lenti attentissime

il passaggio dei corridori

girare in senso orario

E quello di destra

è sempre avanti

e quello di dietro

sempre lo raggiunge,

tra i pulviscoli

delle paraboliche,

nei rettilineii,

sembrano impazziti

E quello di destra

passa primo al traguardo

e quello di sinistra

rimane dietro, ma sul palco

non c’é più nessuno,

né ci sono più sostenitori

e premi e fantini

Solo due cavalli

come un bicchiere bevuto

Page 17: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Rosie d’America.

E solo rumore di passi

sentivi posarsi

tra oscuri isolati

da cani abbandonati,

da cantilene spente,

vagava la sagoma assente

fusa ai gigli,

ai notturni giacigli

di ville onerose,

apparve, d’ombre pericolose

che pareti investiva,

fugace e schiva

al primo intoppo:

non era troppo.-

Giammai! Giammai!

oh terribili guai..

l’ombra par vista

del trapezista. Pur tale

sparì, da qui, da lì,

la vetera Rosie illanguidì,

dondolandosi al capezzale,

dove il tremore sale

di notte in notte..

-chi bussa alle porte?

-chi strazia la sorte?

son vedova ormai,

oh terribili guai..

Quei passi le parve

ancora di sentire,

qualcuno pare venire..

-chi è? chi è laggiù?

-sei tu, Lulu?

-sei tu, Willie?

era il siamese mimì..

ma come quel lardo

che si va macchiando,

apparve, scricchiolando,

la vetera Rosie illanguidì,

tra cianfrusaglie morì,

le era caduto il cuore

laggiù, in giardino,

ma era un manichino.-

Page 18: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Fuga di un’estate.

Una sguisa di rosso

che si coagula

entro i meandri tumidi

del tardo novecento,

fuori dalle taverne

con la palla al piede,

la zappa che rimbalza;

al polso, l’orologio

dorato è fermo!-

Si stinge la più intima

delle biancherìe

per l’acquazzone estivo

e la sfiducia

dei secoli nei secoli:

il suo corpo di donna,

la sua stanza

e gli altrui ancora

a ridermi alle spalle;

il rispetto per le sue

decisioni femminee,

l’inequivocabile

mia stanchezza,

imprecai. Piansi,

sulla spiaggia,

alle rive e al mar,

mentre roca la notte

s’assopiva alle stelle,

puttana e pestilente,

allo scrocchiare

dei granchietti

alle acque e delle sdraie

dove si dondolava nudo

Seduti al tavolo

tra boccali da litro,

il volto e le mani

tra le guance rosacee

dalle quali sguinzaglia

una civetta, la sua

disperazione in quei

litri di birra

insozzati di cenere,

la bianca mantella

Page 19: Historia pro Marmoreo Monumentalis

dell’inserviente,

follìa ormai completa.

Uscito, leva le braccia

al cielo eburneo,

osannando alla pioggia,

biasimando all’amore

Page 20: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Fiori di plastica.

Ti avessi chiesto qualcosa in cambio

non sarebbe valso il mio fiore

Sarà stato niente, peggio che niente,

sarà stato strappato, calpestato,

sarà stato quello che sarà stato,

il mio fiore non sarebbe valso!

Sarà sembrato inutile o sbagliato,

inutile non è stato,

potrà esserti servito a niente,

potresti tu stessa avermelo dato,

inutile non è stato,

per me come per te non lo è stato!

Sarà sembrato vero, sarà sembrato falso,

sarà durato meno di un respiro,

del mio respiro, sarà stato soltanto

un petalo, un petalo appassito

Anche se a nulla è valso,

anche se è valso solo per quello

che tu ed io possiamo aver immaginato,

inutile non è stato,

per me come per te non lo è stato!

Sarà stato bianco, sarà stato rosso,

sarà stato migliore o peggiore

tra quelli del tuo campo:

anche se non è stato neanche quel fiore,

anche se per tutti non è bastato,

anche se potrei essermi sbagliato

dicendo tutte menzogne

o quello che meglio o che peggio ti pare

Qualunque cosa sarà sembrato,

qualunque cosa sarà servito,

sarà stato soltanto uno sbaglio avertelo dato,

inutile non è stato,

per me come per te non lo è stato!

Page 21: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Puoi crederci come non crederci,

puoi farne qualunque cosa,

sempre a qualcosa sarà servito,

sempre a qualcosa sarà bastato,

sarà sembrato il più bel fiore,

sarà sembrato il più brutto,

inutile non è stato,

per me come per te non lo è stato!

E se in cambio di questo fiore

non mi darai nulla,

io in cambio nulla ti chiedevo

Page 22: Historia pro Marmoreo Monumentalis

[Il discorso del re.]

Page 23: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Io non conosco nulla di questo lontano paese

poiché provengo da terre di libertà e di civiltà

a lungo ho inseguito il sogno di una grande nazione

ma a nulla valse ogni pena ogni sacrificio—

La Grande Madre Francia ci disperse oltre i mari

per governare popoli a cui queste terre bellissime

solo ad immaginarle già appartenevano

ma aldilà di ogni battaglia e di ogni conquista

non vi può essere una fede senza ragione

né tantomeno una ragione senza fede

poiché l’una non sarebbe una vera fede

né l’altra potrà essere una vera ragione

Il confronto instauratosi nel corso delle epoche

ha favorito una visione migliore del mondo

quel progresso che secoli di razionalismo teologico

hanno impedito affermando il crollo del monoteismo

Il tempo che vivremo va vissuto nella consapevolezza

di un avvenire che appartiene alle nuove generazioni

ai figli dei nostri figli che mai conosceremo—

poiché di noi non resterà che un soffio un’illusione

Dei giovani sarà l’avvevire! dei giovani sarà il domani!

le riforme le leggi e non le false imposture

che discreditano il benessere dei popoli e delle nazioni

Se ho sofferto o mio popolo ho sofferto per amore

eppure voi mi avete amato ugualmente

rivolgendo il vostro sguardo verso le stelle

verso la notte oltre la quale sorgerà un nuovo sole

Sarà quello il segno che un giorno si scorgerà nel cielo

sarà quello il luogo dove si rinchiudono tutti i sogni

tutte le speranze tutta la voglia di vivere senza limiti

tutta la voglia di essere amati e di essere liberi

Tristemente ora vi lascio e mi riposo

poiché nulla posso fare per un mondo migliore

nulla m’appartiene e nessuna donna dice di amarmi

Page 24: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Il vero amore non esiste né mai ci sarà concesso

in cambio l’ignoranza l’odio la miseria

sguazzano nei loro escrementi

infestando la terra su cui viviamo

Tristemente me ne vado per il mio sentiero

glorificando l’amore campestre

ed un bastone il cui nome è saggezza

mi sorregge lungo il cammino che porta alla verità

così il nostro sogno sarà ricordato un giorno

in una stella simbolo d’amore

Page 25: Historia pro Marmoreo Monumentalis

[Convivio di Eros.]

Page 26: Historia pro Marmoreo Monumentalis

I.

Questo è il mondo che abbiamo sognato?

il tuo bene ed il mio che gioiscono insieme lungo i campi

della nostra libera fanciullezza, tra i sorrisi acerbi,

i sapori dell’erba e quelli dei suoi baci in quel letto nel grano

Il caldo sole di marzo, i fiori sul tuo volto,

e le parole che volevano esprimere frasi impossibili

della tua innocenza e della mia, uccisa un giorno

perché potesse sembrare fatale il mondo dell’ingiusto

e noi e le nostre coerenze nel nulla

Questo è il mondo che abbiamo sognato?

le nostre colpe eterne che spianano i confini delle abitudini

e penetrano nei vizii del peccato e crollo io soltanto e spemo

assomigliando al peggiore, al più immondo dei giovini

E le lacrime bagnano la pelle delle tue braccia inutilmente

ed inaridiscono le piante dell’esistenza e rimango sgomento,

inorridito, quando ancora mi accusi di falsità

in questo mondo che non abbiamo voluto

E piangi adesso della mia sorte

e bevi il sangue della mia disgrazia,

tu che vivi dei miei peccati e delle mie virtù

e sai che morrai un giorno di questa morte

Page 27: Historia pro Marmoreo Monumentalis

II.

Nobiltà tra i giardini di villa romana,

i suoi fontanini dove vanno a posarsi i pettirossi,

le preziose posate sulla tovaglia pulita dalla servitù,

un alone di un sorso di sangue, elegante e vitale,

mi distoglie da un dialogo aristocratico inutile

Non ti sposerò mai, mai le nostre mani saranno congiunte

e potrai accettarmi nel tuo medioevo,

la mia lettera americana è scritta in un pessimo inglese

che non riesco neppure a parlare

Sarebbe paradossale conoscersi dietro un innocuo papillon

ed al bastone della guerra delle due Sicilie,

non ho decorazioni al valor militare, né spatole da teatro,

un occhiello, come ai piedi di mio figlio,

nessuno che mi pulisca le scarpe

Dov’era quella che avevo tra le strade di Parigi?

non è che un principe salirà al tuo altare,

di buona famiglia e senza peccati di albe duellanti

dove è rimasta uccisa la mia verità?

Page 28: Historia pro Marmoreo Monumentalis

III.

Non è stato altro che una vecchia curiosità di finti misteri

e noi ci siamo cercati. Poi un orgoglio, che abbiamo innato,

ci ha condotto oltre la demenza conflittuale per stabilire di chi fosse

la superiore impotenza

Ed io ti cercai stanco, tra le bianche lenzuola

e nei candidi panni: trovai una donna, ormai, con la sua assurdità

che logora la mia mente

ma mentre chiamavi più volte il mio nome,

ti guardavo negli occhi per vederti fingere come solo tu sapevi fare

e se ti aspettavi una sola parola, io sono rimasto muto, perché nulla

e nulla si poteva aggiungere e mi è bastato un istante per capire

di non aver capito niente

Page 29: Historia pro Marmoreo Monumentalis

IV.

Se un angelo ti vuole bene è negli occhi della donna che ami

ed il tuo cuore batte solo per lei, ma se lei crede di essere una stella

il cui fascino splende di luce propria, non sa che l’angelo è già volato vìa

ed ora brilla nei tuoi occhi e dentro il mio cuore adesso ci sei tu!..

Se l’ho amata ed ho creduto non potesse esserci altra donna nella mia vita,

ora che non mi stupisce più come prima e la sua presenza non consola

ahimé!..

il bisogno di amore, è come avere un morto dentro casa o un cadavere

nascosto in un armadio, poiché così è di quell’amante che non si ama più!..

Se la vanità ha preso il sopravvento sulla passione, come posso parlarti

senza mordermi la lingua e pensare di baciarti senza rimanere in silenzio?..

Ora tu non cogliere il frutto acerbo della passione,

mentre la vanità s’arrampica alla nostra desolazione..

Page 30: Historia pro Marmoreo Monumentalis

V.

Signore, le nostre anime

sono la tua bontà!— gli dicevano

mentre riposava

dalle persecuzioni del mondo,

recuperava le energie,

rinfrescava il proprio cuore,

ritemprava la fede e le passioni..

Sconfiggeva la serpe dei popoli,

salvando sfiniti e spezzati,

bastonati e cani, invasi e ladri,

svuotati di tutto, di trenta denari

Gli dicevano—:Siamo tuoi figli,

tu sei buono, tu puoi far sì che l’amore

sia semplice tra l’uomo e la donna!..

ma invece, come una droga,

la femmina li distruggeva..

Li salvava da quella condizione,

da ogni raggiro del piacere,

prendendo su di sé la tentazione..

Li salvava dai pensieri malvagi,

aiutandoli a tornare sul retto cammino..

Non disperdere noi stessi!..

non abbandonarci nel baratro!..

gli dicevano— stanchi ed ubriachi,

giovani privi di vita, tornavano soli

E non parlavano

perché un nodo strozzava in gola,

e nel rimpianto pensavano

che con la forza del cuore

tutto sarebbe tornato puro

Lui era risorto,

lontani erano giorni, e loro,

con tutto il disprezzo possibile,

con la ribellione di sempre,

scagliarono la mela nel nulla

Page 31: Historia pro Marmoreo Monumentalis

VI.

Si sono poi amate le dolci matuse?

Oh, la piccola donna paffuta

che s’accovaccia lungo il mio petto,

i suoi occhi sono rosso fuoco

e la mia carne brucia

nelle piazze degli inferi

La sorgente non basta a dissetarmi,

la sua acqua è il fiume delle tue lacrime,

dove laverò ed asciugherò i miei piedi

e comincerà la strada:

io troverò un tesoro in mezzo ai boschi,

tu troverai me stesso

Ora vieni e ti aggrappi alla mia lenza,

figlia di una Francia borghese,

e sei timida e spaventata

che già vorresti sparire dinuovo,

ma ti trattiene in un incanto

di più l’emozione che suscita

un soffio nel lobo del tuo orecchio,

non tante altre carezze

che da sotto e da sopra la terra

arrivano avidamente

Le mie unghia non vogliono graffiare

le tue tonde mammelle

e mi stordisco al sapore crudo,

come un bimbo allattato

che s’acquieta tra le tue braccia;

la saliva della sua bocca,

mentre sunge una giunchiglia

e la mia, nel latte del tuo seno,

figlio di nessun altro sangue

Page 32: Historia pro Marmoreo Monumentalis

VII.

Posa gli occhi tuoi turchini

c’è ancora la fiaba che sognavi,

avvolta di voli, la piazza,

e di festa; tu ti prepari

Dove la gondola porterà

le nostre anime questa notte?

tra serenate di balli

eleganti ed ispani?

e dalle acque del canale

Venere risale i vanti gitani

Circondata da statue monche

sovrana alla sua corte,

di farfalle colorata

la maschera della sorte

In riserbo mi confida un segreto,

mentre vago desolato:

sia le une che le altre sponde

son legate da una sol cosa,

come lei sarà mia regina,

tu sarai la mia sposa

Ma non credere alle illusioni,

non farti tradire dai sogni,

quando giù dai ponti distinguerai

un frontone specchiarvisi

Se le nostre nozze fossero quelle

non sarebbero belle:

ne moriresti annegata!

Page 33: Historia pro Marmoreo Monumentalis

VIII.

Oh tu, che alvea fosti,

di recondito suolo,

all’ombra di un cipresso

a cingere donzelle

Musetti, a chiome pettinate,

s’inebbriano di danze,

quando gli equestri,

di ritorno alle cornamuse,

sfavillano trofei

e teste di cinghiale

Intorpidita e sola

la luna duole,

tra gli equiseti e la brughiera,

bella e lusinghiera,

si confonde, si lascia carezzare,

negli spazii vuoti,

nei vestiboli angusti;

attenta a che nessun si desti,

a lasciare qualche risa

Un lume di candela

che si spegne

da una finestra chiusa

e trona sovrana la beatitudine,

come una cicala

che si tacita all’improvviso

in assoluto silenzio

Page 34: Historia pro Marmoreo Monumentalis

IX.

Vedrò ancora il tuo volto

stravolto da notti d’amore,

mentre consenti che le labbra umide

lascino brillare i nostri corpi

rispettivamente, evitando

che tutto appaia come non è?

Non è odio, infatti, che ti chiedo..

Ora, laconico, prendo la tua mano

deluso dalle nostre adolescenze,

con tutte le risorse sparse

al vento dell’uguaglianza

e con la carità ed il pentimento

che mi attendono nella casa del Signore

Non è odio, infatti, che ti chiedo..

Vieni, accompagnami,

portami dove io ti guiderò,

profani in un mondo che si guarda dentro,

che scava fosse di esistenze sbiadite,

dove non è luce l’odio che ci pervade

e che lentamente ci uccide

Non è odio, infatti, che ti chiedo..

Page 35: Historia pro Marmoreo Monumentalis

X.

Vorrei che tu restassi qui

per parlarti di quello che non vuoi

magari inventare un’immagine

o dipingere il tuo volto rude

più tardi non potrai tornare—

Lava il bianco sudario di lacrime

che emette grigi respiri con affanno

e striscia perfido in un breve confine

che non ha mai avuto un’anima

vittima di ciò che proponeva l’inconscio

che scalpita fatale i suoi ultimi gemiti

in un triste delirio di ottobre—

Adesso ti nascondi rinnegando il fiume

che trascorre lento come un calvario

e guardi perplesso oltre la montagna

ma non scopri niente di diverso

Page 36: Historia pro Marmoreo Monumentalis

XI.

Languente nel lembo la dolce chimera

scorgevi serena tra ginepri che a pié seguivi,

stella gaudente già splende adamantina

una vela nel vento che naviga ancora,

chiarore sull’onda sbiadita dei faraglioni

Sei il tempo che perdo e nessuno raccoglie,

ala raggiante di cielo, astro ti implora:

vicino, o mio angelo, tu resta per sempre!..

ascoltiamo l’imbrunire raggelare rumori,

avvolgiamo le chiome di ginestre tra i rovi

Vorrei fosse questo il nostro amore in eterno,

sbocciare improvviso nel vivo scintillare,

un dipinto blu nero da poter contemplare

l’infinito orizzonte che rapisce pensieri

e svanisce celato da un raduno di stormi

Page 37: Historia pro Marmoreo Monumentalis

XII.

Dove sei donna che amo ho urlato nel vento;

segnerò sul perimetro delle tue labbra la felicità,

con coraggio e disperazione bacerò i tuoi occhi,

come un fanciullo che si sente svanito e felice

e che dorme ebbro sotto il seno di sua madre

Tu stessa saprai insegnarmi cos’é l’amore,

inseguendomi spensierata tra i mirtilli in fiore,

mentre Cupido sta suonando il suo violino

le tue amiche verranno a cingerti l’aureola

e sarai distesa come una dea sopra un altare

Ecco sentirà anche lei questa dolce melodìa,

sarà un nido sulle cime spoglie dell’inverno

pronto ad accoglierci e ad offrirci nuovo riparo,

ma ora resta sospeso come il cuore degli amanti

nella sbiadita incoscienza della nostra solitudine

Page 38: Historia pro Marmoreo Monumentalis

XIII.

Mormora il maestrale, profondo è il suo respiro,

si trascina da desto riposo e man mano avanza

coprendo ogni cosa

Le nuvole son grosse,

fanno più triste il cielo, da dietro alle imposte

osservo e mi raggelo: son solo e sconosciuto

tra la mia gente, piove—

quando giace impavida

la squallida sorte ed anela indifferente,

dei stanchi tuoi giorni, l’ora della morte

Piove— lungo i sentieri ameni

spargi i cari ricordi ed oscillano le fiaccole

nel tetro impallidire, dove si radunano i tordi,

spiccando poi in volo sui cipressi ammansiti,

sui colli, sulle case di sempre e nell’anima mìa,

eppure non ho lamento, quasi mi sento gioire,

tant’é che sono solo

Page 39: Historia pro Marmoreo Monumentalis

XIV.

Aspetterò l’alba come sempre

ed alzerò gli occhi al cielo

per accorhermi che è già dicembre

ma stasera non sento il suo gelo

Dormirò sette anni prima di vederti

mi rimarrà l’immagine del tuo viso

nel cassetto chiuso tra tanti aperti

a Natale mi sveglierò all’improvviso

Ti parlerò dei miei sogni senza senso

sfiorandoti con le mani i capelli

e chiederò a tuo padre il consenso

di portarti a volare con gli uccelli

Quando quest’anno scenderà la neve

si farà una grande festa a casa mìa

c’é chi dorme, chi danza e chi beve

nelle sale d’aspetto della ferrovìa

Aspetterò l’alba fumando una sigaretta

accanto al fuoco, leggendo il giornale

e questa volta non avrò tanta fretta

di piangere quando finirà il Natale

Page 40: Historia pro Marmoreo Monumentalis

XV.

Supino, riposo le fatiche

sulle crude sensazioni dell’età,

gli occhi arrossati dal vento,

la bocca amara dal disgusto

la notte che giunge spegne ogni luce:

vorrei avere la forza di correre

per non venire mai raggiunto

dalle tenebre ardenti della notte

ma non ho il fiato!..

Lontano si perde il tramonto e pare

spunti improvviso il mattino,

riprendo il cappello tra le mani

e penso finquando risplende l’aurora,

canzoni mi nascono dentro e sento

le campane che scandiscono l’ora:

vorrei gridare a squarcia gola

da scuotere chiunque e persuaderli

nella senilità dei loro sonni

ma non ho la voce!..

Come un marinaio vago nei mari

di ogni nostra fasulla felicità,

che attanaglia le meningi umane

di interrogativi durante il giorno:

vorrei volare solitario in luoghi

dove germoglia una stagione nuova,

una probabile primavera, in cui,

l’inverno, freddo e faticoso, ha appena

abbandonato ogni suo altro regime

ma non ho le ali!..

Page 41: Historia pro Marmoreo Monumentalis

XVI.

E venne il giorno

di guardarci negli occhi,

nascosti nel vento, confusi tra i fiori,

a chi avremmo potuto

raccontare il nostro amore?..

e chi avrebbe osato crederci?..

se non ci avesse visto

nessuno stare insieme:

nessuno ascoltava i nostri canti,

nessuno li poteva ascoltare!..

E venne il giorno

di guardarci negli occhi,

impavide ali s’innalzavano in volo,

il mare, immensità

azzurra visto dall’alto,

da te che partivi, tra la terra ed il cielo

insieme, io e te, che non sapevi

ancora chi ero, quello che sarebbe stato,

da lì a chissà quale altro incontro,

da lì a chissà quale altra avventura..

La notte è andata, il giorno è fatto,

per quanto tempo

nessuno lo sa:

nessuno spera,

nessuno canta!..

E sarò io, e sarai tu,

un altro giorno, un’altra notte,

alzo gli occhi e guardo lontano,

oltre il vento, oltre il cielo:

nessuno spera,

nessuno canta!..

Page 42: Historia pro Marmoreo Monumentalis

XVII.

Nudi siamo sempre stati, nudi e soli..

La scogliera, graffiandoci, ha ferito

la nostra carne, ferendone la purezza,

i piedi erano tumidi ed intirizziti

e le braccia mostravano grosse arterie

sbarrate dalla diga dei suicidi..

Nudi siamo sempre stati, nudi e soli..

Sopra ai ponti transitava la noia

tra le inferriate e le paraboliche,

i detriti di catrame e di vetroresina,

e scavando con i pugni

nell’umida sabbia ho raccolto fango..

Nudi siamo sempre stati, nudi e soli..

Quando il sole è scomparso nell’acqua,

la terra era ancora avvolta

dalle ruspe ferme e le vecchie barche,

senza travi e senza remi,

erano il nostro estremo rifugio..

Nudi siamo sempre stati, nudi e soli..

Page 43: Historia pro Marmoreo Monumentalis

XVIII.

Caldi sapori di calce

sulle case al meriggio,

la mosca batteva ai vetri

di stanze assolate

Cornacchie appollaiate

sui pali della luce, guardavano,

come i bambini dai posti di dietro,

la luminosità del panorama

Nidi sulla roccia di marmo..

Correndo in mutande

sulla sabbia bagnata,

schizzando salsedine

di acqua gelata

Il mare s’apriva

denso e selvaggio,

rugoso dentro la riva,

pieno di tutto

Immersi fino al torace

nelle gonfie onde

che s’alzavano

e s’abbassavano

e s’infrangevano

una dopo l’altra..

una dopo l’altra..

una dopo l’altra..

una dopo l’altra..

Page 44: Historia pro Marmoreo Monumentalis

[Aureolae aureolee.]

Page 45: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Æula.

Nel cielo,

il sole splende e riflette,

mostra il prato

bianco di rugiada,

brezza sulla pelle

Fieri arbusti stabili

dominano il tempo

e la campagna muta

si prepara alla semina

Nevischio e sudore

sepolti in zolle,

profumi di fiori

accolgono il colle

Brevi pause di dolore

nel mattino malato,

poi ancora sera;

orizzonti di fuoco

Page 46: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Sappho.

Con un dito

spalmavo

le labbra di miele

per baciarle

Con un altro

sfioravo

i capelli

sparsi nel sole

Con loro,

figlie di Venere,

non avevo ragione,

ma le regalavo

l’amore

non sapendo

che farmene

Page 47: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Sibyllam.

Il mare, il corpo,

ambivo a riavermi

raccogliendo

i capelli con affanno

Camminavo

sopra il colle

rasserenato,

tranquillo

Ma più tardi,

su una panca,

pensavo chi fossi,

volevo morire

La breccia

era argento appassito,

il luogo un abbaglio

Page 48: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Dea minore.

Le conchiglie sugli occhi

sanno di mare,

sono cieco e vedo l’immenso

dolce ansito che scivola lungo il ventre

come un sasso trasportato

dal riverbero delle onde

Io non posso che restare qui

soffocato tra i fossili,

risucchiato dalle maree

Page 49: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Ophelia.

E la giovane Ophelia nella sua veste s’attilla,

congedata la creatura si china sulle ginocchia

e con signorìa alla fonte sorseggia la fresca

acqua fluida

E con un docile lembo s’asciuga la boccuccia,

nella sosta che l’attende tra rampicanti

di lilla bougainvillea, che ora lagrima in braccia;

mentre un sole pallido s’intravede in una foresta

di nuvole screpolate

Page 50: Historia pro Marmoreo Monumentalis

La morte di Ophelia.

Imprigionata, strascichi della sua

vecchiaia fiondano come lacrime

tra le sbarre del suo ultimo covo

E’ nella torre. Quando la stanza

è vuota a me piace trovarvi il suo sorriso

frugando dentro agli specchi del tempo

Ho cavalcato le vallate maestose

e sconfinate distese di terra,

ma poi un’onda ha distrutto

il suo castello di sabbia

infrangendo il mio cuore

più di ogni altra catena

Page 51: Historia pro Marmoreo Monumentalis

L’armonìa del silenzio.

Sola nel bosco— ti diletti ad ascoltare

l’armonìa del silenzio

o un’aria, un’arcana alchimìa,

aleggiare leggiera

Mentre ascolti— ti annebbia una frase

e ti rischiara luce uno sguardo fugace

mirando, implorando,

questo coro di pace

Uno sguardo— che rischiara la mente

ma NIENTE

che sia possibile raggiungere

attraverso le barriere del tempo

dove non posso seguirti..

dove non posso parlarti..

Page 52: Historia pro Marmoreo Monumentalis

La metafisica del divenire.

Muove la chiocciola il guscio

dopo la breve pioggia,

sposta la sua galassia

nel sempiterno divenire

Tra la lavanda incolta,

tra i ripidi muri, tra gli incerti dirupi,

dove si danno convegno le lente amiche

prima di dare alla luce minuscoli elfi

Guardo fisso nel vuoto

alla ricerca di un’anima,

mentre il cadavere giace inerme

accanto alla sua ombra

Page 53: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Omero.

Il suo volto è cieco— la sua mente sconvolta

mentre cammina la sua barba bianca oscilla

costeggiando il mare azzurro delle isole greche

fino all'etremità di una roccia dove l’onda

urla contro gli scogli la sua forza impetuosa

Con l'occhio buono legge su un palmo i poemi

recitando i suoi ultimi versi sapienti al vento

vinta la morte e sfidando il nulla egli si lanciò

con la sua barba ed il suo bastone giù dalla rupe

ed ancora il mare lo prende e lo trascina vìa

Page 54: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Fuoco di pace in feria d’aprile.

Accendi un fuoco nell’ora del crepuscolo

accendi un fuoco quando imbruna la vallata

accendetelo prima che venga sera

e volgete le bionde cetre alle danze

Un fuoco tra i campi di erba medica

un fuoco con legna di pioppo e di rovere

un fuoco per arrostirvi sopra un branzino

dove si levino alte colonne di fumo

Accendi un fuoco di pace in feria d’aprile

accendi un fuoco che ci scaldi l’anima

accendetelo nel giorno della mia bella

ed un buon vino ci scaldi anche il cuore

Page 55: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Gitàna.

Balla, la ballerina,

nel caldo giorno di sole,

casta, battendo i tacchi,

canta le mie parole

battendo le mani dure

a ritmo di flamenco,

la coda di pavone

sventola al mio vento

Balla, la ballerina,

nella sua veste nera,

brama la mia rovina

decisamente austera

e sprofonda e fiorisce

....irresistibilmente....

mentre vibra il corpo,

mentre sogna la mente

Chiuso tra le sue ciglia,

tra i battiti del cuore,

di quel che tutto ebbi

non ricevetti amore

Page 56: Historia pro Marmoreo Monumentalis

La bella stagione.

Era primavera—

piangevo senza motivo,

alle rondini stridenti

ed a me stesso

promettevo di cambiare;

ma ero un fanciullo

per altro infelice..

Le rondini migrarono altrove

ed io rimasi da solo,

di certo l’inverno a venire

non era rimedio alle mie pene

Tornò la bella stagione

decisi di scendere in piazza

a vedere le rondini gioire,

ma la scoperta fu un’altra:

la gente che s’ammazza

e la rondine morire..

Corsi disperatamente

lungo sentieri nascosti

senza pace nell’anima;

caddi, mi rialzai,

poi ricaddi morente..

Page 57: Historia pro Marmoreo Monumentalis

La vita e la morte.

La vita è un selciato pieno di insidie

era troppo facile camminare

in una strada già spianata

La differenza sta nel fatto

che io non so dove

mi condurrà questa scelta

Certo è che qualcosa mi segue

e tenta di farmi scivolare in trappole

che mi impediscono il cammino

Questa cosa assomiglia proprio alla morte

Io ho cercato di stabilire un approccio

ma anche la morte se ne frega

e non mi prende in considerazione

Ciò significa che sono destinato a morire di vita

ma la vita è un selciato pieno di insidie

e la morte segna la fine di questo cammino

Page 58: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Un altro giorno.

Bianco è il mio cammino

puro sole splendente

bianco è ogni vicolo cieco

dove sono nascosti segreti

Ci sarà luce domani

per un altro giorno

ci sarà luce abbastanza

per vederlo rinascere

Bianco è il tuo sorriso

che sa di gelsomino

bianco il tuo vestito di rose

il tuo volto di luna

Non sgretolare i miei sogni

non regalarli al buio

nelle strade dimenticate

della tua anima infelice

Page 59: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Figlia di Pan.

Tra i rossi giunchi

un dolce vento spira

che invano mira

e tu mi giungi

da suoni di liuti,

da fradici incespi

di mitiche serpi,

i calici bevuti

la mistica rosa

e tu vespertina,

per aere divina,

sei amante, sposa

sei luce fulgente

di plumbeii incensi,

una tela di sensi

a fiori pungenti

Page 60: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Quando il fiume..

Quando il fiume

ci porterà le acque

non piangeremo

con le nostre lacrime

i vostri peccati

Quando il fiume

ci bagnerà le terre

i campi in fiore

torneranno a danzare

fino al tramonto

Quando il fiume

ci lascerà il sereno

nessuno oserà più

farci del male

e ti parlerò d’amore

Page 61: Historia pro Marmoreo Monumentalis

[I fiori sono morti.]

Page 62: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Vorrei che tu fossi

ciò che io non sono stato

vorrei che tu avessi

una vera identità

ti regalo il mondo

che ho sempre sognato

perché tu sei l’emblema

della mia libertà

Porta avanti il discorso

che è stato interrotto

da chi gli ripugnavano

le nostre facoltà

un metodo senza decoro

che ci ha indotto

a lottare e morire

per sapere la verità

Ed ora a voi

la chiave del destino

anche se ci sarà sempre

qualcuno che piangerà

finché sarà notte

non si vedrà il mattino

che nasce e splende

solo per chi vincerà

Page 63: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Una volta ero bambino

ed era bello nascondersi

per fare l’amore

ma i bambini possono giocare

I grandi no

I grandi non possono giocare

I grandi lavorano

ed hanno la famiglia

Ogni giorno che passa

divento più vecchio

e meno bambino

ma sono ancora un ragazzo

a cui piace nascondersi

per fare l’amore

Page 64: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Ti ho visto un giorno

scendere le scale di una piazza

parlando di storie

che avevi sentito

Non stavi mai ferma

neanche il tempo

per poterti baciare

Ti ho visto fingere

come una bambina

dagli occhi di fata

e senza capelli

Mi guardavi e pensavi

non dicevi niente

un giorno sbagliato

sentivo di amarti

Page 65: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Guardando il cielo

c’era solo un frammento di stella

i cani nelle scarpate

facevano a gara

con le strisce

Il cane era lì

nascosto tra i campi

bramoso aspettava

il momento di amare

la sua cagna

Sentivi la notte posarsi

su quel sapore animale

su quella pelliccia

schiacciata ancora

da un altro sorpasso

Page 66: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Voglio parlare piano

per non farmi capire

mi tolgo le scarpe

per non farmi sentire

Me ne vado

chiudendo la porta

un’altra storia

è ormai morta

Non c’é mai stato

un solo perché

ogni cosa

si commenta da sé

E’ inutile fingere

per continuare

mi sono stancato

di sognare

Page 67: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Tornano le rondini

sferzano l’aria

ritrovano nidi

Sembrano schernire

cose e persone

invecchiate ormai dome

come polvere nel vento

Torno anche io

figlio ingrato

volo nei cieli —piove

emigro di nuovo

Page 68: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Tu sai no— Noi spesso siamo

peccatori e nel peccato

perciò ogni uomo

ha un angelo che prega per lui

Se tu vedi una rosa

sbocciare in un giardino

ricordati questo—

una donna ha fatto

una preghiera per te

Page 69: Historia pro Marmoreo Monumentalis

[Liuti ancestrali.]

Page 70: Historia pro Marmoreo Monumentalis

[I.]

Il sole splende e batte nel deserto, nessun alito di vento spinge un granello,

un cielo plumbeo sconvolge un’aria fumogena, infima, apoteosi di tutto;

un vecchio grammofono suona il nostro valzer, noi due danziamo brindando

con calici di champagne, piantando fiori finti nella sabbia. Il sole splende

e batte nel deserto, su una sedia vuota, sui fiori spazzati vìa

Page 71: Historia pro Marmoreo Monumentalis

[II.]

Il cielo scompare, mi trovo in uno spazio nuovo, figure ed immagini mi lacerano

la mente. Io resisto, ascolto il rumore del mare, mi abbasso a bagnarmi le mani,

mi alzo a volare insieme ai gabbiani. Arrivo lontano, in una terra sconosciuta

e proseguo sulla strada costeggiando la pianura; distesa di sabbia intorno.

Il sole bruciava tutto, le palme cadevano sulle ombre e la musica di un flauto

addormentava il fiume

Page 72: Historia pro Marmoreo Monumentalis

[III.]

I fiumi portano le acque ed i pesci sguizzano, s’intrecciano e se ne vanno,

il sole li conduce al mare, tramonta nelle acque, i pesci lo rapiscono.

Il pittore dipinge sullo scoglio un quadro; scivola la barca e s’immerge,

innalza le vele, si gonfiano al vento, s’allontana, muore. Capelli bagnati

s’asciugano al sole, follìa, allegrìa, la spiaggia, le dune del deserto,

la gendarmerìa. Vola un aeroplano.

Page 73: Historia pro Marmoreo Monumentalis

[IV.]

La strada era polvere ed ai margini cani randagi ci vedevano passare, eravamo

in tanti tra ferri arrugginiti in una coda di automobili: mi giro ed indico

a qualcuno che non distingueva bene una luce, ad un altro chiarisco ogni cosa;

per tornare ad inseguire una strada misteriosa

Page 74: Historia pro Marmoreo Monumentalis

[V.]

Distante nei mari era nascosta un’isola ed il pescatore stanco ritirava le reti

nella barca, missionari in lamento avevano saccheggiato la chiesa e furono

passati alle armi. Salendo lungo un sentiero s’arrivava al tempio, restammo

lì in silenzio finché non ci raggiunse la notte. E piansi di gioia.

Page 75: Historia pro Marmoreo Monumentalis

[VI.]

I battelli presero il largo per andare a pescare lontano, già s’immergevano

come se fosse quello il loro destino, finirono abbandonati a se stessi

in mezzo a quel grande mare. Un colpo di vento rovesciò la barca e l’uomo

si trovò in mare, nuotò, finché potette, si tenne aggrappato ad una trave.

L’uomo, che stava annegando, si lasciò andare in balìa delle onde.

Page 76: Historia pro Marmoreo Monumentalis

[VII.]

L’uomo affonda le scarpe nella sabbia fresca della riva, la scogliera

s’infrange dove un tubo devia in mare, non ha niente, è un relitto di ruggine

dove crescono attorno le margherite. L’acqua è sporca più in là, la barca

dondola e non resta che una fune da sciogliere, gli arbusti piegati dal vento.

Le vele gareggiano a schiera sopra vasti confini argentati.

Page 77: Historia pro Marmoreo Monumentalis

[VIII.]

Riposano le acque ed i pescatori che non presero il largo perché aveva piovuto,

lercio è il loro corpo, stamberga la loro casa sul porto, chiusa ad ogni respiro,

se non fosse per una finestrella da cui spiraglia il mare e porta pensiero

a chi pensa, finché la notte non l’abbandoni alle nere nuvole di una luna malata

come una conchiglia ormai vuota

Page 78: Historia pro Marmoreo Monumentalis

[Herba medicea.]

Page 79: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Esploso in un delirio magico,

devastando di diamanti il suo corpo,

la notte è un incubo che scompare

dietro il giaciglio delle stelle:

il respiro ha sapore d’oro

sulla sua dolce pubertà,

ma lei dorme

ed il paradiso è lontano—

Ti ho aspettata invano,

come i gatti in fila la loro donna,

ma tu eri il vento che fruscia

alle pendici del bosco

ed io un pipistrello

lontano dalla sua caverna

Page 80: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Neanche i morti ci sono più a plaudire una gloria consumata;

un inchino reverente a sua maestà

il prode, il parroco, a lei che sta

seduta sugli scalini

Se potesse il suo inchiostro

farle dire due parole..

ma se si perdono le piume

agli angoli delle piazze

i piccioni volano

quando battono i rintocchi

ed hanno sangue negli occhi..

Page 81: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Passò la principessa invitata alla festa,

passò furiosa come se nessuno l’aspettasse,

per sentirsi all’altezza delle dame di corte

aveva messo i tacchi a spillo della madre,

ma andando di fretta con quel cipiglio

crollò fragorosamente al primo impiglio

Pianse vedendo la sua collana spezzarsi

e le perle tintinnare a mille a mille

mentre provò a contarle il sogno si sciolse

come il destino nel palmo di una mano

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Page 82: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Indifferenza è quando fa freddo nelle ossa

e nell’anima bianca che tesse meticolosa

rapporti tra i fiori: mezzi necessari per me

L’interesse è vivo comunicando il battito

attraverso un velo si diffonde cieco

entro cunicoli come gole viscide; il buio

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .[mi deridono]

Accarezzo ricordi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . i capelli mossi dal vento

Page 83: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Malato mi fermo ansante ad un lato della strada

mentre le auto mi passano affianco con i loro odori

strisciando sull’asfalto bagnato del meriggio

seguendo verso la Francia. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il mio cervello è stanco

sono sconvolte le mie membra. L’antico vaso egizio

esposto in una bacheca consumata dal tempo

Sento il fresco dei prati verdi e l’erba appena rasata

sotto i miei piedi, ma le mie scarpe sono vuote

mentre cammino lungo la Senna una sera d’inverno

Page 84: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Invano le nostre parole risuoneranno nel vento,

in un leggero libeccio, in una candida aurora,

tralasciando il respiro nel suo greve fluire—

ombre e rumori, l’apparenza è solo un’illusione

Immaginare che ci sei unica ragione di esistere

nella fredda indifferenza che traccia il destino

e ti guardo, ti ascolto, sforzandomi di essere così

come mi vuoi, restituendo all’eternità i nostri

volti di marmo, ecco, lo strazio e l’ardore, ecco!..

avrò fiato, o mio angelo, per consolare chi muore?..

ma mi chiedo se sarà tale ad alleviare le pene

del tuo amore o se sarà soltanto vanità e dolore

Page 85: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Ci sono certezze, dice,

le incertezze? ride-

aveva vent’anni più di me

l’ho visto andarsene

dopo aver rovistato

nei bidoni della spazzatura;

non capirò mai quella luce

nei suoi occhi,

mi guardo le mani:

amiche mi aiutano

a leggere il vento..

La mia faccia è un riflesso,

il mio corpo è un riflesso,

uno specchio difronte

sulla barca Caronte

più distante nei mari

prigionieri e lamenti,

paradisi stupendi!

Urla la mareggiata

sulla testa rapata,

merletti su un fiocco

mentre soffia scirocco:

definire maldestri!

Page 86: Historia pro Marmoreo Monumentalis

S’eleva a sera

una dolce atmosfera

sui destini terrestri:

che ondeggia il mare..

che mi lascia pensare..

La nave si confonde

tra le acque profonde,

un solo tumulto:

invoco la morte!..

ma è la beatitudine

un sospiro latente

e me ne dolgo silente

Page 87: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Sono cadute,

insieme, sono cadute!..

Le foglie appassite

spinte dal vento,

sembrano non

conoscere una fine,

ma muoiono vicine..

Sono cadute,

insieme, sono cadute!..

Gialli frammenti

sembrano poca cosa;

ultimo tram nel viale,

le panchine umide,

il silenzio..

Sono cadute,

insieme, sono cadute!..

Page 88: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Una strana febbre batte nelle vene

perduti nello stesso nulla,

le nostre ombre confuse

in una foschìa metropolitana

Le due sorelle, insieme,

risalgono alla luce dell’alba,

il vagabondo intona un’allegra canzone,

un ubriaco lancia la bottiglia

in un cestino..

Estenuante mondo mio,

questa danza di carrozze che sfilano

nelle strade riempite di gente

Ma niente più rimane

il giorno dopo, se niente..

Page 89: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Un vecchio con le braccia tese

scuote con affanno la testa

pochi spiccioli e niente pretese

si prepara sotto il freddo alla festa

Nell’aria s’odono le zampogne

ed i passi della gente che ritorna—

portano in mano bottiglie incartate

nelle loro confezioni colorate

Siede nell’angolo

il vecchio ammalato

chiede qualche spicciolo

con la mano—

Page 90: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Scende la notte con i fiocchi d’argento,

s’ode soltanto il fischiare del vento—

ricordo gli immensi campi di grano,

quando felice ti tenevo la mano..

Per portarti sui colli a fare l’amore,

così docile e tenero il ricordo di un fiore..

ma ora dormi, dormi, tanto lo sai,

che alla luce dell’alba ti sveglierai..

ma ora dormi, dormi, tanto lo sai,

che domani sarò diverso e tu diversa sarai..

Page 91: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Un giorno i nostri occhi s’incroceranno

e non saremo più soli come adesso..

se tu saprai aspettarmi un giorno tornerò da te

e cammineremo a piedi nudi sulla sabbia,

dove il mare accarezza gli scogli

e le mie mani sfiorano il tuo viso

che piange un amore che non c’é—

Se tu saprai aspettarmi un giorno tornerò da te

e correremo fino a quando ci mancherà il fiato,

ridendo sfiniti ci terremo stretti l’un l’altro

ed insieme vedremo morire il tramonto in estate..

Page 92: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Mi aspettava a zonzo..

in una notte che era la stessa inconscia abitudine—

la mazza lo colpì ripetutamente fino a stordirlo;

perse l’equilibrio nell’aria sbattendo al catrame,

svolacchiando come orribile anima che tarda a spirare..

Spirò, in un attimo di sorpresa e d’inquietudine—

quasi un altro respiro nell’ampia volta stellata..

Page 93: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Lungo il lago rosa un’ombra pare,

l’alba, infine, mi appare:—scopri..

i cigni radunati alle acquatiche sponde,

nei parchi ti rapiscono le fronde

—scopri..

una lapide deposta tra i marmi,

odi una musa, odi recitarle i tuoi carmi;

tra feste di maghi e prodezze d’infanti,

rosa la meta degli istanti:

—scopri..

Page 94: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Il canale lussureggiava nella calura estiva;

in una siesta su una banchina,

tra i rivoli dell’acqua,

rivedo gli antichi alabastri d’Oriente

e quella sconosciuta offrirmi una sigaretta—

Interrotte le effusioni degli amanti,

dolci boccate d’amore e di nulla..

Page 95: Historia pro Marmoreo Monumentalis

I cardi, le spighe e le viole—

salgo su una vecchia ruota

sulla riva di un fiume

e lascio cadere un fiore

che scorre rapido alle correnti,

poi lancio una moneta

ma quelle subito vanno giù..

Il fiore naviga lungo il fiume,

ma la moneta affonda—

Page 96: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Tra i viali del cimitero

quando mormorano i cipressi

mi aggiro vestito di bianco—

sfiorato dai raggi di luce

che morbidi lambiscono

le statue pietose delle madonne

mentre i cani ci vengono incontro

sventolando la coda..

Page 97: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Soli al meriggio

tra le strade deserte

mi rifugio dietro l’ombra

dei platani gloriosi—

pallida luce sfiora

i muri delle case

ma ora tutto tace

alita un vento di pace..

Page 98: Historia pro Marmoreo Monumentalis

[Fides remota tempore.]

Page 99: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Ai caduti.

IN QUESTA PIAZZA

DOVE DEFUNTA

S’IMMOLA LA LIBERTA’

. . . . . . . . . . . .

vedresti le nere

stelle del giorno

sentiresti l’assenzio

del fico giovane

. . . . . . . . . . . .

il biondo orzo

sarebbe morbido prato

e la formica

salirebbe sulla mia mano

. . . . . . . . . . . .

SIGNORE

erigi un monumento

anche per me

in questa Francia

Page 100: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Il ramo e l’uccello.

HO TROVATO

un ramoscello spezzato

pareva fosse germoglio

L’HO PRESO

L’HO PORTATO CON ME

per poterlo curare

ma nella terra

al primo sole

..è caduto!—

HO TROVATO

un uccello fuori dal nido

pareva potesse volare

L’HO PRESO

L’HO PORTATO CON ME

per poterlo curare

ma nella gabbia

al primo freddo

..è caduto!—

QUELL’UCCELLO

ORA E’ MORTO

ED IL PICCOLO RAMO

E’ LA SUA CROCE

Page 101: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Platone rivisitato.

PRIMA IL RIFLESSO

DELL’OMBRA

POI L’OMBRA

INFINE LA LUCE

(troppi riflessi)

(troppe ombre)

(troppa luce)

riflessi pronti

un attimo di riflessione

ashskskxxhskskashxxsa

mentre ascolti

ti chiedo una risposta

—puoi rispondermi?

—puoi dirmi qualcosa?

mi rispondi di no

—perché no?

—perché è sempre niente

che mi lasci?

L’OMBRA DI NESSUNO

accendi la luce:

nessun altro

la luce si spegne

Page 102: Historia pro Marmoreo Monumentalis

L’Atlantide.

HO LASCIATO

tutto quello che avevo!-

alle mie spalle

il passato,

nei miei occhi

il futuro

HO LASCIATO

tutto quello che avevo!-

una faccia che era

un’altra faccia,

un’altra faccia

che non era di nessuno

HO LASCIATO

tutto quello che avevo!-

per darti l’amore

che volevi,

per darti l’odio

che volevi

HO LASCIATO

tutto quello che avevo!-

in una vecchia valigia

i miei ricordi,

per un altro viaggio

insieme a te

Page 103: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Meteora.

VAGANDO

NELLO SPAZIO

senza meta,

satelliti mi sfiorano

tra le stelle

(. . . . . . . . . . . .)

UNA STELLA

nello spazio,

meteora

è lanciata

verso il nulla

(. . . . . . . . . . . .)

GLI UMILI

cedono alla mente

I FORTI

si distinguono

comunque soli

nello spazio

(. . . . . . . . . . . .)

IL TEMPO non esiste

LO SPAZIO non esiste

Page 104: Historia pro Marmoreo Monumentalis

[Epilogo.]

Page 105: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Pan, dio dei boschi e dei pastori, s’era invaghito di una ninfa, la più bella tra

quelle devote alla Dea Artemide e stava escogitando uno stratagemma per

attirarla a sé nel bosco e possederla..

La ninfa Artemisia era desiderata da molti ammiratori che erano rimasti

ammaliati dalla sua bellezza e le morivano dietro ad ogni suo sguardo..

Pan era venuto a sapere che un mago, forse un veggente, aveva predetto alla

ninfa che avrebbe avuto una figlia e così Pan le apparve in sogno una notte

d’estate sotto le sembianze di una cerva bianca che ripeteva:

"Madre, madre, vieni a prendermi, sono qui nel bosco!.."

Artemisia si risvegliò tutta sudata e presto si ricordò del sogno appena avuto e

considerandolo un segno premonitore si vestì ed andò nel bosco alla ricerca della

figlia..

Pan la attese a lungo in un luogo incantato del bosco e quando la ninfa

sopraggiunse su di lei discese un incantesimo che la riportò a quando era una

fanciulla spensierata e per la prima volta stava per avere delle esperienze

d’amore, ma intanto, mutate le sue sembianze, il dio la possedette facendole

credere di essere il giovane filarino di allora..

Il dio caprone sapeva bene che Artemisia era corteggiata da molti pretendenti

disposti a tutto, così aveva mandato a dire a ciascuno di loro che qualora si

fossero recati nel bosco nel posto prestabilito, avrebbero potuto incontrare la

ninfa e soddisfare le loro passioni, appagare i propri desideri, con il suo

consenso ed il suo beneplacito..

Una volta che una piccola folla di uomini s’accalcò alle pendici del bosco, questi

non fecero altro che constatare allibiti che Pan stava fornicando con la ninfa e

così molti di loro si lasciarono prendere dallo sgomento e dalla disperazione e ci

fu chi si buttò giù dalla rupe, chi si pugnalò al petto, chi se ne tornò indietro

sconsolato sorretto dalle Erinni impietosite e chi rimase ad assistere alla scena

finale, tra cui il poeta Alceste, alcuni dotti, alcuni pastori ed altri vecchi amici..

Infine anche questi s’allontanarono ed il poeta Alceste, devoto di Pan e di

Artemide, socchiuse per un attimo le palpebre finché dal sogno si risvegliò alla

realtà, ma avendo la mente ancora confusa non riuscì lì per lì a dare un senso ed

un significato all’episodio onirico..

Page 106: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Pan consumò l’amplesso sotto gli occhi di tutti sventolando la sua possente verga

e quando Artemisia si riebbe le sembrò come se tutto non ci fosse mai stato,

come se niente fosse mai successo, ma accorgendosi di aver perso la verginità e

temendo i castighi di Artemide, ella svenne come morta..

Orfeo, risvegliatosi dal regno delle tenebre, accorse in suo aiuto e sollevandola

sulle braccia la portò ad una fonte presso il fiume Lete affinché ritrovasse il

respiro, ma anche perché dai suoi versi era nata la bellezza della ninfa e dai suoi

versi avrebbe ricevuto nuova linfa, nuovo splendore..

Page 107: Historia pro Marmoreo Monumentalis

° ° ° ° ° °

Page 108: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Historia pro Marmoreo Monumentalis.

Opera.

[Mnemosi.]

>La nostalgìa latina.

>La vergogna dell’angelo peccatore.

>L’aquila caduta infondo alla scala.

>Delirio di un’anima disperata.

>Così ho seguito la mia strada.

>Ballata del fanciullo di Edelweiss.

>La sfera del tempo.

>La serigrafìa.

[Proseliti e clismi.]

>Corsa di cavalli.

>Rosie d’America.

>Fuga di un’estate.

>Fiori di plastica.

[Il discorso del re.]

>Commiato.

[Convivio di Eros.]

>I.

>II.

>III.

>IV.

>V.

>VI.

>VII.

>VIII.

>IX.

>X.

>XI.

>XII.

>XIII.

>XIV.

>XV.

>XVI.

>XVII.

>XVIII.

[Aureolae aureolee.]

>Æula.

>Sappho.

>Sibyllam.

>Dea minore.

>Ophelia.

>La morte di Ophelia.

>L’armonìa del silenzio.

>La metafisica del divenire.

>Omero.

>Fuoco di pace in feria d’aprile.

>Gitàna.

>La bella stagione.

>La vita e la morte.

>Un altro giorno.

>Figlia di Pan.

>Quando il fiume..

[I fiori sono morti.]

>I.

>II.

>III.

>IV.

>V.

>VI.

>VII.

[Liuti ancestrali.]

(I.)

(II.)

(III.)

(IV.)

(V.)

(VI.)

(VII.)

(VIII.)

[Herba medicea.]

>I.

>II.

>III.

>IV.

>V.

>VI.

>VII.

>VIII.

>IX.

>X.

>XI.

>XII.

>XIII.

>XIV.

>XV.

>XVI.

>XVII.

>XVIII.

>XIX.

[Fides remota tempore.]

>Ai caduti.

>Il ramo e l’uccello.

>Platone rivisitato.

>L’Atlantide.

>Meteora.

[Epilogo.]

>Artemisia.

Page 109: Historia pro Marmoreo Monumentalis

° ° ° ° ° °

Page 110: Historia pro Marmoreo Monumentalis

Historia pro Marmoreo Monumentalis © 2015 all rights reserved in copertina: Aurora Triumphans by Evelyn De Morgan. Russell-Cotes Art Gallery & Museum. Bournemouth UK