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HORATIUS. Odes I 1 Maecenas atavis edite regibus, Mecenate, discendente da antenati che furono re, o et praesidium et dulce decus meum: o mia difesa e mio dolce onore: sunt quos curiculo pulverem Olympicum ci sono quelli cui piace col cocchio la polvere olimpica collegisse iuvat metaque fervidis aver raccolto e la meta evitata evitata rotis palmaque nobilis dalle ruote ardenti e la vittoria nobile terrarum dominos evehit ad deos. innalza(no) fino agli Dei padroni della terra. hunc, si mobilium turba Quiritium A questo (piace), se la turba dei mobili Quiriti certat tergeminis tollere honoribus, fa a gara nell’innalzarlo con i triplici onori, illum, si proprio condidit horreo a quello (piace), se ha riposto nel proprio granaio quidquid de Libycis verritur areis. tutto ciò che è spazzato dalle aie libiche. gaudentem patrios findere sarculo Colui che si contenta di fendere con la zappa i campi agros Attalicis condicionibus paterni a condizioni attaliche numquam demoveas, ut trabe Cypria mai riusciresti a smuoverlo, perché con la nave cipria Myrtoum pavidus nauta secet mare. marinaio pauroso solchi il mare Mirtoo. luctantem Icariis fluctibus Africum L’Africo che lotta con i flutti icarii mercator metuens otium et oppidi il mercante che lo teme loda l’ozio e i campi laudat rura sui; mox reficit rates della sua città; subito ripara le navi quassas indocilis pauperiem pati. rovinate, incapace di sopportare la povertà. est qui nec veteris pocula Massici C’è chi né i calici di vecchio Massico nec partem solido demere de die né di sottrarre parte al giorno di lavoro spernit, nunc viridi membra sub arbuto disprezza, ora le membra sotto un verde corbezzolo stratus, nunc ad aquae lene caput sacrae. sdraiato, ora presso una sorgente mormorante di acqua sacra.

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Page 1: HORATIUS - Web viewnigris aequora ventisdistese del mare per i neri venti. ... contracta pisces aequora sentiuntI pesci sentono che i mari si restringono. ... del violento Adriatico:

HORATIUS. Odes I 1

Maecenas atavis edite regibus, Mecenate, discendente da antenati che furono re,o et praesidium et dulce decus meum: o mia difesa e mio dolce onore:sunt quos curiculo pulverem Olympicum ci sono quelli cui piace col cocchio la polvere olimpicacollegisse iuvat metaque fervidis aver raccolto e la meta evitata

evitata rotis palmaque nobilis dalle ruote ardenti e la vittoria nobileterrarum dominos evehit ad deos. innalza(no) fino agli Dei padroni della terra.hunc, si mobilium turba Quiritium A questo (piace), se la turba dei mobili Quiriticertat tergeminis tollere honoribus, fa a gara nell’innalzarlo con i triplici onori,

illum, si proprio condidit horreo a quello (piace), se ha riposto nel proprio granaioquidquid de Libycis verritur areis. tutto ciò che è spazzato dalle aie libiche.gaudentem patrios findere sarculo Colui che si contenta di fendere con la zappa i campiagros Attalicis condicionibus paterni a condizioni attaliche

numquam demoveas, ut trabe Cypria mai riusciresti a smuoverlo, perché con la nave cipriaMyrtoum pavidus nauta secet mare. marinaio pauroso solchi il mare Mirtoo. luctantem Icariis fluctibus Africum L’Africo che lotta con i flutti icariimercator metuens otium et oppidi il mercante che lo teme loda l’ozio e i campi

laudat rura sui; mox reficit rates della sua città; subito ripara le naviquassas indocilis pauperiem pati. rovinate, incapace di sopportare la povertà.est qui nec veteris pocula Massici C’è chi né i calici di vecchio Massiconec partem solido demere de die né di sottrarre parte al giorno di lavoro

spernit, nunc viridi membra sub arbuto disprezza, ora le membra sotto un verde corbezzolostratus, nunc ad aquae lene caput sacrae. sdraiato, ora presso una sorgente mormorante di acqua sacra.multos castra iuvant et lituo tubae A molti piacciono gli accampamenti e al lituo il suonopermixtus sonitus bellaque matribus della tromba mescolato e le guerre detestate

detestata. manet sub Iove frigido dalle madri. Resta sotto il cielo fredovenator tenerae coniugis inmemor, il cacciatore immemore della tenera compagna,seu visa est catulis cerva fidelibus sia che una cerva sia stata vista dai fedeli caniseu rupit teretes Marsus aper plagas. sia che un cinghiale marsico abbia rotto le reti ritorte.

me doctarum hederae praemia frontium Me le edere, premi delle dotte fronti,dis miscent superis, me gelidum nemus mescolano agli Dei superi, me il fresco boscoNympharumque leves cum Satyris chori e le leggere danze delle Ninfe con i Satirisecernunt populo, si neque tibias dividono dal popolo, se né Euterpe trattiene i flauti

Euterpe cohibet nec Polyhymnia né PolimniaLesboum refugit tendere barbiton. rifiuta di accordare la lira di Lesbo.quodsi me lyricis vatibus inseres, Che se tu mi porrai tra i poeti lirici,sublimi feriam sidera vertice. toccherò a testa alta le stelle.

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Odes I 4

Solvitur acris hiems grata vice veris et Favoni Si scioglie l’inverno aspro nel gradito ritorno della primavera e del Favonio trahuntque siccas machinae carinas e gli argani trascinano le carene asciutte (in mare)ac neque iam stabulis gaudet pecus aut arator igni e il bestiame non gode piu’ delle stalle o l’aratore del fuoco nec prata canis albicant pruinis. e i prati non biancheggiano delle candide brine.

iam Cytherea choros ducit Venus imminente luna Già Venere Citerea conduce le danze al chiaro di luna iunctaeque Nymphis Gratiae decentes e le Grazie leggiadre congiunte alle Ninfealterno terram quatiunt pede, dum gravis Cyclopum scuotono la terra con piede alterno, mentre l’infocato Vulcano Volcanus ardens visit officinas. visita le officine soffocanti dei Ciclopi.

nunc decet aut viridi nitidum caput impedire myrto Ora conviene cingere il capo rilucente con un verde mirto aut flore, terrae quem ferunt solutae, o con fiore, che producono le terre sciolte (dal gelo),nunc et in umbrosis Fauno decet immolare lucis, ora conviene anche nei boschi ombrosi sacrificare al Fauno, seu poscat agna sive malit haedo. sia che richieda agnelli sia che preferisca un capretto.

pallida Mors aequo pulsat pede pauperum tabernas La pallida Morte bussa con piede imparziale ai tuguri dei poveri regumque turris. o beate Sesti, e alle torri dei re. O beato Sestio,vitae summa brevis spem nos vetat incohare longam; il breve volgere della vita ci impedisce di concepire una lunga speranza iam te premet nox fabulaeque Manes già peserà su di te la notte e i Mani del mito

et domus exilis Plutonia; quo simul mearis, e la casa squallida di Plutone; dove una volta che sarai entrato, nec regna vini sortiere talis né potrai tirare coi dadi il titolo di re del simposionec tenerum Lycidan mirabere, quo calet iuventus né potrai ammirare il tenero Licida, per il quale arde la gioventu’ nunc omnis et mox virgines tepebunt. tutta ora e presto sospireranno le fanciulle.

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Odes I 5

Quis multa gracilis te puer in rosa Chi è l’agile ragazzo che tra molte roseperfusus liquidis urget odoribus cosparso di liquidi profumi si stringe grato, Pyrrha, sub antro? a te, Pirra, al riparo di una grotta gradita? cui flavam religas comam Per chi annodi la chioma bionda,

simplex munditiis? heu quotiens fidem semplice di eleganze? Ahi, quante volte la fedemutatosque deos flebit et aspera e gli Dei mutati piangerà e le aspre nigris aequora ventis distese del mare per i neri venti emirabitur insolens osserverà con stupore, ancora inesperto,

qui nunc te fruitur credulus aurea, colui che ora gode di te bellissima credulo, qui semper vacuam, semper amabilem che sempre libera, sempre amabile sperat, nescius aurae ti spera, ignaro della brezza fallacis. miseri, quibus ingannevole! Infelici coloro per i quali

intemptata nites. me tabula sacer splendi non provata. Quanto a me, la sacra paretevotiva paries indicat uvida del tempio con il quadro votivo indica suspendisse potenti che ho sospeso al potente vestimenta maris deo. Dio del mare i vestiti bagnati.

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Odes I 7

Laudabant alii claram Rhodon aut Mytilenen Altri loderanno la famosa Rodi o Mitilene aut Epheson bimarisve Corinthi o Efeso o le mura di Corinto dai due marimoenia vel Baccho Thebas vel Apolline Delphos o Tebe famosa per Bacco o Delfi per Apollo insignis aut Thessala Tempe; o la tessala Tempe;

sunt quibus unum opus est intactae Palladis urbem ci sono quelli ai quali è unica fatica la città di Pallade vergine carmine perpetuo celebrare et celebrare con un poema eterno eundique decerptam fronti praeponere olivam; mettere sulla fronte olivo strappato da ogni parte, plurimus in Iunonis honorem moltissimi in onore di Giunone

aptum dicet equis Argos ditisque Mycenas: celebreranno Argo adatta ai cavalli e la ricca Micene: me nec tam patiens Lacedaemon me non Sparta fortenec tam Larisae percussit campus opimae né il campo della ricca Larissa mi colpì quam domus Albuneae resonantis tanto quanto la grotta di Albunea risonante

et praeceps Anio ac Tiburni lucus et uda e l’Aniene precipite e il bosco di Tiburno e gli umidi mobilibus pomaria rivis. frutteti con i ruscelli fluenti.albus et obscuro deterget nubila caelo Il rasserenante Noto spazzerà le nuvole dall’oscuro cielo saepe Notus neque parturit imbris spesso e non provoca piogge

perpetuos, sic tu sapiens finire memento eterne, così tu saggio ricordati di porre fine tristitiam vitaeque labores alla tristezza e alle fatiche della vitamolli, Plance, mero, seu te fulgentia signis con il delicato vino, o Planco, sia che gli accampamenti scintillanti castra tenent seu densa tenebit di insegne ti trattengano sia che ti tratterrà la densa

Tiburis umbra tui. Teucer Salamina patremque ombra della tua Tivoli. Quando Teucro da Salamina e dal padre cum fugeret, tamen uda Lyaeo fuggiva, tuttavia le tempie bagnate di Lieo (vino)tempora populea fertur vinxisse corona si dice che le abbia cinte con una corona di pioppo sic tristis adfatus amicos: così rivolgendosi ai mesti amici:

'quo nos cumque feret melior fortuna parente, “Dovunque ci porterà la fortuna migliore del genitore, ibimus -- o socii comitesque, andremo - o compagni e amici,nil desperandum Teucro duce et auspice Teucro; non bisogna disperare sotto la guida di Teucro e sotto i suoi auspici: certus enim promisit Apollo Apollo infallibile ha promesso infatti

ambiguam tellure nova Salamina futuram. che una doppia Salamina sorgerà in una nuova terra. o fortes peioraque passi O coraggiosi uomini che avete sofferto i mali peggiorimecum saepe viri, nunc vino pellite curas; con me spesso, ora scacciate le preoccupazioni col vino, cras ingens iterabimus aequor.' domani solcheremo ancora il grande mare”.

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Odes I 9

Vides ut alta stet nive candidumSoracte nec iam sustineant onus silvae laborantes geluque flumina constiterint acuto?

dissolve frigus ligna super focolarge reponens atque benignius deprome quadrimum Sabina, o Thaliarche, merum diota.

permitte divis cetera, qui simulstravere ventos aequore fervido deproeliantis, nec cupressi nec veteres agitantur orni.

quid sit futurum cras, fuge quaerere etquem Fors dierum cumque dabit, lucro adpone nec dulcis amores sperne puer neque tu choreas,

donec virenti canities abestmorosa. nunc et campus et areae lenesque sub noctem susurri conposita repetantur hora,

nunc et latentis proditor intumogratus puellae risus ab angulo pignusque dereptum lacertis aut digito male pertinaci.

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Odes I 10

Mercuri facunde nepos Atlantis, O Mercurio, nipote facondo di Atlante,qui feros cultus hominum recentum tu che i feroci culti degli uomini primitivivoce formasti catus et decorae hai civilizzato accorto con il linguaggio e con il costume more palaestrae, della palestra che conferisce grazia

te canam, magni Iovis et deorum io canterò te, nunzio del grande Giove e degli Deinuntium curvaeque lyrae parentem, e padre della curva lira,callidum, quidquid placuit, iocoso astuto, qualunque cosa ti piacque, a nascondere condere furto. con giocoso furto.

te, boves olim nisi reddidisses Se una volta non avessi reso le muccheper dolum amotas, puerum minaci rubate con l’inganno, mentre con voce minacciosavoce dum terret, viduus pharetra terrorizzava il bambino, Apollo rise spogliato risit Apollo. della faretra.

quin et Atridas duce te superbos Ancora sotto la tua guida gli Atridi superbiIlio dives Priamus relicto il ricco Priamo lasciata IlioThessalosque ignis et iniqua Troiae ingannò e i fuochi tessali e gli accampamenti ostili castra fefellit. a Troia.

tu pias laetis animas reponis Tu collochi le anime pie nelle lietesedibus virgaque levem coerces sedi e con la verga dorata spingi la leggeraaurea turbam, superis deorum folla, gradito agli Dei superi gratus et imis. e inferi.

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Odes I 11

Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibifinem di dederint, Leuconoe, nec Babyloniostemptaris numeros. ut melius, quidquid erit, pati.seu pluris hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam,

quae nunc oppositis debilitat pumicibus mareTyrrhenum: sapias, vina liques et spatio brevispem longam reseces. dum loquimur, fugerit invidaaetas: carpe diem quam minimum credula postero

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Odes I 14

O navis, referent in mare te novi O nave, ti riporteranno in mare nuovifluctus. o quid agis? fortiter occupa flutti. O che fai? Con forza resta portum. nonne vides, ut nel porto. Forse non vedi come nudum remigio latus il fianco (sia) nudo di remi

et malus celeri saucius Africo e l’albero maestro (sia) ferito per l’Africo violentoantemnaeque gemant ac sine funibus e le antenne gemano e senza funi vix durare carinae a stento le carene possano possint imperiosius sopportare un mare

aequor? non tibi sunt integra lintea, troppo tempestoso? Non hai vele intatte,non di, quos iterum pressa voces malo non Dei, che tu possa invocare di nuovo stretta dal pericolo quamvis Pontica pinus, anche se pino pontico, silvae filia nobilis, figlio nobile di una foresta,

iactes et genus et nomen inutile: vanterai una famiglia e un nome inutilenil pictis timidus navita puppibus Il marinaio pauroso non delle poppe dipinte fidit, tu, nisi ventis si fida, tu se non vuoi cadere in balia dei venti debes ludibrium, cave. sta’ attenta.

nuper sollicitum quae mihi taedium, Tu che tempo fa per me sei stata motivo di angoscia e tedio,nunc desiderium curaque non levis, ora nostalgia e preoccupazione non leggera, interfusa nitentis evita le acque che scorrono vites aequora Cycladas. tra le Cicladi splendenti.

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Odes I 20

Vile potabis modicis Sabinum Berrai un vino sabino di poco prezzo in modestecantharis, Graeca quod ego ipse testa coppe, un vino che io stesso, dopo che fu riposto in un’anfora greca,conditum levi, datus in theatro ho sigillato, quando nel teatro ti fu rivolto cum tibi plausus; un applauso.,

clare Maecenas eques, ut paterni caro cavaliere Mecenate, al punto che le sponde del paternofluminis ripae simul et iocosa fiume e insieme la immagine giocosa (eco)redderet laudes tibi Vaticani del colle Vaticano fecero risuonare per te le lodi. montis imago.

Caecubum et prelo domitam Caleno Tu berrai il Cecubo e uva pigiata dal torchio di Cale:tu bibes uvam: mea nec Falernae né le viti falerne temperant vites neque Formiani né i colli formiani miscelano pocula colles. i miei bicchieri.

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Odes I 22

Integer vitae scelerisque purus Chi è integro di vita e puro di colpenon eget Mauris iaculis neque arcu non ha bisogno di strali dei Mauri né dell’arconec venenatis gravida sagittis, né della faretra colma di frecce avvelenate, Fusce, pharetra, o Fusco,

sive per Syrtis iter aestuosas sia che stia per viaggiare tra le Sirti infuocatesive facturus per inhospitalem o attraverso l’inospitabileCaucasum vel quae loca fabulosus Caucaso o quei luoghi che lambisce il favoloso lambit Hydaspes. Idaspe.

namque me silva lupus in Sabina, E infatti un lupo nel bosco sabino, dum meam canto Lalagen et ultra mentre canto la mia Lalage e oltreterminum curis vagor expeditis, il confine vago libero da preoccupazioni, fugit inermem; fugge me inerme;

quale portentum neque militaris un mostro quale né la bellicosaDaunias latis alit aesculetis Daunia nutre nei suoi vasti quercetinec Iubae tellus generat, leonum né la terra di Giuva genera, arida nutrice arida nutrix. di leoni.

pone me pigris ubi nulla campis Mettimi in campi sterili dove nessunarbor aestiva recreatur aura, albero è ristorato dall’aria estiva,quod latus mundi nebulae malusque in quella parte del mondo che le nebbie e il cattivo Iuppiter urget; Giove opprimono;

pone sub curru nimium propinqui mettimi sotto il carro del sole troppo vicinosolis in terra domibus negata: nella terra negata alle case:dulce ridentem Lalagen amabo, amerò Lalage che ride dolcemente, dulce loquentem. che parla dolcemente.

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Odes I 23

Vitas hinnuleo me similis, Chloe, Mi eviti, o Cloe, simile a un cerbiattoquaerenti pavidam montibus aviis che cerca la paurosa madre nei monti impervi matrem non sine vano non senza un vano timore aurarum et siluae metu. dei venti e della foresta.

nam seu mobilibus vepris inhorruit Infatti sia che sia l’arrivo della primavera fremaadventus foliis seu virides rubum nelle foglie mobili sia che verdi ramarri dimovere lacertae, muovano un robo, et corde et genibus tremit. trema e nel cuore e nelle ginocchia.

atqui non ego te tigris ut aspera Eppure io non ti inseguo come crudele tigreGaetulusve leo frangere persequor: o leone getulo per ucciderti: tandem desine matrem una buona volta smettila di seguire la madre tempestiva sequi viro. tu che sei ormai matura per un marito.

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Odes I 30

O Venus regina Cnidi Paphique, O Venere regina di Cnido e Pafo,sperne dilectam Cypron et vocantis disprezza la amata Cipro e di Glicera che ti chiamature te multo Glycerae decoram con molto incenso trasferisci nella casa transfer in aedem. bella.

fervidus tecum puer et solutis Con te l’ardente figlio e le Grazie con le vesti sciolteGratiae zonis properentque Nymphae si affrettino e le Ninfeet parum comis sine te Iuventas e la Gioventu’ poco gradita senza di te Mercuriusque. e Mercurio.

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Odes I 37

Nunc est bibendum, nunc pede libero Ora bisogna bere, ora con piede liberopulsanda tellus; nunc Saliaribus bisogna colpire la terra: ora con cibi degni dei Salii ornare pulvinar deorum ornare l’altare degli Dei tempus erat dapibus, sodales. era tempo, o compagni.

antehac nefas depromere Caecubum Prima era empio stillare il Cecubocellis avitis, dum Capitolio dalle cantine degi avi, mentre la regina regina dementis ruinas, rovine dementi funus et imperio parabat preparava al Campidoglio e morte al potere (di Roma).

contaminato cum grege turpium con il gregge incontaminato dei turpimorbo virorum quidlibet inpotens per la malattia uomini, sfrenata nello sperare qualunque cosa sperare fortunaque dulci e ebbra per la dolce fortuna. ebria. sed minuit furorem Ma frenò la pazzia

vix una sospes navis ab ignibus una sola nave a stento salva dai fuochimentemque lymphatam Mareotico e la mente invasata dal vino Mareotico redegit in veros timores ricondusse ai veri timori Caesar ab Italia volantem Cesare, che incalzava dall’Italia

remis adurgens, accipiter velut lei che volava via con i remi, come uno sparvieromollis columbas aut leporem citus le molli colombe o il veloce cacciatore venator in campis nivalis la lepre nei campi della nevosa Haemoniae, daret ut catenis Emonia (Tessaglia), per mettere in catene

fatale monstrum. quae generosius il mostro fatale, lei che piu’ nobilmenteperire quaerens nec muliebriter volendo morire e non da donna expavit ensem nec latentis temette la spada né in terre nascoste classe cita reparavit oras. con la veloce flotta riparò.

ausa et iacentem visere regiam Osò anzi guardare la reggia abbattutavoltu sereno, fortis et asperas con volto sereno, e forte maneggiare tractare serpentes, ut atrum gli aspri serpenti, affinché il nero corpore conbiberet venenum, veleno assorbisse nel corpo,

deliberata morte ferocior; piu’ fiera per aver deciso di morire;saevis Liburnis scilicet invidens naturalmente sdegnando di essere condotto privata deduci superbo, come una persona qualunque con le crudeli Liburne non humilis mulier, triumpho. lei donna regale in un superbo trionfo.

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Odes I 38

Persicos odi, puer, adparatus, Odio, ragazzo, lo sfarzo persiano,displicent nexae philyra coronae, mi dispiacciono corone intrecciate di tiglio,mitte sectari, rosa quo locorum smettila di cercare in quale luogo la rosa sera moretur. tarda indugi.

simplici myrto nihil adlabores Che tu aggiunga qualcosa al semplice mirtosedulus curo: neque te ministrum premuoroso, io non mi preoccupo: né a te che sei servodedecet myrtus neque me sub arta è sconveniente il mirto né a me che sotto la folta vite bibentem vite bevo.

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Odes II 5

Nondum subacta ferre iugum valet Non ancora domata riesce a sopportare il giococervice, nondum munia conparis sul collo, non ancora i doveri di una compagna aequare nec tauri ruentis svolgere né del toro che si precipita in venerem tolerare pondus. all’amore tollerare il peso.

circa virentis est animus tuae Intorno a campi verdeggianti è il cuore della tuacampos iuvencae nunc fluviis gravem giovenca che ora con i fiumi la pesante solantis aestum, nunc in udo calura sta alleviando, ora nell’umido ludere cum vitulis salicto saliceto con i vitelli di giocare

praegestientis. tolle cupidinem smania. Lascia la bramainmitis uvae: iam tibi lividos dell’uva imatura: già per te i rami lividi distinguet autumnus racemos distinguerà il vario autunno purpureo varius colore. con il colore purpureo.

iam te sequetur (currit enim ferox Già ti seguirà (infatti corre spietatoaetas et illi quod tibi dempserit il tempo e a lei ciò che ti avrà tolto adponet annus), iam proterva offrirà l’anno), già con fronte smaniosa fronte petet Lalage maritum Lalage chiederà un amante

dilecta, quantum non Pholoe fugax, amata (da te), quanto non Foloe fuggitiva,non Chloris albo sic umero nitens non Clori così splendente per la candida schiena ut pura nocturno renidet come pura splende sul mare notturno luna mari Cnidiusve Gyges, la luna o il cnidio Gige,

quem si puellarum insereres choro, che, se mettessi in un coro di fanciulle, mire sagacis falleret hospites ingannerebbe ospiti mirabilmente sagaci discrimen obscurum solutis la differenza nascosta a causa dei sciolti crinibus ambiguoque voltu. capelli e del volto ambiguo.

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Odes II 8

Ulla si iuris tibi peierati Se mai una pena per i falsi giuramentipoena, Barine, nocuisset umquam, ti avesse nuociuto, o Barine,dente si nigro fieres vel uno se diventassi per un dente nero o una sola turpior ungui, unghia piu’ brutta,

crederem: sed tu simul obligasti ti crederei: ma tu non appena hai impegnatoperfidum votis caput, enitescis la testa spergiura con promesse, risplendipulcrior multo iuvenumque prodis molto piu’ bella e te ne vai tormento publica cura. pubblico dei giovani.

expedit matris cineres opertos Ti giova offendere le ceneri sepolte di tua madrefallere et toto taciturna noctis e le silenziose stelle (segni) dela notte con tuttosigna cum caelo gelidaque divos il cielo e gli Dei morte carentis. che mancano della gelida morte.

ridet hoc, inquam, Venus ipsa, rident Ride di ciò, io dico, la stessa Venere, ridonosimplices Nymphae, ferus et Cupido le semplici Ninfe, e il feroce Amoresemper ardentis acuens sagittas che sempre aguzza le frecce infuocate cote cruenta. sulla pietra insanguinata.

adde quod pubes tibi crescit omnis, Aggiungi il fatto che per te cresce tutta la gioventu’,servitus crescit nova nec priores crescono nuovi schiavi né i precedentiinpiae tectum dominae relinquunt, lasciano il tetto della spietata padrone, saepe minati. pur avendolo spesso minacciato.

te suis matres metuont iuvencis, Le madri ti temono per i loro figli,te senes parci miseraeque nuper te i vecchi avari e le fanciulle miserevirgines nuptae, tua ne retardet da poco sposate, che il tuo fascino aura maritos. faccia attardare i loro mariti.

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Odes II 10

Rectius vives, Licini, neque altum Vivrai meglio, Licinio, né percorrendo l’altosemper urgendo neque, dum procellas mare sempre né, mentre delle tempestecautus horrescis, nimium premendo attento hai paura, troppo premendo litus iniquum. la spiaggia iniqua.

auream quisquis mediocritatem Chiunque l’aurea mediocritàdiligit, tutus caret obsoleti predilige, salvo se ne sta lontano dal sudiciume di un fatiscentesordibus tecti, caret invidenda tetto (casa), se ne sta lontano sobriamente sobrius aula. dall’aula che attira l’invidia.

saepius ventis agitatur ingens Piu’ spesso si agita per i venti l’altopinus et celsae graviore casu pino e le alte torri cadono di una caduta piu’ gravedecidunt turres feriuntque summos e feriscono le sommità fulgura montis. dei monti le folgori.

sperat infestis, metuit secundis Spera nella sfortuna, teme nella fortunaalteram sortem bene praeparatum un animo ben temprato un’altra sorte.pectus. informis hiemes reducit Inverni desolati riporta Iuppiter, idem Giove, lui stesso

submovet. non, si male nunc, et olim li allontana. Se ora va male, anche un giornosic erit: quondam cithara tacentem non sarà così: talora con la cetra la Musa silenziosasuscitat Musam neque semper arcum Apollo risveglia e non sempre l’arco tendit Apollo. tende.

rebus angustis animosus atque Nelle difficoltà coraggioso e fortis adpare: sapienter idem forte mostrati: con saggezza tu stessocontrahes vento nimium secundo ammainerai per il vento fin troppo favorevole turgida vela. le vele gonfie.

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Odes II 14

Eheu fugaces, Postume, Postume,labuntur anni nec pietas moram rugis et instanti senectae adferet indomitaeque morti,

non, si trecenis quotquot eunt dies,amice, places inlacrimabilem Plutona tauris, qui ter amplum Geryonen Tityonque tristi

conpescit unda, scilicet omnibusquicumque terrae munere vescimur enaviganda, sive reges sive inopes erimus coloni.

frustra cruento marte carebimusfractisque rauci fluctibus Hadriae, frustra per autumnos nocentem corporibus metuemus austrum:

visendus ater flumine languidoCocytos errans et Danai genus infame damnatusque longi Sisyphus Aeolides laboris.

linquenda tellus et domus et placensuxor neque harum quas colis arborum te praeter invisas cupressos ulla brevem dominum sequetur.

absumet heres Caecuba digniorservata centum clavibus et mero tinguet pavimentum superbo, pontificum potiore cenis.

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Odes III 1

Odi profanum volgus et arceo. Detesto il volgo profano e lo tengo lontano.favete linguis: carmina non prius Fate silenzio: poesie non prima audita Musarum sacerdos ascoltate io sacerdote delle Muse virginibus puerisque canto. canto alle fanciulle e ai fanciulli.

regum timendorum in proprios greges, (Grava l’autorità) di re temibili sui propri greggi (sudditi),reges in ipsos imperium est Iovis, grava l’autorità di Giove sugli stessi re, clari giganteo triumpho, famoso per il trionfo sui Giganti, cuncta supercilio moventis. che muove tutto con un batter di ciglio.

est ut viro vir latius ordinet Può capitare che un uomo disponga per un tratto piu’ vasto di un altro uomoarbusta sulcis, hic generosior gli arbusti nei solchi, questi piu’ nobile descendat in campum petitor, scenda in campo come candidato, moribus hic meliorque fama che un altro migliore per carattere e fama

contendat, illi turba clientium concorra, che un altro abbia una folla di clientisit maior: aequa lege Necessitas piu’ grande: con legge equa la Necessità sortitur insignis et imos, tira a sorte i nobili e gli ultimi, omne capax movet urna nomen. la capiente urna agita il nome di tutti.

destrictus ensis cui super inpia A colui al quale una spada sguainata sull’empiocervice pendet, non Siculae dapes colle pende, vivande siciliane non dulcem elaborabunt saporem, daranno un dolce sapore, non avium citharaeque cantus non il canto degli uccelli e dela cetra

somnum reducent: somnus agrestium renderanno il sonno: il sonno sereno lenis virorum non humilis domos le umili case degli uomini agresti (contadini) fastidit umbrosamque ripam, non disdegna e l’umbrosa riva; non Zephyris agitata Tempe. non Tempe agitata dagli zefiri.

desiderantem quod satis est neque Colui che desidera ciò che è sufficiente non tumultuosum sollicitat mare lo turba il mare tempestoso nec saevos Arcturi cadentis né le selvagge furie di Arturo che tramonta impetus aut orientis Haedi, o del Capretto che sorge,

non verberatae grandine vineae non le vigne sferzate dalla grandinefundusque mendax arbore nunc aquas e il podere menzognero con gli alberi che ora le acque culpante, nunc torrentia agros incolpano, ora gli astri che disseccano i campi, sidera, nunc hiemes iniquas. ora gli inverni ingiusti.

contracta pisces aequora sentiunt I pesci sentono che i mari si restringonoiactis in altum molibus: huc frequens per i macigni gettati al largo: qui senza interruzione caementa demittit redemptor fa calare blocchi di pietra l’appaltatore cum famulis dominusque terrae con gli schiavi e il padrone della terra

fastidiosus: sed Timor et Minae nauseato: ma Timore e Minaccescandunt eodem, quo dominus, neque salgono là dove (sale) il padrone, né decedit aerata triremi et si allontana dalla trireme bronzea e post equitem sedet atra Cura. dopo il cavaliere siede la tetra Angoscia.

quodsi dolentem nec Phrygius lapis Dunque, se chi ha dolore né il marmo frigionec purpurarum sidere clarior né il fasto di porpore piu’ splendente di una stella delenit usus nec Falerna non può dar sollievo né la vite vitis Achaemeniumque costum, falerna e un balsamo achemenio,

cur invidendis postibus et novo perché con porte da invidiare e secondo il nuovosublime ritu moliar atrium? stile dovrei costruire un palazzo alto? cur valle permutem Sabina perché dovrei cambiare la valle sabina divitias operosiores? con ricchezze che danno maggiori affanni?

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Odes III 7

Quid fles, Asterie, quem tibi, candida, Perchè piangi, Asterie, quello che a te, candida,primo restituent vere Favonii restituiranno a inizio primavera i Favonii Thyna merce beatum, felice di merce tinia, constantis iuvenem fide Gige giovane di fedeltà costante?

Gygen? ille Notis actus ad Oricum Quello spinto dai Noti a Oricopost insana Caprae sidera frigidas dopo le folli stelle della Capra fredde noctes non sine multis notti non senza molte insomnis lacrimis agit. lacrime passa insonne.

atque sollicitae nuntius hospitae, e il messaggero di un’ospite smaniosasuspirare Chloen et miseram tuis dicendo che Cloe sospira e misera dai tuoi dicens ignibus uri, fuochi è bruciata, temptat mille vafer modis. astuto lo tenta in mille modi.

ut Proetum mulier perfida credulum Racconta come una donna perfida il credulo Pretofalsis inpulerit criminbus nimis abbia indotto con false accuse al troppo casto Bellerophonte casto Bellorofonte maturare necem, refert; ad affrettare la morte;

narrat paene datum Pelea Tartaro, narra che Peleo per poco non fu dato al Tartaro,Magnessam Hippolyten dum fugit abstinens, mentre casto fuggiva la regina dei Magneti Ippolita, et peccare docentis e storie che insegnano a peccare fallax historias monet. da ingannatore mette in campo

frustra: nam scopulis surdior Icari Invano: infatti piu’ sordo degli scogli di Icarovoces audit adhuc integer. at tibi ascolta questi racconti ancora integro. Ma a te ne vicinus Enipeus il vicino Enipeo plus iusto placeat cave; non ti piaccia piu’ del giusto, sta’ attenta,

quamvis non alius flectere equum sciens anche se un altro bravo a piegare in curva il cavalloaeque conspicitur gramine Martio, allo stesso modo non si vede nel prato del campo Marzio, nec quisquam citus aeque e nessuno allo stesso modo veloce Tusco denatat alveo. nuota nel fiume etrusco.

prima nocte domum claude neque in vias Sul far della notte chiudi la porta di casa e non nelle viesub cantu querulae despice tibiae guardare se si sente il suono del triste flauto et te saepe vocanti e di fronte a lui che ti chiama spesso duram difficilis mane. crudele rimani inflessibile.

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Odes III 9

'Donec gratus eram tibi “Finché ti piacevo nec quisquam potior bracchia candidae e nessun giovane piu’ fortunato le braccia al candidocervici iuvenis dabat, collo gettava, Persarum vigui rege beatior.' vissi piu’ veloce di un re dei Persiani.”

'donec non alia magis “Finché per un’altra piu’ arsisti neque erat Lydia post Chloen, tu bruciasti e non c’era Lidia dopo Cloe,multi Lydia nominis, io Lidia di molta fama, Romana vigui clarior Ilia.' ho vissuto piu’ famosa di Ilia romana.”

'me nunc Thressa Chloe regit, “Ora la tracia Cloe mi governa, dulcis docta modos et citharae sciens, che sa dolci melodie e suona la cetra,pro qua non metuam mori, per la quale non temerò di morire, si parcent animae fata superstiti.' se i fati risparmieranno la sua anima superstite”.

'me torret face mutua “Mi brucia di fuoco corrisposto Thurini Calais filius Ornyti, Calais, figlio di Ornito di Turi,pro quo bis patiar mori, per il quale due volte sopporterò di morire, si parcent puero fata superstiti.' se i fati risparmieranno il ragazzo superstite”.

'quid si prisca redit Venus “E se l’antico amore torna diductosque iugo cogit aeneo? e costringe i separati sotto il giogo di bronzo?si flava excutitur Chloe se la bionda Cloe è scossa via reiectaeque patet ianua Lydiae?' e la porta si apre per Lidia respinta?”

'quamquam sidere pulcrior “Anche se lui è piu’ bello di una stella, ille est, tu levior cortice et inprobo tu piu’ leggero del sughero e piu’ iracondoiracundior Hadria: del violento Adriatico: tecum vivere amem, tecum obeam lubens.' con te amerei vivere, con te volentieri morirei”.

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Odes III 13

O fons Bandusiae splendidior vitro, O fonte Bandusia piu’ splendida del cristallo,dulci digne mero non sine floribus, degna di dolce vino non senza fiori, cras donaberis haedo, domani ti sarà donato un capretto, cui frons turgida cornibus al quale la fronte gonfia delle prime corna

primis et venerem et proelia destinat. destina all’amore e alle battaglie.frustra, nam gelidos inficiet tibi invano, infatti macchiera a te le gelide rubro sanguine rivos correnti di rosso sangue, lascivi suboles gregis. prole del gregge vivace.

te flagrantis atrox hora Caniculae L’atroce momento della canicola ardentenescit tangere, tu frigus amabile non sa toccarti, tu il fresco amabile fessis vomere tauris ai tori stanchi dell’aratro praebes et pecori vago. offri e al gregge errante.

fies nobilium tu quoque fontium Diventerai tu una delle fonti famoseme dicente cavis inpositam ilicem grazie a me che canto il leccio posto sopra le cave saxis, unde loquaces rocce, da dove gorgoglianti lymphae desiliunt tuae. sgorgano le tue acque.

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Odes III 23

Caelo supinas si tuleris manus Se avrai alzato le mani supine al cielonascente luna, rustica Phidyle, quando sorge la luna, o rustica Fidile, si ture placaris et horna se avrai placato con incenso e frutti di stagione fruge Laris avidaque porca: i Lari e una scrofa ingorda:

nec pestilentem sentiet Africum né sentirà il malsano Africofecunda vitis nec sterilem seges la feconda vite né la messe (sentirà) la ruggine robiginem aut dulces alumni che rende sterili o i dolci piccoli pomifero grave tempus anno. (sentiranno) il tempo inclemente nella stagione che porta i frutti.

nam quae nivali pascitur Algido Infatti la vittima che pascola sul nevoso Algidodevota quercus inter et ilices destinata al sacrificio tra querce e lecci aut crescit Albanis in herbis o cresce nelle erbe albane victima, pontificum securis le scuri dei pontefici

cervice tinguet: te nihil attinet tingerà col sangue del collo: a te non si addice per nientetemptare multa caede bidentium mettere alla prova con grande strage di pecore parvos coronantem marino i piccoli Dei tu che li incoroni con il rosmarino rore deos fragilique myrto. e il fragile mirto.

inmunis aram si tetigit manus, Se una mano senza doni ha toccato l’altare,non sumptuosa blandior hostia, non piu’ gradita con una vittima costosa mollivit aversos Penatis ha placato i Penati avversi farre pio et saliente mica. con il pio farro e grani di sale scoppiettante.

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Odes III 30

Exegi monumentum aere perenniusregalique situ pyramidum altius,quod non imber edax, non aquilo impotenspossit diruere aut innumerabilis

annorum series et fuga temporum.non omnis moriar multaque pars meivitabit Libitinam; usque ego posteracrescam laude recens, dum Capitolium

scandet cum tacita virgine pontifex.dicar, qua violens obstrepit Aufiduset qua pauper aquae Daunus agrestiumregnavit populorum, ex humili potens,

princeps Aeolium carmen ad Italosdeduxisse modos. sume superbiamquaesitam meritis et mihi Delphicalauro cinge volens, Melpomene, comam.

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Odes IV 7

Diffugere nives, redeunt iam gramina campis arboribusque comae;mutat terra vices et decrescentia ripas flumina praetereunt;

Gratia cum Nymphis geminisque sororibus audet ducere nuda choros:inmortalia ne speres, monet annus et almum quae rapit hora diem.

frigora mitescunt Zephyris, ver proterit aestas interitura, simulpomifer autumnus fruges effuderit, et mox bruma recurrit iners.

damna tamen celeres reparant caelestia lunae: nos ubi decidimusquo pius Aeneas, quo Tullus dives et Ancus, pulvis et umbra sumus.

quis scit an adiciant hodiernae crastina summae tempora di superi?cuncta manus avidas fugient heredis amico quae dederis animo.

cum semel occideris et de te, splendide, Minos fecerit arbitria,non, Torquate, genus, non te facundia, non te restituet pietas;

infernis neque enim tenebris Diana pudicum liberat Hippolytumnec Lethaea valet Theseus abrumpere caro vincula Perithoo.

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Epistulae I 4

Albi, nostrorum sermonum candide iudex, O Albio, candido giudice dei nostri poemi,quid nunc te dicam facere in regione Pedana? che cosa ora dovrei dire che fai nella regione di Pedo?Scribere quod Cassi Parmensis opuscula vincat, Che scrivi ciò che possa vincere gli opuscoli di Cassio Parmensean tacitum silvas inter reptare salubris, o che tacito tra le selve salubri ti muovi,curantem quicquid dignum sapiente bonoque est? prendendoti cura di tutto ciò che è degno di un uomo saggio e onesto?Non tu corpus eras sine pectore: di tibi formam, Non tu eri corpo senza anima: gli Dei a te la bellezza,di tibi divitias dederunt artemque fruendi. gli Dei a te le ricchezze diedero e la capacità di usarle.Quid voveat dulci nutricula maius alumno, Che cosa la nutrice per il suo dolce lattante dovrebbe augurarsi di piu’ grandequi sapere et fari possit quae sentiat, et cui se è tale da avere senno e dire ciò che sente e al qualegratia, fama, valetudo contingat abunde, tocchino in abbondanza favore, fama, saluteet mundus victus non deficiente crumina? e una vita agiata senza che la borsa venga meno?Inter spem curamque, timores inter et iras Tra speranza e affanno, tra timori e ireomnem crede diem tibi diluxisse supremum: credi che tutti i giorni siano spuntati per te come ultimi:grata superveniet quae non sperabitur hora. gradita arriverà l’ora che non sarà sperata.Me pinguem et nitidum bene curata cute vises, Mi vedrai grasso e lustro con la pelle ben curata,cum ridere voles Epicuri de grege porcum. quando vorrai ridere, porco del gregge di Epicuro.

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Epistulae I 8

Celso gaudere et bene rem gerere Albinovano A Celso Albinovano di stare bene e avere successoMusa rogata refer, comiti scribaeque Neronis. o Musa pregata riferisci, lui che è compagno e scriba di Nerone.Si quaeret quid agam, dic multa et pulchra minantem Se chiederà come sto, di’ che pur proponendomi molte e belle cosevivere nec recte nec suaviter; haud quia grando non vivo rettamente né dolcemente; non perché la grandinecontuderit vitis oleamque momorderit aestus, abbia ammaccato le viti o il caldo abbia fatto seccare l’olivonec quia longinquis armentum aegrotet in agris; né perché in campi lontani il bestiame sia malato;sed quia mente minus validus quam corpore toto ma perché meno sano di mente che in tutto il corponil audire velim, nil discere, quod levet aegrum; non vorrei ascoltare nulla, nulla imparare, che allievi il mio male;fidis offendar medicis, irascar amicis, sono infastidito dai medici che danno fiducia, mi adiro con gli amicicur me funesto properent arcere veterno; perché hanno fretta di farmi uscire da un letargo mortale,quae nocuere sequar, fugiam quae profore credam; inseguo quel che mi ha nuociuto, fuggirò ciò che credo mi farà bene;Romae Tibur amem ventosus, Tibure Romam. a Roma mi piace Tivoli, come il vento, a Tivoli Roma.Post haec ut valeat, quo pacto rem gerat et se, Dopo queste cose come stia, come se la passa,ut placeat iuveni percontare utque cohorti. come riesce a rendersi gradito al principe e alla corteSi dicet 'recte,' primum gaudere, subinde Se dirà: “tutto bene”, prima ricordati di congratularti, poipraeceptum auriculis hoc instillare memento: di sussurrargli all’orecchio questo precetto:'ut tu fortunam, sic nos te, Celse, feremus.' “Come ti comporterai con la fortuna, così noi ci comporteremo con te, Celso”.

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Epistulae I 11

Quid tibi visa Chios, Bullati, notaque Lesbos, Che ti sembrò, Bullazio, di Chio e della famosa Lesboquid concinna Samos, quid Croesi regia Sardis, di Samo elegante, di Sardi reggia di Creso,Smyrna quid et Colophon? Maiora minorane fama? di Smirne e Colofone? Maggiori o minori della loro fama?Cunctane prae campo et Tiberino flumine sordent? O tutte sfigurano rispetto al Campo e al fiume Tevere?An venit in votum Attalicis ex urbibus una? O ti viene voglia di una delle città di Attalo?An Lebedum laudas odio maris atque viarum? O lodi lebedo per odio del mare e dei viaggi?Scis Lebedus quid sit; Gabiis desertior atque Sai cos’è Lebedo; villaggio piu’ sperduto dei Gabii eFidenis vicus: tamen illic vivere vellem, di Fidene: tuttavia vorrei vivere là,oblitusque meorum obliviscendus et illis e dimentico dei miei e per essere dimenticato da loroNeptunum procul e terra spectare furentem. di lontano guardare dalla terra il mare furioso.Sed neque qui Capua Romam petit, imbre lutoque Ma né colui che da Capua va a Roma, di pioggia e fangoadspersus volet in caupona vivere; nec qui coperto vorrà vivere in un’osteria, né chifrigus collegit, furnos et balnea laudat prende freddo loda i forni e le termeut fortunatam plene praestantia vitam; come luoghi capaci di dare una vita felice,nec, si te validus iactaverit Auster in alto, né, se l’Austro violento ti avrà sballottato in alto mare,idcirco navem trans Aegaeum mare vendas. per questo venderesti la nave oltre il mar Egeo.Incolumi Rhodos et Mitylene pulchra facit, quod Per il sano di mente Rodi e Mitilene bella fanno ciò chepaenula solstitio, campestre nivalibus auris, fanno un mantello pesante in un solstizio, un costume corto quando c’è aria di neveper brumam Tiberis, Sextili mense caminus. il Tevere d’inverno, il camino nel mese d’agosto.Dum licet ac vultum servat Fortuna benignum, Finché si può e la Fortuna mantiene benigno il volto,Romae laudetur Samos et Chios et Rhodos absens. a Roma si lodi Samo e Chio e Rodi da lontano.Tu quamcumque deus tibi fortunaverit horam Tu qualunque ora il Dio ti avrà mandato propiziagrata sume manu, neu dulcia differ in annum, coglila con mano grata, e non rimandare le gioie di anno in annout quocumque loco fueris vixisse libenter affinché in qualunque luogo tu sarai stato tu dica chete dicas. Nam si ratio et prudentia curas, hai vissuto volentieri. Infatti se ragione e saggezza ci tolgono le preoccupazioninon locus effusi late maris arbiter aufert, non il luogo che domina ampio tratto di mare,caelum, non animum, mutant qui trans mare currunt. il cielo, non l’animo mutano coloro che corrono oltre il mare.strenua nos exercet inertia; navibus atque Attiva ci agita l’inerzia, con navi equadrigis petimus bene vivere; quod petis, hic est, quadrighe cerchiamo di vivere bene; ciò che cerchi, qui è,est Ulubris, animus si te non deficit aequus. è a Ulubre, se non ti manca un animo sereno.