i bravi maestri n°2

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per topi! Trappola DELUDENTE RISULTATO ELETTORALE Salvatore Sirabella raccoglie a Casamic- ciola con l’MPA appe- na 719 voti. anno 1 - n° 2 giugno 2009 3ª settimana € 0,50 > chi possiede tutti i mezzi stabilisce tutti i fini < supplemento di informazione e formazione politica al periodico Ischiacity Trappola per topi! Domenico, non hai più alibi Assisteremo alla Provincia al film “I duellanti”... LA PUNGENTE ANALISI POLITICA FIRMATA DA PEPPINO BRANDI di Peppino Brandi [email protected] IL PALA...VELENI DI FORIO Una struttura proget- tata male, costruita peggio e nata già vec- chia. Qualcuno ancora s’illude, o peggio illude gli altri, di poter riaprire questa struttura senza creare un danno ancora più grave alla comunità La triste fine dell’Ischia Thermal Center LA NOSTRA INCHIESTA SUL PIU’ VECCHIO “CARROZZONE DI STATO” di Silvia Buchner [email protected] La triste storia dell’Ischia Termal Center ha troppi per- sonaggi (dei quali molti, mol- tissimi in malafede) per poter avere un lieto fine. Da un lato c’è una struttura con i suoi (attuali) 38 dipendenti, che avrebbe potuto (dovuto) essere il fiore all’occhiello del terma- lismo isolano; dall’altro c’è un susseguirsi di personaggi più o meno rapaci, i quali spesso ben lontani dai reali interessi dell’azienda l’hanno condotta per approssimazioni succes- sive nel baratro in cui oggi si trova, il più totale disastro economico ed organizzativo. Oggi, nonostante le promesse del primo cittadino in testa ed a seguire di vari assessori, consiglieri, dirigenti, capi- partito, capibastone, uscieri e millantatori, l’I.T.C. è sfratta- to, sommerso dai debiti, pri- vato delle concessioni, con il personale licenziato e… qual- cuno ancora si illude, o peggio illude gli altri, di poter riaprire questa struttura senza creare un danno ancora più grave a Giosi è andato sotto, nei con- fronti di Domenico, dapper- tutto tranne che ad Ischia. Ciò dimostra che l’elettorato delle isole è in larga parte orienta- to verso posizioni moderate di centro-destra e che avere in mano un’amministrazione paga. Mentre il primo ha im- pegnate tutte le sue energie su Ischia, battendo il territo- rio a tappeto, il secondo ha avuto la possibilità di tessere • A PAGINA 2 Benedetto Premio Ischia Il solito enorme caos contraddistingue l’organiz- zazione delle manifestazioni estive. “ARIDATECE LA SAGRA DELLA SALSICCIA” Nel tentativo, talvolta disperato, di spiegare agli isolani come re- almente stanno le cose ad Ischia, cercheremo di raccontare gli scenari e soprattutto i “retro-scenari” del Premio Ischia Interna- zionale di Giornalismo. Va subito detto che negli anni, tra ospiti e premiati, si sono avvicendati in gran quantità nomi di primis- simo piano del giornalismo nazionale ed internazionale, e tutto questo dovrebbe collocare, a rigore di logica (e perfino di diritto), il Premio nel novero delle manifestazioni culturali e di prestigio. Dovrebbe!... In realtà non è affatto così, poiché in buona sostanza questo even- to non è mai riuscito ad imbibire il pubblico di quella formazione intellettuale che certamente caratterizza i suoi ospiti, che però non hanno mai avuto occasione di ritrovarsi a contatto con il po- polo di Ischia. Questo poiché in fin dei conti si è sempre trattato solo di una sorta di passerella di vecchie cariatidi, boiardi di stato ed intellettuali assolutamente impermeabili a qualsiasi contatto e scambio di corrispondenze intellettive con gli autoctoni. Infatti, ad eccezione della serata di gala finale, i veri incontri con le elette menti di giornalisti e dotti a vario titolo, sono sempre avvenuti nelle private stanze di alberghi a cinque stelle, dove perloppiù è inibito l’accesso ai non addetti. Insomma la gente comune, anche se fosse interessata a tutto ciò, resta fuori. Altrettanto dicasi per eventuali documenti congressuali che naturalmente non vengono collazionati, fatta eccezione di una elegante brochure ‘mooolto’ patinata, zeppa di sponsor ed amenità varie, ad uso del trionfo della vanagloria degli organizzatori e dei premiati. Ma tutto ciò non ci sconvolge e neppure ci stupisce poiché, in Italia, i pre- mi, vuoi letterari, vuoi giornalistici, vuoi di lavoro all’uncinet- to, sono organizzati più o meno alla stessa maniera e con ugual valore! Ciò detto però dobbiamo anche aggiungere che l’amato Premio Ischia ha pur sempre l’Alto patrocinio della Presidenza della Repubblica (anni fa lo stesso Carlo Azeglio Ciampi ci ono- rò della sua visita) e quindi se questo fattore si coniuga con la tradizionale presenza della signora Milly Carlucci ecco dunque che nessuno, dico nessuno, potrà più osare dir nulla contro una manifestazione di cotanta spettacolarità! Ed è appunto sulla teatralità del Premio Ischia che soffermiamo la nostra attenzione: infatti ci appare assolutamente opportuno che ad Ischia si celebrino spettacoli del genere. Certo preferirem- mo che fossero di maggior valore impattante, ma se proprio non possiamo parlare di cultura in senso stretto cerchiamo almeno di preservare il lato scenico della vicenda e soprattutto l’incredibile spot pubblicitario che, senza ombra di dubbio, ne ricava l’imma- gine dell’Isola. Oggi, come ogni bambino sa bene, per promuovere un prodotto occorre un testimonial. Ecco dunque il vero, il solo, il grande significato di una kermesse come questa: abbiamo un magnifico gruppo di valorosi e validi testimonial che durante queste serate promuove, alto, il nome di Ischia nel Mondo. I viaggiatori che guardano le trasmissioni che documentano queste manifestazio- ni spesso vengono indotti a visitarne i luoghi. E per un’isola che vive di turismo questo è tutto! Ma è proprio sul luogo, che il premio Ischia comincia a scric- chiolare! Sì, perché a poco meno di un mese dall’evento ancora non s’è capito dove verrà fatta la manifestazione: Lacco Ameno oppure Ischia Porto? Il perché di tanta indecisione ha motiva- zioni complesse che sono rese ancor più dififcili da una fitta rete di antipatie incrociate, dissonanze politiche, miserabili invidie e interessi, talvolta opachi, che ne contraddistinguono la storia. Nessuna motivazione tuttavia, si interseca, a parer nostro, con gli interessi dell’Isola. Ma veniamo ai fatti. di Riccardo Sepe Visconti [email protected] • A PAGINA 3 • A PAGINA 7

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I Bravi Maestri N°2

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Page 1: I Bravi Maestri N°2

per topi!Trappola

DELUDENTE RISULTATOELETTORALE

Salvatore Sirabella raccoglie a Casamic-ciola con l’MPA appe-na 719 voti.

anno 1 - n° 2giugno 2009 3ª settimana€ 0,50

> chi possiede tutti i mezzi stabilisce tutti i fini <supplemento di

informazione e formazione politica al periodico Ischiacity

Trappolaper topi!

Domenico, non hai più alibiAssisteremo alla Provincia al film “I duellanti”...

LA PUNGENTE ANALISI POLITICA FIRMATA DA PEPPINO BRANDI

di Peppino Brandi [email protected]

IL PALA...VELENI DI FORIO

Una struttura proget-tata male, costruita peggio e nata già vec-chia.

Qualcuno ancora s’illude, o peggio illude gli altri, di poter riaprire questa struttura senza creare un danno ancora più grave alla comunità

La triste fine dell’Ischia Thermal Center

LA NOSTRA INCHIESTA SUL PIU’ VECCHIO “CARROZZONE DI STATO”

di Silvia Buchner [email protected]

La triste storia dell’Ischia Termal Center ha troppi per-sonaggi (dei quali molti, mol-tissimi in malafede) per poter avere un lieto fine. Da un lato c’è una struttura con i suoi (attuali) 38 dipendenti, che avrebbe potuto (dovuto) essere il fiore all’occhiello del terma-lismo isolano; dall’altro c’è un susseguirsi di personaggi più

o meno rapaci, i quali spesso ben lontani dai reali interessi dell’azienda l’hanno condotta per approssimazioni succes-sive nel baratro in cui oggi si trova, il più totale disastro economico ed organizzativo. Oggi, nonostante le promesse del primo cittadino in testa ed a seguire di vari assessori, consiglieri, dirigenti, capi-

partito, capibastone, uscieri e millantatori, l’I.T.C. è sfratta-to, sommerso dai debiti, pri-vato delle concessioni, con il personale licenziato e… qual-cuno ancora si illude, o peggio illude gli altri, di poter riaprire questa struttura senza creare un danno ancora più grave a

Giosi è andato sotto, nei con-fronti di Domenico, dapper-tutto tranne che ad Ischia. Ciò dimostra che l’elettorato delle isole è in larga parte orienta-to verso posizioni moderate di centro-destra e che avere in mano un’amministrazione paga. Mentre il primo ha im-pegnate tutte le sue energie su Ischia, battendo il territo-rio a tappeto, il secondo ha avuto la possibilità di tessere

• A PAGINA 2

Benedetto Premio IschiaIl solito enorme caos contraddistingue l’organiz-zazione delle manifestazioni estive.

“ARIDATECE LA SAGRA DELLA SALSICCIA”

Nel tentativo, talvolta disperato, di spiegare agli isolani come re-almente stanno le cose ad Ischia, cercheremo di raccontare gli scenari e soprattutto i “retro-scenari” del Premio Ischia Interna-zionale di Giornalismo. Va subito detto che negli anni, tra ospiti e premiati, si sono avvicendati in gran quantità nomi di primis-simo piano del giornalismo nazionale ed internazionale, e tutto questo dovrebbe collocare, a rigore di logica (e perfino di diritto), il Premio nel novero delle manifestazioni culturali e di prestigio. Dovrebbe!...In realtà non è affatto così, poiché in buona sostanza questo even-to non è mai riuscito ad imbibire il pubblico di quella formazione intellettuale che certamente caratterizza i suoi ospiti, che però non hanno mai avuto occasione di ritrovarsi a contatto con il po-polo di Ischia. Questo poiché in fin dei conti si è sempre trattato solo di una sorta di passerella di vecchie cariatidi, boiardi di stato ed intellettuali assolutamente impermeabili a qualsiasi contatto e scambio di corrispondenze intellettive con gli autoctoni. Infatti, ad eccezione della serata di gala finale, i veri incontri con le elette menti di giornalisti e dotti a vario titolo, sono sempre avvenuti nelle private stanze di alberghi a cinque stelle, dove perloppiù è inibito l’accesso ai non addetti. Insomma la gente comune, anche se fosse interessata a tutto ciò, resta fuori. Altrettanto dicasi per eventuali documenti congressuali che naturalmente non vengono collazionati, fatta eccezione di una elegante brochure ‘mooolto’ patinata, zeppa di sponsor ed amenità varie, ad uso del trionfo della vanagloria degli organizzatori e dei premiati. Ma tutto ciò non ci sconvolge e neppure ci stupisce poiché, in Italia, i pre-mi, vuoi letterari, vuoi giornalistici, vuoi di lavoro all’uncinet-to, sono organizzati più o meno alla stessa maniera e con ugual valore! Ciò detto però dobbiamo anche aggiungere che l’amato Premio Ischia ha pur sempre l’Alto patrocinio della Presidenza della Repubblica (anni fa lo stesso Carlo Azeglio Ciampi ci ono-rò della sua visita) e quindi se questo fattore si coniuga con la tradizionale presenza della signora Milly Carlucci ecco dunque che nessuno, dico nessuno, potrà più osare dir nulla contro una manifestazione di cotanta spettacolarità!Ed è appunto sulla teatralità del Premio Ischia che soffermiamo la nostra attenzione: infatti ci appare assolutamente opportuno che ad Ischia si celebrino spettacoli del genere. Certo preferirem-mo che fossero di maggior valore impattante, ma se proprio non possiamo parlare di cultura in senso stretto cerchiamo almeno di preservare il lato scenico della vicenda e soprattutto l’incredibile spot pubblicitario che, senza ombra di dubbio, ne ricava l’imma-gine dell’Isola.Oggi, come ogni bambino sa bene, per promuovere un prodotto occorre un testimonial. Ecco dunque il vero, il solo, il grande significato di una kermesse come questa: abbiamo un magnifico gruppo di valorosi e validi testimonial che durante queste serate promuove, alto, il nome di Ischia nel Mondo. I viaggiatori che guardano le trasmissioni che documentano queste manifestazio-ni spesso vengono indotti a visitarne i luoghi. E per un’isola che vive di turismo questo è tutto!Ma è proprio sul luogo, che il premio Ischia comincia a scric-chiolare! Sì, perché a poco meno di un mese dall’evento ancora non s’è capito dove verrà fatta la manifestazione: Lacco Ameno oppure Ischia Porto? Il perché di tanta indecisione ha motiva-zioni complesse che sono rese ancor più dififcili da una fitta rete di antipatie incrociate, dissonanze politiche, miserabili invidie e interessi, talvolta opachi, che ne contraddistinguono la storia. Nessuna motivazione tuttavia, si interseca, a parer nostro, con gli interessi dell’Isola. Ma veniamo ai fatti.

di Riccardo Sepe Visconti [email protected]

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Page 2: I Bravi Maestri N°2

2 | N°2 | Giugno 2009 3ª settimana

una ragnatela di rapporti tale da portarlo alla vittoria finale con un piazzamen-to nelle primissi-me posizioni tra i consiglieri eletti dal PDL. Si spiega così la debacle di Giosi su Forio dove il PD si è comple-tamente disimpe-gnato preferendo, Franco Regine e compagni, pensa-re più alla tenuta amministrativa che alla competizione elettorale. D’altro canto Franco non poteva fare altri-menti visto che Ga-etano Colella ha negli ultimi tempi deciso di correre in suo soccorso. La mancanza di lea-dership di Giosi emerge chiara a Barano dove pure l’ammini-strazione si dichiara di centro-sinistra, e dove il risultato non è per niente rispondente alla attese, come pure a Casamic-ciola, dove Giosi ha a lungo lavorato per la defenestrazio-ne di d’Ambrosio senza rac-cogliere il risultato sperato e, per converso, senza ottenere i larghi consensi attesi. Ordina-rie le perormances di Sirabella e Colella mentre largamente inferiore alle attese quella di Gino Di Meglio. D’altro can-to una campagna elettorale spara-gnina ha recato con sé anche un risparmio di con-sensi. Lo scenario politi-co è ricco di inco-gnite per Giosi che dovrà trascorrere molto tempo sul Comune per fron-teggiare le bordate che arriveranno e di cui già si av-vertono le avvisa-glie. Lo potrà fare t ranqui l lamente perché di tempo, per un consiglie-re provinciale di opposizione, ne avanza molto. Do-vrà recarsi a Napoli una volta alla settimana per firmare le presenze nelle commissioni, affidare ad uno speach-writer l’elaborazione di un articolo, di una interrogazione o di un intervento e potrà non fare

tardi la sera perché i consigli provinciali, come ha insegna-to il centro-sinistra negli anni passati, quando si celebrano hanno breve durata. Ma vel-

leitario e, soprattut-to, fortunato com’è Giosi può dedicarsi a stringere rap-porti ed alleanze per un futuro alla Regione, stilando una “pax socialis” all’interno della sua amministrazio-ne con la promessa di togliere quanto prima il disturbo. D’altra parte non è un mistero per nes-suno come Giosi sia più sopportato che condiviso ed

il suo modo di fare politica, ondivago e sfug-gente, lo ha porta-to ad una svolta di solitudine, dove il “grande occhio” gli dà contezza degli itinerari politico-amministrativi di consiglieri ed as-sessori. Un modo di amministrare oc-chiuto e sospettoso che ha definitiva-mente allontanato il comune d’Ischia da una po-sizione di capofila per passare a quella più comoda e meno responsabile di “tender”. Tutt’altro discorso per Dome-

nico, il quale non ha più alibi. Ha incassato un risul-tato ottimo in una campagna parti-colarmente dura all’interno della coalizione, e deve, quindi, dare rispo-ste agli innumere-voli problemi che attanagliano le due isole. Sul tappeto il problema degli istituti scolastici che hanno visto il completo disinte-resse della passata amministrazione provinciale, ma già il fatto di non avere tra i piedi l’acida assessore

Angela Cortese è un bel vede-re, con la irresponsabile deci-sione del comune di Ischia di disfarsi del Centro Polifunzio-nale attribuendolo alla Provin-cia. Una decisione fideistica, gli amministratori del nostro

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largamente in-feriore alle at-tese quella di Gino Di Meglio. D’altro canto una campa-gna elettorale s p a r a g n i n a ha recato con sé anche un risparmio di consensi

velleitario e, so-prattutto, fortu-nato com’è Giosi può dedicarsi a stringere rap-porti ed allean-ze per un futuro alla Regione, stilando una “pax socialis” all’interno della sua amministra-zione con la pro-messa di toglie-re quanto prima il disturbo

Comune sono degli apprezzati ellenisti, che postulava l’atte-sa del “deus ex machina” che, come nelle tragedie greche, calato sul proscenio con un macchinario di funi e carruco-le, metteva “tutto a posto”. Ma così non è stato. Alla Provincia non si intendevano di tragedie.Domenico deve fare la cosa più semplice del mondo: pre-sentare un progetto di demoli-zione e ricostruzione del liceo classico, non più a norma, con annesso scientifico finanziato con i tre milioni di euro appo-stati nel bilancio provinciale per il triennio 2008/2011 - in tutto nove milioni di euro. Un paio d’anni di difficoltà ma avremmo due istituti all’altez-za dei più moderni e funzio-nali della nostra Provincia. Il Polifunzionale ritornerebbe

al Comune, che avrebbe la facoltà di dimostrare come si gestisce un simile complesso che nella sua ‘polifunzionali-tà’ potrebbe dive-nire un autentico centro direzionale con l’allocazione all’interno di molti servizi, Municipio compreso.Sul piano politico il

compito di Domenico è arduo perché cade sulle sue spalle la responsabilità della costituzio-ne e del governo della grande area moderata. Un lavoro pa-ziente e lungo, fatto di inge-gneria politica ma anche, più modestamente, di potature ed innesti. Il parterre politico con cui ha a che fare è ormai se-colarizzato, tocca a lui creare l’entusiasmo dell’appartenen-za. Assisteremo alla Provin-cia al film “ I Duellanti” con Giosi e Domenico che hanno già da tempo, da veri protago-nisti, incrociato le lame? Forse sì, ma con una discriminante: sono entrambi uomini di go-verno ma uno dei due svolge-rà un ruolo contemplativo. E non lo vedo proprio nel ruolo di fraticello penitente. Giosi, ricordati della massima Evan-gelica “pulsate et aperietur vo-bis”. D’altro canto sarebbe un ritorno alla origini.

Giosi, ricordati della massi-ma Evange-lica “pulsate et aperietur vobis”. D’altro canto sarebbe un ritorno alla origini

Domenico, non hai più alibiLA PUNGENTE ANALISI POLITICA FIRMATA DA PEPPINO BRANDI

All’inizio dell’esperienza amministrativa fir-mata Giosi Ferrandino al Comune di Ischia, in tanti interpretarono quali meri giudizi di parte avversa le mie valutazioni sull’eccessiva etero-geneità della compagine vincitrice. A dire la ve-rità, quelle valutazioni furono ampiamente svi-scerate già nel corso della campagna elettorale; ma era tale la disparità d’immagine tra i due principali contendenti, unita alla disgregazione in cui versava il centrodestra grazie agli episodi ben noti a tutti, che pensare di risultare convin-centi nei confronti dell’elettorato apparve già a caldo un’autentica velleità.E’ altrettanto vero che oggi la disgregazione imperante nella maggioranza di Via Iasolino, in un certo qual modo, rappresenta una sor-ta di rivalutazione di quelle considerazioni: le stesse che imposero al centrodestra di rinun-ciare a certi alleati già protagonisti della caduta dell’Amministrazione Brandi e risultati deter-minanti con la loro lista nella schiacciante vit-toria del centrosinistra alle amministrative del 2007. Facendo nomi e cognomi, mi riferisco all’UDC di Carmine Bernardo, che oggi come allora, sta dimostrando la sua incapacità (o non volontà) di resistere a lungo all’interno di un gruppo dirigente, fino al punto da rischiare di doverne uscire ancora una volta, ma soprattut-to perdendo un consigliere e un assessore per strada, oggi allineati alle posizioni del sindaco e non a quelle del partito di appartenenza.Così come va ricordato che il primo biennio con Ferrandino al timone non è stato affatto caratterizzato da lunghi tempi di bonaccia. Le burrasche non sono mancate e, senza scendere troppo nel particolare, basta rammentare i ben tre rimpasti di Giunta, con l’avvicendamento di altrettanti vice-sindaci e il definitivo defene-stramento di eletti del calibro di Luigi Telese.Per dirla in breve, lo avevo detto: e non fui il solo! A Giosi Ferrandino, col quale ho avuto il piacere di disgelare dopo un anno e mezzo i rapporti di ordine personale aventi un quar-to di secolo di storia, ma che non inficiano la diversità politica che ci caratterizza attualmen-te, devo riconoscere un decisionismo fuori dal comune, un’ostinazione irrimediabile al punto da rischiare finanche la propria poltrona pur di perseguire un obiettivo. Al tempo stesso (e, cre-detemi, sono del tutto sobrio), ho letto un’affer-mazione di Carmine Bernardo riportata da que-sto Giornale che mi trova d’accordo: un buon sindaco deve trovare il coraggio di delegare, per non restare vittima di una politica accentratrice che prima o poi finirà per schiacciarlo; e questo vale per ogni genere di argomento, dalle opere pubbliche allo stato civile. Così come ha ragio-ne anche il mio amico consigliere Giuseppe Di Meglio, quando dice che l’ora del redde ratio-nem è arrivata e che Ferrandino dovrà presto rendere conto delle sue intenzioni ai consiglieri

che lo hanno fatto eleggere.Delle tre l’una: o Giosi è un autolesionista, op-pure è incapace di tenere il passo ad una realtà amministrativa totalmente diversa da quella casamicciolese, o ancora non intende delegare perché non si fida delle presunte (in)capacità della maggior parte dei suoi alleati.Sta di fatto, vi piaccia o no, che quest’ammini-strazione è andata definitivamente in barca (per usare un termine calcistico) e con largo anticipo rispetto a tante altre. Il periodo di calma appa-rente vissuto da Ferrandino e compagni dopo aver “imbarcato” Piricelli e Montagna e salvato in corner il rapporto con Giosué Mazzella è già terminato. E’chiaro a tutti, qualsiasi delle tre sia la risposta giusta, che subito dopo le elezioni, specie se il risultato ottenuto dall’attuale sin-daco non rispetterà le aspettative, ci potremmo trovare dinanzi ad una crisi conclamata e sen-za ritorno che a un Paese già troppo martoriato non gioverebbe affatto.Oggi Giosi è totalmente immerso in questa campagna elettorale; la stessa che cinque anni fa, come ho già avuto modo di scrivere in altre occasioni, sancì lo scisma definitivo tra Peppe Brandi e l’UDC e che, dopo meno di due anni, portò allo scioglimento di quell’Amministra-zione. Sono praticamente certo che dall’8 giu-gno egli dovrà cambiare molte cose, finanche la struttura di base di una compagine che fa acqua da ogni parte e i cui marinai non basta-no per quantità e qualità a tappare le tante falle venutesi a creare in così breve tempo. Ma per riuscirci, egli dovrà a mio avviso convincersi che è impossibile quanto inutile continuare un cammino così tortuoso con una gamba zoppa e l’altra finta, valutando con la massima serenità ed obiettività quei correttivi indispensabili per tentare finalmente un rilancio della sua azione amministrativa: una realtà, la sua, che oggi, verde pubblico a parte, vive esclusivamente di progettualità ereditate. E questo genere di pro-cesso non può e non deve passare per una sem-plice “campagna acquisti”, che storicamente si è sempre dimostrata un mero palliativo e che personalmente non mi trova disponibile.Tra sei mesi questa maggioranza sarà già a metà percorso: e se ci arriverà, ma soprattutto se Ferrandino intenderà rinfrescare la memoria agli ormai tantissimi cittadini che lo hanno già politicamente dimenticato o stanno per farlo, bisognerà che si dia da fare. Diversamente, non gli resterà che gettare la spugna.

Qualche giorno prima delle elezioni provinciali Conte ha formulato una previsione politica. Ora che conosciamo l’esito delle votazioni è ancora valida?

Quale futuro arride a Giosi?LA SPIETATA ANALISI POLITICA FIRMATA DA DAVIDE CONTE

di Davide Conte [email protected]

Sorridenti: il Sindaco d’Ischia Giosi Fer-randino e il consigliere Davide Conte

• Nella foto in basso

Un pacificato e paciocco Domenico De Siano

• Nella foto in alto

Ibm

Ibm

Page 3: I Bravi Maestri N°2

3Giugno 2009 3ª settimana | N°2 |

Sull’isola vince il centro-destra? Nella “rossa” (sic!) Forio non vince, stravince. All’ombra del Torrione vittoria schiacciante, chiara, inequivocabile e inappellabile dell’area “moderata” e filo governativa. In particolare del Popolo della libertà che fa il pieno di voti nella terra che vede da quasi un ventennio il governo locale saldamente nelle mani di ex socialisti e comunisti. Paradossi “furieni” già noti e collau-dati. Non è la prima volta. Forse non sarà nep-pure l’ultima. Mi spiego? È giusto?Si tratta, è vero, “solo” di elezioni europee e provinciali, ma, come altrove, il pensiero degli ‘addetti ai lavori’ è soprattutto per le possibili implicazioni sugli scenari comunali presenti e futuri. Terremoto politico? Crisi e dimissioni del sindaco? Macché! A rigor di logica, così dovrebbe essere. A rigor di logica… un Comu-ne guidato da un esponente del centro-sinistra, anzi del piddì, che vede le forze progressiste uscire con le ossa rotte dal voto, dovrebbe se-riamente prendere in considerazione l’ipotesi di elezioni anticipate. In realtà non assisteremo a nulla di tutto questo. A Forio stravince la “de-stra” e il piddino Regine se ne sta tranquillo e beato a godersi la poltrona. “In questo manico-mio, succedono cose da pazzi”, direbbe Totò… Più che un’analisi, ci vorrebbe la psicoanalisi…In effetti, a esultare per il risultato delle urne non c’è solo il manipolo degli ex camerati foria-ni di Alleanza Nazionale, tra i più caldi nel ca-rosello postelettorale inscenato dai sostenitori di De Siano, manco fosse la marcia su Roma… Gongola l’ex vicesindaco Nicola Nicolella, per l’occasione autista d’eccezione alla “sfilata”. Il forzista in fior, alleato con i social comunisti, rimasto isolato, è destinato a perdere (come pre-vedibile) la poltrona per andare ad abbracciare Trofa e Castagliuolo tra i banchi della minoran-za. Una scocciatura in meno per il primo cit-tadino (lui sì che gongola veramente…) che si toglie dai piedi un avvocato che parla troppo e troppo difficile. Esulta pure chi resta saldamen-te attaccato alla maggioranza, come l’ex dc di destra (o di sinistra? ma chi ci capisce niente?) Gianni Mattera. Anche lui “ha vinto” deciden-do di sostenere (tra una scogliera e l’altra) il PDL alle europee e De Siano alla Provincia... Mi spiego? È giusto?

Il resto dei consiglieri comunali di maggioran-za, specie alla Provincia, si è diviso tra Partito Democratico e soprattutto Rifondazione Comu-nista. Non è dunque casuale la scelta di Regine di stare alla finestra in questa campagna eletto-rale. Franco Regine, vista “la parata”, e dimo-strando un’audacia… (ma che dico?)…un “cuor di leone”… un esemplare sprezzo del perico-lo… una coerenza cristallina e… un commuo-vente attaccamento agli ideali e alla bandiera progressista, ha pensato bene di… defilarsi sin dalle prime ore della campagna elettorale. Mitico, cinico e scaltro. Soprattutto scaltro. Il primo cittadino appena ha annusato aria di di-sfatta per il PD ha preferito “saggiamente” non esporsi per evitare di peggiorare un dato politi-co che resta in ogni caso tutt’altro che rassicu-rante (se si votasse oggi). In realtà cosa avrebbe

potuto fare? Tra consiglieri che votano a destra e altri che si orientano per la sinistra radicale, ha pensato: “Scannatevi pure! Che me ne frega? Passerà anche questa buriana. Poi vedremo”. Intanto la sua “neutralità” ha placato gli ardo-ri del candidato di “Italiani nel Mondo” (!) alla provincia e leader (fino a poche settimane fa) della minoranza, Gaetano Colella. Non a caso le modifiche allo statuto con l’introduzione del settimo assessore e del presidente del consiglio comunale sono passate con il voto dei Colella boys. Mi spiego? È giusto? Forio è la terra dei tramonti d’oro, non dei “soli padani”, ma lo straordinario “fenomeno” forian-popolare Ga-etano Colella (ben 1300 preferenze per il “leone di Monterone) somiglia sempre più a Umberto Bossi. La differenza è che il buon Gaetanino non va oltre la “pianura foriana”. Ed è un dato di fatto da tener sempre presente. Dalla tempesta elettorale, ancora una volta, sembra quindi paradossalmente uscire raffor-zato lo “sconfitto” Franco Regine. La manovra di accerchiamento tentata contro di lui sembra al momento non andare in porto. In un’ottica di regolamento di conti interno e di vangatura del terreno in prospettiva futura, molti consiglieri hanno infatti appoggiato il candidato “falce e martello” Franco Monti, l’unico capace di ag-gregare a sinistra in funzione antireginiana e tra i più delusi per il risultato. Gli 800 e rot-ti voti ottenuti dall’ex sindaco demoproletario sono pochini se pensiamo che in suo favore si sono mossi Nino Savio (autentica rivelazione alle scorse amministrative con oltre 400 prefe-renze), gli assessori Mena Amalfitano e Nello Di Maio, il consigliere Mario Iacono “Tramon-tana” e i candidati della lista “Insieme per cre-

E Regine sta alla finestra...Inequivocabile bocciatura per il centro sinistra e l’attuale amministrazione comunale di Forio

LA BEFFARDA ANALISI POLITICA FIRMATA DA LUCIANO CASTALDI

di Luciano Castaldi [email protected]

scere” Gioacchino Migliaccio (primo dei non eletti ed ex assessore al commercio) e Maria Grazia Di Meglio. In realtà Franco Monti, che si proponeva (e non penso che abbia rinunciato) di creare le basi per l’alternativa a Regine, oltre alla crisi della sinistra, paga soprattutto il calo di popolarità e di consensi dell’amministrazio-ne comunale in carica. Insomma la sua strate-gia di lotta (contro il sindaco) e di “governo” (utilizzando i soliti mezzucci del sotto potere comunale) non ha pagato. Non si può fare tutto. Mi spiego? È giusto? Tant’è. Ecco le ragioni per cui il “fenomeno” extraforiano Giosi Ferrandino, dopo aver evi-tato di passare per “mezzo Lacco Ameno”, si è fermato sulla discesa di Cavallaro. È finita la benzina e la “lattina” di voti giunta in suo soccorso dai giovani consiglieri “democratici” Michelangelo Morgera, Michele Calise, Nicola Monti e Mario Russo non è bastata (e si è visto). In realtà anche questi ultimi non è che si siano ammazzati di lavoro. Infondo è sempre meglio non “esporsi” troppo e mantenere le mani libe-re. Non si sa mai. Visto il “vento nuovo” si po-trebbe anche decidere di passare armi e bagagli dall’altra parte…Tra i “piccoli” che rischiavano lo stritolamento, da segnalare la buona tenuta del candidato ud-dicì Gino Di Meglio e di Salvatore Sirabella del MPA. Scarsa invece “la messe” per il sindaco socialista di Serrara Fontana Cesare Mattera. Nello schieramento “tradizionalmente ostile” a Regine (beh, si fa per dire: Trofa fino a po-chi mesi fa era suo alleato, Nicolella è stato il più votato nella lista “Insieme per crescere” e Colella è sempre… Colella, cioè… molto… im-prevedibile), si stappano bottiglie di spumante per il risultato europeo e provinciale. Poi però quando si tratta di abbozzare un minimo di strategia in funzione amministrativa iniziano i casini. Al di là di tutto è infatti evidente come i foriani abbiano voluto premiare l’azione del governo Berlusconi. Il “piano Casa” e il suc-cesso dell’operazione sui rifiuti a Napoli sono due argomenti che da soli, valgono ogni altra spiegazione. Dall’altro lato resta inequivocabi-le la bocciatura per il centro-sinistra e per l’at-tuale amministrazione comunale. Tuttavia non si vota domani e quindi c’è tempo di cambiare idea nuovamente, soprattutto perché, sull’altra sponda, non si è ancora in grado di proporre un’alternativa credibile ed affidabile sul piano locale. Se i così detti uomini politici cambiano un partito al mese, non si capisce perché ci si dovrebbe sorprendere nel caso in cui Forio tor-nasse a riporre la propria fiducia nell’ammini-strazione in carica. Il PDL pensa di affrontare così il prossimo fu-turo: Nicolella candidato sindaco, Trofa con in mano il simbolo berluschino e i “vice coordi-namenti” di Forio centro e della frazione Panza affidato con reciproca soddisfazione agli ex di AN. Insomma, il centro-sinistra è morto? Franco Monti non decolla? Lunga vita alla “sindacatu-ra” di Franco Regine (non è un augurio, ma solo una constatazione)! Mi spiego? È giusto?

Tutto ha origine dalla rottura tra il vecchio presidente onorario del Pre-mio Biagio Agnes ed i fratelli Be-nedetto ed Elio Valentino che, stan-chi delle angherie del vecchio e dei capricci irritanti della di lui figlia Simona, hanno, non senza sbattere la porta, celebrato il divorzio. Eli-minato Agnes (che in passato fu un potentissimo presidente RAI e che negli anni ha mantenuto intatta la sua influenza in ambito sia politico che radio-televisivo), sono spariti con lui una lunga serie di privilegi e tratta-menti preferenziali elargiti dalla RAI agli organizzatori del Premio. La TV di Stato, trovandosi per giunta in un momento di ristrettezze di bilancio, vuoi per motivi economici, vuoi per la sopravvenuta assenza di Biagione santo protettore, decide di dimezza-re – dico dimezzare! – il bilancio dei “poveri” Benedetto ed Elio. A questo punto, ai nostri eroi non resta che fare buon viso a cattivo gioco e cercare disperatamente di risparmiare tutto il

risparmiabile. Ecco allora, che il ri-proporsi sulla scena di vecchie ruggi-ni, come quelle che contraddistinguo-no il rapporto tra il vicesindaco Luigi Boccanfuso ed i Valentino, unito alla più granitica insensibilità culturale che contraddistingue la Giunta del comune di Ischia, finiscono per costi-tuire un mix micidiale per la soprav-vivenza di questa manifestazione. Ferrandino & Co. hanno sempre di-mostrato scarsissima attenzione sia sul fronte della comunicazione che, ahimé, su quello culturale ed a nulla sono valsi negli anni i nostri ingenui tentativi di renderli, anche solo di un soffio, un po’ più sensibili a questi ar-gomenti. Il niet dei ferrandiniani in tal senso è sempre stato assoluto! Ora, per quanto questo premio, come già detto, ci lasci perplessi sotto il profilo culturale e quindi dei conte-nuti, ci convince altresì sotto quello dell’impatto mediatico e promozio-nale. Vedere in RAI una passerella di ‘papaveroni’ in grisaglia e belle

soubrette sfilare ai piedi del castello Aragonese, è pur sempre un ottimo spot pubblicitario per l’isola. Ed è per questo che abbiamo brigato ac-coratamente affinché i desiderata dei Valentino trovino giusta accoglienza presso le stanze di via Iasolino. Cer-to, sarebbe bello se anche un pezzetto della popolazione locale (ischitani e turisti in transito) potesse godere re-almente della presenza di queste elet-te menti del giornalismo internazio-nale, ma è pur vero che in mancanza di contaminazione intellettuale, è per tutti noi vantaggioso che questa gente, per quanto ci ignori, si faccia vedere dalle nostre parti. Qualcuno , magari, potrebbe pensare che non si siano trovati qui per caso!... A Capri, non accade forse lo stesso? Così spe-riamo (ardentemente) che Boccanfu-so attinga alla sua intelligenza (che noi gli riconosciamo ampia), ricusan-do le sue antipatie e si decida ad esse-re un po’ meno taccagno e permetta a Benedetto ed Elio di guadagnarsi

Benedetto Premio Ischia • DA PAGINA 1

un meritato “tozzo di pane” in nome degli alti interessi dell’isola, del gior-nalismo, della scienza degli intelletti e di tutti noi. (E con buona pace del presidente della Repubblica e di Mil-ly Carlucci…).

Nel salottino del Regina Isabel-la discutono il celebre scrittore isdraeliano David Grossmanil direttore de La Reppublica Ezio Mauro e il past president del Premio Biagio Agnes

• Nella foto in basso

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4 | N°2 | Giugno 2009 3ª settimana

A pochi giorni dall’inizio delle premiazioni è ancora sconosciuta la location dell’evento

IL PATRON DEL PREMIO ISCHIA BENEDETTO VALENTINO RISPONDE ALLE NOSTRE DOMANDE SUI SUOI MOLTI DUBBI

La vignetta di

Bond

Premio Ischia: molti dubbi, poche certezze

di Riccardo Sepe Visconti [email protected]

Quali sono le novità del premio Ischia Inter-nazionale di Giornalismo 2009?Il sodalizio, durato molti anni, con Biagio Agnes si è interrotto e abbiamo organizzato la XXX edizione da soli, modificando il format. Qual è il vostro budget e di quali finanziamenti godete?Lo scorso anno il fatturato è stato circa 800mila euro, di cui la Regione ha dato 50mila euro, il resto è tutto privato; il contributo del comune di Ischia di altri 50mila era per l’allestimento del palco e per la logistica sul posto.Perché parla al passato? Quest’anno c’è stata una riduzione del con-tributo?Sì, del 60%. Inoltre, abbiamo avuto un decur-tamento dei contributi totali del 50%, per cui si scende a 400mila euro di fatturato. Inoltre, abbiamo perso il contributo per i diritti di ri-presa che ci pagava la RAI, che non darà più le telecamere e le luci bianche e rosse.Questo potrebbe essere un effetto della fuo-riuscita di Agnes dal Premio?No, perché lui ha dato vita ad un’altra iniziativa ad Amalfi che riceve dalla TV di Stato il nostro stesso trattamento. La RAI per risparmiare ha introdotto un nuovo regolamento per cui chiun-que voglia andare in RAI deve pagare 50mila euro, noi come Fondazione abbiamo la messa in onda gratuita ma tutte le spese sono a nostro carico.Avete perso la diretta televi-siva che speravate di ottenere in occasione del trentennale del Premio: di chi è la colpa?Sicuramente il divorzio con Agnes ci ha dato dei proble-mi, poi c’è la crisi generale che ha reso difficilissimo trovare sponsor privati disposti ad in-vestire su un prodotto come il nostro.Negli scorsi anni l’accordo con il comune di Ischia pre-vedeva che l’allestimento del palco venisse affidato ai fratelli Irace e che il palco venisse poi utilizzato anche per la concomitante festa di S. Anna.Questo sistema è venuto meno nel momento in cui non ho più bisogno delle grandi strutture che mi richiedeva la RAI. E tutto ciò aumentando il numero delle se-rate?Infatti. Ora, portare a Ischia Ponte il Premio ci costa molto, per tutte le spese per la sicurezza, per il trasferimento degli ospiti, mentre in una struttura come il Negombo tutto è già a norma e pago un fitto di10mila euro per 3 giorni. Il Comune dà 35mila euro e non più 50mila, con l’impegno di chiamare Irace.

No, il nome di Irace non l’ho fatto io; sicura-mente i costi sono maggiori di 35mila euro per avere tutto l’allestimento a norma, e quindi pre-ferisco andare al Negombo. Ma con questa op-zione perdiamo l’immagine più forte dell’isola,

il Castello Aragonese e poiché mi preme di mantenere il col-legamento tra il Castello con il suo alto valore simbolico e il premio Ischia, ho ritenuto di dover parlare con l’Ammini-strazione. Ma per questioni di budget il Premio si terrà a Lac-co Ameno, o Ischia può far qualcosa per cambiare que-

sto programma?Qui non siamo al mercato delle vacche, ma le dico che Agnes dal comune di Amalfi ha avuto 100mila euro. Capisco i problemi finanziari del comune di Ischia, come di Lacco Ameno, tutta-via si devono aver chiare le priorità.Cosa può fare Ferrandino per poter trattene-re il Premio Valentino a Ischia?Voglio il palco, le sedie, i camerini e le struttu-re, interamente pagati da loro.E 35mila euro non bastano?No, a meno che non riusciamo ad affiancare un altro sponsor privato che copre i costi che resta-no fuori. Io devo solo badare a raggiungere il mio obiettivo, cioè realizzare il miglior Premio possibile. Negli scorsi anni, quando non c’erano problemi economici la Fondazione pagava tutte le spese extra, quest’anno non è più possibile

farlo, se non per cifre minime.Pensa che il Comune di Ischia farà scelte tali da consentirvi di tenere qui il Premio? E poi, parliamo del Sindaco in persona o dei suoi assessori?Io parlo con il Sindaco, non con gli assessori.Che opinione si è fatto dell’at-tuale conduzione dell’asses-sorato alla Cultura a Ischia, tenuto dal vicesindaco Boc-canfuso? Hanno sensibilità

per questi temi, hanno interesse per la cul-tura?E’ pubblicamente noto che non ho simpatia per il vicesindaco Boccanfuso. Tuttavia i sentimen-ti personali non devono essere messi in gioco

rispetto ad un ruolo istituzionale. Certo, da quello che vedo, posto che faccio promozione turistica da trent’anni, posso dire che lui non è adeguato a quel ruolo. Ci spieghi perché Boccanfu-so crea problemi.Abbiamo avuto uno scambio di lettere molto chiare, in cui ho chiesto la legalità applica-ta a tutte le manifestazioni. Da febbraio abbiamo fatto continue riunioni in presenza dell’assessore Pinto, chiamato dal Sindaco e non da me. Ebbene, non abbiamo avuto rispo-ste. Inoltre, non abbiamo avuto una sola camera in omaggio da nessun albergatorePerò il proprietario del Regina Isabella, Giancarlo Carriero, le ha fatto condizioni ottime.

E’ vero e tuttavia lui ha spese di personale al-tissime, per cui comunque il Regina Isabella

costa 3 volte il listino di altri 5 stelle. La voce ospitalità incide moltissimo nel nostro budget, posto che arrivano 500 ospiti. Per riuscire a risolvere la cosa l’isola deve necessariamente fare sistema fra Amministra-zioni e imprenditori, per aiu-tare iniziative come il Premio se si riconosce la sua validità promozionale dell’immagine

di Ischia. Se loro ritengono che hanno maggior valore di immagine le feste di quartiere, allora finanzino quelle! Mi sembra di essere sufficien-temente chiaro.

Ho ritenuto di dover par-lare con l’Amministra-zione, poiché mi preme di mantenere il collega-mento tra il Castello con il suo alto valore simbo-lico e il premio Ischia

Abbiamo avuto un decur-tamento dei contributi totali del 50% e abbiamo perso il contributo per i diritti di ripresa che ci pagava la RAI

E’ pubblicamente noto che non ho simpatia per il vicesindaco Boccan-fuso e posso dire che lui non è adeguato a quel ruolo

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5Giugno 2009 3ª settimana | N°2 |

Cultura o non Cultura?Intervista-duello in bilico tra provocazioni e rimproveri

I DUBBI AMLETICI DEL CONSIGLIERE PIERO D’AMBRA

di Riccardo Sepe Visconti [email protected]

Quali scelte ha fatto questa Am-ministrazione per il settore di sua pertinenza, turismo e cultura?Meno manifestazione ma di qualità, passare da manifestazioni di intrat-tenimento a manifestazioni di richia-mo, cioè eventi che riescano anche ad attirare a Ischia un determinato target di turisti. Inoltre dobbiamo dare con-tinuità agli eventi, perché è il primo passo per renderli di richiamo.A luglio si terranno due manifesta-zioni di rilievo, il premio Interna-zionale di Giornalismo ed il Global Film Festival, ma temo che non ci sia alcun tipo di collaborazione pronta con entrambi, ricordo che il Global Fest porta nell’isola attori di primissimo livello.Sono d’accordo con lei, ma non vor-rei che si cadesse in un errore clamo-roso: l’ente pubblico, il Comune non è un organizzatore di manifestazioni.Certo, ma deve dare assistenza, au-torizzazioni, che negli anni scorsi sono stati negati, salvo rilasciarli 3 giorni prima della data prestabili-ta…Non è vero. Quest’anno noi abbiamo volutamente lasciato libere le date dell’Ischia Global, date che abbiamo ricavato dal loto sito perché l’organiz-zazione non ci ha comunicato nulla di ufficiale. E’ fin troppo evidente che il Global Fest sia LA manifestazione della stagione, come è innegabile che tutti si siano prodigati affinché riuscisse, anche quando Pascal Vi-cedomini ci ha fatto montare palchi e chiamare service che non ha utiliz-zato. Le disfunzioni sembrano ine-vitabili, ma non dobbiamo sottacere che questa manifestazione che pren-de un contributo molto ingente dalla regione Campania non può chiedere lo stesso importo ad un Comune che ha un capitolo su questo settore con risorse risicatissime. Noi abbiamo sempre fatto quello che potevamo in termini di permessi ed assistenza, ma un Comune non è organizzato per realizzare un evento o dare assisten-za logistica sapendolo 3 giorni pri-ma, visto che gli uffici hanno i loro orari ed i loro tempi. Personalmente quando Vicedomini mi ha chiamato sono sempre corso perché ritengo questa occasione troppo importante, ma quest’anno non ho ancora avuto contatti con il Global Fest.Io l’ho detto al sindaco Ferrandino ed a Lello Pilato per il quale un po’ di tempo fa ho anche organizzato un incontro con Giancarlo Carriero (Ndr. L’intervista è stata rilasciata il 4 giugno, il 6 il consigliere Pilato si è incontrato con l’organizzatore del Global Fest, Vicemomini).Ma qui si tratta di una pubblica am-ministrazione, lei a che titolo ha par-lato con loro?Come giornalista che ha un maga-zine che segue gli eventi che si ten-gono nell’isola. Vedo sciatteria o impermeabilità da parte vostra.Non è così, io sono fra i promotori di diverse iniziative volte a riuscire ad ottenere una gestione intercomunale che coinvolga tutta l’isola della sta-gione di manifestazioni, molto spes-so poi queste iniziative si infrangono sugli equivoci o sulle incapacità degli uomini, ma io persevero in questa di-rezione. Sono tre anni che noi stiamo

subendo per es. da parte di Lacco Ameno una impossibilità di dialogo, perché l’univocità del messaggio che Ischia deve mandare all’esterno, non può passare attraverso la duplicazio-ne sistematica delle manifestazioni purtroppo negli ultimi 3-4 anni si sono messi su questa strada e per me è una grande ferita (ndr. D’Ambra si riferisce alle manifestazioni di jazz, cinema e giornalismo che in parte si celebrano o si sarebbero dovute cele-brare sia a Ischia che a Lacco Ame-no).Visto che parliamo di Lacco Ame-no, allora entriamo nel merito del premio Internazionale di Giornali-smo che quest’anno sembra che si terrà a Lacco. Sembra che Valen-tino abbia dettato condizioni un po’ dure, chiedendo un contributo economico che il Comune non può dare.Sì, perché quest’anno ha perso il contributo regionale, che essendo attinto dai POR (ndr Piani Opera-

tivi Regionali) si doveva richiedere come Comune o come EPT, cosa che lui evidentemente non ha voluto fare per timore di perdere la titolarità del Premio e quindi non ha presentato domanda.Quanto ha chiesto al comune di Ischia?50mila euro che è quanto ha preso lo scorso anno, quando nel nostro bilan-cio c’era un capitolo apposito per il Premio, quest’anno quando il consi-glio comunale ha votato il bilancio, c’erano anche i consiglieri che adesso strepitano rispetto a questa storia, hanno esaminato un bilancio in cui questo capitolo di spesa era stato soppresso, evidentemente la cosa è passata inosservata. Adesso i fondi eventuali per il Premio vanno attinti dal capitolo ordinario.Perché la voce di spesa è stata eli-minata?Perché è uno dei tagli che si è deciso di operare.Le sembra una buona scelta?No, ma io rappresento un ventesimo del consiglio comunale.Temo che la stessa cosa possa acca-dere con il Global Fest ed è grave, rischiamo di perdere le due ma-

nifestazioni più importanti, che possono rientrare tra quelle che in-tercettano turismo, secondo il con-cetto espresso prima da lei.Per il momento sono solo eventi di intrattenimento.Ma il Premio di Giornalismo va in onda sui canali RAI.Abbiamo chiesto a Benedetto Valen-tino di dirci quando sarebbe andato in onda ma non lo sappiamo ancora, mentre sono cose da discutere un anno prima. Comunque quando si di-scute di queste cose mi sembra di es-sere “quelli che ballano sul Titanic” nel senso che i problemi di Ischia sono ben altri. Secondo me uno dei problemi più grandi di quest’isola sia la contrapposizione a tutti i livelli, la parcellizzazione degli interessi, men-tre io sono per un lavoro unitario, ep-pure vengo intervistato come persona di parte. Mi risulta che l’assessore al turismo Luigi Boccanfuso abbia già risposto a Valentino proponendogli un contributo di 20mila euro. Lui

dice che andrà a Lacco a costo zero, mi chiedo perché non può rimanere qui a costo zero.Perché il Negombo gli mette a di-sposizione una struttura già a nor-ma e quindi si risparmia su quella voce di spese. Premesso che Va-lentino è sensibile al denaro e ha una sua azienda che fattura e deve guadagnare, cercherei al posto del comune di Ischia di tenermelo co-munque stretto. Nessuno discute l’importanza del Premio, anche se forse la formula va svecchiata. Tuttavia non capisco perché un Comune e solo quello di Ischia deve dare un contributo e gli altri cinque no, anzi loro vengono usati per stanare il comune di Ischia, e non capisco perché sempre l’am-ministratore deve piegare la testa ed essere accondiscendente, senza poter sapere che budget ha l’evento, di che tipo di assistenza ha bisogno e non si possono negoziare le condizioni della collaborazioni. Con Valentino si viene messi sempre davanti ad un aut aut.E’ vero, con lui come con Vicedo-mini si finisce muro contro muro: ma vorrei che mediaste con loro

per trovare delle soluzioni, perché io come cittadino di Ischia vorrei che l’immagine del Castello fosse lo sfondo della serata anche quest’an-no e lo stesso vale per il Global Fest.Uno dei grandi problemi che afflig-ge gli enti pubblici è la lentezza e la burocrazia: ci sono dei tempi da ri-spettare quando si ha a che fare con la pubblica amministrazione che le cose ad horas non le può fare.Per onestà, devo dirle che lei non mi ha convinto.Le auguro un giorno di fare l’espe-rienza del pubblico amministratore.La prendo in giro se le dico che mi ha convinto.Non parlo così per convincerla, le sto riferendo la mia esperienza: il Comu-ne non può dare una collaborazione logistica se richiesta in tempi troppo stretti, chi se lo attende non conosce i meccanismi dell’ente pubblico.Così facendo, condannate a sposta-re tutto al Negombo!Io dico che le manifestazioni vanno organizzate per tempo.Ma se io ho fatto in modo che l’am-ministrazione e Carriero si incon-trassero!Lei ha l’idea dell’ente pubblico come di una persona incontrata nel bar: sic-come ha incontrato il Sindaco e gli ha comunicato una certa cosa, pensa che il meccanismo si metta in moto, ma non è così.Ma va là! Quando volete essere rapidi, ci riuscite: ne è un esempio piazzetta S. Girolamo, realizzata in otto mesi… Poi quando le cose non le si vuole fare si tira in mezzo

la burocrazia!Mi dica lei quali sono le figure che dovrebbero occuparsi dei palchi e della logistica, sapendolo 36 ore pri-ma, questa è l’esperienza che ho avu-to negli ultimi anni con l’organizza-zione dell’Ischia Global Fest.Forse sarebbe meglio che il Comu-ne offrisse per primo una forma di collaborazione, mettendo loro in condizione di accettare o meno.Non si può perché il Comune non è

in grado di organizzare nulla: devo valutare la situazione e se sono in grado come Ente di dare assistenza, lo faccio, altrimenti va male e vengo attaccato.Ma ai tempi di Brandi sindaco, con Davide Conte prima assessore al turismo e poi agli affari generali, il Comune riusciva ad organizzare...Il problema non è il patrocinio ma la preparazione materiale di un evento con le strutture comunali e questo in tempi ristretti non si può fare. Come Comune ho sostenuto la realizzazio-ne del Talento di Mr. Ripley quando ero assessore al turismo, ma la rea-lizzazione è stata della Paramount, ugualmente mentre ero assessore sono state girate sette trasmissioni televisive a Ischia, ma le hanno fatte RAI e Mediaset: come Comune pos-so dare un contributo economico, i permessi, l’allaccio di fornitura elet-trica straordinaria, se avvisato per tempo, ma le manifestazioni devono organizzarle i privati, associazioni o aziende qualificate per farlo. Anche se avessi denaro e personale in più, non lo destinerei ad un servizio del genere, piuttosto creerei una squadra che quotidianamente si occupi di ri-solvere disservizi e fare manutenzio-ne sul territorio.Naturalmente la manutenzione è essenziale, ma trattandosi di un paese turistico, ci deve essere an-che un’offerta di intrattenimento, altrimenti il paese sarà bellissimo ma noioso.Su questo sono d’accordo, ma il Co-mune non può realizzare manifesta-zioni in concorrenza con i privati.Tuttavia il veglione di capodanno lo organizza il Comune!Perché non si può fare diversamente. Ma l’Ischia Global è molto più im-portante.Mi rendo conto che lei sta interpre-tando un ruolo che deve fare a tutti i costi: vuole che le dia ragione? Lo faccio! Ma lei è convinto di quel che dice? Che il Comune possa fare anche l’organizzatore di eventi?! Seguire le esigenze di organizzatori e direttori artistici come Pascal Vicemomini per la struttura comunale è impossibile.Conosco come opera Vicedomini: lui chiede un contributo che, per quanto elevato, ripaga fino in fondo la spesa. Ma il Comune risponde di non avere denaro.Perché non ce l’ha.Questo è da vedere…Ma lei è veramente scemo! Il comune di Ischia ha un bilancio risicatissimo che gli consente di dedicare al turi-smo non più di 100mila euro, ed è già molto.

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6 | N°2 | Giugno 2009 3ª settimana

I problemi economici degli organizzatori non possono ricadere sulle casse comunali

Benedetto, Pascal e Sant’Anna: il destino li unisce

IL VICESINDACO DI ISCHIA BOCCANFUSO DETTA LE REGOLE PER GLI INTERVENTI DELL’AMMINISTRAZIONE IN TEMA DI EVENTI

Lo stesso Benedetto Valenti-no, patron del Premio Ischia internazionale di giornali-smo, ci ha detto in intervista che non c’è simpatia fra voi due. So che lei aveva propo-sto un contributo di 20mila euro mentre la sua richiesta era molto mag-giore.Non mi voglio esprimere su una valutazione personale com’è quella sulla sim-patia fra due persone, perché un pubblico amministratore non può operare in funzione di questo.Può accadere in un paese che due persone non ‘ si prenda-no’.Non in questo caso, e comun-que difficilmente mi faccio condizionare da questo tipo di sentimenti. Invece mi preme di chiarire una volta e per tut-ta la “querelle Premio Ischia di giornalismo”, facendo rife-rimento ai documenti ufficiali e non a chiacchiere ed insi-nuazioni. Gli organizzatori del Premio hanno protocollato già da quest’inverno richieste di patrocinio e di contributi al comune di Ischia, che non si è potuto esprimere fino a pochi giorni fa, perché non era stato ancora approvato il bilancio di previsione per il 2010 e tutti sanno che senza questo strumento non si pos-sono fare delibere, non essen-doci ancora le disponibilità sui vari capitoli di bilancio. Dopo l’approvazione del bilancio mi sono incontrato con Benedetto Valentino, che in preceden-za aveva fatto tutta una serie di pressioni, rivolgendosi ad altri amministratori e anche a persone estranee all’ammi-nistrazione. Come assessore al turismo gli ho detto che il bilancio approvato non preve-deva espressamente un contri-buto per la sua manifestazione e che bisognava eventualmen-te attingere dal capitolo finan-ziario del turi-smo e che non si poteva soddi-sfare la richie-sta nella misura richiesta da lui, perché io per il mio assessorato e tutta l’Ammi-nistrazione sta-vamo ispirando la nostra condotta al criterio dell’austerità. E in ogni caso la condizione indispensabile per erogare un contributo, come era accaduto negli ultimi 10 anni, era di prevedere l’as-sistenza logistica al Premio in maniera sinergica all’altra manifestazione che si svolge sempre a luglio Ischia Ponte, vale a dire la festa di S. Anna.

Ci spiega i termini della col-laborazione chiesta dagli or-ganizzatori del Premio a voi come Amministrazione?Il contributo richiestoci da Valentino era finalizzato esclusivamente all’organizza-

zione logistica dell’evento, vale a dire la rea-lizzazione del palco e dei suoi annessi. Negli anni scorsi ac-cadeva che lui si rivolgeva a chi aveva avuto l’incarico di al-lestire il palco per la festa di S. Anna, vale

a dire i fratelli Irace, che gli facevano un prezzo che tene-va conto del fatto che quelle strutture erano usate per più di una manifestazione, patro-cinata o meno dal Comune. Come assessore ho il dovere di assecondare, visto il ritorno di immagine che questi eventi danno, richieste finalizzate a finanziare la logistica, ma non ho alcun dovere di favorire eventuali tentativi di guada-gnarci sopra e se altri prima di me lo hanno fatto io non ho intenzione di continuare con questo malcostume. Con questo non dico che Valentino vuole guadagnare qualcosa, ma che il comune di Ischia ha il dovere di fare in modo che la manifestazione resti sul suo territorio, anche elargendo contributi, ma non ha l’obbli-go, e devo dire neanche la fa-coltà, di concedere di più.Lei sa che quest’anno il Pre-mio ha un budget più che di-mezzato?Questo non è un nostro pro-blema; può darsi che negli anni scorsi lo avesse gonfiato e non per questo ha rinunciato al contributo dell’amministra-zione.Ho sentito dire dallo stesso Benedetto Valentino appe-na pochissimi giorni prima delle elezioni che grazie ad un accordo con il Sindaco il Premio si sarebbe tenuto a

Ischia. E’ così?Credo che la persona che ab-bia le idee più confuse sia pro-prio Valentino, perché lui dopo il nostro incon-tro, quando si rese conto che non avremmo

dato i contributi nella stessa misura degli anni precedenti (ndr. 50mila euro), fece per-venire una lettera con tanto di protocollo in cui accettava una decurtazione.A 35mila euro?Sì, anche se questa cifra io non l’ho mai fatta, lui l’ha dedotta dal mio ragionamento. Il gior-no successivo, però, pubblicò

su Il Golfo un comunicato in cui si informava che il Premio Ischia si sarebbe tenuto a Lac-co Ameno, tanto è vero che molti politici dell’opposizione avevano iniziato una specu-lazione su questa perdita, ac-cusando l’Amministrazione di non aver saputo o voluto gestirla. Sempre Valentino si è servito di alcuni mediatori che hanno tentato di convin-cere il Sindaco a finanziare il Premio, si tratta di personag-gi anche piuttosto equivoci; a quel punto il Sindaco mi ha chiesto di rivalutare la cosa. Intanto l’Amministrazione è stata distratta da altri eventi molto delicati e ad oggi, one-stamente, io non sono in grado di dire cosa accadrà.Faccia una previsione.Credo che il Premio si terrà ad Ischia perché Valentino non ha avuto alcun tipo di assicu-razione da parte degli ammi-nistratori di Lacco e del pro-prietario del Negombo (ndr. Dove, in alternativa a Ischia, si sarebbe dovuto tenere il Premio). Io dovrò approntare gli atti guardando sia al ritor-no di immagine che il Premio dà al Comune sia alle esigen-ze di non sperperare il denaro pubblico.E’ possibile che si prendano tre piccioni con una fava, vale a dire il Premio, il Glo-bal Film Fest e la festa di S. Anna?La mia idea è proprio questa. Voglio indire una gara di ap-palto per la realizzazione delle strutture necessarie a queste 3 manifestazioni (palchi per premio Ischia e Global Fest, tribuna e palco a mare per la festa di S. Anna).Quindi il Comune tiene un rapporto diretto con la dit-ta che realizza le strutture e queste ultime sono il vostro contributo?Sì, è così. Eventualmente po-tremo valutare anche la possi-bilità di dare qualcosa in più ma su questo ci riserviamo di decidere.E’ stata appena completa-ta piazza S. Girolamo che è molto funzionale sia ad ospitare il Premio di gior-nalismo, come mi ha detto lo stesso Valentino, che il Glo-bal Fest, ma certo la festa di S. Anna non si può spostare da Ischia Ponte!Chi vincerà la gara dovrà ac-collarsi anche l’onere di alle-stire eventualmente cinque palchi nel territorio comunale su richiesta dell’Amministra-zione. Quanto a quello che le ha detto Valentino circa piazza S. Girolamo, per me è una no-vità, perché lui non lo ha mai detto né a me, né al Sindaco. E comunque dev’essere chiaro che noi valuteremo la possibi-lità di dare i contributi solo se ci sarà la diretta RAI.Posso dirle io che ci sarà la

differita e non la diretta.In mancanza di diretta credo che l’Amministrazione non abbia un interesse… dovremo valutare.Spero che il Comune sia sen-sibile a queste manifestazioni perché sono una vetrina irrinunciabile per l’isola. In generale, però, parlando con voi ammini-stratori – lei, Piero D’Am-bra, il Sindaco – sembra che prendiate posizioni senza comunicare fra di voi.E’ possibile che abbiamo dato questa sensazione, ma è una falsa rappresentazione della realtà, noi teniamo molto a col-laborare per portare all’esterno una voce univoca della pubbli-ca Amministrazione. Spesso sono proprio le persone che organizzano le manifestazio-

di Riccardo Sepe Visconti [email protected]

ni a parlare troppo sperando di ottenere un ritorno. Fino ad oggi fra me, D’Ambra e Lel-lo Pilato, che sono i miei più stretti collaboratori e lo stesso Sindaco non ci sono mai stati

momenti di di-visione. Il Global Film Fest porta a Ischia molte star cinemato-grafiche di ca-libro mondiale ed io proprio per questo ho favorito un in-contro fra il propr ie t ar io

del Regina Isabella Giancar-lo Carriero e Lello Pilato, perché penso che il Comune capoluogo e l’albergo che or-ganizza questa e altre mani-festazioni rilevanti debbano dialogare. So che pochi gior-ni fa anche il direttore arti-stico del Global Fest, Pascal Vicedomini, ha incontrato Lello Pilato: secondo lei cosa

ne scaturirà?Condivido le sue valutazioni circa l’importanza di que-sta manifestazione, l’isola d’Ischia non deve assoluta-mente perderla, anzi deve con-solidarsi come appuntamento fisso, quindi l’Amministrazio-ne dovrà spalancare le porte a Vicedomini e ad ogni tipo di richiesta, naturalmente com-patibile con le nostre disponi-bilità finanziarie.

Non ho alcun dovere di favorire eventuali tentativi di guada-gnarci sopra e se altri prima di me lo hanno fatto io non ho intenzione di con-tinuare con questo malcostume.

E comunque dev’es-sere chiaro che noi valuteremo la possi-bilità di dare i contri-buti solo se ci sarà la diretta RAI.

L’Amministrazione dovrà spalancare le porte a Vicedomini e ad ogni tipo di richie-sta, naturalmente compatibile con le nostre disponibilità finanziarie.

Il vicesindaco Luigi Boc-canfuso e gli assessori Luciano Bazzoli e Carmi-ne Barile

• Nella foto in alto

Il sindaco Giosi Ferran-dino con Pascal Vicedo-mini

• Nella foto in basso

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7 Giugno 2009 3ª settimana | N°2 |

tutta la collettività.Infatti, in un momento in cui altrove le terme sembrano costituire un forte motivo di attrat-tiva turistica, vacanza fa inevitabilmente rima con benessere e chi le acque termali non le ha se le inventa, Ischia Thermal Center è deserto, chiuso fino a data da destinarsi: un turista che nel mese di giugno 2009, scegliendo una delle prime località termali d’Italia, voglia servirsene per le proprie cure non può farlo… Dietro quei cancelli sbarrati c’è una storia ven-tennale che intreccia interessi privati e pubblici, una storia che non posso non definire molto ‘ita-liana’, a costo di sembrare qualunquista, perché sono atteggiamenti molto ‘italiani’ nel peggio-re dei casi usare ciò che è pubblico come fosse proprio, distorcendone gli interessi per favorire quelli personali, e nel migliore gestire con leg-gerezza ed approssimazione una struttura com-plessa qual era Ischia Thermal Center. Questo è in sostanza ciò che emerge dai racconti dei due dipendenti come del socio privato che abbiamo incontrato, ma anche di un amministratore sti-mato come l’assessore Carmine Barile. Ischia Thermal Center fu ideata a cavallo fra gli anni ’80 e ‘90 per fornire servizi termali agli al-berghi che fossero sprovvisti di terme interne e la gestione fu affidata ad una società mista, vale a dire composta da un socio pubblico, il comune di Ischia, e da sei soci privati, tutti piccoli al-berghi privi appunto di terme. La vita di un’im-presa è fatta di fatturati, di costi e ricavi, e gli uni non devono superare gli altri, pena mettersi su una china pericolosa, che se non s’inverte la tendenza può condurre al fallimento. E i nostri interlocutori ci hanno concordemente parlato di spese troppo alte, di spese inutili, di dena-ro (rigorosamente pubblico!) giunto in ritardo e in forma decurtata, di assunzioni eccessive, non coerenti con il volume d’affari dell’azien-da, ma anche di un consiglio di amministrazio-

ne in cui i privati costituivano la maggioranza e però sembra non riuscissero a far sentire la propria voce (ammesso che avessero qualcosa da dire), di politici che hanno inevitabilmente considerato la possibilità di far assumere un dipendente come merce di scambio elettorale, di scelte ‘manageriali’ errate, di nessuna pia-nificazione dell’immagine e del prodotto che si andava a vendere, ma anche di persone che hanno cercato inutilmente di raddrizzare il ti-mone di una barca troppo carica, di debiti, di personale, di aspettative, senza che le si fornis-sero le vele per affrontare un mare sempre più tempestoso. Infatti, Ischia, pur essendo rispetto ad altre realtà sicuramente l’ ‘ultimo paradi-so’, tuttavia appartiene – benché gli ischitani sembra facciano fatica a capacitarsene – ad un sistema economico molto più ampio da cui ri-ceve sollecitazioni e ne subisce i contraccolpi. Ebbene, queste sollecitazioni non si sono volute cogliere, o meglio lo si è fatto molto tardi, forse troppo tardi. Si sono chiusi gli occhi di fronte ai dati costantemente calanti dei flussi turistici verso l’isola, registrati negli ultimi 4-5 anni. E naturalmente, se gli imprenditori privati sono stati alquanto lenti a reagire alla crisi, una strut-tura come Ischia Thermal Center, proprio in quanto sede di una commistione di interessi che per molto versi poco o niente hanno a che fare con la conduzione di un’impresa, non ha reagito per nulla, benché il proprio fatturato diminuis-se di anno in anno. Fino al 2008: quando i 38 dipendenti, pur regolarmente assunti per il ca-nonico semestre di lavoro, non si sono più visti corrispondere lo stipendio. Da quel momento è stato un susseguirsi di liquidatori, incontri dei dipendenti con l’Amministrazione, promesse e proposte per impedire che Ischia Thermal Cen-ter si trasformasse in una gigantesca trappola per topi, in cui potrebbero rimanere invischiate da una parte le entrate di 38 famiglie ischita-

ne, e dall’altra le finanze dell’intero Comune, in quanto va in ogni modo evitato che i debiti con-solidati della società che gestiva le terme, ormai giunti a 4,5 milioni di euro, si riversino sulle casse comunali. E’ quasi un anno che le trattative vanno avanti, c’è chi vorrebbe ricapitalizzare l’azienda e chi invece ritiene meglio affidarla ad un gestore privato, attraverso un pubblico bando di gara a livello europeo. Intanto i mesi sono passati e urge trovare una soluzione – che probabilmen-te sarà una soluzione tampone, utile solo a far scapolare un’altra stagione lavorativa – per gli attualmente ancora ex dipendenti. E trattandosi di una struttura a partecipazione pubblica, na-turalmente è inevitabile che i delicati equilibri della politica e della maggioranza che governa il comune di Ischia ne siano stati turbati. Abbia-mo raccontato, infatti, nei particolari nel primo numero de I Bravi Maestri (consultabile anche on line, nel sito www.ibravimaestri.it) come le dimissioni del CdA della partecipata Ischia Ri-sorsa Mare siano connesse alla spinosa querelle della riassunzione da parte della partecipata, appunto, dei dipendenti licenziati da Ischia Thermal Center.Certo l’attuale amministrazione guidata da Gio-si Ferrandino si ritrova questa gatta da pelare a soli due anni dall’insediamento: ricordiamo, però, che più d’uno dei protagonisti della vicen-da è un amministratore di lungo corso, dall’av-vocato Carmine Bernardo che di Ischia Ther-mal Center è stato anche presidente, al dottor Barile, in politica da dieci anni, al vicesindaco Boccanfuso che era già nell’amministrazione di Luigi Telese, e così via.Aggiungo un’ultima considerazione: tutti i ‘me-dici’ accorsi al capezzale del paziente Ischia Thermal Center (noi abbiamo intervistato Lu-ciano Bazzoli, Enzo D’Acunto, Carmine Barile e Silvano Arcamone), anche se in disaccordo su

altri aspetti di questa vicenda, hanno tuttavia sostenuto ‘come un sol uomo’ che così com’è l’azienda non può assolutamente andare avanti, che è necessario elaborare un nuovo piano in-dustriale che la rilanci. Tuttavia, alla richiesta di capire quali idee concrete sono sul tappeto, tutti si sono dimostrati a mio parere decisamen-te vaghi. Ora, posto che abbiamo parlato con loro in veste di amministratori e qualcuno ci ha detto che gli amministratori non devono fare gli imprenditori (ma questo è un altro discorso, perché inevitabilmente s’intreccia con lo spi-nosissimo argomento delle società partecipate, in cui sembra viceversa che gli amministratori vogliano fare anche gli imprenditori), ho sentito preoccupante questa vaghezza: perché sa tanto di navigazione a vista, che è sicuramente uno degli atteggiamenti del passato cui si deve im-putare il disastro del presente.

La triste fine dell’Ischia Thermal Center • DA PAGINA 1

Due topolini (tra i tanti) rimasti senza formaggioPer garantire l’aninomato richiesto dalle ex dipendenti dell’ITC le abbiamo ribbattezzate: signora Bianca e signora Nera

INTERVISTA A DUE DIPENDENTI CHE PER MOLTI ANNI HANNO LAVORATO NELL’ITC

di Silvia Buchner [email protected]

Mi racconti la sua storia lavorati-va all’interno dell’Ischia Thermal Center.signora Bianca: io sono entrata pro-prio nell’anno dell’inaugurazione, nella primavera del 1991, era sindaco Giovanni Sorrentino e il presidente era il dr. Giovanni Trani. Allora i rap-presentanti dei privati erano quattro e due di parte pubblica, il presidente appunto, e l’avv. Carmine Bernardo.signora Nera: anche io entrai 18 anni fa.Quanti dipendenti eravate allora?signora Bianca: una ventina. Poi sono stati inseriti gli altri, anche per-ché si lavorava parecchio.Lavoravate tutto l’anno?signora Bianca: sì.signora Nera: preferivo lavorare solo

7 mesi e poi prendevo l’indennità di disoccupazione.Secondo lei, dal punto di vista eco-nomico come andavano le cose?signora Bianca: dopo il primo boom, nel 1996 c’è stato un cambio della guardia, andato via l’avv. Bernar-do è arrivato il dr. Renato Borsò. Il problema è che quando l’azienda è nata si aspettava un finanziamento a fondo perduto dalla regione Campa-nia dell’importo di 5 miliardi di lire, che avrebbe coperto le spese iniziali. Ma questo denaro arrivò con molto ritardo ed in quantità ridotta: di con-seguenza la società che gestiva le ter-me dovette indebitarsi con le banche, facendo fidi, gli stessi soci sottoscris-sero una forma di prestito (ndr. Le fideiussioni di cui ha parlato anche

Raffaele Buono, uno dei soci privati). La fortuna di quegli anni era che co-munque il lavoro c’era e quindi si riu-sciva a tamponare questa situazione, ma sussistevano problemi economici rispetto ai quali gli amministratori hanno fatto scelte diverse. Bernardo preferiva stare a posto sul piano dei contributi e delle tasse e poi pagare i dipendenti, mentre Borsò faceva il contrario, innanzitutto i dipendenti anche se poi non c’era il denaro per le tasse. Ciò ha comportato che in anni recenti il presidente Mancusi si è ritrovato una marea di tasse e con-tributi da pagare con le relative more e i contenziosi connessi, che hanno scatenato la crisi.Qual era il cliente tipo dell’I.T.C.?signora Bianca: chiunque. Anche se

per gli alberghi consociati c’erano condizioni migliori, ma veniva anche il turista che era in fitto presso pri-vati.Quanti clienti erano portati dagli alberghi?signora Bianca: 70% dagli alberghi, ma sia ben chiaro non dai consociati, che ce ne hanno portati sempre po-chi, il 30% circa erano turisti autono-mi dalle strutture alberghiere. Quanti e chi erano gli alberghi soci?signora Bianca: erano sette, sempre i medesimi fin dall’inizio. L’hotel Con-te, la pensione Ulisse, la pensione Europa, l’albergo villa Maria, l’hotel Rosetta, l’hotel Eugenio, la pensione Postiglione.Lo stipendio, nel periodo miglio-re, lo prendevate con regolarità o c’erano comunque ritardi?signora Bianca: d’inverno c’erano periodi morti e allora non prendeva-mo soldi anche per sei mesi, d’estate le cose andavano meglio.Ma essendo il Comune uno dei soci, per quanto al 30%, non faceva nul-la?signora Bianca: il Comune espri-meva un consigliere ed il presidente e tendeva a chiedere assunzioni per persone che gli stavano a cuore. Ma-gari quando c’era lavoro servivano pure, il problema è che poi sono ri-maste in pianta stabile, anche quando il volume di lavoro è diminuito.Quindi è vero che i dipendenti era-no troppi?signora Bianca: Sì, è vero, o meglio il problema è che gli assunti stagio-

nali, necessari quando c’era molta clientela, sono poi rimasti dentro. E poi sei segretarie erano troppe!La sua sensazione dall’interno era che l’I.T.C. fosse nel complesso una struttura efficiente o un carrozzo-ne nato già debole?Entrambe: No, era efficiente. Il pro-blema è che non è mai stato promosso commercialmente, nonostante offris-se un servizio di buon livello.Come sono nati i problemi?signora Bianca: quando l’avv. Ber-nardo ha lasciato, problemi grossi non ce ne erano.Quindi lui è stato un buon dirigen-te?signora Bianca: secondo me sì, per il periodo in cui era lì.E dopo?signora Nera: Si è andati allo sfascio. I dipendenti non venivano a lavorare e poi si veniva a sapere che stavano sulla spiaggia, persone assunte dopo di me sono salite di livello mentre io sono entrata al quarto e lì sono rima-sta.Chi ha le maggiori responsabilità politiche?signora Bianca: ogni presidente ha fatto errori. Telese (ndr. Sindaco tra il 1998 ed il 2001) non ha mai coman-dato alle terme, appena è arrivato l’hanno fatto scappare. Lui portò il dottor Fimiani che già 10 anni fa ave-va previsto quello che sta accadendo adesso, ma i privati non vollero ve-dere: quando leggo la sua relazione acclusa ad un verbale di assemblea in cui diceva come si sarebbe dovuto investire per rilanciare l’azienda, mi viene rabbia.E’ vero che I.T.C. è stato un bacino di voti per Carmine Bernardo?signora Bianca: non lo so, ma la mag-gior parte degli assunti li portò lui. Alla morte di Enzo Mazzella (ndr. Il sindaco Mazzella fu uno degli ideato-ri dell’I.T.C. e morì inaspettatamente nel 1990), Bernardo si è trovato a do-ver gestire lui questa situazione diffi-cile, dato che i famosi 5 miliardi non

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arrivarono. Borsò trovò una situazio-ne più spianata, ma fece entrare una caterva di persone che rimase dentro, come ho già detto. I colleghi si molti-plicavano da un giorno all’altro.In tutto questo, che ruolo hanno avuto i privati?signora Bianca: secondo me ha mol-te responsabilità il collegio sindacale della società che per anni ha lasciato correre certe situazioni debitorie, poi quando è arrivato come presidente l’avv. Giuseppe Di Meglio sono emer-si d’un colpo i problemi, che però non si sono originati tutti nella stagione 2008! Com’è possibile che l’anno prima c’era un utile di 100mila euro e l’anno successivo una perdita di 700mila!? Ci siamo sentiti dire anche “Avremmo dovuto buttarvi fuori già nel 1996”: ma allora perché sono ar-rivati fino ad oggi, chiedo io. L’errore commesso dai privati, a mio parere, è stato quello di aver detto sempre di sì, sono arrivati ad affermare: “Abbiamo

firmato senza sapere cosa firmava-mo”, hanno accettato passivamente le decisioni prese dai politici, senza preoccuparsi e limitandosi a prendere il loro stipendio di consiglieri di am-ministrazione.Quanti erano i membri del CdA?signora Bianca: 4 pri-vati e 2 del Comune, 6 in totale, ma il voto del presidente in caso di parità valeva doppio. Lo statuto, studiato da Enzo Mazzella, era confezionato in modo che i privati avessero un ruolo margi-nale, tanto è vero che ciascuno di loro non poteva avere una quota superiore al 15% e tutti insieme arrivavano al 70%. Ci sono stati aumenti di capitale?signora Bianca: sì, ma in modo ati-pico, poiché i soci principali sedeva-no anche nel CdA, il loro aumento è consistito nel mettere le loro retribu-

zioni: era una posta in bilancio che si spostava, ma denaro vero non ne è entrato.Siete sindacalizzati?signora Bianca: sì, il sindacalista è Luigi Conte della CGIL, fa quello che può.

Ma voi 38 dipenden-ti licenziati siete un gruppo unito?signora Nera: in un certo senso sì, abbia-mo un avvocato insie-me, la dottoressa Elena Fortuna.

Come l’avete scelto?signora Nera: è l’avvocato del sinda-cato. Mi hanno detto che l’avv. Fortuna suggerisce di trovare accordi tran-sattivi con il Comune, facendo atto di sottomissione, in cambio dell’as-sunzione. Non mi sembra una gran-de soluzione!signora Bianca: poiché abbiamo im-

pugnato i licenziamenti contro la so-cietà mista che gestiva le terme ed il Comune si è fatto carico delle licenze e di tutto il resto per riaprire l’attivi-tà, in cambio ci chiedono questa ri-nuncia a rivalerci verso il Comune, mentre rimarrebbe in piedi la richie-sta del denaro da fare alla società. Diversamente, visto che in quella struttura fin dai tempi dell’ItalJolly si è fornito sempre lo stesso servizio, nel momento in cui riassumono noi e acquisiscono le licenze si prospetta il famigerato trasferimento d’azienda, che comporta trasferimento anche dei debiti della vecchia società sul Comune! Quindi la conciliazione giudiziaria mira a ufficializzare il fatto che noi non vogliamo attaccare il Comune per la sua quota di crediti e che ci rivarremo sempre e solo sulla società di gestione, che poi è una s.r.l. e quindi risponde solo per il capitale sociale. Il Comune voleva darci un bonus di 300 euro, perché quando

si fa una conciliazione ci deve esse-re qualcosa su cui si va a transigere e quindi del denaro. Dandoci questa cifra volevano chiudere la concilia-zione con il Comune, in modo che dal punto di vista legale fosse tutto a posto e si era detto che con questi soldi avrebbero pagato il nostro av-vocato. Ma il sindacalista ha detto al Comune: “Dovete pagare voi, perché voi avete chiesto la conciliazione”. Voi cosa ci guadagnate, accettando la conciliazione?signora Bianca: il posto di lavoro, la possibilità di essere riassunti!Chi è attualmente l’interlocuto-re degli ex dipendenti all’interno dell’Amministrazione?signora Bianca: unicamente il Sinda-co, che è venuto alle terme più vol-te, sempre solo, per dirci che voleva andare avanti per riuscire a tenere le terme aperte. Lo abbiamo incontrato l’ultima volta una settimana fa (ndr Intervista rilasciata a fine maggio).

Quando l’avv. Ber-nardo ha lasciato, problemi grossi non ce n’erano.

Non c’e’ mai stato un centesimo di utile, abbiamo perso tutti gli investimentiPreoccupato per le fideiussioni personali non nutre alcuna fiducia nel futuro dell’azienda

INTERVISTA AD UNO DEI SOCI PRIVATI, RAFFAELE BUONO

Quando è entrato in Ischia Termal center e con quante quote?Noi dell’hotel Europa siamo tra i fondatori, con mio padre che entrò con 3 quote su cento. Il Comune ne aveva il 33% e i privati non potevano prendere più di tre quote. Dall’inizio 3 quote le ebbero la pensione Ulisse, noi... Poi ci furono due aumenti di capitale, noi partecipammo solo al primo, ai tempi del secondo, negli anni ’90, non ci credevamo già più e non par tecipam-mo, per cui at t ualmente siamo al 2,5-2,7%.Avete mai guadagnato da questa società?Non c’è mai stato un centesi-mo di utile e abbiamo perso quanto messo all’inizio e l’au-mento di capitale.E l’attuale massa debitoria, 4 milioni e 200mila euro cir-ca, non vi preoccupa?Essendo la società una srl si risponde solo con il capitale sociale, il problema è invece che cinque soci, tra cui mio padre, dettero una fideiussione personale (gli altri sono: Pa-squale Scot-ti dell’hotel Ulisse, Rino Monti del B e l l e v u e , Post igl ione, Lauro della pensione Eu-genio, che ga-rantirono non pro quota, come fecero tutti presso il Montepa-schi, ma in maniera solidale, il che significa che la banca può chiedere la cifra indietro an-

che ad uno solo dei cinque che hanno messo la firma presso il Credito Popolare) per avere crediti dalla banca e adesso questa garanzia è passata su di me. Noi ci accontentiamo di non sborsare altro, non preten-diamo nulla.Come sono iniziati i proble-mi economici dell’I.T.C.?Risalgono agli inizi della sua vita, agli anni ’90, allora le banche prendevano interessi altissimi, oltre il 20-25%, si

fecero presti-ti per i lavori e ho sentito dire che ci furono spe-se gonfiate ed inutili. Quando io sono stato consig l ie re

di amministrazione ho potu-to, inoltre, constatare i debiti dovuti ai contributi INPS non versati ed c’erano cartelle da 300 e 500mila euro. Il fattu-rato, d’altra parte, era intorno al milione di euro e serviva a pagare i dipendenti e i debiti pregressi. I costi dello stesso consiglio di Amministrazione della società che gestiva I.T.C. sono assurdi: due sono scelti dal Comune, poi i tre privati,

più i reviso-ri dei conti: erano circa 100mila euro solo per que-sto. Bastava un manager. Bastavano 20 dipendenti e un direttore, ne sono un

esempio altre strutture termali pure come le terme Belliazzi. A novembre il Comune impo-neva l’apertura con 15 dipen-denti: tutti costi che hanno

creato il baratro di debiti in cui siamo adesso. Attualmen-te quello è un investimento a perdere e lo sarà per molti anni.D’accordo, non c’erano divi-dendi, ma voi privati guada-gnavate perché non avendo le terme, avevate dei vantag-gi mandando i vostri clienti all’ITC?I nostri clienti usufruivano gratuitamente della piscina coperta e della sauna, per il re-sto c’erano sconti come quelli che avevano tutti gli altri al-berghi.Veniamo all’oggi: come si sta muovendo dal suo punto di vista l’Am-ministrazio-ne attuale?Da quel che abbiamo capi-to, all’interno dell’Ammini-strazione c’è una persona che ha la vo-lontà di mettere fuori la parte privata. All’inizio, il sinda-co Ferrandino sembrava che veramente volesse darci una mano, ma evidentemente c’era un accordo prelettorale con questa parte politica che vole-va che noi uscissimo dalle Ter-me e lui ha dovuto sottostare. Adesso dicono che noi stiamo mettendo i bastoni fra le ruo-te, ma non è così, noi ci pre-occupiamo solo per le nostre fideiussioni, mentre sappiamo tutti che Ischia Risorsa Mare, la partecipata del Comune che doveva assumere i dipendenti, è restia a farlo e per questo si è creata anche una crisi all’in-terno dell’Amministrazione.Ci dia un suo giudizio sul comportamento del Sindaco.Nei primi incontri mi ha dato un’ottima impressione, di una

persona che voleva aiutarci che ci ha dato delle idee. Poi è precipitato tutto ci sono state riunioni del CdA in cui era chiaro che la sua presenza aveva uno scopo, che aveva le mani legate da varie delibere di consiglio comunale.Non era meglio dirvelo?Velatamente lo ha fatto. Ades-so mi sembra che stia cercan-do di uscirne meglio, nel senso vedo che ha fatto qualche torto all’UDC… E’ mai possibile che tutto deve essere condizionato dai giochi politici?Sì, a ogni cambio di ammini-strazione i vari sindaci voleva-

no qualcosa, m e t t e v a n o dei ‘paletti’.Cosa ha comportato l’espulsione dei privati?Il fatto che quest’anno fi-nora almeno

non si è aperto, mentre noi pri-vati avevamo proposto al Sin-

daco di farlo, garantendo in tal modo gli stipendi ai dipen-denti e contemporaneamente avremmo cercato di togliere le nostre fideiussioni personali. Naturalmente, nel momento in cui il Comune, che è proprie-tario dell’immobile, ha dato lo sfratto alla società che gestiva le terme la situazione è preci-pitata. Chi è l’attuale liquidatore?Il dr. Renato Borsò è il liqui-datore della società mista Co-mune e privati, se non aves-simo sostituito il precedente liquidatore, dr. Poli, sarebbe stato inevitabile portare i libri al Tribunale e arrivare al fal-limento.Se adesso riaprissero, lei porterebbe lì i suoi clienti?Se c’è una volontà di vendet-ta nei nostri confronti, penso che ci penseremmo due vol-te prima di servirci ancora dell’I.T.C.Che interes-se ha un cer-to politico a mettersi con-tro i privati?Credo ci siano vecchi schele-tri negli arma-di, per azioni condotte mol-to tempo fa l’uno contro l’altro.Che fine fa-ranno i dipendenti, secondo lei?L’accordo offerto ai dipen-denti comporta la rinunzia al 30% delle spettanze arretrate in cambio della riassunzione, ma non credo che si trattereb-be di un posto sicuro, tanto più se si fa il bando pubblico, a quel punto devono fare anche

un bando per l’assunzione dei dipendenti.Quindi non possono rias-sumere automaticamente i vecchi?No, a meno di non incorrere nel trasferimento d’azienda, con tutti i rischi dovuti ai de-biti che andrebbero a ricadere sulla nova azienda che rileva la vecchia.Quindi potremmo definirla per loro una trappola per topi?Certo, non capisco questo ac-cordo dove li porta: gli pro-pongono una decurtazione delle spettanze ma non credo che il posto sia certo.Che ruolo ha avuto l’ASL e la Regione Campania nel creare il debito con i ritardi dei rimborsi delle impegna-tive?Ha un suo ruolo, posto che l’80% del lavoro l’I.T.C. lo faceva appunto con il settore

pubblico e loro saltava-no anni di p a g a m e n t i costringendo la società a ricorrere al factoring. Se si fosse inve-stito anche in attività ter-mali non con-venzionate, che il cliente

doveva pagare di tasca propria questo problema avrebbe in-ciso meno e ci sarebbero stati degli introiti. Il fatto è che per farlo erano necessari inve-stimenti per ammodernare la struttura termale e i soldi per farlo non c’erano perché dove-vano servire a pagare altro!

di Silvia Buchner [email protected]

I costi del consiglio di Amministrazione della società che gestiva I.T.C. erano assurdi: circa 100mila euro

Il sindaco Ferrandino sembrava che volesse darci una mano, ma evi-dentemente c’era un ac-cordo prelettorale e lui ha dovuto sottostare

Credo ci siano vecchi scheletri negli armadi, per azioni condotte mol-to tempo fa l’uno contro l’altro.

L’accordo offerto ai di-pendenti comporta la rinunzia al 30% delle spettanze arretrate in cambio della riassunzio-ne, ma non credo che si tratterebbe di un posto sicuro

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mo fare impresa: abbiamo visto come Ischia Ambiente e Genesis sono diventati carrozzoni politici tutti sull’orlo del fallimento: vogliamo prenderci in giro e creare l’ennesimo ente?Quindi il progetto di Carmine Bernardo dal suo punto di vista è irrealizzabile?Lui è un avvocato, io come uomo di sanità ho ben compreso che le terme vanno a finire,

l’utenza cala. Secondo me gli elemen-ti per concretizzare quel proget-

to non ci sono, se mi danno la delibera e mi convincono della

bontà dell’operazione, smon-tando i miei dubbi, allora firmo. Non pensa che tutto questo sia solo una manovra de-

magogica politica?Mi avvalgo della

facoltà di non risponde-

re.

9 Giugno 2009 3ª settimana | N°2 |

“Non sono d’accordo con Carmine Bernardo, lui ha una visione da avvocato, io, in quanto medico, da uomo di sanità”.

Se dipendesse da me cambierei tuttoL’ASSESSORE CARMINE BARILE CI ILLUSTRA IL SUO PROGETTO DI RICONVERSIONE

di Riccardo Sepe Visconti [email protected]

Ci dica la sua opinione sull’attuale situazio-ne dell’Ischia Thermal Center e cosa vede nel futuro di quest’azienda?In questo momento è tutto bloccato. Il settore termale è in crisi, tutte le strutture con terme già avviate hanno un’utenza molto bassa e co-munque hanno i loro canali per portare i turisti. Da anni sento dire che l’I.T.C. ha gros-se potenzialità, già dai tempi di Gianni Buono sindaco. Ma queste potenzialità non si sono mai pienamente espresse men-tre i debiti sono moltissimi, si parla di un milione e mezzo, 2 milioni di euro. Oggi nell’isola ci sono strutture molto più avanzate di I.T.C., una è a dieci metri di distanza, l’NH Hoteles ex Jolly, che ha terme a cinque stelle ed è conven-zionato con il S.S.N. e posso fare altri esempi, a Casamicciola, a Lacco Ameno. Io avrei detto ai dipendenti già lo scorso anno, alla chiusura della stagione, di provare a cerca-re un lavoro alternativo.Ma sono dipendenti comunali: o si tengono tutti o si mandano via tutti.Sì, ma si sapeva che era un fallimento annuncia-to, noi siamo un Comune che economicamente langue ed è improponibile andare a ricapitaliz-zare la società che gestiva le terme. Anzi il Co-mune dovrebbe incassare il canone di locazione dello stabile, mentre non lo riceveva più (ndr. Infine il Comune ha dato lo sfratto alla società Nuove Terme Comunali) e in più deve fare la manutenzione dell’edificio. Per questo dico che era intellettualmente più onesto fare il discorso che ho detto ai 38 dipendenti. Lo scorso anno l’I.T.C. ha avuto un fatturato di 750mila euro, ora essendo le terme chiuse, i clienti e quindi i guadagni si dirotteranno sulle terme degli al-berghi o delle strutture termali pure esistenti: si poteva chiedere ai più grandi di assumere qual-cuno degli ex dipendenti di I.T.C.Voci di corridoio dicono che lei non ha inten-

zione di firmare la delibera che darebbe il via alle operazioni di rilevazione dell’I.T.C. da parte del Comune.Non è vero, ma certo io sono un medico e non un avvocato e voglio dei pareri, ma se firma-no gli altri firmo anche io. Però voglio fare una

riflessione: a stagione iniziata, per quanti mesi possiamo apri-re? Per far sì che i dipendenti lavorino sei mesi (per prende-re poi l’indennità di disoccu-pazione) dovremmo rimanere aperti fino a dicembre! E poi, lei pensa che i dipendenti ri-nunceranno al denaro ed ai contributi che ancora gli spet-

tano? In una situazione del genere è piuttosto demagogico dire “questo non vuol firmare”, se mio fratello fosse uno dei dipendenti gli direi di non accettare queste condi-zioni. Quindi, lei è in linea di mas-sima contrario a questo pia-no, a meno che non la convin-cano a cambiare idea.E’ così, per i dipendenti ma an-che per il Comune. Per 38 fa-miglie l’Ente non può rischia-re di avere una mazzata. Non voglio sottrarmi, anche perché la responsabilità la dividiamo in tanti: i firmatari in Giunta, il Consiglio Comunale che ha già firmato, poi c’è il diretto-re generale, i pareri tecnici… A me è dispiaciuto che i tanti dottori fiscalisti che sono in Amministrazione non si sono mossi prima, adesso dico: dopo che loro avran-no firmato la delibera firmerò anch’io.Finora era mai capitato che lei non firmasse una delibera?Mai, anzi sono l’unico ad essere stato presente a tutte le riunioni di Giunta e in dieci anni non

ho mai saltato un Consiglio Comunale. In questo momento, per i dipendenti l’I.T.C. è o non è una trappola per topi?E’ una grossa trappola per topi.Lei come vede il futuro di questa struttura?Penso che si debba fare una riconversione d’azienda, l’ho detto fin dall’inizio e sono stato attaccato nell’idea che Ischia non può non avere un suo stabilimento termale: ma perché gli altri Comuni ce l’hanno? Siamo sicuri che la Sa-nità, con la crisi in cui versa, continuerà a passare le cure termali? Tranne i grandi invalidi per cause di servizio, soprattut-to militari, secondo me gli altri cittadini le terme se le dovranno pagare da sé, viceversa vedo in espansione il setto-re della riabilitazione e degli anziani. Quindi piuttosto si dovrebbe pensare ad una struttura che offra questo tipo di servi-

zi, combinato all’uso di ac-que termali, a malati come gli infartuati, i bronchitici croni-ci, i pazienti che hanno subito gravi fratture. Ci vogliono le professionalità, se si fa quello che io propongo ci sarà lavoro per il doppio del personale, con una buona ricaduta sul sociale. Ho contattato gran-di centri di livello nazionale che mi hanno detto che se riusciamo ad avere le con-venzioni ci fanno un proget-to. Atra ipotesi è che l’ASL prenda la struttura, natu-ralmente in cambio di un canone, considerando che Villa Mercede è piccola

ed ormai è un cronicario con liste di attesa infinite. In tal modo si darebbe un servizio a tutta la comunità e si potrebbe salvare almeno una parte dei dipendenti, mentre la gestione in mano al Comune mi fa ridere, a me interessano solo le cose che funzionano. Noi non dobbia-

Io avrei detto ai dipen-denti già lo scorso anno, alla chiusura della sta-gione, di provare a cerca-re un lavoro alternativo.

Penso che si debba fare una riconversione d’azienda, l’ho detto fin dall’inizio e sono stato attaccato nell’idea che Ischia non può non ave-re un suo stabilimento termale: Ci vogliono le professionalità, se si fa quello che io propongo ci sarà lavoro per il dop-pio del personale

Se stiamo attenti possiamo trasferire il personaleAppena insediatosi nel cda di Ischia Risorsa Mare il consigliere D’Acunto appare ottimista sul futuro dei dipendenti e dell’azienda.

“NESSUNO VERRA’ PRESO IN GIRO, NON E’ QUESTO IL COSTUME DELLA GIUNTA FERRANDINO”

dalla redazione [email protected]

La sua presenza nel nuovo CdA di Ischia Ri-sorsa Mare - nominato dopo l’azzeramento del precedente in seguito alla crisi nata fra le due compagini politiche rappresentate al suo interno - e che è definito tecnico, ha in-nescato delle polemiche, perché lei non viene visto come una figura tecnica, visto che era candidato nella lista Fratellanza e Lavoro del vicesindaco Boccanfuso ed è a lui molto vicino. Cosa risponde a queste obiezioni?Tuttora ricopro l’incarico di responsabile del Primo Settore Amministrativo del comune di Ischia e si tratta di un ruolo tecnico, non politi-co. Sono stato chiamato a questo incarico per le mie competenze professionali e posso garantire che la mia presenza è di carattere tecnico.Mi perdoni, ma ogni volta che l’ho incontra-ta a via Iasolino è stato sempre nella stanza del vicesindaco.Certo, perché Boccanfuso ricopre la carica di

assessore al turismo che rientra nel Primo Set-tore Amministrativo, noi funzionari coadiuvia-mo gli assessori per la parte tecnica necessaria a redigere le delibere di giunta. Collaboro an-che con l’assessore Carmine Barile, per la stes-sa ragione, infatti le politiche sociali rientrano nel mio settore.Mi hanno detto che è difficile riuscire ad ot-temperare a tutti e quattro i punti richiesti da Luigi Boccanfuso per dare il via libera all’operazione di recupero di I.T.C.: lei cosa ne pensa?Io non credo che le condizioni poste (ndr. Pare-re legale che escluda il trasferimento d’azienda, voltura delle concessioni di sfruttamento delle acque al Comune, transazione con i dipendenti, parere legale per un’eventuale assunzione di re-sponsabilità da parte dei soci privati) siano dif-ficili da raggiungere, è vero invece che si deve essere molto prudenti nell’attrezzare atti am-ministrativi dopo difficilmente reversibili. In particolare non credo ci siano grandi problemi nella questione del trasferimento del personale, facendo attenzione che non si trasferisca altro.Ha senso preservare questi posti di lavo-ro, andando anche contro gli interessi del Comune, tanto più che i privati sono total-mente demotivati a mandare i propri clienti all’I.T.C., posto che apra?Non si tratta di aprire a stagione turistica ini-ziata un’azienda totalmente nuova, se si metto-no in piedi una serie di fattori che possono ren-dere di nuovo produttiva l’I.T.C., essi verranno colti e sfruttati.E quali sono questi fattori positivi?Ne dico uno per tutti: nel mio ufficio ricevo al-meno 30 telefonate al giorno per chiedermi se

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10 | N°2 | Giugno 2009 3ª settimana

I.T.C. riapre e c’è chi la mette come condizione per venire in vacanza ad Ischia, ciò significa che la struttura ha ancora una sua potenzialità.Lei conosce la struttura, la trova al passo con quanto oggi richiede il turista che sceglie la vacanza abbinata alle terme?Certo, conosco I.T.C. e penso che sia sotto uti-lizzata rispetto alle sue potenzialità.Non pensa che 38 dipendenti siano troppi? Si dice che ne basterebbero la metà.Sulla pianta organica di I.T.C. mi riservo di ri-spondere perché non conosco i ruoli di ciascuno di loro, tuttavia voglio proporle un ragionamen-to. La pianta organica del comune di Ischia ha circa 149 unità: anche lì si potrebbe dire che sono troppi, in realtà i numero dei dipendenti deve essere commisurato agli obiettivi che si vogliono raggiungere, altrimenti si fa solo una politica di abbattimento dei costi, mentre si deve fare una politica di incentivazione e diver-sificazione del prodotto e dei servizi forniti che

consenta una crescita del fatturato.E lei ritiene che nel caso specifico di I.T.C., questo margini di manovra esistano?Sì, mentre finora si è molto lavorato sulla poli-tica dei costi invece che su quella del prodotto offerto da I.T.C. nel quadro complessivo del tu-rismo termale dell’isola d’Ischia. Non ci si prepara a far lavorare i dipenden-ti al massimo per i prossimi sei mesi e poi si vedrà?Non è così, significherebbe prendere in giro la gente e non appartiene a questa Amministrazio-ne una politica del genere. Noi vogliamo essere molto prudenti per attrezzare atti che garanti-scano il Comune ed i dipendenti perché non in-tendiamo illudere nessuno.

Non credo ci siano grandi pro-blemi nella questione del trasfe-rimento del personale, facendo attenzione che non si trasferisca altro.

La crisi che ha coinvolto l’UDC a livello amministrativo riguarda anche l’Ischia Thermal Center: dall’esterno mi sembra una follia pensare di riaprire la struttura così com’è. Lei che posizione ha?Posso dire quello che ho sostenuto in un incontro di maggioranza. L’I.T.C. poteva essere salvato adottando scel-te diverse. Non si doveva arrivare allo scioglimento che fu deciso a maggio-ranza ma bisogna accettare ciò che la maggioranza decide, io come Pa-squale Migliaccio pensavamo ad un risanamento aziendale mentre si è scelta la via più drastica. Oggi si deve puntare al bando pubblico europeo e nazionale ma anche locale. Se ci fos-simo mossi prima, l’I.T.C. poteva di-ventare un centro di eccellenza come

POLEMICO CON LA MAGGIORANZA L’ASSESSORE BAZZOLI

Il bando internazionale doveva essere svincolato dal problema del personale

Fujtevenne!...Se qualcuno ha modo di trovarsi un lavoro altrove, non perda l’occassione

SEMPRE PIU’ PALLIDE LE SPERANZE DI RIPRENDERE A LAVORARE CON SERENITA’

di Riccardo Sepe Visconti [email protected]

Aprirà o meno Ischia Thermal Center? Che fine faranno i dipendenti? Appare un con-trosenso che intendiate risparmiare su tutto ma probabilmente vi sobbarcherete 600mila euro per questa riapertura 2009 a stagione ormai avanzata, pur sapendo che l’I.T.C. a questo punto potrà introitare al massimo 150mila euro.E’ un fatto oggettivo, che siamo ormai in ritar-do e questo ritardo espone il Comune a perdite maggiori di quelle che avevamo preventivato questo inverno quando ipotizzavamo di riapri-re. E’ anche vero che abbiamo sempre detto che la nostra attività era finalizzata a salvaguardare i 38 posti di lavoro ed a non perdere la mission della struttura. Per conseguire questi risultati accettavamo di subire delle perdite, che posso-no essere recuperate nel momento in cui si farà il bando europeo. Naturalmente adesso tutta la vicenda va rivalutata alla data di oggi (ndr. In-tervista rilasciata il 9 giugno 2009).

In che termini?Probabilmente si dovranno rinegoziare i tempi di assunzione, forse non ci sono più le condizio-ni per garantire sei mesi di lavoro, ma credo che non verremo meno all’impegno assunto e che nei prossimi giorni andremo a licenziare gli atti definitivamente, che sono quasi pronti.Quindi lei pensa che gli assessori Barile e Bazzoli firmeranno?Oggi credo di sì, anche se fino a qualche giorno fa più di un assessore era orientato a non firma-re perché non erano ancora maturate le condi-zioni per farlo.A qualcuno dei 38 ex dipendenti che aves-se nel frattempo trovato un posto di lavoro presso una struttura privata, consiglierebbe

di accettarlo o meno?Dipende: se è un posto di lavoro valido, magari annuale, consiglierei di non rifiutarlo; teniamo presente che l’impegno che la pubblica ammini-strazione può prendere è di riaprire per il 2009, poi se dopo il bando nessuno si farà avanti noi non possiamo garantire di gestire ancora diret-tamente l’azienda.Allora che senso ha riaprire adesso?

Se dopo il bando nessuno si farà avanti noi non possiamo garanti-re di gestire ancora direttamente l’azienda.

A parte assicurare l’occupazione per questa stagione, serve a non interrompere la continu-ità della prestazione di lavoro e quindi a poter inserire nel bando l’obbligo di riassumere il per-sonale a carico della società che verrà.

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Mentre stiamo andando in stampa ci hanno comunicato che oggi, 11 giugno 2009, la società partecipata Ischia Risorsa Mare, il comune di Ischia nella persona del Sindaco Ferrandino e la società Gestione Nuove Terme Comunali hanno ricevuto la notifica di un ricorso dinanzi al giudice del Lavoro, da par-te di 37 dipendenti licenziati di Ischia Thermal Center. L’atto giudiziario è partito dallo studio degli avvocati Nello Mazzella ed Elena Fortuna e richiama la delibera di Consiglio Comu-nale del 31 marzo scorso, in cui si prospettava l’acquisizione da parte del Comune delle licenze sulle acque e di quanto ne-cessario per procedere alla gestione diretta da parte dell’Ente stesso dell’I.T.C. E’ richiesto il provvedimento d’urgenza, per cui la causa sarà discussa l’8 luglio prossimo. Nel caso in cui il giudice desse loro ragione è previsto il reintegro immediato (salvo poi che il Municipio può ricorrere a sua volta contro la sentenza), il risarcimento dei danni e degli stipendi arretrati. Di conseguenza, si sforerebbe il patto di stabilità per il quale non si possono assumere altri dipendenti e, cosa ancor più preoc-cupante, si delinea il trasferimento d’azienda, con la possibile implicazione che i debiti della vecchia società possano ricade-re integralmente sull’Amministrazione.

L’ITC poteva essere salvato adottando scelte diverse

dalla redazione [email protected]

ce ne sono ad Abano ed a Chianciano, io parlo anche in base alla mia espe-rienza professionale a livello nazio-nale. Da noi si poteva collegare con il parco aromaterapico dell’arena Mir-tina, offrire una classe medica di alto livello ai ‘curisti’ (i clienti che fanno cure termali), ma il bando doveva essere svincolato dal problema del personale, e qui so di accendere le ire di molti colleghi di maggioranza, ma d’altra parte questo fattore potrebbe rendere il bando molto meno interes-sante ed infatti avevo proposto tutele per i dipendenti meno vincolanti.Lei sa che l’avvocato Elena Fortu-na segue i dipendenti: che tipo di accordi si potrebbero chiudere?Questo sarà un anno di crisi grave per il turismo, quindi si deve ragio-

nare bene su un’eventuale riapertura.So che l’assessore Carmine Barile sarebbe orientato a votare contro, e lei?Su questo argomento ci sono delle motivazioni tecniche serie, quindi va cercata una soluzione credibile, per-ché divenga un’occasione di rilancio. Per esempio, ultimamente si parla dell’edificio dell’I.T.C. in connes-sione con il centro polifunzionale in prospettiva di un uso fieristico e per il museo delle terme e strutture del genere potrebbero anche assorbire forza lavoro. Se un anno di sofferenza può signifi-care per i dipendenti e per noi riusci-re ad approdare ad una soluzione re-alistica e che dia un futuro all’I.T.C., allora ne vale la pena.

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11 Giugno 2009 3ª settimana | N°2 |

Essendo lei presidente pro tempore della partecipata Ischia Risorsa Mare, vuol dire una parola chiarificatrice, non solo alle 38 famiglie che lavorano all’Ischia Thermal Center, ma anche ai contribuenti che eventualmente devono sostenere, direttamente o indirettamente, il costo di queste persone? Da una parte sembra che ci sia la volontà di dare loro lavoro, seppur solo temporaneamente, ma ciò ha dei costi altissimi: 600’000 euro, da un conto fatto approssimativamente, a fron-te di guadagni molto bassi. Non è solo una strategia politica?Tutto è condizionato da una trattativa che è in corso tra il Comu-ne e gli stessi dipendenti, i quali devono sottoscrivere un atto di sottomissione preliminare al via del procedimento. Ma le faccio osservare che se fosse stata una pura manovra elettorale sarebbe stata chiusa prima delle Provinciali, queste cose si fanno in pe-riodo di elezioni e non dopo! Questa è, invece, un’operazione che viene da molto lontano, dal periodo in cui non si prevedeva mini-mamente un impegno del Sindaco come candidato e in ogni caso è legata all’accordo di sottomissione che andrebbe sottoscritto da tutti e che, ad oggi, ancora non è stato sottoscritto da nessu-no. È sicuramente un atto di sensibilità dell’Amministrazione nei confronti di 38 dipendenti che rispondono a 38 famiglie e che rappresentano anche un bacino elettorale. Ma non ci si muove sempre pensando all’elettorato, altrimenti non si amministrereb-be. Cosa dire ai dipendenti? Devono decidere loro, perché se non trovano un punto d’intesa su quest’atto di sottomissione che è fondamentale affinché poi si proceda alla riassunzione e alla ria-pertura della struttura, non dipende da noi. Ho sentito da alcuni dipendenti che l’avv. Fortuna ha consi-gliato loro di trovare una transazione col Comune come con-dizione per essere riassorbiti. Purtroppo questo è quello che chiediamo noi! Abbiamo detto all’avvocato dei dipendenti che c’è una serie di problemi e che dobbiamo essere tutelati e l’abbia-mo ribadito anche pubbl ica mente in un’intervista. L’avv. Fortuna ha riferito ai di-pendenti cosa il Comune aveva chiesto come ‘conditio sine qua non’ per chiudere la transazione. Se loro non aderiscono, noi non chiudiamo.Ma allora al “signor Rossi” che mi chiede se accettare o no un altro lavoro, cosa dico?Dipende anche da lui e da coloro che si devono accordare. Se tra loro c’è possibilità di chiudere congiuntamente l’accordo di sottomissione, noi assicuriamo di fare la nostra parte. Direi di ac-cettare un altro lavoro solo se si tratta di un’occupazione a tempo indeterminato. Carmine Barile era orientato a non sottoscrivere l’operazio-ne in Giunta, anche Bazzoli non era d’accordo e Boccanfuso aveva posto una serie di condizioni. Quindi c’è un primo che dirà no e poi tutti gli altri che seguiranno, a meno che non dicano tutti sì. Alla fine si fa o non si fa questo accordo?Adesso non so dirle. Al momento l’unico ostacolo, che è sempre stato quello, è di acquisire la loro adesione all’atto di sottomis-sione che gli abbiamo sottoposto. Poi non so se ci sono altre con-siderazioni di carattere politico/strategico…

Il presidente Arcamone è a dir poco prudente

A POCHE ORE DALL’INSEDIAMENTO LA PRIMA GATTA DA PELARE

Intervista a Silvano Arcamonedi Lucia Elena Vuoso [email protected]

Tutto è condizionato da una trat-tativa che è in corso tra il Comu-ne e gli stessi dipendenti, i quali devono sottoscrivere un atto di sottomissione preliminare al via del procedimento.

S. Alessandro. Per molti è il borgo di Ischia dove inerpi-carsi una volta l’anno, alla fine della sfilata storica omonima che lì ha visto la luce. Ma quel-la collina molto pittoresca co-stituisce un caso quasi unico sul territorio del Comune, in-fatti essa è raggiungibile solo a piedi, attraverso una stradina rivestita di basoli, per non dire semplici pietre, stretta e ripi-da. Croce e delizia insomma: delizia per la suggestione che riesce a conservare a dispetto dell’aggressione edilizia che comunque ha subito e la sua bellezza è accresciuta dalla spiaggia degli Inglesi, che cu-stodisce alla fine di un viotto-lo scosceso che sembra finire nei campi. Roba che ti riporta a due secoli fa (intendendo l’800), insomma. E la croce? Presto detto: dove parcheggia-re? Problema prosaico e poli-ticamente scorretto, visto che in quest’isola s’inizia, tardiva-mente e senza proporre serie idee alternative, a prendere coscienza che le macchine sono un po’ troppe. E tuttavia, siamo realistici, almeno un’au-to a famiglia in media c’è e questo vale anche per chi vive a S. Alessandro o ha la neces-sità di recarvisi. Ebbene, una frazione del territorio che ha bisogno di un parcheggio non dovrebbe costituire una noti-zia, nel senso che si tratta di un problema inerente il lavoro routinario di un Comune, vale a dire fornire il proprio ter-ritorio delle i n f r a s t r u t-ture indi-spensabi l i , illuminazio-ne pubblica, strade, asi-li, fogne. E invece no. Naturalmente no. Sono oltre vent’anni che si cer-ca invano di dotare la zona di un parcheggio, che rientra im-mancabilmente nei programmi elettorali di tutti gli aspiranti

sindaci, di qualsiasi colore fossero, a partire dall’ormai leggendario Enzo Mazzella, che sembra provò per primo ad acquisire il terreno incolto che si trova all’interno della gran-de curva che precede l’accesso al borgo di S. Alessandro, ma non ci riuscì. Lui, che fu l’arte-fice di praticamente tutti i par-cheggi del comune di Ischia di cui si può usufruire ancora oggi, a quasi vent’anni dalla sua scomparsa! E quindi si è continuato a sostare, commet-tendo un’infrazione (di cui tut-ti noi sant’alessandresi siamo consapevoli), sul marciapiede

della strada provinciale che costeggia il famigerato appez-zamento. Famigerato, perché su quello spazio che si presen-ta come la naturale destina-zione del parcheggio, doveva sorgere una villa. In tempo di

abbattimenti degli abusi edilizi, con i nostri sinda-ci che vanno in pellegri-naggio a Roma per implorare il governo di far rientrare un territorio a tutela inte-

grale qual è l’isola d’Ischia nel terzo condono e i Comuni che si sono azzardati a rilasciare sa-natorie in base a una procedura semplificata oggetto di aspre contese, c’è un terreno che

per la legge è edificabile. Un paradosso che giuridicamente parlando tale non è - perché la concessione edilizia esi-ste, anche se risale niente meno che al 1968 - ma che lo è nel-la sostanza, visto tutto quanto detto finora, visto che l’isola in quarant’anni è sideralmente cambiata e oggi edificare nei crismi della lega-lità a Ischia con fini di lottiz-

Forse siamo giunti al capitolo finale

I Santalessandresi vogliono un posto (macchina) al sole

DA OLTRE VENT’ANNI SI CERCAVA DI DOTARE LA ZONA DI UN PARCHEGGIO

di Silvia Buchner [email protected]

zazione è una follia. La verità è che, a partire quan-to meno dall’epoca del sinda-co Luigi Telese, è iniziato un braccio di ferro a fasi alterne fra la proprietà del terreno, l’ICE SNEI, un’immobiliare molto florida del continente, e le Amministrazioni che si sono susseguite a via Iasolino. Ma nonostante la promessa unanime di acquisire il terre-no, nei fatti i comportamenti dei politici investiti della ne-cessità di doversi opporre alla concessione edilizia sono stati spesso sfuggenti e ambigui. Insomma, c’è chi si è opposto quando doveva e chi non lo ha fatto, nel migliore dei casi per sciatteria (o magari, mi è stato spiegato, perché non era di-sponibile sul capitolo di spesa il denaro per il legale), nel peg-giore per pressioni da parte di chi intendeva realizzare il pro-

prio affare. Il risultato è che l’ICE SNEI ha vinto decisivi gradi di giudizio, giungendo

ad un passo dal realizza-re la villa. C h i u n q u e passi per via Baldassarre Cossa può vedere fin dove erano riusciti ad arrivare: a

terra c’è ancora la traccia del perimetro dell’edificio e lo scavo per le fondamenta. L’ennesimo paradosso ischi-tano che si compie? Ebbene, pare proprio di no. Quando tutto sembrava perduto l’Am-ministrazione, chiaramente ‘stanata’ dalle aggressive ini-ziative dell’immobiliare (ma si chiama gioco delle parti, ed è inevitabile), ha reagito ed ha reagito bene. Abbiamo visto gli abitanti del borgo mobilitarsi, va detto soprat-tutto nella persona di Raffaele Masturzo che, nella duplice veste di santalessandrese e di candidato in una delle liste che hanno sostenuto Ferrandino, si è sempre battuto per ricordare al Sindaco e all’ufficio tecnico che il problema c’era e grosso. Ma per quanto ci si batta, è ne-cessario comunque incontrare un interlocutore disposto ad ascoltare e ad accollarsi l’one-re della lotta. E vogliamo ri-conoscerlo qui, ufficialmente, che Giosi Ferrandino questo l’ha fatto e mettendo in cam-po una persona lucida e prag-matica come il vicesindaco Luigi Boccanfuso, affiancato dall’architetto Silvano Arca-mone. Lascio a loro il raccon-to di come la svolta positiva è avvenuta: la sostanza che inte-ressa noi cittadini è che se c’è la volontà di agire per tutelare le esigenze degli abitanti, sal-vare il territorio, dotarlo di un servizio necessario, insomma se si vuole lavorare esattamen-te come un’Amministrazione seria deve fare, ci si riesce anche.

Nonostante la promessa unanime di acquisire il terreno, nel passato i com-portamenti dei politici in-vestiti della necessità di opporsi alla concessione edilizia sono stati spesso sfuggenti e ambigui.

Per quanto ci si batta, è necessario comunque in-contrare un interlocutore disposto ad ascoltare e ad accollarsi l’onere della lotta.

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12 | N°2 | Giugno 2009 3ª settimana

Il Mercante di S. Alessandro“Questo risultato, ancorché parziale, dimostra che quando c’è l’impegno di un amministratore, cioè volontà, determina-zione, onestà intellettuale e chiarezza negli atteggiamenti, i risultati arrivano”.

IN DIECI GIORNI UNA SVOLTA MOLTO POSITIVA PER IL PROBLEMA PARCHEGGIO

di Silvia Buchner [email protected]

Ci racconti come ha gestito la que-stione S. Alessandro, che appariva solo fino a pochissimo tempo fa molto compromessa.Mi sto occupando di questa proble-matica solo da circa dieci giorni, du-rante i quali ho raggiunto un ottimo risultato, riuscendo a mettere la paro-la fine al braccio di ferro fra la società che tentava di procedere con i lavori, ritenendo di avere un permesso che la legittimava a farlo, e l’Amministra-zione che faceva una serie di attività ostruzionistiche, in parte vanificate dalle pronunce del TAR. La situazio-ne era in effetti molto compromessa ed il notevole passo in avanti consiste nell’aver formalizzato la sospensione dei lavori per 100 giorni e soprattutto nel fatto che sono riuscito a far ma-turare definitivamente l’idea che la società deve trovare un accordo con noi. Abbiamo stilato un verbale di accordo fra le parti, firmato da me, dall’architetto Ar-camone e dal rap-presentante legale dell’immobiliare ICE SNEI, Enrico Iossa. In esso si dice che è sospesa ogni attività in quel cantiere per 100 giorni, durante i quali dovremo sta-bilire il valore del terreno e le forme di pagamento, che potranno essere in contanti o consistere in una permuta attraverso la dismis-sione di un bene comunale. La sotto-scrizione di questo verbale, dove si fa, tra le altre cose, spesso riferimen-to alla volontà di trovare un accordo,

significa che abbiamo lavorato tanto bene da riuscire a convincere anche le persone all’interno della società fi-nora mal disposte a cedere terreno. Cosa è accaduto nei dieci giorni che hanno portato a questa svolta?Ho lasciato chiaramente intendere che se non avessimo registrato da parte della proprietà una reale dispo-nibilità a trattare, l’Amministrazione avrebbe messo in campo tutte le stra-tegie per creare loro problemi e ritar-dare l’attività. In più ho individuato fra i professionisti che curano gli in-teressi della proprietà, la persona che mi era parsa più ragionevole e che più delle altre aveva capito l’oggettività dei nostri ragionamenti. Probabil-mente la chiave del risultato che ho conseguito finora è nell’essere riusci-to a mettere le mie capacità impren-ditoriali al servizio del mio lavoro di amministratore. Anzi, proprio ades-so viene il momento in cui queste

capacità dovranno scendere in campo per trovare l’accor-do sul prezzo. Ho detto loro che se si parte dall’as-sunto che la con-cessione edilizia è legittima, il valore lievita enormemen-te, specularmente se voglio dargli va-lore di terreno agri-colo partendo dal presupposto che la

concessione è illegittima, il divario sarà tale che non troveremo mai un punto di incontro. Viceversa, se loro considerano la concessione zoppa e noi zoppa ma valida, il divario dimi-

nuisce e raggiungeremo un punto di incontro. L’avvocato che rappresenta la società si è trovato d’accordo su queste valutazioni, definendo il mio come un “ragionamento onesto”.Ho sentito parlare di una permuta con immobili a Ischia Ponte.A Ponte c’è il vecchio ufficio posta-le, a corso Colonna invece c’è la ex proprietà Durante. Fra pochi giorni terremo il primo incontro proprio per discutere sul valore da attribuire al terreno.Che lei quantifica in che cifra?Intorno ai 700mila euro. Abbiamo a che fare con degli imprenditori che cercheranno di ricavare il miglior

profitto, ma sanno che noi siamo una pubblica amministrazione che non può bendarsi gli occhi e sopravvalu-tare o svalutare il bene, ho detto loro che ci accorderemo se accettiamo l’idea di trovare un punto di incontro sulla congruità del prezzo, mettendo da parte ogni tentativo di speculare. Io sono ottimista, sono convinto che ci riusciremo.A questo punto, cosa potrebbe far saltare l’accordo?Solo un forte divario nella stima del valore del terreno, stima che peraltro dipende da determinati parametri, quindi se da entrambe le parti ci sarà la volontà di non speculare sul prez-

zo ma piuttosto di fare uno sforzo per avvicinarsi, non dovrebbero esserci problemi.Possiamo dire che questa lunghis-sima vicenda sia ormai in dirittura di arrivo e in senso positivo per il pubblico interesse?Posso esprimere un giudizio per la parte che ho seguito fino ad ora e dire - visto che sono un uomo prudente - che l’operazione ha l’80% delle possi-bilità di andare a buon fine e si tratta di un’opera indispensabile per il ter-ritorio, che va fatta assolutamente.

Abbiamo100 giorni, du-rante i quali dovremo stabilire il valore del terreno e le forme di pa-gamento, che potranno essere in contanti o con-sistere in una permuta attraverso la dismissio-ne di un bene comunale.

Troveremo un accordo“Abbiamo fatto un lavoro di squadra”

LA PAROLA AL CAPO DELL’UTC SILVANO ARCAMONE

Vorrei capire chi ha sbloc-cato la trattativa con l’im-mobiliare proprietaria del terreno a S. Alessandro, vi-sto che la questione sembra finalmente avviata ad una risoluzione positiva. Se il Comune acquisirà il terreno per il parcheggio, chi dob-biamo ringraziare?Molte persone: come capita spesso è un lavoro di squadra, non ci sono meriti esclusivi. Da un certo momento in poi, si è cercato di non essere in contrasto con la società ICE SNEI, alla quale il Comune si è comunque sempre rapporta-to in maniera dura, rimandan-do ai giudici i rispettivi punti di vista. Studiando un po’ la storia di questa vicenda ci siamo resi conto che i giudici finivano sempre per dare ra-

gione a loro e quindi, piuttosto che vincere l’ennesima batta-glia per finire poi per perdere la guerra, com’è stato finora, abbiamo deciso di tentare una sorta di mediazione. Dobbia-mo dire grazie a questa am-ministrazione nello specifico e possiamo anche individuare quali sono state le figure po-litiche che ci hanno lavorato: Sindaco e Vicesindaco con il supporto dell’U.T.C.Anche lei è ottimista? La si-tuazione si risolverà?Io penso che la risolveremo. Le cose stanno così: la socie-tà aveva all’interno due posi-zioni distinte, fra nuovi soci e vecchi soci. Questi ultimi consideravano ormai realiz-zare l’immobile una questione di principio, perché si tratta di una partita annosa che hanno

in piedi da quarant’anni e dopo tutto questo tempo non ci si poteva accordare in due mesi. Ma adesso anche la vecchia componen-te del CdA ha deciso di dialogare con noi.Facciamoci i conti in tasca: la villa quan-to sarebbe stata essere grande? E in una zona del genere quanto può valere?Circa 200 metri quadri con il garage sottostante e non vale più di 2 milioni di euro. Puoi metterci tutti gli elementi a

favore ma vanno considera-ti anche gli elementi contro. Tolti i costi di costruzione, con le finiture di lusso che co-

stano almeno 2000 euro per metro quadro, alla fine il va-lore al netto è meno di un milione: la sti-ma si appros-sima intorno ai 700mila euro, stima che deve essere con-fermata poi dal l’Agenzia del Territorio in quanto noi

siamo un ente pubblico. La somma pattuita sarà giudicata da una figura terza che ci dirà o meno se è un giusto prezzo

di mercato.Esiste un problema logistico: il parcheggio non potrebbe essere realizzato nella parte interna, quella occupata ap-punto dal terreno da acqui-sire, poiché svincoli ed uscite si troverebbero in prossimità delle curve…In quella zona la Provincia ha già dato un parere per un ac-cesso carrabile, per cui noi ci regoleremo sulla base di que-sto: se riusciremo ad avere un accesso in entrata sopra e in uscita sotto, sempre sulla stes-sa carreggiata, in modo che non si intersechino i percorsi di marcia opposti, penso che il problema sia risolto. Male che vada, realizzeremo ingresso ed uscita sopra. In ogni caso prevediamo lo svincolo pedo-nale per gli abitanti di S. Ales-

di Silvia Buchner [email protected]

I giudici finivano sem-pre per dare ragione all’immobiliare e quindi, piuttosto che vincere l’ennesima battaglia per finire poi per perdere la guerra, com’è stato fi-nora, abbiamo deciso di tentare una sorta di me-diazione.

sandro, con un piccolo ponte che passa sotto la strada Pro-vinciale, quindi non dovranno più attraversare la strada, gua-dagnandone in sicurezza.

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13 Giugno 2009 3ª settimana | N°2 |

“Il mio compito è portare nelle riunioni di maggioranza la voce dei cittadini”.

Acquajuo’, l’acqua cumm’e’?

INTERVISTA A CIRO FRALLICCIARDI, FIGLIUOL PRODIGO MANCATO (FINORA) IN SALSA CASAMICCIOLESE

21 aprile 2009: ennesima crisi al comune di Ca-samicciola Terme, innescata da un documento di sfiducia all’amministrazione firmato dai con-siglieri (e assessori che hanno rimesso le de-leghe) Ciro Frallicciardi, Gianfranco Mattera, Giovanni Monti e Antonio Carotenuto e seguito da un secondo di tono analogo sottoscritto dai consiglieri Antonio Conte e Francesco Capez-za. Un ammutinamento insomma (salvo che poi in due, Giovanni Monti ed Antonio Conte, sono tornati sui loro passi), con la campagna eletto-rale per le Provinciali ai nastri di partenza e fra i candidati su fronti contrapposti due “pesi massimi” della politica della cittadina termale, Giosi Ferrandino e Salvatore Sirabella. L’am-ministratore di lunga esperienza, accusato di accentrare tutto nelle proprie mani, fino a sosti-tuirsi al sindaco D’Ambrosio e l’ex sindaco, oggi impegnato a Ischia, ma che ancora fa sentire la sua presenza qui, non foss’al-tro per i continui raffronti cui il suo erede e la sua ammini-strazione sono sottoposti, tra rimpallo di responsabilità ri-spetto ai problemi evidenti del paese ed i meriti da attribuirsi per l’indubbio miglioramento che ha conseguito. Inevitabile, dunque, pensare che la tempe-sta di primavera sia connessa alle elezioni e lo ha detto senza possibilità di fraintendimenti lo stesso sindaco D’Ambrosio in un’intervista dai contenuti deci-samente duri, nel precedente numero de I Bravi Maestri (“L’altolà di Vincenzo D’Ambrosio”, leggibile nel sito www.ibravimaestri.it).Altrettanto duri i contenuti del documento di sfiducia prodotto dai quattro consiglieri ‘ribel-li’, una sorta di ‘catalogo’ delle difficoltà e delle contraddizioni che attanagliano Casamicciola. Si va, infatti, dai lavori pubblici iniziati e non conclusi (organizzazione del porto turistico, posa dei pontili galleggianti, interventi alla scuola Manzoni), al bisogno di dare un nuovo assetto strutturale e manageriale alle società partecipate “finora completamente abbandona-te da chi, come suo delegato, aveva il compito di

controllarne e coordinarne l’attività che incide sul flusso di cassa dell’Ente, in uscita ma anche in entrata”, alla necessità di motivare impiegati e dirigenti, soprattutto nei settori contenzioso, tributi e ufficio tecnico. Su tutto naturalmente i problemi finanziari: “di fronte a dipendenti che non riscuotono lo stipendio e a fornitori che non vengono pagati, non si può continuare a fare solo ordinaria amministrazione, quella

spetta ad un commissario prefettizio ma non ad un Sindaco, che invece deve affrontare i proble-mi, in direzione di un risanamento, anche a co-sto di atti impopolari”. Per tutto ciò si è chiesto l’azzeramento di cariche e deleghe per ridise-gnare l’assetto amministrativo, con lo scopo di rilanciare l’attività del Comune. Aggiungiamo noi: da farsi, è ovvio, dopo la tornata elettorale, ‘dall’alto’ del responso delle urne! (ndr. L’in-tervista è stata rilasciata prima delle elezioni provinciali del 6-7 giugno 2009)

In coscienza può dire che Giosi Ferrandino, sindaco di Ischia, ex sindaco di Casamicciola, non sia l’ispiratore del documento di sfiducia all’Amministrazione di cui anche lei, come gli altri firmatari, fa parte?Sì, il Sindaco D’Ambrosio mente dicendo che Mattera ed io glielo avremmo riferito e l’idea

del documento non viene as-solutamente da Giosi Ferran-dino, ma solo dal quadro dei problemi del paese e quindi dai miei stessi concittadini ed elettori. Nel momento in cui avete ela-borato e firmato il documento, vi siete posti il problema che c’era la possibilità che provo-casse la caduta dell’Ammini-strazione?

Certo, ne avevamo coscienza, sapevamo che poteva generare un dibattito forte, anche aspro, ma eravamo convinti della giustezza delle nostre richieste. Rientra nel mio ruolo di consigliere di far rilevare all’amministrazione ciò che non funziona. Se avesse perso la maggioranza, la responsabilità sarebbe stata del Sindaco, men-tre il nostro obiettivo non era mandarlo a casa, ma di discutere, il documento era la richiesta di ascoltare la nostra voce. Siamo espliciti: dal Sindaco volevate l’azzera-mento della Giunta!Contano anche i modi, se ci avesse coinvolto e avesse parlato con noi, questa sarebbe stata per lui l’occasione di creare una squadra che arri-vasse fino alla fine del mandato. Le garanzie

doveva darle direttamente a noi mentre anche quando ha parlato di azzeramento, lo ha fatto esclusivamente alla stampa e ad altri colleghi. Io il Sindaco l’ho sentito solo quando qualche giorno fa sono caduto con il motorino e mi sono fatto male!Come si è comportato D’Ambrosio quando ha letto questo documento?Non l’ho protocollato io materialmente, ma pare

di Silvia Buchner [email protected]

Per noi quello con Monti è un discorso chiuso, ci ha deluso perché abbia-mo condiviso una scelta e poi lui si è tirato fuori all’ultimo momento.

Attualmente, facendo il conto sul totale degli eletti, sono venuti meno alla maggioranza più di 1200 voti, quelli che hanno preso Capezza, Cioffi, Pirulli, Mattera ed io, usciti dalla maggio-ranza.

Ibm

Pochi, maledetti e subito (i 719 voti al candidato dell’MPA)L’analisi di Salvatore Sirabella sulla debacle elettorale a Casamicciola Terme

I CASAMICCIOLESI PREFERISCONO DE SIANO E FERRANDINO

di Riccardo Sepe Visconti [email protected]

Sebbene la volontà di candi-darsi alla Provincia da parte di Salvatore Sirabella fosse stata espressa precedente-mente a quella di Giosi Fer-randino, e per quanto io creda a Sirabella quando mi parla di un accordo infranto secondo il quale il sindaco d’Ischia (suo vecchio amico di un tempo) gli aveva promesso di non candi-darsi, è pur vero che la politi-ca è l’arte del possibile e che, in particolare per i politici di questa generazione e segna-tamente dell’isola d’Ischia, le promesse fatte dalle persone che la interpretano non han-no alcun valore. Certo è un peccato pensare che questi signori prendano impegni allo stesso modo in cui i rigattieri ti assicurano che il ciarpame che vendono è autentico! Ma tant’è.Ciò non ostante nessuno, tra

coloro che conoscono Sira-bella, può pensare che egli sia stato tanto ingenuo o sprov-veduto da credere alla parola di un personaggio che pro-viene da quel suo stesso mon-do, vago (e fin troppo spesso spergiuro) che è, appunto, la politica ed al quale Sirabel-la stesso ha dedicato, fin qui, buona parte dell’esistenza. Dunque, il nostro uomo sa-peva che nulla è per sempre e che in affari pubblici le parole valgono come il due di picche a briscola.È per questo che, mi si perdo-ni la supponenza, tendo a non credere (questa volta) neppure alle argomentazioni tanto fu-tili quanto affatto convincenti dell’analisi del voto fatta dal mio intervistato. Ho registrato in lui una comprensibile ama-rezza per l’assai deludente ri-sultato del voto, ma sono stato

costretto anche ad ascoltare una lunga serie di bischerate che solo per completezza di informazione vi ripropongo, ma che mi hanno lasciato del tutto scettico.Caro Salvatore Sirabella, quando si perde, così come lei ha perso, è sufficiente (e onesto) ammettere la sconfit-ta, mentre è patetico arram-picarsi sugli specchi in cerca di giustificazioni che non esi-stono. È molto seccante, ma le assicuro che le cose funziona-no così.La giusta chiave di lettura di questa vicenda, come mi ha suggerito il suo irriducibile avversario Maurizio Pirulli, è che la votazione a Casamic-ciola, sia pure per le elezioni provinciali, ha finito con l’es-sersi trasformata in una sorta di referendum – che le piaccia o no – voluto da ella stesso.

che lui, invece di incontrare noi, abbia subito cercato esponenti dell’opposizione per verifi-care se c’era un margine per trovare un nuovo equilibrio in maggioranza. Da parte nostra ab-biamo atteso per dieci giorni un suo segnale.Come si spiega il fatto che il Sindaco non abbia parlato con voi, lui che non perde occasione per dirsi fautore del dialogo e del cosiddetto con-fronto democratico?Penso che all’interno della maggioranza ci sia una compo-nente più incisiva rispetto alla nostra e il Sindaco ha ritenuto di prendere una posizione.Parlare di azzeramento delle cariche significa anche ridistri-buzione delle stesse: volevate avere uno spazio maggiore nella eventuale nuova Giunta?No, non abbiamo chiesto ca-riche, né la testa di tizio o di caio, ma di azzerare la Giunta, votare il bilancio con la stessa maggioranza e poi - magari anche dopo le ele-zioni - trovare insieme il modo di riorganizzare la macchina amministrativa.Cosa ha pensato quando Giovanni Monti, dopo aver firmato con voi, ha scelto di tornare nuova-mente in maggioranza?Per noi quello con Monti è un discorso chiuso, ci ha deluso perché abbiamo condiviso una scel-ta e poi lui si è tirato fuori all’ultimo momento. Attualmente vi collocate all’opposizione?Sì, anche se non dimentico che sono stato elet-to con la maggioranza e se questa porta avanti iniziative valide, perché non condividerle? Io penso che dovremmo darci due o tre punti chia-ri e stabilire di affrontarli nel tempo che resta, sull’amministrazione ordinaria poi ci mettiamo d’accordo. Scelte come la mia sono state solle-citate e benaccolte dagli elettori e mi dispiace che determinate critiche non vengono ascoltate da chi governa il paese. Potrebbe rientrare in maggioranza?Sono disposto a dialogare con tutti, purché il mio contributo vada in una direzione chiara e mi consenta di poter rendere conto agli elettori che mi hanno votato. In questa fase una serie di problemi anche antichi, per ragioni che in parte esulano anche dalla responsabilità diretta del Sindaco e dell’amministrazione, sono emersi tutti insieme con prepotenza e c’è bisogno di

una coesione maggiore per affrontarli, ebbene, proprio adesso si è fatto il contrario, dando peso soprattutto ad una componente politica che in-cide più delle altre e che, in alcuni casi bene, in altri meno bene, gestisce il paese… e le altre forze che ci sono a fare? Attualmente, facendo il conto sul totale degli eletti, sono venuti meno alla maggioranza più di 1200 voti, quelli che

hanno preso Capezza, Cioffi, Pirulli, Mattera ed io, usciti dalla maggioranza.Siamo chiari: lei sta alludendo al gruppo che fa capo a Salva-tore Sirabella. Questi concetti ritornano periodicamente da quando l’amministrazione D’Ambrosio è nata.Noi eravamo una coalizione, composta da elementi eteroge-nei che si sono uniti in una lista civica attorno ad un program-ma comune e il Sindaco deve essere garanzia del coinvolgi-

mento di tutte le parti. Auspica un ritorno diretto o indiretto di Ferran-dino a Casamicciola?No, secondo me lui ha già dato a questo paese, adesso ha una prospettiva diversa che fare di nuovo il sindaco qui.Neppure attraverso un’altra persona?Non vedo la logica di questa domanda, di soli-to il nome del sindaco esce dall’accordo fra più gruppi che si uniscono attorno ad un program-ma, certo lui che ha una sua forza politica all’in-terno di Casamicciola può far convergere i suoi voti su un determinato candidato.

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E lei questo referendum non l’ha certo vinto. Chiedendo al vicesindaco di Ischia, Luigi Boccanfuso, di mettere il naso negli affari casamicciolesi e commentare l’esito di questo voto, il buon Boccanfuso mi ha (sapientemente) prono-sticato “l’arrocco” suo e del sindaco Vincenzo D’Ambro-sio. Temo che sarà esattamen-te questo lo stile di “gioco” che adotterete nel tormentato Comune termale, ma staremo a vedere.

Non mi dica che le è andata bene…Non lo dico, è andata male.Per quale ragione i casamic-ciolesi l’hanno votata meno di quanto si aspettava?Non avevo calcolato l’effetto Popolo delle Libertà, che è stato dirompente e ne è ripro-va l’andamento delle elezioni europee. Infatti, almeno a Ca-samicciola, il 60% dei voti al PDL era senza preferenze, ciò significa che non era un voto pilotato. Per semplificare, la gente ha votato PDL sempli-cemente perché voleva votare Berlusconi.Torniamo ai suoi concittadi-ni: perché non le hanno dato i circa mille voti che riteneva di poter ottenere?Semplicemente perché non ho speso quanto gli altri, se aves-si investito 60-70mila euro in questa campagna, adesso sarei consigliere provinciale.Soldi da spendere in che ma-niera?Pubblicità, attacchinaggio, manifesti, feste, cene… Tutto ciò mi avrebbe consentito di comprare tra virgolette i voti che mi mancavano. Ci spieghi meglio cosa inten-de dire.I voti si comprano non mate-rialmente, ma mascherando la cosa, per es. attraverso il pa-

gamento degli attacchini 100 euro al giorno. I miei attacchi-ni erano tutti volontari, io ho messo 2000 manifesti, i miei maggiori concorrenti decine di migliaia.Lei sta dicendo che l’attac-chino che percepisce 100 euro al giorno fa in modo che

i suoi parenti ed amici votino quel candidato?Proprio così, quanto meno fanno votare la famiglia, in media 5 voti.Secondo questo ragionamen-to, Giosi Ferrandino, che ha speso parecchio per la cam-pagna elettorale, avrebbe

dovuto prendere molti voti anche a Forio, e non è stato così, come si spiega?Ferrandino ha puntato su due bacini, Ischia e Casamicciola. Aveva il vantaggio di non do-ver investire a Procida, dove i voti gli sono venuti natural-mente dall’amministrazione in carica, che non poteva far altro che votare PD. Solo som-mando i voti di Ischia, dove ha fatto una campagna capillare quasi come a Casamicciola,

Procida e Casamicciola stes-sa lui era già quasi eletto. Ha invitato a cena gli operai ex AMCa, con cui noi abbiamo un contenzioso aperto (perché sono stati riassunti in termini diversi da quelli che voleva-no), ha portato alla Terrazza i dipendenti di Ischia Ambiente e chissà quante altre persone. Ciò ti rende più propenso a dare un voto.I 1220 voti presi da Ferran-dino a Casamicciola, cosa gli

consentiranno di fare?I consiglieri che fanno riferi-mento a Giuseppe Ferrandi-no, sindaco di Ischia, stanno all’opposizione e fanno bene a restarci per i prossimi 3 anni, quando ne riparlere-mo.Però dovrete fare i conti con il PDL, rappresenta-to in ammi-nistrazione da Giovanbattista Casta-gna?Castagna è parte organica del-la maggioranza, è assessore e ha votato il bilancio, il docu-mento principe di un’Ammi-nistrazione. Il fatto è che Fer-randino sperava di prendere ben oltre i 1200 voti e quindi la spallata a noi non c’è stata e in realtà la mia candidatura è servita proprio a impedire che avvenisse questo. Il PD, che sta all’opposizione ed è soste-nuto dal sindaco di Ischia, ha preso un terzo dei voti, gli altri due terzi li abbiamo presi noi, io (ndr. Candidato con l’MPA, lista che sosteneva il candidato di centrodestra) ed il PDL, che appunto è in maggioranza.Lei non esce indebolito da questo voto?No, perché io sono uno dei nove che compongono la maggioranza e nessuno di noi vuole andarsene a casa, né tantomeno dare soddisfazione ha chi ha tentato vigliacche spallate.Si riferisce a Gianfranco Mattera e Ciro Frallicciardi, che hanno firmato un docu-mento di sfiducia all’ammi-nistrazione poco prima delle elezioni e poi sono passati all’opposizione?Sì, a loro ed al loro mentore, Giosi Ferrandino.Il rimpasto che il sindaco D’Ambrosio si era riservato

Io, che vengo accusato di chissà quali rube-rie, come responsabile dell’AMCa per 5 anni non ho assunto una persona in più a tempo indeter-minato, non ho sforato il capitolato d’appalto e ho tenuto il paese pulito.

I voti si comprano non materialmente, ma ma-scherando la cosa, per es. attraverso il paga-mento degli attacchini 100 euro al giorno.

di fare dopo le elezioni, in cosa consisterà secondo lei?Va sostituito l’assessore ester-no Carotenuto (ndr. Anch’egli firmatario della lettera di sfi-

ducia all’Am-ministrazio-ne), dopo di che ci deve essere un riassetto da i n t e n d e r s i come gestio-ne di deleghe, in modo che la macchina

amministrativa funzioni me-glio, dobbiamo assumere un profilo più serio e severo. Nell’intervista che ci ha ri-lasciato prima delle elezioni, ha parlato della necessità di tagli dei costi all’interno del-le partecipate. Cosa intende-va?Se non ope-riamo questi tagli e non m e t t i a m o mano ad un r i o r d i n a -mento delle società e dei servizi che ci costano trop-po, verrà il commissario prefe t t i z io, metterà in li-quidazione le società e andran-no tutti a casa. Già all’AMCa sono iniziate le politiche di risparmio e proprio per questo abbiamo il contenzioso con 16 dipendenti di cui ho detto prima. Io, che vengo accusato di chissà quali ruberie, come responsabile dell’AMCa per 5 anni non ho assunto una per-sona in più a tempo indeter-minato, non ho sforato il capi-tolato d’appalto e ho tenuto il paese pulito. Invece, a partire dal 2006, quando è stata creata l’altra partecipata, la Marina di Casamicciola, si è scelto di fare al suo interno una politica

clientelare, con assunzioni e aumenti di stipendio e questo è il risultato.Allora era ancora sindaco Ferrandino.Certo, lui è stato il principale artefice di questa operazione, unitamente a buona parte del-la maggioranza.Eletta due anni fa con oltre il 70% dei voti, l’amministra-zione del sindaco D’Ambro-sio ha una vita decisamente tormentata, con continui passaggi di consiglieri dalla maggioranza all’opposizio-ne e viceversa: ci dà la sua lettura del fenomeno?Non c’è una ragione sola. Credo che il problema di fon-do dei componenti di questa amministrazione sia di aver preso troppi voti, più di quelli che ciascuno valeva realmen-

te, per cui ognuno si è sentito come un padreter-no e aspirava a fare l’asses-sore. Questo ha comporta-to di perdere il consigliere Pirulli; poi il riconosci-mento come debiti fuori bilancio delle

cause perse per il villa Savoia e il Pio Monte della Misericor-dia ci ha fatto perdere G. Ca-stagna, che non se l’è sentita di approvarlo. Poi è uscito il gruppo legato al PD: con Giosi Ferrandino abbiamo avuto un anno di tranquillità, finché il fratello era nel CdA di Marina di Casamicciola. Da quando il suo mandato è finito, i consi-glieri che fanno riferimento a Ferrandino hanno iniziato ad uscire: Riccardo Cioffi, Anto-nio Conte, Francesco Capez-za. Questa primavera è uscito, infine, l’altro gruppo legato a Ferrandino, G. Mattera e C. Frallicciardi.In effetti, molti consiglieri già presenti nella maggio-ranza di Ferrandino, alle elezioni del 2007 hanno au-mentato i loro voti in manie-ra esponenziale.E’ così. Consiglieri come P. Silvitelli, lo stesso G. Mattera, R. Cioffi, I. Barbieri hanno vi-sto i loro consensi crescere an-che del 200 %. Non a caso io ho incrementato i miei ‘solo’ del 60%, nonostante avessi una posizione di rilievo come responsabile dell’AMCa e que-sto perché dal ruolo che rive-stivo non ho fatto assunzioni. Diversamente, ognuno di loro ha gestito ciò che Ferrandino gli aveva affidato in modo da far crescere il proprio pacchet-to di voti. Ibm

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15Giugno 2009 3ª settimana | N°2 |

Palazzetto dello sport di Forio: non la casa dello sport e dei suoi valori ma una delle tante discariche politiche all’ombra dell’Epomeo.

Il Pala...veleniUNA STRUTTURA PROGETTATA MALE, COSTRUITA PEGGIO E NATA VECCHIA

di Luciano Castaldi [email protected]

Il “nuovo” palazzetto dello sport di Forio è un po’ come certe uova di Pasqua. Tanto promettente all’ester-no, quanto deludente all’interno. È l’unico concetto che mi viene in men-te per esprimere quel che prova uno sportivo come me, che il palazzetto è arrivato a sognarselo di notte, manco fosse una bella donna. È il simbolo della Forio del nuovo millennio, que-sto palazzetto. Insieme al porto, che però, visti i tempi di ultimazione, do-vrà ancora attendere ed è già candi-dato a emblema della Forio del 3000. La casa dello sport in salsa saracena è un’opera senza dubbio faraonica che, forse anche per questo, ha doverosa-mente rispettato i proverbiali tempi biblici per la sua realizzazione. Posa della prima pietra, in pompa magna, nel lontano 1990. Inaugurazione uf-ficiale, in pompa magna (sottolineo magna), durante l’ultima campagna elettorale per le amministrative. Come dire: per essere un prodotto “madeinforio” la data di scadenza sulla confezione è quella giusta, ma il cioccolato è oramai avariato. Si trat-ta infatti di una struttura progettata male, costruita peggio e nata già vec-chia dopo angoscioso, doloroso e tor-mentoso travaglio. Sarcasmo a parte, sono profondamente e sinceramente ama-re le parole che sto provando a mettere giù. Perché nel pa-lazzetto ho creduto molto. E insieme a pochi altri ho lot-tato, sono sceso in piazza ed ho litigato per vederlo finito… Perché non era pos-sibile che a Forio non ce ne fosse uno. E, infatti, quan-do, per la prima volta sono entrato nella nuova struttura, a me che mi sento sempre un po’ “esule in patria”, è scattato un commosso moto d’orgo-glio “furieno”. Finalmente! Mi sono detto. Smaltito però l’entusiasmo iniziale, ben presto hanno prevalso la delusione e lo sconforto. Finora questa non è stata la casa dello sport e dei suoi valori, ma solo una delle tante discariche politiche all’om-bra dell’Epomeo. E, infatti, un uomo di sport come Ciro Piro, dopo tanto im-pegno e passione, è stato costretto a mollare… È “foriano” il Palasport. Lo si com-prende guardandosi intorno appena s’imbocca il viottolo che prende for-ma sulla provinciale proprio di fronte alla pompa di benzina, cioè a uno dei tanti, significativi, ‘monumenti’ della Forio contemporanea. Immediata-mente si ha la sensazione di avere di fronte qualcosa di veramente impo-nente e, diciamolo, fascinoso. Il pa-lazzetto svetta nel contesto “forian-li-bico” del “Casale”, dove una volta, lo si intuisce dal nome (“mmmhhhh… la zuppa del Casale!” avranno fame-

licamente pensato sul Municipio…), abbondavano rigogliosi ortaggi, spe-cialmente pomodori, di cui ci sareb-be gran bisogno anche oggi e per un utilizzo non solo “gastronomico”. Tra eroici e “resistenti” filari di viti (res

istere!resistere!resistere!), carcasse di macchine abbando-nate, erbacce, canne spezzate dal tempo e polvere (soprattutto polvere) c’è l’incar-nazione del sogno di tante generazioni di sportivi “furie-ni”. A presidiarla tutt’intorno non dei cavalieri, ma i cada-

veri (anch’essi polverosi) dei pulmini della defunta Pegaso spa, cui fanno compagnia i rottami delle barchette di vetroresina, rimossi dalle spiagge del costruendo porto e finite lì chissà per merito di quale brillante intuizio-ne amministrativa. Sulle spalle del “gigante”, proprio sopra l’ingresso-at-leti, tristi gradinate di cemento guar-dano nel nulla. Ora che fa caldo, la polvere entra ovunque. Quando piove è però il fango che la fa da padrone.

Insieme all’acqua, copiosa, che s’infil-tra dal tetto e arriva persino sul terreno di gioco, anch’esso già logoro. È “foria-no”, questo palaz-

zetto. Guascone, vanta persino una “saletta stampa”, ben due biglietterie (!) e tre custodi. Per la “gestione”, gli amministratori comunali hanno, infatti, saputo dare il meglio di sé, inventandosi l’affidamento alla Torre Saracena, la società municipalizzata che gestisce i rifiuti e i cimiteri (e ho detto tutto!). La Torre Saracena, ovvero, il braccio armato del potere politico locale. Sembra una barzelletta ma, invece di ricavare soldi da quest’affidamento, è il Comune che, per un anno, ha do-

vuto pagare l’azienda monnezzara…. È foriano il palazzetto e quindi costa caro. Tanto pagano i “fruitori”, cioè gli sportivi, i giovani, i bambini e le loro famiglie. A sostenere i costi altissimi di questa salatissima gestione (clientelare), sono state le associazio-ni sportive di Forio, con tariffe che non hanno eguali in Ita-lia. Euro trenta l’ora, sia chiaro: escluso il gas per le caldaie delle docce. Provate a fare un giro sul web. Nessuno paga come a Forio. E mentre cestisti e pal-lavolisti, calciatori e danzatrici quasi facevano a botte per conquistare una

mezz’ora in più sul campo, sul Comu-ne pensavano a spartire per provare ad accontentare innanzi tutti i “clien-ti” e poi “gli avversari”. Riuscendo alla fine a scontentare tutti, amici e

nemici. Insomma, oltre a tutto il resto, quest’uovo è pieno di veleni. Ora che la stagione sportiva giunge al termine e chi vuole continua-re a fare qualche allenamento trova la porta sbarrata (da mesi i tre custodi

non prendono stipendio), incombe sul futuro un punto interrogativo più grande del palazzetto stesso. Se le cose restano così, è facile prevedere

Se è certamente grave e imperdonabile creare il-lusorie aspettative fra la gente, è da scemi crede-re alle promesse di que-sta classe “digerente”.

A sostenere i costi al-tissimi di questa sala-tissima gestione (clien-telare), sono state le associazioni sportive di Forio, con tariffe che non hanno eguali in Italia.

Se muore lo sport, non si capisce a cosa serva il palasport.

che la struttura del Casale resterà a disposizione solo di quelle realtà più facoltose o prone nei confronti della ‘politicuzza’ paesana, a discapito di chi da sempre spende la propria vita per diffondere tra i giovani i valori autentici dello sport, inteso innanzi tutto come momento di crescita so-ciale. Volendo esagerare nelle fune-ste previsioni, il rischio peggiore è quello di avere una sorta di fabbrica di ghiaccio nel deserto. Se muore lo sport, non si capisce a cosa serva il palasport.Dopo un anno di pasticci e dopo aver provato a inutilmente a creare l’ennesimo carrozzone clientelare, l’amministrazione comunale, con in prima fila i consiglieri più giovani, sta pensando di privatizzare il tutto. Il Palazzetto costa caro e si tenta di prendere due piccioni con una fava. Si “piazza” l’affare a qualcuno e in-tanto si continua a fare clientela. Per-ché, come già detto, persino sull’at-tribuzione degli orari di utilizzo assessori, consiglieri e Sindaco sono capaci di lottizzare, spartire, promet-tere, illudere, tradire. Resta però il problema dei tre custodi. Che fine faranno? Con un contratto (elettora-le) a tempo determinato è facile intu-ire che, comunque vadano le cose, ci saranno licenziamenti. E, purtroppo per loro, c’è poco da fare, perché, se è certamente grave e imperdonabile creare illusorie aspettative fra la gen-te, è da scemi credere alle promesse di questa classe “digerente”. Fortuna-tamente sembra prendere piede anche l’ipotesi (sponsorizzata specialmente dal prof. Aniello Di Maio) di affidare, in comodato d’uso gratuito, la gestio-ne di tutto questo ‘casino’ a un costi-tuendo consorzio delle associazioni sportive locali. Ma anche in questo caso resta da capire in che modo, e con quali denari, realtà sportive così povere come le nostre siano in grado di sostenere gli altissimi costi di un Palasport così… “foriano”. Ibm

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EDITORE Anno 1 - N° 2giugno 2009 3ª settimana• registrazione tribunale di Napoli, n°5 del 5 febbraio 2005• tipografia prontostampa srl, via Galileo Ferraris 113Napoli

16 | N°2 | Giugno 2009 3ª settimana

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CERC

A

Poiché crediamo nella libertà di stampa, nella libera circolazione delle idee e, ogni volta che sia possibile, nell’importanza di es-sere indipendenti e poiché appar-teniamo a quel gruppo di giorna-listi che ravvisa nello strapotere di Silvio Berlusconi un’abnorme concentrazione di dominio sui mezzi di informazione (che non aiuta certo il confronto tra opinio-ni diverse), pensiamo che la batta-glia che conducono oggi, in solita-ria, alcune testate giornalistiche quali La Repubblica, Il Corriere della Sera, La 7 e L’Espresso vada incoraggiata. E’ iportante impedire un allineamento (verso qualsiasi direzione) delle noti-zie. E se una testata decide, con onestà intellettuale, di non essere dalla stessa parte di tutte le altre, in un paese civile e democratico, devono essergli garantite libertà e pari dignità rispetto alle altre voci. Nell’incalzare il Capo del Governo, con le oramai famose 10 domande alle quali Berlusconi si rifiuta di rispondere, siamo certi che La Repubblica stia facendo solo il proprio mestiere. Ci piace-rebbe che il presidente, piuttosto che minacciare, risponda. Perciò ci uniamo a questo quotidiano nel riproporre a Berlusconi le “10 domande presentate al primo mi-nistro da La Repubblica”.

Ecco le dieci domande che “Repubblica” ha rivolto a Silvio Berlusconi a conclusione dell’ar-ticolo di Giuseppe D’Avanzo pubblicato giovedì 14 maggio

• 1) Signor presidente, come e quando ha conosciuto il padre di Noemi Letizia?• 2) Nel corso di questa amicizia, quante volte vi siete incontrati e dove?• 3) Come descriverebbe le ragioni della sua amicizia con Benedetto Letizia?• 4) Perché ha discusso delle candidature con Letizia che non è neanche iscritto al PDL?• 5) Quando ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia?• 6) Quante volte ha avuto modo di incontrare Noemi Letizia e dove?• 7) Lei si occupa di Noemi e del suo futuro e sostiene economicamente la sua famiglia?• 8) E’ vero che lei ha promesso a Noemi di favorire la sua carriera nello spettacolo ed in politi-ca?• 9) Veronica Lario ha detto che lei “frequenta minorenni”. Ce ne sono altre che incontra o “al-leva”?• 10) Sua moglie dice che lei “non sta bene” e che andrebbe aiutato. Quali sono le sue condizioni di salute?

Presidente, per favore, ci risponda

Iniziamo dal ruolo delle opposizio-ni, da Davide Conte. Ho notato che, contrariamente al suo stile, non ha attaccato massicciamente il sindaco Ferrandino durante la campagna elettorale. Che si stia preparando al salto della quaglia?Davide Conte ha scelto di avere un ruolo di differenziazione rispetto all’attuale opposizione composta dal PDL e da Ischia Nuova, rappresen-tata da Ciro Ferrandino. Una diffe-renziazione sui contenuti, ma riten-go che Davide Conte sia comunque all’opposizione e continua a restare all’opposizione. Credo che sarà così anche in futuro, al di là delle dicerie che circolano nell’ambito politico in momenti particolari come quello pre elettorale.Mi faccia riassumere queste dice-rie: in paese qualcuno pensa che essendo in questo momento Carmi-ne Bernardo in difficoltà, forse po-trebbe arrivare Conte a supportare la maggioranza…Appunto. Al di là di queste dicerie, credo che Conte rimanga coerente con quella che è sempre stata la sua linea politica all’interno del centro-destra e che non tradirà neanche il mandato dell’elettore. Da questo pun-to di vista credo molto nella persona, che ha dato nel tempo dimostrazione di coerenza politica.Mi dica sinceramente: crede o spe-ra?No, ci credo. E sono certo che non sarò smentito.Ma se il gruppo dell’UDC uscis-se da quella che attualmente è la

maggioranza, Ferrandino avrebbe sempre i numeri per governare?Sì, li avrebbe ancora, perché se non erro la maggioranza oggi è composta da tredici consiglieri comunali. Se uscisse l’UDC bisognerebbe vede-re poi quanti consiglieri dell’UDC escono, comunque anche se lascias-sero Rosanna Ambrosino e Carmine Bernardo, comunque rimarrebbero in undici con il Sindaco dodici, e sono sufficienti. Ma anche per la vi-cenda dell’UDC al loro interno devo-no chiarire cosa accadrà, perché non è chiaro l’orientamento dell’UDC, in verità fortemente critico verso la maggioranza e ritengo che il risulta-to elettorale da questo punto di vista sarà importante per capire la strate-gia futura di Bernardo.Mi diceva che ci sono consiglieri di maggioranza che chiederanno subito dopo le elezioni, indipenden-temente da come andranno, la testa di Carmine Bernardo e lei lasciava intendere che forse i componenti stessi dell’UDC potrebbero forse abbandonare Bernardo al suo de-stino…In verità non faccio previsioni, vedo uno scenario politico. Oggi si è creata una contrapposizione chiara e la si è potuta vedere nella vicenda di Ischia Risorsa Mare. Il Sindaco non consen-te a nessun partito di potersi gestire in proprio. Ciò vale anche per il gruppo di Giuseppe Di Meglio, di Salvatore e Raffaele Mazzella. Proprio per que-sto atteggiamento di Ferrandino cre-do che all’interno della maggioranza, indipendentemente dall’UDC, ci sarà una resa dei conti. Non posso dire quello che potrà accadere, perché ci sono tanti di quei comportamenti, di quelle varianti che possono incidere o sul rafforzamento della maggio-ranza o viceversa potrebbe succedere che il Sindaco non ha più i numeri e deve per forza di cose abbandonare la carica. Una cosa è certa, che oggi l’UDC è in una posizione fortemente critica.

Lei non è certo della compattezza del fronte UDC. Se Bernardo va all’opposizione, Ambrosino che fa?Non lo sappiamo, perché finora non ho mai parlato con Rosanna Ambro-sino, però fino a prova contraria oggi l’UDC è composta da due consiglieri comunali, quindi dobbiamo credere che anche Ambrosino segua il par-tito.Ultimamente va di moda mettersi nel gruppo indipendente, lo ha fat-to Conte, lo fa Di Meglio, potrebbe farlo Ambrosino…Non esistono più i partiti e ancora una volta vale lo scenario che si prospettò per Gianni Buono, Telese e Brandi. Oggi l’aspetto carente del sistema elettorale è la difficoltà di portare al governo un gruppo omogeneo di con-siglieri comunali. Sembrerà assurdo, ma io sono per il voto di preferenza. Forse oggi l’unica elezione in cui bi-sognerebbe votare il listino è proprio quella diretta del sindaco, perché in tal modo il sindaco si sceglie i suoi uomini e può governare con un grup-po di persone omogenee.Lei come nasce politicamente?Io nasco come democristiano e ho seguito un percorso politico dal ’94 quando sono stato eletto consigliere comunale nella lista Fratellanza e La-voro che fondai insieme a Telese e a Luigi Boccanfuso in un’area centri-sta, e sono rimasto sempre centrista. Il mio percorso politico mi ha visto prima coordinatore del Partito Popo-lare Italiano ad Ischia, poi dopo la rot-tura all’interno del PPI aderii al CDU di Bottiglione, poi all’UDC, infine abbiamo aderito al grande progetto del Popolo della Libertà che vede una grande casa unica dei moderati.E le scarpe non le stanno strette in questa grande casa dei moderati?No, anzi in verità stiamo svolgendo con grande sacrificio ed abnegazione un ruolo di costruzione di una vera casa comune dei moderati, perché non è facile mettere insieme anime diverse che si ritrovano soprattut-to nei momenti elettorali. Credo, invece, che la politica vada vissuta giorno per giorno, dando un contri-buto quotidiano sia al partito che al paese, con piccoli passi ma costanti. Molti amici, invece, vedono la poli-tica solo come impegno durante gli appuntamenti elettorali e questo però non fa crescere una nuova classe diri-gente che possa rinnovare quella che ha governato fino ad oggi, parlo del

centrodestra in particolare, dando la possibilità a nuove energie che pro-vengono dalla società civile di espri-mersi in un grande partito moderato che possa andare a sviluppare la sua azione in termini amministrativi vin-cendo un’elezione e governando il paese.Tornando a Davide Conte: non è un nonsense che abbia curato lui la campagna elettorale di De Siano? Non fa più parte di questo gruppo però gli cura la comunicazione.Io credo che Domenico De Siano lo abbia scelto per due motivi: il primo è che è un ottimo professionista, in secondo luogo anche per un pizzico di scaramanzia perché la volta scor-sa gli curò sempre lui l’immagine e andò bene. E poi diciamo la verità: Davide Conte non sta facendo forse la campagna elettorale per Domenico, ma i suoi elettori hanno sempre votato centrode-stra e sicuramente votano centrodestra.Perché, secondo lei, Lu-igi Telese ha scelto di sostenere De Siano, lui che è stato un importante esponente dei DS e poi del PD nell’isola?Telese ha fatto un ragionamento di natura politica lungimirante. Ha capito che la sua esperienza con il centrosinistra si è chiusa nel mo-mento stesso in cui gli hanno sbat-tuto la porta in faccia, cacciandolo in maniera incoerente ed immeritata perché stava svolgendo un ruolo im-portante nell’amministrazione. Ha fatto questo tipo di operazione per non scomparire politicamente, perché rimanendo nel centrosinistra sarebbe stato destinato a fare l’opposizione in eterno. Al di là di questo, Telese ha creato le condizioni per un’alleanza di governo del paese che lo veda an-cora protagonista e l’unico modo per poterlo fare era mediante un accordo programmatico ed elettorale con il PDL. Ma è giusto tutto ciò?Posso solo dire che quello che ani-ma Telese è la voglia di fare politica nell’interesse del suo paese e dei suoi cittadini.Messa così, però, è come se dicessi: mi metto in politica e mi butto da chiunque mi apra una porta…Messa in questo modo sembra una scelta incomprensibile, ma ripeto: è

una scelta di strategia. Telese oggi sta contribuendo a costruire un progetto politico amministrativo in alternativa all’attuale maggioranza ed in questo senso c’è il suo apporto ed il suo im-pegno in una campagna elettorale dove, guarda caso, il candidato alla provincia del centrosinistra è proprio il sindaco di Ischia. Molto probabil-mente, se il sindaco non fosse stato Ferrandino, allora non ci sarebbe sta-ta questa discesa in campo di Telese.Più che un progetto politico sem-brano odi, rancori personali…Io credo invece che sia la voglia di di-mostrare a Giosi Ferrandino che Te-lese era una componente valida della sua maggioranza che senza di lui è monca.

Men-tre lei parlava ho capito quanto sono contento di fare il gior-nalista politico e non il politico, perché tutto ciò che ha raccontato mi disgusta alquanto.Purtroppo è un dato di fatto. A me piacerebbe che la politica fosse chiara, trasparente e coerente. Io sono sempre stato di centrodestra, nella mia attività politica ho vinto due elezioni e ne ho perse tre e quan-do ho perso sono stato all’opposizio-ne. Ho sempre chiesto ai miei amici di mantenere la coerenza politica, la chiarezza delle idee e delle azioni, ma purtroppo oggi è il sistema elettorale a consentire i trasformismi.

Stefano Pettorino, la testa d’uovo del PDL ischitano“Sono quasi certo che Davide Conte non passerà alla maggioranza”.

L’UDC E’ IN DIFFICOLTA’, CHISSA’ SE IL GRUPPO RIMARRA’

COMPATTO

di Riccardo Sepe Visconti [email protected]

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