i disinfettanti in ospedale

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COMITATO INFEZIONI OSPEDALIERE PCI_PR_11 Ed. n. 1 Rev. n. 0 Aprile 2011 Ed. 1 Rev. 0 Aprile 2011 I Disinfettanti In Ospedale Pag. 1/82 REVISIONI Numero 0 1 2 3 4 5 Data Aprile 2011 Redazione Aggiornamento Dott.ssa C. Muran Dott.ssa M. Crovatto Verifica CIO Dott. M. Battistin Approvazione Direzione Sanitaria I I D D I I S S I I N N F F E E T T T T A A N N T T I I I I N N O O S S P P E E D D A A L L E E

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Aprile 2011

Ed. 1 Rev. 0 Aprile 2011 I Disinfettanti In Ospedale Pag. 1/82

REVISIONI

Numero 0 1 2 3 4 5

Data Aprile 2011

Redazione Aggiornamento

Dott.ssa C. Muran Dott.ssa M. Crovatto

Verifica CIO

Dott. M. Battistin

Approvazione Direzione Sanitaria

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IILL LLAAVVAAGGGGIIOO DDEELLLLEE MMAANNII ÈÈ OOPPEERRAAZZIIOONNEE PPRREELLIIMMIINNAARREE AA QQUUAALLSSIIAASSII MMAANNOOVVRRAA DDII AANNTTIISSEEPPSSII EE DDII DDIISSIINNFFEEZZIIOONNEE

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INDICE

1. SCOPO 2 2. CAMPO DI APPLICAZIONE 2 3. DESTINATARI 2 4. GLOSSARIO 3 5. ABBREVIAZIONI 5 6. NORMATIVA DI RIFERIMENTO 6 7. INFEZIONI IN AMBIENTE OSPEDALIERO 7

7.1 CARATTERISTICHE GENERALI 7 7.2 AGENTI ETIOLOGICI 7 7.3 SOPRAVVIVENZA DEI MICRORGANISMI NELL’AMBIENTE 9 7.4 RESISTENZA DEI MICRORGANISMI AI GERMICIDI CHIMICI 9 7.5 MODALITÀ DI DIFFUSIONE DELLE INFEZIONI

IN AMBIENTE OSPEDALIERO 10 8. DISINFETTANTI: ASPETTI GENERALI 11

8.1 CARATTERISTICHE E CLASSIFICAZIONE 11 8.2 MECCANISMO D’AZIONE 12 8.3 FATTORI CHE INFLUENZANO L’AZIONE DEI DISINFETTANTI 13 8.4 REQUISITI DEI DISINFETTANTI 14 8.5 LIVELLO DI ATTIVITà 14 8.6 DISINFEZIONE DEI MATERIALI RIUTILIZZABILI 15 8.7 PRINCIPI PER IL CORRETTO UTILIZZO E CONSERVAZIONE 16 8.8 PRECAUZIONI PER IL PERSONALE 18

9. DISINFETTANTI: PRINCIPI ATTIVI 19 9.1 AGENTI OSSIDANTI 19

9.2 ALCOOLI 25

9.3 ALDEIDI 29

9.4 CLOREXIDINA 36

9.5 DERIVATI DEL CLORO 42

9.6 DERIVATI FENOLICI 49

9.7 IODIO E IODOFORI 51

9.8 SALI DI AMMONIO QUATERNARIO (QACs) 55

10. DISINFETTANTI: CAMPI DI UTILIZZO 58 11. DISTRIBUZIONE DEL DOCUMENTO 70 12. STORIA DEL DOCUMENTO 70 13. ALLEGATI 71

ALLEGATO 1: SIMBOLI DI PERICOLO 71

ALLEGATO 2: ELENCO DELLE FRASI DI RISCHIO 74

14. BIBLIOGRAFIA 79

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1. SCOPO

Fornire indicazioni operative per un corretto impiego delle sostanze antisettiche e dei disinfettanti nell’ottica di una uniformità dei metodi di lavoro e di un continuo miglioramento della qualità dell’assistenza.

2. CAMPO DI APPLICAZIONE

Il documento si applica nei processi in cui si rende necessario l’utilizzo di sostanze antisettiche o disinfettanti.

3. DESTINATARI

I destinatari di questo documento sono tutti gli operatori, sanitari e tecnici, che nell’ambito delle proprie competenze, eseguono antisepsi o disinfezione.

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4. GLOSSARIO

Antisepsi : procedura che provoca la distruzione o l’inibizione della crescita dei microrganismi su tessuti viventi. Articoli critici : dispositivi che entrano in contatto con tessuti normalmente sterili o con il distretto vascolare. Devono essere sterili. Articoli semicritici : dispositivi che entrano in contatto con membrane mucose integre. La sterilità è preferibile, o se non possibile la disinfezione ad alto livello. Articoli non critici : dispositivi che entrano in contatto solo con la cute integra. Richiedono una disinfezione di livello medio-basso. Antisettico : composto chimico antimicrobico che ha la capacità di ridurre o inibire la crescita di microrganismi su tessuti su tessuti su tessuti su tessuti viventiviventiviventiviventi (cute e mucose). Asepsi : serie di procedure atte a prevenire l'accesso di microrganismimicrorganismimicrorganismimicrorganismi, patogeni e non, ad un substrato sterile di natura o sterilizzatosterilizzatosterilizzatosterilizzato artificialmente. Azione residua o Attività residua : capacità di una molecola di prolungare nel tempo la sua attività nei confronti dei patogeni. Battericida (o germicida): agente chimico o fisico in grado di uccidere i batteri, sia su oggetti inanimati che su tessuti viventi, ma non necessariamente le spore batteriche. Batteriostatico : agente chimico in grado di prevenire lo sviluppo dei batteri inibendone la moltiplicazione, senza necessariamente distruggerli. Biofilm (o biopellicola): struttura organizzata formata da colonie di microrganismi immerse in una matrice di materiale extracellulare, polisaccaridica, che aderisce tenacemente a superfici bagnate. Agisce come sistema di protezione che si oppone alla penetrazione di farmaci e disinfettanti. Colonizzazione : presenza di microrganismi che si moltiplicano attivamente, in un ospite, in assenza di segni o sintomi clinici suggestivi di infezione. Un ospite colonizzato può costituire sorgente di infezione. Contaminazione : presenza occasionale e temporanea di microrganismi che non si accompagna a moltiplicazione, su una superficie corporea, su indumenti, effetti letterecci, strumenti ed altri oggetti inanimati o alimenti. Decontaminazione : procedura che precede le operazioni di pulizia e viene utilizzata allo scopo di ridurre la carica microbica e di eliminare l’HIV. È stata stabilita dal D.M. del 28/9/90, art.2 che prevede la messa in atto di questa pratica immediatamente dopo l’uso di strumenti contaminati con materiale organico. Detergente : sostanza in grado di diminuire la tensione superficiale tra la superficie da pulire e lo sporco favorendone l’asportazione. Possono essere suddivisi in quattro gruppi: anionici, cationici, anfoteri e non-ionici. Detersione : procedura che porta all’allontanamento di un’elevata percentuale di microrganismi e di materiale inorganico ed organico dalla superficie da trattare.

�������� è la premessa indispensabile per una corretta disinfezione. Si ottiene con acqua, azione meccanica e detergenti o prodotti enzimatici.

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Disinfettante : composto chimico antimicrobico ad azione aspecifica e non selettiva, in grado di distruggere agenti patogeni (batteri, virus, miceti), ma non necessariamente le spore, su superfici inanimate contaminate. Disinfezione : processo che consente di ridurre il numero di microrganismi patogeni in fase vegetativa presenti su superfici ed oggetti inanimati, a livelli di sicurezza, attraverso l’uso di calore o prodotti chimici. Viene classificata in tre livelli:

� Disinfezione di alto livello : elimina tutti i microrganismi in forma vegetativa e i virus, ma solo alcuni tipi di spore, purché il tempo di contatto sia prolungato (8-12 ore).

� Disinfezione di livello intermedio : elimina i microrganismi in forma vegetativa, compreso il Mycobacterium tuberculosis, i miceti e la maggior parte dei virus, ma non le spore.

� Disinfezione di basso livello : elimina la maggior parte dei microrganismi in forma vegetativa ed inattiva alcuni virus, ma non le spore.

Infezione : penetrazione e moltiplicazione di un agente infettante in uno o più tessuti di un organismo ospite. Può dar luogo a “malattia infettiva” quando si accompagna a danno tissutale ed a manifestazioni cliniche evidenti, locali e/o sistemiche. Pulizia : rimozione meccanica di materiale estraneo (sporco, sangue, liquidi corporei, microrganismi) da superfici inanimate, cute e mucose. Questo processo è in grado di ridurre notevolmente la carica batterica. Viene di norma eseguita con l’impiego di acqua, con o senza detergenti Sanificazione : procedura che tramite l’utilizzo di detergenti o disinfettanti in detergenti o disinfettanti in detergenti o disinfettanti in detergenti o disinfettanti in bassa concentrazionebassa concentrazionebassa concentrazionebassa concentrazione permette di ridurre il numero di microrganismi, consentendo di mantenere i livelli di sicurezza nei limiti fissati dalle norme igieniche su oggetti, superfici ed ambienti. Sanitizzazione : procedura che tramite l’utilizzo di disinfettantidisinfettantidisinfettantidisinfettanti permette di mantenere, per un tempo relativo, il livello di sicurezza della decontaminazione, nei limiti fissati dalle norme di igiene, su oggetti e superfici. Sterilizzazione : procedura che determina l’eliminazione di tutti i microrganismi da un determinato supporto. Può essere effettuata mediante mezzi fisici o chimici. I disinfettanti di alto livello vengono pure definiti “sterilizzanti a freddo”, anche se l’unica pratica sterilizzante ufficialmente riconosciuta è quella tramite tramite tramite tramite autoclaveautoclaveautoclaveautoclave. Va ricordato comunque che l’FDA (Food and Drug Administration - Agenzia per gli Alimenti e i Medicinali) riconosce ai disinfettanti dotati di attività sporicida il titolo di “Sterilizzanti”. Virucida : composto chimico o fisico in grado di uccidere i virus, sia su oggetti inanimati che su tessuti viventi.

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5. ABBREVIAZIONI

CDC: Centers for Disease Control and Prevention (organizzazione statunitense per lo studio e la prevenzione delle malattie infettive)

DM: Dispositivo Medico

GTD: Aldeide Glutarica

NaDCC: Sodio dicloroisocianurato

OSHA: Occupational Safety and Health Administration (agenzia del Dipartimento del Lavoro degli USA)

PAA : Acido Peracetico

PMC: Presidio Medico Chirurgico

QACs : Sali Di Ammonio Quaternario

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6. NORMATIVA DI RIFERIMENTO

I prodotti utilizzati per la disinfezione, in base alle normative di riferimento sono classificati come segue:

SPECIALITÀ MEDICINALI

con numero A.I.C. (Autorizzazione all’Immissione in Commercio) rilasciato dal Ministero della Sanità. D.L. n. 178/91 e Circolare del Min. Sanità n.18 del 27 settembre 1991

Prodotti che “possiedono o comunque vantano specifiche proprietà disinfettanti e siano destinati al trattamento della cute lesa o a venire in contatto con le mucose”

Indicazioni : cute lesa e mucose

PRESIDI MEDICO-CHIRURGICI

con numero di registrazione rilasciato dal Ministero della Sanità D.P.R. 6 ottobre 1998 n.392 valido fino al 13.5.2001

BIOCIDI

D.L. n. 37 del 25 gennaio 2010 in attuazione della Dir. 98/8/CE in materia di immissione sul mercato di biocidi (la normativa non ha ancora piena attuazione, poiché è ancora in corso la revisione dei principi attivi).

Antisettici destinati esclusivamente al trattamento della cute integra.

Disinfettanti per uso ambientale e per tutti i materiali che non vengono considerati Dispositivi Medici.

Indicazioni : cute integra, lavaggio antisettico delle mani, disinfezione superfici

DISPOSITIVI MEDICI

con marchio CE rilasciato dall’Ente Certificatore seguito dal numero di Ente Certificatore dell’Azienda produttrice D.L. n. 37 del 25 gennaio 2010 in attuazione della Dir. 93/42/CE riguardante i dispositivi medici.

“…tutti i dispositivi destinati specificamente ad essere utilizzati per disinfettare i dispositivi medici rientrano nella classe IIa, a meno che non siano destinati specificatamente ad essere utilizzati per disinfettare i dispositivi invasivi, nel qual caso essi rientrano nella classe IIb”

Indicazioni : disinfezione dei dispositivi medici

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7. INFEZIONI IN AMBIENTE OSPEDALIERO

7.1 CARATTERISTICHE GENERALI

I microrganismi sono costantemente presenti in qualsiasi ambiente naturale, compreso quello ospedaliero ed anche su tutto il nostro corpo. Quando un microrganismo riesce a superare i meccanismi di difesa ed a moltiplicarsi in un organismo ospite si ha “infezioneinfezioneinfezioneinfezione”, che diventa “malattia malattia malattia malattia infettiva”,infettiva”,infettiva”,infettiva”, quando si accompagna a danno e sintomatologia clinicadanno e sintomatologia clinicadanno e sintomatologia clinicadanno e sintomatologia clinica. Le infezioni possono avere diversa origine:

� iiiinfezioni esogenenfezioni esogenenfezioni esogenenfezioni esogene: causate da microrganismi trasmessi alla persona ospite dall’ambiente esterno.

� iiiinfezioni endogenenfezioni endogenenfezioni endogenenfezioni endogene (autoinfezioni): causate da microrganismi provenienti dal paziente stesso.

Profondi cambiamenti avvenuti dagli anni 90 nell’assistenza sanitaria ed importanti fattori di rischio, quali: la maggiore suscettibilità dei pazienti alle infezioni (invecchiamento della popolazione, frequente ricorso all’istituzionalizzazione e vita in comunità chiuse, condizioni compromesse dello stato di salute di base,…), l’aumentata esposizione a procedure invasive, l’esposizione ad altri pazienti/personale sanitario colonizzato o infetto, presenza di serbatoi ambientali, fanno sì che non solo l’ospedale, ma anche le strutture socio-sanitarie extraospedaliere, rappresentino un ambiente ottimale per la diffusione e la persistenza di agenti responsabili di patologie infettive. Il concetto di “infezione ospedalierainfezione ospedalierainfezione ospedalierainfezione ospedaliera”, non essendo più l’ospedale il luogo esclusivo dove si eroga la maggior parte delle prestazioni sanitario-assistenziali, risulta così superato e si amplia in quello di “infezioni correlate all’assistenzainfezioni correlate all’assistenzainfezioni correlate all’assistenzainfezioni correlate all’assistenza” (ICA). Si definiscono tali, le infezioni acquisite in ospedale o in altri ambiti socio-sanitari (strutture residenziali assistite, case di riposo, ambulatori, domicilio), riconducibili ad una “procedura/evento” terapeutico-assistenziale (queste infezioni non sono clinicamente presenti, né in incubazione al momento dell’episodio assistenziale specifico). Ciò a sottolineare la responsabilità dell’esecuzione delle procedure, sempre più frequenti ed invasive, spostando l’attenzione dal luogo di erogazione delle cure al processo assistenziale. Il personale sanitario può a sua volta contrarre un’infezione (infezione infezione infezione infezione occupazionaleoccupazionaleoccupazionaleoccupazionale) nel corso dell’attività lavorativa.

7.2 AGENTI ETIOLOGICI

I microrganismi responsabili di infezioni sono: BatteriBatteriBatteriBatteri: microrganismi unicellulari con struttura molto più semplice delle cellule umane (mancano di membrana nucleare), con capacità di riprodursi, di adattarsi e cambiare in funzione dell’ambiente (es. Stafilococchi, Micobatteri). MicetiMicetiMicetiMiceti: cellule più complesse di quelle batteriche, possono presentarsi in forma isolata (lieviti) o pluricellulare (muffe). Sono responsabili di patologie soprattutto

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a carico di pazienti immunodepressi e diabetici. Raramente interessano il personale sanitario. SporeSporeSporeSpore: forme di resistenza prodotte da alcuni batteri per sopravvivere anche in caso di condizioni ambientali estreme (mancanza d’acqua, temperatura elevata ecc.). Sono refrattarie ai comuni disinfettanti e normalmente richiedono la sterilizzazione (es. Clostridium botulinum, Clostridium difficile, Clostridium tetani) ParassitiParassitiParassitiParassiti: organismi monocellulari o pluricellulari che vivono in simbiosi con un ospite e dal quale traggono vantaggio, causandogli spesso un danno. Si dividono in:

� ProtozoProtozoProtozoProtozoiiii: : : : organismi unicellulari (di dimensioni maggiori rispetto ai batteri), provvisti di tutti gli organuli cellulari, a trasmissione interumana o mediante vettori (insetti, acari). Es.: Giardia lamblia, Coccidii, Plasmodio della malaria, Toxoplasma, amebe.

� ElmintiElmintiElmintiElminti (o vermi) (o vermi) (o vermi) (o vermi): : : : organismi pluricellulari (es. tenie e ascaridi) che vivono all’interno dell’ospite a differenza di altri parassiti come i pidocchi, le pulci, le zecche.

VirusVirusVirusVirus: parassiti endocellulari obbligati che non hanno una struttura cellulare ma sono costituiti da un genoma di DNA o RNA circondato da una struttura protettiva proteica o glicoproteica. Non sono capaci di riprodursi autonomamente e per poterlo fare devono utilizzare le nostre cellule. Strutturalmente sono molto semplici ma possono essere dotati di elevato potenziale patogeno. PrioniPrioniPrioniPrioni: sono proteine di recente individuazione che innescano meccanismi che comportano degenerazione delle cellule del sistema nervoso sia nell’uomo (morbo di Creutzfeldt-Jakob) che negli animali (“scrapie” nella pecora e malattia della “mucca pazza”).

� Acinetobacter

� Anaerobi

� Burkholderia cepacia

� Candida

� Clostridium difficile

� Clostridium sordellii

� Enterococchi VRE

� Escherichia coli

� Klebsiella ed altri enterobatteri

� Mycobacterium tuberculosis

� Pseudomonas aeruginosa

� Staphylococcus aureus MRSA e VISA

� Stafilococchi coagulasi negativi

� Streptococcus pneumoniae

� Patogeni a trasmissione ematica (HBV, HCV ecc.)

� Patogeni responsabili di infezioni gastrointestinali (Norovirus ecc.)

� Patogeni responsabili di infezioni delle vie aeree (Influenza ecc.)

� Ebola

� HAV

� Parvovirus

� Virus Morbillo

� Virus Rosolia

� Virus Varicella-Zoster

� Prioni (Creutzfeldt-Jakob Disease)

� Parassiti

MICRORGANISMI PIÙ FREQUENTEMENTE RESPONSABILI DI

INFEZIONI OSPEDALIERE

MICRORGANISMI CHE POSSONO ESSERE RESPONSABILI DI INFEZIONI

OSPEDALIERE

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7.3 SOPRAVVIVENZA DEI MICRORGANISMI NELL’AMBIENTE

I microrganismi presentano un ampio spettro di variabilità per quanto riguarda la capacità di sopravvivere nell’ambiente e/o sui dispositivi medici e tale variabilità dipende dalle loro caratteristiche, dalla concentrazione, dalla presenza di materiale organico, dalla temperatura, dall’umidità e dal pH. Es.: Enterococcus faecalis in materiale organico essiccato può sopravvivere fino a 30 giorni, gli stafilococchi sono in grado di sopravvivere per mesi, Pseudomonas aeruginosa in condizioni di essiccamento può persistere per diversi giorni. Tra i virus, HIV persiste sulle superfici per 1-3 giorni, HBV resiste fino a 7 giorni e verosimilmente anche più a lungo.

�������� Per poter interrompere la catena di trasmissione delle infezioni , ridurre al minimo il rischio di insorgenza delle stesse e la loro trasmissione interumana, è di primaria importanza che le pratiche di pulizia, disinfezione, sterilizzazione siano correttamente eseguite utilizzando i prodotti adeguati.

7.4 RESISTENZA DEI MICRORGANISMI AI GERMICIDI CHIMI CI

I microrganismi, per le loro caratteristiche intrinseche, presentano spettri di resistenza ai germicidi chimici ampiamente variabili e diversi a seconda della categoria di appartenenza; le più resistenti sono le spore batteriche, i meno resistenti i virus lipofilici.

SPORE BATTERICHE Bacillus subtilis, Clostridium sporogenes

⇓⇓⇓⇓ STERILIZZAZIONE

MICOBATTERI Mycobacterium tuberculosis, Micobatteri non tubercolari

⇓⇓⇓⇓ VIRUS PICCOLI o IDROFILI (Poliovirus, Coxsackievirus, Rhinovirus)

+ HIV, HBV, HCV

⇓⇓⇓⇓

DISINFEZIONE ALTO LIVELLO

FUNGHI Trichophyton spp., Cryptococcus spp., Candida spp.,

Aspergillus

⇓⇓⇓⇓

DISINFEZIONE MEDIO LIVELLO

BATTERI IN FORMA VEGETATIVA Pseudomanas aeruginosa, Staphylococcus aureus,

Salmonella choleraesuis, Enterococchi

⇓⇓⇓⇓ VIRUS DI MEDIA GRANDEZZA o

LIPOFILI Herpes simplex, CMV, Virus Respiratorio Sinciziale

DISINFEZIONE BASSO LIVELLO

+

-

-

+

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7.5 MODALITÀ DI DIFFUSIONE DELLE INFEZIONI IN AMBIE NTE OSPEDALIERO

I microrganismi responsabili d’infezioni ospedaliere si diffondono essenzialmente tramite:

� ambienteambienteambienteambiente

� personpersonpersonpersoneeee

� campioni biologicicampioni biologicicampioni biologicicampioni biologici

MODALITÀ DI DIFFUSIONE DELLE INFEZIONI OSPEDALIERE

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8. DISINFETTANTI: Aspetti Generali

8.1 CARATTERISTICHE E CLASSIFICAZIONE

I disinfettanti sono composti chimici antimicrobici ad azione aspecifica e non selettiva, in grado di distruggere agenti patogeni (batteri, virus, miceti), ma non necessariamente le spore, su superfici contaminate. In base alla normativanormativanormativanormativa (vedi pag. 6) vengono classificati in:

� Specialità Medicinali : con numero di AIC (Autorizzazione all’Immissione in Commercio) rilasciato dal Ministero della Salute

� Dispositivi Medici : con marchio CE rilasciato dall’Ente Certificatore

� Presidi Medico-Chirurgici : con numero di registrazione rilasciato dal Ministero della Salute

In base al campo di impiegocampo di impiegocampo di impiegocampo di impiego vengono classificati in

� Antisettici : utilizzati sulla cute o sulla mucosa sia integre che lese

� Disinfettanti : utilizzati su superfici inanimate

Lo schema seguente correla le due classificazioni

ANTISETTICI

DISINFETTANTI

SUPERFICI P. M. C.

DISPOSITIVI MEDICI D. M. (Marchio CE)

SPECIALITÀ MEDICINALI CUTE LESA e MUCOSE

P. M. C. CUTE INTEGRA

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In base alle caratteristiche chimichecaratteristiche chimichecaratteristiche chimichecaratteristiche chimiche vengono classificati in:

• Agenti ossidantiAgenti ossidantiAgenti ossidantiAgenti ossidanti (acido peracetico, perossido di idrogeno).

• AlcoliAlcoliAlcoliAlcoli

• AldeidiAldeidiAldeidiAldeidi (Aldeide formica, aldeide glutarica, ortoftalaldeide).

• AlogenoderivatiAlogenoderivatiAlogenoderivatiAlogenoderivati: � Cloroderivati (ipoclorito di sodio, clorossidante elettrolitico, sodio

dicloroisocianurato). � Iodio e iodofori

• ClorexidinaClorexidinaClorexidinaClorexidina

• Derivati fenoliciDerivati fenoliciDerivati fenoliciDerivati fenolici (polifenoli, alofenoli)

• SSSSali di ammonio quaternarioali di ammonio quaternarioali di ammonio quaternarioali di ammonio quaternario

8.2 MECCANISMO D’AZIONE

L’attività dei disinfettanti si esplica attraverso una serie di meccanismi non ancora completamente chiariti. A differenza degli antibiotici riconoscono bersagli multipli ed è il danno totale, risultante dall’azione sui singoli bersagli, che determina la loro attività battericida. Schematicamente i meccanismi d’azione possono essere così suddivisi:

1. Alchilazione dei gruppi polari proteiciAlchilazione dei gruppi polari proteiciAlchilazione dei gruppi polari proteiciAlchilazione dei gruppi polari proteici: azione irreversibile sugli atomi di idrogeno dei gruppi polari carbossilici, amminici, idrossilici e fenolici. L’azione si esplica anche sulle spore. � Meccanismo tipico delle aldeidi (formaldeide e glutaraldeide) e dell’ossido

di etilene

2. Alterazione o disgregazione della membrana citoplasmaticaAlterazione o disgregazione della membrana citoplasmaticaAlterazione o disgregazione della membrana citoplasmaticaAlterazione o disgregazione della membrana citoplasmatica grazie alla sua interazione con i gruppi lipofili dei disinfettanti. � Meccanismo tipico dei composti di ammonio quaternario e della

clorexidina (a bassa concentrazione)

3. Alterazione dei gruppi sulfidriliciAlterazione dei gruppi sulfidriliciAlterazione dei gruppi sulfidriliciAlterazione dei gruppi sulfidrilici con conseguente blocco delle funzioni delle proteine. � Meccanismo tipico di permanganati, perossidi, alogenoderivati, metalli

pesanti.

4. Coagulazione delle proteine citoplasmaticheCoagulazione delle proteine citoplasmaticheCoagulazione delle proteine citoplasmaticheCoagulazione delle proteine citoplasmatiche: gelificazione delle proteine citoplasmatiche con conseguente perdita di funzionalità � Meccanismo tipico dei fenoli, alcoli, nitrato di argento, clorexidina (a

concentrazioni elevate).

5. Idrolisi acida e alcalinaIdrolisi acida e alcalinaIdrolisi acida e alcalinaIdrolisi acida e alcalina: le basi liberano nel mezzo gruppi ossidrilici (OH-), gli acidi invece liberano ioni idrogeno (H+), provocando una lisi del corpo batterico.

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8.3 FATTORI CHE INFLUENZANO L’AZIONE DEI DISINFETTA NTI

I fattori che influenzano l’azione dei disinfettanti possono essere classificati in 3 gruppi:

FATTORI INTRINSECI

• spettro di attività

• concentrazione del principio attivo

• stabilità delle soluzioni

• pH delle soluzioni

• qualità del prodotto commerciale

• coloranti aggiuntivi

FATTORI CORRELATI ALLE CONDIZIONI DI

IMPIEGO

• concentrazione della soluzione

• tempo di contatto

• completezza ed “intimità” del contatto

• temperatura

• presenza di sostanze organiche, saponi ed altre

• sostanze detergenti (inattivanti)

• caratteristiche del solvente e del contenitore

• natura e compatibilità dei materiali da trattare

• eventuale presenza di biofilm sui materiali

FATTORI CORRELATI AI MICRORGANISMI

• specie microbica e fase del ciclo vitale

• entità della popolazione microbica

• variazioni della sensibilità batterica (resistenzaresistenzaresistenzaresistenza)

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8.4 REQUISITI DEI DISINFETTANTI

L’antisettico/disinfettante ottimale dovrebbe rispondere ad una serie di requisiti che si possono suddividere in essenzialiessenzialiessenzialiessenziali e aggiu aggiu aggiu aggiunnnntivitivitivitivi....

REQUISITI ESSENZIALI

• attività germicida/virucida nei confronti dei microrganismi (virus, spore e forme vegetative dei batteri, miceti, protozoi)

• ampio spettro d’azione • azione anche in presenza di sostanze

organiche (sangue, urine, feci, pus, tessuti necrotici ecc.)

• innocuità nei confronti dei materiali da trattare

• facilità di applicazione • rapidità d’azione e persistenza

dell’attività il più a lungo possibile (azione residuaazione residuaazione residuaazione residua)

• costi contenuti • assenza di tossicità acuta e cronica (in

particolare per gli antisettici)

REQUISITI AGGIUNTIVI

• elevato potere di penetrazione • miscelabilità con tutti i liquidi (acqua

potabile, acqua deionizzata e distillata, alcool, acetone ecc.) senza precipitare o subire effetti di chelazione o inibizione

• non irritare i tessuti (antisettici) • non indurre sensibilizzazioni

(antisettici) • non interferire con i processi di

cicatrizzazione (antisettici) • stabilità chimica • bassa o assente capacità di indurre

resistenza

8.5 LIVELLO DI ATTIVITÀ

Sulla base dell’azione dei disinfettanti/antisettici nei confronti dei microrganismi, si possono distinguere tre diversi livelli di attività: altoaltoaltoalto, m, m, m, medioedioedioedio e b e b e b e bassoassoassoasso.... I disinfettanti di alto livelloalto livelloalto livelloalto livello garantiscono l’inattivazione di tutti i microrganismi e solo di alcuni tipi di spore. Se utilizzati in condizioni opportune e per un tempo sufficientemente lungo possono esercitare azione sporicida.

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Vengono considerati disinfettanti di alto livello:

� glutaraldeide al 2% (tempo di contatto di almeno 20 minuti) � perossido d’idrogeno al 6% � cloroderivati (concentrazione >1000 ppm, tempo di contatto di almeno

20’) � acido peracetico allo 0,2%

I disinfettanti/antisettici di medio livellomedio livellomedio livellomedio livello distruggono tutti i batteri in fase vegetativa, il Mycobacterium tuberculosis, miceti e la maggior parte di virus. Vengono considerati disinfettanti/antisettici di medio livello:

� glutaraldeide al 2% (tempo di contatto di 10 minuti) � alcoli (alcol etilico o isopropilico al 70-90%) � clorossidante elettrolitico (soluzione allo 0,05%, 550 ppm di Cloro

attivo) � polifenoli o derivati fenolici (alcune formulazioni) � iodofori (PVP-I al 5 - 10%, cui corrisponde 0,5-1% di iodio disponibile)

I disinfettanti/antisettici di basso livellobasso livellobasso livellobasso livello sono in grado di distruggere molti batteri ed alcuni virus e miceti ma non il Mycobacterium tuberculosis e le spore. Vengono considerati disinfettanti/antisettici di basso livello:

� composti dell’ammonio quaternario � fenoli in soluzione detergente � clorexidina in soluzione acquosa � iodofori in soluzione detergente

Il tempo di contatto sufficiente è di 10 minuti

�������� Il disinfettante utilizzato sulle superfici inanimate, compatibile con il materiale da trattare, è tanto più efficace quanto più elevato è il suo livello di attività antibatterica. Diversamente l’antisettico, essendo utilizzato sui tessuti, oltre all’efficacia, deve rispettare anche i limiti di tolleranza del tessuto su cui viene applicato, pertanto le soluzioni antisettiche applicabili su cute e mucose hanno livelli di attività medio/basso.

8.6 DISINFEZIONE DEI MATERIALI RIUTILIZZABILI

La scelta del livello di attività è condizionata dalla tipologia dei materiali da trattare. Si distinguono essenzialmente due categorie:

• materiamateriamateriamaterialililili monouso monouso monouso monouso: vanno eliminati dopo l’utilizzo e pertanto non devono essere disinfettati in alcun modo allo scopo di riutilizzarli.

• materialimaterialimaterialimateriali riutilizzabil riutilizzabil riutilizzabil riutilizzabiliiii: dopo l’utilizzo devono essere sottoposti ad un trattamento specifico, in base al rischio potenziale di infezione associato al loro uso. La classificazione secondo Spaulding e CDC distingue tre livelli di criticità: criticocriticocriticocritico, semicritico semicritico semicritico semicritico e non non non non critico critico critico critico per ognuno dei quali è previsto un “reprocessing” diverso.

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CATEGORIE DI ARTICOLI RIUTILIZZABILI (E.H. Spauldin g 1972)

ARTICOLI CRITICI strumenti o dispositivi che vengono a contatto con tessuti o cavità normalmente sterili o con il sistema vascolare. La sterilizzazione è assolutamente richiesta

• Strumentario chirurgico • Aghi e siringhe • Cateteri intravascolari, urinari, … • Protesi • Teli e camici per sala operatoria

ARTICOLI SEMICRITICI

strumenti o dispositivi che vengono a contatto con mucose integre e non penetrano nei tessuti sterili.

La sterilizzazione è preferibile , ma può essere sufficiente una disinfezione ad alto livello .

• Strumenti a fibre ottiche • Cannule orofaringee • Circuiti respiratori • Lame di laringoscopio • Maschere facciali • Tubi endotracheali

ARTICOLI NON CRITICI

strumenti o dispositivi che vengono a contatto solo con cute integra .

È sufficiente la detersione , far seguire la disinfezione (basso livello ) in caso di contaminazione con materiale organico e, comunque, periodicamente.

• Borse per l’acqua e per il ghiaccio • Carrozzine • Elettrodi di monitor e defibrillatori • Padelle, pappagalli • Sfigmomanometri, fonendoscopi,

martelletti • Stampelle

�������� la corretta conservazione degli articoli trattati è di fondamentale importanza per evitare la contaminazione.

�������� quando possibile, è opportuno optare per articoli monouso

8.7 PRINCIPI PER IL CORRETTO UTILIZZO E CONSERVAZIO NE

1. L’antisepsi e la disinfezione devono essere precedute da un’accurata puliziaaccurata puliziaaccurata puliziaaccurata pulizia che ha lo scopo di eliminare l’eventuale presenza di materiale organico, di diminuire la carica microbica e di favorire la penetrazione del principio attivo

2. Scegliere il disinfettante adeguato per ogni specifico impiego 3. Prima di utilizzare un disinfettante verificareverificareverificareverificare attentamente la sua

compatibilità compatibilità compatibilità compatibilità con i materiali da trattare 4. Non lasciare mai apertimai apertimai apertimai aperti i contenitori dei disinfettanti/antisettici 5. Evitare che l’apertura del contenitore e la parte interna del tappo venga a

contatto diretto con le mani dell’operatore e con qualsiasi materiale (poggiare il tappo sempre rovesciato)

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6. Evitare l’impiego di tappi di sughero, garza, gomma o altri materiali potenziali veicoli di contaminazione

7. Scrivere sempresempresempresempre sul contenitore del disinfettante/antisettico la data di la data di la data di la data di aperturaaperturaaperturaapertura o di preparazione, in quanto generalmente l’efficacia ha una durata limitata

8. Dopo l’apertura della confezione deve essere utilizzato nel tempo più breve possibile e devono essere conservati in recipienti chiusi, al riparo dalla luce e dal calore

9. Non travasaretravasaretravasaretravasare i disinfettanti in contenitori diversi da quelli originalicontenitori diversi da quelli originalicontenitori diversi da quelli originalicontenitori diversi da quelli originali; se è necessaria la diluizione, essa va fatta secondo le modalità indicate ed utilizzando solventi non inquinati

10. Non rabboccare mai il contenitore del disinfettante/antisettico 11. Non aggiungere sostanzeaggiungere sostanzeaggiungere sostanzeaggiungere sostanze e non mescolare mai i diversi disinfettanti tra di

loro 12. Rispettare le diluizioni indicateRispettare le diluizioni indicateRispettare le diluizioni indicateRispettare le diluizioni indicate e le modalità d’uso: una concentrazione

maggiore di disinfettante non ne aumenta l’efficacia 13. Immergere nel disinfettante solo oggetti asciuttioggetti asciuttioggetti asciuttioggetti asciutti per evitare diluizione del

disinfettante 14. Non conservare mai batuffoli già imbevuti di antisetticoconservare mai batuffoli già imbevuti di antisetticoconservare mai batuffoli già imbevuti di antisetticoconservare mai batuffoli già imbevuti di antisettico in quanto le fibre di

cotone assorbono il principio attivo e ne riducono pertanto il potere antimicrobico

�������� I disinfettanti, se usati in modo improprio rispetto alle indicazioni, concentrazione e modalità d’impiego, oltre a risultare inefficaci, possono determinare effetti indesiderati (tossicità acuta e/o cronica per l’operatore, danni più o meno gravi ai materiali)

DISPOSIZIONI AZIENDALIDISPOSIZIONI AZIENDALIDISPOSIZIONI AZIENDALIDISPOSIZIONI AZIENDALI

I disinfettanti pronto uso, dopo l’apertura del flacone, devono essere utilizzati:

� entro 10101010 giorni giorni giorni giorni se in soluzione acquosa

� entro 30303030 giorni giorni giorni giorni se in soluzione alcolica.

Inoltre:

� entro 10 giorni 10 giorni 10 giorni 10 giorni dall’apertura o comunque fino a scadenza � flaconi con tappo normale (se conservati chiusi dopo l’uso)flaconi con tappo normale (se conservati chiusi dopo l’uso)flaconi con tappo normale (se conservati chiusi dopo l’uso)flaconi con tappo normale (se conservati chiusi dopo l’uso)

� usare entro 30 giorni30 giorni30 giorni30 giorni o comunque fino a scadenza � flaconi con tappo erogatore (pompetta)flaconi con tappo erogatore (pompetta)flaconi con tappo erogatore (pompetta)flaconi con tappo erogatore (pompetta)

� usare fino esaurimento del prodotto o comunque fino a scadenza � flaconi con chiusura aggraffata (sigillata non manomissibileflaconi con chiusura aggraffata (sigillata non manomissibileflaconi con chiusura aggraffata (sigillata non manomissibileflaconi con chiusura aggraffata (sigillata non manomissibile))))

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8.8 PRECAUZIONI PER IL PERSONALE

1. I recipienti nei quali sono conservati prodotti o materiali pericolosi o nocivi devono riportare in etichetta l’indicazione dei simboli di simboli di simboli di simboli di pericopericopericopericololololo (All. 1) (consentono di individuare immediatamente le tipologie di rischio, sia di tipo chimico che tossicologico associate all’uso di una determinata sostanza), delle delle delle delle frasi di rischio frasi di rischio frasi di rischio frasi di rischio (danno indicazioni sulla tipologia del rischio e possono essere associate secondo precise combinazioni) e dei consigli di dei consigli di dei consigli di dei consigli di prudenzaprudenzaprudenzaprudenza (All. 2) (forniscono indicazioni sulle precauzioni da adottare e anch’essi possono essere associati secondo combinazioni particolari)

2. I prodotti devono essere sempre accompagnati dalle relative schede di sicurezza, composte da 16 voci standardizzate, redatte nella lingua del paese dove il prodotto viene utilizzato:

a. Identificazione del preparato e della società/impresa b. Composizione ed informazione sugli ingredienti c. Identificazione dei pericoli d. Misure di primo soccorso e. Misure antincendio f. Misure in caso di fuoriuscita accidentale g. Manipolazione e stoccaggio h. Controllo dell’esposizione /protezione individuale i. Proprietà fisiche e chimiche j. Stabilità e reattività k. Informazioni tossicologiche l. Informazioni ecologiche m. Considerazioni sullo smaltimento n. Informazioni sul trasporto o. Informazioni sulla regolamentazione p. Altre informazioni

3. Quando si preparano e si utilizzano i disinfettanti tenere sempresempresempresempre presente il problema delle incompatibilità

4. Durante la manipolazione dei disinfettanti/antisettici utilizzare i Dispositivi di Protezione Individuale o DPI (guanti, maschera , visiera od occhiali, camice protettivo), quando indicati

5. I disinfettanti/antisettici vanno smaltiti correttamente, secondo le istruzioni riportate nelle schede di sicurezza.

�������� Per ogni problematica relativa ai rischi connessi alla manipolazione dei disinfettanti/antisettici far riferimento al Servizio di Prevenzione e Protezione aziendale.

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9. DISINFETTANTI: Principi Attivi

9.1 AGENTI OSSIDANTI

In questa famiglia sono comprese diverse molecole che agiscono tramite un comune meccanismo di ossidazione. Gli agenti ossidanti causano la denaturazione delle proteine, l’ossidazione dei ponti sulfidrilici delle proteine, compresi gli enzimi, e l’alterazione della permeabilità della parete cellulare.

ACIDO PERACETICO (PAA)

CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE

Da tempo l’acido peracetico è riconosciuto come il più potente, rapido ed efficace agente disinfettante disponibile; in questi ultimi anni, è stato introdotto il suo uso nel settore sanitario con ottimi risultati, come alternativa alla glutaraldeide (tossica per uomo ed ambiente). Il PAA è caratterizzato da un’elevata capacità ossidativa responsabile del suo potere biocida. È un perossiacido organico caratterizzato da uno stato d’elevata instabilità; da ciò deriva la necessità di eseguire la preparazione estemporanea al momento dell’utilizzo. Il PAA si produce per reazione tra anioni perossidici e gruppi N-acetilici. Questo permette l'instaurarsi di un equilibrio chimico-fisico che porta alla formazione rapida e persistente del principio attivo. Quest’equilibrio, in condizioni operative normali (T° ambiente, pressione atmosferica) si mantiene stabile per diversi giorni, garantendo l'efficacia germicida. Il pH della soluzione è vicino alla neutralità (pH 7,30) e questo valore di pH permette un’elevata compatibilità con i materiali di cui sono costituiti i dispositivi medici ed in particolare le fibre ottiche (endoscopi).

SPETTRO D’AZIONE

L'acido peracetico è efficace, anche a basse concentrazioni, su tutti i microrganismi, comprese le spore. È attivo contro batteri, micobatteri, virus (compresi HIV, HBV, HCV), funghi, muffe, lieviti, alghe, elminti e spore e nessuna resistenza da parte di questi organismi è stata segnalata in letteratura. Per questo suo spettro d’azione, l’acido peracetico è stato incluso tra gli agenti sterilizzanti chimici e disinfettanti di alto livellosterilizzanti chimici e disinfettanti di alto livellosterilizzanti chimici e disinfettanti di alto livellosterilizzanti chimici e disinfettanti di alto livello che trovano impiego in ambito sanitario.

MECCANISMO D’AZIONE

L'acido peracetico (PAA) ossida le membrane esterne delle cellule dei microorganismi, tale reazione ossidativa sulle membrane lipidiche, DNA e altri componenti essenziali alla vita della cellula induce una veloce disattivazione.

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AVVERTENZE E FATTORI INTERFERENTI

• La concentrazione di 0,06%0,06%0,06%0,06% (600 ppm600 ppm600 ppm600 ppm) di acido peracetico rappresenta la Concentrazione Minima Efficace (MEC) cioè il valore limite più basso, al di sotto del quale, la soluzione d’utilizzo deve essere rinnovata. Il valore sopra raccomandato deve essere valutato mediante il dosaggio chimico con l’ausilio delle cartine indicatrici.

• La soluzione da attivare ed attivata può avere effetti corrosivi e/o irritanti sulla cute, pertanto si consiglia di utilizzare i dispositivi di protezione individuale (guanti e occhiali) per la sua manipolazione e/o utilizzo.

• Dopo il trattamento di disinfezione e/o sterilizzazione risciacquare il materiale accuratamente con acqua filtrata o sterile.

• Il PAA è termodinamicamente instabile e diversi fattori ne condizionano la stabilità in soluzione acquosa: � aumento del pH (più efficace a pH pari a 7) � aumento della temperatura � presenza di ioni metallici

• La presenza di materiale organico, proveniente dal trattamento di strumenti non ben detersi, limita l’efficacia biocida dell’acido peracetico e può quindi richiedere un aumento della concentrazione d'uso e/o del tempo di contatto.

• L'acido peracetico ha un’azione corrosiva sui metalli e su alcuni tipi di gomme e di plastiche.

• L'acido peracetico non pone problemi d’impatto ambientale perché si decompone in acqua e acetato.

PREPARAZIONI

L’Acido PeraceticoAcido PeraceticoAcido PeraceticoAcido Peracetico è disponibile:

• In CCCCARTUCCEARTUCCEARTUCCEARTUCCE per apparecchiatura specifica (Steris System One) in cui l’acido peracetico viene diluito allo 0,2%, ad una temperatura di 50°; viene utilizzato come sporicida nel trattamento di strumenti totalmente immergibili, es. endoscopi.

• In SSSSOLUZIONEOLUZIONEOLUZIONEOLUZIONE DA ATTIVARE DA ATTIVARE DA ATTIVARE DA ATTIVARE, tamponata e stabilizzata allo 0,2% da preparare prima dell’uso: ha azione rapida (effetto sporicida in 10 minuti) e si mantiene stabile per diversi giorni.

• In PPPPOLVERE OLVERE OLVERE OLVERE ATTIVAATTIVAATTIVAATTIVA, costituita da più componenti, che una volta dispersa in acqua, alle opportune concentrazioni, sviluppa in continuo acido peracetico, (vero principio attivo del prodotto), enzimi (che disgregano i residui organici), tensioattivi (che facilitano la rimozione dei residui organici) e anticorrosivi (che proteggono i dispositivi trattati).

MODALITÀ D’IMPIEGO

La disinfezione operata con PAAPAAPAAPAA può essere eseguita con vari procedimenti: 1. AAAAUTOMATIZZATOUTOMATIZZATOUTOMATIZZATOUTOMATIZZATO

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� MMMMacchine lavaendoscopiacchine lavaendoscopiacchine lavaendoscopiacchine lavaendoscopi: al fine di ridurre l’influenza di un errore umano, negli ultimi anni la disinfezione dello strumentario medico-chirurgico termolabile è stata affidata all’utilizzo di sistemi di lavaggio, detersione e disinfezione automatizzati (le cosiddette “macchine lavaendoscopi”) che, a circuito chiuso, permettono in sequenza di eseguire un ciclo completo di rigenerazione dell’apparecchio consistente in lavaggio con detergente enzimatico, risciacquo e successiva fase di disinfezione d’alto livello o sterilizzazione chimica a freddo.

� Apparecchiatura tipo “Apparecchiatura tipo “Apparecchiatura tipo “Apparecchiatura tipo “Steris SystemSteris SystemSteris SystemSteris System One One One One””””: l’acido peracetico al 35% viene diluito allo 0,2%, ad una temperatura di 50°; viene utilizzato come sporicida nel trattamento di strumenti totalmente immergibili, es. endoscopi Il materiale deve essere accuratamente lavato prima dell’introduzione.

2. DDDDISINFEZIONE ISINFEZIONE ISINFEZIONE ISINFEZIONE MMMMANUALEANUALEANUALEANUALE L’allestimento della soluzione attiva, per l’utilizzo in vaschetta, è semplice, affidabile e priva di rischi per l’operatore: � Versare il contenuto del flaconcino (precursore) nel flacone contenente il

perossido di idrogeno ed agitare leggermente � Attendere 15 minuti, tenendo il flacone tappato: a questo punto la

soluzione è pronta. � La durata della soluzione è di 14 giorni (riportare la data di attivazione o

di scadenza) � Effettuare un’accurata detersione del dispositivo, seguita da risciacquo,

prima di sottoporlo al trattamento disinfettante. � Dopo la disinfezione prelevare in modo asettico e risciacquare con acqua

sterile lo strumento trattato. 3. DDDDECONTAMINAZIONE ECONTAMINAZIONE ECONTAMINAZIONE ECONTAMINAZIONE PPPPRIMARIA RIMARIA RIMARIA RIMARIA EEEE CCCCONTEMPORANEA ONTEMPORANEA ONTEMPORANEA ONTEMPORANEA DDDDETERSIONEETERSIONEETERSIONEETERSIONE

Versare nella vaschetta la quantità di polvere secondo le dosi stabilite: DiluizioneDiluizioneDiluizioneDiluizione: : : : 1,0 %1,0 %1,0 %1,0 % (20 g, 1 misurino pieno, per 2 litri di acqua di rubinetto) Tempo d’immersioneTempo d’immersioneTempo d’immersioneTempo d’immersione: 20 minuti � Agitare leggermente (una parte del prodotto rimarrà indisciolta, quale

riserva, sul fondo della vaschetta mantenendo costante la concentrazione di principio attivo (PAA) in soluzione);

� Immergere gli strumenti subito dopo l’uso, senza prelavaggiosenza prelavaggiosenza prelavaggiosenza prelavaggio; � La polvere inizia a liberare acido peracetico o ossigeno attivo, mentre gli

enzimi ed i tensioattivi che si sciolgono in acqua, disgregano e rimuovono dagli strumenti, sangue, muco, pus e qualsiasi altro residuo organico di natura proteica, lipidica e glucidica;

� A fine tempo di contatto risciacquare i dispositivi medici con acqua di rubinetto;

� La soluzione di utilizzo deve essere rinnovata giornalmente.

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PEROSSIDO DI IDROGENO (acqua ossigenata)

Prodotto dotato di attività battericida, virucida, fungicida. Il perossido d’idrogeno ha una blanda attività antisettica poiché viene inattivato rapidamente nei tessuti viventi. I vantaggi sono legati a due fattori:

• rende l’ambiente inadatto alla crescita di batteri anaerobi obbligati, • le molecole di ossigeno che si formano dalla sua decomposizione favoriscono

il distacco di tessuti necrotici.

SPETTRO D’AZIONE

In assenza di materiale organico è attivo in breve tempo sui batteri Gram negativi e su alcuni virus lipofili.

MECCANISMO D’AZIONE

Agisce mediante produzione di radicali idrossilici liberi che attaccano le membrane lipidiche, il DNA ed altri componenti essenziali della cellula.

AVVERTENZE E FATTORI INTERFERENTI

• Soluzioni concentrate (36%) di perossido d’idrogeno sono caustiche per cute e mucose.

• La soluzione al 3% ha solo un’azione leggermente lesiva sui tessuti. • Non deve essere introdotta in cavità chiuse dell’organismo per la

formazione di bolle di ossigeno. • Le soluzioni di perossido d’idrogeno vengono inattivate da sostanze

organiche e da alcuni ioni metallici, pertanto per le diluizioni va utilizzata acqua distillata

PREPARAZIONI

� SSSSOLUZIONE AL OLUZIONE AL OLUZIONE AL OLUZIONE AL 3%3%3%3% F.U.F.U.F.U.F.U. (stabilizzata): viene impiegata come antisettico per la detersione di piaghe, piccole ferite, ulcere, ascessi.

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ACIDO PERACETICO In Soluzione Da Attivare

CARATTERISTICHE

A temperatura ambiente si presenta come un liquido incolore con un caratteristico odore pungente di acido acetico, ha un forte potere ossidante, è altamente corrosivo ed è alquanto instabile, poiché la sua molecola tende a rilasciare una molecola di ossigeno, convertendosi in acido acetico. Il PAA è ottenuto da un complesso sistema la cui reazione coinvolge un attivatore e un donatore di gruppi acetilici, in ambiente alcalino, in soluzione di perossido d'idrogeno o simile.

SPETTRO D’AZIONE

Batteri Gram+, Gram-, Micobatteri, miceti, virus (compresi HIV - HBV - HCV)

INDICAZIONI

• Disinfezione di alto livelloDisinfezione di alto livelloDisinfezione di alto livelloDisinfezione di alto livello (attività tubercolicida, virucida, fungicida e battericida) di dispositivi medico-chirurgici, in particolare di attrezzature a fibre ottiche (es.: cistoscopi, apparecchiatura per endoscopia digestiva, broncoscopi ecc.).

Tempo di contattoTempo di contattoTempo di contattoTempo di contatto: 10 minuti

• Sterilizzazione chimica a freddo Sterilizzazione chimica a freddo Sterilizzazione chimica a freddo Sterilizzazione chimica a freddo (attività sporicida oltre che tubercolicida, fungicida, virucida, e battericida a temperatura ambiente) di dispositivi medico-chirurgici soprattutto di quelli termosensibili, quali strumenti a fibre ottiche (es.:laparoscopi ed artroscopi).

Tempo di contattoTempo di contattoTempo di contattoTempo di contatto: 30 minuti

AVVERTENZE D’USO

• La soluzione da attivare ed attivata può avere effetti corrosivi e/o irritanti sulla cute

• Particolare attenzione deve essere rivolta ai materiali costituiti da alluminio, rame e corrispondenti leghe (ottone, bronzo ecc.) e gomme naturali.

• Rispettare i tempi d'immersione sopra indicati • Non lasciare il dispositivo in immersione per tempi particolarmente

protratti.

PRECAUZIONI PER IL PERSONALE

• Evitare il contatto con cute e occhi: indossare guanti di gomma e occhiali. • Conservare al riparo da fonti di calore

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ACIDO PERACETICO Con Enzimi Proteolitici

CARATTERISTICHE

Questo preparato è un sistema complesso i cui componenti principali sono un composto di natura perossidica e un attivatore donante gruppi acetilici che reagendo tra di loro in soluzione liberano gradualmente acido peracetico, addizionato di enzimi che disgregano i residui organici, tensioattivi che facilitano la rimozione dei residui organici e anticorrosivi che proteggono i dispositivi trattati.

SPETTRO D’AZIONE

Batteri Gram+, Gram-, Micobatteri, miceti, virus (compresi HIV - HBV - HCV)

INDICAZIONI

• Decontaminazione e Detersione dello strumentario riutilizzabileDecontaminazione e Detersione dello strumentario riutilizzabileDecontaminazione e Detersione dello strumentario riutilizzabileDecontaminazione e Detersione dello strumentario riutilizzabile

DiluizioneDiluizioneDiluizioneDiluizione: 1,0 % (20 g, 1 misurino pieno, per 2 litri di acqua)

Tempo d’immersioneTempo d’immersioneTempo d’immersioneTempo d’immersione: 20 minuti

AVVERTENZE D’USO

• La soluzione rimane attiva per 24 ore dalla preparazione • Particolare attenzione deve essere rivolta ai materiali costituiti da

alluminio, rame e corrispondenti leghe (ottone, bronzo ecc.) e gomme naturali.

• Rispettare i tempi d'immersione sopra indicati • Non lasciare il dispositivo in immersione per tempi particolarmente

protratti.

PRECAUZIONI PER IL PERSONALE

• Evitare il contatto con cute e occhi: indossare guanti di gomma e occhiali. • Il prodotto tal quale può produrre irritazioni della pelle e degli occhi

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9.2 ALCOOLI

CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE

Gli alcoli utilizzabili in antisepsi e disinfezione sono l’alcool etilico (o etanolo) e l’alcool isopropilico (o isopropanolo). Tali alcoli sono liquidi incolori, solubili in acqua, infiammabili, molto volatili e presentano un buon potere detergente in quanto sono efficaci solventi dei grassi. Il contenuto di alcool può essere espresso come percentuale di peso (p/p) o come percentuale di volume (v/v). L’optimum di attività degli alcoli si ha per valori compresi fra il 60 ed il 90% (v/v), ma la concentrazione ottimale è al 70% per l’etanolo, 60% per l’isopropanolo, che ha un’attività battericida leggermente superiore. Usati come solventi di altri antisettici (clorexidina, sali di ammonio quaternario, iodio e iodofori, ipoclorito) ne aumentano notevolmente l’attività e la capacità di penetrazione.

SPETTRO D’AZIONE

Gli alcoli hanno un’azione battericida nei confronti delle forme vegetative (batteri Gram + e -, inclusi i patogeni multiresistenti MRSA, VRE, il Mycobacterium tuberculosis e vari funghi), ma non sono attivi sulle spore batteriche. L’attività dell’alcool sui virus è variabile a seconda della concentrazione dell’alcool, della durata dell’esposizione della cute all’alcool e del tipo di virus. I virus lipofili (HSV, Virus dell’Influenza, RSV) sono sensibili all’alcool; alcuni virus lipofili (come HBV, HCV, HIV) sono più resistenti, ma vengono comunque inattivati dall’alcool 60-70% più rapidamente rispetto ai virus idrofili (Adenovirus, Enterovirus, Rotavirus, Rinovirus). L’alcool etilico esplica un’attività antivirale maggiore rispetto all’alcool isopropilico (che è inattivo sui virus idrofili).

MECCANISMO D’AZIONE

L’azione antimicrobica si esplica attraverso la denaturazione delle proteine. In assenza di acqua (alcol 90%), le proteine non vengono denaturate così prontamente come quando è presente (alcol 70%); ciò spiega perché l’alcol etilico puro ha azione disidratante, ma è meno battericida dell’etanolo diluito. Quando vengono applicati sulla cute gli alcoli hanno rapida attività antibatterica, ma scarsa capacità di penetrazione e non presentano attività residua apprezzabile data la rapidità di evaporazione: la persistenza può essere aumentata aggiungendo alle soluzioni alcoliche clorexidina, triclosan o composti di ammonio quaternario.

AVVERTENZE E FATTORI INTERFERENTI

• Gli alcoli coagulano o precipitano le proteine nei materiali biologici e quindi penetrano poco all’interno del materiale organico per cui vanno

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utilizzati sempre su materiale perfettamente deterso. • L’alcool etilico e in misura minore quello isopropilico, sono infiammabili;

sono quindi necessarie precauzioni nello stoccaggio, manipolazione e impiego (ad es. assicurarsi che la soluzione alcolica sia completamente evaporata dalla cute prima dell’uso di apparecchiature elettriche quali elettrobisturi, laser ecc.).

• Il loro uso frequente o prolungato come disinfettante può provocare indurimento e deterioramento dei materiali quali gomma o plastica, dei materiali di fissaggio di strumenti con lenti e le punte dei tonometri.

• Gli alcoli sono irritanti per i tessuti e quindi non sono idonei per l’impiego su mucose, ferite aperte o abrasioni. Inoltre l’azione disidratante favorisce la formazione di coaguli sotto i quali i batteri possono sopravvivere e moltiplicarsi.

• Le soluzioni alcoliche, quando applicate su cute integra per tempi prolungati o ripetutamente rimuovono il mantello lipidico determinando irritazione e secchezza dell’epidermide. Gli effetti secondari possono essere prevenuti con l’impiego di formulazioni contenenti sostanze emollienti, umettanti e protettive.

PREPARAZIONI

Gli alcolialcolialcolialcoli sono disponibili per: • AAAANTISEPSI CUTE INTEGRNTISEPSI CUTE INTEGRNTISEPSI CUTE INTEGRNTISEPSI CUTE INTEGRAAAA: vengono impiegati gli alcoli etilico e isopropilico,

specie in associazione con clorexidina, iodofori, sali di ammonio quaternario.

• HHHHANDRUBANDRUBANDRUBANDRUB (disinfezione igienica delle mani mediante strofinamento): i prodotti a base alcolica sono efficaci antisettici a spettro alquanto ampio, nell’igiene delle mani deterse, ma potenzialmente contaminate, degli operatori sanitari. I prodotti alcolici per handrub sono disponibili sotto forma di liquidi a bassa viscosità, schiume e gel.

• DDDDISINFEZIONEISINFEZIONEISINFEZIONEISINFEZIONE: viene impiegato principalmente l’alcool etilico al 70% come disinfettante di livello intermedio per Dispositivi Medici semicritici e non critici.

MODALITÀ D’IMPIEGO

1. AAAANTISEPSI NTISEPSI NTISEPSI NTISEPSI CCCCUTE UTE UTE UTE IIIINTEGRANTEGRANTEGRANTEGRA: applicare sull'area della cute direttamente interessata e su quella circostante mediante tampone di cotone abbondantemente imbevuto, strofinando per almeno 30 secondi.

2. HHHHANDRUBANDRUBANDRUBANDRUB: : : : frizionare vivacemente con almeno 5 ml di prodotto per 20-30 secondi e, comunque, fino a sentire le mani asciutte. Se necessario, ripetere l’operazione. � L’effetto essiccante dell’alcool sulla pelle può essere ridotto, o eliminato,

scegliendo un prodotto che contenga emollienti. � Non è efficace nei casi in cui le mani siano sporche o contaminate da

materiale organico o con residui di polveri (es. dei guanti).

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� È conveniente intervallare, dopo alcuni trattamenti di handrub, un lavaggio con acqua e sapone, per rimuovere i residui ed il materiale organico accumulato (fra cui anche i microrganismi morti), che inibiscono l’attività antisettica.

3. DDDDISINFEZIONEISINFEZIONEISINFEZIONEISINFEZIONE: di livello intermedio per oggetti semicritici e non critici, precedentemente detersi (termometri orali e rettali, superfici esterne di strumenti tipo stetoscopi, ventilatori, aree di preparazione di medicinali); � Sui metalli è usato in associazione con altri principi attivi e sostanze

antiossidanti come il sodio nitrito. � L’alcool etilico al 70% viene impiegato anche dopo il risciacquo finale di

endoscopi al fine di facilitare la successiva asciugatura ad aria compressa e di ridurre una potenziale contaminazione batterica.

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GEL ALCOLICO Per Antisepsi Mani

CARATTERISTICHE

Si presenta come gel fluido, incolore, lievemente profumato. E’ un gel pronto all’uso che non necessita di risciacquo. Si asciuga velocemente e non irrita la cute in quanto presenta nella composizione sostanze umettanti ed emollienti.

SPETTRO D’AZIONE

Attivo su Gram +, Gram -, Micobatteri, Funghi e Virus (HIV, HBV e HCV)

INDICAZIONI

• Antisepsi delle mani nell’espletamento delle manovre assistenziali laddove non è possibile o agevole effettuare il lavaggio delle mani con acqua e sapone

• Antisepsi delle mani obbligatoria in caso di pazienti con infezione in atto • Antisepsi delle mani dei visitatori a pazienti con infezione in atto o

immunocompromessi

AVVERTENZE D’USO

• Uso esterno • Evitare l’applicazione su cute lesa e mucose • Evitare un uso eccessivo del prodotto • Tenere i recipienti ben chiusi • Infiammabile, tenere lontano da fonti di calore, conservare al riparo

dalla luce

PRECAUZIONI PER IL PERSONALE

• Il prodotto si infiamma facilmente se sottoposto a una fonte d’accensione, anche a temperatura ambiente

• Evitare il contatto con gli occhi

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9.3 ALDEIDI

Le aldeidi rappresentano un gruppo molto importante di principi attivi utilizzati utilizzati utilizzati utilizzati nei processi di alta disinfezione/sterilizzazionenei processi di alta disinfezione/sterilizzazionenei processi di alta disinfezione/sterilizzazionenei processi di alta disinfezione/sterilizzazione.

MECCANISMO D’AZIONE

È comune a tutti i membri della famiglia ed è legato ad un processo irreversibile di alchilazione, soprattutto delle proteine e dei nucleotidi: questa denaturazione provoca il blocco di processi enzimatici e metabolici essenziali dei microrganismi. La loro dimostrata tossicità ha ristretto il loro impiego in ambiti ben definiti e comunque con adeguati dispositivi di protezione; non possono essere utilizzate come soluzioni antisettiche, a causa dei danni che possono provocare.

ALDEIDE FORMICA

L’aldeide formica è un gas solubile in acqua ed è prevalentemente impiegata in soluzione acquosa (chiamata formalina) ad una concentrazione tra il 35%-40%. Si presenta come un liquido limpido, incolore, con un caratteristico odore pungente ed irritante, facilmente identificabile anche a concentrazioni ambientali molto basse. Per evitare la polimerizzazione (paraformaldeide), cioè la formazione di un leggero precipitato bianco, va conservata al riparo della luce, in recipienti ben chiusi e a temperatura non troppo bassa (sup. a 15°). La paraformaldeide è commercializzata sotto forma di compresse che, scaldata a 100°C in presenza di acqua, si trasforma in aldeide formica (è sconsigliato l’utilizzo di compresse in contenitori chiusi). Le particolari caratteristiche di tossicità di questa sostanza e la disponibilità di prodotti più sicuri ed efficaci ne hanno notevolmente ridotto l’impiego.

SPETTRO D’AZIONE

La soluzione acquosa è un disinfettante ad ampio spettro: battericida, virucida, fungicida e, a particolari concentrazioni e tempi di contatto, tubercolicida e sporicida.

EFFETTI INDESIDERATI

• IIIINALAZIONENALAZIONENALAZIONENALAZIONE: i vapori sono irritanti per occhi e mucose del tratto respiratorio, anche a basse concentrazioni. I sintomi da inalazione possono essere: tosse, disfagia, spasmo della laringe, bronchite e polmonite, ripetute esposizioni possono provocare crisi d’asma.

• CCCCONTATTOONTATTOONTATTOONTATTO: le soluzioni diluite possono provocare dermatiti e reazioni sensibilizzanti; quelle concentrate induriscono e decolorano la cute.

• IIIINGESTIONENGESTIONENGESTIONENGESTIONE: provoca seri danni con problemi tossicologici molto gravi.

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TOSSICITÀ

L’OSHA ha indicato la formaldeide come sostanza da ritenersi cancerogena e ha stabilito livelli di esposizione massima di 0,75 ppm nelle 8 ore. Esposizioni significative sono riportate negli operatori in un laboratorio d’anatomia patologica.

MODALITÀ D’IMPIEGO

Il Ministero della Salute (circolare del 22/6 1983, n° 57) ne ha sconsigliato l’uso in campo sanitario, ad eccezione della disinfezione terminale di ambienti contaminati ed in assoluta assenza di persone, in caso di vaiolo, antrace, febbre lassa, febbre di Ebola o altre febbri emorragiche. Viene inoltre impiegata per la conservazione di campioni anatomo-patologici, in soluzione tamponata al 10% e per l’imbalsamazione. È sconsigliato l’utilizzo di compresse in contenitori chiusi. Se è utilizzata in alte concentrazioni e per tempi prolungati (es. laboratori di Anatomia Patologica) è necessario lavorare sotto cappa aspirante ed effettuare controlli periodici degli operatori esposti. L’impiego sia in autoclave sia nella disinfezione ambientale deve essere fatto da personale opportunamente addestrato e dotato dei dispositivi di protezione individuale adeguati (maschere, guanti, camici).

DDDDISINFEZIONE ISINFEZIONE ISINFEZIONE ISINFEZIONE TTTTERMINALEERMINALEERMINALEERMINALE Essendo questo l’ambito di maggiore utilizzo, segue una breve descrizione delle modalità operative d’impiego. È necessario isolare accuratamente il locale, sigillando porte, finestre e ogni altra fessura. L’attività biocida si ottiene tramite gasificazione di 5g/m³ di aldeide formica per un tempo minimo di esposizione di 6 ore (tempo ottimale 12 ore). Dopo il trattamento i locali devono rimanere chiusi ed inutilizzati per 24 ore, periodo che si può ridurre se viene nebulizzata ammoniaca che neutralizza il residuo di aldeide. Aerare profusamente il locale. In tutte le fasi d’accesso ai locali, gli operatori devono essere dotati di appositi dispositivi di protezione individuale.

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ALDEIDE GLUTARICA (GTD)

La glutaraldeide è entrata nell’uso ospedaliero da più di 30 anni dimostrandosi un ottimo disinfettante/sterilizzante. È impiegata nel trattamento di trattamento di trattamento di trattamento di strumentazione termolabilestrumentazione termolabilestrumentazione termolabilestrumentazione termolabile, non è corrosiva sui metalli (entro limiti temporali non superiori alle 24 ore) e non danneggia strumenti muniti di lenti, gomma o plastica. L’aldeide glutarica in soluzione acquosa al 2% si presenta limpida e incolore, o leggermente giallina, con un pH acido e un tipico odore pungente. L’attività biocida è potenziata dopo attivazione, cioè dopo l’aggiunta di un opportuno catalizzatore che la rende alcalina (pH 7,5-8,5); una volta attivata ha un tempo d’efficacia di 14 o 28 giorni, secondo la formulazione.

SPETTRO D’AZIONE

I microrganismi presentano un diverso grado di sensibilità alla GTD al 2%: • batteri in forma vegetativa vengono completamente eliminati dopo un

breve periodo di contatto (2 minuti). • virus: richiedono un tempo di contatto di 5-10 minuti. • funghi: in fase vegetativa sono molto sensibili, più resistenti in forma di

spora. • micobatteri: l’attività biocida delle soluzioni al 2%, a temperatura

ambiente (l’effetto è potenziato innalzando la temperatura), presenta differente grado di resistenza verso i vari ceppi. Per il M. tuberculosis è efficace in tempi superiori ai 20 minuti, per il M. avium intracellulare in 90-120 minuti. L’attività sembra rallentata dalla presenza, sulla superficie cellulare dei micobatteri, di parti lipidiche che impediscono la penetrazione del disinfettante.

• spore batteriche: sono variabilmente sensibili, l’attività biocida va dai 10 minuti necessari per eliminare le spore di Clostridium difficile, alle 3 ore per quelle di Bacillus subtilis.

AVVERTENZE E FATTORI INTERFERENTI

Esistono una serie di condizioni importanti che condizionano l’efficacia della GTD:

• Presenza di materiale organico: la GTD tende a fissare il materiale organico residuo sui presidi da trattare, impedendo il contatto microrganismi-disinfettante: una detersione/decontaminazione preventiva è fortemente raccomandata.

• Diluizione del disinfettante: è stata osservata una diluizione, con conseguente perdita dell’effetto biocida, in corso d’uso, ascrivibile all’immersione di strumentazione non asciutta.

• Temperatura d’uso: in generale l’attività biocida aumenta con l’aumentare della temperatura. Esistono in commercio macchine automatiche che,

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lavorando a temperatura più alta, permettono di utilizzare concentrazioni più basse di GTD.

• Conservazione: stoccare il prodotto in ambienti freschi e ventilati.

EFFETTI INDESIDERATI

• IIIINALAZIONENALAZIONENALAZIONENALAZIONE: i vapori sono irritanti per occhi e mucose del tratto respiratorio. Sintomi: congiuntivite, dispnea, bronchite, asma bronchiale, sino ad interessare il S.N.C. con manifestazioni tipo cefalea e depressione.

• CCCCUTEUTEUTEUTE: le soluzioni possono provocare dermatiti, colorazione e depigmentazione. Lavare accuratamente con acqua e rimuovere eventuali indumenti impregnati di GTD.

• OOOOCCHICCHICCHICCHI: il contatto con le soluzioni è molto pericoloso, possono determinare irritazione delle congiuntive e causticazione della cornea. Lavare immediatamente e in modo prolungato con acqua corrente (15 minuti), senza togliere eventuali lenti a contatto e verificare il danno tramite controllo medico.

TOSSICITÀ

Secondo l’OSHA, US EPA, NDT e JARC la GTD non dovrebbe essere né cancerogena, né mutagena, né teratogena, né embriotossica. Può determinare effetti indesiderati, per questo il suo impiego deve essere subordinato all’adozione di alcuni dispositivi di protezione ambientale e individuale. Per limitare i danni da esposizione prolungata si consiglia di:

• limitarne l’impiego per quanto possibile, evitando l’uso “manuale”. • usare contenitori con coperchio chiaramente identificabili o,

preferibilmente, macchine a circuito chiuso con apertura a chiusura ermetica e posti in ambienti freschi.

• adottare dispositivi di protezione adeguati per la manipolazione del disinfettante, come: � guanti in nitrile o butile, neoprene o polietilene da cambiare ogni

giorno. Evitare o limitare l’uso di guanti in gomma, PVC, lattice o vinile in quanto tendono ad adsorbire la GTD.

� mascherine per proteggere cute e mucose del viso da eventuali schizzi. � occhiali occlusivi per prevenire contatto con gli occhi.

�������� AAAATTENZIONETTENZIONETTENZIONETTENZIONE: tale protezione si limita a prevenire il contatto cutaneo e con le mucose, ma non è utile a prevenire eventuali inalazioni. A questo scopo impiegare maschere con filtro di carbone attivato limitatamente al breve periodo utile a ristabilire livelli ambientali accettabili mediante ventilazione adeguata.

• Utilizzare cappe aspiranti chimiche, a flusso di aspirazione continua. Se non si dispone di tale presidio, porsi in un ambiente ben ventilato (non meno di 10 ricambi d’aria/ora)

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• In caso di modeste perdite o gocciolamenti di GTD, raccogliere con panni e spugne il liquido versato, mettere poi il materiale usato in un lavandino adatto ed irrigare con acqua corrente in maniera prolungata.

• In caso di dispersione cospicua (es. ribaltamenti accidentali d’intere vaschette) bisogna intervenire immediatamente per evitare l’evaporazione della soluzione. Dopo aver indossato i dispositivi di protezione appropriati, raccogliere la miscela e versarla in appositi recipienti chiusi assieme ai panni e le spugne utilizzati per l’assorbimento del liquido.

PREPARAZIONI

• GTDGTDGTDGTD AL AL AL AL 2%2%2%2% IN SOLUZIONE ACQUOSAIN SOLUZIONE ACQUOSAIN SOLUZIONE ACQUOSAIN SOLUZIONE ACQUOSA DA ATTIVARE DA ATTIVARE DA ATTIVARE DA ATTIVARE: è la formulazione più diffusa ed è considerata di riferimento perché la più testata e dotata di maggiore maneggevolezza, capacità biocida e compatibilità con i materiali. La soluzione di base va attivata con un alcalinizzante (generalmente colorato) che porta il pH a 7,5-8,5, rendendo la soluzione ottimale.

MODALITÀ D’IMPIEGO

La GTD deve essere utilizzata a temperatura ambientetemperatura ambientetemperatura ambientetemperatura ambiente, ad una concentrazione del 2%, per:

Alta DisinfezioneAlta DisinfezioneAlta DisinfezioneAlta Disinfezione: minimo 20 minuti di contatto SterilizzazioneSterilizzazioneSterilizzazioneSterilizzazione: 10-12 ore di contatto

La GTD può essere impiegata nel riprocessamento degli endoscopi, apparecchiature per terapia respiratoria e per anestesia, dializzatori, trasduttori, tubi per spirometria. Non deve essere utilizzata come disinfettante per il trattamento di superfici e presidi considerati non critici. La disinfezione operata con GTDGTDGTDGTD può essere eseguita con vari procedimenti:

1. DDDDISINFEZIONE ISINFEZIONE ISINFEZIONE ISINFEZIONE MMMMANUALEANUALEANUALEANUALE: utilizzando apposite bacinelle con coperchio dimensionate ai materiali da trattare;

2. AAAAUTOMATIZZATOUTOMATIZZATOUTOMATIZZATOUTOMATIZZATO: in apposite macchine lava endoscopi che utilizzano quantità monodose di principio attivo.

La presenza d’eventuali residui organici sui materiali compromette inevitabilmente il processo di disinfezione, pertanto solo il trattamento “a due stadi” (pulizia accurata e poi disinfezione/sterilizzazione) permette di raggiungere gli scopi desiderati. La strumentazione, dopo il processo di disinfezione, va accuratamente risciacquata per eliminare eventuali residui pericolosi: sono descritte proctiti acute verificatesi dopo rettoscopia e casi di cheratopatia attribuibili sicuramente a strumenti non sufficientemente risciacquati. È indispensabile risciacquare abbondantemente lo strumento con acqua rinnovata (preferibilmente tre risciacqui) e successivamente, in rapporto al materiale trattato, lasciarlo immerso in acqua per permettere una diluizione ed il rilascio della GTD assorbita. Da valutare se il risciacquo debba essere fatto con acqua di rete o con acqua sterile: sono descritte ricontaminazioni da Pseudomonas diffuso nella rete idrica. Per

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queste considerazioni è utile, in fase di costruzione, validazione ed impiego di procedure codificate, per valutare l’efficacia dell’intero processo, eseguire dei controlli biologici sui presidi trattati e nell’acqua utilizzata. Bisogna verificare inoltre anche la presenza di GTD residua.

SMALTIMENTO

La normativa italiana inquadra la GTD come nociva nella soluzione concentrata al 2%, tossica in quelle al 25%-50% (non in uso in ambito ospedaliero). La GTD risulta, da un punto di vista chimico-fisico, molto instabile, e di facile biodegradazione. Inoltre va considerato che parte della soluzione al 2% è persa a causa di evaporazione ed assorbimento nei contenitori d’uso, adsorbimento ed assorbimento da parte dei materiali trattati, per ossidazione e polimerizzazione, per foto-decomposizione, per imprecisioni dell’utilizzatore nella raccolta o della macchina in corso d’impiego. Lo smaltimento è strettamente correlato alle modalità d’impiego ed alle concentrazioni finali:

• Se l’utilizzo avviene in macchine disinfettatrici, con scarico diretto, la GTD è da considerarsi un “refluo” e come tale è smaltito, compatibilmente con i limiti imposti dai gestori, direttamente nella normale rete fognaria. Questo perché i cicli di lavoro utilizzano consistenti quantità di acqua che diminuisce la concentrazione finale.

• Se è utilizzata in vasche (sia manualmente sia in macchine che prevedono un ricambio della soluzione) la soluzione esausta deve essere raccolta nel contenitore di origine, in quanto già dotato di etichetta, e smaltita come rifiuto sanitario nocivo.

Per ulteriori dettagli vedere il protocollo “La gestione dei rifiuti sanitari prodotti dall'Azienda Ospedaliera”.

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GLUTARALDEIDE 2% da attivare (con sistema tampone)

Liquido limpido, incolore o leggermente giallino, odore pungente, solubile in acqua ed alcool, dotato di azione sporicida. È stabile in ambiente acido, ma esercita la sua attività disinfettante in ambiente basico. Solitamente si usa al 2% previa attivazione (pH 7,5-8,5). L’attività di una soluzione alcalina di glutaraldeide si degrada con il tempo e si esaurisce in 14 giorni. Uccide le forme vegetative in 20-30 minuti e le spore batteriche dopo 10-12 ore di contatto.

CARATTERISTICHE

• Largo spettro di attività (AAAALTO LTO LTO LTO LLLLIVELLOIVELLOIVELLOIVELLO) • Attività in presenza di sostanze organiche • Non corrosivo • Odore pungente • Deve essere eliminato come rifiuto sanitario nocivo

SPETTRO D’AZIONE

Attivo su spore, virus, batteri, funghi, micobatterio tubercolare, pseudomonas.

INDICAZIONI

In ambito ospedaliero la glutaraldeide è indicata per: • Disinfezione ad alto livello di presidi che non possono essere sterilizzati

in autoclave (es. endoscopi) • Sterilizzazione di presidi che non possono essere sterilizzati in autoclave

AVVERTENZE D’USO

• Durante l’utilizzo, aerare il locale e indossare i dispositivi di protezione: guanti, filtranti facciali di classe FFP1, camici idrorepellenti, VISOR

• Al termine della disinfezione risciacquare accuratamente i presidi con acqua (sterile)

• La soluzione attivata non può essere usata oltre il limite indicato (14 gg) • Conservare il recipiente ben chiuso

PRECAUZIONI PER IL PERSONALE

• Evitare il contatto con la pelle, gli occhi, l’inalazione, l’ingestione

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9.4 CLOREXIDINA

CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE

È una biguanide cationica, ma in pratica vengono usati i suoi Sali, il gluconato molto più solubile del cloridrato e dell’acetato. Le soluzionsoluzionsoluzionsoluzioni acquosei acquosei acquosei acquose dei sali di clorexidina sono incolori, inodori, dal sapore amarognolo sgradevole e con una modesta attività tensioattiva. Le soluzioni alcolichesoluzioni alcolichesoluzioni alcolichesoluzioni alcoliche hanno una maggiore efficacia rispetto a quelle acquose. La clorexidina è dotata di bassa tossicità ed elevata affinità per le proteine dell’epidermide, per cui facilmente adsorbita a livello dello strato corneo della cute dove rimane attiva per molte ore; infatti, ripetute applicazioni permettono di ottenere un effetto antibatterico cumulativo. Per queste caratteristiche trova indicazione principale in antisepsi, mentre è di scarso interesse il suo impiego in disinfezione a causa del suo spettro d’azione limitato.

SPETTRO D’AZIONE

È un disinfettante a spettro limitato: i batteri Gram positivi risultano molto sensibili alla sua azione, mentre fra i Gram negativi alcune specie presentano scarsa sensibilità (es Pseudomonas spp, Proteus spp, Serratia spp). Ha attività (variabile) solo sui virus lipofili, dimostrata peraltro solo in vitro. Alcune specie di funghi (es. Aspergillus spp,…) e le spore fungine non sono sensibili. Non è attiva sui batteri acido-resistenti, virus idrofili e spore batteriche.

MECCANISMO D’AZIONE

A bassa concentrazione è batteriostatica, mentre a concentrazioni più elevate è battericida. A basse concentrazioni di clorexidina (azione batteriostatica) si hanno danni alla membrana citoplasmatica con perdita di elementi a basso peso molecolare, mentre a concentrazioni più alte (battericide), si ha precipitazione di proteine cellulari e acidi nucleici a livello citoplasmatico. La presenza di alcool etilico potenzia l’effetto disinfettante.

AVVERTENZE E FATTORI INTERFERENTI

• L’attività antisettica non è sostanzialmente influenzata dalla presenza di materiale organico (sangue).

• Conservare le soluzioni nei contenitori originali, ben chiusi, al riparo dalla luce ed a una temperatura non superiore ai 30°C.

• Le soluzioni acquose diluite si contaminano facilmente, per questo si devono utilizzare subito dopo l’apertura.

• È attiva ad un pH compreso tra 5 e 8 e, all’interno di questo intervallo, l’attività antibatterica varia a seconda del microrganismo.

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• Le soluzioni da usare su oggetti metallici dovrebbero contenere un anticorrosivo (sodio nitrito 0,1%).

• Si riduce l’attività: a un valore di pH acido; a contatto con la cellulosa (es. della carta da filtro e del cotone) che la assorbe.

• Precipita per formazione di sali insolubili: in presenza di acque dure se usate per l’allestimento delle soluzioni; a un pH basico (≥ 8); con sostanze anioniche come saponi, borati, solfati, carbonati, fosfati, nitrati, cloruri, invece l’associazione con un tensioattivo presenta maggiore stabilità

EFFETTI INDESIDERATI

• La clorexidina, alle dosi consigliate, ha un buon profilo di sicurezza: gli effetti acuti di un’ingestione o di un’iniezione accidentale, sono associate solo ad alte dosi.

• L’assorbimento attraverso il tratto gastro-intestinale o la pelle è trascurabile; non ci sono evidenze di carcinogenicità.

• Gli eventuali effetti indesiderati da contatto si possono avere a livello di: � CCCCUTEUTEUTEUTE: in seguito ad esposizioni prolungate ed in presenza di micro

lesioni, possono comparire fenomeni irritativi e, in alcuni casi, reazioni di sensibilizzazione e allergiche (orticaria, dermatiti da contatto,…).

� OOOOCCHIOCCHIOCCHIOCCHIO: il contatto con soluzioni di clorexidina, anche se diluite, può provocare da irritazione della congiuntiva a lesioni corneali.

� OOOORECCHIORECCHIORECCHIORECCHIO: è ototossica; sono stati riportati gravi casi di lesione vestibolare e cocleare con perdita permanente dell’udito.

� SSSSISTEMA NERVOSO CENTRISTEMA NERVOSO CENTRISTEMA NERVOSO CENTRISTEMA NERVOSO CENTRALEALEALEALE: ha effetti neurotossici; è da evitare il contatto con meningi e tessuto cerebrale. I danni maggiori si sono avuti con prodotti concentrati, per impieghi prolungati e con soluzioni alcoliche o con detergenti: è è è è controindicata nella chirurgia dell’orecchio controindicata nella chirurgia dell’orecchio controindicata nella chirurgia dell’orecchio controindicata nella chirurgia dell’orecchio e del siste del siste del siste del sistema nervoso centraleema nervoso centraleema nervoso centraleema nervoso centrale.

� TTTTOSSICITÀ ACUTAOSSICITÀ ACUTAOSSICITÀ ACUTAOSSICITÀ ACUTA: è legata solo alla somministrazione endovenosa con un effetto emolitico sui globuli rossi, dovuto alla sua attività tensioattiva. Sono state riportate anche rare reazioni allergiche generalizzate che, nei casi più gravi, hanno portato ad uno stato di shock (caduta della pressione sanguigna, nausea, dispnea,….).

PREPARAZIONI

La clorexidinaclorexidinaclorexidinaclorexidina è disponibile: • CCCCLOREXIDINA LOREXIDINA LOREXIDINA LOREXIDINA GLUCONATO GLUCONATO GLUCONATO GLUCONATO 2%2%2%2% IN ALCOOL IN ALCOOL IN ALCOOL IN ALCOOL 70°70°70°70°: soluzione alcoolica incolore o

colorata (RED), caratterizzata da azione rapida e persistente, da applicare per un tempo di non inferiore ai 30 secondi.

• CCCCLOREXIDINA LOREXIDINA LOREXIDINA LOREXIDINA 4444%%%% IN SOLUZIONE DETERG IN SOLUZIONE DETERG IN SOLUZIONE DETERG IN SOLUZIONE DETERGENTEENTEENTEENTE: antisettico detergente liquido per la pulizia e l’antisepsi chirurgica della cute integra (mani in particolare).

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• CCCCLOREXIDINA LOREXIDINA LOREXIDINA LOREXIDINA 0,015%0,015%0,015%0,015% ++++ CETRIMI CETRIMI CETRIMI CETRIMIDE DE DE DE 0,15%0,15%0,15%0,15% (QACS): soluzione acquosa pronta, in confezione monouso, indicata per la pulizia e antisepsi della cute lesa (ferite, ustioni) e mucose.

�������� L’attività sinergica antibatterica è inibita dalla presenza di materiale organico (sangue, pus) in quanto inattiva i sali di ammonio quaternario (QACs).

MODALITÀ D’IMPIEGO

1. AAAANTISEPSI NTISEPSI NTISEPSI NTISEPSI CCCCUTE UTE UTE UTE IIIINTEGRANTEGRANTEGRANTEGRA � Per la preparazione del campo operatorio, punture terapeutiche e

diagnostiche ad alta invasività viene utilizzata la clorexidina al 2% in soluzione alcoolica per la sua azione rapida e persistente (azione residua).

� Nella pulizia e antisepsi della cute, mani in particolare, trova impiego la clorexidina al 4% in soluzione detergente per la sua azione rapida e persistente (azione residua). La persistenza dell’azione antibatterica è essenziale per un’accurata pulizia in campo chirurgico e desiderabile per il lavaggio delle mani pre-operatorio. Uno degli attributi più importanti della clorexidina è la sua forte affinità con la pelle, infatti, la maggior parte di clorexidina applicata aderisce alla superficie, viene adsorbita e rimane sulla cute per diverse ore, dove conserva la sua attività. L’uso ripetuto, per l’effetto di accumulo, porta a una riduzione importante della popolazione microbica cutanea, transitoria e residente (tre lavaggi in un periodo di tre giorni hanno portato ad una riduzione del 99% sui conteggi batterici).

2. PPPPULIZIA E ULIZIA E ULIZIA E ULIZIA E AAAANTISEPSI DI NTISEPSI DI NTISEPSI DI NTISEPSI DI FFFFERITE ERITE ERITE ERITE SSSSPORCHEPORCHEPORCHEPORCHE,,,, PPPPULIZIA E ULIZIA E ULIZIA E ULIZIA E AAAANTISEPSI IN NTISEPSI IN NTISEPSI IN NTISEPSI IN OOOOSTETRICIASTETRICIASTETRICIASTETRICIA,,,, GGGGINECOLOGIAINECOLOGIAINECOLOGIAINECOLOGIA,,,, UUUUROLOGIAROLOGIAROLOGIAROLOGIA � Indicata l’associazione di clorexidina 0,015%+ cetrimide 0,15% (QACs) in

soluzione acquosa, in confezione monodose sterile. 3. AAAANTISEPSI DELLA NTISEPSI DELLA NTISEPSI DELLA NTISEPSI DELLA MMMMUCOSA UCOSA UCOSA UCOSA OOOORALERALERALERALE

� È dimostrato che la clorexidina per risciacquo orale è valida come inibitore della placca nel controllo delle gengiviti, per le stomatiti dentarie e per le ulcere aftose, nonché nel controllo della candidosi e delle mucositi in pazienti immunocompromessi. La clorexidina ha un gusto amaro e talvolta tinge i denti. E’ difficile mascherarne il gusto e ridurne la capacità tintoria senza ridurne in larga misura l’efficacia. In ogni caso sono disponibili varie formulazioni: es colluttorio a base di clorexidina gluconato allo 0,2%.

4. DDDDISINFEZIONEISINFEZIONEISINFEZIONEISINFEZIONE � A causa dello spettro d’azione limitato può trovare indicazione, in

associazione a cetrimide, o altri sali di ammonio quaternario, solo nella disinfezione di superfici o oggetti non critici.

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CLOREXIDINA GLUCONATO 2% in soluzione alcolica

CARATTERISTICHE

È una soluzione limpida, incolore o colorata. Presenta la maggiore stabilità nel range di pH 5-8 ed è caratterizzata da un’azione rapida e immediata. È dotata di carica elettrica positiva, che le conferisce una forte affinità per la cute e le cellule microbiche, così che l’effetto antisettico è rapido e persistente. L’attività antisettica non è sostanzialmente influenzata dalla presenza di materiale organico (sangue). La presenza di glicerina protegge la cute dagli effetti tipici dell’alcol, quali secchezza e screpolature.

SPETTRO D’AZIONE

Batteri Gram+ e Gram- (St. Aureus, E. Coli, Ps. aeruginosa), micobatteri, funghi, virus lipofili e gran parte dei virus non lipofili.

INDICAZIONI

• Preparazione del campo operatorio (nonnonnonnon usare in caso d’interventi chirurgici in prossimità di mucose)

• Antisepsi della cute per punture terapeutiche e diagnostiche ad alta invasività: � emocolture � prelievo arterioso � terapia infusionale da vena centrale � inserimento catetere venoso centrale (CVC) � inserimento cateteri arteriosi � punture esplorative ed evacuative: toracentesi, paracentesi,

artrocentesi, rachicentesi, puntura evacuativa per raccolte produttive � cateterismo cardiaco, cateterismo artero-venoso a scopo diagnostico � prelievi diagnostici radioguidati: agoaspirati, repere per noduli, ecc.

AVVERTENZE D’USO

• Non usare su cute lesa e mucoseNon usare su cute lesa e mucoseNon usare su cute lesa e mucoseNon usare su cute lesa e mucose • Evitare l’applicazione su occhi e orecchi • Evitare l’uso contemporaneo di saponi e altri detergenti che possono

diminuirne l’attività

PRECAUZIONI PER IL PERSONALE

• Evitare il contatto con gli occhi, l’inalazione e l’ingestione • Infiammabile, tenere lontano da fonti di calore

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CLOREXIDINA GLUCONATO + CETRIMIDE pronto uso

CARATTERISTICHE

L’associazione della clorexidina gluconato con un sale quaternario d’ammonio (cetrimide) conferisce al disinfettante ottime caratteristiche detergenti. Le soluzioni rientrano in un pH compreso tra 5 e 7, in quanto la clorexidina gluconato precipita a pH superiori a 8, e subisce un forte deterioramento dell’attività a pH acido. È fotosensibile.

SPETTRO D’AZIONE

Attiva su Gram +, Gram -, virus e miceti; non attiva su M. Tubercolare.

INDICAZIONI

Antisepsi esterna in ginecologia, ostetricia e urologia.

AVVERTENZE D’USO

�������� L’attività sinergica antibatterica è inibita dalla presenza di materiale organico (sangue, pus), saponi e composti anionici in quanto inattivano i sali di ammonio quaternario (QACs)

• non usare per il lavaggio dell’ orecchio esterno (ototossicità) • conservare al riparo dalla luce e dal calore

PRECAUZIONI PER IL PERSONALE

• Utilizzare i guanti

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CLOREXIDINA GLUCONATO 4% in soluzione saponosa

CARATTERISTICHE

La soluzione saponosa si presenta come un liquido viscoso, di colore rosa, appositamente studiata per l’impiego sulla cute, in particolare delle mani. La clorexidina ha un’elevata affinità per le proteine dell’epidermide, grazie alla quale la molecola viene facilmente adsorbita a livello dello strato corneo della cute, dove rimane attiva per molte ore. Infatti, impieghi ripetuti consentono di ottenere un effetto antibatterico cumulativo.

SPETTRO D’AZIONE

Attiva su Gram+, Gram-, miceti. Non attiva sul M. Tubercolosis, nè su spore, attività variabile sui virus.

INDICAZIONI

• Lavaggio antisettico delle mani • Lavaggio chirurgico delle mani

AVVERTENZE D’USO

• L’attività antibatterica è inibita dalla presenza di saponi e composti anionici

• Non usare per il lavaggio dell’ orecchio esterno (ototossicità) • Usare su cute integra • Conservare al riparo dalla luce e dal calore

PRECAUZIONI PER IL PERSONALE

• Causa irritazione agli occhi • Ripetuti e prolungati contatti con la cute possono causare irritazione in

individui sensibili

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9.5 DERIVATI DEL CLORO

CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE

Il Cloro è un gas di odore pungente estremamente tossico per tutti gli organismi viventi. Ai fini della disinfezione si usano i suoi composti che sono più maneggevoli. La loro caratteristica comune è la capacità di produrre, in soluzione acquosa, acido ipocloroso indissociato (HClO) dotato di elevata attività germicida. La quantità di acido ipocloroso indissociato presente nelle soluzioni di cloroderivati dipende dal pH della soluzione stessa: soluzioni neutre o leggermente acide (pH 6) sono più attive di quelle alcaline (pH 9). Il range ottimale di impiego è tra pH 6 ed 8: livelli più alti di pH delle soluzioni potenziano l’attività sporicida, valori più bassi di pH aumentano l’attività battericida. Convenzionalmente la concentrazione e l’attività dei cloroderivati si esprimono in %%%% di c di c di c di cloro disponibileloro disponibileloro disponibileloro disponibile, che di norma coincide con il valore di cloro attivo. Cloro disponibile (cloro attivo)Cloro disponibile (cloro attivo)Cloro disponibile (cloro attivo)Cloro disponibile (cloro attivo) = quantità di cloro residua dopo contatto con le sostanze organiche e inorganiche presenti sulle “superfici” da trattare. La concentrazione di cloro disponibile viene espressa oltre che in percentuale (pari alla quantità di cloro disponibile liberata da 100 ml di soluzione), anche in parti per milione (ppm).

L’equivalenza è: 1% = 10.000 ppm 0,0001% = 1 ppm

I composti a base di cloro hanno caratteristiche (vicine) prossime al disinfettante ideale: presentano ampio spettro antibatterico, rapida azione battericida, non lasciano residui tossici, non sono influenzati dalla durezza dell’acqua, sono poco costosi, rimuovono microrganismi e biofilm dalle superfici, relativamente non tossici alle concentrazioni d’uso. L’impiego è limitato dalla loro corrosività sui metalli a concentrazioni elevate (> 500 ppm), dall’inattivazione da parte di materiale organico e dalla relativa instabilità.

SPETTRO D’AZIONE

L’attività dei diversi preparati è notevole sui batteri in forma vegetativa e sui virus lipofili, mentre i virus idrofili ed i funghi richiedono concentrazioni maggiori; il micobatterio è molto sensibile al sodio dicloroisocianurato, mentre lo è molto meno nei confronti dell’ipoclorito di sodio. L’attività sporicida compare a concentrazioni molto alte e per tempi di contatto molto lunghi.

MECCANISMO D’AZIONE

Sembra sia legato a una serie combitata di fattori che porta a denaturazione delle proteine cellulari e ad ossidazione di gruppi sulfidrilici, con inibizione della

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sintesi proteica e del DNA e perdita del contenuto intracellulare.

AVVERTENZE E FATTORI INTERFERENTI

• Alle concentrazioni d’uso i derivati del cloro non risultano particolarmente tossici.

• In soluzione concentrata il prodotto più irritante risulta il sodio ipoclorito che ha una tossicità grave sia per effetti locali che sistemici.

• L’esposizione ai cloroderivati può provocare irritazione della congiuntiva, del tratto respiratorio o gastrointestinale.

• Il danno può avvenire per contatto diretto (specialmente con soluzioni concentrate) o per ingestione (il prodotto reagisce con l’ambiente acido gastrico liberando acido ipocloroso dannoso per le mucose) o per inalazione di gas (in presenza di acidi i derivati del cloro reagiscono liberando gas tossici che possono provocare irritazione del tratto respiratorio).

• È fondamentale che i derivati del cloro vengano impiegati su oggetti e superfici perfettamente puliti, in quanto il materiale organico (es. sangue, pus) consuma il cloro disponibile e riduce l’attività battericida.

• Le soluzioni vanno conservate in contenitori opachi, ben chiusi, al riparo della luce e del calore (in caso contrario si ha perdita di attività).

• Non vanno mescolati con detergenti cationici (si ha perdita di attività). • Non devono essere usati in presenza di acidi (si determina una massiva

liberazione di cloro e acido ipocloroso). • Non utilizzare a concentrazioni elevate (> 500 ppm) perché possono

provocare corrosione sui metalli ed alterazioni di alcune materie plastiche (specialmente dopo impieghi ripetuti e/o prolungati).

• Se applicate su ferite, le soluzioni di sodio ipoclorito ed in minor misura quelle di clorossidante esplicano un’azione dissolvente sul coagulo, provocando sanguinamento e, se troppo concentrate, inibizione dell’attività di granulazione.

• Preparare quotidianamente, utilizzando sempre acqua fredda, le soluzioni disinfettanti a base di cloroderivati e rinnovarle ogni 24 ore perché tendono a perdere cloro.

PREPARAZIONI

I derivati del derivati del derivati del derivati del CloroCloroCloroCloro sono disponibili: • IIIIPOCLORITO DI SODIOPOCLORITO DI SODIOPOCLORITO DI SODIOPOCLORITO DI SODIO: disinfettante efficace ed economico, posto in

commercio come soluzione concentrata alcalina al 5-6% di cloro attivo (es. candeggina), irritante e corrosiva, molto instabile. Impiego riservato alla sanitizzazione (e decontaminazione) ambientale e al trattamento di materiale non critico (es. biancheria, stoviglie) dopo la detersione.

• CCCCLOROSSIDANTELOROSSIDANTELOROSSIDANTELOROSSIDANTE ELETTROLITICOELETTROLITICOELETTROLITICOELETTROLITICO: è una soluzione di sodio ipoclorito ottenuta da elettrolisi parziale di una soluzione di sodio cloruro, ha un pH (7,2-8) vicino a quello fisiologico, è più stabile e meno irritante (privo di alcali caustici liberi) su cute e mucose alle concentrazioni d’uso.

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Viene commercializzato come soluzione isotonica allo 0,05% (500 ppm) di cloro attivo per l’antisepsi di cute lesa e mucose e come soluzione da diluire all’1,1% (11.000 ppm) di cloro attivo per la disinfezione di dispositivi medici o biberons e tettarelle. In commercio esistono anche prodotti al 2,7% (27.000 ppm), associati o meno ad un detergente compatibile, con pH elevato e minori caratteristiche di purezza, indicati per la disinfezione ambientale.

• SSSSODIO DICLOROISOCIANUODIO DICLOROISOCIANUODIO DICLOROISOCIANUODIO DICLOROISOCIANURATO RATO RATO RATO ((((NNNNaaaaDCCDCCDCCDCC)))): in granuli o compresse, contiene circa il 60% di cloro attivo; in acqua si idrolizza rilasciando acido ipocloroso. È di facile conservazione e stoccaggio, più stabile degli ipocloriti in soluzione, dà soluzioni con pH ottimale (tra 6 e 7), non viene inattivato facilmente dal materiale organico, è efficace su micobatteri e virus e non è molto corrosivo.

MODALITÀ D’IMPIEGO

1. AAAANTISNTISNTISNTISEPSIEPSIEPSIEPSI

� CUTE INTEGRACUTE INTEGRACUTE INTEGRACUTE INTEGRA 1.000 ppm

� CUTE LESA E MUCOSECUTE LESA E MUCOSECUTE LESA E MUCOSECUTE LESA E MUCOSE 500 ppm In questo caso è da tener presente l’azione ritardante la formazione del tessuto di granulazione.

2. DDDDISINFEZIONEISINFEZIONEISINFEZIONEISINFEZIONE: poiché l’assenza o la presenza di sostanze organiche condizionano le quantità di cloro disponibile necessarie per un’efficace disinfezione, le diluizioni d’uso variano a seconda delle condizioni di impiego.

� DISINFEZIONE DI OGGEDISINFEZIONE DI OGGEDISINFEZIONE DI OGGEDISINFEZIONE DI OGGETTITTITTITTI: in presenza di materiale organico è importante effettuare un’accurata detersione e abbondante risciacquo prima dell’ utilizzo dei cloroderivati (AAAATTENZIONETTENZIONETTENZIONETTENZIONE: azione corrosiva sui metalli).

� Oggetti non criticiOggetti non criticiOggetti non criticiOggetti non critici 100 ppm per almeno 10 min.

� Biberon e tettarelle personalizzateBiberon e tettarelle personalizzateBiberon e tettarelle personalizzateBiberon e tettarelle personalizzate 150-200 ppm per 90 min. N.BN.BN.BN.B. Questa è una metodica non idonea in comunità, dove è preferibile la sterilizzazione, per evitare le infezioni crociate.

� Oggetti semicriticiOggetti semicriticiOggetti semicriticiOggetti semicritici 1.000 ppm per almeno 30 min. (mascherine aerosol, boccagli, termometri rettali…)

� DECONTAMINAZIONEDECONTAMINAZIONEDECONTAMINAZIONEDECONTAMINAZIONE: disinfezione di alto livello di superfici venute in contatto con sangue, feci ed altri liquidi biologici (spandimento grossolano). 100.000 ppm (granuli di NaDCC)

� DISINFEZIONE AMBIENTDISINFEZIONE AMBIENTDISINFEZIONE AMBIENTDISINFEZIONE AMBIENTALEALEALEALE: rappresentano i prodotti più utili in questo campo per l’ampio spettro di attività, per l’azione rapida ed il basso costo. Possono essere impiegati anche in associazione con detergenti

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compatibili. Lavare sempre con detergente, risciacquo e successivamente passare la soluzione disinfettante.

Disinfezione livello Disinfezione livello Disinfezione livello Disinfezione livello BASSOBASSOBASSOBASSO 100 – 250 ppm per almeno 10 min.

Disinfezione livello Disinfezione livello Disinfezione livello Disinfezione livello INTERMEDIOINTERMEDIOINTERMEDIOINTERMEDIO 500 - 1.000 ppm per almeno 10 minuti

Disinfezione livello Disinfezione livello Disinfezione livello Disinfezione livello ALTOALTOALTOALTO superiore 1.000 ppm per almeno 20 minuti

ESEMPI DI DILUIZIONI DI ALCUNI DISINFETTANTI A BASE DI CLORO

PRODOTTO DILUIZIONE CLORO

DISPONIBILE

0,2% 100 ppm

0,5% 250 ppm

1% 500 ppm

2% 1000 ppm

Ipoclorito di Sodio commerciale (NaOCl 5,25%*) (es. varechina)

10% 5000 ppm

1% 100 ppm

2,5% 250 ppm

5% 500 ppm

Clorossidante elettrolitico (Cl 1,1%) (es. Amuchina MD®)

10% 1000 ppm

NaDCC compresse da 4,6 g 4 compresse in 10

litri d’acqua 1000 ppm

*concentrazione media, variabile a seconda del produttore.

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CLOROSSIDANTE ELETTROLITICO (Cloro attivo 0,055%)

CARATTERISTICHE

AntisetticoAntisetticoAntisetticoAntisettico per uso locale appartenente alla categoria dei cloroderivati, a largo spettro d’azione. Si presenta come un liquido incolore dal caratteristico odore di cloro.

SPETTRO D’AZIONE

Batteri, funghi, virus.

INDICAZIONI

Antisepsi della cute lesa (ferite, piaghe, ustioni)

AVVERTENZE D’USO

• Evitare il contatto con gli occhi, l’inalazione e l’ingestione • Non usare per trattamenti prolungati • L’uso prolungato può dare origine a fenomeni di sensibilizzazione. In tal

caso sospendere il trattamento • La presenza di materiali organici (proteine, siero, sangue) riduce

l’attività dell’antisettico • L’applicazione topica del prodotto può dissolvere grumi di sangue e

causare sanguinamenti • Conservare in ambiente fresco e asciutto al riparo dalla luce solare

diretta • Richiudere accuratamente il flacone dopo ogni uso

PRECAUZIONI PER IL PERSONALE

• L’ingestione accidentale può causare irritazione e corrosione delle membrane mucose con dolore e vomito, edema della faringe e della laringe e raramente perforazione dell’esofago e dello stomaco.

• Le soluzioni di ipoclorito possono essere irritanti per la pelle.

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DICLOROISOCIANURATO DI SODIO (NaDCC) compresse

CARATTERISTICHE

Il NaDCC in presenza di acqua idrolizza in sodioisocianurato e acido ipocloroso, liberando cloro attivo. La relativa atossicità del prodotto è garantita fino al punto di permetterne l’uso (più che decennale) per la disinfezione delle tettarelle e dei biberon dei neonati, per le riserve d’acqua delle incubatrici dei neonati, per il lavaggio della frutta e della verdura.

SPETTRO D’AZIONE

Attivo su Gram +, Gram -, virus, miceti e spore

INDICAZIONI

Per Prodotto Registrato P.M.C. (vedi pag. 6, 11) • disinfezione di oggetti in gomma, plastica e metallo (non D.M.) • biberon, tettarelle, succhiotti, accessori per tiralatte, scovolini • stoviglie • arredi utilizzati dai pazienti • piani di lavoro • sanitizzazione ambientale (pavimenti, pareti, sanitari dei servizi igienici)

Per Prodotto Marcato CE (D.M.) (vedi pag. 6, 11) • ampolle di aerosol • culle termostatiche • termometri • carrelli di medicazione • tavoli operatori

AVVERTENZE D’USO

• L’attività disinfettante diminuisce in presenza di residui organici, i quali vanno pertanto quanto più possibile allontanati prima della disinfezione

• La soluzione preparata va utilizzata entro 24 ore • Per la diluizione utilizzare acqua fredda • In soluzioni concentrate (> 500 ppm) non deve essere usato sulle

superfici metalliche in quanto ha potere corrosivo • Il contenitore deve essere conservato ben chiuso e al riparo dall’umidità

PRECAUZIONI PER IL PERSONALE

• Evitare il contatto con cute e occhi: indossare guanti e occhiali. • Nocivo per ingestione

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DICLOROISOCIANURATO DI SODIO (NaDCC) granuli

CARATTERISTICHE

Granuli bianchi da versare su spandimento biologico: il NaDCC libera gradualmente acido ipocloroso, dotato di potente attività biocida. La concentrazione di cloro è dell’ordine di 100.000 ppm.

SPETTRO D’AZIONE

Attivo su Gram +, Gram -, virus, miceti e spore

INDICAZIONI

Decontaminazione dello spandimento di liquidi biologici (sangue, vomito, feci, urine) su superfici.

AVVERTENZE D’USO

• I barattoli vanno ben richiusi subito dopo l’uso e conservati in luoghi freschi e asciutti

• Non usare alcun tipo di disinfettante o detergente in concomitanza col prodotto

• Il prodotto è compatibile con superfici in plastica, ceramica, vetro, mentre può provocare lo sbiancamento dei tessuti e la corrosione delle superfici metalliche

PRECAUZIONI PER IL PERSONALE

• Evitare il contatto con cute e occhi: indossare guanti e occhiali • Per evitare la formazione di gas tossici, in presenza di notevoli quantità

di urine (per presenza di acido) usare il prodotto solo dopo aver assorbito la maggior parte del liquido con panni monouso

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9.6 DERIVATI FENOLICI

CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE

Il fenolo è storicamente un buon disinfettante ed è usato come agente di riferimento per valutare l’efficacia di altri composti. È attivo sia contro gram+ che gram-. I derivati di sintesi del fenolo per la loro maneggevolezza e l’efficacia biocida hanno sostituito completamente il fenolo (problemi di tossicità). I derivati fenolici oggi in uso non pongono problemi di tossicità ambientale e la recente normativa, italiana ed europea, non cita questi prodotti tra quelli per i quali sono previste misure restrittive. I derivati fenolici differiscono tra di loro per peso molecolare, configurazione strutturale, caratteristiche chimico-fisiche; per questo motivo i diversi prodotti vengono utilizzati come associazioni polifenoliche e tali combinazioni hanno uno spettro di attività molto vario che dipende dalla composizione di ciascun prodotto commerciale. I gruppi principali utilizzati come antisettici e disinfettanti sono gli Alchil e Aril-fenoli (es. orto-fenil-fenolo, p-ter-amil-fenolo) e i fenoli alogenati (p-cloro-meta-cresolo, orto-benzil-p-clorofenolo, esaclorofene e triclosan). Il materiale organico eventualmente presente inattiva solo modestamente le soluzioni fenoliche.

SPETTRO D’AZIONE

Per formulazioni ottimali i derivati fenolici hanno attività elevata su batteri e funghi, buona su virus lipofili, variabile sui micobatteri; sono inattivi sulle spore e sui virus idrofili. L’attività è diversa a seconda del preparato o dell’associazione considerata. Il triclosantriclosantriclosantriclosan ha un’attività ad ampio spettro sui gram+, gram-, miceti, ma colpisce anche micobatteri e spore.

MECCANISMO D’AZIONE

I derivati fenolici ad alte concentrazioni distruggono la parete delle cellule e fanno precipitare le proteine, a basse concentrazioni inattivano i sistemi enzimatici delle cellule. Il triclosantriclosantriclosantriclosan, per la sua idrofobicità, si adsorbe alla porzione lipidica della membrana cellulare batterica, e interferisce con i meccanismi vitali dei batteri, bloccando enzimi necessari per la crescita e sono sufficienti piccole quantità per esercitare una spiccata azione antibatterica.

AVVERTENZE E FATTORI INTERFERENTI

• Il contatto cutaneo può causare effetti irritativi e di sensibilizzazione. Pertanto nell’uso impiegare misure di protezione individuale (guanti, maschere, occhiali).

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• Le soluzioni fenoliche sono solo moderatamente inattivate dal materiale organico eventualmente presente.

• Sono incompatibili con i detergenti cationici. • I derivati fenolici sono assorbiti dai materiali porosi (gomma, elastomeri)

ed il loro contatto con la cute e mucose causano irritazioni. • Non utilizzare prodotti fenolici nella decontaminazione di superfici che

possono avere contatto con neonati (Patologia Neonatale) a causa della tossicità manifestata su questi soggetti, associata ad un aumento della bilirubina nei neonati esposti.

• Dopo l’utilizzo dei polifenoli si deve attuare un accurato risciacquo specialmente se lo strumentario sarà utilizzato per neonati/bambini per evitare il pericolo di iperbilirubinemia.

PREPARAZIONI

I derivati Fderivati Fderivati Fderivati Fenolicienolicienolicienolici sono disponibili: • AAAASSOCIAZIONI POLIFENOSSOCIAZIONI POLIFENOSSOCIAZIONI POLIFENOSSOCIAZIONI POLIFENOLICHELICHELICHELICHE: possono essere utilizzate per la

decontaminazione di strumenti prima delle operazioni di pulizia e sterilizzazione e per la disinfezione di superfici e materiali non critici. Per la disinfezione dei materiali semicritici non ci sono ancora sufficienti evidenze in letteratura.

• TTTTRICLOSAN RICLOSAN RICLOSAN RICLOSAN ((((oooo IRGASAN DP IRGASAN DP IRGASAN DP IRGASAN DP300™300™300™300™)))): è un composto fenolico (bifenolo) germicida, non ionico di bassa tossicità, molto usato in prodotti quali saponi liquidi, deodoranti e cosmetici. Gli unici effetti indesiderati segnalati sono casi di dermatite da contatto o irritazione cutanea.

MODALITÀ D’IMPIEGO

1. AAAANTISEPSI NTISEPSI NTISEPSI NTISEPSI CCCCUTE UTE UTE UTE IIIINTEGRANTEGRANTEGRANTEGRA � LLLLavaggio antisettico delle maniavaggio antisettico delle maniavaggio antisettico delle maniavaggio antisettico delle mani: possiede un effetto cumulativo e

persistente sulla pelle.

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9.7 IODIO E IODOFORI

CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE

Lo iodio è un elemento dotato di alta reattività ed elevato potere biocida. In antisepsi ed in disinfezione esso viene usato sotto due forme: iodio e iodoforiiodio e iodoforiiodio e iodoforiiodio e iodofori. � IODIOIODIOIODIOIODIO IN SOLUZIONEIN SOLUZIONEIN SOLUZIONEIN SOLUZIONE: la solubilità dello iodio è scarsa in acqua, buona in

alcool, ottima in presenza di soluzione concentrata di ioduro. � IODOFORIIODOFORIIODOFORIIODOFORI IN SOLUZIONE IN SOLUZIONE IN SOLUZIONE IN SOLUZIONE: sono una combinazione di iodio e di un agente

solubilizzante o vettore (molecole organiche ad elevato peso molecolare, es. PVP) che porta ad un aumento della solubilità dello iodio. Il complesso, labile, che ne deriva rappresenta una riserva di iodio a rilascio controllato, che cede gradualmente piccole quantità di iodio libero in soluzione acquosa. Sono così ridotti anche alcuni degli effetti indesiderati dello iodio quali l’odore sgradevole, l’azione irritante sui tessuti, la proprietà di macchiare la cute e di corrodere i metalli. Lo iodopovidone iodopovidone iodopovidone iodopovidone (PVP-I) è lo iodoforo di più ampio impiego: è composto da polivinilpirrolidone e iodio. La sua concentrazione è normalmente espressa in termini di iodio disponibileiodio disponibileiodio disponibileiodio disponibile, che è la somma dello iodio liberoiodio liberoiodio liberoiodio libero (IIII2222) e di quello di riservariservariservariserva. La concentrazione di iodio attivoiodio attivoiodio attivoiodio attivo dipende, dalla concentrazione di PVP-I, ma anche dal contenuto totale di iodio libero e di ione ioduro. È da tener presente che una soluzione di iodoforo più è concentrata, meno iodio libero è presente, quindi il potere disinfettante è inferiore; viceversa, un aumento della diluizione favorisce il distacco dello iodio dal vettore, cioè aumenta la concentrazione dello iodio libero che porta ad un’azione battericida più pronta, ma diminuisce quella di riserva.

SPETTRO D’AZIONE

Lo iodioiodioiodioiodio è dotato di azione rapida, efficace e ampio spettro: è attivo su gram positivi, gram negativi ed alcuni batteri sporigeni (Clostridi, Bacillus spp), virus lipofili e funghi; inoltre, in particolari condizioni di utilizzo (concentrazione e tempo di applicazione) ha azione su spore e micobatteri e azione variabile sui virus idrofili. Lo iodio e gli iodofori esplicano al meglio la loro attività a pH neutro o acido e l’azione è potenziata in soluzione alcoolica. Per gli iodofori il profilo di attività dipende dalla concentrazione dello stesso e dalla quantità di iodio attivo presente. Gli iodoforiiodoforiiodoforiiodofori commerciali alle diluizioni d’uso raccomandate sono attivi su batteri, virus, funghi e micobatteri, ma non non non non sulle sporesulle sporesulle sporesulle spore. Risulta, inoltre, resistente allo iodopovidone Pseudomonas cepacia e qualche ceppo di Staphylococcus.

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MECCANISMO D’AZIONE

Il meccanismo d’azione di iodio e iodofori è legato alla presenza di iodio liberoiodio liberoiodio liberoiodio libero I I I I2222 che penetra rapidamente attraverso la parete cellulare dei batteri ed inattiva le cellule formando complessi che provocano alterazioni irreversibili delle membrane cellulari, inibizione della sintesi proteica e degradazione degli acidi nucleici.

AVVERTENZE E FATTORI INTERFERENTI

• Lo iodio reagisce con le proteine del materiale organico con conseguente diminuzione di attività (il sangue abbassa notevolmente la quota di iodio libero).

• La colorazione ambrata delle soluzioni di iodofori è un indicatore di attività e diminuisce con l’abbassarsi della concentrazione di iodio disponibile.

• Iodio e iodofori, se assorbiti, interferiscono con i test di funzionalità tiroidea

• Sopra i 40°C si ha la decomposizione del prodotto con perdita di iodio. • Lo iodio è incompatibileincompatibileincompatibileincompatibile con acqua ossigenata per eccessiva liberazione di

ossigeno e con acetone, con il quale forma un composto irritante. • Le soluzioni iodurate hanno effetto corrosivo sui metalli. • Le soluzioni di iodofori alle concentrazioni usate in disinfezione possono

dare, soprattutto dopo esposizioni prolungate, effetti corrosivi sui metalli e su alcuni materiali plastici.

� IODIOIODIOIODIOIODIO IN SOLUZIONE IN SOLUZIONE IN SOLUZIONE IN SOLUZIONE: a contatto con la cute, le soluzioni di iodio, in particolare quelle ad elevata concentrazione alcolica, possono dare effetti irritanti, reazioni di ipersensibilità con febbre ed eruzioni cutanee o, raramente, reazioni allergiche. L’ingestione provoca effetti tossici molto gravi, anche letali.

� IODOFORIIODOFORIIODOFORIIODOFORI IN SOLUZIONE IN SOLUZIONE IN SOLUZIONE IN SOLUZIONE: • A livello cutaneo, applicazioni ripetute, possono causare bruciori,

irritazioni e dermatiti da contatto. Sono rare le reazioni di ipersensibilità e le reazioni allergiche.

• Neonati e antisepsi pre-parto: è consigliata cautela all’uso per il rischio di assorbimento percutaneo.

• Per applicazione su cute lesa estesa (es. ustioni) si ha il rischio di assorbimento con diminuzione temporanea della funzionalità tiroidea, acidosi metabolica, alterazioni dei test di funzionalità tiroidea.

• Controindicato l’uso regolare in pazienti con disfunzioni tiroidee.

PREPARAZIONI

Lo IodioIodioIodioIodio è disponibile: • SSSSOLUZIONE IODOOLUZIONE IODOOLUZIONE IODOOLUZIONE IODO----IODIODIODIODURATA IN ACQUA O URATA IN ACQUA O URATA IN ACQUA O URATA IN ACQUA O ““““SOLUZIONE DI SOLUZIONE DI SOLUZIONE DI SOLUZIONE DI LLLLUGOLUGOLUGOLUGOL””””: utilizzata a

bassa concentrazione per la disinfezione di piccole ferite o mucose.

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• SSSSOLUZIONE IODOOLUZIONE IODOOLUZIONE IODOOLUZIONE IODO----IODURATA IN MISCELA IODURATA IN MISCELA IODURATA IN MISCELA IODURATA IN MISCELA IDROALCOLICAIDROALCOLICAIDROALCOLICAIDROALCOLICA (tintura di iodio e alcool iodato) come antisettico per cute integra.

Gli IodoforiIodoforiIodoforiIodofori sono disponibili: • SSSSOLUZIONE DI IODOPOVIOLUZIONE DI IODOPOVIOLUZIONE DI IODOPOVIOLUZIONE DI IODOPOVIDONEDONEDONEDONE (in acqua): le soluzioni in commercio hanno

una concentrazione di PVP-I che varia tra il 5 ed il 10%, a cui corrisponde lo 0,5-1% di iodio disponibile. L’indicazione d’uso di queste soluzioni è l’antisepsi di cute integra, di cute lesa e mucose.

• SSSSOLUZIONE OLUZIONE OLUZIONE OLUZIONE IIIIDRODRODRODROALCOLICA ALCOLICA ALCOLICA ALCOLICA DDDDI I I I IIIIODOPOVIDONEODOPOVIDONEODOPOVIDONEODOPOVIDONE: la presenza di alcool aumenta il potere biocida dello iodio e la capacità di penetrazione della soluzione, accrescendone l’efficacia. L’indicazione d’uso è l’antisepsi di cute integra.

• SSSSOLUZIONE OLUZIONE OLUZIONE OLUZIONE SSSSAPONOSA APONOSA APONOSA APONOSA DDDDI I I I IIIIODOPOVIDONEODOPOVIDONEODOPOVIDONEODOPOVIDONE: i: i: i: indicata per il lavaggio-antisepsi di cute integra, in particolare delle mani.

MODALITÀ D’IMPIEGO

Le soluzioni di iodopovidone vengono utilizzate per:

1. AAAANTISEPSI NTISEPSI NTISEPSI NTISEPSI DDDDI I I I MMMMUCOSE UCOSE UCOSE UCOSE EEEE CCCCUTE UTE UTE UTE LLLLESAESAESAESA: sono indicate le soluzioni acquose di iodopovidone, che non sono irritanti.

2. AAAANTISNTISNTISNTISEPSI EPSI EPSI EPSI DDDDI I I I CCCCUTE UTE UTE UTE IIIINTEGRANTEGRANTEGRANTEGRA: si possono utilizzare soluzioni in alcool (etilico o isopropilico al 50-70%) che, grazie all’associazione dei due antisettici, hanno un rapido effetto biocida oppure soluzioni acquose che, però, richiedono tempi di contatto più prolungati.

3. LLLLAVAGGIAVAGGIAVAGGIAVAGGIOOOO AAAANTISETTICO NTISETTICO NTISETTICO NTISETTICO EEEE CCCCHIRURGICO HIRURGICO HIRURGICO HIRURGICO DDDDELLE ELLE ELLE ELLE MMMMANIANIANIANI: si utilizzano soluzioni al 7,5% di PVP-I con detergente.

4. LLLLAVAGGI AVAGGI AVAGGI AVAGGI IIIINTRAPERITONEALINTRAPERITONEALINTRAPERITONEALINTRAPERITONEALI: impiego ancora in uso, ma molto discusso, in quanto: l’utilità non è stata comprovata da studi controllati e, secondo alcuni autori, sembra abbia un effetto inibente sull’attività dei neutrofili e la diluizione d’uso non è standardizzata. È preferibile utilizzare, ove indicato, un’irrigazione con soluzione salina combinata ad un’adeguata profilassi antibiotica.

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IODOPOVIDONE in soluzione acquosa

CARATTERISTICHE

Polivinilpirrolidone iodio (PVP-I) o iodio-povidone è una sostanza appartenente alla classe dei derivati organici dello iodio (iodofori) nei quali lo iodio è legato ad una molecola organica, ad alto peso molecolare (vettore), che ha la proprietà di veicolarlo e cederlo gradualmente ai tessuti. Le soluzioni di PVP Iodio sono di colore bruno scuro, liberano iodio attivo e svolgono azione ossidante. Solubile in acqua e in alcool.

SPETTRO D’AZIONE

Attiva su Gram +, Gram -, miceti, virus, micobatteri, poco attiva su alcuni ceppi di Staphylococcus e inattiva su Pseudomonas cepacia.

INDICAZIONI

• antisepsi di cute lesa, purché lesioni non estese • antisepsi delle lesioni da decubito • preparazione del campo operatorio in caso di interventi in prossimità

delle mucose e dove non è indicata la soluzione alcoolica

AVVERTENZE D’USO

• conservare al riparo dalla luce e dal calore • è incompatibile con l’acqua ossigenata, acetone, composti del mercurio • l’attività antisettica può essere inibita dalla presenza di alcali

(detergenti) • non deve essere usato in bambini di età inferiore a 6 mesi, in donne in

gravidanza e durante l’allattamento • non deve essere usato in pazienti con ipertiroidismo o con affezioni

tiroidee o con ipersensibilità allo iodio • il trattamento non va effettuato per un periodo prolungato in quanto non

si può escludere influenza sulla funzionalità tiroidea • in caso di lesioni estese consultare scheda tecnica

PRECAUZIONI PER IL PERSONALE

• Non necessarie

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9.8 SALI DI AMMONIO QUATERNARIO (QACs)

CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE

I composti di ammonio quaternario sono dei tensioattivi cationici e sono simili per caratteristiche chimico/fisiche, tossicità ed attività. Possiedono una struttura comune costituita da un atomo di azoto con quattro radicali liberi e con carica positiva. Tali radicali legati all’azoto sono differenti per cui ci sono lievi differenze nello spettro d’azione.

SPETTRO D’AZIONE

Sono disinfettanti a spettro d’azione limitato e alle concentrazioni normalmente in uso esplicano un’attività biocida di basso livello. I batteri gram positivi risultano molto sensibili, mentre sono scarsamente attivi su alcuni miceti e sui batteri gram negativi. Mancano di attività sui micobatteri, virus idrofili, spore batteriche e Pseudomonas aeruginosa.

MECCANISMO D’AZIONE

I QACs sono tensioattivi cationici con attività detergente, emulsionante e biocida. Il loro meccanismo d’azione dipende dalla struttura che presenta uno o più gruppi lipofili ed un gruppo idrofilo con carica positiva. Il gruppo a carica positiva viene attratto dalle superfici a carica negativa, quali ad esempio quelle delle membrane batteriche e delle proteine. Il disinfettante quindi determina un’alterazione della membrana citoplasmatica con conseguente perdita dei costituenti citoplasmatici e morte della stessa, oltre a ciò inattiva gli enzimi produttori di energia e denatura le proteine cellulari essenziali.

AVVERTENZE E FATTORI INTERFERENTI

• Sono inattivati da: presenza di materiale organico (sangue, siero, latte, ecc.), saponi anionici e detergenti sintetici, detergenti non ionici, ioni calcio, ferro, magnesio, alluminio e molte altre sostanze chimiche (acqua ossigenata, sali d’argento, ecc.).

• Cotone, garza, gomma, plastica, materiali porosi e sughero, assorbono i QACs riducendone quindi il potere biocida.

• Le soluzioni acquose sono facilmente contaminabili da microrganismi (in particolare batteri Gram negativi).

EFFETTI INDESIDERATI

Applicazioni ripetute e/o contatti prolungati possono determinare reazioni di ipersensibilità, con manifestazioni a carico della cute, delle vie aeree e della congiuntiva.

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PREPARAZIONI

I Sali Di Ammonio QuaternarioSali Di Ammonio QuaternarioSali Di Ammonio QuaternarioSali Di Ammonio Quaternario sono proposti in molteplici formulazioni con caratteristiche diverse in funzione del settore d’impiego:

• SOLUZIONI ACQUOSE E SOLUZIONI ACQUOSE E SOLUZIONI ACQUOSE E SOLUZIONI ACQUOSE E IDROALCOLICHIDROALCOLICHIDROALCOLICHIDROALCOLICHEEEE: per impiego in antisepsi • SOLUZIONI IDROALCOLISOLUZIONI IDROALCOLISOLUZIONI IDROALCOLISOLUZIONI IDROALCOLICHECHECHECHE: per impiego in disinfezione, nella cui

formulazione è presente anche un inibitore di corrosione. I QACs presentano una migliore attività in ambiente alcalino e l’alcool ne potenzia l’efficacia.

MODALITÀ D’IMPIEGO

I QACs in soluzione acquosa, in ambiente ospedaliero, non sono considerati disinfettanti di prima scelta. Si usano solo in soluzioni alcoliche.

1. AAAANTISEPSINTISEPSINTISEPSINTISEPSI

� CCCCUTE UTE UTE UTE IIIINTEGRANTEGRANTEGRANTEGRA: terapia iniettiva (intramuscolo, sottocute, intradermica, endovena periferica, prelievo venoso, inserimento catetere venoso periferico-agocannula) è indicato l’uso di soluzioni in alcool 70%.

� PPPPULIZIA ULIZIA ULIZIA ULIZIA EEEE AAAANTISEPSI NTISEPSI NTISEPSI NTISEPSI DDDDI I I I FFFFERITE ERITE ERITE ERITE SSSSPORCHEPORCHEPORCHEPORCHE,,,, PPPPULIZIA ULIZIA ULIZIA ULIZIA EEEE AAAANTISEPSI NTISEPSI NTISEPSI NTISEPSI IIIIN N N N OOOOSTETRICIASTETRICIASTETRICIASTETRICIA,,,, GGGGINECOLOGIAINECOLOGIAINECOLOGIAINECOLOGIA,,,, UUUUROLOGIAROLOGIAROLOGIAROLOGIA: indicata l’associazione di cetrimide (QACs) 0,15% + clorexidina 0,015% in soluzione acquosa, in confezione monodose sterile.

2. DDDDISINFEZIONEISINFEZIONEISINFEZIONEISINFEZIONE � DDDDISPOSITIVI MEDICI NOISPOSITIVI MEDICI NOISPOSITIVI MEDICI NOISPOSITIVI MEDICI NON CRITICIN CRITICIN CRITICIN CRITICI: utilizzate soluzioni in alcool al 70%, nella

cui formulazione è presente anche un inibitore di corrosione, per un tempo di contatto superiore ai 10 minuti.

� SUPERFICI AMBIENTALISUPERFICI AMBIENTALISUPERFICI AMBIENTALISUPERFICI AMBIENTALI NON CRITICHE NON CRITICHE NON CRITICHE NON CRITICHE (prive di materiale organico): soluzione acquosa come detergente/disinfettante.

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SALI D’AMMONIO QUATERNARI in soluzione alcolica 70%

CARATTERISTICHE

Antisettico per uso locale a limitato spettro d’azione. La soluzione alcolica si presenta limpida e incolore. L’alcool a 70° potenzia l’attività dei QACs e conferisce a questa formulazione un’azione più rapida.

SPETTRO D’AZIONE

Attiva su Gram +, variabile su Gram-, virus lipofili e funghi.

INDICAZIONI

• ANTISEPSIANTISEPSIANTISEPSIANTISEPSI: terapia iniettiva (intramuscolo, sottocute, intradermica, endovena periferica), prelievo venoso, inserimento catetere venoso periferico (ago cannula).

• DISINFEZIONEDISINFEZIONEDISINFEZIONEDISINFEZIONE: alcune attrezzature non critiche. Le soluzioni contengono un inibitore di corrosione e generalmente sono colorate.

AVVERTENZE D’USO

• Sono inattivati dalle proteine presenti nelle sostanze organiche (sangue, siero, latte, ecc.) e da saponi e detergenti.

• Sughero, cotone, garza, gomma, plastica e materiali porosi, assorbono i QACs riducendone quindi il potere biocida.

PRECAUZIONI PER IL PERSONALE

• L’ingestione accidentale può causare tossicità. Possono dar luogo a irritazione e sensibilizzazione cutanea.

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10. DISINFETTANTI: Campi Di Utilizzo

ANTISEPSI DI CUTE LESA

Iodopovidone al 7,5% o al 10% in soluzione acquosa

Clorossidante elettrolitico allo 0,055% � di prima scelta in caso ferite estesedi prima scelta in caso ferite estesedi prima scelta in caso ferite estesedi prima scelta in caso ferite estese � di seconda scelta in caso di intolleranza o di seconda scelta in caso di intolleranza o di seconda scelta in caso di intolleranza o di seconda scelta in caso di intolleranza o

allergia allo iodioallergia allo iodioallergia allo iodioallergia allo iodio

Clorexidina 0,015% + Cetrimide 0,15% (bustina p.uso)

ANTISETTICO (PRINCIPIO ATTIVO)

Perossido di idrogeno 3% - 10 vol. (acqua ossigenata)

DILUIZIONE Pronti all’uso

PROCEDURA

• Prelevare la quantità necessaria di antisettico dal contenitore chiuso e integro e versarla in un contenitore sterile

• Effettuare l’antisepsi mediante tampone sterile imbevuto del disinfettante, montato su apposito supporto sterile (pinza, etc.)

• Passare sulla ferita secondo i principi dell’asepsi

L’utilizzo dell’acqua ossigenata al 3%acqua ossigenata al 3%acqua ossigenata al 3%acqua ossigenata al 3% è riservato esclusivamente alla rimozione dei corpi estranei o tessuti necrotici e comunque all’esclusivo scopo della detersione delle ferite sporche.

�������� Dopo il suo utilizzo, lavare la ferita con soluzione fisiologica (aperta al momento) e quindi procedere all’antisepsi vera e propria

RACCOMANDAZIONI La scelta del disinfettante deve essere orientata in base alla eventuale intolleranza/allergia del paziente nei confronti del principio attivo

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ANTISEPSI PREOPERATORIA

� PPPPREPARAZIONE REPARAZIONE REPARAZIONE REPARAZIONE DDDDEL EL EL EL CCCCAMPO AMPO AMPO AMPO OOOOPERATORIOPERATORIOPERATORIOPERATORIO

� IIIINSERIMENTO NSERIMENTO NSERIMENTO NSERIMENTO DDDDRENAGGIRENAGGIRENAGGIRENAGGI

Clorexidina gluconato al 2% in alcool 70% da non usare in caso di interventi chirurgici in da non usare in caso di interventi chirurgici in da non usare in caso di interventi chirurgici in da non usare in caso di interventi chirurgici in prossimità di mucoseprossimità di mucoseprossimità di mucoseprossimità di mucose

ANTISETTICO (PRINCIPIO ATTIVO)

Iodopovidone al 7,5% o al 10% in soluzione acquosa da utilizzare quando non èda utilizzare quando non èda utilizzare quando non èda utilizzare quando non è indicata la soluzione indicata la soluzione indicata la soluzione indicata la soluzione alcolicaalcolicaalcolicaalcolica (interventi chirurgici in(interventi chirurgici in(interventi chirurgici in(interventi chirurgici in prossimità di prossimità di prossimità di prossimità di mucose)mucose)mucose)mucose)

DILUIZIONE Pronti all’uso

PROCEDURA

Vedere Protocollo aziendale “PREVENZIONE DELLE INFEZIONI DEL SITO CHIRURGICO”

• Prelevare la quantità necessaria di antisettico dal contenitore chiuso e integro e versarla in un contenitore sterile

• Effettuare l’antisepsi mediante tampone sterile, montato su apposito supporto sterile (pinza, etc.)

• Effettuare le operazioni di antisepsi sull’area di incisione della cute secondo procedura e lasciare agire per lasciare agire per lasciare agire per lasciare agire per ilililil tempo di contatto tempo di contatto tempo di contatto tempo di contatto necessario: � 1 - 1½ per la soluzione alcolica di

clorexidina al 2%, � 2 - 4 minuti per la soluzione acquosa di

iodopovidone (il tempo di asciugare)

RACCOMANDAZIONI

• Verificare attentamente le condizioni igieniche della cute prima di procedere all’antisepsi preoperatoria

• Attenzione allo sgocciolamento e al ristagno delle soluzioni di iodopovidone sotto il corpo del paziente, per evitare fenomeni di sensibilizzazione

• Rispettare rigorosamente i tempi di contatto

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ANTISEPSI DELLA CUTE PER PUNTURE TERAPEUTICHE E DIAGNOSTICHE A BASSA INVASIVITÀ

� TTTTERAPIA ERAPIA ERAPIA ERAPIA IIIINIETTIVANIETTIVANIETTIVANIETTIVA:::: intramuscolareintramuscolareintramuscolareintramuscolare, s, s, s, sottocutottocutottocutottocutaneaaneaaneaanea, intradermica, , intradermica, , intradermica, , intradermica, endovenendovenendovenendovenosaosaosaosa periferica periferica periferica periferica

� PPPPRELIEVO RELIEVO RELIEVO RELIEVO VVVVENOSOENOSOENOSOENOSO

� IIIINSERIMENTO NSERIMENTO NSERIMENTO NSERIMENTO CCCCATETERE ATETERE ATETERE ATETERE VVVVENOSO ENOSO ENOSO ENOSO PPPPERIFERICO ERIFERICO ERIFERICO ERIFERICO (agocannula)(agocannula)(agocannula)(agocannula)

ANTISETTICO (PRINCIPIO ATTIVO)

Sali D’ammonio Quaternari (QACs) in soluzione alcolica 70%

DILUIZIONE Pronti all’uso

PROCEDURA

• Imbibire un tampone di cotone idrofilo con il disinfettante, evitando il contatto con il flacone

• Frizionare la cute per almeno 30 secondi con il tampone (imbevuto al momento)

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ANTISEPSI DELLA CUTE PER PUNTURE TERAPEUTICHE E DIAGNOSTICHE AD ALTA INVASIVITÀ

� PPPPRELIEVO RELIEVO RELIEVO RELIEVO AAAARTERIOSORTERIOSORTERIOSORTERIOSO � TTTTERAPIA ERAPIA ERAPIA ERAPIA IIIINFUSIONALE NFUSIONALE NFUSIONALE NFUSIONALE DDDDA A A A VVVVENA ENA ENA ENA CCCCENTRALEENTRALEENTRALEENTRALE � IIIINSERIMENTO NSERIMENTO NSERIMENTO NSERIMENTO CCCCATETERE ATETERE ATETERE ATETERE VVVVENOSO ENOSO ENOSO ENOSO CCCCENTRALE ENTRALE ENTRALE ENTRALE (C(C(C(CVCVCVCVC)))) � IIIINSERIMENTO NSERIMENTO NSERIMENTO NSERIMENTO CCCCATETERI ATETERI ATETERI ATETERI AAAARTERIOSIRTERIOSIRTERIOSIRTERIOSI � DDDDIALISI IALISI IALISI IALISI PPPPERITONEALEERITONEALEERITONEALEERITONEALE � PPPPUNTURE UNTURE UNTURE UNTURE EEEESPLORATIVE SPLORATIVE SPLORATIVE SPLORATIVE EEEED D D D EEEEVACUATIVEVACUATIVEVACUATIVEVACUATIVE:::: toracentesi, paracentesi, toracentesi, paracentesi, toracentesi, paracentesi, toracentesi, paracentesi,

artrocentesi, rachicentesiartrocentesi, rachicentesiartrocentesi, rachicentesiartrocentesi, rachicentesi � CCCCATETERISMO ATETERISMO ATETERISMO ATETERISMO CCCCARDIACOARDIACOARDIACOARDIACO,,,, CCCCATETATETATETATETERISMO ERISMO ERISMO ERISMO AAAARTERORTERORTERORTERO----VVVVENOSO ENOSO ENOSO ENOSO AAAA SSSSCOPO COPO COPO COPO

DDDDIAGNOSTICOIAGNOSTICOIAGNOSTICOIAGNOSTICO � PPPPRELIEVI RELIEVI RELIEVI RELIEVI DDDDIAGNOSTICI IAGNOSTICI IAGNOSTICI IAGNOSTICI RRRRADIOGUIDATIADIOGUIDATIADIOGUIDATIADIOGUIDATI:::: agoaspirati, repere per noduli, etc.agoaspirati, repere per noduli, etc.agoaspirati, repere per noduli, etc.agoaspirati, repere per noduli, etc.

ANTISETTICO (PRINCIPIO ATTIVO)

Clorexidina gluconato al 2% in soluzione alcolica 70%

DILUIZIONE Pronti all’uso

PROCEDURA

• Effettuare l’antisepsi disinfezione mediante tampone sterile montato su apposito supporto sterile (pinza, etc.)

• Passare sul punto di inserzione secondo i principi della tecnica asettica e lasciare agire per un tempo di contatto di ½ - 1 minuto

• Per i dispositivi intravascolari vedere il Protocollo aziendale “PREVENZIONE DELLE INFEZIONI CORRELATE AI DISPOSITIVI

INTRAVASCOLARI”

RACCOMANDAZIONI

• Verificare attentamente le condizioni igieniche della cute prima di procedere all’antisepsi

• Rispettare rigorosamente i tempi di contatto

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EMOCOLTURA

ANTISETTICO (PRINCIPIO ATTIVO)

Clorexidina gluconato al 2% in soluzione alcolica 70%

DILUIZIONE Pronti all’uso (spray)

PROCEDURA

Come previsto dal protocollo aziendale: “USO

APPROPRIATO DELLE EMOCOLTURE”

PrelievoPrelievoPrelievoPrelievo da vena periferica da vena periferica da vena periferica da vena periferica • Fase di detersione: applicare la soluzione

direttamente sulla cute da disinfettare. Frizionare la parte interessata con una garza, dal centro alla periferia, evitando il ripasso

• Fase di disinfezione: disinfettare la cute e lasciar asciugare l’antisettico per evaporazione

• Eseguire la venipuntura senza toccare il sito del prelievo

Prelievo da catetere vPrelievo da catetere vPrelievo da catetere vPrelievo da catetere venoso centraleenoso centraleenoso centraleenoso centrale • Disinfettare la porta di accesso con soluzione

alcolica al 70% e lasciare evaporare • Raccordare il sistema per il prelievo

RACCOMANDAZIONI

• Effettuare la procedura rigorosamente in asepsi

• Rispettare rigorosamente i tempi di contatto dell’antisettico

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ANTISEPSI UROLOGICA (inserimento catetere vescicale )

ANTISETTICO (PRINCIPIO ATTIVO) Clorexidina 0,015% + Cetrimide 0,15%

DILUIZIONE Bustine pronte all’uso

PROCEDURA

Vedere il Protocollo aziendale “PREVENZIONE DELLE INFEZIONI DELLE VIE URINARIE CORRELATE A

CATETERISMO URETRALE” • Con tamponi imbevuti di antisettico

procedere alla disinfezione della zona genitale: nella donna eseguendo movimenti dall’alto verso il basso, nell’uomo effettuando movimenti rotatori dal meato uretrale verso il glande

• Sostituire il tampone ad ogni passaggio

ANTISEPSI OSTETRICO – GINECOLOGICA

ANTISETTICO (PRINCIPIO ATTIVO) Clorexidina 0,015% + Cetrimide 0,15%

DILUIZIONE Bustine pronte all’uso

PROCEDURA • Applicare mediante semicupio o tamponando

con garza • Non sciacquare dopo l’uso

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DECONTAMINAZIONE DELLE MANI A MEZZO DI GEL ALCOLICO

ANTISETTICO (PRINCIPIO ATTIVO) Alcool etilico al 70% con emollienti

DILUIZIONE Pronti all’uso

PROCEDURA

Vedere il Protocollo aziendale “IGIENE DELLE MANI”

• Versare sul palmo della mano una quantità di prodotto sufficiente a coprirne l’intera superficie e frizionare le mani. Una volta asciutte le mani sono sicure

• L’intera procedura deve durare 20-30 secondi

• L’uso del gel non è raccomandato se le mani sono visibilmente sporche. In tal caso è necessario il lavaggio antisettico

RACCOMANDAZIONI

Eseguire la decontaminazione delle mani: • Prima e dopo qualsiasi contatto con il

paziente • Prima di una manovra asettica • Dopo esposizione a liquido biologico • Dopo il contatto con l’ambiente

circostante il paziente IIIINDIPENDENTEMENTE DALNDIPENDENTEMENTE DALNDIPENDENTEMENTE DALNDIPENDENTEMENTE DALLLLL’’’’USO DEI GUANTIUSO DEI GUANTIUSO DEI GUANTIUSO DEI GUANTI

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LAVAGGIO ANTISETTICO DELLE MANI

Irgasan DP300 al 0,5% in soluzione saponosa ANTISETTICO (PRINCIPIO ATTIVO)

Iodopovidone al 7,5% in soluzione saponosa

DILUIZIONE Pronti all’uso

PROCEDURA

Vedere il Protocollo aziendale “IGIENE DELLE MANI” o poster

• Bagnare bene le mani • Prelevare una dose di detergente antisettico e

protrarre il lavaggio per almeno 1 minuto • Sciacquare e asciugare con salviette di carta • Chiudere il rubinetto usando l’ultima

salvietta monouso usata (evita la contaminazione delle mani)

RACCOMANDAZIONI

Eseguire il lavaggio antisettico delle mani: • Prima di procedure invasive e asettiche

(inserimento di catetere intravascolare centrale, inserimento di catetere vescicale, toracentesi, prelievo di sangue per emocoltura, etc.)

• Dopo contatto con materiale infetto

PRECAUZIONI

Per non incorrere in arrossamenti, screpolature, secchezza delle mani, è importante:

• Rispettare le dosi indicate • Bagnare le mani prima di prelevare

l’antisettico • Effettuare un buon risciacquo • Asciugare molto bene

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LAVAGGIO CHIRURGICO DELLE MANI

Iodopovidone al 7,5% in soluzione saponosa ANTISETTICO (PRINCIPIO ATTIVO)

Clorexidina gluconato al 4% in soluzione saponosa

DILUIZIONE Pronti all’uso

PROCEDURA

Vedere il Protocollo aziendale “IGIENE DELLE MANI” • Aprire il rubinetto e regolare la temperatura

dell’acqua • Bagnare bene le mani e gli avambracci fino a

due dita al di sopra della piega dei gomiti • Prelevare una dose di detergente antisettico e

cospargere uniformemente mani e avambracci

• Sfregare per 2 minuti • Sciacquare • Insaponare nuovamente mani e avambracci

con l’antisettico • Sciacquare accuratamente tenendo mani e

polsi più alti dei gomiti, per non contaminare le parti lavate

• Richiudere il rubinetto con metodo “no touch” • Asciugare accuratamente prima le mani e poi

gli avambracci

RACCOMANDAZIONI

• Eseguire il lavaggio chirurgico delle mani prima di ogni intervento chirurgico

• In caso di accidentale contatto con superfici o oggetti non sterili durante il lavaggio chirurgico delle mani è indispensabile ripetere la procedura dall’inizio

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STRUMENTARIO POLIUSO (decontaminazione e contemporanea detersione)

“Norme di protezione dal contagio professionale da HIV nelle strutture sanitarie ed assistenziali pubbliche e private” (Decreto 28 settembre 1990) I dispositivi riutilizzabili devono, dopo l’uso, essere immediatamente immersi in un disinfettante chimico di riconosciuta efficacia su HIV prima delle operazioni di smontaggio o pulizia, da effettuare come preparazione per la sterilizzazione. Tale procedura denominata “decontaminazionedecontaminazionedecontaminazionedecontaminazione” abbatte la carica microbica, rendendo più sicure le operazioni per l’operatore DISINFETTANTE (PRINCIPIO ATTIVO) Acido Peracetico + Enzimi Proteolitici

DILUIZIONE all’1% in acqua di rubinetto tiepida (25°) e immersione per 20 minuti

PROCEDURA

Vedere il Protocollo aziendale “PREPARAZIONE DEL MATERIALE DA INVIARE IN CENTRALE DI

STERILIZZAZIONE E CONSERVAZIONE DEL MATERIALE

STERILE” • Preparare la soluzione versando la dose di

prodotto nell’acqua (10 g/litro), agitare e attendere 10 minuti per l’attivazione della soluzione (rimane un corpo di fondo di prodotto come riserva)

• Immergere lo strumentario, aperto e/o smontato nelle sue parti mobili, nella soluzione disinfettante

• Accertarsi che tutto il materiale sia completamente immerso

• Lasciare in immersione per 20 minuti • Procedere al lavaggio • Risciacquare con acqua di rubinetto

RACCOMANDAZIONI

• Rinnovare la soluzione disinfettante una o più volte al giorno, in base all’utilizzo

• Evitare il contatto diretto degli strumenti con la polvere deposta sul fondo

• Utilizzare con cautela il prodotto su strumenti a fibre ottiche. Attenzione al contatto diretto con la polvere residua perché potrebbe ostruire il lume dei canali operativi. Si consiglia di mantenere lo strumento sospeso nella soluzione disinfettante.

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OGGETTI NON CRITICI IN GOMMA, PLASTICA E VETRO

DISINFETTANTE (PRINCIPIO ATTIVO) Dicloroisocianurato Di Sodio (NaDCC)

DILUIZIONE 1 Cp di NaDCC (2,5 gr.) ogni litro di acqua (= circa 1.500 ppm)

PROCEDURA

LLLLAVAGGIO AVAGGIO AVAGGIO AVAGGIO AAAAUTOMATICOUTOMATICOUTOMATICOUTOMATICO • Il trattamento termico è sufficiente per

garantire un’adeguata disinfezione LLLLAVAGGIO AVAGGIO AVAGGIO AVAGGIO MMMMANANANANUALEUALEUALEUALE

• Lavare il materiale con acqua e detergente • Asciugare • Immergere completamente nella soluzione

disinfettante • Lasciare in immersione per 30 minuti • Risciacquare e asciugare.

RACCOMANDAZIONI La soluzione disinfettante va preparata al momento e rinnovata almeno una volta al giorno.

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BIBERON E TETTARELLE RIUTILIZZABILI

DISINFETTANTE (PRINCIPIO ATTIVO) Ipoclorito di sodio in soluzione all’2%

DILUIZIONE 20 ml di disinfettante + 980 ml di acqua

PROCEDURA

LLLLAVAGGIO AVAGGIO AVAGGIO AVAGGIO AAAAUTOMATICOUTOMATICOUTOMATICOUTOMATICO • Il trattamento termico è sufficiente per

garantire un’adeguata disinfezione LLLLAVAGGIO AVAGGIO AVAGGIO AVAGGIO MMMMANANANANUALEUALEUALEUALE

• Lavare il materiale con acqua e detergente • Asciugare • Immergere completamente nella soluzione

disinfettante • Lasciare in immersione per 30 minuti • Risciacquare e asciugare

RACCOMANDAZIONI La soluzione disinfettante va preparata al momento

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11. DISTRIBUZIONE DEL DOCUMENTO

Il protocollo viene distribuito a tutte le strutture operative dell’Azienda Ospedaliera, sede di Pordenone e Sacile, con nota della Direzione Sanitaria, indirizzata ai Direttori di Struttura Operativa, ai Coordinatori Infermieristici e/o tecnici e ai Referenti infermieristici di Dipartimento. È disponibile nel Sito Intranet Aziendale all’interno dell’area Accreditamento Joint Commission International – sezione “Documentazione JCI per standard” – gruppo standard “PCI”.

12. STORIA DEL DOCUMENTO

Revisione Data Motivo

0 Aprile 2011 Creazione del protocollo

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13. ALLEGATI

ALLEGATO 1: SIMBOLI DI PERICOLO

Simbolo e denominazione Significato (definizione e precauzioni)

Corrosivo

C

ClassificazioneClassificazioneClassificazioneClassificazione: sostanze e preparati in grado di provocare la distruzione di tessuti viventi e/o materiali inerti PrecauzioniPrecauzioniPrecauzioniPrecauzioni: non inalare ed evitare il contatto con la pelle, gli occhi e gli abiti Frasi di rischio associabili R34R34R34R34: Provoca ustioni R35R35R35R35: Provoca gravi ustioni

Esplosivo

E

ClassificazioneClassificazioneClassificazioneClassificazione: sostanze e preparati che possono esplodere per effetto del calore (urti, sfregamenti ed accensione) PrecauzioniPrecauzioniPrecauzioniPrecauzioni: evitare colpi, scuotimenti, sfregamenti, fiamme o fonti di calore Frasi di rischio associabili R2R2R2R2: Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione R3R3R3R3: Grande rischio d'esplosione per urto, attrito, in presenza di fuoco o altre fonti d'infiammazione

Comburente

O

ClassificazioneClassificazioneClassificazioneClassificazione: Sostanze e preparati in grado di fornire ossigeno e che quindi facilitano l'incendiarsi di sostanze combustibili PrecauzioniPrecauzioniPrecauzioniPrecauzioni: evitare il contatto con materiali combustibili. Frasi di rischio associabili R7R7R7R7: Può provocare incendio. R8R8R8R8: Favorisce l'infiammazione di sostanze combustibili R9R9R9R9: Può esplodere componendosi con sostanze combustibili

Facilmente infiammabile

F

ClassificazioneClassificazioneClassificazioneClassificazione: sostanze e preparati i cui gas e vapori formano in aria miscele esplosive e/o facilmente infiammabili in presenza di innesco (punto di infiammabilità < 21°C) PrecauzioniPrecauzioniPrecauzioniPrecauzioni: evitare il contatto con materiali ignitivi (come aria e acqua). Frasi di rischio associabili R11R11R11R11: Facilmente infiammabile R15R15R15R15: A contatto con l'acqua sviluppa gas molto infiammabili R17R17R17R17: Infiammabile spontaneamente in presenza di aria

Estremamente infiammabile

F+

ClassificazioneClassificazioneClassificazioneClassificazione: sostanze e preparati i cui gas e vapori formano con l’aria miscele esplosive e/o infiammabili capaci di innescarsi facilmente per qualsiasi fonte di calore (punto di infiammabilità <0°C) PrecauzioniPrecauzioniPrecauzioniPrecauzioni: evitare il contatto con materiali ignitivi (come aria e acqua). Frasi di rischio associabili R12R12R12R12: Estremamente infiammabile

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Infiammabile (senza

pittogramma)

ClassificazioneClassificazioneClassificazioneClassificazione: sostanze e preparati i cui gas e vapori formano con l’aria miscele esplosive e/o infiammabili in presenza di innesco (punto di infiammabilità <55°C) PrecauzioniPrecauzioniPrecauzioniPrecauzioni: tenere lontano da fiamme libere, sorgenti di calore e scintille Frasi di rischio associabili R10R10R10R10: Infiammabile

Tossico

T

ClassificazioneClassificazioneClassificazioneClassificazione: sostanze e preparati che possono provocare, anche in piccole quantità, seri danni alla salute con effetti anche letali PrecauzioniPrecauzioniPrecauzioniPrecauzioni: deve essere evitato il contatto con il corpo Frasi di rischio associabili R23R23R23R23: Tossico per inalazione R24R24R24R24: Tossico a contatto con la pelle R25R25R25R25: Tossico in caso d'ingestione R39R39R39R39: Pericolo di effetti irreversibili molto gravi R48R48R48R48: Rischio di effetti gravi per la salute in caso di esposizione prolungata.

Estremamente Tossico

T+

ClassificazioneClassificazioneClassificazioneClassificazione: sostanze e preparati in grado di provocare, anche in piccolissime dosi, gravi danni alla salute, anche la morte PrecauzioniPrecauzioniPrecauzioniPrecauzioni: deve essere evitato il contatto con il corpo, l'inalazione e l'ingestione, nonché un'esposizione continua o ripetitiva anche a basse concentrazioni della sostanza o preparato Frasi di rischio associabili R26R26R26R26: Molto tossico per inalazione R27R27R27R27: Molto tossico per contatto con la pelle R28R28R28R28: Molto tossico in caso d'ingestione R39R39R39R39: Pericolo di effetti irreversibili molto gravi

Irritante

Xi

ClassificazioneClassificazioneClassificazioneClassificazione: sostanze e preparati che possono provocare arrossamenti e reazioni infiammatorie della pelle e delle mucose PrecauzioniPrecauzioniPrecauzioniPrecauzioni: non inalare i vapori ed evitare il contatto con pelle Frasi di rischio associabili R36R36R36R36: Irritane per gli occhi R37R37R37R37: Irritante per le vie respiratorie R38R38R38R38: Irritante per la pelle R41R41R41R41: Rischio di gravi lesioni oculari

Nocivo

Xn

ClassificazioneClassificazioneClassificazioneClassificazione: sostanze e preparati che possono provocare danni alla salute più o meno gravi, in relazione alle quantità PrecauzioniPrecauzioniPrecauzioniPrecauzioni: non inalare i vapori ed evitare il contatto con pelle Frasi di rischio associabili R20R20R20R20: Nocivo per inalazione R21R21R21R21: Nocivo per contatto con la pelle R22R22R22R22: Nocivo in caso di ingestione R48R48R48R48: Rischio di effetti gravi per la salute in caso di esposizione prolungata R65R65R65R65: Nocivo: può causare danni ai polmoni in caso di ingestione

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Pericoloso per l’ambiente

N

ClassificazioneClassificazioneClassificazioneClassificazione: sostanze e preparati dannosi per l’ambiente ma non per l’uomo (ecotossiche) PrecauzioniPrecauzioniPrecauzioniPrecauzioni: le sostanze non devono essere disperse nell'ambiente Frasi di rischio associabili R50R50R50R50: Altamente tossico per gli organismi acquatici R51R51R51R51: Tossico per gli organismi acquatici R52R52R52R52: Nocivo per gli organismi acquatici R53R53R53R53: Può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico. R54R54R54R54: Tossico per la flora R56R56R56R56: Tossico per gli organismi del terreno R57R57R57R57: Tossico per le api R58R58R58R58: Può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente R59R59R59R59: Pericoloso per lo strato di ozono

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ALLEGATO 2: ELENCO DELLE FRASI DI RISCHIO

Sono frasi codificate dall'Unione europea nella direttiva 88/379/CEE, sostituita dalla direttiva 1999/45/CEE (a sua volta modificata dalla direttiva 2001/60/CEE). Ad ogni codice corrispondono le diverse traduzioni della frase in ogni lingua ufficiale dell'Unione europea. Sono chiamate frasi Rfrasi Rfrasi Rfrasi R alcune frasi convenzionali che descrivono i rischi per la salute umana, animale ed ambientale connessi alla manipolazione di sostanze chimiche. Sono chiamate frasi Sfrasi Sfrasi Sfrasi S alcune frasi convenzionali che descrivono i consigli di prudenza cui attenersi in caso di manipolazione di sostanze chimiche. Ad ogni frase è associato un codice univoco composto dalla lettera Rlettera Rlettera Rlettera R seguita da un numero o dalla lettera Slettera Slettera Slettera S seguita da un numero. È previsto dalle attuali normative che ogni confezione di prodotto chimico rechi sulla propria etichetta le frasi Rfrasi Rfrasi Rfrasi R e le frasi Sfrasi Sfrasi Sfrasi S corrispondenti al prodotto chimico ivi contenuto.

LE FRASI R

R 1R 1R 1R 1: Esplosivo allo stato secco R 2R 2R 2R 2: Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione R 3R 3R 3R 3: Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione R 4R 4R 4R 4: Forma dei composti metallici esplosivi molto sensibili R 5R 5R 5R 5: Rischio d'esplosione in presenza di calore R 6R 6R 6R 6: Rischio d'esplosione a contatto o meno con l'aria R 7R 7R 7R 7: Può provocare incendio R 8R 8R 8R 8: Favorisce l'infiammazione di sostanze combustibili R 9R 9R 9R 9: Può esplodere componendosi con sostanze combustibili R 10R 10R 10R 10: Infiammabile R 11R 11R 11R 11: Facilmente infiammabile R 12R 12R 12R 12: Estremamente infiammabile R 13R 13R 13R 13: Gas liquefatto estremamente infiammabile R 14R 14R 14R 14: Reagisce violentemente a contatto con l'acqua R 15R 15R 15R 15: A contatto con l'acqua sviluppa gas molto infiammabili R 16R 16R 16R 16: Può esplodere componendosi con sostanze comburenti R 17R 17R 17R 17: Infiammabile spontaneamente in presenza di aria R 18R 18R 18R 18: Con l'uso, formazione possibile di miscela vapore / aria infiammabile / esplosivi R 19R 19R 19R 19: Può formare perossidi esplosivi R 20R 20R 20R 20: Nocivo per inalazione R 21R 21R 21R 21: Nocivo a contatto con la pelle R 22R 22R 22R 22: Nocivo in caso di ingestione R 23R 23R 23R 23: Tossico per inalazione R 24R 24R 24R 24: Tossico a contatto con la pelle R 25R 25R 25R 25: Tossico in caso d'ingestione R 26R 26R 26R 26: Molto tossico per inalazione R 27R 27R 27R 27: Molto tossico a contatto con la pelle R 28R 28R 28R 28: Molto tossico in caso d'ingestione R 29R 29R 29R 29: A contatto con l'acqua sviluppa gas tossici R 30R 30R 30R 30: Può diventare molto infiammabile in esercizio R 31R 31R 31R 31: A contatto con un acido sviluppa gas tossico R 32R 32R 32R 32: A contatto con un acido sviluppa gas molto tossico R 33R 33R 33R 33: Pericolo di effetti cumulati R 34R 34R 34R 34: Provoca ustioni R 35R 35R 35R 35: Provoca gravi ustioni R 36R 36R 36R 36: Irritante per gli occhi

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R 37R 37R 37R 37: Irritante per le vie respiratorie R 38R 38R 38R 38: Irritante per la pelle R 39R 39R 39R 39: Pericolo di effetti irreversibili molto gravi R 40R 40R 40R 40: Possibilità di effetti cancerogeni - Prove insufficienti R 41R 41R 41R 41: Rischio di lesioni oculari gravi R 42R 42R 42R 42: Può causare sensibilizzazione per inalazione R 43R 43R 43R 43: Può causare sensibilizzazione a contatto con la pelle R 44R 44R 44R 44: Rischio d'esplosione se riscaldato in ambiente chiuso R 45R 45R 45R 45: Può provocare il cancro R 46R 46R 46R 46: Può provocare alterazioni genetiche ereditarie R 47R 47R 47R 47: Può procurare malformazioni congenite R 48R 48R 48R 48: Rischio di effetti gravi per la salute in caso di esposizione prolungata R 49R 49R 49R 49: Può provocare il cancro per inalazione R 50R 50R 50R 50: Altamente tossico per gli organismi acquatici R 51R 51R 51R 51: Tossico per gli organismi acquatici R 52R 52R 52R 52: Nocivo per gli organismi acquatici R 53R 53R 53R 53: Può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico R 54R 54R 54R 54: Tossico per la flora R 55R 55R 55R 55: Tossico per la fauna R 56R 56R 56R 56: Tossico per gli organismi del terreno R 57R 57R 57R 57: Tossico per le api R 58R 58R 58R 58: Può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente R 59R 59R 59R 59: Pericoloso per lo strato di ozono R 60R 60R 60R 60: Può ridurre la fertilità R 61R 61R 61R 61: Può danneggiare i bambini non ancora nati R 62R 62R 62R 62: Possibile rischio di ridotta fertilità R 63R 63R 63R 63: Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati R 64R 64R 64R 64: Possibile rischio per i bambini allattati al seno R 65R 65R 65R 65: Nocivo: può causare danni ai polmoni in caso di ingestione R 66R 66R 66R 66: L'esposizione ai vapori può provocare secchezza e screpolature alla pelle R 67R 67R 67R 67: L'inalazione dei vapori può provocare sonnolenza e vertigini R 68R 68R 68R 68: Possibilità di effetti irreversibili.

COMBINAZIONI DI FRASI R

R 14/15R 14/15R 14/15R 14/15: Reagisce violentemente con l'acqua liberando gas infiammabili R 15/29R 15/29R 15/29R 15/29: A contatto con l'acqua libera gas tossici e facilmente infiammabili R 20/21R 20/21R 20/21R 20/21: Nocivo per inalazione e contatto con la pelle R 21/22R 21/22R 21/22R 21/22: Nocivo a contatto con la pelle e per ingestione R 20/22R 20/22R 20/22R 20/22: Nocivo per inalazione e ingestione R 20/21/22R 20/21/22R 20/21/22R 20/21/22: Nocivo per inalazione, ingestione e contatto con la pelle R 23/24R 23/24R 23/24R 23/24: Tossico per inalazione e contatto con la pelle R 24/25R 24/25R 24/25R 24/25: Tossico a contatto con la pelle e per ingestione R 23/25R 23/25R 23/25R 23/25: Tossico per inalazione e ingestione R 23/24/25R 23/24/25R 23/24/25R 23/24/25: Tossico per inalazione, ingestione e contatto con la pelle R 26/27R 26/27R 26/27R 26/27: Altamente tossico per inalazione e contatto con la pelle R 26/28R 26/28R 26/28R 26/28: Molto tossico per inalazione e per ingestione R 27/28R 27/28R 27/28R 27/28: Altamente tossico a contatto con la pelle e per ingestione R 26/27/28R 26/27/28R 26/27/28R 26/27/28: Altamente tossico per ingestione, inalazione e contatto con la pelle R 36/37R 36/37R 36/37R 36/37: Irritante per gli occhi e le vie respiratorie R 37/38R 37/38R 37/38R 37/38: Irritante per le vie respiratorie e la pelle R 36/38R 36/38R 36/38R 36/38: Irritante per gli occhi e la pelle R 36/37/38R 36/37/38R 36/37/38R 36/37/38: Irritante per gli occhi, le vie respiratorie e la pelle R 39/23R 39/23R 39/23R 39/23: Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione R 39/24R 39/24R 39/24R 39/24: Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle

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R 39/25R 39/25R 39/25R 39/25: Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per ingestione R 39/23/24R 39/23/24R 39/23/24R 39/23/24: Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e a contatto con la pelle R 39/23/25R 39/23/25R 39/23/25R 39/23/25: Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e ingestione R 39/24/25R 39/24/25R 39/24/25R 39/24/25: Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle e per ingestione R 39/23/24/25R 39/23/24/25R 39/23/24/25R 39/23/24/25: Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione, ingestione e contatto con la pelle. R 39/26R 39/26R 39/26R 39/26: Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione R 39/27R 39/27R 39/27R 39/27: Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle R 39/28R 39/28R 39/28R 39/28: Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per ingestione R 39/26/27R 39/26/27R 39/26/27R 39/26/27: Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e a contatto con la pelle R 39/26/28R 39/26/28R 39/26/28R 39/26/28: Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e per ingestione R 39/26/27/28R 39/26/27/28R 39/26/27/28R 39/26/27/28: Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione R 42/R 42/R 42/R 42/43434343: Può provocare sensibilizzazione per inalazione e a contatto con la pelle R 48/20R 48/20R 48/20R 48/20: Nocivo: pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata per inalazione R 48/21R 48/21R 48/21R 48/21: Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la pelle R 48/22R 48/22R 48/22R 48/22: Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per ingestione R 48/20/21R 48/20/21R 48/20/21R 48/20/21: Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione e a contatto con la pelle R 48/20/22R 48/20/22R 48/20/22R 48/20/22: Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione e ingestione R 48/21/22R 48/21/22R 48/21/22R 48/21/22: Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la pelle e per ingestione R 48/20/21/22R 48/20/21/22R 48/20/21/22R 48/20/21/22: Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione R 48/23R 48/23R 48/23R 48/23: Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione R 48/24R 48/24R 48/24R 48/24: Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la pelle R 48/25R 48/25R 48/25R 48/25: Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per ingestione R 48/23/24R 48/23/24R 48/23/24R 48/23/24: Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione e a contatto con la pelle R 48/23/25R 48/23/25R 48/23/25R 48/23/25: Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione e per ingestione R 48/24/25R 48/24/25R 48/24/25R 48/24/25: Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la pelle e per ingestione R 48/23/24/25R 48/23/24/25R 48/23/24/25R 48/23/24/25: Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione R 50/53R 50/53R 50/53R 50/53: Altamente tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico R 51/53R 51/53R 51/53R 51/53: Tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico R 52/53R 52/53R 52/53R 52/53: Nocivo per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico R 68/20R 68/20R 68/20R 68/20: Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione R 68/21R 68/21R 68/21R 68/21: Nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle

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R 68/22R 68/22R 68/22R 68/22: Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per ingestione R 68/20/21R 68/20/21R 68/20/21R 68/20/21: Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione e a contatto con la pelle R 68/20/22R 68/20/22R 68/20/22R 68/20/22: Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione e ingestione R 68/21/22R 68/21/22R 68/21/22R 68/21/22: Nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle e per ingestione R 68/20/21/22R 68/20/21/22R 68/20/21/22R 68/20/21/22: Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione.

LE FRASI S

S 1S 1S 1S 1: Conservare sotto chiave S 2S 2S 2S 2: Conservare fuori dalla portata dei bambini S 3S 3S 3S 3: Conservare in luogo fresco S 4S 4S 4S 4: Conservare lontano da qualsiasi locale abitato S 5S 5S 5S 5: Conservare in ... (liquido adatto consigliato dal produttore) S 6S 6S 6S 6: Conservare in ... (gas inerte consigliato dal produttore) S 7S 7S 7S 7: Conservare il recipiente perfettamente chiuso S 8S 8S 8S 8: Conservare il recipiente protetto dall'umidità S 9S 9S 9S 9: Conservare il recipiente in un luogo ben ventilato S 12S 12S 12S 12: Non chiudere ermeticamente il recipiente S 13S 13S 13S 13: Conservare lontano da prodotti alimentari e bevande, compresi quelli per animali S 14S 14S 14S 14: Conservare lontano da ... (sostanze incompatibili specificate dal produttore) S 15S 15S 15S 15: Conservare lontano da fonti di calore S 16S 16S 16S 16: Conservare lontano da fiamme e scintille. Non fumare S 17S 17S 17S 17: Tenere lontano da sostanze combustibili S 18S 18S 18S 18: Manipolare e aprire il recipiente con precauzione S 20S 20S 20S 20: Non mangiare e bere durante l'utilizzazione S 21S 21S 21S 21: Non fumare durante l'utilizzazione S 22S 22S 22S 22: Non respirarne le polveri S 23S 23S 23S 23: Non respirarne i gas e i vapori, i fumi, gli aerosol (termini adatti specificati dal produttore) S 24S 24S 24S 24: Evitare il contatto con la pelle S 25S 25S 25S 25: Evitare il contatto con gli occhi S 26S 26S 26S 26: In caso di contatto con gli occhi, lavare immediatamente e abbondantemente con acqua e consultare uno specialista S 27S 27S 27S 27: Togliere immediatamente qualsiasi indumento insudiciato o spruzzato S 28S 28S 28S 28: Dopo contatto con la pelle, lavarsi immediatamente e abbondantemente con ... (prodotto adeguato specificato dal produttore) S 29S 29S 29S 29: Non gettare i residui nelle condotte fognarie S 30S 30S 30S 30: Non versare mai acqua in questo prodotto S 33S 33S 33S 33: Evitare l'accumulo di cariche elettrostatiche S 34S 34S 34S 34: Evitare movimento d'urto e di attrito S 35S 35S 35S 35: Non gettare il prodotto e il recipiente senza aver preso tutte le precauzioni indispensabili S 36S 36S 36S 36: Indossare un indumento di protezione adeguato S 37S 37S 37S 37: Indossare guanti adeguati S 38S 38S 38S 38: In caso di insufficiente ventilazione, far uso di un apparecchio respiratorio adeguato S 39S 39S 39S 39: Far uso di un apparecchio di protezione degli occhi e del viso S 40S 40S 40S 40: Per la pulizia del pavimento o di oggetti, insudiciati dal prodotto, utilizzare ... (prodotto specificato dal produttore) S 41S 41S 41S 41: In caso d'incendio e/o di esplosione non respirare i fumi S 42S 42S 42S 42: In caso di irrigazione liquida o gassosa indossare un apparecchio respiratorio adeguato (indicazioni a cura del produttore) S 43S 43S 43S 43: In caso d'incendio utilizzare ... (apparecchi estintori specificati dal produttore. Qualora il rischio aumenti in presenza di acqua, aggiungere: "Non utilizzare mai acqua") S 44S 44S 44S 44: In caso di malore consultare un medico (recando possibilmente l'etichetta) S 45S 45S 45S 45: In caso di incidente o di malessere, consultare immediatamente un medico (se possibile, mostrare l'etichetta)

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S 46S 46S 46S 46: In caso di ingestione consultare immediatamente il medico e mostrargli il contenitore o l'etichetta S 47S 47S 47S 47: Conservare a temperatura non superiore a ... °C (da specificare a cura del produttore) S 48S 48S 48S 48: Mantenere in ambiente umido con ... (prodotto adeguato da specificare a cura del produttore) S 49S 49S 49S 49: Conservare unicamente nel recipiente originale S 50S 50S 50S 50: Non mescolare con ... (da specificare a cura del produttore) S 51S 51S 51S 51: Utilizzare unicamente in zone perfettamente ventilate S 52S 52S 52S 52: Non utilizzare su grandi superfici in locali abitati S 53S 53S 53S 53: Evitare l'esposizione, procurarsi istruzioni particolari prima dell'utilizzazione S 54S 54S 54S 54: Procurarsi il consenso delle autorità di controllo dell'inquinamento prima di scaricare negli impianti di trattamento delle acque di scarico S 55S 55S 55S 55: Utilizzare le migliori tecniche di trattamento disponibili prima di scaricare nelle fognature o nell'ambiente acquatico S 56S 56S 56S 56: Non scaricare nelle fognature o nell'ambiente; smaltire i residui in un punto di raccolta rifiuti autorizzato S 57S 57S 57S 57: Usare contenitori adeguati per evitare l'inquinamento ambientale S 58S 58S 58S 58: Smaltire come rifiuto pericoloso S 59S 59S 59S 59: Richiedere informazioni al produttore/fornitore per il recupero/riciclaggio S 60S 60S 60S 60: Questo materiale e/o il suo contenitore devono essere smaltiti come rifiuti pericolosi S 61S 61S 61S 61: Non disperdere nell'ambiente. Riferirsi alle istruzioni speciali/schede informative in materia di sicurezza S 62S 62S 62S 62: In caso di ingestione non provocare il vomito: consultare immediatamente un medico S 63S 63S 63S 63: In caso di ingestione per inalazione, allontanare l'infortunato dalla zona contaminata e mantenerlo a riposo S 64S 64S 64S 64: In caso di ingestione, sciacquare la bocca con acqua (solamente se l'infortunato è cosciente).

COMBINAZIONI DI FRASI

S 1/2S 1/2S 1/2S 1/2: Conservare sotto chiave e lontano dalla portata dei bambini S 3/7S 3/7S 3/7S 3/7: Conservare il recipiente ben chiuso in luogo fresco S 3/9/14S 3/9/14S 3/9/14S 3/9/14: Conservare in luogo fresco e ben ventilato lontano da ... (materiali incompatibili, da precisare da parte del fabbricante) S 3/9/14/49S 3/9/14/49S 3/9/14/49S 3/9/14/49: Conservare soltanto nel contenitore originale in luogo fresco e ben ventilato lontano da...(materiali incompatibili, da precisare da parte del fabbricante) S 3S 3S 3S 3/9/49/9/49/9/49/9/49: Conservare soltanto nel contenitore originale in luogo fresco e ben ventilato S 3/14S 3/14S 3/14S 3/14: Conservare in luogo fresco lontano da ... (materiali incompatibili, da precisare da parte del fabbricante) S 7/8S 7/8S 7/8S 7/8: Conservare il recipiente ben chiuso e al riparo dall'umidità S 7/9S 7/9S 7/9S 7/9: Tenere il recipiente ben chiuso e in luogo ben ventilato S 7/47S 7/47S 7/47S 7/47: Tenere il recipiente ben chiuso e a temperatura non superiore a ...°C (da precisare da parte del fabbricante) S 20/21S 20/21S 20/21S 20/21: Non mangiare, né bere, né fumare durante l'impiego S S S S 24/2524/2524/2524/25: Evitare il contatto con gli occhi e con la pelle S 29/56S 29/56S 29/56S 29/56: Non gettare i residui nelle fognature S 36/37S 36/37S 36/37S 36/37: Usare indumenti protettivi e guanti adatti S 36/37/39S 36/37/39S 36/37/39S 36/37/39: Usare indumenti protettivi, guanti adatti e proteggersi gli occhi/la faccia S 36/39S 36/39S 36/39S 36/39: Usare indumenti protettivi adatti e proteggersi gli occhi/la faccia S 37/39S 37/39S 37/39S 37/39: Usare guanti adatti e proteggersi gli occhi/la faccia S 47/49S 47/49S 47/49S 47/49: Conservare soltanto nel contenitore originale e a temperatura non superiore a ... °C (da precisare da parte del fabbricante).

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