i fabbisogni formativi in provincia di grosseto

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Pag. 1 di 30 I FABBISOGNI FORMATIVI IN PROVINCIA DI GROSSETO Un modello di analisi e valutazione per la programmazione dell’offerta formativa provinciale 1 Aprile 2011 INDICE 1. Introduzione. Le dimensioni dell’innovazione: istituzionale, sociale, formativa ........................... 2 2. La formazione professionale nel sistema economico della provincia di Grosseto: una prima fotografia ........................................................................................................................................ 4 3. Analizzare i fabbisogni partendo dai settori economici ................................................................ 7 4. Le acquisizioni trasversali ai settori ............................................................................................. 8 5. Sintesi delle indicazioni sui fabbisogni formativi per settore...................................................... 11 Settore rurale ............................................................................................................................ 11 Settore Turismo ......................................................................................................................... 12 Settore Economia del mare ....................................................................................................... 13 Settore sociale e sociosanitario ................................................................................................ 14 Settore Ambiente, Ecologia ed Energie rinnovabili ..................................................................... 16 Settore Commercio e grande distribuzione ................................................................................ 16 Settore Estetica e benessere (servizi alla persona) ..................................................................... 18 Settore edilizia e costruzioni ...................................................................................................... 22 Settore manifatturiero (agroalimentare e metalmeccanico) ...................................................... 25 Settore dell’artigianato artistico e attività dello spettacolo ....................................................... 26 6. Appendice. Le opzioni metodologiche ....................................................................................... 27 1 Il presente rapporto – curato da Romano Calvo di Studio Méta & Associati - costituisce una sintesi dei lavori realizzati per conto della Provincia di Grosseto nell’ambito del progetto approvato con atto dirigenziale n. 24 del 08.01.2009. I report settoriali ed i dati raccolti sono integralmente disponibili sul sito web della Provincia di Grosseto.

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Un modello di analisi e valutazione per la programmazione dell’offerta formativa provinciale

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I  FABBISOGNI  FORMATIVI  IN  PROVINCIA  DI  GROSSETO  

Un  modello  di  analisi  e  valutazione  per  la  programmazione  dell’offerta  formativa  provinciale  1  

 

Aprile  2011  

 

INDICE  

 

1.  Introduzione.  Le  dimensioni  dell’innovazione:  istituzionale,  sociale,  formativa ........................... 2  

2.  La  formazione  professionale  nel  sistema  economico  della  provincia  di  Grosseto:  una  prima  fotografia ........................................................................................................................................ 4  

3.  Analizzare  i  fabbisogni  partendo  dai  settori  economici................................................................ 7  

4.  Le  acquisizioni  trasversali  ai  settori ............................................................................................. 8  

5.  Sintesi  delle  indicazioni  sui  fabbisogni  formativi  per  settore...................................................... 11  

Settore  rurale ............................................................................................................................ 11  

Settore  Turismo......................................................................................................................... 12  

Settore  Economia  del  mare ....................................................................................................... 13  

Settore  sociale  e  socio-­‐sanitario ................................................................................................ 14  

Settore  Ambiente,  Ecologia  ed  Energie  rinnovabili..................................................................... 16  

Settore  Commercio  e  grande  distribuzione ................................................................................ 16  

Settore  Estetica  e  benessere  (servizi  alla  persona) ..................................................................... 18  

Settore  edilizia  e  costruzioni ...................................................................................................... 22  

Settore  manifatturiero  (agroalimentare  e  metalmeccanico) ...................................................... 25  

Settore  dell’artigianato  artistico  e  attività  dello  spettacolo ....................................................... 26  

6.  Appendice.  Le  opzioni  metodologiche ....................................................................................... 27  

 

1 Il presente rapporto – curato da Romano Calvo di Studio Méta & Associati - costituisce una sintesi dei lavori realizzati per conto della Provincia di Grosseto nell’ambito del progetto approvato con atto dirigenziale n. 24 del 08.01.2009. I report settoriali ed i dati raccolti sono integralmente disponibili sul sito web della Provincia di Grosseto.

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1.  Introduzione.  Le  dimensioni  dell’innovazione:  istituzionale,  sociale,  formativa  

 

Non   sono   in  molti   a   sapere   che   la   Provincia   di   Grosseto   ogni   anno   investe  mediamente   circa   3  milioni   di   euro   per   la   formazione   professionale   dei   lavoratori   e   dei   disoccupati;   nonostante   la  diminuzione   generalizzata   di   risorse   a   disposizione   per   questo   tipo   di   interventi,   da   quando   il  Governo  nazionale  e  le  Regioni  hanno  deciso,  a  fronte  della  crisi,  di  riorientarne  una  quota  molto  consistente  verso  gli  ammortizzatori  sociali.  

Come  tutte   le  altre  Province  toscane,  anche  Grosseto  si   trova  quindi  oggi   in  una  situazione  (e   in  una   prospettiva)   di   risorse   decrescenti,   e   nella   necessità   conseguente   di   doverle   riservare   alle  iniziative   che   garantiscono   la   massima   efficacia   formativa   per   le   imprese   e   per   lo   sviluppo   del  territorio,  e  la  migliore  aderenza  alle  esigenze  professionali  e  di  vita  dei  giovani  e  delle  persone  in  cerca  di  lavoro.  

Ma  come  si  possono  prevedere  le  nuove  professionalità  e  le  nuove  prospettive  di  lavoro  verso  cui  orientare   ed   accompagnare   i   giovani,   i   disoccupati,   ma   anche   coloro   che   intendano   cambiare  occupazione?  

E  in  coerenza  con  questo,  come  si  possono  conoscere  in  anticipo  i  fabbisogni  formativi?    

In   base   a   quale   criterio   la   Provincia   può   decidere   quali   corsi   di   formazione   possono   assicurare  maggiore  efficacia  di  altri,  e  risultare  davvero  utili  alle  persone,  alle  imprese,  al  territorio?  

Nel   tempo,   nel   nostro   Paese,   due   sono   state   le   modalità   tipiche   per   affrontare   questo   tipo   di  problemi   da   parte   delle   Province,   che   hanno   in   genere   la   responsabilità   della   programmazione  dell’offerta  formativa:  da  un  lato  l’affidamento  a  società  o  istituti  di  ricerca  specializzati  di  indagini  sui   fabbisogni   di   formazione,   con   la   richiesta   agli   Enti   di   formazione   di   adeguarsi   ai   risultati;   e  dall’altro,  all’opposto,   l’affidamento  agli   Enti   stessi  della   responsabilità  di   analizzare   i   fabbisogni  prima  di  proporre  i  propri  corsi.  

Ognuna   delle   due   modalità   ha   mostrato   limiti   e   criticità,   tanto   che   nel   tempo   si   è   consolidata  l’immagine  di  un  sistema  di  formazione  professionale  distante  dai  fabbisogni  reali,  autoreferente,  più  guidato  dalle  esigenze  degli   Enti  che  organizzano   l’offerta  che  non  da  quelle  delle  persone  e  delle  imprese.  

La  Provincia  di  Grosseto  tre  anni  fa  ha  deciso  invece  di  innovare  profondamente  il  proprio  modo  di  affrontare  questo  problema  cruciale,  e  di  investire  le  risorse  finanziarie  a  sua  disposizione;  ed  ha  accettato  la  sfida  di  una  nuova  e  più  efficace  programmazione  delle  risorse  finanziarie,  in  aderenza  con  le  esigenze  del  territorio  e  in  sintonia  con  il  ‘nuovo  sistema  delle  competenze’  promosso  dalla  Regione.  

Anziché  delegare  agli   esperti   il   compito  di  definire   i   fabbisogni,  o  di   attribuirne   la   responsabilità  agli  Enti  di  formazione,  il  nuovo  metodo  introdotto  dalla  Provincia  prevede  infatti  la  realizzazione  di  un  processo  di  analisi  partecipato,  coordinato  e  guidato  dalla  Provincia,  la  cui  finalità  principale  è  quella  di   fare  emergere  e  valorizzare   l’enorme  know-­‐how  già  presente  nel   territorio  sui  diversi  temi  di  indagine  (e  che  rischia  altrimenti  di  rimanere  letteralmente  ‘inutilizzato’),  aggiungendovi  il  valore  ulteriore  del  coinvolgimento  attivo,  del  protagonismo,  della  relazione  e  del  confronto  tra   i  diversi  soggetti  dello  sviluppo  locale.  

In   altre   parole,   realizzare   la   ‘analisi   dei   fabbisogni’   con   il   metodo   adottato   dalla   Provincia   di  Grosseto  significa  dare  concreta  realizzazione  ad  almeno  due  ‘principi-­‐guida’  oggi  molto  evocati  sia  nel  dibattito  politico-­‐istituzionale  che   in  quello  tecnico-­‐specialistico:  il  principio  del   ‘management  della  conoscenza’,  e  quello  del  ‘capitale  sociale’.  

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Per   progettare   e   implementare   questo   nuovo  metodo,   nel   2008   è   stato   affidato   un   progetto   a  Studio  Méta  &  associati  (che  una  delle  società  con  maggiore  esperienza  e  capacità  di  innovazione  su   questi   temi   nel   nostro   Paese)   e   che   ha   tra   l’altro   svolto   un   ruolo   di   rilievo   anche   nella  costruzione  del  ‘nuovo  sistema  regionale  delle  competenze’  della  Regione  Toscana.    

 

In   che   cosa   è   consistito   il   lavoro   che   in   questi   tre   anni   i   dirigenti   e   i   funzionari   della  Amministrazione   provinciale   hanno   svolto   insieme   a   Studio   Méta   &   associati?   E   quali   sono   i  risultati  di  grande  interesse  che  il  progetto  ha  già  consentito  di  raggiungere?  

I  ‘prodotti’  del  progetto  sono  pubblicati  sul  sito  web  della  Provincia  e  contengono  sia  un  ampio  e  dettagliato   studio   sui   principali   settori   produttivi   della   Provincia   (12   settori,   complessivamente),  sia  una  nota  di  sintesi  sulla  metodologia  adottata  e  sul  processo  di  coinvolgimento,  partecipazione  mobilitazione  di  tutte  le  energie  e  le  intelligenze  del  territorio.  

Una  sintesi  è  stata  presentata  nel  corso  della  tavola  rotonda  organizzata  dalla  Provincia  sabato  16  aprile  scorso.    

E’   inoltre   in   corso   di   completamento   da   parte   della   Provincia   un   nuovo   sito   web   specifico   sui  fabbisogni  formativi,  dal  quale  sarà  possibile  scaricare  tutti  i  materiali  prodotti,  relativi  a  ciascuno  dei  settori  coinvolti.  

Alcuni  dati  possono  meglio  aiutare  comprendere  la  portata  del  lavoro  svolto:  

• sono  stati  realizzati  20   ‘tavoli  tematici  settoriali’   (ciascuno  con  diversi   incontri,  realizzati  a  partire  da  una  istruttoria  tecnica  sui  materiali  di   ricerca  disponibili  e  messa  a  disposizione  dalla  Provincia  con  la  consulenza  di  Studio  Méta  &  associati)  a  cui  hanno  partecipato  130  persone   in   rappresentanza   delle   principali   associazioni   di   categoria,   dei   sindacati,   dei  Comuni  e  di  altri  enti  territoriali  

• sono  state  condotte  50  interviste  individuali  ad  imprese  ed  esperti  di  sviluppo  economico  

• sono  state  coinvolte  le  40  agenzie  formative  più  attive  del  territorio,  sia  mediante  i  tavoli  ‘tematici’,   sia   mediante   una   specifica   sperimentazione   su   un   tema   cruciale   per   dare  concretezza  alle  analisi  svolte:  ‘come  si  progetta  un  corso  di  formazione  in  coerenza  con   i  fabbisogni   rilevati   e   con   il   nuovo   sistema   regionale   delle   competenze’   realizzata   nel  secondo  semestre  del  2010  

• sono  stati  redatti  rapporti  di  analisi  sui  fabbisogni  formativi  relativi  a  12  settori  economici:  agricolo-­‐rurale,   industria   agro-­‐alimentare,   turismo,   commercio,   servizi   sociali   e   socio-­‐sanitari,   ecologia   ed   energie   rinnovabili,   edilizia,   manifatturiero,   estetica   e   benessere,  economia  del  mare,  artigianato  artistico  e  spettacolo  

• sono   stati   realizzati   4   seminari   pubblici   a   cui   hanno   complessivamente   partecipato   circa  300  persone  

• sono  stati  prodotti  specifici  rapporti,  uno  per  ciascuno  dei  12  settori  analizzati  

Tutte  le  attività  sono  state  realizzate  in  stretta  collaborazione  con  i  responsabili  ed  i  funzionari  del  Settore  Formazione  Professionale  della  Provincia,  al  fine  di  garantire  loro  la  completa  acquisizione  del  metodo  di   lavoro  e  di   assicurare  agli  uffici   la   capacità  di  proseguire  autonomamente  questo  tipo  di  attività  in  futuro,  senza  dovere  fare  ulteriore  ricorso  alla  consulenza,  che  in  questa  fase  di  progettazione  e  testing  del  nuovo  impianto  è  invece  risultata  essenziale.  

Per  realizzare  tutto  ciò,  in  tre  anni  la  Provincia  ha  investito  complessivamente  196mila  euro:  se  si  considera  che  tale  importo  equivale  al  costo  del  lavoro  di  un  collaboratore  amministrativo  e  mezzo  a  tempo  pieno,  e  si  considera   la  quantità  e  la  qualità  dei  prodotti  finora  ottenuti,  non  si  può  che  

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esprimere   una   valutazione   di   estrema   positività   dei   risultati,   sia   in   termini   di   efficacia,   che   in  termini  di  efficienza,  che  in  termini  di  qualità.  

Ma  il  vero  risultato  –  come  sottolinea   l’Assessore  G.  Chelini  –   ‘è  avere  riportato   la   formazione  al  centro   del   dibattito   pubblico,   coinvolgendo   attivamente   e   non   solo   virtualmente   le   imprese,   le  associazioni  di  categoria  e  le  istituzioni,  cioè  tutti  coloro  che  ancora  credono  che  si  possa  realizzare  una  formazione  professionale  al  servizio  dello  sviluppo  economico  e  sociale  del  nostro  territorio.  Con   questo   metodo   inoltre   abbiamo   non   solo   proposto   alle   agenzie   formative   di   aprirsi  maggiormente  alle  esigenze  delle  imprese,  ma  anche  creato  nei  fatti  le  condizioni  perché  ciò  possa  avvenire’.  

La   responsabile   del   Settore   Formazione   Professionale   della   Provincia,   Paola   Parmeggiani,  conferma  che:  ‘Le  indicazioni  emerse  sia  dalle  indagini  che  dalle  consultazioni  con  gli  attori  sociali,  sono  già  entrate  a   far  parte  dei  nuovi  criteri  con   i  quali   la  Provincia  programma  gli  stanziamenti  finanziari  del   Fondo  Sociale  Europeo:   il  nuovo  metodo   funziona,  e  produce   risultati   concreti  per  migliorare  il  sistema  di  formazione  locale,  e  il  suo  impatto  sulla  economia  del  territorio’.  

 

2.   La   formazione   professionale   nel   sistema   economico   della   provincia   di  Grosseto:  una  prima  fotografia  

 

La  Provincia  di  Grosseto  è  abitata  da  225mila  persone  di  cui  200mila  hanno  una  età  di  oltre  14  anni  (Fonte  Istat  anno  2009).    

La  popolazione  anziana  è   in  costante  aumento  così  come   l’immigrazione  straniera  (2800   ingressi  nell’anno  2008).  

A  Grosseto  si  produce  un  PIL  di  5,7  miliardi  di  euro  (anno  2009)  con  un  valore  procapite  di  26.200  euro,  la  quarta  posizione  in  Regione  ed  in  linea  con  la  media  nazionale.  

Il  valore  aggiunto  è  prodotto  dai  settori:  

• agricoltura:  5,5%  (contro  una  media  italiana  del  2,1%)  

• manifatturiero:  11,6%  (contro  una  media  italiana  del  21,4%)  

• costruzioni:  7,1%  (contro  una  media  italiana  del  6,1%)  

• servizi:  75,8%  (contro  una  media  italiana  del  70,5%)  

Le  imprese  attive  in  Provincia  sono  oltre  27mila  così  distribuite:    

Agricoltura,  caccia  e  silvicoltura        9.855    

Pesca,piscicoltura  e  servizi  connessi              124    

Estrazione  di  minerali                27    

Attività  manifatturiere        1.849    

Energia  elettrica,  gas  e  acqua                12    

Costruzioni        3.542    

Commercio        5.490    

Alberghi  e  ristoranti        1.798    

Trasporti              564    

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Intermediaz.  finanziaria              384    

Att.immob.noleggio,informat.ricerca        2.144    

Istruzione                53    

Sanità  e  altri  servizi  sociali                67    

Altri  servizi        1.157    

Fonte:  Camera  di  commercio  di  Grosseto,  dati  2008.  

 

Gli   occupati   sono   98Mila   (Fonte   Istat   dati   2009),   il   tasso   di   occupazione   15-­‐54anni   è   del   66,4%  contro  una  media  italiana  del  57,5%.  

Gli  occupati  sono  presenti  nei  seguenti  settori:  

• agricoltura:  14.500  (14,8%)  

• industria:  9.500  (9,7%)  

• costruzioni:  16.800  (7,5%)  

• servizi:  66.800  (68,1%)  

Gli  occupati  dipendenti  sono  il  62,5%  (contro  una  media  italiana  del  75%)  e  gli  indipendenti  sono  il  37,5%  (contro  una  media  italiana  del  25%).  

Il   profilo   di   questa   provincia   si   caratterizza   per   una   produzione   lorda   pro-­‐capite   nella   media  italiana  ma   con   una   spiccata   vocazione   agricola   ed   una   forte   presenza   dei   servizi   in   particolare  collegati  al  turismo.    

La  crisi  ha  fatto  sentire  i  suoi  effetti  sia  sul  fatturato  che  sull’occupazione,  specialmente  nel  settore  manifatturiero  e  nell’edilizia;  i  consumi  sono  in  forte  calo  ed  il  turismo  ne  ha  risentito.    

Gli   effetti   sono   stati   tuttavia   mitigati   dal   particolare   profilo   economico   e   sociale   di   questo  territorio.  

Le  persone  in  cerca  di  occupazione  sono  5.200  con  un  tasso  di  disoccupazione  pari  al  5%  (contro  un  tasso  nazionale  del  7,8%)  che  diventa  però  dell’8%  per  le  donne  e  del  2,8%  per  gli  uomini  (fonte  Istat  dati  2009).  

Il  mercato  del  lavoro  –  che  con  la  crisi  ha  subito  drastici  ridimensionamenti  –  presenta  ancora  tassi  di   disoccupazione   relativamente   contenuti   (concentrando   il   problema   sulla   disoccupazione  femminile)  ed  una  presenza  significativa  del  lavoro  Indipendente.  

Il  sistema  della  formazione  e  dell’istruzione  vede  una  consistente  presenza  della  scuola  pubblica  in  tutti  i  suoi  gradi  ed  in  tutti  i  principali  indirizzi  previsti  dalla  normativa  (dal  classico  all’artistico,  dal  nautico  ai  tecnici  industriali,  dal  commerciale  ai  sociale).    

Interessante   è   anche   la   presenza   dell’istruzione   privata   che,   per   il   recupero   degli   esami   di  maturità,  attira  ogni  anno  centinaia  di  persone  da  fuori  provincia.  

L’Università  è  presente  mediante  la  sede  decentrata  dell’università  di  Siena  con  n.  9  corsi  di  laurea  delle  facoltà  di  economia,  giurisprudenza,  lettere,  medicina  e  scienze.  

La  formazione  professionale  vede  una  folta  presenza  di  agenzie   formative:  circa  70  di  cui  50  con  sede  legale  ed  operativa  in  Provincia.  

Il  Fondo  Sociale  Europeo  (POR-­‐FSE)  per  il  periodo  2007-­‐2013  stanziava  per  la  Provincia  di  Grosseto  oltre  29  milioni  di  euro  per  la  formazione  professionale  e  le  politiche  attive  del  lavoro.    

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Nel  corso  del  2009  e  2010  sono  stati  tuttavia  operati  consistenti  ridimensionamenti  per  sostenere  i  costi  degli  ammortizzatori  sociali  in  deroga.    

I  dati  che  seguono  devono  pertanto  essere  depurati  sia  delle  riduzioni  operate  dalla  Regione,  sia  delle  risorse  destinate  alle  politiche  attive  del  lavoro  ed  al  Centro  per  l’impiego:  

 

Assi  FSE   Risorse  previste  dal  POR  

adattabilità     €  6.410.950,00  

occupabilità   €  18.619.317,00  

inclusione  sociale   €  1.767.799,00  

capitale  umano   €  2.566.730,00  

Totale  FSE  2007-­‐2013   €  29.364.796,00  

 

Nella   programmazione   FSE   del   2000-­‐2006   la   Provincia   di   Grosseto   per   la   sola   formazione  professionale  aveva  investito  26,1  milioni  di  euro,  finanziando  1.212  corsi  di  formazione,  264.000  ore,  15.000  partecipazioni  di  utenti  e  1.000  formati.  

 

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3.  Analizzare  i  fabbisogni  partendo  dai  settori  economici  

 

La   fondamentale   opzione  metodologica  di  questo   lavoro  consiste  nell’analizzare   (e  mobilitare)   il  sistema   economico   locale   suddividendolo   secondo   quelle   che   alcuni   definiscono   ‘comunità  professionali’   e   che   noi   abbiamo   individuato   come   i   settori   di   attività   più   significativi   sia   per   le  performance  occupazionali  che  per  l’impatto  sui  temi  della  formazione  professionale.    

I  settori  individuati  sono  stati  i  seguenti:  

 

Settori   Descrizione  

1. Rurale  e  agriturismo   Tutta  l’agricoltura  (anche  le  viti  e  l’olio)  l’allevamento  di  animali  e  l’agriturismo  

2. Industria  alimentare  Industria  di  trasformazione  degli  alimenti:  (ortaggi,  formaggi,  carne,  pasta,  vino  e  olio)  

3. Industria  meccanica  ed  elettromeccanica  

Produzione  macchinari,  impianti  e  veicoli  meccanici,  lavorazione  dei  metalli,  produzione  apparati  elettrici  ed  elettronici  

4. Edilizia  e  costruzioni   Edilizia,  costruzioni  di  grandi  opere,  impiantistica  civile  

5. Economia  del  mare  Produzione  natanti,  attività  dei  porti  (ormeggi,  rimessaggio,  servizi  portuali);  pesca  e  ittiturismo  

6. Alberghi  e  turismo   Attività  ricettive  (anche  campeggi)  e  l’organizzazione  del  turismo  (agenzie)  

7. Servizi  socio  sanitari   Servizi  educativi,  servizi  sociali,  servizi  socio-­‐sanitari  

8. Servizi  alla  persona   Estetica,  cura  della  persona,  sport,  massaggi,  palestre  

9. Ambiente,  ecologia,  energie  rinnovabili  

Rifiuti,  foreste,  disinquinamento,  energie  rinnovabili,  servizi  ecologici,  consulenza  ambientale,  sicurezza  del  lavoro  

10. Commercio  e  grande  distribuzione  

Commercio  al  dettaglio  di  qualsiasi  tipo  e  grande  distribuzione  organizzata  

11. Artigianato  artistico  e  attività  dello  spettacolo  

Attività  con  contenuto  artistico  e/o  artigianale,  spettacolo  dal  vivo,  cinema  e  TV  

12. Trasporti  e  logistica   Trasporti  via  terra,  via  mare,  via  ferrovia  e  aerea,  agenzie  di  trasporti,  immagazzinamento  e  gestione  della  logistica  

 

Vi   è   la   consapevolezza   di   avere   fino   ad   ora   trascurato   attività   importanti   del   terziario,   come   i  servizi   assicurativi,   bancari,   informatici   e   legali   oltre   al   servizio   pubblico,   scuola   e   sanità   in  particolare.    

In  un’ottica  di  priorità  si  è  tuttavia  valutato  che  quelli  analizzati  sono  i  settori  che  hanno  maggiore  impatto   sulla   programmazione   della   formazione   professionale   mentre   questi   ultimi   ne   sono  investiti  soltanto  marginalmente.    

Valutazione   che   è   stata   confermata   nel   corso   del   progetto,   fatta   eccezione   per   il   12°   settore,  quello  dei  trasporti  e  logistica  che  –  alla  luce  degli  approfondimenti  svolti  -­‐  riveste  per  l’economia  grossetana   un   peso   marginale   e   non   presenta   peraltro   un   particolare   impatto   sui   temi   della  formazione  professionale.  

 

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La  prospettiva  settoriale  postula  una  programmazione  della  formazione  professionale  per  settore-­‐comparto-­‐filiera;  una  prospettiva  che  consente  di:  

a) affrontare  unitariamente  le  problematiche  professionali  e  formative  dello  specifico  settore  

b) garantire  una  maggiore  aderenza  tra   i  progetti   formativi  ed   i   fabbisogni  delle   imprese  del  settore  

c) individuare  e  destinare  a  ciascun  settore  un  ammontare  di  risorse  certo  

d) favorire  una  maggiore  specializzazione  e  sviluppo  di  know  how  delle  agenzie  formative  su  specifici  settori  e  comparti  

e) condividere  e  monitorare  con  le  parti  sociali   interessate  gli  effetti  di  tali   interventi  in  vista  della  programmazione  successiva.  

 

4.  Le  acquisizioni  trasversali  ai  settori  

 

Nel   corso   delle   indagini   e   delle   consultazioni   sono   emerse   indicazioni   che   investono  significativamente  l’attuale  sistema  di  programmazione  provinciale  della  formazione  professionale  ma  che  sono  trasversali  (cioè  comuni)  ai  vari  settori  indagati.    

Nel  seguito  se  ne  propone  una  sintesi.  

 

1.  Difficoltà  dell’impresa  manifatturiera  ad  accedere  alla  formazione  finanziata.    

Un  tema  che  ha  attraversato  trasversalmente  tutte  le  interviste  è  la  difficoltà  (che  in  alcuni  casi  si  può   anche   tradurre   in   diffidenza   ed   in   altri   semplicemente   non   conoscenza)   delle   imprese   ad  accedere  alla   formazione  finanziata,  sia  di  parte  provinciale   (fondi  FSE,   legge  236,  ecc.)  e  sia  dei  Fondi  interprofessionali  di  categoria.    

In  sintesi  ciò  ha  due  conseguenze  per  chi  programma  la  FP  finanziata:  

a) necessità   di   fornire   assistenza   tecnica   alle   imprese   (medie   e   piccole)   sulle   modalità   di  accesso   alla   formazione   finanziata.   Deve   far   riflettere   il   fatto   che   le   interviste   da   noi  condotte  in  alcuni  casi  siano  diventate  l’occasione  per  far  maturare  l’idea  di  affiancare  un  eventuale  corso  finanziato  ai  processi  di  riorganizzazione  e  revisione  dei  sistemi  infornativi  aziendali.  Si  tratta  di  imprese  che  investono  ingenti  risorse  per  la  formazione  continua  del  proprio  personale.  E  danno  per  scontato  che  questo  rappresenti  un  onere  da  sostenere  con  risorse   proprie.   Appena   si   prospetta   la   possibilità   di   accedere   ad   eventuali   finanziamenti  pubblici,   la   richiesta   è   di   ricevere   una   precisa   informativa   che   illustri   costi   e   benefici   (e  soprattutto  i  vincoli  temporali)  di  tali  finanziamenti.  

b) Difficoltà  ad  adattare  il  setting,  i  tempi,  la  modulistica  e  le  procedure  amministrative  della  formazione  finanziata  con  le  esigenze  di  una  formazione  aziendale  fortemente   intrecciata  al  processo  produttivo.  Per  alcune   imprese  le  rigidità  di  una  progettazione  formativa  (che  costringe   a   prefigurare   con   precisione   inderogabile   spazi,   tempi   e   modalità   della  formazione)  costruita  6-­‐12  mesi  prima  di  poter  essere  erogata,  rappresenta  un  ostacolo  di  tale   portata   da   indurle   a   rinunciare   a   priori   a   tale   opportunità.   Per   i   responsabili   della  programmazione   formativa  pubblica   ciò   non  costituisce  una   novità.  E   tuttavia   rimane   un  problema,   non   fosse   altro   perché   l’asse   adattabilità   del   Fondo   Sociale   Europeo   è  specificamente   dedicato   alla   formazione   degli   occupati   ed   i   fondi   della   legge   236/1993  sono  destinati  ai  piani  formativi  aziendali.  

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In  questo  senso  il  settore  formazione  professionale  da  alcuni  anni  ha  in  corso  una  revisione  delle  procedure,   ne   è   una   dimostrazione   la   forte   diffusione   del   Voucher   formativo,   proprio   per   la  maggiore  flessibilità  di  utilizzo  che  esso  consente.    

Soprattutto  dal  punto  di  vita  amministrativo  occorre   ricercare   il  migliore  equilibrio  tra   il   rispetto  dei   criteri   di   trasparenza   ed   accountability   tipici   delle   politiche   pubbliche,   e   le   esigenze   di  flessibilità  nell’erogazione  della  formazione  all’interno  delle  imprese.  

Lo   snellimento   e   la   semplificazione   della   modulistica,   la   maggiore   chiarezza   nei   criteri   di  assegnazione  del  finanziamento  (anche  nei  massimali  per  i  costi  orari  delle  docenze),  la  maggiore  flessibilità   nella   definizione   dei   tempi   minimi   e   massimi   di   svolgimento   dell’intervento   e   nel  numero  e  tipologia  dei  partecipanti,  una  maggiore  finalizzazione  dei  controlli  alla  sostanza  anziché  infierire   soltanto   sugli   aspetti   burocratico   amministrativi,   rappresentano   alcune   delle   direzioni  sulle  quali  è  ancora  necessario  procedere.  

 

2.   Il   territorio   sollecita   corsi  brevi  di  aggiornamento   specialmente   rivolti  agli  addetti  nel   settore:  richiesta  che  spesso  configge  con  gli  standard  emanati  dalla  Regione  Toscana  (cfr.  Delibera  della  Giunta   Regionale   02   agosto   2010,   n.   731)   dove   sono   fissati   elevati   requisiti   minimi   di   ore   di  formazione  per  ciascun  livello  EQF  e  dove  viene  privilegiata  l’utenza  dei  disoccupati.  

 

3.  Emerge  una  richiesta  di  corsi  brevi  rivolti  a  disoccupati  immediatamente  disponibili  a   lavorare:  molte  delle  figure  richieste  dalla  imprese  sono  compatibili  con  percorsi  minimi  di  formazione  in  cui  –   senza  necessariamente  acquisire  una  qualifica   riconosciuta  –   si  mette   l’utente  nelle   condizioni  perlomeno   di   candidarsi   a   svolgere   quel   lavoro,   previo   un   breve   periodo   di   praticantato,  eventualmente   formalizzato   come   tirocinio.   Da   questo   punto   di   vista   lo   strumento   del   voucher  può   rispondere  adeguatamente  all’esigenza,  a  patto  di  consentirne  una   rapida  attivazione  e  con  utenti   realmente   intenzionati   a   lavorare   nel   settore.   A   questo   scopo   sarebbe   utile   un   diretto  intervento  di  selezione,  orientamento  ed  accompagnamento  di  questa  utenza  da  parte  dei  Centri  per  l’Impiego.  

 

4.  Alta  qualificazione:  la  formazione  universitaria  e  l’alta  formazione  dipendono  dai  fondi  statali  e  regionali.   La   Provincia   dovrebbe   a   questo   scopo   attivare   maggiori   sinergie   tra   le   Università,   le  istituzioni  formative  ed  il  mondo  dell’impresa  nella  prospettiva  dell’Istruzione  Tecnica  Superiore.  

 

5.  Favorire  una  maggiore  partnership  tra  le  scuole  e  agenzie  formative  con  le  imprese  del  territorio,  condividendo  un   sistema  di   rilevazione  permanente  dei   fabbisogni  delle   imprese,   valorizzando  a  fini  conoscitivi  l’esperienza  del  tirocinio  e  consolidando  un  sistema  unificato  di  monitoraggio  degli  esiti  della  formazione,  rilevando  regolarmente  a  sei  e  dodici  mesi  gli   inserimenti  lavorativi,   il   loro  grado   di   coerenza   con   il   percorso   di   formazione,   il   gradimento   degli   utenti   e   delle   imprese   e   le  eventuali  proposte  di  miglioramento.  

 

6.   Favorire   una   maggiore   connessione   tra   la   programmazione   della   FP   e   la   programmazione  negoziata,   stabilendo  delle  priorità  per   i   soggetti  proponenti  e  per   i  progetti   formativi   formulati  nel  contesto  dei  distretti  e  dei  vari  patti  negoziali  per  lo  sviluppo.  

 

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7.  Ottimizzare  le  risorse  destinate  all’adattabilità  affinché  raggiungano  le  imprese  ed  i  loro  addetti  in  progetti  di  formazione  e  riqualificazione  professionale  tagliati  sulle  esigenze  dei  destinatari,  sia  dal   punto   di   vista   dei   contenuti   di   competenza   che   delle   modalità   organizzative,   avendo  particolare  riguardo  a  percorsi  brevi,  flessibili  e  rapidamente  attivabili.  

 

8.   Costruire   più   efficaci   modalità   di   raccordo   tra   l’azione   della   Provincia   e   la   programmazione  formativa  dei  fondi  bilaterali  di  settore,  al  fine  di  evitare  sovrapposizioni  o  al  contrario  scoperture  nelle  esigenze  di  formazione  continua.  

 

9.   Valorizzare   la   proposta   formativa   delle   scuole   e   degli   istituti   tecnici   e   professionali   rivolta   ai  giovani:  

• promovendo  questa  opzione  formativa  presso  i  giovani  e  le  famiglie;  

• collegando  maggiormente  i  percorsi  istituzionali  di  istruzione  con  le  esigenze  delle  imprese;  

• inserendo  nei  percorsi  istituzionali  l’acquisizione  di  qualifiche  e  specializzazioni  rispondenti  alle  indicazioni  della  Provincia.  

 

10.  Sviluppare  le  potenzialità  dei  voucher  formativi  -­‐  cui  continua  ad  essere  destinato  il  25%  delle  risorse   FSE   –   indirizzando   maggiormente   le   proposte   delle   agenzie   formative   verso   percorsi  coerenti  con   la  programmazione  provinciale.  Da  questo  punto  di  vista  la  domanda  degli   individui  dovrebbe   essere   meglio   orientata   mediante   l’accesso   ad   un   vero   e   proprio   catalogo   e  tendenzialmente  anche  grazie  ad  un  supporto  info-­‐orientativo  erogabile  dai  centri  per  l’impiego  ai  disoccupati.  

 

11.   Innalzare   il   livello   qualitativo   dell’esperienza   didattica   erogata   dalle   agenzie   formative   della  rete   provinciale,   promuovendo  una  maggiore   partecipazione   in   aula   degli   esperti   di   settore;   un  utilizzo  dello  stage  sempre  più  finalizzato  all’apprendimento,  un  consolidamento  della  pratica  della  formazione   formatori   ed   una   maggiore   specializzazione   delle   agenzie   formative   sulle   filiere  produttive,  sulle  tecnologie  e  sui  prodotti  e  mercati  cui  finalizzare  l’azione  formativa.  

A  questo  proposito  si   impone  una   riflessione  che  non   riguarda  più  soltanto   il   ‘cosa’  o   il   ‘quanto’  della  formazione  ma  il  ‘come’.  Una  riflessione  che  spieghi  perché  una  quota  di  persone  formate  e  qualificate,   in  alcuni   seppur   limitati   casi,  non   trovano   lavoro  coerente  con   la  qualifica  mentre   le  imprese  dichiarano  di  esserne  alla  ricerca.  Le  possibili  risposte  dovrebbero  condurre  ad  un  riesame  di:  

• contenuti  formativi  

• qualità  e  professionalità  della  docenza  

• intreccio  tra  formazione  ed  esperienza  diretta  nei  contesti  lavorativi  

• sostegno  alla  fase  di  placement  dell’allievo  al  termine  del  corso  

• informazione  alle  imprese  in  merito  alla  presenza  di  allievi  qualificati  

• capacità  delle  imprese  di  ‘dare  valore’  alla  qualificazione  della  manodopera  

 

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5.  Sintesi  delle  indicazioni  sui  fabbisogni  formativi  per  settore  

 

Settore  rurale  

Le   indicazioni   desunte   dalle   analisi,   dalle   ricerche   e   dalle   consultazioni   delle   parti   sociali,   hanno  evidenziato   le   seguenti   figure   professionali   e   competenze   come   rilevanti,   pertinenti   e  relativamente  prioritarie  per  lo  sviluppo  del  settore:  

a)  qualifica  professionale  

• Cantinieri,  assistenti  di  cantina  e  di  frantoio  

• Addetti  potatura  (vite,  olivo,  frutta)  

• Operai  specializzati  in  macchine  agricole  

• Operai  zootecnici  e  mungitori  

• Trattoristi  e  conduttori  di  macchine  agricole  

• Agenti  di  commercio  e  venditori  

• Addetti  all’accoglienza  in  agriturismo  

b)  diploma  di  istruzione  o  specializzazione  

• Enologi  e  tecnici  vitivinicoli  

• Tecnici  di  allevamento  

• Tecnici  agricoltura  biologica  

• Tecnici  di  certificazione  (di  prodotto  e  di  qualità),  esperti  in  normativa  di  settore  

• Erboristi  ed  esperti  in  piante  officinali  

c)  istruzione  tecnica  superiore  o  post  diploma  o  specializzazione  post  laurea  

• Esperti   in   marketing,   commercializzazione,   internazionalizzazione   e   promozione   prodotti  tipici  

• Agenti  di  sviluppo  e  marketing  dell’agriturismo  

d)  laurea  

• Agronomi.  

 

Le   aree   di   attività   sulle   quali   indirizzare   prioritariamente   la   programmazione   della   formazione  continua:  

• Certificazioni  europee  

• Certificazione  qualità  

• Riconoscimento  DOP  

• Normativa  sulla  certificazione  di  prodotto  

• Normativa  sulla  sicurezza  e  qualità  alimentare;  

• Certificazione  ambientale  

• Tecniche  di  conservazione  e  confezionamento  dei  prodotti  agroalimentari    

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• Piante  autoctone  della  Regione  Toscana  

• Pratiche  di  cantina  e  di  controllo  dei  lotti  di  produzione  

• Biomasse  compost  

• Normativa  fiscale  per  agriturismo  

• Potatura  viti,  Potatura  olivi,  potatura  piante  frutticole  

• Viticoltura  

• Olivicoltura  

• Normative  e  tecniche  della  coltivazione  biologica  

• Fitopatologie  e  fitoprofilassi  della  vite  e  dell'olivo  

• Gestione  impianti  (Vigneto-­‐  Frutteto-­‐  Oliveto)  

• Prodotti  tipici  

• Manutenzione  dei  macchinari  agricoli  

• Conduzione  dei  macchinari  agricoli  

• Lingue  straniere:  inglese  e  tedesco  

• Gestione  siti  web  

 

Settore  Turismo  

Le   indicazioni   desunte   dalle   analisi,   dalle   ricerche   e   dalle   consultazioni   delle   parti   sociali,   hanno  evidenziato   le   seguenti   figure   professionali   e   competenze   come   rilevanti,   pertinenti   e  relativamente  prioritarie  per  lo  sviluppo  del  settore.  

Le  figure  professionali  sulle  quali  indirizzare  prioritariamente  la  programmazione  formativa:  

a)  qualifica  professionale  

• Cameriere  

• Barista  

• Commis  di  bar  

• Addetto  ricevimento  (alberghiero)  

• Cameriere  ai  piani  

• Governante  ai  piani  

• Facchino  d’albergo  

• Cuoco  

• Aiuto  cuoco  

• Cuoco  capo  partita  

• Pizzaiolo    

• Portiere  di  notte  

• Estetista  

• Operatore  termale  

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b)  diploma    di  istruzione  o  specializzazione  

• Tecnico  di  gestione  siti  web  e-­‐commerce  per  il  turismo  

• Maitre  

• Sommelier  

• Chef  de  rang  

c)  istruzione  tecnica  superiore  o  post  diploma  o  specializzazione  post  laurea  

• Guida  turistica  in  lingua  tedesca  (ed  in  subordine  lingua  inglese  e  francese)  

• Tecnici  incoming  turistico  

• Progettista  sviluppatore  siti  web  e-­‐commerce  per  il  turismo  

d)  laurea  

• Responsabili  di  servizi  di  incoming  turistico  

Le   aree   di   attività   sulle   quali   indirizzare   prioritariamente   la   programmazione   della   formazione  continua:  

• Aggiornamento  personale  APT  su  gestione  informazioni  turistiche  via  web  

• Aggiornamento  personale  APT  sui  pacchetti  turistici  di  Incoming  

• Inglese  e  tedesco  di  base  per  personale  di  front  office  alberghiero  

• Inglese  e  tedesco  di  base  per    reception  alberghiera  

• Gestione  siti  web  

• Haccp  

• Tradizioni  e  cultura  della  maremma  per  gestori  di  agriturismo  e  strutture  recettive  medio  piccole  

 

Settore  Economia  del  mare  

Le   indicazioni   desunte   dalle   analisi,   dalle   ricerche   e   dalle   consultazioni   delle   parti   sociali,   hanno  evidenziato   le   seguenti   figure   professionali   e   competenze   come   rilevanti,   pertinenti   e  relativamente  prioritarie  per  lo  sviluppo  del  settore:  

 

COMPARTO  PESCA  E  ACQUACOLTURA  

• Corso  di  incoming  per  pescaturismo  ed  ittiturismo  (Formazione  degli  operatori  del  settore,  in  particolare  rivolto  alle  donne  che  coadiuvano  queste  attività).  

• Operatore   subacqueo   specializzato   nella   gestione   delle   gabbie   off-­‐shore   (Specializzare   i  subacquei  professionisti  nella  manutenzione,  gestione  e  vigilanza  delle  gabbie  utilizzate  per  l’allevamento  ittico  a  mare).  

• Operatore   di   vigilanza   sulla   pesca   sportiva   (Formazione   di   esperti   nella   vigilanza   delle  pratiche   di   pesca   sportiva,   con   conoscenze   estese   a   normativa,   biologia,   idrogeologia   e  oceanografia.).  

• Realizzatore   professionale   reti   da   pesca   e   nasse   (Figure   professionali   specializzate   nella  realizzazione  di  reti  da  pesca  e  nasse).  

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• Le  nuove  regole  comunitarie:  il  Piano  del  Mediterraneo  (Aggiornamento  sulle  nuove  norme  previste   dal   Piano   del  Mediterraneo:   nuove  maglie   delle   reti,   taglie  minime  del   pescato,  biologia  ed  ecologia  del  Mediterraneo).  

 

COMPARTO  NAUTICA  DA  DIPORTO,  CANTIERISTICA  E  SERVIZI  CONNESSI  

• Saldatori   /   verniciatori   e   operatori   specializzati   nella   lavorazione   dei   materiali   (anche   di  materiali   innovativi   e   recipienti   in   pressione),   (Figure   professionali  multitask   in   grado   di  inserirsi   nel   bacino   di   sub-­‐fornitura   della   filiera   nautica.   Nel   caso   della   lavorazione   della  vetroresina,   la   specializzazione   è   unica   in   considerazione   della   complessità   del   profilo  professionale)  

• Operatore  specializzato  in  carpenteria  navale  (Formazione  di  specialisti  in  grado  di  operare  nella  produzione  e  restauro  di  scafi  in  legno  e  imbarcazioni  d’epoca,  con  conoscenze  anche  nel  capo  dei  materiali  innovativi  ed  elementi  di  progettazione).  

• Impiantisti,   esperti   in   elettronica,   impiantistica   e   tecnologie   innovative,   sistemi   radar   e  informativi   (Figure  professionali  specializzate  nell’installazione  e  riparazione  di   impianti  di  posizionamento,  trasmissione  e  automazione).  

• Corsi   di   inglese   e   alfabetizzazione   informatica   per   operatori   già   insediati   (Migliorare   la  versatilità   degli   operatori   della   sub-­‐fornitura   mediante   elementi   di   inglese   tecnico  (interpretazione  manuali   tecnici,   ecc.)  e  apprendimento  di  elementi  base  dell’informatica  fino  all’uso  del  web).  

• Allestimento  interni  (Operatori  orientati  alla  progettazione  e  realizzazione  di  allestimenti  e  complementi  interni  per  le  imbarcazione).  

 

COMPARTO  DIPORTISMO,  ATTIVITA’  SUBACQUEE,  SPORT,  AMBIENTE  

• Guide  ambientali  subacquee  (Formazione  di  soggetti  titolati  nel  campo  dell’escursionismo  subacqueo).  

• Operatori   specializzati   in   accoglienza   portuale   e   stewardship   di   bordo,   port   concierge;    Operatori   specializzati   nella   gestione   dei   servizi   portuali   (Costituire   e/o   specializzare  imprese   operanti   nella   fornitura   di   servizi   ai   diportisti   in   transito.   Conoscenze   tecniche,  culturali,  lingue  straniere  e  informatica  sono  alla  base  di  questo  profilo  professionale).  

• Operatore  subacqueo  di  basso  fondo  (Costituzione  di  figure  professionali  specializzate  nei  servizi  portuali  subacquei,  da  formare  sugli  elementi  di  base  di  oceanografia,  meteorologia,  biologia,  attività  di  immersione,  lavoro  subacqueo,  elementi  di  navigazione).  

 

Settore  sociale  e  socio-­‐sanitario  

Le   indicazioni   desunte   dalle   analisi,   dalle   ricerche   e   dalle   consultazioni   delle   parti   sociali,   hanno  evidenziato   le   seguenti   figure   professionali   e   profili   formativi   come   rilevanti,   pertinenti   e  relativamente  prioritari  per  lo  sviluppo  del  settore:  

• Assistente  familiare  (badante);  il  profilo:  ADDETTO  ASSISTENTE  FAMILIARE  in  Toscana  non  è  più  attivabile  ed  ora  è  prevista  unicamente  la  FORMAZIONE  OBBLIGATORIA  PER  OPERARE  NELL'AMBITO  DELL'ASSISTENZA  FAMILIARE  aperta  a   chiunque   intenda  operare  a  patto   di  aver  superato  l’obbligo  scolastico.;  (Certificazione  competenze  -­‐  300  ore).  

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• Addetto  all’assistenza  di  base;   l’AdB  si  occupa  di  assistenza  diretta,  specie   in  situazioni  di  bisogno   particolari,   e   di   cura   dell'ambiente   di   vita,   sia   a   domicilio   dell'utente   che   nelle  strutture  di   cura   residenziali.  Opera   in   collegamento  con   i   servizi   e   con   le   risorse   sociali;  Qualifica  professionale   (600  ore).  Requisiti   di   ingresso:   Istruzione   primo  ciclo,  diploma  di  scuola   secondaria   di   primo   ciclo   oppure   assolvimento   di   obbligo   scolastico   con   licenza  elementare  +  esperienza  lavorativa  triennale;  compimento  del  18°  anno  di  età  alla  data  di  avvio  del  percorso  formativo.  

• Operatore  prima  infanzia  (o  assistente  all’infanzia);  il  profilo  di  OPERATORE  FAMILIARE  PER  L'INFANZIA   in   Toscana   non   è   più   attivabile   (dal   2007).   Esistono   molti   corsi   privati   per  Operatore  socio  assistenziale  per   l’infanzia  ma  sono  privi  di   riconoscimento.  E’  previsto   il  profilo  di  TECNICO  ESPERTO  IN  EDUCAZIONE  PER  LA  PRIMA  INFANZIA;  Superamento  del  2°  anno  del  corso  di  laurea  in  Scienze  dell’Infanzia,  presso  le  Università,+  500  ore.  

• Mediatore   culturale;   TECNICO   QUALIFICATO   IN  MEDIAZIONE   CULTURALE   E   LINGUISTICA  PER   IMMIGRATI;   Istruzione   secondo   ciclo:   titolo   attestante   il   compimento   del   percorso  relativo   al   secondo   ciclo   dell'istruzione   (sistema   dei   licei   o   sistema   dell'istruzione   e  formazione   professionale);   oppure   Formazione   professionale:   qualifica   professionale   di   II  livello  corrispondente  a  profilo  professionale  nel  settore/subsettore  di  riferimento;  oppure  Istruzione  primo  ciclo:  diploma  di  scuola  secondaria  di  primo  ciclo  +  esperienza  lavorativa  biennale   nel   settore   di   riferimento   per   le   persone   di   nazionalità   italiana   competenze   di  lingua   inglese   o   francese   al   livello   ALTE   B1,   per   le   persone   di   nazionalità   estera,  competenze  di  lingua  italiana  al  livello  ALTE  B1  +  600  ore.  

• Animatore   sociale;   secondo   l’articolo   5   del   Regolamento  Regione   Toscana   ex   art.   62   L.R.  41/2005,   l’animatore   socio-­‐educativo   deve   possedere   uno   dei   seguenti   titoli:   di   studio   o  qualifiche   professionali;   diploma   di   tecnico   dei   servizi   sociali;   diploma   di   dirigente   di  comunità;   attestato   di   qualifica   rilasciato   dal   sistema   della   formazione   professionale   nel  relativo  profilo.  Quest’ultimo  è  previsto  come:  TECNICO  QUALIFICATO  PER  L'ANIMAZIONE  DI   COMUNITÀ;   Istruzione   secondo   ciclo:   titolo   attestante   il   compimento   del   percorso  relativo   al   secondo   ciclo   dell'istruzione   (sistema   dei   licei   o   sistema   dell'istruzione   e  formazione   professionale);   oppure   Formazione   professionale:   qualifica   professionale   di   II  livello  corrispondente  a  profilo  professionale  nel  settore/subsettore  di  riferimento;  oppure  Istruzione  primo  ciclo:  diploma  di  scuola  secondaria  di  primo  ciclo  +  esperienza  lavorativa  biennale  nel  settore  di  riferimento,  +  600  ore.  

• Mediatore  familiare;  ESPERTO  MEDIATORE  FAMILIARE;  Istruzione  universitaria:  diploma  di  laurea   di   1°   livello   -­‐   corso   di   laurea   in   psicologia,   sociologia,   giurisprudenza,  neuropsichiatria   infantile,  psichiatria,  scienze  dell'educazione,  pedagogia;  oppure  Corso  di  laurea  per  Assistente  Sociale  +  600  ore.  

• Facilitatore   sociale;  non  previsto   in  Toscana,   sono  però  previsti   i   seguenti   corsi:   TECNICO  ESPERTO   PER   LA   MEDIAZIONE   SOCIALE   E   PENALE   oppure   TECNICO   ESPERTO   IN  MEDIAZIONE   E   TRASFORMAZIONE   DEI   CONFLITTI   SOCIALI   E   INTERCULTURALI   oppure:  TECNICO   ESPERTO   IN  MEDIAZIONE  DEI   CONFLITTI   E   CONCILIAZIONE   SOCIALE   (si   tratta   di  moduli  professionalizzanti  riservati  alle  Università).  

• Mediatore   penale   minorile;   non   previsto   in   Toscana,   è   però   previsto   il   seguente   corso:  TECNICO   ESPERTO   PER   LA   MEDIAZIONE   SOCIALE   E   PENALE   (MODULO  PROFESSIONALIZZANTE  RISERVATO  ALLE  UNIVERSITA’).  Questa  figura  professionale  non  ha  ancora   ricevuto   in   Italia   una   formalizzazione   e   un   riconoscimento   giuridico,   tuttavia   le  sperimentazioni   locali   sul   territorio   prevedono   come   requisito   base   il   possesso   di   una  diploma  di   laurea   in   Psicologia,   Servizio   Sociale,   Sociologia,  Giurisprudenza,   Scienza   della  

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Formazione   e   precedenti   esperienze   di   lavoro   nell’ambito   della   devianza   minorile.   In  alternativa  è  necessario  avere   la  qualifica  di  Educatore  Professionale  o  Assistente  Sociale.  In  alcuni  casi  è  richiesta  anche   l’iscrizione  all’ordini  professionale  degli  Psicologi  e/o  degli  Avvocati.     Per   conseguire   il   titolo  di  Mediatore  Penale  Minorile  è  necessario   frequentare  con   successo   un   corso   di   specializzazione   post-­‐laurea   (minimo   180   ore)   in   Mediazione  Penale  Minorile  presso  un’agenzia  formativa.  

• Tecnico   di   clownerie   in   strutture   socio-­‐sanitarie;   TECNICO   QUALIFICATO   NELLE   ARTI   DI  CLOWNERIE   NELLE   STRUTTURE   SANITARIE   E   SOCIO-­‐SANITARIE   (CLOWN   IN   CORSIA;  ISTRUZIONE  SECONDO  CICLO  +    620  ore.  

• Responsabile   Attività   Assistenziali;   TECNICO   ESPERTO   IN   GESTIONE   DI   STRUTTURE  SANITARIE  ASSISTENZIALI   E   ASSISTITE;  MODULO   PROFESSIONALIZZANTE  RISERVATO  ALLE  UNIVERSITA’  

 

Settore  Ambiente,  Ecologia  ed  Energie  rinnovabili  

Le   indicazioni   desunte   dalle   analisi,   dalle   ricerche   e   dalle   consultazioni   delle   parti   sociali,   hanno  evidenziato   le   seguenti   figure   professionali   e   profili   formativi   come   rilevanti,   pertinenti   e  relativamente  prioritarie  per  lo  sviluppo  del  settore:  

a) Corso  di  aggiornamento  per  lavoratori  autonomi  sulla  certificazione  energetica  degli  edifici.  

b) Corso   di   aggiornamento   per   lavoratori   ed   imprese   di   installazione   e   progettazione   di  impianti  ad  energie  rinnovabili  (  solare  termico  e  fotovoltaico).  

c) Corso   di   formazione   post-­‐laurea   di   Esperto   in   risparmio   energetico   e   fonti   di   energia  rinnovabili.  

Si   rimanda   al   report   del   settore   ed   al   verbale   del   tavolo   ambiente   dell’11/06/2009   per  l’approfondimento   in   merito   alle   esigenze   di   sensibilizzazione   vasta   ed   informazione   sui   temi  ambientali,   in  merito   al   sostegno   alla   formazione   continua   che   le   principali   imprese   del   settore  hanno   in   programma   ed   in  merito   alla   possibile   costituzione   di   un   ‘centro   ricerche   o   centro   di  competenze’   in   accordo   con   i   Comuni   che   già   operano   su   questo   campo,   la   Provincia,   l’Enel,   le  Università  e  le  imprese  del  settore,  sottoscrivendo  protocolli  di  collaborazione   in  cui  accanto  alle  iniziative   di   sostegno   alla   produzione,   realizzazione   di   nuovi   impianti   e   promozione,   diventi  possibile  sviluppare  anche  la  ricerca  applicata.  

Si  rimanda  inoltre  anche  all’iniziativa,  in  corso  di  costituzione  da  parte  della  Provincia  di  Grosseto,  della  Fondazione  Istruzione  Tecnica  Superiore  per  l’ambiente  e  le  energie  rinnovabili.  

 

Settore  Commercio  e  grande  distribuzione  

Emerge  una  generalizzata  carenza  di  commessi  e  addetti  alla  vendita  ed  in  particolare  si  segnala  la  carenza  di  addetti  alla  vendita  specializzati  in  grado  di  offrire  consulenza  tecnica  durante  l’acquisto  ed  un  servizio  di  assistenza  post-­‐vendita.    

La   chiusura   di   molti   piccoli   esercizi   alimentari   ed   il   parziale   abbandono   di   alcuni   mestieri  tradizionali  (panettiere,  macellaio,  salumiere,  ecc)  ha  poi  determinato  la  carenza  di  tali  figure  nei  grandi  esercizi  de-­‐specializzati.    

Tra   le   figure   più   richieste   si   segnalano,   infatti,   l’addetto   al   banco  macelleria,   l’addetto   al   banco  gastronomia  e  l’addetto  al  banco  pesce.  

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Altre   carenze   riguardano   le   competenze   nelle   aree   del   marketing,   della   comunicazione,   delle  tecniche   di   vendita   ed   esposizione,   della   gestione   commerciale   e   finanziaria,   delle   nuove  tecnologie  informatiche  (Internet).  

Sempre  maggiore  importanza  assume  quindi  la  formazione  che  si  occupa  di  temi  quali:    

• accoglienza  

• tecniche  di  vendita  e  psicologia  del  cliente  

• visual  merchandising  

• inglese  commerciale  

• contabilità  di  magazzino  e  gestione  delle  scorte  

• Internet  e  posta  elettronica  a  supporto  della  vendita  

Per   quanto   riguarda   infine   le   figure   professionali   da   formare   o   da   aggiornare   per   sostenere   lo  sviluppo  di  questo  settore,  è  utile  tenere  distinti  4  ambiti:  

a) La  grande  distribuzione  

b) I  piccoli  negozi  

c) Le  officine  di  riparazione  autoveicoli  

d) I  rappresentanti  di  commercio  e  gli  intermediari  

 

a) La  grande  distribuzione  

Le  figure  professionali  di  questo  comparto  sono  sufficientemente  conosciute  e  ben  descritte.    

L’offerta   formativa   esistente   proviene   essenzialmente   dalle   grandi   aziende   della   GDO   o   loro  consorzi  e  comunque  da  soggetti  che  si  muovono  su  scala  nazionale  attingendo  a  risorse  proprie  o  finanziamenti   nazionali.   Vi   sono   margini   di   intervento   da   parte   della   Provincia   di   Grosseto   in  questo  ambito?  E  se  esistono,  è  ritenuto  opportuno  e/o  prioritario  impegnarsi  su  questo  fronte?  

 

b) I  piccoli  negozi  

Nonostante   la   crisi,   la   caduta   dei   consumi  e   la   riduzione  degli   addetti,  questo   settore  mantiene  una  rilevanza  notevole  per  il  benessere  economico  e  sociale  del  territorio  provinciale.  Tuttavia  la  formazione  professionale   che  viene  erogata  a  questo  ambito  è  assai   circoscritta  alla   formazione  obbligatoria   (REC,   HAACCP,   Sicurezza   sul   lavoro)   e   poco   rivolta   ai   temi   evolutivi   dell’attività  commerciale  sopra  segnalati,  come:  

• accoglienza    

• tecniche  di  vendita  e  psicologia  del  cliente  

• visual  merchandising  

• inglese  commerciale  

• contabilità  di  magazzino  e  gestione  delle  scorte  

• Internet  e  posta  elettronica  a  supporto  della  vendita  

Inoltre  occorre  prestare  più  attenzione  alla  formazione  dei  nuovi  aspiranti  titolari  di  piccoli  esercizi  commerciali  ed  all’aggiornamento  professionale  degli  attuali  titolari  di  negozi.  

 

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c) Le  officine  di  riparazione  autoveicoli  

Le  attività  di  vendita,  riparazione  e  manutenzione  di  autoveicoli,  motoveicoli  (e  mezzi  agricoli  oltre  che   di   biciclette)   rappresentano   un   pezzo   importante   del   commercio   in   provincia   e   segnalano  difficoltà  a  reperire  il  personale  tecnico  qualificato  (meccanici,  aggiustatori,  carrozzieri,  elettrauto,  ecc.).  

 

d) I  rappresentanti  di  commercio  e  gli  intermediari  

Oltre  alla  formazione  obbligatoria  per  l’iscrizione  al  RAR,  non  si  segnalano  iniziative  formative  per  il   segmento   professionale   probabilmente   più   in   crisi   di   tutto   il   settore.   In   realtà   il   sistema  distributivo  ed   i   rapporti   tra  produttori  e  venditori  si  è  profondamente  modificato  con   l’avvento  della  globalizzazione,  della  grande  distribuzione  e  del  low  cost,  rendendo  in  alcuni  casi  obsoleta  la  figura   dell’agente   di   commercio   o   comunque   necessario   un   riposizionamento   professionale,  rispetto   al   quale   la   formazione   oltre   che   il   supporto   delle   associazioni   di   categoria,   potrebbe  fornire  un  contributo  importante.  

 

Settore  Estetica  e  benessere  (servizi  alla  persona)  

Ogni   anno   (dal   2004   al   2009)   dai   corsi   di   formazione   (sia   finanziati   ed   ancor   più   da   quelli   a  pagamento  riconosciuti  dalla  Provincia)  si  qualificano  da  un  minimo  di  80  ad  un  massimo  di  100  tra  estetiste  ed  acconciatori.  

Le  aziende   in  grado  di  assorbire  queste   figure  professionali   sono   538   (secondo   i  dati  2009   della  Camera  di  Commercio).  

Gli  avviamenti  per  queste  figure  (registrati  al  CPI)  nel  2008  sono  stati  282;  si  tenga  però  conto  che  la  stessa  persona  potrebbe  essere  avviata  (a  tempo  determinato)  più  volte  nel  corso  dell’anno.  Il  numero  di  apprendiste  è  relativamente  basso  (14/15  l’anno).  

La  domanda  di  formazione  in  questo  campo  è  piuttosto  elevata  e  non  si  manifestano  problemi  di  reperimento  di  utenza  ai  corsi.  

La  traduzione  di  tali  elementi  quantitativi  in  indicazioni  per  la  programmazione  formativa  futura,  si  deve  avvalere  del  contributo  degli  operatori  sul  campo.    

A  questo  scopo  sono  state  realizzate  tre  interviste  il  cui  testo  è  riportato  di  seguito.  

 

Il  punto  di  vista  di  Confartigianato  Grosseto  

Il   settore   estetica   e   benessere   di   Confartigianato   associa   circa   140   imprese,   di   cui   110  ACCONCIATORI  e  32  di  ESTETICA.  

Mentre  gli  acconciatori  si  occupano  dei  capelli  (e  barba  per  gli  uomini)  le  estetiste  si  occupano  di    massaggio  estetico,   solarium,  pedicure  e  manicure  ed  anche  di   tatuaggi  e  piercing   (sebbene  per  ognuna   di   queste   attività   occorrano   autorizzazioni   e   siano   prescritti   specifici   percorsi   di  aggiornamento  professionale  ricorrente).  

Confartigianato,   come   peraltro   anche   la   CNA   e   le   associazioni   del   Commercio,   organizza   e  rappresenta  anche  questo  specifico  segmento  di   imprese,  costituito  perlopiù  da  donne,  sia  come  imprenditrici  che  come  collaboratrici  e  dipendenti.  

Anche   a   queste   imprese   CONFARTIGIANATO   propone   servizi   formativi   soprattutto   per  l’aggiornamento   professionale   di   chi   già   opera.   A   questo   scopo   si   avvale   della   propria   agenzia  

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formativa  (Formimpresa  CONFARTIGIANATO  Grosseto)  oltre  a  collaborare  con  il  Cedit  Toscana  che  è  l’agenzia  regionale  di  formazione  di  CONFARTIGIANATO.  

Eroghiamo   corsi   per   le   imprese,   di   aggiornamento   e   riqualificazione   degli   imprenditori   ed  imprenditrici.  

Riceviamo  molte   richieste   per   il   cd.   ‘terzo   anno’,   poiché   l’accesso   al   mestiere   di   estetista   può  avvenire  acquisendo  la  qualifica  mediante  apprendistato  o  mediante  i  corsi  di  qualifica  biennali.    

Se  però  la  persona  vuole  avviare  una  impresa  deve  dimostrare  un  anno  di  lavoro  e  partecipare  ad  un  corso  di  ulteriori  300  ore  oppure  partecipare  ad  un  corso  di  900  ore  se  non  ha  l’esperienza  di  lavoro  (appunto  il  cd.  Terzo  anno).  

Un  decennio  fa  a  Grosseto,  mancando  una  scuola  di  estetica,  le  ragazze  erano  costrette  ad  andare  fuori  per  ottenere  la  qualifica.  

Successivamente   (2005-­‐2006)  alcune  agenzie   formative  di  nuova  costituzione  hanno  organizzato  corsi  di  qualifica  per  estetiste,  pur  non  possedendo  uno  specifico  background  in  questo  settore.  

La   Provincia   nella   prima   fase   della   vecchia   programmazione   FSE   ha   finanziato   alcuni   corsi   di  qualifica  di  estetista  per  disoccupati  ma  poi  ha  smesso  (nel  2006  con  CNA  abbiamo  presentato  un  corso  di  qualifica  per  estetista  ma  la  Provincia  non  lo  ha  finanziato)  ed  allora  queste  agenzie  e  noi  stessi  abbiamo  utilizzato  il  voucher  il  quale  finanzia  almeno  in  parte  il  corso  a  pagamento.  

Negli  ultimi  bandi  però  (quelli  del  FSE  2007-­‐2013)  il  nostro  settore  è  stato  un  po  penalizzato.  

In  questo  momento  operiamo  con   il  Fondo   interprofessionale  FART  che  però  finanzia  soltanto   la  formazione  per   i  dipendenti  e  quindi  riguarda  pochissime  aziende  del  settore  (anche  se  funziona  molto  bene).  

Il   FSE   è   invece   molto   rigido,   concentrando   i   controlli   su   dettagli   poco   importanti   e   non   sulla  sostanza   dell’apprendimento   e   questo   danneggia   parecchio   la   piccola   impresa   dove   non   si   può  fare  tutto  in  aula  come  se  si  fosse  a  scuola.  

Il  grosso  problema  dei  corsi  di  qualifica  sono  i  tempi  e  l’organizzazione:  come  si  fa  ad  avere  già  10  ragazzi  disponibili  prima  di  presentare  il  progetto?  E  poi,  se  questo  viene  finanziato,  quando  parte  il  corso,  ci  saranno  ancora  i  ragazzi?  E  come  si  fa  a  farli  stare  in  aula  a  luglio  e  agosto  quando  tutti  hanno  un  qualche  lavoro?  

La   Regione   Toscana   ha   recentemente   messo   a   bando   azioni   di   formazione   per   imprenditori   di  piccole   aziende   che   avevano   già   messo   in   formazione   i   dipendenti   tramite   il   Fondartigiano.   Il  nostro  progetto   ‘sviluppo  competenze  manageriali’  ha  coinvolto  una  decina  di   imprenditori  ed  è  stato  un   successo  proprio  perché  è   stato  possibile  utilizzare   nuove  modalità   formative,   come   la  formazione  outdoor,  fuori  dalla  aula,  individualizzata,  coaching,  viaggi  studio,  ecc.  

Questa   è   la   strada   da   seguire:   integrare   la   formazione   ai   dipendenti   (fatta   mediante   il   fondo  interprofessionale)   con   la   formazione   agli   imprenditori   (che   dovrebbe   essere   in   parte   finanziata  dalla  provincia  o  dalla  regione,  sull’asse  adattabilità).  

In   ogni   caso   riteniamo   che   a   questo   punto   sia   necessario   rallentare   il   finanziamento   ai   corsi   di  qualifica   di   estetiste   per   disoccupati   (per   non   illudere   i   giovani   rispetto   al   futuro   lavorativo)   ed  incrementare  la  formazione  per  chi  già  opera  nel  settore,  cioè  le  imprese  esistenti.  Si  tratta  cioè  di  una   strategia   congiunta   volta   a   rafforzare   le   imprese   esistenti,   contribuendo   peraltro   anche   a  combattere  la  piaga  del  lavoro  nero.  

Nell’estetica   e   benessere   il   lavoro   sommerso   è   elevato   poiché   alcuni   lavorano   nel   proprio  appartamento.  Soltanto  là  dove  vi  è  l’utilizzo  di  tecnologie  impegnative  (come  il  solarium)  diventa  difficile  lavorare  nel  sommerso.  La  nostra  organizzazione  persegue  ed  appoggia  tutti  gli  sforzi  per  

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regolamentare  l’accesso  alle  professioni  ed  ai  mestieri.  La  legge  46/90  e  s.m.  ha  dato  infatti  un  bel  colpo  al  sommerso  nell’impiantistica  civile.  La  stessa  cosa  va  fatta  per  le  lavanderie  e  tintorie  e  per  l’estetica  e  benessere.    

La  formazione  e  riqualificazione  degli  addetti  ed  imprenditori  è  parte  di  questa  strategia.  

Ad   esempio   abbiamo   recentemente   realizzato   due   positive   esperienze   di   aggiornamento   degli  imprenditori   sul   marketing   e   sulle   competenze   tecniche   e,   con   dieci   aziende,   su   tecniche   del  massaggio  e  linfodrenaggio.  

L’anno  scorso  abbiamo  ripresentato  alla  Provincia  progetti  similari  ma  non  sono  più  stati  finanziati.  

Ricordiamo   inoltre   che   oltre   all’aggiornamento   tecnico,   le   imprenditrici   chiedono   corsi   di   lingua  (inglese  e  francese)  e  competenze  nel  customer  care.  

Per  quanto  riguarda  invece  la  formazione  tecnica,  teniamo  conto  che  le  estetiste  possono  vendere  prodotti  fitoterapici  a  base  di  erbe  e  devono  essere  ben  istruite  sul  loro  uso.  

Voucher  e   L.   236  non  prevedono   tra  gli  utenti   gli   imprenditori  ma   solo   i  dipendenti,  mentre  un  fabbisogno   formativo   ci   sarebbe.   Tra   l’altro   le   nuove   normative   del   settore   impongono   la    formazione  obbligatoria  per  i  vari  operatori  estetici  (aggiornamento  periodico).  

Come  dicevamo,  a  Grosseto  una  vera  e  propria  scuola  di  estetica  non  esiste.  Le  due  agenzie  prima  citate  sono  accreditate  ma  non  hanno  tutte   le  attrezzature  che  sarebbero  necessarie  per  gestire  un  laboratorio  di  estetica.  

Anche  la  nostra  Agenzia  è  accreditata  dalla  Regione  ma  non  abbiamo  le  attrezzature  necessarie.  

Se   però   vi   fosse   un   input   da   parte   del   decisore   pubblico   potremmo   collegarci   ad   un   centro   di  estetica   specializzato   e   dare   vita   ad   una   vera   scuola   di   estetica.   Oggi   i   nostri   corsi   di  aggiornamento  li  facciamo  nelle  cabine  dei  centri  estetici  e  non  nella  sala  formazione  dell’agenzia  (che  pure  sarebbe  lo  spazio  previsto  dall’accreditamento).  

In  ogni   caso   se   riusciamo  a   trovare  un  partner  azienda  che  ci   supporti   sulle  attrezzature,   con   la  CNA  potremo  ripresentare  la  nostra  candidatura  ai  prossimi  bandi  provinciali.  

Un’ultima  osservazione  sulla  formazione  per  apprendisti.  

La  legge  prevede  che  siano  organizzate  120  ore  di  formazione  esterna  di  cui  40  professionalizzanti,  40   di   base   e   40   trasversali.   Con   le   recenti   innovazioni   sembra   che   le   40   ore   professionalizzanti  siano  delegate  all’imprenditore.   Finora,   in  mezzo  a   tante  difficoltà,   siamo   riusciti   ad  organizzare  anche   la   parte  professionalizzante,  mettendo   insieme  3  o  4  apprendiste  a   seconda   dei  bacini  di  territorio   provinciale   e   fornendo   una   formazione   coerente   con   il   loro   mestiere,   coinvolgendo  estetiste  professioniste  come  docenti.  Tuttavia  vediamo  che  il  numero  degli  apprendisti  in  estetica  che  ci  vengono  inviati  in  formazione  dal  Centro  per  l’Impiego  si  assottiglia  sempre  più  ed  ormai  ne  seguiamo   soltanto   una   ventina   l’anno   su   tutta   la   provincia,  mentre   il   numero   di   apprendisti   in  questo  settore  è  assai  più  elevato.  

 

Il  punto  di  vista  di  CNA  Grosseto  

 

Le   imprese   associate   a   CNA   del   settore   estetica   ed   acconciatura   sono   circa   220.   Nell’area  Benessere  nel  2008  è   stato  erogato  un  corso  di   ‘Addetto  ai   servizi  di   front-­‐line  per   il  wellness  e  termalismo’.   Il   corso   rispondeva   alle   esigenze  manifestate   dalla   azienda,   che   andrà   a   gestire   le  terme   presenti   nel   Comune   di   Orbetello,   per   la   formazione   di   personale   addetto   ai   sevizi   di  accoglienza  e  assistenza  del  cliente.  Durante  il  percorso  formativo  in  aula  sono  stati  approfonditi  i  

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temi   relativi   alla   struttura   di   un'azienda   termale,   ai   processi   di   accoglienza,   alla   comunicazione  efficace,   tutto   finalizzato   all'erogazione   di   un   servizio   qualitativamente   elevato   che   rispecchi   le  attese   di   una   clientela   particolarmente   esigente   come   quella   legata   al   turismo   termale   e   del  wellness.   A   completamento   del   percorso   è   stato   previsto   uno   stage,   di   durata   significativa,   per  fare   acquisire   agli   allievi,   sulla   scorta   di   un   adeguato   bagaglio   di   competenze   teoriche,   una  effettiva  capacità  operativa  nell'ambiente  di  lavoro  e  con  l'obiettivo  di  concretizzare  l'esperienza  di  training  in  un  reale  sbocco  occupazionale.    

Per  quando  riguarda  il  settore  Estetica,  oltre  ai  continui  corsi  di  aggiornamento  che  nella  maggior  parte   dei   casi,   sono   organizzati   dalle   case   cosmetiche   fornitrici,   a   dicembre   2009   è   iniziato   un  Corso   di   Perfezionamento   in   Scienze   Estetiche.   Possono   accedere   al   corso   cittadini   comunitari  ovunque   residenti   e   cittadini   extracomunitari   legalmente   soggiornanti   in   Italia   in   possesso   del  diploma  di  scuola  media  superiore  e  del  diploma  di  qualifica  professionale  di  estetista.  

Il   corso   rilascia   un   attestato   di   frequenza   ed   è   organizzato   in   collaborazione   con   l’Università   di  Firenze.  

Nell’ambito   Servizi   alla   persona,   le   aziende   associate,   caratterizzate   da   imprese   artigianali   di  piccole   e  medie   dimensione   (composte   da   circa   5-­‐6   dipendenti),   spesso   a   conduzione   familiare,  lamentano  sempre  più  l’esigenza  di  formare  i  propri  dipendenti  su  tematiche  relative  a  :  

Tecniche  di  comunicazione  e  relazione  con  la  clientela;  

Valutazione   dei   rischi   nell’ambito   delle   mansioni   svolte   (corsi   già   organizzati   in   passato   in  convenzione  con  l’ASL  9);  

Alfabetizzazione   Informatica   e   Linguistica   (in   un’ottica   di   sviluppo   futuro   diviene   necessario   che  anche  la  realtà  territoriale  della  Provincia  di  Grosseto  si  adotti  di  strumenti  informatici,  ad  es.  per    

l’archiviazione   della   clientela   e   di   personale   in   possesso   almeno  di   una   lingua   straniera,   vista   la  vicinanza  a  zone  ad  alta  ricettività  turistica).  

In  particolar  modo,  negli  ultimi  periodi   ,  nel  settore  estetica  si  è  vista  una  crescente  domanda  di  corsi  di  :  Onicotecnica  (tecnica  di  ricostruzione  delle  unghie)  e  Marketing  e  Comunicazione.  

Nell’ambito   ‘Acconciatura’,   per   difficoltà   logistiche   (sarebbe   difficile   reperire   aule   e   adeguata  strumentazione)  CNA  si  avvale  del  contributo  della  scuola  privata  ‘Labriola’  di  Grosseto.  Dal  punto  di  vista  prettamente  normativo   la   legge  174/2005  parla  di  un   riordino  dell’intero  settore,  ma  ad  oggi  non  vi  sono  ancora  decreti  attuativi.  

Nell’area  ‘Fitness’,  da  poco  è  entrato  in  vigore  un  regolamento  che  dà  la  possibilità  di  inserire  altri  servizi,   oltre   quelli   caratteristici   di   tale   settore,   se   tra   l’organico   vi   è   presente   una   persona   in  possesso  della  Laurea  in  Scienze  Motorie.  Questo  ha  visto  il  proliferare  all’interno  delle  palestre  di  solarium  e  veri  e  propri  Centri  Benessere.  

CNA   eroga   anche   corsi   nell’ambito   dell’Apprendistato   professionalizzante   focalizzando  principalmente  la  propria  offerta  formativa  su  Competenze  organizzative/gestionali;  Competenze  comunicative/relazionali  e  Norme  in  materia  di  sicurezza.  

Un  fenomeno  in  fase  di  estensione,  ma  ancora  poco  conosciuto  in  Grosseto  è  quello  dei  Tatuatori  e  operatori  di  Piercing.  Una  realtà  marginale  e  residua  a  livello  provinciale  (esistono  poche  realtà  e  principalmente  nella   zona  costiera)  mentre  a   livello   regionale,  attraverso   il   regolamento   sancito  dalla  Regione  si  contano  circa  600  Tatuatori  e  circa  100  Operatori  di  trucco  semipermanente.  

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Settore  edilizia  e  costruzioni  

 

Il   settore  vede   l’attiva  presenza  degli  Enti  bilaterali  come   la  Scuola  Edile  ed   il  CPT   i  quali  da  anni  rispondono   alle   esigenze   di   formazione   e   qualificazione   degli   addetti   del   settore,   pesando   in  minima  misura  sulla  programmazione  FSE  provinciale.  

Nella   ricerca   condotta   dall’associazione   costruttori   della   provincia   di   Grosseto   (ANCE)   nel   2009  emergeva  il  seguente  elenco  di  figure  professionali  considerate  prioritarie:  

1. Addetto  alla  realizzazione  di  opere  murarie  

2. Addetto  alle  operazioni  di  intonacature,  stuccatura,  gessatura  

3. Addetto  alla  realizzazione  di  strutture  in  calcestruzzo  armato  

4. Addetto  alle  operazioni  di  scavo,   carico,  scarico,   conglomerato  di  cemento  e  trasporto  materiali  

5. Addetto  alle  operazioni  di  pittura,  stuccatura,  rifinitura  e  decorazione  edilizia  

6. Addetto   alla   realizzazione   di   lavori   di   rivestimento/piastrella   tura   di   superfici   con  materiali  ceramici,  marmo,  pietra  naturale,  cotto  

7. Addetto  alla  conduzione  di  gru  

8. Addetto  alla  saldatura  

9. Tecnico   della   realizzazione   di   elaborati   grafici   con   l’uso   di   strumenti   informatici   e    programma  CAD  

10. Tecnico   addetto   alla   preventivazione   e   contabilità   dei   lavori   negli   appalti   pubblici   e  privati.  

 

L’analisi  dei  fabbisogni  condotta  da  Scuola  edile  nel  2010    

Il   funzionamento   operativo   della   Scuola   Edile   Grossetana   è   strettamente   connesso   al   fatto   che  l’intero   sistema   della   formazione   professionale   è,   tutt’oggi,   un   ‘work   in   progress’   che   deve  costantemente   interrogarsi,   per   rispondere   alle   molteplici   domande   che   provengono   dai   nuovi  scenari   di   varia   natura:   legislativi,   economici,   sociali.   Nonostante   la   difficoltà   a   quantificare   ed  analizzare   in  modo  preciso  la  tipologia  di  domanda/offerta,  qualche  nuovo  scenario  è  comunque  identificabile  e  quindi  percorribile.    

La  lettura  che  emerge  dai  dati  raccolti  fin  dalla  costituzione  dell’agenzia  formativa,  rappresenta  un  significativo   punto   di   partenza  per  attivare   processi   formativi   in  grado  di  accompagnare   tutti   gli  operatori  del  settore  edile  nei  diversi  processi  di  cambiamento:  le  esigenze  del  mercato  del  lavoro,  l’evoluzione  tecnico-­‐organizzativa  dei  sistemi  imprenditoriali,  le  aspettative  da  parte  degli  utenti  di  una  sicura  crescita  professionale.  In  questo  quadro,  quindi,  le  parti  sociali,  che  gestiscono  la  Scuola  Edile   Grossetana   ed   il   Comitato   Paritetico   Territoriale   della   provincia   di   Grosseto,   consapevoli  dell’importanza   che   riveste   la   formazione   professionale,   al   fine   di   avere   un   quadro   esatto   ed  aggiornato  delle  reali  necessità  formative  del  settore  delle  costruzioni,  hanno  ritenuto  opportuno,  tramite  l’invio  di  un  questionario,  informare  le  imprese  associate  sulle  attività  formative  a  catalogo  degli  Enti  suddetti  ed  ottenere,  così,  una  segnalazione  di   interesse  che  consentirà  di  predisporre  una   programmazione   formativa,   rispondente   alle   reali   esigenze   della   categoria.   La   possibilità   di  esaminare  i  dati  raccolti  consente,  inoltre,  di  entrare  nel  merito  degli  aspetti  di  criticità  del  settore  

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edile   che   opera   sul   territorio   grossetano,   e   cioè   sulla   scarsità   di   imprese   strutturate   e   sulla  difficoltà  di  reperire  manodopera  qualificata.  

L’analisi  dei  fabbisogni  ha  avuto  inizio  con  l’invio  di  un  questionario  alle  630  aziende  attive,  iscritte  presso  la  Cassa  Edile  di  Grosseto  alla  fine  del  2009.  Il  questionario  spedito  a  fine  febbraio  2010  che  doveva  essere  restituito,  debitamente  compilato  e  sottoscritto,  entro   il  31/03/2010,  ha  visto  una  risposta  complessiva  di  86  aziende  (13.65%)  residenti  principalmente  nel  territorio  provinciale.  

La  proposta  formativa  contemplava  complessivamente  50  corsi,  di  cui  18  (36%)  dovuti  per  legge  e  32   (64%)   non   obbligatori   e   riguardava   tre   macro   aree:   area   sicurezza,   area   gestionale,   area  tecnico-­‐professionale.   I   corsi   dell’area   sicurezza   (20)   rappresentavano   il   40%   del   totale,   quelli  dell’area  gestionale  (8)  il  16%  ed  infine  quelli  dell’area  tecnico-­‐professionale  (22)  il  44%.  

Le   segnalazioni   di   interesse   per   i   corsi   proposti,   ricevute   da   parte   delle   86   imprese,   sono   state  complessivamente   477,   evidenziando   una   richiesta   di   formazione   molto   variegata   e   ripartita,  seppur  con  diverse  percentuali,  nelle  tre  macro  aree  individuate.    

Corsi  di  formazione  e  n.  richieste  rilevate  

Addetti  alla  conduzione  dei  carrelli  elevatori     8    

Addetti  alla  conduzione  delle  gru  -­‐  base     11    

Addetti  alla  conduzione  delle  gru  –  certificazione  delle  competenze     8    

Addetti  alla  conduzione  delle  macchine  movimento  terra  -­‐  base     6    

Addetti  alla  conduzione  delle  macchine  movimento  terra  –  certificazione  delle  competenze     6    

Addetti  alla  movimentazione  dei  carichi     5    

Addetto  al  pronto  soccorso     19    

Addetto  al  pronto  soccorso  –  Aggiornamento  triennale     22    

Addetto  alla  prevenzione  incendi,  lotta  antincendio  e  gestione  dell’emergenza     30    

Addetto  alla  prevenzione  incendi,  lotta  antincendio  e  gestione  dell’emergenza     3    

Addetto  alle  operazioni  di  montaggio,  uso  e  smontaggio  di  ponteggi  su  ruote  ‘trabattelli’     13    

Addetto  alle  operazioni  di  rimozione,  bonifica  e  smaltimento  dell’amianto     5    

Applicazione  del  modello  di  organizzazione  e  gestione  inerente  la  R.A.  delle  imprese  in  base  al  D.L.  231/01     8    

Applicazione  del  sistema  di  gestione  ambientale  per  l'impresa  di  costruzioni     7    

Applicazione  del  sistema  di  gestione  della  sicurezza  sul  lavoro     11    

Certificato  energetico  del  fabbricato     6    

Decorazione  muraria     3    

Dirigente  alla  rimozione  amianto     4    

Dirigenti  e  preposti  alla  sicurezza  dei  lavoratori     0    

Disegno  Tecnico  I  livello     4    

Disegno  Tecnico  II  livello  -­‐  AUTOCAD     4    

Gestione  cantiere  stradale     9  

Gestione  risorse  umane     8  

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Informatica  I  livello     5  

Informatica  II  livello     6  

Lavoratori   e   Preposti   addetti   alle   operazioni   di   montaggio,   smontaggio   o   trasformazione   di  ponteggi     35  

Libretto  del  fabbricato     6    

Linee  Guida  per  PIMUS  (Titolari,  RSPP,  Tecnci,  Coordinatori)     17    

Linee  Guida  per  POS  (Titolari  d’impresa,  RSPP,  Tecnici  d’impresa,  Coordinatori  della  sicurezza)    20    

Linee  Guida  Valutazione  dei  rischi  (Titolari,  RSPP,  Tecnici,  Coordinatori)     21    

Muratura     3    

Normativa  tecnica  sulle  costruzioni     5    

Opere  pubbliche:  appalti,  preventivazione  e  contabilità     14    

Organizzazione  aziendale  -­‐  base     8    

Piastrellista     3    

Posatore  di  parquet     2    

Preventivazione  e  contabilità  lavori     15    

Programmazione  e  Controllo  di  Gestione  nelle  imprese  edili     10    

Rappresentante  dei  Lavoratori  per  la  Sicurezza     21    

Rendimento  energetico  in  edilizia     5    

Responsabile  Servizio  di  Prevenzione  e  Protezione  Aggiornamento  ATECO  3     4    

Responsabile  Servizio  di  Prevenzione  e  Protezione  Modulo  A     6    

Responsabile  Servizio  di  Prevenzione  e  Protezione  Modulo  B  ATECO  3     5    

Responsabile  Servizio  di  Prevenzione  e  Protezione  Modulo  C     5    

Responsabile  Servizio  di  Prevenzione  e  Protezione  titolare  di  impresa     13    

Rilievo  e  Tracciamento  con  strumenti     8    

Rischio  rumore     12    

Rischio  vibrazioni     12    

Sistema  gestione  sicurezza  in  azienda     8    

Tecnologie  per  l’isolamento  termo-­‐acustico  degli  edifici     8    

TOTALI  RICHIESTE     477    

 

La   formazione   obbligatoria,   dovuta   per   legge,   ha   logicamente   ricevuto   il   maggior   numero   di  richieste,   soprattutto   sulle   tipologie   di   corsi   recentemente   riformati   dal   decreto   81   (RSPP,   RLS,  Pronto  soccorso,  Antincendio,  Addetto  montaggio  ponteggi,  POS,  PIMUS,  DVR).  

Si   evince   tuttavia   una   richiesta   soddisfacente   in   termini   di   formazione   non   obbligatoria,   con   un  particolare  interesse  per  la  formazione  immediatamente  spendibile  nel  contesto  lavorativo  che,  in  pratica,  consente  a  breve  termine,  un  incremento  della  capacità  produttiva  dell’azienda.    

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Da  segnalare  inoltre,  l’alto  numero  di  richieste  per  corsi  teorico-­‐giuridici  relativi  alla  gestione  delle  risorse  umane,  alla  preventivazione  e  contabilità  dei  lavori  pubblici,  alla  creazione  di  un  modello  di  organizzazione  e  gestione  ambientale  e  della  sicurezza  in  azienda,  oltre  alla  programmazione  ed  al  controllo  di   gestione.   Infine  circa   il   4%  delle   segnalazioni   sono   state   fatte   in   campo   informatico,  relativamente   all’alfabetizzazione   di   base   e   al   disegno   tecnico   di   base   e   avanzato   (Autocad  bidimensionale  e  tridimensionale.  

 

Settore  manifatturiero  (agroalimentare  e  metalmeccanico)  

Nel   periodo   giugno   –   novembre   2010,   su   indicazione   dell’Associazione   Industriali,   sono   state  intervistate  alcune  aziende  manifatturiere  di  particolare  rilevanza  per  il  territorio  grossetano.  Per  tutte   è   stata   posta   la   questione   relativa   al   fabbisogno   di   figure   professionali   ed   ai   fabbisogni   di  formazione   dei   propri   operatori   (e   la   questione   relativa   alle   modalità   con   le   quali   le   aziende  rispondono  a  tali  fabbisogni).  

Si   tratta   di   9   imprese   di   medie   dimensioni,   rappresentative   dei   settori   meccanica,   siderurgia,  gomma,  plastica  ed  agro-­‐alimentare.  La  sintesi  delle   indicazioni  emerse  è  riassunta  nei  punti  che  seguono.  

1.  Marketing,  commerciale,  export  

L’industria  manifatturiera  è  fortemente  proiettata  sui  mercati  nazionali  ed  internazionali  e  ciò  tra  l’altro   significa   doversi  misurare   con   le   problematiche   di   tipo   legale,   commerciale   e   culturale   di  paesi   profondamente   diversi.   Le   figure   dedicate   al   commerciale   estero   rappresentano   la   risorsa  chiave   delle   imprese  manifatturiere.   Il   territorio   grossetano,   con   un   debole   retroterra   culturale-­‐industriale,   non   è   in   grado   di   fornire   figure   di   questo   tipo   che   devono  pertanto   essere   reperite  presso  altri  territori.  A  questo  livello  ciò  che  le  aziende  chiedono  al  territorio  ed  alle  istituzioni  non  è  tanto  di  formare  le  figure  professionali  quanto  di  fornire  servizi  ed  assistenza  tecnica  per  l’export  e  la  commercializzazione.  

2.  Ingegneri,  ricerca  e  sviluppo  

L’industria  manifatturiera  ed  in  particolare  il  comparto  metal-­‐meccanico,  richiede  figure  di  elevata  qualificazione   tecnico-­‐ingegneristica   (processi   industriali,   automazione,   progettazione,   ricerca   e  sviluppo,  nuovi  materiali,  ecc.)  che   il   territorio  non  è   in  grado  di   formare.  Anche   in  questo  caso,  pur   trattandosi   di   piccoli   numeri,   queste   figure   sono   cercate   e   trovate   aldifuori   del   contesto  provinciale.  Questo  fenomeno  non  è  tuttavia  vissuto   in  modo  problematico,  perché  altre   regioni  d’Italia  possono   fornire  una   buona   offerta  di  queste   figure  e   la  qualità  di   vita  della  maremma  è  attrattiva  nei  loro  confronti.    

3.  Lingue  straniere    

Anche  l’industria  manifatturiera  pone   il  problema  della  conoscenza  delle  lingue  straniere  (inglese  ma  anche  tedesco),  analogamente  a  quanto  già  rilevato  per   il  settore  turistico  alberghiero.  Ciò  si  ripercuote   sia   nei   requisiti   di   accesso   all’impiego   dei   neo   assunti   (sebbene   più   per   le   figure  commerciali)  che  nella  formazione  continua  di  chi  è  già  occupato.  E’  importante  considerare  come  le  principali  industrie  grossetane  svolgano  ordinariamente  al  proprio  interno  corsi  di  lingua  inglese  e  di  conversazione  per  i  propri  operatori.  

4.  Manutenzione  e   riparazione  di  macchinari   elettromeccanici,   impiantisti   elettricisti   ed   idraulici,  montatori  meccanici,  operatori  macchine  CN,  disegnatori  CAD-­‐CAM.  

Le  sopra  citate  figure  tecniche  di  media  qualificazione  confermano  i  dati  di  Excelsior  e  dimostrano  che  nonostante  la  crisi  e  nonostante  i  processi  di  de-­‐industrializzazione,  queste  sono  e  rimangono  le  figure  professionali  più  ricercate  e  più  difficili  da  reperire.  

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In   questo   senso   deve   essere   considerata   virtuosa   l’esperienza   di   collaborazione   tra   scuola   (ad  esempio   ITIS   Arcidosso)   ed   imprese   (ad   esempio   Tosti   srl)   che   dimostrano   che   nonostante   la  fortissima   vocazione   turistica   e   rurale   della   maremma,   esistono   spazi   per   la   valorizzazione   di  competenze  tecnico-­‐industriali.  

Tutti  i  comparti  industriali  dichiarano  che  rimangono  fondamentali  quelle  figure  tecniche  in  grado  di  mantenere   e   riparare   i  macchinari   elettro-­‐meccanici,  montare  macchine,   eseguire   lavorazioni  meccaniche,  realizzare  disegni  industriali,  ecc.  e  che  queste  non  sono  affatto  facili  da  reperire.  

Come   è   già   stato   rilevato   per   il   comparto   dell’industria   nautica,   occorrono   figure  multi-­‐task,   in  grado   di   presidiare   sia   la   componente   meccanica   quanto   quella   elettrica   ed   idraulica,  intervenendo  in  fase  di  progettazione  e  più  ancora  di  produzione  e  riparazione.  

L’elemento   interessante   è   che   queste   figure   sono   per   certi   aspetti   trasversali   a   tutta   l’industria  manifatturiera,   a   prescindere   dai   comparti   (alimentare,   meccanica,   nautica,   legno,   gomma,  plastica)  e  che  presentano  un  notevole  difficoltà  sia  nel  reperimento  sui  mercati   locali  e  sia  nella  fidelizzazione  (causa  l’alta  mobilità  e  lo  scarso  riconoscimento  sociale  di  queste  professioni).  

Da   questo   punto   di   vista   rimane   prezioso   l’apporto   formativo   delle   scuole   tecniche   superiori  presenti  sul   territorio,  sebbene  esso  necessiti  di  essere   integrato  dall’apprendimento  on  the   job,  da  svolgersi  cioè  inevitabilmente  presso  l’impresa,  mediante  percorsi  tradizionali,  purtroppo  poco  ambiti  dai  giovani,  quali  l’apprendistato.  

6.  Operatori  pulizie  industriali    

Deve   far   riflettere   quanto   dichiarato   da   alcune   aziende   in  merito   alle   figure   addette   alle   pulizie  industriali,  poiché  solitamente  tali  mansioni  sono  considerate  di  basso  livello,  mentre  le  normative  sulla  sicurezza,  specie  alimentare,  ne  stanno  facendo  figure  di  notevole  criticità,  cui  sono  richieste  competenze   non   banali   in   materia   di   prodotti   e   processi.   Il   fatto   che   tali   mansioni   diventino  prerogativa   della   manodopera   straniera   è   significativo   della   loro   scarsa   attrattiva   verso   la  manodopera  locale.  Ciò  nonostante  si  tratta  di  mansioni  che  richiedono  formazione  professionale  alla  quale  risponde  la  grande  industria  fornitrice  di  prodotti  chimici  per  la  pulizia  e  sanificazione.  

7.  Formazione  di  base  per  operare  nell’industria  alimentare  

Come  rilevato  da  Copaim  con   il  pieno  assenso  delle  altre  industrie  alimentari  intervistate,  haccp,  sicurezza   sul   lavoro   e   tutela   dell’ambiente,   rappresentano   ormai   tre   ambiti   sui   quali  obbligatoriamente  le  imprese  devono  fare  formazione.    

Sarebbe   tuttavia  utile   (sia  per   i  disoccupati   che   per   le   imprese)   se  gli   aspiranti   tecnici  ed  operai  dell’industria   potessero   presentarsi   in   azienda   già   con   una   conoscenza   di   base   rispetto   alle  questioni  fondamentali  che  riguardano  i  temi  della  sicurezza  alimentare,  la  sicurezza  sul  lavoro  e  la  gestione  dei  rifiuti.    

Si  dovrebbe  trattare  di  una  sorta  di  patentino  per  l’ingresso  nel  mondo  dell’industria.  

 

Settore  dell’artigianato  artistico  e  attività  dello  spettacolo  

 

L’attività  di   indagine  e   confronto  con  gli  operatori  del   settore  è   tuttora   in   corso  e   sarà   conclusa  entro  il  mese  di  maggio  2011.  I  dati  saranno  pubblicati  sul  sito  web  della  Provincia  di  Grosseto.  

 

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6.  Appendice.  Le  opzioni  metodologiche  

 

Il  processo  socio-­‐tecnico-­‐istituzionale  di  programmazione  dell’offerta  formativa  

La   consulenza   e   la   direzione   provinciale   hanno   ideato   e   condiviso   le   opzioni   fondamentali   del  progetto   ed   in   particolare   il   fatto   che   le   informazioni   sulla   domanda   di   professionalità   e  competenze  emergente  dai  trend  settoriali  e  dal  mondo  delle  imprese,  costituiscono  la  condizione  necessaria   ma   NON   sufficiente   per   fondare   una   decisione   di   programmazione   dell’offerta  formativa   provinciale   metodologicamente   corretta,   ma   anche   pertinente   e   strategicamente  motivata.  

La   definizione   di   quali   bisogni   meritino   di   ricevere   un   risposta   formativa   o   che   semplicemente  possano   averla   (date   le   risorse   disponibili)   è   una   decisione   propria   del   processo   pubblico   di  programmazione,  per  istruire  la  quale  occorre  considerare  in  modo  integrato  una  serie  complessa  di  informazioni:  

• la   ‘domanda’   di   professionalità   e   competenze   emergente   dai   trend   settoriali   dal  mondo  delle  imprese  

• ‘la  ‘domanda’   individuale/personale  intercettata  dai  soggetti   intermedi  (scuole  ed  agenzie  formative;  centri  di  educazione  permanente;  strutture  di  orientamento  e  CPI;  etc.)  oppure  espressa  personalmente  dai  soggetti  (es.  vouchers)  

• la  valutazione  ex-­‐post  delle  attività  formative  già  realizzate  ed  il  loro  esito/impatto  

• la  valutazione  dell’offerta  formativa  attuale  

• la  valutazione  delle  risorse  finanziarie  disponibili/mobilitabili  

• l’analisi  degli  indirizzi  di  programmazione  eventualmente  cogenti  associati  alla  dotazione  di  risorse  (es.  FSE)  

• l’analisi  delle  scelte  e  delle  priorità  politico-­‐strategiche  della  Amministrazione  provinciale  in  quanto   soggetto   di   programmazione   (legate   realisticamente   al   proprio   programma   di  sviluppo  poliennale).  

In   altre   parole,   la   domanda   esplicitamente   formulata   dalle   imprese   e   rilevabile   sul   campo,  costituisce  nello   stesso   tempo  qualcosa  di  più  e  qualcosa  di  meno  di   ciò   che   sarà  definito   come  ‘fabbisogno   formativo’   da   parte   della   Provincia   (dei   suoi   organi   di   governo)   in   esito   al   processo  decisionale.  

Il   processo   decisionale   che   fonda   una   politica   pubblica   non   è  meccanicamente   deducibile   dalle  risultanze  di  una  ricerca,  poiché  richiede  in  ogni  caso  di  passare  attraverso  il  consenso  degli  attori  cioè   attraverso   un   ‘processo   socio-­‐istituzionale’   di   negoziazione,   in   cui   devono   trovare   spazio   i  valori  ed  il  progetto  di  società  politica  perseguito  da  chi  infine  decide.  

La   dirigenza   provinciale   e   Studio  Méta   hanno  pertanto   condiviso   una  metodologia   che,   accanto  all’analisi  rigorosa  dei  dati  e  delle  ricerche,  richiede  anche  l’implementazione  di  un  processo  che  è  allo  stesso  tempo  culturale  e  politico  oltre  che  tecnico-­‐scientifico,   in  cui   importanti  energie  sono  spese  nel  coinvolgimento  degli  attori   locali  e  nella  costruzione  di  un  consenso   informato  attorno  alle  linee  programmatiche  della  formazione  professionale  finanziata  dal  POR-­‐FSE  2007-­‐2013.  

Il  tutto  con  una  forte  attenzione  verso  la  struttura  interna  al  fine  di  garantire  una  autonoma  presa  in   carico   dei   contenuti   e   della   metodologia   da   parte   dei   collaboratori   e   funzionari   del   settore  Formazione  Professionale.  

 

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Il  perimetro  istituzionale  in  cui  si  inserisce  questo  lavoro    

Non   bisogna   mai   dimenticare   che   il   riferimento   e   quindi   il   senso   ultimo   di   questo   lavoro,   è   il  supporto  alla  programmazione  della  formazione  professionale  provinciale.    

Non   è   dunque   secondario   ricordare   che   la   sfera   d’azione   della   programmazione   della   F.P.  provinciale  riguarda  il  conseguimento  di  qualifiche  di  medio  livello  ed  è  rivolta  in  prevalenza  verso  utenti   disoccupati   ed   in   misura   minore   verso   utenti   occupati   per   il   loro   aggiornamento  professionale.  

Quindi  la  programmazione  della  F.P.  provinciale  non  ha,  od  ha  scarse  possibilità  di  intervento  su:  

• L’istruzione  superiore  che  pure  forma  figure  professionali  rilevanti  per  l’economia  locale  

• Le   università   che   pure   gestiscono   corsi   di   laurea   rilevanti   per   le   specializzazioni  professionali  di  alta  qualificazione  

• La  formazione  continua  degli  occupati  nelle  imprese  aderenti  ai  Fondi  Interprofessionali  

• La  collocazione   lavorativa  di   figure  di  scarsa  o  nulla  qualificazione  (per   le  quali  non  viene  richiesta  formazione)  

 

I  vincoli  oggettivi  che  sovrastano  la  programmazione  della  FP  

La   contestualizzazione   dell’analisi   dei   fabbisogni   formativi   all’interno   del   perimetro   di   una  provincia,   costringe   a   doversi   misurare   con   vincoli   oggettivi   che   limitano   sia   le   possibilità  conoscitive  e  sia  le  possibilità  di  azione  della  stessa  programmazione  delle  politiche  pubbliche.  

Infatti:  

• Le   imprese   non   hanno   la   sfera   di   cristallo   e   quando   anche   l’avessero   non   sarebbero   in  grado  di  tradurre  i  loro  fabbisogni  formativi  e  professionali  in  termini  di  quantità  finanziarie  pubbliche  ed  in  termini  di  contenuti  formativi  

• Il   mercato   del   lavoro   di   una   provincia   non   ha   recinti   e   nulla   impedisce   ai   cittadini   di  spostarsi  altrove  (in  entrata  ed  in  uscita)  per  inseguire  le  proprie  strategie  di  vita  

• Le  fonti  di  dati  sono  parziali  ed  imperfette  e  per  alcuni  settori  sono  addirittura  inesistenti  

• Lo   sviluppo   economico   di   un   territorio   non   dipende   soltanto   dagli   investimenti   formativi  pubblici  

Vi  sono  inoltre  obiettive  complessità  nel  governo  dell’intero  processo  che  va  dalla  rilevazione  del  fabbisogno   formativo   fino   all’inserimento   lavorativo   dei   partecipanti   ai   corsi   di   formazione,  passando   per   la   pubblicazione   di   un   bando   pubblico   e   la   successiva   valutazione   dei   progetti  ammessi  a  finanziamento.    

Come  è  facile  intuire  si  tratta  di  una  catena  in  cui  la  presenza  di  un  solo  anello  debole  è  in  grado  di  inficiare  il  risultato  atteso  finale.  

Ponendosi   nella   prospettiva   del   decisore   pubblico   che   ha   interesse   a   programmare   una  formazione  professionale  in  grado  di  sviluppare  competenze  realmente  spendibili  e  coerenti  con  le  esigenze  di   sviluppo  delle   imprese,  è  dunque  necessario   considerare   che  quando  anche  vi   fosse  piena  e  totale  trasparenza  in  merito  ai  fabbisogni  delle  imprese,  ciò  non  rappresenterebbe  ancora  una   garanzia   di   coerenza   per   gli   esiti   della   formazione   professionale,   poiché   esso   rappresenta  soltanto  uno  degli  anelli  di  una  catena  che  potrebbe  spezzarsi  in  ragione  della  debolezza  degli  altri  anelli.   Per   questo   motivo,   in   una   logica   di   ‘quality   assurance’   del   processo,   l’attenzione   deve  essere  posta  simultaneamente  su  tutti  gli  anelli  che  nel  loro  insieme  rappresentano  la  ‘catena  del  

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valore’:   fabbisogni   delle   imprese,   figure   professionali   e   competenze,   progettazione   della  formazione,   erogazione   della   formazione,   apprendimenti   (e   loro   certificazione),   placement,  sbocchi  sul  mercato  del  lavoro  e  programmazione  della  formazione  professionale.  

In  merito  a  quest’ultimo  aspetto,  che  è  poi  quello  più  politicamente  sensibile,  non  va  nascosto  che  in  ogni  caso  lavori  come  quelli  qui  presentati,  rappresentano  una  estensione  del  verbo  ‘informare  il  decisore’;   tenendo  conto  che  alla   fine   il  decisore  ha   la   facoltà  di  decidere  anche  a  prescindere  dalle  informazioni  ricevute.    

Rimane  tuttavia  la  necessità  di  esplicitare  i  criteri  con  i  quali  le  decisioni  sono  state  prese.  

 

I  criteri  della  programmazione  formativa  

Se   la   programmazione   delle   politiche   pubbliche   non   è   operazione   arbitraria,   ha   dunque   la  necessità  di  criteri  cui  ispirarsi.    

Il   criterio   fondamentale   che   il   presente   progetto   ha   in   qualche  modo   sponsorizzato   è   quello   di  avvicinare   quanto   più   possibile   la   programmazione   formativa   alle   esigenze   del   territorio   e   delle  imprese  in  esso  operanti,  esigenze  espresse  ed  inespresse,  esplicite  o  latenti  che  siano.  

Tuttavia   i   criteri   che   tipicamente   –   anche   se   non   sempre   consapevolmente   –   ispirano   la  programmazione  dell’offerta  formativa  pubblica  nel  nostro  paese  sono:  

1. Il   criterio   di   lasciar   decidere   alle   agenzie   (anche   ai   fini   del   consolidamento   del   sistema  formativo  territoriale)  

2. Il  criterio  di  assecondare  le  richieste  degli  utenti  (es.  voucher  o  dote)  

3. Il  criterio  dell’investimento  per  la  sopravvivenza  di  comparti  produttivi  in  crisi  

4. Il  criterio  della  programmazione  negoziata  e/o  della  concertazione  con  le  parti  sociali  

5. Il  criterio  che  finanzia  solo  i  corsi  che  hanno  avuto  esito  occupazionale  positivo  o  quelli  con  garanzia  di  assunzione  ex  ante  presso  le  imprese  

6. Il  criterio  del  posizionamento  sull’offerta  formativa  fuori  mercato  (anticipazione)  

Il   risultato   del   presente   lavoro   è   stato   di   rendere   consapevoli   i   decisori   pubblici   sul   fatto   che  qualsiasi  criterio  essi   intendano  adottare,  è  comunque  necessario  che   il  processo  decisionale  sia  quanto  più  possibile  ‘informato’  ed  è  necessario  governare  tutti  gli  anelli  della  ‘catena  del  valore’,  includendo   gli   attori   sociali,   più   o   meno   organizzati,   che   in   questa   materia   operano   e   sono  portatori  di  conoscenza  oltre  che  di  interessi.  

 

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Il  processo  di  analisi  dei  fabbisogni  formativi:  lo  schema  delle  fasi    

 

a)  Mappatura  del  settore:  

•   Raccolta  ed  elaborazione  fonti  informative  

•   Individuazione  di  ricerche  esistenti  e  fonti  informative  locali  specifiche  per  settore  

•   Analisi  offerta  formativa  (pregressa  ed  attuale)  

•   Analisi  dati  ISTAT,  CPI,  Excelsior  e  Camera  di  Commercio  

 

b)  Animazione  e  coordinamento  tavoli  di  settore:  

•   Individuazione  dei  referenti  

•   Coinvolgimento  degli  assessorati  provinciali  competenti  del  settore  

•   Convocazione  tavoli  (gestione  delle  presenze  e  delle  mancate  presenze)  

•   Definizione  condivisa  delle  tappe  del  percorso  possibile  

•   Verbalizzazione,  validazione  e  pubblicazione  

 

c)  Analisi  di  campo  sul  settore:  

•   Interviste  ad  esperti  di  imprese  del  settore  

•   Approfondimenti  qualitativi  su  figure  critiche  del  settore  

•   Interviste  ad  agenzie  formative  del  settore  

•   Analisi  degli  esiti  dei  corsi  già  realizzati  

 

d)  Elaborazione  report  finali  e  loro  pubblicizzazione:  

•   Alimentazione  base  dati  provinciale  e  sito  web  

 

e)  Traduzione  delle  indicazioni  emerse  in  decisioni  e  programmi  di  policy:  

•   Operando   all’interno   dei   vincoli   normativi   e   delle   risorse   finanziare   disponibili   e   confrontandosi   con   le   opzioni  politiche  degli  organi  di  governo