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I fibromi

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FIBROMI

I fibromi dell’utero sono neoformazioni benigne chiamate anche fibromiomi, leiomiomi o miomi. Non sono associati ad un aumentato rischio di cancro dell'utero perché raramente subiscono trasformazioni maligne. Quasi tre donne su quattro manifestano fibromi durante la loro vita.

I sintomi più comuni, non sempre presenti, possono essere: emorragia mestruale, flusso prolungato, sensazione di pressione pelvica, spotting, dismenorrea, dolore alla minzione, stitichezza, lombalgia. I sintomi sono influenzati da vari fattori, come ad esempio le dimensioni e la posizione del fibroma. Raramente si presentano in forma acuta e improvvisa (dolore ed emorragia).

Le cause non sono perfettamente conosciute. Pare che la principale sia un eccesso di estrogeni, ma anche ereditarietà, razza e peso corporeo possono avere la loro influenza. Un eccesso di estrogeni può derivare da uno squilibrio ormonale, ma anche da sostanze chimiche simil-estrogeniche di origine ambientale (xenoestrogeni) accumulate nei tessuti del corpo.

La maggior parte delle donne con fibromi dell’utero non necessita cure. Nel caso di sintomi, la terapia medica è basata su ormoni (non privi di rischi) o antidolorifici, ma si tratta quasi sempre di interventi del tutto sintomatici. Nei casi più gravi o di grossi fibromi si ricorre alla chirurgia. Più di recente è stata introdotta l’embolizzazione dell’arteria uterina (1).

Essendo sotto l’influenza degli estrogeni, con l’arrivo della menopausa i fibromi smettono di crescere e si riducono di dimensioni, subendo la stessa involuzione cui sottostà l’utero.

L’emorragia mestruale è uno dei sintomi più problematici causati dal fibroma dell’utero e purtroppo uno di quelli che la medicina risolve troppo spesso con il radicale intervento di isterectomia (asportazione dell’utero). In Italia, per quanto riguarda questo genere di intervento, i chirurghi hanno la mano pesante. Ogni anno le isterectomie sono 70 mila, considerate un numero eccessivo secondo l’ Aogoi (Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani) (2).

Fibromi e alimentazioneAlcuni autori sconsigliano il consumo di grassi animali, carne e latticini, ma non esistono prove definitive che questi alimenti siano influenti, dato che non tutti gli studi confermano questa associazione (3). Per quanto mi riguarda, il problema non è in questi alimenti in quanto tali, ma eventualmente in quello che veicolano se provengono da produzioni dove si utilizzano farmaci, ormoni, pesticidi e conservanti. Anche l’ eccesso di acidi grassi omega-6 che caratterizza il grasso di animali nutriti prevalentemente a soia e cereali potrebbe avere il suo peso. Inoltre, mi preoccuperei

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soprattutto dell’eccesso di farine e zuccheri raffinati, oli di semi e grassi idrogenati che dominano la nostra alimentazione moderna, più che delle proteine e dei grassi animali.

Fibromi e sovrappesoE’ stata dimostrata una certa relazione tra obesità e formazione di fibromi, sebbene non confermata da tutti gli studi.

Fibromi e stressLo stress produce un eccesso di cortisolo che inibisce la produzione di progesterone ovarico. Sulle lunghe questo porta ad un aumento relativo degli estrogeni. Quando gli estrogeni dominano, allora i fibromi possono aumentare di dimensione.

Fibromi e attività fisicaUno studio ha mostrato che un’attività fisica intensa di 7 ore o più alla settimana riduce del 30-40% la comparsa di fibromi. L’attività fisica sembra influire più sulla comparsa dei fibromi che sulla crescita di quelli già presenti (4). Inoltre, una moderata attività fisica giornaliera aiuta a regolarizzare il ciclo mestruale e quindi i flussi ormonali che possono influenzare la comparsa o lo sviluppo di un fibroma.

Fibromi e funzionalità tiroideaNel caso di ipotiroidismo, l’ipofisi aumenta la sua attività per indurre la tiroide a produrre più ormoni. Questa iperattivazione dell’ipofisi può però coinvolgere anche le ovaie, aumentare quindi la produzione di estrogeno e alla fine influenzare la comparsa o la crescita dei fibromi uterini.

Medicine non convenzionali (MNC)Se i fibromi compaiono precocemente rispetto al presunto periodo in cui la donna andrà in menopausa hanno molto più tempo per crescere di dimensioni e causare dei sintomi. Sulla base della mia esperienza clinica le diverse terapie naturali possono essere di grande aiuto nel frenare l’evoluzione dei fibromi e nel contrastare gli eventuali sintomi associati. In questo modo è possibile tenere sotto controllo il problema, accompagnare la donna verso la menopausa e salvare l’utero.

Per l’impostazione di una strategia terapeutica efficace e bene prima completare il necessario percorso diagnostico (vista ginecologica, ecografia, ecc.) e poi rivolgersi ad un medico esperto in MNC. Controlli ecografici periodici potranno confermare o meno l’efficacia della cura. E’ bene evitare l’automedicazione e le cure indebitamente somministrate o “consigliate” da figure non mediche.

Organoterapici• Corpo luteo: a basse diluizioni serve per stimolare la produzione di progesterone, da assumere soprattutto nella seconda metà del ciclo. Può essere vantaggiosamente usato anche sotto forma di iniezioni sottocutanee.

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• Folliculine: da assumere a medie alte diluizioni il 7° e il 14° giorno del ciclo.

• Utero: ad alte diluizioni serve per frenare l’ipertrofia.

• Tiroide: a basse diluizioni può essere molto utile nei casi di modesta ipofunzione tiroidea.

Fitoterapici

• Agno casto, Vitex agnus cactus: agisce direttamente sull’ipotalamo e modula l’assetto ormonale femminile. Assunto per diversi mesi regola il ciclo e può arrestare la crescita dei fibromi.

• Borsa pastore, Capsella bursa-pastoris: ha un’azione antiemorragica uterina ed è molto utile nei casi di flussi abbondanti.

• Alnus incana, Sequoia gigantea, Vaccinium vitis idaea: sono tre gemmoterapici utilizzati nei fibromi uterini per contrastarne la crescita.

• Alchemilla, Alchemilla vulgaris, e Achillea, Achillea millefolium: sono altre piante medicinali ad azione antiestrogenica e antiemorragica.

• Cardo mariano, Sylibum marianum, Tarassaco,Taraxacum officinalis, Bupleurum, Bupleurum chinense e altre piante con tropismo epatico: attivano le funzioni epatiche e mettono quest’organo nelle condizioni migliori per metabolizzare in modo efficace gli estrogeni. Le funzioni epatiche possono diventare meno efficienti se si sono assunti ormoni sintetici, pillola anticoncezionale e altri farmaci chimici.

• Ginkgo biloba: l'estratto standardizzato può essere utile nel caso di dismenorrea associata al fibroma.

• Olio di ricino: si applica sotto forma di impacchi caldi sul basso ventre, per circa un’ora e mezzo, per cicli di 4-5 giorni a settimana, per diversi mesi. Sono un po’ impegnativi, ma spesso molto efficaci.

→ Attenzione: in presenza di fibromi è bene evitare piante medicinali ricche di estrogeni, che spesso vengono prescritte nel periodo della menopausa.

OmeopaticiI rimedi che propone la Materia Medica sono numerosi. Ne cito solo alcuni tra i più importanti:

• Calcarea iodata: rimedio di tutte le ipertrofie ghiandolari. Agisce contemporaneamente sulla tiroide e sull’utero.

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• Calcarea fluorica: è indicato in tutti gli indurimenti, soprattutto di tipo “legnoso”.

• Aurum muriaticum natronatum: fibromi voluminosi, duri ed emorragici.

• Hekla lava: fibroma di consistenza lapidea.

• Lapis albus: nel caso di consistenza più elastica. Si associano sintomi reumatici.

• Murex: flusso abbondante con grumi. Sensazione di pressione pelvica.

• Ipeca: flusso di sangue brillante e grumi. Si associano sintomi digestivi.

La scelta, non sempre facile, deve essere fatta solo da un medico omeopata. Esistono anche preparazioni complesse.

AyurvediciOffre svariati preparati composti molto efficaci e studiati per i diversi problemi legati alla presenza dei fibromi: emorragie, crescita fibromi, ciclo irregolare, ecc. Spesso si tratta di preparati che contengono la Ashoka, Saraca Indica, tradizionalmente utilizzata nel caso di emorragie uterine, flussi abbondanti, fibromi uterini e leucorrea. Altre piante attive sono: Symplocos racemosa, Sida cordifolia, Tribulus terrestris, Asparagus racemosus, Vitis vinifera, Embelica officinalis. Ottimo è anche il preparato Triphala.

Vitamine

• Vitamina A: essenziale nel trattamento dei fibromi. Regola la replicazione cellulare e combatte le emorragie. Le fonti più ricche di vitamina A sono uova, grassi animali e fegato.

• Vitamina C: fondamentale per assorbire il ferro alimentare e combattere le emorragie, attraverso un’azione capillaroprotettrice.

• Vitamina E: può essere utile nel caso di dismenorrea e sintomi associati (nausea, cefalea, mammite,e cc.), che spesso si associa ai fibromi.

Altro

• Te verde: un estratto somministrato ai topi è stato in grado di ridurre significativamente le dimensioni dei fibromi dell’utero (5)

• Erbe cinesi: un preparato dal complicato nome di kuei-chih-fu-ling-wan somministrato per sei mesi ad un gruppo di donne con fibroma dell’utero è stato in grado di bloccare la crescita o di ridurre il volume dei fibromi nel 60% dei casi (6).

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quale i fibromiomi rispondevano a questo approccio teapeutico.

MATERIALI E METODISono state reclutate 11 pazienti di età compresa fra i 38 ed i 53 anni (Tab.1). Di queste 1 ha sospeso la terapia dopo pochi giorni lamentando episodi di cefalea ma soprattutto perchè era scarsa la sua compliance con lo schema terapeutico. Un'altra paziente ha sospeso la terapia dopo due mesi ( perchè era insorta una gravidanza) e dopo aver comunque avuto un beneficio riduzione del fibroma da 67 mm a 45 mm) pertanto è stata inclusa nella ricerca. L'ecografia di diagnosi e di controllo è stata eseguita sempre durante la fase follicolare del ciclo, dallo stesso operatore e con lo stesso ecografo. Nel gruppo delle 10 pazienti che abbiamo analizzato l'età media era aa 45.8 (± 4.57) e la terapia è durata mediamente mesi 6.7 (± 2.6) (Tab.2).Lo schema terapeutico utilizzato è stato:Rimedio Organoterapico:UTERUS 9 CH 1 supposta tre volte alla settimanaFOLLICOLINUM 9 CH dal 1° al 18° gg del cicloPROGESTERONE 4 CH dal 10° all'ultimo gg del cicloRimedi gemmoterapici:ALNUS INCANA MG 1 DH 50 gtt prima di colazioneRUBUS IDAEUS MG 1 DH 50 gtt prima di colazioneSEQUOIA GIGANTEA MG 1 DH 50 gtt prima di cenaRIMEDI OMEOPATICI DIATESICI:THUYA 30 CH 1 dose ogni 3 settimaneIl rimedio organoterapico Uterus è stato scelto per l'azione regolatrice che l'organoterapico ha sulla muscolatura uterina. Follicolinum per l'azione in senso inibitorio verso la produzione di estrogeni.Progesterone per aumentare in modo fisiologico la produzione di progesterone.I rimedi gemmoterapici, nell'ordine:Alnus Incana (Ontano Bianco) per l'indicazione specifica in caso di fibroma uterino per l'attività antiinfiammatoria sui tessuti affetti da flogosi cronicaRubus Idaeus (Lampone) per l'azione riequilibrante l'asse ipotalamo-ipofisi-gonadi e riequlibrano la secrezione ovarica.Sequoia Gigantea (Sequoia) aumenta la secrezione di 17-chetosteroidi che effettuano la loro azione antiinfiammatoria sull'utero fibromatoso.Il rimedio omeopatico Thuya perché sono state scelte pazienti che presentavano tratti della diatesi sicotica.DISCUSSIONESu dieci pazienti una aveva tre miomi sottosierosi nella parete posteriore, di questi due sono scomparsi ed uno si è ridotto da 35 mm a 11 mm. In alcune pazienti erano

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presenti vari disturbi funzionali come poliuria, dispareunia, ipermenorrea, dolori al Quadrante Addominale Inferiore (QAI) che sono scomparsi alla fine della terapia. Globalmente sono stati osservati 12 fibromi di varie dimensioni e di questi 7 sono rimasti (49%) e si sono ridotti notevolmente di volume, 5 sono scomparsi (41%) (Fig 1). Anche se i calcoli statistici sono scarsamente applicabili all'omeopatia perchè non tengono conto della Reazione Individuale del Malato abbiamo voluto ugualemnte esaminare l'insieme dei dati relativi a questi 12 fibromi osservati. Mediamente la loro dimensione all'inizio della terapia era di mm 41.58 (± 16.9), e si è ridotta a fine terapia a mm 10.75 (± 13.81) (Fig.2). Il test del Chi quadro rivela un P < 0.0001 quindi altamente significativo. CONCLUSIONICome possiamo osservare dai dati proposti , pur essendo pochi casi osservati, il successo terapeutico è tale che le Bioterapie posso sicuramete essere proposte come terapia medica sostitutiva della terapia ormonale progestinica nella terapia del mioma uterino. Sicuramente sono privi di effetti collaterali, hanno un'azione regolatrice della secrezione ormonale e questo consente di controllare l'evoluzione (l'accrescimento ed i disturbi funzionali correlati) del fibromioma e quindi evitare l'intervento chirurgico che oltre ai rischi classici e pur sempre mutilante e mortificante per la paziente.Volutamente in questo studio pilota non sono stati utilizzati i rimedi omeopatici sintomtici ed il Simillimum che pure erano previsti dal protocollo, ma solo il rimedio diatesico Thuya perchè in tutte le pazienti erano presenti tratti di questa diatesi. Visto la validità del trattamento complesso l'aggiunta del Simillimum aumenterà la rapidità dell'efficacia della terapia riducendo la durata della cura.

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