i funghi magici

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CORNACCHIA PIERLUIGI, MARCELLO M. GRANI, ROGER LEWIS, MARCO MARGNELLI, 1980, I funghi magici. Farmacologia, tossicologia e tecnologia dell’estasi chimica, Milano, Editiemme, 174 pp.

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    Pierlu ig i Cornacch ia ,Marce llo M .Gran i,R oger Lew is, Marco Ma rgne lli.P re fa zio ne d i G ianca rlo A rnao .I F U N G H I M A G I CF A R M A C O L O G I A , T O S S I C O L O G I A &T E C N O L O G I AD E L L ' E S T A S I C H IM IC A

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    P ierlu ig i C ornacchia , M arcello M . G ran iR oger L ew is, M arco M a rgnelli

    Iu n gh i m agiciFarmacologia, tossicologia e tecnologia dell'estasi chimicaPrefazione di Giancarlo Arnao

    Editiemme

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    Kiwi. La fantascienza del quotidianoPubblicazione periodicaa cura di Benedetta Cascella, Marco Margnelli e Ettore TibaldiGrafica e copertina di Roberto Innocenti. . Illust~az~oni di Cesare ReggianiRegistrazione ~el Tribunale di ~ilano n. 159 del 5 aprile 1980Direttore responsabile: Dario MognoAnno 1,numero 2, dicembre 1980Composizione: Linotipia 2000, SenagoStampa: Grafiche Signorelli, Treviglio copyright 1980 EditiemmeTutti i diritti riservati, all right reservedEditiemme srl, via Lanino 5, 20144 MilanoISBN 88-7022-018-4

    Indice

    Prospettive della drogoneriaPrefazione di Giancarlo Arnao 7Un libro che parla di drogaIntroduzione degli autori 17DifIusione dei funghi psicotropi nel mondo,in Europa e in Italia (Marcello M. Grani)In tutti i paesi del mondoProblemi di classificazioneTest poco attendibiliLe specie piu diffuseIunghi magici italiani

    212123252636

    La psilocibina e la psilocina (Marco Margnelli)Iprincipi attiviL'esplorazione farmacologica1 1 viaggio ora per oraCome la prima sigaretta

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    La psilocibina e un veleno?L'effetto sulla menteTempo e spazio psichedeliciPsilocibina, sogni ed estasiLa psilocibina nel cervelloFunghi e folliaDove e come

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    La divina Amanita (Marco Margnelli) 85Descrizione morfologica dell'Amanita muscaria 85Chimica 86Effetti mentali 93Intossicazioni e avvelenamenti 94Le sostanze tossiche 95Terapia degli avvelenamenti da Amanita phalloides 96Sindrome muscarinica 98Sindrome pantherina 100Notizie storiche e ~ntemporanee sull'uso dei funghi -psichedelici in Italia (Pierluigi Cornacchia) 103Ricerche sui campo 103L'Amanita muscaria to5Naturalisti, viaggiatori e antropologi 107In Italia 109Prove ernpiriche e avvelenamenti 114

    Diario di un viaggio (Pierluigi Cornacchia)Intervista a Gabriella di Torino 119119La droga perfetta (Marco Margnelli)Verso una tecnologia degli stati di coscienzaII mito dell'espansione della coscienzaEstasi chimica ed estasi naturaleSonno, sogni ed estasiEstasi e ipnosiEstasi epsicosi: la cartografia di Roland FisherConclusioni

    125125128134138151153163L'uso dei funghi psichedelicl spontaneiin Gran Bretagna (Roger Lewis) 1676

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    Prefazione di Giancarlo Arnao

    Prospettive della drogoneriaPi u il tempo bassa, pili il problema droga appare diffi-cile da risolvere. Ma difficile, soprattutto, da comprendere,se e vero che e stato definito come il male oscuro dellanostra epoca, una sorta di pestilenza Ie cui cause sono a~-cora ignote, come erano appunto ignote quelle ?elle pesti-lenze che decimavano l'umanita in tempi passati.A dire it vero, c'era gia allora chi pretendev~ di. ave~ eapi:to tutto e addebitava la diffusione del contagio ar cosiddetti untori ehe venivano infatti sterminati al posto dei bat-, .teri, con risultati pratici peraltro sca:sl.La situazione di oggi non e molto d1Ve~sa. ,. .Ecco come veniva spiegata la diffusione dell eroma mltalia in un dibattito alla Rai, datato luglio 1976, dov~1' esperto di turno non e un ~acehettone,. rna uomo dieultura laiea, autore, fra l'altro, di un buon hbro sulla sto-ria delle droghe: Non c'e pili possibilita, di fron~e ? 1 mer:cato, di opporre un rifiuto psicologico e pers.onahst~co. 01recente, proprio a Milano, c'e stato il easo di uno .che era

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    stat~ divezzato e non prendeva pili droga: e stato obbligatodagli spacciatori a farsi uri'iniezione ed e morto ,L'analogia fra untori e spacciatori e fin troppo evi-dente. Quando di un fenomeno vengono ignorate Ie causereali, e inevitabile che vengano proposte soluzioni rituali,e~orcistiche, dirette a tranquillizzare l'angoscia collettiva,pmttos.to che a ottenere risultati concreti. Ed ecco appuntoI'esorcismo plateale, rozzo, di chi pretende di risolvere tut-to colpendo gli spacciatori . Ma ecco anche la ritualitadignitosa di certe analisi politiche, ancora molto diffusenell'ambito della sinistra, che fanno risalire i1 fenomeno airapporti di c1asse , e da cui risulta che il problema sararisolto in una societa realizzabile al pili presto fra mezzosecolo.Ma e proprio vero che Ie cause del fenomeno sono igno-rate oggettivamente , come venivano ignorate le causebatteriche delle pestilenze antiche? 0 non sara per casoche esse vengono invece ignorate soggettivamente , cioeper incapacita di prendere in considerazione dati oggettiva-mente accertati?Consideriamo per esempio alcuni dati fondamentali del pro-blema, definitivamente accettati dalla coscienza collettiva:a. sotto il profilo farmacologico e medico, le droghe ilIegalinon differiscono in alcun modo da quelle legali: h. le unee Ie altre sono diffuse in tutto it mondo senza discriminazio-ni di eta, di cultura e di classe sociale; c. dal punto di vistastorico, esse sono state usate per millenni da buona partedell 'umanita.Ebbene, se questi dati fossero elaborati in maniera razio-nale, come sarebbe possibile affrontare il problema dell'abu-so di eroina e di altre sostanze nei termini generici e astrattidi lotta contro tutte le droghe secondo 1a stessa logicaper cui il problema degli incidenti stradali venisse affron-tate proponendosi I'abolizione delle strade?Evidentemente sono ancora gli strumenti soggettivi di ana-lisi a essere carenti. Una carenza che prende talora aspettiquasi grotteschi, partico1armente fra gli esponenti di quell ache. Thomas Szasz chiama drogoneria , cioe di que1 com-POSltO e sempre pili robusto corpo di medici, psichiatri,sociologi, farmacologi e tuttologi che la nostra societa ha~e1egato all'interpretazione e alla gestione specialistica delfenomeno droga. Se mi si concede qua1che riferimento per-sonale, vorrei ricordare il caso di un nota psichiatra, che8

    interviene spes SO a conferenze e dibattiti per pronunciarsicontro la legalizzazione della marihuana in nome della tu-tela della salute, fumando compulsivamente una sigarettadopo l'altra. Oppure l'episodio accaduto a un congresso.internazionale tenuto a Londra nel 1976 sotto l'egida del-I'Onu, per cui avevo preparato un paper sulla dipen-denza da droghe.Prima di essere presentato, il lavoro veniva letto dall'orga-nizzatore scientifico del convegno, un illustre psichiatra in-glese, i1 quale dava la sua approvazione, rna raccomandav,adi tagliare ogni riferimento alIa dipendenza da tabacco, iltutto masticando nervosamente fra i denti un grosse sigaroacceso.Ma le ambiguita della drogoneria vanno ben oltre icompor-tamenti personali.Se analizziamo il fenomeno droga, possiamo constatare chenelle sue motivazioni, conseguenze e significati. esso e le-gato con una serie di pro~lemi um~?i, ch~ ~i manifes,tanoin contesti del tutto diversi e ben piu vasti: 1 problerni delpiacere, della distruzione, della Iollia, della curiosita.Sarebbe quindi logico che la drogoneria studiasse it feno-meno non come fatto a se stante, rna come un aspetto deiproblemi umani che ne vengono coinvolti. .Cio accade ben di rado. Prendiamo per esernpio la famosa autodistruttivita del drogato . Essa viene presentata ge-neralmente come un dato misterioso e incomprensibile, ap-partenente alIa patologia costituzi~nale di una ~inora~zadeviante, rappresentato emblematlcamente dall'immaginedeU'eroinomane che gioca con la morte contenuta nellasiringa. Non si e mai letto 0 sentito che. it v~ro probl~m.adi autodistruzione riguardi l'intera umanita. vtsto che 1 SI-gnori della guerra e della politica hanno accumul~~o unpotenziale autodistruttivo che basta e avanza p~r 1mteraumanita moltiplicata per sette od otto, e che a giocare con1a morte siano quegli stessi signori che preparano ??mbeatomic he e altre schifezze, nonche il resto dell'umamta cheli lascia fare. Neppure si e letto 0 se~tit~ che un ~omport~-mento considerato fra i pili aberrant! net drogati , 1a di-sponibilita a rinunciare a1 cibo per procurarsi 1a quotidianadose di piacere-distruzione, non e poi tanto ~iv~rs~ da quel-la di uri'umanita che, per costruire strumenti di dtS~ru~lOn~(armi) e di discutibili piaceri (1 0 spreco della sO~leta delconsumi) , condanna a morire di fame una sua considercvole

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    fraz~one. Ne che trascurare igravi rischi a lungo termineper II be.nessere del momenta non e prerogativa soltanto dei drogatt , rna anche di quegli individui di buon senso (dall'uomo della strada, ai politici, ai tecnocrati del nuclea-re) c~e, messi .aI.Ie.str~tte, dichiarano che e meglio affron-tare 1 dramI_I1atICIischi del nucleare piuttosto che rimaneresenza .energia. Come afferma giustamente A. Gambino, en-trato inquesta tunnel, nel quale i beni concreti non sonopiu un mezzo rna un fine ( ...), I'uomo 'civilizzato' non sipreoccup,a piii di tutto quanta distrugge nella sua corsa fol-Ie. E.COSI,c~ms~m?.I'ozono con gIi spray, inquina Ie acquecon I veleni chimici e, punto culminante, costruisce mac-chine ~u cui e in gra?o di esercitare un controllo semprepr~cano e. che, .dato impressionante per la sua immediataeVl~enz~ simbolica, accumulano scorie destinate a rimanereradlO~ttIVe per secoli (oo.) . Un comportamento che non siv~de in che .modo possa essere considerato piu responsabiledl q~el!o del giovani di diciott'anni che si drogano, noncu-rann dl quanta potra avvenire di lora quando ne avrannoquaranta tL'Espresso, n. 20, 20 maggio 1979).~~ si tratta, ~ non mi sembra un caso, di un giornalista po-Iitico e n?n di un ad.epto della drogoneria. II compito delladrogoneria sembra piuttosto quello di creare attorno al pro-blema un cordone sanitario che 10 separi concettualmenteda tutto il resto dell'universo. Nella misura in cui il termine droga ,. racchiude. tutte Ie possibiIi impurita del genereumano, I mterpretazione strettamente specialistica del pro-b.lema, e la.con_segu~n~ecreazione di una specifica categoria(I .dr?~atl ) ~n CUI. II male si esplicita in tutta la sua po-tenzl~hta negativa, nnforza nella collettivita l 'idea di puri-fi.carsl attraverso. la condanna della droga come catego-ria as.tratta: proiettate sullo schermo deformante della dro-goneria, Ie grosse contraddizioni sollevate dal fenomeno dro-ga vengono cancellate dalla coscienza collettiva.Cancell~te, rna non per questa risolte, anzi proprio per que-sto destmate ad aggravarsi. E COS] che la drogoneria finisceper dare una rnano (seppure inconsapevolmente) aIlo svi-lupp~ delle tendenze autodistruttive dell'umanita, laddoved~scnve. I'aut?distruttivita dei drogati come fenornenoclr~oscnt~o di patologia individuale, in contrasto con unumverso incontaminato saggio e costruttivo.Quanto si e detto vale anche per un altro importante aspet-to del problema: quello della droga come follia . Che10

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    l'uso di droga possa provocare stati di coscienza assimila-bili 0 coincidenti con la follia e cosa ben nota. Ma e sol-tanto la droga? 0 non esistono, al di fuori della droga ,altre circostanze in cui i cornportamenti umani sono vicinialla follia? La drogoneria non ci ha mai spiegato se, peresempio, le manifestazioni dei cosiddetti tifosi davantia110 schermo di un aggeggio elettronico in cui appaionofantasmi di uomini che calciano un fantasma di palla sononecessariamente meno folli delle reazioni emotive diun intossicato con allucinogeni davanti al piccolo schermodella sua interior ita messa a nudo. E COS!che l'opinionepubblica continua a essere piu preoccupata di chi rischiadi morire d'eroina piuttosto che di chi e disposto ad ammaz-zare per la Roma (intesa come squadra), sebbene la primamotivazione appaia decisamente meno imbecille della se-conda.Ne la drogoneria, pur avendone un'ottima occasione, si epreoccupata di studiare queIl'affascinante, vaga e vasta terradi frontiera che sta fra follia e normalita , che pure daaltre piu lontane e piu antiche culture e stata a lungo esplo-rata, appunto con I'uso di funghi allucinogeni.Un altro discorso e quello che riguarda il piacere.E noto, ovvio e universalmente accertato che la maggioran-za di coloro che si drogano 1 0 fanno per stare meglio ,per ricercare cioe benessere 0 piacere.Ebbene: sembra incredibile, rna centinaia di libri e migliaiadi pubblicazioni scientifiche sulla droga non hanno datoalcun contributo a un argomento COS! fondamentale per laconoscenza dell 'uomo come quello che riguarda il piacere.Ne tampoco si sono preoccupate di stabilire i confini frabenessere e piacere, e di spiegare perche sia razionale conse-guire il primo, rna immorale ricercare i1 secondo.Il terna del piacere e, per la drogoneria, tabu. Ci.~i dice .t~t:to sugli effetti nocivi delle varie sostanze, probabIh, posslblho presunti, rna nulla sugli altri effetti, quelli che i con-surnatori ricercano e apprezzano. Al punto che una sosta~-za come la cannabis, di cui si deve ammettere un basso li-vello di tossicita. viene ancora mantenuta iUegale con larnotivazione che i danni, anche se limitati, sono pur sempresuperiori ai vantaggi: una motivazione ineccepibile. dalmomento che si da per scontato che fumare sta un attocompletarnente inutile.Quando poi si atfaccia I'inquietante sospetto che gli efIetti

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    positivi potrebbero addirittura prevalere su quelli negativi,Ia drogoneria va in tilt. In un recente articolo sull'Avanti!,un note sociologo progressista, dopo aver esposto Ie prove scientifiche della nocivita di tutte Ie droghe, appog-gia.la sua posizione proibizionista con la seguente argomen-tazione: Se le conseguenze dell'uso di eroina fossero solostitichezza e minore sessualita, e quelle della cannabis unpo' di vomito, ansia e giramenti di testa nella intossicazioneacuta ( ...), non si capisce proprio perche tutti non ne po-trebbero approfittare. Chi non vorrebbe avere qualche faci-le piacere in pill? E perche il piacere dovrebbe essere raroe difficite? ,Evidentemente, il dubbio e COSt sconvolgente da indurrealla pericolosa ammissione che la vita del sociologo di pia-ceri e piuttosto avara, e che un qua1cosa di pill non gua-sterebbe.Perche il piacere dovrebbe essere raro e difficile per noi,abbondante e facile per lora? Appunto: e questa il pro-blema, rna e un problema di drogoneria, non di drogati .E, pill in generale, e it problema di una cultura in cui ladimensione del piacere non ha dignita di valore rna di vizio . Ed e quindi tanto pill necessario che un capitolodi questa libro sia dedicato alIa tecnologia delI'estasi ,affrontando finalmente il problema della ricerca del piacerecon approccio scientifico e senza moralistici pudori, anzi tal-mente impudico da proporre dissacranti e stimolanticonfronti fra Ie estasi chimiche e quelle mistiche ,fondamento della castigata iconografia cattolica.Un altro curiosa atteggiamento dell'opinione corrente e quel-10 che riguarda i risvolti culturali del fenomeno..E noto che esistono fra droga e cultura legami importantie antichi, che sono tra I'altro documentati da un'abbondanteeben conosciuta produzione artistica. In che misura l'usodi determinate sostanze ha influenzato la produzione arti-stica e. in senso pill vasto, i meccanismi mentali degli autori?L'interrogativo e innegabilmente di grande interesse. Ma ladrogoneria vi oppone un impassibile no comment . Sem-bra di capire che ogni rapporto fra droga e cultura sia con-siderato come fatto puramente casuale 0 come incidente dadimenticare. L'ipotesi che artisti come W. Benjamin, H. Hes-se, iBeatles (tanto per citare iprimi che vengono in mente)abbiano tratto dall'uso di droghe e1ementi di ispirazione nonviene presa in considerazione neppure per confutarla 0 ri-12

    dimensionarla. Messa aIle strette, la drogoneria potra tal-volta ammettere che la droga abbia avuto un qualche influs-so su alcuni individui eccezionali, ma mai che tale influssoabbia a che fare con Ie proprieta farmacologiche delle so-stanze, ne tampoco con la possibilita che esso possa realiz-zarsi anche su individui normali . Non sorprende quindiche le testimonianze dei consumatori qualsiasi venganoconsiderate meno che spazzatura, 0 tutt'al piu subcul-tura , cioe cultura patologica.Vorrei accennare in proposito a un altro episodio personaleche mi sembra esemplare. Ho presentato qualche anne fain un congresso un lavoro suI significato culturale dell'usodi cannabis, in cui venivano ovviamente analizzati efIettiche i consumatori ritengono gratificanti. La presentazioneavveniva all'interno di un panel sulla cannabis, davanti adalcuni fra i piu importanti studiosi dell'argomento. La rea-zione degli esperti era singolare: disapprovazione pres-soche unanime, rna nessuna critica ai contenuti. L'idea do-minante, seppure inespressa, era che di queste cose sareb-be meglio non occuparsi . C'e stato chi mi ha rimproveratodi non tener conto degli effetti della cannabis sui tessuti ce-rebrali (si trattava, manco a dirlo, del famoso Nahas), e chiha fatto finta di niente. Ma il commento piu significativo evenuto da uno psichiatra svedese: Questa e la descrizionedella droga dal punto di vista dei drogati : un'affermazio-ne assolutamente ineccepibile, ma formulata con l'ovvio sot-tinteso che tale punto di vista squalifica automaticamentequalsiasi ricerca.La drogoneria, insomma, non ha idee in proposito, e nonaccetta quelle espresse da chi della droga ha avuto un'espe-rienza diretta.E non accetta neppure l'ipotesi che l'esperienza diretta av-venga attraverso i ricercatori stessi. Nel 1973 RichardAshley, psichiatra americano noto per aver studiato a fondoi problemi di droga e autore di best-seller sull'argomento,ha proposto al Drug abuse council della Fondazione Forddi ottenere una borsa di studio per esaminare e documen-tare la possibilita che l'ignoranza prevalente fra i ricercatori medici e farmacologici riguardo a importanti aspetti deglieffetti delle singole droghe sugli individui dipenda princi-palmente dai tentativi di capire e descrivere tali effetti conmetodi 'oggettivi' . In altre parole, Ashley avanzava l'ipo-

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    tesi che 1a mancanza e li esperienza diretta costituisse peri ricercatori un grave handicap professionale. La borsa distudio non e stata concessa. L'episodio e minimo, rna signi-ficativo del disinteresse della ricerca ufficiale rispetto ai con-tenuti soggettivi dell'esperienza delle droghe: un dato evi-dentemente fondamentale per conoscere e capire il fenome-no. Si pretende invece di cap i re e di far capire qualcosa chenon si conosce e non si vuol conoscere.Percio mi sembra partico1armente importante che questa li-bro ci offra almena una testimonianza (positiva e non diuno che ha deciso di costituirsi) non di personaggi eccezio-nali, rna di consumatori qualsiasi: sol tanto da questo tipodi testimonianze possono scaturire elementi validi per capireil consumo degli allucinogeni come fenomeno di massa. Ele-menti tanto pill necessari, in quanto ancora oggi gli effettidi queste sostanze vengono COSt descritti da un insigne far-macologo, e sommo esponente della drogoneria ufficiale ita-liana: Con gli allucinogeni, specie LSD-25 e derivati, sifinisce spesso sul giornale: 0 per rico veri urgenti nei repartidi rianimazione (ipertermia, ipercardia, febbre altissirna) , 0per incidenti mortali: dopo due 0 tre 'viaggi' in cui ci siavventura in gruppo, da queste crisi patologiche governateda allucinazioni si puo non tornare indietro, buttandosi sot-to un treno 0 da un balcone. Gli incidenti sono curiosi: co-me quello che con una mota ( ...) finisce suI tetto di un ca-mion, pur essendo un guidatore provetto. Incidenti possonocapitare a tutti, rna con una meccanica che abbia una sualogica: in questi casi sembra che il pilota abbia avuto a uncerto punto un rapporto con 1 0 spazio del tutto diverso daquello reale (Il Delfino, n. 1, dicembre 1976).Due parole, infine, su uno degli stereotipi pill diffusi negliambienti progressisti: ilfatto che Ie droghe sono da rifiutareperche strumenti artif iciali , cioe estranee alIa naturalitadell'esistenza. Coloro che muovono questa critica sono ge-neralmente quegli stessi che trovano naturale rinunciareall'uso delle gamb e per camminare, e usare l'auto per qual-siasi minimo spostamento. Trovano naturale anche pren-dere la funivia per salire sulle montagne, dalle stesse seen-dere sciando su piste preparate a macchina, pescare nei vi-.vai in cui il pesce e stato allevato e allenato per farsi pe-scare, e lavare I'automobile sui prati del week-end as col-tando la pubblicita dalIa radio portatile. Trovano infine naturale usare caffe, te, sigarette, alcolici e farmaci vari.14

    Jnsomma, il solito trucco di usare una parola, artificia1e ,in modo discriminatorio, intendo cioe come tale l'artificia-lita degli altri, quella non accettata dalla cultura dominante.E anche sotto questo aspetto i1 libro ha un'utile funzione demistificatoria, mettendo in evidenza l'atroce scherzo chemadre natura ha giocato ai moralisti: i1 fatto che fra le dro-ghe pill forti e dagli effetti pill disintegranti siano anno-.verati prodotti innegabilmente e squisitamente naturali, co-me i funghi. Mettendo inoltre in rilievo come questi pro-dotti naturali siano usati in culture diverse daUa nostra, cul-ture pill antiche e pill primitive, e tanto pill della nostravicine alIa natura ...Come si accennava all'inizio, un discorso che non inquadriil fenomeno droga in un contesto limitato e specialistico,rna che ne mostri le implicazioni con la storia, la cultura e1a psicologia dell'uomo, appare l'unico strumento sogget-tivo valida per aiutarci a capirlo. Con questa libro si in-tende fare un passo avanti in questa direzione. Ma si in-tende anche contribuire alIa conoscenza oggettiva di unfenomeno finora ingiustamente trascurato dalla scienza.

    Giancarlo ArnaoAgosto 1980

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    lntroduzione degli autori

    Un libro che parla di drogaLo scopo di questa libro e quello di fornire delle infor-mazioni,Si leggono spesso, nelle prefazioni ai libri che parlano didroga, avvertenze sulle buone intenzioni degli autori: nes-suno di loro vuole contribuire alla difIusione delle dro-ghe , rna semplicemente dare inforrnazioni e COS! si .affret-tano, poche pagine piu in la, a distorcere le notizie che di-vulgano con paternali, sermoni e altre cianfrusaglie. Gliautori che scrivono sulle droghe hanno i1 terrore di diven-tare spacciatori indiretti, spacciatori in bianco.Questa paura, un poco, I'abbiamo anche noi.Questo libro, forse, dovrebbe uscire con una fascetta si-gillata, con l'avvertenza che la lettura ne e proibita aiminori, che e sconsigliata ai maggiori, facendo inta chenei boschi crescano solo viole mammole e che l'Amanitamuscaria sia, effettivamente, un fungo per bambini. Forsedovremmo farlo circolare c1andestinamente e forse, vistoche l'editore e tanto coraggioso da pubblicarlo, qualcuno

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    10 fara sequestrare: dipende dalla forza che viene attri-buita alle idee.Questo libro, infatti, contiene tra l'altro una descrizionedei funghi psichedelici che con tutta probabilita si tro-vano in Italia e molti resteranno perplessi sull'opportu-nita di diffondere tali notizie.Noi pensiamo che si tratti di un falso problema: non solofar finta che una realta non esista non e di nessuna effi-cacia nel fare scomparire Ie realta scomode rna, inoltre,prima 0 poi, la pericolosa realta sarebbe arrivata comun-que al grande pubblico sicuramente distorta, falsata, fram-mentaria e fraintesa.E infatti questa 10 stile che caratterizza molti dei librisulle droghe che offre il mercato Italiano.Abbiamo pensato, dunque, di produrre un libro diverso,che non incoraggia il consumo delle droghe tanto quan-to ne descrive minuziosamente la tossicita, gli effetti sulcorpo e sulla mente e i pericoli.Dopo anni delle pili inverosimili letture sull'argomentodelle droghe, noi pensiamo addirittura che ogni libro suuna qualunque droga dovrebbe essere fatto come que-sto: non e con le bugie che si risolvono i problemi esara interessante vedere le reazioni del grande pubblicodi fronte alIa franchezza.E altrettanto chiaro che non abbiamo nessuna intenzionedi additare un nuovo pericolo (i funghi) e di identi-ficare un nuovo problema (i drogati da funghi): ere-diamo che il testa spieghi a sufficienza come la psilocibinanon sia una droga pili pericolosa dell'alcol. Essa compare,tuttavia, nelle tabelle che elencano Ie sostanze proibitedella legge 685 del dicembre 1975, a fianco dell't.sn, co-me una sostanza pericolosa. La sua parentela can la die-tilamide dell'acido lisergico giustifica la decisione dei le-gislatori e non e nostra intenzione discutere tali decisioni,Pensiamo perc che questa libro dia a tutti la possibilitadi Farsi un'idea motivata sulla psilocibina.Noi crediamo anche che le ragioni per cui l'eroina ha tantosuccesso non abbiano nulla a che fare con la pubblica-zione di brutti libri sull'eroina. E, tuttavia, e facile con-statare che non e stato an cora pubblicato un libro divul-gativo che spieghi a fondo cos'e l'eroina e come dovreb-be essere usata per non morirne.Le notizie raccolte in questo libro non sono frutto di ricer-

    che originali degli autori: sono notizie pubblicate su ri-viste specialistiche pili 0 meno facilmente reperibili nellebiblioteche scientifiche universitarie 0 in queUe delle in-dustrie farmaceutiche. La ricca bibliografia che accom- .pagna i capitoli scientifici del libro permettera, a chiunque 10 volesse, di con t roll are , ripercorrere e accrescere la sin-tesi cui il testa giunge.La parte scientific a del volume potra forse apparire pe-sante e di difficile lettura: un'ulteriore deroga al linguag-gio tecnico sarebbe risultata forse una valutazione trop-po negativa della preparazione del lettore medio.n libro raggiunge un ottimo liveUo divulgativo mediantela molteplicita degli autori e la miscela di testi scientificicon testi di piglio giornalistico, e tali scelte caratterizze-ranno anche gli altri volumi di questa collana.Sui terna delle droghe Ie prospettive di lavoro sono ancoraenormi: 10 dimostra Giancarlo Arnao nella sua pre fazio-ne. Noi abbiamo scelto un tema poco trattato, rna vor-remmo consensi soprattutto sul modo in cui l'abbiamotrattato.Le notizie farmacologiche, neurofisiologiche e tossicologi-che possono essere interessanti (ed esaurienti) non solo pergli operatori tecnici, dai medici agli assistenti sociali, rnaanche per i curiosi che non sono in grado di cercare nellebiblioteche e incollare i frammenti in una visione d'as-sieme.Per converso. chi conosce bene la realta descritta da RogerLewis. trovera, leggendo le nozioni scientifiche, la spiega-zione a taoti perche,Roger Lewis e il direttore del primo centro europeo di assi-stenza ai tossicomani, ilcentro Release , sorto a Londradieci anni or sono. Abbiamo pensato che nessuno meglio dilui potesse descrivere l'avventura dei funghi magici che ere-scono in Scozia.La stessa ricognizione sul campo, per avere un quadro diquanta e successo 0 suecede in Italia, e stata affidata a Pier-luigi Cornacchia, un giovane autore che ha al suo attivo giaparecchi lavori sulle droghe e che lavora in un centro diassistenza Italiano.Tra i micologi disposti a rischiare di diventare spacciatoriscientifici , abbiamo trovato solo Marcello Grani: la sua at-.rivita si svolge normalmente nei sottoboschi tanto che ilsuonome risultera sconosciuto ai pili. Ha scritto un capitolo tee-

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    nico, pulito, esauriente e difficile. Come tutti i micologi, amaprofondamente i funghi e, come tutti i micologi, raccoman-da grande prudenza nel trasformarsi in esperti dall'oggi aldomani.Infine c'e il lavoro di Marco Margnelli: oltre alla ricuciturae all'organizzazione dei dati scientifici, egli ha scritto uncapitolo provocatorio e dissacrante sulla droga perfetta .Non e uno scherzo: si tratta di uno scritto che vuole aprirela discussione, nella pubblicistica italiana sulla droga, attor-no a uno dei temi pill cari ai censori d'occasione: quello suirapporti tra droga e misticismo.E tutto.Noi speriamo di avere prodotto un volume utile, gradevolee stimolante: ai lettori il giudizio.

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    Marcello M. GraniDiffusione dei funghi psicotropi nel mondo, in Europae in Italia

    In tutti i paesi del MondoDopo la pubblicazione, nel 1958, del libro di Roger Heime di Gordon Wasson, Les champignons hallucinogenesdu Mexique , alcuni dei funghi in esso ben descritti e stu-diati sono stati trovati al di fuori dell'area messicano gua-temalteca nella quale si era in un primo tempo pensato chefossero confinati.II pill cosmopolita tra di essi e indubbiamente la Psilocvbesemilanceata che, ben presto, fu trovata negli Stati Uniti,in Gran nretagna (si veda il capitolo di Roger LeWIS) e.successrvamente, nei paesi scandinavi (Gundersen, 1979).Man mana che si diffondeva Ia capacita dei micologi dilet-tanti nell'identificare Ie specie del genere Psilocybe presentinei loro paesi, altre specie di funghi psichedelici sono stateidentificate e descritte: alcune tra esse, assolutamente sco-nosciute in passato, oggi possono essere addirittura coltivatea domicilio.Dieci anni dopo I'opera di Heim e Wasson, fu pubblicato,sempre negli Stati Uniti, un volume nel quale venivano de-

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    scritte quindici varieta di funghi psichedelici piu 0 menoIacilmente reperibili sul territorio nazionale degli Usa (Enos,1970).Infine, nella sua Enciclopedia psichedelica , Peter Staf-ford (1979) asserisce che le specie di funghi allucinogeniattualmente conosciute assommano a ottanta-novanta.Di fronte a tale incredibile fonte di droghe allucinogeneda sempre diffuse in natura, stupisce it basso numero dipopolazioni che, anche nel passato remoto, l 'abbiano sco-perta e utilizzata a scopi magici, religiosi e voluttuari. Lasuddivisione dei popoli in mieofili e micofobi, inventatada Wasson e dalla moglie Valentina per spiegare tale fatto,riflette evidentemente una sconcertante verita,A controprova di cio, puo essere citato un gustoso aneddotostorieo raccontato da Ralph Metzner (1967) nel suo con-tributo al libro di A. Hoffer e H. Osmond. L'autore rife-risce che la Stropharia cubensis sarebbe stata involonta-riamente importata in Messico dai conquistatori spagnoli:prima del loro sbarco non sarebbe potuta crescere perche sisviluppa solo sullo stereo di vacca 0 di cavallo, ambedueanimali importati in Messico dagli spagnoli. I messicani, evi-dentemente mieofili , si sarebbero affrettati ad assaggiareanche la nuova varieta di funghi, mai vista precedenternen-te, e ne avrebbero scoperto le proprieta allucinogene.Secondo un'altra opinione, prima della conquista, la Stro-pharia sarebbe cresciuta sullo stereo di cervo e l'arrivo dellemucche, dei cavalli e degli asini non avrebbe fatto altroche rendere it fungo pili diffuso e abbondante.Comunque sia, l'aneddoto induce a pensare che la Stropha-ria cubensis cresca spontaneamente nelle zone montagnosedella Spagna. Poiche naturalmente il fungo non poteva na-scere dallo stereo di mucca per generazione spontanea, 0 lespore erano gia presenti in Messieo, oppure non possonoaltro che essere arrivate insieme agli animali e, quindi. ve-nire dall'Europa.Se non c'e dubbio che il Messieo costituisce il paese pillrieco di varieta di funghi allucinogeni, i messicani non sonoit solo popolo che ha scoperto e usato i funghi come drogaliturgiea, mediea e magiea: a parte le popolazioni che usanol'Amanita muscaria, sono noti gli indigeni huma della Nuo-va Guinea, che usano alcune specie di Russula, di Boletus(la famiglia cui appartengono i porcini, i funghi piu univer-salmente noti e popolari. rna cui appartengono anche spe-

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    temente: 10 scopo delle tavole e solo informativo e docu-mentario.Per esempio, non si e omesso di sottolineare, ogni volta cheilparticolare era precisato nelle pubblicazioni originali, chemolti dei funghi psichedelici crescono sullo stereo: 10 stes-so Roger Heim e riuscito a coltivare per la prima volta dal-la sua riscoperta la Psilocybe mexicana, su letame di ca-vallo. Questa indicazione e della massima importanza, nonsolo perche ci deve essere una precisa ragione biochimicaper tale fenomeno, rna anche perche rende piu facile e menorischiosa I'eventuale raccolta di funghi sospettatamente psi-coattivi.Nessuna tra Ie specie mortali che presenta una morfologiasimile a quella delle specie psicoattive che presumibilmen-te crescono anche in Italia alligna sullo stereo di vacca. Lespecie piu temibili sono Ie Clitocybe, tra Ie quali Ie mortaliche potrebbero essere confuse con specie psichedeliche sonola dealbata, la olearia, la cerussata e la candicans. Tra IeInocybe, la sola specie mortale che potrebbe indurre in con-fusione e la geophylla. Nessuna di esse cresce suI letame.Nelle tavole sono talvolta indicate Ie concentrazioni deiprincipi attivi: si tratta di notizie molto relative: non solonel determinare la quantita di sostanze psicoattive conte-nute nelle varie specie hanno molta importanza il clima, Iecondizioni agronomiche come il tipo del terreno, I'umidita,la temperatura, etc., rna addirittura sullo stesso terreno ein una stessa colonia di esemplari, il contenuto pub variareda esemplare a esemplare.Cio ha rilievo soprattutto nel prevedere quale potrebbe es-sere una dose psicodislettica. Chi volesse sperimentare l'ef-fetto dei cosiddetti funghi magici italiani dovrebbe seguire10 schema inventato dagli esploratori statunitensi: identifi-cata una colonia interessante, si ingerisce dapprima un esem-plare di medie dimensioni. Questa viene considerata la pro-va di tossicita: se non si verificano disturbi preoccupanti(vomito, diarrea, malessere generale, collasso, etc.) la spe-cie non e tossica. Si pub procedere allora alIa seconda pro-va, quella dell'efIetto: si ingeriscono tre 0 quattro esemplari.Se si verifica qualche lieve modificazione psichica, la speciepub essere ritenuta psichedelica e si puo passare alla provaa dosaggio pieno. Poiche il contenuto in principi attivi e ,come si e visto, molto variabile, conviene aumentare la dosepoco per volta. L'ingestione di 10-12 esemplari, posto che24

    la concentrazione di psilocibina sia quella media della spe-cie cui gli esemplari appartengono, dovrebbe essere ottimale.I funghi possono essere consumati freschi, secchi 0 in infuso(senza bollirli, ma trattandoli come un te), Generalmentehanno un forte odore di farina (specie le Psilocybe) e perapprezzarlo si possono porre due 0 piu esemplari in un va-setto di vetro vuoto e annusarli dopo qualche minuto, LaStropharia aggiunge, all'odore di farina, una sfumatura ra-pacea 0 di rapanello con addirittura una sfumatura di iris.II sapore, a110 stato crudo, invece, e decisamente sgrade-vole: acre e acidulo.L'isolamento di psilocina e psilocibina in funghi cresciutispontaneamente nei boschi italiani dovrebbe essere un obiet-tivo stimolante \per qualche micologo. Pinora non risultache qualcuno I'abbia fatto. Tuttavia diversi manuali per mi-cologi dilettanti indicano la probabile attivita psichedelicaper Ie specie che, altrove studiate in Europa, sono reperibilie diffuse anche nella penisola.Di queste si dara una descrizione approfondita.Test poco attendibiliTutti gli scritti che afIrontano il problema dei metodi possi-bili per distinguere tra funghi eduli e velenosi, elencano uncerto numero di prove, piu 0 meno .complicate e piu 0 menoingegnose, per poi concludere che nessuna e attendibile. Cioe rigorosamente esatto: I'unica prova veramente attendibilee quella biologica, come viene scientificamente definita lasomministrazione delle sostanze di cui si sospetta la veleno-sita agli animali da laboratorio.Gia Wasson faceva osservare, nel 1961, che tutte le spe-cie di funghi contenenti psilocibina fino ad allora cono-sciute avevano la proprieta di macchiarsi di blu nei puntiin cui erano ammaccati oppure venivano graffiati 0 colpiti.II fenomeno sarebbe dovuto all'ossidazione di un enzimaassociato normalmente e costantemente alla psilocibina.lndagini successive hanno confermato questa proprieta e1hanno dimostrata anche in nuove specie (Bendict et aI.,1967).Potrebbe trattarsi di un buon metodo di identificazione 0di un elemento in piu per completare una classificazione,ma, come tutte Ie prove di questa tipo, non solo non e con-

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    clusiva, rna e anche rischiosa. Essa pub solo indicare cheun certo fungo la cui descrizione senza troppe incertezzecorrisponde a quella di una specie psichedelica, probabil-mente contiene psilocibina. Non serve a esc1udere che unfungo sia velenoso, perche varie specie tossiche, anche mor-tali, talvolta confondibili con Ie specie psicoattive, diven-tano blu dove sono state ammaccate.Particolarmente insidiosa, riferisce Stafford (1979) e laGalerina autumnalis, un fungo che pub essere confuso conl'Amanita muscaria. Altri funghi velenosi dei generi Boletuse Russula hanno la stessa proprieta, anche se fortunatamen-te nessuno di essi assomiglia ad alcuno dei funghi psiche-delici.In altre parole, ilcambiamento di colore non serve a giudi-care se un fungo appartiene a una specie psichedelica, men-tre pub servire a giudicare se un fungo, sicuramente appar-tenente a una delle specie psichedeliche, contiene psiloci-bina oppure no.Stafford descrive anche un'altra prova utile a110stesso sco-po: si potrebbe eseguirla su funghi acquistati per saperese si e fatto un buon affare 0, addirittura, a scopi medico-legali (posto che sia stato dimostrato che la reazione e spe-cifica per la psilocibina e non pub essere positiva anche conaltre sostanze). Essa consiste nella sgocciolare uno 0 duecentimetri cubi di una soluzione acquosa di metolo (1 : 20.cioe una parte di metolo in venti di acqua distillata) su ungambo 0 un cappello sbriciolati dei funghi in esame: in pre-senza di psilocibina, entro mezz'ora si sviluppa un bel co-lore rosso porpora.II metolo e un reagente correntemente impiegato negli svi-IUPPI fotografici ( e ilp-metilaminofenolo) e quindi e facil-mente reperibile in commercio. La soIuzione e instabile edeve quindi essere fatta al momenta dell'uso.Le specie piiJ diffuseLe tavole che seguono, dunque, elencano la maggior partedei funghi di cui sono state provate in laboratorio Ie pro-prieta psichedeliche. Dopo il nome botanico, Ie tavole rife-riscono Ie concentrazioni in principi attivi, la bibliografiacui fare riferimento, il luogo in cui i1 fungo e stato raccoltoe altre utili notizie.26

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    I funghi magici italianiTra i funghi elencati nelle tabelle le specie presenti in Italiacon sufficiente diffusione perche risulti facile trovarli sonosostanzialmente i tre che vengono descritti qui di seguito.E probabile che nt: esistano anche altri rna, per identificarli,occorre essere micologi di una certa esperienza.Sarebbe auspicabile che micologi e botanici professionistitentassero un censimento delle specie psichedeliche italianerna, come e stato gUIpiu volte detto, nessuno l'ha fatto pro-babilmente per non correre il rischio di diventare uno spacciatore in bianco .Tra i manua li divulgativi per cercatori dilettanti a largadiffusione in Italia, due (Cetto, 1976; Arietti e Tomasi,1969) descrivono questi funghi e accennano alIa possibilitache possano avere proprieta psichedeliche, rna non dannoulteriori notizie. Altri sospetti sono stati avanzati in pubbli-cazioni di gruppi ecologici e associazioni di amanti dellanatura rna, di nuovo, Ie segnalazioni sono rimaste allo sta-dio dell'ipotesiPsilocybe semilanceataE un fungo lungo e gracile che pub raggiungere l'altezza di4-12 centimetri. Ha un cappello sempre elevato, alto, conico10 campanulato, di 1-2 centimetri per 1-2 centimetri che spes-so presenta sulla punta una piccola escrescenza (detta pa-.pilla sommitale) a forma di becco.Se il tempo e umido, i1 cappello e facilmente viscoso. Haun colore grigio verdastro oppure fuIigginoso e presenta del-le lunghe striature che partendo dalla cusp ide del cap-pello si accentuano verso i margini. Dopo essiccatura, il fun-go assume un colorito giallastro 0 giallognolo pallido.II gambo e lungo, gracile; si ispessisce verso la base. E fles-suoso, fibrilloso, striato, glabro, fistoloso-midolloso, talvoltainteramente bianco, talvolta color miele ocraceo 0 brunastropallido (nella maggior parte delle Psilocybe allucinogenemessicane, che presentano un cappello ottuso e non papil-lonato, il gambo presenta una sfumatura di colore bluastro.Nella varieta caerulescens, il colore bluastro e talmente ac-centuato da divenire un carattere distintivo).Talvolta verso il terzo superiore, ilgambo presenta una sot-tile e setosa frangia anulare.Le lamelle della Psilocybe semilanceata si presentano ascen-36

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    Figura 1 - Psilocvbe semilanceata37

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    Figura 2 - Panaeolus subbalteatus

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    denti e cioe presentano un'altezza costante dal bordo allalore inserzione sotto l'apice del cappello. Pill 0 meno adna-te, presentano 'il margine esterno bianco e it margine pro-fondo, inserito sulla faccia interna del cappello, di colo-rito porpora nerastro.Le spore della semilanceata hanno dimensioni di 12-14 per7-8.5 micron, con poro germinativo evidente rna non moltolargo.Questo fungo cresce a gruppi, in siti erbosi, a suolo moltoacido che sia contemporaneamente umido e molto soleg-giato (per esempio, vicino a dei torrenti).Panaeolus subbalteutus .E un fungo che puc raggiungere altezze di 4-10 centimetri,e cioe presentare un lunghissimo ed esile gambo alla cimadel quale si trova un piccolo cappello a forma di ombrello,del diametro di 2-5centimetri. Quando il cappello e piena-mente aperto ha una forma di cono molto svasato (appuntocome un ombrello) e sovente si presenta gibboso al centro.La superficie del cappello e delicatamente scabrosa e i suoi .margini non sono striati e non presentano le smerlature delvelo. II colore del cappello del Panaeolus subbalteatus eocraceo, con una sfumatura debolmente rossastra, spessomarcata di bruno rosso 0 anche di nerastro in senso radiale.Allo state secco, il cappello assume un colorito brunastroargilloso con una non costante accentuazione della sfuma-tura rossastra che si intravede allo state fresco.II gambo sottile e sianciato, senza essere diritto, non pre-senta sinuosita accentuate. Ha un colorito bruno rosso 0grigio brunastro, sul quale spiccano delicate striature bian-che che 10 percorrono per tutta la sua lunghezza.Non present a mai anello 0 tracce di velo.Le lamelle sono serrate, adnate, bruno rossastre, tendential grigio; verso il margine esterno (quello visibile rovescian-do il fungo) sono fimbriate e di colorito bianco. Verso lafine, le lamelle sono nerastre e pomellate.I miceli, in coltura, si colorano di bluastro.Le spore sono lisee, misurano 11-14 per 7-9 per 6-7.5 micron.II Panaeolus cresce sovente in fasci di tre 0 pill esemplari,sui letami 0 nelle fungaie.E un fungo raro, rna pill volte segnalato in Italia. La suararita potrebbe essere apparente: dovuta allo scarso inte-resse che se ne e finora avuto.

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    r anaeolus spntnctrinusII cappello di questo fungo non arriva mai ad aprirsi a om-brello. Rimane a forma di campanella un po' ovoidale (per-che il margine della campana tende a piegarsi all'indentro)per tutto i1 suo cicIo vegetativo. Puo presentare, sulla som-mita, una piccola depressione (in linguaggio micologicotale fossetta si chiama umbonatura) e puo raggiungere undiametro di 3 centimetri.II colore del cappello e grigio plumbeo, tendente al ver-;dastro se cresce in zone umide. Negli esemplari pill giovani,;la coloratura abituale consiste in una tinta olivastra che! 'sfuma verso il grigio cenere ai bordi e diventa brunastraverso la sommita del cappello. La superficie di quest'ultimo,se il fungo e cresciuto in zone umide, e l iscia, non viscosa,un poco igrofana.Se iltempo 0 la zona di crescita sono asciutti, ilcolorito delfungo si incupisce (si accentua), assumendo una sfumaturalivida, e la superficie del cappello diventa setosa.II vela parziale rimane aderente al margine, formando dap-prima, quando il cappello e ancora chiuso, una specie dimanicotto che inguaina il gambo. Quando il cappello si eaperto, si trasforma in una frangia bianca, merlata 0 den-tellata, che puo cadere piu 0 meno precocemente.II gambo dello sphinctrinus puo misurare dai 4 ai 7 centi-metri, e pressoche diritto e leggermente rigonfio alIa base.n colorito del gambo puo essere grigio bruno 0 bruno rossa-stro oppure, addirittura, bistro porpora. La superficie delgambo puo essere pill 0 meno ricoperta da una pruinositasfumata di grigio bruniccio 0 di grigio olivastro (pruinositae un termine del linguaggio micologico che indica una co-pertura di una delle superfici del fungo attuata da mate-riali cerei, non perfettamente trasparenti, che velano il co-lorito della sottostante superficie come il materiale cereo chericopre normalmente le prugne).Le lame lle dello sphinctrinus sono adnate, molto serrateI'una all'altra, di colorito cinerino olivastro e poi nere, po-mellate, con l'orlo bianco.La carne del fungo e sottile, di colore bruno bistro pill mar-cato nel gambo, di sapore dolce e senza odore particolare.Le spore sono nere, dalla forma di microscopici limoni e mi-surano 12.5-18 per 9-12 per 7-9 micron. Presentano un porogerminativo largo, sporgente alla sommita,40

    Figura 3 . Panaeolus sphinctrinus

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    Lo sphinctrinus cresce in piccoli gruppi di esemplari isolatinei boschi, pascoli, campi, margini delle strade, sempre sustereo bovino, dall'estate all'autunno." B abbastanza comune nell'ltalia del nord, anche se le sueproprieta psichedeliche non sono ancora state accertate conadeguati studi.

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    MarcoMargnelliLa psilocibina e la psilocina

    I principi attiviL'alcaloide naturale che Hofmann isolo dai funghi forniti-gli da Wasson era una molecola a struttura indolica, similea quella dell 't.sn-Zfi, cio che giustificava le sue proprietaallucinogene. 11nuovo composto venne chiamato psilocibina.L'acido lisergico e la psilocibina costituiscono i primi dueesempi di indoli naturali con una sostituzione nella posi-zione 4 delle molecole.

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    Figura 4 - Numerazione delle posizioni della molecola dell'indolo45

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    I funghi di Wasson, oltre alIa psilocibina, contenevano an-che una molecola simile (sostituita in posizione 4) che de-riva da essa per defosforilazione a opera della fosfatasi alca-lina e per idrossilazione in posizione 4, cui e state dato- itnome di psilocina.In seguito, sono state identificate numerose specie di funghicontenenti uno 0 ambedue questi alcaloidi insieme con altresostanze psicoattive ad azione allucinogena. I funghi cheWasson porto a Parigi, appartenevano al genere Psilocybee alIa specie mexicana. In seguito (vedi tavola del capitolosui funghi magici nel mondo, in Europa e in Italia), sonostate scoperte e descritte le proprieta allucinogene di altrespecie del genere Psilocybe come la Psilocybe aztecorum,la Psilocybe caerulescens e la Psilocybe zapotecorum e altrigeneri come la Stropharia la cui specie pill nota per Ie pro-prieta allucinogene e la cubensis.II genere Psilocybe e diffuso in tutto il mondo, compresal'ltalia, anche se Hofmann si e limitato a determinare ilcontenuto in psilocibina di tutti i funghi di questo genereesistenti in Messico e solo di qualcuno europeo.

    "Tre delle 9-~attro posizioni libere nel nuc1eo indolico posso-no dare engine a compost! ben studiati e di notevole interessepsicofarmacologico anche se per ragioni differenti fra loro.I 4 sostituiti sono, come si e gia detto, prodotti natural-mente nei funghi. I 5 sostitulti devono il loro interesse alfatto di. an~overare t~a loro uno dei piu import anti neuro-trasmettitori cerebrali, la 5 idrossitriptamina, meglio notacome serotonina.I 6 sostituiti sono m?le~ole. ~olto studiate in quanto pro-dotte da una delle principali VIemetaboliche attraverso cuil'organismo umano elimina i derivati alchilici delle tripta-mine allucinogene.La manipolazione artificiale dei tre radicali alchilici dellat~ip~aminaorigina una serie di sostanze allucinogene artifi-ciali che sono state ampiamente studiate (Tavola VII) siacome -farmaci sperimentali sia come strumenti di lavoro aloro volta capaci di rivelare Ie funzioni fisiologiche dellaserotonina e i suoi meccanismi d'azione. Si tratta di una~ondotta abit~ale in farmacologia: si noti , in questo caso,il numero ptuttosto notevole di derivati che sono statistudiati.

    Tavola VII - Composti a1lucinogeni sintet ici ottenuti dalla triptaminaDosaggio Via di somministrazioneR, R, R, efficace(mg) Intramuscolare Orale

    CH, CH, H 70 +C,Hs C,Hs H 60 + C,Hs C,Hs H 60 + +n-C,H, n-C,H, H 60 + +i-C,H, i-C,H, H 50 ? +n-C,H, n-C.H. H 70t-C,H. H H ? ? +H H CH, 20-40 ? +H H C,Hs 15 0 ? +

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    Figura 5 - Serotonina

    Figura 6 - I tre radicali a lchi lici nella molecola della triptamina46

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    Una specie del genere Psilocybe, la baeocystis contiene 0 1 -tre alla psilocibina e alIa psilocina altri due composti allu-cinogeni: la baeocistina e la norbaeocistina. Come risultadalle tavole III, IV e V (pagg. 32, 33, 34) anche altri ge-neri di funghi che crescono in tutto ilmondo contengonopsilocibina: i generi Conocybe, Copelandia e Panaeolus.II Panaeolus sphinctrinus, oltre alIa psilocina e alIa psi-locibina contiene anche serotonina e 5-idrossitriptofano.La quantita di psilocibina e psilocina presente nei diversigeneri e specie e variabile. Come e noto, Hofmann oltrea identificare la psilocibina e stato anche in grado di sinte-tizzarla chimicamente. Cio ha permesso studi sperimentaliin condizioni ideali. Una dose da 4 a 8 milligrammi di psi-locibina sintetica riproduce in intensita e durata l'effettodella ingestione di 2 grammi di funghi secchi, che corri-sponde al peso di circa 30 esemplari freschi.Anche se la psilocina e presente solo in tracce nella Psilocybemexicana i l suo potere psichedelico e simile a quello dellapsilocibina.IIdosaggio della psilocibina sintetica usato a scopo speri-Imentale dai vari autori che ne hanno studiato gli efletti, va-.ria da 5-10 milligrammi a 30 milligrammi.

    0...P(OH z )Ia

    Figura 7 - Psilocib ina

    OH

    Figura 8 - Psilocina48

    Effetti di intensita costante (le dosi usate a scopo voluttuariodai consumatori) sono ottenute con dosi da 25 a 50 milli-grammi.La durata degli efletti con dosi di questa tipo e di circa 6-.8ore.L'esplorazione farmacologicaTra ivari omologhi chimici della psilocina e della psiloci-bina sono stati studiati sperimentalmente gli N-N dietilati.Due sostanze note come CEy-19 e cz-74 in dosi di 5-20 mil-ligrammi (Leunder e Baer, 1965), producono esperienze deltutto simili a quelle della psilocibina, rna di minore durata.L'effetto massimo viene raggiunto in un'ora e scomparein due.Tra i derivati 5-sostituiti dell'indolo, alcuni sembrano avereproprieta allucinogene. In realta sono stati poco studiati.Il pili noto e la buforenina, che, come si spiega anche al ca-pitolo sulla chimica dell'Amanita muscaria, e presente innatura nella pelle dei rospi.Su tale circostanza sono state fatte pittoresche illazioni, per-che i rospi erano notoriamente uno degli ingredienti obbli-gati delle misture magiche delle streghe medioevali e rina-scimentali .R sembrato quindi ovvio immaginare come i filtri e Ie po-zioni magiche dovessero parte del loro efletto a questo com-ponente.In realta anche dosi di 100 milligrammi di bufotenina pervia orale sono prive di efletti nervosi centrali.Questa e altre osservazioni hanno messo in dubbio Ie pro-prieta allucinogene della bufotenina.La prima e unica segnalazione delle sue proprieta allucino-gene fu fatta da Fabing e Hawkins in un lavoro del 1956che per varie circostanze ebbe molta risonanza nel mondofarmacologico, rna da allora non e stato fatto nessun ulte-riore studio.In compenso una presa di 10 milligrammi della sostanza,inalata per via nasale, da luogo a rinorrea e lacrimazionerna non induce efletti centrali. Anche prese di 40 milligram-mi sono senza conseguenze. L'efletto parenterale e statosperimentato solo su schizofrenici, nei quali ha prodottosoprattutto temibili efletti fisici, come una ipereccitazione

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    cardi?vasclare, che. ha sconsigl iato i l proseguimento degliespenm~ntl e suggensce comunque a chi volesse provare labufotemna a scopo voluttuario di non somministrarsela inve~a: Tra g.li altri derivati 5-sostituiti dell'indolo ha pro-pr~eta all~cmoge~e la, 5-metossi-N-N-dimetil triptamina, ilCUI N-N-dllsopropIlato e anche attivo per via orale.La,5-metossi-N-Ndimetiltriptamina ha goduto di una certapopol~nta ner I~onuo uei bIOl:mmICI, quando due ricercatoripubblicarono di averla trovata nelle urine di pazienti schizo-frenici, mentre non si trova nelle urine delle persone sane.I~ ,questo. caso, il reperto di una sostanza con provate atti-v.lta .al lucmoge~e nelle urine degli psicotici, avrebbe potutosignificare che II ~ervello di questi malati si fabbrica, perun errore metabohco, sostanze che normal mente non ci so-no e che.potr~bbero causare Ie allucinazioni patologiche.La questione e stata molto dibattuta e non sembra aver avutoseguito.V~ osservato. che. nel tentativo di provare la genesi biochi-mica delle PSICOSI, nelle urine degli schizofrenici e state tro-vato di tutto.La psilocina e la psilocibina, come altre sostanze allucino-gene a struttura indolica, vengono escrete per via urinariacome derivati idrossilici in posizione 6.La 6-idros.si-N:N-d~meti1triptamina e un composto che, al-meno .~u?h an~mah, sembrava avere effetti allucinogeni an-che pru intensi delle sostanze d'origine.La speriment~z.ione .su~l'uom? ~on ha dato conferma di que-s~o fat!o, anzi I?atl divenuti disponibili dopo i primi espe-r~~entt hann? dm~ostrato che la sostituzione chimica in po-sizione ~ del ~er~vati. allucinogeni della triptamina togliel?ro ogm prop~leta ~slched~li~a, .tanto che e stato propostoI u~o della ~-ldros~l-N-~-~lettltnptamina come placeboattivo negh espenmenn m cui vengono studiate Ie pro-prieta al lucinogene di nuove sostanze.

    Durante la prima mezz 'ora, uno dei segni pill costanti chela sostanza e in azione e rappresentato dall'arrossamento delvolta; possono poi comparire vertigini soggett ive (il soggettoprova sensazioni di instabilita e movimento e li riferisce alproprio corpo e non agli oggetti dell'ambiente) e instabilita"alIa deambulazione.Abbastanza di frequente compaiono nausea e dolori addo-minali, un senso di debolezza generale, dolori muscolari dif-fusi, fascicolazioni (contrazione casu ale di porzioni di mu-scoli) e lievi tremori. Meno frequentemente il soggetto eansioso, irrequieto e accusa una perdita di sensibilita aIlelabbra e alIa lingua.Entro 30-60 minuti compaiono i primi effetti men tali , prin-cipalmente visivi, mentre gli effetti fisici della prima mez-z'ora si attenuano e vanno scomparendo. Col progredire deltempo gli effett i men tali diventano preponderanti dirottandoI'attenzione dal corpo alla mente. II soggetto puc tuttaviaavvertire di essere disturbato da fenomeni fisici quali di-sturbi della coordinazione dei movimenti, sudorazione pro-fusa, lacrimazione involontaria e tremolio della voce, checostituiscono il proseguimento degli effetti fisici della psilo-cibina. Circa verso l'inizio della seconda ora dall'ingestionedella sostanza comincia l'esperienza psichedelica vera e pro-pria, contrassegnata, come si vedra meglio in seguito, daallucinazioni visive vividamente colorate e percepite anchea occhi chiusi. IIsoggetto e euforico, ten'de a elaborare conlogica minuziosa qualunque stimolo sensitivo, associandoloa significati astratti; ha l'impressione che il suo cervello per-cepisca pill sensazioni dall'esterno di quante non ne ricevanormalmente e ha l'impressione che il tempo scorra pill len-tamente che d'ordinario 0 talvolta pill veloce.Durante la terza ora gli effetti cominciano ad attenuarsi edurante la quarta a svanire. In questa fase gli effetti fisicigradevoli 0 sgradevoli, appariscenti 0 sfumati che siano, so-no scomparsi.Tra Ie 4 e Ie 12 ore si ha il completo recupero della nor-malita. Durante it rientro puc manifestarsi qualche distur-bo, quale senso di fatica e di spossatezza e, soprattutto, ab-bastanza frequentemente, pub comparire cefalea.Tra i fenomeni fisicimeno frequenti associati all 'ingestionedi psilocibina sono state segnalate parestesie, dispnea (dif-ficolta respiratoria), scomparsa dell'appetito e transitori de-sideri sessuali (Hollister et aI., 1960).

    II vlagglo ora per ora~ ' effe~to mentale della psilocibina, a somiglianza di quantoSI veri fica anche con Ie aItre sostanze psichedeliche (e parti-~olarmente con I'LSD e altri allucinogeni di tipo indolico),e preceduto e accompagnato da chiari e non sempre grade-voli effetti f isici.50 51

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    Come la prima sigarettaI fenomeni fisici associati all'uso di psilocibina sono di scar-sa importanza clinica, non solo perche perfettamente rever-sibili, rna anche perche tendono ad attenuarsi 0 non si mani-festano pill nelle esperienze successive alla prima. Essi ten-dono a manifestarsi in maggior numero quanta maggiore ela dose soglia per efIetti mentali: sono poco avvertiti conI'LSD che agisce in dosi di microgrammi (milionesimi digrammo) mentre sono numerosi e fastidiosi con la mescalina,la cui dose soglia e nell'ordine delle centinaia di milligrammi.La psilocibina sta tra questi due estremi. .11 principio vale anche per una sola delle tre sostanze:aumentando le dosi in somministrazioni successive possonoaumentare i disagi fisici. Per la psilocibina questo principiovale in senso particolare: come verdi meglio spiegato pillavanti, la psilocibina (e altre molecole allucinogene a strut-tura indolica) da una tolleranza immediata, il che significache per qualche giorno qualunque dose rimane senza effet-to. Quando la sensibilita alla sostanza si e ripristinata, l'im-patto della stessa con I'organismo puo essere equivalente aquello della prima volta che e stata presa: c'e pericolo disovradosaggio e quindi di reazioni fisiche sgradevoli (Shul-gin, 1970).Cumulativamente gli efIetti fisici hanno la stessa gravita del-le manifestazioni che accompagnano il consumo della primasigaretta: un insieme di tosse, nausea, vomito, dolori al to-race e crampi allo stomaco che dissuaderebbero chiunquedal divenire un fumatore abituale se non si sapesse che que-sti disturbi scompaiono del tutto nei successivi incontri coltabacco.Nella stessa situazione puo venirsi a trovare soprattutto unneofita micofago, che affrontera l'esperienza col dubbio diessersi avvelenato con funghi che ha sbagliato a riconosceree classificare eche, ai primi sintomi sgradevoli, puo esserepreso dal panico e precipitarsi in un pronto soccorso.Sempre nell'ordine fisico sono alcuni efIetti simpaticomime-tici comuni all't.sn e alIa psilocibina.Le due sostanze producono dilatazione della pupilla, aumen-tano la temperatura corporea, la frequenza cardiaca, la fre-quenza respiratoria e la pressione sistolica e diminuisconoIa soglia dei riflessi tendinei, come per esempio il riflessopatellare (Isbell, 1959).52

    Nell'insieme, l'effetto fisico degli allucinogeni indolici, rnasoprattutto quello dell'r.sn, e simile a quello di un modestostress aspecifico (come per esempio l'esposizione al freddo 0una veglia di una notte). L'organismo e come in stato diallarme, iperreattivo. Come in caso di stress aspecifico i glo-buli bianchi in circolo aumentano (leucocitosi), diminuisco-no nella formula leucocitaria gli eosinofili, aumentano i tassidei 17-chetosteroidi e dei 17-idrossicorticoidi plasmatici.Contemporaneamente diminuisce l'escrezione urinaria deifosfati e aumentano gli acidi grassi liberi nel siero. L'im-pressione che tutto cio sia accompagnato da un aumentodell'xcra in circolo (ormone stimolante Ie ghiandole surre-nali, che aumenta ed e tra gli elementi motori principalinelle sindromi da stress) e giustificata dalle prove sperimen-tali che la tiroide e Ie ghiandole sessuali, invece, diminui-scono la loro attivita. La somministrazione preventiva disteroidi (quale il cortisone) blocca 0 diminuisce notevolmen-te gli efIetti dell'r.sn (Cohen, 1973).Tutto cio assume un particolare significato quando si con-sidera che i1 meccanismo d'azione principale degli alluci-nogeni indolici consiste nell'inibizione dei neuroni seroto-ninergici del rafe.Come si vedra meglio in seguito, i1 sistema dei neuroni sero-toninergici, di cui si conoscono ancora incompletamente levarie funzioni fisiologiche, sembra abbastanza importantenell'innescare meccanismi d'adattamento che interessano tut-to l'organismo. II blocco della trasmissione serotoninergica,sia mediante distruzione dei neuroni che fabbricano sero-tonina, sia mediante un blocco delle sinapsi che la utilizza-no, induce negli animali da esperimento una situazione diipersensibilita a tutti gli stimoli ambientali e di iperattivitain praticamente tutte le situazioni comportamentali in cuiviene a trovarsi.Attraverso una funzione inibitoria generalizzata, i1 sistemaserotoninergico potrebbe servire a modulare it comporta-mento e a mantenere le sue manifestazioni entro limiti fisiciragionevolmente ristretti, in modo che non si superi la sogliadella stress (Jacobs e Trulson, 1979).In ogni caso, il dato grezzo che descrive la situazione di unanimale in cui il sistema serotoninergico centrale e statoinattivato, spiega a sufficienza le osservazioni cliniche e ilparallelo che ne consegue, che l'efIetto somatico dell't.sn

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    (e quindi, seppure in minor misura, della psilocibina) e quel-1 0 di indurre una situazione di stress aspecifico. La paren-tela chimica tra LSD e psilocibina e provata anche dalla di-mostrazione che Ie due sostanze sviluppano tolleranza cro-ciata.La tolleranza e quel fenomeno per cui dosi successive di unadeterminata sostanza producono effetti meno intensi dellaprima dose.L'LSD e la psilocibina sviluppano una tolleranza precocis-sima verso se stesse: una dose di LSD anche maggiore dellaprima rimane senza effetti gia due ore dopo la prima som-ministrazione (cioe mentre la prima dose sta ancora agendo).Lo stesso fenomeno si verifica con la psilocibina.Lo sviluppo di tolleranza crociata significa che una dose diLSD annulla I'effetto di qualunque dose di psilocibina chevenga assorbita in seguito, COSt come e vero l 'inverso (Isbellet al., 1961).Sia la tolleranza verso se stesse sia verso gli omologhi chi-mici sviluppata dall'r.sn e dalla psilocibina, dura qualchegiorno; in genere una settimana e sufficiente perche i neu-roni serotoninergici ridiventino sensibili. Una conseguenzapratica di queste osservazioni e I'inutilita di autosommini-strazioni troppo ravvicinate delle sostanze allucinogene ditipo indolico. Come e noto, I'LSD e tutte le sostanze alluci-nogene a molecola indolica non danno dipendenza fisica.Anzi, il fenomeno dell'intensa e precoce tolleranza limital 'uso ad autosomministrazioni episodiche.Malgrado I'esperienza soggettiva di un aumento straordina-rio delle percezioni sensoriali sembra invece che la psiloci-bina e I'LSD aumentino le soglie sensitive. Esperimenti neiquali veniva studiato l'effetto delle due sostanze e della me-scalina sulle soglie sensitive hanno dimostrato che la pron-tezza nel riconoscere un colore e la capacita di distingueretra due toni della stesso colore diminuiscono e che il tempodi reazione a stimoli visivi si allunga (Hollister e Hartman,1961 ).E possibile che cio sia dovuto all'effetto disturbante dellesinestesie e cioe a quel fenomeno (giudicato molto grade-vole e interessante dai consumatori) per cui sotto l'effettodegli psichedelici una sensazione si trasforma in un'altra:un suono si trasforma in una cascata di colori, un saporeviene percepito come una musica e COS!via.Tuttavia, e probabile che in effetti l'esperienza di uno straor-54

    dinario aumento della sensibilita sia un vissuto puramentesoggettivo piuttosto che conseguire a un reale aumento dellaricezione di sensazioni da parte del cervello (Hartman eHollister, 1963).

    La psilocibina e un veleno?La tossicita acuta della psilocibina e stata determinata solosu animali (Hartman e Hollister, 1963).Nel ratto la dose letale e maggiore di 25-30 mg/kg. Pocosi sa sulla tossicita cronica. La tossicita acuta della psilo-cibina aumenta moltissimo se viene somministrata insiemea barbiturici, cio che suggerisce di non usarli come sedativiin caso di cattivi viaggi e di non addizionare a11a sostanzapura (per variegarne 0 aumentarne l 'effetto) ipnotici del tipobarbiturico.Se il dato sulla tossicita acuta e riportabile tale e quale al-l 'uomo un adulto di 70 chili di peso puo assorbire 2 grammidi psilocibina in una sola volta, senza correre un rischiomortale,Poiche un viaggio e assicurato con dosi dell'ordine. dell~diecina di milligrammi esiste un considerevole margme disicurezza. Del resto non sono mai stati segnalati incidentio avvelenamenti da psilocibina pura che abbiano richiestoun intervento di pronto soccorso (forse perche la so stanzapura era fino a qualche anna fa disponibile solo per espe-rimenti scientifici e quindi maneggiata da persone abituat~a lavorare con bilance di precisione). Invece avvelenamentianche mort ali da funghi allucinogeni freschi sono stati se-gnalati almeno due volte (Heim et aI., 1966; Me Cawley etaI., 1962), una in Francia e una negli Usa.L'identificazione dei funghi e assolutamente certa nel casode11'intossicazione collettiva in Francia perche gli autoridella segnalazione sono addirittura i riscopritor.i dei fung?ipsichedelici messicani Heim e Hofm~nn e anzi f~ proprI?questo episodio a spingerli a110 studio delle specie alluci-nogene europee. Nel secondo caso, l'identific~zione d~l1especie era dubbia e I'avvelenato era un b~mbmo: SUSSISt~quindi la possibilita che non avesse. mangiato s?l~ funghidella specie Psilocybe. D'altra parte IImargme di sicurezzadi 2 grammi per un adulto di 70 chili, in un bambino di8-10 chili si riduce notevolmente. Malgrado cio l'avvelenato

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    deve aver mangiato un numero enorme di funghi freschi,dato che per un viaggio di media intensita (tenuto contodella specie e dell'area geografica in cui il fungo e cresciuto)occorre ingerire anche 20-30 esemplari.Un maggior flusso di notizie sulla tossicita acuta dei funghifreschi si ha da quando nei paesi di lingua inglese (soprat-tutto negli Stati Uniti) si e diffusa l'abitudine di coltivarein casa i funghi allucinogeni oppure di consumare quelli checresco no spontaneamente nei boschi, specie in Inghilterra.I coltivatori dispongono di manuali dettagliatissimi sia sulletecniche di coltivazione vera e propria sia su come estrarreiprincipi attivi, sia dai miceli sia dalle piante adulte. In talmodo non esistono problemi di dosaggio quali invece incon-tra chi si approvvigiona direttamente nei boschi.Anche in questo caso, tuttavia, non sembrano esserci par-ticolari difficolta: una volta identif icata con sicurezza la spe-cie che contiene i principi attivi, si tratta di fare qualcheesperimento e in capo a due 0 tre prove la quantita di fun-ghi necessaria per un viaggio viene stabilita con ottima ap-prossimazione farmacologica. Questo e cio che risulta dal-l'esperienza inglese, ove il consumo di funghi psichedelicinati e cresciuti in loco e praticato da almena un quinquennio.Malgrado il discreto numero di consumatori, non e statosegnalato nella stampa medica inglese nessun caso di intos-sicazione acuta con sintomi di avvelenamento (si badi alladifferenza tra intossicazione e avvelenamento!) tali da con-sigliare una prestazione di pronto soccorso 0 un ricoveroospedaliero.Sono invece comparse segnalazioni di overdose, di cattivoviaggio 0 di supposte reazioni tipo flash-back.Nel primo caso, un giovane di 20 anni si presento a unaguardia psichiatrica del Regno Unito in preda a sintomi chei medici descrissero come similschizofrenici.Si scoprl che aveva ingerito una dose di 50-60 esemplarifreschi di Psilocybe semilanceata (la specie allucinogena pilldiffusa in .Inghilterra). Risulto che insieme ad altri amici ilgiovane era un abituale consumatore di questi funghi e chenormalmente ne mangiava una ventina, procurandosi viaggipiacevoli della durata di 6-8 ore. 11desiderio di un'esperien-za pill intensa, a contenuto mistico, 10 indusse a triplicarela dose dopo aver digiunato e dormito poco per qualchegiorno. Al momento del suo arrivo in pronto soccorso, ilviaggiatore era in uno stato euforico e sognante; parlava56

    poco e continuava a salutare, a gesti, gli astanti. Una visitamedica dimostro una marcata midriasi (dilatazione dellepupille), un aumento dei riflessi osteotendinei (normalmenteriscontrata durante viaggi con allucinogeni indolici), un'ele- vata frequenza cardiaca (circa 104 battiti al minuto), un no-tevole rossore del volta e un basso valore di pressione delsangue.Dopo 24 ore, tale sintomatologia fisica persisteva inalterataquantitativamente e qualitativamente. In compenso l'intos-sicato era divenuto pauroso e aggressivo. Dopo 48 ore com-parve uno stato di stu pore e di eccitazione e il soggetto ri-peteva continuamente le parole: Due dita, due dita, duedita ... . La sintomatologia fisica pero aveva cominciato aregredire. Dopo 72 ore comparve una sintomatologia cat a -lettica, compreso un sintomo molto pittoresco della sindro-me schizofrenica spontanea chiamato flexibilitas cerea ,consistente nel fatto che se si fa assumere alle membra delpaziente una qualunque posizione questa viene mantenutaper lungo tempo, come se ilpaziente fosse una statua di cera.Circa nella stesso periodo comparvero episodi di agitazionee di paura. Verso la meta del quarto giorno (96 ore) comin-cio la fase di recupero contrassegnato dall'impressione, co-municata ai medici dal viaggiatore stesso, che le cose e gliavvenimenti r icominciassero a torn are sotto ilsuo controllo.Nei giorni successivi ilgiovane ridivenne del tutto normale(allegro e affettuoso 10 definiscono gli psichiatri che descri-vono ilcaso) senza alcun sintomo psicopatologico specie ditipo schizofrenico. Venne dimesso dopo 10 giorni e ai sue-cessivi controlli fu trovato in perfette condizioni mentali.Un caso di cattivo viaggio da paura sembra invece quellodi un giovane di 27 anni che, avendo let to in un libro che diverse specie di funghi allucinogeni erano diffuse an-che in Gran Bretagna, ne aveva identificati e raccolti neiboschi diversi esemplari. Tornato a casa li aveva bolliti epoi aveva bevuto l'acqua di bollitura. Dopo circa 2 ore e.rnezza si era presentato all'ospedale in preda a sintomi di deli r io acuto di tipo psicotico . Era agitato, pauroso edichiarava di vedere uccelli coloratissimi volargli addossoe di percepire tutti i colori in modo estremamente vivido.All'esame fisico venne solo riscontrata una modesta dilata-zione pupillare. La mattina successiva al ricovero, il sog-getto era perfettamente normale fisicamente e psicologica-mente. Prima di lasciare l'ospedale dichiaro di aver avuto

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    una esperienza molto sgradevole T con la sensazione diessere stato vicino alla morte ) e di non desiderare ripe-terla (Hyde et aI., 1978).Non c'e dubbio che il primo sia un caso da overdose. rna,a parte Ie complicazioni psichiatriche, cio non ha compor-tato grandi pericoIi 0 danni di tipo fisico (paragonabili a unavvelenamento). IIsecondo, invece, assomigIia ai cattivi viag-gi da paura dei viaggiatori solitari alle prime armi. E possi-bile che il viaggiatore abbia sbagIiato la dose (non vieneprecisata la quantita di funghi consumata), e, anche in talcaso, non si pub parlare di avvelenamento rna di intossi-cazione.La letteratura psichiatrica, quella underground e quella psi-chedelica degli Anni Sessantacinque-Settanta, sono piene didescrizioni di cattivi viaggi causati dalle piii svariate so-stanze con sindromi schizofreniche acute, sindromi psico-tiche, deliri allucinatori e COS! via.Gli psichiatri descrivono per similitudine cio che vedono ela terminologia tecnica evoca immagini terrificanti. Nonmolto diverse sarebbero Ie descrizioni dello stato mentaledi un ubriaco all'ultimo stadio, specie da parte di uno psi-chiatra con scarsa dimestichezza con i consumatori di alco1.Che i casi riferiti qui sopra fossero dovuti all'ingestione difunghi indigeni non ci sono dubbi: gIi autori delle me-morie si sono fatti indicare dai pazienti e dai loro amici ifunghi direttamente nei campi e dopo averne raccolti alcuniesemplari Ii hanno fatti identificare da esperti micologi del-I'universita di Manchester (nella cui provincia si sono svoltii fatti) che li hanno riconosciuti macro e microscopicamentecome appartenenti al genere Psilocybe semilanceata.Questa specie e molto comune in Gran Bretagna e si trovafacilmente, in autunno, tra l'erba dei campi, nei parchi, neiprati e sui bordi delle strade. Cresce spesso in colonie COS)che e facile raccoglierne in gran numero in una sola volta.II loro uso controllato comporta raramente incidenti e i cat-tivi viaggi possono essere facilmente interrotti 0 attenuaticon la somministrazione di diazepam 0 di una fenotiazina.La tossicita cronica della psilocibina pura 0 del consumo deifunghi freschi non e stata molto studiata.Del resto, vista la precocissima tolleranza che la psilocibinainduce, questa studio pub essere sembrato superfluo. Tutta-via, se assunzioni episodiche della sostanza sono prive dieffetti mentali, potrebbero non essere innocue a livello fisico.58

    L'unico studio in questo sen so e consisti to nella sommini-strazione continua per 21 giorni, a un volontario, di dosiquotidiane da 15 mg a 27 mg di psilocibina pura.Le ultime dosi venivano frazionate in tre somministrazioniin varie ore del giorno. Durante l'evoluzione dell'esperimen-to sono stati fatti continui controlli ematochimici (conta deileucociti, degli eosinofili, dosaggio della emoglobina, azote-mia, creatiminemia, dosaggio qualitativo e quantitativo del-le proteine del sangue, colesterolemia, dosaggio della coli-nesterasi serica e dosaggio delle transaminasi) che non han-no subito modificazioni significative rispetto ai valori nor-mali e di controllo.Anche l'elettroencefalogramma del volontario che si sotto-pose all'esperimento non mostro alcuna alterazione (Holli-ster, 1961).E dubbio se a somiglianza di quanto e stato dimostrato perI'LSD, Ia psilocibina possa dare fenomeni di flash-back.Questi dovrebbero consistere in episodi di breve 0 brevissi-rna durata durante i quali, in completa assenza della sostan-za, i l soggetto rivive l 'esperienza 0 un suo frammento.L'unico caso che pot reb be far nascere questo dubbio e sta-to anche segnalato in Inghilterra e con segue i1 consumodi Psilocybe semilanceata.Si trattava di un giovane di 24 anni che, in compagnia diamici, ne aveva ingerito una dose di 25 esemplari.Nei giorni successivi all'episodio, il giovane comincio adavere attacchi ricorrenti di panico che egli teneva sotto con-trollo con automedicazioni di diazepam.Alla fine si risolse a consultare uno psichiatra (Benjamin,1979) .E probabile che invece che trattarsi di episodi di flash-backsi sia trattato dell'induzione in fase clinicamente conclama-ta di disagi psichiatrici latenti.Situazioni simili causate dall'r.sn sono state segnalate piuvolte in passato.In tali casi, l'ingestione della sostanza ha agito come causascatenante di uno stato morboso che probabilmente primao poi si sarebbe rivelato nel futuro clinico dei soggetti.Dalla somma degli studi riassunti nelle pagine precedenti,la tossicita acuta di una dose psichedelica di psilocibina(esclusi gli effetti mentali) sembra inferiore a quella di unasigaretta. Quanto alIa tossicita cronica, 10 studio di Hollistere insufficiente per formulare paragoni.

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    L'etJetto sulla menteCome per tutte le altre sostanze psichedeliche, e difficiledare una descrizione esauriente e standardizzata dell'effet-to mentale della psilocibina. E ormai risaputo che qualun-que esperienza psichedelica e contra ssegnat a da effetti va-riabili in dipendenza di una serie notevole di fattori sog-gettivi e oggettivi. Tra iprimi va ricordato, come essenziale,10 stato d'animo del soggetto alla partenza, perche esso ver-ra spesso amplificato e, nel caso che la sostanza venga sor-bita in condizioni di ansia, paura 0 angoscia, ne potra risul-tare un cattivo viaggio ,II contenuto dell'esperienza sara in parte determinato dacio che 10 stesso consumatore si aspetta, dalla sua cultura,dal suo umore, dal suo carattere, dal suo equilibrio psi-chico, dal suo stato di salute, e COS! via.Tra i fattori oggettivi e nota I'importanza che hanno I'am-biente in cui si svolge l'esperienza, Ie persone presenti, i1dosaggio, I'eventuale associazione con alcol, con altre so-stanze a effetto psichedelico, farmaci e COS! via.Le ragioni di questa notevole variabilita risiedono nel fattoche molte sostanze allucinogene, tra cui Ia psilocibina e so-prattutto I'LSD, abbassano 0 aboliscono il controllo dell'egodi modo che qualunque fattore ambientale 0 interiore puoinfIuire sulla psiche di chi e sotto l'effetto delle sostanze.II viaggiatore e in uno stato ipocritico e ipersuggestionabilecosicche gli effetti men tali delle varie sostanze sono impre-vedibili e spesso nella stesso soggetto due esperienze con lastessa so stanza possono essere molto diverse tra Ioro. Ciocomplica notevolmente il problema di una descrizione deglieffetti sostanza per sostanza: spes so e difficile dire qualisiano le proprieta della sostanza e quali Ie proprieta denapersona (Shuigin, 1970).Ci sono buone ragioni per raggiungere una descrizione senon fedele almena fedelmente approssimativa degli effettisia degli allucinogeni indolici sia delle sostanze psichedeli-che in generale.Una prima ragione deriva dai tentativi d'uso terapeutico chedi tali sostanze potrebbe essere fatto: e ovvio che usarle conscopi di cura impone una conoscenza minuziosa dei loroeffetti.Dopo i1 fallimento dei primi tentativi, causato non solo daragioni scientifiche, rna da opposizioni morali, da paure so-60

    ciali e da divieti d'altro ordine, l'interesse scientifico per Iemolecole psichedeliche e i loro effetti non si e assoluta-mente affievolito: si e semplicemente applicato ad altre fina-lita, per 10 pill nel campo della psicologia sperimentale, come 10 studio dei meccanismi di genesi degli stati di co-scienza, la psicologia degli stati di coscienza e, nel campodella farmacologia, la rice rca di derivati con azioni tera-peutiche, rna privi di effetti collaterali allucinogeni 0 psi-cotomimetici .Una terza ragione di note vole importanza per continuare10 studio delle mole cole psichedeliche e quella di produrre~a~lUali. d 'u~o .ch~ mettano i consumatori al riparo dagliincidenti e It aiutino a usarle appropriatamente come coa-diuvanti chimici all'amplificazione degli stati di coscienzao semplicemente come sostanze ricreative e voluttuarie.La questione se esse siano effettivamente in grado di pro-muovere l'autoconoscenza, di favorire il nascere di una nuo-va epistemiologia 0, semplicemente, di causare una linea difrattura nella morale della cultura occidentale, non si e esau-rita con l'abiura di Timoty Leary.La questione continuera a rinascere e a ripresentarsi in mo-do prepotente finche esisteranno consumatori e persone chepensano di avere il diritto di decidere per loro cosa e lecitoconsumare e cosa no.Gli effetti mentali della psilocibina sono, come gia detto pillvolte, simili, rna meno potenti, a quelli dell't.sn. Molte delledescrizioni che vengono raccolte in questo capitolo si rife-riscono all'effetto dell'r.sn e si suppongono traslabili allapsilocibina.L'LSD e state certamente studiato pill a fondo della psiloci-bina: le dichiarazioni dei consumatori, i dati antropologiciraccolti tra le popolazioni che ancora hanno istituzionaliz-~ato l'uso dei funghi a scopi mistico-religiosi e medicali e,mfine, la sperimentazione scientifica, giustificano questatraslazione.Gli effetti mentali della psilocibina vengono distinti in per-ce tt iv i, cogn i ti vi e affettivi.Le modificazioni della percezione sensoriale sono la conse-guenza pill vistosa e preponderante dell'esperienza psiche-delicae sono comuni praticamente a tutte le sostanze. Ladistinzione tra sostanze in grado di promuovere solo la vi-sione di forme colorate, campi di luce, caleidoscopi geo-metrici in movimento 0 la visione di scene intere di vita, e

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    fallita. Si puo dire che la psilocibina tende a dare il secondotipo di esperienza anche se non si puo dire che sia una suaproprieta costante. Le modificazioni delle percezioni senso-riali che costituiscono buona parte dell'esperienza psichede-lica sono di difficile descrizione, in quanto soggettive.L'oggettivazione mediante scritti, dipinti 0 resoconti regi-strati e resa poco affidabile sia dall'incapacita dei soggettidi ragionare secondo gli schemi delle stato ordinario di co-scienza, sia dal fatto che i tentativi stessi di oggettivarel'esperienza la possono modificare rendendola atipica.Per quanto riguarda la psilocibina, non appena eomincial 'efIetto mentale (circa 30 minuti se la sostanza e assorbitaper via orale) forme intensamente colorate cominciano amuoversi davanti agli occhi del viaggiatore. Dapprima essesi manifestano solo se ehiude le palpebre rna, se persistonocon gli occhi sia aperti sia chiusi, allora sono allucinazionivisive vere e proprie. A forme generiche si sostituiscono for-me complesse e finalmente intere scene possono compariree svolgersi come una proiezione interiore.Talvolta gli oggetti sembrano emettere una loro propria lu-minos ita e da essi sembra uscire un flusso di colori di con-sistenza collosa.Sono frequenti le sensazioni illusorie di movimento: una se-dia, un tavolo, 0 le pareti stesse dell'ambiente circostantesembrano muoversi.Una macchia nel muro puo sembrare un occhio. Una mac-chia di luce suI tavolo, un bueo attraverso cui spiare l'im-mensa luminosita dell'infinito. I volti delle persone possonodiventare universi visivi nei quali non e solo scritta la sto-ria dei loro proprietari, rna e esemplificata, caso per caso,la fisionomia dei vizi spirituali, cosicche le pieghe della pel-le, le rughe, gli angoli degli occhi, del naso e delle labbradiventano segni lampanti dell'invidia, dell'avidita, dell'amo-re, della sofIerenza, come se un geniale Arcimboldi avesseassemblato i volti degli astanti per fame una lezione di psi-cosomatiea della fisionomia.Pili che vere allucinazioni, sono frequenti le pseudoalluci-nazioni: esse sono percezioni erronee, che vengono avvertitecome tali perche i1 soggetto mantiene la coscienza ehe essesiano dovute all'efIetto della sostanza che sta agendo sul suocervello e percio vengono anche giudicate irre