i portici di bologna · degli esempi meglio conservati di portico tardo medievale, restau- ......

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I portici di Bologna Candidati a “patrimonio dell’umanità” Unesco rendono la città felsinea unica al mondo. Giochi di luci e ombre, profonde prospettive architettoniche, colonne e capitelli sempre diversi regalano immagini di una realtà urbana affascinante e insolita. 8. Il portico commerciale di via dell’Indipendenza 9. I portici residenziali popolari di Via Santa Caterina 10. Il portico di San Luca Con l’apertura del tracciato di via dell’Indipendenza (1888), si af- ferma una nuova tipologia di portico a destinazione prevalente- mente commerciale. I nuovi edifici progettati lungo l’asse stradale che unisce Piazza Maggiore alla nuova stazione ferroviaria e poi lungo le vie Rizzoli e Ugo Bassi, sono occasione per definire spazi moderni che si contrappongono alle strutture dei portici più tradi- zionali ritenuti pericolosi o poco salubri. L’altezza e la larghezza dei portici aumentano, e il loro disegno si riallaccia a modelli neorina- scimentali o neogotici, con inserzioni di gusto floreale, come nel caso del portico della palazzina Majani di Augusto Sezanne al n. 4. In alcune zone della espansione trecentesca della città sono an- cora ben conservati lunghi percorsi porticati realizzati sulla base di piani di lottizzazione monastici. Li troviamo, tra l’altro, lungo le vie di Mirasole, Tovaglie e Solferino, di San Leonardo, Centotrecento e Santa Caterina. Lungo quest’ultima strada si può osservare un’ar- chitettura del portico ridotta ai minimi termini, priva di arcate, ma sviluppata attraverso strutture architravate, funzionale alle attivi- tà produttive e artigianali che vi si svolgevano. Lungo le vie Saragozza e di San Luca, si snoda il il portico di San Luca, costruito tra XVII e XVIII secolo come percorso devozionale coper- to per raggiungere il santuario mariano della Vergine di San Luca a partire dalla tribuna iniziale (il cosiddetto “arco Bonaccorsi”) posto al limite fisico della città murata. Il portico, lungo 3796 metri e in- tervallato di 15 stazioni di pellegrinaggio, fu edificato nella seconda metà del XVII secolo (a partire dal 1674) su progetto di Gian Giacomo Monti ed è composto di due parti distinte, un tratto di pianura (1520 m) e uno di collina (2276 m. completato solo ai primi del Settecento sotto la direzione di Giovanni Antonio Conti) raccordati dall’arco del Meloncello, realizzato da Carlo Francesco Dotti nel 1732. Portici di San Luca sentava un loggiato di lunghezza doppia di quella attuale) e delle antistanti case Boncompagni, che esemplificano l’architettura domestica bolognese duecentesca interpretata alla luce della cultura di fine Ottocento. Via S. Caterina Casa Grassi DSIGN.IT/stampa dicembre 2015/tipografia metropolitana Bologna Testo di Francesco Ceccarelli - Università di Bologna www.bolognawelcome.it touristoffi[email protected] Piazza Maggiore 1/e Aeroporto G. Marconi, via Triumvirato 84 Informazioni turistiche tel. +39 051 239660 - +39 051 6472201 Piazza Maggiore Piazza S. Stefano via San Vitale v ia Rizzoli Strada Maggiore Strada via Santo Stefano via Santo Stefano via San Vitale via dell’Unione via F. Selmi via Ugo Bassi via Ugo Bassi via G. Marconi via dell’Indipendenz viale C. Pepoli via Zamboni via Zamboni via Castiglione via Castiglione Piazza Re Enzo Piazza Minghetti Piazza Galvani Piazza S. Domenico Piazza S. Giovanni in Monte Piazza Galileo Piazza de’ Celestini Piazza de’ Calderini Piazza Cavour Piazza Roosevelt Piazza S. Francesco a Piazza Malpighi via Clavature V. Caprarie Piazza del Nettuno Piazza della Mercanzia Piazza S. Martino piazzetta Marco Biagi via Orefici Via dei Musei via d e G i u d ei via del- l’Archiginnasio via de’ Pepoli Corte Isolani via Drapperie via Altabella via Albiroli via Marsala via Marsala v. Mentan largo Respighi via Monte Grappa via Manzoni via Goito v. de’ Monari via Riva di Reno via G via S. Giorgio via Nazario Sauro via G.B. M via S. Gervasio via Parigi via G. Obe via G. Oberdan via dell’Inferno via Cesare Battisti via de’ Marchi via Pietralata via Pietralata via Paradiso la Grada via S. Rocco via A. Testoni via de’ Gombruti via Porta Nova via del Pratello a del Pratello via San Felice ia San Felice me via delle Lame v. de’ Fusari v. Val d’Aposa via d’Azeglio v. S. Margherita v. IV Novembre v. Volto Santo via d’Azeglio via Tagliapietre via de’ Carbonesi via Barberia via del Fossato via Senzanome via del Riccio via Collegio di Spagna via Nosadella via Nosadella via Frassinago via S. Caterina via Ca’ Selvatica via S. Isaia via S. Isaia ragozza via Saragozza via Urbana via Marsili Corte Galluzzi via Cartoleria Castellata mo v. dei Bersaglieri via Guerrazzi via Borgonuovo Piazza Aldrovandi Piazza G. Verdi via Begatto via Begatto via G. Reni via Santa via G. Petroni largo Trombetti vicolo Posterla via de’ Chiari via San Petronio Vecc via Garibaldi via del Cane via Farini via Farini via de’ Poeti Porta Saragozza via 7

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Page 1: I portici di Bologna · degli esempi meglio conservati di portico tardo medievale, restau- ... architettato da Domenico Tibaldi e le arcate tuscaniche del portico di palazzo Malvezzi

I porticidi BolognaCandidati a “patrimonio dell’umanità” Unesco rendono la città felsinea unica al mondo. Giochi di luci e ombre, profonde prospettive architettoniche, colonne e capitelli sempre diversi regalano immagini di una realtà urbana aff ascinante e insolita.

8. Il portico commerciale di via dell’Indipendenza

9. I portici residenziali popolari di Via Santa Caterina

10. Il portico di San Luca

Con l’apertura del tracciato di via dell’Indipendenza (1888), si af-ferma una nuova tipologia di portico a destinazione prevalente-mente commerciale. I nuovi edifi ci progettati lungo l’asse stradale che unisce Piazza Maggiore alla nuova stazione ferroviaria e poi lungo le vie Rizzoli e Ugo Bassi, sono occasione per defi nire spazi moderni che si contrappongono alle strutture dei portici più tradi-zionali ritenuti pericolosi o poco salubri. L’altezza e la larghezza dei portici aumentano, e il loro disegno si riallaccia a modelli neorina-scimentali o neogotici, con inserzioni di gusto fl oreale, come nel caso del portico della palazzina Majani di Augusto Sezanne al n. 4.

In alcune zone della espansione trecentesca della città sono an-cora ben conservati lunghi percorsi porticati realizzati sulla base di piani di lottizzazione monastici. Li troviamo, tra l’altro, lungo le vie di Mirasole, Tovaglie e Solferino, di San Leonardo, Centotrecento e Santa Caterina. Lungo quest’ultima strada si può osservare un’ar-chitettura del portico ridotta ai minimi termini, priva di arcate, ma sviluppata attraverso strutture architravate, funzionale alle attivi-tà produttive e artigianali che vi si svolgevano.

Lungo le vie Saragozza e di San Luca, si snoda il il portico di San Luca, costruito tra XVII e XVIII secolo come percorso devozionale coper-to per raggiungere il santuario mariano della Vergine di San Luca a partire dalla tribuna iniziale (il cosiddetto “arco Bonaccorsi”) posto al limite fi sico della città murata. Il portico, lungo 3796 metri e in-tervallato di 15 stazioni di pellegrinaggio, fu edifi cato nella seconda metà del XVII secolo (a partire dal 1674) su progetto di Gian Giacomo Monti ed è composto di due parti distinte, un tratto di pianura (1520 m) e uno di collina (2276 m. completato solo ai primi del Settecento sotto la direzione di Giovanni Antonio Conti) raccordati dall’arco del Meloncello, realizzato da Carlo Francesco Dotti nel 1732.

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sentava un loggiato di lunghezza doppia di quella attuale) e delle antistanti case Boncompagni, che esemplifi cano l’architettura domestica bolognese duecentesca interpretata alla luce della cultura di fi ne Ottocento.

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Testo di Francesco Ceccarelli - Università di Bologna

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Page 2: I portici di Bologna · degli esempi meglio conservati di portico tardo medievale, restau- ... architettato da Domenico Tibaldi e le arcate tuscaniche del portico di palazzo Malvezzi

1. Piazza Maggiore e la sede della antica Università

2. Piazza Santo Stefano

Piazza Maggiore presenta edifici porticati lungo tre lati del grandioso invaso realizzato a partire dal XIII secolo. Sul lato occidentale si os-servano le arcate gotiche su pilastri cruciformi del Palatium Bladi, rimesse in luce in seguito ai restauri del 1885-87. Sul lato nord si sviluppa il possente portico del bentivolesco palazzo del Podestà, realizzato alla fine del XV secolo (dal 1485) su quello precedente del Palatium Vetus. A est infine si staglia il portico dei Banchi realizza-to su disegno di Jacopo Barozzi (il Vignola) a partire dal 1565. Qui il loggiato mantiene ancora bene in vista le volte a crociera eseguite nel primo Quattrocento. Tutta la sequenza di portici che, a partire da Piazza Maggiore affianca la basilica di San Petronio per conclu-dersi nella odierna piazza Galvani, compone il lungo percorso noto anche come Pavaglione (variante dialettale del padiglione legato al mercato dei bozzoli per la produzione di seta). Dopo il portico dei Banchi troviamo il portico dell’Ospedale della Morte, antico centro assistenziale e di accoglienza tardo medievale e oggi sede del Museo Civico, a cui si affianca il portico dell’Archiginnasio, sede dell’univer-sità negli anni della Controriforma. Questo elegante portico, con le sue 30 arcate sviluppate per 139 metri di lunghezza, fu realizzato da Antonio Terribilia nel 1563 ed è il frutto del rifacimento parziale del precedente loggiato quattrocentesco delle Scuole di San Petronio, di cui anche qui si conservano le volte quattrocentesche.

Una suggestiva sequenza di portici tardo medievali e rinascimen-tali costeggia i due lati della via Santo Stefano in corrispondenza del trivio di origine medievale dominato dal complesso religioso omonimo. Lungo il lato a ovest, troviamo per primo il porticato del palazzo Bolognini Amorini (nn. 9-11), seguito poi dalla casa Bianchi, al n. 13, ben riconoscibile per l’alto portico su colonne di arenaria dal fusto scanalato. Segue poi la lunga sequenza di edifici oggi noti

Portici S. Stefano

Santa Maria dei Servi

S. Giacomo Maggiore. Foto di Adriana Verolla

3. Il Conservatorio del BaraccanoTra i portici rinascimentali bolognesi si distingue per le sue qualità for-mali il portico del Conservatorio delle Putte del Baraccano, dall’ampio loggiato di età bentivolesca, impostato su maestose colonne in maci-gno con il fusto impreziosito da un elegante disco modanato.

4. Strada Maggiore

6. San Giacomo Maggiore e via Zamboni

5. L’area del Carrobbio di Porta Ravegnana

Lungo Strada Maggiore, che ricalca in gran parte il tracciato della via Aemilia inframuraria, troviamo alcuni dei più singolari esempi di portici monumentali dell’intera città.Di notevole interesse è l’arioso porticato che si estende sul fianco settentrionale della basilica di Santa Maria dei Servi, avviato nella seconda metà del XIV secolo forse su disegno di Antonio di Vin-cenzo e realizzato con ampie volte a crociera su esili colonnine in marmo dal caratteristico raccordo anulare a metà del fusto. Sem-pre sul versante sud della strada, si può ammirare poi, al n. 19 lo slanciato portico ligneo (alto oltre 9 metri) della casa Isolani uno degli esempi meglio conservati di portico tardo medievale, restau-rato nel 1877. Altrettanto particolare è il portico davanti all’ingresso della chiesa barocca di San Bartolomeo, adiacente alle due torri, che sfrutta il loggiato del cinquecentesco e incompiuto palazzo Guastavillani, i cui possenti pilastri presentano raffinate (e oggi molto rovinate) decorazioni rinascimentali in arenaria.

Lungo la via Zamboni si susseguono architetture porticate che anticamente erano residenze nobiliari o strutture religiose e oggi ospitano strutture universitarie e altre istituzioni pubbliche. Dopo la piccola piazza di San Donato si incontra il neoclassico palazzo Malvasia che presenta eleganti soluzioni porticate svi-luppate in diverse epoche. Seguono poi i portici tardo rinasci-mentali del palazzo Magnani, architettato da Domenico Tibaldi e le arcate tuscaniche del portico di palazzo Malvezzi. Sul lato op-posto della via, dopo il maestoso portico cinquecentesco di pa-lazzo Malvezzi de Medici, si estendono le 35 campate del portico rinascimentale della chiesa di San Giacomo Maggiore. Concepito come un percorso cerimoniale che guidava verso la Domus Ma-gna di Giovanni II Bentivoglio (distrutta nel 1507 e che si trova-va in corrispondenza dell’attuale Teatro Comunale), il raffinato portico di San Giacomo fu realizzato tra 1477 e 1479 da esperti lapicidi tra cui Tommaso di Filippo da Varignana.

Del medievale foro dei Mercanti nelle adiacenze della Porta Ra-vegnana sopravvive solo una parte degli edifici porticati, sebbe-ne fortemente restaurati o addirittura in larga parte ricostrui-ti. Lo spazio irregolare è dominato dalla Loggia della Mercanzia (1384), capolavoro dell’architettura tardogotica dal maestoso portico con ampie volte a crociera rette da pilastri polistili. Sul-lo slargo si elevano anche i portici lignei delle case Seracchioli, frutto di una reinvenzione stilistica del secolo scorso (1928), per conferire al contesto ambientale un carattere neogotico.

come case Tacconi, dove spicca la facciata tardo quattrocentesca in forma di arco trionfale, al n. 15, ispirata a modelli ferraresi, e quindi il fronte delle case già Beccadelli, dalle particolari colonne spiraliformi in laterizio. Sul versante orientale della piazza si può ammirare, al n. 18, il portico rinascimentale di palazzo Isolani, re-alizzato nella seconda metà del XV secolo dal fiorentino Pagno di Lapo Portigiani.

Lungo la via Marsala, tra le vie Oberdan e Piella, si possono am-mirare i portici lignei della casa Grassi (che originariamente pre-

7. I portici lignei di Via Marsala