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koala_99 I sogni si avverano… “La paura non è nulla di più che una sensazione: uno sente freddo, sente fame, si sente arrabbiato, si sente intimorito. La paura non potrà mai farti male…” Continuavo a pensare a questa frase da due giorni, quando ho parlato a Beky dei sogni strani che faccio da un poʼ: - Continuo a sognare le nostre compagne di pallavolo, le ragazze che abbiamo conosciuto al mare, e un ragazzo che non conosco…!- Beky mi fisso per qualche istante e poi disse: - Non ti preoccupare Katrin, passera! Sono sicura che e una cosa temporanea!- Ha sempre unʼ aria cosi gentile…! Io e Beky siamo migliori amiche praticamente da sempre! Le nostre madri erano amiche al liceo, ma poi si erano perse di vista. Quando eravamo allʼ asilo, Beky mi aveva tirato un trenino in faccia, e da li non ci siamo più separate. Ora abbiamo quasi sedici anni. E suonata la campanella per il cambio dellʼ ora. Avevamo tedesco e oggi sarebbe arrivato un nuovo allievo. -Buongiorno ragazzi- -Buongiorno maestra- avevamo risposto insieme. -Oggi avremo un nuovo compagno. Il suo nome e Adam. Fatelo sentire a suo agio. Adam, ti puoi sedere accanto a Katrin.- Il nuovo arrivato si diresse al posto assegnatoli dalla maestra. La maestra ci consegnò un foglio A3 dove dovevamo rappresentare le vacanze che ci piacerebbe passare; era un lavoro a coppie. Io iniziai a parlare di tedesco mentre Adam mi fissava, lo avevo gia visto da qualche parte: -Hai dei bellissimi occhi- mi aveva detto mentre arrossivamo tutti e due. -Grazie, anche tu…- In realtà non sapevo come erano. Alzai lentamente lo guardo e intravidi sotto quelle ciocche bionde degli splendidi occhi verdi. La campanella per la pausa pranzo suono. Io e Beky andammo al nostro solito tavolo insieme a Giada e Sarah. Beky era esaltatissima: -Ragazze, ho deciso di dare una festa per l inizio della scuola. Ci sarà tutta la classe…- e mi guardo con uno sguardo divertito. Poi mi disse bisbigliando: -Anche il nuovo arrivato…- Io arrossii. La campanella suono e rientrammo in classe. Avevamo geografia, matematica e francese. Alla fine delle ultime ore, Beky mi passo un bigliettino. Cʼera scritto: “Katrin, sei invitata alla festa in maschera per lʼinizio dellʼ anno… e tra due giorni! Trovati un costume!”. Le sorrisi. Poi le scrissi: “Vieni con me al Centro Commerciale dopo?”. E glielo passai. Mi sorrise (un sorriso e come un si!). Finalmente quelle interminabili ore finirono. Io e Beky uscimmo di corsa, e ci dirigemmo al Centro Commerciale. Beky disse, con aria divertita: -Si chiama Adam vero?- io arrossii leggermente: -Non capisco di cosa parli…- -Ti si legge negli occhi…! -Smettila non e vero!- Lei mi guardò sorridendo. In fine lo ammisi: -E va bene, e vero…! Ma non dirlo a nessuno, promesso? Giura! -Lo giuro! Lo giuro!- Grido lei con aria divertita come non mai. Arrivammo a destinazione. Io mi comprai un vestito da fata e Beky da pirata. Eravamo bellissime! Tornai a casa e vidi che mia madre si era addormentata sul divano. Mi preparai una fittata e andai a dormire. Sognai Beky, Adam e la docente di tedesco. Era tutto molto strano… Il giorno dopo passo molto velocemente. I soliti maestri, compagni… Adam non cʼera… Quando la scuola finì, andai a casa. Studiai un poʼ e mi addormentai. Sognai la festa di Beky. Eravamo spaventate, ma non so da cosa… Subito dopo entro un ragazzo mascherato…e ci tranquillizzammo. Di colpo mi svegliai. Quel giorno no c era scuola, ma andavamo al cinema. Le tre arrivarono velocissimo e ci dirigemmo verso la casa di Beky per prepararci per la festa. Finalmente le sette. Arrivarono tutti, compreso Adam. Era vestito da Zorro. Iniziammo a ballare. Adam mi chiese se volevo ballare con lui…! Fu la serata più bella della mia vita! Da quella sera non faccio più quei sogni strani! Il motivo non lo so ancora… Ma ora sono felice, con un fidanzato e una migliore amica fantastica. 021

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koala_99

I sogni si avverano…

“La paura non è nulla di più che una sensazione: uno sente freddo, sente fame, si sente arrabbiato,si sente intimorito. La paura non potrà mai farti male…”Continuavo a pensare a questa frase da due giorni, quando ho parlato a Beky dei sogni strani chefaccio da un poʼ:- Continuo a sognare le nostre compagne di pallavolo, le ragazze che abbiamo conosciuto almare, e un ragazzo che non conosco…!-Beky mi fisso per qualche istante e poi disse:- Non ti preoccupare Katrin, passera! Sono sicura che e una cosa temporanea!-Ha sempre unʼ aria cosi gentile…! Io e Beky siamo migliori amiche praticamente da sempre! Lenostre madri erano amiche al liceo, ma poi si erano perse di vista. Quando eravamo allʼ asilo, Bekymi aveva tirato un trenino in faccia, e da li non ci siamo più separate. Ora abbiamo quasi sedici anni.E suonata la campanella per il cambio dellʼ ora.Avevamo tedesco e oggi sarebbe arrivato un nuovo allievo.-Buongiorno ragazzi--Buongiorno maestra- avevamo risposto insieme.-Oggi avremo un nuovo compagno. Il suo nome e Adam. Fatelo sentire a suo agio. Adam, ti puoisedere accanto a Katrin.-Il nuovo arrivato si diresse al posto assegnatoli dalla maestra.La maestra ci consegnò un foglio A3 dove dovevamo rappresentare le vacanze che ci piacerebbepassare; era un lavoro a coppie. Io iniziai a parlare di tedesco mentre Adam mi fissava, lo avevo giavisto da qualche parte:-Hai dei bellissimi occhi- mi aveva detto mentre arrossivamo tutti e due.-Grazie, anche tu…-In realtà non sapevo come erano. Alzai lentamente lo guardo e intravidi sotto quelle ciocche biondedegli splendidi occhi verdi.La campanella per la pausa pranzo suono. Io e Beky andammo al nostro solito tavolo insieme aGiada e Sarah. Beky era esaltatissima:-Ragazze, ho deciso di dare una festa per l inizio della scuola. Ci sarà tutta la classe…- e mi guardocon uno sguardo divertito. Poi mi disse bisbigliando:-Anche il nuovo arrivato…- Io arrossii. La campanella suono e rientrammo in classe. Avevamogeografia, matematica e francese.Alla fine delle ultime ore, Beky mi passo un bigliettino. Cʼera scritto: “Katrin, sei invitata alla festa inmaschera per lʼinizio dellʼ anno… e tra due giorni! Trovati un costume!”. Le sorrisi. Poi le scrissi:“Vieni con me al Centro Commerciale dopo?”. E glielo passai. Mi sorrise (un sorriso e come un si!).Finalmente quelle interminabili ore finirono. Io e Beky uscimmo di corsa, e ci dirigemmo al CentroCommerciale. Beky disse, con aria divertita:-Si chiama Adam vero?- io arrossii leggermente:-Non capisco di cosa parli…--Ti si legge negli occhi…!-Smettila non e vero!- Lei mi guardò sorridendo. In fine lo ammisi:-E va bene, e vero…! Ma non dirlo a nessuno, promesso? Giura!-Lo giuro! Lo giuro!- Grido lei con aria divertita come non mai. Arrivammo a destinazione. Io micomprai un vestito da fata e Beky da pirata. Eravamo bellissime! Tornai a casa e vidi che mia madresi era addormentata sul divano. Mi preparai una fittata e andai a dormire.Sognai Beky, Adam e la docente di tedesco. Era tutto molto strano… Il giorno dopo passo moltovelocemente. I soliti maestri, compagni… Adam non cʼera… Quando la scuola finì, andai a casa.Studiai un poʼ e mi addormentai. Sognai la festa di Beky. Eravamo spaventate, ma non so da cosa…Subito dopo entro un ragazzo mascherato…e ci tranquillizzammo. Di colpo mi svegliai.Quel giorno no c era scuola, ma andavamo al cinema.Le tre arrivarono velocissimo e ci dirigemmo verso la casa di Beky per prepararci per la festa.Finalmente le sette. Arrivarono tutti, compreso Adam. Era vestito da Zorro. Iniziammo a ballare.Adam mi chiese se volevo ballare con lui…!Fu la serata più bella della mia vita!Da quella sera non faccio più quei sogni strani!Il motivo non lo so ancora… Ma ora sono felice, con un fidanzato e una migliore amica fantastica.

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Cat

la paura di un’atleta

“La paura non è nulla di più che una sensazione: uno sente freddo, sente fame, si sente arrabbiato,si sente intimorito.La paura non potrà mai farti del male”

-Perché deve succedermi così tante volte?-.Questa era la domanda che Tara era costretta a porsi (ogni volta per risolvere tutti i suoi problemi)senza mai trovare la risposta.

Le labbra rosse come il sangue e i suoi capelli biondi e brillanti come i raggi del sole la rendevanounica.Docile, ottimista e tranquilla, mai si era vista una ragazza così buona e allo stesso momentosplendida.Nonostante tutto ciò era ben diversa dai suoi genitori,e tra di loro cʼera un atteggiamento moltodiverso e negativo:-Non ce la faccio più mamma, sono stufa di queste storie, non sono più una bambina, ho già 16 anni,devi capirlo-.I suoi genitori non lʼapprezzavano mai per come era, non erano neppure degni di lei.Queste storie sembravano non finire mai, mai, tutto andava storto in quella casa.Un giorno qualsiasi, Tara, coinvolta in un altro litigio,prese una decisione:-Voglio andare a vivere da sola, ansi con una mia amica, ma il più lontano possibile davoi-.I suoi genitori sapevano di essersela cercata e perciò dovevano accettare la sua proposta,nonostante ciò gli spezzava il cuore.Era tutto così veloce per Tara, aveva paura,ma era ormai troppo tardi, sapeva che il treno nonavrebbe aspettato il suo arrivo e quindi mise in fretta e furia i vestiti e se ne andò.Non sapeva quale era la sua meta ma voleva andare il più lontano possibile dalla Svizzera.Durante il viaggio da parte a lei cʼera un ragazzo biondo alto e magro:-Perché quel faccino triste?-.Gli disse. Lei lo guardò ma non rispose:-Quale è la tua meta?-. Lei rispose rattristata:-Non ne ho una-. Il ragazzo rimase in silenzio per un poʼ di tempo e poi istantaneamente le disse:-Senti ho appena vinto due camere in un hotel magnifico a 5 stelle, se vuoi puoi venire con me-.Tara accettò ma non sapeva se aveva fatto la cosa giusta.Jack le presentò dei suoi amici che erano degli acrobati che studiavano in una scuola professionista.Non voleva ammetterlo ma a lei piacevano molto gli acrobati così che decise di iscriversi a questaaccademia.Giorno dopo giorno diventava sempre più brava.Lʼanno seguente si iscrisse a un concorso.Si era preparata molto bene ma era insicura di se stessa, questa era una delle sue più grandi paure.Era il suo primo concorso e aveva perciò i suoi motivi per essere nervosa e insicura:-Non ce la farò, non ce la farò-.Continuava a ripetersi.Una parte di lei sapeva che ce lʼavrebbe fatta e unʼ altra diceva il contrario.Con tutto il suo impegno e la forza, e il sangue che ci aveva messo, riuscì in questa sua1° grandeimpresa.Tara non era però fino in fondo felice, sapeva che qualcosa prima o poi sarebbe andato male e poisentiva molto la mancanza dei suoi genitori.Lei era molto insicura di se stessa e aveva bisogno di parlarne con qualcuno, una persona di fiducia:Jack, la loro conversazione durò molto:-Jack, non mi sento sicura di quello che sto facendo, insomma; i miei genitori, la mia famiglia, sonopentita, mi dispiace. Dallʼaltro canto però non voglio mollare la più grande impresa che sto percompiere, mi potrebbe cambiare il futuro-. Jack non sapeva più cosa dire ma dopo un intensomomento di silensio rispose:-Devi fare la cosa che più ti sembra giusta ma la cosa di maggior importanza è che non devi maismettere di credere in te stessa e nei tuoi sogni. Non devi avere paura ci siamo noi con te-.È strano ma la conversazione finì qua.

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apple 99

La paura … per davvero…

Un altro omicidio… disse turbato il commissario della polizia.Tutto ebbe inizio quando ʻʼlʼuomo misteriosoʼʼ stanco di sopportare gli altri lamentarsi della propriavita, cominciò a torturare per poi uccidere le persone ʻʼnon degne di vivereʼʼ.-Che cosa è successo questa volta al defunto? Chiese un agente di passaggio.-Pare sia stato uno stupratore, ma non ne siamo certi…-Come lʼha torturato?-Egli ha infilato due uncini nelle sue costole, lui doveva tirarsi su fino in cima per sganciare le cateneche erano attaccate al soffitto.Lʼuomo misterioso uccide vittime da mesi, due settimane fa abbiamo trovato una videocassettaregistrata allʼinterno di un fegato del defunto.Narrava che torturava e uccideva la gente per un semplice motivo, la persona uccisa non meritava divivere e, come se non bastasse, lʼuomo misterioso soffre di una malattia incurabile e rarissima che lodivora dallʼinterno.Lʼuomo misterioso è molto abile in quello che fa, non lascia mai niente di suo:Ciocche di capelli, impronte digitali, e neppure gli strumenti che utilizza…Egli non uccide mai le persone ma gli pone delle trappole: una volta ha messo un calappio per orsi intesta a una signora che trafficava le persone emigrate dallʼAmerica dal sud. La signora dovevaimmergere la mano in un secchio pieno di acido per afferrare la chiave per liberarsi dallʼagguato.Nessuno e ancora sopravvissuto ad eccezione di un ventitreenne di nome Andy che afferma diessere sopravvissuto a una trappola che lo legava al letto con delle catene e che per sopravviveredoveva cavarsi gli occhi in un minuto.Lui racconta ai giornali e ai programmi televisivi che vedere lʼuomo misterioso che ammirava mentresi cavava gli occhi, era terribilmente atroce nei suoi confronti. Lui, su questa storia, a scritto un libro,di cui si sono venduti moltissimi esemplari... In oltre racconta anche che per lui e stato “facile” ma perMika che si fingeva malato per non andare a lavorare e stato molto più difficile: era nudo in unastanza totalmente buia, ricoperto di gelatina infiammabile inoltre lʼuomo misterioso gli aveva iniettatoun veleno nel sangue che lʼavrebbe uscio in poco meno di due ore. Il suo obiettivo era di trovare lecifre del codice per aprire la cassaforte contenente lʼantidoto, ma la sua unica fonte di luce erano deifiammiferi, sfortunatamente Mika si è avvicinato troppo al fiammifero e a preso fuoco!-Abbiamo ricevuto un messaggio dallʼuomo misterioso! Grido un agente-Dice che stasera Andy sarà processato pubblicamente…Arrivata la sera… il malcapitato fu trasmesso sulla televisione nazionale dove dopo essersi svegliatoed essersi accorto di trovarsi in un labirinto spinato confessa che non e mai stato rapito dallʼuomomisterioso. Ormai era già tropo tardi. Lʼuomo misterioso entro in scena e spiegò le regole:-Andy tu hai mentito a tutti, ora soffrirai… Sei in un labirinto di filo spinato, devi uscire in meno di dueore, altrimenti la tua unica fonte di salvezza, ossia la porta, si chiuderà per sempre….Dopo unʼora e mezza di difficoltà estrema, Andy mori per le gravi ferriti riportate…Ritorno lʼuomo misterioso che termino lʼepisodio con:-la paura non e nulla di più che una sensazione: uno sente freddo, sente fame, si sente arrabbiato, sisente intimorito. La paura non potrà mai farti del male...

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Balù

La paura, può farmi del male?

Mio papà diceva sempre: “La paura non è nulla di più che una sensazione: uno sente freddo, sentefame, si sente arrabiato, si sente intimorito. La paura non potrà mai farti del male”,

Ma per me non era così. Mi chiamo Luca, ho dodici anni e vivo a Marignano. Due anni fa ho persomio padre, a causa di un incendio. Io e mia madre siamo riusciti a scappare. Purtroppo, in quellamaledetta notte, mio padre stava lavorando in officina quando una fiamma anomala ha devastato lacasa.

Adesso vivo con mia madre, in mezzo alla strada o se abbiamo fortuna in cascine abbandonate.Veniamo considerati dei vagabondi ma una volta non era così: mio padre era un fabbro e mia madreuna sarta. Vivevamo in una modesta casa. Io andavo pure a scuola ed ero un normalissimo bambino.Cerco di dimenticare il passato, ma non ci riesco.

Mi ricordo quando avevo cambiato camera.La mia nuova stanza era in solaio. Di notte era tutto buio e si sentiva il rumore dei pipistrelli e deglianimaletti notturni. Io avevo molta paura del buio. Chiedevo sempre a mio padre una candela ma luimi diceva che non ce la potevamo permettere.Mi ricordo anche unʼaltra frase che mi diceva prima di dormire: la paura non è nulla di più che unasensazione, non ti potrà mai fare del male. Io non lo capivo.

Durante lʼinverno, in mezzo alle bufere di neve, io non riuscivo proprio a dormire.Il rumore del vento gelido risuonava in solaio. Mi sembravano urla di mostri!Ma questo non era ancora niente. Mio papà mi aveva costruito un armadio, che avevamo messonella mia cameretta. Di notte, quando il sole era tramontato, continuavo a immaginarmi che dietrolʼarmadio ci fosse un mostro.Quando era giorno andavo a controllare e non cʼera niente. Ma io, continuavo a impaurirmi e a nondormire.

Le mie notti passavano così, tutte (almeno pensavo).Una notte dʼestate mio padre era ancora in officina a lavorare e io, come sempre, non riuscivo adaddormentarmi. Stavo seduto sul letto ad ascoltare le martellate che provenivano dalla cantina. Maad un certo punto sentivo molto calore provenire dal sotto. Aprii la porta per andare a vedere da doveproveniva quella fonte di calore quando vidi mia madre salire le scale e dirmi di calarmi giù dallafinestra. Io gli domandai di papà ma lei non mi rispose.Mio padre non lo vedemmo più.E da quel momento, dopo aver perso tutto, vagabondiamo per le strade facendo elemosina. Ma è dalì che ho capito quello che intendeva papà.La paura non può farti del male, è solo una sensazione. Se ti sforzi puoi cambiarla. Da unasensazione negativa può diventare una sensazione positiva.Ma ho imparato anche che altre cose, come la morte, non puoi più cambiarle.

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Harald

Il libro delle cinque prove

Era un freddo inverno, fuori la neve cadeva e i tetti delle case erano ricoperti da un candido emorbido manto bianco. Nella vecchia biblioteca di Neo Domino City cʼera un silenzio di tomba, sisentiva solo il rumore delle pagine dei libri che scorrevano, Harald stava rovistando tra i vecchi libri distoria della biblioteca per trovare qualcosa di interessante, dopo venti minuti il ragazzo stufo dicercare libri stava per uscire dal reparto dei libri di storia, quando, per un motivo che non seppe maispiegare alzò lo sguardo e notò uno strano libro, era di un marrone particolare ed aveva delledecorazioni dorate con uno zaffiro conficcato nel mezzo, Harald allungò la mano per prenderlo maappena le sue dita sfiorarono lo strano libro lʼarmadio dove erano riposti i vecchi libri di storia sitrasformò in una porta, Harald un poʼ intimorito si avvicinò lentamente, appoggiò delicatamente lamano sulla maniglia e aprì la porta: allʼ interno cʼera una stanza con dei panni di diversi colori appesial soffitto che scendevano fino al pavimento, e uno stretto corridoio in mezzo , Harald ancora piùsorpreso entrò esitando un poʼ. Il corridoio era così lungo che non si riusciva nemmeno a capire dovefinisse, il ragazzo chiuse la porta che poco dopo scomparve, dentro la stanza era buio pesto, sidistingueva a mala pena un panno dallʼ altro, Harald inciampò varie volte.Per arrivare in dovette camminare molto fondo molto. Quando arrivò in fondo trovò una porta, ilragazzo molto sorpreso allungò la mano per aprirla, ma appena sfiorò la maniglia la terra sotto i suoipiedi cominciò a tremare, le scosse furono talmente forti che Harald venne scaraventato al suolo esvenne. Al suo risveglio trovò un immenso deserto. Era un deserto alquanto bizzarro e particolare, visi trovavano vecchi orologi, mobili, vecchi telefoni, persino una lavagna, ma le sorprese non eranoancore finite poiché apparve una ragazza vestita tutta di grigio e beige con delle perle bianche cheornavano la lunga veste che scendeva fino ai piedi. La ragazza era venuta per comunicargli che luiera stato prescelto per sconfiggere un terribile mostro che voleva distruggere quello strano mondo eche per farlo avrebbe dovuto superare delle prove. Ogni prova consisteva nel riconoscere il mostroche ogni volta avrebbe avuto personalità diverse e poi sconfiggerlo, durante la prova finale il mostrosi sarebbe presentato nel suo vero aspetto.Nella prima prova il mostro si presentò sotto forma di coccodrillo, era un coccodrillo spaventoso emolto bizzarro: i suoi occhi erano rosso sangue e sullʼ estremità della coda aveva due teste di bufalo,ma Harald non si lasciò prendere dalla paura e con i poteri straordinari che gli aveva donato laragazza riuscì a sconfiggerlo. Durante la seconda prova cʼerano tanti mostri ma Harald riuscì ariconoscerlo e anche a sconfiggerlo. Tutte le prove andarono abbastanza bene e finalmente arrivò lagrande prova finale tanto attesa. Quando Harald arrivò nel luogo dove si sarebbe svolta la prova nontrovò nessuno, allʼ improvviso si levò un vento gelido Harald si girò di scatto e vide il mostro, il mostroaveva lʼaspetto umano, lo strano essere si allontanò alzò le mani al cielo che subito si riempì dinuvole e precipitò un enorme mostro, era tutto nero, aveva due teste e sulla coda altre due teste perfinire tantissimi occhi su tutto il corpo. Harald cercò in tutti i modi di sconfiggerlo, ma alla fine la pauraebbe il soppravvento.Il mostro stava per sconfiggere Harald quando dal cielo apparve una luce e una voce di donnapronunciò queste parole:“Harald, ricorda queste mie parole, la paura non è nulla di più che una sensazione: uno sentefreddo, sente fame, si sente arrabbiato. La paura non potrà mai farti male.”Udendo queste parole Harald si scatenò in tutta la sua forza e riuscì a sconfiggere il mostro. Lenuvole si diradarono dal celo e il mostro dallʼaspetto umano se ne andò. Ma altre avventureattendevano Harald perché prima o poi il mostro sarebbe tornato.

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Fiore

Paura del buio

Sergio è un ragazzino di 11 anni, abita in Francia con la sua famiglia. La madre si chiama Antonella ,il padre Franco e la sorella Tania. Sergio, abita in una casa abbastanza grande, perché la suafamiglia è molto ricca. Questo bel ragazzino, circa 3 anni fa, una sera se ne andò in camera ecominciò a piangere perché lui ha paura del buio e si sente molto male ma non ha voluto dirlo anessuno. quando Sergio è nel buio si sente malissimo, ha talmente tanta paura che gli vengono ibrividi, ha come una sensazione che non si riesce più a muovere, una sensazione davvero brutta;una sensazione ancora più brutta, è quando sembra che non respira più, e dopo, Sergio, si sentemalissimo. Sergio, non ce la faceva più, perciò un giorno chiamò sua madre in camera, e cercò didirle tutto. Sua madre si preoccupò davvero tanto, per quello decise di spostarlo nel letto sotto, datoche hanno un letto a castello. Il problema, e che spostarlo sotto non è servito. Quel mattino, la madreappena sveglia cercò Sergio, per chiedere come aveva passato la notte e lui gli ha detto che è statabrutta come tutte le altre. Sua madre ad un certo punto disse a Sergio che la cosa migliore era diandare da uno psicologo. Sergio però non voleva parlare di questo con un estraneo, perciò suamadre gli disse di pensarci prima di rispondere. Sergio passò altri due giorni di paura pensando nellaproposta di sua madre; dopo la cercò e le disse che a lui va bene , ma ha anche detto che lo fa perlei e perché non ce la fa più. Subito quel giorno Sergio prese un appuntamento. Il lunedì dellasettimana dopo aveva lʼappuntamento. Finalmente Sergio può andare. Il psicologo si chiama Andreae ha 30 anni. Andrea va a chiamare Sergio nella sala dʼaspetto, e lo porta nella sua “stanza”. Andreaprima gli chiede un poʼ di cose su di lui poi, comincia a a chiedergli della sua paura. Sergio anche seimpaurito comincia a raccontare la sua paura nello stesso modo che ha fatto con sua madre. Sergioquando ha terminato la visita, va da sua mamma, prendono un nuovo appuntamento e poi tornano acasa. La madre mentre tornano a casa chiede come è andato; e Sergio dice che è andato bene eche Andrea è davvero gentile. La madre rimane felice per Sergio e spera che Andrea lo aiuteràmolto. Il giorno dopo Sergio va di nuovo da Andrea. Andrea gli chiede come ha passato la notte eSergio gli dice che lʼha passata malissimo, non riusciva a dormire, aveva quella sensazione che èparalizzato, e poi come sempre aveva i brividi. Andrea restò un attimo senza parlare per pensare chesoluzione potesse usare anche se non era per niente semplice far passare la paura del buio aquellʼetà. Andrea dopo un poʼ cominciò a parlargli e gli disse una soluzione che potrebbe aiutarlo;Sergio chiese subito quale fosse quella soluzione e Andrea gli disse subito che era una cosasemplice cioè che cʼè sempre qualcuno che lo protegge e che la paura non è nulla di più che unasensazione: uno sente freddo, sente fame, si sente arrabbiato, si sente intimorito. La paura non potràfarti del male. Andrea gli dice anche che quando è a letto dovrebbe pensare che il buio non gli potràmai fare del male. Sergio sorride e dice ad Andrea che quando sarà a letto farà come gli ha detto eche al prossimo appuntamento gli dice come ha trascorso la notte. Sergio il giorno dopo torna daAndrea e gli racconta subito che la sua notte è stata molto meglio delle altre! Andrea resta moltofelice per sapere che un bambino ha appena perso la paura del buio. Finito lʼappuntamento Sergiotorna a casa tutto felice, sapendo che la su paura del buio fa già parte del passato.

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The Lion

Non lasciare che la paura di perdere ti impedisca di partecipare

13.09.1008. Una data come tante, ma un giorno come pochi. In questo giorno Jeid, una ragazza alta,mora e con gli occhi grigi, scopre che la paura si può combattere e vincere. Ma torniamo a 15 anniprima quando Jeid non sapeva ancora come fosse fatta la paura. Nei libri che leggeva, si scriveva :La paura non è nulla di più che una sensazione : uno sente freddo, sente fame, si sente arrabbiato, sisente intimorito. La paura non potrà mai farti del male ". Ma è proprio così ? Questo si chiedeva Jeid.La sua vita era molto movimentata. Abitava con la matrigna e le sue 2 figlie. La comandavano e leinon aveva il coraggio per dire di no. Aveva paura di "perdere" se provava a ribattere. Dormiva in unasoffitta. Lavevano lasciata lì i suoi genitori, prima di morire; Jeid era piccola quando successe ildisastro che li fece morire; ma comprese benissimo che cosa era successo. E pregava perchè non lesuccedesse niente. Ma questo non cambiò mai la sua vita. Andava a scuola, certo, ma vestita dastracci, mentre le due sorellastre, erano vestite come delle regine. La matrigna, Barbara, non siinteressava molto a lei. Solo quando aveva bisogno, lei esisteva. Per i suoi bisogni, Jeid, dovevasempre essere puntuale, altrimenti la cacciava di casa. I genitori di Jeid, non le avevano lasciatoniente; o almeno così la matrigna le aveva detto. Lʼunica persona che le rimaneva era Olga, unacameriera del ristorante di suo padre. Anche quello era nelle mani di Barbara. Jeid era obbligata alavorare in quel ristorante, e in più lavorare a casa. Per lei andare a scuola era una vera fortuna.Stava mettendo via i soldi per iscriversi allʼuniversità. Un bel giorno Olga le chiese che cosa ci facevalì. Jeid fu sorpresa da quella domanda così inaspettata. Dopo qualche secondo le rispose che stavalavorando. No; Olga non intendeva quello; ma prima di ribattere Jeid andò a scuola. Come erapossibile che una ragazza come Jeid potesse avere paura. Tutti hanno delle paure; chi di più, chi dimeno. Ma di certo Jeid non aveva solo paura; era terrorizzata. Tutta quanta la sua vita era cambiatada quellʼincidente. Olga voleva aiutarla a capire che la paura è normale; certo; ma bisognasconffigerla in tutti i modi possibili. Jeid aveva conosciuto un ragazzo; era nella sua stessasituazione. Era carino e comprensibile. Amava Jeid come non avesse amato nessuno. Lo capiva, loascoltava e aveva le sue stesse paure. Non si vedevano spesso; la matrigna non lo permetteva. Ascuola, lui veniva trascinato via dai suoi amici, mentre Jeid aveva paura. Quella paura che un giornoo lʼaltro avrebbe imparato a superare. Quando ? Si chiedeva Jeid. Si accorgeva che aveva paura; manon voleva avere ragione per non farlo vedere agliʼaltri. Non aveva tanti amici, e non cercava diaverne, perchè aveva paura che non lʼaccettassero. Ma i veri amici, quelli che ti vogliono bene, tiaccettano per come sei fatta. E non cercano mai di cambiarti. 13.09.1008 questo giorno è arrivato.Dopo 15 anni eccoci al giorno della scoperta. Jeid era al risorante; mentre lavava il pavimento entraBarbara e le sue 2 figlie. Fanno cadere un poster che cʼera attaccato al muro. Un pezzo di vernice siera staccata e sotto una frase cʼera scritta. Non lasciare che la paura di perdere ti impedisca dipartecipare. Jeid capì :"Jeid oggi devi pulire la casa" disse Barbara."No" rispose Jeid. E se ne andò. Barbara era sorpresa. Venne cacciata, e tutte le sue cose, destinatea Jeid dai genitori vennero vendute. Alla fine visse felice e contenta per il resto della sua vita.

027

NUMBER

EFFETTO CATENA

NOTA: LʼAUTORE DI QUESTO TESTO HA DIMENTICATO DI SCRIVERE IL PROPRIO NOME....SEGNALI IN DIREZIONE AL PROF. FLAMIGNI LA SUA IDENTITA,ALTRIMENTI LO SCRITTO NON SARA PRESO IN CONSIDERAZIONE.

Sven era un ragazzo di 11 anni. Era una persona assai timida, forse ciò era legato alle condizionimisere in cui era costretto a vivere. La sua abitazione si trovava in fondo a uno stretto vicolo (era unpiccolo appartamento non più grande di una scatola di fiammiferi). Oltretutto kebnekaiz non eraaffatto una bella città per crescere. Per colpa della sua timidezza Sven aveva un solo amico: Olaf, unsimpatico vecchietto che avrà un ruolo decisivo nella sua storia.

KEBNEKAIZ, settembre 1995

Sven si svegliò come tutte le mattine e come tutte le mattine uscì di corsa prima del sorgere del sole.Le strade di Kebnekaiz erano già trafficate a quell'ora, piene com' erano di automobili, moto TIR edella solita gentaglia che tornava a casa dopo una notte passata in bianco. Il ragazzo era appenaarrivato davanti all'imponente cancello della scuola che frequentava da poco, quando alcuni ragazzidell'ultimo anno gli sbarrarono la strada. Sven fece per scappare, quando uno di essi lo afferrò per ilbavero della giacchetta; il nostro tentò di dimenarsi ma un secondo gli tirò un pugno e poi un terzo gliprese il portafogli dalla tasca per poi scappare seguito dagli altri due. Sven si riprese poco dopo con ilsangue che gli colava dal naso e una guancia che gli doleva. I tre ragazzacci gli avevano rubato ipochi soldi che aveva guadagnato tagliando l'erba e ridipingendo la staccionata dei vicini. Quellierano i soldi che gli sarebbero serviti per comprarsi l'abbonamento del tram ( era autunno e prestosarebbe diventato difficile andare e tornare da scuola a piedi). D'inverno Kebnekaiz era una cittàveramente fredda, cadeva spesso la neve e la strada a piedi diventava impraticabile. Era statoderubato ma non poteva certo denunciarli perché altrimenti lo avrebbero sicuramente picchiato dinuovo. La situazione però peggiorò ugualmente: i maltrattamenti si ripeterono più volte. Sven,terrorizzato, andò dal suo amico Olaf.

Il simpatico vecchietto era un notaio in pensione che possedeva una grossa casa a pochi metri dallascuola. Il signor Olaf appena venne a sapere della situazione disse:

-Sven, la paura non è nulla di più che una sensazione: uno sente freddo, sente fame, si sentearrabbiato, si sente intimidito. La paura non potrà farti del male, ma se lasci che quelli ti maltrattinosarai solo tu a farti del male! Senti Sven, qui bisogna reagire: io da ragazzo pensavo di intraprendere"la strada" di mio padre (psichiatra) fu così che imparai qualche cosa sull' ipnosi: …

IL MATTINO DOPO

Olaf guardava intensamente negli occhi il capobanda dei ragazzacci che avevano derubato Sven. Ilragazzo si vide passare davanti i momenti in cui lui era un ragazzino come Sven e veniva picchiatoda dei ragazzi che a lui sembravano dei mostri. Una volta ripresosi si rese conto di quello che avevafatto a Sven e si sentì male, il cuore gli batteva forte e non sapeva cosa dire. Olaf che aveva smessodi fissarlo gli appoggiò una mano sulla spalla e gli sorrise.

"RICORDA CHE LA VIOLENZA NON PORTA A NIENTE MA RICORDA ANCHE CHE A TUTTO C'ÈRIMEDIO".

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Bon-bon 12

La paura è diversa per ognuno di noi.

Alcune persone hanno paura del buio, specialmente i bambini piccoli, ma anche le persone adulte,ogni tanto, si sentono smarrite quando sono circondate da questa oscurità, a volte soffocante. Cisono dei bambini che non riescono a dormire se non hanno una luce accesa o un peluche che glitiene compagnia mentre entrano nel mondo dei sogni. Ad altri bambini invece il buio non fa alcuneffetto. Secondo me non bisogna prendere in giro un bambino perché ha paura del buio. La paura èun sentimento umano. Fa parte della nostra vita. È un pezzo di noi che io ritengo importante. Questosentimento a volte può essere anche dannoso. Hai paura di andare a scuola perché magari tiprendono in giro o la paura di affrontare un esame importante e parti già con lʼidea “Lo sbaglio tutto.Lo so. Non sarò promossa e non potrò fare la scienziata, che sognavo tanto di fare.” e viadiscorrendo.

La paura è anche vedere qualcuno fare qualcosa che tu non puoi assolutamente vedere, come unatortura. Forse lo fanno apposta proprio per vederti soffrire.

La paura di volare è anche una delle più comuni. Per esempio, mia nonna non è mai riuscita a volaree mai ce la farà. Nessuno è riuscita a convincerla. Penso abbia paura che lʼaereo precipiti. Non èservito a niente dirle “Guarda che succede raramente che un aereo precipita.” Niente da fare. Peròuna volta è andata con lʼelicottero, ma penso sia stata la prima e ultima volta.

I film al giorno dʼoggi sono tanto violenti che io non posso guardarli (anche perché i miei non milasciano). Mi fanno impressione. Anche a tanta gente che conosco fanno impressione e paura.

La paura è spesso accompagnata dal nervosismo, dallʼagitazione e dalla tensione.

Da piccola avevo paura dei cavalli. Ho superato la paura un giorno qualunque. Li ho visti e gli sonoandata vicino e li ho accarezzati. Da lì non ho più avuto paura dei cavalli.

La paura basta sconfiggerla, anche se è difficile, ma penso che tutti noi riusciamo a superare, adagioadagio, le nostre paure. Il numero non conta.

Le persone a volte si sentono minacciate, seguite, …, ma può essere unʼimpressione che uno ha perun certo periodo. Secondo me, è, ancora una volta, la paura. La paura può essere ancheimmaginaria. Uno pensa di non riuscire a fare qualcosa e dice che ha paura, per giustificarsi, al postodi fare una figuraccia.

Lʼadulto, sempre secondo me, ha più paura del bambino. A dir la verità non lo so, ma ho questaimpressione. È una sensazione. Penso perché i ragazzi hanno bisogno o vogliono scoprire cosenuove, invece gli adulti, che hanno avuto lʼesperienza, non sentono più il bisogno dellʼavventura e delpericolo.

La paura è “una forma”, che si manifesta diversamente in situazioni totalmente diverse. È anche unaforma di disagio e sofferenza.

La “paura di sofferenza” è quella paura che ha la gente nei paesi orientali, dove ci sono le guerre.Invece, la “paura di disagio” è quando non sai cosa fare, soprattutto se sei davanti a tanta gente.Avere un poʼ di paura fa bene.

Tutti in fondo abbiamo paura di qualcosa.

È normale.

“La paura non è nulla di più che una sensazione: uno sente, sente fame, si sente arrabbiato, si senteintimorito. La paura non potrà mai farti del male.”

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Falco

IL BUON SAGGIO

Cʼera un ragazzo di nome David che era rimasto orfano e viveva con i nonni in un villaggiodellʼAmerica centrale. Il nonno gli raccontava molte storie e leggende sui saggi.Il suo sogno era di fare la guida turistica sulle montagne, ma il problema era che soffriva di vertigini,quindi non riusciva a scalarle. Un giorno incontrò uno strano signore vestito con dei pantaloni rotti euna maglietta, che assomigliava ad un saggio delle storie del nonno.Presero confidenza e diventarono amici. Il signore di nome Ivan invitò David a casa sua, che era unapiccola baracca in fondo ad un canyon. Al momento di scendere David ebbe paura allora Ivan glispiegò che ”la paura non è nulla di più che una sensazione: uno sente freddo, sente fame, si sentearrabbiato, si sente intimorito. La paura non potrà mai farti del male, tutti possono superarla“.Iniziarono a scendere, il ragazzo pensava alla frase detta dallʼamico e con coraggio arrivarono infondo. Fu contento perché era riuscito a superare la sua paura.Entrarono in casa e David ringraziò il suo amico Ivan perché da quel giorno grazie al suo aiuto andòa compiere il suo sogno.Il ragazzo fece la guida turistica e incontrò molte persone, tra cui la sua anima gemella.Nella sua vita gli capitava spesso di incontrare persone di diversa provenienza ma con la stessapassione per la montagna e condivideva con loro questa passione. Se non avesse incontrato Ivanforse tutto questo se lo sarebbe perso.Tuttavia non dimenticò neanche gli insegnamenti e i racconti del buon vecchio nonno che tramandò asua volta ai suoi figli.A volte poche parole aiutano a superare grandi paure!

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SMILE99

Cos’è la paura?

Charlie, un bambino di otto anni moro, abbastanza alto, con occhi azzurri e con capelli marroni eramolto affezionato a suo nonno Alberto infatti erano sempre insieme. Charlie considerava suo nonno ilsuo migliore amico. Con Charlie suo nonno tornava bambino e insieme facevano tante cose, comegiocare alle biglie in giardino, andare a pesca, fare delle lunghe passeggiate nel bosco, andare dallegalline, … . La sera prima che si addormentasse gli leggeva una storia che il nonno leggeva sempreda piccolo, e alcune volte Charlie gli chiedeva:nonno cosʼè la paura?E il nonno gli rispondeva con questa frase:la paura non è nulla di più che una sensazione: uno sente freddo, sente fame, si sente arrabbiato, sisente intimorito. La paura non potrà mai farti del male. Con quelle parole Charlie dimenticava tutti questi pensieri e dormiva serenamente … … finché ungiorno tornando da scuola gli sembrava tutto strano, cʼera vento molto violento e in strada si sentivasolo il fruscio delle foglie degli alberi. La strada sembrava morta, deserta, piena di solitudine, eracome se il tempo si fosse fermato e che Charlie fosse lʼunico che non era stato vittima diquellʼincantesimo. Arrivò a casa in qui vivevano i suoi genitori, lui, e sotto i suoi nonni, poi vide i suoigenitori e la nonna Lilli sul divano a piangere, allora subito con voce spaventata gli chiese:Cosʼè successo? Dovʼè il nonno?Loro cercarono di calmarlo e gli dissero che aveva improvvisamente preso unʼ infarto in giardino eche era in camera con gli infermieri che stavano cercando di rianimarlo. Tutto dʼun tratto Charlie sisentì crollare, non poteva più reggersi in piedi, gli vennero tanti brutti pensieri e si chiese comeavrebbe fatto senza di lui … cercò di non piangere ma non ce la fece. Dopo 10 minuti circa uninfermiere uscì, aveva gli occhi lucidi, e gli disse:Mi dispiace, abbiamo fatto di tutto per rianimarlo ma è stato tutto inutile … suo marito è decedutosignora.Se volete andare a porgli unʼ ultimo saluto andate pure. Il cuore di Charlie si fermò si sentì morire.Non poteva crederci il suo migliore amico, suo nonno era deceduto, con le lacrime agli occhi corse incamera dove suo nonno dormiva sogni eterni, stettero tanto tempo con lui e intanto pensavano allecose belle passate assieme.Il giorno del funerale erano tutti tristi ma dʼaltronde tutti sapevano che ora Alberto era con Dio. Charlienon capiva, era tutto spento in lui, non ride più, non gioca più e le sue giornate sono sempre piùspente ... Il nonno gli manca e ora la sua vita non è più come quella di prima e questo rattrista anchei genitori, ormai non riconoscevano più il loro figlio. Charlie aveva paura, aveva paura di non rivederemai più suo nonno e questo per lui era la cosa più brutta. Di notte lo sogna ma non sono sogni serenima incubi, sognava che il diavolo gli diceva che suo nonno era con lui (Diavolo) e che aveva trovatoun nuovo amico e che Charlie non faceva più parte di lui.Alcune volte va alla tomba di suo nonno e gli racconta le cose che fa.Gli dice anche che ha paura di non rivederlo mai più e che la notte ha paura e non gli passa perché ilnonno non gli ripete la frase che lo faceva stare bene e che lo faceva dormire sogni sereni. Il nonnogli manca, ma una bella sera, Charlie torna a casa da scuola e dopo mangiato sua mamma e suopapà gli danno una notizia bellissima:Charlie ti sta per arrivare un fratellino!!! Charlie rimane un poʼ di stucco ma è molto felice.Il bimbo nasce e lo chiamano Alberto. Charlie con la nascita del fratellino è tornato come prima.Charlie nel suo nuovo fratellino vede suo nonno e questo lo rende felice.Sono tutti felici, e Charlie non teme più di non rivedere suo nonno, perché sa che i parenti più carisono sempre con te.

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Angel of Music

La paura non ha confini…

Era il 31 ottobre, cioè Halloween, la festa che Eveline Harriston, Alexander Winton,e tutta la città diSan Francisco, aspettava da un sacco di tempo! Però non si sarebbero mai immaginati cosa sarebbesuccesso questʼanno…

Eveline, una ragazza molto diplomatica, intelligente, gentile e rispettosa nei confronti di tutti, con icapelli castani e gli occhi azzurri, faceva innamorare chiunque. Quel giorno pensò di vestirsi dazombie, voleva diventare orrenda! Quando ebbe finito di prepararsi, prese il telefono e chiamò il suomigliore amico, Alexander, o come lo chiamava lei Alex. Però lʼamico non rispondeva. Quando ebbeinviato un messaggio sentì il campanello di casa suonare, scese le scale e andò ad aprire. Davanti aisuoi occhi cʼera Alex ricoperto da carta da gabinetto. Si, come potete immaginare si era vestito damummia! Lo stratobianco di carta copriva la sua pelle scura, si intravedevano solo i suoi occhietti azzurri e qualchecapello riccioluto castano che spuntavano da tutte le parti come se fossero delle molle. Lei lo guardòcon una faccia disgustata e tirò un sospiro. Allora andó in cucina e disse alla madre che stavauscendo, la madre annuì e le sorrise, ma la ragazza non avrebbe mai immaginato che fosse statalʼultima volta che avrebbe visto il suo sorriso… Allora chiuse la porta di casa, e cosi facendo, lei eAlex, cominciarono a girare per le case e a dire “dolcetto o scherzetto?”. Unʼora dopo il divertimentototale, Alex propose a Eveline di andare in cima alla collina davanti a loro, per raggiungere i loroamici. Eveline dapprima sembrò spaventata perché lassù era tutto buio ma per non farsi passare peruna fifona, accettò, e seguì il migliore amico fino alla montagnetta. Raggiunti gli amici guardarono ingiù, le strade erano illuminate, la gente rideva e mangiava dolci, sorrisero, però poi si giraronodallʼaltra parte, tutto era scuro, si vedeva chiaramente il gigantesco orto e il grandissimo cartellonecon scritto “vietato” del signor Mecchelsy, vecchio signore, antipatico e senza cuore. Alcune personeraccontano cose terrificanti sul suo conto. Allʼimprovviso dei ragazzi chiesero a Eveline e Alex sevolevano andare a rubare qualcosa nellʼorto dellʼanziano con loro. Senza pensarci due volte Alexcominciò ad incamminarsi però, andato avanti di qualche passo, si accorse che Eveline era rimastaindietro. Il ragazzo tornò da lei, prese la migliore amica per il braccio e la strattonò, ma lei niente!Sembrava fatta di pietra… Lʼamico allora la supplicò, si mise addirittura in ginocchio, allora lei tirò unodei suoi sospiri, e andò con Alex. Tutti quanti si addentrarono in quel posto spettrale… ecominciarono a dividersi a coppie, Eveline e Alex restarono uniti…dopo un poʼ che erano là, da soli, idue si guardarono attorno confusi…e videro solo il buio intorno a loro…allora cominciarono achiamare gli amici, ma più gridavano e più la loro voce si faceva pesante…Alex vedendo Evelinetremare, e quasi svenire, dalla paura, si avvicinò a lei, le prese le mani e disse:-Ti ricordi le storie che ci raccontava sempre mio nonno? Ti ricordi lʼultima storia che ci ha raccontatoprima di morire due giorni dopo? Ci aveva letto quel libro dal titolo “La paura è solo una sensazione”e dentro cʼera quella frase: La paura non è nulla di più che una sensazione: uno sente freddo, sentefame, si sente arrabbiato, si sente intimorito, La paura non potrà mai farti del male, quindi stai calma.Eveline lo guardò con gli occhi pieni di lacrime e lo abbracciò…ad un certo punto, i due sentirono deipassi che si avvicinavano, e più si avvicinavano e più i passi aumentavano e si moltiplicavano…allorai due si girarono contemporaneamente…qualche metro più avanti, cʼerano i corpi dei loro amici ma alposto della testa avevano una grossa zucca che sorrideva malignamente. I due si sentirono stringerealle gambe e sprofondare sottoterra, i rami delle zucche gli stavano trascinando sempre più giù…stavano per scomparire del tutto…lʼultima cosa che Alex sentì era la voce di Eveline che tirava unurlo soffocante…

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lupo alberto

CHI TROPPO VUOLE NULLA STRINGE

Nelle verdi e imponenti montagne dellʼAlaska, vicino ad un ruscello dallʼacqua limpida, su un belprato dallʼerba alta, sorgeva una capanna di tronchi addossata alla roccia, non era molto grande mabastava per due letti, un tavolo, un fuoco e due sedie. Al suo esterno si trovavano delle panchine diroccia, un piccolo recinto in cui vivevano due cavalli.In queste montagne vivevano due fratelli figli di mamma indiana e papà bianco. Il primo aveva circa20 anni, era alto e slanciato, molto coraggioso e intraprendente, con i capelli rossi, una barbettaanchʼessa rossa. Indossava una giacca di pelle e dei pantaloni verdi, una cintura con un pugnale.Lʼaltro, di 13 anni, era basso, grasso e molto fifone; era tutto vestito di marrone e andava in giro conla sua inseparabile ascia regalatagli dal nonno.

Voi vi chiederete cosa fanno due fratelli così giovani in queste inospitali montagne, in questa storia velo spiegherò.

Lunga Lancia e Palla Di Ferro, i fratelli di cui vi ho parlato in precedenza, stavano facendo una garadʼapnea in un pozzo del ruscello, quando il più basso dei due scorse un bagliore dorato provenire dasotto un sasso. Con uno scatto insolito per lui, agguantò la pietra e riemerse; subito immaginaronoche era oro, ma poi pensarono che era meglio chiedere conferma a uno dei Chinook di Piede Rotto, ilcapo del villaggio vicino.Anche gli indiani confermarono che si trattava di oro, felici come degli orsi pieni di miele, i due fratellitornarono a casa per dormire; ad un tratto, in piena notte vennero svegliati da dei rumori sospetti, eappena aprirono gli occhi videro gli indiani che li puntavano con archi e frecce.I due amici vennero scortati dal capo che li condannò alla prigione a vita, il fratello più piccolo si misesubito a piangere e a urlare che aveva paura, ma venne sgridato da Lunga Lancia che gli disse:“La paura non è nulla di più che una sensazione: uno sente freddo, sente fame, si sente arrabbiato,sisente intimorito. La paura non potrà mai farti male.” Vennero subito condotti in una prigione piccola eumida. In quel posto mangiavano solo pane. Dopo settimane di pane e acqua riuscirono a scapparegrazie a Sassolino, un piccolo indiano che non sopportava le prigioni.

Per altri tre mesi furono costretti a vivere nel bosco, in una capanno da caccia sopra al ruscello in cuicercavano oro gli indiani, così li potevano controllare benissimo.Subito ai due venne unʼidea: creare una diga più a monte del posto dove lavoravano gli indiani, poilasciare ingrossare il fiume e quando era grosso abbastanza togliere la diga e spazzare via tutto lʼoro,così gli indiani non lo potevano più raccogliere.Passarono i giorni e lʼ acqua si innalzò, e una notte molto calda, la diga si ruppe e tutto il ruscellosottostante si ingrossò. Il giorno dopo quando arrivarono i primi indiani per lavorare, videro tuttodistrutto e tornarono al campo con la notizia; tutti gli abitanti del campo capirono che i due fratelli sierano vendicati, perciò li andarono a cercare e dopo che li ebbero trovati li portarono dal capo.Il capo decise di dimettersi e lasciare il trono ai due fratelli che indettero una grande festa, così ebbeinizio una nuova era per una nuova tribù.Durante tutti questi avvenimenti, lʼinondazione provocata dai due fratelli arrabbiati continuò la corsacon le molte pepite del fiume che si fermarono in una lanca bassa e durante una passeggiata unapersona vide lʼoro e da quel giorno cominciò la corsa allʼoro che portò in America moltissima gente.

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Pink

La luce

Ora mi trovo a casa mia, sana e salva.

Tutto è cominciato ieri mattina, quando mi stavo preparando per partire con il mio fidanzato Justin aduna passeggiata in montagna. Il cielo brillava, ed io ero particolarmente felice. Quando sentii suonareil campanello stavo controllando se cʼera tutto il necessario per partire:Panini, borraccia, occhiali da sole …Sono andata ad aprire la porta ed era Justin. Lo feci entrare in casa, anche lui come me aveva losguardo sereno, contento. Insieme ricontrollammo il percorso da fare e per sicurezza anche lameteo. Ma nessun problema.Ci incamminammo verso la funicolare che è soli cinque minuti da casa mia. In quei cinque minutiparlammo solo della nostra gita; eravamo contentissimi. Arrivati alla funicolare prendemmo i biglietti.Subito dopo essere saliti mi interessai al paesaggio . Era meraviglioso:il lago sotto la luce del sole sembrava fatto di cristallo; pure le montagne con la cima innevata.Sembrava fatto apposta per noi; una meraviglia. Dopo una quindicina di minuti arrivammo alla cimadella montagna. Camminammo per un paio dʼore in boschi nascosti e prati spaesati; finalmentelontano da tutto e da tutti ci fermammo sotto un albero a fare pranzo, siccome eravamo stanchifacemmo un riposino.Dopo circa unʼora mi svegliai, ma era strano; mi sentivo fredda e bagnata. Infatti aprii gli occhi epioveva, il cielo era diventato scuro e cʼera anche un forte vento. Svegliai Justin, raccogliemmo lenostre cose da terra e spaesati ce ne andammo. Per il trambusto non sapevamo dove andare. Alloracominciammo a correre; Justin in lontananza vide una specie di cascina, ci dirigemmo in quelladirezione. Quando arrivammo alla cascina con nostra grande sorpresa la porta era aperta.Entrammo ; faceva freddo, era buio, ma lo stesso mi sentivo al sicuro.Tirai fuori dallo zaino una scatoletta di fiammiferi. Facendo un poʼ di luce riuscii a vedere doveeravamo capitati. Un minuscolo locale tutto di legno. A parte una specie di porta di cemento sulpavimento. La aprii e vidi semplicemente un buco sotto terra. In quel momento ci fu un lampo. Dallospavento lanciai il fiammifero per terra. Una sedia prese fuoco, poi le pareti. Subito mi lanciai inquello specie di buco, e così anche Justin. Chiudemmo la “porta”. Lì sotto restammo in silenzio. Manon per molto. Ormai convinti che lʼincendio fosse spento provammo ad aprire quella botola. Perprima ci provai io; ma niente, era bloccato. Poi ci provò Justin ma il risultato non fu diverso.Ci provammo per parecchio tempo: Ma niente!Questo è stato il mio primo pensiero:La paura non è nulla di più che una sensazione: uno sente freddo, sente fame, si sente arrabbiato, sisente intimorito. La paura non potrà mai farti del male.Ormai era passata quasi unʼora e noi eravamo lì intrappolati.Improvvisamente mi venne lʼidea di provare a gattonare in una direzione a caso. Justin mi seguiva,anche lui spaventato. Dopo una ventina di minuti vidi uno spiffero di luce, anche lʼaria era migliore.Quella è stata la luce che ci salvò; la nostra luce!Quello spiffero portava allʼuscita del tunnel. Lì, quasi senza forze scendemmo dalla montagna ecercammo aiuto.Sono felice di raccontarla questa storia, quindi dico:La luce è vita; la luce è speranza.

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Flower

IL SOGNO DELLA PAURA

Luca è un ragazzo di 9 anni, abita a Roma, ha una sorellina e anche un fratellino. La mamma di Lucalavora tanto e tutti i giorni infatti lui deve andare a scuola ma nello stesso tempo aiutare sua mamma,fare i compiti, lavare i piatti, … ! Insomma è un ragazzo piccolo, ma già molto impegnato. Luca nonha molti amici, anzi proprio non ne ha, tranne una ragazza della sua età : lei si chiama Lara. Lui eLara sono molto uniti, vanno a scuola insieme, si trovano nel parco del palazzo il mercoledìpomeriggio,…! Luca ha un diario personale, che porta sempre con lui, scrive tutto ma proprio tutto,anche le cose più assurde, come ho già detto prima è molto impegnato, ma per scrivere sul suodiario trova sempre tempo, a volte anche durante la notte.È lunedì mattina e Lara va a chiamare Luca per andare a scuola. Luca la notte prima aveva fatto unsogno, ma non un sogno bello ma un sogno brutto, spaventoso, riguardava il suo maestro Fabrizio.Luca non sapeva se raccontarlo a Lara o se era meglio tenerselo dentro. Alla fine non glieloraccontò. Arrivati a scuola Lara saluta il maestro, mentre Luca no, passa via dritto senza neancheguardarlo. Il maestro la riprese e gli disse con tono sevaro:- Luca! Vieni subito qui! –Luca spaventatissimo ubbidì! E il maestro di nuovo gli disse:- Non è più nella tua educazione salutare? –Lui rispose:- Scusi maestro non succederà più! –Il maestro si infuriò ancora di più perché Luca non lo guardava mentre parlava, ma fissava ilpavimento. Lara ci rimase molto male perché non capiva come mai Luca, che è sempre stato unragazzo molto educato nei confronti del maestro, quella mattina si sia comportato così. Luca durantela pausa pranzo corse a casa senza neanche aspettare Lara. Arrivò in casa e subito andò a scriveresul suo diario, quello che aveva sognato e quello che era successo a scuola. Cominciò dicendo:- Caro diario, questa notte me la ricorderò per tutta la vita ma non nel bene, cioè non come unacosa bella ma come una cosa paurosa, spaventosa. Ho sognato che il maestro Fabrizio (è unbravissimo maestro) un giorno a scuola mi aveva chiesto di accompagnarlo prendere una televisionenella locale magazzino. Io ovviamente risposi di si. Arrivati nel locale cominciò a tirarmi pugni ma nonforti, però a me davano fastidio e io gli dissi di smetterla in modo educato. Lui si arrabbiò e cominciòa picchiarmi violentemente. Lì per fortuna mi svegliai. –Lunedì Lara venne a chiamarmi e mi chiese cosa stava succedendo, io gli raccontai il mio sogno. Leici rimase male perché non capiva come mai Luca sognasse cose del genere, però ora capiva il suocomportamento. Quel pomeriggio Lara andò a raccontare al maestro come mai così strano, in pocheparole gli raccontò il sogno. Anche lui ci rimase male. Poi insieme presero la decisone di parlarne conLuca e quella sera lo fecero. Il maestro fermò Luca, dopo la scuola, e gli disse:- Ciao Luca, Lara mi ha raccontato quello che hai sognato. –- No maestro non è vero, quello che le ha detto se lo è inventata!-Il maestro gli disse:- Era solo un sogno, però capisco che adesso tu abbia paura.Luca cominciò a piangere. Il maestro a questo punto aggiunse:- La paura non è nulla di più che una sensazione: uno sente freddo, sente fame, si sentearrabbiato, si sente intimorito. La paura non potrà mai farti del male.Luca pensò alle parole del maestro, alla fine lo abbracciò.

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Delfino

L'avventura di Bingo e Stefano

Un giorno come tutti gli altri a Frenfield , Stefano , un ragazzo moro di 14 anni prende il bus perandare a scuola . Tutte le volte che torna a casa , Bingo un cane di razza bastardino , gli saltaaddosso facendolo cadere a terra . Sabrina sua sorella , una ragazza bionda di 11 anni gli toglie didosso Bingo . Stefano un po' arrabbiato le dice : - Perché ogni volta devi rovinare il divertimento ? -Sabrina gli risponde : - La mamma mi ha detto che quando torni devo subito portarlo a fare una passeggiata . Quindismettila di lamentarti e alzati da terra ! - Così dicendo Sabrina mette alguinzaglio Bingo e lo porta a passeggio . Quando tornò , Stefano era ancora seduto per terra .Sabrina un po' indecisa gli chiede : - Stefano perché sei ancora lì ? -Stefano la guarda e le risponde : - Ti consiglio di non entrare in casa . Mamma e papà stanno litigando da quando sono entrati ! Nonriuscivo a sopportarli e quindi ho deciso di stare qui seduto . - - Perché stanno litigando ? -Gli chiede Sabrina .- Non ho la minima idea . -Sabina si siede da parte a Stefano . A un certo punto si sono guardati e in silenzio hanno aspettatoche il litigio finisse . Finalmente era ora di cena e il litigio era finito . Stefano durante la cena chiede asua mamma : - Mamma domani posso andare a casa di un mio amico ? -La mamma gli risponde :- Va bene . Io però non ti vengo a prendere quindi , vai con il motorino o ti cerchi un passaggio . -Stefano contento le dice : - Grazie mamma . Tornerò con il motorino . -Dopo cena Stefano e Bingo vanno in camera ha ascoltare la musica . Il giorno dopo a scuola ,Stefano viene picchiato da 4 ragazzi di 16 anni . Dopo la serata a casa del suo amico , Stefano tornaa casa . A colazione sua mamma si spaventa dell'occhio blu di Stefano . Lui le dice che non eraniente e va a scuola . Era ora di cena e Stefano non era ancora tornato a casa . Sua mamma , suopapà e sua sorella si sono spaventati molto e hanno provato a chiamarlo sul cellulare . NienteStefano non rispondeva alle loro chiamate . Allora i sui genitori preoccupati hanno chiamato lapolizia . La polizia ha detto : - Non vi preoccupate , lo cercheremo . Ora andate a dormire e state tranquilli ! -Dopo tre giorni una persona ha chiamato i genitori di Stefano e li ha detto : - Ho in ostaggio vostro figlio . Se lo volete ancora vivo dovete pagare 50000 fr.- Gli dovete portaredavanti alla casa dei Baddies . Se non gli portate entro un'ora farò saltare in aria vostro figlio ! - Quella persona che ha telefonato attaccò il telefono . I genitori hanno detto alla polizia dellatelefonata misteriosa . Bingo sentì qualcosa mentre era a passeggio con Sabrina . Si tolse con unamossa il guinzaglio e corse verso il rumore . Fece un po' di strada e in una piccola fessura guardòdentro . Lì dentro c'era Stefano ! Era legato a un palo e , due persone stavano dando fuoco a quellocale . Le due persone uscirono lasciando aperta la porta , Bingo corse all'interno . Era pieno difuoco e Stefano aveva paura . In quel momento pensò a quello che sua mamma gli disse quandoaveva sei anni "Stefano , la paura non è nulla di più che una sensazione : uno sente freddo , sentefame , si sente arrabbiato , si sente intimorito . La paura non può farti del male . " Stefano sentìqualcosa , si guardò le mani e vide Bingo che stava mordendo con i denti la corda che legavano lemani . Finalmente Stefano era libero e scappò fuori con Bingo . Tornarono a casa e tutto era finito .La polizia premiò Bingo con una medaglia d'oro . Bingo è il primo cane dell'anno con la medagliad'oro e il primo cane chesalvò da un incendio una persona .

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