i tasselli preziosi di un unico progetto culturale ... · 57122 livorno tel. e fax ... rapporto tra...

8
Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 30 giugno 2013 er conoscere l’altro, è sempre necessario presentarsi poveri di fronte all’interlocutore. "Poveri" in questo caso significa non essere gli an- tipatici ricchi, dalle idee preconfezionate. Tale sarebbe chi si presen- tasse al dialogo con un bagaglio presuntuoso di conoscenze scontate , di proposte oggettive cariche di suggerimenti e di comportamenti ben definiti. Dobbiamo invece saper cogliere, attraverso l’ascolto, la crea- tura adolescente "in situazione", cioè nel suo delicato passaggio dal mondo del bambino al mondo dell’adulto. Sarà ascolto delle richie- ste esplicità, sussurrate o gridate, ma più ancora delle esigenze e delle situazioni non dette, perché inconsapevoli e non dette perché mortifi- cate. Questo ascolto è doveroso gesto di potertà perché partecipa della virtù della carità. P DI NICOLA SANGIACOMO l primo flash che descrive il Progetto Culturale di quest’anno è la cattedrale gremita per ascoltare la lectio magistralis del cardinale Ruini: un intervento teologico e filosofico insieme che ha raccolto un’attenzione straordinaria ed inaspettata. Si è aperto così a novembre un anno pastorale intenso e ricco di iniziative per il Progetto Culturale diocesano. Successivamente l’attenzione si è spostata sul rapporto tra fede e scienza che è stato trattato con la preziosa collaborazione di due scienziati come Piero Benvenuti e Valfredo Zolesi che hanno presentato le pubblicazioni dalla casa editrice diocesana Pharus Editore: i due appuntamenti pubblici, uno la mattina con gli studenti delle scuole superiori e l’altro il pomeriggio aperto a tutti, hanno dimostrato come anche argomenti scientifici complessi, se trattati con passione e competenza, possono diventare interessanti per tutti. Chi vi ha partecipato è uscito con la convinzione che il luogo comune che la scienza è nemica della fede deve essere sfatato; dall’intervento dei due autorevoli relatori è emerso infatti che più si approfondisce la conoscenza della realtà con criteri scientifici e più aumenta la fede. Lo stesso tema è stato anche affrontato nel corso di una conferenza promossa, insieme all’Ufficio Scuola, che ha presentato le figure di due illustri religiosi – scienziati, Theilard de Chardin e Stenone, due uomini accomunati anche dal desiderio di cercare la verità in epoche storiche diverse. Sul piano socio politico l’attenzione si è concentrata sul tema di un nuovo welfare amico della famiglia che ha portato all’approvazione di I un documento condiviso da diversi consiglieri comunali, e altri esponenti politici, di partiti diversi in cui sono state indicate alcune proposte concrete per garantire una maggiore tutela degli interessi della famiglia riconosciuta dalla Costituzione italiana. Il documento è stato presentato in occasione dell’incontro pubblico nel quale è intervenuto il professor Sergio Belardinelli, docente all’Università di Bologna e coordinatore delle iniziative del Progetto culturale nazionale, che ha descritto i risultati delle più recenti indagini sociologiche sul tema della famiglia: un intervento prezioso che ha dimostrato come la famiglia continui ad essere il motore della nostra società anche in un tempo in cui sono molteplici i tentativi di cambiarne la fisionomia tradizionale. L’incontro, avvenuto a ridosso delle elezioni politiche di febbraio scorso, ha visto una partecipazione qualificata e molto attiva da parte dei rappresentanti cittadini delle forze politiche che si candidavano a governare il Paese. La fase politica successiva, caratterizzata da una forte incertezza a livello nazionale, ha poi condizionato la realizzazione a livello locale di quanto era stato convenuto con il documento “Livorno, amica della famiglia”. Su questo tema l’ambito socio politico del Progetto Culturale continuerà a tener viva l’attenzione anche nei prossimi mesi quando entrerà nel vivo la campagna politica in vista dell’elezione della nuova amministrazione della città. Nello stesso ambito si è mossa anche la riflessione giuridica del Progetto Culturale che ha approfondito il tema della crisi dell’istituto del matrimonio civile con il contributo autorevole del professor Giuseppe Dalla Torre. L’accoglienza e il rispetto della vita, anche di quella più fragile, è stato al centro di alcune iniziative programmate all’interno del mese della vita che ha visto quest’anno la presentazione della figura di uno scienziato cristiano, già dichiarato servo di Dio, particolarmente sensibile all’argomento come il francese Lejeune che ha pagato con l’indifferenza del mondo scientifico la sua posizione contraria alla fecondazione in vitro e alla legalizzazione del’aborto. E’ rimasta celebre la sua frase a proposito della possibilità di trovare una cura per la sindrome di Down di cui lui stesso fu il primo scienziato a scoprirne la causa: “è uno sforzo intellettuale molto meno difficile che mandare un uomo sulla Luna”. La grande partecipazione alle celebrazioni di Santa Giulia ha concluso nel modo più popolare possibile le iniziative del Progetto Culturale, come aveva già immaginato qualche anno fa monsignor Giusti quando aveva sostenuto che un Progetto come questo non può essere solo un grande iniziativa intellettuale ma deve trovare il modo di essere significativo per tutti, riportando all’attenzione generale i temi fondamentali della fede cristiana. L’anno appena concluso può essere considerato esemplare da questo punto di vista: dalla prolusione teologica e filosofica del cardinale Ruini alla festa religiosa e popolare di Santa Giulia si è realizzato un unico grande progetto. A tener viva l’attenzione su tutte queste iniziative il grande impegno dell’ufficio Comunicazioni Sociali diocesano che, attraverso la televisione, il giornale diocesano e la rete internet, ha seguito passo passo tutte le tappe di questo percorso. Ma lo sguardo già va oltre l’anno appena passato per cominciare ad intuire i prossimi importanti appuntamenti che attendono la Chiesa livornese nel prossimo anno pastorale. Appuntamenti per i quali dovremo probabilmente utilizzare, senza timore di esagerare, l’aggettivo “storico” … ma di questo avremo modo di scrivere nelle prossime settimane. inalmente una data dopo mesi di attesa: l’inaugurazione ufficiale della statua della Madonna dei Popoli sarà il prossimo 8 settembre. Voluta fortemente dalle realtà portuali cittadine, in particolare dai Piloti, che per primi se ne fecero promotori durante una visita del Vescovo in Capitaneria di Porto, l’immagine di quasi 10 metri (basamento compreso) sarà finalmente collocata sulla lingua di terra tra il cantiere Azimut e l’Avvisatore (molo sopraflutto 76). In queste foto già si può vedere il basamento, che sarà ricoperto con alcune formelle di ceramica dove resteranno scritti i nomi di tutti coloro ha sostenuto l’opera, di chi vi ha materialmente lavorato, di chi ha concesso le autorizzazioni. I 145 pezzi (80 della statua e 65 del basamento) che compongono la scultura saranno incastrati sull’anima di acciaio e cemento assicurata al molo (le cui operazioni hanno impiegato più tempo del previsto, affinché tutto risultasse più sicuro e la struttura fosse ancora più resistente alla forza delle mareggiate e del vento) e poi fissati tra loro in una sorta di mosaico che andrà componendosi proprio in questi giorni d’estate. Una volta terminata, la statua sarà avvolta in un telo per proteggerla dalle intemperie e da sguardi curiosi prima dell’inaugurazione. Tutto è (quasi) pronto dunque...la data si avvicina. Sicuramente un bel modo di iniziare il prossimo anno pastorale. c.d. F L’inaugurazione della statua della Madonna dei Popoli al porto L’8 SETTEMBRE LIVORNO SCOPRIRÀ LA MADRE CHE ACCOGLIE Ripercorriamo le tappe del percorso di quest’anno. Qualità culturale e partecipazione popolare, una sfida vinta A tener viva l’attenzione su tutte le iniziative del Progetto, gli strumenti dell’ufficio Comunicazioni sociali diocesano: la trasmissione televisiva, il giornale diocesano e la rete internet I TASSELLI PREZIOSI DI UN UNICO GRANDE PROGETTO Nelle foto: qui accanto il maestro Paolo Grigò con alle spalle il pilastro in cemento dove sarà costruita la statua; accanto alcuni pezzi del "mosaico", sotto il sopralluogo di ingegneri e tecnici del cantiere, la signora Gabriella Neri, moglie dell’imprenditore Piero, che ha seguito personalmente i lavori, insieme al Vescovo e a Grigò. PROGETTO CULTURALE DIOCESANO IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi

Upload: dangnhi

Post on 17-Feb-2019

214 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

30 giugno 2013

er conoscere l’altro, è sempre necessario presentarsi poveri di fronteall’interlocutore. "Poveri" in questo caso significa non essere gli an-

tipatici ricchi, dalle idee preconfezionate. Tale sarebbe chi si presen-tasse al dialogo con un bagaglio presuntuoso di conoscenze scontate ,di proposte oggettive cariche di suggerimenti e di comportamenti bendefiniti. Dobbiamo invece saper cogliere, attraverso l’ascolto, la crea-tura adolescente "in situazione", cioè nel suo delicato passaggio dalmondo del bambino al mondo dell’adulto. Sarà ascolto delle richie-ste esplicità, sussurrate o gridate, ma più ancora delle esigenze e dellesituazioni non dette, perché inconsapevoli e non dette perché mortifi-cate. Questo ascolto è doveroso gesto di potertà perché partecipa dellavirtù della carità.

P

DI NICOLA SANGIACOMO

l primo flash che descriveil Progetto Culturale diquest’anno è la cattedralegremita per ascoltare la

lectio magistralis delcardinale Ruini: unintervento teologico efilosofico insieme che haraccolto un’attenzionestraordinaria ed inaspettata.Si è aperto così a novembreun anno pastorale intenso ericco di iniziative per ilProgettoCulturalediocesano.Successivamentel’attenzione si èspostata sulrapporto tra fedee scienza che èstato trattato conla preziosacollaborazionedi due scienziaticome PieroBenvenuti eValfredo Zolesiche hannopresentato lepubblicazionidalla casaeditricediocesanaPharus Editore: idueappuntamentipubblici, uno la mattina congli studenti delle scuolesuperiori e l’altro ilpomeriggio aperto a tutti,hanno dimostrato comeanche argomenti scientificicomplessi, se trattati conpassione e competenza,possono diventareinteressanti per tutti. Chi viha partecipato è uscito con laconvinzione che il luogocomune che la scienza ènemica della fede deve esseresfatato; dall’intervento deidue autorevoli relatori èemerso infatti che più siapprofondisce la conoscenzadella realtà con criteriscientifici e più aumenta lafede.Lo stesso tema è stato ancheaffrontato nel corso di unaconferenza promossa,insieme all’Ufficio Scuola,che ha presentato le figure didue illustri religiosi –scienziati, Theilard deChardin e Stenone, dueuomini accomunati anchedal desiderio di cercare laverità in epoche storichediverse.Sul piano socio politicol’attenzione si è concentratasul tema di un nuovo welfareamico della famiglia che haportato all’approvazione di

Iun documento condiviso dadiversi consiglieri comunali,e altri esponenti politici, dipartiti diversi in cui sonostate indicate alcuneproposte concrete pergarantire una maggiore tuteladegli interessi della famigliariconosciuta dallaCostituzione italiana. Ildocumento è stato presentatoin occasione dell’incontropubblico nel quale èintervenuto il professorSergio Belardinelli, docente

all’Università diBologna ecoordinatore delleiniziative delProgetto culturalenazionale, che hadescritto i risultatidelle più recentiindaginisociologiche sultema dellafamiglia: uninterventoprezioso che hadimostrato comela famigliacontinui ad essereil motore dellanostra societàanche in untempo in cui sonomolteplici itentativi dicambiarne la

fisionomia tradizionale.L’incontro, avvenuto aridosso delle elezionipolitiche di febbraio scorso,ha visto una partecipazionequalificata e molto attiva daparte dei rappresentanticittadini delle forze politicheche si candidavano agovernare il Paese.La fase politica successiva,caratterizzata da una forteincertezza a livello nazionale,ha poi condizionato larealizzazione a livello localedi quanto era statoconvenuto con il documento“Livorno, amica dellafamiglia”. Su questo temal’ambito socio politico delProgetto Culturalecontinuerà a tener vival’attenzione anche neiprossimi mesi quandoentrerà nel vivo la campagnapolitica in vista dell’elezionedella nuova amministrazionedella città.Nello stesso ambito si èmossa anche la riflessionegiuridica del ProgettoCulturale che haapprofondito il tema dellacrisi dell’istituto delmatrimonio civile con ilcontributo autorevole delprofessor Giuseppe DallaTorre.

L’accoglienza e il rispettodella vita, anche di quella piùfragile, è stato al centro dialcune iniziativeprogrammate all’interno delmese della vita che ha vistoquest’anno la presentazionedella figura di uno scienziatocristiano, già dichiarato servodi Dio, particolarmentesensibile all’argomento comeil francese Lejeune che hapagato con l’indifferenza delmondo scientifico la suaposizione contraria allafecondazione in vitro e allalegalizzazione del’aborto. E’rimasta celebre la sua frase aproposito della possibilità ditrovare una cura per lasindrome di Down di cui luistesso fu il primo scienziato ascoprirne la causa: “è unosforzo intellettuale moltomeno difficile che mandareun uomo sulla Luna”.La grande partecipazione allecelebrazioni di Santa Giuliaha concluso nel modo piùpopolare possibile leiniziative del ProgettoCulturale, come aveva giàimmaginato qualche annofa monsignor Giustiquando aveva sostenutoche un Progetto comequesto non può essere soloun grande iniziativaintellettuale ma devetrovare il modo di esseresignificativo per tutti,riportando all’attenzionegenerale i temifondamentali della fedecristiana.L’anno appena conclusopuò essere consideratoesemplare da questo puntodi vista: dalla prolusioneteologica e filosofica delcardinale Ruini alla festareligiosa e popolare diSanta Giulia si è realizzatoun unico grande progetto.A tener viva l’attenzione sututte queste iniziative ilgrande impegno dell’ufficioComunicazioni Socialidiocesano che, attraverso latelevisione, il giornalediocesano e la rete internet,ha seguito passo passo tuttele tappe di questo percorso.Ma lo sguardo già va oltrel’anno appena passato percominciare ad intuire iprossimi importantiappuntamenti che attendonola Chiesa livornese nelprossimo anno pastorale.Appuntamenti per i qualidovremo probabilmenteutilizzare, senza timore diesagerare, l’aggettivo“storico” … ma di questoavremo modo di scriverenelle prossime settimane.

inalmente una data dopo mesi di attesa: l’inaugurazione ufficiale della statua dellaMadonna dei Popoli sarà il prossimo 8 settembre. Voluta fortemente dalle realtàportuali cittadine, in particolare dai Piloti, che per primi se ne fecero promotoridurante una visita del Vescovo in Capitaneria di Porto, l’immagine di quasi 10 metri

(basamento compreso) sarà finalmente collocata sulla lingua di terra tra il cantiere Azimute l’Avvisatore (molo sopraflutto 76). In queste foto già si può vedere il basamento, che saràricoperto con alcune formelle di ceramica dove resteranno scritti i nomi di tutti coloro hasostenuto l’opera, di chi vi ha materialmente lavorato, di chi ha concesso le autorizzazioni.I 145 pezzi (80 della statua e 65 del basamento) che compongono la scultura sarannoincastrati sull’anima di acciaio e cemento assicurata al molo (le cui operazioni hannoimpiegato più tempo del previsto, affinché tutto risultasse più sicuro e la struttura fosseancora più resistente alla forza delle mareggiate e del vento) e poi fissati tra loro in unasorta di mosaico che andrà componendosi proprio in questi giorni d’estate.Una volta terminata, la statua sarà avvolta in un telo per proteggerla dalle intemperie e dasguardi curiosi prima dell’inaugurazione.Tutto è (quasi) pronto dunque...la data si avvicina. Sicuramente un bel modo di iniziare ilprossimo anno pastorale.

c.d.

F

L’inaugurazione della statua della Madonnadei Popoli al porto

L’8 SETTEMBRE LIVORNO SCOPRIRÀLA MADRE CHE ACCOGLIE

Ripercorriamo le tappe del percorso di quest’anno.

Qualità culturale e partecipazione popolare,

una sfida vinta

A tener vival’attenzionesu tutte leiniziativedel Progetto,gli strumentidell’ufficioComunicazionisocialidiocesano:la trasmissionetelevisiva,il giornalediocesanoe la rete internet

I TASSELLIPREZIOSI

DI UN UNICOGRANDE

PROGETTO

Nelle foto: qui accanto il maestro Paolo Grigò con alle spalle il pilastro in cemento dove sarà costruitala statua; accanto alcuni pezzi del "mosaico",sotto il sopralluogo di ingegneri e tecnici del cantiere,la signora Gabriella Neri, moglie dell’imprenditorePiero, che ha seguito personalmente i lavori, insieme al Vescovo e a Grigò.

PROGETTOCULTURALEDIOCESANO

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI30 giugno 2013II

Gli incontri formativi ALLA PARROCCHIA DEI SALESIANI

a seconda tappadegli incontri diformazionepromossi dalla

parrocchia dei salesianiha presentato, grazie allapresenza di SeverinoDianich, vicario per lapastorale della culturadell’università di Pisa eteologo di fama, icontenuti della nuovaevangelizzazione chemette al primo postol’annuncio di Cristo agliuomini di oggi.Dopo il primo incontroche ha visto l’interventodi Monsignor Giusti, ilquale ha illustrato inmodo vivace eavvincente i luoghi e imetodi per una nuovaevangelizzazione, lapresenza di Dianich, unteologo che sa farsiascoltare, ha arricchitogli ascoltatori con la suapacata saggezza.Partendo dalla lettura diun versetto del Salmo119 “Lampada sui mieipassi è la tua parola/lucesul mio cammino”, si èsnodata una riflessioneche ha avuto comeperno la domanda: cosadire di Dio oggi?Partiamo dalpresupposto che iltermineevangelizzazione puòspesso avere un’eccessivaampiezza di significato.In realtà,interpretandolo in sensostretto, il termineevangelizzazione indicaun incontro: colui che ècredente incontra chi,per svariati motivicredente non lo è, e glicomunica la sua fede.Evangelizzazione nonsignifica quindi fornirenotizie precise su GesùCristo, questo può farlotranquillamentequalsiasi professore diStoria del Cristianesimo,anche se ateo. Èfondamentale capire chenon si comunica unaconoscenza, ma lapropria fede.Storicamente, nel primomillennio dopo Cristo,in Europa latrasmissione della fedeera alla stregua di unamera trasmissione

generazionale: venivapassata da padre a figlio,senza che sievangelizzasse in sensostretto.

IL QUADRO ATTUALEIn primis a causa deiforti movimentimigratori, per i quali glieuropei non sono piùmassicciamente cristiani;in secondo luogo, acausa di un imponenteabbandono della fede daparte di persone che intempi passati,osteggiavano la Chiesadefinendosi anticlericali;ultimo, e non menoimportante fattore è ilpeso del compitodell’evangelizzazioneche ricade sulle famiglie:oggi molte famiglie nonnascono su unfondamento cristiano equesta consapevolezza faprevedere, per il futuro,una diminuzione deibattesimi.La Chiesa deve quindiriprendere in mano laresponsabilità delcomunicare la fedesoprattutto agli adulti.Deve riaprirsi la paginadel cristianesimo deiprimi secoli, quandoogni cristiano era di fattoun evangelizzatore, nelpieno rispetto dellaspiritualità altrui, e siassisteva così adun’ovvietà diespansione. Seguendo ledirettive del ConcilioVaticano II, Dianichsottolinea quantol’evangelizzazione nonsia comunque uncompito per solispecialisti, ma di tutto ilpopolo di Dio. Riguardola posizione dei laici, si

pone l’accento rispetto aquella dei sacerdoti perdue motivi: il laico hapiù relazioni al di fuoridella cerchia dellaparrocchia e quindi hapiù occasioni dievangelizzare rispetto aun sacerdote; i laicipossono comunicarel’esperienza di fedevissuta sia in famigliache nel lavoro, dueambiti preclusi ai preti.Lo sforzo congiunto ditutto il popolo di Diopuò così arrivare aportare il messaggio delVangelo anche a chi noncrede, partendo dalpresuppostofondamentale che serveun approccio semprediverso a seconda di chiabbiamo di fronte: chi siaccosta alla fede hasempre posizioni dipartenza diverse.

COME COMUNICARE LA FEDE?Sicuramente attraverso illinguaggio, con lapropria testimonianza divita a anche attraverso gliaspetti simbolicirappresentati dai gestireligiosi. Non serve unapreparazione specificaper evangelizzare insenso stretto: serve unamanifestazione dellapropria fede, mostrataattraverso l’educazione

dei figli, nel lavoro, neirapporti con gli altri.Dianich rimarca conforza quanto siaimportante che alla basevi sia la passione delcomunicare agli altri masoprattutto passione perla preghiera. Serve lapiena coscienza, da partedi chi evangelizza, chenon si comunica lapropria bravura eperfezione, ma un donofattoci da Dio. Perevangelizzare servel’umiltà e non lapresunzione di chi, difatto, guarda i noncristiani dall’alto inbasso: la fede non èmerito nostro e se siamocredenti è grazieunicamente allamisericordia di Dio.

COSA BISOGNA CREDEREPER ESSERE CRISTIANII contenutifondamentali sonopochi e tutti siamo ingrado di darli. Sullosfondo c’è il senso diDio, il misterodell’esistenza che vienepercepito a patto chel’uomo non si facciaingabbiare dallapresunzione di sapertutto, ma questo sensoce l’hanno anche imusulmani e gli ebrei. Icristiani puntanol’attenzione su Gesù, sul

senso che Egli ha datoalla Sua vita e alla Suamorte. Gesù ha dato lavita per Dio e così èresuscitato portando nelmondo un eventonuovo. Al di là delfascino esercitato dallafigura storica del Signore,la fede è assorbire il Suomessaggio, è credere cheLui sia veramenteresuscitato a vita nuova.Vangelo significa cheviene il regno di Dio equesto rappresenta unasperanza concreta per ilmondo, perché Dio loama e chiama tutti avivere un ideale più alto.La fede nellaresurrezione rappresentail vero salto di qualitàdel cristiano, perché è lìche si trova la verasperanza. La propriatestimonianza, alla lucedi questa speranza, vaquindi inserita in unavalutazione positiva delmondo e della vita. Lostile cristiano del vivere èquello di rimboccarsi lemaniche anche, esoprattutto, in tempidifficili. Negare lasperanza, essere cristianisfiduciati e tristirappresenta un graveblocco perl’evangelizzazione: è lanegazione stessa dellafede.

Benedetta Agretti

Ln fiocco nero affisso accanto alla porta euna piccola inserzione per dire "basta"

alla violenza sulle donne.Così il Centro Donna di Livorno ha volutoricordare le venticinque donne italiane chehanno perso la vita a partire dal primogennaio 2013, donne vittime di una violenzatrasversale che interessa tutti i paesi e tutte lefasce d’età.Venticinque anime, venticinque vite,venticinque storie le loro, eppure sono molte dipiù le donne vittime di violenza ogni giorno.Secondo le statistiche, nella maggior parte deicasi l’artefice è una persona conosciuta dalladonna, ma restano comunque moltissime leaggressioni improvvise consumate tra strade eparcheggi di tutte le città.“La violenza è costituita da un insieme di attiche affermano la superiorità e il possessosmodato di una persona su un’altra, fino aldisconoscimento di quest’ultima”ha spiegatoSerenella Frangilli, ex dirigentepsicopedagogista, oggi impegnata nel centrodonna come volontaria.Riconoscere la violenza è il primo passo perabbatterla e per dare un senso al disagio cheavverte la vittima, in questo caso la donna.Circoscrivere la violenza è difficile, poiché lesue forme sono molteplici, e proprio a questoproposito il centro donna di Livorno (con sedein largo Strozzi n3) ha elaborato delle piccole

guide dedicate alla sensibilizzazione e allalotta contro la violenza al femminile.All’interno della guida vi è un breve maincisivo excursus sulla violenza, e sono elencatialcuni dei comportamenti e delle situazionitipiche di quella rosa. La matrice cheaccomuna questi comportamenti è la stessa, ela ritroviamo in tutte quelle azioni che vedanola donna abusata nella sua integrità, ed intesacome oggetto da possedere e violare sottofronti fisici e psicologici.Vi è poi una parte dedicata alle ripercussioniche tali comportamenti hanno sulla vittima, einfine i recapiti dei soggetti coinvoltiall’interno della rete antiviolenza livornese, dicui oltre il centro fanno parte l’agenziaippogrifo, l’armata dei carabinieri, l’asl n6 e ilComune di Livorno.“All’interno di questa rete è possibile operaresenza sporgere un’effettiva denuncia”haspiegato la dottoressa Frangilli.Violenza sono anche le molestie, le chiamateindesiderate che molte donne continuano aricevere da parte di colleghi, vicini di casa, exfidanzati.Gli uomini che esercitano violenza sulle donnesono uomini comunemente insicuri e pertantoincapaci di creare con la donna un legamepermanente, sano e pacifico.Conseguentemente, quando i soggetticoinvolti vivono una relazione, tra i due si puòarrivare ad instaurare un meccanismoperverso, un rapporto disturbato che vede ladonna schiava e vittima di quello che sa (etalvolta non sa) essere il suo problema, il suodisagio.Molte volte questi uomini sono stati a lorovolta testimoni di violenza, spesso durantel’infanzia, e tendano a riprodurre da adultisituazioni già vissute precedentemente comespettatori.Per tutti gli uomini che necessitano di un aiutoper costruire e vivere un rapporto positivo conle donne è nata l’associazione "Lui", con sedea Livorno in via Pieroni n27, ed anche qui èofferto ascolto e supporto psicologico gratuito.L’associazione è aperta a tutti gli uomini chehanno trovato il coraggio e la volontà di farsiaiutare, aiutare a combattere con il proprio"no" un vero e proprio scempio sociale che vaavanti da troppo tempo.

Francesca Cecconi

U

ALL’ASSOCIAZIONE ABLONDI PARLA IL VESCOVO SIMONI

I «Segni dei tempi»: presagi di condizioni migliori

ella Sala della parrocchia di SantaRosa, dedicata a Monsignor Ablon-di, si è svolto l’incontro, indettodall’Associazione Alberto Ablondi,

su uno dei temi più qualificanti del Sinododel 1984 della Chiesa livornese: quello sui“segni dei tempi”. Relatore è stato monsignorGastone Simoni, Vescovo emerito di Prato,che ha compiuto una rivisitazione del Sino-do, il quarto della nostra storia diocesana, incui, nella stesura finale, un capitolo era statodedicato “ai segni dei tempi”. Nei lavori sino-dali questo tema aveva dato impulso ad unvivissimo dibattito e provocato un rapportodi dialogo dentro e fuori dalla Chiesa livor-nese. Fu un momento alto e significativo delSinodo perché la stesura di quel capitolo siera avvalsa degli apporti di sensibilità diverse,ed è stato anche questo il motivo per cui si èdeciso di riproporlo all’attenzione di tutti co-me segno di una Chiesa locale che camminasecondo le scelte del Concilio Vaticano II.Monsignor Simoni ha iniziato specificando

che il Sinodo parla esplicitamente dei “segnidei tempi” nel capitolo V e che la finalità eraquella di comprendere l’uomo nella sua inte-rezza, l’umanità concreta del nostro tempo.Nella parte “Convivere nel nostro tempo”vengono elencati sei segni dei tempi correlatida possibili scelte operative: l’aspirazione allapace, il volontariato, la donna, i giovani, l’e-mergenza sociale, l’attesa di unità e di novitàche c’è nel mondo. Quando si parla dei segnidei tempi è opportuno fare -ha aggiunto il Ve-scovo- un riferimento biblico a Matteo e Lu-ca, quando Gesù provocato dai farisei e daisadducei li invita ad aprire il cuore e a nonabbandonarsi all’ipocrisia, perché il segnodei tempi è Lui, morto, crocifisso, risorto. Ilsegno dei tempi è dunque l’assolutezza dellaparola di Dio che si deve coniugare nella sto-ria e con il linguaggio della gente come predi-cava il Padre Chenu. Papa Giovanni nella“Humanae salutis” del 1961, quindi primadell’inizio del Concilio, evidenzia l’esistenzadi “segnali” che non sono solo “errore e ma-

le” e nella quale viene affermata una conce-zione positiva della storia, che sarà poi chia-rita nel documento conciliare “Gaudium etSpes” in cui si invita a “scrutare” i segni deitempi per comprendere il mondo in cui vi-viamo.In tutto questo -ha chiarito monsignor Simo-ni- c’è “un fondamento teologico” che si basasulla Parola di Dio con la quale si legge ilmondo, che comporta il discernimento, inquanto Dio si rivela sempre nella storia, per-ché grazie allo Spirito si rivelerà ogni cosa.L’azione dello Spirito dunque ci invita a capi-re ciò che ci proviene dagli altri, dai non cre-denti, non tutto quindi è male, ma è anchevero che non tutto è bene, ecco allora la gran-de facoltà del discernimento, bisogna sapervalutare gli avvenimenti senza fare assolutiz-zazioni moralistiche. I segni dei tempi -haconcluso- come diceva Paolo VI, sono “presa-gi di condizioni migliori”. Alla conferenza èseguito il dibattito.

Gianni Giovangiacomo

N

L’iniziativa del CentroDonna di Livorno

Una reteantiviolenza

Dire «Dio oggi»:si può, si deve!

Don Severino Dianich(nella fotoinsieme a don GinoBerto)approfondisce il tema della nuovaevangelizzazione

■ DAL SINODO DIOCESANO DEL 1984 le indicazioni per «vivere il nostro tempo»

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI30 giugno 2013 III

SPECIALEScout

Una giungla per crescere

di crescita, mettendo adisposizione degli altri leproprie energie e capacità erendendosi utile in qualunquemomento sia richiesto; inparticolare ciascun giovane sipone in relazione con gli altri,attraverso l’ascolto el’attenzione per i più piccoli, ipiù deboli, gli emarginati. Tutta l’attività scout risponde aun progetto educativo teso aformare "l’uomo e la donnadella partenza", come diciamonoi, cioè a dare ai bambini, airagazzi e ai giovani gli strumentinecessari per diventare buonicittadini e buoni cristiani. Findall’inizio l’obbiettivoeducativo è quindi quello di fararrivare i nostri ragazzi a unmomento della loro vita in cuisi diranno: "io scelgo di esserecristiano e scelgo di esserecittadino", è il momento della"partenza" (compiuta in genereintorno ai 21 anni) in cui iragazzi lasciano le attività scoute vivono nella loro realtà i valorie le scelte fatte proprie duranteil percorso educativo. In questosenso quindi tutto il percorso,dai lupetti fino ai Rover e Scolte,è attraversato da una fortesensibilità civica e cristiana.Parte integrante delle attivitàscout è quindi anchel’educazione alla fede, tutti glistrumenti del metodo educativohanno una forte matricespirituale e religiosa, dal giocoalle attività manuali, dalla vitadi squadriglia alla presa dicoscienza delle proprie capacitàe qualità, dal rapporto con lanatura al servizio, questi e moltialtri sono strumenti educativiche hanno, tra i propriobbiettivi, quello di permetterea ciascun ragazzo di sentirsipersonalmente amato echiamato dal Signore e, quindi,di poter rispondere con gioia eresponsabilità».

E’ stato rinnovato ilconsiglio, voi siete i nuoviresponsabili, che progetti aveteper il futuro?

«Il cammino svolto dall’

AGESCI, nella zona di Livorno,in questi ultimi anni è statomolto positivo; voltosoprattutto ad incrementare lacollaborazione tra i singoligruppi della zona ed allaconoscenza ed integrazione conle altre realtà presenti nella città.Intendiamo proseguire suquesta strada, in particolarenella prima parte dell’anno,rispondendo anche ad unprogetto portato avanti dallanostra Associazione a livelloregionale, ci occuperemo diapprofondire la conoscenza dipersone e/o esperienze diazione politica, che coninterventi concreti sul territoriosono portatori di "idee positive"e "slanci di cambiamento"; lenostre proposte confluiranno,insieme a quelle di tutti gli altriCapi della Toscana, all’ Indaba -un incontro regionale che sisvolgerà a fine settembre.Successivamente la nostraattenzione si sposterà sullapreparazione della RouteNazionale di Branca R/S, unevento a livello nazionale, che sisvolgerà ad Agosto 2013 a SanRossore e che vedrà protagonisticirca 32.000 giovani dai 16 ai20/21 anni; una grandeoccasione di crescita e confrontoper così tanti Rover e Scolte.Inoltre vorremmo portare avantiil rapporto di comunione ecollaborazione con la ChiesaLocale nella consapevolezzache, come dice il documentoche raccoglie i valori e le idee difondo dello scoutismonell’AGESCI, il "PattoAssociativo", come capiAGESCI, portando avanti ilprogetto educativo delloscoutismo, siamo un carisma euna spiritualità attraverso cui loSpirito Santo contribuisce aarricchire la Chiesa, per questomotivo vorremmo rendercisempre più conto che "piùfacciamo bene gli scout, piùcontribuiamo alla crescita dellaChiesa", vorremmo che questoprincipio fosse sempre piùconsapevole nei capi e nellaChiesa Locale».

Martina Bonigni

Abbiamo incontrato i nuovi responsabiliAGESCI di Livorno Paola Bartoli, Andrea Monachini e l’assistente spirituale don Francesco Fiordaliso per farci raccontarequalcosa del mondo Scout

«Un bambino, quando entra in ungruppo scout, è semplicemente allaricerca di un ambiente dove divertirsied è sicuramente incuriosito edattratto dalle diverse e particolariattività che vengono proposte. E’ certamente più importante la sceltafatta dai genitori, che devono esserepienamente consapevoli di mandarei loro figli in un’ Associazione, il cuimetodo educativo è una propostaformativa che vede i singoli comeautentici protagonisti della lorocrescita; tutto ciò deriva da unavisione cristiana della vita, che tieneconto della globalità della persona equindi della necessaria armonia conse stessi, con il creato, con gli altri.Uno dei problemi oggi molto diffusi,nella società in cui viviamo e anchenella Chiesa, è la difficoltà dellepersone a tradurre in pratica i valoriin cui dicono di credere. Questadifficoltà ha radici e cause moltodiverse ma il pericolo più grosso èche non sia percepito come unproblema. Lo scoutismo, attraverso ilmetodo educativo scout, glistrumenti e le attività che gli sonopropri, vuole invece aiutare ciascunapersona a "fare quello che dice", anziancor meglio a "fare prima di dire".Per questo motivo una famiglia, unragazzo, un giovane, aderendo alcammino educativo scout, ha lapossibilità di far propri queglistrumenti indispensabili per tradurre,in maniera originale e secondocoscienza, i valori che riconoscecome importanti per la propria vita».

m.b.

Abbiamo chiesto inoltre a don Francesco,Paola e Andrea: perché un bambino,un ragazzodovrebbeintraprendereil cammino dello scout?

Per approfondire

“ ...ma il vero modo di essere feliciè quello di procurare la felicità aglialtri. Procurate di lasciare questomondo un po’ migliore di quantonon l’avete trovato e, quandosuonerà la vostra ora di morire,potrete morire felici nella coscienzadi non aver sprecato il vostrotempo, ma di aver fatto "del vostromeglio”B.P.

ueste sono,probabilmente, leparole più conosciutedi Robert BadenPowell, fondatore del

movimento Scout;un’associazione che nasce nel1907 in Inghilterra e che ancoraoggi "vive" in tutto il mondograzie a circa 28 milioni diragazzi e ragazze e 12 milioni diguide in 216 paesi del mondo,che hanno deciso di seguire leorme del militare educatoreinglese.Per capire meglio questa realtà,abbiamo rivolto alcunedomande ai responsabili dizona dell’AGESCI (AssociazioneGuide e Scouts CattoliciItaliani)

Sta arrivando l’estate, periodo dicampeggi e di bilanci; cosa avetein programma? Quali saranno leproposte per i bambini, i ragazzie i giovani?

«A conclusione dell’anno scout,nei mesi di luglio e agosto,offriamo delle occasioniprivilegiate di incontro econdivisione, differenti perciascuna fascia di età, tenendoconto dell’attività svolta durantetutto l’anno. I Lupetti e Lupette,bambini/e dagli 8 agli 11/12anni, vivono le Vacanze diBranco, una settimana di vitacomunitaria sotto il controllodei Capi adulti in cui i singolibambini imparano a gestirsi, adessere responsabili delle lorocose ed a impegnarsi in primapersona. Gli Esploratori e leGuide, i ragazzi/e dagli 11/12 ai16 anni, sono impegnati percirca 12/15 giorni nel Campo diReparto, interamente

Q

caratterizzato dalla vitaall’aperto, con pernottamentoin tenda, totalmente immersinella natura, in cui si trovano asperimentare il loro spirito diavventura e di adattamento. Edinfine i giovani, Rover e Scoltedai 16 ai 20/21 anni, vivono laloro Route di circa unasettimana, un’occasionecomunitaria in cui fannosoprattutto strada (cammino),talvolta alternata ad occasioni diservizio, e si trovano aconfrontarsi e scontrarsi con ipropri limiti».

Quali sono invece le attività chesvolgete durante l’anno?Svolgete qualche servizioparticolare?

«Durante tutto l’anno i nostrigruppi (8 in totale tra Livorno,Rosignano e Guasticce),svolgono programmi differentiper le diverse fasce di età. Ilgrande gioco dello scautismoinizia fin da bambini con tuttauna serie di attività ambientatenel mondo fantastico dellaGiungla; attraverso il gioco ibambini si misuranocontinuamente con se stessi,conoscono il proprio corpo edimparano a rapportarsi con glialtri. I ragazzi più grandi, divisiin squadriglie, svolgono varieattività ed imprese, necessarieper stimolare l’autonomia nellescelte e lo spirito dicollaborazionenell’organizzazione dei progettiintrapresi; tutto ciò alternato adUscite, nelle quali i Capiprivilegiano il contatto con lanatura, il rispetto dell’ambientee la creazione di buoneabitudini per la vita in comune.Ai giovani vengano offertedurante i momenti di incontrotutta una serie di strumenti permaturare delle scelteconsapevoli, per prendersi delleresponsabilità di fronte aglialtri, per progettare condeterminazione la propria vita;ciascuno di questi giovani vienechiamato anche a svolgere unservizio, inteso come occasione

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI30 giugno 2013IV

VENERDÌ 28 GIUGNONella mattina, udienze laici in vesco-vado20.00 incontro con l’Ordine di Malta

SABATO 29 GIUGNO10.30 S. Messa e ordinazioni presbite-rali in cattedrale18.00 S. Messa in occasione della festapatronale alla chiesa di SS. Pietro ePaolo

DOMENICA 30 GIUGNO11.30 S. Messa al Santuario di Monte-nero17.30 S. Messa e consacrazione dellachiesa progettata da monsignor Giustia Casino di Terra a Volterra

MARTEDÌ 2 LUGLIONella mattina, udienze clero in vesco-vado

MERCOLEDÌ 3 LUGLIO9.30 incontro con i vicari foranei invescovadoNella mattina udienze laici in vescova-do18.00 visita alla comunità delle Picco-le figlie di San Giovanni Gualberto aPescia

GIOVEDÌ 4 LUGLIONella mattina, udienze laici in vesco-vado15.00 a Roma, incontro mondiale deiseminaristi in occasione dell’Annodella Fede

VENERDÌ 5 LUGLIOA Roma, incontro mondiale dei semi-naristi in occasione dell’Anno dellaFede

SABATO 6 LUGLIO16.00 visita alla villa S.Cuore in viaNuma Campi e incontro con i fedeli18.00 S. Messa alla chiesa di S. Stefanoa Castelnuovo della Misericordia

DOMENICA 7 LUGLIOVisita pastorale all’isola di Gorgona

Agenda del VESCOVO

C’è anche una proposta estiva di formazione per i giovani, tra le iniziativeche sono state decise nella riunione di Livorno, con gli iscritti e gli amicidel’Associazione, proposta che sarà inserita nel progetto di“ImmaginaLavoro”. Proprio i giovani comunicatori diventeranno sempredi più un punto di riferimento dell’attività dell’Ucsi Toscana.Alcuni di loro sono impegnati proprio in questi giorni a Trento al X Fo-rum dell’Informazione Cattolica per la Salvaguardia del Creato, organiz-zato dall’associazione Greenaccord Onlus, con il supporto della Provin-cia Autonoma di Trento e dell’Arcidiocesi di Trento. Tema dell’edizione2013: "Il Creato e le vie di comunicazione vecchie e nuove: cammini, in-croci e reti a partire dalle Dolomiti".

SCOPRENDO LIVORNO28 GIUGNO 2013

Giro in battello e Tour a piedidel BORGO REALE con la visita guidatadel Museo Diocesano

L’itinerario inizia alle ore 18.00 con un tour abordo del battello lungo i fossi medicei checircondano il Cinquecentesco Pentagono delBuontalenti .Allo sbarco, davanti alla Fortezza Nuova,accompagnati dalle guide percorrendo Via

Garibaldi,entreremo nelQuartiereanticamenteconosciutocome BorgoReale, ricco divicendestoricheculturali e ditesori come ilpreziosoMuseoDiocesanodove potremoammirareoggetti sacri,vere e proprieopere d’arte

che adornavano le chiese cittadine della Livornoporto franco e primo emporio del Mediterraneo.

Per info e prenotazioni: Francesca Sorrentino - 347/2718655

UCSI: L’ASSEMBLEA DEGLI ISCRITTI A LIVORNO

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Bombardieri M., Pasinetti E. - In bilico. Laseparazione dei genitori raccontata dai figli.-Ed. Paoline, pp.164, euro 11,00.

Gli autori, affrontano con delicatezza ecompetenza, l’esperienza della separazio-ne coniugale e le sue ripercussioni sullerelazioni familiari ma lo fa da un puntodi vista particolare: quello dei figli. Figlidi coppie separate, ormai diventati adultiche rileggono la loro esperienza con gliocchi di chi, attraverso il racconto, puòdare significato alla sofferenza. Si trattaappunto di storie "in bilico", di chi, dopoaver vissuto la sofferenza e la rottura diantichi equilibri, ne ha saputi ricostruiredi nuovi. Si tratta, in molti casi, di equili-bri relazionali che hanno permesso dicamminare su fili sospesi nel vuoto, allaricerca di nuovi orizzonti. Le storie narra-te in questo libro, si intrecciano, fino acostituire la trama che offre a chi legge, lapossibilità di addentrarsi nelle pieghe delvissuto dei figli di coppie separate, rileg-gendo le difficoltà dei genitori a preserva-re il loro ruolo educativo. Ne emerge unracconto fresco e immediato, che dà vocealla fragilità e alla forza dei legami fami-liari.

“La vocazione del custodire non riguarda sola-mente noi cristiani, ha una dimensione che pre-cede e che è semplicemente umana, riguardatutti. Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloroche occupano ruoli di responsabilità in ambitoeconomico, politico o sociale, a tutti gli uomini ele donne di buona volontà: siamo "custodi" dellacreazione, del disegno di Dio iscritto nella natu-ra, custodi dell’altro, dell’ambiente; non lascia-mo che segni di distruzione e di morte accompa-gnino il cammino di questo nostro mondo! ” (Francesco, Vescovo di Roma, 19 marzo2013)

CHIAMATI A COSTRUIREQuattro incontri per riflettere e pregare insiemela Scrittura e il Concilio a partire dall’invito delSanto Padre

4 luglio: Custodire il creato Elena Marini (AGESCI) Genesi 2, 4b-15 / Gaudium et Spes 37

11 luglio: Custodire ogni persona Anna Aiello (comunità di Sant’Egidio) Luca 10, 25-37 / Gaudium et Spes 27

18 luglio: Custodire Cristo nella nostra vi-ta Franco Miano (Azione Cattolica) Luca 2, 41-51 / Gaudium et Spes 45

25 luglio: Custodire noi stessi Salvatore Nasca (Movimento dei Focolari) Matteo 19, 16-22 / Gaudium et Spes 14

I GIOVEDì NEL CHIOSTRO 2013 Chiostrodel Vescovado, via del Seminario 61, dalleore 21.15 alle 23.00

I giovedì nel CHIOSTRO

Diocesiinforma

er il cristiano, Gesù è “iltutto” e da qui deriva lasua magnanimità. E’quanto sottolineato da

Papa Francesco nella Messa distamani alla Casa Santa Marta.Il Papa ha ribadito che lagiustizia che porta Gesù èsuperiore a quelladegli scribi,all’occhio perocchio, dente perdente.

“Se uno ti percuotela guancia destra, tuporgigli anchel’altra”. PapaFrancesco haincentrato la suaomelia sullesconvolgenti paroledi Gesù rivolte aisuoi discepoli.Quello delloschiaffo, haosservato il Papa, “èdiventato unclassico per rideredei cristiani”. Nellavita, ha detto, la“logica normale” ciinsegna che“dobbiamo lottare,dobbiamodifendere il nostroposto” e se ci dannouno schiaffo “noi nedaremo due, così cidifendiamo”. Del resto, hadetto il Papa, quandoconsiglio ai genitori diriprendere i propri figli sempredico: “Mai sulla guancia”,perché “la guancia è ladignità”. Gesù invece, haproseguito, dopo lo schiaffosulla guancia va a avanti e diceanche di dare il mantello,spogliarsi di tutto.

“La giustizia che Lui porta – hadunque affermato – è un’altragiustizia totalmente diversadall’occhio per occhio, denteper dente. E’ un’altra giustizia”.E questo, ha osservato, lopossiamo capire quando SanPaolo parla dei cristiani come“gente che non ha nulla” e“invece possiede tutto”. Eccoallora che la sicurezza cristianaè proprio in questo “tutto” cheè Gesù. “Il ‘tutto’ - hasoggiunto - è Gesù Cristo. Lealtre cose sono ‘nulla’ per ilcristiano”. Invece, ha avvertitoil Papa, “per lo spirito delmondo il ‘tutto’ sono le cose:le ricchezze, le vanità”, “avereposti in su” e “il ‘nulla’ èGesù”. Se dunque un cristianopuò camminare 100 chilometriquando gli chiedono di andareavanti per 10, “è perché per luiquesto è ‘nulla’” e, contranquillità, “può dare ilmantello quando gli chiedonola tunica”. Ecco qual è allora il“segreto della magnanimitàcristiana, che sempre va con lamitezza”, è il “tutto”, è GesùCristo:

“Il cristiano è una persona cheallarga il suo cuore, con questamagnanimità, perché ha il‘tutto’, che è Gesù Cristo. Lealtre cose sono il ‘nulla’. Sonobuone, servono, ma nelmomento del confrontosceglie sempre il ‘tutto’, conquella mitezza, quella mitezzacristiana che è il segno deidiscepoli di Gesù: mitezza emagnanimità. E vivere cosìnon è facile, perché davvero tidanno degli schiaffi, eh?, te lidanno! E su tutte e due leguance. Ma, il cristiano è mite,il cristiano è magnanimo:allarga il suo cuore. Maquando noi troviamo questicristiani con il cuore ridotto,con il cuore rimpicciolito, chenon vanno… questo non ècristianesimo: questo è

egoismo, mascherato dacristianesimo”.

“Il vero cristiano”, ha dettoancora, “sa risolvere questaopposizione bipolare, questatensione tra il ‘tutto’ e il ‘nulla’,come Gesù ci avevaconsigliato: ’Cercate prima ilRegno di Dio e la sua giustizia,e l’altro viene, poi’”:

“Il Regno di Dio è il ‘tutto’,l’altro è secondario, non èprincipale. E tutti gli sbaglicristiani, tutti gli sbagli dellaChiesa, tutti i nostri sbaglinascono di qua, quando noidiciamo al ‘nulla’ che è il‘tutto’ e al ‘tutto’ che, mah,sembra che non conti...Seguire Gesù non è facile, nonè facile. Ma neppure è difficile,perché nella strada dell’amoreil Signore fa le cose in unmodo che noi possiamoandare avanti; lo stesso Signoreci allarga il cuore”.

E questa è la preghiera che noidobbiamo fare, ha aggiunto,“davanti a queste propostedello schiaffo, del mantello,dei 100 chilometri”. Dobbiamopregare il Signore, affinchéallarghi “il nostro cuore”,affinché “noi siamomagnanimi, siamo miti”, enon lottiamo “per lepiccolezze, per i ‘nulla’ di ognigiorno”.

“Quando uno fa un’opzioneper il ‘nulla’, da quella opzionenascono gli scontri in unafamiglia, nelle amicizie, con gliamici, nella società, anche; gliscontri che finiscono con laguerra: per il ‘nulla’! Il ‘nulla’ èseme di guerre, sempre. Perchéè seme d’egoismo. Il ‘tutto’ èquello grande, è Gesù.Chiediamo al Signore cheallarghi il nostro cuore, che cifaccia umili, miti emagnanimi, perché noiabbiamo il ‘tutto’ in Lui; e checi difenda dal fare problemiquotidiani attorno al ‘nulla’”.

Papa Francesco: perdonare inemici ci fa assomigliare aGesùAmare i nemici è difficile, ma èquello che ci chiede Gesù: èquanto affermato da PapaFrancesco nella Messa distamani alla Casa Santa Marta.Il Papa ha sottolineato che per

perdonare i nostri nemici, èfondamentale pregare per loro,pregare il Signore che cambi illoro cuore.

Come possiamo amare i nostrinemici? Nella sua omelia,Papa Francesco ha posto delledomande lancinanti,menzionando alcuni drammidell’umanità. Come si possonoamare, si è chiesto, quanti“prendono la decisione di fareun bombardamento eammazzare tante persone”? Eancora, come si “possonoamare quelli che per amore deisoldi non lasciano che lemedicine arrivino agli anzianie li lasciano morire”? O quelliche cercano soltanto “ilproprio interesse, il propriopotere e fanno tanto male”?“Sembra una cosa difficile dafare amare il nemico”, haosservato, ma Gesù ce lochiede. La liturgia di questigiorni, ha proseguito, cipropone proprio questo“aggiornamento della leggeche fa Gesù”, dalla legge delMonte Sinai alla Legge delMonte della Beatitudini. Ed hasottolineato che tutti noiabbiamo nemici, ma infondonoi stessi possiamo diventarenemici degli altri:

“Anche noi tante voltediventiamo nemici di altri:non vogliamo loro bene. EGesù ci dice che noi dobbiamoamare i nemici! E questo non èfacile! Non è facile… Anchepensiamo che Gesù ci chiedetroppo! Lasciamo questo per lesuore di clausura, che sonosante; lasciamo questo perqualche anima santa, ma per lavita comune questo non va. Equesto deve andare! Gesù dice:‘No, dobbiamo fare questo!Perché al contrario voi sietecome i pubblicani, come ipagani. Non siete cristiani’”.

Come possiamo dunqueamare i nostri nemici? Gesù,ha detto Papa Francesco, "cidice due cose": innanzituttoguardare al Padre che “fasorgere il sole sui cattivi e suibuoni” e “fa piovere sui giusti egli ingiusti”. Dio “ha amore pertutti”. E poi, ha continuato,Gesù ci dice di essere “perfetticome è perfetto il PadreCeleste”, “imitare il Padre conquella perfezione dell’amore”.

Gesù, ha soggiunto, “perdona isuoi nemici”, “fa tutto perperdonarli”. Vendicarsi invece,ha avvertito, non è cristiano.Ma come possiamo dunqueriuscire ad amare i nostrinemici? Pregando. “Quandouno prega per quello che ci fa

soffrire – haaffermato il Papa – ècome se il Signoreviene con l’olio eprepara i nostri cuorialla pace”:

“Pregare! E’ quelloche Gesù ci consiglia:‘Pregate per i vostrinemici! Pregate perquelli che viperseguitano!Pregate!’. E dire aDio: ‘Cambiagli ilcuore. Ha un cuoredi pietra, macambialo, dagli uncuore di carne, chesenta bene e cheami’. Soltanto lascioquesta domanda eciascuno di noirisponde nel suocuore: ‘Io prego per imiei nemici? Ioprego per quelli chenon mi voglionobene?’ Se noidiciamo di ‘sì’, io

dirò: ‘Vai avanti, prega di più,quella è una buona strada’. Sela risposta è ‘no’, il Signoredice: ‘Poveretto. Anche tu seinemico degli altri!’. Pregareperché il Signore cambi ilcuore di quelli. Anchepossiamo dire: ‘Ma questo mene ha fatta una grossa’, o questihanno fatto cose cattive equesto impoverisce le persone,impoverisce l’umanità. E conquesto argomento vogliamoportare avanti la vendetta oquell’occhio per occhio, denteper dente”.

E’ vero, ha ribadito PapaFrancesco, l’amore per i nemici“ci impoverisce”. Ma “ci fapoveri” come Gesù “quando èvenuto da noi, si è abbassato esi è fatto povero” per noi.Qualcuno, ha osservato,potrebbe dire che questo non èun buon affare “se il nemicomi fa più povero” e certo,“secondo i criteri del mondonon è un buon affare”. Maquesta, ha detto, è “la stradache ha fatto Gesù”, che daricco si è fatto povero per noi.In quella povertà, “inquell’abbassamento di Gesù –ha sottolineato – c’è la graziache ci ha giustificati tutti, ci hafatto ricchi”. E’ il “mistero disalvezza”:

“Col perdono, con l’amore alnemico, noi diventiamo piùpoveri: l’amore ci impoverisce,ma quella povertà è seme difecondità e di amore per glialtri. Come la povertà di Gesùè diventata grazia di salvezzaper tutti noi, ricchezza… Noiche siamo oggi alla Messa,pensiamo ai nostri nemici aquelli che non ci voglionobene: sarebbe bello cheoffrissimo la Messa per loro:Gesù, il sacrificio di Gesù, perloro, per loro che non ciamano. E anche per noi,perché il Signore ci insegniquesta saggezza tanto difficile,ma tanto bella perché ci faassomigliare al Padre, al nostroPadre e fa uscire il sole pertutti, buoni e cattivi. E ci faassomigliare al Figlio, a Gesù,che nel suo abbassamento si èfatto povero per arricchirci, anoi, con la sua povertà”.

Su www.toscanaoggi.it ivideo servizi sulle omelie diFrancesco a Casa S. Marta

P

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI30 giugno 2013 V

È Gesù il segreto dellamagnanimità del cristiano

LE OMELIE DI...PAPA FRANCESCO.........

Continuiamo questa settimana ad offrirvi un momento di riflessione attraverso le paroledel Santo Padre

CASA

S.M

ART

Ada

lla

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI30 giugno 2013VI

Tornano i «GIOVEDÌ NEL CHIOSTRO» DEL VESCOVADO

Chiamati a custodire.Per favore!

ome è ormai consuetudine dadiversi anni, il mese di luglioper la diocesi di Livorno èsinonimo anche di Giovedì nel

Chiostro, il tradizionaleappuntamento di riflessioneorganizzato dall’Azione Cattolica nelChiostro del Vescovado. Il tema di quest’anno sarà "Chiamati acustodire", titolo ripreso dall’omeliadi inizio pontificato di PapaFrancesco, tenutasi il 19 marzo 2013,in cui il vescovo di Roma così esortavai fedeli: "La vocazione del custodirenon riguarda solamente noi cristiani,ha una dimensione che precede e cheè semplicemente umana, riguardatutti. Vorrei chiedere, per favore, a tutticoloro che occupano ruoli diresponsabilità in ambito economico,politico o sociale, a tutti gli uomini ele donne di buona volontà: siamo“custodi” della creazione, del disegnodi Dio iscritto nella natura, custodidell’altro, dell’ambiente; nonlasciamo che segni di distruzione e dimorte accompagnino il cammino diquesto nostro mondo".A partire da quest’ invito, e soprattuttodalla tenerezza di quel "per favore"del Papa, quasi a costituire un ultimo,pressante appello alla responsabilitàdi ogni uomo, l’Azione Cattolica haorganizzato quattro serate invitando,oltre al proprio presidente nazionaleFranco Miano, alcune delle principaliaggregazioni laicali presenti nellaChiesa livornese, le quali, per il loroparticolare carisma, possono aiutarci ariflettere sui diversi aspetti di questavocazione umana e cristiana alla

C

"custodia" richiamata dal papa: lacura del creato e dell’ambiente, la curadel prossimo, la cura di se stessi, lacura di Cristo nella nostra vita. Ecco quindi il programma completo:

4 luglio: CUSTODIRE IL CREATO,introduce ELENA MARINI (AgesciLivorno) 11 luglio: CUSTODIRE OGNIPERSONA, introduce ANNA AIELLO(Comunità di S.Egidio) 18 luglio: CUSTODIRE CRISTONELLA NOSTRA VITA, introduceFRANCO MIANO (Azione Cattolica)25luglio: CUSTODIRE NOI STESSI,introduce SALVATORE NASCA(Movimento dei Focolari)

Le riflessioni prenderanno spunto,oltre che dalla Scrittura, anche dai

testi del Concilio Vaticano II,di cui la Chiesa sta celebrandoil 50° del suo svolgimento.Inoltre, in occasione delprimo Giovedì, il 4 di luglio,giorno in cui si ricorda lamemoria del beato PierGiorgio Frassati, sotto i porticidel Chiostro sarà inauguratauna mostra che ne ripercorre

la vita e che sarà visitabile in quella enelle altre serate. Frassati è definito “il santo giovane edei giovani”, nei 24 anni in cui èvissuto è stato giovane della GioventùCattolica, ramo maschile dell’AzioneCattolica dell’epoca, universitariodella Fuci, militante del neonatoPartito Popolare di don Sturzo,antifascista, fondatore della rivista“Pensiero Popolare”. In lui l’AC, manon solo, trova una straordinariatestimonianza di santità laicale, inquanto manifesta che la santità èpossibile per tutti, anticipando inquesto quanto poi affermeràsolennemente il Concilio. Tutti gli incontri si svolgeranno nelChiostro del Vescovado di Livorno,dalle ore 21,15 alle ore 23.

Gabriele Maremmani

uando lascuola finisceinizia ilmeravigliosoperiodo delle

vacanze estive. Ma igenitori che lavoranodevono affrontare ilproblema di dove poterlasciare i figli.Così negli ultimi annisono nati come funghi icampi estivi proposti daagenzie di tutti i generi(sportive, educative,naturalistiche, religiose...). Ognuno offreservizi diversi,personale qualificato,luoghi attrezzati dove ibambini possonotrascorrere le caldegiornate estive senza igenitori.Partendo da un’analisidi questo panorama lamente vulcanica e

Qsempre in agitazionedel parroco donLuciano Musi ha tiratofuori l’ennesima idea:organizziamo anche noiin parrocchia l’oratorio.Completamentegratuito, dedicato aibambini che hannovoglia di divertirsi e aigenitori che devonolavorare, fare la spesa,qualche noiosacommissione ... osemplicementevogliono far trascorrereai figli qualche ora incompagnia.Così dal 12 di Giugno èpartita questa nuovaesperienza, ideata sì dalparroco ma attuatagrazie alla preziosissimadisponibilità di tantiragazzi che hannomesso a disposizione ilproprio tempo per

dedicarsi ai più piccoli.Fino ad oggi l’oratorioha avuto un grandesuccesso: gli animatorisi alternano il Lunedì,Mercoledì e Venerdì,dalle 9 alle 12.30 eintrattengono tantissimibambini e adolescenticon tanti giochi di tutti itipi e... piccoleescursioni (i pratini divia Torino non sono poicosì lontani ma èdivertente andarci tuttiinsieme a piedi).I bambini si recanoentusiasti in parrocchia,fanno amicizia, giocanoin Casa del Sorriso efuori nel campino,dipingono, cantano, e...lavorano! Il primogiorno sono staticoinvolti nel piccologiardino adiacente casadel sorriso e lo hanno

fatto con piacere,scoprendo un posto dicui tanti ignoravanoanche l’esistenza!A metà mattina vieneofferta una semplicemerenda e poi via, versoi lidi della fantasia,verso quel mondomagico del giocosemplice e genuino chei giovanissimianimatori sanno benstrutturare andandoincontro alle esigenze ditutti. E intanto mamme ebabbi, nonne e nonnipossono trascorrere 3ore tranquilli,consapevoli che i proprifigli e nipoti sono felici,giocano in allegria enon si annoiano.Ho parlato con glianimatori che mihanno raccontato il loro

duro lavoro: dietro tuttoquesto infatti c’è tantaorganizzazione e nonsempre è facile gestiredecine di bambini ditutte le età chevorrebbero fare ognunoqualcosa di diverso.Ma noi genitori chemandiamo i nostri figlili ringraziamo di cuoree preghiamo il Signoreaffinché possanosempre mantenerel’allegria l’entusiasmo eil sorriso. I bimbi liamano tanto, sono loromolto affezionati.E’ un simbolicoprendersi per mano: ipiù grandiaccompagnano i piùpiccoli e cosìcamminano insieme inamicizia. E’ bellissimo,grazie!

Laura Marchini

Un’idea per l’estate?L’oratorio parrocchiale

i chiama “Estate Anziani” la nuova campagnainformativa realizzata dal Servizio sanitario

regionale per prevenire i rischi legati alle ondate dicalore in arrivo per le persone più fragili. LaRegione Toscana ha elaborato un documento cheriassume una serie di piccoli accorgimenti e consigliper star bene adatti alle persone della terza età, manon solo. Il depliant si compone di quattro parti condelle indicazioni per ogni situazione come lo stare"In casa", "Fuori casa", "In auto" o comecomportarsi con l’ "Uso dei farmaci".Se in casa è importante mantenere i locali areati,evitare l’uso del forno ed evitare alcol o caffeina,fuori dalla mura domestiche è sempre bene nonuscire nelle ore centrali della giornata, vestirsi conabiti chiari di cotone e frequentare ambientipubblici con aria condizionata. Per l’uso stessodella macchina è poi importante cambiare l’ariadell’abitacolo prima di partire, nei viaggi lunghiportarsi acqua da bere e non orientare le bocchettedel climatizzatore direttamente verso le persone.Un altro capitolo importante è poi quello deifarmaci visto che per mantenere le proprie capacitàdevono essere conservati alle temperature riportatesulle confezioni e che soprattutto quelli destinatialla cura di ipertensione o problemi cardiovascolari,con il caldo possono potenziare il proprio effetto.Ogni decisione sulla terapia deve, in ogni caso,essere presa sempre in accordo con il propriomedico.

Tutte le informazioni sul sitowww.usl6.toscana.it:

S

Nei Giovedì nel Chiostro2013 l’Azione Cattolicamette a tema l’esortazione di Papa Francesco invitandoospiti d’eccezione: il presidente nazionale e le altre aggregazioni laicali.Con una mostra su Frassati

A partire da quest’invito, e soprattuttodalla tenerezza di quel “per favore”del Papa, quasi a costituire un ultimo,pressante appello alla responsabilitàdi ogni uomo, l’Azione Cattolicaha organizzato quattro serate

Alla chiesa di S. GiovanniBosco tanti giovanisi prendonocura dei piùpiccoli animandole loro vacanze giornodopo giorno

Estate anziani

ALLA PARROCCHIA DI S.TERESALA MADONNAPELLEGRINA DI FATIMA

Le reliquie di Padre Pio e La vergine pellegri-na del santuario di Nostra Signora di Fatimavisitano la Parrocchia di Santa Teresa delBambino Gesù

VENERDÌ 28 GIUGNOore 17.00: arrivo reliquie Padre PioAccoglienza e intronizzazioneore 17.15: recita S. Rosarioore 18.00: S. Messa (della solennità Ss. Pietro e Paolo)(presieduta da Fra Marciano Guarino P.Guardiano convento dei Cappuccini di Pie-trelcina)

SABATO 29 GIUGNOSs Pietro e Paolo (solennità)Preghiamo per chi soffreore 17.00: Esposizione SS. Sacramento- Preghiera di intercessione a P. Pio- Benedizione degli ammalatiore 18.00: S. Messa (presieduta da Fra Marciano Guarino P.Guardiano convento dei Cappuccini di Pie-trelcina)

DOMENICA 30 GIUGNO Ss. Messe ore: 8.30 - 11.00ore 17.00: arrivo piazza 4 Repubbliche Mari-nare della statua Vergine Pellegrina di FatimaAccoglienza e processione verso la Chiesaore 18.00: S. Messa

DAL 1° AL 6 LUGLIOore 17.00: recita del Santo Rosario meditatoore 18.00: S. Messa con intenzioni particolari

LUNEDÌ 1 LUGLIOPreghiamo per le famiglie

MARTEDÌ 2 LUGLIOPreghiamo per i governanti

MERCOLEDÌ 3 LUGLIOPreghiamo per le missioni

GIOVEDÌ 4 LUGLIOPreghiamo per i giovani

VENERDÌ 5 LUGLIOPreghiamo per il mondo del lavoroore 21.00: processione per le strade del Paesecon la statua della Vergine percorso: P.zza della chiesa - Via del Popolo -via Terracini - P.zza Monte alla Rena - Via DelFante - Via Aurelia - Via d. E. Rivera

SABATO 6 LUGLIOPreghiamo per la paceore 21.30: CONCERTO D’ESTATE (in chiesa)

DOMENICA 7 LUGLIOSs. Messe ore: 8.30 - 11.00 - 18.00

Nei giorni di presenza delle reliquie e della statuadi Fatima la chiesa sarà aperta, perla venerazio-ne, nel seguente orario:8.00 - 12.00 e 15.30 - 19.30

Info: 0586/760731

Consigli e accorgimenti per la terza età

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI30 giugno 2013 VII

DI GIULIA SARTI

a prima volta sulpalco era forse perla recita di Nataledell’oratorio,

magari vestito daangioletto. Senzaaccorgersene, il tempo èpassato e quel bimbo èdiventato l’animatoreche balla i Bans per fardivertire i più piccoli.Poi, scoperto che iltalento non manca, ilruolo nel musical perbeneficenza. Ma aglianimatori dell’OratorioMondo giovanedell’Istituto SantoSpirito, ancora nonbastava.Finché Giulia, Anna,Chiara, Marco eAntonio, solo per farequalche nome, che giàdall’asilo giravano tra lestanze dell’oratorio,adesso girano gli IstitutiSalesiani d’Italia con"Sei con noi", il musicalfatto in casa sulla storiadi Madre Mazzarello,Cofondatricedell’Istituto delle Figliedi Maria Ausiliatrice.Iniziato il 6 aprile aPadova, il tour porta ingiro 44 attori, animatorie ragazzi della scuolamedia dell’Istituto, chehanno già replicato adAosta, Livorno e loscorso 26 maggio aLecco. Prossima tappaMornese, luogo nataledi Madre Mazzarello, il13 agosto prossimo peril confronto Italiano delMovimento GiovanileSalesiano a cuiparteciperanno più di2000 giovaniprovenienti da tuttaItalia. Un tour vero eproprio con unacarovana di unacinquantina di personeche con pullman epulmino partonocarichi di scenografia,costumi, materiale discena, addetto alle luci eal suono e due

L

"mamme Margherita"tuttofare, Franca e SuorGrazia.Lo spettacolo dell’11maggio è statoaddiritturasovvenzionato dallaregione perché nelprogramma deifesteggiamentidell’Istituto locale e liha fatti viaggiare fino alteatro comunale diAosta."Il 26 aprile 2012-racconta MatteoPantani, responsabiledell’oratorio- per lafesta mondiale per il140° anniversario dellafondazione dellacongregazione, ci fuchiesto di mettere suquesta cosa cheavevamo in testa da unpo’". A tempo di record,dalla testa è passata allemani di Matteo, cheinsieme all’aiuto deglianimatori più grandi hascritto la sceneggiatura.Dopo quella primavolta a Mornese, andatain onda inmondovisione suTelepace, all’Istituto dicorso Mazzini arrivanoalcune telefonate daaltre case salesiane perriproporlo nella lorocomunità.Fatica: tanta. Guadagno:zero. Almeno in terminieconomici. Il tempopassato a riprovare lecoreografie, ripassare lebattute e le canzoni,viene "ripagato"dall’accoglienza degliIstituti che offronovitto, alloggio etrasporto. "Sono uscitadal camerino- racconta

Giulia- e ho sentito unbimbo cantare l’ultimacanzone dellospettacolo. Questo giàmi bastava"."Diciamoche ci siamo ritrovatidentro questo tour unpo’ per caso-continuaFrancesca- ma in modonaturale. Il lavoro che èstato fatto per la primarappresentazione erastato massiccio. Lesuore avevano cucitotanti vestiti, noiavevamo provatomolto, poterlo metterenuovamente in scenaera quasi doverosoanche nei loroconfronti"."La difficoltà- spiegaMatteo- ma anche labellezza, è unospettacolo semprediverso perché diverso iltipo di palco, ledimensioni, diversi avolte gli attori, con iragazzi che hannol’esame di maturità enon possonopartecipare a ogni data,cosa che ogni volta ci faridimensionare lecoreografie"."Credo- continuaFrancesca- che adessoche abbiamo piùsicurezza tecnica,riusciamo aconcentrarci ancorameglio sul messaggiosperando di saperlotrasmettere anche a chici guarda. Su questo hainfluito la visita ailuoghi di Mornese doveMadre Mazzarello havissuto, che l’ha resa piùvera e ci ha aiutato asentirla piùconcretamente anche

sul palco".E come ogni tour che sirispetti, non solo labravura di questiragazzi, che la presidedell’Istituto di Livorno,Suor Fiorella ringraziaalla fine dellospettacolo nel teatrodell’oratorio di corsoMazzini il 13 maggio,per il loro sorriso e lacapacità di trasmettereun carisma ai giovani,ma addirittura un CDche i giovani cantantihanno registrato neglistudi di Fabrizio Brilli."E’ diventato uno di noie ci accompagna in girocol sacco a pelo e con lastessa pazienza che haavuto durante laregistrazione delle 12canzoni".Scritte e arrangiate daMatteo Pantani e daDimitri Cappagli, sonodiventate un prodottofinito e di qualità dopocirca quattro mesi diregistrazione. "Per iragazzi-continuaMatteo- cantare in unostudio è stata unabellissima esperienza, ilprossimo passovorrebbe essere adessoil DVD prodotto daMissioni Don Boscocon i sottotitoli nellediverse lingue, perchépossa raggiungere lecase salesiane in tutto ilmondo".La formula vincente cheha forse spinto gli altriIstituti a chiedere il bisin casa propria stanell’essere un musicalfatto da giovani per altrigiovani, che conleggerezza trasmettono

un messaggio, quello diMadre Mazzarello, maanche unatestimonianza veradello stare insiememettendosi al serviziodegli altri."Per il nostro oratorio -continua Matteo- c’è unaltro duplice scopo: peri più piccoli condividereun’esperienza con glianimatori è la spintaper molti di loro aessere i protagonisti delpassaggio di testimone.Ma tutto lo sforzo, tuttol’impegno che abbiamosempre messo èsoprattutto la volontà didire grazie a tutte quellesuore che sono semprelì con noi, che ci hannopermesso di vivere erespirare lo spiritosalesiano". Sonoproprio le suore leprime fan. Loro chericordando le parole diMadre Mazzarello"State allegre", colsorriso sulle labbra e lelacrime agli occhi nelvedere la scena dellavestizione, a finespettacolo dicono graziea questi giovani artisti.Storie di vitaparrocchiale, storie dipersone che cresconodentro gli oratori, cheviste da fuori appaionocomuni, semplici, perqualcuno forseaddirittura banali, mache tra vent’annisaranno forse il tema diuna serata passata achiacchierarericordando di comequesta esperienza abbiasegnato il cammino diognuno di loro.

Le conferenzedell’Associazione Borsi

DUE DIVELIVORNESI:DORIS DURANTIE VIVI GIOI

icoletta Borgioli, vice presidentedell’Associazione Culturale “Borsi”, alla

Biblioteca Labronica di Villa Fabbricotti, hatenuto l’ultima delle conferenze di Primaveraindette dall’associazione intrattenendo gliascoltatori sul tema: “Le dive livornesi delcinema Doris Duranti e Vivi Gioi”: duepersonalità completamente diverse sia nelfisico che nel temperamento.Doris Duranti, il cui vero nome era Dorina,ebbe una vita in cui le avventure amorose siintrecciarono con gli incontri politici che laaiutarono nella sua carriera. La Duranti, natada una famiglia della borghesia livornese,ebbe subito la voglia di staccarsi dallafamiglia e da Livorno, aveva una ferreavolontà di imporsi e di vivere nell’agiatezza.Dapprima aveva studiato a Firenze alCollegio di Poggio Imperiale poi in quellodell’Immacolata Concezione tenendosempre dei rapporti burrascosi con le MadriSuperiori. Egocentrica, ci tramandano lecronache che alla Baracchina d’Ardenza “siallenava a puntare i cadetti”. Fidanzata conun ufficiale, si interessò poi ad un industrialedella Solvay, decideva sempre lei quelli chepotevano essere i suoi “bersagli”, e quellopiù famoso, che le aprì la strada del cinema,fu Nino Besozzi, che incontrò a Livornodurante la sua recita in “Casa di bambola”.Doris, dopo aver girato per Roma e Milano,si ritrova con Besozzi che riesce a farlaincontrare con il regista Guido Brignone, dalui ottiene una piccola parte in “Ginevradegli Almieri” dove si rese protagonista di un“urlo”, così stridente che la fece conoscere atutti. Brignone colpito anche dalla suabellezza le fece interpretare “Vivere”. Mafurono i “film coloniali” a darle unanotorietà come “Lo squadrone bianco” conFosco Giachetti e con “Sentinelle di bronzo”(1937) ottenne una buona affermazione allaMostra Internazionale del Cinema diVenezia. La Duranti diventò una attrice diprimo piano e negli stabilimenticinematografici della Pisorno interpretò “Ilcavaliere di Kruja” e “La figlia del CorsaroVerde”. Ci furono anche film propagandisticivoluti dal fascismo, tra questi “Giarabub” dicui il regime rese obbligatoria la proiezionenelle scuole. Ospite di Villa Ciano, conobbeAlessandro Pavolini, Ministro della CulturaPopolare, personaggio controverso, creatoredella rivista “Il Bargello”, del “MaggioMusicale Fiorentino”, autore di opereletterarie. Un personaggio che visse ilfascismo delle origini fino alla drammaticafine, come capo delle Camicie nere nellaRepubblica Sociale Italiana, fu catturato daipartigiani e messo a morte. Si prodigò finoall’ultimo per la Duranti che fece scappare inSvizzera, e successivamente in Argentinadove i rifugiati politici erano molto benaccetti. Tornata in Italia passò, come era ilsuo stile di vita, da un amante ad un altro,l’ultimo conosciuto sarà Mario Ferretti, notocronista del Giro d’Italia, fece ancora film main tono minore e morì a Santo Domingo.La personalità di Vivi Gioi fu invecel’opposto di quello della Duranti, fu unabellezza atipica per i suoi tempi, dotata dilineamenti fini e sofisticati. Proveniva da unafamiglia tradizionalista e il suo vero nomeera Vivien Trumphy. Anche lei sente la cittàtroppo stretta e desidera andare a Roma afare del cinema, in questo pienamenteappoggiata dalla madre. A Roma vienenotata da Vittorio De Sica che le dà unaparticina nel film “Ma non è una cosa seria”,si innamora di lui ma sarà una storia breveperché De Sica si sposerà con GiuliettaRissone. Anagrammando il proprio cognomeDe Sica l’aveva lanciata con il nome di VivienDiesca che poi cambiò in Vivi Gioi,interpreta quindi (1939) “Bionda sottochiave”. Diviene una delle più apprezzateattrici del periodo dei “telefoni bianchi”,sposa e divorzia dal produttore PeppinoAmato e si risposa con il notaio romanoAlfredo Zanardo, testimoni di nozze sarannoRoberto Rossellini e Ingrid Bergman, maanche questa unione durerà poco. Siinvaghisce di Gabriele Ferzetti, lo lancia e lofa affermare, ma le liti tra i due sonofrequenti e Ferzetti l’abbandona. Un unicorimpianto: quello di non essere potutadiventare madre. Lascia poi il cinema e siafferma nel teatro interpretando ilpersonaggio principale di “Un tram che sichiama desiderio”, l’alcool e il fumodanneggiano il suo aspetto e la fannosembrare più vecchia. Si ritira a vita privatanella sua Villa di Fregene, una parte dellaquale affitta ai turisti, muore a 58 anni e lesua spoglie riposano nel Cimitero dellaMisericordia.

Gianni Giovangiacomo

N

LA STORIA DI MADREMAZZARELLO

aria Domenica Mazzarello (Main per tutti),Santa Cofondatrice dell’Istituto delle Figlie

di Maria Ausiliatrice, nasce il 9 maggio 1837 aMornese (Al). Quando nel 1860 il paese è colpi-to da un’epidemia di tifo, don Pestarino chiede aMaria aiuto presso i parenti ammalati. Maria ac-cetta, ma dopo poco si ammala. Guarita, ma in-debolita dalla malattia, decide di imparare il la-voro di sarta, per aprire un piccolo laboratorioper le ragazze di Mornese che funga da strumen-to per insegnare loro un mestiere e avvicinarle aDio. Don Pestarino propone allora a Maria e adaltre giovani di consacrarsi come "Figlie dell’Im-macolata", predisponendo per loro una casa do-ve abitare insieme. Qui, nell’ottobre del 1867,iniziano a vivere in comunità. Tre anni prima,Giovanni Bosco, in visita a Mornese, aveva cono-sciuto Maria, ed è proprio lui nel 1872, a sce-glierla come iniziatrice dell’Istituto Figlie di Ma-ria Ausiliatrice destinando lei e le sue dieci com-pagne al collegio di Mornese. Nel 1879 la CasaMadre viene trasferita a Nizza Monferrato, luogo

più facilmente accessibile alle linee di comunica-zione di quel tempo. In questo luogo MadreMazzarello il 14 maggio 1881, muore all’età di44 anni. Alla sua morte, l’Istituto delle Figlie diMaria Ausiliatrice conta già 165 suore e 65 novi-zie sparse in 28 case (19 in Italia, 3 in Francia e 6in America).

M

Dalle recitenatalizie inparrocchia al tournazionale inricordo di MadreMariaMazzarello; lastoria dei ragazzidell’OratorioMondo Giovanedell’Istituto SantoSpirito

OraTOUR

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI30 giugno 2013VIII