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1 IC Monte San Vito Classe III B Scuola secondaria di primo grado Docente Gilberto Rossi La globalizzazione

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IC Monte San Vito

Classe III B Scuola secondaria di primo grado

Docente Gilberto Rossi

La globalizzazione

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Mappa ConcettualeGLOBALIZZAZIONE

=UNIFICAZIONE PLANETARIA

caratterizzata da integrazione mondiale ripercussioni su clima,dei processi economici, ambiente, accesso alle

culturali, demografici, risorseambientali, alimentari

Variabile nel tempo e nello spazio

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Conversazione clinica: Che cos’è la globalizzazione?

Che cosa vi fa venire in mente la parola”globalizzazione”?

Cosa è la globalizzazione? Quando è iniziata? Come? Che effetti provoca? ……………………………..

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Conoscenze spontanee degli allievi

La globalizzazione è legata alle multinazionali, al computer, ad internet

La globalizzazione è dei nostri giorni La globalizzazione è iniziata con la

scoperta della radio e della televisione. La globalizzazione permette di viaggiare e

di andare in ogni parte del mondo La globalizzazione permette di avere

merci che non avresti in una società chiusa.

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Matrice cognitiva

Gli allievi sanno che la globalizzazione : riguarda l’intero pianeta è legata attualmente ad un processo di

informatizzazione e alle reti telematiche ha una dimensione essenzialmente economica favorisce gli spostamenti su tutto il globo di

persone e merci

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Compito di apprendimentoGli allievi non sanno che la globalizzazione: è iniziata con i processi di colonizzazione ed

imperialismo dell’età moderna rappresenta un processo di trasformazione

variabile nel tempo e nello spazio ha dimensioni non solo economiche ma anche

sociali e culturali può avere per l’umanità effetti positivi ma anche

estremamente negativi, come mostra l’impatto ecologico e il problema della ingiusta distribuzione della risorse mondiali.

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Rete Concettuale GLOBALIZZAZIONE

=PLANETARIZZAZIONE

legata a COLONIZZAZIONE/IMPERIALISMO

caratterizzata daSVILUPPO NON NECESSARIAMENTE MIGLIORATIVO

+ -Diritti umani SfruttamentoAccesso per tutti Distribuzione iniquaalle risorse delle risorseRispetto della natura Inquinamento Pace Conflitti

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1. Vai in qualsiasi posto del mondo e ritrovi la Coca Cola. o le Nike. o le Marlboro

2. Possiamo comprare le azioni in tutte le Borse del mondo, investendo in aziende di qualsiasi paese

3.i monaci tibetani sono collegati ad internet Il fatto che la mia auto sia costruita a pezzi, un po’ in Sud

America, un po’ in Europa.. Mi seggo al computer e posso comprare tutto ciò che

voglio on line Il fatto che dappertutto, nel mondo hanno visto l’ultimo

film di Spielberg, o si vestono come Madonna, o tirano a canestro come Michael Jordan”

( ALESSANDRO BARICCO,Next, piccolo libro sulla globalizzazione e sul mondo che verrà. Feltrinelli. Milano. 2002, pagg. 15 –16 )

Alcune definizioni “ingenue” a sostegno delle conoscenze degli allievi.

Fase 1 Prendere atto delle conoscenze diffuse intorno alla “globalizzazione”

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Fase 2. Conoscere la globalizzazione economica oggi: merci da tutto il mondo

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La globalizzazione economica oggi

Il planisfero mostra un immenso supermercato mondiale, reso possibile dalla libera circolazione del denaro e delle merci.

liberalizzazione del commercio

sviluppo dell’informatica

sistemi integrati di

telecomunicazioni

globalizzazione economica

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Fase 3. Cogliere il processo di globalizzazione di ieri

Nel secondo Ottocento la politica coloniale fu organizzata e gestita direttamente dagli stati o, talvolta, da grandi compagnie private appoggiate dai governi. Essa aveva un fine imperialistico: puntava a costruire veri e propri imperi, organizzati in modo che le colonie fornissero materie prime abbondanti e a basso costo alle industrie dello stato dominante. Accresceva, inoltre, il prestigio delle nazioni che potevano vantarsi di possedere terre in continenti lontani.

I governi europei giustificavano la loro politica di aggressione dicendo che il loro intento era quello di esplorare nuovi territori e di portarvi la civiltà.

L’imperialismo del secondo ‘800 (1870- 1914)

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Fase 4. Comprendere come lo squilibrio economico ha favorito la migrazione ieri

MIGRAZIONE DI FINE 800

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Migrazione tra il 1840 -1940

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Partono i bastimenti

Tra il 1820 e il 1930 più di 40 milioni di persone abbandonarono l’Europa dirette soprattutto verso l’America. Dall’Italia, tra il 1870 e il 1914, milioni di persone espatriarono verso il continente americano. L’unificazione dello stato italiano, la crescita demografica, la crisi economica, avevano creato disoccupazione e miseria, a cui si cercava di sfuggire con l’emigrazione.

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Diversa economia al nord rispetto al sud 1945-80: caso Italia

Dopo gli anni ’50 l’economia italiana subì una profonda mutazione. La lira poco forte agevolò le esportazioni di prodotti italiani, i salari bassi dei lavoratori permisero ai manufatti industriali di avere prezzi competitivi e gli investimenti nelle aziende e nelle reti stradali resero possibile lo sviluppo delle industrie e del commercio. Aumentarono il PIL e l’occupazione e di conseguenza si diffuse un certo benessere fra quasi tutta la popolazione. Da una famiglia patriarcale e risparmiatrice si passò ad una mononucleare e consumista.

QUANDO I CINESI ERAVAMO NOI

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Nell’Italia settentrionale sorsero nuove industrie bisognose di manodopera.

A differenza del Nord, il Sud rimaneva povero ed escluso dai processi di industrializzazione, per questo motivi molti meridionali migrarono. Si trasferirono al Nord per essere assunti dalle fabbriche. Fu una migrazione interna d’enorme importanza, che creò anche forti problemi sociali e culturali, perché nelle zone dove si trasferirono i nuovi arrivati mancavano servizi pubblici e abitazioni. All’inizio il processo di integrazione si rivelò difficoltoso.

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laboratorio sulle immagini: selezionare, interrogare, interpretare, scrivere

L’immigrazione in Italia

Questa foto ritrae un italiano che si è trasferito al nord con la sua valigia di cartone.

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La foto fa notare il contrasto tra il nuovo arrivato trasferitosi al nord , spaesato, con una scatola e una valigia e l’imponente edificio della Pirelli.

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CambiamentiIn Italia si ebbero:

la diffusione della società dei consumi e dello stile di vita americano grazie a mass media e pubblicità;

un miglioramento delle condizioni di vita grazie ai progressi della medicina e ad un’alimentazione più ricca;I settori d’impiego, che alla fine dell’800 riguardavano principalmente il primario, dagli anni ’20 ai ’60 si svilupparono nel secondario. Attualmente è il settore dei servizi a vivere una grande espansione.

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Fase 5. I limiti della globalizzazione: non tutti beneficiano di questo processo.

Alla precedente divisione tra paesi industrializzati e Terzo mondo, oggi è sostituita la distinzione tra Nord e Sud del mondo.

Si sono aggravati: lo squilibrio

demografico lo squilibrio tra

popolazione e risorse

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Fase 6. Lo squilibrio tra nord e sud provoca anche oggi la migrazione

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I poveri emigrano… verso la ricchezza( da “Il racconto delle grandi trasformazioni”, vol. 3B, a cura di A. Brusa, Bruno Mondadori, Milano, 2001, pag. 67))

L'aumento della povertà del Terzo Mondo ha determinato un crescente spostamento della popolazione dai paesi più poveri verso i paesi più ricchi. Un esercito di poveri provenienti dall'Europa Africa , dall'Asia e dall'America latina sta emigrando verso l’ Europa e l’ America del nord,in cerca di lavoro e condizioni di vita migliori. Nel 1995 in Europa vi erano circa 12 milioni di extracomunitari ufficialmente censiti; ma poiché è assai rivelante l'immigrazione clandestina, la popolazione proveniente dal Terzo mondo è senza dubbio superiore ed è destinata a crescere, poiché nei paesi d'origine aumenta la popolazione ma non diminuisce la povertà. Per la prima volta nella loro storia gli europei si trovano a dover convincere con popolazioni di cultura,di religione e di etnie diverse. In tutti i paesi industrializzati diventa indispensabile organizzare l'accoglienza e l'integrazione dei nuovi immigrati ed evitare così che l'immigrazione costituisca un fattore di instabilità sociale.

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…Verso una diversa speranza di vitaLa carta tematica mostra in maniera inequivocabile come la durata media della vita sia sensibilmente più alta nel nord del mondo.(dalla presentazione “Nord e sud del mondo”, PBM Storia)

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Fase 7. Globalizzazione e Terzo mondo oggi(rielaborazione dalla presentazione “Nord e sud del mondo”, PBM Storia)

Come i paesi del Terzo mondo sono toccati dalla globalizzazione:

trasferimento dall’Occidente della produzione (delocalizzazione)

indebitamento crescente dei paesi esclusi dalla nuova industrializzazione

Le imprese sono diventate multinazionali e transnazionali

Internet

Circolazione e mobilità dei capitali

Le potenze economiche :• Stati Uniti• Cindia• Europa• Giappone

Ampliamento della differenza tra sviluppo

e sottosviluppo

Globalizzazione

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Fase 8. Cogliere le trasformazioni e l’emergere di nuove potenze economiche: il caso Cindia

India e Cina stanno attraversando una eccezionale fase di crescita economica, culturale e sociale, anche se al loro interno pergamangono forti squilibri sociali e un crescente divario tra poveri e ricchi.

Forti di un enorme patrimonio umano (circa 2 miliardi e 200 mila persone), vedono incrementare il loro PIL

La Cina può essere considera oggi la fabbrica del mondo;l'India è il più importante paese al mondo nel settore informatico.

Shenzen(da “Megalopolis”, di F. Conversano e N. Grignaffini;

Rai 3, 2008)

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La voce di un “protagonista” del mondo economico pro globalizzazione“La globalizzazione è un processo complesso che riguarda diversi aspetti della nostra vita.

L'attacco terrorista agli Stati Uniti dell'11 Settembre è un aspetto della globalizzazione. La rapida crescita economica e la riduzione della povertà in Cina, in India e in altri paesi che solo fino a 20 anni fa erano poveri ne rappresentano un altro aspetto. Un terzo aspetto è costituito dallo sviluppo di Internet, delle comunicazioni e dei trasporti nel mondo. Il diffondersi dell'AIDS fa parte della globalizzazione così come lo è lo sviluppo accelerato di sofisticate tecnologie mediche che consentono di prolungare la vita.... esiste un gruppo di paesi poveri(3 miliardi di abitanti) che sono già entrati nel mercato globale dei prodotti e dei servizi, mentre 20 anni fa la maggior parte delle esportazioni dai paesi in via di sviluppo erano costituite da materie prime. In questi nuovi paesi globalizzati, durante gli anni '90, il numero dei poveri è diminuito di 120 milioni di persone... L'integrazione economica globale ha contribuito alla riduzione della povertà, ma l'economia globale potrebbe essere molto più inclusiva: non si può continuare ad escludere dalla crescita economica il gruppo dei paesi più poveri... circa un quinto della popolazione mondiale vive con meno di un dollaro al giorno e questo è inaccettabile”

(Nicholas Stern, vicepresidente senior della Banca mondiale: prefazione a Globalizzazione, crescita economica, povertà, in PAUL COLLIER - DAVID DOLLAR, Globalizzazione, crescita economica, povertà, Rapporto della Banca Mondiale, Il Mulino, Bologna, 2003 pagg. 7 -9)

Fase 9 . Cogliere i vari aspetti della globalizzzazione.

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Una voce contro la globalizzazione “La globalizzazione ha reso disponibili alcuni prodotti esotici provenienti da ogni parte del mondo, ha ridotto alcuni prezzi e ha aperto nuove, abbaglianti opportunità per alcuni. Essa ha enormemente ampliato la ricchezza e il potere di poche centinaia di imprese globali, ma per la maggioranza delle persone in gran parte del mondo l’era della globalizzazione non ha mancato di far sentire i suoi effetti negativi. Queste persone hanno dovuto subire una crescente disoccupazione, la diminuzione dei salari reali, i licenziamenti di massa, i tagli nei servizi pubblici, dei peggioramenti nelle condizioni di lavoro, la scomparsa di piccole unità produttive rurali e di piccole attività economiche, la distruzione accelerata dell’ambiente e la perdita di controllo democratico sui propri governi e sulla società.

Se preso singolarmente, ognuno di questi problemi ha cause diverse, tutti sono poi indistintamente aggravati dagli effetti della globalizzazione. Un’economia globale senza regole costringe lavoratori, comunità e stati a mettersi in competizione tra loro per attrarre gli investimenti, in modo tale che ciascuno si sforzi di portare il costo del lavoro, le spese sociali e ambientali al di sotto di quelle altrui. Ne consegue un “livellamento verso il basso”, una disastrosa “corsa verso il fondo” nel corso della quale le condizioni generali tendono a scendere verso il livello dei più poveri e dei più disperati. […] L’obiettivo del programma delle imprese globali è il ridimensionamento di tutte le barriere che ostacolano il livellamento verso il basso dei costi ambientali, lavorativi e sociali….(JEREMY BRECHER TIM COSTELLO. Contro il capitale globale – Strategie di resistenza- trad. di Luigi Piccioni . Feltrinelli. Milano 2001.

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Un esempio della povertà ed emarginazione dell’ attuale “terzo mondo globalizzato”: la storia di Iqbal.

Fase 10. Comprendere i nodi inquietanti dello sfruttamento. LABORATORIO

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Chi è Iqbal?

Iqbal Masih è il ragazzo pakistano di 12 anni che è diventato in tutto il mondo il simbolo della lotta contro la schiavitù minorile. Questo grazie al coraggio dimostrato nel ribellarsi alla tirannia dei suoi padroni. Le sue gesta sono state da insegnamento per altri piccoli schiavi.

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Il Pakistan sul planisfero

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La storia di Iqbal In una fabbrica di tappeti pakistana, dove si

sfrutta il lavoro minorile, arriva un giorno Iqbal.

La sua sorte è comune a quella di tanti altri piccoli suoi amici: la sua famiglia è stata costretta a cederlo per debiti e Iqbal lavorando dovrà estinguere il debito con il suo lavoro.

Quello che scopre presto Iqbal è che il debito non si estingue mai: lui e i suoi amici sono diventati i nuovi schiavi del 2000..

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Ma Iqbal intraprende una coraggiosa lotta contro i suoi aguzzini e, ribellandosi, denuncia i suoi padroni e fa liberare i suoi amici. Si unisce poi ad un’associazione contro il lavoro minorile e contribuisce alla liberazione di molti piccoli schiavi.

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Oltre a divenire famoso per le sue azioni contro lo sfruttamento del lavoro minorile, attira l’attenzione della mafia dei tappeti, che un giorno ordina il suo assassinio. Però le sue idee “risorgono” in altri baby-lavoratori che si ribellano ai loro padroni, proprio come Iqbal. Ormai il seme della ribellione è stato piantato e i suoi frutti si vedono con questi nuovi Iqbal.

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I nuovi schiavi La vicenda di Iqbal può essere

considerata una metafora della schiavitù minorile dell'economia globale. Secondo lo studioso Kevin Bales, essa presenta le seguenti caratterisitche:

La violenza, attraverso la quale si ottiene l'obbedienza.

La durata: tipiche della nuova schiavitù sono, infatti, la “prigionia” di breve durata; breve può voler dire 10 settimane come 10 anni, ragion per cui gli schiavisti non hanno interesse per la salute del loro investimento. I nuovi schiavi sono una merce "usa e getta".

La perdita del controllo sulla propria vita da parte della schiavo

L'inesauribilità del debito nei confronti del padrone

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Fase 11 . Capire il fenomeno delle nuove schiavitù nell’ economia globale

E' molto difficile stabilire con esattezza il contributo fornito dagli schiavi all'economia mondiale; dai calcoli degli studiosi si stima un profitto totale annuo di tredici miliardi di dollari.

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Lo studioso Bales confronta la nuova schiavitù con la vecchia rilevando un medesimo procedimento: molte imprese multinazionali fanno oggi quello che alcuni imperi coloniali facevano già nel secolo diciannovesimo: sfruttare le risorse naturali e servirsi di manodopera a basso costo senza bisogno di appropriarsi dell'intero paese e governarlo. Allo stesso modo la nuova schiavitù si appropria del valore economico degli individui "esercitando su di loro un controllo assoluto e coercitivo, pur senza assumersene la proprietà o accettare la responsabilità della loro sopravvivenza” .

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In regime di economia globale i nuovi schiavi sono merce usa e getta.

Questo lavoro è stato realizzato consultando il saggio “Le nuove schiavitù della globalizzazione” (gruppo di lavoro “Sconfinando”) e il romanzo “Storia di Iqbal”, F. D’adamo, Salani, 2002.

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Fase 12. Prendere coscienza degli effetti della povertà dei paesi del sud del mondo(esercizio proposto nel volume “Il racconto delle grandi trasformazioni”, vol. 3B, a cura di A. Brusa, Bruno Mondadori, Milano, 2001)

sviluppodi economie

illegali

guerradenutrizione

malattie

mortalità infantile

riduzionedella vita

media

povertà

Sviluppo insostenibile

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Sviluppo insostenibile: l’umanità cresce a ritmi sorprendenti

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I tassi di crescita demografica distribuiti per aree geografiche

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Distribuzione della ricchezza inversamente proporzionale al tasso demografico: 85% delle risorse al 15% della popolazione

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L’incertezza politica La fine del XX secolo e l’inizio del XXI non hanno

portato a quella pace mondiale tanto sperata dopo il crollo dei regimi comunisti e della fine della guerra fredda.

Non si è prodotto un nuovo ordine mondiale fondato sulla pace, sulla convivenza tra i popoli, su un accesso equo alle risorse.

Si è avuto al contrario un aumento dei conflitti locali e delle tensioni internazionali, in quanto gli organismi internazionali come l’ONU appaiono deboli.

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I conflitti nel mondo contemporaneo(da www.peacereporter.net)

29104Totale:

Turchia18Resto del mondo

Birmania, Filippine,India, Indonesia,Nepal,Pakistan, Sri Lanka77

Asia Meridionale Estremo Oriente

Colombia, Perù212America Latina

Angola, Burundi, Ciad,Costa d'Avorio,Eritrea,Nigeria,Congo, Somalia,Sudan,Uganda

1048

Africa

Afghanistan, Azerbaigian, Cecenia,Georgia412

Asia Centrale e Caucaso

Algeria,Iraq, Israele,Marocco,Libano517

Medio Oriente e Nord Africa

Nomi degli stati in guerraNumero di stati oggi in guerra

Stati in cui ci sono stati conflittidopo la II guerra mondiale

Zone del mondo

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La carta delle guerre nel mondo

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Il digital divide Il divario tra ricchi e

poveri si ripropone anche nel digital divide, il divario tra chi può accedere ad internet e alle nuove tecnologie e chi ne è escluso.

In questo graffito metropolitano l’artista newyorkese Keith Haring ha rappresentato negli anni ’80 del secolo scorso un mostro aggressivo e assetato di potere, che rappresenta la società dei computer, nella quale l’uomo o soccombe o è ridotto a fantoccio, incapace di pensare, vittima inerte di un inarrestabile consumismo, espresso dal denaro.

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L’ambiente è a rischio

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Il “global warming”

Causa: Immissione

nell’atmosfera di gas serra (anidride carbonica, metano, sostanze inquinanti) prodotti dall’attività industriale dell’uomo.

Deforestazione indiscriminata dei polmoni verdi della terra.

Conseguenze: Amplificazione

dell’effetto serra naturale.

Aumento della temperatura sulla terra.

Cambiamenti climatici, fusione dei ghiacciai, desertificazione, fenomeni meterelogici estremi ed imprevedibili.

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L’effetto serra naturale viene amplificato dai gas serra, che stanno contribuindo all’innalzamento globale della temperatura.

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Fase 13. Riflettere sui problemi per trovare soluzioni

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aumento dellapovertà nel

Terzo mondo

enorme crescitademografica

nel terzo mondo

l’invecchiamento dellapopolazione nel mondo

sviluppato lasciascoperti alcuni lavori

emigrazione dei paesi poveri del terzo mondo verso

quelli più ricchi dell’Europae dell’America dell Nord

inurbamento dei contadinie crescita delle megalopoli nel

Terzo mondo

necessità di accoglienza E integrazione degli immigrati

per superare gli squilibri serve favorire

sviluppo economicodel terzo mondo

eliminazione deifocolai di guerra

riduzione dellespese militari

(esercizio proposto nel volume “Il racconto delle grandi trasformazioni”, vol. 3B, a cura di A. Brusa, Bruno Mondadori, Milano, 2001)

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Un’economia all’idrogeno Secondo l’economista-guru

americano Jeremy Rifkin.l’idrogeno, la materia delle stelle e del sole che l’uomo ha oggi addomesticato ed in grado di sfruttare, è la grande opportunità di cambiare il mondo.

L’idrogeno può essere estratto dall’acqua, la sua combustione produce vapore acqueo.

Rifkin sostiene che in 10 anni potrebbe formarsi una rete che condividerà i flussi di energia.

L’accesso universale all’energia potrà sconfiggere la povertà.

Affinché questo sogno si avveri è necessario che i governi progettino un piano di sviluppo delle energie rinnovabili, con piccoli interventi dal basso.

Riflessione in chiave interculturale sul percorso

Indicatori EIC FasiConcetto non etnocentrico Mappa conc.

Glolocale/transcalarità 2-8

multisettorialità testimonianze

Visione al plurale testimonianze

Mens critica intera u.a.

Sguardi incrociati intera u.a

Questioni socialmente vive intera u.a.