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(Partner del progetto INCREDIBOL!, l'INnovazione CREativa DI BOLogna) Idea Imprenditoriale e Forma Giuridica Definizioni ed orientamenti Giovedì 2 maggio 2013 – ore 15.00 – 18.00 Urban Center – Sala Borsa Bologna, Piazza Nettuno 3 (Dott. Francesco Capizzi)

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(Partner del progetto INCREDIBOL!,

l'INnovazione CREativa DI BOLogna)

Idea Imprenditoriale e Forma GiuridicaDefinizioni ed orientamenti

Giovedì 2 maggio 2013 – ore 15.00 – 18.00

Urban Center – Sala Borsa

Bologna, Piazza Nettuno 3

(Dott. Francesco Capizzi)

Bologna, giovedì 2 maggio 2013 4

1° parte:

La definizione dell'idea imprenditoriale

(e del prodotto/servizio)

Bologna, giovedì 2 maggio 2013 5

Le domande alle quali dare risposta per definire l'idea imprenditoriale:

di che cosa si tratta: è un prodotto od un servizio?

Prodotto: deriva da un processo di trasformazione di materie prime e/o di altri prodotti.

Servizio: può essere definito come una prestazione lavorativa o professionale di natura più o meno intangibile che compie un soggetto per soddisfare una esigenza percepita da parte di un utente, privato o pubblico, persona fisica oppure impresa.

Si può trattare anche di un mix tra prodotto e servizio (ad esempio la realizzazione e vendita di un prodotto che richiede una installazione personalizzata presso il cliente e la erogazione a quest'ultimo di specifica formazione per il suo utilizzo).

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Ed ancora:

Che cosa s’intende vendere? Occorre definire il sistema di prodotto/servizio nelle sue componenti materiali, immateriali ed economiche), rispondendo alle seguenti domande:

come è fatto (materiali, modalità di realizzazione/erogazione e livello qualitativo, aspetti tecnologici, garanzia) ?

come si presenta (design, aspetto estetico, gamma, prodotti/servizi accessori e complementari) ?

quanto costa (posizionamento di prezzo e condizioni di pagamento) ?

quali sono gli elementi innovativi del prodotto/servizio rispetto al mercato attuale?

quali sono i motivi per i quali l’offerta è vantaggiosa per il cliente?

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Le domande alle quali dare risposta per definire l'idea imprenditoriale:

come nasce l'idea imprenditoriale?

quale bisogno va a soddisfare?L'approccio corretto richiederebbe che l'idea imprenditoriale nasca dalla attenta osservazione del mercato e dei bisogni espressi o meno che esso comunica.

Prima di pensare di vendere qualcosa, occorre chiedersi cosa desidera il cliente e partire dai suoi bisogni. Nessuno è in grado di vendere sabbia agli arabi, o gelati agli esquimesi. E’ quindi fondamentale produrre in base alle esigenze del consumatore e non produrre qualunque cosa - anche se di qualità - e poi tentare di venderla al consumatore.

L'idea imprenditoriale può nascere dalla scoperta di una invenzione o di una innovazione e/o dal miglioramento di una tecnologia e/o delle caratteristiche (forma, sostanza, prezzo) di un prodotto o servizio già esistente oppure dalla individuazione di business di successo ottenuta grazie alla attenta osservazione delle tendenze di mercato condizionate anche ad esempio dalle evoluzioni demografiche, sociali, economiche e così via.

Alcuni esempi di Settori di “tendenza” (tutte ICT) e potenzialmente fertili, in quanto in crescita: tecnologie legate alle telecomunicazioni, sviluppo applicazioni, piattaforme cloud, social network e social commerce, tecnologie di crittografia, ecc. .

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Le domande alle quali dare risposta per definire l'idea imprenditoriale:

dove intendo piazzare il mio prodotto/servizio?Relativamente alla individuazione del mercato di riferimento, occorre definire:

Dimensioni a quantità e a valore e segmenti più significativi e dimensioni e prospettive di sviluppo del mercato complessivo;

Descrizione delle caratteristiche del segmento o dei segmenti di mercato prescelti (tipologie di clienti e relativi bisogni). A solo titolo di esempio, si elencano di seguito possibili criteri di segmentazione per i beni di consumo e per i beni industriali:

1. Per il mercato dei beni industriali: segmentazione geografica, economica (dimensione di clienti, settore di appartenenza, volumi acquistati, ruolo occupato nella catena produttiva e distributiva), caratteristiche organizzative dei clienti (semplici o complesse, imprenditoriali o burocratiche, ecc.) , benefici ricercati;

2. Per il mercato dei beni di consumo: segmentazione geografica, socio demografica (capacità di spesa, professione svolta), segmentazione per stili di vita, comportamento del consumatore, benefici ricercati;

Potere contrattuale dei clienti: dimensione media dei clienti, numero di clienti, presenza di mercati alternativi;

Dimensioni e prospettive di sviluppo del segmento/segmenti prescelti (tassi di crescita, determinanti della crescita, stagionalità/ciclicità), dati a supporto delle proiezioni (risultati di ricerche di mercato, test effettuati, ecc..)

Concentrazione del settore e quote di mercato dei principali concorrenti: quanto è concentrato il settore, chi sono i concorrenti più importanti, che quota di mercato detengono;

Profilo dei principali concorrenti (diretti e produttori di servizi/prodotti sostitutivi): chi sono, dove operano, a quali segmenti si rivolgono, con quale offerta, ecc.. Evidenziare, in particolare, i limiti dell’offerta dei concorrenti già operanti nel settore.

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Le domande alle quali dare risposta per definire l'idea imprenditoriale:

con quali modalità di commercializzazione/pubblicità?

Politica di distribuzione:

modalità di commercializzazione

scelta dei canali distributivi, organizzazione della forza vendita, distribuzione fisica dei prodotti, accordi e costi di commercializzazione/distribuzione.

Politica di comunicazione:

definizione di un Piano di Comunicazione efficace (tipologia degli investimenti in pubblicità, promozione delle vendite, direct marketing, utilizzo di Internet).

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Una volta trovate le risposte adeguate alle domande precedentemente esaminate, che dunque fungono da analisi di pre-fattibilità della idea imprenditoriale, allora sarà possibile andare ad

“esplodere” in modo approfondito tutte le altre tematiche:

Forma giuridicaLocalizzazione dell’impresa (sede operativa)Assetto societario e gruppo imprenditoriale

Il team managerialeLa struttura tecnico - industriale e l’organizzazione

I mercati di approvvigionamento (i fornitori)Il piano di comunicazione e distribuzione

Le previsioni economico- finanziarie (investimenti e spese di gestione)Ricavi previsti nel triennio (Vendite in fatturato ed in volumi)

Conto Economico Previsionale

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2° parte:

La scelta della forma giuridica

per l'esercizio della attività d'impresa

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Che cos'è una impresa?

Art. 2082 C.C. Imprenditore

E' imprenditore chi esercita professionalmente un'attività economica organizzata (2555, 2565)

al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi (2135, 2195).

Art. 2083 C.C. Piccoli imprenditori

Sono piccoli imprenditori i coltivatori diretti del fondo (1647, 2139), gli artigiani,

i piccoli commercianti e coloro che esercitano un'attività professionale organizzata

prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia (2202, 2214, 2221).

La definizione di impresa è residuale, nel senso che il Codice Civile definisce

il concetto di imprenditore e non quello di impresa, che viene dunque

considerata l'attività professionalmente organizzata dell'imprenditore mirante alla

produzione o scambio di beni o di servizi.

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Caratteristiche peculiari dell'attività d'impresa

Perché si possa parlare di impresa deve, innanzitutto, esserci un'attività economica, ovvero l'imprenditore deve operare sul mercato (ad esempio è imprenditore agricolo chi coltiva il terreno e vende i prodotti che ottiene al mercato, mentre non lo è chi produce solamente per il suo consumo).

E' poi necessario che l'attività sia svolta in maniera professionale, cioè in modo abituale o periodico (come, ad esempio, il lavoro di un negoziante, ma anche del gestore uno stabilimento balneare).

Ultimo requisito è l'organizzazione, ovvero la gestione coordinata delle risorse umane, tecniche e finanziarie da parte dell'imprenditore.

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Differenze tra attività di lavoro autonomo e attività d'impresa

A proposito sia delle attività di lavoro autonomo che delle attività d’impresa si tende ad utilizzare l'espressione “mettersi in proprio” in contrapposizione all’attività di lavoro dipendente.

La differenza sostanziale tra attività di lavoro autonomo ed attività d’impresa è nella presenza o meno di organizzazione.

Ai sensi dell’art Art 2222 C.C : “È lavoratore autonomo colui che si obbliga a compiere verso un corrispettivo,un’opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente”.

Nel lavoro autonomo quindi, il lavoratore, senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente e sopportando su di sé il rischio inerente al risultato, investe prevalentemente nella propria professionalità e nel proprio tempo, e non nell’organizzazione di mezzi, capitali e risorse (natura non imprenditoriale del lavoro).

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Riassumendo …

L'attività non è d'impresa quando:

- non ha un fine economico (ad esempio un circolo);

- non è organizzata tramite un'azienda (Art. 2555 C.C. : L'azienda è il complesso dei beni organizzati dall'imprenditore per l'esercizio dell'impresa): ad esempio un fotografo senza studio con una piccola attrezzatura;

- non è esercitata in forma professionale (il caso, ad esempio, di chi impartisce ripetizioni private di tanto in tanto);

Gli enti che hanno un obiettivo non economico (enti morali, culturali, sportivi, scientifici, ecc.) sono inquadrati in apposite figure giuridiche (Associazioni).

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Fattori condizionanti nella scelta della forma giuridica d'impresa:

disponibilità di capitali

grado di responsabilità accettabile dal /dai partecipanti

dimensione dell’impresa costituenda

grado di responsabilità nei confronti dell’esterno

possibilità di ricorrere a particolari forme di finanziamento legate a determinate forme giuridiche

natura dell’attività esercitata, ecc.

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nnnnn

Le differenti tipologie di forma giuridiche:

- impresa individuale/familiare

- società di persone

- Società di capitali con le novità rappresentate dalle nuove forme introdotte di SRL

- Società cooperative

- Consorzi,

- ATI

- Reti d'Impresa.

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Altre forme di gestione attività di impresa Consorzi e Società consortili

Nel consorzio, sono assenti gli elementi caratteristici delle società, in quanto lo stesso non svolge un’attività d’impresa, ma mette solamente in comune fasi parziali delle attività delle imprese consorziate che vi partecipano, oppure realizza un semplice coordinamento delle attività delle singole imprese. Il consorzio è quindi un'aggregazione volontaria e legalmente riconosciuta che regola iniziative comuni per lo svolgimento di determinate attività di imprese o enti pubblici. A differenza dell'associazione, il consorzio non pone in essere un rapporto strutturale tra i consorziati. Il consorzio è successivo ad un accordo contrattuale, ma non è assolutamente da assimilarsi ad altre forme di aggregazione, come le "associazioni temporanee d'impresa", o "affari in partecipazione" che sono previste dalla legge.

Il consorzio rappresenta quindi uno schema associativo di tre o più imprenditori, con due distinte finalità:• Consorzi anticoncorrenziali: costituiti con lo scopo prevalente di impedire che si instaurino tra i vari imprenditori rapporti di elevata concorrenza e monopoli. Disciplinano di fatto la "concorrenza tra imprenditori"• Consorzi di coordinamento: costituiti per conseguire un fine diverso, ossia per svolgere determinate fasi delle rispettive imprese consortili finalizzato alla riduzione dei costi di produzione.• Consorzi ordinari: appositamente costituiti per la partecipazione ad una specifica gara.

Le attività delle singole imprese, finalizzate ovviamente alla produzione di utili, restano proprie di ciascun consorziato, ed il consorzio mira a mantenere, e anche far aumentare, il reddito dell’attività dei singoli imprenditori.

Questo tipo di organizzazione può assumere la forma di una società di tipo commerciale che svolge un’attività per i consociati e non necessariamente con finalità di lucro con lo scopo consortile.

La Società consortile è una società che può essere di qualsiasi tipo fuorchè società semplice che svolge la propria attività perseguendo fini consortili. Le norme che disciplinano queste tipologie di società sono quelle che disciplinano le società commerciali e quelle che regolamentano il consorzio ovvero l'organizzazione che è possibile costituire, tra imprenditori operanti nello stesso ramo di attività, per per lo svolgimento di alcune fasi delle rispettive imprese.

La società consortile potrà anche svolgere una sorta di attività esterna, e cioè “un’attività con i terzi”, che punta al contenimento dei costi di produzione senza perseguire in senso stretto uno scopo di lucro. Quindi, le società consortili potranno non avere come scopo la divisione di utili in senso stretto e spesso sono regolati da leggi speciali che escludono qualsiasi scopo di divisione di utili, e a volte escludono addirittura la finalità di conseguire un utile di impresa. Per concludere, nei consorzi, la distribuzione di utili è prevista solo in via eccezionale.

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Altre forme di gestione attività di impresa ATI – Associazioni Temporanee di Impresa

L'associazione temporanea di imprese, o raggruppamento temporaneo di imprese (ATI o RTI) è una forma giuridica nella quale più imprese si uniscono per partecipare insieme alla realizzazione di un progetto specifico. Lo specifico scopo può essere la partecipazione a gare d'appalto quando per le quali le singole imprese non possiedono, singolarmente, tutte le competenze operative, caratteristiche, categorie o classifiche richieste nel bando. L'ATI è composta da un'azienda capogruppo, detta mandataria, alla quale le altre aziende che ne fanno parte, dette mandanti, danno l'incarico di trattare con il committente l'esecuzione di un'opera, quasi sempre attraverso la partecipazione a gare d'appalto.Un'ATI ha solitamente durata coincidente con l'esecuzione dell'opera per la quale è stata costituita e si scioglie nel momento in cui l'opera è conclusa e tutte le partite economiche aperte per la stessa sono state chiuse, ossia con l'avvenuto incasso del corrispettivo finale. Un'ATI costituita per la partecipazione ad una gara d'appalto può nel frattempo partecipare ad altre gare ed eventualmente aggiudicarsi altre commesse che ne prolungano pertanto l'esistenza.Esistono forme particolari di associazione d'imprese, i cosiddetti consorzi stabili, che costituiscono associazioni che prevedono una durata indeterminata, spesso formate da grandi committenti e dai loro abituali subappaltanti, che possono a volte rimanere inattive per lungo tempo e comunque rimanere giuridicamente in essere.

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Altre forme di gestione attività di impresa

CONTRATTO DI RETE

È un contratto stipulato tramite un atto pubblico o una scrittura privata autenticata, con il quale più imprese perseguono l'obiettivo di accrescere la propria competitività e capacità d'innovazione attraverso un programma comune con cui s’impegnano a collaborare attraverso lo scambio di informazioni e prestazioni di natura industriale, tecnica o tecnologica. Il contratto prevede l'istituzione (non obbligatoria) di un fondo comune patrimoniale e la nomina di un organo comune incaricato di gestire, in nome e per conto dei partecipanti, l'esecuzione del contratto o di singole parti o fasi dello stesso.

Attraverso tale strumento, che intende dare certezza giuridica a forme di collaborazione spontaneamente le imprese, pur rimanendo indipendenti, possono realizzare progetti comuni diretti ad accrescere la capacità innovativa e la competitività.

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Studio Capizzi si occupa di Project Management (anche di Finanza Agevolata) e di Creazione di Impresa.

E' stato fondato dal Dott. Francesco Capizzi, Giurista d'Impresa da quasi 30 anni nel mondo dell'impresa (ad oggi circa 700 servizi erogati per oltre 500 imprese).

Studio Capizzi è situato in Palazzo Lancia, in Bologna, Via Azzo Gardino 1.

Per ogni informazione:

www.studiocapizzi.it