il cittadino n. 196

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il C ittadino www.ilcittadinodimessina.it n° 196 anno XIII - 18 Marzo 2015 foto Peppe Saya Il colore della povertà Report della Caritas Diocesana di Messina

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Settimanale gratuito d'informazione socio-politica e culturale

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Il colore della povertàReport della Caritas Diocesana di Messina

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Primo PianoPrimo Piano

Dalla risposta ai bisogni quotidiani alle ini-ziative speciali dedicate a categorie parti-colarmente disagiate, dall’esperienza svi-

luppata nei Centri d’ascolto durante il 2014 alriepilogo degli interventi realizzati con i fondi8x1000 negli ultimi cinque anni: è con un dupli-ce sguardo che la Caritas Diocesana di MessinaLipari S. Lucia del Mela “racconta” - durante ilseminario di studi “L’azione della Chiesa localenegli anni della crisi” - le povertà nel territoriodella Diocesi e le soluzioni che via via sono statetrovate durante il seminario di studi “L’azionedella Chiesa locale negli anni della crisi”. Lo scopo è mettere a disposizione di tutti uninsieme di dati – e di consapevolezze – in gradodi aiutare, indirizzare e far da base per quelloche don Gaetano Tripodo, direttore dellaCartitas Diocesana, considera un obiettivo irri-nunciabile: “costituire una rete operativa di inter-vento tra istituzioni pubbliche e soggetti privati alfine di rendere più efficace l’impegno comune”. Ed ecco i dati del Report Povertà 2014. Sono inmaggioranza italiane (72,2%), donne (57,5%) edi età compresa tra i 36 e i 65 anni (67,3%, con-tro il 23,5% di età inferiore ai 36 anni e il 9,2% dietà superiore ai 65 anni) le persone che nell’ar-co del 2014 si sono rivolte ai tredici Centrid’ascolto della Caritas Diocesana di MessinaLipari S. Lucia del Mela che hanno fornito i datidi dettaglio (il Centro Diocesano e quelli diTremestieri, S. Andrea Avellino, Sacra Famiglia,Camaro S. Luigi, S. Nicolò in Zafferia, S.Domenico, Don Orione, S. Lucia sopraContesse, Vicariato Faro, Camaro S. Paolo, S.Maria della Consolazione Villaggio Santo, S.Sebastiano in Barcellona P.G., Giammoro). Nei 13 Centri considerati, in totale sono stateascoltate 1641 persone (di cui 630, pari a più del38%, nel Centro d’ascolto diocesano) e sonostati effettuati 3462 interventi.Tra i bisogni individuati, si attestano al primoposto – e a pari merito – beni e servizi per unverso e lavoro per altro verso (30%), seguonol’ascolto (17,3%), la casa (9,5%), questioni di

La mappa delle povertà tra b

La Caritas di sulla situazio

foto Peppe Saya

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bisogni e interventi

iocesana fa il punto one del territorio Messina

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salute (8,8), orientamento ai servizi pubblici(3,9%). Le richieste pervenute – ovvero i motivi che lepersone richiedenti hanno scelto di indicareagli operatori – disegnano una mappa lieve-mente diversa. Stanno sempre in prima posi-zione lavoro e beni e servizi (rispettivamente39,7 e 25%), ma la salute sale al terzo posto(10,7%), mentre casa e orientamento ai servi-zi pubblici si attestano in posizioni assimilabili(rispettivamente 5,8 e 5%) e l’ascolto scendeall’ultimo posto (3,8%). Gli interventi effettuatihanno, infine, riguardato anzitutto beni e ser-vizi primari (36,3%), ascolto e orientamento aiservizi pubblici (26,8 e 22%), e di seguitocasa, salute e lavoro (6,9, 5,5 e 2,4%). Dal raffronto tra bisogni individuati e richiesteesplicite emerge una prima indicazione: ledue “graduatorie” sono simili per quel cheriguarda i primi posti, a confermare che alcunibisogni sono particolarmente avvertiti. Lavoroe beni e servizi primari (ovvero dalle bolletteagli alimenti) sono, insomma, irrinunciabili.Meno diffusa sembra invece la consapevolez-za del bisogno dell’ascolto che, pure, quandoviene donato comporta significativi migliora-menti negli stati d’animo e nelle condotte dichi è ascoltato. Nel confronto, invece, tra biso-gni e interventi, si legge l’importanza delleazioni effettuate dalla Caritas Diocesana maanche la necessità che sul territorio interven-gano politiche specifiche da parte delle pubbli-che amministrazioni e dei soggetti sociali pro-tagonisti sia per garantire l’effettiva realizza-zione per tutti di diritti primari quali la casa, lacapacità di interloquire con i pubblici uffici e lasalute, sia per creare concrete possibilità dioccupazione. Ma quali sono state le categoriei cui bisogni nel corso degli anni hanno rap-presentato vere e proprie urgenze sociali? Larisposta può venire dall’analisi dei sedici pro-getti che la Caritas Diocesana ha realizzatotra il 2009 e il 2014 con i fondi 8x1000 per unaspesa totale che sfiora i due milioni di euro(1.961.600,00 euro). Si tratta di iniziative di

particolare rilevanza, con le quali sono statiattivati servizi, centri e percorsi personalizzati. Si va dalla creazione di cooperative sociali dipersone diversamente abili a percorsi di rein-serimento sociale di ex detenuti, da attività diprevenzione dell’internamento nell’Ospedalepsichiatrico giudiziario alle adozioni sociali dibambini “a rischio”, dalla realizzazione di unservizio di pronto soccorso sociale attivo 24ore su 24 per senza dimora all’integrazione difamiglie immigrate, da centri di accoglienzaper anziani soli e malati al sostegno all’occu-pazione, da interventi di contrasto alla disper-sione scolastica alla creazione di luoghi diaggregazione per bambini e ragazzi, dal rein-serimento lavorativo e abitativo di inoccupatiagli interventi per prevenire e riparare i dannidella dipendenza dal gioco d’azzardo. Per i trequarti degli interventi, la Caritas ha affidato lagestione a soggetti diversi, pur mantenendo-ne responsabilità e controllo: tra questi, l’as-sociazione di volontariato e cooperativa socia-le Santa Maria della Strada, l’associazione divolontariato “Casa di solidarietà ed accoglien-za” di Barcellona Pozzo di Gotto, l’associazio-ne di volontariato ONLUS “Vivere insieme”, il“Consorzio Sole. Soc. Coop. Soc”, laParrocchia Santa Lucia Vergine e Martire,l’Oratorio San Luigi Guanella – AssociazioneNoi. In conclusione, il direttore don GaetanoTripodo, Enrico Pistorino, responsabile dioce-sano dell’Osservatorio delle povertà e dellerisorse, e Chiara Pistorino, responsabile deiCentri d’ascolto Caritas, ricordano il valoredell’attività della Chiesa locale e, allo stessotempo, confermano la disponibilità dellaCaritas ad una collaborazione operativa tratutti i soggetti protagonisti del territorio, istitu-zionali e non, affinché “dalla gestione delleemergenze si passi alla programmazione ealla realizzazione di politiche in grado miglio-rare significativamente la situazione generaledella popolazione”.

Marilena Faranda

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Èun quadro abbastanza triste per la nostra città, quantoemerso nel report illustrato dalla Caritas Diocesana diMessina durante il seminario di studi “L’azione della

Chiesa locale negli anni della crisi”. I dati presentati concentra-no l’attenzione su una fetta della società che ha sempre piùbisogno di aiuto. Storie simili di una Messina invisibile agliocchi di tanti, storie di gente che quotidianamente si trova afare i conti con la mancanza del posto di lavoro e dei beni diprima necessità.

Dal Report Povertà si evince che sono in maggioranza donne (57,5%) di età compresa tra i 36e i 65 anni, le persone che nell’arco del 2014 si sono rivolte ai tredici Centri d’ascolto dellaCaritas Diocesana di Messina Lipari S. Lucia del Mela: il Centro Diocesano e quelli diTremestieri, S. Andrea Avellino, Sacra Famiglia, Camaro S. Luigi, S. Nicolò in Zafferia, S.Domenico, Don Orione, S. Lucia sopra Contesse, Vicariato Faro, Camaro S. Paolo, S. Mariadella Consolazione Villaggio Santo, S. Sebastiano in Barcellona P.G., Giammoro. In totale sonostate ascoltate 1641 persone ed effettuati 3462 interventi. Tra i bisogni individuati, si attestanoal primo posto e a pari merito, beni e servizi da un lato e lavoro dall’altro (30%), seguonol’ascolto (17,3%), la casa (9,5%), le questioni di salute (8,8) e l’orientamento ai servizi pubbli-ci (3,9%). Le richieste pervenute agli operatori, disegnano una mappa lievemente diversa.Stanno sempre in prima posizione il lavoro, i beni e servizi (rispettivamente 39,7 e 25%), men-tre la salute sale al terzo posto (10,7%), la casa e l’orientamento ai servizi pubblici si attesta-no rispettivamente al 5,8 e al 5%, scende all’ultimo posto l’ascolto (3,8%). Dati di una sofferenza sociale in crescita che devono inevitabilmente indurre a creare una retedi collaborazione affinché un piccolo gesto d’amore nel segno della solidarietà diventi di gran-de aiuto per la collettività. La Caritas a tal proposito conferma la disponibilità ad avviare unacollaborazione operativa tra tutti i soggetti protagonisti del territorio, istituzionali e non, perché“dalla gestione delle emergenze si passi alla programmazione e alla realizzazione di politichein grado migliorare significativamente la situazione generale della popolazione”.Abbiamo chiesto al Direttore della Caritas Diocesana, don Gaetano Tripodo, alcune riflessioniin merito.La Caritas Diocesana di Messina durante il seminario di studi “L’azione della Chiesalocale negli anni della crisi” ha tracciato una mappa della povertà a Messina. Come vimuovete sul territorio in relazione alle richieste di aiuto che arrivano?“Ci muoviamo sia in base alle possibilità che abbiamo sia all’affidamento alle Chiese parroc-

chiali e alle comunità cristiane distribuite sul territorio. Ci interfacciamo con ogni istituzione, dia-

loghiamo con le circoscrizioni anche se sulla realizzazione di progetti c’è ancora tanta strada

da fare.

La nostra è un’azione fondata principalmente sull’ascolto, anche se la gente ha bisogno di

Don Gaetano Tripodo, direttore della Caritas Diocesana

“La nostra è un’azione fondata principalmente sull’ascolto”

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risposte certe. Sul territorio ci sono circa 20 Centri d’ascolto, con chi arriva al centro si crea un

percorso di condivisione. Si cerca di capire il problema e poi ci si interfaccia con le parrocchie

o con le altre istituzioni. Non è automatica la risposta al problema, dobbiamo verificare la vera

richiesta d’aiuto. Non diamo mai aiuto dopo il primo incontro. La nostra filosofia è che ognuno

cammini con le proprie gambe. Vogliamo creare un percorso di autonomia”.

Quali sono le categorie i cui bisogni nel corso degli ultimi anni hanno rappresentatovere e proprie urgenze sociali?“Il problema principale resta la mancanza del posto di lavoro che compromette inevitabilmen-

te la stessa mancanza di cibo, il pagamento delle utenze, dell’affitto. Questo comporta la man-

cata soddisfazione dei bisogni primari”.

Che cosa può fare il cittadino per aiutare chi è in difficoltà?“Bisogna innanzitutto costruire buone relazioni con il povero, orientate al fine della solidarietà.

Poi ci sono diversi modi di aiuto dalla raccolta dei generi alimentari, alle varie offerte da desti-

nare alla Caritas o alle altre organizzazioni che si occupano dei poveri”.

Cristina D’Arrigo

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Qual è la situazione di povertà con cui vi confrontatetutti i giorni?

“A Messina non ci rendiamo conto di ciò che sta accadendo.

Non lo vogliamo sapere, lo rifiutiamo. Noi che operiamo diret-

tamente nel settore e chi con noi: Padri Rogazionisti Mensa

Sant’Antonio, Sant’Egidio, Caritas, Cristo Re, Santa Maria

della Strada siamo sempre a contatto con i nostri nuovi pove-

ri, con i nuovi familiari che si trovano in grande difficoltà. Solo

noi ci rendiamo conto, ma tutti gli altri dove sono? La nostra

Amministrazione ad esempio, che sta facendo? Dovremmo

cercare di andare avanti tutti insieme, creando una rete di collaborazione”.

La Mensa di Sant’Antonio ad oggi quanti pasti distribuisce quotidianamente? Avetenotato un incremento degli utenti negli ultimi anni se non mesi?“La povertà non ha colore politico e la dobbiamo risolvere tutti con risorse economiche e

umane. Noi diamo 400 e più pasti ogni sera, sono necessari soldi e volontari. Facciamo 200

pasti da asporto per nuclei familiari da cinque a due componenti. In sala invece facciamo tre

turni da 70 posti a sedere, dunque siamo sui 180 pasti a sera.

Non abbiamo nessun contributo, eccetto quello dato dai cittadini. Abbiamo bisogno ogni sera

all’incirca di 500 euro tra pasta, pomodoro, carne, pesce, materiale plastico per il mangiare di

asporto e per il pagamento di tutte le utenze (luce e gas della struttura). La povertà in questo

momento a Messina è un problema sociale non individuale. Se ipoteticamente dovessimo

chiudere il problema coinvolgerebbe tutti noi.

Da due anni a questa parte abbiamo notato un incremento. Abbiamo incominciato il sevizio

mensa sette anni e mezzo fa con 60 pasti poi con l’evolversi della crisi a livello nazionale, glo-

bale e cittadino i numeri sono cambiati. La crisi è arrivata su di noi improvvisamente come una

palla di neve che ti cade addosso e non sai come difenderti. Non hai la capacità per impedire

tutto questo diventi impotente, incapace”.

Quanti volontari operano quotidianamente per la Mensa?“Siamo 330 volontari, in media una ventina al giorno tra cucina, sala e pulizie”.

Tra gli utenti si registra un notevole numero di immigrati?“Gli immigrati rientrano tra gli utenti in sala. Su questa situazione è opportuno fare alcune pre-

cisazioni. Lo Stato paga un’azienda che fornisca pasti giornalieri a questi ragazzi che vengo-

no accolti al Palanebiolo e a Bisconte. Durante il pomeriggio però vengono a mangiare da noi.

A chi entra in sala non possiamo chiedere nulla, non guardiamo né razza, né colore, né cultu-

ra. Non sono pasti che levano ai nostri messinesi?”.

Intervista a Elena Donato, coordinatrice della Mensa di Sant’Antonio

“La povertà non ha colore politico. Non Aiutate, AiutiamoCi”

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Operate anche come Centri di ascolto? “Due volte la settimana il martedì e il venerdì. Il numero delle persone che viene da noi per

l’ascolto è in aumento. Ci sono persone disperate che arrivano addirittura a mettere a repen-

taglio volontariamente la propria vita. Per fronteggiare le richieste ci vuole un’assistenza psico-

logica ed economica”.

Avete pensato a collaborazioni esterne?“A chi lo presento il progetto?, al Comune, alla Regione, non credo che ci siamo poteri che pos-

sono aiutare questa gente. Le scuole invece ci aiutano in quanto procurano le provviste”.

Chi vuole aiutarvi in questo difficile compito come può farlo? “Abbiamo una certa disciplina per quanto riguarda il volontariato: c’è un elenco dove ci si deve

iscrivere per poi parlare con me. Bisogna valutare la disponibilità di inserimento anche a livel-

lo psicologico perché non tutti sono capaci di affrontare questa situazione. All’inizio c’è l’entu-

siasmo di dare agli altri poi per sensibilità o per impegno molti non resistono.

Per quanto riguarda le provviste chi vuole può recarsi in sede quando desidera. Siamo aperti

365 giorni l’anno”.

Qual è il messaggio che si sente di lanciare?“In questi otto anni ho lanciato parecchi messaggi. Il messaggio più bello è quello che dico

sempre: dobbiamo aiutare chi abbiamo accanto perché per vergogna, per paura non dirà mai

la sua reale condizione. Non Aiutate, Aiutiamoci. La povertà è un tumore che non sai mai quan-

do e a chi arriva”.

Alessia Vanaria

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62-63 CittàCronache urbane

48-49 Dietro le quinte

numero 196 anno XIII18 Marzo 2015

AttualitàFirma del protocollo di legalitàGiornate FAIOtto messinesi EBEC 2015

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24-45

Sommario

10

52 SettegiorniCronaca della settimana

SiciliaBest practicesFormazione e occupazione

68-72

Le rubriche

La corazzataPotemkin

94-95

Da Beethoven a Kurt Cobain

96-97

Parole in blu98-99

ProvinciaMontalbano Elicona

64-67

CulturaSanta Sindone a MessinaBotero a PalermoUova di struzzo dipinte

78-86

In&Out50-51

Mangiare Sano100-101

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il CittadinoDirettore editoriale: Lillo ZaffinoDirettore responsabile: Carmelo ArenaVicedirettori: Tiziana Zaffino, Gabriella Giannetto

CoordinamentoMaria Cristina Rocchetti, Giuseppe Zaffino

RedazioneEnza Di Vita, Marilena Faranda, Francesco Certo,Giuseppe Micali

Collaboratori Cristina D’Arrigo, Dario Buonfiglio, Gino Morabito, Antonio Grasso, Marina Pagano, Alessia Vanaria

RubricheEnzo Caruso, Michele Giunta, Ignazio Rao, Mimmo Saccà

Art DirectorSalvatore Forestieri

Ricerca fotograficaPeppe Saya, Orazio D'Arrigo, Antonio De Felice, Gianmarco Vetrano

Pubblicitàcontatti: 3473640274e-mail: [email protected]

AmministrazioneMario De Marco, Giuseppe Pagano e Franco Rossellini

Web master sito Fabio Lombardo

Il Cittadino digitale sarà pubblicato sul giornale on line e inviato gratuitamente ai lettori direttamente nella postaelettronica e sarà condiviso in rete attraverso Facebook

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Per info e per sostenere l’iniziativa rivolgersi al M.C.L

(Movimento Cristiano Lavoratori) via Romagnosi n.2 Messina

tel.09046535 e-mail:[email protected]

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NUOVE OPPORTUNITÀ PER I GIOVANI E IL LAVORO

Guardia di Finanza: concorso 2015 per 236 Allievi MarescialliAperto un bando per Allievi Marescialli della Guardia di Finanza, per entrarenell’87° corso della Scuola Ispettori e Sovrintendenti. Il concorso GDF prevedeuna selezione per titoli ed esami, per accedere ai 236 posti disponibili.

Offerte di lavoro Roma e ProvinciaNuove opportunità di lavoro nel Lazio. Vi presentiamo le posizioni aperte segna-late dai Centri per l’Impiego di Roma e Provincia, e come candidarsi per le sele-zioni di personale attive.

Garanzia Giovani: opportunità di lavoro 2015Avete meno di 30 anni e non lavorate o studiate? Il programma Garanzia Giovanioffre numerose opportunità di lavoro per diplomati e laureati in tutta Italia. Vi pre-sentiamo le posizioni aperte per il 2015.

Asmana: lavoro al Wellness World FirenzeAssunzioni in vista per la prossima apertura dell’Asmana Wellness World diCampi Bisenzio, Firenze. Si ricerca personale per la copertura di vari posti dilavoro nel centro benessere toscano, che aprirà nella stagione estiva.

Lavoro per Elettricisti in SvizzeraNuove assunzioni all’estero per Elettricisti, per la copertura di posti di lavoro inSvizzera. Un’azienda con sede a Basilea seleziona personale interessato a lavo-rare nel settore edilizio, tempo determinato.

Annunci utili a cura di Pippo Previti

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Leroy Merlin: concorso per creativi Light on and Take CareLeroy Merlin lancia il concorso per creativi “Light On and Take Care” per la rea-lizzazione di progetti innovativi per l’illuminazione del bagno. Sono previsti premiin denaro. La partecipazione è gratuita.

Nuove offerte di lavoro Expo Milano 2015Per chi desidera lavorare all’Expo Milano 2015 sono disponibili nuove offerte dilavoro. Si ricercano camerieri, cuochi, receptionist, interpreti, hostess, baristi edaltre figure, per assunzioni in occasione dell’Esposizione Universale milanese.

Stroili Oro: 20 stage per Addetti VenditaNuove selezioni per addetti alla vendita nel Lazio. Le gioiellerie Stroili Oro sonoalla ricerca di 20 Addetti Vendita per gli store del marchio presenti nella città diRoma. Il contratto prevede orario full time.

Pavia: concorso per Operatori Socio Sanitari e ASANuovo posti di lavoro in Lombardia nel settore dell’assistenza sanitaria. LaFondazione Istituzioni Riunite di Mede (Pavia) ha indetto un concorso per assun-zioni a tempo determinato di OSS e ASA.

Aida Cruises e Costa Crociere: casting per ballerini e cantantiAida Cruises e Costa Crociere hanno aperto i casting per selezionare gli artisti dainserire nel cast 2015 2016 per l’intrattenimento sulle navi da crociera.Opportunità di lavoro per ballerini e cantanti, i provini.

Ospedale di Cremona: concorso per InfermiereAssunzioni in Lombardia nel settore sanitario. L’azienda ospedaliera “IstitutiOspedalieri” di Cremona ha indetto un concorso pubblico per l’assunzione atempo indeterminato di Infermieri.

18 Marzo 2015

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Agricoltura

Firma del protocollo di lega dell'Ente Parco dei Nebrodi

AttualitàAttualità

Stop ai pascoli mafiosi, i giovani son

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lità sui terreni

Èstato stipulato al Palazzo del Governoun protocollo di legalità tra la Prefetturadi Messina e la Regione Siciliana,

l’Ente Parco dei Nebrodi, l’Ente di SviluppoAgricolo e i Comuni appartenenti al Parco.L’accordo approvato dal Gabinetto delMinistro dell’Interno, è stato sottoscritto dalPrefetto di Messina, dott. Stefano Trotta, dalPresidente della Regione Siciliana, OnorevoleRosario Crocetta, dall’Assessore Regionaleall’Agricoltura, Avv. Nino Caleca,dall’Assessore Regionale Territorio eAmbiente, Dr. Maurizio Croce, dal Presidentedell’Ente Parco dei Nebrodi, Dr. GiuseppeAntoci, dal Commissario Straordinariodell’Ente Sviluppo Agricolo, On. FrancescoCalanna, e dai Sindaci dei Comuni interessa-ti: Alcara Li Fusi, Acquedolci, Capizzi,Caronia, Cesarò, Floresta, Frazzanò, GalatiMamertino, Longi, Militello Rosmarino,Mistretta, Raccuja, Reitano, Sanfratello, SanMarco d’Alunzio, Santa Domenica Vittoria, S.Agata di Militello, San Teodoro, Santo Stefanodi Camastra, Tortorici, Ucria e Troina.Ci dispiace comunicare, introduce il Prefetto,che è assente il Comune di Floresta, vogliamocredere e sperare in un disguido. Finalmenteil Parco dei Nebrodi ha una sua specificità conun suo presidente il dott.Antoci e finalmente idiversi comuni, che ne fanno parte possonoavere delle tutele, tramite questo Parco e que-sto protocollo.Io penso che la giornata di oggi sia una diquelle che si pensavano non potesse maiaccadere, spiega Antoci. Ho al mio fianco unaclasse di Sindaci che mi spinge ad andareavanti, dando una risposta concreta, dandoaiuto alle amministrazioni locali. Quei territoridevono essere territori di sviluppo e non dimalaffare. Io credo che sia un passaggio fon-damentale: creare sviluppo e fare capire chequesto deve passare dalla legalità. Sono con-vinto che questo sia solo l’inizio di un percor-so che possa portare un grande successo.Un territorio che ha grandi possibilità di svilup-

no il sale della terra

foto Peppe Saya

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po, oggi più di ieri, sottolinea l’On. Calanna.Noi, però, dobbiamo eliminare il troppo ed ilvano, ovvero, un controllo mafioso sui terreni.Io posso chiedere in prefettura un controllo suiterreni, ma credo che ognuno deve redigere ilproprio fascicolo aziendale, per sgravare leforze dell’ordine di molta fatica. Con questoatto si eliminerebbero le presenze mafiose.Un protocollo importante che potrebbe libera-re i Nebrodi da quella presenza malavitosache è forte in quella zona. Oggi del resto iSindaci si possono servire di una presenzamassiccia nel territorio.Non è possibile che si abbia un settore, in cuinon ci può essere un controllo nell’affidamen-to degli appalti,afferma l’Ass. Caleca, bisognacomunque mettere un limite di affidamentoper sei mesi, così almeno non si manifeste-ranno altri interessi. Ringrazio, quindi, tuttiquelli che hanno voluto questi protocolli.In quest’Isola non si può avere sviluppo, senon si ha legalità, afferma l’ass. Croce. E mentre noi siamo impegnati nell’esitaredocumenti finanziari e programmazioni plu-riennali, questo ci sembra un documentoimportante per tutelare la nostra Regione ed ilnostro lavoro dando sviluppo.Speriamo che l’assenza del comune diFloresta non sia un brutto segnale, concludeCrocetta, ma solo una svista. È difficile capirecome un Sindaco possa amministrare con afianco il mafioso di turno, che per lui non è unacosa da film, ma una realtà, e con poche onulle protezioni. Prima si otteneva il terreno apochi euro, ricevendo grossi introiti dai finan-ziamenti europei, non può andare avanti così,al di là della mafia. È necessario, quindi, crea-re sviluppo ed occupazione anche tramite lacreazione di cooperative di giovani. Nonsiamo qui per fare chiacchiere e non vogliamoné vittime, né eroi, ma chiedeteci aiuto seavete bisogno. Questa lotta alla legalità rap-presenta anche un passo importante per darelavoro.

Marilena Faranda

Renato Accorinti, Stefano Trotta, Rosario Crocetta

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foto Peppe Saya

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Riforma della rete territoriale della Banca d'Italia Lettera del sindaco Accorinti al direttore generale Salvatore Rossi

In merito al progetto di riforma della Rete Territoriale della Banca d’Italia, dopo la partecipa-zione alla manifestazione che si è svolta lo scorso lunedì 16 a piazza Cavallotti a sostegnodella protesta per il rischio di chiusura della filiale di Messina, il sindaco, Renato Accorinti,ha inviato una lettera al Direttore generale della Banca d'Italia, Salvatore Rossi, e per cono-scenza ai Direttori regionali della Filiale di Palermo, Antonio Cinque, e di quella di Messina,Rosalba Porzio.

foto Peppe Saya

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“Ho appreso della paventata chiusura della filiale di Messina, - scrive Accorinti - in seguitoall'elaborazione di un progetto di riforma della Rete Territoriale delle filiali della Banca d'Italia.In un momento di crisi economica fortemente percepita, privare una città metropolitana diuna struttura stabile della Banca d'Italia, che costituisce un presidio di legalità e di controllodel territorio, anche in vista delle nuove competenze che le verranno attribuite, desta gravepreoccupazione. Le chiedo quindi, pur nel rispetto dell'esercizio dell'autonomia organizzativadell'Amministrazione che lei dirige, di ripensare il progetto di riforma in questione, mantenen-do la filiale di Messina e attribuendole funzioni consone ad una città metropolitana”.

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Finalmente dopo anni riusciremo ad aprire Forte Masotto a Curcuraci, spiega il capodelegazione Fai di Messina, Giulia Miloro, presentando la 23esima edizione delleGiornate FAI di Primavera, che si terranno sabato 21 e domenica 22 dalle 9.30 alle

17. “Ringrazio Augusto Vinci, prosegue, il presidente del Tiro a volo, che, chiudendo il forte,

ne ha garantito la conservazione e la non vandalizzazione. Ci sarà qualche difficoltà nei par-

cheggi ma, grazie all’ATM, avremo un servizio di bus navetta che partirà dall’Annunziata.

Ringrazio, anche gli Assessori Ialacqua e Cacciola che ci hanno collaborato per la realizzazio-

ne.L’ATM ha già collaborato alla settimana FAI dell’anno scorso, spiega il commissario

dell´Atm, Dimenico Manna, e quest’anno, parteciperemo con un bus navetta ed un bus, nella

giornata di domenica.

Gli orari di partenza saranno: 9.30, 10.30, 11.30, 13.30, quelli di ritorno: 10.30, 12.30,14.30, 17. Vi sarà un biglietto unico di € 1.70, che vale anche per il ritorno.

23esima edizione delle GiornateFAI di Primavera

Visita a Forte Masotto: un’opera da valorizzare

foto Peppe Saya

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Noi parteciperemo con l’iniziativa “Messina Verde Bene comune”, dove ognuno adotterà un

area verde, spiega l’assessore Ialacqua iscritto al FAI.

La manutenzione di MessinAmbiente, precisa Natale Cucè, si inquadra in un progetto più

ampio di manutenzione dei forti e, in occasione di questa manifestazione, ci siamo occupati in

modo particolare del forte Masotto.

Il nostro è un grido di dolore, conclude il capo della delegazione FAI, le visite sono a contribu-

to libero, quindi, ci auspichiamo maggiore partecipazione, anche perché la raccolta fondi andrà

a tutto il territorio. Inoltre, poiché è importante per i ragazzi conoscere il patrimonio del loro ter-

ritorio, ci saranno anche delle visite da parte delle scuole”.

Un’iniziativa che valorizza tutta la sesta circoscrizione che già offre un panorama di grande bel-lezza ed in particolare il forte Masotto. La Batteria Polveriera o Forte Masotto fu costruita tra il 1884 e il 1888 e prese il nome dal capi-tano Umberto Masotto, caduto in guerra nella battaglia di Adua del 1896. La Batteria Masottoè la più grande fortificazione della costa sicula. Essa si basa su un impianto quadrangolare condue lati inclinati e corrisponde geometricamente ad un parallelepipedo ed è attorniata da unfossato. Per la difesa e il tiro sul fossato ci sono quattro caponiere(opere fortificate in legno emuratura) di differente forma. Solitamente si trovavano nel fossato e permettevano inoltre diattraversarlo e raggiungere l´esterno, rimanendo fuori dalla visione nemica. La grande dimen-sione del forte consentiva, per la presenza di un significativo numero di ambienti posti a varilivelli, una notevole ricettività.

Marilena Faranda

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Forte Masotto (Polveriera) e Forte Siacci (Matiniti Superiore)Due giganti a guardia dello Stretto

Ingresso e ponte levatorio

La Città OltreLeMura

di Enzo Caruso*.

Direttore del Museo Storico della Fortificazione Permanente

“Forte Cavalli”.

Autore del ritrovamento della documentazione originale del

Piano Generale di Difesa dello Stretto di Messina e studioso

delle fortificazioni ottocentesche dello Stretto.

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Una volta approvato ilPiano Generale diDifesa dello Stretto di

Messina, si diede avvio, giànel 1883, alla procedura perla realizzazione non solo delle23 fortezze distribuite a diver-se quote sulle due sponde,ma anche a tutte le opere dicollegamento e di supporto(strade, polveriere, presidi deivalichi…).Considerate le somme appro-vate per le fortificazioni, para-gonabili inizialmente a quellemesse in bilancio per altrearee del territorio nazionale,nel 1884 si iniziarono i lavoriper la costruzione di dueimponenti fortezze sulle costedello Stretto: Forte Polveriera(dal nome dell’omonima colli-na, poi intitolato al CapitanoMasotto) posta nelle vicinan-za del Campo Inglese (oggiCampo Italia) e Forte diMatiniti Superiore (in seguitointitolato al Gen. Siacci), ubi-cato sulle alture di CampoCalabro.L’imponenza di queste dueFortezze li differenzia note-volmente dalle altre 21 realiz-zate qualche anno più tardicon strutture molto più sem-plici e lineari nelle quali, alloscopo di ridurre i costi, si pre-ferì dare maggiore attenzioneal “fronte a mare”, sui cuispalti andavano posizionatele piazzole degli obici, e al“fronte di terra” per il quale fuprevisto un estetico fossato

Targa di intitolazione del Forte polveriera

al Capitano Umberto Masotto

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con ponte levatoio per l’ingresso, quasi un richiamo ai modelli medievali.In riferimento a questa differenza tipologica, le definizioni di “Batteria” e di “Forte” si sonomolte volte scambiate per indicare le Opere fortificate dello Stretto.Nel glossario di architettura Militare, infatti, con la parola “Forte” si indica un “luogo forte”,perfettamente difendibile da più lati e arroccato su un’altura che, a differenza dei castelli, ècaratterizzato da mura basse e di notevole spessore per resistere ai proiettili delle artiglie-rie; col termine “Batteria” si intende invece un insieme di pezzi di artiglieria posti in serie,capaci far fuoco in sequenza, a brevissimi intervalli di tempo l’uno dall’altro. Finalizzate altiro anti-nave, le Batterie da Costa avevano infatti il compito di colpire una nave in transitoa velocità nello Stretto.Per la loro struttura progettuale, sia Polveriera che Matiniti (al pari di S. Salvatore, Gonzagae Castellaccio), meritano senz’altro l’appellativo di “Forte”.Ultimati entrambi nel 1888, dopo soli quattro anni dall’inizio dei lavori, i Forti Polveriera eMatiniti Superiore, sono dotati, come i forti del Campo Trincerato di Mestre, di un maesto-so portale d’ingresso e di lunghe gallerie di collegamento “a prova di bomba”; cunicoli,

La pianta del Forte Polveriera - Masotto

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caponiere multiple, montacarichi, alti fossati, che rendono queste due opere uniche nell’in-tero Sistema difensivo dello Stretto.Durante il ventennio fascista, i due forti furono intitolati rispettivamente al CapitanoUmberto Masotto, comandante della 4^ Batteria di Artiglieria da Montagna durante laBattaglia di Adua, e al Generale Francesco Siacci, professore di Balistica alla Scuola diApplicazione d'Artiglieria e Genio.Forte Polveriera (dal nome dell’omonima collina), insieme a Forte Matiniti Superiore, postosulla costa opposta, rappresentava l‘opera più imponente dell’intero sistema. I lavori, appaltati dalla Ditta Diara nell’ottobre del 1884, iniziarono nel mese di novembre ecomportarono una spesa, escluso l’armamento, di due Milioni delle vecchie lire. Poteva contenere oltre 1.000 uomini di presidio e la potente artiglieria, con cui era statoarmato, rappresentava quanto di meglio la tecnologia bellica potesse a quel tempo mette-re in campo per la difesa costiera: otto obici da 280 mm, due cannoni da 149, quattro can-noni da 120, quattro cannoni da 90 e due mortai da 150 Krupp.

Gran Camposanto. Il Monumento agli atriglieri morti nello scoppio di Forte Polveriera del 27 dicembre 1888

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Il suo Scopo tattico era orientato alla Difesa dello Stretto di Messina, con settore orizzonta-le di tiro di 120°, da Torre Lubrato (mar Tirreno) a Sant’Agata e alla Difesa del terreno diaccesso alla Batteria nella vallata di Curcurace e PaceUna volta ultimata la costruzione il 4 agosto 1888, iniziarono i lavori di armamento e posi-zionamento delle artiglierie. Il 27 dicembre 1888, l’accidentale esplosione di una riservetta, causò la morte di 21 solda-ti, del Capitano, Luigi De Manzoni e della moglie Amalia Toscano, che era andata insiemealla figlioletta di tre anni a trovare il marito. L’intera cittadinanza, stringendosi intorno al dolore della guarnigione, partecipò compatta alcorteo funebre ed eresse il monumento formato da tre cannoni che si trova ancora oggiall’ingresso del Gran Camposanto.Nel 1896 e nel 1904, Forte Polveriera-Masotto fu visitato da Guglielmo II di Germania, ospi-te dei Sanderson a Villa Pace e a Castanea; durante il suo soggiorno infatti, l’AutoritàMilitare si compiaceva di mostrare all’importante alleato (Triplice Alleanza), il potente siste-ma difensivo di cui si stava dotando lo Stretto.

Particolare del portale d'ingresso

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A guardia dello Stretto contro i sommergibili tedeschi durante la Grande Guerra, ForteMasotto risultò tra i quattro forti attivi della costa messinese anche nel secondo conflitto,insieme a Crispi, Schiaffino e Cavalli.Passato alle dipendenze della Marina Militare, fu dismesso sul finire degli ani ’70.Tra gli elementi di architettura militare che si possono ancora ammirare, sono da evidenzia-re: il maestoso portale d’ingresso sormontato dallo stemma di Casa Savoia circondato dalCollare del Supremo Ordine della Santissima Annunziata, l’imponente fossato che circon-da il perimetro del forte; la targa di intitolazione al Capitano Masotto; le lunghe gallerie dicamminamento, con volte “a botte” e “a prova di bomba”; le caponiere (strutture fuoriuscen-ti dalla cinta fortificata, destinate alla difesa del fossato) con le loro postazioni per le mitra-gliatrici; la gabbia di Faraday per la protezione dai fulmini; le riservette munizioni e le piaz-zole degli otto obici puntati verso lo Stretto.

Particolare del collare dell'Annunziata nello stemma del portale d'ingresso

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Si è conclusa la sesta edizione di “EBEC Messina”, la più prestigiosa competizione inge-gneristica europea per studenti di facoltà tecno-scientifiche, organizzata dal networkBEST (Board of European Students of Technology).

Saranno Giovanni D'Italia, Enrico De Marco, Giuliano Di Vita ed Antonio Flaccomio delTeam “Elettromatici” e Salvatore Brosio, Francesco Galati, Francesco Femia ed AntoninoPapa del team “PMC” a rappresentare l'Università degli Studi di Messina, rispettivamente nellecategorie del Team Design e del Case Study, alla finale nazionale (EBEC Italy) che si terrà pro-prio a Messina dal 13 al 16 maggio e che li vedrà opporsi agli studenti del Politecnico di Torino,del Politecnico di Milano, dell'Università degli Studi di Trento, dell'Università di Roma“Sapienza”, dell'Università di Roma “Tor Vergata” e dell'Università degli Studi di Napoli.Sono stati 3 giorni intensi, dal 10 al 12 marzo, in cui i locali dell'ex-Facoltà di Ingegneria hannofatto da teatro alla competizione che ha visto fronteggiarsi a colpi di logica, fantasia e martel-lo ben 15 squadre di 4 elementi ciascuno.Nel Case Study si sono cimentati col problema della riqualificazione dell'area del Pilone. Sirichiedeva infatti di rivalutare la zona con l’obiettivo di incrementarne il flusso turistico, cercan-do di sfruttare al massimo il meraviglioso potenziale paesaggistico. I parametri di valutazione riguardavano l'obbligo di attrattiva turistica, l'obbligo di utilizzo dirisorse ed energie rinnovabili, una pianificazione economica e minimizzazione dei costi, origi-nalità e creatività del piano, presentazione ed esposizione dell’elaborato e l'utilizzo esclusivodei dati forniti dal Comune di Messina, dalla Capitaneria di Porto di Messina e dalla

Otto messinesi accedono alla

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finale nazionale di EBEC 2015Corporazione Piloti Stretto di Messina, che hanno collaborato all'iniziativa. L’obiettivo del Team Design è stata la costruzione di un braccio meccanico comandato idrauli-camente in grado di sollevare un parallelepipedo di legno e trasportarlo all’interno di un reci-piente di dimensioni fissate. Ciascuna squadra partecipante ha dovuto presentare e collauda-re il proprio prototipo di fronte ad una giuria, che ha espresso la propria valutazione tramite unpunteggio, assegnato non solo in base alla qualità del progetto, ma anche in base al temponecessario ad effettuare l’intera manovra per cui costruito.A decretare i vincitori il Prof. Gaetano Bosurgi e la Prof.ssa Carla Faraci del DipartimentoDICIEAMA, il Comandante Letterio Donato della Corporazione Piloti Stretto di Messina, ilComandante Antonino Samiani della Capitaneria di Porto di Messina, l'Ing. Carmelo Sottiledell'Ordine degli Ingegneri di Messina e l'Arch. Vincenzo Miloro, che si son detti piacevolmen-te soddisfatti dall'abilità dei partecipanti e dello spirito dell'iniziativa. Entusiasti anche i 60 stu-denti in gara che hanno dato vita ad un'intensa e sportiva battaglia scientifica.L'evento “EBEC Messina 2015”, organizzato dall'associazione BEST Messina e coordinatodalla Main Organiser Laura D'Amico, è stato reso possibile grazie anche alla stretta collabora-zione dei Dipartimenti DICIEAMA e DIECII dell'Università degli Studi di Messina, dell'AteneoPeloritano, dell'Ordine degli Ingegneri di Messina e dell'Ordine dei Chimici della Provincia diMessina e dei numerosi partner come la RedBull, l'Industria del Legno di Vincenzo Miloro,Federfarma Messina, Gelateria Pasticceria A. Vinci, La Casa della Pizza, il PAM di Sperone,Melaggiusti, Birroteca Mercury e Sikelia.

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L'Autorità Portuale diMessina e Milazzo è inquesti giorni a Miami per

la consueta fiera del crocieri-smo internazionale, vetrinafondamentale per la promozio-ne dei due porti di competenzae dell'offerta turistica del terri-torio.I promoter dell'AP stannoincontrando i rappresentantidelle compagnie ottenendoancora una volta conferme dialto gradimento del porto diMessina e dei suoi servizi, cosìcome della varietà di escursio-ni effettuabili che possono sod-

disfare le diverse esigenze dei passeggeri. Particolare attenzione è dedicata alla presentazio-ne di Milazzo non soltanto come infrastruttura portuale, ma anche come interessante destina-zione escursionistica per i crocieristi delle navi più grandi che scalano Messina. I due porti d'altronde offrono un indubbio posizionamento strategico per gli itinerari delle navisia nel Mediterraneo Orientale che in quello Occidentale e lo Stretto di Messina è già passag-gio obbligato per la maggior parte di esse.Il 2015 si presenta come un anno interessante per il crocierismo a Messina con 138 scali deiprincipali operatori internazionali (MSC, Royal Caribbean, Celebrity Cruises, Holland America,Princess, Cunard, P&O, Pullmantur, Silversea, Thomson, Windstar), mentre il 2016 si arricchi-rà dell'atteso ritorno nel Mediterraneo di Carnival, che ha scelto Il porto peloritano per posizio-nare una decina di scali della nave Carnival Vista (4000 passeggeri).L'Autorità Portuale continua comunque nell'impegno di migliorare l'accoglienza e le infrastrut-ture a servizio di questo importante segmento di traffico e nei prossimi giorni si attende la con-clusione della gara con la quale si affiderà la progettazione del nuovo terminal crociere, allaquale hanno presentato la propria candidatura 30 gruppi di progettisti.

A Miami per la promozione crocieristica dei due porti

L'Autorità Portuale di Messina e Milazzo

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Venerdì 20 marzo alle ore 9:30, si svol-gerà presso l’Hotel Capo Peloro Resort(Torre Faro, ME) un incontro

formativo/informativo organizzato dall’U.O. diRicerca Conisma dell’Università degli Studi diMessina nell’ambito del progetto bandieraRITMARE (la Ricerca ITaliana per il MARE)sotto il patrocinio del CNR, del CONISMA edel Ministero dell’Istruzione, dell’Università edella Ricerca, sul tema “Acquicoltura – Pesceallevato: qualità e sicurezza”. Il tema dell’in-contro è di assoluto interesse per l’alimenta-zione umana in un immediato futuro. I prodot-ti ittici ricoprono un ruolo estremamenteimportante nella nutrizione umana, in quantocostituiscono una valida alternativa a moltialtri alimenti di origine terrestre, possedendoun elevato valore nutrizionale. Il pesce è unalimento prezioso per la sua facile digeribilità,per il notevole contenuto di proteine nobili,minerali, vitamine e, soprattutto, per la partico-lare composizione delle frazione lipidica

(variabile in base alla dieta e alle condizioniambientali). “L'acquicoltura supera l'alleva-mento di animali con 66 milioni di tonnellate dipesce prodotte sui 63 milioni di tonnellate dicarne rossa”. E' quanto afferma l'API(Associazione dei Piscicoltori Italiani diConfagricoltura nel rapporto dell'Hearth PolicyInstitute e da uno studio dell'Organizzazioneper la Cooperazione e lo Sviluppo Economico.L'industria dell'allevamento del pesce è cre-sciuta a livello globale sei volte negli ultimi 20anni. Entro il 2015, con la riduzione progressi-va delle riserve degli stock naturali, secondol'API si consumerà più pesce di allevamentoche pescato.All’incontro parteciperanno docentidell’Ateneo Messinese e di altre UniversitàItaliane e Centri di Ricerca, tra cui il Prof.Silvano Focardi, Ordinario di Ecologia pressol'Università degli Studi di Siena, e laDottoressa Carmela Caroppo responsabileSP6 WP2 del progetto RITMARE.

Progetto Ritmare

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Si dividono in grandi T e piccole t...ovve-ro grandi e piccoli traumi che ledono lapsiche di ciascuno di noi. Ma quando a

doverli affrontare sono i bambini, come è pos-sibile aiutarli? Un evento improvviso oppure una serie diaccadimenti stressanti. Da qui nasce quellasensazione di impotenza che colpisce i gran-

di ma anche i piccoli, indifesi rispetto alleesperienze negative della vita."I bambini sono molto impressionabili - spie-gano gli psicologi - ed il loro livello di espe-rienza non è tale da consentirgli di avere unavisione equilibrata di ciò che sta succeden-do".Importantissime, in questi casi, sono le figure

Quando la ferita dell'anima Traumi infantili

Affrontare i ricordi non elaborati con l'EMDR, metodo psicoterapico strutturat

Le voci di dentroLe voci di dentrodi Maria Cristina Rocchetti

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colpisce i bambini

dei genitori, giacché godono della massima credibilità di fronte ai loro piccoli, ma, a volte, que-sti possono non sapere come fronteggiare le situazioni più delicate.Un valido aiuto arriva dall' EMDR, metodo psicoterapico che facilita il trattamento di psicopa-tologie legate sia ad eventi traumatici che ad esperienze comuni ma emotivamente stressan-ti."Le esperienze negative e traumatiche vissute in età infantile vengono spesso sottovalutatema - avvertono gli esperti - questi diventano una fonte primaria di disagio".L'EMDR, terapia che affronta i ricordi non elaborati, si rivela molto utile nell'aiuto dei più pic-cini, spesso non compresi in quel dolore che può essere provocato da una malattia, una vio-lenza o la perdita di una persona cara. Inoltre, quel senso di protezione assai diffuso nellanostra cultura e che porta i genitori ad allontanare (apparentemente) i figli dalla fonte dellasofferenza , fa sì che loro si sentano inascoltati."Le reazioni sono diverse, a seconda della loro età e dell’importanza emotiva dell’evento,della violenza o della perdita. I bambini hanno difficoltà a verbalizzare le loro emozioni le quali, in genere vengono espres-se attraverso irrequietezza, agitazione, scoppi di rabbia, paura del buio, problemi di sonno,incubi e paura dell’abbandono. Possono anche riferire sintomi fisici come mal di testa o di sto-maco. Quando i bambini scoppiano a piangere o diventano molto tristi apparentemente senzamotivo, allora può voler dire che stanno lottando con il dolore e che hanno bisogno di aiuto".Come supportare, dunque, i nostri figli?"E’ necessario dare messaggi chiari - affermano gli psicologi - trasmettere al bambino le infor-mazioni in modo aperto e sincero, soprattutto riguardo quello che è successo, quello che stasuccedendo e quello che succederà. Le spiegazioni devono tenere conto ovviamente dell’età del bambino. I genitori sono le persone più indicate per informare e preparare il bambino, se questo non èpossibile allora deve farlo una persona che il bambino conosce bene, di cui si fida. Deveesserci il tempo e la tranquillità necessaria per parlare. L’adulto deve ascoltare le domandedel bambino e rispondere con sincerità, accettare e rispettare le emozioni del bambino, e senon ci sono risposte, allora bisogna dirlo al bambino. È importante ricorrere a volte al supporto di uno psicoterapeuta, soprattutto se le persone concui vive il bambino non sono in grado di aiutarlo. L’intervento terapeutico è importante non solo per risolvere il problema emotivo post-trauma-tico ma anche come prevenzione di difficoltà future".

o che facilita il trattamento di diverse psicopatologie

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dietro le quintedietro le quinte

Ormai sta diventando stucchevole, forse addirittura ridicolo, manon possiamo esimerci di settimana in settimana di parlare diScirocco.

Chiaro, per una città normale fermarsi a parlare di un vento sembraidiota, ma Messina è speciale e non solo si ferma a parlarne ma siferma proprio.Se c’è Scirocco è inutile esistere, Messina si ferma rimanendo bloccata nell’impossibilità di esistere efare. La vittima maggiore dello Scirocco rimane il porto di Tremestieri; insabbiato e chiuso dalle sciroccateprima, impossibilitato a ripartire dopo. Infatti, il portentoso Scirocco di questi giorni non solo avrebbereso inutilizzabile l’oscena infrastruttura della zona sud, ma ne ha impedito i lavori di dragaggio dopol’ennesimo insabbiamento.I macchinari sono giunti in città, il lavoro era pronto per essere eseguito ma il forte vento ha bloccatotutto. Nel frattempo, l’aumento della sabbia presente potrebbe allungare i tempi; il teatro dell’assurdocontinua.

Scirocco che sei nei cieli

di Francesco Certo

Sfiduciata ma non spezzata

Maria Teresa Collica, sindacosfiduciato di BarcellonaPozzo di Gotto, non molla un

centimetro ed, a pochi giorni dal votoche ha sancito la fine del suo man-dato nella città del Longano, si ribut-ta nella mischia ufficializzando la suacandidatura alle elezioni che si svol-geranno a fine maggio.L’elezione dell’ormai ex sindacoCollica, nel marzo 2012, aveva stupi-to tutti vista la sua lontananza con lostatus quo vigente a Barcellona P.G.da molti decenni. Terra di conquistaimpossibile per chi cercava di com-battere il grumo di potere che avevaassoggettato la città della zona tirre-nica per anni, con amministrazioni

sempre discusse e del medesimo colore politico.L’amministrazione Collica è stata vista come la scelta di Barcellona di interrompere la strana con-tinuità politica barcellonese, vero e proprio fortino del centro destra e bacino naturale di voti anchenelle campagne nazionali. La candidata del centrosinistra, appoggiata da liste civiche e pocoamata dal PD, aveva rilanciato una politica di partecipazione mai vista a Barcellona. La figura poli-tica della Collica, però, ha traballato sin dall’origine del suo mandato; la sfiducia arrivata in questesettimane è il naturale epilogo di una situazione in bilico dall’inizio, con i partiti di centrodestrafuriosi nel cercare di interrompere il mandato della Collica, ed il PD che, “democristianamente”,cercava la via di mezzo chiedendo l’azzeramento della giunta.La Collica non si spezza, risale sul carro della campagna elettorale convinta che il suo lavoropossa riprendere, accanto a lei c’è anche Renato Accorinti che sin da subito ha trovato affinità trala sua politica e quella di Maria Teresa Collica; presagio di sfiducia alla messinese?

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Nella città del porto continuamente insabbiato,c’è una vicenda che non deve finire neldimenticatoio. La telefonata, ormai arcinota,

del presidente del Consiglio comunale Emilia Barrilealla polizia municipale dopo aver trovato un verbalesulla sua macchina lasciata in sosta in uno stallo perdisabili, non deve essere cancellata dalle nostrememorie.La presenza della trasmissione di Italia 1 “Le Iene”ha portato alla ribalta nazionale la vicenda, maMessina non può indignarsi o svegliarsi solo davan-ti ad una telecamera.Il comportamento della Barrile è censurabile, lo è perl’esordio della sua telefonata quel “sono il presiden-te del consiglio comunale” non lascia dubbi sullavoglia della stessa di mettere la carica davanti allapersona. Un gesto poco elegante e sprezzante, figliosicuramente di un momento di ira dovuto ai prece-denti scontri con il comandante Ferlisi che, però, nongiustificano il comportamento della Barrile.Nessuno vuole ledere l’immagine dell’esponente delPD, contestare una contravvenzione (subito pagatatra l’altro) è una consuetudine italiana; ma la carica

che ricopre la Barrile la dovrebbe porre su un piano diverso. È vero che tutti siamo uguali, ma chi ricopre una carica pubblica dovrebbe avere comportamenti esem-plari, se la multa è stata pagata significa che la Barrile stessa si è resa conto dell’errore commesso(errore non peccato mortale), proprio per questo il dopo diventa gravissimo. Il chiedere chiarimenti, ilvoler sottolineare che solo lei era stata punita, come per vendetta, non sono atti che si confanno a chiricopre cariche pubbliche. La sensazione sgradevole dell’abuso di potere è passata nella mente di tutti; le scuse e le giustifica-zioni spesso non bastano, in alcuni Paesi per molto meno le carriere politiche si sono interrotte.

Non c’è altra spiegazione; Messina (vale sempre il discorso che chi nonè colpevole non debba sentirsi chiamato in causa) ama in manieraviscerale vivere nell’illegalità.

Per anni abbiamo vissuto le lamentele del cittadino medio sui servizi di tra-sporto pubblico; proteste giuste e giustificate da una non organizzazione del-l’azienda trasporti, con migliaia di cittadini costretti a lunghe attese per poi dover trovare una soluzio-ne alternativa. La nuova amministrazione, non parliamo di miracoli o perfezione, ha cambiato questoandazzo; sono arrivati nuovi mezzi buttati subito nella mischia del traffico cittadino e, soprattutto, èaumentato il controllo sugli stessi veicoli.Questo, però, non è andato a genio a qualche bifolco. Si susseguono, infatti, i casi di aggressioniverso i controllori dell’ATM che nel normale esercizio del proprio lavoro vengono assaliti in manierabrutale da chi la civiltà non sa bene cosa sia. Ennesima pagina di inciviltà gratuita, atti che riescono ad abbassare ancora di più il livello sociale diuna città che fatica a crescere e maturare.

Amata illegalità

Multe e telefonate, cosa serve di più

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foto Peppe Saya

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IN“Che bella giornata! Andiamo alle Quattro Strade e mangia-moci un panino da Don Minico”. Quante volte abbiamo pro-nunciato questa frase, e quante altre ancora torneremo a

pronunciarla, perché Don Minico non ci lascerà mai per sempre.Resterà vivo, infatti, nei Messinesi il ricordo di Domenico Mazza,meglio noto come Don Minico, un uomo con un grande assonella manica: l’arte di sapersi inventare il lavoro.La sua storia inizia tanti anni fa, quando poco più che ventenne,avendo già sulle spalle una famiglia da mantenere, comincia alavorare come “garzone di forno” nel villaggio collinare di Gesso.Il suo compito, dopo una lunga nottata di panificazione, era quel-lo di valicare i Colli San Rizzo e portare il pane a Messina.Arrivato al quadrivio delle Quattro Strade, si fermava, spesso,per riposarsi nel luogo in cui adesso sorge il suo locale, e fu quiche conobbe il signor Di Stefano. Quest’ultimo forniva il lievito dibirra al forno di Gesso e per arrotondare vendeva gazzose. Permolti anni Don Minico, di ritorno dalla città, gli portava il ghiaccioper mantenere fredde le sue bibite, fino a quando Di Stefanonon riuscì più a sostenere il peso di due lavori e gli disse “Minicota rigalu a tia sta carrittedda”. Dalla carretta alla baracchetta,Don Minico e il figlio Paolo iniziarono presto a trascorrere interegiornate in quel luogo. La moglie, Donna Razia, faceva arrivareloro una “truscia” con pane, melanzane e pomodori sott’olio,prodotti realizzati da lei in casa. Alle Quattro Strade non si man-giava mai soli, e Don Minico divideva, sempre, il suo pasto conoperai della forestale o cacciatori. Un giorno decise, così, di fareuno scherzo ad un cacciatore inserendo dentro un pezzo dipane un peperoncino intero piccantissimo. Il cacciatore mangiòil panino e con le lacrime agli occhi gli disse “Stu pani è disgra-ziatu comu ‘a ttia!Picchi non ciù vinni ‘ai crisitani?”. È così chenacque la Pagnotta alla Disgraziata e la Casa di Cura di DonMinico che divenne presto per tutti i Messinesi “’U mugghiupostu ‘du munnu”.Don Minico ci ha lasciato venerdì all’età di 94 anni, dopo averfatto della sua “pagnotta” un mito culinario. Ogni volta che ladegusteremo ci ricorderemo di quest’ uomo semplice, entratonell’ “albo” dei grandi personaggi messinesi, e diremo “DonMinico è ca”. Dunque, non Addio ma… Arrivederci Don Minico!

Arrivederci Don Minico!di Alessia Vanaria

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OU

TLa radice del male sta tutta lì, in quella strana legge che

consente all’elettore di entrare in cabina e scegliere divotare un sindaco appartenente al partito (o movimen-

to) X e un consigliere di schieramento opposto.Un’aberrazione inaccettabile da un consesso di personeoneste; perfetta per un popolo come il nostro che sul voto discambio ci ha fondato un Paese. Lo scandalo sui gettoni di presenza in consiglio comunale,male non solo messinese ma italico, nasce sostanzialmenteda questo; da chi questi consigli li forma e li presenzia, figlinostri e delle nostre scelte politiche.I fatti sono discussi e triti, presenze fittizie e convocazioniripetute che rimpinguano le tasche di chi appone una firmae sparisce; il ritornello di non fare tutta l’erba un fascio loconosciamo tutti ma ha stancato già da un pezzo, chi non ècolpevole non si senta chiamato in causa e non si strappi icapelli.Il problema è ben altro; chi ci rappresenta ce lo siamo scel-to noi, nessuno dei 40 consiglieri messinesi ha occupato lepoltrone del consiglio ma è stato regolarmente eletto. Il pro-blema è il metodo; se abbiamo un sindaco come Accorinti,rappresentante di un movimento che è riuscito a portare solo4 consiglieri a casa (diventati 2 dopo la folgorazione dellacoppia Lo Presti – Sturniolo), allora i colpevoli siamo noi. Siachiaro, ognuno è libero di votare come meglio preferisce, mala domanda è spontanea: se la percentuale di voto disgiun-to è così alta il motivo quale può essere? La risposta è assaibanale. Si è dato mandato al candidato di fiducia, quello chese c’è bisogno qualcosa può fare; ma se è questa la menta-lità che ha portato ad eleggere questo o quel consiglierecome possiamo sorprenderci di un caso come quelli dei get-toni di presenza?Il consiglio comunale di Messina non sarà una fabbrica -come ha sottolineato Gino Sturniolo - ma non è neanche unlavoro a tempo indeterminato dove bivaccare da secoli econcludere, sostanzialmente, nulla.

Siamo figli di un voto disgiunto

di Francesco Certo

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Indennizzo per il rischio sismico E´ stata illustrata la campagna informativa per i cittadini e iprofessionisti sulle opportunità concesse dall´ordinanzadel Capo della Protezione Civile (O.C.D.P.C.) n. 171/2014relativamente ai contributi per gli interventi di prevenzionedel rischio sismico nel territorio del Comune di Messina.

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mercoledì 11giovedì 12venerdì 13sabato 14

domenica 15lunedì 16

martedì 17

Marzo 2015

Me4Africa: rientrati i due studentiSono tornati in città, i due studenti di Medicina partiti il 13febbraio scorso per partecipare a Me4Africa, la missioneumanitaria nell’ambito del 4LTrophy che ha lo scopo di por-tare aiuti ai bambini che vivono nei villaggi del desertomarocchino.

Le Iene arrivano in cittàA finire questa volta al centro della nota trasmissione diItalia 1 “Le Iene”, la Presidente del Consiglio comunale,Emilia Barrile, per la vicenda della multa ricevuta per averparcheggiato in uno stallo di sosta per disabili.

I cittadini incontrano le Autorità

Il Comitato per la ricostruzione di Messina ha promosso nelSalone delle Bandiere di Palazzo Zanca un incontro riguar-dante la spinosa problematica della zona Sud, che si è tro-vata a fare i conti con l’acqua per il continuo confluire dellasabbia negli approdi di Tremestieri.

La Santa Sindone esposta a Messina

Nel Nuovo Oratorio della Pace (Chiesa delle Barette) èstata esposta una copia autentica della Santa Sindone. Lavisita al Sacro Telo potrà avvenire sino al 30 aprile 2015 dalunedì a giovedì dalle 9:30 alle 12:30 e da venerdì a dome-nica dalle 17:00 alle 20:00.

Giornate FAI di PrimaveraPresentata la 23esima edizione delle Giornate FAI diPrimavera, che si terranno sabato 21 e domenica 22 dalle9.30 alle 17. Prevista per l’occasione l’apertura del ForteMasotto a Curcuraci, costruita tra il 1884 e il 1888.

Rete natura 2000

La Giunta Accorinti ha dato vita ad eventi e iniziative per lavalorizzazione e la diffusione della conoscenza delle poten-zialità di Rete Natura 2000, il principale strumento per laconservazione della biodiversità, promosso dall'UnioneEuropea.

settegiornisettegiornia cura di Cristina D’Arrigo

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foto Peppe Saya

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Messina - 18 Marzo 2015

Sala Falcone BorsellinoConferenza stampa dell'assessore Ialacqua

“VERDE BENE COMUNE Prima giornata di guerrilla gardeningcomunale”

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Santa Lucia Sopra Contesse: E luce fu!

Non sembrava vero ieri sera agli abitanti di Santa LuciaSopra Contesse poter rivedere illuminate le strade delproprio rione. Per anni l’impianto di pubblica illuminazio-

ne, infatti, è rimasto spento a seguito di ripetuti furti a centralinie lampade operati dai vandali. I consiglieri di II circoscrizione hanno più volte denunciato il sud-detto disservizio, senza ottenere alcun risultato fino alla giorna-ta di ieri. Estremamente soddisfatti i residenti per il felice epilo-

go di una battaglia in corso ormai da anni. Il ritorno della pubblica illuminazione, ha detto ieri sera il sindaco Renato Accorinti, è solo il primopasso verso una riqualificazione più ampia del popoloso villaggio.

II CIRCOSCRIZIONE

Libero Gioveni e Alessandro Cacciotto preoccupatiper il furto di rame a Camaro S. Paolo

Ladri di rame: fra le vittime adesso ancheCamaro S. Paolo! Sembra ormai di esserenelle “sabbie mobili”: si vuole uscire a tutti i

costi, ma è praticamente impossibile! Quale migliore concreto esempio per rendere l´idea della gravitàdella situazione in città per i continui furti di rameche stanno facendo entrare in piena emergenzaparecchie zone in tema di pubblica illuminazione?Si esprimono in questi termini manifestando grandepreoccupazione il consigliere comunale LiberoGioveni e della terza Circoscrizione AlessandroCacciotto, che annoverano fra le zone colpite dai ladri di rame adesso anche il popoloso villaggiodi Camaro S. Paolo. “Tutta la parte alta della principale via Gerobino Pilli, ivi compresa una popolosa strada interna cheva poi a sfociare nel controviale di Camaro - denunciano Gioveni e Cacciotto - è al buio da quasiuna settimana! Avevamo segnalato nei giorni scorsi al Dipartimento competente il disservizio -spiegano i due consiglieri - ma il responso dei tecnici che hanno effettuato subito l´accertamentoè stato chiaro: i ladri hanno colpito ancora! Non si può più andare avanti così, specie perché adessere colpite sono parecchie zone a rischio come può esserlo, appunto, Camaro S. Paolo!Premesso ciò, Gioveni e Cacciotto chiederanno ai tecnici del Dipartimento di conoscere i tempiper ripristino della pubblica illuminazione nella parte alta di Camaro S. Paolo rimasta al buio (colrischio che gli artefici possano proseguire nella loro azione vandalica), e auspicano anche la con-vocazione di un tavolo con la Prefettura per studiare e mettere in campo un piano che fronteggidefinitivamente l´azione balorda dei ladri di rame a garanzia della pubblica sicurezza.

III CIRCOSCRIZIONE

CircoscrizioniCircoscrizionia cura di Alessia Vanaria

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Mario Biancuzzo chiede approvazioneregolamento attività home food

Mario Biancuzzo, consigliere della VI cir-coscrizione, con la seguente nota,chiede al consiglio comunale di istituire

un regolamento che disciplini le attività di homefood. Mi corre l’obbligo comunicare che in numerosecittà d’Italia esiste già questo sistema economi-co regolamentato dai Comuni. Il contenuto del regolamento deve tenere contodi: 1) per lo svolgimento delle attività di home food,i soggetti che desiderano iniziare l’attività,potranno avvalersi della propria organizzazionefamiliare ed utilizzano parte della propria strut-tura abitativa, anche se in affitto o in comodatod’uso, fino ad un massimo di due camere, perespletare il servizio di home food, per un nume-ro massimo di venti coperti al giorno, a prescin-dere dal numero di camere adibite alla sommi-nistrazione.2) Al fine dell’esercizio dell’home food, i localidella struttura abitativa dovranno possedere irequisiti igienico-sanitari per l’uso abitativo pre-visti dalle leggi e dal regolamento vigente delComune di Messina3) L’esercizio delle attività di home food noncostituisce e non necessita alcun cambio didestinazione d’uso della struttura abitativa. 4) Al fine dell’esercizio dell’home food gli inte-ressati sono tenuti a comunicare al Comune diMessina l’inizio dell’attività, unitamente ad unarelazione di asseveramento redatta da un tecni-co abilitato. Non è necessaria l’iscrizione alRegistro esercenti il commercio.5) Il comune destinatario della comunicazionedi cui al sopraccitato comma 4 provvede adeffettuare entro 15 giorni apposito sopralluogoal fine di confermare l’idoneità della strutturaabitativa di cui al comma 1 all’esercizio delleattività di home food.6) Alla attività di home food si applica il regimefiscale previsto dalla normativa vigente per le

attività saltuarie. L’approvazione del suddetto regolamento homefood consentirà di incrementare il lavoro e darela possibilità a numerosi giovani disoccupati diiniziare nuovi progetti. Infatti l’home food tende a creare un circuito vir-tuoso, nel quale antiche ricette, senso dell’ospi-talità, peculiarità del territorio, valorizzazionedel prodotto tipico, si fondono in una propostache caratterizza non solo la città ma anche ipaesi e borghi del territorio. Un modo originaleper poter gustare tutto questo può essere rap-presentato dalla possibilità di recarsi presso leabitazioni di chi, per hobby o per lavoro, inten-de mettere a disposizione la propria arte culina-ria cucinando ed illustrando i piatti proposti,nella loro tradizione e nella loro preparazione. Il contesto nel quale tutto ciò può svolgersi puòvariare dalla semplice casa di campagna allavilla o al palazzo, così come i piatti possonoessere tipici, popolari, borghesi o sperimentali.Quello che è essenziale è il particolare rappor-to turistico, culturale, enogastronomico e socia-le che si instaura attraverso questa particolareattività di riscoperta di tradizioni ormai dimenti-cate o sommerse dalle cucine straniere.L’approvazione di questo regolamento ha loscopo di valorizzare e diffondere l’home food ela cultura del cibo tradizionale.

VI CIRCOSCRIZIONE

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Una battaglia da vincere

“Difendiamo i nostri diritti!”: Questo l’appelloche i consiglieri della III e IV circoscrizione,riuniti in seduta congiunta al Salone delle

Bandiere di Palazzo Zanca per discutere dei tra-sporti cittadini e dell’attraversamento delloStretto, hanno voluto rivolgere a tutti i Messinesi.Le suddette circoscrizioni al pari di tutte le altre,infatti, hanno aderito, subito, all’invito del comita-to “Il ferribotte non si tocca”, derivante dalla deci-sione delle Ferrovie dello Stato di “isolare”, intutto e per tutto, la Sicilia. Lo scorso 14 febbraiotutti i sindacati sono scesi in piazza per dire No aquesto scempio, per difendere una continuità ter-ritoriale che ci spetta di diritto. “Non rivendichia-mo, come ha sottolineato il Presidente della IVcircoscrizione Francesco Palano Quero, “lo sta-tus quo, ma chiediamo che la Sicilia e la Calabriasiano dotati di sistemi di trasporto moderni”. Pertutte queste ragioni, le istituzioni si sono messeoggi al servizio dei cittadini, al fine di assumeredecisioni che possano rappresentare, davvero, il

nostro territorio. Non meno incisivo il messaggio lanciato dalPresidente della III circoscrizione, Natale Cucè,che ha sottolineato come ormai sia arrivato ilmomento di dire basta ad una politica che non siinteressa del Meridione, ma è ora di scendere incampo per difendere ciò che è nostro. Dai gridi di allarme si è passato, poi, alle propo-ste concrete con l’Associazione FerrovieSiciliane, rappresentata da Giovanni Russo.Quest’ultimo ha presentato il proprio progetto cheverte sull’introduzione della Freccia Bianca insostituzione dei treni Intercity oggi a disposizio-ne: con un lieve incremento del costo del bigliet-to, dovuto alla diversa classificazione del treno, siavrebbero standard superiori per l’utenza, non-ché una sostanziale riduzione dei tempi di viag-gio. I tempi di attraversamento dello Stretto, infat-ti, passerebbero dai 115 minuti, impiegati attual-mente, a 55 minuti. Si fornirebbero, inoltre, mag-giori servizi agli utenti, che oggi al di là del posto

Seduta straordinaria congiunta del consiglio della III e IV circoscrizione

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a sedere non possono godere in treno di alcunacomodità. L’utente, chiaramente, non chiedesolo la velocità, come ha precisato SantinoMonforte della Cisl Trasporti, ma anche l’efficien-za del servizio. “Fino a poco tempo fa avevamo20 collegamenti, oggi solo 5. Tutte le possibiliinfrastrutture sono state subordinate alla chime-ra del ponte”. Quando si pensa ai trasporti, inol-tre, non bisogna pensare solo allo spostamentodei passeggeri, ma anche a quello delle merci. Algiorno d’oggi sono solo sette, ha detto Monforte,le corse giornaliere di trasporto merci, e ciò recadanno a tutto il tessuto produttivo siciliano. Nella nostra martoriata terra assistiamo, purtrop-po, ad un’assenza di politica di trasporti che cista portando ad assistere a quello che, il segre-tario provinciale della Fit Cisl di Messina,Manuela Mistretta, ha definito “depotenziamentodella Sicilia”. Non possiamo, stavolta, stare aguardare in silenzio ma dobbiamo difendere inostri diritti e quelli dei lavoratori di Trenitalia. Allabase dello sviluppo di un territorio, come ha dettoDe Domenico, segretario dell’Ordine degliArchitetti, ci sono e devono esserci i trasporti.Non si può rinunciare alla continuità territoriale,alla possibilità di spostarsi da una sponda all’al-tra e, pertanto, l’Ordine in questione è pronto acollaborare con cittadini e circoscrizioni perchéquesto triste scenario non si trasformi in realtà. L’importanza dei trasporti per lo sviluppo di unterritorio è indubbia, ma la nostra Messina sem-bra essere disinteressata alla questione, comese non fosse di sua pertinenza. Pochi, infatti, icittadini presenti oggi in un’assemblea organiz-

zata per ascoltare le loro proposte, comprenderele loro esigenze. La città, come ha messo in evi-denza l’Ingegnere Capo del Genio Civile,Leonardo Santoro, non può e non deve stare aguardare ma deve proporre soluzioni che dianosviluppo alla mobilità territoriale, perché se nonsarà così la battaglia ferroviaria sarà dura da vin-cere. Una battaglia che sembrava profilarsi già intempi lontani, nel 1995, come ha detto il Direttoredella Confesercenti di Messina, GiovanniCalabrò, quando si parlava già di dismissionedella Sicilia. L’obiettivo, adesso, sta per essereraggiunto. Non sappiamo se responsabile del disinteressepolitico per i trasporti sia stato o meno il progettodel ponte, che avrebbe frenato la nascita dinuove infrastrutture, ma conosciamo solo la tri-ste situazione in cui ci troviamo a vivere. Tutti noicittadini, come ha dichiarato Mariano Massarodel sindacato OrSa, siamo chiamati a risponderealla decisione delle Ferrovie di Stato di estromet-tere la Sicilia dal resto dell’Italia. Siamo chiamatia prendere parte ad una battaglia, che va con-dotta senza colore o bandiera politica, ma solonell’interesse del nostro territorio. Scendiamo inpiazza, partecipiamo tutti alla prossima manife-stazione che si terrà giorno 25 Marzo.Cerchiamo di cambiare, adesso, il futuro, perquanto esso sembri essere già scritto, e nonlamentiamoci, poi, quando le cose accadono.Cerchiamo di difendere, oggi ciò che è nostro,perché domani potrebbe essere troppo tardi.

Alessia Vanaria

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Si è tenuto nel Salonedelle Bandiere diPalazzo Zanca un

incontro promosso dalComitato per la ricostruzionedi Messina, riguardante l’an-nosa e spinosa problematicadella zona Sud, che, in parti-colare quest’anno, si è trova-ta l’acqua dentro le attivitàcommerciali e le abitazioni,per il continuo confluire dellasabbia li dove invece nondovrebbe stare, ovvero negliapprodi di Tremestieri. Tantigli interventi degli abitantidella zona in attesa dell’arrivodell’Assessore regionale,Croce. Da tutti questi inter-venti, traspare l’assurdità nondi realizzare, ma solo pensa-re, a qualcosa anche solo disimile ad un porto in quellazona piena di correnti.L’assessore Croce, precisache da subito dopo il suoinsediamento si è interessatoal problema, facendo arrivarefondi e collaborando conl’Autorità Portuale per lo spo-stamento della sabbia, dalporto alla zona Sud. Precisa,però, che poi dev’essere

l’Amministrazione comunalea dare di volta in volta l’indi-rizzo su dove spostare lasabbia prelevata dal dragag-gio degli approdi e, se ladestinazione non è mai lastessa, per l’Ente statale èmolto difficile operare.Interviene all’incontro, anchel’ing. Di Sarcina, direttoregenerale dell’AutoritàPortuale, che volendosidiscolpare, sostiene:L’Autorità portuale ha rilevatoquesti approdi, già realizzati,solo nel 2007 ed anzi si è tro-vata a fronteggiarne le variedifficoltà. Alla domanda, poi,se non fosse giusto chedovesse pagare chi ha datol’avvio e fatto realizzare que-sto progetto che lui stessodefinisce “criminale” e che sipoteva evitare tramite l’impie-go di bretelle autostradali, DiSarcina risponde ho già pre-sentato gli atti a chi di compe-tenza. Penso, però, chequando sarà realizzato il veroporto, l’ingresso della sabbiasarà definitivamente bloccatoe la situazione potrà andare amigliorare.

cittàcittà

Riproposta l’annosa questionedel porto di Tremestieri

a cura di Marilena Faranda Riviera sud

Rete Natura 2000 e' lostrumento per laconservazione della

biodiversità dell'UnioneEuropea, una rete ecologi-ca, che garantisce il man-tenimento degli habitatnaturali e delle specie diflora o fauna rari o minac-ciati. “La Giunta Accorinti –evidenzia l'Assessore DeCola - nella consapevolez-za che le Aree della ReteNatura 2000 non sono unvincolo ma una opportuni-tà, attraverso gliAssessorati all’Ambiente,all’Urbanistica ed allaPubblica Istruzione, hadato vita ad eventi, iniziati-

ve, azioni pro-attive per lavalorizzazionee la diffusionedi Rete Natura2000, per losviluppo del

nuovo Piano Regolatoredella città”. La Rete ècostituita dai Siti diInteresse Comunitario,identificati dagli StatiMembri, che sono desi-gnati quali Zone Speciali diConservazione, e com-prende le Zone diProtezione Speciale aisensi della Direttiva2009/147/CE “Uccelli”,sulla conservazione degliuccelli selvatici. AMessina, è attivo il proget-to Life Mipp, con il quale iricercatori coinvolgono icittadini nella salvaguardiadella natura.

Ambiente

Rete Natura 2000

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Finalmente dopo anniriusciremo ad aprireForte Masotto a

Curcuraci, spiega il capodelegazione Fai di Messina,Giulia Miloro, presentando la23esima edizione delleGiornate FAI di Primavera,che si terranno sabato 21 edomenica 22 dalle 9.30 alle17. Ci sarà qualche difficoltànei parcheggi ma, grazieall’ATM, avremo un serviziodi bus navetta che partiràdall’Annunziata. Ringrazio,anche gli Assessori Ialacquae Cacciola che ci hanno colla-borato per la realizzazione.L’ATM ha già collaborato allasettimana FAI dell’anno scor-so, spiega il commissario

dell'Atm, Dimenico Manna, equest’anno, parteciperemocon un bus navetta ed unbus, nella giornata di domeni-ca. Gli orari di partenzasaranno: 9.30, 10.30, 11.30,13.30; quelli di ritorno: 10.30,12.30, 14.30, 17. Vi sarà unbiglietto unico di € 1.70, chevale anche per il ritorno. Noiparteciperemo con l’iniziativa“Messina Verde Bene comu-ne”, dove ognuno adotterà unarea verde, spiega l’assesso-re Ialacqua iscritto al FAI.

Palacultura

Donazione Fondo Capria

Venerdì 20, alle ore 11, neilocali dell'Archivio Storicodel Palazzo della Cultura,

si procederà alla formalizzazio-ne della donazione di 200 volumid'arte, che completano il “FondoCapria” composto da circa 3300volumi, in corso di inventariazio-ne e catalogazione all'ArchivioStorico comunale. Invitate lamoglie e le figlie di NicolaCapria.

Palazzo Zanca

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Dichiarazione di Accorintisul caso Collica

Forte Masotto un’opera da valorizzare

Il lupo perde il pelo, ma nonil vizio, afferma ilConsigliere Zuccarello,

parlando delle presunteassunzioni nascosteall’AMAM. QuestaAmministrazione, infatti, è uncopia incolla del passato-incalza il Consigliere- perquesto mi sono dedicato adanalizzare tutte le partecipateapprodando, ora, all’AMAM.Quest’ultima, infatti, conside-rata la società più floridasembra essere ricovero pertanti senza lavoro. Tutto èpartito da un ricorso dell’Avv.

Arena, sull’assunzione illecitadi due tecnici Lo Surdo eLamberto, con un bandosenza alcuna pubblicità esenza aspettare il termine di30 gg. dalla pubblicazionebando. Abbiamo presentatoun esposto in procura, conti-nua la Consigliera Sindoni, èstato difficile compiere questopasso.

Amam

Presunte assunzioni nascoste

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Giornate Fai

Dopo la sfidu-cia alSindaco di

Barcellona Collica,il sindaco Accorinticommenta così,una simile richiesta nei suoi con-fronti. Per quanto mi riguarda,dice, io sono sereno sto andandoavanti e come al solito sempredella stessa filosofia “a comeveni si cunta”. Do il meglio di mestesso, poi per qualunque tipo diazione, ognuno deve passarsi lamano sulla coscienza e se sivuole a tavolino giocare conquello che è un rinnovamentostraordinario che stiamo facen-do, se ne sono accorti non solo inItalia, ma anche oltre. Qua forsese n’è accorto qualcuno in meno,però non temo.

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ProvinciaProvinciaa cura di Marilena Faranda

Sembrava che a Barcellona l’aria stessecambiando a dimostrarlo l’elezione aSindaco di Maria Teresa Collica. In realtà

come diremmo dalle nostre parti "cu nascetunnu non po’ moriri quatratu" e cosi dopo quasitre anni, si è posto definitivamente fine al percor-so di cambiamento, con una votazione di sfidu-cia al Sindaco, ieri notte verso l’una con: 21favorevoli , 7 astenuti e 2 contrari. Ai 12 esponenti del centro-destra, infatti, si sonouniti anche i 9 di Pd, Udc, Dr, che avevano chie-sto l’azzeramento della Giunta, in favore di unaGiunta tecnica. La Collica ha deciso, invece, di sacrificare sestessa, per salvaguardare la sua squadra. I Consiglieri dal canto loro, si sono “disarcive-scovicostantinopolizzati” per “disarcivescovico-stantinopilizzare” lei. E adesso a Barcellona si torna al voto. Abbiamo chiesto al sindaco di MessinaAccorinti come vede questo stop al cambia-mento a Barcellona e se teme che lo stessostop possa essere messo qui a Messina. Ho chiamato la Collica al telefono, ha detto

Accorinti, lei è una bravissima persona, una per-

sona, pulita serena, limpida. Politicamente io

sono vicino a lei, ma nel senso più nobile della

parola, non ci sono i partiti in mezzo, ma ci sono

le politiche fatte per la città. Lei ha rinnovato ed

era in un cammino totale di cambiamento in una

città che sappiamo quello che ha vissuto in tutti

questi anni. Perciò le ho detto di non mollare, di

non aver paura e che deve ripresentarsi e ci

sarà tutto il mio appoggio personale e politico. Di

ripresentarsi e di avere più voti di prima e di but-

tar via quella vecchia politica che ci ha massa-

crato.

Solidarità di Accorinti alla CollicaSfiducia del sindaco di Barcellona

Accorinti:“Le ho detto di non mollare,di non aver paura e che deveripresentarsi e ci sarà tutto ilmio appoggio personale epolitico

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Commento amareggiato dell’ex. Sindaco CollicaCrollo ma non mollo: alle prossime elezioni ci riprova

Di seguito un breve messaggio che sintetizza il mio stato d'animo in questo momento.Il proget-

to di Voltiamo pagina è un progetto ambizioso. è un progetto che ci ha portati a costruire un

programma e ad affrontare una bellissima ed intensa campagna elettorale nel 2012. è un pro-

getto che ha unito tantissime persone, anche di provenienza politica diversa, nell'intento di

costruire, insieme, un modo nuovo di concepire la politica. è un progetto che si è concretizza-

to in azione di governo con la mia elezione a sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto. Non è stato

semplice applicare quanto avevamo elaborato nel nostro programma elettorale, ma molti passi

sono stati fatti e, oggi, sono state poste tutte le premesse per poter continuare nella costruzio-

ne di una città e di una amministrazione che sia davvero di tutti. Questo progetto ha subito una

battuta d'arresto con la sfiducia votata in Consiglio comunale. Si è voluta interrompere un'azio-

ne di governo che ha consentito in questi due anni e mezzo di fare alcuni passi importanti per

questa città. Ma non si è interrotto il percorso che ci ha guidati fin qui, anzi, la votazione del-

l'altra sera mi spinge a lavorare ancora con più forza per la città e con la città. Non sono al

momento il sindaco, ma mi sento di dire a tutti coloro che mi hanno votata nel maggio 2012

che il mio impegno è rimasto immutato. Spiace vedere come, per basse logiche della politica

vecchia si sia arrivati a bloccare un'amministrazione in un momento assai delicato. Chi ne farà

le spese, al netto del facile populismo, saranno in primo luogo i cittadini. Vorrei ringraziare

quanti mi hanno dimostrato la propria vicinanza e il proprio affetto in queste ore, la mia Giunta

per il lavoro importante svolto in questi anni e i Consiglieri comunali che non hanno votato la

sfiducia, soprattutto coloro che hanno votato non seguendo diktat esterni, ma solo i propri con-

vincimenti , comprendendo la necessità di non interrompere a metà un percorso amministrati-

vo che non ha avuto il tempo di svilupparsi a pieno.Senza presunzione, ma con tanta forza e

voglia di fare penso che indietro non si torna, questa città ha bisogno dell'impegno di tutti per

migliorare.

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Io amo la Sicilia e voto Montalbano Elicona

Il Borgo dei Borghi

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Dopo la vittoria contro Cefalù,Montalbano Elicona concorre oraper ottenere il riconoscimento

finale di “Borgo dei Borghi”. Il piccolocomune messinese che, durante la tra-smissione televisiva “Alle falde delKilimangiaro” in onda su Rai 3, ha giàottenuto un grande successo, necessitaancora di ulteriori consensi.Montalbano Elicona dunque dovrà otte-nere una valanga di voti per diventare ilBorgo più bello d’Italia. Una grandeoccasione per rilanciare il turismo nonsolo nel suo bellssimo centro medievale,ma in tutto il territorio messinese.

Come fare per far vincere Messina, laSicilia e Montalbano Elicona?Facilissimo, sarà necessario collegarsi alsito www.kilimangiaro.rai.it, registrarsi ecliccare “Vota” sul pulsante sotto l’imma-gine di Montalbano. Il voto verrà registra-to e sarà possibile votare nuovamenteuna volta ogni 24 ore, fino al 22 marzo2015.

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SicilaSicilaa cura di Dario Buonfiglio

Da Padova a Palermo con un obiet-tivo: promuovere e premiare l'inno-vazione made in Italy. L'ambiziosa

mission è affidata al tour nazionale del 9°Premio Best Practices per l'Innovazione,iniziativa ideata dal Gruppo ServiziInnovativi e Tecnologici di ConfindustriaSalerno e rivolta ad aziende con progettiinnovativi e startup. La seconda tappa dell'evento itinerante siè tenuta a Palermo nella sede diConfindustria Sicilia, alla presenza di illu-stri esponenti dell'associazione degli indu-striali e di imprenditori. Inoltre, all'incontrohanno preso parte i referenti delle "casehistory" siciliane. Tra questi, RossellaCorrao, vincitrice 2014 della sezione"Upstart" con Sbskin srl, e ClaudioAnastasio di InPoste.it, terzo classificatoal premio BP. Entrambi sono stati ancheprotagonisti della missione in SiliconValley organizzata con Baia, BusinessAssociation Italy America.

Testimonianze di successo, che dimostra-no come l'attuazione di un'idea vincentenon sia la prerogativa soltanto di realtà delNord Italia o di Paesi esteri."In questi nove anni, grazie al Premio BestPractices, siamo riusciti a raccontarel'Italia che non si arrende, che decide disviluppare prodotti o processi innovativi -spiega Giuseppe De Nicola, organizzatoredel Premio e presidente GRUPPO SITConfindustria Salerno - In occasione del-l'evento siciliano, e lo dico con un pizzicodi orgoglio, abbiamo presentato le realtàdi successo del territorio. Ma il nostroobiettivo non è stato ancora raggiunto:invito tutte le aziende siciliane con proget-ti innovativi a iscriversi al premio ed entra-re così nel nostro ecosistema virtuoso. Leiscrizioni all'edizione 2015 del premio sichiuderanno il prossimo 18 aprile.E' possibile prenotarsi sul sitowww.premiobestpractices.it."

Best practices, il tour italiano dell'innovazione

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Ass. Reg. Lo Bello:

“Formazione professionale e oggi avvio del dialogo diretto

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e occupazione, o con l' U.E.”

L'Occupazione è il tema di un incontroche si è svolto oggi a Bruxelles presso ilComitato Economico Europeo di Rue

Belliard, a cui ha preso parte l'AssessoreRegionale all'Istruzione e Formazione e VicePresidente della Regione Mariella Lo Bello ,ilCapo di Gabinetto Vicario Loredana Lauretta,il Capo della segreteria particolare On.Mariagrazia Brandara e il Direttore dell'UfficioSicilia a Bruxelles Maria Cristina Stimolo. Numerosi e qualificati gli interventi moderatida Antonello Pezzini Questore del CESE eConsulente del governatore Crocetta. I lavori hanno registrato i contributi di CinziaMasina Dirigente Generale Occupazione , JonParker Dirigente Generale Ambiente,RenzoTomellini Dirigente Generale Ricerca eOccupazione, Samuele Furfari DirigenteGenerale Energia, Diego Canga FanoDirigente Generale Agricoltura e svilupporurale, tutti della Commissione Europea,Gianfranco Dell' Alba Direttore DelegazioneConfindustria presso l' U.E., TommasoGrimaldi di European Vocational TrainingAssociation, che attraverso circostanziaterelazioni, hanno evidenziato gli strumenti e leprocedure offerti dall'Europa per lo sviluppo dipolitiche sulla formazione professionale e l'oc-cupazione. “Abbiamo parlato direttamente con i rappre-sentanti dell' Unione Europea, ha affermatol'Assessore Regionale Lo Bello. E' stato unmomento di confronto - ha detto- ma anche diacquisizione di dati e informazioni che ci per-metteranno di stilare una tabella di marcia,finalizzata al recupero e al rilancio del settoredella Formazione che deve diventare attivitàpropedeutica a nuove forme di occupazione.E' una innovazione che, avviando il dialogodiretto e concertato - conclude l'AssessoreRegionale all'Istruzione e Formazione - ci per-metterà di accorciare i tempi e superare age-volmente eventuali difficoltà di natura burocra-tico - amministrativa , possano presentarsidurante il percorso.”

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La fine del matrimonio fraCrocetta e l’ex assessoreNicolò Marino, prima

icona antimafia chiamata atestimoniare l’impegno prossi-mo venturo dell’appena inse-diato Presidenza dellaRegione. Durante l’audizione davantialla commissione parlamenta-re nazionale competente suirifiuti, avvenuta il 23 febbraioscorso, ma pubblicata solooggi, il magistrato è statodurissimo, dipingendoCrocetta come il capo di unaArmata Brancaleone allosbando: ”I controlli dell’Arpa (Agenzia

regionale per l’Ambiente) in Sicilia venivano fatti da un funziona-rio, “una persona per bene delle Istituzioni, ma che aveva avutodue ictus”. “Quando lo conobbi – dice l’ex pm – chiamai Crocettae gli dissi allarmato: ‘Rosario la giunta ride’. Mi rispose che lamoglie era brava, e che dovevamo contattare lei per farlo ragio-nare. Non voglio segretare perché l’ho anche scritto”. “Questa è la Regione siciliana – rincara la dose – ed è una delletantissime cose che dovevamo fronteggiare. L’ho detto anche alreferente in Sicilia di Renzi, l’onorevole Faraone, poco prima diandare via: ‘se gli lasciate ancora nelle mani la Sicilia, finirà perdistruggerla’. E tanto per non lasciare dubbi sulla consapevolezza delle sueparole, al componente della Commissione che gli chiedeva se sirendesse conto della gravità delle sue affermazioni aveva rispo-sto: “Io sono andato via per questo” – aggiungendo – . “Nel set-tore dei rifiuti la migliore squadra avrebbe avuto grandi difficoltàa riprendere in mano questa situazione. Nel momento in cui la gestione diventa approssimativa diventaimpossibile recuperare".. il danno è già fatto.

L'ex assessore Marino spara a zero su Crocetta

“Se gli lasciateancora nellemani la Sicilia,finirà perdistruggerla”

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Nelle tue sculture fai intervenire un conti-nuo gioco di emotività e di forme. Qual è laspinta dinamica?Per me è stato sempre l’amore, i colori, l’az-

zurro, il rosso sono la forza scatenante che

derivano dall’amore sempre in senso generi-

co.

Quale pietre utilizzi per realizzare una scul-tura e quale le condizioni reali per crearla?Le pietre spesso ce li ritroviamo nei simposi,

non siamo noi a sceglierle. La pietra di Patti, è

durissima da lavorare, ho realizzato molti

lavori con la pietra sabucina e con la pietra

lavica mentre la pietra dei Nebrodi, è piccola,

dolce e compatta, il marmo è un caso a sé

perché lo devi lavorare con molta delicatezza.

Nel realizzare un lavoro, avendo l’idea parto

con il progetto, se invece questo è a tema, mi

organizzo iniziando dal bozzetto plastico per

poi arrivare alla scultura finale senza alcun

condizionamento.

Sei un artista che agisce e si pone in rela-zione con tutti i materiali che la realtàoffre?Si, le bende gessate sono state il mio passag-

gio dalla pittura alla scultura, ho sperimentato

le reticelle metalliche, sono passata dalla

creta al cemento, ed infine alla cera per poi

arrivare alle microfusioni in argento.

Pensi che la scultura ha da essere italia-na?

La favola del mare di Maria Rando

Galleria d’arteGalleria d’artedi Vittoria Arena

Nota bibliograficadi Maria Rando

Maria Rando, versatile artista è unadelle migliori pittrici, come è noto.Ma è anche un caso molto partico-lare, la pittura con la sua astrazio-ne fa parte della sua psicologia. Ilpiano dell’opera della Rando divie-ne il piano della totale libertà diespressione e del gesto, dove l’arti-sta estrinseca la propria valenza.La pittrice è sempre alla ricercacostante di simboli quali terra-acqua e di miti significativi ad evo-care un passato sempre vivo nellamemoria. L’aspetto scultoreo equello pittorico nascono dall’unionedell’elemento teorico-estetico conquello funzionale e d’uso, fonden-dosi in un unico umore vitale chedal sangue ha la brillantezza, ilcolore, la vorticosa densità.L’alchimia di immagini risponde adun astratto fluido incalzante, è l’in-dicibile bellezza per eccellenza, ebisogna offrirla alla luce del dinami-smo e del sottovoce.

Intervista

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foto di Antonio De Felice

No, ho sempre ammirato i grandi della scultura italiana, Michelangelo, Canova, non meno

quelli contemporanei, i fratelli Arnaldo e Giò Pomodoro, signori della scultura che li ho visti

realizzare opere dal vivo.

L’antico legame con Faro, con la sua natura, impresso nella mente e nel cuore?Sono nata qui a Faro, questi colori mi legano a questo villaggio e alla sua terra, l’azzurro

cielo, il blu delle mareggiate, anche la mitologia inerente allo Stretto di Messina.

Un talk show che ti ha divertita tanto?Mi piace più guardare in tv dei film, ho apprezzato la scenografia del festival di Sanremo,

adoro le scenografie teatrali.

Ti ritieni una persona irriverente?No, non credo di esserla.

La gente oggi è meno educata, meno ricca ed è sempre di fretta ,non osserva il con-creto che pensi?Osservo la gente quando cammino per strada, sbraita pronta per insultare, non esiste più

il rispetto per l’età, si vedono i segni da come trattiamo la Terra.

Una cosa bella nell’essere di te?Disponibile verso gli altri, con l’età passa l’egocentrismo, non si pensa all’essere ‘io’.

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Tanta emozione nel Nuovo Oratorio della Pace (Chiesa delle Barette) per l’esposizione diuna copia autentica della Santa Sindone. In occasione dei riti della Settimana Santa, laConfraternita del SS. Crocifisso, organizzatrice della processione delle Barette, ha fatto

richiesta a Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino e Custode Pontificio della S. Sindone,accompagnata con una lettera dell’Arcivescovo di Messina, Mons. Calogero La Piana, di unacopia conforme del telo sindonico per poterla offrire alla devozione dei tanti fedeli messinesiche non potranno recarsi a Torino, nell’imminente ostensione della Sindone che si terrà dal 19aprile al 24 giugno 2015. Una perfetta copia quella presente a Messina, realizzata non in pittura ma con le più avanza-te tecniche di stampa del XXI secolo. La Sindone ricordiamo è un lenzuolo di lino conservatonel Duomo di Torino dalle dimensioni di circa m. 4,41x1.13 contenente l’immagine di un uomomorto in seguito ad una serie di torture compatibili con quelle descritte nella passione di Gesù.Secondo la tradizione cristiana si tratta del lenzuolo citato nei Vangeli che servì per avvolgereil corpo di Gesù nel sepolcro. Poter venerare l’immagine di Gesù impressa nella Sindone ha creato nel corso della serata un

CulturaCultura

Una copia della Santa Sin Sarà visibile ai fedeli fino al 30 aprile 2015

foto Antonio De Felice

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momento di unione profonda continuata con la celebrazione eucaristica presieduta da Mons.Mario Di Pietro ed animata dai canti liturgici della Corale S. Maria dei Miracoli. “Un vero dono per noi questa sera, per la città - ha ricordato nel corso dell’omelia Mons. MarioDi Pietro – per quanti venerano l’immagine del mistero del Cristo Signore. L’immagine di Dioche è stata impressa in noi dal giorno del battesimo. Questo è un impegno a vivere e riprodur-re nella nostra vita i suoi lineamenti”. E’ stata inaugurata con l’occasione, sempre all’interno della Chiesa, la “Mostra del Museo dellaSindone di Torino”. Un percorso attraverso vari cartelli per conoscere meglio i dettagli del SacroTelo, la formazione dell’immagine, il tessuto, la datazione, la storia documentata e gli interven-ti di restauro che si sono effettuati nel tempo.La visita alla Sindone potrà avvenire sino al 30 aprile 2015, da lunedì a giovedì dalle 9:30 alle12:30 e da venerdì a domenica dalle 17:00 alle 20:00. Per gruppi, scuole e associazioni le visite potranno essere svolte in altri orari preventivamen-te concordati.

ndone esposta a Messina

Cristina D’Arrigo

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Ha preso il via sabato la seconda edizio-ne del’ “Agon Zanklaios”, CertamenGraecum Messanense, organizzato

dal Liceo classico “La Farina”. “Un momentoimportante non solo per il nostro liceo” hadetto la Preside Giuseppa Prestipino, “maanche per tutta la città. Stiamo facendo di tuttoper mantenere viva la fiaccola della culturaclassica”. A mantenere in vita questo “fuoco”eterno ha contribuito, egregiamente, sabatopomeriggio il prof. Giulio Guidorizzi, docenteordinario di Letteratura greca dell’Università diTorino, che ha tenuto, nel Salone degliSpecchi della Provincia Regionale di Messina,una Lectio magistralis dal titolo “Ifigenia inAulide: la tragicommedia del potere”. Il prof. Guidorizzi, prima di iniziare la suariflessione sull’Ifigenia in Aulide di Euripide dalui tradotta per il prossimo ciclo di rappresen-tazioni classiche al Teatro greco di Siracusa,

ha tenuto a sottolineare, in un mondo in cui siè costretti a farlo per le numerose criticherivolte continuamente a questo tipo di studi,l’importanza del liceo classico. Abbiamo il pri-vilegio, infatti, di avere alle spalle un passatomillenario che siamo stati capaci di salvaredall’oblio del tempo e trasmettere ai posteri.Nel mondo globalizzato è fondamentale, a dif-ferenza di quanto stoltamente si possa pensa-re, avere una formazione quanto mai comple-ta. Non si può, dunque, non parlare del liceoclassico come di un “patrimonio dell’umanità”. Un patrimonio di conoscenze che continua,nonostante i secoli intercorsi, a stupirci,offrendo di sé, molteplici e diverse interpreta-zioni. Ci sentiamo così come davanti ad untesto da tradurre, che in quanto tale ci imponeuna rilettura e una riscrittura continua, perchénulla può essere dato per certo o può essereconsiderato estremamente corretto. Tradurre,

La tragicommedia del potereLectio magistralis del Prof. Giulio Guidorizzi nel Salone degli Specchi della Provincia

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poi, una tragedia come l’Ifigenia in Aulide nonè sicuramente, come ha precisato il prof.Guidorizzi, un’impresa facile, poiché si trattadi un testo molto particolare. Per quanto sap-piamo, infatti, la tragedia fu messa in scenada Euripide il giovane, figlio, probabilmente,del grande tragediografo, e se ci si accosta atradurla ci si rende conto dei notevoli rimaneg-giamenti subiti dal testo. Unico, ad esempio, èil prologo che si distingue dagli altri euripideiin quanto è l’unico dialogico ed è caratterizza-to, inoltre, da una straordinaria “genialità” tea-trale. La tragedia, a livello tematico, ha una suastraordinaria coerenza. La violenza, infatti, è iltema centrale del dramma, che ruota intornoal sacrificio umano della giovane Ifigenia. Nonè la prima volta che Euripide affronta taletematica, ma in tutte le altre tragedie sacrificirituali sono voluti dagli dei. Nell’Ifigenia inAulide ciò non accade: gli dei sono completa-mente assenti, tutto è legato alla “pazzia”umana. Quest’ultima è incarnata al meglio daitre personaggi maschili protagonisti della tra-gedia: Agamennone, Menelao e Achille.Agamennone, padre di Ifigenia, agisce spintosolo dalla sua sete di potere. È “machiavelli-camente” proteso alla difesa e alla conserva-zione di esso. Euripide sembra studiare qui,come ha messo in evidenza il prof. Guidorizzi,“i meccanismi di potere della massa”.Personaggio rumoroso, di sottofondo, infatti, èl’esercito che sta a guardare quanto accade,come se stesse assistendo ad uno spettacolo,ma condiziona molto, al contempo, l’agire diAgamennone e degli altri “eroi”. Menelao,invece, appare grottesco, degno fratello diAgamennone ma più logico nelle sue azioni. Ilsuo unico fine è quello di ripristinare l’onorefamiliare. Il meno eroico, il più ridicolo dei treè Achille, che si comporta come un miles glo-riosus, più adatto, sicuramente, ad una com-media che ad una tragedia. Nell’ultima scena,ad esempio, Achille inizia a spargere libagioniattorno all’altare, diventando un “meccani-

smo” del sacrificio.Guardando a questi personaggi maschilisorge, spontaneo, un interrogativo: Dovesono gli eroi? Che fine hanno fatto i grandieroi omerici? Agamennone, Menelao edAchille sono qui solo dei “burattini”, animati dauna sete di potere che li rende deplorevoli agliocchi degli spettatori. Ritratti positivi vengono tratteggiati, invece,dei personaggi femminili della tragedia:Clitennestra e Ifigenia. Clitennestra è unadonna buona, messa davanti a una vera epropria “tragedia” familiare. Alla fine dellavicenda prova odio per il marito Agamennone,un sentimento umano che la distingue dai“vuoti” personaggi maschili. Ifigenia è prota-gonista e non, eroina e vittima, una donna“duplice” che sceglie alla fine, cambiandorepentinamente idea, di immolarsi. Il prof.Guidorizzi ha cercato di comprendere il per-ché di questo cambio d’opinione della giova-ne, che è, senza dubbio, un utile espedienteteatrale. L’autore, giunto alla fine della storia,si trova davanti a un bivio e sceglie la via del-l’inatteso, sorprendendo il pubblico. Una rilettura straordinaria che aiuta ad entra-re attraverso “Ifigenia in Aulide” in un mondopoco didascalico come quello di Euripide. Allafine della vicenda Ifigenia è risparmiata, glialtri personaggi trionfanti partono alla volta diTroia. La tragedia arriva al livello di massimatensione, e poi si dissolve come una bolla disapone, risolvendosi in una sorta di tragicom-media, paragonabile ad un incubo. Se si riflet-te, infatti, non è successo nulla, ma tutta latrama è servita solo a smascherare i perso-naggi. Euripide vuole mettere in evidenza qui,come in altre tragedie, come sia incontrollabi-le la natura delle emozioni. I personaggi sonomessi alla prova sulla scena e resta nellospettatore una sensazione di “non finito”. Lastoria finisce e non finisce, per dirlaall’Euripide “così si svolsero queste vicende”.

Alessia Vanaria

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Dopo un viaggio dalla Colombia a Palermo lungo sette giorni

Opere di Botero a Palazzo Reale

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Sono state aperte nelle Sale Duca diMontalto di Palazzo Reale a Palermo lecasse contenenti i 27 dipinti e i 17 dise-

gni del celebre artista colombiano FernandoBotero per l’allestimento della mostra “VIACRUCIS la pasión de Cristo”, che sarà inau-gurata a Palermo il prossimo venerdì 20marzo alle ore 18 e resterà in programma finoal 21 giugno. Alle 10.54 è stata sconfezionata la primaopera “Flagelacion de Cristo” (olio su tela2010).All’apertura delle casse erano presenti i

responsabili per la Fondazione Federico II edel Museo de Antioquia di Medellin. “Le opere- afferma Carolina Chacon, commissario delmuseo colombiano - sono partite una settima-na fa da Medellin e trasportate in aereo,facendo scalo a Bogotà, Lussemburgo eMilano Malpensa. Da qui via terra verso ilporto di Genova, dove sono state imbarcatesulla nave per Palermo. Stamane abbiamocontrollato meticolosamente, secondo quantoprevisto dal protocollo del Museo, che leopere si trovano nello stesso stato in cui si tro-vavano prima della partenza”.

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La Biblioteca Regionale Universitaria "Giacomo Longo" di Messina in collaborazione conL'Associazione Culturale La Contea e con l'Associazione Iggdrasill organizza unamostra Tolkieniana in città,

dedicata alle opere e agli oggetti da collezione di J.R.R. Tolkien. L'inaugurazione della mostrasi terrà il 18 marzo 2015 alle ore 15:30 presso la sede della Biblioteca, Via I Settembre 117Messina Le opere rimarranno esposte fino al 24 marzo 2015.L' ingresso e' libero

“Frammenti di Gondolin”Le mostre di Eriador

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Mostra e dell'asta di beneficenzadelle uova di struzzo dipinteche si terrà sabato 21 Marzo

2015 ore 10.00 presso il Monte di Pietàdi Via XXIV Maggio. L'iniziativa è delKiwanis Messina e dell'IstitutoSuperiore di Arte E.Basile, con la parte-cipazione straordinaria del pittore Togoe l'intervento della prof.ssa L.Di PaolaLo Castro dell'Università di Messina.Il ricavato sarà devolutoall'Associazione " Il Bucaneve" di CarlaFortino.

Uova di struzzo dipinte

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MusicaMusica

Se ci sforzassimo di navigare nell’immaginario comune, alla voce “donna amata”, trove-remmo sicuramente, fra le prime scelte, un nome più lodato, splendente, adorato di altri.Fu il sommo poeta ad elevarlo alle sfere dell’Empireo, ad imprimere sul cuore di Amore

quelle otto lettere crogiolo di pensieri e significati. Sabato 14 Marzo, sul legno di Via Crocerossa 33, dentro la piramide di piano, batteria e untriacordo illuminato ad intermittenza, è sita un’altra Beatrice, quella che ha la musica negli artiminuti ma incisivi. Presenta il suo EP, il cui nome è in perfetta concordia con l’antifona di qual-che riga più su: “Beatitude”. Le gambe sottili, veloci, velate di fantasie floreali di pizzo nero calcano con vigore giovanile ipedali, mentre le leve superiori si concentrano con incaponimento sui piatti sporadici e sull’on-nipresente e grave timpano, a cui si accompagna l’enorme cassa ricalcante i principi delle bat-tute. In scatti veloci passa dallo sgabello al piano, con cui si relaziona con altrettanta potenza,addolcita, però, dall’eleganza, come se i tasti fossero ricordi da maneggiare con cura. A tratti

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Beatrice Antolini

foto Mauro Kuma

Il fascino della bellezza

si avverte disarmonia, un carattere tagliente che esprime in un modo tutto suo le strade con-torte del suo essere.Le basi triphop su cui Beatrice si alterna tra la melodia e la percussione sono saturate dallavoce calda, quasi allo stremo, a quanto ci dice, mentre i pezzi si sgranellano e conducono laluna attraverso il cielo sopra le nostre teste.Quando la musica si ferma, tra applausi e apprezzamenti vari (e di natura differente), quel capobiondo in cui trionfano l’azzurro e il rosso ringrazia con un sorriso largo e con qualche parolache ci rimane nel cuore (l’unico rimasto illuminato): chi permette che la musica giri ancora peril mondo non è né il musicista né il direttore artistico: chi permette che ci sia ancora musica èchi viene ad ascoltare, chi investe per stare davanti a chi ha qualcosa da dire.La bellezza del corpo è un pregio a tempo indeterminato; quella che sgorga dagli occhi e dallemani, invece, è a lunga conservazione, se curata, rispettata e, profondamente, ricercata.

Sabato 14 Marzo, sul legno di Via Crocerossa 33, dentro la piramide di piano, batteria e un triacordo illuminato ad intermittenza, è sita un’altra Beatrice,quella che ha la musica negli arti minutima incisivi. Presenta il suo EP, il cui nome è in perfetta concordia con l’antifona di qualche riga più su:“Beatitude”.

Marina Pagano

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SpettacoliSpettacoli

“Adolphe. The importance of being…”

Decimo e ultimo appuntamento della rassegna “Atto Unico. Vite di Scena, Scene di Vita”2014-2015 di QAProduzioni, in cartellone domenica 22 marzo al Teatro Annibale Mariadi Francia, in pomeridiana alle ore 18 e in serale alle ore 21, “Adolphe. The importance

of being …”, liberamente tratto da “Le prénom” di Delaporte e de la Patellière, prodotto da QA,per regia e adattamento drammaturgico firmati da Auretta Sterrantino, con musiche originali diFilippo La Marca, porta in scena Livio Bisignano, Loredana Bruno, Oreste De Pasquale, GiadaVadalà. Scene e costumi sono di Valeria Mendolia.E rappresenta – come racconta Auretta Sterrantino – la “tappa del riso amaro”, “un ritratto effe-rato che mette a nudo convenzioni e falsità nel ‘fare quotidiano’ della nostra società. Una foto-grafia di una situazione comune che svela i difetti del nostro modo di intendere i rapporti umani,anche – o forse soprattutto – quelli con amici, parenti e affini”. La regia è tutta giocata sullacontrapposizione tra equivoco e serietà, tra gioco e beffa, tra sincerità e "parvenza". “E’ unospettacolo che si muove sul limite e si gioca sull'equilibrio delle parti. Questo equilibrio è total-

Adolphe- proveFoto Domenick Giliberto

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Risata amara e ritratto impietoso della nostra società.Nel debutto firmatoda Sterrantino conmusiche di La MarcaIn scena Bisignano,Bruno, De Pasquale,Vadalà

mente precario. In realtà si tratta di un gioco al massacro,un gioco in cui noi tutti, attori e staff regia, dobbiamo esse-re in grado di oscillare tra la compostezza del perbenismoe la spietatezza tipica di chi si sente toccato nel profondo escatta per difendersi. Improvvisamente il salotto de ‘l'allegrafamiglia’ diventa il ring di un incontro di wrestling. E non sisalva nessuno”.In scena, appunto, una cena tra amici che vede coinvoltiquattro personaggi legati a vario titolo da rapporti di paren-tela, amicizia, affinità. I sorrisi e le iniziali affettuosità sonomessi a dura prova dall'episodio centrale, motore dello svi-luppo drammaturgico: il nome del figlio nascituro di Vincente Anna, che proprio durante la cena dichiara di essere indolce attesa. Un nome, Adolphe, non gradito e la cui sceltascatena una serie di frizioni e fraintendimenti che finirannocon il tirar fuori il peggio da ciascuno dei commensali, met-tendo a nudo, attraverso uno sviluppo dinamico, la crudanatura del loro rapporto, fatto di gelosie, invidie e rancori. Un affresco che dipinge le dinamiche dei rapporti familiari,svelando falsità e compromessi.

Filippo La Marca

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Miss MondoDopo il successo dello scorso anno, che ha visto la partecipazione di più di 60 finaliste

provenienti da tutte le provincie siciliane, la finale interregionale di Miss Mondo Calabriae Sicilia 2015 fara’ ancora tappa a Gioiosa Marea (ME) il 21, 22 e 23 maggio, manife-

stazione fortemente voluta da Teodoro Lamonica (già segretario regionale Cgl ed esperto inpolitiche comunitarie, analisi e sviluppo territoriale), insieme a Davide Catanzaro, imprenditoreproprietario dell’hotel Capo Skino, che anche quest’anno metterà a disposizione l’albergo perospitare tutte le miss. Delegati ufficiali di Miss Mondo Italia per le regioni della Calabria eSicilia, la coppia Valeria Pellegrino e Mario Vitolo, che hanno scelto la location di GioiosaMarea anche per le finaliste calabresi, dunque, una finale interregionale Calabria e Sicilia, lanovità di quest’anno. La direzione artistica sta già lavorando per selezionare i prestigiosi ospi-ti della kermesse, personaggi di chiara fama che, unitamente alla bellezza delle ragazze inconcorso, intratterranno il pubblico siciliano in occasione dell’ultima giornata di selezione gio-iosana. Siamo certi che, anche quest’anno, l’organizzazione saprà proporre un programmaartistico in grado di richiamare e stupire piacevolmente gli appassionati della manifestazione.Il 13 giugno la finale nazionale che si svolgerà a Gallipoli, sede ufficiale del concorso, vedrà lapartecipazione di tutte le rappresentanti delle varie regioni d’Italia per la selezione della nuovamiss Mondo Italia, che rappresenterà il nostro paese al grande evento internazionale di MissWorld. Appuntamento dunque a Gioiosa Marea il 21, 22 e 23 maggio 2015.

Finale interregionale Calabria e Sicilia 2015

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La corazzata PotemkinLa corazzata Potemkina cura di Francesco Certo

Arancia meccanica

Tratto dal romanzo di Anthony Burgess “Un’arancia ad orologeria”, il film del 1971 rappresenta la

pellicola più famosa della produzione di Stanley Kubrick.

Il film attraversa in maniera sprezzante almeno tre diversi generi cinematografici, dalla fantascien-

za al horror passando per un grottesco geniale che ne hanno consolidato la palma di unicità tanto

ricercata da Kubrick.

Alex è un giovane figlio della classe operaia, la sua vita passa nell’inutilità del buono a nulla, è a

capo di una banda (i Drughi) dedita alla violenza ed agli stupri; proprio la violenza sulla moglie di

uno scrittore francese lo fa finire in carcere.

Qui, Alex è vittima di continue violenze che ne segneranno ancora di più l’instabile mente; una

volta uscito, poi, la sua vita è ancora incisa dalla violenza subita e dall’abbandono.

Insistere sulla trama è esercizio inutile, i film di Kubrick non si raccontano ma si guardano; anche

provare ad analizzarli e spiegarli è sbagliato.

Si finisce nel cadere nella pomposa retorica di chi vuol dare la propria visione del cinema; il film

di Kubrick parla di violenza ma non la esalta o magnifica, ne fa cartolina di un mondo che va verso

quella deriva, tanto che l’ambientazione è in un futuro prossimo.

Nel film di Kubrick non troverete soluzioni a questa deriva, non è nelle sue intenzioni trovare il

modo di arginarla. Lui la racconta, le fa prendere vita su pellicola e la denuncia (al massimo) cer-

cando di porre l’attenzione sul mondo e le sue pieghe infinite.

Un film dai tratti filosofici e sociologici; la rappresentazione fanta-futuristica del mondo e dei suoi

abitanti, caduti nel vortice della violenza non come sfogo ma come rifugio preventivo verso la pos-

sibile violenza altrui.

Un film che puzza di profezia, ormai 40 anni dopo non facciamo fatica a ritrovare il mondo di

“Arancia meccanica” nel nostro mondo di oggi. Una visionaria anticipazione di un genio del cine-

ma, che ha sempre dato e detto qualcosa con le sue opere; non un semplice esercizio artistico fine

a se stesso ma una delicata e complessa analisi dell’umanità.

Scendendo nei tecnicismi, il film è ben scritto e scorrevole; come sempre la regia di Kubrick spiaz-

za e si fa ben volere. La fotografia di Alcott è uno dei segreti del film ma è il montaggio di Butler

ha dare la continuità degli eventi in maniera naturale.

Ma è l’uso della musica la vera genialità; la musica classica usata per mettere reali brividi nel con-

testo in cui viene usata. Il crescendo “rossiniano” e il Beethoven cadenzato sono il tocco dell’arti-

sta che rende unica l’opera.

Quattro nomination agli Oscar del 1972: film, regia, sceneggiatura non originale e montaggio; nes-

suna statuetta conquistata da Kubrick e compagni.

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da Beethoven a Kurt Cobainda Beethoven a Kurt Cobain

CURIOSITà

Piazza Grande

“Santi che pagano il pranzo non ce n’è sulle panchi-ne in piazza grande…dormo sull’erba e ho moltiamici intorno a me…a modo mio avrei bisogno dicarezze anch’io, a modo mio avrei bisogno di sogna-re anch’io…una famiglia vera e propria non ce l’ho ela mia casa è piazza grande…e meno male che bri-ganti come me qui non ce n’è...a modo mio quel chesono l’ho voluto io…”

Questa è la “Piazza Grande” di Lucio Dalla; nata per

raccontare un senzatetto nella Bologna di Lucio ma

ideata e scritta su un traghetto insieme ad una chitar-

ra suonata dall’amico di sempre Ron.

“Piazza Grande” nasce così, come tante altre poesie

sono nate, per raccontare una storia per mettere sotto

la luce dell’attenzione il pezzo di vita di qualcuno. La

piazza è il luogo di tutti, dove tutti conoscono tutti e

condividono tutto, luoghi e persone sono una comuni-

tà in piazza, unica per ogni città ma uguale nel suo

essere.

La storia di un senzatetto può essere la stessa per ogni

piazza, un uomo che non ha molto nella vita se non se

stesso da far sopravvivere; lo fa in un luogo dove tutto

passa attorno a lui facendolo sentire parte della vita di

qualcun altro; è una persona che non ha nulla ma in

realtà ha tutto.

Quello che gli manca, in fondo, non è diverso da quello che manca a chi un tetto sulla testa lo ha;

sembra difficile ma la piazza grande non è differente da una casa e la vita lì non è priva di emo-

zioni o scarna di effetto esattamente come per chiunque altro.

In piazza il senzatetto dimentica di esserlo, vive la comunità e scambia la sua vita con quella degli

altri, tanto che non è il cibo, il sesso o gli amici a mancare. Forse manca l’amore, la tenerezza ed

esiste la paura, ma queste sono sensazioni che possono provare tutti e non solo chi vive in piaz-

za grande.

Ma il senzatetto non è triste o scontento, anzi, non vuol rinunciare alla sua natura che ha scelto

di vivere a pieno; in piazza grande si sente a casa e non ha rimpianti tanto che…

“la mia vita non la cambierò mai, quel che sono l’ho voluto io…e se la vita non da sogni io liho e te li do; e se non ci sarà più gente come me voglio morire in piazza grande tra i gatti chenon han padroni come me attorno a me”.

a cura di Francesco Certo

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Pia

zza

Gra

nd

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parole in bluparole in blu

CURIOSITà

Dario Fo nasce a Leggiuno Sangiano (Varese) nel 1926 e studia aMilano all’Accademia di Brera e alla Facoltà di Architettura.Esordisce negli anni Cinquanta in alcune trasmissioni comiche

alla radio insieme a Franco Parenti e Giustino Durano, e poi sul palcosce-nico, con gli stessi attori, in due riviste, Il dito nell’occhio e Sani da lega-re. Si tratta di riviste diverse da quelle al tempo in voga, in quanto pun-tavano solo sui tre attori, senza sfarzo scenografico, ballerine e coreogra-fie. Nel 1959, insieme alla moglie Franca Rame, forma una compagnia inproprio e scrive commedie “leggere”, in cui però assume un ruolo impor-tante la satira politica e sociale. In rispondenza al clima del SessantottoFo e la Rame rifiutano il teatro borghese e mirano ad allargare il pubblico, coinvolgendostrati tradizionalmente esclusi dal teatro. Sciolgono, perciò, la compagnia e abbandonano ilcircuito normale delle sale teatrali, dando vita all’ “Associazione Nuova Scena”. Ben presto,però, sull’onda della contestazione e della nascita di un movimento che si oppone da sini-stra al PCI, Fo e la Rame sciolgono anche l’associazione e fondano nel 1970 il “Collettivoteatrale La Comune”. Il loro teatro assume caratteristiche più fortemente politicizzate e sidiffonde attraverso circuiti alternativi, legati alla sinistra extraparlamentare. Gli spettacoli,pur conservando la loro comicità farsesca, buffonesca e surreale ed utilizzando gli espe-dienti tipici del teatro popolare, risalenti sino alla Commedia dell’Arte o addirittura al tea-tro dei burattini, si legano strettamente all’attualità, divenendo nell’intenzione degli autoristrumenti diretti di lotta politica. Tra le opere più famose ricordiamo Morte occidentale diun anarchico, sull’anarchico Pinelli, arrestato per la strage di piazza Fontana a Milano del12 dicembre 1969 e misteriosamente caduto dalle finestre della Questura dove venivainterrogato; Pum!Pum! Chi è? La polizia!; Non ti pago, non ti pago; Mistero buffo.Quest’ultimo spettacolo che resta il capolavoro di Fo drammaturgo e attore, consta di varipezzi, in gran parte legati a tematiche religiose; donde il titolo che si richiama ai “misteri”medievali, cioè alle sacre rappresentazioni. L’aggettivo “buffo” sottolinea, però, che i mate-riali religiosi sono presentati da una prospettiva comica, perché visti dal basso, dall’otticapopolare ingenuamente deformante. Non si ravvisa nel testo, a differenza di quanto sipossa pensare, una dissacrazione dei temi religiosi: semmai Fo vuole recuperare il valoresociale di un cristianesimo primitivo ed autentico, che è dalla parte delle vittime e deglioppressi contro le violenze dei potenti, o comunque, vuol rendere quel senso di affettuosafamiliarità che connota l’atteggiamento popolare nei confronti della religione, delle figuredi Cristo, della Madonna e dei Santi. L’ottica dal basso implica necessariamente un partico-lare uso dello strumento linguistico, e Fo si serve di un dialetto immaginario, frutto di unamescolanza di varie parlate padane, oppure, rifacendosi alla Commedia dell’arte, usa ilgrammelot, lingua inesistente, fatta di suoni senza senso, ma che imita l’effetto delle linguereali. Sebbene la carica politica dei suoi spettacoli susciti sempre reazioni decise, a favoreo contro, Fo è in un certo modo diventato un’istituzione. A ciò ha contribuito l’assegnazio-ne del premio Nobel per la Letteratura nel 1997.

a cura di Alessia Vanaria

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Fo

La satira è un aspetto libero, assoluto, del teatro. Cioè quando

si sente dire, per esempio, "è meglio mettere delle regole, delle

forme limitative a certe battute, a certe situazioni", allora mi

ricordo una battuta di un grandissimo uomo di teatro il quale

diceva: "Prima regola: nella satira non ci sono regole". E questo

penso sia fondamentale. Per di più ti dirò che la satira è

un'espressione che è nata proprio in conseguenza di pressioni,

di dolore, di prevaricazione, cioè è un momento di rifiuto di

certe regole, di certi atteggiamenti: liberatorio in quanto

distrugge la possibilità di certi canoni che intruppano la gente.

In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e

basta. Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella

crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse

le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po' le teste.

Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa.

L'uomo senza idee, come diceva Voltaire, è un imbecille.

Sangiano 24 marzo 1926 Dar

io

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Presentati presso il Ministero della Salutei risultati di due progetti promossi dalCentro per il Controllo delle Malattie,

finalizzati a determinare, nella popolazioneadulta, nei bambini e nei soggetti ipertesi, ilivelli urinari di sodio e potassio, quali indicato-ri del consumo di sale e di frutta e verdura,nonché l’efficacia di un programma strutturatodi comunità per favorire comportamenti salu-tari, in particolare per la riduzione del consu-mo di sale.“Meno sale più salute”, inoltre, ha realizzato inun'area della Campania un programma diintervento di comunità finalizzato alla riduzio-ne del consumo di sale nella popolazione e neha dimostrato la fattibilità e la possibilità diessere replicato su tutta l'Italia.È ampiamente dimostrato, infatti, che il consu-mo eccessivo di sale nella alimentazione èresponsabile dello sviluppo di malattie cardio-cerebrovascolari, tumori, osteoporosi, malat-tie renali.

I risultati di diversi studi epidemiologici, osser-vazionali e di trial clinici, hanno evidenziato larelazione causale e hanno portatol’Organizzazione Mondiale della Sanità a rac-comandare il consumo giornaliero di sale infe-riore ai 5 g al giorno.La riduzione del sale nell’alimentazione è unapriorità dell’OMS e dell’Unione Europea, nel-l’ambito delle strategie di prevenzione dellemalattie croniche non trasmissibili, nonchéuno degli obiettivi perseguiti dal Ministerodella Salute con il programma “Guadagnaresalute: rendere facili le scelte salutari”, ribadi-to nel nuovo Piano Nazionale dellaPrevenzione 2014-2018, per la prevenzionedelle malattie croniche non trasmissibiliapprovato il 13 novembre 2014 con IntesaStato-Regioni, inoltre, prevede tra gli obiettivifinalizzati a ridurre il carico prevenibile ed evi-tabile di morbosità, mortalità e disabilità dellemalattie non trasmissibili anche la riduzionedel consumo eccessivo di sale.

Mangia sanoMangia sanoa cura di Mimmo Saccà

RERE

Meno sale più salute

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Mangia sanoMangia sano

La ricetta

REREPREPARAZIONE

La prima cosa da fare nella preparazione delbrasato ai funghi e vino rosso è fare marinarela carne: pelate le carote e tagliatele a cubettigrossolani, fate lo stesso con la costa di seda-no. Prendete il trancio di carne, asciugateladall'eventuale residuo di sangue e ponetela inuna capiente terrina. Aromatizzatela con i chio-di di garofano e il pepe in grani, poi aggiunge-te le verdure, versate il vino e tanta acquaquanto basta a coprire completamente lacarne, avvolgete la ciotola nella pellicola, fatemarinare la carne in frigorifero per almeno 12ore fino ad un massimo di 24.Trascorso il tempo della marinatura, scolate lacarne dal liquido avendo cura di conservarlo,scaldate un filo di olio di oliva in un tegame,adagiate all’interno la carne, fatela rosolare afuoco vivace su tutti i lati, poi ricopritela con lamarinatura tenuta da parte e le verdure, copri-te con il coperchio e fate brasare la carne afuoco dolce (l’acqua deve fremere) per almeno3 ore, avendo cura di girarla di tanto in tanto. Itempi di cottura dipendono molto dalla carneche acquistate, la cottura può essere prolunga-ta anche fino a 6 ore.Intanto occupatevi dei funghi: pulite i funghichampignon, tagliate la parte terrosa delgambo, poi eliminate eventuali residui di terracon un panno umido o un pennello da cucina eaffettateli sottilmente. Procedete allo stessomodo con i chiodini: tagliate la parte finale deigambi ed eliminate la parte terrosa.In un padella scaldate l’olio di oliva, poi unite ifunghi, salate, pepate e cuocete 10 minuti,mescolando spesso. Quando la carne saràpronta, estraetela dal tegame e ponetela inuna terrina, trasferite il fondo di cottura dellacarne in un tegame o ciotola più piccola e frul-late il tutto con il mixer ad immersione, così daottenere una salsa densa. Versate il fondo dicottura nella padella con i funghi, il fondo saràmolto concentrato, allungatelo con l’acqua eproseguite la cottura per qualche minuto cosìda insaporire i funghi. Affettate il brasato eadagiate le fette su un piatto di portata, condi-te con il sughetto di funghi e servitelo bencaldo.

Brasato ai funghi e vino rosso

Ingredienti per 4 persone

• 1 kg di magatello di manzo • 100 gr di Carote• 70 gr di Sedano• 750 ml di Vino rosso • Acqua q.b. • 3 Chiodi di garofano• 3 grani di Pepe• 300 gr di Funghi misti champignon

e chiodini

Meno sale più salute

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AmarcordPasseggiata a mare. Anni '50

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