il commercio franco-meridionale di fibre tessili tra sette e ottocento. i dati e le dinamiche

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in Lo spazio tirrenico nella «grande trasformazione». Merci, uomini e istituzioni nel Settecento e nel primo Ottocento, a cura di B. Salvemini, Edipuglia, Bari 2009, pp. 87-115

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  • LO SPAZIO TIRRENICO NELLA GRANDE TRASFORMAZIONE

    Merci, uomini e istituzioni nel Settecento e nel primo Ottocento

    (Atti del Convegno Internazionale di Bari, 17-18 novembre 2006)

    a cura di Biagio Salvemini

    Bari 2009

    Mediterranea24

    E S T R A T T O

  • LO SPAZIO TIRRENICO NELLA GRANDE TRASFORMAZIONE - 2009 Edipuglia s.r.l. - www.edipuglia.it

    DANIELA CICCOLELLAIL COMMERCIO FRANCO-MERIDIONALE DI FIBRE TESSILI

    TRA SETTE E OTTOCENTO. I DATI E LE DINAMICHE

    Premessa

    Tra il XVIII e la prima met del XIX secolo, con leccezione del lino, le principali fibretessili seta, lana, canapa, cotone furono oggetto di importanti relazioni commercialitra Francia e Mezzogiorno dItalia. La direzione dei flussi fu pressoch unica: una parte,spesso consistente, delle eccedenze del Mezzogiorno fu esportata in Francia o, attraversolintermediazione francese, raggiunse altre destinazioni. Il trasporto avvenne quasi esclu-sivamente via mare, muovendo per lo pi da Napoli e da Messina alla volta di Marsiglia.Ma, se la rotta marittima e commerciale lungo la quale attraversano il Tirreno accomunale fibre tessili meridionali, la loro storia diverge, anche vistosamente, sotto molteplicialtri aspetti destinazione finale, entit e continuit dei flussi, ecc. , al punto che, perdefinire caratteri, dimensioni e dinamiche delle correnti di scambio nel periodo occorre-rebbe dedicare unanalisi specifica a ciascuna fibra.

    Daltra parte, le fibre presentano notevoli differenze per quanto attiene ai modi di pro-duzione, allevoluzione tecnica e tecnologica, ai mercati. Non si lontani dal vero se siafferma che le industrie tessili includendo nella definizione non solo la tessitura e il fi-nissaggio ma anche le fasi di coltivazione/allevamento e di preparazione e filatura dellefibre costituiscono una categoria analitica omogenea solo rispetto al prodotto finito o,ancor pi, rispetto alla loro ultimate overall function 1. Il che, se non rende ambiziosa lascelta di analizzare congiuntamente le fibre tessili, le assegna tuttavia obiettivi ben cir-coscritti: cogliere i tratti essenziali del flusso complessivo e delle sue dinamiche e offrireuna prima valutazione del diverso peso con cui ciascuna fibra vi contribu.

    Tanto pi che, per molta parte delle tematiche evocate, il quadro storiografico, sia ge-nerale sia specifico, appare a dir poco lacunoso. Sono ancora largamente da ricostruire ifattori costitutivi dellinterscambio franco-napoletano di fibre: da un lato, la struttura pro-duttiva e commerciale meridionale sistemi di produzione, tecniche, qualit del prodotto,domanda interna, organizzazione e regolamentazione del commercio , poco indagata inparticolare nella sua evoluzione tra XVIII secolo e Restaurazione; dallaltro, le vicende

    1 J.P. Wild - P. Walton Rogers, Introduction, in D. Jenkins (a cura di), The Cambridge History ofWestern Textiles, vol. I, Cambridge 2003, p. 3.

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    88 Daniela Ciccolella

    produttive e commerciali francesi, scarsamente studiate queste ultime soprattutto per ilXIX secolo 2.

    Non si pu dire che il carente stato degli studi sui caratteri e landamento della pro-duzione e commercializzazione dei prodotti meridionali sia frutto di disinteresse da partedegli storici. Linadeguatezza del quadro storiografico discende certamente dalla obiet-tiva difficolt di analizzare temi per i quali le fonti documentarie risultano scarse, fram-mentarie, disperse in molteplici serie archivistiche. Sul piano delle analisi quantitative, laricostruzione di serie storiche della produzione o della commercializzazione di solito ef-fettuata ricorrendo a fonti fiscali parziali relative cio ad amministrazioni doganali diun singolo porto o fondaco, o alla sola parte di un determinato prodotto soggetta ad unparticolare dazio o persino ai canoni daffitto degli arrendamenti, ovvero inferendo lan-damento della produzione o del commercio di un certo prodotto dallimporto per il qualeera appaltata la riscossione del relativo dazio. Ma il ricorso a tali fonti rende arduo rico-struire serie di medio-lungo periodo delle quantit prodotte o esportate, cos come spessonon consente di determinarne le destinazioni. E tuttavia non v dubbio che pur senzaper questo sostenerne la preminenza un approccio quantitativo allanalisi della strutturaproduttiva o commerciale meridionale, e pertanto una migliore conoscenza delle sue di-mensioni e delle direttrici dei traffici, contribuendo a meglio definire le caratteristichedel mercato delle diverse produzioni, fornirebbe basi pi solide allo studio delle perma-nenze produttive, delle scelte dinvestimento, della diffusione di innovazioni in settoristrategici nelleconomia del Mezzogiorno moderno.

    Sotto questo profilo, le fonti quantitative prodotte e/o conservate in Francia, che sonopi abbondanti e comparativamente pi accessibili di quelle prodotte e/o conservate nelMezzogiorno, sembrano offrire unagevole opportunit per accrescere le nostre cono-scenze riguardo al mercato delle produzioni meridionali, tenuto conto del fatto che laFrancia fu tra i principali partner commerciali e, in alcuni periodi e per alcuni prodotti, ilprincipale acquirente di prodotti del Mezzogiorno dItalia. Non si tratta di un percorsodindagine nuovo. Importanti studi di Ruggiero Romano, prima, e di Biagio Salvemini eMaria Antonietta Visceglia, poi, sono stati condotti prevalentemente su fonti francesi 3.

    Nella scia di tali studi, e nei confini imposti dallaccennata insufficienza del quadrostoriografico, ci si propone di approfondire lanalisi del commercio di fibre tessili dedi-cando particolare attenzione alle fonti quantitative, francesi e napoletane, e alle evidenzeche esse sono in grado di offrire. In effetti, i dati finora individuati sono di difficile e pro-blematica lettura, conducono a risultati incerti. Si dunque prescelta una trattazione chesi concentrer sulle fonti, segnaler le caratteristiche, i limiti e le criticit che presentano.In altri termini, si render esplicito il percorso seguito nella elaborazione, ricostruzioneo integrazione delle serie storiche sui flussi commerciali sia per presentare in modo si-

    2 O. Ptr-Grenouilleau, Pour une histoire du ngoce international franais au XIXe sicle: pro-blmes, sources et perspectives, in Revue dhistoire du XIXe sicle, 2001, n. 23, pp. 23-46.

    3 R. Romano, Le commerce du Royaume de Naples avec la France et les pays de lAdriatique auXVIIIe sicle, Parigi 1951; B. Salvemini - M.A. Visceglia, Marsiglia e il Mezzogiorno dItalia (1710-1846). Flussi commerciali e complementariet economiche, in Mlanges de lcole Franaise de Rome.Italie et Mditerrane, 1991, n. 1, pp. 103-163. In entrambi i saggi, ma nel secondo con maggiore esten-sione anche cronologica, esaminato anche il commercio di seta, lana e cotone.

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    stematico e cos condividere gli esiti pi diretti di quel percorso che peraltro ha per-messo acquisizioni di qualche interesse sulle modalit di generazione e sedimentazionedelle fonti quantitative relative ai rapporti commerciali franco-meridionali sia al fine diconsentire una valutazione compiuta delle considerazioni e conclusioni via via avanzate.

    Lattenzione prestata alle fonti giustifica la scelta di unanalisi congiunta delle fibretessili: per ragioni intuibili, le fonti che le riguardano presentano una certa omogeneit ti-pologica. Ma, su un altro piano, tale scelta risponde soprattutto allesigenza di mantenereun fuoco largo sui flussi commerciali, e per conseguenza allintento di proporre qua-dri generali, evitando volutamente di piegare o forzare i dati su quel tanto che conosciamo,o soltanto ci aspettiamo, in merito ai caratteri e spesso alle debolezze dei singoli com-parti produttivi.

    1. Il commercio franco-meridionale

    1.1. La Francia nel commercio desportazione meridionale

    Per quasi lintero arco cronologico considerato non sono noti il valore totale delleesportazioni meridionali n la loro destinazione. Per il XVIII secolo, i soli dati di cui sidispone sono relativi al Mezzogiorno continentale per gli anni 1771 e 1772 4, redatti perordine del re su istanza di Giuseppe Maria Galanti e da questi pubblicati nel 1788 nellaNuova descrizione storica e geografica delle Sicilie 5. Per la Sicilia si pu fare riferimentoad una stima del valore medio annuale delle esportazioni nel periodo 1773-1783, elabo-rata e pubblicata nel 1792 da Saverio Scrofani 6. In entrambi i casi mancano indicazionisui paesi di destinazione dei prodotti. Bilance analitiche del commercio estero del Mez-zogiorno continentale quantit e valori furono compilate in modo sistematico solo apartire dal periodo napoleonico, durante il quale fu riformata lamministrazione dei daziindiretti e introdotta una officina per la Bilancia del Commercio. Queste bilance non fu-rono date alle stampe allepoca della loro redazione, mentre la ricerca dei documenti inoriginale nei fondi archivistici in cui avrebbero dovuto essere conservate non ha consen-tito di rinvenirne la serie completa. Sinora sono state individuate quelle degli anni 1815-

    Il commercio franco-meridionale di fibre tessili tra Sette e Ottocento 89

    4 Per il periodo austriaco, la scarsezza di dati non consente neppure una stima molto approssi-mativa circa le dimensioni quantitative del commercio estero del Regno: A. Di Vittorio, Gli Austriacie il Regno di Napoli 1707-1734. Ideologia e politica di sviluppo, Napoli 1973, p. 322.

    5 G.M. Galanti, Nuova descrizione storica e geografica delle Sicilie, tomo II, Napoli 1788, pp. 336-350. Per il 1771 sono riportati quantit e/o valore dei diversi articoli importati ed esportati; per il 1772solo il totale in valore. Le esportazioni sono calcolate per il 1771 in poco pi di 6.400.000 ducati, senzaconsiderare i noli (+4%) e il contrabbando (stimato al 30%). Per il 1772 in 2.763.370 ducati, flessioneche Galanti riconduce alla mancata esportazione di grano e olio, che lanno precedente avevano contri-buito per 3.500.000 ducati. Galanti riferisce che la ricostruzione delle bilance di commercio avrebbedovuto riguardare un decennio, presumibilmente il 1771-1780, ma dal confronto delle bilance del 1771e del 1772 e dalla loro sostanziale uniformit aveva tratto motivo di far sospendere lulteriore trava-glio di questo Bilancio (ivi, p. 350).

    6 S. Scrofani, Essai sur le commerce gnral des nations de lEurope, avec un aperu sur le commercede la Sicile en particulier, Parigi 1801, pp. 71-73. Lesportazione annuale media stimata in 6.066.600ducati.

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    1816 e 1818-1819 7. Dal 1832 al 1836 furono redatte bilance che non includevano iprodotti esenti da dazio (tra i quali rientrava, ad esempio, la seta) e, come le precedenti,non indicavano i paesi di destinazione delle merci 8. Finalmente, dal 1837 in avanti le bi-lance risultano complete e riportano, per la prima volta, anche i paesi di destinazionedelle merci esportate 9. La documentazione relativa alla Sicilia persino pi carente.

    Ben pi ricca la documentazione di parte francese. Lo stesso Galanti vi fece ricorsopubblicando, insieme alla bilancia analitica per il 1771, uno Stato delle mercanzie di Na-poli e di Sicilia, portate in Marsiglia nel 1782 10, con dati prodotti dalla Direction desFermes di Marsiglia 11, e un Bilancio del commercio del Regno di Napoli colle nazioniestere, nellanno 1784 12 integralmente ripreso, a parte la conversione monetaria da livrestournois in ducati e le approssimative equivalenze dei pesi e misure dagli originali fran-cesi in napoletani, da un Prcis des affaires qui ont t traites dans le dpartement deNaples pendant le cours de lanne che il console francese a Napoli inviava annualmentea Parigi 13.

    Dalla differente quantit e qualit delle fonti, almeno fino agli anni Trenta dellOtto-cento, linevitabilit per lo storico di analizzare il commercio franco-meridionale, e inparticolare le esportazioni del Mezzogiorno, da un punto di vista non sempre ottimale, ilpunto di vista del paese importatore, una grande potenza commerciale e marittima che in-tratteneva scambi intensi e importanti con altre nazioni europee e con paesi e coloniedoltremare. In definitiva, pi agevole valutare il ruolo non di primo piano del Mez-zogiorno nel sistema degli scambi francese che non quello della Francia nel sistema degliscambi meridionale.

    7 Bilance trimestrali e annuali sono disordinatamente conservate in diversi fasci del fondo MinisterodellInterno dellArchivio di Stato di Napoli (dora in avanti ASN). Se ne sono individuate una ventina,la pi antica delle quali relativa al quarto trimestre del 1814, la pi recente al quarto trimestre del1825. Le bilance 1815-16 e 1818-19 sono conservate in ASN, Ministero dellInterno, II appendice, fs.581, 1077, 1181. In generale sulle indagini statistiche nel Regno di Napoli si rimanda a D. Ciccolella,Conoscere per amministrare. Lintroduzione delle indagini statistiche nel Regno di Napoli, in RivistaItaliana di Studi Napoleonici, 2000, n. 2, pp. 113-128.

    8 Conservate in ASN, Ministero dellAgricoltura e del Commercio, fs. 493.9 Le bilance dal 1837 al 1855, ad eccezione di quella del 1840 che risulta dispersa, sono conservate

    in ASN, Ministero delle Finanze, fs. 14131bis-14149, Amministrazione Generale de Dazii Indiretti,Statistica Generale Commerciale de Reali Dominii al di qua del Faro. Probabilmente il nuovo sistemadi redazione delle bilance fu introdotto su richiesta del Ministro dellInterno al Ministro delle Finanze,ASN, Ministero dellAgricoltura e del Commercio, fs. 493, 11 maggio 1836. Le bilance 1832-1855 sonostate oggetto danalisi da parte di Augusto Graziani, tranne quella del 1837, ritrovata successivamente.Per gli anni 1856-1858 sono noti i valori totali e disaggregati per paesi di provenienza e destinazione,nonch quantit e valore dei prodotti principali, A. Graziani, Il commercio estero del Regno delle DueSicilie dal 1832 al 1858, in Archivio economico dellunificazione italiana, vol. X, Roma-Torino 1960,p. 4.

    10 G.M. Galanti, Nuova descrizione cit., pp. 362-365. 11 Lo si afferma in ragione della concordanza tra i dati riportati da Galanti e quelli della bilancia ge-

    nerale di commercio della Francia per lo stesso anno, bilancia compilata sulla base dei dati rimessi dallediverse direzioni doganali. Cfr. Archives Nationales de Paris (dora in avanti ANP), F12 249bis.

    12 G.M. Galanti, Nuova descrizione cit., pp. 351-361.13 Il rapporto relativo al 1784 in ANP, Affaires trangres (dora in avanti AE), BI 901.

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    1.2. Il Mezzogiorno nel commercio dimportazione francese

    La Francia elabora proprie bilance gi dalla fine del XVII secolo. Dal 1759 dedica unavoce separata ai dati di Naples et Sicile, fino ad allora inglobati nella voce Italie assieme aGenova, Milano, Venezia, Toscana e Roma. Pertanto, fino al 1759 la fonte francese nonoffre dati seriali relativi alle importazioni dal Mezzogiorno. Per il primo Settecento ci sideve perci limitare a rinviare in generale a quanto gi Romano dedusse dalla scarna do-cumentazione per lo pi di carattere diplomatico e dai pochissimi dati disponibili. Finoagli anni Trenta le relazioni commerciali tra la Francia e i regni di Napoli e Sicilia non do-vettero essere particolarmente vivaci. Le ragioni della contrazione dei traffici rispetto al se-colo precedente, quando erano stati invece molto intensi, sono attribuibili in parte a difficoltdelleconomia francese e in particolare di Marsiglia, in parte ai cattivi rapporti franco-au-striaci e a talune scelte di politica economica ad esempio il divieto di esportazione dellaseta grezza sancito a Napoli nel 1713 14 e i frequenti blocchi allesportazione dellolio 15 che compromisero gli scambi durante la dominazione asburgica a Napoli (1707-1734) e inSicilia (1720-1734). Con lavvento al trono di Carlo di Borbone le relazioni ripresero masulla loro dinamica difficile esprimersi 16. Lanalisi del numero e del tonnellaggio delle im-barcazioni di provenienza meridionale giunte annualmente nel porto di Marsiglia (fig. 2) faipotizzare un andamento delle importazioni crescente, sebbene irregolarmente, dai primianni Trenta fino alla fine degli anni Settanta 17. Ma, come stato rilevato, stabilire una cor-relazione tra il numero di imbarcazioni arrivate e la quantit (e tanto pi il valore) dellemerci importate sarebbe a dir poco arrischiato 18.

    Sulla base delle rilevazioni francesi, si detto, possibile ricostruire il valore totaledelle immissioni meridionali dal 1759 in avanti (tab. 1), con poche lacune dovute a causediverse 19. Naturalmente si tratta di rilevazioni che, sotto laspetto dellattendibilit, vannoaccolte con le cautele e nei limiti di cui gli stessi organismi preposti a effettuarle eranoben consapevoli, in primo luogo limpossibilit di stimare, da un lato, lentit del con-trabbando che numerose fonti settecentesche indicano come molto attivo , dallaltro,quella delle merci meridionali che entravano in Francia sotto altra provenienza 20.

    Il commercio franco-meridionale di fibre tessili tra Sette e Ottocento 91

    14 D. Ciccolella, La seta nel Regno di Napoli nel XVIII secolo, Napoli 2003, p. 272.15 A. Montaudo, Lolio nel Regno di Napoli nel XVIII secolo, Napoli 2005, pp. 144-145.16 R. Romano, Le commerce cit., pp. 12-23.17 B. Salvemini - M.A. Visceglia, Marsiglia e il Mezzogiorno dItalia cit., p. 109 (Fig. 1) e pp. 117-118. 18 Ivi, pp. 110-115; 124. A riprova di ci basti constatare che nei due quinquenni 1761-1765 e 1772-

    1776, nei quali il valore medio delle importazioni francesi dal Mezzogiorno fu, rispettivamente, di9.967.000 e 9.432.000 livres, le imbarcazioni furono in media 160 e 246; le due serie sono invece bencorrelate dopo il 1815 e, soprattutto, dopo il 1827 (indice 0,97) (mie elaborazioni, si veda la nota 32).Salvemini e Visceglia propendono per linattendibilit, dopo il 1773, dei valori ufficiali delle bilancefrancesi piuttosto che del numero di imbarcazioni giunte dal Mezzogiorno a Marsiglia quale indicatoredellandamento delle importazioni dal Mezzogiorno, ivi, p. 125.

    19 Mancata produzione di dati (1781, 1783-1786); mancata conservazione o individuazione della do-cumentazione o mutamento nei criteri di redazione delle bilance che non consentono di isolare i dati perpaese esportatore (1790-1791, 1793-1796, 1822-1826).

    20 il caso, ad esempio, dalla met degli anni Venti del XIX secolo, dellolio meridionale destinatoalla Francia ma sbarcato a Nizza o Genova per ottenere un migliore trattamento doganale. A giudizio diB. Salvemini e M.A. Visceglia, a tale pratica va ascritta una differenza tra il valore ufficiale e il valore

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    92 Daniela Ciccolella

    anno (a) (b) anno (a) (b) anno (a) (b)

    1759 7.607.045 120.718.951 1792 28.064.000 932.612.000

    1760 7.881.062 115.452.647 1827 10.567.952 566.000.000

    1761 9.550.805 133.965.500 V 4.836.000 369.331.000 1828 12.183.977 608.000.000

    1762 8.991.220 140.197.370 VI 4.565.000 309.235.000 1829 10.923.498 616.000.000

    1763 10.154.853 184.146.900 VII 1.641.800 289.656.800 1830 15.558.095 638.000.000

    1764 7.867.485 231.723.343 VIII 25.447 351.330.394 1831 18.880.195 513.000.000

    1765 13.272.163 219.264.296 IX 1.502.000 434.472.177 1832 21.079.213 653.000.000

    1766 11.499.753 207.343.612 X 18.085.719 492.692.856 1833 15.127.867 693.000.000

    1767 13.369.968 222.960.250 XI 13.868.981 500.040.592 1834 18.102.107 720.000.000

    1768 13.287.650 237.992.009 XII 5.160.635 510.538.773 1835 13.157.169 761.000.000

    1769 8.072.371 266.605.286 XIII 11.826.943 548.422.457 1836 24.925.410 906.000.000

    1770 10.169.491 324.697.678 1806* 6.528.877 531.558.442 1837 18.946.209 808.000.000

    1771 12.496.500 419.746.252 1807 4.085.152 418.284.811 1838 22.495.830 937.000.000

    1772 9.029.111 300.240.156 1808 3.424.638 401.382.663 1839 21.354.042 947.000.000

    1773 16.401.007 331.084.599 1809 5.557.500 357.803.500 1840 22.823.798 1.052.000.000

    1774 7.129.669 295.642.927 1810 13.725.300 384.776.700 1841 20.475.478 1.122.000.000

    1775 7.376.569 292.978.686 1811 10.061.000 298.561.600 1842 24.761.773 1.142.033.203

    1776 7.227.381 370.927.979 1812 10.422.500 307.987.000 1843 26.133.981 1.187.000.000

    1777 5.759.347 355.731.375 1813 11.701.100 251.085.500 1844 23.885.020 1.193.000.000

    1778 10.667.458 353.905.771 1814 5.951.000 238.955.900 1845 25.311.218 1.240.000.000

    1779 7.654.376 208.161.885 1815 3.629.900 295.703.900 1846 33.718.533 1.256.000.000

    1780 5.901.022 216.175.448 1816 5.586.900 333.588.500 1847 29.800.000 1.343.000.000

    1817 7.255.300 426.747.000 1848 15.400.000 862.000.000

    1782 17.656.091 268.850.829 1818 19.700.800 442.133.500 1849 20.800.000 1.142.000.000

    1819 9.280.300 387.355.800 1850 21.428.112 1.174.000.000

    1787 14.914.600 631.790.700 1820 11.671.800 450.163.200

    1788 16.154.200 580.570.000 1821 14.816.600 446.468.500

    1789 26.853.000 636.540.000

    Tabella 1Importazioni dal Mezzogiorno e importazioni totali della Francia 1759-1850

    (in livres tournois, dallanno V in francs).

    a) Importazioni francesi dal Mezzogiorno; b) Importazioni totali. * 15 mesi (1806 et 100 jours de lan 14).Fonti: anni 1759-1772, ANP, F12 1834 A, Tableau gnral contenant la progression annuelle de la valleur in-trinseque des marchandises etrangeres de toutes especes, entres en France compare avec la valleur intrin-seque des marchandises de France de toutes especes sorties pour letranger, formant la Balance du Commercede la France avec lEtranger; 1773-1775, F12 242; 1776-1780, F12 243, 245-248; 1782, F12 249 bis; 1787,1789, 1792, 1797-1821, F12 250-252; 1788, F12 1835; 1827-1849, colonna (a) F12 513, Commerce de la Franceavec les Deux-Siciles (gli anni 1827-1846 anche in F12 6285); colonna (b) M. Block, Statistique de la Francecompare avec les autres tats de lEurope, vol. II, Paris 1860, p. 256.

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    Il commercio franco-meridionale di fibre tessili tra Sette e Ottocento 93

    Ma, su un diverso piano, lelaborazione di una serie storica basata su tali rilevazioni pro-spetta, nello specifico, alcuni problemi non secondari. Fino al 1825 e di nuovo dal 1848il valore delle merci calcolato a prezzi correnti e, inoltre, nel 1783, nellambito di unapi vasta riforma degli uffici preposti alla compilazione delle bilance del commercioestero francese, mutarono le modalit di rilevazione dei prezzi sui quali era calcolato ilvalore delle merci scambiate, tanto da indurre in taluno seri dubbi in merito alla compa-rabilit dei dati compilati dal vecchio Bureau de la Balance de Commerce con quelli delnuovo Bureau des Archives du Commerce 21. In altre parole, ove manchino elementi perdeterminare le quantit effettivamente importate o il valore unitario attribuito dai redat-tori alle merci importate, non si pu inferire da questi dati landamento reale delle im-portazioni dal Mezzogiorno n in totale n laddove le bilance riportano i valoridisaggregati per singole merci. Infine, probabile che le bilance compilate dal 1797al 1821 non includessero le merci di scarsa importanza nel traffico complessivo e fosseropi accurate per le merci che avevano versato un dazio il cosiddetto commercio specialeche, allimportazione, comprendeva le merci introdotte nel paese e destinate alla con-sommation intrieur , meno per le merci in transito e per quelle riesportate che, con leprime, formavano il cd. commercio generale. Solo a partire dal 1825 questa distinzionediviene esplicita e viene assunta come criterio di compilazione dei Tableaux del com-mercio estero francese 22.

    In conclusione, ci che la serie in valore consente di fare conoscere la posizionerelativa del Mezzogiorno dItalia nel commercio dimportazione francese. Stando ai datiufficiali, proprio gli anni iniziali della serie, i Sessanta del Settecento, prospettano la fasein cui il contributo meridionale pi significativo: il Mezzogiorno, infatti, oscilla attornoal 6% del totale in valore immesso in Francia (fig. 1). Nel decennio seguente, in ragionedel notevole incremento dei traffici francesi con le colonie americane oltre che di un caloassoluto del valore medio delle immissioni dal Mezzogiorno, la quota media scende al 3%circa, per abbassarsi poi ulteriormente e restare quasi sempre sotto il 3% annuo fino al1850 23. Sotto questaspetto, la posizione del Mezzogiorno dItalia nel commercio dim-

    reale delle immissioni meridionali di un 50-60% negli anni Trenta, un 30-40% negli anni Quarantadel secolo: B. Salvemini - M.A. Visceglia, Marsiglia e il Mezzogiorno dItalia cit., p. 115. Sul ruolo del-lintermediazione genovese nelle esportazioni di olio meridionale nella seconda met del XVIII secolosi veda R. Romano, Le commerce cit., pp. 24-25.

    21 Cfr. G. Daudin, Commerce et prosprit: la France au XVIIIe sicle, Parigi 2004, pp. 143 e ss.,allindirizzo http://hdl.handle.net/2441/699, ultimo accesso 27 giugno 2008. Sulle bilance del commer-cio estero francese (storia, limiti, attendibilit, etc.) esiste una bibliografia piuttosto vasta, per la qualesi rimanda allo stesso G. Daudin e al citato saggio di B. Salvemini e M.A. Visceglia.

    22 Si vedano lAvertissement al Tableau des Quantits et de la Valeur approximative des Marchandisestrangres importes en France pour la Consommation pendant les annes 1822 et 1823, et des Produits dusol ou de lindustrie franaise exports pendant les mmes annes, Douanes Royales de France, in ANP, F12251, e il Rapport par M. Saint Ferreol, membre actif, sur le tableau gnral du commerce de la France avecses colonies et les puissances trangres, pendant lanne 1836, publi par lAdministration des douanes inRpertoire des travaux de la Socit de Statistique de Marseille, Marsiglia 1840, vol. IV, pp. 409-411.

    23 In particolare, poco sotto il 3% in media negli anni Settanta; 3,1% nel triennio 1787-1789; intorno all1,5%nel periodo 1797-1805; 2,4% durante il Decennio Francese (1806-1815); 2,7% nel sessennio successivo allaRestaurazione; 2,6% negli anni Trenta; 2,1% negli anni Quaranta. Computando lolio meridionale che giun-geva in Francia via Nizza o Genova secondo i valori massimi delle stime di B. Salvemini e M.A. Visceglia(cfr. nota 20), si avrebbe un picco del 4% in media nel triennio 1836-1838 e del 3,1% nel 1844-1846.

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    94 Daniela Ciccolella

    portazione francese presenta una notevole stabilit: escludendo, anche per lOttocento, iterritori che le bilance settecentesche indicano come Isles, Indes e Guine, passa da unaposizione intorno alla quinta nel periodo 1759-1773 ad una intorno alla decima in tuttoil periodo successivo, con slittamenti pi frequenti verso il basso che verso lalto della gra-duatoria.

    2. Le importazioni francesi di fibre tessili meridionali. Le fonti marsigliesi

    Per il periodo qui preso in esame, le bilance di commercio francesi pi esattamente,ci che delle bilance stato sinora reperito: le edizioni a stampa risalenti allepoca dellaloro redazione ma anche materiali preparatori, dati ufficiali contenuti in memorie e rap-porti governativi o pubblicati su periodici e opere coeve 24 si rivelano inadeguate ai finidella ricostruzione di serie storiche delle importazioni di fibre tessili meridionali in Fran-cia, cos come peraltro di qualunque altro prodotto. I dati disaggregati per merci, infatti,sono disponibili solo a partire dal 1775, con le medesime lacune osservate per i valori to-tali. Oltretutto, dal 1797 al 1821 noto solo il valore delle merci importate: occorre at-tendere gli anni Trenta per una pi sistematica reperibilit dei dati relativi alle quantit.Pertanto, ci si deve rivolgere anche ad altre fonti che, pur non sempre specificamente di-rette alla rilevazione del movimento del commercio estero, offrono tuttavia dati utili peruna sua ricostruzione.

    Una serie di particolare importanza costituita dalle elaborazioni che la Direction desFermes di Marsiglia inviava a Parigi per la compilazione della bilancia generale di com-mercio. Marsiglia, noto, raccoglieva la quasi totalit dei traffici fra il MezzogiornodItalia da un lato, e la Francia ed altre aree a questa collegate dalle vie del transito dal-

    24 Altri dati potrebbero emergere in futuro. Ad esempio, la Nederlandsch Economisch-Historisch Ar-chief di Amsterdam conserva nella Collection Bruyard una nutrita documentazione anche ufficiale ap-partenente a Pierre Bruyard, direttore della Balance du Commerce dal 1756 al 1783, cfr. S. Bos - J.Lucassen - R. de Peuter, Inventaire de la Collection Bruyard concernant le Bureau (de la Balance) duCommerce et lInspection des Manufactures sous lAncien Rgime (1571-1831), Amsterdam 1996.

    1. - Importazioni dal Mezzogiorno sul totale delle importazioni francesi 1759-1850 (valore %). Fonti:vedi tabella 1.

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    laltro 25. B. Salvemini e M.A. Visceglia hanno ricostruito quantit e valore di seta, lanae cotone importati a Marsiglia dal Mezzogiorno dal 1758 al 1780 26. I dati in valore per-mettono di determinare il contributo delle tre fibre tessili nel decennio in cui il peso re-lativo del Mezzogiorno nelle importazioni francesi fu pi elevato. Linteresse dei datirelativi alle quantit, da quanto si andati osservando, non ha bisogno di essere sottoli-neato, e spiace non poter esaminare anche le importazioni di canapa, un prodotto dalbasso valore unitario e pertanto di modesto impatto sul valore totale delle importazionidal Mezzogiorno e che per, nei pochi anni del Settecento in cui le bilance generali con-sentono di seguirne landamento, fu immesso in quantit estremamente variabili ma ta-lora ragguardevoli.

    La rappresentativit della serie e la sua idoneit ai fini indicati sono rafforzate dalconfronto tra il valore totale delle merci provenienti dal Mezzogiorno importate a Mar-siglia e in tutta la Francia dal 1759 al 1780 27: fino al 1771 i due valori praticamente coin-cidono, il che significa non soltanto che Marsiglia accoglieva la totalit delle immissionidi provenienza meridionale, o comunque di quelle registrate come tali a livello nazio-nale, ma anche che nella redazione delle bilance generali si rispettavano i valori unitaridei prodotti indicati da Marsiglia. Anche negli anni seguenti Marsiglia si attesta quasisempre su valori pari al 95% del totale nazionale, tranne che in tre anni 1776, 1778 e1779 nei quali la percentuale scende, rispettivamente, all83, 64 e 65%. Tale circostanzaparrebbe contraddire la rappresentativit della serie marsigliese, ma essa appare invececonfortata dai dati disaggregati che per quegli anni ormai figurano anche nelle bilance ge-nerali, le quali, come si potuto accertare, con una sola rimarchevole ma non del tutto in-spiegabile eccezione, restituiscono per le fibre le medesime quantit registrate a Marsiglia.Assegnano, per, valori unitari pi elevati, talora quasi doppi, ad almeno una delle tre. Nel1778, in particolare, la valutazione della seta in 20 livres tournois la libbra contro le 12di Marsiglia spiegherebbe da sola lo scarto tra i due valori totali. Leccezione rappre-sentata dal 1779, anno nel quale varia, con il valore, anche la quantit di seta meridionaleregistrata a Marsiglia e in Francia (rispettivamente, 167.425 e 267.575 libbre), ma si trattadi un anno di guerra in cui si pu ritenere ebbe un certo ruolo anche il trasporto terrestre.

    Le considerazioni svolte intorno ai tre anni atipici di una serie marsigliese altri-menti del tutto congruente con il dato nazionale rinviano a due questioni di carattere pigenerale su cui necessario soffermarsi, questioni interrelate ma da esaminare separata-mente: la debole significativit dei dati in valore come indicatori dellandamento reale deiflussi commerciali e gli effetti indotti nellanalisi dei dati dalla presenza (o assenza) trale merci meridionali immesse in Francia di un prodotto di elevato valore unitario comela seta.

    Il commercio franco-meridionale di fibre tessili tra Sette e Ottocento 95

    25 B. Salvemini M.A. Visceglia, Marsiglia e il Mezzogiorno dItalia cit., pp. 105-106 e n.26 Archives de la Chambre de Commerce et dIndustrie de Marseille, srie I, 23-24 e 30-31, riportati

    ivi, tabelle 21, 22, 23 alle pp. 148-153.27 Il valore totale delle importazioni dal Mezzogiorno a Marsiglia dal 1759 al 1780 in R. Romano,

    Le commerce cit., p. 22 e B. Salvemini - M.A. Visceglia, Marsiglia e il Mezzogiorno dItalia cit., p.126, fig. 3. Per gli anni 1764, 1777 e 1780 R. Romano non riporta alcun valore, per il 1759 e per il 1773riporta valori fortemente discordanti da quelli in B. Salvemini - M.A. Visceglia. Per questi anni ci si attenuti ai valori indicati in B. Salvemini - M.A. Visceglia.

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    96 Daniela Ciccolella

    Riguardo ai dati in valore, quel che si registra in particolar modo nel 1778 e nel 1779evidenzia uno degli effetti della riforma del Bureau de la Balance de Commerce di cui si detto in precedenza: mutano i criteri di determinazione dei valori unitari delle merci ene consegue che le oscillazioni annuali diventano pi frequenti e pronunciate rispetto alpassato 28. questa la ragione per la quale i dati in valore, disaggregati e totali, negli annidal 1778 al 1825 anno questultimo nel quale fu introdotto il sistema di calcolo a valoricostanti , sono da considerarsi ancor meno rappresentativi dellandamento reale deiflussi. N peraltro possibile per buona parte di quegli anni riscontrare i dati in valoredelle bilance di commercio con altri dati che consentano di correggere eventuali errori ma-teriali 29.

    Riguardo alle distorsioni prodotte dalla presenza o meno della seta tra le merci me-ridionali immesse in Francia, quel che emerge in tutta evidenza che, avendo la seta un

    28 La riforma fu perfezionata nel 1783 ma, seppure limitatamente al punto qui segnalato, va presu-mibilmente datata al 1778. Nellagosto del 1779 il direttore del Bureau, Bruyard, fu informato delle cri-tiche avanzate ai suoi sistemi di compilazione delle bilance nellambito di unindagine ordinata daNecker. Gli si contestava, tra laltro, che i prezzi delle merci indicati dalle Camere di commercio e ap-plicati nelle bilance fossero ou trop faibles ou trop fortes e si suggeriva di applicare i prezzi indicatidai negozianti (ANP, F12 1834 A, Memoire sur la Balance du Commerce, s.d. ma dicembre 1787). Postoche le bilance erano completate, di norma, 18 mesi dopo lanno di riferimento, sembra plausibile cheBruyard abbia accolto in qualche modo tale indicazione e applicato gi nella bilancia del 1778 prezzipi conformi allandamento del mercato. Certo che il valore unitario del cotone indicato dalla Cameradi Commercio di Marsiglia resta immutato dal 1758 al 1778 (ed recepito senza modifiche nella bilan-cia di commercio fino al 1777) ma varia nei due anni successivi. Il valore della seta viene modificato aMarsiglia solo nel 1780, ma sistematicamente modificato a Parigi a partire dal 1778. Il valore unita-rio della lana, invece, pressoch invariato dal 1760 al 1774, crolla nel 1775 e varia poi annualmente aMarsiglia fino al 1780; modificato a Parigi nel 1776 e 1778.

    29 Ledizione a stampa della bilancia di commercio del 1788 (ANP, F12 251) indica importazioni diseta per 79.900 livres tournois, un valore eccezionalmente basso che gi Romano doveva aver conside-rato come un refuso tipografico visto che riporta 779.900 livres (R. Romano, Le commerce cit., p. 27).Unedizione manoscritta della stessa bilancia (ANP, F12 1835) rivela che la seta fu importata per1.445.400 livres e che il valore indicato nelledizione a stampa quello delle pelli di capra, elencatenella versione manoscritta subito dopo la seta.

    anno cotone lana seta totale fibre totale import.

    1776 14.352 487.360

    (731.040) 4.260.180

    4.761.892 (5.005.572)

    6.000.541 (7.227.381)

    1778 8.894

    (16.172) 231.632

    (347.448) 5.594.484

    (9.324.140) 5.835.010

    (9.687.760) 6.822.089

    (10.667.458)

    1779 33.054 314.460 2.009.700

    (4.281.200) 2.357.214

    (4.628.714) 5.006.570

    (7.654.376)

    Tabella 2Importazioni di cotone, lana e seta dal Mezzogiorno a Marsiglia e in Francia

    (in livres tournois).

    Tra parentesi il dato relativo alla Francia quando diverso da quello di Marsiglia. Fonti: per Marsiglia, valoridisaggregati in B. Salvemini - M.A. Visceglia, Marsiglia e il Mezzogiorno dItalia cit., tabelle 21, 22, 23, pp.148-153; valore totale in R. Romano, Le commerce cit., p. 22. Per la Francia vedi tabella 1.

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    prezzo cos elevato, variazioni anche non rilevanti del valore stimato e/o delle quantit im-portate determinano spostamenti considerevoli del dato totale. A parit di valore unitariodella seta, le importazioni totali del 1778 sarebbero risultate inferiori a quelle del 1779.Lelevato valore della seta comporta anche un effetto di schiacciamento delle altre fibre.Nel 1778 la Francia importa dal Mezzogiorno 8086 libbre di cotone, 807.027 di canapa,463.264 di lana, ma la seta (466.207 libbre, con un valore 100 volte maggiore di quellodella canapa grezza) copre il 95% del valore delle fibre tessili e l87% del valore totaledelle importazioni. Il 1778, per quanto si potuto accertare, non pu essere consideratoun anno medio per quantit importate e per valore unitario attribuito alla seta. Ma in ge-nerale sembra che la seta (con lolio) spieghi le variazioni pi macroscopiche nel valoredelle importazioni francesi dal Mezzogiorno.

    Unaltra serie documentaria di grande importanza per la gamma di informazioni checontiene e per la sua completezza, anchessa relativa alla sola Marsiglia, costituita dalleDclarations de Sant che i capitani di imbarcazione presentavano quando raggiunge-vano il suo porto. Le Dclarations restituiscono ordinariamente non soltanto il porto e ladata di partenza dellimbarcazione, gli eventuali scali intermedi, il nome e la nazionalitdel capitano e i negozianti per conto dei quali il trasporto era effettuato ma anche le mercitrasportate e la loro quantit 30. Tuttavia, le Dclarations, mentre consentono di decifrarecaratteri e dinamiche della navigazione e di definire la fisionomia generale del commer-cio desportazione meridionale in direzione della Francia e in questa chiave sono stateproficuamente analizzate nel pi volte citato articolo di B. Salvemini e M.A. Visceglia ,appaiono invece di ben pi limitato impiego laddove ci si intenda soffermare sui flussi dialcuni particolari prodotti, e tra questi le fibre tessili. In generale, stato osservato, i datirelativi alle merci risultano meno significativi man mano che cresce il valore unitariodella merce trasportata; di qui la incapacit organica della Sant di esprimere limpor-tanza di una merce di altissimo valore unitario come la seta 31.

    In effetti, ad un primo approccio ai dati mirato allanalisi dei flussi di fibre tessili,non si potrebbe che concordare 32. La Sant, per esempio, registra carichi di seta soltantoin 1029 delle 21.087 imbarcazioni di provenienza meridionale approdate a Marsiglia nelperiodo 1710-1846, appena il 5% del totale 33. Carichi con cotone, lana e canapa sono ri-levati, rispettivamente, nel 2, 2,5 e 3% delle dichiarazioni. Ma, a unulteriore verifica, si potuto osservare che le Dclarations nelle quali sono dichiarati carichi di fibre tessilinon sono omogeneamente distribuite nellintero periodo ma si concentrano per oltre

    Il commercio franco-meridionale di fibre tessili tra Sette e Ottocento 97

    30 Sulle caratteristiche della fonte si veda B. Salvemini - M.A. Visceglia, Marsiglia e il MezzogiornodItalia cit., pp. 105-106 e passim.

    31 Ibidem e ivi, p. 138.32 Le Dclarations relative alle imbarcazioni giunte a Marsiglia dal Mezzogiorno nel periodo 1710-

    1846 sono conservate in Archives Dpartementales des Bouches-du-Rhne (dora in avanti ADBDR),200 E 474-604. Le elaborazioni che ho effettuato non sono basate sulla consultazione diretta della fontema su un database delle Dclarations che il prof. Salvemini, che ne ha curato la realizzazione, mi ha ge-nerosamente messo a disposizione. Mi sia consentito esprimergli anche in questa sede la mia ricono-scenza.

    33 Si veda anche B. Salvemini M.A. Visceglia, Marsiglia e il Mezzogiorno dItalia cit., pag. 134,tab. 14.

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    98 Daniela Ciccolella

    l80% nella prima met dellOttocento. La figura 2 mostra in che misura la distribuzionedelle imbarcazioni con carico di fibre si discosta dallandamento generale degli arrivi aMarsiglia dal Mezzogiorno dItalia; si pu aggiungere che se, in luogo del numero asso-luto di imbarcazioni, si prendessero in considerazione le quantit di tessili dichiarate, loscenario non muterebbe, paleserebbe anzi una concentrazione ancora maggiore nel pe-riodo indicato.

    Ora, in astratto, e prescindendo da ci che altre testimonianze comprovano in me-rito alle tendenze generali dei commerci del periodo, si dovrebbe concludere che la Santnon fosse propriamente incapace di registrare le fibre tessili, frequentissime nellOtto-cento e presenti, seppure con minor vigore, anche negli anni Trenta del Settecento. Si sa-rebbe piuttosto indotti a credere che quel che non era registrato semplicemente non cera.Oppure a ipotizzare che i criteri di registrazione non siano rimasti costanti nel tempo. Inaltre parole, non si pu escludere che, almeno in alcuni periodi, le Dclarations possanocostituire una fonte attendibile riguardo ai tessili meridionali (tipologia e quantit) im-messi a Marsiglia. Ed quel che si cercato di accertare.

    I documenti che consentono di testare lattendibilit della Sant sono, evidente-mente, pochi. Sono, ancora una volta, di produzione francese ma elaborati a Napoli sullabase di rilevazioni doganali o di attivit di controllo effettuate localmente: Certificatsdorigine certificazioni rilasciate prima della partenza, durante il periodo napoleonico,dal Consolato generale di Francia, che dovevano accompagnare tutte le merci esportateper garantirne la provenienza non inglese 34 e tats du commerce du port de Naples, chelo stesso consolato inviava di norma trimestralmente al Ministre des Relations Extrieu-res a Parigi, disponibili anche per i primi anni Venti 35.

    34 Gli tats dei Certificats rilasciati nel 1810, 1811 e nel mese di marzo 1812 in ANP, AE, BIII 400; il1812 (escluso marzo) e i mesi di gennaio, febbraio e giugno del 1813 in Archives du Ministre des Affai-res Etrangres - Paris (dora in avanti AMAE), Correspondance consulaire et commerciale, tome 40.

    35 In alcuni anni la descrizione analitica dei carichi presente solo per le imbarcazioni francesi. Glianni 1806, 1809, primo trimestre, e 1811, primo trimestre, in AMAE, Correspondance consulaire etcommerciale, tome 39; il 1810, terzo e quarto trimestre, in ANP, AE, BIII 400; il 1823 e il 1824, primosemestre, in ANP, AE, BIII 402.

    2. - Imbarcazioni totali e con carico di fibre arrivate a Marsiglia dal Mezzogiorno 1710-1846. Fonte:elaborazione da ADBDR, Dclarations de Sant, 200 E 474-604 (database, si veda la nota 32).

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    Il confronto tra le imbarcazioni in partenza da Napoli e quelle in arrivo a Marsiglia,bench complicato dalla presenza di quelle che si potrebbero definire false differenze 36,offre, quanto alle fibre tessili, risultati incoraggianti. A titolo desempio, nel quarto tri-mestre del 1810 risultano partite da Napoli alla volta di Marsiglia 8 imbarcazioni nel cuicarico figurano anche fibre tessili (in totale, 89 balle di cotone, 2 di lana, 18,6 chili di seta);allarrivo la Sant ne registra 6 con in totale 81 balle di cotone e 2 di lana 37. In quegli anni,dunque, la Sant riporta fedelmente o quasi i carichi di fibre che giungono a Marsiglia.

    Certo, nel periodo napoleonico la fonte marsigliese diviene invece poco rappresen-tativa del movimento dei tessili. Infatti, noto, larga parte delle esportazioni di seta, co-tone e lana avveniva via terra: nello stesso trimestre del 1810, ad esempio, risalirono lapenisola in direzione di Lione, Parigi e Tours oltre 11 tonnellate di seta e 394 di cotone(a fronte delle 9 tonnellate di cotone inviate a Marsiglia) 38. Ma quel che interessa asso-dare lattendibilit delle registrazioni fatte a Marsiglia che, riscontrata anche per glianni 1823 e 1824 39, quando il trasporto marittimo aveva riguadagnato la gestione pres-soch esclusiva dei traffici franco-meridionali, consente di utilizzare le Dclarations perilluminare quanto meno i 10-15 anni successivi alla Restaurazione, ovvero uno dei periodimeno chiari della storia delle relazioni commerciali del Mezzogiorno, anche a causa dellaparticolare scarsit delle fonti disponibili. Per quanto riguarda la seta, si pu affermare chela Sant ne registra abbastanza puntualmente gli arrivi fino al 1831 40. Deduttivamente sipotrebbe estendere allo stesso anno la bont dei dati relativi alla lana e al cotone, men-

    Il commercio franco-meridionale di fibre tessili tra Sette e Ottocento 99

    36 Le date di partenza registrate nei due porti non coincidono quasi mai; si adottavano, in particolareper lolio, unit di peso diverse e, per altri prodotti, misure talora incomparabili (casse, colli, etc.); si ri-scontrano, a parit di unit di misura, differenze di quantit per alcuni dei prodotti trasportati; si ri-scontrano, altres, differenti gradi di dettaglio nella descrizione del carico. Lidentit imbarcazione inpartenza-imbarcazione in arrivo stata stabilita oltre che, indicativamente, sulla data di partenza e, doverilevabile, sul tipo dimbarcazione solo nei casi di chiara coincidenza nella composizione complessivadel carico e di esatta corrispondenza nelle quantit dichiarate di almeno due dei prodotti trasportati.

    37 Non possibile accertare se le altre due imbarcazioni siano effettivamente giunte a Marsiglia e sianostate registrate tra quelle prive di fibre tessili: entrambe trasportavano olio, una delle due anche una mo-desta quantit di pasta, carichi troppo esigui e tipici per stabilire congruenze.

    38 ANP, AE, BIII 400, Exportations de marchandises par voye de terre de Naples pour lEmpire fran-ais et le Royaume dItalie depuis le per Octobre jusquau 31 Decembre 1810.

    39 Nel primo trimestre del 1823, le 8 imbarcazioni francesi salpate da Napoli con carico di fibre tes-sili risultano tutte approdate a Marsiglia. Le 11 partite di fibre dichiarate a Napoli scendono, a Marsi-glia, a 9. In totale, sono registrate a Marsiglia le 87 balle di cotone, 17 delle 19 balle di seta, 29 delle 37balle di lana partite da Napoli. Nel primo semestre del 1824 partono da Napoli e sono poi rilevate aMarsiglia 17 imbarcazioni di bandiera non napoletana. Delle 30 partite di tessili dichiarate a Napoli, 24sono rilevate anche a Marsiglia: tutto il cotone, l80% della lana, solo una delle tre piccole partite di ca-napa imbarcate a Napoli. Per la seta, come si dir, il confronto complicato dalladozione di unit dimisura diverse, e non comparabili, a Napoli e a Marsiglia. Ad ogni modo, nelle Dclarations mancanosolo 2 delle 14 partite registrate a Napoli. In generale, scostamenti rispetto alle registrazioni napoletanepossono dipendere da diversi fattori, ad esempio, da commerci fatti negli scali intermedi. Una diffe-renza nellordine del 10-20% pare del tutto plausibile se non fisiologica.

    40 Negli anni dal 1828 al 1831 i quantitativi di seta registrati a Marsiglia come provenienti dalla partecontinentale del Mezzogiorno stimati secondo i criteri spiegati di seguito sono congruenti con lequantit esportate dal Mezzogiorno continentale in Francia, mentre nel 1832 risultano inferiori di unbuon 60%. Le esportazioni dal Mezzogiorno continentale in ANP, AE, BIII 408, Memoire sur la situa-tion financire, agricole et manufacturire du Royaume de Naples [...] par D. Fourcade, fvrier 1834;dati lievemente inferiori in ANP, F12 2552, Exportations de Naples, anni 1828-31.

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    tre la canapa non sembra essere stata oggetto di registrazioni regolari gi nel 1823-24 e,pertanto, si ritenuto di non elaborare i dati della Sant ad essa relativi.

    Su un altro piano va precisato che la Sant non offre direttamente la possibilit di in-tegrare la serie storica delle importazioni di fibre meridionali in Francia n riguardo ai va-lori, che non sono indicati dalla fonte, n riguardo alle quantit, raramente espresse inunit di peso. Cotone, lana e seta, infatti, sono prevalentemente conteggiati secondo iltipo di involucro o di contenitore utilizzati per il trasporto: balle, ballette, colli, casse e,occasionalmente, anche futailles, barriques, bauli, sacchi, pacchi, eccetera. Per attribuireun peso medio ai principali imballaggi o contenitori riscontrati lo si calcolato sui Cer-tificats dorigine, nei quali ciascuna partita di tessili esportati descritta, oltre che se-condo il sistema tradizionale, anche in unit di peso napoletane 41. In pochi casi, perchtroppo esiguo il campione offerto dai Certificats o perch oggettivamente impossibile at-tribuire un peso medio, si attribuito di norma alle partite incerte il peso medio pi bassotra quelli accertati per ciascuna fibra, nellottica di pervenire ad una stima dei quantita-tivi importati a Marsiglia approssimata ma per difetto 42. Va osservato che la peculiarecongiuntura commerciale nella quale i Certificats furono redatti non sembra aver in-fluenzato le consuetudini dei negozianti riguardo al peso delle partite esportate 43.

    Infine, occorre precisare un ultimo aspetto di carattere metrologico che rende meno

    41 Il calcolo del peso medio di balle, ballette, colli e casse stato effettuato sui Certificats doriginedel 1810: in totale, 85 partite di lana, 650 di cotone, 260 di seta. Le 3 partite di canapa registrate nei Cer-tificats non avrebbero offerto un campione rappresentativo; ci ha ulteriormente sconsigliato di elabo-rare le registrazioni di canapa della Sant. I pesi utilizzati per elaborare i dati della Sant, medieponderate, sono i seguenti (in chili). Per la seta: balla 93,6; cassa/cassetta 74,6; collo 57,2; balletta 53,4.Per la lana: balla e balletta 113. Per il cotone: balla 103; cassa/cassetta 87,2; balletta 72,9.

    42 Si tratta, invero, di pochissimi casi: per la seta di 378 delle 9568 unit registrate a Marsiglia dal 1814al 1831 (3,9%); per il cotone dell1,6% delle unit; per la lana dello 0,8%. I soli casi nei quali la pre-senza di partite incerte potrebbe incidere sul dato totale dellanno riguardano 5 cospicue partite registrateuna in futailles (173 futailles di seta nel 1828), le altre in barriques (94 barriques di cotone nel 1821,30 di cotone e 58 di lana nel 1824, 141 di seta nel 1826). Si tratta di contenitori normalmente adottatiper tuttaltro genere di merci (vino, zucchero, aringhe, etc.) e il cui peso poteva variare enormemente. ICertificats riportano il peso di una sola partita di tessili in barrique: 5 barriques di seta cruda operatadel peso medio di 164 chilogrammi. Su questa base si sono calcolati barriques e futailles dei tre tessiliper 150 chilogrammi.

    43 La balla di seta esportata da Napoli a met Settecento pesava 88,2 chilogrammi, dalla Sicilia 95,2chilogrammi: cfr. D. Ciccolella, La seta nel Regno di Napoli cit., p. 270; M. Aymard, Commerce et pro-duction de la soie sicilienne aux XVIe-XVIIIe sicles, in Mlanges darchologie et dhistoire de lEcolefranaise de Rome, 1965, n. 77, p. 622; S. Scrofani, Essai sur le commerce gnral cit., p. 72. Nel1810 la seta fu esportata quasi esclusivamente via terra, evidentemente senza variazioni significative nelpeso medio delle balle n, si deve ritenere, degli altri involucri utilizzati. Neppure sussistono differenzenei pesi medi degli imballaggi di lana e cotone trasportati via terra o via mare. Piuttosto, si riscontratauna differenza notevole tra il peso medio della balla di lana secondo i Certificats (113 chilogrammi) equello indicato da Marino per la lana sfondacata a Foggia, destinata anche allesportazione (267,3 chi-logrammi: J.A. Marino, Leconomia pastorale nel Regno di Napoli, Napoli 1992, pp. 408-410). Tutta-via, i confronti effettuati per gli anni 1838-1840 tra esportazioni di lana dal Mezzogiorno in Francia eimportazioni di lana meridionale a Marsiglia portano ad escludere un peso della balla cos elevato, so-prattutto se si considera che allepoca la Sant torna ad essere ben poco sistematica nelle registrazionidei tessili. Ad esempio, nel 1839 il Mezzogiorno ufficialmente esporta in Francia 204 tonnellate di lana;la Sant, calcolando secondo il peso di Marino, ne registrerebbe 283, calcolando secondo il peso mediodei Certificats, 120.

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    immediata la lettura dei dati che ci si appresta a proporre. Salvemini e Visceglia, nel ri-costruire le importazioni annuali di seta, cotone e lana, hanno indicato come peso di ri-ferimento la libbra di Marsiglia di gr. 388,5 44. Peyrot, che ha utilizzato fonti lionesi emarsigliesi, ha calcolato in libbre di Lione (libbre poids de ville, equivalenti a grammi418,75) le sete registrate a Lione, in libbre di Marsiglia quelle registrate a Marsiglia, inquesto caso per non specificando lequivalenza, bens il rapporto (100 libbre di Marsi-glia = 94 libbre poids de ville) che servito di base al suo calcolo delle importazioni to-tali di seta in Francia negli anni 1759-1776 45. Morineau, cha ha esaminato la bilancia dicommercio francese del 1750, ha segnalato che lelaborazione dei dati resa delicata dal-lesistenza di un peso di Marsiglia e di una libbra inferiore di un quinto a quella del regno,peso di marco (libbra poids de marc, grammi 489,5), e ha adottato questultimo peso nelcalcolare le importazioni dalla direzione di Lione 46. In definitiva, sia Peyrot sia Mori-neau calcolano la libbra di Marsiglia a 392-394 grammi, equivalenza prossima a quellaindicata da Salvemini e Visceglia, ma propongono due equivalenze diverse per la libbradi Lione a seconda, sembrerebbe, che si tratti di registrazioni lionesi (che sarebbero in lib-bre poids de ville) o della bilancia generale di Francia (in libbre poids de marc) 47.

    Nei principali manuali di metrologia la libbra di Marsiglia fissata a 407,9 grammi(libbra poids de table), Martini aggiunge che si conta usualmente per 400 grammi 48,ma si adoperava anche una petit livre di Marsiglia (grammi 388,5). Di qui la scelta, nelpresente lavoro, di attenersi allequivalenza indicata da Salvemini e Visceglia, i quali, ac-cogliendo al pari di Peyrot e Morineau un peso diverso dalla libbra poids de table, neprecisano tuttavia la misura, che corrisponde a quella della petite livre.

    Resta aperto linterrogativo che concerne le bilance generali di commercio. Se, nelredigerle, ci si atteneva al numero di libbre indicato da Marsiglia e da Lione e ai rispet-tivi pesi, come sembra suggerire Morineau, si dovrebbe attribuire alle sete importate, peresempio, dal milanese, che erano registrate a Lione, un peso maggiore che alle sete im-portate dal Mezzogiorno; unipotesi, questultima, avvalorata dal fatto che nelle bilance1775-1780 le quantit riferite al Mezzogiorno coincidono con quelle registrate a Marsi-glia. Tuttavia si fa fatica a credere che, dopo decenni di attivit di elaborazione di dati dimigliaia di merci provenienti da tutto il Paese, gli ufficiali del Bureau continuassero aesprimere le quantit in termini di pesi locali, per di pi sommandole per determinare leimportazioni totali e attribuendo un valore unitario spesso identico alle importazioni didiversa provenienza. Daltra parte, se ha ragione Morineau, appare ugualmente inverosi-mile che, nel formare le bilance generali di commercio, mentre la seta registrata a Mar-siglia era lasciata in peso di Marsiglia, quella registrata a Lione venisse convertita dai

    Il commercio franco-meridionale di fibre tessili tra Sette e Ottocento 101

    44 B. Salvemini M.A.Visceglia, Marsiglia e il Mezzogiorno dItalia cit., p. 158n.45 J. Peyrot, Marseille, port dentre des soies aux XVIIe et XVIIIe sicle, in Marseille sur les routes

    de la soie, Marsiglia 2001, p. 75. Marsiglia e Lione (Pont-de-Beauvoisin) erano le sole localit autoriz-zate allimportazione di seta in Francia.

    46 M. Morineau, Le cifre, la bilancia e la seta: il commercio settecentesco tra Francia e Italia, in Ri-vista Storica Italiana, 1983, n. 2, p. 383n.

    47 N J. Peyrot n M. Morineau fanno riferimento alla libbra poids de soie di Lione, di 458,91 grammi.48 A. Martini, Manuale di metrologia ossia misure, pesi e monete in uso attualmente e anticamente

    presso tutti i popoli, Torino 1883, p. 339.

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    redattori delle bilance (o dagli stessi ufficiali di Lione nel momento in cui inviavano idati a Parigi) nella libbra, per cos dire, ufficiale.

    Nellanalisi che si propone si sono prescelti i seguenti criteri: i pesi incerti sonoriportati senza alcuna elaborazione; se elaborati, si prospetta la forbice minimo/massimosecondo le diverse possibili equivalenze; i pesi certi sono convertiti in chilogrammi; perle fibre importate dal Mezzogiorno le elaborazioni si basano sulla libbra di Marsiglia di388,5 grammi.

    3. Le fibre tessili meridionali nel commercio franco-meridionale

    A partire dalla met degli anni Trenta e fino agli anni Cinquanta del XVIII secolo, irapporti consolari francesi, cos come le memorie sulle dinamiche e le prospettive di am-pliamento degli scambi commerciali tra la Francia e i Regni di Napoli e di Sicilia indi-cano regolarmente la seta tra le principali risorse del Mezzogiorno; spesso ricordano lacanapa, raramente la lana, mai il cotone 49. La preminenza della seta nei primi decenni cheseguono, dopo la parentesi asburgica, la riapertura delle relazioni tra Francia e Mezzo-giorno si pu attribuire alla compresenza di tre fattori: allelevato valore unitario del pro-dotto, al fatto che soddisfa una quota consistente della domanda francese e, infine, alla suacontinua, oltre che tradizionale, presenza negli scambi franco-napoletani, una presenzache si ridurr, e vistosamente, solo a causa di fattori esogeni: eventi politici, quali i con-flitti, o emergenze sanitarie, come la peste di Messina del 1743. Le altre fibre non pre-sentano condizioni analoghe, almeno, non congiuntamente. La lana pugliese, ad esempio,consolida la strada verso occidente, e segnatamente verso Marsiglia, soprattutto dopoil 1760 50. La canapa probabilmente sconta, insieme al suo bassissimo valore unitario, laconcorrenza di altri produttori sul mercato francese, oltre che la instabilit della domanda(come dellofferta di paesi competitori del Mezzogiorno) connessa in parte alle mutevoliesigenze militari e belliche 51.

    Ma la genericit dei riferimenti dei rapporti consolari alle fibre tessili diverse dallaseta, al loro ruolo e alla stessa loro presenza nel commercio franco-meridionale, rifletteanche la condizione di disordine e di casualit dei nessi mercantili 52, nel periodo, tra i

    49 Rapporti e memorie per la maggior parte conservati in ANP, AE, BIII 407; ma si vedano anche F12644 e F12 1834 A. Un Etat des marchandises quon peut tirer de Sicile pour ltranger, et de celles quise consomment Palerme, et quon peut tirer de France del 1755 segnala anche il pelo di coniglio, unpeculiare prodotto desportazione del Mezzogiorno, inviato in quegli anni quasi esclusivamente dalla Si-cilia a Venezia, Genova, Livorno e Marsiglia: cfr. C.A. Broggia, Le risposte ai quesiti del console Bal-biani [1764], a cura di A. Allocati, Napoli 1979, p. 36.

    50 J.A. Marino, Leconomia pastorale cit., p. 408. Secondo Romano lesportazione di lana di Pugliain Francia commena seulement en 1754: R. Romano, Le commerce cit., p. 27n.

    51 Il Piemonte, ad esempio, fornitore della Francia, capace di esportare dal 1728 al 1740 in media 922tonnellate lanno, vieta lesportazione di canapa grezza quando impegnato in conflitti, G. Caligaris, Unacoltura industriale: produzione, trasformazione, commercio della canapa piemontese tra il XVIII e il XXsecolo, in Quaderni di ricerca del Dipartimento di Scienze Economiche e Finanziarie Giuseppe PratodellUniversit di Torino, 2004, n. 74, pp. 20-21.

    52 B. Salvemini - M.A. Visceglia, Marsiglia e il Mezzogiorno dItalia cit., pp. 124-125.

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    due Paesi. Invece, nelle memorie dei primi anni Settanta, nel pieno di una fase di pi altacomplementariet, non si manca di indicare con continuit, tra i prodotti di maggiore in-teresse commerciale per la Francia, insieme alla seta, anche la lana e la canapa 53.

    In effetti, negli anni Sessanta, tre delle quattro fibre principali non precisabile,allo stato degli studi, il contributo della canapa coprono in media poco pi della metdel valore delle importazioni francesi di provenienza meridionale (fig. 3) e, peraltro, nel-lintero decennio sembrano seguirne e in certa misura determinarne landamento, nelcomplesso positivo. Il quadro muta nel decennio successivo. Inizialmente, la drastica con-trazione del valore delle fibre non si accompagna ad una corrispondente diminuzione del va-lore totale delle importazioni. Ma limpressione che gli scambi franco-napoletani stesseroassumendo, seppure su valori assoluti e relativi inferiori (supra, fig. 1), una base pi stabilee articolata o comunque meno legata alle importazioni di tessili appare subito smentita nellaseconda met del decennio, nel corso del quale, con valori totali decisamente inferiori aglianni precedenti flessione comunque da inquadrare anche nella pi generale contrazionedel valore delle importazioni francesi , le fibre riconquistano e accrescono il loro peso (63%del totale, in media, negli anni 1775-1780) e, quel che pi importante, per il maggiore va-lore unitario attribuito in particolare alla seta dopo il 1776 (tab. 2), praticamente fanno e so-stengono il valore totale delle importazioni dal Mezzogiorno.

    Negli anni Ottanta, le poche bilance di commercio disponibili e alcuni tat del com-mercio marittimo redatti dal console francese a Napoli 54 mostrano un rafforzamento degli

    Il commercio franco-meridionale di fibre tessili tra Sette e Ottocento 103

    53 Si vedano ad esempio le Observations gnrales sur le commerce de Marseille, 1773 (ANP, F12644), e il Mmoire en rponse aux questions contenues dans la dpche du ministre du 30 may, 1774(ANP, K 1340).

    54 Per gli anni 1783 e 1784 il console invia a Parigi un elenco piuttosto dettagliato delle merci (quan-tit e valore) esportate in Francia dal porto di Napoli su bastimenti francesi; fornisce inoltre notizie vaghe per il 1783, pi accurate per il 1784 (numero di bastimenti, nazionalit, quantit e valore ap-prossimativo delle merci) sulle esportazioni effettuate sotto altra bandiera da tutto il Regno di Napoliin direzione della Francia. Nel 1783 il totale delle esportazioni dal Mezzogiorno continentale sarebbeammontato a 6.161.293 livres tournois; nel 1784 a 10.280.173 livres. Sui soli bastimenti francesi sono

    3. - Importazioni totali e di fibre tessili dal Mezzogiorno in Francia 1759-1821. Dal 1759 al1774: co-tone, lana e seta. Dal 1775 al 1821: anche canapa, lino, pelo, crine e sottoprodotti serici (bourre, fleu-ret, filoselle). Fonti: anni 1759-74, B. Salvemini - M.A. Visceglia, Marsiglia e il Mezzogiorno dItaliacit., tabb. 21, 22, 23; anni successivi: vedi fonti tab. 1.

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    scambi che consente al Mezzogiorno di preservare la sua quota in un commercio dim-portazione francese in notevole espansione (fig. 1). Le fibre tessili contribuiscono assaimeno che in passato, collocandosi intorno al 25-30% del totale in valore. Lolio fa regi-strare aumenti marcati, giungendo a coprire nel 1782 anche pi del 50% del valore totaledelle importazioni. Anche altre voci divengono, o tornano ad essere, stabilmente signifi-cative: cereali, soda, legname, manna, frutta secca.

    Nei primi anni Novanta, malgrado la crisi politica e le non ottimistiche previsioni delconsole francese a Napoli, sembra che i commerci franco-meridionali non subiscano con-traccolpi 55, fino a che ladesione del regno alle coalizioni antifrancesi non produsse i suoiinevitabili effetti. Nei rari periodi di pace come pure nei primi anni del governo francesea Napoli le fibre tessili nel loro insieme restano quasi estranee alla ripresa dei traffici.Occorre attendere il 1810 perch assumano un ruolo significativo per la Francia e per ilMezzogiorno che, appena il caso di precisare, dal 1806 al 1815 intrattiene rapporti conla Francia prevalentemente dalla sua parte continentale. Negli anni 1811-1813 le fibretornano a rappresentare quasi il 40% in media del valore totale delle importazioni fran-cesi dal Mezzogiorno, per oltre il 20% alimentato dal cotone che, dalle 5-6 tonnellate im-portate in media negli anni Sessanta e Settanta del Settecento, gi nel 1810 supera le 1000tonnellate annue 56. Si tratta tuttavia di un fenomeno congiunturale, come dimostrano ilsuccessivo tracollo e poi, nel mutato contesto politico ed economico, landamento alta-lenante delle fibre nei sei anni successivi alla Restaurazione, quando costituiscono, inmedia, un 20% del totale.

    La sfavorevole dinamica dellinsieme delle fibre tessili delineata attraverso i dati invalore determinata sostanzialmente dallandamento delle importazioni di seta che nelcorso degli anni Sessanta sono in crescita e poi solidamente attestate su quantitativi im-portanti, sono ancora significative ma irregolari nei Settanta, in vistoso calo negli anni delconflitto anglo-francese che non pregiudica invece le importazioni di lana (tab. 3). Neglianni Ottanta la seta appare in recupero ma con quantitativi comunque non paragonabilia quelli del periodo doro. Levoluzione delle importazioni di seta meridionale riflettesolo in parte landamento delle importazioni totali di seta in Francia: nel periodo 1759-1776 la Francia importa in media 363 tonnellate di seta lanno 57, per quasi il 40% pro-

    esportate fibre tessili per, rispettivamente, 1.583.220 e 4.767.204 livres. Nel 1784 tra le merci esportatesotto altra bandiera i tessili non sono indicati. In quellanno lolio (7275 milleroles per 400.125 livresesportate da Napoli su bastimenti francesi, 74.130 milleroles per 3.993.000 livres sotto altre bandiere)avrebbe rappresentato il 43% delle esportazioni. Cfr. ANP, AE, BI 900 e 901, tats du commerce den-tre et de sortie que les franois ont fait Naples.

    55 Nellestate del 1790 il console riferisce ripetutamente al Ministero a Parigi di arresti arbitrari edespulsioni cui sono sottoposti i francesi residenti o di passaggio a Napoli. Arriva a concludere che lacrise ou se trouvent les franois Naples ne peut quinfluer dune manire dommageable sur notrecommerce. Deja les Ngociants Napolitaines ont refus la bourse les lettres de change tires par lesfranois, ANP, AE, BI 903, Naples 22 juillet 1790. I resoconti successivi, per, fanno presumere unacondizione di regolarit delle attivit commerciali che sembra perdurare fino allestate del 1793 (AMAE,Correspondance consulaire et commerciale, tome 39).

    56 Cotone destinato allImpero francese (ANP, AE, BIII 400, Certificats dorigin del 1810). Dagli tatsdes Recettes del diritto addizionale di 60 franchi a quintale sul cotone importato in Francia dal Regno diNapoli emerge che nel 1811 e 1812 furono immesse oltre 1200 tonnellate lanno (ANP, F12 625-629).

    57 J. Peyrot, Marseille, port dentre cit., p. 71 (866.000 libbre poids de ville).

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    venienti dal Mezzogiorno; nel triennio 1778-1780 importa 620-660 tonnellate, solo peril 18-20% dal Mezzogiorno.

    Quali sono le cause del decremento di quello che, negli anni Sessanta e per buonaparte dei Settanta, il prodotto di punta degli scambi franco-meridionali? Prima di pro-vare ad analizzarle, appare utile soffermarsi sul predominio detenuto dal Mezzogiorno sulmercato serico francese fino alla met degli anni Settanta. Intanto occorre rilevare chenegli anni Trenta, alla riapertura delle relazioni commerciali tra la Francia e i Regni di Na-poli e Sicilia, la produzione serica del Mezzogiorno continentale era di poco superiore alleesigenze dellindustria interna e anche gli scarni dati relativi alla Sicilia paiono escludereesportazioni rimarchevoli fino agli inizi degli anni Quaranta 58. In seguito, fu verosimil-

    Il commercio franco-meridionale di fibre tessili tra Sette e Ottocento 105

    58 D. Ciccolella, Il setificio meridionale tra et rivoluzionaria, decennio francese e Restaurazione.Dinamiche di mercato e nuovi assetti produttivi, in Storia economica, 2005, n. 2, pp. 332-335; S. Lau-dani, De Messine Marseille: marchs et routes de la soie sicilienne (XVIIe-XIXe sicle), in Marseillesur les routes de la soie cit., tav. II, p. 280. Bench un solo anno non possa reputarsi rappresentativo, sipu riferire che nel 1750 la Francia importa da Savoia, Piemonte, Italia e Svizzera 419.300 libbre dalladirezione di Lione e 266.288 libbre da quella di Marsiglia: cfr. M. Morineau, Le cifre, la bilancia e laseta cit., p. 383n. Attribuendo al Mezzogiorno tutta la seta italiana importata a Marsiglia, e applicandoi diversi pesi indicati da Morineau per le due libbre, lo si collocherebbe su un 27% del totale italiano.Ma nel valutare la posizione relativa del Mezzogiorno occorre tener conto che nelle importazioni fran-cesi rivestivano un ruolo importante la sete spagnole e levantine: negli anni 1750-1754, in media, co-prono il 50% in valore della seta grezza immessa a Marsiglia: cfr. G. Buti, Marseille, lEspagne et la soieau XVIII sicle, in Marseille sur les routes de la soie cit., p. 213.

    lana seta anni

    quantit valore % quantit valore %

    1758-60 100 0,8 a 100 43,8 a

    1761-63 155 1,3 198 58,1

    1764-66 420 3,2 193 49,8

    1767-69 802 5,8 168 40,7

    1770-72 354 2,8 90 24,0

    1773-75 452 3,1 144 39,2

    1776-78 835 6,2 163 73,8

    1779-82 b 907 15,2 69 25,8

    1784-86 c > 490 > 129

    1787-88 454 5,8 58 18,8

    Tabella 3Importazioni francesi di lana e seta dal Mezzogiorno 1758-1788. Quantit (indice a base fissa*) e

    contributo % al valore totale delle importazioni francesi dal Mezzogiorno.

    * Media del triennio 1758-1760: lana, 29.790 chilogrammi; seta 90.989 chilogrammi. a) due anni: 1759-1760;b) tre anni: 1779-80 e 1782; c) esportazioni a Marsiglia dalla Sicilia e da Napoli, queste ultime limitatamentealle merci trasportate su imbarcazioni francesi. Nei tre anni: lana (esportata solo da Napoli) 3880 balle; seta,da Napoli 3064 balle, dalla Sicilia 678. Sul peso applicato si veda la nota 41. Fonti: quantit negli anni 1758-1774, B. Salvemini - M.A. Visceglia, Marsiglia e il Mezzogiorno dItalia cit., tabelle 21 e 23, pp. 148, 152;1784-86, esportazioni da Napoli, ANP, AE, BI 901 e 902, tats du commerce cit.; esportazioni dalla Sicilia, J.Julliany, Essai sur le commerce de Marseille, vol. II, Marseille 1842, p. 141; per gli altri anni e i valori totali,vedi fonti tabella 1.

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    mente dapprima la Sicilia a soddisfare in misura maggiore la domanda francese; invecenegli anni Sessanta il contributo pi rilevante dovette essere calabrese, almeno a giudi-care dal trend piatto e poi discendente delle esportazioni totali dalla Sicilia a fronte dellanotevole espansione delle importazioni francesi dal Mezzogiorno (fig. 4) 59. Daltra parte,tra gli anni Quaranta e i Settanta la produzione serica della parte continentale del regnoraddoppia mentre svariate testimonianze segnalano, per un verso, la stazionariet del-lindustria locale e, per laltro, lassoluta preminenza della Francia nel commerciodesportazione della seta. Il Mezzogiorno continentale, dunque, asseconda prevalente-mente la domanda francese nei livelli di produzione e, secondo alcune fonti, anche nellaqualit del prodotto 60.

    La vistosa caduta della domanda francese di seta meridionale dei primi anni Settanta di carattere congiunturale, legata com ad una fase di difficolt dellindustria lioneseche port a una contrazione della domanda totale senza pregiudicare tuttavia la posizionerelativa del Mezzogiorno 61. Negli anni del conflitto anglo-francese, invece, un forte in-cremento delle importazioni totali vede la contrazione prima relativa e poi anche assoluta

    59 I dati relativi alla Sicilia sono di natura fiscale ma ci che interessa rilevare, oltre al divario ri-spetto alle registrazioni marsigliesi, il trend. Il gi citato Scrofani riferisce che negli anni 1773-1783la Sicilia esporta in media 1600 balle di seta da 300 libbre siciliane (317,37 grammi la libbra), pari a392.000 libbre marsigliesi, un incremento notevole rispetto agli anni precedenti ma non confortato daaltre fonti, e che comunque non dovette interessare stabilmente la Francia: negli anni dal 1784 al 1788la Sicilia invia a Marsiglia, in media, 185 balle di seta lanno, J. Julliany, Essai sur le commerce cit., p.141. Per di pi, la seta esportata da Messina , per quantit quasi mai misurabili ma per oltre il 60% nel1801-02, calabrese, in particolare reggina: cfr. R. Battaglia, La conurbazione commerciale dellareadello Stretto nellOttocento, in Archivio Storico per la Calabria e la Lucania, 1991, n. 58, pp. 129-130.

    60 Secondo dati fiscali, la produzione passa da una media annua di 160 tonnellate nel decennio 1741-50 ad una di 320 tonnellate nel decennio 1771-1780: D. Ciccolella, La seta nel Regno di Napoli cit., pp.117, 244 e ss., 351 e passim.

    61 Alla contrazione della domanda si somm una riduzione dellofferta legata alla crisi di sottopro-duzione degli anni 1770-1772, D. Ciccolella, La seta nel Regno di Napoli cit., pp. 222-223, 237.

    4. - Esportazioni totali di seta dalla Sicilia e importazioni di seta a Marsiglia dal Mezzogiorno (libbredi Marsiglia). Fonti: esportazioni siciliane, elaborazione da S. Laudani, De Messine Marseille cit.,tav. II (b), p. 281 (dati originali in libbre siciliane); importazioni francesi, B. Salvemini - M.A. Visce-glia, Marsiglia e il Mezzogiorno dItalia cit., tabella 23, p. 152.

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    del Mezzogiorno a vantaggio del Piemonte, laltro tradizionale grande esportatore di setain Francia. Il ridimensionamento relativo del Mezzogiorno fu forse occasionato dalle dif-ficolt di approvvigionamento lungo le rotte marittime negli anni di guerra, ma si riveldefinitivo. Anche perch le guerre rivoluzionarie, prima, lassetto politico ed economicodella Francia napoleonica, poi si pensi allannessione del Piemonte nel 1802 e allassi-milazione del Regno dItalia alle esigenze di sviluppo francesi continuarono a restrin-gere gli spazi commerciali del Mezzogiorno, in particolare quelli delle sue fibre tessili e,parallelamente, ad ampliare e consolidare i legami tra Francia e Nord Italia (tab. 4).

    Le ragioni del sorpasso del Piemonte si potrebbero riassumere in unespressione: de-mand has shape 62. Nel Mezzogiorno la Francia non compra seta ma, soprattutto, tramereggine (come le sambatello), cosentine (ad esempio le costa) o campane (come le pae-sans de Nola) 63. Quando, a partire dal 1778, incrementa i suoi acquisti dal Piemonte noncompra trame, la cui esportazione era peraltro vietata fin dal 1751, ma filati, i pregiati or-ganzini di cui allepoca il Piemonte era produttore pressoch esclusivo. Dunque il sor-passo avviene su tipologie di prodotto diverse 64.

    Il commercio franco-meridionale di fibre tessili tra Sette e Ottocento 107

    62 Lefficace espressione in J. Smail, Demand has shape: exports, entrepreneurs, and the eighteenthcentury economy, in Business and Economic History, 1997, n. 2, pp. 354-364, dedicato alle strategieimprenditoriali degli industriali lanieri dello Yorkshire.

    63 D. Ciccolella, La seta nel Regno di Napoli cit., pp. 170-174, 333.64 Nel suo rapporto annuale sullandamento del commercio francese nel Regno di Napoli, il console

    anni Naples et

    Sicile Savoye,

    Sardeigne Suisse Levant Italiea altri totale

    1775 235.954 44.450 25.571 203.049 43.536 37.357 589.917

    1776 355.015 105.552 39.865 127.592 182.476 87.136 897.636

    1777 323.460 90.434 36.370 120.285 99.609 24.604 694.762

    1778 466.207 784.988 127.000 36.600 55.266 11.326 1.481.387

    1779 267.575 816.379 109.830 59.542 26.760 7.581 1.287.667

    1780 108.537 937.586 53.836 133.322 13.400 21.667 1.268.348

    1782 105.995 929.526 92.169 161.972 19.990 46.379 1.356.031

    1787 201.788 753.077 90.665 87.933 25.349 143.895 1.302.707

    1810 b 10.593 37.465 0 276.920 65.200 390.178

    1832b 64.596 493.628 98.174 53.447 100.073 57.676 867.594

    Tabella 4Distribuzione per provenienza delle importazioni di seta in Francia 1775-1787, 1810, 1832.

    Anni 1775-1787 in libbre; 1810 e 1832 in chilogrammi. a) Nel 1782 e 1787 Milanese e Toscana; nel 1832 Au-triche. b) Commercio speciale. Fonti: 1775-1787, vedi tabella 1; 1810, ANP, F12 7595, Relev des quantitsde soies imports et exportes et celles des soies manufactures exportes en 1810; 1832, ANP F12 2552.

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    108 Daniela Ciccolella

    E non un caso che proprio allora cominci, nel Regno di Napoli, il lungo e difficileprocesso di innovazione dei metodi di prima e seconda lavorazione della seta 65 che, aNapoli come nel resto dItalia e nella stessa Francia 66, per ragioni tecniche e organizza-tive ben indagate dalla storiografia, non condurr a risultati significativi prima del nuovosecolo. Nel Mezzogiorno, ridottasi e poi crollata la domanda francese, compromessi, piin generale, i commerci internazionali, quel processo fin per trovare impulso altrove nella pi debole domanda inglese e in quella interna oltre che nellopera di promozionesvolta dal governo consentendo, dopo la Restaurazione, di presentare ai potenziali im-portatori europei e statunitensi un sistema produttivo che aveva ormai imboccato un per-corso virtuoso, ancora orientato prevalentemente alle trame ma di elevata qualit eaffiancate da sete da cucire e tinte particolarmente competitive. La riconquista dei mer-cati esteri, per, non fu affatto agevole. I livelli di produzione serica, al contrario di quantoera accaduto nel Nord Italia, si erano a quel punto commisurati alle esigenze dellindu-stria interna e alle prospettive di smercio sui mercati esteri che, negli ultimi 25 anni, eranostate incerte e comunque ristrette 67. Oltretutto, si trattava di riconquistare quote su unmercato che, come si visto per la Francia ma altrettanto pu dirsi per lInghilterra, si eraandato riconfigurando secondo i vincoli e le opportunit della lunga congiuntura rivo-luzionaria e napoleonica.

    La Francia, negli anni successivi alla Restaurazione, non sembra guardare con parti-colare interesse alla seta e alle altre fibre prodotte nel Mezzogiorno: i legami spezzatisinei due decenni precedenti stentano a ricomporsi, malgrado il peso delle fibre tessili nelcommercio dimportazione francese sia in crescita. Nel sessennio 1775-1780 il Mezzo-giorno aveva contribuito per il 9% al valore delle importazioni francesi di fibre, che aloro volta rappresentavano il 20% del valore totale delle importazioni. Nel sessennio1816-1821 la quota delle fibre meridionali sulle fibre importate non tocca il 2%, mentrequeste ultime sono salite al 26% del totale in valore.

    Una fetta consistente della torta, allincirca la met, rappresentata dal cotone, un pro-dotto sul quale evidentemente il Mezzogiorno non ha alcuna possibilit di competere sulmercato internazionale e che, anzi, filato, gi oggetto dimportazione per il Paese e ancorpi lo sar allorquando il modello di sviluppo protezionista introdotto nel 1823-24

    segnala che nel 1780 si fatta una minore esportazione di olio e seta: Le prix de lhuile a t trop lev[...] Quant la soye, la seule raison quon ait donner de la moindre expdition quil sen est fait enFrance, cest que nos fabriques ont eu moins employer les qualits de soye que produit le Royaumede Naples (ANP, AE, BI 899).

    65 D. Ciccolella, La seta nel Regno di Napoli cit., pp. 177-179. In controtendenza, nel 1779, a Mes-sina, il Consolato dellArte della Seta otteneva che fosse vietata la trattura alla piemontese: ivi, pp. 120-122.

    66 G. Chicco, La seta in Piemonte 1650-1800. Un sistema industriale dancien rgime, Milano 1995,pp. 247-272.

    67 Secondo una stima effettuata nel 1805, nel decennio 1792-1801 o nel sessennio 1796-1801 (il do-cumento non consente di chiarire quale sia il periodo di riferimento) dal Mezzogiorno continentale fu-rono esportate, in media, appena 46 tonnellate di seta lanno (ASN, Archivio Borbone, f. 310, Memoriasulle sete di Calabria). Gli esiti del periodo rivoluzionario e napoleonico sui livelli di produzione sericameridionale e sul processo di innovazione tecnica e tecnologica nella trattura e filatura della seta in D.Ciccolella, Il setificio meridionale cit., pp. 360-374.

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    favorir lespansione dellindustria cotoniera meridionale 68. Dunque le pur apprezzabiliimportazioni di cotone di provenienza meridionale registrate a Marsiglia ancora nei primianni Venti (fig. 5) sono, per cos dire, un riverbero della eccezionale situazione prodot-tasi nel periodo napoleonico, ed anche possibile che si tratti, in qualche misura, di co-tone non prodotto nel regno 69. Nel 1812 il Mezzogiorno giunge a soddisfare il 13% invalore delle importazioni francesi di cotone, che sono peraltro in un punto di minima; nel1820, ultimo anno in cui si genera un flusso di qualche consistenza verso la Francia, laquota meridionale all1,3% di un valore totale del cotone che si triplicato, con 20.000tonnellate immesse solo pour la consommation 70.

    Per la lana il discorso solo in parte diverso. Si tratta di un tradizionale prodottodesportazione del Mezzogiorno al quale la Francia si rivolge abbastanza stabilmente findalla met degli anni Sessanta del Settecento. Le importazioni francesi variano tra le 105tonnellate in media del triennio 1770-72 e le 250 del triennio 1776-78, sembrano stabi-lizzarsi intorno alle 150 tonnellate negli anni Ottanta, e si riportano su quantitativi ana-loghi persino nei pochi anni di inizio Ottocento nei quali la sospensione dei conflitti riaprqualche varco ai commerci franco-meridionali 71. Alla Restaurazione nulla sembra esseremutato, n daltra parte variata di molto lentit della domanda totale francese di lanaestera destinata al consumo interno, che subir un notevole incremento solo a partire daglianni Trenta 72. Sulla dbcle degli anni Venti difficile esprimersi: numerosi fattori con-

    Il commercio franco-meridionale di fibre tessili tra Sette e Ottocento 109

    68 L. De Matteo, Imprenditori a Napoli nellOttocento, in Storia economica, 2006, n. 2-3, pp. 305-337; Id., Politica doganale e industrializzazione nel Mezzogiorno (1845-1849), Napoli 1982. Nel quin-quennio 1832-1836 furono importate in media 1.207 tonnellate di cotone filato lanno (ASN, MinisterodellAgricoltura e del Commercio, fs. 493).

    69 Sembra che nel 1817-18 la produzione di cotone sia stata inferiore alle esigenze dellindustria in-terna: Glinglesi vedendo questo picciolo bisogno, ne mandarono nel 1819 maggior quantit, quasitutta riesportata, e che non pot sostenere la concorrenza della stoppa che il regno produsse nellannostesso (G. Zurlo, Rapporto al Parlamento Nazionale sulla situazione del Ministero degli Affari Interni,Letto dal Ministro nel Giorno 23 Ottobre 1820, Napoli 1820, p. 124).

    70 Nel quinquennio 1816-1820 la Francia importa per il consumo interno, in media, 15.900 tonnellate dicotone lanno; nel 1821-1825, 23.600; nel 1826-1830, 30.000: M. Block, Statistique de la France cit., p. 133.

    71 La Sant di Marsiglia registra nel triennio 1803-1805 una media annuale di 175 tonnellate di lanadi provenienza meridionale.

    72 Le importazioni furono di 7000 tonnellate nel 1789; 7400 nel 1812 (M. Block, Statistique de laFrance cit., pp. 140-141); 6300 in media nel quinquennio 1816-1820 (ANP, F12 251).

    5. - Importazioni a Marsiglia di lana, cotone e seta dal Mezzogiorno 1814-1832. Fonte: stima daADBDR, Dclarations de Sant, 200 E 474-604 (database, si veda la nota 32).

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    vergono verso quella caduta, dalla politica doganale francese che, dal 1822, colpisce inparticolar modo la lana meridionale 73, al livello assai basso, in generale, delle importa-zioni francesi di lana fino ai primi anni Trenta 74, alla politica industriale borbonica che,come si detto, a partire dal 1823 apertamente rivolta a favorire lindustria interna. Ri-guardo a questultimo aspetto si pu osservare che le esportazioni totali di lana dal Mez-zogiorno continentale registrano una grave flessione proprio nel 1823 75 e che nelquinquennio 1832-36 risultano, in media, di appena 150 tonnellate lanno. Oltretutto,nello stesso quinquennio, le importazioni di lana superano le 74 tonnellate annue 76. Sem-bra probabile che la Francia abbia riagganciato la lana meridionale solo alla fine degli anniTrenta (fig. 6), in coincidenza con una notevole crescita delle sue importazioni totali dilana e, parallelamente, delle esportazioni totali di lana meridionale che nel quinquennio1841-45 sfiorano le 600 tonnellate annue, per poco pi della met destinate alla Francia.Anche allora, peraltro, la quota del Mezzogiorno sul valore totale delle importazioni fran-cesi di lana si profila drammaticamente bassa, nellordine di poche unit percentuali.

    Alla Restaurazione, la ripresa delle importazioni di seta meridionale in Francia moltolenta, difficile dire se in linea con la dinamica delle importazioni totali francesi che, conriguardo alle immissioni destinate al consumo interno, non paiono eccezionali: circa 500

    73 B. Salvemini M.A. Visceglia, Marsiglia e il Mezzogiorno dItalia cit., p. 155.74 In media 6300 tonnellate lanno destinate al consumo interno nel decennio 1820-1829, 6800 nel

    quinquennio 1830-1834, 13.500 nel 1835-1839: J. MacGregor, Commercial Statistics. A digest of theproductive resources, commercial legislation, customs tariffs, navigation, port, and quarantine laws,and charges, shipping, imports and exports, and the monies, weights, and measures of all Nations. In-cluding all British Commercial Treaties with Foreign States, vol. I, Londra 1850, p. 403.

    75 Le bilance di commercio della sola parte continentale del Regno indicano esportazioni per 424tonnellate in media nel biennio 1815-1816; 469 nel 1818-1819; 525 nel semestre aprile-settembre del1821; 252 nel nonimestre aprile-dicembre del 1823, ASN, Ministero dellInterno, II appendice, fs. 221,581, 1077, 1182. Un Prospetto delle qualit, quantit, e prezzi delle Merci che dai Bastimenti di ciascunaProvincia si trasportano in ogni anno allEstero, senza data ma allegato ad uno Specchio della marineriade reali domini di qua del faro al 1 luglio 1833, relativo alle esportazioni effettuate su imbarcazioni dibandiera napoletana che, allepoca, grazie ad un trattamento doganale pi favorevole, raccoglievanolarga parte del traffico desportazione, indica esportazioni di lana per 117 tonnellate: Annali civili delRegno delle Due Sicilie, vol. IV, anno II, fascicolo VII, gennaio-aprile 1834, appendice.

    76 ASN, Ministero dellAgricoltura e del Commercio, fs. 493.

    6. - Esportazioni di lana, canapa e seta dal Mezzogiorno continentale in Francia 1837-1850. Fonti:ASN, Ministero delle Finanze, fs. 14131bis-14144, Statistica Generale Commerciale cit. Il 1840 in G.Bursotti, Biblioteca di commercio, vol. II, Napoli 1842, pp. 196-203.

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    tonnellate di seta in media nel periodo 1816-1823, poco pi