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SPECIALE/DOSSIER RICOSTRUIRE IL PATTO EDUCATIVO SEVERINO DIANICH IL TEMPO DELLA ASSENZA DI CRISTO IL CONTAGIO DELLA SPERANZA ANDREA RICCARDI WOJTYLA PRIMO PAPA DEL MONDO GLOBALE

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SPECIALE/DOSSIERRICOSTRUIRE

IL PATTO EDUCATIVO

SEVERINO DIANICHIL TEMPO DELLA

ASSENZA DI CRISTO

IL CONTAGIODELLA

SPERANZA

ANDREA RICCARDIWOJTYLA PRIMO PAPADEL MONDO GLOBALE

_000CS_vp05_CP_IV_I.pdf April 20, 2020 19:57:19

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57Comuni_

258.000Abitanti_

255.000Battezzati_

1.806 km/qSuperficie_

122Parrocchie_

165Sacerdoti

secolari_26

Sacerdotiregolari_

22Diaconi

permanenti

Intervista a monsignor Vincenzo Bertolone

Accanto alla gente additandocome modello il beato Puglisicontro criminalità e ingiustizie

diMarco Roncalligiornalista e scrittore

“Il vescovo delsorriso” nella terradella ’ndrangheta

N on sapevo perché quaggiù, ma nonsolo, lo chiamassero “il vescovo delsorriso”. Poi ho scoperto che è la paro-

la che siritrova in più di un titolo dei suoi libri, il leit-mo-tiv nel suo lessico quotidiano, l’atteggiamento con cuiincontra tanta gente, senza dimenticare la sua devozio-ne per Giovanni Paolo I ( “il Papa del sorriso”), del qua-le è profondo conoscitore. L’incontro, questa volta, ècon monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo diCatanzaro-Squillace e da un lustro presidente dellaConferenza episcopale calabra.

Da dieci anni circa lei guida una delle diocesipiùantichedellaCalabria,qualiconsiderazionitraeinunmondoinrapidomutamento?

«Oggi, l’annuncio del Vangelo si rende più diffici-le per il cambiamento epocale, per la disomogeneitàdel territorio e la diversità di culture. La salus anima-rum, alla quale ho dedicato la tesi di dottorato in dirit-to canonico, è da sempre la stella polare del mio mini-stero, tanto che anche da vescovo ho fatto perno nellemie lettere pastorali sulla centralità di Cristo nella vita

> Catanzaro-Squillace < La diocesi si racconta

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Bertolone alprimo degliincontri di

Maieutiké conil professor

Becchetti e ildottor Profuno.

dell’uomo, le realtà future, la misericordia, la gioia,l’amore ai poveri, la salvezza delle persone...».

Se guarda indietro, dall’arrivo a Catanzaro il29maggio2011–quandosipresentòdicendo«Stoaccantoavoi»–aoggicosavede?

«...Che ho cercato di stare accanto alla gente, perrecare conforto e riceverne, additando come modelloil beato Pino Puglisi, sempre valido baluardo contro ifondamentalismi religiosi, i rigurgiti di razzismo, laglobalizzazione dell’indifferenza, la criminalità orga-nizzata. E, a più riprese, ho voluto sottolineare il sorri-so come pane del cuore: i preti non possono non espri-mere la gioia del Vangelo. Il primo pane da spezzareper comunicare è quello del sorriso».

Cosa le sembra sia cambiato dal suo arrivo inquesta terradalle tantecontraddizioni?

«Sono rimasto colpito dalla forte coesione del col-legio presbiterale con il proprio vescovo. Tutti i pretipartecipano agli incontri mensili di formazione, mol-tissimi anche agli esercizi spirituali col vescovo, ai pel-legrinaggi diocesani, soprattutto ai santuari mariani diPorto e Torre di Ruggiero; quasi tutti sono impegnatinell’evangelizzazione, partecipano alla processionedella Naca del Venerdì santo; ai riti in onore della Ma-donna del Carmine, a Sersale; alle feste di san Vitalia-no patrono di Catanzaro, e sant’Agazio patrono diSquillace; alla processione di san Bruno, a Serra; all’Im-macolata a Catanzaro. Feste che esprimono la fede ge-nuina del popolo. Ma non va dimenticata la Scuola bi-blica diocesana, che propone percorsi formativi trien-nali. I mancati cambiamenti attesi riguardano le dina-miche sociali: calo demografico, progressivo abbando-no dei centri storici, fuga dei giovani, carenza cronicadi posti di lavoro e tanto altro purtroppo».

Moltilericonosconochenonèmaicalatalasuaattenzionealle fascepiùpoveredellapopolazione.

«Data l’appartenenza ai missionari Servi dei po-veri, metto al primo posto la prossimità verso i poveri,quella che il beato Cusmano chiamava l’ottavo sacra-mento. Non si può offrire un ascetismo astorico o unaspiritualità avulsa dalla vita. Non si possono tenere lemani in tasca e non calarsi nella storia, nelle vicendeumane, condividendone sofferenze e problemi. Unacomunità diocesana amplia il suo cuore quando operaa favore di chi è nel bisogno».

Con chi condivide lei quest’attenzione?Sono parole sue: «Una terra che non garanti-

Nella parrocchiaMadonna di Pompeiper il pasto ai poveri.

«Non si possono tenere le mani in tasca e non calarsinelle vicende umane, condividendone le sofferenze»

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sceunpresente ai suoi figli nonha futuro?».«L’arcidiocesi,con l’impiego di circa 600 operato-

ri sociosanitari, offre oggi accoglienza continua a quasiun migliaio di persone in difficoltà. In campo socialesono sorte delle belle realtà come la cooperativa giova-nile Nazareth, grazie alla generosità del rettore del san-tuario Santa Maria delle Grazie in Torre di Ruggiero,don Maurizio Aloise, che ha sostenuto l’iniziativa, do-nando un locale di 600 metri quadri. In diocesi, poi, cisono due mense dei poveri giornaliere oltre all’Oasidella misericordia per i senza fissa dimora, fiore all’oc-chiello della comunità. Sul versante del lavoro, insie-me a Entopan-Smart Networks & Strategies, providercalabrese di innovazione presieduta da Francesco Ci-cione, in vista dell’evento Economy of Francesco – adAssisi, il 21 novembre prossimo – abbiamo lanciatoun bando per selezionare idee coerenti con le indica-

zioni del Papa. La risposta della Calabria è stata splen-dida: circa 80 candidature, ovvero più del 10% di quel-le pervenute da tutto il mondo. Un comitato scientifi-co presieduto da Leonardo Becchetti ha selezionato17 progetti: saranno accompagnati in un percorso dimaturazione della loro idea imprenditoriale».

Direcente, inCalabria s’è insediataunanuovagovernatrice: cosasi attendeda lei?

«Mi aspetto che affronti i problemi partendo dal-la prospettiva degli esclusi e dei poveri. Le ho chiestodi stilare una pubblica mappa delle priorità e dei biso-gni, con un cronoprogramma. Le ho suggerito di con-centrare i Fondi europei della politica di coesione2021-2027 su pochi obiettivi strategici: innovazione,turismo, economia circolare; di elaborare il Piano stra-tegico regionale 2020-2050 in coerenza con il Pro-gramma Green Deal 2050 e di negoziare con la Com-missione Ue e con la Banca europea degli investimentiun Accordo strategico aggiuntivo con capitoli di Inve-stitori privati che garantiscano etica nelle operazioni;di far nascere un Polo dell’innovazione al serviziodell’area euromediterranea...».

Mipare conoscabene i bisogni del suo territo-rio. Li registra anche durante la visita pastorale?

«La visita continua. L’ho intrapresa nel gennaio2018 . Il tema? “Una Chiesa lieta col volto di madre”.Ovvero, madre capace di ravvivare la fede, la praticareligiosa e, soprattutto, la “religiosità di popolo”, veramanifestazione del suo sensus fidei, per far prendere co-scienza della solidarietà e dell’attenzione verso i pove-ri, della denuncia delle ingiustizie e della lotta controla criminalità e ogni forma di corruzione».

Lostrumentodellavisitaèancoravalido?«È sempre valido e attuale, perché porta a incro-

ciare volti e a condividere sofferenze, gioie e speranze.E incoraggia i fedeli a sentirsi parte di una diocesi cheaccoglie e genera alla fede. C’è la possibilità di incon-trare anche chi non si sente parte della Chiesa, perchévenga a constatare che la parrocchia è una comunitàdalle porte aperte. Dappertutto percepisco la gioiadell’incontro, la forza della comunicazione viso-a-vi-so, la manifestazione del camminare insieme».

Lepronunce dell’episcopato calabro su alcuneforme di religiosità popolare e il fenomenomafio-so, concretamentequali risultatihannodato?

«La ’ndrangheta è ancora il grande male della Ca-labria, ma quelli che vi aderiscono sanno bene di nonavere alcunché da spartire con il Vangelo. Al di là dei ri-tardi, che pure ci sono stati, la Chiesa ha superato certisilenzi, omissioni e, in qualche caso, una larvata conni-venza. Insomma, siamo con papa Francesco, che riba-

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«Dalla nuovagovernatrice mi aspettoche affronti i problemidi poveri ed esclusi»

Nelle foto: il giudice Rosario Livatino e padre PinoPuglisi. Di entrambi monsignor Vincenzo Bertoloneè stato postulatore delle cause di beatificazione.

> Catanzaro-Squillace <

La diocesi si racconta

«La ’ndrangheta èancora il grande maledella Calabria»

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Classe 1946, agrigentino di San Biagio Platani,studi presso l’istituto dei Servi dei poveri e ilseminario dei padri Conventuali di Palermo, a17 anni Bertolone è ammesso al noviziato dellastessa congregazione dei Servi dei poveri nellaquale emette la professione religiosa perpetua nel1969. Dopo il baccellierato in teologia a Palermonel 1974, l’anno seguente è ordinato sacerdote.Cappellano all’istituto di rieducazione per minori“Malaspina” fino al 1980, nel 1981 si laurea inpedagogia all’Università di Palermo e, nel 1985,consegue la licenza in diritto canonico presso laPontificia università “San Tommaso d’Aquino”,a Roma. Nello stesso anno riceve l’attestato dipostulatore presso la Congregazione delle causedei santi, trovandosi più tardi a occuparsi dellecause di beatificazione di don Francesco PaoloGravina, di madre Vincenzina Cusmano,del giudice Rosario Livatino, e delle cause dicanonizzazione dei beati Giacomo Cusmano,Pino Puglisi e Francesco Spoto. Nel 1987consegue il dottorato in diritto canonico. Nel 1988diventa officiale della Congregazione per gliistituti di vita consacrata e le società di vitaapostolica, di cui è nominato sottosegretarioda Giovanni Paolo II nel 2004. Poi l’episcopato:nel 2007 Benedetto XVI lo nomina vescovo diCassano allo Jonio e nel 2011 arcivescovo diCatanzaro-Squillace. Cinque anni fa l’elezione apresidente della Conferenza episcopale calabrese.È autore di numerose pubblicazioni. Tra queste:Il martirio di don Giuseppe Puglisi (Paoline).

Missionario dei Servi dei poveri

disce che mentre critichiamo i peccati di omissione deisingoli e dei gruppi, dobbiamo camminare dicendo noallemafie, aicorrotti e achi abusadei minori e delle per-sone vulnerabili. Lavoriamo per educare alla giustizia,alla responsabilità, alla coerenza. In questo ambitorientra pure la liberazione della religiosità popolaredalle infiltrazioni mafiose e per questo abbiamo attiva-to, da un triennio, una formazione specifica per i semi-naristi, preti del domani. Riguardo alle confraternite,invece, ho costituito la formazione dell’Unione dioce-sana delle confraternite come organo ecclesiale per ac-compagnarle e guidarle sulla via del Vangelo. Nel2016 ho consegnato, tenendo conto delle indicazionidella Cei, i nuovi Statuti e Regolamenti».

Presìdi comeLibera, preti impegnati suquestifronti, comedonPanizza,quantohanno influito?

«Padre Puglisi, col suo sacrificio, ha dimostratoche fondamentale è la testimonianza, e che essenziale èche ciascuno faccia il proprio dovere, fino in fondo. Ri-fuggire dal professionismo dell’antimafia per combat-tere la mafia nella quotidianità è stata una strada che inCalabria è stato possibile intraprendere anche per l’im-pegno di sacerdoti come don Panizza e tanti altri, dimolti laici, di associazioni e movimenti tra cui certa-mente Libera, che danno corpo al cambio di rotta».

Suquesto fronte i suoipreti levengonodietro?Ecom’è il rapportocon loro?L’etàmedia?

«Non c’è chi sta prima e chi dopo, ma una si-nergiache rinsaldiamo semprepiù. Quantoal rap-

«Tutti coloro che aderiscono alla ’ndrangheta sannobene di non avere alcunché da spartire col Vangelo»

Monsignor Bertolone con 45 giovanicoppie che si preparano al matrimonio.

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porto col clero, che è fraterno e dialogico, il dato positi-vo più evidente è quello della ricerca dell’armonia.L’età media dei sacerdoti è di circa 50 anni. Su questofronte c’è uno spaccato perché a volte si pensa che laChiesa debba occuparsi solo del culto e della preghiera,e non prendersi cura anche della povera gente, in lineacon papa Francesco».

Qual è la situazione delle vocazioni in diocesi?Quanti ipresbiteriordinatinegliultimianni?

«Ho ordinato 18 presbiteri, 6 diaconi transeunti,3 permanenti. Il Seminario regionale di Catanzaroospita 66 seminaristi provenienti da 9 diocesi calabre-si; negli altri due seminari delle altre diocesi ci sono al-tri50 seminaristi. Se si pensache sono 1.091 i seminari-sti nel Mezzogiorno (44,7% del totale nazionale), la Ca-labria può ben sperare. Altri 10 seminaristi, poi, fre-quentano un liceo classico paritario».

Eilrapportoconleassociazioni, imovimenti, igruppidel laicato?Consolazionioancheproblemi?

«Sono prevalenti la collaborazione e la sinergia,anche se non mancano i problemi, soprattutto quelli

del raccordo tra le tipicità formative delle aggregazionilaicali e i temi-guida dell’intera comunità. In quest’otti-ca si è dato vita a Maieutiké, che mette in cattedra laiciin dialogo sulla fede, tecnica e spiritualità, scienza e sa-pienza, alla ricerca di quella “presenza segreta e tra-scendente in ogni uomo”, un lampo tra cielo e terra perilluminarne il cammino. Ideata e promossa con Ento-pan-Smart Networks & Strategies, la rassegna nasce inlineaideale con il “Cortile dei gentili”del cardinal Gian-franco Ravasi e la “Cattedra deinon credenti” del cardi-nal Martini. Tra gli ospiti mi piace ricordare Becchetti,Profumo, Realacci, Coda, Mieli...».

La sua arcidiocesi per la primavoltanella sto-ria ha istituito 75 “Ministri della consolazione”...

«Questi si uniscono ai ministri ordinati, per offri-re una testimonianza di speranza a chi soffre. Lorocompito primario è aiutare il malato o l’anziano fragi-le a utilizzare le risorse spirituali e religiose per affron-tare positivamente la malattia, la disabilità o la vecchia-ia. Stanno insieme al malato anche con gesti concretidi aiuto; sostenendo i familiari; collaborando all’ani-

«Con papa Francescodobbiamo camminaredicendo no alle mafiee ai corrotti»> Catanzaro-Squillace <

La diocesi si racconta

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mazione della pastorale della salute. Attuiamo ciò cheè richiamato dal sacramento dell’Unzione degli infer-mi: far toccare con mano la tenerezza di Dio».

Leièancheunuomodistudioenonrinunciaaintervenire sulla stampa: che ruolo ha la comuni-cazionenella sua diocesi?

«Alla carta stampata ho unito la rete e la dotazio-ne tecnico-informatica, per cercare di comunicare

con tutte le realtà ecclesiali in tempo reale. Ad esem-pio: la pastorale giovanile, presente su web, Facebooke Instagram con molte pubblicazioni. Oppure il per-corso online, chiamato photo-walking: qui viene pub-blicata un’immagine con una frase del Vangelo e un te-sto tratto da canzoni, libri, poesie: un modo sempliceper dire molte più cose di un discorso».

Come sta la sua diocesi sul piano economico?«L’insistenza sull’ecologia integrale della Laudato

si’ ci ha spinti a puntare e investire su progetti sociali edeconomici con un’anima. La diocesi mantiene un’op-zione preferenziale per gli scartati e non ha debiti».

Dapostulatoredi causecomequelle diLivati-no oPuglisi, di recente ha aperto quella di Cassio-doro, vissuto secoli fa.Quale significato ha?

«Ho imparato dal mio predecessore, monsignorCantisani, a studiare la santità di Cassiodoro, sulla sciadel Centro culturale di Squillace. Si lavora per ripristi-nareilcultodi un protagonistadella storiaspirituale cri-stiana meridionale, distintosi in campo culturale e poli-tico, biblico, teologico, sia nel cammino di santità».

Monsignor Vincenzo Bertolone allaGiornata missionaria dei ragazzi 2020.

Lavoriamo per educare alla giustizia e alla liberazionedella religiosità popolare dalle infiltrazioni mafiose