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A ll’interno l ’inserto d i Sanità del Lazio Il C ORRIERE DI R OMA NUMERO 6 ANNO LXVI - VENERDI 19 LUGLIO 2013 Fondato nel 1948 da Giuseppe Gesualdi - Direttore responsabile Filippo Gesualdi – direttore editoriale Giovanni Tagliapietra I consulenti “infiniti” di Zingaretti alla Regione Lazio IL CASO a pagina 3 LA DENUNCIA a pagina 6 Operazione-decoro, un bluff, ci vuole altro per liberare Roma Ambulanti, hanno vinto loro Francesco Vitale alle pagina 4 e 5 Operazione simpatia, a tutti i costi. La crisi della politica ci ha regalato un sindaco all’americana, almeno per quel che riguarda l’aspetto-immagine. Il sindaco Marino vuol dare segnali, vuol farsi amare, vuol rendere evidente la sua diversità rispetto al passato. E magari ci sta anche riuscendo, da questo punto di vista. La storia della bicicletta e della scorta di vigili ciclisti è stata ampiamente digerita. Ci vuole altro. E dunque abolita l’ac- qua minerale in Campidoglio (immaginiamo che molti ne con- tinuino a fare largo consumo di nascosto), abolite le auto blu, il neo sindaco va a Ostia in metropolitana per rendersi conto della realtà, mischiandosi (si faper dire) con i pendolari. Non tutte le ciambelle riescono con il buco, deve anche mostrare i muscoli e incassare le critiche. Ha usato la mano pesante con l’ufficio tecnico del Municipio di Ostia e con il comandante dei vigili, ma ha incassato le critiche per il piano-Fori Imperiali e per la viabilità di Prati. Adesso che ha scoperto l’esistenza di emer- genze abitative e sociali (quella che sta creando con l’opera- zione-Fori la scoprirà solo vivendo e speriamo che faccia marcia indietro), accetti un suggerimento. Lasci perdere certe opera- zioni di facciata e vada nel concreto. O almeno ci provi. Si fac- cia due chiacchiere con il suo collega milanese Pisapia e si faccia raccontare come funziona il progetto ‘Ospitalita’ soli- dale’. Se lo studi e provi ad applicarlo su vasta scala a Roma. Vedrà. L’idea milanese è geniale nella sua semplicità e prevede la assegnazione di un certo numero di alloggi popolari a giovani tra i 18 e i 30 anni con redditi minimi – non superiori ai 1.500 euro mensili – a patto che si rendano disponibili ad attivita’ di vicinato solidale nel quartiere. La Giunta di Milano ha appro- vato le linee guida del bando per individuare il soggetto gestore del progetto che si occuperà di trovare i giovani assegnatari, ge- stire la consegna degli alloggi, organizzare le attività di volon- tariato. di Giovanni Tagliapietra segue a pagina 3 Marino, operazione simpatia a tutti i costi Editoriale C’è una Malagrotta in città. Ecco la discarica di via Arenula

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All’internol’inserto di Sanitàdel Lazio

IlCORRIEREDIROMANUMERO 6 ANNO LXVI - VENERDI 19 LUGLIO 2013

Fondato nel 1948 da Giuseppe Gesualdi - Direttore responsabile Filippo Gesualdi – direttore editoriale Giovanni Tagliapietra

I consulenti“infiniti” di Zingarettialla RegioneLazio

IL CASO

a pagina 3

LA DENUNCIA

a pagina 6

Operazione-decoro, un bluff, ci vuole altro per liberare Roma

Ambulanti, hanno vinto loro

Francesco Vitale alle pagina 4 e 5

Operazione simpatia, a tutti i costi. La crisi della politica ci haregalato un sindaco all’americana, almeno per quel che riguardal’aspetto-immagine. Il sindaco Marino vuol dare segnali, vuolfarsi amare, vuol rendere evidente la sua diversità rispetto alpassato. E magari ci sta anche riuscendo, da questo punto divista. La storia della bicicletta e della scorta di vigili ciclisti èstata ampiamente digerita. Ci vuole altro. E dunque abolita l’ac-qua minerale in Campidoglio (immaginiamo che molti ne con-tinuino a fare largo consumo di nascosto), abolite le auto blu, ilneo sindaco va a Ostia in metropolitana per rendersi conto dellarealtà, mischiandosi (si faper dire) con i pendolari. Non tutte le

ciambelle riescono con il buco, deve anche mostrare i muscolie incassare le critiche. Ha usato la mano pesante con l’ufficiotecnico del Municipio di Ostia e con il comandante dei vigili,ma ha incassato le critiche per il piano-Fori Imperiali e per laviabilità di Prati. Adesso che ha scoperto l’esistenza di emer-genze abitative e sociali (quella che sta creando con l’opera-zione-Fori la scoprirà solo vivendo e speriamo che faccia marciaindietro), accetti un suggerimento. Lasci perdere certe opera-zioni di facciata e vada nel concreto. O almeno ci provi. Si fac-cia due chiacchiere con il suo collega milanese Pisapia e sifaccia raccontare come funziona il progetto ‘Ospitalita’ soli-

dale’. Se lo studi e provi ad applicarlo su vasta scala a Roma.Vedrà. L’idea milanese è geniale nella sua semplicità e prevedela assegnazione di un certo numero di alloggi popolari a giovanitra i 18 e i 30 anni con redditi minimi – non superiori ai 1.500euro mensili – a patto che si rendano disponibili ad attivita’ divicinato solidale nel quartiere. La Giunta di Milano ha appro-vato le linee guida del bando per individuare il soggetto gestoredel progetto che si occuperà di trovare i giovani assegnatari, ge-stire la consegna degli alloggi, organizzare le attività di volon-tariato.

di Giovanni Tagliapietra segue a pagina 3

Marino, operazione simpatia a tutti i costiEditoriale

C’è una Malagrottain città. Eccola discaricadi via Arenula

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Via Merulana, 139/Piazza san GiovanniPiazza del ParlamentoVia del Tritone, 152Via Roma libera, 22Via Ripetta/Via TomacelliVia XX Settembre, 96/97Largo del TritoneGalleria Colonna (Alberto Sordi)/Largo ChigiSalita de Crescenzi/PantheonPiazza SonninoPiazza FarneseViale Carlo Felice/San Giovanni

Piazza Pasquale PaoliPiazza san Silvestro, 13Piazza IndipendenzaLargo Tassoni/Corso VittorioPiazza Cinquecento, 64/Via d’AzeglioVicolo Sciarra/ Via del CorsoPiazza Campo de’ Fiori, 2Piazza della Minerva, 37Piazzale Albania Viale Trastevere Ang. Via MorosiniPiazza del Gesù, 48Piazza Capranica

Piazza del ViminalePiazza di Spagna, 57Via Zanardelli altezza civ. 16/1Via E. Filiberto Altezza Civico 144Via della dogana vecchiaPiazza Fontanella BorgheseLargo ArenulaPiazza santa Maria LiberatriceVia dei sabini/Via del corsoVia Boncompagni, 12/14Manzoni/Via MerulanaVia Sora/ Corso Vittorio EmanueleVia Marmorata/Largo GelsoPiazza Benedetto CairoliVia Merulana, 204Via della Scrofa, 101Via Celimontana, 5Via Mario de’ fiori/via della CroceVia Flavia, 52Edicola centrale Piazza Tuscolo

IlCORRIEREDIROMAECCO DOVE TROVARCI

GELATERIA SISTO OSTIAPiazza Anco Marzio 7

PASTICCERIA BAR KRAPFEN - PAGLIAPiazza Anco Marzio 18/19

VENEZIA lungomare Amerigo Vespucci 8Chiedere Ruggero Barbadoro

LE DUNE lungomare Duilio 22 Rivolgersi segreteria Beach Resort

LA CAPANNINA lungomare Vespucci n.156

LA PLAYA lungomare Vespucci n.184

GAMBRINUSlungomare Vespucci n.12

SPORTING BEACHlungomare Vespucci n.8

BAGNI VITTORIAlungomare Paolo Toscanelli n.195

Ostia centro:

GELATERIA PARADISOViale I. Montanelli, 130 ROMAMONTANI ICEVia di Casalotti, 59 A ROMAGELATERIA RETRO'Via Baldo Degli Ubaldi, 118 ROMALA CAFFETTERIA MASSI' DI SCARDELLA MASSIMILIANOVia G. Allievo, 41 ROMABAR TABACCHI LEANDRIVia Paola Falconieri, 81 ROMA BAR A QUATTRO SRL DI MONTECCHIARI PATRIZIOVia P. Venturi, 73 ROMABAR DI LA MARCA LUCIANOVia Tor De Schiavi, 153/A ROMAKRISTAL BAR SNC Circ.ne Nomentana, 568-570 ROMABAR GELATERIA TERRA ANNA MARIA Via Livorno, 13 ROMABAR CIRCO MASSIMOViale Aventino, 14 ROMAGA MA DA SNCViale Aventino, 28 ROMA LIBRIZZI GIORDANAViale Aventino, 101 ROMASTINZIANI ANGELOViale Aventino, 78 A ROMAGELATERIA PUDDINUViale Aventino, 59 ROMABAR GUSTO MASSIMOVia Del Circo Massimo, 5 ROMA

BAR CIAMPINIViale Delle Trinità' dei Monti snc ROMA BAR LATTERIA PANNA E CIOCCOLATO DI FABIO VITIVia Taggia angolo Via Montiglio,13/15 ROMACAFFE' VAN GOGHPineta Sacchetti. RomaBAR GIOVENALEPiazza Giovenale, 6 ROMA BAR LA TERRAZZA Via Appiano, 36 ROMAVALORANI'S FORUM Largo Corrado Ricci, 30 ROMABAR DI AFFATATI PIER MATTEOVia Claudia, 14 ROMABOATTINI BARVia Mastrogiorgio, 58 ROMA BAR DI CAPALDO SIMONEVia della Lungara, 39 ROMAALOISE DOMENICOViale Trastevere, 76 ROMAGELATERIA FIOR DI LUNAVia della Lungaretta, 96 ROMA GELATERIA MIANI MARIA GIOVANNAVia della Seggiola, 12 ROMA BAR VIVONAPiazza Vivona, 20 ROMABENEVENTO BARVia Achille Funi, 32 ACILIAMALI SRL BAR MARTINICAVia della Martinica, 151 ROMA

PASTICCERIA SALENTINAVia Lago Tana, 51 ROMA (Metro B1 Libia)

BAR PASTICCERIA BERNASCONI P.zza Benedetto Cairoli, 16 ROMABAR SGANGA P.zza N. Signora di Guadalupe, ROMA LOVE 4 PIZZAVia Peveragno, 52 ROMALEONI WALTERLargo Arturo Donaggio, 12 ROMACAFFETTERIA PASTICCERIA OLIVER & CVia A Bocchi, 306 ROMARISTORANTE EUR FUNGO Via Pakistan, 1 ROMADOMUS GRAN CAFFE’ COLLI PORTUENSI Via Colli Portuensi, 518 ROMAGEL GRILL SRLVia Tor de Schiavi, 284 ROMABAR FARNESEVia dei Baullari, 20 ROMABAR DEL MOSE’ SRLLargo Polveriera, 35 ROMA

gli esercizi commercialiLista dei locali che distribuiranno Il Corriere di Roma ogni settimana

Si ringrazianoi seguentiesercentiche hanno ospitato“Il Corriere di Roma”

Si ringraziano gli esercenti che hanno ospitato “Il Corriere di Roma”

le edicole

Stabilimenti balneari:

Direzione Porto Turistico RomaLungomare Duca degli Abruzzi, 84

2venerdì 19 LUGLIO 2013

IlCORRIEREDIROMA

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Continua la stagione fortunata dei fun-zionari di partito. Cecilia D’Elia, di Po-tenza, nella Capitale ne ha fatta di

strada negli ultimi cinque anni passando pertre diverse formazioni politiche. La coerenza,d’altro canto, è solo dei pazzi, dicono gli psi-cologi. Eletta nella lista Ds è diventata consi-gliere provinciale di Roma dal 2003 al 2007,poi è passata alla “costola” dell’Ulivo in ungruppo chiamato Sinistra Democratica per ilSocialismo Europeo (Sdse) quando, per unanno, dal 2007 al 2008, è entrata nella giuntaguidata da Veltroni nella breve veste di asses-sore. Infine ha traslocato in Sel (Sinistra, Eco-logia e Libertà, partito fondato da NichiVendola) per ottenere un bel posto da vicepre-sidente della giunta Provinciale di Roma, dal2008 al 2012, all’epoca guidata da Zingaretti.Rimasta disoccupata dalla impresa “La poli-tica” per meno di 6 mesi, siccome il neo sin-daco di Roma , Ignazio Marino nicchia un po’per sistemarla alla presidenza di una delle sue136 aziende partecipate dal Campidoglio (simormora che in pole per D’Elia ci sia Zétema,proprietà al 100 per 100 del comune di Roma

col bilancio in per-dita), allora loscorso 26 giugno ilpresidente NicolaZingaretti ha presocarta e penna e leha offerto una con-sulenza alla Re-gione Lazio sottola voce "contrastoalle discrimina-zioni e tutela deidiritti fondamen-tali di genere" per40 mila euro lordil’anno (contrattorinnovabile, ovvia-mente finché cisarà lui). Non indi-gnano più, certo, lecentinaia di consu-lenze che ormai daalcuni mesi, non faaltro che decretareZingaretti peramici, dirigenti di

partito, consulenti della sua compagna eletto-rale. Se la legge lo permette è tutto legittimo.Ciò che indigna è che per “assumere” in Re-gione la D’Elia si usi la parola “esperta” nelcontrasto alle discriminazioni uomo donna enon sembra che la funzionaria di partito abbiaquesto requisito. Gli organismi di parità, tral’altro, sono già ampiamente rappresentatinella Regione Lazio. Un memo per Zingaretti:esiste la Consulta Femminile , la consiglieraregionale di Parità, il vecchio Comitato PariOpportunità che si sarebbe dovuto trasformarein Cug (Comitato di Garanzia per le Pari Op-portunità ) unendo anche la tutela contro ilmobbing già dal lontano 2011. Se è vero che ilpresidente Zingaretti vuole dare una svolta allacultura sulla parità uomo donna perché nonutilizza i tecnici (bravi e competenti) che giàsono all’interno dell’amministrazione che go-verna?

Il caso

I consulenti “infiniti” di Zingarettialla Regione Lazio

Troppo belloper essere vero,ci deve essereun trucco

Onore al merito del sindaco Marino, cheimpone l’acqua di rubinetto, vende le

auto blu, licenzia il capo dei vigili e imponel’operazione decoro in alcune piazze del cen-tro storico, taglia le commissioni, incontra imovimenti per la casa. Ecumenico, cerca dipensare a tutto. Troppo bello, troppo perfetto per essere vero,dov’è il trucco? Arranca alle sue spalle il vicesindaco Nieri. Era abituato a tutt’altro tipo dilavoro, ora deve faticare. Fare il Sancho Panza del sindaco don Chi-sciotte non deve essere facile. In preda a crisi di nervi quelli del Pd capito-lino e laziale, Patanè e Gasbarra hanno bi-sogno di cambiare aria. E Pancalli, cosa fa?Sparito. Se l’innovazione si misura sulla lunghezzadello scivolo fatto piazzare in aula Giulio Ce-sare siamo messi male. Sparito Marchini, sparito Onorato, nonhanno più niente da dire; e i grillini, che finehanno fatto? Ritorna in prima linea con unagiacca nuova l’inaffondabile (pardon, sta-

volta è affondato ma resta a galla) LucianoCiocchetti. Via dall’ingrata e ormai inconsistente Udc,aria nuova e partito diverso, lui per lo menoci prova a combinare qualcosa, altri - leggiarea di centro destra nella sua interezza -pensano incredibilmente ad altro. Nel vuoto Marino gigioneggia e spadroneg-gia. In Regione è un’altra musica. Zingarettifa quel che può - poco - e la situazione è con-fusa: allora prende il pullman, ci carica laGiunta e va a fare merenda in Campidoglio. Non si capisce chi comandi sul serio, tra luie Marino. Alla Pisana se non ci fosse Luca Gramazioa movimentare il quadro sarebbe un mortuo-rio. Anche qui i grillini mostrano i loro limiti ela incapacità di fare opposizione. Imbaraz-zante anche Storace, che spara una dozzinadi comunicati al giorno, ma senza incidere.Il dietro le quinte non lo racconta nessuno. La casta è rimasta casta, non basta cambiaregli uomini

CHI SALEdall’alto Ignazio Marino e Luciano Ciocchetti

CHI SCENDEdal basso Enrico Gasbarra,Luca Pancallie Luigi NieriPOLITICA

BORSINOildella

di Giuseppe Cecchini

In primo Piano 3venerdì 19 LUGLIO 2013

IlCORRIEREDIROMA

Nella foto: il “funzionario di partito” Cecilia D’Elia.Era la vice di Zingaretti alla Provincia, oggi gli fa daconsulente

Marino, operazionesimpatia a tutti i costi

DALLA PRIMA PAGINAdi Giovanni Tagliapietra

Il progetto consentirà di sottrarre all’ab-bandono alloggi non assegnabili, soste-nendo i ragazzi in difficolta’ in unmomento di crisi economica e del la-voro. Inserire dei giovani nei quartieripopolari, dando loro una casa a fitto age-volato e coinvolgendoli in attivita’ dicoesione sociale e volontariato, vuol direcontribuire concretamente alla rivitaliz-zazione delle periferie. In sostanza, io tido un tetto, tu in cambio renditi utile aiu-tando chi ha bisogno: non generica-mente, ma concretamente, secondo undisegno preciso e concordato. Se pren-desse piede e venisse applicato con cri-terio e su scala ampia a Roma potrebberivelarsi uno strumento tremendamenteutile.

Tra i tanti nomi spicca il "funzionario di partito" Cecilia D'Elia. Era la sua vice in giunta alla Provincia diRoma. È diventata per decreto esperta contro le discriminazioni uomo donna

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Sono lì, già dalle prime ore del mattinocon i lenzuoli stesi e la merce appa-recchiata sui marciapiedi, pronti ad

accogliere i turisti della capitale. Gli ambu-lanti abusivi sono ormai ovunque, perstrada, nascosti tra le macchine parcheg-giate, sull’uscio dei portoni, all’uscita dellemetropolitane. I più “organizzati” hannoanche tavolini fatti di cartone che sistemanodavanti ai negozi e vicino a strisce pedonali.Sono pronti a venderti la migliore mercecontraffatta, dagli occhiali da sole taroccati,alle copie delle borse griffate, agli orologi“usa e getta”, appena si scarica la batteria, aiportafogli, ai porta monete, fino ai più sofi-sticati souvenir ricordo, non dimenticandosidei giocattoli per i più piccoli. Se poi c’è ilsole o fa troppo caldo, sono pronti a offrirefoulard o scialle all’ignara giovane turistache non può altrimenti entrare nella Basilicadi San Pietro, perché la gonna è troppo cortae la spalla troppo scoperta. Se invece piove,si materializzano ombrelli di tutti i tipi e ditutte le grandezze, che probabilmente dopola prima acqua e un po’ di vento, non sa-

ranno più utilizzabili. È una vera e propria invasione, centinaia diabusivi che circondano le zone intorno alVaticano. I commercianti sono stressati,masoprattutto, si sentono, abbandonati, dallacampagna anti-abusivismo del sindaco Ma-rino, che sembrerebbe però essersi dimenti-cato di San Pietro e dintorni. Lo stessoMarino ha annunciato come “l’operazioneanti abusivismo dovrà essere estesa a tutte learee della città, a partire dalle periferie”.Ma in tutta l’area di via Andrea Doria,Musei Vaticani, Castel Sant’Angelo, PortaAngelica, via Ottaviano e piazza San Pietro“comandano loro”. Gli abusivi hanno occu-pato ogni piccolo spazio libero. Hanno stac-cato anche le coperture d’acciaio deicontatori, lì ci nascondono la merce el’unica barriera di protezione è un cartone.Hanno divelto anche la parte superiore delcassonetto della carta perché utilizzano lecartacce per riempire le borse che vendono.Alcuni commercianti “coraggiosi”, provanoa mandarli via con decisione, ma serve apoco o niente: torneranno dopo pochi mi-

L’inchiesta

Scenari

Ben venga la presa di coscienza del sindaco Marino,''Deve essere avviata una riflessione sugli sfratti le-

gati alle abitazioni di proprieta' degli enti, non possiamoavere nella capitale migliaia di persone senza casa'', dice,e scopre che il Comune non ha piena contezza delle di-mensioni e delle articolazioni del suo patrimonio immo-biliare. Dunque il povero vicesindaco Nieri passerà giornie notti a chiarire ogni dubbio. "Dobbiamo conoscere que-sto nostro patrimonio- dice ancora Marino- e poi valo-rizzarlo e utilizzarlo per le persone che si trovano in unasituazione di fragilita' sociale e di disagio abitativo. Deveessere anche avviata una riflessione sugli sfratti legati alleabitazioni di proprieta' degli enti: a fronte di un progettopiu' o meno condivisibile come quello della privatizza-zione degli enti non possiamo avere nella Capitale mi-gliaia di persone senza casa”. Parole sante, ma che fanno

venire i brividi. La spinta al fare viene da una assenza, dauna carenza: Si può ragionevolmente pensare che primadel nuovo sindaco nessuno abbia avuto queste idee? Ma-rino insiste e tira per la giacca Zingaretti, un tavolo con laRegione Lazio sull'emergenza abitativa si terra' il 23 luglioprossimo, esul quale la giunta Zingaretti metterebbe "fondiconsistenti" per l'edilizia residenziale pubblica a Roma. Lastrategia del Campidoglio, par di capire, e' quella di rag-giungere "una fase di tregua per abbassare il livello di ten-sione", Parliano di sospensione degli sfratti per la qualeil sindaco Marino scrivera' al premier Enrico Letta. Sod-disfatti i movimenti per la casa romani. Se questo porteràad un allentamento delle tensioni sul piano inclinato e sci-voloso delle occupazioni (e degli sgomberi) è presto perdirlo. Loro, i movimenti, tengono Questura, Prefettura,Procura sulla corda. Vedremo in autunno.

Marino scopre l’emergenza casa e i buchi neri del Campidoglio

È saltata la testa del comandante della Municipale, colpevole di non aver gestito con rapidità il blitzcontro l’esercito di invisibili/visibilissimi che occupano con le loro cianfrusaglie ogni centimetro disponibile di centro storico. Cacciato dal Pantheon, dal Colosseo, il suk si è trasferito sotto le mura va-ticane, dove non c’è traccia di vigili e il mercato all’aperto può proseguire indisturbato

Cronache4venerdì 19 LUGLIO 2013

IlCORRIEREDIROMA

Roma - Il suk sotto Castel S.Angelo

di Francesco VitaleUno ogni metro. In centinaia lungo via della Conciliazione. Decine in piazza San Pietroe all’ombra di Castel Sant’Angelo. Un esercito di venditori ambulanti, assedia la zonaintorno alla Città del Vaticano. “Abbiamo meno dignità del Pantheon, piazza di Spagna,Colosseo, Fontana di Trevi e piazza Navona?”, domandano infuriati al sindaco, IgnazioMarino, i commercianti di via della Conciliazione. La scorsa settimana il blitz. E ora?

Un’occupazione abusiva nella periferia di Roma. Degrado e scarsa igiene

Quello che forse il sindaco non sa

Ambulanti abusivi, hanno vinto loroOperazione-decoro? Un bluff

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nuti. In via Ottaviano, dall’uscita della me-tropolitana fino a piazza Risorgimento, lascena è esilarante. Le pattuglie dei carabi-nieri che sovente passano, sembrano igno-rare totalmente il fenomeno, guardano, mavanno oltre. Qualche vigile si trova al se-maforo, controlla il traffico, ma non agisce.Gli abusivi se vedono qualche macchinapassare, si dileguando, raccolgono lenzuolae tavoli di cartone e fuggono nelle vie late-rali tra Via degli Scipioni, via Germanico evia dei Gracchi, ben nascosti tra le mac-chine. C’è qualcuno che ne approfitta perentrare in un bar o in una pizzeria e fare unapiccola pausa, per non destare sospetti. Poi

si ripresenteranno. All’improvviso un vi-gile, accompagnato da un uomo della Guar-dia di Finanza, ne ferma uno, cerca diidentificarlo, prende nota di un nome diffi-cile da pronunciare o scrivere, e anche di unipotetico indirizzo che risulterà poi inesi-stente. La merce contraffatta è ancora lì.Ci si chiede perché dal Pantheon a piazza diSpagna, dal Colosseo a Fontana di Trevi, cisiano ben 300 agenti di polizia municipale,pronti a intervenire contro i venditori abu-sivi, mentre a due passi da San Pietro non cisia quasi nessuno. In via della Conciliazionegli abusivi arrivano a vendere anche botti-gliette d’acqua minerale di dubbia prove-nienza. E qui c’è anche un problema dicarattere igienico-sanitario. I turisti abboc-cano, tra l’assetato e il curioso, comprano,prendono e si fermano. E la città ci fa unabrutta figura.La polizia municipale conosce molto bene ilfenomeno, ma non c’è ancora un’opera-zione concreta in programma per contra-stare gli abusivi. Dipenderà anche dal fattoche il nuovo comandante dei vigili urbani,Donatella Scafati, dopo le dimissioni diCarlo Buttarelli, dovrà prendere coscienzadella situazione. Intanto Ignazio Marino sicongratula con i vigili per la maxi opera-zione avvenuta nelle sei piazze “calde” delcentro, che ha portato al sequestro di ton-nellate di merce contraffatta, oltre ad ali-menti potenzialmente pericolosi e decine dimigliaia di farmaci e alcolici di contrab-bando provenienti dalla Cina.Per il consigliere comunale Gianni Ale-manno, a margine della riunione di insedia-mento del 'comitato strategico' per RomaCapitale, il piano anti abusivismo del Co-mune, "e' un'operazione di immagine,un'operazione pericolosa, un'operazione im-

provvisata”, criticando la somma di denaro(oltre 1 milione e 200 mila euro) necessarioper coprire le sei piazze del centro storicocon risorse che per l’ex primo cittadino,verrebbero sottratte agli straordinari deglialtri gruppi municipali. Il "vero e unicomodo" per difendere le piazze del centrostorico, secondo Alemanno, sarà realizzare"un vero coordinamento Interforce con laPolizia di Stato, i Carabinieri e la Guardia diFinanza per fare un controllo territorialeserio, e non mettere dei vigili che tengonolontani fisicamente i venditori senza scon-figgere realmente il problema dell'abusivi-smo”.Intanto si rimane a guardare, cercando discoprire il trucco dei finti bonzi buddisti che“lievitano” nell’aria senza reggersi. E c’èanche chi li paga.

Le cose che non vanno

Èdomenica pomeriggio alla stazione Termini di Roma. La linea Bdella metropolitana è in arrivo sulla banchina direzione Rebibbia-

Conca d’Oro. Fermata come sempre molto affollata e vagoni dei trenimolto pieni. Si aprono le porte, scendono persone, molti giovani che– complice la bella e calda giornata – sono tornati dal mare. Ci sononumerosi turisti, ma anche alcune famiglie con passeggini al seguito.Proprio questi ultimi ora sono agevolati a Termini dalla presenza deinuovi ascensori, inaugurati da poco, che permettono di cambiare me-tropolitana o uscire dalla stazione, in maniera semplice, sicura e senzautilizzare le scale mobili, sempre molto frequentate. Un padre e unamadre con la bimba di un anno o poco più leggono immediatamentela scritta “Ascensore – lift” e l’indicazione per raggiungerlo, ma per-corsi pochi metri, al posto della cabina trovano una porta chiusa. De-cidono allora di rivolgersi al personale di stazione (che si trova intesta alla banchina, dalla parte opposta), il quale risponde loro “chel’ascensore non c’è e che bisogna utilizzare le scale mobili”. Giù tro-veranno un altro ascensore che consentirà loro di raggiungere la linea

A della metro e di tornare a casa.Ma la mamma della bambina è delusa, forse stremata dal viaggio. Racconta di averpreso la metropolitana a Laurentina, salendo su uno dei treni “vecchi” che ancora cir-colano sulla linea, quindi senza aria condizionata e molto rumorosi. Il treno, incon-trandosi con quello proveniente da Ostia, inevitabilmente si riempie. La temperaturasi alza, fa molto caldo e per la bambina (ma non solo) è sicuramente un disagio. “Nonè solo il caldo il problema – commenta la famiglia – ma anche le condizioni del viag-gio, con porte rumorose, voce fonica che annuncia le fermate a volume troppo alto, can-tanti improvvisati che si esibiscono per guadagnarsi qualche euro”. Il viaggio dellasperanza. La bambina si dispera e piange. Smetterà solo all’uscita dal treno. “E poi di-cono di lasciare la macchina a casa”, commenta il padre della piccola. Intanto si diri-gono verso il secondo ascensore, vi entrano, ma all’interno, a poco più di un mesedall’inaugurazione e, nonostante le videocamere di videosorveglianza, c’è un odorepiuttosto nauseante. Per fortuna dura pochi secondi. Poi di nuovo in banchina, è in ar-rivo il treno della linea A, questo è con l’area condizionata. Si arriva a casa. Piccoli di-sagi di una normale fine domenica pomeriggio nella capitale.

Francesco Vitale

Metro, è sempre un’odissea. E quell’ascensore fantasma...

Cronache 5venerdì 19 LUGLIO 2013

IlCORRIEREDIROMA

Nelle foto: alcuni esempi di abusivismo. In alto: venditori ambulanti in via Ottaviano non danno tregua a turisti e passanti abituali

Stazione Termini: un’affollata e calda Linea B della metropolitana

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La denuncia

Al barone Guglielmo Huffer, nobileteutonico di fine Ottocento, sarebbevenuto un colpo. Il giardino di Piazza

Cairoli, risistemato a fine secolo (a propriespese) dal nobile teutonico, situato a duepassi dal ministero di Grazie e Giustizia diVia Arenula, oggi è più simile a Malagrottache ad un ordinato parco d'impronta asbur-gica. A Parigi, Londra e Berlino questi due-cento metri quadri di verde nel pieno delcentro storico, verrebbero curati come un gio-iello prezioso della città. A Roma no. La re-cinzione di ferro battuto è ormai solo uncontenitore per cartacce e rifiuti ammassati.Sacchi dell'immondizia, bottiglie vuote, qual-che panchina rabberciata e scrostata. I duegazebo in legno, che potrebbero rappresen-tare punti di ritrovo dalla posizione invidia-bile per la fiumana umana di turisti chesciama da piazza Farnese verso largo Argen-tina, sono coperti di scritte spray e chiusi conlucchetti arrugginiti. Per non parlare dellavaria umanità che si ritrova sotto gli alberi ele fontane classiche.Gli abitanti del centro storico da anni prote-stano, scrivono petizioni, manifestano controil degrado e l'abbandono. Unico risultato: uncartello che avvisa che i cani possono entrarenel giardino "solo se muniti di guinzaglio".Però anche il cartello di divieto di quello chefu un parco pubblico rinomato, è misera-mente crollato nell'incuria e nell'abbandono.

Basterebbe concedere a qualche esercentedella zona intraprendente, ad una cooperativadi giovani volenterosi, o anche a delle suoredal pollice verde, l'uso frutto turistico dei ga-zebo - a fronte della ristrutturazione e manu-tenzione dell'area verde - per vedere rifiorire,a costo zero,la piazza. Forse il ministro Guar-dasigilli, l'ex prefetto Anna Maria Cancellieri(ex ministro dell'Interno e commissario dellecittà con problemi di gestione come Bolo-gna), potrebbe farsi quattro passi fino aPiazza Cairoli per rendersene conto e magariattivarsi con il presidente del I municipio, conil sindaco Marino o con il Servizio Giardinidel Campidoglio. Basterebbe il colpo d'oc-chio per scappare a gambe levate. L'odore diescrementi, l'immondizia e l'incuria di questogioiello metropolitano fanno rabbia. Ai turi-sti , che non si capacitano, e ai romani av-vezzi a tutto. Se il Comune non ha soldi - ecerto non ne ha vista la continua colletta dirisorse finanziarie con Palazzo Chigi - po-trebbe almeno avere la fantasia di concederea selezionati privati la manutenzione e la ge-stione della piazza. Potrebbe diventare unosplendido luogo di ritrovo per aperitivi serali,concerti all'aperto o location fenomenale perriprese cinematografiche. Però per immagi-nare una gestione diversa della "cosa pub-blica" ci vuole fantasia. La stessa fantasia chemosse, oltre un secolo addietro, il baroneHuffer a farsi mecenate e a rimettere in sestoquest'area di verde tra i palazzi e la Roma im-periale.

L'Associazione per i Diritti degli Utenti e dei Consumatori ha in questi giorni presentato aIgnazio Marino due proposte di riqualificazione che non potrà non considerare seriamente,

se vorrà dimostrarsi il Sindaco dell'arte e della cultura che in campagna elettorale diceva di voleressere. La proposta di più facile e immediata concretizzazione riguarda l'ex-mattatoio di Testac-cio, un complesso di 25000 mq occupato in minima parte dal Museo d'Arte Contemporanea(MACRO) e lasciato per lo più a sè stesso per il resto. L'ADUC propone di farne un Beaubourg,centro culturale polivalente utilizzabile nei modi più vari. Potrebbe potenzialmente ospitare saledi esposizione per le arti visive, musei, sale per convegni, spazi per la musica dal vivo, bibliote-che, eccellenze eno-gastronomiche e così via. Diverrebbe anche un centro di aggregazione citta-dino, e nell'ipotesi più rosea un punto di riferimento e un crocevia artistico e culturale –sull'esempio del Centre Pompidou di Parigi - nel quale trovino spazio pittura, scultura, musica,letteratura, teatro, fotografia ed altre forme espressive. Laddove l'idea del museo è impostata suuna concezione statica e non partecipativa – il visitatore è fondamentalmente un cliente che pagala sua entrata per prendere visione di traguardi già raggiunti, di uno "status quo" per così dire –la base concettuale del Beaubourg è invece quella di uno spazio pulsante, che si visita e al con-tempo si crea, si ammira mentre si modifica. E' un'idea – forse romantica - fondata sul passaggiodi idee e informazioni, sulla creatività di una collettività di menti, sull'apporto reciproco dellacittà al beaubourg e del beaubourg alla vita cittadina. "Non occorrerebbero spese ingenti – assi-cura Primo Mastrantoni, segretario ADUC – l'impianto di base è già sotto i nostri occhi. E se ilComune non volesse sobbarcarsi tutta la spesa abbiamo proposto formule come il comodato d'usoa privati o il co-finanziamento di Comune e investitori." Per un complesso enorme e in sostan-ziale disuso dal 1975 sarebbe un bel salto di qualità, e si andrebbe anche a riqualificare uno dei

pezzi fondamentali dell'ar-cheologia industriale ro-mana. La seconda proposta dell'ADUC è di più difficile realizzazione e dovrà nel caso far partedi un progetto a lungo respiro. In due parole: "Parco Archeologico". L'area comprendente CircoMassimo, Colosseo, Arco di Costantino, Palatino e Foro di Traiano (delimitata ad est da Via diSan Gregorio, poi via Celio Vibenna) dovrebbe essere chiusa al traffico, resa totalmente pedonale,un'unica grande porzione della Roma Imperiale. Secondo il progetto andrebbero divelti tutti isampietrini – al momento necessari per permettere il passaggio delle auto – riscoprendo quindil'intera superficie archeologica ora parzialmente nascosta dalle strade. "Sarebbe un unicum nelmondo – afferma Mastrantoni – un grande parco archeologico a cielo aperto, visitabile con un solobiglietto." E' vero che il necessario riassetto della viabilità intorno alla zona interessata potrebberappresentare una difficoltà non da poco, ma una proposta come questa andrebbe presa sul serioin una città in cui il turismo rappresenta un'insostituibile linfa vitale (stesso dicasi per il beaubourgdi Testaccio). Roma dovrebbe poter essere "a mani basse" una delle prime città al mondo per nu-mero annuale di turisti internazionali, e si ritrova invece - secondo le ultime classifiche - triste-mente fuori dalla top ten. Non rimane che augurarsi, per il bene della città, che le velleità delsindaco Marino possano presto concretizzarsi, magari anche portando a compimento almeno unadi queste proposte, ambiziose ma non ingenue. Perchè non pensare in grande una volta tanto? Senon si punta all'eccellenza si raggiunge a malapena la mediocrità, e una città come Roma non selo merita. Perchè non iniziare un progetto con la precisa intenzione di farne qualcosa di mai vistoprima? Senza spirito imprenditoriale – nel senso avventuristico del termine - e senza la spintacreativa dell'arte, siamo già morti.

di Leonardo Giocoli

Sotto gli occhi di tutti, nessuno interviene

C’è una Malagrotta in cittàEcco la discarica di via Arenula

Un Beaubourg all’ex mattatoioe un parco archeologico? Chissà

In pieno centro storico, tra piazza Farnese, Campo de’ Fiori, largo Argentina e via Arenula c'è uno dei pochi parchi cittadini che oggi è stato trasformato in un cassonetto. Carte, cartoni come letti,bottiglie vuote e strutture turistiche abbandonate. Basterebbe concederne la gestione a dei privati che si impegnino a tenerlo pulito e godibile. Dai romani come dai turisti. Nell'800 il barone Hufferspese di tasca propria i soldi della ristrutturazione, oggi neppure il Servizio Giardini del Comune se neoccupa. E i residenti, demoralizzati, protestano per il quotidiano abbandono

Cronache6venerdì 19 LUGLIO 2013

IlCORRIEREDIROMA

Proposte

di Lorenzo Marziali

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L’Italia, tutti se ne riempiono la bocca, èun “grande Paese”. Per i successi cal-cistici e perché, si afferma, nei mo-

menti difficili “sa fare miracoli”. Peccato peròche, nella normalità, il “sistema Italia” facciaacqua da tutte le parti. Spesso per dolo, comemostrano le inchieste giudiziarie di cui riferi-scono ogni giorno i giornali. Ma ancora piùspesso perché certe cose non si cambiano“perché si sono sempre fatte così” , cioè percialtroneria. Un esempio? Foglia è una fra-zione di Magliano Sabina sulla Flaminia, 60km da Roma , di cui parla già Tito Livio. Persecoli è stato strategicamente importante per ilguado del Tevere. Oggi è un delizioso borgodalla struttura medievale - un castello, unachiesa e una cinquantina di case ammucchiatesu uno sperone di tufo che domina la valle delTevere. Un paradiso terrestre? Per alcuni versisi (per esempio domenica scorsa vi si è svoltauna favolosa “sagra della lumaca”), per altri cisarebbe da scappar via. A Foglia, quattro kme mezzo da Magliano e poco più di due km (5minuti in macchina) dalla stazione ferroviariadi Borghetto (linea Orte – Fiumicino aero-porto) ci puoi vivere soltanto se guidi un’au-tomobile. Colmo dei colmi: La mattina,quando i “pendolari” (una dozzina) che par-tono da Foglia dovrebbero poter prendere iltreno non c’è collegamento verso la stazione;

collegamento che c’è invece nel tardo pome-riggio, quando però non servirebbe verso lastazione – come avviene - bensì dalla stazionea Foglia. “Il pulmino del Comune parte alle07,30 da magliano, va alla stazione, poi vienea Foglia e quindi torna a Magliano con il suocarico di ragazzi che vanno a scuola. Baste-rebbe che da Magliano si recasse a Foglia e

da qui alla stazione, e poi a Magliano, e tuttosarebbe risolto. E Un analogo cambio di iti-nerario nella corsa del tardo pomeriggio ri-solverebbe il problema di chi non guida”,sostiene Carlo Marconi, libero professionistache abita a Foglia, che porta avanti la richie-sta di cambiamento da alcuni anni, con rac-colta di firme e dossier. Tutto così semplice?

Pare di no. In Comune si dice dall’inizio cheaccettare le richiesta di Marconi costringe-rebbe gli studenti a essere in strada “20 mi-nuti prima: e chi li sente poi i genitori?”;Marconi parla di “cinque minuti” e aggiungeche “i ragazzi potrebbero andare a dormire unpò prima, invece di fare notte fonda sulleplaystation”. Il sindaco attuale, da noi sentito,ha detto di essere disposto, con gli altri re-sponsabili del comune, a riascoltare tutte leparti in causa per trovare una soluzione. RitaCosentino, archeologo con ufficio a Villa Giu-lia, a Roma, è residente a Foglia. Non guida easpetta con rassegnata (s)fiducia. “Senzaqualcuno che mi accompagni alla stazionenon posso andare a lavorare – dice -. Pago letasse ma non ho in cambio i servizio di cui, ioe gli altri nelle mie condizioni, abbiamo di-ritto. Tra l’altro è una situazione che svaluta lecase di chi vorrebbe affittarle. E poi: se avessibisogno di una badante che venisse da fuori,la dovrei trovare con l’automobile, altrimentile sarebbe impossibile raggiungere Foglia. Lesembra un servizio pubblico equo?”.

PromemoriaSabina dimenticata

Una Foglia abbandonataresta irragiungibile

di Carlo Rebecchi

Ancora una brutta notizia sulla stampa del Lazio meridionale. Nel Pontino si è assistito aduna moria di testate, quattro-cinque nel giro di un anno senza che la politica alzasse un

dito. Ma la Ciociaria non è da meno in questa corsa al massacro. L’ultima tegola parte da qui,dal Frusinate, ed è di quelle pesanti: riguarda la Effe Cooperativa che edita la Provincia Quo-tidiano di Latina e Frosinone. La seconda testata era alla frutta, la prima resisteva. Ma adessoper il vero “padrone”della cooperativa e dei giornali, Zeppieri, le cose si complicano. Le avevaprovate tutte, tranne la vendita, per tenere in piedi i due giornali, nonostante il suo ruolo sul ter-ritorio fosse sensibilmente cambiato nel corso dei mesi: ora la Guardia di Finanza è entrata agamba tesa nella questione e ha portato alla luce un sistema apparentemente truffaldino. In so-stanza secondo le Fiamme Gialle la cooperativa ciociara a fronte di prestazioni pubblicitarie ob-bligava chi ne beneficiava ad acquistare un certo numero di copie dei giornali per gonfiare latiratura fino a farle superare la soglia prevista dalla legge. Vero o falso che sia intanto la Finanzaha bloccato cinque milioni di euro a titolo cautelare. Ciarrapico insegna o è un abbaglio? Quelche è certo è che ora occupazione e informazione sono in pericolo e che pesanti responsabi-lità stanno emergendo da parte di chi conduceva il gioco a livello dirigenziale. Ridimensionatoil Messaggero, praticamente sparito il Tempo, su livelli di mediocrità i giornali ex Ciarrapico(Latina e Ciociaria Oggi), cancellate alcune piccole operazioni editoriali il panorama informa-tivo del Lazio meridionale si va ulteriormente riducendo. Nessuno sembra voler investire sulsettore. E’ cambiato qualcosa nel meccanismo e non ce ne siamo accorti?

Lazio meridionale addio,l’informazione localecontinua a perdere i pezzi

Regione 7venerdì 19 LUGLIO 2013

IlCORRIEREDIROMA

Dietro le quinte

Manca un servizioefficiente di navetta

per il borgo medioevaledi Magliano Sabina.

I residenti chelavorano nella Capitale

hanno provato a convincere il sindaco

a cambiare gli orari della navetta per

la stazione di Borghetto.Però le promesse

si scontrano controla burocrazia comunale

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SanitàLazioladel

ANNO III / NUMERO 6 / VENERDI 19 LUGLIO 2013S Lazio

Assotutela denuncia Zingaretti per violazione del dirittodella salute. “Potenziate il Recup”

LA DENUNCIA

a pagina 13

Nel Pontino la sanità trema,e il Santa Maria Gorettiè ridotto ormai allo stremo

IN PRIMO PIANO

a pagina 14

Anche Zingaretti ha i suoi saggi, non safare da solo, si affida sempre ad altri.In questo caso a “docenti universitari,

dirigenti di struttura complessa del Ssn (Ser-vizio sanitario nazionale), soggetti particolar-mente qualificati nelle materie attinenti allasanità ed alle professioni sanitarie, esperti intutela dei diritti dei cittadini, con particolareriferimento al diritto alla salute. Saggi sceltida lui, intendiamoci, mica se li fa suggerire.Serviranno per una “commissione tecnico-scientifica del Servizio sanitario regionale

(Ssr) con funzioni consultive per il Presidentedella Regione in qualità di Commissario adacta per l’attuazione del piano di rientro daidisavanzi regionali nel settore sanitario”. Cosìsi legge nell’intestazione. E servirà a “indivi-duare le misure per il ripiano finanziario e ri-definire l’organizzazione del Serviziosanitario regionale per percorsi e reti, - si pre-cisa - in maniera tale da assicurare una forteintegrazione tra strutture ospedaliere e territo-riale ed il potenziamento di queste ultime alfine di realizzare un utilizzo più appropriato

ed economicamente compatibile delle strut-ture ospedaliere”. Infatti la commissione saràin carica per tutta la durata del piano di rien-tro dal deficit. In questo contesto è previsto –si legge ancora nel testo. “di assicurare che ilprocesso di riorganizzazione sia preceduto eaccompagnato da un’analisi scientifica dei bi-sogni – con particolare riferimento ai dati de-mografici, epidemiologici e sociale – e dellerisorse – con particolare riferimento alla reteospedaliera e al personale – utile a valutare le‘performances’ di sistema e a individuare ca-

renze, inefficienze, sprechi e duplicazioni”.Troppi paroloni, l’avrete già capito, ci deveessere il trucco. Non è finita. Il personale disupporto sarà quello regionale ma potrà ancheessere fornito da aziende od enti del Ssn o po-tranno essere stipulati contratti collaboratoriesterni alla pubblica amministrazione. Tuttociò nella misura massima del 60 per cento delcontingente stabilito dalle norme regionali enei limiti delle risorse finanziarie del capitolodi competenza. Vuol dire che questa commis-sione di saggi costerà al contribuente?

Giulio Terzi a pagina 13

Un clan di fedelissimi fa da suggeritore al Governatore

Zingaretti prestanome ma chi è il burattinaio ?

Ci vuole l’ennesima commissione di saggi. A spese nostre

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Direttore Generale

Asl Roma A CENTRO STORICOCamillo Riccioni

Direttore sanitario Angelo Barbato

Direttore Amministrativo Franco Socci

Direttore Generale

Asl Roma B CENTRO STORICOVittorio Bonavita

Direttore sanitario Enrico Piroli

Direttore Amministrativo S. Cenciarelli

Direttore Generale

Asl Roma C EUR E DINTORNIAntonio Paone

Direttore sanitario Paolo Palombo

Direttore Amministrativo Giancarlo Gava

Commissario

Asl Roma D DA TRASTEVERE A OSTIAAlessandro Cipolla

Direttore sanitario Vittorio Chinni ff

Direttore Amministrativo Filippo Coiro ff

Commissario

Asl Roma E DAL VATICANO A BRACCIANOAngelo Tanese

Direttore sanitario Francesco Siciliano

Direttore Amministrativo Cristina Matranga ff

Commissario

Asl Roma F CIVITAVECCHIAGiuseppe Quintavalle

Direttore sanitario Antonio Carbone ff

Direttore Amministrativo Duilio Iacobucci ff

Direttore Generale

Asl Roma G TIVOLI, GUIDONIA, SUBIACON. Renzo Brizioli

Direttore sanitario Federico Guerriero

Direttore Amministrativo Daniele Aguzzi

Commissario

Asl Roma H CASTELLI, ANZIO, NETTUNOClaudio Mucciaccio

Direttore sanitario Antonio Celiberti

Direttore Amministrativo Giovannino Rossi

Commissario

Asl Viterbo Luigi Macchitella

Direttore sanitario Patrizia Chierchini

Direttore Amministrativo Daniela Donetti

Direttore Generale

Asl RietiRodolfo Gianani

Direttore sanitario Pietro Scanzano

Direttore Amministrativo Adalberto Festuccia

Commissario

Asl FrosinoneVincenzo Suppa

Direttore sanitario Mauro Vicano

Direttore Amministrativo Luca Di Maio

Direttore Generale

Asl LatinaRenato Sponzilli

Direttore sanitario Ennio Bruno Cassetta

Direttore Amministrativo Ulderico Rossi

AZIENDE OSPEDALIERE

Direttore Generale

SpallanzaniVitaliano De Salazar

Direttore Sanitario Andrea Antinori ff

Direttore Amministrativo Lorella Mengarelli

LA MAPPADEL

POTERE

Prima o poi la telenovela dei manager finirà e Zingaretti dovrà decidere che fare. I prescelti dal Dio Agenasentreranno in gioco o aspetteranno in panchina la scadenza dei contratti dei direttori generali in servizio. Non

è dato di saperlo, non lo sa neanche Zingaretti stesso, probabilmente. I vasi di ferro resisteranno? O ci sarà unrinnovo totale? Hanno senso i criteri fissati (dai cervelloni dell’Agenas) per la valutazione dei manager vecchie nuovi? Tutto per aria, tutto sospeso. E siamo arrivati a metà luglio. Ce la faremo per l’autunno?

Direttore Generale

San Camillo ForlaniniAldo Morrone

Direttore sanitario ad interim Caterina E. Amoddeo

Direttore Amministrativo Fabrizio D’Alba

Direttore Generale

San Giovanni AddolorataGianluigi Bracciale

Direttore sanitario Gerardo Corea

Direttore Amministrativo Massimiliano Gerli

Direttore Generale

Policlinico Universitario Umberto IDomenico Alessio

Direttore sanitario Amalia Allocca

Direttore Amministrativo Marta Branca

Commissario straordinario

San Filippo NeriLorenzo Sommella ff

Direttore Sanitario Patrizia Magrini

Direttore Amministrativo Manuel Festuccia ff

Direttore Generale

S.AndreaMaria P. Corradi

Direttore sanitario Domenico A. Ientile ff

Direttore Amministrativo Egisto Bianconi

Commissario

Facente funzioni

A rischio?

LEGENDA

Direttore Generale

Ifo Lucio Capurso

Direttore sanitario Marina Cerimele

Direttore Amministrativo Giorgio Marianetti

Vacante

Acque agitateai piani alti, le sedie scottano

In uscita

venerdì 19 LUGLIO 201310 Sanità Laziola delS

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Dispiace dirlo, qualche volta si hal’impressione che il governatore delLazio Nicola Zingaretti almeno per

quel che riguarda la sanità sia etero diretto,pilotato dall’esterno, dalla regia, come acca-deva per Ambra Angiolini quando venivaguidata attraverso l’auricolare dal miticoGianni Boncompagni. E’ una immagine lon-tana e sbiadita, ma efficace. Zinga non è di-sinvolto, dà l’impressione di non saper comefare, appalta e subappalta, scelte, orienta-menti, decisioni. Lancia slogan e proclami,spara idee che platealmente non sono farinadel suo sacco. Pasticcia e spaccia le sue sor-tite come idee rivoluzionarie che cambie-ranno la sanità laziale. Che sia l’altrettantomitico Goffredo Bettini, il playmaker dellapolitica capitolina, o la cupola della nome-klatura di centro sinistra in una accezionepiù confusa non è dato di sapere. Zinga nonha nemmeno provato a sfuggire alla stretta,si è circondato di fedelissimi (alla già citatanomenclatura, non necessariamente a lui) edi amici degli amici. Provenienza, compe-tenza, fedina penale sono variabili poco in-teressanti. I risultati si vedono.Immobilismo totale. I big della sua giuntasono visibilmente a disagio, governare è unmestiere serio. E Zinga se deve deciderequalcosa sul serio, qualcosa di tecnico,chiede aiuti all’esterno, subappalta la sanitàall’Agenas, la potente agenzia nazionale chesi trova nell’imbarazzante ruolo (che non leappartiene per statuto) di fornitore di servizi,come un bancomat o un noleggio. Zinga af-fida all’agenzia il lavoro preliminare discelta dei futuri manager, la scrematura, lavalutazione, e l’agenzia presta saggi, uominidi fatica, attrezzature, consulenti. Ma Age-nas non è una entità astratta, è una entità po-litica, con una sua precisa fisionomia. Anchedi lobby. E se Letta manda ad affiancare Zin-garetti proprio il direttore generale del-l’Agenas un motivo ci sarà. Chi gestirà e chideciderà delle emergenze sul tappeto? Chi

gestirà le criticità del sistema dell’emer-genza, di quello - sempre più clamoroso -delle liste d’attesa? E i singoli problemi?Basta convocare i direttori generali, come hafatto il governatore, per un liscia e bussa ge-nerale, ma fino ad ora come è andata avantila faccenda, senza una logica ed un filo co-mune? Ovvio che no, ci vuole dell’altro e ilpanorama delle criticità su cui è indispensa-bile intervenire è amplissimo: riconversionedelle strutture, pagamento dei fornitori;spesa fuori controllo e bilanci delle Asl; attiaziendali; acquisizione di beni e servizi. Maanche il pagamento delle prestazioni degliospedali classificati e accreditamento dellestrutture private e definizione dei budget . Epoi i casi San Raffaele, Santa Lucia, Ge-melli, Campus Biomedico e i protocolli d’in-tesa con le università. Senza contare leanomalie di Asp-Laziosanità e delle reti as-sistenziali . Si muove in modo scolastico,stereotipato, Zingaretti, promette e non man-tiene, gira attorno ai problemi, temporeggia:Il caso della Fondazione S.Lucia Irccs - inpista in questi giorni - è paradigmatico, hasbagliato tutto, ma proprio tutto. Si è fattofilmare, registrare mentre prendeva solenniimpegni e diceva di capire quel che gli ve-niva spiegato, oggi candidamente ha provatoa scaricare l’’Istituto, con una clamorosamarcia indietro della serie non ti conosco,fammi causa. Salvo poi tentare una compli-cata inversione a U dopo le proteste, le cri-tiche e il nascere di una frondaimbarazzante. Tutto bene, tutto risolto, èl’ultimo messaggio affidato alle agenzie.Pare di rivedere il film della Polverini, anchelei si era comportata così. Un incubo. E unariflessione. Può il governatore imbarcarsi incontenziosi giudiziari (paga il contribuente,ovvio) con la certezza di perdere (ci sonosentenze su sentenze, Tar, Consiglio di Statoa inchiodare la Regione) mettendo nel con-tempo alle corde una delle glorie della sanitànazionale? Cui prodest? Se non c’è l’inte-resse terzo (qualcuno vuol far chiudere l’Isti-tuto per prenderne i pazienti) si configura unatteggiamento suicida. Paga Pantalone, la sa-nità affonda, e Zinga finge di interessarsi aicurricola dei PM (leggi probabili manager).Ne usciremo fuori vivi?

Editoriale

Il balletto delle poltroneSponzilli resta solo,i Gramazio “si muovono”

Si possono stilare classifiche e borsini senzascontentare nessuno? Impossibile. E allora

rassegnamoci a vedere segnati nella lista deicattivi i soliti noti, quelli che parlano (e non sa-lutano) ma non risolvono.Se un garbato signore come il direttore gene-rale del S.Camillo Morrone riesce a cavarselasempre un motivo ci sarà, E se AlessioD’Amato, pur messo a capo di una misterio-sissima commissione non ne azzecca una? Daresponsabile della cabina di regia condanna amorte delle strutture sanitarie d’eccellenza, dadirettore editoriale di Paese Sera assume la di-fesa del medesimo istituto scandalizzandosiper l’atteggiamento della regione…..Unagrossa delusione continua ad essere Flori DeGrassi, pare che ai piani alti del Palazzo dellaRegione ci sia una autentica sollevazione difunzionari e segretarie. Fuori del bunker gli uomini di prima linea se

ne stanno tutti nella buchetta, professando daun lato la loro simpatia per Zingaretti e dal-l’altro preparandosi una via di fuga. Situazionestatica all’Ifo, dove Calpurso appare semprepiù stanco, e al San Giovanni (idem per Brac-ciale); tace Mimmo Alessio all’Umberto I,cercando di farsi dimenticare. Nel panorama generale si muovono in tandemi Gramazio, padre (ex senatore) e figlio (ca-pogruppo Pdl alla Pisana). Trama qualcosa De Salazar (Spallanzani) eprepara la valigia Paone (Asl RmC). In Pro-vincia, piace dirlo, si batte contro tutti Spon-zilli da Latina, nel vuoto generale. Non lodifende nessuno, eppure ci sono degli ospedaliin gioco. Dei sindacati si sente solo l’Ugl,strano. Onore ad Antonio Cuozzo, almeno ci prova.Gli altri? E’ come se considerassero la sanitàcome un vuoto a perdere.

SANITA’

BORSINOildella

La sanità laziale è appaltata all’esterno Chi comanda sul serio?

CHI SALEdall’alto Renato Sponzillie Antonio Cuozzo

CHI SCENDEdal basso Antonio Paone,Alessio D’Amatoe Flori De Grassi

venerdì 19 LUGLIO 201311Sanità Laziola delS

Il Tar del Lazio

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dietro i fatti

Tante chiacchiere, posizioni ondivaghe econtradditorie, consulenze, assunzioni cu-

riose, quel sorriso “Immagina” che oggi suonasinistro. Il governatore Zingaretti non è più ras-sicurante, ma fa paura. La colpa è sempre deglialtri, in queste settimane la Giunta sta promet-tendo soldi a tutti, a destra e a manca. Ma doveli trova? Poi arriva la mazzata, per gli abitantidel Lazio: si profila un aumento della addizio-nale Irpef in crescendo: 0,6 per cento nel 2014,l’1,6 nel 2015, il che porterà l’aliquota al 3,33per cento, la più alta d’Italia. Perché? Perchépare - lo ha scritto Carlo Picozza di Repub-blica - la Regione Lazio ha fatto dei debiti conlo Stato per tamponare i debiti con gli ospedali.Totale dei debiti scaccia debiti è di 832 milionidi euro. L’aumento della addizionale Irpef si

renderà necessario per restituire quel debito,perché non si tratta di un finanziamento afondo perduto ma di un debito. E come sa-ranno restituite queste anticipazioni? Con unaltro aumento dell’addizionale regionale del-l’Irpef sui redditi superiori ai 15mila euroannui: lo 0,6 per cento nel 2014 e l’1,6 nel2015, quando l’imposta toccherà quota 3,33spingendo il Lazio in testa alle regioni con icontribuenti più tartassati. «Non è detto che ac-cada», replicano dalla giunta. Ma perché nonaccada bisognerà tagliare. Tutto, appalti con-sulenze, spesa corrente. e chi ha il coraggio difare una cosa simile? Soppprimere enti, agen-zie, societa’ tagliando non posti di lavoro mapoltrone garantite alla nomenklatura?

Il corvo

Renata Polverini aveva due sub com-missari, Giorgi e Spata, e li teneva aimargini, confinati in ruolo di secondo

piano. Zingaretti fatica ad averne uno e sonopassati ormai mesi dalla sua intronizzazionecome commissario governativo per il pianodi rientro della sanità. Fa tutto da solo, me-glio delega perché non ne capisce nulla maLetta ha altro per la testa. Comunque il mo-mento è arrivato. Dovrebbe trattarsi di Ful-vio Moirano (in subordine FrancescaBasilico.) Tecnici e personaggi di livello,verrebbe subito da dire, forse anche troppo etroppo in grado di condizionare un governa-tore che non sembra sia in grado di gestire lasanità. E come vedremo (al momento in cuiqueste note verranno lette la scelta con ogniprobabilità sarà stata fatta ma ha poca im-portanza) finiremo con il trovarci sul grop-pone un governatore etero diretto da poteriesterni poco interessati alle emergenze dellesingole comunità locali. Una scelta tattica,strategica e politica insieme, e vale la penadi vedere come è maturata in queste setti-mane. Siamo di fronte ai problemi e alla ge-stione di una delle Regioni più indebitate

d’Italia. A fronte di un debito di 10 miliardicoperto con un mutuo dall’ex governatoreMarrazzo, il disavanzo al 31 dicembre 2012era di 780 milioni di euro e il tendenziale2013 è di circa 900. A Zingaretti il governoha concesso un ampio credito di fiduciasbloccando 540 milioni di euro lo scorso 17aprile a margine del tavolo tecnico con i mi-nisteri vigilanti coordinato da Massicci e Pa-lumbo, che ha però confermato tutte lecriticità rilevate durante la gestione prece-dente. La nomina del subcommissario com-pete al Consiglio dei ministri e, inparticolare, al Ministero della Salute e al Mi-nistero dell’Economia, i due dicasteri vigi-lanti sull’applicazione del Piano di rientrodal deficit sanitario della Regione Lazio.Zingaretti avrebbe manifestato gradimentoverso Massimo Russo, già assessore alla Sa-nità della Sicilia. Il ministro della SaluteBeatrice Lorenzin avrebbe avanzato in pas-sato l’ipotesi di Andrea Urbani, tecnico pol- veriniano che ha lasciato pessimo ricordo e

per questo soluzione impraticabile. Ed eccoche anche questa scelta è politica, frutto diuna mediazione e di un compromesso. Moi-rano è in pole position, già direttore gene-

rale di aziende sanitarie e ospedali del Pie-monte e direttore dell’Agenas - agenzia cuiZingaretti ha già affidato il compito di scre-mare le 921 candidature a dg di Asl e ospe-dali del Lazio per varare una short list di 50nomi tra cui scegliere discrezionalmente inuovi manager. Francesca Basilico, invece,già nel Cda dell’Istituto Superiore di Sanità,vanta esperienze come capo segreteria e tec-nica in vari ministeri: Istruzione, Universitàe ricerca; Salute; Sviluppo Economico;Agricoltura; Economia e Finanze. In so-stanza la sanità finirà in mano all’Agenas oalla nomeklatura dei ministeri. Nel secondocaso si andrà verso una fretta gestione tec-nicistica (pericolosa, i burocrati non hannosensibilità sociale) e nel primo si appalteràtutto ad una struttura tecnica solo di facciatama in realtà intimamente politica, che con-trollerà i manager che essa stessa avrà scelto(che imbarazzante situazione). Agenas eraun feudo del ministro khomeinista della sa-nità, Rosy Bindi, che ha lasciato i suoi fede-lissimi come il buon Balduzzi, diventato asua volta ministro e oggi parlamentare. Nonci resta che incrociare le dita.

Tutto in mano all’Agenas,l’agenzia nazionale

che monitora l’attivitàdelle regioni per conto

del Ministero. Dal subappalto

della scelta dei manageralle linee-guida

di gestione

di Giulio Terzi

Le cose che non si dicono

12 Sanità Laziola delSvenerdì 19 LUGLIO 2013

Qualcuno spieghi agli utenti del Lazio perché controllo e gestione della sanità sono “esternalizzati”

Arriva il sub commissario governativoRassegnamoci, avremo una sanità etero diretta

Il direttore generale dell’Agenas Fulvio Moirano L’ex ministro ed ex direttore dell’Agenas Renato Balduzzi

La Giunta ti pugnala alle spalle. E prepara l’aumento dell’addizionale Irpef

Il ministro Beatrice Lorenzin

Alcune componenti “in rosa” della giunta Zingaretti

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Due cliniche private non possono aprire e servire i cittadini perché, secondo i dirigentidella Sanità del Lazio, una di quelle che perdono di più in Italia e forse al mondo, il

fabbisogno di salute in Lazio è soddisfatto a sufficienza da quello che c’è, anche se è sem-pre di meno per i tagli fatti in questi anni. Lo racconta Carlo Picozza, giornalista autore-vole, specializzato sui temi di sanità, su Repubblica. Parliamo, ad esempio, della clinicaSaint Peter medical center, che aspetta da un anno e mezzo di potere iniziare l’attività,“senza chiedere convenzione alcuna”. L’apertura comporterebbe, oltre a un aumento delservizio complessivo, l’assunzione di “un centinaio tra medici, infermieri, tecnici e im-piegati”, scrive Picozza. A favore della apertura della Saint Peter medical center si sono pro-nunciati il Garante della concorrenza che ha diffidato in tal senso la Regione, preceduto dauna sentenza del Tar e da una del Consiglio di Stato. Invece, nonostante tutto, i funzionaridella Regione dimostrano di non avere rispetto non solo per i cittadini, ma nemmeno perle superiori autorità dello Stato e della magistratura. E la clinica di tremila metri quadrati,con quattro sale operatorie, strumentazioni diagnostiche innovative, laboratori analisi eambulatori, resta chiusa. «I nostri legali citeranno per danni la Regione», annuncia SergioDi Giacomo, medico e proprietario del “Saint Peter”, il centro, costato milioni, che non c’è.Anzi, c’è da un anno e mezzo ma, per «l’orientamento sbagliato» della Regione che nondà l’autorizzazione, non riesce ad aprire. Le risposte al fabbisogno di salute dei cittadini,secondo i dirigenti della sanità del Lazio, sarebbero soddisfacenti. Ci crederanno almenoloro?». Nella stessa situazione si trova Villa Silvana che, dopo il no della Regione, si è ri-volta al Tar e al Consiglio di Stato. In appello, i giudici amministrativi il 29 gennaio scorsohanno sentenziato: «Il blocco all’apertura di un nuovo centro sanitario si giustifica solo sec’è una richiesta di accreditamento ». In caso contrario, «l’autorizzazione va rilasciata». Se

tutto questo accadesse in un quadro di normalità la questione avrebbe una valenza, nella at-tuale situazione esplosiva, ovviamente, il peso dell’atteggiamento delle autorità (dei fun-zionari?) regionali ne assume un’altra.

Sembra che Assotutela non abbia inten-zione di fermarsi. Il presidente MichelEmi Maritato si è ultimamente impo-

sto alla cronaca con una serie di denunce indifesa degli utenti della sanità romana e la-ziale, e sembra avere tutta l'intenzione dicontinuare su questa strada. Buoni propositi,comunicati e denunce in procura (di sicurarisonanza), sembrano essere le armi, non sisa ancora quanto appuntite, di quello che ab-biamo già definito su queste pagine una sortadi cavaliere bianco, sinora senza macchia.L'associazione ha appena denunciato il Pre-sidente Zingaretti a seguito di un'indagine sulservizio ReCup. Il servizio unico regionaleper la prenotazione di prestazioni sanitarie(il numero verde 803333) è sostanzialmenteun'agenda unica valida per tutti gli ospedaliconvenzionati con il ReCup stesso. Il pa-ziente chiama per prenotare una visita o unesame e gli viene dato un appuntamento ilprima possibile in un ospedale della suazona. Il d.lgs. 124/98 stabilisce che i tempidi attesa non possono superare i 90 giorni eche è illegale la cosiddetta agenda chiusa,ossia la situazione in cui un paziente chiamiper prenotare e gli venga risposto "siamopieni". Afferma Maritato: "Scorrendo

l'agenda sul sito della regione ci siamo resiconto che entrambe le prescrizioni non eranorispettate. I tempi d’attesa per le prestazioniSSN sono tutte fuori tempo massimo, anchedi molto. Per esempio, per un ecocolordop-pler dei vasi epiaortici nell’ospedale di Ti-voli passano più di 8 mesi. E in altre Asl, adesempio Roma E, risulta chiusa più di unalista. Inoltre i dati non sono aggiornati, cisono ancora quelli risalenti alla Polverini".Di qui la denuncia a Zingaretti per omissionedi atti d'ufficio e violazione del d.lgs. 124/98.Non finisce qui, occorre un'altra digressione.Vi sono due questioni annose: il fatto chenon tutti gli ospedali aderiscano all'agenda

unica, e la percentuale di prestazioni che gliospedali aderenti "dedicano" ai pazienti diprovenienza ReCup, che attualmente si ag-gira in media intorno al 30-40%, ma spessoè inferiore, fino al 10%. E' chiaro che se tuttigli ospedali del Lazio aderissero al ReCupdedicando all'agenda unica il 100%, (maanche solo il 50%) delle prestazioni erogate,si otterrebbero gli appuntamenti in tempimolto più brevi. Al momento però sono mol-tissimi gli ospedali non aderenti. A Romapraticamente tutti quelli "religiosi" ne sonofuori, e in alcuni casi si parla di strutture po-tenzialmente in grado di alleggerire di moltoil carico di quelle convenzionate: tra gli altri,

Gemelli, FateBeneFratelli, Bambino Gesù,Israelitico, Santa Lucia, Figlie di San Ca-millo; fuori Roma l'ICOT di Latina e il CPOdi Ostia. "L’assurdo – continua Maritato - èche pagando le stesse prestazioni in regimedi intramoenia, come per incanto nello stessoospedale e con lo stesso professionista la vi-sita si ottiene entro pochi giorni." Ora, èovvio, o dovrebbe esserlo, che il diritto allasalute è di tutti i cittadini (non solo di quelliche possono permettersi la prestazione in viaprivata). Di qui la seconda parte della de-nuncia a Zingaretti, per violazione dell'art.32 della Costituzione che individua la salutecome diritto fondamentale dell'individuo einteresse della collettività. "Chiediamo cheil presidente spinga affinchè tutti gli ospedalidel Lazio aderiscano al servizio, e affinchèsia aumentata la percentuale di prestazioniReCup. Non si può continuare a lasciare iservizi erogati alla mercè di baronati univer-sitari e direttori generali politicizzati. Gliesami salvano la vita, e al momento è comese i pazienti fossero lasciati morire in corsia.Ne sa qualcosa il direttore generale dell'Um-berto I Domenico Alessio, che ha portato leprestazioni ReCup al 30% dopo aver rice-vuto in eredità una situazione in cui era de-dicato all'agenda unica solo il 4% dei servizi:il restante 96% era gestito dai baroni." Nonva infine dimenticato che una coperturaReCup completa o molto estesa, assicura As-sotutela, sarebbe l'unico strumento valido permonitorare la spesa sanitaria regionale, dalmomento che ogni mese tutte le prestazionierogate, e quindi gran parte di costi e ricavidi ogni struttura, sarebbero immediatamenteconsultabili on line.

La denuncia/2

Come la Regione “uccide” la sanità privata:quelle due cliniche non servono

La denuncia/1

Cure di attesa per le prestazioni

del SSN sono tutte fuoritempo massimo. Stando

alla legge (del 1998) tra prenotazione e visitanon possono passare piùdi novanta giorni. Peccatoche si attendano anche

otto mesidi Lorenzo Marziali

venerdì 19 LUGLIO 201313Sanità Laziola delS

Emergenza liste d'attesa

E noi denunciamo Zingaretti per violazionedel diritto alla salute“Potenziate il Recup”

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In primo piano

Il Santa Maria Goretti di Latina è allostremo. Anno dopo anno si acuiscono lesue difficoltà e con la chiusura dei presidi

ospedalieri secondari dove di fatto venivanogestite anche le emergenze sanitarie e, in casidi necessità, si aveva almeno la certezza diconquistarsi un ricovero in un reparto di me-dicina per le poste acuzie, oggi tutto questonon può più accadere.I primi a risentire dell’ingolfamento del pre-sidio ospedaliero centro sono stati di certo ifruitori del servizio sanitario nazionale, madall’altro lato chi sta scontando il deficit diuna gestione ormai ridotta all’osso sono pro-prio gli operatori ospedalieri. I medici e gli in-fermieri, soprattutto. Per lo più ingaggiati confantomatici contratti a tempo determinato cheacuiscono lo spaesamento e la mancanza dipunti di riferimento proprio in un settore incui le certezze dovrebbero essere la regolad’oro.

Le carenze della pianta organica sono sotto gliocchi di tutti, e più volte le stesse sono stateevidenziate a causa del blocco del turn over,ma la struttura che rappresenta un punto di ri-ferimento, dal punto di vista dell’assistenzasanitaria, non soltanto per la provincia di La-tina ma anche per alcune aree delle province

limitrofe oggi non appare più in grado di sod-disfare le esigenze di una vasta area di popo-lazione residente. Così se per un’operazione alla cistifellea sipuò restare in fila anche otto mesi, tanto daobbligare i pazienti a rivolgersi a case di curaprivate, le cose non vanno meglio quando si

arriva al pronto soccorso, dove le attese pos-sono raggiungere anche le 36 ore.Il Santa Maria Goretti Dea di II livello, meri-terebbe dunque la dovuta attenzione. Perchéc’è da sottolineare come nonostante nel corsodi questi anni i conti della Asl di Latina sianostati a posto la sanità pontina è stata costrettaa subire restrizioni sull’assunzione di perso-nale medico e sanitario, nonché il blocco degliinvestimenti per la diagnostica. Dall’iniziodell’anno il pensionamento di 250 dipendentiha di fatto impedito la loro sostituzione e fi-nora l’ipotesi di consentire almeno l’assun-zione del 10% del personale in quiescenza, èstata di fatto disattesa dalla Regione Lazio.Un trend drammatico, che se nel futuro sivorrà continuare a dare un’assistenza pubblicaattraverso il principio universalistico del di-ritto alla cura per ogni cittadino che vive e ri-siede nel nostro Paese, occorrerà impegnarsiad invertire la rotta. A partire dal numero deiposti letto per la degenza ospedaliera, chenella provincia di Latina in alcuni casi sonoesattamente la metà di quelli che offre la sa-nità pubblica romana, secondo il criterio dellaripartizione delle macro aree.

di Elisa Fiore

Manager in rotta con la Regione, seri problemi sul territorio. È emergenza

Nel Pontino la sanità trema, e il S.Maria Goretti è allo stremo

L'ospedale del capoluogopontino è ingolfato

e fatica a reggere il pesodi una pressione

anomala di malati.Personale precario

in costante apprensione,blocco degli investimenti

per la diagnostica

14 Sanità Laziola delSvenerdì 19 LUGLIO 2013

Villa Stuart: patologie sportive

Dr. Grossi, cosa si intende per discopatia?“La discopatia consiste in una alterazione del disco intervertebrale, che può essere di tipo sempli-cemente infiammatorio o degenerativo. Il disco è una sorta di cuscinetto che, interposto tra unavertebra e l’altra, permette l’articolazione fra le stesse e ammortizza i carichi”.Quali le cause responsabili?“Si tratta di una patologia multifattoriale, le cui cause vanno rintracciate nell’assunzione di posi-zioni statiche (ad esempio la guida o il lavoro da seduto), situazioni in cui la colonna risulta parti-colarmente sollecitata, sollevamento di carichi pesanti, sport violenti e chili in eccesso. Inoltre, ildisco può modificarsi per un normale processo di invecchiamento ed usura”.A quali conseguenze può condurre la discopatia?“La conseguenza più grave di una discopatia è legata alla riduzione della capacità ammortizzantedel disco ed alla contemporanea perdita dei normali rapporti tra una vertebra e l’altra. Nel mo-mento in cui inizia a deformarsi, il disco assume aspetto, struttura e spessore anormali. Protrude fino

ad erniare dal profilo dei corpi vertebrali, irritando le strutture nervose adiacenti e scatenando il do-lore”.Dal punto di vista sportivo, quali sono le discipline in cui si riscontra una maggiore incidenza?“Basket, calcio, automobilismo, motociclismo, bob e slittino, canoa, kayak, equitazione, pattinag-gio, sollevamento pesi e windsurf. In genere, la discopatia trova terreno fertile negli sport tenden-zialmente “violenti”, caratterizzati da salti, balzi incongrui e sollevamento pesi, a cui si aggiungonole discipline sportive contrassegnate da gesti e microtraumi ripetuti (corsa)”.In che modo viene diagnosticata?“La diagnosi viene condotta in via indiretta, attraverso semplice radiografia della colonna. In casodi compromissione delle strutture nervose si ricorre alla risonanza magnetica e/o TAC. Inoltre, èpossibile effettuare approfondimenti diagnostici mediante RX, TC ed RMN dinamiche, in partico-lare l’RMN sotto carico o “axial loader”.Dalla diagnosi al trattamento: terapie ed indica-zioni suggerite.“Nel caso di una discopatia infiammatoria viene ap-

prontato un trattamento di tipo non invasivo, ba-sato sulla fisiokinesiterapia ed il reset dellapostura, eventualmente associata a terapia far-macologica (analgesici ed antinfiammatori). Ilricorso alla chirurgia, invece, si rende necessarioin presenza di compromissione delle strutturenervose o secondaria instabilità della colonna.Esistono, inoltre, chirurgie mininvasive di tipocorrettivo, tipo la “disc augmentation” effettuatamediante filamenti di silicone ad espansione”.In ottica prevenzione, quali sono i giusti com-portamenti da osservare?“A dire il vero non esiste una vera e propriaopera di prevenzione a causa della componentecostituzionale del processo degenerativo. Di si-curo, può essere utile il monitoraggio del pesocorporeo, l’abolizione del fumo, una prepara-zione atletica adeguata ed il controllo dei movi-menti nel corso di attività a carico dellacolonna”.

di Paolo Brandimarte

LA DISCOPATIASportivi alle prese con una genericaalterazione del disco intervertebrale. Cause, incidenza nello sport, prevenzione, diagnosi e trattamento. Con il contributodel Dr. Gilberto Grossi

Dr.Gilberto GrossiMedico Chirurgo

Specialistain Neurochirurgia

Casa di Cura Villa Stuart Via Trionfale, 5952 – (00136 Roma)Tel. 06.35528200 – 06.35528308 www.villastuart.it

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Il Pdl spinto da Annalisa D’Aguannoprepara le barricate, il pd è in grandeimbarazzo, i sindacati giochicchiano,

gli utenti, sconcertati, cercano di soprav-vivere “risparmiando” anche sulla sanità.Il fatto è che la sanità ciociara sta an-dando a fondo senza che nessuno alzi undito per difenderla. Altri tempi, quando lacricca degli amici di Fiorito e di Abruz-zese consentiva margini di manovra supe-riori alle media. Ora è finita, il piano diZingaretti, meglio le linee guida della Re-gione tradotte nella redazione del nuovoatto aziendale della Asl di Frosinone,portano dritte alla riduzione o comunqueal declassamento delle strutture, dei ser-vizi, degli ospedali, del personale, delleprestazioni, dei posti letto, mentre menoche mai si parla di potenziamento, di mi-glioramento dell’esistente o del famoso

Dea di secondo livello e di neurochirurgiaper Frosinone. Un nuovo piano “lacrimee sangue”, esattamente il contrario diquello che Zingaretti e i suoi avevano pro-messo e garantito in campagna elettorale.Ancora tagli in vista per la sanità ciociara,un settore che ha già duramente pagato.Finora, infatti, la Asl ha messo mano soloalla prima parte dell’atto aziendale, e giài poli ospedalieri sono passati da 4 a 2 conospedali penalizzati pesantemente comeSora e, ancora di più, Alatri che ha prati-camente perso tutto. Ora la Asl e il suocommissario Suppa dovranno passare aitagli: si parla di sforbiciare il 35-40% del-l’esistente.

Il fatto

SanitàLazioladel

Supplemento di Online-news

Quotidiano di informazioneindipendente

Iscritto al Tribunaledi Roma n°437/2009

dal 18/12/2009P. IVA 11173611002

Direttore ResponsabileGiovanni Tagliapietra

TIPOGRAFIA

Arti grafiche Boccia spavia Tiberio

Claudio Felice, 7 84131 Salerno

“Malattie X-linked in età evolutiva”Corso Ecm - 29 settembre - 15 dicembre

Siamo nel pianeta relativamente inesplorato (e sottovalutato, sottostimato dalle autoritàsanitarie italiane) delle malattie rare ed in particolare nell'area circoscritta delle patolo-

gie legate alle aberrazioni genetiche del cromosoma X, particolarmente importanti per lacomplessità e varietà dei disturbi che ne conseguono. Ciò non solo sul piano fisico, con mal-formazioni e dismorfismi, ma anche sul piano neurologico con conseguenti complicanzenello sviluppo motorio e cognitivo, da cui possono derivare ricadute sullo sviluppo di ade-guate competenze negli apprendimenti. Questo tema fa da sfondo al corso organizzato dal-l'IRCCS Fondazione Santa Lucia e diretto dal responsabile scientifico Maria RosaPizzamiglio che partirà il 29 settembre e che si articolerà in cinque giornate di lavoro.Studi effettuati negli ultimi anni hanno sottolineato come fattori genetici possono essere coin-volti nell'eziologia delle disabilità di apprendimento. In particolare, sono stati identificati piùdi 150 geni sul cromosoma X associati a disturbi dell'apprendimento. Il Corso, accreditato nelProgramma ECM, affrontando le problematiche relative alle patologie X-Linked, intende ap-portare un contributo anche sul piano della conoscenza neuropsicologica delle sindromi inesame e delle possibili metodologie riabilitative, sia degli aspetti cognitivi-comportamentali,che dei disturbi di apprendimento.

È in arrivo il nuovo pianolacrime e sanguecontrariamente

alle promesse elettoraliche garantivano il miglioramentodell’esistente

per Frosinone. Strutturecome quelle di Sora e Alatri hanno persoquasi tutto: si parla di una sforbiciata

del 40%

venerdì 19 LUGLIO 201315Sanità Laziola delS

Spending review in Regione

Ora la sanità ciociara spicca solo per i tagli

di Matteo Teodori

Il corso organizzato dalla fondazioneSanta Lucia è diretto dal responsabilescientifico Pizzamiglio

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Commenti

Il buon senso richiedeva che si adottasse unaseconda proroga per l’entrata in vigore dellalegge che prevede l’obbligo di assicurazione

contro il rischio professionale per i medici ita-liani che sarebbe entrata in vigore il 13 agostoprossimo. E il provvedimento è arrivato. Lastessa misura di legge era stata già prorogata nel-l’agosto del 2012. Questa proroga era finalizzataalla costituzione di un fondo di garanzia nazio-nale che potesse coprire i tetti di rischio cui lecompagnie assicurative potrebbero incorrere insituazioni particolari correlate al risarcimento perdanno. Inoltre, dalle componenti più responsabilidel modo medico, era invocata la definizione diuna tabella che definisse in modo più corretto erigoroso la valutazione graduata dei danni da ri-sarcire posto che, in questo campo, l’Italia èl’unico Paese occidentale che non ha mai prov-veduto in tal senso. Queste due misure avrebberomodificato positivamente l’attuale mercato assi-curativo per il rischio professionale dei mediciche sta destando notevoli preoccupazioni nelmondo medico. La principale difficoltà è rappresentata dal fattoche le compagnie di assicurazione più importantinon sono interessate, a situazione vigente, ad as-

sicurare il rischio professionale dei medici. Lepoche compagnie che assumono il rischio assi-curativo lo fanno ponendo condizioni (premio,pregressa, postuma, condizioni di accesso, fran-chigia, identificazione del sinistro ecc) partico-larmente onerose e con scarse garanzie. In questomomento il premio assicurativo per determinatespecialità (ostetricia ginecologia, chirurgia, orto-pedia, neurochirurgia ecc) può superare imille/millecinquecento euro al mese per i me-dici libero professionisti, senza entrare nel me-rito degli altri aspetti delle condizioni. Ci sonopoi i neolaureati che si iscrivono all’Ordine pro-fessionale e i neospecialisti che, pur non perce-pendo ancora reddito, devono soggiacere aquesto mercato assicurativo. Esistono anche di-scipline mediche non cliniche che tradizional-mente non si sono mai assicurate per il bassorischio clinico ma che oggi devono, per legge,assicurarsi. Tutto ciò appare oggettivamente pocoproponibile.In questa situazione confusa, preoccupante efonte di estremo disagio per tutti medici italianisi dice che però la legge è ordinatoria ma non pe-rentoria in quanto non prevede sanzioni, macome la mettiamo con l’obbligo istituzionale

degli Ordini professionali di far rispettare lalegge ai propri iscritti anche all’atto dell’iscri-zione stessa?Ancora meno rassicurante appare l’assetto assi-curativo delle Aziende Sanitarie che per contrattosono vincolate a risarcire eventuali danni ai cit-tadini salvo la rivalsa nei confronti dei medici su-bordinati o parasubordinati, ma solo in caso didolo o colpa grave di questi ultimi. Infatti la mag-gior parte delle Aziende Sanitarie del nostroPaese, in assenza di Compagnie di assicurazionedisposte a coprirne il rischio assicurativo, si co-prono in “autoassicurazione” spesso senza nem-meno costituire un fondo ad hoc. Le pocheAziende che hanno stipulato polizze lo hannofatto concordando franchigie per evento di500000 e di 1 milione di euro. Le stesse Aziendechiamano sistematicamente in causa i propri me-dici con le rispettive assicurazioni personali,anche al di fuori delle situazioni di rivalsa. Tutto questo non può lasciare sereni i medici ita-liani che quotidianamente si prodigano neglistudi, nelle corsie e nei pronto soccorso per assi-stere e curare i pazienti. Essi sono ormai consa-pevoli, non solo di non avere garanzie dal puntodi vista assicurativo, ma di essere bersaglio di

studi legali spregiudicati e senza scrupoli cheistigano sistematicamente i pazienti a denunciarei medici e a rivendicare risarcimenti sempre e co-munque.Il Governo Nazionale e le Regioni non possonocontinuare a far finta di ignorare questa situa-zione ormai esplosiva ma devono attivarsi eprovvedere il primo, a istituire subito il fondo digaranzia nazionale e definire le tabelle dei dannie le Regioni, per la loro parte, devono accentrarela copertura assicurativa delle proprie AziendeSanitarie, ormai sempre meno affidabili. Nel frat-tempo era necessario prorogare almeno di seimesi l’entrata in vigore di questa legge in sé giu-sta ma resa profondamente iniqua dalle condi-zioni generali nelle quali si sta forzosamentepromulgando.Gli Organi più rappresentativi dei Medici,FNOMCEO in testa, dovrebbero intervenire de-terminando un dinamica di scala per calmierarei premi assicurativi e per garantire i singoli me-dici rispetto alle condizioni assicurative, attra-verso opportune convenzioni.

Giuseppe LavraSegretario Regionale CIMO ASMD

del Lazio

Inevitabile una seconda proroga dell’obbligodell’assicurazione per i medici italiani

IlCORRIEREDIROMAFondato nel 1948

da Giuseppe GesualdiLa scelta dei nuovi vertici di Eur spa nonpuò ridursi a un balletto sui nomi,

spesso illustri e spesso ignoti, con tanto diproclami subliminali in ordine a proceduredi selezione molto più affinate e corrette diquanto nel passato sarebbe stato garantito.

È persino stucchevole, agli occhi di unapubblica opinione matura e consapevole,l'immancabile "vocazione purificatrice" dichi associa impropriamente la conquistadel potere al possesso di un diritto supe-riore di critica e di valutazione. In realtàla democrazia vive di una regola che vieneprima di qualsiasi altra regola, ovvero delrispetto politico e morale delle minoranze.Chi vince ha diritto a governare, non a sti-lare (di solito all'inizio del mandato) uneditto di condanna per chi ha perso le ele-zioni. Invece di creare le condizioni per unnormale avvicendamento nelle carica am-ministrative, si piega lo spoil system a unalogica di delegittimazione dell'avversario(e dunque del nemico). Questo tipo di ap-proccio, espressione di un bipolarismo ru-dimentale, provoca il ritardo se non losviamento nel percorso di assunzione dilimpide e precise responsabilità nella ge-stione della cosa pubblica. Adesso, in pra-

Direttore EditorialeGiovanni Tagliapietra

Direttore responsabileFilippo Gesualdi

RedazioneVia Boezio, 6

Tel. 06/3280340706/32803412

Registrazione del Tribunale di Roman. 379 del 17/08/1948

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Arti grafiche Boccia spavia Tiberio Claudio Felice,

7 - 84131 Salerno

tica, si discute sulla presunta immoralitàdegli ex amministratori, quasi ignorando iproblemi strutturali di una società che in ca-renza di condotte fededegne ha registratosemmai ulteriori processi di deterioramentofinanziario e organizzativo. Si tende a can-cellare in questo modo la cruda realtà deifatti. Fino a che punto è lecito?L'Eur spa hadue padroni: lo Stato (90 per cento) e il Co-mune di Roma (10 per cento). In questi anniè avvenuto che le esigenze dei due padronisi siano sommate e intrecciate in modo per-verso. Lo Stato ha imposto alla società di"estrarre valore" dal suo cospicuo patrimo-nio immobiliare, così da assicurare un ade-guato beneficio in termini di dividendi perle casse dell'Erario; il Comune viceversa hadeciso di scaricare sulle spalle della stessaparte consistente degli oneri e degli impe-gni finanziari connessi alla sempre più com-plicata realizzazione del nuovo Centrocongressi. In questo quadro, man mano cheemergeva la difficoltà ad armonizzare le op-poste indicazioni degli azionisti, divenivasempre più arduo garantire l'equilibrio di bi-lancio: ecco di qui lo spericolato ricorso,negli ultimi tempi, al credito bancario per

fronteggiare una latente ed esplosiva crisidi liquidità. Tappata la falla, ora è da cre-dere che il conto economico sia di nuovo inuno stato di assoluta precarietà. Al contra-rio, è da credere molto poco che una strut-tura trasformata in un corpo estraneo e inun peso per la comunità dei residenti possaadempiere a una funzione - quella origina-ria e mai dismessa - di sostegno diretto e in-diretto alla gestione dei servizi di quartiere.Il confronto politico, scevro da furbizie eastrazioni, va riaperto su questi punti fon-damentali.

Lucio D’Ubaldo

Le strade di Roma un una vera groviera fatta di buche, avvallamenti, trattisconnessi e discontinui, spesso assemblati con miscele di aspetto di in-

fima qualità. A scrivere questo è un consigliere del I Municipio a fine man-dato oltre che uno scooterista e un giornalista che nel corso degli anni si èspesso interessato alla problematica. Le strade romane, dal centro storico allepiù lontane e disperse, sono tra le più dissestate in Europa e nel mondo e rap-presentano un vero e costante pericolo per tutti i veicoli a due ruote e per icerchioni e ruote delle autovetture che spesso ne vengono deformate. Il pro-blema sussiste da molti anni e mai nessuna amministrazione , da Carraro aRutelli, Veltroni, Alemanno, ha mai risolto il problema, commettendo tra l’al-tro sempre i medesimi errori. In prima analisi, manca una qualsiasi pro-grammazione di rifacimento del manto stradale cittadino, compiuto per gradi,per quartieri, per settori usando miscele d’asfalto di qualità e di ultima ge-nerazione, che oggi vengono usate nelle nostre autostrade, a pagamento equindi lavori finanziati con i soldi degli stessi automobilisti. La mancanzaormai costante e fisiologica di denaro da destinare ai lavori pubblici, da partedel Comune di Roma non permette questo tipo di programmazione usato in

tutte le più importanti ed evolute metropoli e fa sì che vangano invece ese-guiti lavori tampone, con materiali scadenti e al risparmio, che nel lungo pe-riodo costituiscono un aggravio di costi per l’amministrazione cittadina. Èveramente impensabile questa situazione, come dicevo sopra, visto che nes-suna amministrazione ha saputo e voluto focalizzare e risolvere il problema.Ora, come tutti gli anni, con l’arrivo dell’autunno e dell’inverno, con la piog-gia, le gelate e come negli ultimi anni anche la neve, si assisterà ad un gra-duale “disfacimento” del manto stradale si apriranno buche e grandi voragini,che verranno “rattoppate” alla meno peggio, da ditte di manutenzione spessoinadeguate e malpagate, che non risolveranno il problema e comunque co-stituiranno sempre un costo per le sempre “esangui” casse comunali. Sarebbearrivata anche l’ora che le strade della nostra città si allineassero con le stradedelle altre città europee e che il sindaco Marino e l’assessore ai lavori pub-blici lavorassero per una seria e moderna programmazione. Una grande mar-cia comincia con un piccolo passo e soprattutto… tutte le strade portano aRoma.

Filippo Gesualdi

Il destino dell’Eur spa

Buca CapitaleUn piccolo grande problemache il Campidogliodovrà pur affrontare

17venerdì 19 LUGLIO 2013

IlCORRIEREDIROMA

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Nella centralissima via Veneto a Roma, si è svolta nella sala conferenze del “PiccoloMondo” il I Consiglio Generale della Fondazione Providentia. Tutto il Consiglio Gene-

rale ha partecipato a questa importantissima giornata, che ha dato l’avvio ufficiale alla vitadella Fondazione.Il Presidente onorario, Mons. Vittorino Canciani e il Presidente Dott. Antonio Maunero con ilSegretario Generale, Filippo Gesualdi, hanno fatto gli onori di casa e ricevuto tutti i consi-glieri, arrivati da ogni parte d’Italia per partecipare al I Consiglio.Oltre al Presidente onorario, al Presidente e al segretario generale, erano presenti i consiglieriDott. Francesco Chiappetta, il Dott. Angelo Cimillo, la Dott.ssa Renata D’ Aronco, il Dott.Mario Catalano, il Dott. Celestino Assoni . I consiglieri assenti nella persona di Sua EminenzaComastri Card. Angelo, il Mag. Doris Mueller, il Dott. Carlo Alfonso Buffa di Perrero, il Dott.Alessandro Fornaca erano rappresentati per delega. Nel corso del Consiglio, sono state raccoltele nuove adesioni a Consigliere della Dott.ssa Maria Luisa Alberico, del Dott. Filippo Ge-sualdi, della Sig.ra Gemma Gesualdi, del Dott. Massimiliani Angelino e del Dott. Raul Cra-gnolino e come revisore dei conti della Dott.ssa Maddalena Tramontano. Il PresidenteMaunero, dopo i saluti di rito, in particolare al Presidente onorario Vittorino Cangiani, dà ini-zio ai lavori, illustrando i punti all’ordine del giorno del Consiglio, i progetti e le finalità dellaFondazione, che verranno poi trasformate in concrete e meritevoli iniziative che andranno dal-l’ambito culturale-scientifico, a quello del volontariato e umanitario: Conferma Consiglio e

nuove adesioni nella prestigiosa sede di Piazza Castello 9; Collaborazione con il Corriere diRoma,per attività editoriali; Collaborazione lo Stato del Qatar; Collaborazione – joint venturecon la società Eatinerary – Torino; Anpil – intervento a sostegno dell’ operatività nelle missionidei Padri Lasalliani; Collaborazione con il VIS – volontariato internazionale studentesco; Joint-venture di collaborazione paese Senegal a sostegno di sviluppo di progetto di impianto indu-striale per il riciclaggio dei rifiuti urbani; Sviluppo delle attività culturali in Austria – Svizzera– Francia – Spagna – Italia- Austria-Svizzera ; Diffusione delle opere scritte da Mons. Vitto-rino Canciani attraverso seminari, Congressi, ed altre iniziative valide a tale fine; Costituzionedi centro di ascolto, con intervento di psicologi a favore delle persone che necessitano di talesostegno. iniziativa sollecitata da varie comunità sociali e parrocchie, iniziativa da costituireattraverso la Fondazione e coordinata dalla segreteria e Presidenza della stessa, che ne sostienele spese di costituzione, logistiche, locali, del personale impegnato in tale iniziativa; Coopta-zione nel Consiglio della Fondazione della Dott.ssa Notaio Ghidoni e del Sig. Gomboso; In-carichi e deleghe ad operare per conto della Fondazione Providentia; Blog FondazioneProvidentia; Indennità Presidente e personale che operano per conto della Fondazione Provi-dentia; Varie ed eventuali. La dott.ssa D’Aronco Renata, consigliera della fondazione nonchépresidente del club Unesco di Udine, con un’iniziativa ha fatto sì che la fondazione diventassepatrocinante di diverse iniziative culturali internazionali che si svolgono dal mese di luglioanno in corso in avanti.

Nel Pontino i poteri forti sono in diffi-coltà, quelli legati alla politica, quellilegati alla magistratura, che da quelle

parti ha un ruolo tutto particolare. Nel palazzodi giustizia di Latina si vive l’ennesimo epi-sodio di scandalo e il disagio tra la popola-zione è grande. Ancora magistrati sottoaccusa, ancora accuse pesanti. Il gip del Tri-bunale di Perugia, competente per i procedi-menti penali a carico di magistrati del Lazioha picchiato duro su Nicola Pannullo, attualepresidente della seconda sezione civile del Tri-bunale di Latina, e Fausto Severini e haiscritto i due giudici nel registro degli inda-gati, nell'ambito dell’inchiesta sulla gestionedella Fallimentare della Capitale. Le accuse acarico dei togati sono pesantissime: Pannulloe Severini, insieme a Chiara Schettini, giudicedella sezione fallimentare del Tribunale diRoma, prima e principale indagata ora finitain carcere per corruzione e peculato, compo-nevano infatti il collegio finito nel mirinodella Procura di Roma. Un collegio che, men-tre tra gli anni '90 e il 2005 si occupava di di-verse liquidazioni eccellenti, poi ritenutesospette, non si sarebbe fatto scrupoli nel con-cedere deleghe particolari, consulenze esose oa pagare crediti con eccessiva 'nonchalance'.Presidente del collegio era Severini, mentre ilgiudice relatore era la Schettini e Pannullo il

giudice a latere. Alla fine dello scorso anno,ecco partire una serie di verifiche e di controlliche avrebbero portato alla luce, per primo, ilcoinvolgimento diretto di Chiara Schettini, alcui seguito avrebbe operato una sorta di'cricca' di avvocati compiacenti. Ed è stataproprio la Schettini, quando si è resa conto dinon avere, ormai, più nulla da perdere, a co-minciare a fare i nomi di colleghi e collabora-tori, trascinando così nell'inchiesta anchePannullo e Severini. L’accusa sarebbe di pe-culato. Un tribunale delle nebbie, viene defi-nito, quello di Latina, che impiega più di diecianni per una pratica di separazione e di divor-zio, nel quale spariscono e ricompaiono i fa-scicoli, e attorno al quale nascono e muoionooscure leggende metropolitane non fa che ren-dere più pesante il clima del capoluogo pon-tino. Dove La politica annaspa, messa allecorde da una crisi che non risparmia niente enessuno. Il centro destra è acefalo, l’Udc az-zerata a livello nazionale gioca in provincia unruolo ambiguo, la guerra di bande rallenta losviluppo, svilisce ogni iniziativa di senso com-piuto. Sullo sfondo la situazione delicata ecompromessa, quella della Provincia, con unpresidente pluri-inquisito (assieme al cerchiomagico dei suoi dirigenti) che ostenta una si-curezza che non ha e che in sostanza bada piùalla bottega che all’Ente, ormai in via di di-smissione (vedi provvedimenti del governo).Non sarà un’estate facile

Il caso/1

di Leoluca Di Rocca

Nel Pontino i poteri forti cominciano a perdere terreno, la politica (vedi Provincia) batte in testa, l’imprenditoria batte in ritirata e la disoccupazione aumenta. Lavorano solo i giudici, nel bene e nel male.

Per festeggiare i 65 anni di sacerdozio del Presidente onorario Monsignor Canciani

Nasce la Fondazione Providentia

Provincia/regione18venerdì 19 LUGLIO 2013

IlCORRIEREDIROMA

Trema il tribunale delle nebbie, altri due magistrati messi sotto accusa dal Gip di Perugia

A Latina è sempre più emergenza giustiziama finalmente qualcosa si muove

L’emergenza nomadi non muore mai e nelle more del passaggio delleconsegne tra Alemanno e Marino qualcosa deve essere sfuggito. Nella

capitale i rom governano indisturbati alimentando i loro traffici ormai finnel centro storico, in provincia la situazione peggiora di giorno in giorno.Nel campo di Castel Romano esplode la questione legalità dopo i conti-nui roghi e le risse che hanno riempito le pagine dei giornali nei giorniscorsi. Guerre tra etnie ed estorsioni sono le prime avvisaglie di una si-tuazione che è iniziata a degenerare nell'insediamento autorizzato in ViaPontina Km 24, a inizio giugno. Secondo gli operatori delle cooperative lasituazione è fuori controllo, e hanno ipotizzato l'esistenza di un conflittotra la comunità serba, residente nel settore e le famiglie di origine bo-sniaca, giunte nel campo dopo la chiusura dell'insediamento di Tor De'Cenci. «Noi chiediamo al sindaco di ripristinare la legalità - ha detto Sal-vatore Buzzi, presidente del Consorzio Eriches, che si occupa dell'acco-glienza e dei servizi sociali nell'area - fare in modo che nel campo ci sianosolo gli aventi diritto (ossia le persone censite dal Comune di Roma), versouna politica di integrazione sociale di coloro che non delinquono e man-dano i figli a scuola». Nel campo di Castel Romano, costruito per acco-gliere i nomadi in seguito agli sgomberi del 2005, 2010 e 2012, vivono800 persone attualmente, dopo la fuga dei serbi (circa 200 persone, traadulti e bambini), che ora vivono in un tendopoli allestita su un terreno diVia Salviati, vicini a due campi rom. Ad accendere la conflittualità etnica,è stata poi l'occupazione impropria delle casette lasciate dai serbi da partedi altri nomadi. Gli atti incendiari sono stati anche il pretesto per tornarein strutture più vicine alla Capitale, da cui erano stati sgomberati «perché- ha continuato Buzzi - i rom credevano che con il nuovo sindaco sarebberotornati nei campi originari». Intanto il settore D, colpito dai roghi neigiorni scorsi, dove vivono famiglie per lo più di origine serba, è stato se-questrato dai Carabineri, inviati dal Comune di Roma, che hanno presen-tato un rapporto in cui si segnala la presenza di 7 famiglie rom con notevoliredditi e un grande parco macchine. Alcuni di loro hanno precedenti perdroga. Per questo, i residenti nella zona hanno sollevato questioni di sicu-rezza anche per le condizioni igieniche e sanitarie, molto precarie. Ma lastrada per l'integrazione è ancora lunga.

Il caso/2 Guerre tra etnie, risse e roghi, il campo nomadi di Castel Romano sta per esplodere. A chi interessa?

di Alessandra De Gaetano

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Allarme da bollino rosso per le spiaggedi Roma. Sono state inferiori del 40%le presenze in spiaggia a maggio e giu-

gno rispetto allo stesso periodo dell’anno pre-cedente. “Le condizioni atmosferiche nonfavorevoli - spiega Riccardo Borgo, presidentedel S.I.B. (Sindacato Italiano Balneari) - lapioggia e soprattutto le temperature ben al disotto della media stagionale hanno provocatolettini vuoti, ombrelloni chiusi, frigoriferipieni di gelati e bibite, panini ed insalate in-venduti . La ristorazione, in generale, poi, hasubito una diminuzione di oltre il 50% com-plice anche la crisi economica”. Oggi, per unagita fuoriporta fino al mare, si preferisce nonrischiare: se c’è il sole e fa caldo….si scegliela spiaggia, se il cielo è coperto e nuvoloso èmolto meglio rimanere a casa. “Quest’anno iprezzi dei servizi di spiaggia, - continua Borgo- come confermato anche dalle principali as-sociazioni dei consumatori, non sono aumen-tati, anzi, talvolta sono diminuiti, grazie adalcune iniziative ed a “pacchetti” studiati ap-positamente: si va dall’ombrellone condivisoal lettino low-cost (dalle 15 si paga la

metà….), dal 3X2 al “pomeriggio conve-nienza” fino all’aperitivo al tramonto, i bal-neari non hanno lesinato sforzi ed idee pur diattrarre i clienti nelle loro spiagge. Rispettoagli anni precedenti, poi, dobbiamo registrareun forte calo delle prenotazioni stagionali, inalcuni litorali sono state superiori al 60%. Laragione fondamentale è che le famiglie nonpossono più programmare le vacanze con an-ticipo e per lungo periodo”. Ma le preoccupa-zioni per gli imprenditori balneari,sfortunatamente, non finiscono al maltempo,il Sib denuncia: “Il futuro delle nostre impreseresta strettamente legato alle concessioni de-maniali ed a riguardo, continua ad essere deltutto incerto, così come lo è quello di centinaiadi stabilimenti balneari soggetti a canoni as-solutamente spropositati. Abbiamo più voltesollecitato il Governo ad istituire i tavoli peraffrontare i problemi, restiamo in attesa di es-sere convocati".

A maggio-giugnopresenze inferiori del 40 per cento,

le condizioni atmosferiche

non aiutano e i gestoridegli stabilimenti

si ingegnano per salvareil salvabile, sconti

e promozioni oltre ogni limite

Stagione in pericolo

di Enzo Bianciardi

Il Sib denuncia il calo di presenze negli stabilimenti balneari determinato dal tempo incerto

Spiagge, è allarme rosso Servirebbe un’idea in extremis

Litorale 19venerdì 19 LUGLIO 2013

IlCORRIEREDIROMA

Non è una vera…. estate se non in-dossi un gioiello di corallo. Il co-

rallo ha un fascino speciale: un perfettoconnubio per una sensazione di estate,sole… e mare…. “Per entrare nel climaestivo, è necessario, oltre agli abiti ed alcostume, scegliere gli accessori piùadatti. – spiega Anna Gastaldi, titolaredei “Gioielli del mare”, la storica riven-dita in piazza Anco Marzio ad Ostia - Igioielli, in particolare, impreziosisconoe rendono unico il look di ogni donna, ilcorallo, ad esempio, con le sue diversesfumature, che partono dai toni accesidel rosso al rosa più delicato, permette

di interpretare il periodo estivo conesclusività e personalità, con forme emateriali diversi. Non a caso, uno deitemi preferiti dalla moda resta il corallonei suoi diversi utilizzi, con orecchiniche possono riprodurre: pesci, stelle ma-rine, cavallucci di mare, elementi deco-rativi e spille in corallo, rigorosamenterosso. Resta fondamentale, per unadonna elegante, la scelta di un colliercon fili di corallo, rosso o nero”. Ele-ganza, charme ed anche il favore degliastri, il corallo viene pure utilizzatocome talismano ed i moderni insegna-menti sulle gemme, apprezzano il co-

rallo per i suoi effetti positivi. C’è chisostiene, ad esempio, che il corallo al-lontani paure e tensioni, ed incoraggi avivere e pensare in modo positivo. Il co-rallo esalta la carnagione e presenta unabellezza irresistibile quando è indossatosulla pelle. “Le creazioni in corallo - ri-corda Giogio Gastaldi, che nei suoi eser-cizi di Ostia e Roma, ha lanciato l’ideadi un dono “utile” quanto pieno di fa-scino ed appagante - appartengono, in-fatti, alla più attraente gioielleria che sipossa immaginare e continuano ad ispi-rare famosi designers. Inoltre, favoriscel’attività mentale, di sicuro, è conside-

rato un potente antidepressivo. Per lepersone con poca vitalità, consigliamo ilcorallo con una montatura in oro, mentrechi possiede una normale energia fisicaè più adatta la montatura in argento. Seil corallo si indossa come un monile alcollo, è preferibile che il filo sia di co-tone, perché, in questo modo non inter-ferisce con la ricezione energetica.Infine, se viene indossato in modo da es-sere ben visibile, il corallo si trasformain un amuleto protettivo per mantenersiin buona salute, allontanando i pericoloe gli ostacoli.

En.Bia.

Gli operatori/“Gioielli di mare”

Senza corallo non è….estate

Basta tasse sulla musica nei locali commerciali. La protesta corre sul filo ed icommercianti di Ostia arrivano a minacciare, se non rivisti i tanti balzelli, a

spegnere la radio. “Ascoltare e far ascoltare musica – denuncia Luca Capobianco,presidente dell’Ascom - è diventato un lusso che pochi esercenti possono per-mettersi. Ogni anno si ripete la stessa storia. Decine di controlli e multe ai localiche non sono in regola col pagamento della SIAE (per radio, cd o tv che sia). Sitratta di una “tassa” iniqua per i commercianti, che di certo non diffondono mu-sica a scopo di lucro. Le radio e Tv già pagano la SIAE ed è ridicolo ritenere chein questo modo si promuove l'economia di un esercizio commerciale. E, comun-que, l'esborso necessario viene considerato troppo esoso. Per una media strutturadi vendita (circa 400 metri quadri) si spendono circa 460 euro l'anno. In aggiuntaai diritti corrisposti alla SIAE a favore di autori ed editori, da quest'anno bisognaprovvedere anche al pagamento dei diritti al Consorzio dei fonografici, a favoredelle case discografiche: altri 212 euro. Infine, c'è il canone RAI: 208 euro l'anno.In totale, fanno quasi 900 euro per tenere la radio accesa e intrattenere i clientimentre fanno acquisti. E’ lecito tutto questo?”. Gli esercenti del litorale hanno inervi tesi, da una parte la crescita esponenziale, soprattutto nei mesi estivi, di am-bulanti, spesso irregolari, dall’altra l’assalto alle spiagge dei “vù compra”, in più,i saldi estivi, il cui inizio “annacquato” non ha di certo contribuito a riportare ilsorriso. “E' arrivato il momento di smetterla con questo tariffario arbitrario. – af-ferma Capobianco - Abbiamo in mente una soluzione immediata e di sicura effi-cacia: se ogni negozio, locale, bar si decidesse a spegnere la radio, a quel punto:autori ed emittenti radiofoniche si renderebbero conto che trasmettere la musicain sottofondo altro non è che una forma di pubblicità per le loro canzoni”. In-tanto, occhiali da sole, articoli da mare, bigiotteria e, addirittura, kit per tatuaggitemporanei finiscono sulle spiagge di Ostia ad opera dei venditori ambulanti. Peril presidente dell’Ascom bisogna frenare: “…. il dilagare di fenomeni di concor-renza sleale che stanno mettendo in ginocchio il tessuto commerciale tradizio-nale del nostro territorio”. E per ultimo, la nota dolente dei saldi: “In tre anni –conclude Luca Capobianco - il commercio ha subito una contrazione dei consumipari al 40% del totale. In un sondaggio presso i nostri iscritti, in questi primi diecigiorni di vendita promozionale il calo ha superato il 15%, ma la tendenza è in au-mento”. En.Bia.

La protesta in crisiBasta tasse sulla musicanei locali commerciali

Riccardo Borgo, presidente del S.I.B.(Sindacato Italiano Balneari)

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Rubriche

Disco rosso

Ovvero le aflatossine M1. Ancora unavolta la filiera del latte è stata scossadall’azione di un gruppo di soggetti

che per mero guadagno hanno attentato alla sa-lute dei consumatori. I Carabinieri del NAS di

Udine hanno infatti scoperto un’associazione adelinquere finalizzata all’adulterazione, ed aglialtri reati connessi, della prelibata bevandabianca. Il meccanismo truffaldino era di una sempli-cità quasi disarmante. Il latte contaminato daaflatossine, piuttosto che essere avviato alla di-

struzione, veniva diluito con altro latte regola-mentare in modo che il risultato finale risul-tasse idoneo ai controlli analitici degliacquirenti. Le aflatossine, prodotte dal meta-bolismo delle muffe, sono presenti soprattuttonel mais, utilizzato quasi in via principale perl’alimentazione degli animali.

La causa va ricercata nell’errata pratica di rac-colta e conservazione del cereale che, unita aduna temperatura elevata, determina un au-mento dello sviluppo delle muffe. Da quipassa nel latte trasformandosi da B1 ad M1,meno attiva ma potenzialmente cancerogenaanche a concentrazioni relativamente basse.D’altronde il rischio “zero” non esiste nel-l’universo degli alimenti. Al di sotto dei valorisoglia e stabiliti dall’Europa, i contaminantipresenti sono consentiti. In questo caso non c’èetichetta che tuteli il consumatore. Ma almenoper il latte perché non orientarci verso il bio-logico? Forse non avremo la sicurezza totalema, poiché le bovine da latte allevate con ilmetodo biologico hanno libero accesso al pa-scolo, un limitato utilizzo di mangimi, mag-giori controlli e garanzie, avremo sicuramenteminor fattori determinanti il rischio aflatos-sina. Le verifiche esistono e ci tutelano maquesta vicenda è emersa solo grazie all’arguziainvestigativa dello speciale reparto dei Cara-binieri. In ogni caso sarebbe bene non abbas-sare mai la guardia.

di Massimiliano De Lassaletta

Le truffe in tavola

Sicurezza alimentare tradita:a colazione con l’M1

20venerdì 19 LUGLIO 2013

IlCORRIEREDIROMA

Un meccanismo truffaldino per vendere

latte contaminatoda aflotossine.

La bevanda preferita da bambini e anziani, piuttosto che essere

distrutta veniva diluitaper passare i controlli

sanitari. I Nas dei carabinieri hanno

scoperto un’associazionea delinquere per fare

soldi sulla salute dei consumatori

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… Abbiamo cenato per voi

La prima e per ora anche l’unica a produrre prelibatezzedolci e salate dello splendido Salento. Stiamo parlando

della Pasticceria Salentina, aperta a Roma da quasi tre anni.Un locale piccolo, ma molto accogliente e amichevole, ubicatoin Via Lago Tana 51, nel quartiere Salario (a due passi dallametro B1 Libia). La pasticceria è frequentata dai romani maanche da numerosi pugliesi, soprattutto salentini, che risiedonoall’ombra del Cupolone e che qui ritrovano un po’ dei profumie dei sapori di casa.Il proprietario, Donato Perrone, diplomato alla Scuola Alber-

ghiera di Otranto, scambia parole con tutti i clienti, con l’entu-siasmo e la professionalità che lo caratterizza. Chi entra ha difficoltà a resistere al pasticciotto, oppure allecarteddhate, ai mostaccioli, ai cornetti leccesi, o – per parlaredi salato – rustici, calzoni fritti, guanciali, pittule.Anche i romani sembrano apprezzare i prodotti della pasticce-ria, per conoscere qualcosa di più delle terre salentine. Chi entra nel locale sente il bisogno di parlare e sa di essereascoltato; può sfogarsi magari di una giornata pesante al lavoroo di una litigata con la moglie e/o il marito.

"Ciò che ci caratterizza – afferma Donato Perrone – è la pas-sione per i dolci, ovvero intendere il dolce come fresco, senzacambiare gli ingredienti".L'amicizia, il sorriso, l’accoglienza e l’ospitalità sono travol-genti appena entri nella pasticceria salentina. Ed è difficile re-sistere a tutto ciò che è in vetrina. Le nutrizioniste sonoavvisate.

PASTICCERIA ROSTICCERIA SALENTINAVia Lago Tana 51

Pasticceria artigianale

21venerdì 19 LUGLIO 2013

Dove andare/COSA MANGIARE IlCORRIEREDIROMA

Il luogo ideale per chi vuole assag-giare gustosi piatti, coccolati dallabellezza di Roma antica, tra spe-

cialità di pesce, carni, funghi e tartufi.Lo si percepisce già all’ingresso delRistorante – Hostaria Costanza, imme-diatamente accolti dalla simpatia edalla professionalità di Paride, che in-sieme a Peppe, da 34 anni gestiscequesta attività commerciale. Il localesi trova nei pressi del teatro di Pompeocostruito a Campo Marzio nel 61 a.c.La struttura comprendeva il teatro, untempio dedicato a Venere Vincitrice eun vasto quadriportico animato da fon-tane e boschetti di platani. Il lato norddava apertura all’Ecaconstylum, il por-tico delle cento colonne, forse il Por-tico Lentulorum. Si racconta che in unido di marzo ( 44 a.c.) Giulio Cesarefu avvertito che era in pericolo e, igno-rando il monito,fu accoltellato sotto lastatua di Pompeo da Bruto e compa-gni. Il ristorante è ricavato da sotto legradinate del teatro di Pompeo. Parideè un ex frate cappuccino, mentre

Peppe è un ex carabiniere. I due socisi conoscono fin da ragazzi e insiemehanno deciso di mettere in piedi que-sta attività. Paride racconta che il suo,più che un lavoro, è una vera passione,un impegno quotidiano che, se fattobene, può essere anche molto diver-tente.Una cucina piuttosto semplice(aglio, olio e peperoncino), alla ricercadella qualità e della tradizione. Lo di-mostra il fatto che ancora oggi, i for-nitori sono sempre gli stessi,nonostante telefoni qualche nuovopossibile candidato.Il cliente può scegliere tra carne,

pesce, funghi e fritti. Non c’è invecela caccia. Tra le specialità c’è l’anti-pasto della casa che è composto ingran parte da fritti. Ma non ci sonoodori né in sala né in cucina, graziealla scelta dei proprietari di utilizzarecappe con motori capaci di assorbireogni tipo di odore. Per Paride la cucinaè il vero biglietto da visita del locale.Il ristorante in tutti questi anni, con isuoi circa 200 coperti, ha visto passarenumerosi clienti, dalla prima DC, trapolitici (c’è il premier Enrico Lettache ormai è un amico del ristorante),onorevoli, senatori, prelati, cardinali eanche qualche papabile. Numerosi ipreti e i religiosi, anche qualche ex-confratello di Paride, con cui i rapportinon si sono mai interrottiI clienti hanno l’abitudine di mangiarealcune cose, piuttosto che altre. Ognitanto si concedono uno sfizio. I piùabituali ormai non chiedono nemmenopiù quello che vogliono mangiare.I vini che vanno per la maggiore sonogli ottimi barricati, vini rossi e mor-bidi. Tra i bianchi il prestigioso e ar-monico Terre Alte. I turisti stranieri sisiedono ai tavoli con i nomi di viniscritti sui loro appunti che desideranobere a ogni costo. Spesso però il menuche scelgono non è adatto come abbi-

namento, ma a loro interessa solo ilvino. Qualcuno in seguito si lasciaanche consigliare.Il cliente riconosce la qualità, la con-ferma, ritorna al ristorante e ne parlacon colleghi e amici. Ed è forse perquesto che in 34 anni il locale non haavuto mai bisogno di fare pubblicità.I camerieri sono eclettici per adattarsialla persona e al cliente (metà turista,metà abituale).Paride ci racconta di una famiglia stra-niera, venuta per la prima volta da fi-danzati, poi da sposi novelli; sonotornati con il primo figlio, e ancoracon il secondo e poi con il terzo. Oggisono qui con gli amici.I politici a pranzo vanno di fretta,mentre a cena sono più tranquilli, par-lano tra loro e si intrattengono anchecon il personale del locale. E sembre-rebbe proprio vero il detto “I governisi fanno e si disfano a tavola”.A 62 anni, Paride si diverte ognigiorno con la stessa carica di adrena-lina di quando era giovane. La suamaggiore soddisfazione è il rapportocon la clientela e la capacità di conti-nuare a divertirsi.E i francescani? Ora non lo voglionopiù, ma preferiscono venire a trovarlodirettamente al locale.

A cena da Costanza, un locale perfettoper chi ama la cultura accompagnata

dal buon cibodi Francesco Vitale

Nasce nel 1981 ed è da considerarsi uno dei più prestigiosi vini bian-chi italiani. L'armonico assemblaggio di uve Friulano, Pinot Bianco

e Sauvignon, coltivate a Rosazzo negli storici vigneti delle Terre Alte,crea un vino elegante e ricco, dagli intensi profumi fruttati e floreali. E'un vino di grande struttura e con l'invecchiamento acquisisce un'evo-luzione terziaria di notevole complessità. L'uva viene delicatamente di-raspata e lasciata in macerazione per un breve periodo.Successivamente viene pressata in modo soffice ed il mosto ottenutoviene chiarificato tramite decantazione. Pinot Bianco e Sauvignon fer-mentano a temperatura controllata in vasche di acciaio inox dove ma-turano per circa dieci mesi. Il Friulano, invece, viene fatto fermentaree viene affinato in piccole botti di rovere francese. Gusto pieno, av-volgente, profondo, armonioso, sapido; il retrogusto è intrigante, riccoe persistente, con richiami di salvia, vaniglia, rosmarino e pietra ba-gnata. Particolarmente indicato per i piatti di pesce, eccellente con iprimi a base di verdure, le carni bianche e i formaggi. Si serve a 14-15°C

Terre Alte

L’arte della macerazioneper il vino dell’estate

Quante tentazioninel quartiere Salario: il Salento è dolce

Alcuni membri dello staff del ristrante Costanza

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Rubriche

Nel mondo dello spettacolo acca-dono fenomeni non sempre facil-mente spiegabili. In quest’ambito

ricade, a mio avviso, il successo plane-tario ottenuto da Diana Krall: tra l’altrouna nomination ai Grammy nel 1996 con“All for you” e un Grammy Award nel1999 con 'When I Look in Your Eyes'.La pianista e vocalist canadese si è esi-bita domenica 7 luglio alla Cavea del-l’Auditorium di Roma nell’ambito dellarassegna “Luglio Suona Bene”. Era laseconda volta che ascoltavo un concertodella Krall mentre conosco abbastanzabene i suoi album: ebbene, il concerto didomenica mi ha confermato tutte le per-plessità che nutrivo nei confronti di que-sta artista. Intendiamoci: siamo su livellipiù che buoni ma non di eccellenza. LaKrall suona bene il pianoforte ma non ècerto una virtuosa; canta bene, con unavoce leggermente arrochita (anche sel’altra sera, forse a causa dell’umidità,ha denunciato qualche calo di intona-zione) ma non si può certo paragonare,tanto per fare un nome alla Dee DeeBridgewater.Insomma Diana fa tutto abbastanza bene,ma non commuove, non ti entra dentro,non ti fa vibrare quel non so che… in-somma, come si dice molto più banal-mente, non arriva. Questo probabilmentederiva dal carattere dell’artista, confer-mato dal fatto che a fine concerto hafatto dire agli addetti di non essere di-sponibile per alcuna sorta di incontro nécon i giornalisti né tanto meno con ilpubblico. Un pubblico per altro moltocaldo e ben disposto che non ha lesinatogli applausi a scena aperta e che ha ri-chiesto a gran voce un bis, per altro ac-cordato.A Roma la Krall ha presentato il suo ul-timo disco, “Glad Rag Doll”, undicesimolavoro in studio della raffinata artista ca-nadese che vuole essere un nostalgicoomaggio al jazz degli anni '20 e '30 . Così,abbiamo ascoltato, una serie di brani piùo meno celebri di quel periodo tratti,come lei stessa ha dichiarato, in massimaparte dalla collezione di 78 giri del padre:"We Just Couldn't Say Goodbye" diHarry M. Woods, "There Ain't No SweetMan That's Worth the Salt of My Tears"

di Fred Fisher, "Just Like a ButterflyThat's Caught in the Rain" di Mort Dixone Harry M. Woods, "Prairie Lullaby" diBilly Hill, "Let It Rain" di Hal Dyson,James Kendis e "Lonely Avenue" di DocPomus. Ad accompagnarla Stuart Duncanchitarra e violino, Aram Bajalkian allachitarra (sicuramente i solisti migliori

della formazione), Dennis Crouch al con-trabbasso, Patrick Warren alle tastiere eKarriem Riggins alla batteria. Ma unabuona parte del concerto Diana l’hasvolta suonando e cantando da sola ed èforse questa la dimensione in cui riescead esprimersi con maggior profondità.

Gerlando Gatto

Qui gatto ci cova

Il concerto del 7 luglio alla Cavea dell’Auditorium

Diana Krall: tanta musicama pocheemozioni

Musica live e birra artigianale avolonta': questi gli ingredienti

principali del Rock Fest, il festivalmusicale e gastronomico di BassanoRomano (Viterbo), arrivato alla suaundicesima edizione. L'appuntamentoe' dal 26 al 28 luglio, anche que-st'anno al Parco Pubblico di Bassano.Il programma musicale della manife-stazione prevede: venerdi' sera i The-seus (elettronica), i Merkin (Tooltribute) e i Rancho Texicano (ZZ Toptribute); sabato sera i Gravestone(death metal), i Toxici (System of aDown tribute) e i Novomundo (tribalmetal); domenica sera i Raw (metal),The Division Band (Pink Floyd tri-bute) e Rocca & Blues (rock-blues).Il programma gastronomico offrira'invece, tra l'altro, la possibilita' di de-gustare in edizione limitata alcunedelle birre artigianali piu' famose epremiate provenienti dal Belgio, maanche da prestigiosi birrifici italiani.E quest'anno l'associazione 'RockFest' promuove nuove iniziative di in-trattenimento: tra queste il torneo diBeer Pong e l'attesissimo Homebre-wers Contest, dove gli ormai nume-rosi e sempre piu' appassionatiproduttori di birra fatta in casa pro-porranno le loro creazioni in una garafino all'ultima degustazione.

Roma - Alla festa delle lame, sotto CastelSant’Angelo, c’era anche Bebe Vio, dieci

volte medaglia d’oro paralimpica di fioretto.Senza di lei, campionessa sedicenne, proba-bilmente la maratona dei duelli di fronte alCupolone, organizzata e diretta da Renzo Mu-sumeci Greco, maestro d’armi ed erede dellastorica accademia romana, non avrebbe messoi brividi e lasciato un ricordo indelebile per ipartecipanti. Lo scorso 13 luglio, in Lungote-vere Castello, si è svolta la terza edizione dellamanifestazione di atleti dai 5 ai 70 anni, divisitra campioni olimpici normodotati e disabili.Centinaia di schermidori si sono sfidati grazieal progetto “Scherma senza limiti”, sostenutodal comune di Roma proprio per l’enorme im-patto sociale. Il progetto è dedicato a scher-midori non vedenti e ipovedenti e dal 2012sono state aggiunte le lezioni anche per i disa-

bili in carrozzina. Bebe Vio prima di sfi-darsi con l’attore della famosa serie tele-visiva “I Cesaroni”, Ludovico Fremont,anche lui allievo della storica accademiadi via del Seminario, ha regalato allascuola di scherma una pedana per scher-midori disabili. La storia di Bebe. Fin dabambina appassionata di scherma. Allafine del 2008, all’età di 11 anni, è colpitada una meningite fulminante che ha por-tato come tragica conseguenza all’ampu-tazione dei quattro arti. Malgrado questo,nel giro di un anno è tornata alla sua vitadi prima con un impegno incredibile tor-nando a praticare il suo sport con forza edeterminazione. Il padre e la mamma diBebe, Ruggero e Teresa Vio hanno fondatoun’associazione, Art4Sport, che permetteai bambini amputati di godere a pienodella vita grazie alla realizzazione dei pro-pri sogni sportivi. Soprattutto perché inItalia il sistema sanitario nazionale è to-talmente assente nel campo dello sport.

Stefania Pascucci

Il personaggio

22venerdì 19 LUGLIO 2013

IlCORRIEREDIROMA

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Bebe Vio incanta alla Festa delle lameIn scena forza e impegno

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