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Il cuore della famiglia. La famiglia per il cuore. E’ un’iniziativa promossa e realizzata da 26 settembre 2004 Giornata mondiale per il cuore Con il patrocinio di Ministero della Salute - Croce Rossa Italiana - Associazione Nazionale Carabinieri Lega Nazionale Professionisti Calcio - Federazione Italiana Giuoco Calcio Unione delle Federazioni Calcistiche Europee (UEFA) Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI)

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Page 1: Il cuore della famiglia. La famiglia per il cuore. · Cardiologo dello Sport - Lega Calcio Professionisti ... quale, non lo si ricorda mai abbastanza, si gettano le basi per il benessere

Il cuore della famiglia.La famiglia per il cuore.

E’ un’iniziativa promossa e realizzata da

26 settembre 2004Giornata mondiale per il cuore

Con il patrocinio di

Ministero della Salute - Croce Rossa Italiana - Associazione Nazionale CarabinieriLega Nazionale Professionisti Calcio - Federazione Italiana Giuoco Calcio

Unione delle Federazioni Calcistiche Europee (UEFA)Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI)

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I testi

sono stati forniti da:

Adele BorghiSocietà Italiana di Cardiologia PediatricaCentro per la Diagnosi e il Trattamento delle Cardiopatie Congenite, AO Ospedali Riuniti di BergamoPalma BreganiCentro di Endocrinologia dell’Infanzia e dell’AdolescenzaUniversità Vita-Salute San Raffaele, MilanoEmanuela CarissimiDipartimento Funzionale di Pediatria, AO Ospedale Civile, Vimercate (MI)Giuseppe ChiumelloSocietà Italiana di Pediatria Preventiva e SocialeCentro di Endocrinologia dell’Infanzia e dell’AdolescenzaUniversità Vita-Salute San Raffaele, MilanoLuigi ColomboCardiologo dello Sport - Lega Calcio ProfessionistiScuola di Specializzazione di Medicina dello Sport dell’Università di MilanoMarcello GiovanniniSocietà Italiana di Nutrizione PediatricaClinica Pediatrica, Università di Milano, Ospedale San PaoloAntonio PellicciaComitato Olimpico Nazionale Italiano, RomaEnrica RivaAssociazione per la Prevenzione Malattie Metaboliche CongeniteNeonatologia - Patologia Neonatale, Università di Milano, Ospedale San PaoloGian Filippo RondaniniSocietà Italiana di Pediatria Dipartimento Funzionale di Pediatria, AO Ospedale Civile, Vimercate (MI)

sono stati rielaborati da:

Rodolfo PaolettiPresidente Fondazione Italiana per il CuoreAndrea PeracinoVice Presidente Fondazione Italiana per il CuoreAndrea PoliSegretario Scientifico Fondazione Italiana per il Cuore

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Qualche anno fa, qualcuno chiese al premio Nobel della Medicina MichaelS. Brown cosa fosse necessario fare per vivere a lungo in buona salute. Larisposta, lapidaria, fu “Scegliersi dei Buoni Genitori”. Brown naturalmente siriferiva all’importanza del patrimonio genetico (trasmesso dal padre e dallamadre) nel determinare la salute degli individui, ma noi vogliamo interpreta-re il suo suggerimento in modo più ampio.

Avere dei Buoni Genitori vuol dire infatti beneficiare, fin dall’infanzia (nellaquale, non lo si ricorda mai abbastanza, si gettano le basi per il benesseredell’individuo adulto), anche dell’educazione ad una cultura della prevenzio-ne e della salute. Al sentirsi responsabili del proprio benessere in modo atti-vo, considerando il proprio organismo e la propria salute con rispetto e conattenzione, come un patrimonio che ci è dato e di cui dobbiamo, in qualchemodo, rendere conto.

La famiglia è il luogo elettivo dove si formano e si consolidano questi con-cetti: ed il nostro ambizioso obiettivo, con questo fascicolo, è di fornirvi unpiccolo aiuto, e qualche elemento in più, per essere dei Buoni Genitori (scrit-to, non casualmente, ad iniziali maiuscole).

Ad essere, in altre parole, partners efficaci dei vostri figli nell’aiutarli acostruirsi una consapevolezza della propria salute e dell’impegno, cui tuttisiamo chiamati, di mantenerla nel tempo.

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Introduzione e presentazione

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Molte malattie dell’età adulta, ed in particolare quelle cardiovascolari (comel’ictus cerebrale e l’infarto di cuore) sono certamente condizionate daquanto succede nei primissimi anni di vita: secondo informazioni recenti,esse affondano addirittura le loro radici fino nelle prime fasi della vita intrau-terina.

Gli scambi di sostanze nutritive tra la mamma ed il feto, durante la gravi-danza, procedono infatti in maniera ottimale (ponendo le basi per uno svi-luppo armonico di organi e tessuti del feto stesso) se la madre ha avuto lapossibilità di assumere, sin dall’inizio della gravidanza (e probabilmenteaddirittura prima dell’inizio della gravidanza stessa) quantità adeguate ditutti i nutrienti essenziali. Il mantenimento di un peso adeguato e di unadieta corretta e variata, durante tutta l’età fertile della donna, sono impor-tanti quindi non solo per il benessere della mamma, ma anche per ottimiz-zare lo sviluppo dell’organismo dei figli e condizionarne così in modo favo-revole la salute futura.

Dopo la nascita, è il latte materno l’alimento previsto dalla natura per ilcucciolo della razza umana. Il latte materno assicura infatti non solo l’ap-porto dei nutrienti necessari per la crescita, ma anche di tutta una serie disostanze (acidi grassi, proteine nobili, sostanze ad azione immunoprotetti-va) che contribuiscono al migliore sviluppo degli organi del bambino.

È stato chiaramente dimostrato (e negli ultimi anni la conoscenza di questitemi si è molto diffusa tra le donne) che l’allattamento al seno si associa adistanza di anni a valori più bassi di pressione arteriosa sistolica, a minoresviluppo di obesità e sovrappeso e a un profilo lipoproteico più favorevole:quindi, ad una minore frequenza di comparsa di tutte quelle condi-zioni (i “fattori di rischio”) che facilitano lo sviluppo delle malattie car-diovascolari.

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Gravidanza e allattamento al seno:l’imprinting del metabolismo

Un termine chiave: imprinting

Il concetto di imprinting descrive la possibilità di lasciare un’impronta permanente sumolti aspetti dell’organismo e della psicologia dei piccoli.In altre parole nelle prime fasi della vita, interventi specifici (per esempio di caratterenutrizionale o sullo stile di vita) possono influenzare il metabolismo (la trasformazionedelle sostanze assunte con l’alimentazione in energia e strutture cellulari), la salute ed il comportamento futuro di un individuo.

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Il sovrappeso e l’obesità interessano oggi tutte le fasce d’età e stannoestendendosi in modo preoccupante tra i bambini, fino a costituire,secondo molti esperti, una vera e propria “malattia sociale”. E’ un proble-ma importante e spesso bonariamente (ma pericolosamente) sottovalutatoda tutti coloro che si occupano del bambino, che insistono a voler vederenel suo eccesso di peso un segno, invece, di “florida” salute.

In realtà, un bambino sovrappeso ha purtroppo grandi probabilità didiventare un adulto obeso e di correre quindi rischi superiori alla media diincappare in una malattia cardiovascolare o in una delle altre innumerevo-li conseguenze tardive dell’obesità stessa (diabete, artrosi delle ginocchia,problemi respiratori, ecc.). Le conseguenze di una alimentazione squilibrata(e più in generale di uno scorretto stile di vita) in questa età hanno purtrop-po anche ricadute di tipo psicologico se conducono al sovrappeso: è bennota la maggior tendenza alla depressione e la difficoltà nei rapportisociali dei bambini affetti da obesità.

Attenzione, in particolare, ai bambini che nascono un po’ sottopeso, ocomunque “piccoli per la loro età”. L’organismo, in questi casi, tende a recu-perare rapidamente il tempo perduto (aiutato, comprensibilmente, dallamamma). Ma è facile che il risultato finale sia di squilibrare la crescita versoil sovrappeso: il bimbo che nasce piccolo diventa, facilmente, un po’troppo cicciottello. Parlarne con il proprio pediatra, o il proprio medico, èquindi particolarmente importante per anticipare questi fenomeni.

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Sovrappeso ed obesità:una malattia sociale

In Italia:

In età scolare un bambino ogni quattro è sovrappeso o obeso e questa condizione staportandosi verso il rapporto di un bambino ogni tre.La presenza di obesità in età infantile aumenta la probabilità di essere obesi da adulto,condizione che comporta maggiore morbilità e mortalità per:

• malattie cardiovascolari• diabete• malattie respiratorie

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Dar da mangiare ad un bambino può essere un’operazione complicata(molte mamme lo sperimentano direttamente ogni giorno) e spesso fonte diincertezze e preoccupazioni. Non a caso, più della metà del tempo di unanormale visita pediatrica di controllo è in genere dedicata all’alimentazione.

Nella realtà, tuttavia, le cose non sono in genere così difficili. Oltre i dueanni, un bimbo può iniziare a seguire lo stile alimentare generale dellafamiglia nella quale vive: si tratta di un periodo aureo per aiutarlo a formar-si, in modo intelligente, gusti e preferenze personali in sintonia con un’ali-mentazione orientata al benessere.

La mamma potrà quindi utilizzare questa fase della vita per aiutare il bambi-no a consumare più frutta e verdura; evitando di aggiungere troppo sale otroppo zucchero ai cibi (ciò permette al bimbo di abituarsi ad apprezzaresapori delicati, non coperti da sale o zucchero in eccesso); iniziando a tra-smettere la cultura del “piatto unico” (combinando per esempio pasta oriso e piselli o fagioli: piatti intelligenti e gustosi, poco “pubblicizzati” damamme e cuoche) e limitando il consumo di grassi “solidi” (burro, margari-na, ecc) e dei prodotti che ne sono ricchi.In generale, lo sappiamo tutti, dovremmo riscoprire le ricette che hanno fattocrescere i nostri genitori ed i nostri nonni (con un po’ di carne in più, certo,ma anche arricchendo la dieta di pesce e di altre fonti di proteine, come ilegumi già ricordati).

Un paio di suggerimenti pratici: mantenete la colazione nelle abitudini deivostri figli (è importante, specie durante il periodo scolastico) basandola, sepossibile, su una tazza di latte, e non utilizzate i dolci come “premio”(meglio un frutto, o una visita al parco giochi).

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L’alimentazione corretta

In sintesi:

• Scegliete con cura i grassi alimentari, preferendo gli oli vegetali: sia l'olio di oliva extravergine sia gli oli di semi come il mais, la soia, il girasole.

• Moderate il consumo di carne (non più di 3-5 pasti settimanali), salumi, uova e fate spazio al pesce (2-3 volte la settimana) nella vostra alimentazione.

• Ricordatevi il latte, lo yogurt e i latticini, importanti anche per l’apporto di Calcio.• Aumentate il consumo di verdura, legumi, frutta.• Consumate pasta di grano duro “all’italiana”: è la vera base della dieta mediterranea. • Attenzione a non usare troppi grassi e sale nei condimenti.

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La prevenzione delle malattie cardiovascolari, nel bambino prima e nell’adole-scente e nel giovane più tardi, non può basarsi solo sulla pur cruciale edu-cazione alimentare. La promozione dell’attività fisica, secondo gli esperti,gioca infatti un ruolo almeno altrettanto importante.

L’attività fisica, infatti, svolge una serie di effetti favorevoli per la salute(migliora per esempio il trasporto dei grassi nel sangue, aumentando ilcolesterolo “buono” trasportato dalle HDL e rende più efficiente la rispo-sta dell’organismo ad ormoni importanti come l’insulina). Essa facilita anchel’adesione ad una sana alimentazione, aumenta il dispendio energetico(favorendo il controllo del peso corporeo) e tende a prevenire l’inizio dell’abi-tudine al fumo.

Inoltre l’attività fisica facilita la socializzazione; se condotta come attivitàsportiva, migliora l’autostima ed attiva la formazione di una rete di relazionisociali “positive”, solidamente cementate da un importante elemento condi-viso: la pratica di un’attività agonistica.

Ma non necessariamente per attività fisica si deve intendere lo sport agoni-stico, e nemmeno ore di estenuanti esercizi in palestra; in realtà, un’attivitàfisica eccellente sul piano preventivo è quella moderata, che tecnica-mente si chiama “aerobica”. E’ sufficiente (per cominciare) ridurre l’inattivitàtipica della nostra vita quotidiana (e di quella dei nostri figli), ricominciandoa salire le scale, a fare passeggiate, ad usare la bicicletta.

Anche solo guardando meno televisione e giocando meno alla playstation sipossono ottenere risultati eccellenti su molti parametri fisici e psicologici delbambino.

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Giocare a palla o guardare la TV?

Quale esercizio per i bambini?

• Godersi almeno un’ora di attività fisica ogni giorno.• Incoraggiare la partecipazione a sport di gruppo.• Coinvolgere il bambino in attività regolari di sport con i genitori e la famiglia.• Sostituire, ove possibile, gli spostamenti “meccanici” (automobile, ascensore, ecc) con

il movimento fisico.• Incoraggiare passatempi che siano più attivi del guardare la televisione e dei giochi

elettronici.

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Negli ultimi anni si è chiarito in maniera certa ed inequivocabile che il fumodi sigaretta aumenta (oltre al rischio di altre patologie fra cui alcune tumora-li) anche il rischio di infarto e di ictus: le morti per queste patologie cardio-vascolari associate al fumo sono più numerose di quelle causate dal cancrodel polmone.

Smettere di fumare (chi ci è riuscito lo sa bene) è difficile. Il fumo dà dipen-denza (va detto con chiarezza): sia di tipo farmacologico (la nicotina dàtolleranza o assuefazione), sia di tipo psicologico (legata a fattori sociali eculturali, alla gestualità, all’effetto rilassante ed alla conseguente aspettativadi “migliore performance”).

La strategia, quindi, è di prevenire, nei giovani, il primo contatto con ilfumo. Grande preoccupazione, ai giorni nostri, nasce quindi dal rilevare cheil 30% dei bambini di prima media ha provato la prima sigaretta e che la per-centuale dei ragazzi (e soprattutto delle ragazze) dell’ultimo anno dellesuperiori che fuma correntemente è molto elevata.

E’ molto importante quindi che già nella famiglia si generi una cultura di con-trollo nei confronti della tendenza al fumo e che i giovani vengano infor-mati, in modo sereno e competente, dei danni del fumo e della neces-sità di adottare misure di prevenzione. Può non sembrare molto, ma è lamigliore strategia disponibile: importanza notevole hanno poi anche le cam-pagne di educazione-prevenzione nelle scuole, che possono ridurre la per-centuale di nuovi fumatori.

Ovviamente, è d’obbligo, per qualunque adulto, “dare il buon esempio” suquesto tema.

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Fumo: che fare?

I numeri

Nel decennio 1990-1999 il fumo ha provocato circa 15 milioni di morti tra l’Europa occidentale, l’Europa orientale e gli USA.L’abolizione del fumo determinerebbe la scomparsa del 90% dei tumori del polmone eduna riduzione del 30% della cardiopatia ischemica.

In Italia

Il fumo di tabacco produce circa 90.000 morti l’anno di cui 20.000 per tumore del polmone e 25.000 per malattie cardiovascolari.

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Quando si parla di giovani e droghe, non si può non parlare di dipendenzae di pressione sociale.

Le droghe, innanzitutto, sono sostanze che per definizione danno dipen-denza: un insieme di comportamenti provocati dall’interazione tra specifi-che sostanze chimiche e l’organismo umano che si traducono nella tenden-za-costrizione a continuare a ri-assumere la droga stessa.

L’aumento del consumo di droghe nella Società è un fenomeno dalle spie-gazioni complesse ma probabilmente dovuto anche alle false informazio-ni che portano i giovani a credere di risolvere i loro problemi o le loropaure mediante il loro uso.

La tossicodipendenza nei giovani è spesso dovuta infatti al bisogno diapprovazione sociale, o ad un malinteso senso di “appartenenza”: non acaso l’assunzione di droga è spesso un rituale di gruppo. Anche la neces-sità di esprimere la propria autonomia e ribellione, di apparire “duro”, “gran-de”, “forte” ed “amante del rischio” possono indurre al primo, tragico, passoverso la droga.

E’ evidente quindi l’importanza dell’educazione e della diffusione diinformazioni sui rischi associati all’uso di droghe, sui loro effetti collate-rali, spesso terribili, sulla dipendenza fisica e psichica che esse provocano.

La conoscenza approfondita di questi fenomeni, pur non sufficiente ad evitarlicompletamente, è il presupposto necessario per un loro cosciente rifiuto.

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Le droghe e la dipendenza:la pressione sociale

I numeri

Negli ultimi anni il numero dei consumatori (anche solo occasionali) della cannabis (spinello) ha raggiunto il 33% degli adolescenti delle scuole superiori. L’ecstasy e lesostanze analoghe sono consumate dal 4-5% della stessa popolazione giovanile. L’uso di eroina è da tempo stabile, e pari a 8 casi per 1000 abitanti.

Droghe e malattie

Il consumo di droghe provoca gravi cardiopatie, con effetti anche mortali, malattie delfegato, dei reni e del cervello. L’iniezione di sostanze stupefacenti può portare, inoltre, per la disattenzione delle norme di sterilità, anche a gravi complicanze tossiche o infettive quali virus dell’epatite C (HCV) o dell’AIDS (HIV).

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L’apparato cardiovascolare è un circuito idraulico chiuso, formato da unapompa (il cuore) e da una rete di vasi (arterie e vene), che hanno, insie-me, il compito di distribuire il sangue a tutto l’organismo, assicurando l’ap-provvigionamento di ossigeno e di sostanze nutritive a cellule e tessuti.

La formazione del cuore del feto nell’utero materno è un processo moltocomplesso, che può subire alterazioni per “errori di progettazione” o di svi-luppo. Le malformazioni cardiache che ne risultano possono essere più omeno gravi e, poiché già presenti alla nascita, sono dette cardiopatie con-genite.

Una cardiopatia congenita è presente alla nascita in circa 8 bambini ogni1000 nati vivi. Nella maggior parte dei casi si tratta per fortuna di malfor-mazioni non gravi: alcune, invece, possono impedire o disturbare (prima opoi) il normale funzionamento dell’apparato cardiovascolare e richiederequindi una terapia (e talora un intervento) che in qualche caso deve esseretempestivo ed urgente, a volte addirittura nel neonato.

Anche le cardiopatie non gravi, che sono le più comuni, vanno precoce-mente identificate perché, anche se possono essere a lungo ben tollerate,con il passare del tempo possono provocare danni gravi o irreversibili.

Per un’ottimale impostazione della terapia è perciò necessario disporre delladiagnosi in tempo utile.

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Cardiopatie congenite e diagnosi precoce

Diagnosi precoce

Le procedure per una diagnosi precoce delle cardiopatie congenite nel neonato sono oggiben note ai pediatri: tuttavia alcuni casi, per vari motivi, possono sfuggire. E’ necessario quindi che i genitori e/o gli insegnanti riferiscano tempestivamente alpediatra eventuali sintomi o comportamenti anomali (cianosi – cioè la comparsa di un colore bluastro della pelle - da pianto o da sforzo, eccessivo affaticamento a compiereattività fisica normale, difficoltà di respirazione), osservati nel neonato e/o nel bambinopiccolo. Il pediatra o il medico indicheranno l’opportunità di procedere ad indagini specifiche nei casi di sospetta cardiopatia congenita.

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Tutti sappiamo che importanti fattori genetici predispongono i piccoli a svi-luppare un organismo più o meno sano, ma spesso trascuriamo che anchegli stimoli ambientali sono determinanti nel favorire o nell’ostacolare talitendenze, sia in senso positivo che negativo.

Questi concetti, ben noti agli esperti, non sono spesso considerati con lanecessaria attenzione nella nostra cultura. Spesso ci comportiamo come seci mancasse la consapevolezza che le condizioni in cui vivono i nostri figli egli stimoli che quotidianamente essi ricevono, contribuiscono a favorire oad ostacolare il loro stato di salute, nel presente e nel futuro, come (eforse più) di quanto non facciano i geni (naturalmente immodificabili) cheabbiamo loro trasmesso. Come genitori, dobbiamo essere ben consapevolidi questa situazione, e delle responsabilità che essa comporta.

Spesso non è un compito facile. Non sempre, per esempio, è facile accet-tare l’importanza della dieta e dello stile di vita nel controllo del peso (èpiù facile e comodo pensare ad una “predisposizione” che non può esserecambiata): mentre queste abitudini, come abbiamo più volte ripetuto in que-ste pagine, sono invece cruciali. Molti bambini sovrappeso, sia perché nonviene data troppa importanza a questo aspetto, o perché non vi sono ade-guate risorse ambientali per offrire loro attività alternative, passano peresempio molto tempo davanti alla televisione: un atteggiamento erro-neamente “indulgente” o “comprensivo” verso questi comportamenti può,in perfetta buona fede, peggiorare la situazione, in modo anche grave.

L’educazione familiare, che non dovrebbe basarsi solo sull’informazione/for-mazione, ma anche sull’ascolto, ha in fondo proprio questo obiettivo: crea-re le basi di un dialogo costante con i propri figli per essere loro di aiutoquando si faranno una propria opinione delle cose. Si tratta di una fasedella vita affascinante ma pericolosa: e se opinioni e scelte si formerannoanche alla luce del nostro contributo, avremo dato loro un aiuto insostituibile.

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L’educazione familiarealla difesa del valore della salute.

Educare alla salute

L’attività educativa dei genitori per promuovere la salute dei figli deve tener conto della complessità del mondo in cui essi vivono e deve contribuire allo sviluppo delleconoscenze, dei giudizi e degli atteggiamenti dei figli stessi in modo sereno e responsabile,facilitando la scelta di stili di vita e di un atteggiamento verso la salute, positivo e consapevole.

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La famiglia per il cuore.Il cuore della famiglia.

...qualcosa da ricordare...

• Una nutrizione ottimale della donna durante l’età fertile e la gravidanza,proseguita dall’allattamento al seno, è una strategia vincente per costruirela salute del bambino.

• Nelle fasi iniziali della vita i genitori hanno la possibilità (e quindi anche laresponsabilità) di plasmare le abitudini alimentari e lo stile di vita del piccolo nella direzione desiderata. E’ molto più facile educare un bambinoad un corretto stile di alimentazione e di vita che cercare poi (con fatica)di correggere queste abitudini una volta che si sono istituite.

• L’area elettiva della prevenzione sta nella famiglia, nel cui ambito si sviluppano le abitudini alimentari e lo stile di vita come prodotti della cultura specifica della famiglia stessa. La prevenzione deve basarsi tanto sull’educazione alimentare quanto sulla promozione dell’attività fisica.

• Il fumo di tabacco è il più importante fattore di rischio rimovibile delle malattie cardiocerebrovascolari: infarto di cuore, ictus cerebraleecc. Gli altri fattori modificabili sono: l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, il diabete.

• La mamma fumatrice provoca danni importanti al bambino sia durantela gravidanza sia dopo (i bambini sono molto sensibili al “fumo passivo”).L’uso di droghe, in gravidanza, crea problemi ancora peggiori.

• Attraverso l’informazione e la discussione, i genitori possono comprenderele ragioni che portano al fenomeno dell’obesità infantile, legate alla cultura familiare, al proprio comportamento ed alla risposta dei figli e di intervenire quindi in modo appropriato per controllare questo fenomeno.

• Un bambino sano oggi sarà probabilmente un adulto sano domani, ingrado di trasmettere un corretto comportamento alimentare e buone abitudini di vita alle generazioni future.

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Messaggio finale

Individuare e realizzare un progetto di educa-zione e di preparazione dei propri figli alla vitada adulto è, come tutti i genitori sanno, diffici-le: ma è l’elemento centrale, caratterizzante, del-l’essere, consapevolmente, padri e madri.

E’ necessario abituarsi a considerare che anche lasalute ed il benessere di cui i nostri figli godran-no una volta adulti, si costruisce nella loroinfanzia e giovinezza.

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Comitato d’OnoreDiana Bianchedi Commissione Nazionale Atleti, CONI, RomaGianni Bona Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia PediatricaVirginio Bosisio Società Nazionale di Aggiornamento Medico InterDisciplinareVittorio Carnelli Associazione per il Bambino in OspedaleMichele Carruba Società Italiana ObesitàGiuseppe Chiumello Società Italiana di Pediatria Preventiva e SocialeLuigi Colombo Cardiologo dello Sport, Lega Calcio ProfessionistiMario Condorelli Consiglio Superiore di Sanità, Ministero della SaluteFiorenzo Corti Società Italiana Medicina di FamigliaClaudio Cricelli Società Italiana Medicina GeneraleGiuseppe Di Pasquale Associazione Nazionale Medici Cardiologi OspedalieriLuigi Frati Facoltà di Medicina e Chirurgia - Università “La Sapienza” di RomaMaria Antonia Fusco Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione ClinicaAntonio Gaddi Centro “G. C. Descovich” Dipartimento Medicina Clinica

Università di BolognaEnrico Garaci Istituto Superiore di SanitàMarcello Giovannini Società Italiana di Nutrizione PediatricaSandra Giusti Società Italiana di Cardiologia PediatricaMaurizio Guazzi Società Italiana di CardiologiaStefano Inglese Tribunale per i Diritti del Malato - Cittadinanzattiva Renato Lauro Facoltà di Medicina e Chirurgia - Università “Tor Vergata” di RomaLucio Lucchin Federazione delle Società Italiane della Nutrizione

(ADI - SINPE - SINU - SINUPE - SISA)Attilio Maseri Federazione Italiana di Cardiologia

Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare - Università Vita-Salute - San Raffaele, Milano

Alberto Notarbartolo Società Italiana per lo Studio dell’ArteriosclerosiGiovannangelo Oriani Società Italiana di Nutrizione UmanaRodolfo Paoletti Fondazione Italiana per il Cuore, Fondazione Giovanni Lorenzini Francesco Perticone Associazione Nazionale Cardiologi ExtraospedalieriAntonio Pontiroli Società Italiana di DiabetologiaPier Luigi Prati Centro per la Lotta contro l'Infarto - Fondazione OnlusCesare Proto Società Italiana Cardiologia Ospedalità AccreditataEnrica Riva Associazione Prevenzione Malattie Metaboliche CongeniteFranco Rusticali Fondazione Cardiologica Myriam Zito SaccoGiuseppe Saggese Società Italiana di PediatriaGiorgio Santilli Federazione Medico Sportiva ItalianaPeter J. Schwartz Cattedra di Cardiologia - Dipartimento di Cardiologia Policlinico

S. Matteo di PaviaCarlo Schweiger Heart Care FoundationRoberto Sori Associazione Nazionale Specialisti in Scienza dell’AlimentazioneGiovanni Spinella CONACUORE - Coordinamento Operativo Nazionale CuoreElena Tremoli Dipartimento di Scienze Farmacologiche, Università di Milano

Centro Cardiologico Monzino, MilanoMichele Tumiati AO Ospedale Treviglio - CaravaggioFranco Valagussa Heart Care FoundationGiacomo Vespasiani Associazione Medici DiabetologiGiovanni Battista Zito Associazioni Regionali Cardiologi Ambulatoriali/ARCA

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S.I.M.G.

S.I.S.A.

26 Settembre 2004Giornata mondiale per il cuore 2004“Le malattie di cuore nel bambino e nel giovane”

E’ un’iniziativa promossa e realizzata da

con il patrocinio di

ADI

Ministero della SaluteCroce Rossa Italiana

Associazione Nazionale CarabinieriLega Nazionale Professionisti CalcioFederazione Italiana Giuoco Calcio

Unione delle Federazioni Calcistiche Europee (UEFA)Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI)

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Fondazione Pfizer Fondazione Giovanni Lorenzini

AstraZenecaAventis PharmaLaboratori Guidotti

BraccoOlio CuoreSt. Jude Medical

Fournier PharmaItalfarmaco

Per ulteriori informazioni contattare laSegreteria Organizzativa e di Coordinamento:Fondazione Italiana per il CuoreVia Appiani, 7 - 20121 MilanoTel. 02/29005297 • Fax 02/29063567email: [email protected]

Questa iniziativa educazionale è stata realizzata grazie al contributo di

Inoltre, si ringraziano

Supermercati SMA e CITYPERper il sostegno alle iniziative locali e per il supporto fornito dal “Call Center

SMA” in occasione dell’evento.

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