il direttore responsabile - vv.camcom.it enciclopedia.pdf · presentazione dell’enciclopedia...

41

Upload: halien

Post on 15-Feb-2019

218 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di
Page 2: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

Il direttore responsabileRosanna De Lorenzo Un potenziamento di prospettive apre questa nuova stagione di Lì-

men. Inalterata rimane la sua mission nel suo essere, la rivista, stru-mento di divulgazione economica, di informazione sulle attività e sui servizi camerali, di valorizzazione del territorio e delle sue specifi che

risorse. Si amplia invece il suo raggio d’azione assumendo quel carattere regio-nale che consente di connotare la sua funzione in maniera più pluralista e coor-dinata alle politiche di promozione del “made in Calabria, e che vede ancora più coinvolti referenti istituzionali, del sistema produttivo, bancario, scolastico, uni-versitario, sociale, e anche intellettuali e quanti possono assicurare un contributo attivo e propositivo coerente con le fi nalità della rivista e con le sue potenzialità.E proprio su queste ultime, su quelle non ancora compiutamente espresse, in-tendiamo concentrarci per ottimizzare un prodotto editoriale già apprezzato nei contenuti e nella veste grafi ca e verso il quale e intorno a cui si è sviluppato negli anni interesse ed un crescente fermento culturale. Idee e programmi che prendo-no corpo già a partire da questa prima edizione del 2009 e che sono speculari ad una prassi gestionale della Camera di Commercio di Vibo Valentia improntata ad un’azione di valorizzazione della “calabresità”, con avvio e rifl esso imme-diato nel territorio di competenza, ma in una logica di plusvalenze a benefi cio dell’intera regione, per concorrere a ricostruire, in termini più ampi e articolati ed in una visione d’insieme, la sua fi sionomia e le sue specifi cità. Le tre sezioni identifi cative della Rivista -Economia – Arte – Cultura-, in posizione intercambia-bile, esprimono funzionalmente tutto ciò, perché rappresentative di risorse fon-damentali nei processi di sviluppo di un territorio in continua evoluzione secon-do parametri di innovazione e competitività. Coerente “l’Arte” che delimita in apertura ed in chiusura questo numero di Lìmen. Abbiamo posto in primo piano, infatti, l’Enciclopedia dell’Arte di Calabria –Ottocento e Novecento- il prestigioso volume realizzato dalla Camera di Commercio di Vibo Valentia con la puntuale ricostruzione biografi ca degli artisti dell’epoca, ricca di spunti critici e di riscontri visivi, riservando poi lo spazio monografi co di chiusura ad uno dei più grandi ar-tisti calabresi, il patriota garibaldino e meridionalista passionale Andrea Cefaly. Così come nello spazio dedicato all’informazione sulle attività e i servizi came-rali il resoconto di Unioncamere Calabria sulla manifestazione fi eristica interna-zionale londinese “La Dolce Vita” affi anca le importanti iniziative adottate dalla Camera di Commercio di Vibo Valentia: i servizi gratuiti alle imprese Gestirete e Archivierete e il prodotto editoriale “Guida nel mondo della fi nanza agevolata”, curata dal responsabile dell’uffi cio Studi e Statistica, particolarmente utile alle imprese in una fase di recessione come quella in atto, quest’ultima mirabilmente analizzata nel contributo del dott. Capuano “Dalla fi nanza all’economia reale: l’impatto della crisi sul sistema Italia”. Così come di notevole impatto, ma questa volta in termini positivi, si prospetta nelle sue enunciazioni Il Piano Strategico della Città “Vibo Futura 2015” da cui partire per disegnare la visione e l’immagi-ne della città che si vuole costruire, nella quale e intorno alla quale fervono anche iniziative che trasformano passioni “private” in un pubblico servizio.E’ il caso dell’Associazione Aeroclub “Il Grifo” che sull’Altopiano del Poro ha realizzato un’area attrezzata per il volo ultraleggero dall’impiego versatile: turi-smo, sport, ma anche protezione civile. Una connotazione dinamica del territorio che si ritrova nella cittadina di Soriano, rinomata, tra l’altro, per i mostaccioli, dolci tipici e tradizionali, e per i maestosi ruderi del Convento di San Domenico, un tempo centro di una attiva spezieria. Il ritratto del personaggio è poi riservato a Pasquale Enrico Murmura, il poeta malinconico che inseguì il mito greco.

Anno 2009 - n° 1 3

Page 3: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

COMMISSARIO STRAORDINARIO

Michele Lico

REVISORI DEI CONTI

Michele Montagnese - PresidenteMassimo Corso

Antonio Cannizzaro

SEGRETARIO GENERALE

Dr. Maurizio Ferrara

Il direttore editorialeMichele LicoCommissario Straordinario Camera di Commerciodi Vibo Valentia

La crisi economica mondiale, partita come crisi della fi nanza e rapidamente divenuta dell’economia reale, sta producendo cambiamenti strutturali nel sistema economico mondiale. Nessuno poteva illudersi che la depressio-ne dei mercati fi nanziari e delle maggiori economie occidentali potesse

rivelarsi prodotto di una semplice congiuntura negativa.La recessione economica globale ha assunto proporzioni tali da ridefi nire lo sce-nario economico-fi nanziario internazionale e, con esso, le dinamiche dei diversi Paesi. In tale prospettiva alcuni tra i fattori di criticità che già interessavano anche la società italiana hanno subito un’ulteriore accelerazione, per arginare la quale di-ventano indispensabili processi di adattamento, rinnovamento, riposizionamento, quali strumenti di reazione improntati al forte senso di responsabilità delle scelte e a nuovi modelli di governace. D’altra parte una crisi economica non è soltanto un periodo di diffi coltà ma anche un’occasione: per rifl ettere sugli errori commessi, per evitare di ripeterli nel futuro, per rilanciare lo sviluppo a partire da basi nuove, poiché la ‘distruzione creativa’ delle imprese e dei settori più deboli e ineffi cienti apre nuove opportunità di riqualifi cazione e di crescita del sistema produttivo. Imperativo categorico, dal più vasto ambito mondiale, e per passaggi intermedi, a quello più direttamente locale, è una forte capacità di capire e di agire consapevoli che, oggi più che mai, nei diversi livelli istituzionali, è necessario lavorare attorno ad alcune priorità condivise nell’avvio di nuovi percorsi di ripresa, sviluppo e va-lorizzazione dei territori. Una fase di recessione economica globale come l’attuale va assolutamente contrastata anche a livello locale, con il concorso e la collabora-zione di tutti gli attori economici, sociali e istituzionali. Crediamo che se questo obiettivo sarà raggiunto diventerà poi più facile individuare anche soluzioni ap-propriate, nell’impresa, nella scuola, nella Pubblica Amministrazione, all’altezza di una nuova stagione di sviluppo che si andrà ad aprire. I problemi con i quali i nostri imprenditori si confrontano quotidianamente sono considerevoli e le im-prese in diffi coltà chiedono non solo risposte concrete all’emergenza, ma anche interventi di ripresa e rilancio competitivo. Dunque, partendo proprio da questa fase, è necessario creare le condizioni per far nascere le idee innovative e costruire un ambiente adatto per farle crescere. C’è evidentemente “un primo pacchetto” di misure che risponde all’urgenza della crisi, ma questo deve essere accompagnato da interventi che guardano al futuro, perché è chiaro che bisogna pensare non solo a come il sistema imprenditoriale, e soprattutto le PMI, si equipaggiano per attra-versare la crisi, ma anche immaginare come riusciranno successivamente a gestire la fase della ripresa. Nodo cruciale, rimane il rapporto con il mondo del credito. L’attuale crisi fi nanziaria ha determinato un incremento delle diffi coltà di accesso al credito da parte delle imprese, soprattutto delle PMI, rifl ettendo una maggio-re selettività nella valutazione delle operazioni da parte del sistema fi nanziario. Il primo effetto sull’economia reale è che la riduzione dei volumi di credito restringe la domanda globale per investimenti e consumi. Le misure previste per attivare i fi nanziamenti alle imprese saranno effi caci solo a patto di dare certezza all’entità dei fi nanziamenti e ridurre drasticamente i tempi di istruzione ed erogazione per renderli effettivamente accessibili. Istituzioni e amministrazioni devono essere pie-namente consapevoli del valore sociale dell’impresa, in quanto motore di sviluppo, fattore di competitività e crescita, soprattutto per la comunità di riferimento, con la quale essa interagisce, esprimendone la cultura e il grado di civiltà. Realismo sì, ma anche fi ducia e ottimismo come nelle parole del presidente di Confi ndustria Emma Marcegaglia “Non è il momento di spaventarsi e drammatizzare; adesso è impor-tante mettere in campo delle soluzioni per la crescita e pensare di più all’economia reale, difendendo le imprese e le persone che nelle imprese lavorano”

Anno 2009 - n° 14 Anno 2009 - n° 1 5

Page 4: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

DIRETTORE EDITORIALEMichele LicoCommissario Straordinario CCIAA

DIRETTORE RESPONSABILERosanna De Lorenzo

COMITATO SCIENTIFICO

Tonino Ceravolostorico

Francesco De Granoesperto in Politiche di Sviluppo

Giuseppe Fiorilloarciprete Duomo di San Leoluca

Giuseppe Capuanoeconomista - Istituto tagliacarne

Maria Teresa Iannellidirettrice Museo V. Capialbi - VV

Francesco Cuteri archeologo - Università Mediterranea - RC

Giacinto Namiastorico

Giuseppe Braghò esperto storia classica

REDAZIONEMaurizio Caruso Frezza Raffaella Gigliotti

PROGETTO GRAFICOE IMPAGINAZIONEFrancesco Romano

STAMPARomano Arti Grafi cheTropea (VV)

FOTO© Archivio Romano Arti Grafi che© Archivio C.C.I.A.A.© Art@tica

Direzione e redazioneCamera di Commerciodi Vibo Valentiatel 0963.294602 - fax [email protected]

Registrazione Tribunalen° 3 del 2006

In copertina:Domenico Colao“i miei fi gli in giardino”1937 - Olio su tela.

Nel sommario:presentazione dell’Enciclopediadell’Arte di Calabriaottocento e novecento

SOMMARIO

8 Enciclopedia dell’Arte di Calabria - 800 e 900Uno Scrigno di Storia Memoria Identita

16 Una “Guida”nel mondo della finanza agevolata

20 La Dolce Vita 2009 made in Italy e italian lifestyle

24 Gestirete eArchivierete

28 Dalla finanza all’economia reale:l’impatto della Crisi sul sistema Italia

36 Vibo Futura 2015Il Piano strategico della Città

44 Aeroclub “Il Grifo”il volo ultraleggero, passione e ... non solo

48 I Maestosi Ruderi della “Santa Casa” in Soriano Prime indagini archeologiche

56 L’antica Spezieriadel Real Convento di San Domenico

64 I mostacciolidi Soriano Calabro

70 Pasquale Enrico MurmuraIl poeta malinconico che inseguì il mito greco

74 Andrea CefalyPatriota garibaldino e meridionalista passionale

6 Anno 2009 - n° 1

Page 5: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

di Rosanna De Lorenzo

L’arte per custo-dire storia, me-moria, identità. Un linguaggio

che trova nell’estetica, piuttosto che nelle pa-role, la forma espressiva per rappresentare luoghi, persone, atteggiamenti, testimoniando, così, in forma autentica ed origi-nale la vita culturale di un periodo, le dinamiche dei valori, le realtà econo-miche, le motivazioni e la forma etica dei comporta-menti. Un percorso di segni, sim-boli, cromie variamente combinati che cristalliz-zano le tracce di un’epoca per consegnarle al futuro senza la mediazione di una memoria sensitiva che i rapidi cambiamenti di oggi, più che di ieri, rendono sempre più distratta e labile.La consapevolezza del valore dell’arte e delle poten-zialità che essa ha di documentare aspetti peculiari di un’epoca, rappresentandone fi gurativamente condizio-ni umane, sociali ed economiche, ha mosso la Camera di Commercio di Vibo Valentia a realizzare un importante progetto editoriale: l’Enciclopedia dell’Arte di Calabria–Ottocento e Novecento, con una lettura particolare sulla scuola di Monteleone di Carlo Carlino. L’opera, affi data all’autorevole casa editrice Rubbet-tino, è stata curata dal Prof. Enzo Le Pera - scrittore, gallerista, collezionista - ed è il risultato di tanti anni di lavoro e di un impegno certosino che hanno pro-dotto non un mero censimento degli artisti calabresi nei due secoli di riferimento, quanto, e soprattutto, una puntuale ricostruzione biografi ca ricca di spunti critici e di riscontri visivi per ciò che concerne tecni-che e produzioni artistiche. Un volume corposo, patinato, prestigioso che propo-

Il genio e l’estro di grandi maestri e di artisti meno noti per rappresentare colori e saperidi una regione ricca e generosa. La Camera di Commercio di Vibo Valentia pubblica

un prestigioso volume curato dal prof. Enzo Le Pera per le edizioni Rubbettino.

ne nelle sue 595 pagine uno spaccato temporale dell’arte calabrese attra-verso la presentazione di 619 artisti e 545 tavole a colori. La Calabria ar-tistica dell’Ottocento e del Novecento viene così ripercorsa in ogni sua parte, rappresentando il genio e l’estro dei grandi maestri così come degli autori meno noti, ma non per questo meno creativi e talentuosi. Tra i più illustri e di più diffusa fama, per citarne solo alcuni ed in ordine sparso, il reggino Umber-to Boccioni, il catanzarese Alfonso Frangipane, An-

drea Cefaly da Cortale (CZ), il famoso orafo crotonese Gerardo Sacco, il rimpianto stilista Gianni Versace, Rino Barillari “the King”, appunto il re dei paparazzi, prota-gonista e testimone della Dolce Vita romana così come del moderno gossip; e ancora Silvio Amelio, Pugliese Enotrio, Lorenzo Albino, Pino Procopio, Cesare Berlin-geri, Giovan Battista Rotella, Angelo Savelli. L’Enciclopedia dell’Arte di Calabria - Ottocento e Novecento, un progetto editoriale, dunque, impegnativo e impor-tante realizzato dalla Camera di Commercio di Vibo Va-lentia perchè anche l’arte possa trovare sempre maggio-ri occasioni per essere apprezzata nella sua essenza e, soprattutto, valorizzata come importante risorsa per lo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio. Un modo per presentare e promuovere, da una diver-sa prospettiva, i colori e i saperi di questa terra proprio attraverso le opere di quanti hanno saputo mirabilmen-te darne comunicazione visiva e concettuale; e ancora

Uno SCRIGNOdi Storia Memoria Identi ta

Nella pagina a fi anco, la copertina del volume pubblicato dalla Ca-mera di Commercio. In alto, un momento alla presentazione dell’Enci-clopedia dell’Arte di Calabria

Anno 2009 - n° 1 9

Page 6: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

per esaltare l’estro e la capacità espressiva di personalità fortemente rappresentative della professionalità e della creatività che la regione da sempre riesce ad esprimere. Un percorso che il Commissario Straordinario della Ca-mera di Commercio Michele Lico ritiene ben program-mato e avviato “perchè anche l’arte e la cultura possano essere considerate risorse di grande effi cacia nella piani-fi cazione di sviluppo d’area, funzionali a rendere attrat-tivo il territorio, concorrendo a migliorarne i parametri di vivibilità.Valenza dell’arte che tanto più può essere colta quanto più essa stessa diventa bene comune e condiviso. Pur se nulla può sostituire la sensazione e l’emozione della “contemplazione” diretta e immediata dell’opera d’arte, l’impossibilità oggettiva di concentrare in un unico luo-go ed in uno stesso spazio produzioni artistiche diverse per autore e per differenti periodi temporali, non può costituire alibi per desistere da azioni di sensibilizzazio-ne che della conoscenza degli artisti e delle loro opere ne facciano, appunto, patrimonio comune. L’Enciclopedia dell’Arte di Calabria - Ottocento e Novecento - si propone allora come una sorta di “museo mnemo-nico”, l’inizio di un percorso che partendo dalla cono-scenza degli artisti che hanno segnato l’epoca, prosegue nel comprendere ed apprezzare la multiforme realtà da essi rappresentata e alla quale molti di loro, seppur lon-tani, sono rimasti fortemente ancorati. E forti legami con la sua terra ha mantenuto il vibonese Domenico Colao, nonostante i successi conseguiti pro-prio lontano da essa.A questo senso di appartenenza si è inteso rendere omaggio dedicandondo emblematicamente a lui la co-pertina del volume con la raffi gurazione del dipinto in cui ritrae i suoi fi gli, una tra le sue opere più intense ed espressive. L’Enciclopedia dell’Arte di Calabria -Ottocento e Novecento-, tra passato e presente, esalta una Calabria positiva, cre-ativa e operosa, vivida di grandi fermenti intellettuali che intorno all’arte hanno saputo costruire processi di

Un altro momento della presentazione del Volume.Il tavolo dei relatori. Da sinistra, Giorgio Di Genova, Fabio De Chirico, Michele Lico, Pasqualino Pandullo, Lucio Barbera, Enzo Le Pera.

Anno 2009 - n° 110 Anno 2009 - n° 1 11

Page 7: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

Enzo Le Pera nasce a Castelsilano (KR) nel 1940. Sposato, due fi gli, risiede attualmente a Mendicino (CS). Dopo gli studi al Liceo Tele-sio di Cosenza, consegue la laurea in legge a Napoli, ma più che le aule di tribunale inizia a frequentare gli studi dei pittori napoletani più importanti, Ciardo Notte e Brancaccio. Ri-entrato in Calabria a Cosenza si dedica all’in-N

ZO L

E PE

RAsegnamento nelle scuole medie. Presto, però, av-verte che questa attività non corrisponde alla sua vocazione, così come la professione di avvocato che abbandona di lì a poco. Nel 1973 decide di dare sostanza ai suoi sogni e apre a Cosenza la Galleria d’Arte “Il Triangolo” che continua tutt’oggi a di-rigere, praticando quello che egli stesso defi nisce “ozio creativo”. Nel 1976 con gli avvocati Vilardo e Addante fonda una casa editrice, le Edizioni VAL, che cura la pubblicazione annuale de L’Agenda della Calabria, di un Codice di leggi regionali e di altre opere sulla regione. Ma la Galleria d’Arte “Il Triangolo” rimane la sua vera passione, rappresentando un punto di riferi-mento per l’arte nel centro-sud. Ad oggi ha ospi-tato oltre 250 mostre personali dei più importanti artisti internazionali (Dalì, Dufy) e italiani (Bartoli-ni, Borgonzoni, Cagli, Carrà, Caruso, Crippa, Drei, Fioroni, Guerrieri, Guttuso, Levi, Morandi, Notte, Paulucci, Pozzati, Rotella, Sassu, Tamburi e altri), come anche di molti promettenti giovani pittori. Nella sua galleria organizza, nel 1981 Prima Edi-zione del Premio Nazionale Cosenza ‘81, vinto da Salvatore Fiume, con l’opera “Gatti in amore”. Le

Pera si interessa particolarmente di pittura ca-labrese tra Ottocento e Novecento e di

arte moderna e contemporanea.Per molti anni Enzo Le Pera parte-cipa all’Arte Fiera di Bologna e ad Expo Arte di Bari. Ha curato cataloghi per Eugenio Galiano , Albino Lorenzo, Sparta-co Zianna.

Oltre all’’“Enciclopedia dell’Arte di Calabria Ottocento e Nove-cento”, Rubbettino editore, ha

pubblicato

- “Mappa degli esperti d’arte e bibliografi a degli ar-tisti” 2^ edizione, Ed. Il Triangolo, Cosenza 2008;- “Mappa degli esperti d’arte”, Edizioni Le Nuvo-le, Cosenza 2007;- “La Calabria e l’arte, Dizionario degli artisti ca-labresi dell’Ottocento e del Novecento”, Gazzetta del Sud Editore, Messina 2005;;- “Catalogo degli artisti calabresi dell’Ottocento”, edizioni Val, Cosenza 1997, con prefazione di Giu-seppe Selvaggi.Per la sua riconosciuta competenza viene citato, nella bibliografi a di vari annuari, volumi d’arte, enciclopedie relativamente agli artisti calabresi:- T. Sicoli – I. Valente, L’anima e lo sguardo, Proget-to 2000, Cosenza, 1997;- Ottocento Italiano 1998 – 1999, De Agostini, No-vara, 1998; - Ottocento, n. 31, Mondadori;- Il valore dei dipinti dell’Ottocento e del primo Novecento, XX edizione ( 02-03 ), Allemandi;- Alfonso Panzetta, Dizionario degli Scultori Italia-ni, AdArte, 2003;- Rubens Santoro e i Pittori della Provincia di Co-senza fra Otto e Novecento, edizioni AReS, 2003;- L’inventario della Regina Margherita di Savoia, Dipinti tra Otto e Novecento a Palazzo Reale di Napoli, Arte tipografi ca editrice, Napoli, 2004;- Obras Primas da Calàbria, Museu de Arte, San Paolo, 2005;- Ugo Campisani, Artisti Calabresi, Pellegrini, Co-senza, 2006;- Catalogo dell’Arte Italiana dell’Ottocento, n. 35, libri Scheiwiller, 2006.Compare tra l’altro ne “Il dizionario bibliografi co geografi co storico della Calabria” di Gustavo Va-lente, vol. VII, Ed. GeoMetra.

L’A

UTO

RE E

N Addante fonda una casa editrice, lche cura la pubblicazione annuadella Calabria, di un Codice di legaltre opere sulla regione. Ma la Galleria d’Arte “Il Triangolovera passione, rappresentando unmento per l’arte nel centro-sud. Atato oltre 250 mostre personali deiartisti internazionali (Dalì, Dufy) e ni, Borgonzoni, Cagli, Carrà, CarusFioroni, Guerrieri, Guttuso, Levi, MPaulucci, Pozzati, Rotella, Sassu, Tcome anche di molti promettenti giNella sua galleria organizza, nel 1zione del Premio Nazionale CosenSalvatore Fiume, con l’opera “Gat

Pera si interessa particolarmenlabrese tra Ottocento e

arte moderna e contePer molti anni Enzocipa all’Arte Fiera Expo Arte di Bari. Ha curato cataloghGaliano , Albino Lco Zianna.

Oltre all’’“Enciclodi Calabria Ottocento”, Rubbet

pubblicato

riconoscibilità e di dinamismo sociale e culturale.Come non ricordare, a proposito, il grande maestro Al-fonso Frangipane, stimato intellettuale e primo studioso ad occuparsi in modo organico di arte calabrese tra sto-ria e cronaca. Fu organizzatore della prima mostra Ca-labrese di Catanzaro nel 1912 e delle Biennali Calabresi d’Arte di Reggio Calabria, fi no al 1947.Ma soprattutto comprese e cercò di far comprendere che non ci si poteva limitare alle rifl essioni teoriche e alle esposizioni artistiche; occorrevano anche strutture permanenti dove allestire le mostre e, ancora, dove fare formazione permanente.Così fondò prima, nel 1920, l’Istituto d’Arte di Reggio Calabria e poi, sempre nella Città dello Stretto, il Liceo Artistico e il Museo Nazionale della Magna Grecia.Nel 1922 fondò la rivista Brutium su cui scrissero altri grandi quali Corrado Alvaro, Gabriele D’Annunzio, Guttuso, lo stesso Colao. Frangipane è testimonianza ed esempio mirabile ed illuminante di come, anche parten-do dall’arte, si possano creare circoli virtuosi di cultura ed economia. Tanto più nella terra di Calabria dove la consueta asso-ciazione e identifi cazione della stessa con il mare è uno stereotipo riduttivo, così come fortemente limitativo è ricondurre, quasi in via esclusiva, a questa risorsa il suo potenziale di crescita e di sviluppo economico.E come nel passato, anche oggi la Calabria propone real-tà artistico/culturali interessanti, attrattive, innovative. Ne è esempio il singolare progetto, ancora forse poco conosciuto ma di sicuro impatto, realizzato a Mammola, nella Locride, dal grande artista Nik Spatari con la con-sorte e collega Hirke Maas.Nik Spatari, nonostante i successi ottenuti in giro per il mondo collaborando con grandi artisti e architetti di fama internazionale, è rientrato in Calabria, ha recu-perato un convento certosino del 1100 e ha dato vita al MUSABA - Museo Santa Barbara -, che è parco per l’esposizione all’aperto di grandi artisti internaziona-li, ma anche laboratorio artistico, biblioteca, videoteca. Un’idea creativa, che muove fl ussi di curiosi e appas-sionati, che focalizza interesse sull’arte e sul territorio che la presenta in forma così dinamica ed eclettica, che

Anno 2009 - n° 1 13

Page 8: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

propone, sopratutto ai giovani, impulsi e idee positive su cui costruire nuovi progetti e nuove occasioni di rea-lizzazione personale e professionale così come di cresci-ta e di sviluppo territoriale”.L’Enciclopedia dell’Arte di Calabria Ottocento e Novecento é stata uffi cialmente presentata dalla Camera di Commer-cio di Vibo Valentia nello storico Complesso Monumen-tale del Valentianum con un evento di grande richiamo a cui hanno partecipato, tra gli altri, proprio Nik Spata-ri, Hirke Maas e l’orafo delle dive Gerardo Sacco.Di grande prestigio i relatori: Giorgio Di Genova - stu-dioso, scrittore, critico d’arte di fama internazionale; Lucio Barbera - noto professore universitario, giorna-lista e critico d’arte; Fabio De Chirico - Soprintenden-

te per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici della Calabria, oltre all’autore Enzo Le Pera, al Commissario Straordinario dell’Ente camerale Michele Lico e al gior-nalista RAI Pasqualino Pandullo.Il volume, protagonista della giornata è stato anche pre-testo per parlare più complessivamente dell’arte nelle sue multiformi espressioni e nella sua duplice valenza di materializzazione di genialità e, appunto, di molti-plicatore di attrattività per uno sviluppo integrato del territorio. Già, ma che cos’è l’arte? “Alzi la mano chi sa

cos’è l’arte” E’ la provocazione lanciata dal prof. Gior-gio Di Genova.Per l’estroso critico l’arte non si identifi ca con l’oggetto della contemplazione ma con la sensazione che questo riesce a trasmettere, “per cui non si può dire di un’opera che sia oggettivamente brutta o viceversa bella quanto piuttosto espressiva o meno.L’arte è un linguaggio che a volte può apparire ermeti-co altre invece travolge in tutta la sua loquacità.Ecco perchè, per comprenderla, così come si fa per im-parare una lingua straniera, bisogna studiarla, studiar-ne il linguaggio, considerando tanto i grandi maestri così come quelli meno noti.Oggi - secondo Di Genova - non si può parlare di vere e proprie scuole artistiche territoriali, come negli anni ’30 e ’40. Gli scambi culturali han-no affi evolito le connotazioni regionalistiche; ci sono sicura-mente artisti più radicati nel ter-ritorio, ma tanti altri sono riusciti ad arricchire di lessico nazionale e internazionale l’idioma conterraneo”.L’arte, dunque, per essere amata deve essere compresa, quindi studiata.E per prof. Lucio Barbera “l’encomiabile lavoro di Le Pera può rappresentare il punto di partenza per appro-fondire la conoscenza di un patrimonio artistico di una regione, la Calabria, che forte di grandi capacità e ge-nialità, ha saputo e sa coniugare la cultura classica con una straordinaria vocazione per la sperimentazione e la

ricerca, mostrandosi capace di confrontarsi e di imporsi nella sua originalità e autenticità”.Un patrimonio quello calabrese che vanta tesori di ine-stimabile valori dal punto di vista storico, artistico, et-noantropologico e che, esorta il Soprintendente Fabio De Chirico, è importante preservare, custodire, rendere fruibile proprio per fare dell’identità territoriale bene comune.La Camera di Commercio di Vibo Valentia su questo fronte intende fare la sua parte, anzi è già da tempo ope-rativa con azioni ben defi nite: la rivista Lìmen - Econo-mia Arte Cultura, il recupero e la riqualifi cazione di par-

te del complesso m o n u m e n t a l e dello storico convento dome-nicano del Va-lentianum per il trasferimento, oramai in fase di completamento, della sede istitu-zionale dell’Ente; la pubblicazione dell’Enciclope-dia dell’Arte di Calabria - Otto-cento e Nove-cento, e, nell’im-mediato futuro, l’istituzione del Premio Linen Arte e la costitu-

zione della prima Pinacoteca provinciale.L’arte, dunque, come percorso metodologico dove l’approccio contemplativo dell’estetica, della forma, è naturale preludio all’irrinunciabile approfondimento cognitivo dei poliedrici saperi e degli intramontabili valori espressi attraverso segni, simboli e cromie; una chiave di lettura privilegiata per accedere all’insita e insita e multiforme attrattività di storia, memoria, identità.

In alto, in primo piano da sinistra il Prefetto di Vibo Valentia Ennio Ma-rio Sodano, il Sindaco della Città Franco Sammarco, il Maestro Orafo crotonese Gerardo Sacco.Nella pagina a fi anco gli artisti Nik Spatari e Hirke Maas.

Anno 2009 - n° 114 Anno 2009 - n° 1 15

Page 9: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

Customer satisfaction, indagini congiunturali, sondaggi e rilevazioni statistiche lo hanno da sempre provato: la percentuale più alta delle risposte a proposito della tipologia di informa-

zioni richieste ed erogate dall’utenza camerale orientata alla nascita e crescita di imprese è quella concernente la necessità di conoscere il quadro complessivo di forme qualunque di agevolazione fi nanziaria disponibili per le PMI.Nell’urgenza di promuovere un singolo bando o una spe-cifi ca azione di fi nanziamento alle imprese è stata spesso prodotta dalla Pubblica Amministrazione una miriade di manuali e guide, di opuscoli e schede sintetiche, per as-sicurare, nell’imminenza delle scadenze previste dai re-lativi avvisi di partecipazione, approfondimenti ed info riferimenti a front offi ce pubblici e ad imprese. Ma mai, fi nora, alcun Ente aveva ipotizzato di realizzare un prodotto di comunicazione globale su fonti e forme di agevolazio-ne fi nanziaria per le PMI in Calabria; un vero e proprio stru-mento di in-

formazione che potesse offrire all’imprenditore calabrese l’opportunità di valutare rispetto alla propria specifi ca attività ed alla propria fi nalità di fi nanziamento tra tutti gli incentivi vigenti previsti dalla normativa comunitaria, nazionale e della Regione Calabria, e scegliere, dunque, quello più congeniale ed effi cace.E così spesso buona parte degli imprenditori non ha po-tuto disporre di tali aiuti economico-fi nanziari per man-canza di informazione e/o a causa di ritardi nella comu-nicazione e, di conseguenza, ogni anno, milioni di euro di fi nanziamenti agevolati, messi a disposizione dall’Unio-ne Europea, dallo Stato o dalla Regione Calabria non vengono né richiesti né utilizzati. Condizione, questa, particolarmente preoccupante alla luce della recente approvazione dei Programmi Operati-vi Regionali da parte dell’UE, a seguito della quale sono ormai stati avviati i bandi di fi nanziamento per l’impiego

dei Fondi strutturali 2007-2013 da parte della Regione Calabria.

Proprio ritenendo che tali opportu-nità rappresentino formidabili

occasioni a disposizione di tutte le imprese del

territorio, per dare nuova linfa e svi-

luppo al tessu-to imprendi-

toriale ed a n c h e

di Raffaella Gigliotti

Pubblicata dalla Camera di Commerciola rassegna degli incentivi fi nanziari

per le PMI calabresi

Una “GUIDA”nel mondo della finanza agevolata

un prodotto di comunicazione globale su fonti e forme di agevolazio-ne fi nanziaria per le PMI in Calabria; un vero e proprio stru-mento di in-

dei Fondi strutturali 2007-2013 da parte dellaRegione Calabria.

Proprio ritenendo che tali opportu-nità rappresentino formidabili

occasioni a disposizionedi tutte le imprese del

territorio, per darenuova linfa e svi-

luppo al tessu-to imprendi-

toriale eda n c h e

16 Anno 2009 - n° 1 Anno 2009 - n° 1 17

Page 10: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

per ampliare il business aziendale e gli orizzonti di mer-cato, l’Ente Camerale ha pensato e realizzato uno specifi -co strumento comunicazionale, che consente alle imprese di essere informati ed aggiornati, allo scopo di poter pia-nifi care col giusto know how la propria idea progettuale e partecipare prontamente a nuovi bandi. A questo obiettivo mira la “Guida alle agevolazioni fi nan-ziarie per le PMI in Calabria” di recente pubblicazione.La Camera di Commercio di Vibo Valentia, infatti, in col-laborazione con il Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza di Milano, ha voluto confezionare questo prezio-so cofanetto di “opportunità” per le imprese calabresi. Un prodotto editoriale unico nel suo genere in regione e completo di tutte le informazioni necessarie all’impren-ditore che vuole incamminarsi nel labirinto della fi nanza

agevolata, con la sicurezza di trovare la strada giusta per raggiungere i propri traguardi di potenziamento e di cre-scita.Un manuale caratterizzato da sintesi di contenuti, ordine di descrizione, puntualità del dettaglio tecnico, semplici-tà di lettura delle schede-riassunto per ogni intervento, e rivolto principalmente a fornire i necessari strumenti conoscitivi riguardo il panorama esistente delle agevo-lazioni fi nanziarie comunitarie, nazionali e regionali a disposizione sia delle nuove imprese che di quelle già esistenti. Dettagliata l’introduzione che descrive il sistema degli in-centivi: dalle forme di agevolazione alla classifi cazione di impresa, dalla nuova programmazione europea dei fondi strutturali 2007-2013 a FESR, FSE, Fondo di Coesione, ai

Finalità

Fabbric

ati/Im

mobili

/Rist

ruttu

razione

Macch

inariIm

pianti

attrez

zatu

re

Automez

zi

Certific

azione d

i Quali

Ambiente/

Energ

ia

Innovazio

ne

Ricerca

e Sv

iluppo

Export

NuoveIm

prese

Consulen

ze

Altro

X10/63 .R.LXXXXXOTNEMAIDESNI ITTARTNOCXXXXXXAIP

XarutlocirgA 56/9231 .S.LL.S. 598/94 Qualità XX

XXXX.golonceT .vonnI 49/895 .S.LL.S. 598/94 Consolidmento passività a breve X

XXXXXXXXassacnaigitrA 28/949 .S.LXXXXassacnaigitrA 18/042 .S.L

XXXXXXXairtsudnI 29/884 .S.LXXXXXXXXoicremmoC 29/884 .S.LXXXXXXXXomsiruT 29/884 .S.L

XXXXXXXotanaigitrA 29/884 .S.LXXXXXXX 29/512 .S.L

DLGS 185/00 Produzione beni e servizi X X X X X X X X XXXXXXXXXXizivres id arutinroF 00/581 SGLDXXXXXXXXXilaicos evitarepooC 00/581 SGLDXXXXXXXXXaserpmiorciM 00/581 SGLDXXXXXXXXXomonotuA orovaL 00/581 SGLDXXXXXXXXXgnisihcnarF 00/581 SGLD

D.Lgs 143/98 - art. 22 comma 5, lett. a X XD.Lgs 143/98 - art. 22, comma 5, lett. b X XL. S. 394/81 - art. 2 X X XL.S. 304/90 - art. 3 X X XL.S. 227/77 XXL.S. LS 227/77 SACE XXL.S. 100/90 XXL.S. 49/87 - art.7 XXL.S. 83/89 XXL.S. 394/81 - art. 10 XXFondo di garanzia XTecnologie digitali XXXLegge 388/2000 XXXDM 593/00 Art. 10 XXXDM 593/00 Art. 14 XXXDM 593/00 Art. 16 XXX

nuovi obiettivi. Approfondita la parte dedicata all’Euro-pa in Calabria, ai POR, ai POIN e ai PSR. Utile altresì la rassegna delle leggi regionali destinate alle PMI, delle leggi statali regionalizzate, degli incentivi na-zionali, delle leggi fi nanziarie.La Guida è corredata da due tavole sinottiche, una per at-tività economica, l’altra per fi nalità di investimento, che fanno da vero e proprio navigatore nell’universo di leggi e leggine, fondi e programmi, contenuto in ben 160 pagi-ne ricche di nozioni e notizie. E per chi ha poi voglia di soffermarsi ad esplorare il si-gnifi cato della terminologia più squisitamente tecnica riportata nel manuale, è stato creato anche un glossario esaustivo e di semplice fruizione.Tabelle analitiche che elencano e descrivono gli Enti di

riferimento per il reperimento di fonti competenti per ciascuna tipologia di fi nanziamento completano la pub-blicazione, per assicurare l’eventuale assistenza oltre la fase dell’informazione per approfondimenti e dettagli. La guida, oltre ad essere disponibile in formato cartaceo presso gli uffi ci della sede camerale, è visualizzabile e scaricabile on-line dal sito istituzionale della Camera di Commercio (www.vv.camcom.it) nell’area dedicata a studi e ricerche.Uno strumento, dunque, che si candida ad essere con-siderato effi cace bussola di orientamento per imprese e professionisti nella esplorazione dello straordinario e variegato mondo della fi nanza agevolata, a sostegno del più ambizioso e complessivo obiettivo dello sviluppo e della crescita del tessuto imprenditoriale calabrese.

Anno 2009 - n° 118 Anno 2009 - n° 1 19

Page 11: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

Si aprono le porte dell’importante ed unico evento britannicosull’Italia, e la Calabria si esprime nei suoi sapori

di Irene Lupis e Ilenia Aiello *

made in Italy e italian lifestyleLa Dolce Vita 2009 Londra, in scena “La Dolce Vita”

2009, l’originale kermesse che celebra il lifestyle italiano nel Regno Unito, promossa dalla

Camera di Commercio italiana per il Re-gno Unito con il patrocinio dell’Istituto italiano di Cultura a Londra.Giunta alla sua V edizione, “La Dolce Vita”, svoltasi a Londra dal 26 al 29 Mar-zo 2009, mette in vetrina il meglio d’Italia. Scopo della manifestazione è celebrare l’affa-scinante combinazione di cultura, storia, moda e cucina italiana presentando le destinazioni turistiche più incan-tevoli, i tesori nascosti del mercato immobiliare e cibi e vini conosciuti e apprezzati in tutto il mondo. Questa iniziativa rappresenta un’occasione unica per il pubblico londinese di scoprire le Regioni italiane attra-verso un ideale viaggio che percorre tutta l’Italia.Giovedì 26 si è svolto il trade day, appuntamento di gran-de rilevanza per le aziende, in quanto giornata dedicata agli operatori commerciali dei vari settori: importatori e distributori di prodotti alimentari e vini, ristoratori, bu-yers di grandi magazzini di alto livello e di grosse catene distributive, professionisti del campo della moda e del design. La manifestazione e’ stata comunque prevalente-mente aperta al pubblico, in funzione di un target di tipo medio alto. I vantaggi della partecipazione ad un evento simile sono ovviamente dati dalla possibilità di entrare in contatto con una moltitudine (circa ventimila) consumatori di fa-scia alta disposti a spendere per la qualità; la grande visi-bilità mediatica e di marketing e la possibilità di sfruttare l’evento per raccogliere dati ed informazioni di mercato.Di particolare rilevanza è la serata di gala, durante la quale vengono attribuiti i Dolce Tribute Awards, ricono-scimenti assegnati a società, personalità ed istituzioni che rappresentano l’eccellenza del Made in Italy in diversi campi, dalla moda al design, dalla cucina al turismo.In questa edizione sono stati premiati: Poltrona Frau (Matteo Cordero di Montezemolo), Maison Gianfranco Ferré (Michela Piva), Maestro Giovanni Allevi, Lina Iem-

molo, la Regione Puglia, e la città di Reggio Calabria (Dott. Giuseppe Scoppeliti) in

qualità di “Città Italiana emergente”.Unioncamere Calabria – Desk Enter-prise Europe Network è stata ampia-mente presente attraverso uno stand istituzionale, con l’obiettivo di porta-

re a conoscenza del mercato inglese le eccellenze del nostro territorio, sia dal

punto di vista turistico che da quello eno-gastronomico, nonché del sistema produttivo

locale, evidenziando anche le attività del desk svolte a supporto del tessuto economico-sociale calabrese, tra le quali il sostegno per la ricerca di partner commerciali esteri.All’interno dello stand sono stati presentati i prodotti di 9 aziende calabresi operanti nel settore agro-alimentare e vitivinicolo: Nuova Olearia srl di Petilia Policastro (KR), azienda produttrice di olio; Colacino Wine srl di Rogliano (CS), azienda produttrice di vino; Leonardo srl – Azienda Agri-cola Fondo dei Baroni di Serra San Bruno (VV), azien-da produttrice di marmellate, confetture, salse, sott’olio e sott’aceto; Fiorindo 1909 srl di Serra San Bruno (VV), azienda produttrice di specialità dolciarie; Serfunghi di Calabretta Bruno di Serra San Bruno (VV), azienda pro-duttrice di produttrice di conserve e prodotti tipici ca-labresi; Tuttocalabria srl di Marcellinara (CZ), azienda produttrice di produttrice di conserve e prodotti tipici calabresi; Azienda Vitivinicola Du Cropio di Cirò Marina (KR), azienda produttrice di vino; Pastifi cio Paolo Mal-tese di Torre Melissa (KR), azienda produttrice di pasta; L’artigiano della ‘Nduja di Caccamo Luigi di Spilinga (VV), azienda produttrice di ‘nduja.Presso lo stand sono stati i rievocati i colori, gli odori e i sapori della Calabria, che ha visto non solo l’esposizione ma anche la degustazione delle nostre specialità tipiche, riscuotendo un enorme successo da parte del pubblico presente, nonché una enorme attenzione da parte degli operatori (importatori, buyers, ristoratori,…) ma anche di scuole di cucina e giornalisti, a conferma che i nostri prodotti, specialità gustose e genuine di alta qualità, vengono apprezzati dai mercati più esigenti e meritano

olce Vita”sse che no nel

dalla r il Re-stituto

Dolce29 Mar-o d’Italia.

molo, la RCalabr

qualiUnioprisemenistitu

re a ceccelle

punto d

A sinistra ed in alto, prodotti tipici calabresi presentati alla “Dolce Vita 2009”.

Anno 2009 - n° 1 21

Page 12: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

un’adeguata valorizzazione anche attraverso azioni di promozione dell’intero territorio.Una delizia dopo l’altra, passando dal dolce di una mar-mellata ad una degustazione di ‘nduja, gli inglesi hanno subito una iniezione di calabresità, esprimendo il deside-ro di poter continuare a deliziare il loro palato.L’interazione con i visitatori ha fatto emergere che gli In-glesi conoscono poco la nostra regione, contrariamente a quanto avviene invece per altre, come ad esempio la Puglia, da anni opportunamente promossa nei suoi pro-dotti/servizi e nelle sue località; è tuttavia evidente l’in-teresse da parte degli stessi a scoprire le nostre bellezze, investendo sulle opportunità da noi offerte.Per tale motivo, durante l’Exhibition sono state stabilite delle relazioni con alcuni canali distributivi e promozio-nali, nonché con canali istituzionali nella certezza che, con l’impegno e la passione che da sempre ci contraddi-stingue, si potrà raggiungere la meritata visibilità della regione e delle sue eccellenze. E’ da sottolineare la gentile accoglienza e collaborazio-ne manifestata dal rinomato chef Francesco Mazzei per la promozione e valorizzazione delle nostre produzioni. Mazzei, originario di Cosenza, è proprietario de “L’Ani-ma”, uno dei più importanti ristoranti italiani a Londra, in cui viene riprodotta l’anima latina gastronomica e la cui ambientazione è stata curata da Claudio Silvestrin, già architetto poliedrico e interior designer per Armani.Come lui, altri interlocutori istituzionali, come la Came-ra di Commercio Italiana a Londra, l’Istituto di Cultura e rinomate scuole di cucina e lo stesso Consultore degli Emigrati Elio Folino hanno manifestato il desiderio di supportare le attività di Unioncamere in favore dell’inse-rimento del “Made in Calabria” e del “Discover the Cala-bria” nei circoli commerciali inglesi.Il ruolo di Unioncamere Calabria non limiterà solo ad mettere in contatto le imprese calabresi con i distributori incontrati, ma si sostanzierà nell’accompagnamento alla penetrazione del mercato inglese, svolgendo il suo ruolo di propulsore economico sociale locale che da sempre fa parte della sua mission.

Lo stand di Unioncamere Calabria

*ReferentiDesk Enterprice Europe Network

Unioncamere Calabria

Anno 2009 - n° 1 23

Page 13: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

gestirete e archivierete

di Raffaella Gigliotti

Due nuovi servizi offerti gratuitamentedalla Camera di Commercio alle imprese

Le Camere di Commercio sanno che per mante-nersi competitive le imprese devono fare inno-vazione sfruttando la forza della tecnologia. Devono, cioè, anticipare il mercato con solu-

zioni inedite, adeguare i processi produttivi ed orga-nizzativi alle tecnologie informative, ottimizzare il più possibile la gestione dell’azienda.E sanno anche che è indispensabile che imprenditori e manager rivedano di continuo le politiche gestionali af-frontando e diffondendo un cambiamento di mentalità e modo di operare.La crisi morde, specialmente le piccole e medie impre-se. Rifl ettere, quindi, su come sia possibile adeguarsi ai ca-noni di tecnologie sempre più avanzate e su come sia fattibile raggiungere un risultato con la spesa minima, anzi a costo-zero, può essere una buona idea. Anche nel caso del software. Molti programmi gratuiti, infatti, non hanno nulla da invidiare a quelli più blasonati, rilasciati dietro il paga-mento di una esosa licenza e possono rispondere alle esigenze del lavoro in azienda, dove spesso si fa un uso degli applicativi limitato ad alcune banali operazioni. Ecco allora che anche le Camere di Commercio investo-no per mettere a disposizione delle imprese strumenti tecnologicamente avanzati e che rendono più effi cace il rapporto con le aziende.Ma soprattutto, si misurano con una nuova sfi da: offri-re gratuitamente alle piccole e medie imprese servizi in più (im+) rispetto a quelli per la semplifi cazione ammi-nistrativa, per supportarle nello sviluppo del loro busi-ness.Questo nuovo cammino parte con Gestirete, il software per gestire i rapporti con la clientela, e con Archivierete, un programma per il salvataggio sicuro dei propri dati.Ma a che servono? Gestirete è un servizio per la gestione dei rapporti con la clientela: uno strumento che consente di monitorare il business attraverso i “comportamenti” dei propri clienti (acquisti, richieste di preventivi, adesione a campagne promozionali, preferenze nelle tipologie di pagamento).

Anno 2009 - n° 124 Anno 2009 - n° 1 25

Page 14: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

Con l’ausilio di report personalizzati è possibile prende-re le decisioni che servono per aumentare la produttivi-tà riducendo i costi.Con Gestirete, dunque, si possono lavorare le schede clienti con mere azioni di ricerca e di import /export dei dati, tenere sotto controllo le opportunità - tradotte in accordi, vendite, pianifi cazione attività con i clienti, organizzare campagne promozionali dedicate, persona-lizzare report sulla clientela per analizzarne il compor-tamento, fare teamworking per gestire ed interrogare

contemporaneamente dati disponibili su postazioni di lavoro diversamente allocate.Archivierete, invece, è un servizio per la protezione dei dati e delle informazioni utilizzate per la propria attività lavorativa. Grazie ad un semplice collegamento internet è possibile salvare, in un’area sicura, i fi le e/o le cartelle che l’impresa ritiene importanti e che desidera proteg-gere da qualsiasi imprevisto che li potrebbe danneggia-re: guasti hardware, virus informatici, furti, incendi.Con Archivierete il salvataggio dei dati è periodico ed

automatico e non necessita di interventi manuali, la fre-quenza è personalizzabile in base alle proprie esigenze.I dati sono archiviati in un sito sicuro: gli internet Data Center delle Camere di Commercio italiane che si di-stinguono per gli elevati livelli di sicurezza in grado di rilevare ed impedire qualsiasi tentativo di intrusione garantendo un’adeguata protezione delle informazioni. Risorse altamente specializzate effettuano il monitorag-gio dei server 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno, al fi ne di assicurare la continuità del servizio e prevenire qual-siasi malfunzionamento.Gesterire ed Archivierete possono, dunque, essere così sinteticamente aggettivati: semplici - con funzioni di base intuitive; veloci – perché l’installazione avviene con un semplice click; utili – poiché con essi aumenta la produttività o la sicurezza e si riducono i costi; fl es-sibili - in virtù della possibile consultazione e gestione delle informazioni da qualsiasi computer connesso a In-ternet o per l’opportunità offerta agli utenti di decidere la frequenza dei salvataggi; sicuri - in quanto garantita è l’inviolabilità dei dati gestiti/archiviati; a misura di piccola impresa e gratuiti – poiché pensati dalle Camere di Commercio senza far gravare alcun onere sulle PMI e senza limiti di funzionalità e tempo. Gestirete ed Archivierete rappresentano tutto questo: ciò di cui dal punto di vista squisitamente gestionale una piccola impresa necessita per rivelarsi più competi-tiva sul mercato senza sostenere costi aggiuntivi.Anche la Camera di Commercio di Vibo Valentia offre questi servizi alle proprie imprese.E dall’home page del sito web istituzionale (www.vv.camcom.it) è possibile, cliccando sul box “IM+”, ac-cedere ai form di registrazione on line dei due servizi, che si compilano per ottenere userid e password neces-sarie a scaricare gratuitamente i software.Semplici click di mouse attraverso i quali il sistema ca-merale apre un nuovo sipario di avanguardia tecnologi-ca a servizio di tutte le imprese che vogliono migliorarsi senza doversi spostare dalle proprie sedi e, soprattutto, senza dover sopportare alcun sacrifi cio di natura eco-nomica.

Anno 2009 - n° 126 Anno 2009 - n° 1 27

Page 15: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

l’impatto dellaCRISI

La crisi economica a partire dall’estate del 2007 ha interessato prima gli Stati Uniti e, successi-vamente, l’intero sistema economico mondiale. La crisi avrà importanti conseguenze, non solo

in termini di crescita della ricchezza dei Paesi occidentali (e non solo), ma anche sulle stesse modalità e principi sui quali si fonda il sistema capitalistico internazionale.Inoltre, l’insieme degli eventi conosciuti e quelli che po-trebbero prevedibilmente accadere, ha aperto un ampio dibattito, sia sull’individuazione delle origini della situa-zione attuale, che sui metodi ed i rimedi possibili da ap-plicare per invertire il ciclo congiunturale recessivo.Sul primo aspetto è opinione condivisa che ci troviamo ad affrontare “ un lungo tunnel della crisi” la cui fi ne po-trebbe vedersi completamente solo a partire dal 2012 con qualche segnale di miglioramento nel 2010. Un “tunnel” che potremmo suddividere temporalmente in due fasi: la prima fase, è composta da avvenimenti già conosciuti come la crisi dei sub prime, il collasso del mercato del cre-dito, l’importante intervento dello Stato nel capitale delle banche e la continua “caduta” dei valori azionari, che an-cora nel primo semestre 2009 non sembra arrestarsi;la seconda fase, è invece composta da quegli avvenimenti che non sono ancora accaduti ma che, se accadessero, po-trebbero peggiorare la situazione e allungare il periodo di recessione. Ci riferiamo a ciò che potremmo defi nire “i pericoli dietro l’angolo” e che sono ben rappresentati dallo “sboom” delle carte di credito (nei soli USA i debiti da carte di credito hanno un valore di circa 1.000 miliardi di dollari), dai possibili fallimenti delle grandi corporate, dai derivati che rappresentano circa 12,5 volte il PIL mon-diale e la diffi cile situazione economica dei Paesi dell’Est Europa, in cui alcune importanti banche italiane hanno signifi cativi interessi.Sul secondo punto è evidente come sia cambiato l’ap-proccio al mercato e gli indirizzi di politica economica. Nei fatti si è passati dalla cosiddetta “Reaganomics” (dal nome del Presidente USA Ronald Reagan), ossia di quell’insieme di principi e di ricette di politica economica imperanti a partire dai primi anni Ottanta alla “Obama-omics” (dal nome del Presidente USA Barack Obama), ossia quel cambiamento di approccio al mercato e di po-litica economica, che il nuovo Presidente degli Stati Uniti

d’America dal giorno del suo insediamento ha cercato di “introdurre” per uscire dalla crisi. Una crisi, quindi, che non è solo congiunturale ma che mette in discussione gli stessi principi del capitalismo e delle modalità di concepite il ruolo dello Stato e della po-litica economica in economia sia negli USA che in Euro-pa e nel Resto del mondo. Ritornando ai principi generali, la “Reaganomics” ha enfatizzato il principio secondo il quale il mercato si autoregola e ha la capacità di portarsi in una situazione di equilibrio ogni qual volta ci si allontana attraverso i meccanismi della domanda e dell’offerta, a condizione di un ridotto intervento dello Stato in economia, secondo il principio “più mercato meno Stato”. Un approccio che evidentemente abbracciava, da un punto di vista della te-oria economica, quanto affermato prima dalla Scuola Au-striaca e poi dai Monetaristi e dalla scuola della Aspetta-tive razionali. Tra le principali conseguenze di una simile visione del mercato è stata quella di ridurre progressivamente i con-trolli sui mercati fi nanziari e favorire la fi nanza creativa, di sostenere la crescita americana soprattutto sul debito, con il risparmio negativo delle famiglie e spingere la spe-culazione in Borsa e la leva fi nanziaria (di 20-30 volte in media), secondo la presunzione che il rischio è prevedi-bile e che, nel medio-lungo periodo, si annulla, secondo quanto insegna il modello Black-Sholes che ha fortemente condizionato la visione moderna dei mercati fi nanziari.Al contrario, la “Obamaomics”, seguendo una visio-ne del mercato capitalistico secondo l’insegnamento di J.M.Keynes, considera i mercati in generale ed in partico-lare quelli fi nanziari molto fragili e incapaci di gestire le bolle speculative senza essere regolati, secondo l’insega-mento di Hyman Minsky. La “Obamaomics”, al contrario, considera le libere forze (semmai esistessero) del mercato incapaci di autoregolar-si e che, quindi, il mercato per ben funzionare ha biso-gno di maggiori regole, di più economia reale e di meno fi nanza e soprattutto, in particolare in un momento di re-cessione come quello attuale, di una presenza importante dello Stato in economia, attraverso un elevato sostegno alla domanda. Ciò dovrebbe favorire il conseguimento di una crescita consistente dell’economia, una riduzione

di Giuseppe Capuano *

Dalla finanza all’economia reale:

sul sistema ItaliaAnno 2009 - n° 128 Anno 2009 - n° 1 29

Page 16: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

della disoccupazione (oggi crescente) ma anche una mi-gliore redistribuzione del reddito. Una nuova vision (ma anche vecchia se consideriamo quanto avvenne negli anni Trenta dopo l’inizio della “Grande Depressione”) che ha condizionato anche la politica economica dell’Unione eu-ropea e dei singoli Stati. Una politica economica che, fi ni-ta una fase ventennale di politiche di stampo monetarista (alti tassi di interesse, in particolare nell’Europa del dopo Euro, lotta all’infl azione ed enfatizzazione del ruolo del libero mercato), al fi ne di stimolare la crescita, persegue azioni di tipo keynesiano per sostenere la domanda ag-gregata (liquidità nel sistema, riduzione tassi di interes-se, spesa pubblica per investimenti, sostegno ai consumi delle famiglie, etc.) e di “supply side” con supporto alle piccole e medie imprese. In questo contesto, una atten-zione particolare deve essere data, in virtù delle sue pe-culiarità, alla nostra economia. In particolare, ci riferiamo al fatto che gli interventi previsti di politica economica per garantirne una maggiore effi cacia dovranno tener conto sia della presenza dei numerosi modelli di svilup-po conosciuti dalle economie locali che renderanno non omogenei sul territorio gli impatti in termini di crescita del PIL e dell’occupazione, sia della struttura produtti-va manifatturiera (forte è il suo peso in termini di PIL), composta soprattutto da PMI (dove il 99,3% delle impre-se ha meno di 49 addetti e una interessante presenza di MCI)1, con una piccola presenza di medie imprese (circa 3800) e di una ridotta localizzazione di grandi imprese. In generale, le imprese manifatturiere prevedono, nella maggioranza dei casi, la possibilità di iniziare ad uscire dalla crisi già nel 2010 (Tab. 1).

1 - Per un approfondimento sia teorico che empirico sul concetto di MCI: G. Capuano, “Verso la defi nizione e l’individuazione di un nuovo nucleo di imprese: aspetti teorici e evidenze empiriche della Middle class di impresa (MCI)”, in Rivista di Economia e Statistica del Territorio, n. 1/2006, Franco Angeli, Milano.

Tab. 1 - L’opinione degli imprenditori italiani: tre scenari per la crisi economica

Una crisi a forma di Una crisi a forma di Una crisi a forma di

V U L

Il 5% delle imprese prevede una crisi breve come quella del 1991 e del 2001

Il 70% delle imprese prevede una crisi “pesante” che si trascinerà anche nel 2009

Il 2o% delle imprese prevede una crisi prolungata fi no al 2010 come quella del Giappone negli anni ’90

Fonte:elaborazione propria da indagini varie delle Camere di Commercio

Premesso quanto sopra, l’economia italiana dovrà ripar-tire nei prossimi mesi sfruttando appieno il nuovo sce-nario macroeconomico dovuto agli interventi di politica economica, dove le principali variabili sono ritornate sui livelli “virtuosi” del 2004 e sorreggendosi sul “pavimen-to” rappresentato da alcune peculiarità del quadro ma-croeconomico interno.In particolare i “fundamentals” esogeni dai quali l’econo-mia italiana (e non solo) dovrà ripartire sono i seguenti: riduzione del prezzo del petrolio e delle materie prime con conseguente riduzione dei costi di produzione (il prezzo del petrolio si è ridotto dai 150$ al barile a 30-40$ al barile);diminuzione del costo del danaro con impulso agli in-vestimenti e ai consumi delle famiglie (i tassi d’interesse della BCE è passato dal 4,5% all’1,5% del marzo 2009);rivalutazione del dollaro nei confronti dell’euro con spin-ta all’esportazione nell’area del dollaro (il tasso di cambio euro/dollaro si è riportato su valori di 1,25-1,30$=1€);riduzione dell’infl azione e aumento del potere di acqui-sto delle famiglie (nell’aprile 2009 il tasso di infl azione per l’area euro è di circa il1,5-2%). Inoltre, l’Italia ha dei “fundamentals” endogeni migliori di molti Paesi europei e degli USA, in particolare: un indebitamento delle fami-glie, anche se crescente, ma minore di molti Paesi, come quelli anglosassoni e una propensione al risparmio eleva-ta anche se decrescente (nel 2002 era pari al 14,3% contro circa l’11% nel 2008) che consente di avere, nonostante l’elevato debito pubblico, un debito totale procapite tra i più bassi dei Paesi occidentali come dimostra nella tabel-la 2 alla pagina successiva;

Tab. 2 - Il debito degli italiani confrontato con i principali Paesi europei ed USA (2007)

PaeseDebito pubblico/PIL

in %

Debito Famiglie/PIL

in %

Totale debito

in % PIL

Totale debito procapite

in euro

Francia 64 48 112 19.103w

Germania 65 58 123 36.286

GranBretagna 44 99 143 49.599

Italia 104 30 134 34.837

Spagna 36 84 120 28.268

Stati Uniti 66 100 166 55.447

Fonte: elaborazione Ist. Tagliacarne su fonti varie

una importante presenza di imprese manifatturiere che rappresentano il 20,4% del PIL, il 12,1% delle imprese to-tali ed il 21,7% dell’occupazione totale;un sistema creditizio più solido degli altri Paesi, con un elevato coeffi ciente di patrimonializzazione, una bassa presenza di prodotti derivati e un sistema bancario che, oltre ad essere composto da importanti Istituti di credito, vede la presenza di numerose banche a carattere territo-riale. In conclusione, l’attuale fase recessiva del ciclo economi-co, molto probabilmente, grazie alla nuova impostazione degli interventi di politica economica e all’insegnamento che gli economisti ed i politici del passato ci hanno fat-to pervenire dopo la Great Depression degli anni Trenta, non si trasformerà in recessione e l’Italia con la sua pecu-liare economia caratterizzata soprattutto dall’importanza delle economie locali da un lato e della piccola impresa dall’altro, potrebbe uscirne prima, insieme al “gruppo di testa” dei Paesi più virtuosi. Una recessione che sarà superata a condizione che il si-stema creditizio internazionale, ed in particolare quello italiano, contribuiscano a migliorare il clima di fi ducia nel sistema economico. Infatti, la fi ducia è una compo-

nente psicologica fondamentale nella formulazione delle aspettative economiche e che contribuisce in maniera ri-levante, in particolare nei momenti crisi, a ridurre l’arco temporale in cui si manifesta il ciclo recessivo (se consi-deriamo che il miglioramento del livello di fi ducia vale circa 1% in più all’anno di crescita del PIL italiano).Attualmente, inoltre, siamo in presenza (rispetto agli anni Trenta) di una crisi di solvibilità più che di liquidità. Infatti, a tal proposito, circa i 2/3 delle imprese italiane denuncia un peggioramento delle condizioni generali del credito nei primi mesi del 2009, in particolare le imprese del Sud, ed un evidente processo di “razionamento” del credito.Occorre quindi ripristinare condizioni di “normalità” nei fl ussi creditizi e fi nanziari e riportare la fi ducia nel siste-ma economico.In quanto ad oggi, i comportamenti di tutti i soggetti economici sia imprese che consumatori, sono fortemente prudenziali, con il “congelamento” degli investimenti da parte delle imprese ed il rinvio dei consumi da parte dei consumatori che, unito ad un eccessivo ed a volte ingiu-stifi cato “razionamento” del credito, accentua le perfor-mance negative della nostra economia.

Anno 2009 - n° 1 31

Page 17: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

Prodotto Interno Lordo

2004 2005 2006 2007 2008 2009f 2010fDifferenza

2008-2009

Germania 1,2 0,8 3,0 2,5 1,3 -2,3 0,7 -3,6

Spagna 3,3 3,6 3,9 3,7 1,2 -2,0 -0,2 -3,2

Francia 2,5 1,9 2,2 2,2 0,7 -1,8 0,4 -2,5

Italia 1,5 0,6 1,8 1,5 -1,0 -2,0 0,3 -1,0

Area euro 2,2 1,7 2,9 2,7 0,9 -1,9 0,4 -2,8

Regno Unito 2,8 2,1 2,8 3,0 0,7 -2,8 0,2 -3,5

UE 2,5 2,0 3,1 2,9 1,0 -1,8 0,5 -2,8

Stati Uniti 3,6 2,9 2,8 2,0 1,2 -1,6 1,7 -2,8

Prodotto Interno Lordo

2004 2005 2006 2007 2008 2009f 2010fDifferenza

2008-2009

Germania 9,8 10,7 9,8 8,4 7,1 7,7 8,1 0,6

Spagna 10,6 9,2 8,5 8,3 11,3 16,1 18,7 4,8

Francia 9,3 9,2 9,2 8,3 7,8 9,8 10,6 2,0

Italia 8,1 7,7 6,8 6,1 6,7 8,2 8,7 1,5

Area euro 9,0 9,0 8,3 7,5 7,5 9,3 10,2 1,8

Regno Unito 4,7 4,8 5,4 5,3 5,7 8,2 8,1 2,5

UE 9,0 8,9 8,2 7,1 7,0 8,7 9,5 1,7

Stati Uniti 5,5 5,1 4,6 4,6 5,8 7,5 7,3 1,7

Fonte: Elaborazione Istituto Tagliacarne su previsioni Eurostat Gennaio 2009 Fonte: Elaborazione Istituto Tagliacarne su previsioni Eurostat Gennaio 2009

Tab. 3 - Andamento annuale del Pil dei principali paesi europei Tab. 4 – Andamento del tasso di disoccupazione dei principali paesi europei (in percentuale - consuntivo 2004-2008 e previsioni 2009 e 2010)

Anno 2009 - n° 132 Anno 2009 - n° 1 33

Page 18: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

L’insieme di questi fattori ha portato ad alimentare un “moltiplicatore negativo” e ha condizionato al ribasso tutte le previsioni di crescita per il 2009 (in Italia -2%) con un aumento della disoccupazione e diffi coltà per le imprese in maniera trasversale. Tale crisi, probabilmen-te, vedrà una parziale soluzione solo alla fi ne del 2009, a condizione che gli interventi concertati dai governi oc-cidentali (riduzione dei tassi di interesse, immissione di liquidità nel sistema, garanzie sul risparmio, etc.) dimo-strino la loro effi cacia in un tempo relativamente breve.Si tratta di un intervento degli Stati molto incisivo e co-ordinato che solo alla fi ne di questo processo potrà es-sere quantifi cato con precisione. Infatti, ogni Paese, pur seguendo una linea comune, interverrà sui mercati a se-conda della propria dimensione economica e delle pro-prie esigenze. In particolare al fi ne di contrastare la crisi, il Governo italiano è intervenuto implementando misure dedicate a sostenere la spesa delle famiglie con redditi più bassi e le PMI. Tra i principali interventi indichiamo, oltre all’isti-tuzione dei cosiddetti “Tremonti Bond”, la costituzione di un Fondo di Garanzia di 1,6 miliardi di euro per favo-rire l’accesso al credito delle PMI, i 5 miliardi messi a di-sposizione dalla Cassa Depositi e Prestiti per fi nanziare le PMI a condizioni di mercato e tramite le banche (modello BEI) e l’estensione dei compiti della SACE che dovrebbe subentrare al pagamento delle fatture della Pubblica Am-ministrazione dopo un ritardo di 60-90 giorni.Un massiccio intervento che inevitabilmente, e non solo in Italia, avrà un impatto sopratutto sulle fi nanze pubbli-che causando un aumento dei defi cit degli Stati (triplica-to nei soli USA al 3,2% del PIL nel 2008 contro l’1,1% del 2007 e arriverà al 12,3% nel 2009) e del debito pubblico (l’impatto è differenziato da Paese a Paese ma gli incre-menti medi saranno del 10-15% in termini di PIL) che in Italia già risulta in peggioramento attestandosi sui valori superiori al 106% del PIL. La gravità della situazione delle fi nanze pubbliche ha co-stretto l’Unione Europea a derogare per un anno gli Stati membri dai parametri di bilancio previsti dal Patto di sta-

bilità che sono stati alla base dell’introduzione dell’euro. In particolare, è stato deciso che gli Stati dell’UEM po-tranno superare il tetto del 3% nel rapporto defi cit/PIL considerate le “circostanze eccezionali”, come d’altronde già previsto nel Trattato di Maastricht. Lo sforamento dovrà essere temporaneo e di “lieve entità”. L’Irlanda ha già annunciato che il suo defi cit salirà al 6,5% del PIL nel 2008; quanto all’Italia, le ultime stime portano il defi cit del 2009 a superare il 3%, in ampio peggioramento rispet-to al 2,1% previsto nel giugno 2008 (stime Ministero del Tesoro)2 e dopo il 2,7% del 2008. Una correzione dovuta al doppio effetto causato dalla ri-duzione delle entrate fi scali e dagli esborsi a favore del sistema creditizio nazionale (vedi ad esempio i cosiddetti “Tremonti Bond”) previsti nell’ambito degli accordi pre-si in sede comunitaria e interventi a sostegno dell’ eco-nomia reale sia dal lato delle imprese (vedi ad esempio interventi per il settore auto e degli elettrodomestici) che delle famiglie. Il nostro Paese, inoltre, dovrà affrontare un’ulteriore sfi -da costituita dai 38 miliardi di euro di prodotti derivati in possesso degli Enti locali, che costituiscono un reale “buco nero” nelle fi nanze pubbliche locali.Inoltre, la crisi, per la presenza di squilibri regionali Nord-Sud e la disomogeneità dei modelli di sviluppo locale, in Italia manifesterà un impatto molto differenziato sul ter-ritorio nazionale.Le imprese del Sud e, più in generale, l’economia del Mezzogiorno, saranno più esposte all’impatto negativo della crisi rispetto alle regioni del Centro-Nord. Le prin-cipali motivazioni di un simile scenario possono essere così riassunte:maggiore fragilità del tessuto imprenditoriale dovuta ad una ridotta dimensione di impresa e una bassa propen-sione alle esportazioni. Ciò produce, unitamente al fatto che le imprese meridionali producono a costi relativa-mente maggiori, a parità di condizioni, rispetto alle im-prese Centro-Nord, una minore produttività e una mag-giore “vulnerabilità” delle imprese del Sud; minore peso del settore manifatturiero e una maggiore rilevanza del commercio e della Pubblica Amministra-zione nella formazione del PIL con una importanza supe-riore dei consumi interni (notoriamente depressi in que-

sta fase congiunturale) nella formazione della domanda aggregata;più diffi cili rapporti tra imprese e sistema creditizio, a causa di più elevate sofferenze in rapporto agli impieghi e un più elevato costo del denaro. Il mix di questi fattori macroeconomici, costituiranno nel breve periodo una sorta di “circolo vizioso” che deprime-rà fortemente le economie regionali nel 2009 e impatterà su realtà già critiche come quella calabrese. Una econo-mia calabrese che andrà sostenuta con alcuni interventi sia per il sostegno dei consumi delle famiglie che delle attività delle piccole imprese, attraverso un approccio keynesiano di sostegno alla domanda aggregata (inve-2 - Per un approfondimento sulle previsioni 2009: European Commis-

sion, Interim Forecast, gennaio 2009, Bruxelles.

stimenti pubblici, piccola edilizia e consumi interni) e di supply side e soprattutto favorendo l’accesso al credito delle imprese già penalizzate dagli alti tassi di interesse pagasti (quando riescono ad ottenere credito) rispetto alle stesse realtà del Mezzogiorno e soprattutto utilizzare bene i miliardi previsti dalla Programmazione dei Fondi Strutturali 2007-2013 in pochi e strategici progetti di svi-luppo. Questa la scommessa dei prossimi mesi, per essere pronti una volta che la fase della crisi più acuta terminerà, e si intravederanno i prodromi della ripresa.

*Economista – Istrituto Tagliacarne

Anno 2009 - n° 134 Anno 2009 - n° 1 35

Page 19: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

VIBO FUTURA di Giacomo Consoli *

Il Piano strategico della Cittàun territrio di valore

Veduta aerea di Vibo Valentia(foto Francesco Mazzitello)

Da ottobre scorso la città di Vibo Valentia è im-pegnata in un processo volto a creare le con-dizioni di contesto più favorevoli allo svilup-po del territorio e di rilancio socio-economico.

Attraverso la redazione del Piano Strategico della Città, infatti, si è avviata una fase ‘’nuova’’ del processo di svi-luppo, tesa ad avviare una trasformazione necessaria per raggiungere una posizione competitiva nei nuovi scenari nazionali ed internazionali. Il Piano strategico, infatti, indicherà le linee di sviluppo del territorio da realizzare con il supporto della program-mazione dei fondi strutturali 2007-2013, che apre una nuova e ultima fase di utilizzo di risorse europee a sup-porto delle politiche di coesione e sviluppo per consen-tire l’allineamento delle Regioni italiane Obiettivo 1 agli standard europei. Il Piano Strategico è un presupposto essenziale per assicurare al territorio benessere economi-co e sociale e prospettive di lavoro stabile e qualifi cato per le giovani generazioni. Un tale processo di cambia-mento ha richiesto l’abbandono di approcci burocratici e prescrittivi al territorio e l’adozione di una strategia tesa a valorizzare i processi legati a percorsi di concertazione, cooperazione e condivisione con la comunità locale di una visione strategica del futuro. Con la redazione del Piano strategico si è cercato di indi-viduare i punti di forza, di debolezza, le opportunità e le sfi de che segnano il futuro di Vibo Valentia, da cui par-tire per disegnare la visione e l’immagine della città che si vuole costruire e le azioni di rinnovo da innescare per perseguire il cambiamento atteso. Nella defi nizione di un disegno di sviluppo locale in una prospettiva di me-dio - lungo periodo il Piano Strategico ViboFutura 2015 ha ricercato le condizioni di coesistenza con gli strumenti di pianifi cazione e programmazione già esistenti sul ter-ritorio, in una prospettiva di integrazione tra politiche settoriali diverse. Nello specifi co il Piano Strategico ha cercato un un’integrazione con il Piano Strutturale Co-munale, con gli indirizzi del Piano Provinciale di Coor-dinamento e con gli strumenti di programmazione degli investimenti pubblici. Proprio per tale motivo, il Piano è la risultante di un continuo processo di comunicazione

Anno 2009 - n° 1 37

Page 20: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

fi nalizzato a coinvolgere la molteplicità degli attori isti-tuzionali, sociali, economici, culturali che compongono il sistema di riferimento del territorio, al fi ne di concorrere alla elaborazione delle linee strategiche di sviluppo, per declinarle ed articolarle nei contenuti e nelle priorità di intervento. La metodologia di partecipazione è stata di tipo differen-ziato: si è cercato di sensibilizzare i cittadini vibonesi al maggior utilizzo di pratiche partecipative. Dalle prime fasi è stato fornito un supporto informativo che facilitas-se la messa in opera di tutti gli aspetti metodologici. A tal

proposito, si è cercato di accompagnare, i singoli attori nei vari stadi di consultazione, affi ancando professionisti locali al gruppo di consulenza. La realizzazione del sito web www.vibofutura2015.it, in aggiornamento continuo, ha contribuito a migliorare la possibilità di interagire tra le varie parti. Le fasi del processo partecipativo hanno avuto una graduale profondità di interazione: iniziato dalla presentazione-apertura del piano, il coinvolgimen-to degli attori locali è proseguito con le interviste ai rap-presentanti politici, economici, del terzo settore e con un percorso specifi co di coinvolgimento delle scuole. Sono

stati organizzati, in una successiva fase, i Tavoli Tematici degli “Open Days” e una serie di incontri bilaterali con i principali stakeholders locali. L’ultimo stadio del pro-cesso partecipativo ha visto la costituzione dei Gruppi di lavoro, fortemente operativi, per affrontare le questioni cruciali per lo sviluppo futuro della città. Il Piano Strategico è il frutto di un processo circolare che, per oltre dieci mesi, ha coinvolto una pluralità di attori lo-cali. Mesi in cui i cittadini, i soggetti sociali ed economici, gli stakeholders, le Istituzioni, si sono incontrati, hanno discusso e si sono confrontati all’interno di un percorso

di negoziazione e partecipazione, con l’obiettivo di deli-neare il futuro del proprio territorio condividendo scelte e direttrici di sviluppo.Quaranta incontri, più di 80 ore di discussione, più di 600 partecipanti agli eventi di concertazione, hanno dato luogo a oltre 50 schede progetto proposte dai cittadini; 18 progetti scaturiti dall’Amministrazione Comunale; 21 progetti emersi dalla partecipazione; 4 Linee di Azione;22 Azioni; 5 Macroprogetti; 94 Progetti…Ogni progetto, ogni Azione è nata dalla volontà condi-visa della comunità Vibonese. “ViboFutura 2015”, oltre

Il Porto di Vibo Marina

Anno 2009 - n° 138 Anno 2009 - n° 1 39

Page 21: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

Le nuove strategie di sviluppo sostenibile dei territori necessitano di partecipazione nelle scelte strategiche e di una visione condivisa del-lo sviluppo, in quanto la combinazione di stru-menti tradizionali di programmazione e proget-tazione delle città ha scontato, generalmente, la mancanza di una solida cornice strategica e di consenso nelle scelte. Molte città europee negli ultimi anni hanno dato vita a piani strategici capaci di mettere insieme una serie di interventi e di procedure fi nalizza-te alla progettazione e al governo di processi di forte trasformazione sociale e territoriale. Il Piano Strategico della città di Vibo Valentia vibofutura2015 è un atto volontario di pianifi -cazione e condivisione di una visione futura del territorio, mediante politiche e interventi pub-blici e privati.Il Piano strategico vibofutura2015 è un’occasio-ne per costruire un futuro partecipato; dopo es-sere stato concertato, viene infatti fi rmato con-giuntamente da tutti gli attori principali che lo condividono. Le idee, le opinioni, le competen-

L’in

terv

ento

del

Sin

daco

del

la C

ittà

ze di tutti i soggetti della vita sociale, culturale, econo-mica, scientifi ca e politica della città, messe in comune, si trasformano in scelte condivise per un progetto con-creto di sviluppo del territorio.Questo comporta che si individuino non solo gli obietti-vi prioritari da perseguire, in relazione alle caratteristi-che e alle risorse del territorio, ma anche le azioni con-crete necessarie per portare a termine questi progetti, concentrandosi in particolare sugli interventi ritenuti strategici, ossia capaci di “innescare” processi più ampi di sviluppo. Il Piano strategico vibofutura2015 è un processo di de-fi nizione degli scenari futuri e di pianifi cazione delle tappe di sviluppo, realizzato attraverso l’aggregazione e il coinvolgimento di tutte le comunità locali in una rifl essione sul proprio futuro e sulle azioni e i progetti per realizzarlo.A tal fi ne la missione della pianifi cazione strategica è orientata ad agevolare la comprensione, il dialogo e la ricerca di soluzioni tramite la continua interazione fra gli attori della città, favorendo e facilitando la creazio-ne di pratiche partecipative strutturate o lo sviluppo di progetti innovativi di democrazia elettronica quali, ad esempio, il sito web.La dimensione partecipativa non è, dunque, soltanto funzionale ad una domanda di democrazia e di traspa-renza, ma anche a rafforzare l’aggregazione fra gli atto-ri e con essa la coesione fra le varie istanze.In questa prospettiva, promuovendo la partecipazione attiva di tutte le comunità, il processo di pianifi cazione strategica intende attivare questa intelligenza diffusa quale elemento fondamentale nella rifl essione sul futu-ro della città.In questo processo creativo, quindi, ciascun soggetto portatore di interessi contribuisce a creare una visione di sviluppo della comunità locale e a ridefi nirne l’iden-tità del territorio.L’azione sinergica di tutti gli attori è, quindi, il valore aggiunto del processo, con l’obiettivo di migliorare l’ar-ticolazione funzionale e la qualità del sistema urbano nel più ampio contesto di area vasta.

Franco Sammarco

a far parte della RECS, la Rete delle Citta Strategiche, è stata scelta come caso in mostra per la quinta edizione di Urban Promo, un evento di marketing urbano e territo-riale che nel 2008 ha trattato approfonditamente, tra i suoi temi, la Pianifi cazione Strategica. Tutto questo non sareb-be stato possibile senza un’Amministrazione Comunale lungimirante ed attenta ai bisogni e alle esigenze dei cit-tadini e del territorio; un’Amministrazione che ha inteso la propria governance in modo innovativo e relazionale, scegliendo di governare insieme al territorio. Con il sup-porto prezioso dello Staff dell’Uffi cio di Piano, ora Urban Center, ha istaurato un canale di comunicazione e parte-cipazione con la comunità locale ancora più diretto, che ha contribuito a diminuire fortemente il tradizionale gap tra cittadini e Amministrazione. In ogni fase di lavoro si è avuta una buona partecipazione degli attori locali desiderosi di contribuire con le proprie idee alla risoluzione dei problemi di Vibo Valentia.A partire da questo processo partecipativo e da un’analisi conoscitiva del territorio vibonese è stato possibile indi-viduare 4 possibili scenari di sviluppo con specifi ci obiet-tivi perseguibili: - DISTRETTO TURISTICO – OBIETTIVI: Tutela, valoriz-zazione, messa a sistema e gestione innovativa e integra-ta dell’offerta culturale e ambientale; incremento e quali-fi cazione dell’offerta di ricettività e di servizi culturali e turistici;- DISTRETTO AGROALIMENTARE – OBIETTIVI: Raf-forzamento del settore agricolo, zootecnico ed agroali-mentare in una logica integrata di fi liera, anche tramite politiche di marchio;- DISTRETTO COMMERCIALE E DEI SERVIZI – VBIET-TIVI: Miglioramento dei servizi alla persona e potenzia-mento dell’offerta formativa; - DISTRETTO METALMECCANICO – OBIETTIVI: Svi-luppo ed innovazione delle attività industriali nell’ottica della sostenibilità ambientale ed energetica e dell’inte-grazione fi sica e funzionale con il resto del territorio. Pur nella loro diversità tali scenari non si escludono a

vicenda, ma possono essere perseguiti in maniera inte-grata, in base alle scelte che gli attori locali intenderanno compiere. La trasversalità di queste relazioni rispecchia la multiformità e la ricchezza del territorio vibonese, emer-sa nel corso dell’analisi conoscitiva e della prima fase del processo di partecipazione. In continuità con questo percorso di conoscenza del territorio di Vibo Valentia è stata defi nita una Vision della città che, nell’orientare l’in-tero processo di pianifi cazione, ha proposto un possibile ruolo del sistema locale verso il quale indirizzare le stra-tegie di sviluppo. La Vision emersa “Vibo Futura 2015: un Territorio di Valore” rispecchia la multiformità delle vocazioni del territorio vibonese, che si accompagna ad un’identità storico-culturale comune, costruita nel corso di una storia millenaria, ma ancora non suffi cientemente interiorizzata dalle comunità locali, né adeguatamente valorizzata verso l’esterno. Vibo appare come una città in cerca della propria identità: divisa tra una realtà costiera ed una “montana” spesso in confl itto tra loro ed “indeci-sa” tra il rafforzamento di una realtà industriale non an-cora pienamente competitiva ed un riorientamento dello sviluppo in chiave turistica. Il Piano Strategico punta, quindi, a rafforzare l’identità di Vibo Valentia ed il suo ruolo trainante nel territorio provinciale, operando su due livelli: • rafforzando la funzione della città come “polo di servi-zio”, in grado di supportare effi cacemente sia le diverse attività produttive, sia le distinte realtà insediative pre-senti sul territorio. Vibo Valentia si deve porre come città-motore e guida dello sviluppo della Provincia, mettendo a disposizione servizi ed infrastrutture funzionali al ri-lancio socio-economico e culturale dell’area;• “riportando alla luce” (come in uno scavo archeologico) le risorse endogene della città e del suo intorno e ridando loro valore ed appeal (come in un’operazione di restauro e riuso). Il Piano Strategico, in questo senso, deve punta-re a rafforzare il senso di identità collettiva e di apparte-nenza dei suoi abitanti i quali, resi maggiormente consci delle proprie potenzialità e “carenze”, potranno così pro-

40 Anno 2009 - n° 1 Anno 2009 - n° 1 41

Page 22: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

* Architetto - Dirigente Settore Pianifi cazioneterritoriale ed urbanisticaComune di Vibo Valentia

iettarsi verso il futuro ed operare scelte consapevoli per la crescita del proprio territorio.Per fare ciò il territorio vibonese deve acquisire una mag-giore integrazione e coesione: - a livello sovralocale, Vibo si deve porre, in virtù del suo ruolo di capoluogo e della sua posizione geografi ca, come snodo e interfaccia tra costa ed entroterra, nell’ot-tica di un complessivo ed equilibrato sviluppo turistico dell’area;- a livello locale, occorre integrare tra loro le varie parti della città, dal punto di vista fi sico e funzionale e ricon-ciliare le diverse “anime” di Vibo (industriale, turistica, culturale, commerciale e di servizio), valorizzandole e rafforzandole in maniera coordinata e sinergica.Affi nché tale immagine si concretizzi è stata defi nita una strategia condivisa costituita da quattro Linee d’Azioni che si articolano in Azioni specifi che: • Il valore dell’identità e della cultura• Il valore dell’accoglienza turistica• Il valore delle produzioni agroalimentari e industriali• Il valore della vita quotidiana. In linea con il processo di partecipazione e di coinvolgi-mento della comunità locale che ha caratterizzato il Pia-no Strategico di Vibo Valentia, anche questa fase, è stata caratterizzata dall’attivazione dei soggetti economici, culturali e sociali locali. Tale processo di partecipazio-ne è di fondamentale importanza per condividere e di conseguenza concretizzare in progetti puntali le Linee d’Azione. Sono stati costituti 5 Gruppi di Lavoro temati-ci ed operativi, volti a defi nire una strategia di sviluppo condivisa e defi nire i progetti prioritari per la sua attua-zione. Il lavoro di concertazione ha permesso di giungere alla formulazione di una strategia realmente condivisa e realizzabile con l’impegno concreto dell’intera comuni-tà. Questo ha portato alla defi nizione di un insieme di 94 Progetti, scaturiti dalle oltre 50 Schede-progetto com-pilate e consegnate dagli stakeholders e dalle proposte e idee emerse durante i momenti partecipativi che hanno costituito la base del processo di Pianifi cazione Strategica per Vibo Valentia. Tali progetti rappresentano le iniziati-ve immediatamente operative che la comunità vibonese

a suggerito di attuare per ridefi nire il proprio ruolo e il proprio riposizionamento competitivo. Al fi ne di dare una prospettiva più ampia a queste iniziative i professio-nisti di iNExT, di concerto con gli attori locali, hanno in-dividuato cinque Macroprogetti, che aggregano i Proget-ti riconducibili alle principali tematiche emerse nel corso del processo di Pianifi cazione Strategica.I cinque Macroprogetti individuati:• “La città portuale”,• “Vibo per l’agroalimentare”,• “I luoghi della produzione industriale”,• “La rete dei beni culturali e ambientali per il turismo”,• “Il sistema dei servizi alla persona”.hanno costituito il nucleo del lavoro dei Tavoli ed espri-mono le esigenze e le vocazioni fondamentali del terri-torio vibonese. Il Piano Strategico di Vibo Valentia è un esempio che testimonia quanto la partecipazione e il coinvolgimento della comunità locale, ma soprattutto l’impegno dei cittadini, dell’Amministrazione e degli stakeholders siano elementi imprescindibili per il buon esito della pianifi cazione e siano la migliore garanzia per ottenere risultati concreti di sviluppo.Arch. Giacomo ConsoliDirigente del Settore 8Pianifi cazione territoriale ed urbanistica

Nella pagina a fi anco, il Municipio di Vibo Valentia.Sopra uno dei tavoli tecnici attivati per condividere le progettualità.

Anno 2009 - n° 1 43

Page 23: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

di Gianfranco Manfrida *

Esistono alcune attività nel settore turistico-spor-tivo che ancora oggi nel nostro territorio sono poco conosciute. Tra queste il volo da diporto e sportivo (VDS) che in altre zone d’Italia, e so-

prattutto in Europa, occupano una parte rilevante del turismo, di attività sportive e, in molti casi, rivestono im-portanza sociale nella protezione civile.Gli aerei ultraleggeri (ULM) utilizzati per il volo da di-porto e sportivo sono velivoli in alcuni casi differenti tra loro, ma accomunati dalla estrema versatilità del loro impiego. Possono infatti decollare ed atterrare in spazi molto piccoli, volano a vista e possono in pochi minuti sorvolare tratti ampi di territorio a costi veramente con-tenuti. Per queste caratteristiche in molte regioni d’Italia forniscono supporto alla protezione civile e ad altri enti per il monitoraggio del territorio e la prevenzione degli

AEROCLUB “IL GRIFO”il volo ultraleggero, passione e ... non solo

incendi nella stagione estiva.In Italia esistono circa 700 aviosuperfi ci che accolgono un parco volante di circa 15.000 aerei ultraleggeri, spesso ac-comunati in associazioni ed aeroclub, a loro volta appar-tenenti a federazioni nazionali ed europee che operano un continuo scambio culturale, sportivo e turistico.In un recente convegno tenutosi a Roma, alla presenza di autorevoli esperti del settore, è stato evidenziato il notevole fl usso turistico europeo in partenza da nazio-ni leader nel settore avio turistico, come la Germania e l’Inghilterra, che da qualche anno approda in Italia, meta ambita ma spesso penalizzata dalla carenza di strutture recettivePer rendere maggiore chiarezza sul potenziale sviluppo di queste attività, è necessario descrivere nel dettaglio i mezzi e le strutture utilizzate nel VDS.

A pochi chilometri da Vibo Valentia, sull’Altopiano del Monte Poro, un’area attrezzata accoglie veivoli ultraleggeri,mezzi versatili per Turismo, Sport ma anche per Protezione Civile e monitoraggio del territorio.

44 Anno 2009 - n° 1 45Anno 2009 - n° 1

Page 24: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

I veivoli consistono in aeromobili ultraleggeri, di peso non superiore ai 500 Kg circa, capaci di trasportare oltre al pilota, un passeggero. Hanno mediamente una auto-nomia di volo in sicurezza di circa 4 ore con una veloci-tà media che varia da 80 a 200 km\h. Per pilotarli è ne-cessario conseguire un brevetto (attestato vds) rilasciato dall’Aeroclub d’Italia dopo il superamento di una prova teorica e pratica. Esistono in Italia numerose scuole certi-fi cate che praticano i corsi per il conseguimento del bre-vetto di volo.Le aree di decollo ed atterraggio presenti in Italia sono prevalentemente concentrate nel nord e nel centro, e in misura minore nel sud.Sono aree, avio superfi ci e campi di volo, spesso realiz-zate privatamente da appassionati ed associazioni, che dispongono di una pista lunga mediamente da 300 a 600 metri in erba o terra battuta, hangar per ricovero dei mez-zi, foresteria per accoglienza piloti e in molte realtà pre-senti soprattutto al centro-nord di aziende agrituristiche annesse.

* Presidente Aeroclub “Il Grifo”

Nel 2006 un gruppo di appassionati ha dato vita nella provincia di Vibo Valentia all’aeroclub “Il Grifo”, associa-zione dilettantistico-sportiva ONLUS. Il campo di volo é situato sull’altopiano del Poro, prospiciente la costa di Tropea e Capo Vaticano. Su un’area di circa 5 ettari è stata realizzata una pista di 450 metri in erba in grado di acco-gliere in sicurezza tutti i tipi di velivoli vds; un hangar in muratura di 800 mq per il ricovero dei mezzi; una club house con tutti i confort ed i servizi ed un piccolo pun-to ristoro. L’area è operativa da Maggio 2008. L’aeroclub conta circa 30 soci e dispone di dodici velivoli ultralegge-ri (deltaplani a motore) tutti pronti al volo. I soci, tutti in possesso di brevetto praticano la disciplina durante tutto l’anno, senza interruzioni. L’Aeroclub “Il Grifo” aderisce alla Federazione Italiana Volo Ultraleggero.Questi alcuni numeri relativi all’attivita nel 2008.Sono atterrati nel corso dell’anno 147 velivoli provenienti da tutta l’Europa tra questi 70 velivoli provenienti da Pa-rigi. Nel corso di un raid aereo nella nostra penisola han-

no sostato presso l’aeroclub per tre giorni, durante i quali sono stati ospitati in alcuni villaggi della costa ed i circa 300 partecipanti hanno effettuato dei tour sul territorio organizzati dallo stesso aeroclub.Ancora 20 velivoli di un ormai storico giro turistico in aereo (il raid dei tre mari) sono stati ospitati per tre giorni presso il nostro campo.Altri velivoli sono giunti singolarmente o in gruppo pres-so la nostra struttura, contribuendo a far raggiungere nu-mericamente quel notevole risultato.Inoltre, sempre nel 2008 abbiamo ospitato per una gior-nata oltre 800 bambini delle scuole Elementari e Medie della provincia di Vibo Valentia nell’ambito della promo-zione culturale e sportiva di concerto con l’Uffi cio Scola-stico Provinciale.Riteniamo molto soddisfacente l’attività svolta nel primo

anno di attività della nostra associazione che, ricordiamo, senza fi ni di lucro, si inserisce in un contesto di forte svi-luppo turistico e culturale; ma non solo, sono allo studio alcune proposte di sinergia con le istituzioni (Protezione Civile ed altri enti) interessate al monitoraggio del terri-torio ed alla prevenzione degli incendi. Un’ora di volo è infatti suffi ciente a monitorare l’intera Provincia.La struttura è aperta e recettiva durante tutto l’anno, rag-giungendo ovviamente picchi di attività durante la sta-gione primaverile ed estiva.I soci ed i piloti sono disponibili ad effettuare voli pano-ramici a quanti vorranno avvicinarsi a questa attività.La struttura sorge sull’altopiano del Poro, adiacente alla strada statale 17 che da Vibo Valentia porta a Tropea, nel Comune di Zungri, a circa 800 metri dal bivio dello stesso comune in direzione Tropea.

A fi anco ed in alto, deltaplani a motore.

Anno 2009 - n° 146 Anno 2009 - n° 1 47

Page 25: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

La fondazione del convento domenicano in So-riano, attribuita all’opera di frate Vincenzo da Catanzaro, risale al 1510 ma la venerazione dell’immagine di San Domenico ha inizio nel

1530, precisamente il 15 settembre, giorno in cui, secondo la tradizione, i frati domenicani ricevettero la sacra tela raffi gurante il Santo. Questo speciale dono gli veniva direttamente consegnato dalla Santa Vergine, da Maria Maddalena e da Santa Caterina d’Alessandria.Nel 1564, al Capitolo generale di Bologna la santa casa di Soriano, sino ad allora semplice vicariato, divenne prio-rato. Furono anni di grande fermento dal punto di vista spirituale ed architettonico, tanto che, agli inizi del secolo successivo, il convento si presentava tra i più importanti, anche al di fuori della regione, per magnifi cenza e gran-dezza.Il moltiplicarsi dei miracoli e delle grazie compiute per intercessione dell’immagine del santo contribuì ad accre-scere la devozione dei fedeli e la notorietà della sacra tela dalle proprietà taumaturgiche. Tali proprietà benefi che e guaritrici furono uffi cializzate nel 1621 con la prima edizione della “Raccolta dé miracoli et grazie adoperate dall’immagine di Padre S.Domenico di Soriano” redatta da fr Silvestro Frangipane da Zagarise, allora priore del convento.Inoltre, una relazione del 1650 conservata presso l’Archi-vio Segreto Vaticano ne registrò il rinnovamento architet-tonico: …”Il convento …tiene due chiostri nelle quali vi sono tutte le offi cine, come refettorio, procura, cantina, hospitio, capitolo, forno, spezieria, cocina, ed altre stan-ze necessarie per ogni buon convento, e nel bel mezzo del primo v’è una bellissima fontana; nell’appartamenti di sopra vi sono sei dormitorij con cinquanta celle, dove abitano i frati e di più per servitio comune v’è la libreria, infermeria, scarperia, vesteria, granaro, rasara e camera di fuoco; sopra questi vi sono due altri dormitorij con clausura separata dove sono ventiquattro celle, quali ser-vono per noviziato…”Ma fu dopo il terremoto del 1659 che il santuario assunse un aspetto ancora più maestoso. Numerose testimonian-ze iconografi che, prime fra tutte l’incisione del Miotte, ne

I MAESTOSI RUDERIdella “Santa Casa” in Soriano

testimoniano lo splendore architettonico. Il progetto del-la ricostruzione del complesso, quasi totalmente distrut-to, fu affi dato all’architetto certosino Bonaventura Presti, coadiuvato nella realizzazione da maestranze locali, na-poletane e siciliane. Sul prospetto originario, quello sud-occidentale, si erge-va maestosa la chiesa, con il noviziato e la spezieria da un lato, e le botteghe e il “chiostro di pietra” e il “chiostro di mattoni” dall’altro; sullo stesso fronte la torre dell’oro-logio sormontava uno degli ingressi ai chiostri, posti su una quota più alta erano il chiostro priorale e l’area adibi-ta a giardino-cimitero. Nel 1722, l’enunciazione, da parte di Innocenzo XIII, del-la festa del 15 settembre come “Commemorazione della miracolosa immagine di S. Domenico in Soriano”, con-tribuì a consolidare anche da un punto di vista spirituale l’immagine del santuario.Ma la magnifi cenza non durò molto, il catastrofi co terre-moto del 1783 porto alla distruzione quasi totale dell’in-tero complesso e al suo abbandono.Nei primi anni del secolo successivo, sotto i contraccolpi delle mutate condizioni storiche, in primo luogo politiche e religiose, una nuova chiesa sorse sulle rovine del “chio-stro priorale” e lavori di ricostruzione interessarono il co-siddetto “chiostro di mattoni” che parzialmente distrutto da un incendio nel 1917 ospita, oggi, il municipio, mentre nessun intervento interessò il cosiddetto “chiostro di pie-tra” posto nelle immediate adiacenze della chiesa antica anch’essa ridotta in macerie.1

Proprio l’area del “chiostro di pietra”, è stata oggetto nel 2004, di una breve indagine archeologica, diretta dal-la Dott.ssa Maria Teresa Iannelli della Soprintendenza Archeologica della Calabria e coordinata sul campo da chi scrive. Si è trattato di un’indagine preliminare a con-

di Ginevra Gaglianese *

Prime indagini archeologiche

1 - Per le vicende storiche, religiose ed architettoniche si rimanda ai seguenti lavori:A.BARILLARO, San Domenico in Soriano, Soriano Calabro 1969; A.TRIPODI, Notizie sul real convento di San Domenico a Soriano, in In Calabria tra Cinquecento e Ottocento (Ricerche d’archivio) Reggio Calabria 1994; L.G. ESPOSITO, i Domenicani in Calabria. Ricerche Ar-chivistiche, Roma- Napoli 1997; M.PANARELLO, La “Santa Casa” di San Domenico in Soriano Calabro. Vicende costruttive di un grande complesso barocco, Soveria Mannelli 2001; O MILLELLA (a cura di), I Domenicani in Calabria. Storia ed architettura dal XV al XVIII secolo, Roma 2004; S.PIERMARINI, Le magnifi che rovine. Il Real Convento Do-menicano a Soriano Calabro, Vibo Valentia 2004Nella pagina a fi anco, la facciata del Convento Domenicano.

Anno 2009 - n° 148 Anno 2009 - n° 1 49

Page 26: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

sistenti lavori di scavo fi nalizzati alla rimozione di uno spesso strato di materiale che obliterava quasi totalmente le emergenze del chiostro. L’area interamente ricoperta nel corso degli anni da scari-chi e depositi di diversa natura si presentava con caratte-ristiche assai varie per l’uso differenziato che se ne è fatto negli anni più recenti: per metà orto e frutteto, e per metà campo sportivo.Nel settore Nord Ovest, in corrispondenza di una porzio-ne angolare del chiostro, già parzialmente visibile in su-perfi cie, un primo saggio ha permesso l’individuazione di un basamento lapideo di un pilastro angolare, punto di incontro tra il colonnato Nord ed il colonnato Ovest. Del basamento è parzialmente visibile il primo fi lare, co-stituito da conci di pietra decorati con modanature a toro. Uno strato di malta, duro e di colore grigio chiaro – gial-lino, è presente nei letti di posa. Una porzione signifi cativa degli elementi architettonici del chiostro è emersa nel settore Nord Est, dove lo sca-vo di una serie di scarichi, costituiti per lo più da strati sabbiosi frammisti a materiale edilizio in frantumi, ha re-stituito una porzione angolare del chiostro, ovvero i basa-menti lapidei dei pilastri, intervallati da muretti, nonché indicazioni sui livelli di frequentazione del cortile e del corridoio interno.Il primo basamento individuato è costituito da conci di pietra, disposti su tre fi lari. Ad una distanza di circa 3,20 m un secondo basamento relativo al pilastro angolare del chiostro rappresenta il punto di incontro tra il colonnato Nord ed il colonnato Est. I due basamenti appena indi-cati sono collegati da un muretto lungo 3,20 m, largo 0,90 m ed alto 0,51 m, ad andamento rettilineo e a tessitura irregolare, con uso di pezzami irregolari di pietra, ed impiego di laterizi e malta per regolarizzare il piano. Un intonaco di colore giallino riveste ambedue i lati ( lato corridoio e lato cortile).Stesse caratteristiche ha il muretto che collega il basamento angolare con il successivo, sul lato Est del chiostro. L’impie-go di laterizi e malta per regolarizzare il piano sulla som-mità, e le tracce impresse nella malta, indicano l’esistenza di rivestimento lapideo per ambedue i muretti.

Una veduta panoramica del Complesso Monumentale di San Dome-nico.

Anno 2009 - n° 1 51

Page 27: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

Per quel che riguarda i piani di frequentazione, nell’area relativa al corridoio interno del chiostro, nel settore Nord del saggio, è stato individuato un piano di posa costitu-ito da un letto di calce, con una superfi cie perfettamente orizzontale. La presenza, a ridosso del muro di un piccolo frammento di mattonella in cotto rende plausibile l’ipote-si che il letto di calce sia il piano di posa di una pavimen-tazione, relativa al corridoio interno del chiostro. La pre-senza di un deposito naturale, probabilmente di origine alluvionale, sembra invece fornire la quota del possibile livello di frequentazione nell’area relativa al cortile.L’indagine nel settore Sud-Est ha portato alla messa in evidenza di una porzione angolare del chiostro straordi-nariamente integra che mostra, tra l’altro, nel perimetrale più esterno, tracce di un affresco raffi gurante una colon-nina tortile ed altri elementi architettoniciIl basamento angolare individuato è costituito da conci di pietra, disposti su tre fi lari e conserva sulla sommità re-sti di muratura a tessitura irregolare, con una forma ten-denzialmente semicircolare. Perfettamente integri sono i due muretti individuati in connessione al basamento, che si presentano ricoperti da lastre in pietra, poste a mò di scossalina (rivestendo cioè la sommità e parzialmente i lati). Su ambedue i lati esterni dei muri ( lato corridoio e lato cortile) una scialbatura di intonaco di colore giallino, rende le superfi ci uniformi.Inoltre nell’area relativa al corridoio interno del chiostro (corridoio sud) è emersa una porzione di pavimentazio-ne, in una superfi cie di 4x 1,50m. La pavimentazione, straordinariamente conservatasi, formata da mattoni di forma rettangolare di colore arancio bruno, si presenta leggermente collassata, in corrispondenza di quella che sembra essere una conduttura per lo scolo delle acque.Una soglia, sempre in mattoni, segna il passaggio, con un salto di quota, tra il corridoio sud e il corridoio Ovest, dove l’unica traccia di pavimentazione è fornita invece da piccoli lacerti del piano di posa in calce. Anche qui uno strato naturale sembra fornire la quota del possibile livello di frequentazione nell’area relativa al cortile del chiostro. Un ultimo saggio ha interessato il settore cen-trale del chiostro; un’area utilizzata per metà come orto

A fi anco, un particolare dello scavo archeologico.

Anno 2009 - n° 152 53Anno 2009 - n° 1

Page 28: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

e frutteto e per metà come campo sportivo. Lo scavo ha permesso l’individuazione di una serie di quattro rocchi di colonne, presumibilmente di riutilizzo, che potrebbe-ro essere pertinenti ad un corridoio interno al cortile del chiostro o in maniera più circoscritta, sottolineare l’acces-so alla zona centrale. La particolarità che essi siano ben defi niti sul lato interno del corridoio e invece informi ver-so l’esterno, potrebbe rendere plausibile l’ipotesi (per il lato esterno) di elementi architettonici mancanti. Inoltre i basamenti, con le rispettive colonne, potrebbero esse-re interpretati come inviti. La presenza di lastre di pietra faccia a vista verso l’interno del corridoio e la presenza, invece, di pietre di varia dimensione e forma posiziona-

2 - F.A.CUTERI, G.GAGLIANESE, “Tra le magnifi che rovine.” Prime inda-gini archeologiche nel convento di San Domenico a Soriano Calabro (VV), in Rogerius, anno X, n°1, gennaio-giugno 2007, Soveria Mannelli, pp.29-41F.A.CUTERI – G.GAGLIANESE, VV –Soriano Calabro – Convento di S.Domenico, Archeologia Medievale, XXXIII – 2006, notizie scavi.

Soria

no C

alab

ro

te a mo di zeppe, concentrate in corrispondenza dei lati informi dei rocchi di colonne, lascerebbero ipotizzare an-che per il lato esterno dell’invito, un rivestimento lapideo mancante. Lo scavo sistematico degli strati che coprivano le porzioni del chiostro individuate, ha restituito un’inte-ressante campionatura di materiale relativa alla struttura del chiostro o agli ambienti ad esso annessi: frammenti di lastrine marmoree, di pavimentazione maiolicata, di pa-vimentazione in cotto a losanghe, di vetro da fi nestre. In ogni caso, in più parti del chiostro, si conservano prezio-se testimonianze artistiche ed architettoniche dell’antico complesso. Abbondanti frammenti ceramici (acroma, da fuoco, invetriata, smaltata a decorazione impressa) arric-chiscono inoltre il panorama di conoscenza relativo alla vita quotidiana del convento, e dunque alla cultura ma-teriale ad esso connessa, con particolare riferimento alla attività farmaceutica.2

* Archeologa

Il Comune di Soriano Calabro si trova a circa 20 Km a sud-est da Vibo Valentia, sul versante tirrenico del-la catena montuosa delle Serre, nei pressi del torren-te Caridi, a 300mt sul livello del mare.Dominato dalla caratteristica cascata di case di So-rianello, occupa una superfi cie di circa 15 Kmq e conta all’incirca 3300 abitanti. Soriano gode di una posizione topografi ca privilegiata che assicura un clima piacevole, temperato di inverno e non ecces-sivamente caldo d’estate e di un contesto paesag-gistico particolarmente suggestivo per i declivi del terreno e le policromie della campagna circostante con le sue piante di ulivo, querce e castagni.L’abitato si sviluppa tra il vecchio centro urbano, in alto, dove insistono le rovine dell’antico Convento di San Domenico e datati edifi ci con botteghe al pia-noterra, ed, in basso, il “moderno” centro urbano, sviluppatosi dopo il 1960, con costruzioni tipiche delle epoche più recenti. Ancora incerta l’origine storica di Soriano. Alcuni affermano che l’antica Sorianum sia stata costruita intorno al VII sec. d.C. da esuli siriani, altri invece ritengono si tratti di un insediamento normanno. Comunque certa è l’appartenenza di Soriano allo

Stato di Arena sino al 1496 quale feudo dei Caraffa di Nocera; nel 1510, con la costruzione del grandioso Convento dei Domenicani divenne invece feudo del-la struttura religiosa. La presenza del convento e delle sue numerose attività fecero di Soriano un importante centro di vitalità spirituale, culturale, sociale ed eco-nomica, favorendo soprattutto il fi orire di un artigia-nato artistico ancora oggi presente, seppur in qualche modo rivisitato nello stile e nella qualità degli ogget-ti. I sorianesi si caratterizzarono, poi, per l’essere abili commercianti, tant’è che ancora oggi l’appellativo di appartenenza richiama scaltrezza e abilità negli affari.Alcune attività non sono riuscite a spravvivere ai tem-pi come la cartiera, la spezieria, la tessitura di para-menti sacri, l’intaglio del legno, lavori in pietra; altre continuano, appunto, tra tradizione e modernità, come quella dei seggiari, impagliatori di sedie, della lavora-zione del legno, del vimini per la cestineria e per mobi-li di arredo, della lavorazione della ceramica. Soriano è oggi famosa anche per i mustaccioli, biscotti tipici per impasto, forma e sapore. Ma è anche riferimento di cultura per la presenza, nel-lo storico Palazzo Ferrari, dell’Istituto della Biblioteca Calabrese, una tappa irrinunciabile unitamente al Cen-tro Culturale del Folklore e delle tradizioni popolari.

Un altro particolare dello scavo archeologico.

Anno 2009 - n° 1 55

Page 29: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

di Francesco Antonio Cuteri *

L’antica SPEZIERIAdel Real Convento di San Domenico

Il convento domenicano di Soriano, tra i più cono-sciuti d’Italia, fu fondato nel 1510 da frate Vincenzo da Catanzaro e nel 1564 fu eretto a priorato, dive-nendo ben presto il complesso conventuale più ricco

della Calabria. La sua fama è legata soprattutto alla pre-senza della miracolosa immagine del Santo che, secon-do la tradizione, sarebbe stata donata a frate Lorenzo da Grotteria, nella notte tra il 14 e il 15 settembre del 1530, dalla Vergine e dalle sante Maria Maddalena e Caterina d’Alessandria.Il convento, distrutto dal terremoto nel 1659, venne ben presto ricostruito per essere poi nuovamente distrutto dal terribile sisma del 1783. Oggi tutto il detto convento, e la chiesa è trasformata, cosicchè non si vede altro che un ammasso di rovine. Molte opere d’arte, soprattutto statue e ornamenti in marmo e granito sopravvissuti a furti e distruzioni, sono ancora oggi presenti nel “chiostro di pietra” a testimo-nianza del ricco passato. In riferimento ai Domenicani, Padre Esposito ha sotto-lineato come essi offrirono “alle popolazioni calabresi d’ogni ceto e condizione … l’opera di sollievo umano e curativo dei frequenti malanni sociali con la gestione delle spezierìe”. Per lo studioso, le spezierie appartenenti all’ordine, sulla base delle ricerche da lui condotte in vari archivi, dovevano essere circa dieci: Cosenza e Soriano, le più antiche, e poi Belcastro, Briatico, Guardia Piemon-tese, Nicastro, Taurianova, Rogliano, Zagarise. Tuttavia, a questo elenco possiamo oggi aggiungere Taverna, Ca-tanzaro e Laureana, anche se è necessario annotare che, nonostante i nuovi studi, non sono stati ancora del tut-to chiariti i rapporti con le altre spezierie del Regno e in particolare con quelle di Napoli, la più fornita delle quali risultava quella del convento di San Severo Maggiore.In ogni caso, tutte le spezierie domenicane, al di là della loro grandezza e dislocazione geografi ca, si mostrarono sempre di grande utilità e importanza per “le qualità del-le medicine che con carità si prestano, di giorno e di not-te, alli vantaggi del pubblico ed a soccorrere i poveri” e la nascita e lo sviluppo di tali farmacie claustrali non può non essere messa in relazione con le condizioni di arretra-

Veduta del Convento di San Domenico in Soriano.Incisione del 1791 di Bernardino Rulli.

Anno 2009 - n° 1 57

Page 30: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

tezza e di oblio in cui versavano le povere popolazioni di piccoli e grandi centri urbani.La spezieria del convento di San Domenico di Soriano è certamente la più rappresentativa e la più nota tra quelle che l’ordine domenicano realizzò nella nostra regione. La sua più antica attestazione si ritrova in un documen-to, conservato nell’archivio generalizio dei Domenica-ni in Roma che si rivela particolarmente interessante

per le indicazioni che fornisce sui lavori di costruzione o ricostruzione dei conventi e luoghi dell’una e dell’altra Provincia di Calabria coinvolti nel sisma del 1638. Infatti, tra le spese segnate in riferimento ai necessari lavori di ricostruzione e ampliamento ne troviamo una di ducati 300 “Per la spezieria”.Anche se il primo esplicito riferimento alla spezieria ri-sale solo a questa data, per alcuni studiosi la sua istitu-zione dovette avvenire molto prima e forse, addirittura,

contemporaneamente alla stessa fondazione dell’im-pianto conventuale. Comunque sia, l’analisi del documento appena ricordato lascia supporre che

la struttura fosse attiva già prima del 1638. Numerosi altri riferimenti alla struttura, ed in par-ticolare ai lavori relativi ad un suo trasferimento in nuovi locali contigui al noviziato si ritrovano, a partire dal settembre del 1648, in alcuni giornali di cantiere. Troviamo infatti, tra le tante annotazioni, quelle che riguardano la “spesa per potersi traspor-tare la spetiaria”, lo “compimento dello fi nestrone della spetiaria”, i “carpentieri per la nova spetieria” e altro ancora.

Un altro importante riferimento si ritrova in una rela-zione del 1650 relativa alla “Descrizione delle strutture conventuali della Provincia di Calabria dei PP. Predi-catori”. Ecco il testo che riguarda Soriano: “Il venera-bile monasterio di San Domenico di Soriano sta situato in luogo aperto in una strada pubblica, per la quale si va d’una parte alla detta Terra e dall’altra alli Burghi d’essa, lontano dall’una e dagli altri un tiro di pietra circa. Circa la struttura di detto monasterio: la chiesa è cominciata a fabricarsi di nuovo perché la vecchia era assai misera; il convento è dei migliori che siano in questa Provincia di Calabria, tiene due chiostri nelli quali vi sono tutte le offi cine, come refettorio, procura, cantina, hospitio, capitolo, forno, spetie-ria, cocina, ed altre stanze necessarie per ogni buon convento, e nel mezzo del primo v’è una bellissi-ma fontana; nell’appartamenti di sopra vi sono sei dormitorij con cinquanta celle, dove habitano i frati

e di più per servitio comune v’è la libreria, inferme-ria, scarperia, vesteria, granaro, rasara, e camera di fuoco; sopra queste vi sono due altri dormitorij con

clausura separata dove sono vintiquattro celle, quali servono per novitiato”.In seguito al sisma del 1659, nel quale persero la vita alcuni frati, i lavori di ricostruzione della spezieria dovettero procedere con cele-rità, tanto è vero che nel 1662 si stavano già costruendo le volte degli ambienti. Nel 1666, come mostrano i giornali di cantiere del mese di ottobre, viene dato un carlino a Domenico S. Marco per aver tagliato “il piede dell’oliva dove è la nova spetieria”, mentre si danno a Giando di Nardo “per milli ceramidi” che “ser-virono per la nova spetiaria”, “docati quattro il migliaro”.Nel 1693, l’abate G. Battista Pacichelli ricorda la “ben provveduta Spetieria”, dove “anche più secolari … vi si accostan fuori per lo cancello di ferro”. Ricorda, inoltre, la Libreria, il Giardino, ed ogni opportuna Offi cina.Altri riferimenti alla struttura compaiono nel 1790, e dunque a breve distanza di tempo dal terremoto del 1783, nella “Descrizione dell’an-tico Monastero e Chiesa, oggi diruti, fatta dall’Architetto Don Giuseppe Vinci” e nella “Descrizione della Chiesa e baracca forma-ta dai Padri dopo del fl agello del tremoto, fatta dall’Architetto Vinci” dove troviamo la seguente indicazione: Oltre della descritta baracca per abitazione de’PP. prossima alla medesima si trovano costrutte altre baracche malamente ordinate, una delle quali serve per lo forno, e l’altra per commodo di farsi il pane, ed in seguito vi è quella della spezieria, forma-ta interamente di tavole, ed accanto alla mede-sima vi sono due altre stanze per commodo dello speziale. Concludiamo questa rassegna documentaria con un im-portante documento del 1790 che fornisce altre indica-

zioni sulle ultime fasi di vita della spezieria, quelle post-terremoto, con importanti riferimenti all’orto botanico: Un’altra Baracca … per uso di Speziaria che unitamen-te all’Orto bottanico, si affi tta annui ducati quaranta. In ogni caso, un Giardino, forse in parte destinato alla coltu-ra di piante offi cinali, è già ricordato dall’abate Pacichel-li, mentre un “giardinetto di agrumi” è testimoniato nel

Nella pagina a fi anco, Albarello in Maiolica (Cilindro) dipinto da Fran-cesco Antonio Saverio Grue intorno al 1730 raffi gurante San Raimon-do da Penafort in preghiera (Vibo Valentia - Farmacia Buccarelli).Sopra, Albarello in Maiolica (Cilindro) dipinto da Francesco Antonio Saverio Grue intorno al 1730 raffi gurante il Beato Girolamo Salomoni in preghiera (Vibo Valentia - Farmacia Buccarelli).

Anno 2009 - n° 158 Anno 2009 - n° 1 59

Page 31: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

1790. I dati desumibili dalle descrizioni sopra riportate e dall’analisi del repertorio iconografi co consentono di lo-calizzare la spezieria, almeno nelle fasi più tarde, al pia-no inferiore del corpo di fabbrica posto a meridione del complesso monastico, a lato della monumentale chie-sa. Proseguendo detta

cantonata a lungo della strada, trovasi il prospetto della chiesa, rimasto all’impiedi nel primo ordine, ed in seguito veniva situata la spezieria nel primo piano, e nel secondo il noviziato, dove veniva a terminare con altra strada.

Ma com’era composta l’antica spezieria di Soriano? Anche se i dati in nostro possesso non sono numerosi un’idea della sua ricchezza, almeno per quanto riguarda lo “strumentario”, si può ricavare sia dal numero e dalla qualità dei vasi da farmacia e degli altri oggetti che sono giunti fi no a noi e sia dalle indicazioni con-tenute in un prezioso Inventario, conservato nell’Archivio di Stato di Catanzaro, redat-to il 22 maggio 1784 quando “Essendosi ... conferiti nel Real Convento di S. Domenico di Soriano ... ed introdotta primieramente tutta questa Adunanza nella sagrestia di detto Convento, ha ritrovato in quelli stipi, e scrigni, gli Arredi Sagri, che sono distin-tamente nominati nel Tenor Seguente”.Dopo aver elencato i sacri arredi l’inven-tario prosegue nella descrizione di quan-to è conservato Nel Casciolaro, Nella Pro-cura Nel Rifettorio e in altri ambienti, per giungere poi alla registrazione di quanto è rimasto Nella Spezeria, incluse le di-verse Droghe e le Robe della Comunità esistenti nella suddetta Spezeria.Ecco dunque l’inventario degli oggetti presenti Nella Spezerìa: Vasi di Fajenza tra grandi, e piccoli ed alcuni rotti numero duecento sessanta otto = Vasi grandi, e piccoli Coll’jm-presa della Principessa della Valle, n° Cento, e due = Vasi rustici numero quarantadue = Lambicchi di rame, cioé due grandi, uno mezzano, e due piccoli, uniti n° Cinque = Uno mor-tajo di Bronzo grande = Un mortajo grande di ferro = due altri mortaja // piccoli di Bronzo = Uno morta-jo di Porfi do col suo Pistello = Uno

mortajo di marmo bianco = un’altro grande di marmo = Tré altri piccolini di marmo = Quattro Bagani di rame, Cioè uno grande, uno mezzano, e due piccoli = Una con-chetta di rame gialla = Un Lavamano di rame gialla = Un Braciero di Rame Col Suo Piede = due Archetti di ottone con Bilancia = Quattro mijcole di ottone = Un Boffetti-no Con Lapide di marmo = Un Bilancione Con Conca di Rame = Una Barca con Scarabattulo senza Cristalli = Una Borra di rame = Otto Lancelle di Fajenza rotte in alcune parti = Una Nicchia con Giroglifi ci d’Intaglio indorati = Novantaquattro Casciotti di Legno = Otto Cocchiare di ferro = Una forata per esprimere oglio di mandorle = Una conchetta piccola di rame = Una cocchiara d’ottone = Al-cune Garaffoni, e Garaffelle di vetro = Un’ orologgetto di Camera di ferro, Colla Campanella di Bronzo, e mazzari di Piombo = Una bilancia piccola di rame = Una sotto-coppa di Landa bianca = Una Statéra servibile = Un’altra vecchia non servibile = Cinquantasei libri, appartenenti all’impiego di detta Spezerìa. Altri libri, ridotti in pessimo stato, furono invece ritrovati “In una piccola stanza di Tavole”: Si sono ritrovati molti Libri di Libraria, la maggior parte squarciati, squinterna-ti, ed infraciditi, perché sottratti dalle Ruine, dopo molto tempo, che restarono bagnati dall’acqua piovana; E qua-si tutte le opere sono scorporate; Quindi perché non era possibile numerarli, e metterli in reggistro, si è dovuto chiudere bene la Porta di setta Stanza, e Suggellarla Col Suggello dell’Università, e con quello dei Signori offi ciali incombensati.Naturalmente l’inventario sopra riportato, stilato appe-na un’anno dopo il violento terremoto del 1783, propo-ne l’immagine di un ambiente di lavoro oramai in disu-so, dove molti dei recipienti appaiono rotti e inservibili e forse già in numero inferiore rispetto alla dotazione iniziale. Inservibili appaiono anche quasi tutte le preziose droghe. Di esse, a puro titolo di curiosità, vista la grande varietà attestata (si tratta di 205 droghe), ci limitiamo a segnalare alcune spezie farmaceutiche e qualche prodotto aroma-tico: China China, Crivello di Siena Orientale, Salsaperi-

Nella pagina a fi anco, inventario del “Real Convento di San Domeni-co di Soriano” 1784.A destra, i contenito più diffusi nei corredi delle Spezierie.

Anno 2009 - n° 1 61

Page 32: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

* Archeologo - Professore di Archeologia MedievaleUniversità Mediterranea di Reggio Calabria

Sandalo rosso limato, Gomma Sandarica, Succo di Aca-cia, Gomma di Legno Santo, Canfora, Mastice, Tamarin-di, Verderame, Spica Calaica, Coralli rossi, Antimonio, Cassia Fistola, Conserva di Fiori di persico, Conserva di viole, Magnesa, Estratto di China, Estratto di Camomil-la, Cristallo montano preparato, Sal Sedativi di Umber-gi, Sal di Saturno, Bitume Giudaico, Polvere di Cardinal Pallotta, Polvere di Antepolettica di Ludovico, Elettuario di Bacchi di Cinepro, Sal di Acciajo, Granati preparati,

glia, Fior di Cannella, Simarubba, Ippocanna, Limatura di Legno Santo, Sassofrasso, Galanga maggiore, Scorza di Legno Santo, Erba paris, Spica Celtica, Foglio Indaco, Cassea Lignea, Esule, Succo di Liquerizia, Alóe Succoti-no, Gomma ammoniaca in Lacrima, Gomma ammoniaca in pasta, Sangue di Drago in Lacrima, Sangue di Drago grosso, Sapone d’Alicante, Pepe bianco, Sandalo rosso, Scamonia di Alepo, Matraperle, Mirra, Coloquintide, Li-matura d’Avorio, Sandalo bianco limato, Legno Rodio,

Precipitato bianco, Empiastro Sodicato di Paracelso, Es-senza di origano, Essenza di Salvia, Sal di Vipera, Sal di Ginestra… L’elenco della spezieria attesta dunque l’esistenza del ragguardevole numero di 412 vasi, tra “rustici” e maio-licati, più un discreto numero di mortai e altri accessori utili alle normali attività della spezieria quali alambicchi, conche, lavamani, bilance, etc..Ma a quando risale la dotazione della spezieria?Anche se è normale immaginare che nel corso della sua lunga attività siano stati di volta in volta sostituiti i reci-pienti rotti o inservibili, possiamo immaginare che la do-tazione della spezieria sia legata ad uno o due momenti principali. Un discorso più attendibile sarà però possibile solo quando sarà stato rintracciato un buon numero di vasi e saranno stati effettuati maggiori studi sulla crono-logia e sulle forme e decorazioni. Anche se molti vasi sono andati dispersi, tanti altri si con-servano ancora e mostrano la ricchezza e l’articolazione della spezieria sorianese.Il nucleo più consistente si trova nella nota raccolta della farmacia Buccarelli di Vibo Valentia, altri albarelli sono esposti nel Museo Nazionale di Reggio Calabria, altri nel Museo Civico di Rovereto ed altri ancora, così pare, nel Museo del Castello Sforzesco di Milano.Qualcuno si trova invece ancora a Soriano, come mostra-no i manufatti della collezione Bartone, altri forse a Ca-tanzaro nell’ex farmacia Leone, mentre non è noto dove siano fi niti quelli che si trovavano un tempo alla Ferdi-nandea di Stilo.L’abate Pacichelli, che visitò il convento nel 1693, ricorda una “ben provveduta Spetieria” ed è dunque possibile che all’indomani dell’evento sismico del 1659, in conco-mitanza con la ricostruzione del convento, si sia dotata la rinata struttura con nuovi vasi da farmacia.A questa fase potrebbero forse essere riferiti i Vasi gran-di, e piccoli Coll’jmpresa della Principessa della Valle, n° Cento, e due, e forse alcuni dei numerosi Vasi di Fajenza. Si tratterebbe in sostanza di una vera e propria oblazione, cosa non nuova per il tempo.Infatti, il convento di Soriano, soprattutto a partire da quando San Domenico venne designato protettore del Regno di Napoli ed in particolare tra il 1664 ed il 1687, fu

oggetto di numerose e ricche donazioni da parte della no-biltà. Come riferisce P. Domenico da Seminara, “conside-rabile fu in tutti gli anni suddetti il concorso di pellegrini e di personaggi d’ogni condizione, portatisi non solo dal-le Provincie del Regno di Napoli e dalla Sicilia, ma anco dalle parti più remote d’Italia e dalla Spagna, Francia e Germania a visitare la santa Immagine, e la maggior par-te di loro per rendere grazie di benefi ci ricevuti, e soddi-sfare voti”.Proprio nel 1687 è ricordata, tra le altre cose, la donazione di una lampada d’argento fatta dalla Marchesa della Val-le donna Lucrezia Ruffo per la guarigione del marito.Una nuova dotazione della spezieria può essere stata ef-fettuata tra il secondo e il terzo decennio del Settecento. Del resto, così come dimostrano i superstiti albarelli fi r-mati da Francesco Saverio Grue, sappiamo che nel 1730 giunsero a Soriano, da Napoli, esattamente un anno dopo la fornitura della Certosa di Serra S. Bruno, alcuni vasi di grande pregio. Allo stesso periodo ci riporta anche il grande mortaio in marmo rosso fi rmato da Franc. Paulo Manella conservato nella farmacia Buccarelli di Vibo Valentia, che potrebbe essere identifi cato con Uno mortajo di Porfi do o ancora con un’altro grande di marmo presenti nell’inventario tardo-settecentesco della spezieria sorianese. E’ probabile dunque, pensando a questo preciso arco cronologico, che siano stati realizzati, forse per una sola committenza ma da più vasai e “fajenzari”, sia gli alba-relli con la raffi gurazione di immagini sacre, ed in parti-colare con quella San Domenico, e sia altri importanti e preziosi vasi. Oggi dell’antica spezieria non rimangono che alcuni vasi, sparsi in tutt’Italia, e qualche testimonianza iconografi -ca. Tra queste, di grande fascino appare la raffi gurazione che troviamo su una tela dipinta da un pittore vibonese del’Ottocento: in primo piano, i santi Cosimo e Damiano ci ricordano la possibilità di una guarigione più profon-da; alle loro spalle, pochi vasi da farmacia riposti sugli scaffali, ricordano l’impegno di tanti frati in soccorso dei più umili e bisognosi.

Frammento Marmoreo con Angioletto che regge un tondo raffi guran-te San Tommaso D’Aquino.

Anno 2009 - n° 162 Anno 2009 - n° 1 63

Page 33: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

Una volta si diceva: ‘mo veni a fera e ‘nd’accat-tamu a ciucculatera, (adesso viene la fi era e ci compriamo la cioccolatiera). Si attendevano con ansia le due - tre fi ere annuali motivo di

incontri e di scambi, ma anche occasione per comprare la zappa nuova, il maialino da crescere per tutto un anno, pioli per piantare, coltelli, trottole di legno ed altri giochi, salvadanai e pignatte di terracotta, padelle e scodelle, ca-tene ed ogni altro tipo di mercanzia necessaria alla vita quotidiana e al lavoro.Tra le bancarelle, allestite per l’occasione, un posto im-portante era quello occupato dai cosiddetti mastazzolari di Soriano Calabro che andavano continuamente per fi e-re e mercati di tutta la regione portandosi appresso una particolarissima cassapanca.Era un contenitore-scrigno e quando i mastazzolari apri-vano questa cassa scoprivano un vero e proprio tesoro di odori e di profumi, di mosto e di miele, colori di ambra ed oro, di lamine policrome di carta argentata rossa, ver-de e argento, che rifl etteva magicamente al sole.I mostaccioli, questi profumati dolci, originariamente vo-tivi, sono da sempre i protagonisti nelle fi ere calabresi. Sono fatti di miele, di farina e di mosto e accuratamente lisciati pur mantenendo sulla superfi cie tipici disegni e incavi.Un prodotto così buono e che ha, da sempre, una gran-dissima rilevanza sull’economia locale del vibonese e di Soriano Calabro, area storica di produzione e consumo.I mostaccioli, dicevamo, hanno un’origine votiva e ri-tuale. Per le loro artistiche raffi gurazioni formali, e per i profondi valori culturali, ve ne sono di bellissimi esposti come reliquie presso il Museo del Folklore di Palmi, nel Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma e presso il Centro del Folklore della stessa Soriano.Il Vocabolario del dialetto calabrese di Luigi Accattatis, alla voce “mustazzuòlu o mostacciolo” riporta la defi ni-zione: “dolce introdotto dagli arabi e che si fa di fi or di farina impastata con miele o con vino cotto, condito di varie spezie e cotto in forno.Il popolo usa questo specie di berlingozzo, più che in altre occasioni, nei maritaggi”, mentre Giovan Battista Marzano, nel suo Dizionario Etimologico, del 1928, ri-porta: “i mostaccioli sono dolci caserecci fatti con farina,

di Franco Vallone *

I MOSTACCIOLIdi Soriano Calabro

64 Anno 2009 - n° 1 Anno 2009 - n° 1 65

Page 34: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

miele, mosto cotto, conditi di droghe, in forma romboi-dali a pupattoli, panieri e simili; il nome deriva dal latino mustaceus ovvero mustaceum, da mustacea, antica fo-caccia per nozze preparata mescolando farina, mosto cot-to, un condimento grasso, cacio, anice, cotta sopra foglia di lauro” e, infi ne, il glottologo tedesco Gerhard Rohlfs, nel suo Dizionario dialettale delle tre Calabrie, del 1934, li cataloga come “specie di dolci di farina impastata con miele e mosto cotto”.In ogni caso, incerta è la vera origine dei mostaccioli, for-se araba, anche se il nome deriva dal latino “mustacea”. Una leggenda diffusa a Soriano e dintorni ne affi da la diffusione ad un monaco misterioso, apparso all’improv-viso e sparito poi nel nulla, che li avrebbe generosamente offerti alla popolazione di Soriano.Per la storia, invece, l’introduzione dei mostaccioli si at-tribuisce ai monaci certosini della vicina Serra San Bruno e poi, successivamente, intorno al 1500, ai Domenicani del convento di San Domenico, che avrebbero insegnato agli artigiani locali l’arte pasticcera. In origine i mostaccioli, chiamati in dialetto mastazzola o mustazzoli, dovevano essere utilizzati come ex voto, per grazia ricevuta, come si fa ancora oggi a Filadelfi a con i papatuli e a Maierato con i papuni o nella provincia di Reggio Calabria con mostaccioli raffi guranti parti anato-miche del corpo umano e animale o simboli cristiani.Le forme dei mostaccioli, che sono arrivate fi no a noi, rappresentano forme antropomorfe, animali e fl oreali. San Francesco, il santo di Paola, ma anche cuori, donne, pesci, pesci spada, sirene, capre, galli, panieri, palme, ele-fanti, e bambole, fi ori, cavalli e cavalieri, “esse” barocche e fenditure che ricordano simboli arcaici e sessuali.Il mostacciolo a forma di cuore, decorato con strisce di stagnola rossa, simboleggia l’amore e si regalava, un tem-po, durante i fi danzamenti, i matrimoni e le altre ricor-renze amorose.Tipica inoltre era l’usanza dei maestri “mostacciolari” di Soriano Calabro di dare la forma del santo protettore del paese dove i dolci venivano venduti in occasione delle feste patronali, una vera e propria personalizzazione in ambito locale.Un mondo di odori quello dei mostaccioli, ma anche di sapori e di colori, un mondo che si sprigionava dalla cas-

Anno 2009 - n° 166

Page 35: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

sa dei mastazzolari di Soriano e inondava i paesi in festa e in fi era.I mostaccioli di Soriano Calabro si ottengono impastan-do una parte di acqua e tre parti di miele locale, sciolto a bagnomaria, quindi si setaccia la farina che si aggiunge lentamente.Dopo aver fatto riposare l’intera notte, l’impasto si mo-della a mano e si forgia con particolari coltelli, lavoran-dolo su tavoli di legno o di marmo.Dopo aver modellato nelle varie forme si esegue la cot-tura nel forno, un tempo alimentato a legna, nel quale si pongono le teglie,“imburrate”, sulle quali si dispongono i mostaccioli.La cottura dura circa venti minuti a 220 gradi, ed il pro-dotto fi nito si presenta di consistenza dura, di colore bru-no, ambrato, pronto da consumare. I biscotti mostaccioli,

quelli avvolti a pacco nelle veline, sono invece più mor-bidi e sono ottenuti da un impasto di farina, miele, man-dorle, bicarbonato, aromi, cannella, chiodi di garofano e buccia di limone.Oggi i mostaccioli sono defi niti dolci tradizionali di fat-tura tipica sorianese, anche se oramai, proprio grazie alle fi ere, sono diffusi oltre i confi ni di Soriano Calabro, in tut-ta la Calabria ma anche in numerose zone d’Italia e del mondo.Esposti nelle feste patronali e nelle fi ere, simboleggiava-no, e simboleggiano ancora oggi, la vita e il rispetto per la propria famiglia e per la natura, vere espressioni dei sentimenti spontanei, ingenui e puri, del popolo conta-dino calabrese.

* Esperto Tradizioni Popolari

sa e inI mdobagbaglenDodeldoDoturpoi mLa dono,

Anno 2009 - n° 1 69

Page 36: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

«Veniva dalla Calabria misteriosa e subiva il fascino profondo di Roma […].Il verso era già perfetto, perfetta

l’onda della strofa. Straordinarie le virtù a dipingere, a scolpire con la parola. È morto per malattia di cuore. Lo aveva affaticato troppo, con la tenacia dello studio e la vastità del sogno». Così scriveva lo scrittore e giornalista siciliano F.P. Mulé sul quotidiano romano Il Mondo del 19 agosto 1924, annunciando la morte precocissima di Pasquale Enrico Murmura, di cui era amico e compagno affettuoso.Pasquale Enrico Murmura nacque a Vibo Valentia - al-lora Monteleone di Calabria - nel 1903, coltivò gli studi classici verso i quali era singolarmente portato, e con un lavoro instancabile e con un severo impegno riuscì a possedere pienamente la lingua greca ed a leggere sen-za diffi coltà i testi greci; la sua scrittura piegava la lin-gua italiana ad assumere calchi semantici e fonici greci o grecizzanti.Il gusto grecizzante si manifestò subito nell’ode A Ip-ponion, il suo primo testo composto e pubblicato a soli diciotto anni; il giovanissimo poeta si rivolge alla città natale chiamandola col nome greco. Era già una scelta e una direzione di lavoro.Murmura amava l’antichità classica, ma soprattutto la Grecia antica; Omero, Pindaro e i grandi tragici - Eschi-lo, Sofocle, Euripide - erano i suoi poeti preferiti; del libro sesto dell’Iliade tradusse un passo famoso: l’in-contro tra Ettore e Andromaca alle porte Scee, quasi per dare un esempio del suo approccio di poeta moderno a un grande poeta antico.Era affascinato dal mondo degli eroi del mito colti nella loro grandezza di gesta e di gloria, ma anche segnati dall’ombra del destino ineluttabile di morte spesso pre-coce. Scriveva in un suo appunto di diario: «Nella poe-sia moderna c’è un’interiorità drammatica, un dissidio

coperto. Nella rievocazione dei mondi antichi, nel ri-chiamo dei tempi lontani c’è lo strazio di chi sente che la vita attuale non può placare il suo tormento e si crea una diversa bellezza nel fulvo metallo dei suoi sogni. Perciò la Grecia della nostra arte non è forse quella della verità storica; noi abbiamo dilatato i confi ni di quel mondo per collocare in esso le nostre immagini scolpite. La Grecia è il rifugio della nostra anima offesa ed insaziabile, è il porto ideale di tutti nostri sogni». Lo offendeva troppo la mediocrità dei tempi e volle staccarsene: cercò così la compagnia dei Greci antichi e «si fece – come fu acutamente osservato – loro concitta-dino ideale». Si trasferiva col pensiero e la poesia in quel lontano passato e poi ritornava e ridiscendeva nel modesto e meschino presente e si angustiava: gli dèi e gli eroi di Omero erano morti da un pezzo e solo la poesia pote-va farne rivivere e farne sentire la presenza immortale. Era assetato di bellezza e di gesta sublimi che i tempi moderni non consentivano più e si rifugiava nelle pla-ghe dell’ideale e del sogno: seguiva, turbato dal fascino promanante dal volto della donna, il destino di amore e morte della bella Elena lungo il cammino che dall’iso-la di Cranae la porta sulle mura di Troia (La notte di Kranae e Helena); vegliava con il greco Achille, l’eroe grande e pur triste per il presagio della sorte dell’ami-co Patroclo e anche della sua propria sorte (La notte di Achille); osservava il troiano Ettore sposo e padre a col-loquio con la moglie Andromaca sotto l’ombra incom-bente della vicina morte (la versione omerica di Hettore e Andromaca); piangeva col vecchio e venerando Pria-mo recatosi alla tenda di Achille per riscattare il fi glio ucciso dal Pelide (Priamo).Rinverdiva così miti e temi cari alla grande stagione poetica della Germania classico-romantica di Schiller e Hoelderlin, ma li leggeva e li reinterpretava con mo-derna sensibilità sulla scia dei Poemi Conviviali del Pa-

Pasquale Enrico MURMURAIl poeta malinconico

che inseguìil mito greco

Secondo il cronista cheraccontò ai suoi lettori

la morte precoce di questotormentato autore vibonese,

a fermare il suo cuore malatoera stata la tenacia

“dello studio e la vastitàdel sogno” che coltivava:

dare nuova linfa allaclassicità ellenica,

agli dei e alle loro gesta.Ammiratore di D’Annunzio,

nel quale vedeva il riscattodell’Uomo sulla miseradei tempi, scrisse i versi

migliori e più intensi quando fu sopraffatto dallasuo strazio interiore

di Giacinto Namia *

Anno 2009 - n° 1 71

Page 37: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

scoli, e anch’egli vi face-va scorrere dentro, come aveva già fatto il poeta romagnolo, una vena di

profonda e tutta nuo-va malinconia,

ignota ai pur grandi poeti classico-ro-

mantic i dell’Ot-tocen-to. Tra i p o e t i

i t a l i a -ni pre-

d i l i g e v a Dante, a cui si

rivolse con un’ode (Dante) per invitarlo, con una mossa degna del Carducci delle Odi Barbare, a scen-dere contro la «morta gora / di Roma vile»; ma ebbe caro anche Leopardi per il suo “titanismo”.Figgeva il suo sguar-do, al di là degli uo-mini comuni e me-diocri, sui titani del pensiero e dell’arte: il misterioso Eletto del-

la religione dei nuovi tempi, novello Cristo,

lebrative della produ-zione di Murmura con i componimenti dedi-cati agli eroi greci av-verte subito la grande diversità di esiti di po-esia che corre tra le pri-me e i secondi: quelle sono solo espressione di accensione retorica e di giovanile incon-trollato entusiasmo patriottico-letterario, questi parlano di vite votate al dolore e im-potenti di fronte ai de-creti del fato, sulla li-nea del grande Pascoli ma anche con aperture e suggestioni nuove. Queste aperture e sug-gestioni ritornano e si approfondiscono nel-la prosa, così carica di angoscia, I ciechi di Caravaggio e negli appunti del dia-rio. Si legga ad esempio questo pensiero: «Il mio cuore è come un grappolo troppo maturo nella vigna; è pieno di liquido pianto ed assai pesa nel petto ».E quest’altro che non è riportato nel volume del Tilgher: «Vorrei morire in un vespero d’autunno mentre il cielo pallido d’un pallor iacintino è invaso da fi umi di ombra e dal mare prossimo sale il grido di una nave entrante nel porto. Del giardino mi sarà incensiere qualche fi ore languente».Un altro pensiero ancora apre squarci notevoli su un approccio ben diverso alla fi gura di Cristo, relegata pre-

scoli, e anch’egli vi face-va scorrere dentro, comeaveva già fatto il poetaromagnolo, una vena di

profonda e tutta nuo-va malinconia,

ignota ai purgrandi poeticlassico-ro-

mantic idell’Ot-tocen-to. Tra ip o e t i

i t a l i a -ni pre-

d i l i g e v aDante, a cui si

rivolse con un’ode(Dante) per invitarlo,con una mossa degnadel Carducci delleOdi Barbare, a scen-dere contro la «mortagora / di Roma vile»;ma ebbe caro ancheLeopardi per il suo“titanismo”.Figgeva il suo sguar-do, al di là degli uo-mini comuni e me-diocri, sui titani delpensiero e dell’arte: ilmisterioso Eletto del-

la religione dei nuovitempi, novello Cristo,

cedentemente a per-sonaggio di sicura au-torità e grandezza ma personaggio solo uma-no e visto per giun-ta con una coloritura impregnata degli odo-ri del Decadentismo («fascinatore di molti-tudini, despota soave, amato dalle donne, misterioso, sottilmente blasé, amante dei pro-fumi e delle musiche, dicitore di parole vaghe e maliose...»). Scrive adesso Murmura: «Da più giorni Cristo mi fa pensare al suo mito sublime. Comincio ad amarlo, a sentirlo, a vi-verlo.È vero che Cristo sia il fratello buono di tutti i

dolenti, di tutti i naufraghi della vita.Lo vedo nelle mie notti senza sonno passare davanti a me con la sua clamide bianca ed il suo mantello rosso, solo, senza discepoli. Lo vedo sorridermi !». Sono le note dolenti e crepuscolari del Murmura più ve-ritiero e più coerente con sé stesso. Gabriele D’Annunzio era ora veramente lontano, e nuove vie, già felicemente sperimentate nella nostalgica e partecipe rievocazione degli eroi del mito greco, si aprivano al giovane poeta; ma la morte, che più volte si era annunciata segnando di sé le giornate e il lavoro, giunse prima.

Sopra, ritratto di Pasquale Enrico Murmura.

Michelangelo, Beethoven. La grecità di Murmura, al di là della motivazione etico-politica che pure svolse par-te attiva, si coniuga con la vicenda fi losofi co-letteraria del Decadentismo: di qui l’approdo facile e immediato su D’Annunzio che apparve al giovane poeta, angustia-to dal presente e proteso verso il recupero della civiltà dell’Ellade, come il nuovo Ulisse (l’ulisside appunto) capace di suscitare, contro la meschinità dei tempi, la grandezza e la bellezza antica. Per D’Annunzio il po-eta compone e pubblica nel 1922 l’ampia canzone inti-tolata A Gabriele D’Annunzio; il poeta di Pescara è il nuovo Pindaro, un Pindaro che non si limita a cantare solo gli eroi come l’antico, ma è anche il promotore di tempi nuovi e di nuove realtà etico-politiche: è poeta e insieme uomo d’azione, costruttore dell’avvenire della patria chiamata da lui a futuri immancabili destini di gloria.L’antico eroe greco assume in Murmura le fattez-ze del superuomo nietschiano.Nella prosa rutilante del Trittico del Genio, pubblicata nello stesso anno della canzone e con dedica A Gabrie-le D’Annunzio, è ancora più evidente il dannunziane-simo francamente ridondante e retorico di Murmura. Ha scritto a tal proposito, Adriano Tilgher, benemerito editore dell’opera (non integralmente peraltro) del po-eta vibonese ( P.E. Murmura, Versi e prose, a cura e con prefazione di A.T., Roma 1926): «Tra la folla dei com-battenti [della prima guerra mondiale] un uomo soprat-tutto s’imponeva al suo [di Murmura] entusiasmo e gli rapiva l’animo d’ammirazione, un uomo nel quale il suo ideale della vita sembrava aver preso corpo, essersi calato nella carne: Gabriele D’Annunzio, aedo vate eroe duce di popoli». Ma D’Annunzio poteva essere un ideale di vita, di vita inimitabile e tanto più degna di ammirazione agli occhi di un adolescente, ma non poteva divenire come gli eroi dei miti greci fonte di poesia.Chi confronta le parti più tipicamente dannunziane e ce-

* Storico

Anno 2009 - n° 1 73

Page 38: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

Andrea CEFALYPatriota garibaldino e meridionalista passionale

di Michele Lico

“Scuola obbligatoria” – cm 33 x 26 – olio su tela

Onestà rigida, accorata capacità di denuncia espressa usando come strumento l’arte, con-siderandola non fi ne a se stessa, ma colle-gandola ai problemi evolutivi della società

ed al mutamento in atto nell’Italia della seconda metà dell’Ottocento: questo è Andrea Cefaly, provinciale per scelta - anima e corpo – alla continua ricerca del vero e del meridionalismo passionale.Nasce a Cortale il 31 agosto del 1827 da Domenico - pro-prietario terriero, signore di immediata e calda gene-rosità - e da Caterina Pigonati-Ducos - napoletana di origine francese, donna di grande cultura che apprezza e pratica pittura e musica. Dopo gli studi nel Real Collegio di Catanzaro il padre desiderava avviarlo alla professione forense, ma a Na-poli - nel 1842 - dove dovevano proseguire gli studi di apprendimento, frequentò le lezioni di letteratura di Cesare Malpica e Gregorio D’Alessandria. La pittura, però, era il suo vero e duraturo amore. E così, vinta la re-sistenza paterna, si iscrisse all’Accademia di Belle Arti, ove trova come riferimenti Filippo Marsigli e la scuola libera di Giuseppe Bonolis.Suoi compagni di studio ed amici furono Filippo Paliz-zi, Michele Lenzi, Domenico Morelli, Saverio Altamura e Bernardo Celentano. Nel 1848 prende parte ai Moti Liberali antiborbonici e combatte anche nella Guardia Nazionale. Per sette lunghi anni rimane isolato nel suo paese nativo, dedicandosi con assiduità alla pittura. Giuseppe Bonolis gli dice di non riuscire a persuadersi “come un giovane in cui risplende l’ingegno possa ri-manere in una colpevole inerzia”, mentre, in una lettera alla madre Caterina, Francesco Sagliano, pittore di Ca-pua, scrive “voi non sapete il valore ed il genio di vostro fi glio, ciò che per noi è studio, per lui è spontaneità e dono naturale.”Così, nel 1855, torna a Napoli, diventa allievo di Giu-seppe Mancinelli e apre uno studio in vicolo San Mat-tia, divenuto confl uenza e offi cina di pittori e letterati. Ma come al solito la storia genera numerose e profon-de vicende. La storia rapisce anche all’arte Cefaly, che smette i panni del pittore per indossare quelli del pa-triota e del guerriero.Segue Garibaldi per tutte le tappe percorse alla conqui-sta del regno borbonico fi no a Capua. Il 1860 resta ferito a Caserta e, deposte le armi, partecipa alla Prima Mo-

stra Nazionale di Firenze del 1861, nella quale confl ui-scono i temi dell’attualità sociale e militare dell’epoca. È qui che Cefaly espone “La battaglia di Capua”, che Vittorio Emanuele II comprerà per il Museo di Capo-dimonte. Ma nel 1862 è costretto a tornare a Cortale per partecipare alla gestione delle sorti familiari, mutate dalla morte accidentale del fratello. La sua permanenza durerà tredici anni.Tredici lunghi anni in cui si estranea dalle correnti Ro-mane e Napoletane e perde l’occasione di confronti ar-tistici importanti.E proprio nel 1862, proprio a Cortale, Cefaly fonda una Scuola di Pittura, un Istituto Artistico e Letterario, un vero laboratorio, prima di idee che di pittura, un luogo di apprendimento, ma soprattutto luogo di formazione della personalità e della coscienza.Brillante organizzatore, Cefaly mira a dar vita ad un progetto educativo-formativo di grande innovazione, capace di mutare le sorti del sistema di istruzione cala-brese e di creare i presupposti della nascita di una nuova intelaiatura di scuole e botteghe artigiane ed artistiche.“In casa Cafaly era tutto – scriveva Alfonso Frangipane – il centro culturale in miniatura, lo studio dei pittori, la scuola di disegno, il centro musicale con la scuola di violoncello, le dissertazioni sul Boccaccio, le letterature di Dante…, mentre su la piazza del paese veniva costru-ita in muratura la colonna con la statua dell’Italia in ter-racotta, modellata da don Andrea.”La scuola fu frequentata da molti giovani artisti cala-bresi, Raffaele Foderaro e Michele Mangani dello stesso paese, Guglielmo Tomaini da San Pietro Apostolo, An-tonio Palmieri e Guglielmo De Martino da Lamezia Ter-me, Carmelo Davoli da Filadelfi a, Antonio Migliaccio da Girifalco, Gregorio e Raffaele Cordaro da Borgia. Un esperimento durato tredici anni che, infi ne, naufra-ga, non per mancanza di allievi o per il venir meno delle motivazioni, ma per l’insensibilità delle istituzioni pub-bliche, che prima concedono sussidi, poi li fanno venire a mancare. Dal 1871 al 1875 fu consigliere comunale e provinciale, e nella XII e XIII legislatura del Regno d’Italia, depu-tato repubblicano al Parlamento. È vicino alla estrema sinistra, ma rimane un indipendente. Partecipa a mol-te esposizioni del tempo, tra le quali vanno ricordate: la Biennale Borbonica di Napoli del 1859, a cui invia le

Anno 2009 - n° 1 75

Page 39: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

“Terrazza a Sorrento” cm 106 x 145

olio su tela

Anno 2009 - n° 1 77

Page 40: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

opere “Il giudizio di Minosse” e “La Tradita” (che si tro-va a Parigi, al Museo del “Louvre” e che fu premiata con Gran Medaglia al merito distinto); la Mostra Nazionale di Firenze del 1861, con le opere “La battaglia di Capua” e “Allegoria: il cavallo sfrena-to che abbatte la reazione”, riproposta alla Promotrice del ‘62; le Promotrici Napoletane del 1862 e del 1863; l’Esposizione di Vienna del 1873; la Mostra di Roma del 1883, con “Chi compra Manfredi?” e “La battaglia di Legnano”, ripresentata all’Esposizione Generale Ita-liana di Torino del 1884. Cefaly ebbe una produzione molto vasta e molto varia, dai dipinti dal vero di matrice palizziana, ai ritratti, ai quadri di soggetto letterario e storico. Tra le altre, “La barca di Caronte”, “Episodio ga-ribaldino”, “Autoritratto”, “Nevicata”, “Il cavadenti”, “Morte di Raffaello”, “Famiglia in terrazza”, “La mo-glie in giardino”, “Donna albanese con capra”, “La Ma-donna dell’Uva”, “Terrazza a Sorrento”, “Incendio di Roma”, “Progresso in America”, ”La scuola obbligato-ria”, ”Caino”, “Piccarda Donati”, “Bruto che condanna i fi gli” – tutte esposte al Museo delle Arti di Catanzaro; un gruppo di cinque ritratti di compositori e musicisti - Ettore Berlioz , Michele Costa, E. Camillo Sivori, Nicco-lò Paganini, Ferdinando von Hiller - che si trovano nel Conservatorio San Pietro a Maiella di Napoli; ed altre opere ancora sparse in numerosi musei italiani. Dopo il suo defi nitivo rientro a Cortale, avvenuto nel 1884, for-se a causa del colera che imperversa su Napoli, nulla di veramente nuovo accade nella vita pubblica del pittore calabrese, forse schiacciata dai molti eventi umani ne-gativi che si susseguono nel tempo della sua tarda ma-turità. Si ritira, dunque, dalla politica attiva e si dedica a dipingere ritratti e quadri “luminosi e devoti per le chiese della sua terra”. Andrea Cefaly muore il 4 aprile del 1907.Giunge così l’epilogo di un convinto meridio-nalista, che aveva scelto di essere un “provinciale”, di vivere in Calabria con tutte le contraddizioni della sua terra - ora come allora – regione di frontiera.Perché – soleva dire - ogni artista deve trarre “il sog-getto del proprio paese, illustrandone la gloria antica e manifestando lo spirito dell’attualità”.“A Cortale sono tornato e resto/perché altrove più re-carmi non vale/sto chiuso in casa quando il tempo pio-ve/quando è bel tempo cerco una boscaglia/immemore d’illustri e di canaglia!”

Anno 2009 - n° 178 Anno 2009 - n° 1 79

Page 41: Il direttore responsabile - vv.camcom.it ENCICLOPEDIA.pdf · presentazione dell’Enciclopedia dell’Arte di Calabria ottocento e novecento SOMMARIO 8 Enciclopedia dell’Arte di

SedePiazza San Leoluca

Complesso Monumentale Valentianum89900 Vibo Valentia

centralino 0963.294600fax 0963.294631

Presidenzatel. 0963.294602

Segreteria Affari Generali e Personaletel. 0963.294615

Registro delle Impresetel. 0963.294604

Ragioneria Provveditorato EconomatoDiritto Annualetel. 0963.294620

Servizi Sviluppo Impresee Regolazione del Mercato

tel. 0963.294614

Orario di Servizio al Pubblicolunedì, mercoledì e venerdì

dalle ore 9.00 alle ore 12.15

martedì e giovedìdalle ore 9.00 alle ore 12.15

e dalle ore 15.00 alle ore 16.30

Gli Uffici della Camera di Commercio

Anno 2009 - n° 180