il dolce e l’amaro

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Bimestrale d’informazione cinematografica edito dalla FICE - Federazione Italiana Cinema d’Essai numero 4 2007 Il dolce e l’amaro di Andrea Porporati ANNO VII - NUOVA SERIE - N. 4- LUGLIO/AGOSTO 2007 - Euro 2,50 - SPED. ABBONAMENTO POSTALE 70% - FILIALE DI ROMA anteprima Piano, solo di Riccardo Milani Speciale Venezia Tutti i film Franchi Guzzanti Marra Molaioli Zanasi pag. 5 interviste Michael Moore Speciale Venezia Tutti i film Franchi Guzzanti Marra Molaioli Zanasi Il dolce e l’amaro di Andrea Porporati Spike Lee a Fiesole

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Bimestrale d’informazione cinematografica edito dalla FICE - Federazione Italiana Cinema d’Essai

numero42007

Il dolce e l’amarodi Andrea Porporati

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Speciale VeneziaTutti i film

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intervisteMichael Moore

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Franchi Guzzanti MarraMolaioli Zanasi

Il dolce e l’amarodi Andrea Porporati

Spike Leea Fiesole

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e d i t o r i a l e

Hanno collaborato a questo numero: Silvia Angrisani, Chiara Barbo, DomenicoBarone, Barbara Corsi, Mario Lorini, Mario Mazzetti, Franco Montini, CristianaPaternò, Federico Pontiggia, Giovanni Maria Rossi, Marco Spagnoli, Gabriele Spila,Davide Zanza ...Segreteria per l’editore: Stefania Trenca ...Progetto grafico:Geppy Sferra ...Editore per conto della Fice: Spettacolo Service srl, via di VillaPatrizi 10, 00161 Roma, tel. 06/884.731 - Rivista fondata dalla Coop. L’Atelier diFirenze, pubblicata dalla Fice: via di Villa Patrizi 10, 00161 Roma, tel.06/884.731, fax 06/440.42.55 ...e-mail: [email protected] ...web:www.fice.it ...Fotocomp. e stampa: Studio Inprinting, Via Dalbono 39, Roma

...Abbonamento annuo: euro 12,00 sul C.C. Postale n° 61358016 intestato aSpettacolo Service srl, Via di Villa Patrizi 10, Roma - Numeri arretrati euro 2,30...Concess.ria esclusiva per la pubblicità: A.P.S. ADVERTISING srl - Via Collatina, 62- 00177 Roma - Tel. 06.64829419 / 511 / 250 - Fax06.64829415www.apsadvertising.it [email protected] ... Reg. Trib. di Roma n.382 dell’ 11/9/2000 (già Trib Firenze n. 3642 del 17/12/1987) Sped.Abb. postale 70%Chiuso in redazione il 24/08/2007- stampato per conto di StudioInprinting presso lo stabilimento “Grafiche PFG” Spa

VIVILCINEMABimestrale d’informazione

cinematografica fondato da Claudio Zanchi

n°4/2007 nuova serieLuglio/Agosto 2007

Direttore responsabile: Mario Mazzetti

n . 4 / 2 0 0 7

Cover story14 Il dolce e l’amarodi Andrea Porporati(Franco Montini)

In copertina: Fabrizio Gifuni,Luigi Lo Cascio, Donatella Finocchiaro

Speciale Venezia 20078 La 64ª Mostra: tutti i film (Mario Mazzetti)

10 Gianni Zanasi (Cristiana Paternò)

11 Sabina Guzzanti (Marco Spagnoli)

18 Paolo Franchi (Marco Spagnoli)

20 Andrea Molaioli (Barbara Corsi)

22 Vincenzo Marra (Marco Spagnoli)

32 Dal Lido alle sale (Mario Mazzetti)

Interviste26 Riccardo Milani (Barbara Corsi)

40 Michael Moore (Marco Spagnoli)

Speciali30 I festival dell’Estate

Locarno e Taormina (Domenico Barone)

42 Cinema francese 2007 (Silvia Angrisani)

Rubriche4 Notizie

43 Polvere di Stelle: Spike Lee(Giovanni M. Rossi)

44 Cinema di carta (Chiara Barbo)

44 Cult dvd (Gabriele Spila)

46 Colonna sonora (Mario Mazzetti)

Schede critiche36 BREATH39 DISTURBIA36 DUE GIORNI A PARIGI37 FUNERAL PARTY37 HAIRSPRAY39 PLANET TERROR34 4 MESI, 3 SETTIMANE, 2 GIORNI 34 LA RAGAZZA DEL LAGO 38 REIGN OVER ME38 SHREK TERZO40 SICKO38 I SIMPSON – IL FILM39 28 SETTIMANE DOPO

Vota il film d’essai dell’anno a pag. 5

Cinema in MostraVenezia inaugura una stagione auspicabilmente fortunataper il cinema, mentre si dibatte di leggi e incentivi

• • • Un’estate poco torrida dal punto di vista climatico, incendi a parte, edecisamente altalenante sotto il profilo cinematografico: più del solito i blockbuster, grazie adalcuni distributori lungimiranti, ma un’offerta limitata a supereroi e action movie, con prevedibileselezione da parte del pubblico (sul fronte ragazzi, ad esempio, mentre altrove uscivanoRatatouille, I Simpson e Shrek Terzo, ci siamo dovuti accontentare de I Robinson). Qualchesforzo in più, bisogna ammetterlo, è stato fatto anche sul fronte del cinema d’autore, ma insordina: se non sono mancate sorprese (XXY della Puenzo), film bellissimi (La duchessa diLangeais di Rivette, L’uomo di vetro del nostro Incerti) e molto interessanti (I testimoni diTéchiné, Il flauto magico di Branagh), bisogna anche ammettere che ben pochi spettatori, al difuori delle grandi città, se ne sono accorti. È il solito discorso del cane che si morde la coda: ilpubblico è distratto e dunque non vale la pena stampare più di una decina di copie oppure glispettatori non percepiscono la qualità, se non addirittura l’esistenza stessa di un film (ad esempiol’arduo ma affascinante Specchio magico di De Oliveira, “sdoganato” a fine luglio), a causadella risicata promozione? Di conseguenza, se molte sale (molte di meno degli anni scorsi,comunque) chiudono per ferie dipende dalla disaffezione della clientela o piuttosto questa vacombattuta con armi efficaci?È stata anche un’estate penosa per gli amanti del cinema, a causa dei molti lutti: oltre ai “numitutelari” Ingmar Bergman e Michelangelo Antonioni, prontamente omaggiati dai festival perl’inestimabile contributo alla crescita della Settima Arte, ci sembra giusto ricordare due attori dipregio come Ulrich Mühe, apprezzatissimo protagonista de Le vite degli altri (lo dimostrano lecentinaia di schede già pervenute per “Vota il film d’essai dell’anno” – si può votare fino al 20settembre) che un cancro ha portato via a soli 54 anni, e Michel Serrault; e poi un grande amicodel cinema d’essai e di quello italiano in particolare: Pierre Todeschini, presidente Cicae efondatore di Annécy Cinéma Italien.Mentre il Leone di Venezia si appresta a sfoderare gli artigli con l’edizione per i 75 anni dellaMostra, sulla carta una delle migliori degli ultimi anni, si registra l’evoluzione del dibattito politicocon il disegno di legge governativo che vede primi firmatari la senatrice Vittoria Franco (DS) el’onorevole Franco Colasio (Margherita), presentato lo scorso giugno. Un progetto ambizioso, chesi appresta ad affrontare il travagliato iter parlamentare con alcuni capisaldi che hanno giàsuscitato reazioni contrastanti: la creazione di un’agenzia per il cinema che si vorrebbe sganciatadalla politica come il Cnc francese (secondo alcuni, affidarne la gestione a Cinecittà non andrebbenel senso dell’auspicata autonomia dal Palazzo); e poi l’introduzione di una tassa di scopo perfinanziare il cinema italiano: diversi “poteri forti” come telefonia e pay tv hanno già manifestatoforte disappunto di fronte alla possibilità di contribuire al finanziamento del settore cinema (sequesto dovesse però gravare unicamente sulle sale e non sugli altri media che tanto ricavano dalcinema, a cosa servirebbe una tassa e quali risorse potrebbe garantire?). Nel frattempo, il ministroRutelli annuncia uno stralcio delle misure fiscali (tax shelter, crediti d’imposta) in sede diFinanziaria, e il direttore generale cinema Blandini, coadiuvando il sottosegretario Montecchi,prosegue nel dialogo con il settore in vista delle modifiche alla normativa vigente: si prevedonopositivi miglioramenti al settore d’essai in termini di incentivi a una programmazione autorialecostante e seria, modulandola sulla base della “taglia” della sala e del comune di appartenenza.L’auspicio è che eventuali, forti innovazioni del settore siano equilibrate, unanimi e soprattuttoavvertite come “necessarie”. E che la classe politica non dimentichi il ruolo fondamentale delcinema, della cultura e delle forze che lo veicolano, non senza difficoltà, al pubblico. In questosenso condividiamo appieno il grido d’allarme lanciato a inizio estate da un Maestro comeBernardo Bertolucci.In attesa degli approfondimenti di Asti, dove dal 9 al 12 ottobre si terrà la VII edizione degliIncontri del cinema d’essai, la Fice dà appuntamento ad esercenti e lettori al meeting point delLido, presso lo stand dell’Ente dello Spettacolo all’Hotel Excelsior.

MARIO LORINIpresidente FICE

Bimestrale d’informazione cinematografica edito dalla FICE - Federazione Italiana Cinema d’Essainumero42007

Il dolce e l’amaro

di Andrea Porporati

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Piano, solo

di Riccardo

Milani

Speciale Venezia

Tutti i film

Franchi Guzzanti Marra

Molaioli Zanasi

pag. 5interviste

Michael Moore

Speciale Venezia

Tutti i film

Franchi Guzzanti Marra

Molaioli Zanasi

Il dolce e l’amaro

di Andrea Porporati

Spike Lee

a Fiesole

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••• LA MORTE DI TODESCHINISe n'è andato improvvisamente a 64 anni Pierre Todeschini, una vita spesa per il cinema d'essai -era presidente di lungo corso della Cicae, l'organismo internazionale di settore - e per il cinemaitaliano, che sosteneva in Francia con il festival Annécy Cinema Italien, di cui stava selezionando leopere dell'edizione n. 25 (v. sotto), e con la distribuzione in patria del film vincitore grazie alla suaAcadra. Nato da genitori bergamaschi, ha sostenuto e amato il cinema italiano come pochi,valorizzando con la sua presenza gli Incontri Fice e le iniziative congiunte Cicae. Ci mancherà.

••• OSCAR ED EFA: LE DATEL’edizione n. 80 degli Academy Awards si terrà il 24 febbraio 2008 al Kodak Theatre di LosAngeles, le candidature saranno annunciate il 22 gennaio.Comunemente definiti “gli Oscar europei”, gli European Film Awards tornano a casa, ovvero aBerlino, dove saranno assegnati il 1° dicembre prossimo. Le 40 opere selezionate dal comitatodirettivo dopo le segnalazioni dei quasi 2000 giurati saranno rese note entro metà settembre, lecandidature saranno annunciate ai primi di novembre.

••• ROMA SCALDA I MOTORIIn attesa di conoscere il programma delle sezioni Concorso, Première, Alice nella città ed Extra, perla seconda edizione di Cinema! Festa Internazionale di Roma (dal 18 al 27 ottobre) icondirettori Teresa Cavina e Giorgio Gosetti hanno già annunciato alcuni titoli, come la nuovaopera di Francis Ford Coppola Youth without youth, dal romanzo del romeno Mircea Eliade chevede Tim Roth nei panni di un professore la cui apparente immortalità ne fa un bersaglio nazista.Nel cast anche Alexandra Maria Lara e Bruno Ganz. Ad aprire il concorso Le deuxième souffle diAlain Corneau, come già Tutte le ore feriscono, l’ultima uccide di Melville tratto dal romanzo diJose Giovanni su un pericoloso gangster evaso di prigione, alle prese con l’ultimo colpo (nel castDaniel Auteuil, Monica Bellucci, Jacques Dutronc, Michel Blanc). La sezione anteprime si apre conThe golden age di Shekhar Kapur, nel quale Cate Blanchett torna a indossare i panni di Elisabetta Ialle prese con la cospirazione di Maria Stuarda e la guerra contro l’Invincibile Armata (la affiancanoClive Owen e Geoffrey Rush). Tra un omaggio a Marco Ferreri, una mostra di disegni di Fellini el’omaggio al cinema indiano, il cartellone si preannuncia ricco di eventi collaterali. Per il cinemaitaliano confermati Soldini, Argento, Battiato, Chiesa; possibili Faenza e Avati.

••• STREEP FOR PRESIDENT! L’agenda di Meryl Streep sembra non concedere pause, con una forte propensione per l’impegnocivile: dopo l’ancora inedito Dark matter di Chen Shi-Zheng e in attesa di vederla a Natale alfianco di Tom Cruise in Lion for lambs di e con Robert Redford (il ferimento di due soldati inAfghanistan produce una serie di conseguenze che coinvolgono un deputato, una giornalista eun professore), la Streep è reduce dalle riprese del musical Mamma mia! di Phyllida Lloyd su unafutura sposa alla ricerca del padre sconosciuto, con 22 canzoni degli Abba (con lei Pierce Brosnane Colin Firth) ed ha già pronti Rendition di Gavin Hood (Tsotsi) al fianco di Reese Witherspoon,Jake Gyllenhaal e Alan Arkin sui metodi poco ortodossi usati dalla Cia nelle carceri segreteall’estero, e il dramma corale Evening di Lajos Koltai (Senza destino) dal racconto di SusanMinot, una vicenda familiare tra passato e presente, amori segreti e rimpianti (nel cast, oltre aClaire Danes, Glenn Close e Toni Collette, due coppie di madri & figlie: Vanessa Redgrave eNatasha Richardson e la stessa Streep con la primogenita Mamie Gummer). Non è finita: sono inpreparazione la riduzione per lo schermo della pièce di John Patrick Shanley (anche regista) Ildubbio (in Francia diretta da Roman Polanski, da noi la porterà in scena Stefano Accorsi), su unasuora a confronto con un prete (Philip Seymour Hoffman) accusato di pedofilia; First man,commedia di Diane English che la vedrà nei panni della candidata alla presidenza Usa assistita dalmarito imprenditore (ritroverà Robert De Niro a 23 anni da Innamorarsi); Dirty tricks di RyanMurphy (Correndo con le forbici in mano) sugli sviluppi del Watergate (nel ricco cast Brad Pitt,Sharon Stone, Gwyneth Paltrow, Jim Broadbent nei panni di Nixon); The last station di MichaelHoffman dove sarà la moglie di Leone Tolstoj (Anthony Hopkins) e infine il remake di Chaos,sempre diretto da Coline Serrau. Troppa grazia?

••• RASSEGNE E FESTIVALIl Torino Film Festival diretto da Nanni Moretti (23/11-1/12) rende omaggio a due numi tutelaridel cinema indipendente, John Cassavetes e Wim Wenders (www.torinofilmfest.org) …AnnecyCinéma Italien dal 25/9 al 2/10: 9 opere italiane in concorso, il premio Sergio Leone a un autoreemergente, l’omaggio a Roma e al Lazio con una dozzina di film, la lezione di cinema di GiuseppeRotunno, la retrospettiva Monicelli (www.annecycinemaitalien.com) …Dal 24 al 29 settembre adAgrigento il premio Efebo d’oro per il miglior film tratto da opere letterarie, finalisti Il velodipinto, La masseria delle allodole, The illusionist, Il colore della libertà, Un’ottimaannata e L’uomo di vetro …Dall’8 al 16/9 a Tricase il Salento International Film Festival conun omaggio a Massimo Troisi, una mostra di costumi di Milena Canonero, lunghi, doc e cortiinternazionali (www.salentofilmfestival.com) …Corti in Valle il 27/10 per documentari d’autore,scad. 22/9 (www.comune.valgreghentino.lc.it) …Ring! Festival della critica cinematografica conpremio Adelio Ferrero per giovani autori di saggi e recensioni, al Comunale di Alessandria dal 4al 6 ottobre …Mestre Film Festival dal 9 al 13 ottobre per corti, video per ragazzi e videoclip,info www.shortinvenice.net …Dal 16 al 24 novembre Festival del cinema indipendente aFoggia per lunghi, corti e cortissimi, scad. 15/9 (www.festivaldelcinemaindipendente.it) …NovaraCine Festival – Scenari Orizzontali dal 9 al 13/10 per corti a soggetto max 40’(www.novaracinefestival.com).

n o t i z i e f i c e

••• ASTI: ANTICIPAZIONIIl programma della VII edizione degli Incontridel Cinema d’Essai di Asti (9-12 ottobre)prevede tante anteprime di qualità,anticipazioni, i premi FICE a registi, attori eproduttori del cinema d’autore dell’anno (i nostrilettori potranno votare compilando la schedanella pagina di fianco), e ancora convegni conl’apporto dell’associazione “CentoAutori”(registi e sceneggiatori che stanno ridiscutendole coordinate del cinema italiano all’insegna delconnubio tra Arte e Industria, per un sostegnostatale “intelligente”), dei documentaristi italianiriuniti nell’associazione Doc/It e delcoordinamento delle Film Commission regionali.Nel prossimo numero ampio speciale sullamanifestazione.

••• ITALIANI D’ESSAI Ultimi titoli dichiarati di interesse culturale(automaticamente d’essai) dalla Direzionegenerale cinema: Sangue pazzo di Marco TullioGiordana, Il divo di Paolo Sorrentino (ToniServillo impersona Giulio Andreotti), Sei storiebrevi di Matteo Garrone da “Gomorra” diSaviano, Colpo d’occhio di Sergio Rubini, Ilmattino ha l’oro in bocca di FrancescoPatierno con Elio Germano dall’autobiografia diMarco Baldini, sodale di Fiorello, Bird watchersdi Marco Bechis, L’imbroglio nel lenzuolo diAlfonso Arau. Tra le opere prime e seconde,ammessi Cemento armato di Marco Martani(gangster movie con Vaporidis e Faletti, in uscitaai primi di ottobre), No fucking handball diUberto Pasolini (già produttore di “Full Monty”),La fune sull’acqua di Domenico Distilo eCupido a Manhattan di Edoardo De Angelis.

••• IL MUTO A PORDENONE Tornano a Pordenone, al Teatro Verdi, leGiornate del Cinema Muto. L’edizione n. 26,dal 6 al 13 ottobre, offrirà le prime opere di RenéClair, le chicche della Repubblica di Weimar, laproduzione di D.W. Griffith dal ’21 al ’24, ilcinema di fine ‘800 dell’area mediorientale. Inapertura, con l’orchestra dal vivo di 54 elementi,Le due orfanelle di Griffith con Lillian eDorothy Gish, in chiusura Louise Brooks nelcapolavoro di Pabst Il vaso di Pandora; e poi,omaggio all’animatore premio Oscar JohnCanemaker e ancora la Fiera del libro e delcollezionismo cinematografico(www.cinetecadelfriuli.org/gcm).

••• DIAMANTI AL CINEMA: I VINCITORI Dopo il voto espresso dal pubblico di oltre 400cinema attraverso una ventina di rivistecoinvolte, saranno consacrati durante la Mostradi Venezia i beniamini del cinema italiano. Iregisti, gli attori e le attrici più glamour, vincitoridel premio Diamanti al Cinema 2007, sonoEmanuele Crialese (miglior film e sceneggiaturaper Nuovomondo), Ferzan Ozpetek migliorregista per Saturno contro e i suoi attori,protagonisti e non: Buy e Favino, Angiolini eArgentero. Premiati con due preziosi collierTrilogy due spettatrici, Valentina Basile eMariangela Borneo, e due esercenti: SalvatoreGiometti per l’Ariston di San GiovanniMarignano e Leandro Pesci del Gruppo CecchiGori per il Royal di Roma.

••• SI GIRA NEL MONDO Il romanzo di Fabrizio De André Un destino ridicolodiventa film per la regia di Daniele Costantini, conFausto Paravidino, Donatella Finocchiaro, AgostinaBelli e Filippo Nigro …Grande attesa per SignorinaEffe di Wilma Labate, con Valeria Solarino, FabrizioGifuni e Filippo Timi, storia d’amore interclassistadurante il lungo sciopero dell’80 alla Fiat …Paolo Virzìritrova la Ferilli & Ghini, Mastandrea & Germano inTutta la vita davanti, ambientato in un call center,protagonista Isabella Ragonese …Christian De Sicasarà un imprenditore di Prato ammalato di cancro neL’età dell’oro, che Edoardo Nesi girerà a partire dalsuo libro …Ferzan Ozpetek cambia registro e preparaUn giorno perfetto dal romanzo di MelaniaMazzucco, sceneggiatura di Sandro Petraglia…Giuseppe Tornatore gira Baaria (nome fenicio diBagheria), film in costume con riprese in Tunisia …Ilfinalista Strega Mal di pietre di Milena Agus saràportato sullo schermo da Nicole Garcia …FabrizioGifuni, Donatella Finocchiaro e la mafia: dopo Il dolcee l’amaro di Porporati, Edoardo Winspeare utilizzeràgli stessi “ingredienti” ne I galantuomini, stavolta luimagistrato lei donna d’onore …Matrimonio e altridisastri, una commedia che segna il ritorno alla regiadi Nina Di Majo …Silvio Orlando e Francesca Neri ne Ilpadre di Giovanna, prossima regia di Pupi Avati …Lavita di Cristina da Pizzano, donna del ‘300, al centrodel prossimo debutto alla regia di Stefania Sandrelli…Raoul Bova produrrà e interpreterà un film suDerek Rocco Bernabei, l’italoamericano condannatoa morte in Virginia nel 2000 …Isabelle Huppert eOlivier Gourmet nell’esordio della documentaristaUrsula Meier, Home … Dopo “Les choristes”,Christophe Barratier prepara Faubourg 36 …I fratelliDardenne alle prese col nuovo progetto Le silence deLorna …Laurent Cantet (“Verso il Sud”) dirige Entreles murs, cronaca tragicomica di un prof di francesein un liceo a rischio …Pierre Arditi, Anouk Aimée,Carole Bouquet, Sabine Azéma in Lunga vita aiseduttori di Nadine Trintignant …Morgan Freemansarà Mandela in The human factor …Dopo “Follia”,David MacKenzie ha pronto Hallam Foe con JamieBell nel ruolo di un ragazzo turbato dal suicidio dellamadre …Gatti randagi che rubano latte: The catburglars è il prossimo film della Aardman, con ipupazzi di creta animati con la “stop motion”: ilregista Steve Box lo definisce un misto di Wallace &Gromit e “Ocean’s 11” …Repossession mambo diMiguel Sapochnik vede Forest Whitaker e Jude Lawcombattere il traffico di organi artificiali …Cecità diJosé Saramago diventa film con la regia di FernandoMeirelles: Mark Ruffalo e Julianne Moore primattori…Morte accidentale di un anarchico di Dario Fodiventa un film indiano ad opera del registaproduttore Anubhav Sinha …Juliette Binoche giravicino Firenze Copia conforme, regia di AbbasKiarostami …Il romanzo shock Amabili resti di AliceSebold sarà portato sullo schermo da Peter Jackson…Julie Delpy scrive, dirige e interpreta The countess,thriller gotico sull’ossessione per la bellezza di unacontessa ungherese del 17° secolo …La catalana IsabelCoixet (“La vita segreta delle parole”) alle prese conl’adattamento di Animale morente di Philip Roth,sceneggiato da Nicholas Meyer, con Penelope Cruz,Ben Kingsley, Dennis Hopper e Deborah Harry …RobMarshall dirige Nine, dall’omonimo musical diBroadway ispirato a “81/2” di Fellini …Michael Mannprepara un thriller in cui Leonardo DiCaprio interpretaun detective privato negli anni ’50 alle prese con gliscandali dei divi della MGM …Imperial life in theEmerald City è il prossimo film di Paul Greengrass dallibro di Chandrasekaran sui primi giorni della guerrain Iraq.

Ottava edizione del concorso promosso dalla FICE, in collaborazione con il FAC (Comitato Film Arte e Cultura), che coinvolgetutti i lettori di Vivilcinema e gli utenti del sito www.fice.it

Come ogni anno, il sondaggio riservato al pubblico delle sale FICE invita a votare e a premiare gli autori dei film più amati

Come si vota

PER E-MAILInviate i dati riportati nellascheda all’indirizzo: [email protected]

PER POSTASpedite la scheda debitamente compilata all’indirizzo: Vivilcinema, via di Villa Patrizi 10, 00161 Roma

PER FAX:Inviate la scheda debitamente compilata al numero:06/4404255

SUL SITO INTERNETwww.fice.it

I premi Tra tutti i votanti saranno sorteggiati i vincitori delle DUE TESSERE AGIS-ANEC 2008 per il LIBERO INGRESSO IN TUTTI I CINEMA D’ITALIA (associati all’ANEC) e in più DIECI ABBONAMENTI PER UN ANNO ALLA RIVISTA VIVILCINEMA

La consegna dei premiI premi FICE saranno consegnati ai registi dei film più votati nel corso della VII EDIZIONE degli INCONTRI DEL CINEMA D’ESSAI che si svolgeranno ad ASTI dal 9 al 12 ottobre 2007: quattro giorni di convegni, incontri, anteprime e trailer con i principali operatori del cinema d’essai.

ATTENZIONE:

la votazione dovrà pervenire entro e non oltre il 20 settembre 2007

Nome del votante .............................................................................................................................................................................................................................................. Età ...........................................

Indirizzo....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

CAP............................................ Città...................................................................................................................................................................................................................................... Prov. .....................................

Telefono.....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

e-mail.............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Questa rivista è stata ritirata presso il cinema................................................................................................di .......................................................................................................

IL FILM D’ESSAI DELL’ANNO (italiano o straniero)

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IL FILM D’ESSAI ITALIANO DELL’ANNO

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L’elenco dei film è consultabile sul sito www.fice.it

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••• I grandi festival del cinema simisurano ormai soprattutto per il valoreaggiunto, per la capacità di creare eventi (nonsolo mondani, per fortuna) e percorsi culturalioriginali. La Mostra di Venezia 2007, la quarta

(e, a quanto pare, ultima)diretta da Marco Müller,celebra i 75 anni dallanascita e nel contemporaccoglie i frutti di unlavoro meticoloso svoltosotto la presidenza diDavide Croff: è la“Mostra dei Maestri”, tra

Allen, De Palma,Chahine,

Bressane, deOliveira,

Chabrol, IMKwon taek,Ken Loach,NikitaMikhalkov,EricRohmer,CarloLizzani epoi PeterGreenawaye Takeshi

Kitano. Un parterre di tutto rilievo, che pureannovera sei opere seconde e un’opera primain concorso, demandando alla sezioneOrizzonti (e naturalmente alla Settimana dellaCritica e alle Giornate degli Autori) il bagagliodi opere più innovative, di documentari e diesordi – sembra scontato, ma fino a pochi annifa ci si continuava a chiedere il perché dellaripartizione delle opere tra le varie sezioni.Quanto al valore aggiunto, si segnala lacelebrazione del Giubileo con Alexander Kluge,anch’egli 75enne: il padre del Giovane CinemaTedesco, l’autore di Artisti sotto la tenda delcirco: perplessi (Leone d’oro nel ’68, primadella contestazione) presenterà materiali ineditiin omaggio alla storia del cinema, alcuni deiquali realizzati per l’occasione. E poi ci sono iLeoni d’oro alla carriera: al genio visionario diTim Burton che ha liberato il “freak” in ognunodi noi, al quale sarà dedicata la giornata del 5settembre con la proiezione in 3D diNightmare before Christmas; e a BernardoBertolucci, che per aver lamentato la scarsaconsiderazione per la cultura e il cinema inItalia ha attizzato il solito balletto di reazionida destra e da sinistra quasi mai all’altezza (perl’occasione sono riproposti il documentario del’66 La via del petrolio e La strategia delragno, entrambi restaurati dalla Cinetecanazionale). E poi, ultima delle “storie segrete

del cinema italiano” che in passato hannoavvicinato alla Mostra gli amanti dei generiall’insegna del raro, degli eccessi e del trash, laretrospettiva dedicata al Western all’italianacurata da Marco Giusti e Manlio Gomarasca conun padrino d’eccezione, Quentin Tarantino,cresciuto a pane e Sergio Leone: 40 opere tra ilrilevante e l’invisibile sono state restaurate perl’occasione, da Per un pugno di dollari aDjango, da Lo chiamavano Trinità e Vamosa matar compañeros a Il mio nome ènessuno (tra i registi citiamo Tessari, Corbucci,Sollima, Lizzani, Brass, Freda, Questi, Squitieri,Fulci e Valerii). Sono impregnati delleatmosfere spaghetti western anche SukiyakiWestern: Django di Takashi Miike,ambientato durante le guerre di Genpei del XIIsecolo, e Searchers 2.0 del redivivo Alex Cox.Più sul versante “classico” il fluviale Theassassination of Jesse James by thecoward Robert Ford: la trama è già nel titolodell’opera seconda dell’australiano AndrewDominik, con Brad Pitt, Casey Affleck, SamShepard.Nel presentare il cartellone della 64ª edizione,Müller ha sottolineato che il 90% delle opereapproda alla Mostra in prima mondiale (e una“sorpresona” potrebbe aggiungersi all’ultimominuto), segno evidente di un prestigioriconquistato e della considerazione che

Autori consacrati, talenti sulla via dell’affermazione ed echi di guerra nella 64ª Mostra,a 75 anni dalla nascita, con Marco Müller che raccoglie i frutti di quattro anni di direzione

La via maestra del cinema

Spec i a l e

ESPIAZIONE

IN THE VALLEY OF ELAH

La via maestra del cinema

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Hollywood riserva al Lido: ben otto infatti i film – incluse coproduzioni –targati Usa in concorso (con i tre italiani occupano il 50% dellacompetizione). Il direttore ha sottolineato che “il criterio dell’originalità e lasingolarità delle opere hanno prevalso sulla nazionalità”. Assente PaulThomas Anderson, troviamo il quasi omonimo Wes Anderson con TheDarjeeling limited: ambientato su un treno che attraversa l’India, è ilviaggio di tre fratelli (Owen Wilson, Adrien Brody, Jason Schwartzman)all’insegna della rigenerazione spirituale. Milena Canonero firma i costumi.Anderson a Venezia presenta anche il corto Hotel Chevalier, conSchwartzman e Natalie Portman, considerato una sorta di prologo del film. C’è poi l’attesa opera seconda di Paul Haggis dopo l’Oscar vinto con Crash:In the valley of Elah è l’indagine di un veterano di guerra, Tommy LeeJones, che non ha più notizie del figlio reduce dall’Iraq. Ispirato a una storiavera, è stato definito dall’autore “una riflessione sulle responsabilitàdell’America nella guerra, soprattutto nei confronti dei giovani”. CharlizeTheron e Susan Sarandon completano il cast – il titolo si riferisce alla vallenota per un enorme albero di terebinto, dove gli Israeliti si accamparonoquando Davide sfidò Golia. Dopo la deludente rilettura del capolavoro diJames Ellroy, Brian De Palma tenta il riscatto con Redacted, che intrecciacon crudezza storie di soldati che combattono in Iraq, anche da un punto divista mediatico. Girato in digitale, il film è interpretato da attori poco noti.Pur poco incline a individuare tendenze e tematiche comuni nelprogramma del festival, Müller ha riconosciuto che “mai come quest’anno ilcontemporaneo è la guerra”, come dimostra anche The hunting party diRichard Shepard, fuori concorso, con Richard Gere, Terrence Howard eDiane Kruger in un film non privo di umorismo che racconta la pericolosacaccia di tre giornalisti ai criminali di guerra bosniaci, fino ad esserescambiati per agenti della Cia. Guerra anche nell’esordio registicodell’attrice Barbara Cupisti col documentario Madri, dedicato alle donne diIsraele e Palestina e alla loro angoscia per i figli, protagonisti e vittime diuna guerra infinita.George Clooney interpreta un avvocato senza scrupoli, alle prese con uncaso moralmente cruciale per la sua carriera, in Michael Clayton di TonyGilroy, noto sceneggiatore che esordisce alla regia. Al suo fianco TildaSwinton e Sydney Pollack. È poi una Mostra che omaggia alcune delleprincipali icone della musica rock: nonostante l’assenza degli Stonespedinati e riletti da Martin Scorsese (il documentario Shine a light), ilconcorso ospita il tributo di Todd Haynes a Bob Dylan con la biografia suigeneris I’m not there: sei fasi della sua vita che vedono altrettanti attori(Carl Franklin, Ben Whishaw, Heath Ledger, Christian Bale, Richard Gere e

Tutt i i f i lm CONCORSOEspiazione, Joe Wright (apertura) …The Darjeeling limited, WesAnderson …Sleuth, Kenneth Branagh …Heya fawda, Youssef Chahi-ne …Redacted, Brian De Palma …The assassination of Jesse Jamesby the coward Robert Ford, Andrew Dominik …Nessuna qualitàagli eroi, Paolo Franchi …Michael Clayton, Tony Gilroy …Nightwat-ching, Peter Greenaway …En la ciudad de Sylvia, José Luis Guerin…In the valley of Elah, Paul Haggis …I’m not there, Todd Haynes…The sun also rises, Jiang Wen …Help me Eros, Lee Kang Sheng…La graine et le mulet, Abdellatif Kechiche …Lust, caution, AngLee …It’s a free world, Ken Loach …L’ora di punta, Vincenzo Mar-ra …Sukiyaki Western Django, Takashi Miike …12, Nikita Mikhalkov…Il dolce e l’amaro, Andrea Porporati …Les amour d’Astrée etCéladon, Eric Rohmer

Giuria: Zhang Yimou (presidente), Catherine Breillat, Jane Campion, Ema-nuele Crialese, Ferzan Ozpetek, Alejandro Gonzalez Iñarritu, Paul Verhoeven

FUORI CONCORSOCassandra’s dream, Woody Allen …Cleopatra, Julio Bressane …Lafille coupée en deux, Claude Chabrol …Beyond the years, IM KwonTaek …Glory to the filmmaker!, Takeshi Kitano …Cristovão Colom-bo – O Enigma, Manoel De Oliveira …Per un pugno di dollari (ver-sione restaurata), Sergio Leone …Blood brothers, Alexi Tan …REC,Paco Plaza, Jaume Balaguerò …Far North, Asif Kapadia …The hun-ting party, Richard Shepard …Diario di una tata, Shari Springer Ber-man, Robert Pulcini …Nocturna, Adrià Garcia, Victor Maldonado…Hotel Meina, Carlo Lizzani …Disengagement, Amos Gitai …BladeRunner - The final cut, Ridley Scott

ORIZZONTISad vacation, Aoyama Shinji …Mal nascida, João Canijo …Sear-chers 2.0, Alex Cox…Médée miracle, Tonino De Bernardi…Cochochi, Laura Amelia Guzman, Israel Cardenas …With the girlof black soil, Jeon Soo-il …L’histoire de Richard O., DamienOdoul …Autumn ball, Veiko Ounpuu …Die stille before Bach,Pere Portabella …Exodus, Penny Woolcock …The obscure, Lu Yue

ORIZZONTI DOCStaub, Hartmut Bitomsky …Madri, Barbara Cupisti …Death in theland of Encantos, Lav Diaz …Man from plains, Jonathan Demme…L’aimée, Arnaud Desplechin …Umbrella, Du Haibin …Andarilho,Cao Guimarães …Useless, Jia Zhangke …Il passaggio della linea,Pietro Marcello …Anabazys, Joel Pizzini, Paloma Rocha …Berlin,Julian Schnabel …Callas assoluta, Philippe KohlyGiuria Orizzonti: Gregg Araki, Frederick Wiseman, Hala AlabdallaYakoub, Giorgia Fiorio, Ulrich Gregor

GIORNATE DEGLI AUTORIAndalucia, Alain Gomis …Cargo 200, Alexei Balabanov …Conti-nental, un film sans fusil, Stéphane Lafleur …Freischwimmer,Andreas Kleinert …Non pensarci, Gianni Zanasi…La pluie des pru-nes, Frédéric Fisbach …Le ragioni dell’aragosta, Sabina Guzzanti…Sous les bombes, Philippe Aractingi …Superheroes, Ed Radtke…Sztuczki, Andrzej Jakimowski …Un baiser, s’il vous plaît, Emma-nuel Mouret …Valzer, Salvatore Maira ...La zona, Rodrigo Plà...Buongiorno culini, Vita e opera di Luciano Bianciardi, Massi-mo Coppola, Alberto Piccinini ...Nacido sin, Eva Norvind ...Viaggioin corso nel cinema di Carlo Lizzani, Francesca Del Sette

SETTIMANA DELLA CRITICA24 Mesures, Jalil Lespert …Karoy, Zhanna Issabayeva …The nines,John August …Otryv, Alexander Mindzaze …La ragazza del lago,Andrea Molaioli …Small gods, Dimitri Karakatsanis …La maggio-re distanza possibile, Lin Jing-jie …Año uña, Jónas Cuarón (even-to speciale) … La noire de.../Borom Sarret, Ousmane Sembène(omaggio)

Giuria Premio Luigi De Laurentiis (opere prime): Bill Mechanic,Rupert Everett, Randa Chahal, Liu Jie, Valeria Solarino

Omaggi a Michelangelo Antonioni, Alberto Grifi, BernardoBertolucci, Tim Burton, Alexander Kluge, Mario Camerini, Lui-gi Comencini, Roberto Gavioli, Emanuele Luzzati, Giulio Gia-nini, Ousmane Sembène, D.W. Griffith, Glauber Rocha

Storia segreta del cinema Italiano / 4: Western all’italiana

V e n e z i a64ª Mostra del c inema

SLEUTH

THE DARJEELING LIMITED

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Cate Blanchett!) vestire i difficili panni del mito vivente. InOrizzonti ci sarà anche Lou Reed, della cui opera Berlin (unincompreso concept album del ’73, rieseguito di recente anche inItalia) si è innamorato Julian Schnabel, fresco premiato a Cannesper Lo scafandro e la farfalla, curando l’allestimento scenico ele riprese per lo schermo.Fuori concorso, una salutare incursione nella commedia appareDiario di una tata della coppia Shari Springer Berman e RobertPulcini (lanciarono Paul Giamatti con la spumeggiante biografiaAmerican splendor, mai uscita da noi): tratto dal best-seller diEmma McLaughlin è la storia di una studentessa (ScarlettJohannson) che si impiega come tata presso una ricca famiglia diNew York (Laura Linney e di nuovo Giamatti). Woody Allen fainvece ritorno al dramma, dopo la parentesi Scoop, con la suaterza fatica londinese Cassandra’s dream, con Colin Farrell eEwan McGregor fratelli in difficoltà economiche, spintidall’affascinante Hayley Atwell alla rivalità e al crimine. Per unavolta Allen non si affida a canzoni d’epoca, ma alle atmosferemagnetiche del grande Philip Glass. Ad aprire e chiudere il festival due giovani registi: in apertural’attesa trasposizione di Espiazione di Ian McEwan ad opera diJoe Wright (Orgoglio e pregiudizio), coinvolgente e articolatavicenda che ruota attorno ad un malinteso che distrugge dueesistenze a pochi anni dallo scoppio della Seconda GuerraMondiale. Film di chiusura è l’esordio di Alexi TanBlood brothers, prodotto da John Woo di ritornoin Oriente. Definito un noir dal respiro epico ericco di azione, ispirato a Bullet in the headdello stesso Woo, è la storia di tre ragazziapprodati a Shanghai negli anni ’30 e coinvoltinel mondo del crimine. Un ritorno a casa – ea Shanghai – anche per Ang Lee, Leoned’oro e Oscar col precedente BrokebackMountain: con Lust, caution è alleprese col thriller di spionaggio,incentrato su una ragazza(l’esordiente Tang Wei) cheintraprende una storia d’amoreper incastrare un influentepolitico (Tony Leung). Dopo ladose massiccia della passataedizione, l’Asia è rappresentatada Wen Jiang che dopo Devilsin the doorstep porta al LidoThe sun also rises, daltaiwanese attore-regista LeeKang Sheng (Help me Eros) oltreche dal già citato Miike Takashi inchiave western. C’è poi il ritorno

Spec ia le Ven

Alle Giornate degli Autori il regista emiliano presenta“Non pensarci”, commedia su un musicista rock in crisiche torna nella natia Rimini. Valerio Mastandreasorprendente protagonista

••• Vuole sfatare un bel po’ di cliché, la commedia di Gianni ZanasiNon pensarci, a Venezia alle Giornate degli Autori. “Non può essererigoroso un film che parla di cani e sgommate, dove si vomita due volte, ci siinnamora facendo a gara di rutti, si mandano finalmente a quel paese idelfini che non sono così dolci come sembrano, si scopre che a volte si stavameglio quando ci si diceva qualche bugia”. È passato un po’ di tempodall’ultimo lungometraggio del quarantaduenne regista emiliano (Adomani, del ‘99): tempo impiegato anche a capire che “in Italia per lunghianni c’è stata una situazione culturalmente negativa rispetto alla libertàd’espressione e tante opere prime, seconde e terze non si sono fatte perchénessuno voleva produrle”.Ma alla fine Zanasi ce l’ha fatta con la sua Pupkin (il nome è un omaggio alpersonaggio di Bob De Niro in Re per un notte) in coproduzione conBeppe Caschetto e con La7 e con tutta l’autonomia resa possibile dal bassobudget. Ed ecco allora un Valerio Mastandrea in palla per quasi due ore nelruolo di Stefano Nardini, il rampollo ribelle di una famiglia di industrialidelle visciole sotto spirito che ha lasciato gli agi di Rimini per il fare ilmusicista punk rock a Roma. Qualche copertina di “Mucchio selvaggio”,tante serate e un disco in perenne gestazione. A trentacinque anni compiuti,il nostro si trova in una stasi creativa ed esistenziale che forse richiede unritorno a casa dove fratello, sorella, padre e madre sono meno perfetti diquanto avesse immaginato nel suo quadretto familiare. È un personaggio,chiarisce Zanasi, sempre in contropiede rispetto a quello che lo circonda, mail fatto di essere costretto a occuparsi degli altri lo porta a occuparsi inqualche modo di se stesso. “Ho scelto la commedia perché è il genere piùlibero in assoluto e serve ad afferrare un’aria di questi ultimi anni, non soloin provincia: un aumentare delle nevrosi e delle piccole paure, dal non esserevestiti bene al prendere la multa. Paure che ci condizionano il quotidiano eche rendono le persone infelici. Poi basta poco e si aprono addirittura dellevoragini”. Valerio Mastandrea (“che in questo film si muove come un JerryLewis italiano”, Marco Müller dixit), Anita Caprioli, Giuseppe Battiston,Caterina Murino, Teco Celio, Gisella Burinato, Dino Abbrescia, PaoloBriguglia, Paolo Sassanelli. Tanti attori e tutti bravi per una scelta inversarispetto allo stile documentaristico delle passate esperienze. “A volte si usala verità per costruire una finzione, altre volte si usano le bugie per dire laverità, il rapporto tra vero e falso è ambiguo e complementare come quellotra materia e antimateria”, dice Zanasi. “In questo caso ho puntato sullecaratterizzazioni, ma quello che mi stava a cuore era soprattutto coinvolgereemotivamente e non restare a livello intellettuale”. Come con la hit di IvanGraziani che chiude il film, Agnese dolce Agnese, un tuffo indietro neglianni ’70 con la sensazione “di aver perduto irrimediabilmente qualcosa”.

• CRISTIANA PATERNÒ

Quello cheabbiamo perduto

Gianni Zanasii n t e r v i s t a

MICHAEL CLAYTON

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dell’egiziano Youssef Chahine, classe 1926(L’autre, Il destino) e quello di NikitaMikhalkov, che con 12 ripercorre la trama deLa parola ai giurati: anche attore, descrivel’impresa di un giurato in minoranza in unprocesso per omicidio, che cerca di convincere icolleghi a rivedere le proprie opinionipreconcette; lo spagnolo En la ciudad deSylvia di José Luis Guerin, ambientato aStrasburgo dove un uomo tenta di riavvicinareuna donna incontrata anni prima; esoprattutto il nuovo film di AbdellatifKechiche (ricordate L’esquive, sui ragazzi dibanlieu che mettono in scena Molière?),daltitolo La graine et le mulet.Dopo le delusioni di Cannes, la selezionefrancese, tra concorso e fuori, è piuttostointeressante: l’attesa è soprattutto per Gliamori di Astrea e Céladon di Eric Rohmer,storia d’amore bucolica al tempo dei druidi,subito in uscita in Italia, e per la nuovavelenosa incursione nelle miserie dellaborghesia di Claude Chabrol: La fille coupéeen deux affianca la splendida LudivineSagnier (una fanciulla seducente che siinnamora di uno scrittore perverso e sposa ungiovane ma squilibrato milionario) ai giàrodati Benoît Magimel e Mathilda May.L’immancabile ventata di scandalo è assicurataquest’anno da L’histoire de Richard O. diDamien Odoul (Le souffle), con il prolifico ebravo Mathieu Amalric (a Cannes con tre film)che nella Parigi d’agosto si concede 13avventure sessuali con altrettante donne, tradesideri e fantasie e uno stile sperimentale trail poetico e il burlesco (a quanto si dice, moltoesplicito).Il cinema inglese, oltre al film d’apertura, offre

il nuovo Ken Loach, It’s a free world, alleprese con due donne, una delle quali

licenziata da un’agenzia dicollocamento, che decidono didedicarsi alla stessa attività dallaloro cucina, accogliendo immigratidisperati per finire nell’asprarealtà di Kiev. E poi il remake di

Sleuth (Gli insospettabili,1972) di Joseph L.

Mankiewicz, il duello

ez ia ‘ 07 64ª Mostra del c inema

Il senso etico del cinema per l’autrice de “Le ragioni dell’aragosta”,mockumentary che unisce i pescatori sardi e il ritrovato clan di “Avanzi”

••• Dopo il grande successo di Viva Zapatero!, Sabina Guzzanti torna al cinema conLe ragioni dell’aragosta, a Venezia nelle Giornate degli Autori. La Guzzanti dirige se stessaoltre agli amici e colleghi attori del fortunato Avanzi televisivo: Pier Francesco Loche, FrancescaReggiani, Cinzia Leone, Stefano Masciarelli e Antonello Fassari. Il gruppo si ritrova quindici annidopo in un piccolo paesino della Sardegna dal nome “Su Pallosu”, insieme al pescatore sardoGianni Usai per una storia molto vicina all’esperienza del documentario precedente. “Anche se ifilm sono diversi, il legame ideale è molto forte,” spiega la regista, anche autrice dellasceneggiatura. “Questo nuovo lavoro è in un certo senso un mockumentary: anche grazieall’uso del repertorio, si ha l’impressione di vedere qualcosa di vero, anche per il tema delleragioni dei pescatori sardi nei confronti dei divieti legati alle manovre militari della Nato. Delresto, le divisioni nette tra finzione e realtà non hanno molto senso quando un film suscita uncerto tipo di emozioni”.Lei torna a lavorare con un gruppo di attori che conosce molto bene…Era qualche tempo che avevo l’idea di sfruttare alcune loro qualità che il pubblico non conoscetroppo bene. I protagonisti di Avanzi si presentano in una chiave del tutto inedita e utilizzanola loro comicità in una maniera nuova rispetto al passato che, credo, sorprenderà gli spettatori.Da sempre lei conduce agilmente la sua carriera tra cinema, televisione e teatro.Ho avuto la fortuna di coltivare questi media nel tempo e adesso penso di sapere comemuovermi al loro interno. Il cinema è arrivato per ultimo, ma è sempre stato la mia grandepassione, coltivata con difficoltà viste le condizioni produttive in Italia. Il cinema mi dà lapossibilità di esporre un pensiero in maniera più completa, personale e complessa. La televisioneti offre la possibilità di incidere costantemente sulla realtà quotidiana del nostro paese. Il teatro,invece, è il luogo dove nascono le idee: è qui che si coltiva la recitazione in maniera piùspecifica. Sono mezzi diversi che mi danno la possibilità di lavorare in maniera più continuativanonostante gli enormi problemi politici che ci sono in questo paese. Il mio modo di fare cinemaè anarchico: è una ricerca personale che si evolve col tempo e che, fortunatamente, riesce adincontrare grande interesse da parte del pubblico.Parliamo del pubblico…È l’obiettivo finale del mio lavoro: per questo la promozione di un film mi prende tantissimotempo. Mi piace essere presente in tutte le piazze dove il film esce e avere modo di incontraregli spettatori e la gente comune. È in questo momento che nascono nuove idee. Le ragionidell’aragosta è nato proprio durante gli incontri per la promozione di Viva Zapatero!: misono sentita chiedere più volte cosa si può fare per combattere, per resistere, per cambiare.Questo film rappresenta un modo articolato per rispondere a quelle domande. Il tema del miolavoro è: come si lotta e se vale ancora la pena farlo. In questo senso sono molto contenta delfilm: ho trovato un mio modo di fare cinema, ho individuato una chiave per esprimermi e unachiarezza riguardo a quello che desidero raccontare.È un film della maturità?È difficile dirlo, forse è più un film “dell’inizio”, in cui la mia identità inizia ad essere più precisa.Sto già pensando a diversi progetti, grazie al digitale posso trovare quella libertà espressiva chemi consente di rendermi indipendente da strutture produttive che non condivido.Qual è il valore o il prezzo dell’indipendenza in Italia?Essere indipendente è problematico in qualsiasi parte del mondo, anche grandi autori comeJohn Cassavetes hanno avuto i loro grandi problemi. Il cinema costa tanto e bisogna relazionarsiinevitabilmente con finanziatori e soggetti differenti. Mantenere la propria integrità non èfacile per nessuno, però si possono fare film che costano poco e riducendo il rischio offrono atutti la possibilità di contribuire ad una libertà espressiva che resta un enorme valore dapromuovere e tutelare.

• MARCO SPAGNOLI

Resistenza attiva

Sabina Guzzantii n t e r v i s t a

REDACTED

macabro tra un marito intellettuale e cornuto(Laurence Olivier) e il giovane e spavaldoamante della moglie (Michael Caine). Nellaversione di Kenneth Branagh sceneggiataniente meno che dal Nobel Harold Pinter, èancora presente Caine (giocoforza “promosso”al ruolo di marito), e prende il suo posto (per laseconda volta, dopo Alfie) Jude Law. Inutilerimarcare che Branagh – reduce dal riuscito,mozartiano Il flauto magico, evento diVenezia ‘06 – continua ad ispirarsi ad Oliviernella sua carriera… Infine, lo stravaganteoutsider Peter Greenaway, sempre più immersonelle arti figurative e negli indecifrabili giochiad incastro, con Nightwatching ci conduce nelmondo di Rembrandt e nel dipinto “Ronda dinotte” che sembra contenere la chiave di unomicidio.Quasi centenario, Manoel De Oliveira presentafuori concorso Cristoforo Colombo,l’enigma: la ricerca di un medico sulle traccedel navigatore. Ricardo Trepa e lo stesso registaimpersonano il medico negli anni. Amos Gitaicon Disengagement rievoca il recente ritirodei coloni ebrei da Gaza, dove approda tramille difficoltà Ana (Juliette Binoche), di ritornodalla Francia dopo la morte del padre, perritrovare la figlia data in adozione (nel castanche Asia Argento e Jeanne Moreau). Levisioni di mezzanotte, oltre al Sergio Leonerestaurato, offrono il consueto horror di JaumeBalaguerò (REC, codiretto da Paco Plaza),l’esordio della coppia spagnolaGarcia/Maldonado nel cartone animatoNocturna e Far North di Asif Kapadia,dramma anglofrancese con Sean Bean soldatoche arriva a sconvolgere la vita di due donne(Michelle Yeoh e Michelle Krusiec). Esoprattutto il “final cut” di Blade Runnerproiettato in digitale 4k, fortemente voluto daRidley Scott per celebrarne il 25° compleanno.E l’Italia? Abbonda, con una coraggiosaselezione in concorso, che privilegia autorigiovani ma molto interessanti: Paolo Franchi(La spettatrice) con Nessuna qualità aglieroi, un noir esistenziale con echi bellocchiani,molto ambizioso, con un cast composito (BrunoTodeschini, Elio Germano, Irène Jacob, MariaDe Medeiros); Vincenzo Marra, che dopoTornando a casa e Vento di terra cambiaregistro e descrive ne L’ora di punta l’ascesasociale di un giovane agente della Finanza, chea contatto con la corruzione si fa rodere daltarlo dell’ambizione e si lega a una donnamolto ricca, che lo introduce nell’alta finanza (iprotagonisti sono Fanny Ardant e MicheleLastella); Andrea Porporati (Sole negli occhi)ritrova Fabrizio Gifuni ad affiancare Luigi LoCascio e Donatella Finocchiaro ne Il dolce e

l’amaro, percorso esistenziale di un gregariodella mafia. Evento speciale Hotel Meina diCarlo Lizzani, ricostruzione del primo eccidionazista nell’Italia del Nord – all’autore èdedicato anche un documentario di FrancescaDel Sette alle Giornate degli Autori.Tra i documentari di Orizzonti, da segnalare ilritratto di Jimmy Carter firmato da JonathanDemme, Man from Plains, e poi il nuovoreportage del Leone d’oro 2006 Jia Zhangke(Useless), l’esordiente italiano Pietro Marcellocon Il passaggio della linea, le 8 ore delfilippino Lav Diaz, che ha filmato il ritorno acasa del poeta Agusan nelle Filippine devastatedall’uragano che lo scorso novembre hacausato migliaia di morti; a trent’anni dallamorte Callas assoluta del francese Kohly e poiL’aimée di Arnaud Desplechin, autoredell’apprezzato I re e la regina. Sempre inOrizzonti, la rilettura di Medea ad opera diTonino De Bernardi, che in Francia con IsabelleHuppert (anche produttrice) ha girato Médéemiracle, dove il miracolo è la rinuncia alsacrificio della prole come simbolo di vittoriapersonale; e poi il ritorno di Aoyama Shinji(Eureka lo rivelò a Cannes, lo scorso anno fumolto apprezzato al Lido con Crickets), chepresenta Sad vacation, storia di confronto ericonciliazione tra un figlio abbandonato e lamadre che si è rifatta una vita. Si parla bene delmessicano Cochochi della coppiaGuzman/Cardenas, dell’inglese Exodus diPenny Woolcock e dell’esordio estone Autumnball.Le Giornate degli Autori, da quattro anniorganizzate da Api e Anac sulla falsariga dellaQuinzaine des Réalisateurs di Cannes e da duedirette da Fabio Ferzetti, offrono 13 film e 3documentari – oltre all’omaggio a Lizzani: lastoria di José Flores, nato senza braccia (Nacidosin) e apparso in alcuni film di Jodorowski, quicelebrato da un’altra forte personalità, la russo-norvegese Eva Norvind da poco scomparsa; e ilritratto dello scrittore anarchico LucianoBianciardi ad opera di Massimo Coppola eAlberto Piccinini. La selezione alterna la vita nelLibano Sotto le bombe in un film fortementeinfluenzato dai bombardamenti della scorsaestate; l’affresco quasi horror di AlexeiBalabanov sul declino dell’Unione Sovietica(Cargo 200, dal nome degli aerei cheriportavano le salme dei giovani caduti inAfghanistan negli anni ’80); il connubio tra ireduci del televisivo “Avanzi” e i pescatori sardine Le ragioni dell’aragosta di SabinaGuzzanti; la libertà ostentata dal corpulentomaghrebino protagonista di Andalucia diAlain Gomis; la ribellione degli orfaninewyorchesi di Superheroes di Ed Radtke,

nella totale assenza della figura paterna; letragicommedie del canadese Stéphane Lafleur edel tedesco Andreas Kleinert; il rapporto tra ilcommediografo francese in trasfertagiapponese e la nonna disabile (Adriana Asti) neLa pluie des prunes di Frédéric Fisbach; ilrocker fallito che affronta gli echi di unaribellione fuori tempo nel gradito ritorno diGianni Zanasi, Non pensarci; il pianosequenzadi 90’ di Salvatore Maira, che con Valzeraffronta storie familiari e Calciopoli; possibilisorprese dalla Polonia e dal Messico (Tricks e Lazona) e la nuova leggiadra prova di EmmanuelMoret (Cambio d’indirizzo), di nuovo attore inuna storia che evoca un lungo racconto, unbacio compromettente da scongiurare tradesiderio e innocenza: Un baiser s’il vousplaît.La 22ª Settimana Internazionale dellaCritica omaggia il padre del cinema africano, ilsenegalese Ousmane Sembène morto lo scorsogiugno, con il corto Borom Sarret (1962) el’esordio La noire de… (1966), ritratto di una“donna di servizio” angariata dai “padroni”francesi (il regista sarà omaggiato anche dallaBiennale con Manda-bi del 1968, suo primofilm a colori). L’evento speciale di chiusura èAño Uña (L’anno dell’unghia) del messicanoJónas Cuarón, figlio di Alfonso (Y tu mamatambien, I figli degli uomini) che, come ChrisMarker ne La Jetée, costruisce un racconto apartire da scatti fotografici in sequenza: è lastoria dell’innamoramento di un 14ennemessicano per una 21enne statunitense,scardinando eccessi e luoghi comuni del recentecinema alla Iñarritu per occuparsi della mediaborghesia. Ma la SIC è soprattutto concorso,con 7 opere prime che spaziano da La ragazzadel lago di Andrea Molaioli – di cui parliamodiffusamente in questo numero – molto lodatodai selezionatori, al frenetico intreccio diesistenze in tumulto 24 mesures con cuil’attore Jalil Lespert (Risorse umane) passadietro la cinepresa; dalla parabola sul conflittotra Bene e Male del kazako Karoy all’innestodella spiritualità nel “cinema sul cinema” Thenines (esordio dello sceneggiatore di TimBurton, John August); dal visionario belgaSmall gods con la tensione verso un “altrove”che accomuna i suoi dolenti personaggi, aglieffetti sonori come chiave di una improbabileaffinità sentimentale nel taiwanese Lamaggiore distanza possibile fino alletragedie pubbliche e private del russo Otryv.Tra riscoperta dei generi, ricerca interiore,angeli caduti sulla Terra e malesseri diffusi,una selezione all’insegna dell’originalità dellosguardo.

• MARIO MAZZETTI

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Venez ia ‘ 07s p e c i a l e

CASSANDRA’S DREAMLUST, CAUTION

L’HISTOIRE DE RICHARD O.

www.medusa.it

MEDUSA FILMPRESENTA

dal 5 ottobre al cinema

••• Un film sulla mafia, ma suquello che i giornali non raccontano. Un filmdove gli omicidi, gli attentati, le rapine, leviolenze restano in secondo piano, mentrel’attenzione è concentrata sulla vitaquotidiana, su cosa significhi essere mafiosonella vita di tutti i giorni, accompagnando ifigli a scuola o spedendo una raccomandataalle Poste. Insomma Il dolce e l’amaro,nuovo film di Andrea Porporati, vuole essereun film sulla normalità nell’anormalità eraccontare la mafia dall’interno. Permostrarne la realtà più autentica, il regista(anche sceneggiatore con Annio GioacchinoStasi) ha scelto come protagonista non unboss, un uomo che contanell’organizzazione, bensì un affiliatoqualsiasi, un operaio del crimine.Il protagonista della storia, che si dipana perun lungo arco di tempo, dalla fine degli anniSessanta ai nostri giorni, attraversando leguerre intestine degli anni Ottanta e lastagione terroristica degli anni Novanta, èSaro Scordia, nato e cresciuto fra i vicoli dellaKalsa, uno dei quartieri di Palermo piùpoveri e degradati. Brillante, intelligente,coraggioso, Saro viene notato da Gaetano

Butera, un boss che lo prende sotto lapropria protezione per farne un affiliatoall’organizzazione criminale. Il film raccontal’ascesa di Saro fra i ranghi della mafia, lasua illusione di essere diventato qualcuno, ladisillusione di scoprire la falsità della sua vita.Insomma Il dolce e l’amaro racconta lastoria di un pentito?Non precisamente, nel senso che Saro noncambia il proprio modo di vivere spinto dauna convinzione etica o per motivi religiosi emorali. La sua decisione di abbandonare lamafia non è la conversione di San Paolo sullavia di Damasco, non nasce da una sceltamotivata e precisa, ma è semplicemente laconseguenza di un progressivodisamoramento nei confronti di ciò chesembrava luccicante e splendente. Il miofilm, in fondo, è un romanzo di formazione:racconta di un ragazzo cresciuto nel nulla,che ad un certo punto, grazie alla mafia, sisente ricco e rispettato. Ma, un poco allavolta, si accorge che i boss non sonosuperuomini, bensì mediocri figure di poteree che la sua vita, inquadrata nelle ferreeregole dell’organizzazione criminale, è similea quella di uno schiavo. Ad un certo punto,

Saro scopre che vivere una vita normale èpreferibile all’esistenza del mafioso. Unodegli obiettivi che ci siamo posti realizzandoquesto film è stato proprio quello di toglierel’aura sacrale di geni del male con cui spessosono immaginati i padrini. La loro realtà èmolto più mediocre. Il percorso di Saro èsimile a quello raccontato in un’infinità digangster movie, dove i protagonisti sirendono conto di non poter continuareall’infinito a vivere in un certo modo e sonocondannati e costretti o ad abbandonare ilcrimine o a morire.È ciò che accade anche a Saro?Sono convinto che, indipendentemente dalgenere, la trama di un film non debba esseresvelata in anticipo; ciò che accade a Saro vascoperto al cinema. Posso solo anticipare chealla fine il mio protagonista è costretto afare i conti con il proprio passato e con sestesso.La scelta di realizzare un film conprotagonista un eroe negativo non èmai semplice e scontata: avete avutoanche voi qualche dubbio?Affatto, perché volevamo mostrare come imafiosi vivano una realtà insopportabile

“Il dolce e l’amaro” è incentrato sulla quotidianità di un affiliato alla mafia:dall’obbedienza cieca al dilemma morale. Un romanzo di formazione con Luigi Lo Cascio, Fabrizio Gifuni e Donatella Finocchiaro

Abbandonare la mafia

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Andrea PorporatiS p e c i a l e Ve n e z i a ‘ 0 7

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Abbandonare la mafia

nella nevrosi, nella paura di uccidere e diessere uccisi. Volevamo dimostrare che ilcrimine non paga. In questo senso il mio èun film moralistico nel solco del cinemacivile. L’assurdità e la bruttura della mafia edella sua cultura si potevano illustrare soloscegliendo come protagonista un mafioso,che nel caso di Saro non è affatto unintellettuale, ma un ragazzo semplice, rozzo,ignorante.C’è un elemento determinante che, piùdegli altri, spinge Saro a cambiare la suavita?Ad un certo punto della vicenda Saro vienespedito dal suo mentore a Milano aduccidere un trafficante di droga, che si èmacchiato di uno sgarro nei confrontidell’organizzazione. Saro esegue, ma sirende conto che l’omicidio non è quell’attodi coraggio che aveva immaginato, comespesso si vede nei film, bensì qualcosa didifficile, sporco, goffo, brutale, disumano. Lesue convinzioni cominciano a vacillare. Maanche in questo caso il mio film, più cheraccontare l’atto criminale in sé, si soffermasul giorno prima e sul giorno dopo, ovverosu come ci si prepara ad eliminare un uomomai visto e conosciuto e quali conseguenzepossa provocare un atto così vigliacco ecriminale.Accanto a Saro, altri due personaggiimportanti del suo film sono Ada eStefano: cosa rappresentano?Ada è l’unico vero grande amore delprotagonista; si conoscono da bambini e sisono sempre frequentati. Ada è l’unica cosache Saro non riesce ad avere, nonostante il

successo e la ricchezza, perché lei dice diamarlo, ricambia la sua passione intravolgenti incontri amorosi consumati inalberghi compiacenti, ma si rifiuta disposarlo, perchè non vuole dividere la suavita con un mafioso. Saro cerca didimenticarla, sposa un’altra donna, Antonia,ma in realtà non riesce mai a toglierseladalla testa. Ada è una donna forte, maantica, che entra in contrasto con la culturapatriarcale tipica della mafia. Stefano èl’alter ego di Saro; è un amico d’infanzia,cresciuto come lui nella povertà, con il qualeil protagonista ha condiviso passioni edamori. Ma Stefano ha saputo resistere allatentazione della mafia e, compiendo unascelta diametralmente opposta, è diventatomagistrato. Dapprima amici, poi nemici, idue uomini sono destinati alla fine adincrociarsi nuovamente.Durante la lavorazione ha dovutoaffrontare particolari problemi?Niente affatto: le riprese si sonosvolte principalmente aPalermo e in Sicilia, e perdue settimane anche aTorino. Lalavorazione, eprima ancora isopralluoghi,mi hannooffertol’occasione perconoscerebene Palermo,che ritengo lacittà più bella

del mondo, piena di contrasti architettonici edumani. Mi hanno impressionato anche i voltidi Palermo e il mio film propone oltre sessantaruoli parlanti che mescolano attoriprofessionisti e non.A proposito di professionisti, come sonostati scelti gli interpreti per i tre ruoliprincipali?Per Saro ho immediatamente pensato a LuigiLo Cascio e non solo per le sue radici siciliane;il suo apporto alla creazione del personaggioè stato decisivo. Anche Donatella Finocchiaro,che interpreta Ada, è un’attrice siciliana edanche per lei è stato facile incarnare ilprototipo immaginato. Quanto a FabrizioGifuni, che nel film è Stefano, pur nonessendo siciliano è un attore dotato di unastraordinaria capacità nell’impossessarsi deidialetti e non ha avuto alcuna difficoltà adinterpretare il ruolo. E poi lo conoscevo bene,perché è stato il protagonista del mio primo

film Sole negli occhi.• FRANCO MONTINI

LA RAGAZZA DEL LAGO

DI ANDREA MOLAIOLIcon Toni Servillo,

Valeria Golino,Fabrizio Gifuni

GENERE: NOIR

O’ JERUSALEMDI ELIE CHOURAQUI

con Ian Holm, Saïd Taghmaoui,

Patrick BruelGENERE: DRAMMATICO

IL DOLCE E L’AMARO

DI ANDREA PORPORATIcon Luigi Lo Cascio,

Fabrizio Gifuni, Donatella FinocchiaroGENERE: DRAMMATICO

CRED

ITI

NON

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UALI

SEVERANCEDI CHRISTOPHER SMITHcon Danny Dyer, Laura

Harris, Tim McInnerny,Toby Stephens

GENERE: COMMEDIA HORROR

MICHAEL CLAYTONDI TONY GILROY

con George Clooney, Tom Wilkinson, Tilda

Swinton, Sydney PollackGENERE: LEGAL THRILLER

PLANET TERRORDI ROBERT RODRIGUEZ

con Rose McGowan,Freddy Rodriguez, Quentin

Tarantino, Bruce WillisGENERE: HORROR PULP

NEXTDI LEE TAMAHORIcon Nicolas Cage,

Julianne Moore, Jessica Biel

GENERE: ACTION SCI/FI

MEDUSAFILMLISTINO 07/08

30 DAYS OF NIGHT

DI DAVID SLADE con Josh Hartnett

GENERE: HORROR

SMSDI VINCENZO SALEMMEcon Vincenzo Salemme, Giorgio Panariello, Lucrezia Lante della Rovere, Luisa Ranieri, Enrico BrignanoGENERE: COMMEDIA

L’ALLENATORE NEL PALLONE 2DI SERGIO MARTINOcon Lino Banfi, Totti, Materazzi, Gattuso, Del Piero, Lotito, Mazzone, Moggi, Ilaria D’AmicoGENERE: COMMEDIA

TUTTA LA VITA DAVANTIDI PAOLO VIRZÌcon Isabella Ragonesi, Sabrina Ferilli, Massimo Ghini, Elio Germano, Valerio Mastandrea, Michaela RamazzottiGENERE: COMMEDIA AMARA

BURN AFTER READINGDI JOEL E ETHAN COHENcon George Clooney, Brad Pitt, John Malkovich, Frances McDormandGENERE: COMMEDIA NOIR

FIREFLIES IN THE GARDENDI DENNIS LEEcon Julia Roberts, Willem Dafoe, Emily WatsonGENERE: DRAMMATICO

WHAT JUST HAPPENED?DI BARRY LEVINSONcon Bruce Willis, Robert De Niro, Sean Penn, John Turturro, Stanley TucciGENERE: COMMEDIA

BRUNODI SACHA BARON COHENGENERE: COMMEDIA

UN FILM DI FICARRA E PICONEBAARÌADI GIUSEPPE TORNATORE

IL PAPÀ DI GIOVANNADI PUPI AVATIcon Silvio Orlando, Francesca Neri, Ezio GreggioGENERE: DRAMMATICO

UN FILM DI ALDO, GIOVANNI E GIACOMO

WWW.MEDUSA.IT

3:10 TO YUMADI JAMES MANGOLDcon Russell Crowe,

Christian Bale, Vinessa Shaw

GENERE: WESTERN

SETADI FRANÇOIS GIRARD

con Michael Pitt, Keira Knightley

GENERE: DRAMMATICO

COME TU MI VUOIDI VOLFANGO DE BIASI

con Cristiana Capotondi,Nicolas Vaporidis

GENERE: COMMEDIA SENTIMENTALE

MATRIMONIO ALLE BAHAMAS

DI CLAUDIO RISIcon Massimo Boldi, Enzo Salvi,

Biagio Izzo, I Fichi d’India,Anna Maria Barbera

GENERE: COMICO

LASCIA PERDERE,JOHNNY!

DI FABRIZIO BENTIVOGLIOcon Toni Servillo,

Valeria Golino, Fabrizio BentivoglioGENERE: COMMEDIA

UNA MOGLIE BELLISSIMA

DI LEONARDO PIERACCIONIcon Leonardo Pieraccioni,

Laura Torrisi, MassimoCeccherini, Rocco Papaleo

GENERE: COMMEDIA

LA TERZA MADREDI DARIO ARGENTO

con Asia ArgentoGENERE: HORROR GOTICO

anticipazioni

V I V I L C I N E M A l u g l i o a g o s t o 0 7

Paolo FranchiS p e c i a l e Ve n e z i a ‘ 0 7

••• In concorso a Venezia, Nessunaqualità agli eroi segna il ritorno alla regia diPaolo Franchi dopo il fortunato esordio Laspettatrice. Interpretato da BrunoTodeschini, Maria De Medeiros, Elio Germanoe dall’icona del cinema di Kieslowski, IrèneJacob, il film racconta la storia di Bruno, unuomo che appare, e si sente, senza qualitàcome l’eroe del romanzo di Robert Musil. Haappena ricevuto dal medico una diagnosicrudele: non potrà mai avere figli. La notiziarimane chiusa dentro di lui, non la comunicaalla moglie Anne cui non racconta nemmenodel grosso debito contratto con Giorgio Neri,un usuraio che si nasconde dietro il ruolo didirettore di banca. Un giorno Bruno incontraLuca, il figlio dell’usuraio, e con lui intrecciasuo malgrado un difficile rapporto. “L’utilizzodel tema dell’usura, però, non punta ad unrichiamo sociale”, puntualizza Franchi. “Èutilizzato quasi alla Dostoevskj perché il filmha più un aspetto simbolico che etico esociale. In un certo senso è una pellicola dallavocazione onirica”.Qual è stata la genesi del film?La storia è nata quando avevo finito di girareLa spettatrice. Ero interessato a raccontare iltema della paternità, del senso di colpa e inpiù c’era una serie di questioni aperte che miinteressava affrontare dal punto di vistacinematografico. È stata la storia ad avercercato me, non viceversa.Perché ha scelto di raccontare il bisognodi paternità?Ci troviamo davanti ad un personaggio chenon può avere figli e che, al tempo stesso, haucciso suo padre. In Bruno si concretizzal’incontro tragico – nel senso della tragediagreca – tra chi recide le proprie radici e nonpuò avere alcuna filiazione. La tragedia nonpuò fare altro che esplodere all’interno dellanarrazione. Nessuna qualità agli eroi è unfilm da interpretare in chiave metaforica ed èuna pellicola sull’interiorizzazione dell’etica esul rapporto tra il proprio conscio e

l’inconscio. La chiave non è quella diraccontare il reale, ma di dar vita ad unatragedia: a partire dal titolo e dal suo tonosolenne…Come ha avuto l’idea del titolo?L’idea è quella che non si attribuisconoqualità agli eroi: si è eroi per caso einvolontariamente. Qual è la definizione dieroe? Non sempre è positiva e può essere,invece, relativa a qualcuno che compie azionial di fuori dell’ordinario, al di fuori dellaportata della gente comune.Il cast del film è molto importante: comeha scelto gli attori?Avevo apprezzato Bruno Todeschini in Duefratelli e l’ho contattato proprio attraverso ilregista di quel film, Patrice Chéreau. Il fattoche fosse nato a Ginevra come il protagonistadel mio film, che si chiamasse Bruno come ilpersonaggio e che le sue origini italianefossero di Bergamo dove sono nato io, mi hafatto pensare ad una serie di “segni deldestino”. Ho sempre amato Irène Jacob grazieal cinema di Kieslowski, è dotata di quellafemminilità, quell’ingenuità e quella dolcezzatali da renderla molto giusta per ilpersonaggio che avevo immaginato. Ho sceltoElio Germano non per il provino, dovequalcosa non aveva funzionato, ma perl’energia e la sofferenza della suapreparazione: si lacerava e si emozionavafortemente per la parte e questo suoatteggiamento ha fugato ogni miaperplessità.La fortuna de La spettatrice le ha creatoqualche pressione particolare per ilsecondo film?No, decisamente no. Nonostante il riscontrodi critica in tutti i paesi dove è uscito, ilsuccesso che può ottenere un film del genereè assolutamente ininfluente sulla mia vita.Vivo in maniera appartata e il mio non è certoun cinema la cui popolarità possa mai arrivarea condizionarti. Il mio modo di pensare e difare film è molto diverso da quello di chi

segue le logiche commerciali.Cosa è cambiato dal suo primo film?Non ci sono delle grosse differenze personali.La spettatrice era un film molto diverso e sequalcosa è cambiato è proprio nella miaricerca di autore: Nessuna qualità agli eroiè sicuramente più personale. Se quel filmanalizzava una depressione al femminile,questo invece si occupa in chiave tragica enoir di una depressione al maschile. La miaricerca è andata avanti e le intenzioni sonodifferenti. Lo sguardo si è modificato e va indirezione dell’invisibile, ovvero quello chenon possiamo esprimere.Le due pellicole sono però accomunateda un certo senso di incomunicabilità.I personaggi nevrotici sono sempre i piùinteressanti da raccontare e la difficoltà acomunicare è sicuramente un elemento che licaratterizza. Del resto gli eroi o i personaggitragici non sarebbero tali se sapesserocomunicare con gli altri: Amleto non sacomunicare con nessun altro se non se stesso.Sono isolati dentro se stessi, scissi dal resto delmondo.Come guarda al suo futuro di regista,adesso?Per me fare cinema è soprattutto un modoper studiare gli altri. Una cosa che faccioanche al fuori di questo ambiente, visto chesto prendendo una specializzazione in Criticapsicanalitica ed epistemologica dell’arte.Essere regista non è un mestiere, ma un mododiverso di studiare gli altri e me stesso,dettato dall’esigenza di raccontare certestorie. Se non avvertissi più quest’urgenza,lascerei perdere perché il lavoro di un autoreè molto duro, complicato e nonparticolarmente redditizio in terminieconomici. Non faccio programmi a lungascadenza, ma se non avessi un’ispirazioneforte mi farei da parte: credo sia sempreimportante lasciare spazio a chi ha qualcosa diveramente importante e necessario da dire.

• MARCO SPAGNOLI

Lo sguardo interiore

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Iréne Jacob Bruno Todeschini ed Elio Germano

Lo sguardo interioreUn noir con echi di tragedia greca: “Nessuna qualità agli eroi” è l’opera secondadell’autore bergamasco dopo il successo critico de “La spettatrice”

Il regista del film

TILDE CORSI E GIANNI ROMOLI IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA PRESENTANO

UN FILM DI VINCENZO MARRA

FANNY ARDANT MICHELE LASTELLA

DAL 7 SETTEMBRE AL CINEMA

V I V I L C I N E M A l u g l i o a g o s t o 0 7

Andrea MolaioliS p e c i a l e Ve n e z i a ‘ 0 7

••• Andrea Molaioli, al suoprimo film come regista dopo tantaesperienza di set soprattutto con la SacherFilm, ci tiene a precisare che non ha mai avutola tentazione di emulare il cinema del suomaestro, Nanni Moretti, che rimane unmodello unico e molto personale. La ragazzadel lago è in effetti un film che si confrontacon lo schema classico del genere giallo,traducendo per lo schermo il romanzo dellascrittrice norvegese Karin Fossum Lo sguardodi uno sconosciuto. Protagonista della storiaè il commissario Giovanni Sanzio (Toni Servillo)che, arivato in un paese del Nord-Est inseguito all’allarme per la sparizione di unabambina, forse sequestrata da un ragazzo condisturbi mentali, si trova ad indagare su unaltro delitto, nato nell’ambito della piccolacomunità.Delitti che sconvolgono l’equilibrio di unpaese e indagini del commissario dipolizia: si può definire La ragazza del lagoun film giallo?Quello che mi affascinava dell’operazione ditraduzione cinematografica del romanzo eral’idea di muoversi all’interno di una strutturadi racconto giallo, per potersi poi smarcare dalgenere ed entrare in modo molto efficacenelle vite e nell’umanità dei personaggi,secondo dei tempi che non sono quellifrenetici dell’action movie. L’indagine chesvolge il commissario Sanzio in un piccolopaese del Nord-Est consente a lui e a noi diosservare i protagonisti della storia attraversouna specie di lente di ingrandimento.Come avete adattato la storia, tu e losceneggiatore Sandro Petraglia, nelpassaggio dai fiordi norvegesi al Friuli?Pur essendoci allontanati in parte dalromanzo, il cuore centrale è rimasto. Losguardo di uno sconosciuto è ambientatoin una località della provincia norvegese, edovendo trovare una collocazione italiana, miè sembrata immediatamente adatta laprovincia del centro-nord, sia per la presenza

di comunità omogenee dal punto di vistasocio-economico, sia per le caratteristicheambientali. Volevo un posto dove la naturafosse sempre presente senza che ci fossebisogno di sottolinearla. Ho scelto il Friuliperché la natura è bella, senza essereingombrante come un paesaggio da cartolina.La piccola comunità, apparentementetranquilla e solidale, è stata teatrorecentemente di inquietanti fatti dicronaca. Ti sei ispirato in parte a questiavvenimenti?Il film è stato concepito e girato prima degliultimi fatti di cronaca. L’idea della piccolacomunità partiva dal libro e offrival’opportunità drammaturgica di ritrovare in unambito geografico limitato e in una cerchiaristretta di persone, tutta la varietà umana,caratteriale, sociale, antropologica possibile.L’indagine porta immediatamente a capire cheil delitto è nato dentro questo luogo,l’assassino non è un estraneo di passaggio oun killer professionista. Entrare nelle case e neilegami familiari delle persone diventa quindinecessario per arrivare alla soluzione. Il malespesso si annida nella medietà ed è moltomeno distante da noi di quanto pensiamo. Seil nostro vicino può essere il responsabile di undelitto, anche noi, in determinate circostanze,potremmo diventare l’arma del male. Perquesto fa tanta più paura.Quali sono le modalità con cui ilcommissario entra in contatto con questacomunità?Il commissario è una figura avulsadall’ambiente su cui indaga, perché ha unaprovenienza geografica di tutt’altro tiporispetto a questo paese. Il suo bagaglioumano, la sua esperienza nel lavoro e unasensibilità particolare derivatagli da unepisodio importante della sua vita, gliconsentono di andare oltre gli elementi palesi,e di arrivare alla soluzione mettendo aconfronto la sua situazione personale conquelle che l’indagine gli sottopone.

Nel film ci sono molte presenze importanti,a cominciare da Toni Servillo...Ho scelto Servillo perché, oltre ad essere unodei migliori attori italiani, ha la capacità dientrare nei personaggi con estrema precisioneper i dettagli e soprattutto con una grandecura emozionale. Toni è un attore con il qualeè molto facile lavorare, perché ha grandissimeintuizioni e una forte capacità di elaborare ilruolo, ma è anche aperto ad ogni tipo diconfronto. Si è affidato alla mia guida, e lacosa, per me che ero al primo film, non erascontata. Una delle mie più grandisoddisfazioni riguardo al film è l’alta qualitàdella recitazione. Attori importanti comeFabrizio Gifuni, Valeria Golino, AnnaBonaiuto, Omero Antonutti hanno dimostratogrande disponibilità nell’interpretare ruoliimportanti, ma di non grande presenza sulloschermo. Anche se appaiono poche volte, iloro personaggi hanno un peso notevole nellastoria, devono raccontare al di là delle parole.Era importante che gli attori non lavorasseronella direzione virtuosistica dell’apparizione,del cammeo, ma che aderissero pienamentealla storia, e così è accaduto. Tutti, interpretinoti e meno noti, si sono messi a disposizionedel racconto con grande spirito di sacrificio,creando un corpo compatto.Qual è stato l’insegnamento piùimportante appreso dalla lungaesperienza con la Sacher?Da Palombella rossa a La stanza del figlioho lavorato in tutto ciò che ha fatto la Sacher.È stata una collaborazione molto bella, moltointensa e molto formativa, se si pensa cheavevo appena 19 anni quando ho cominciato.Da loro, oltre al mestiere, ho imparato laserietà, la dedizione, il senso eticodell’approccio al lavoro. Le opportunità cheoffre una storia sono molto ampie e bisognaessere sempre presenti a ciò che si fa, congrande senso di responsabilità verso lospettatore.

• BARBARA CORSI

La parola e l’immagine

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FILMOGRAFIA:: Bandiera rossa borsa nera (doc., 2001),La ragazza del lago (2007)

Toni Servillo e Valeria Golino

La parola e l’immagineUnico italiano nella Settimana della Critica veneziana, “La ragazza del lago” parteda una trama gialla per sondare l’umanità e i segreti di una comunità di provincia

PIANO, SOLO

PALOMAR, RAI CINEMA e HUGO FILMS presentano

PALOMAR, RAI CINEMA e HUGO FILMS presentano KIM ROSSI STUART in un film di RICCARDO MILANI “PIANO, SOLO”una co-produzione italo-francese PALOMAR, RAI CINEMA e HUGO FILMS realizzata con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali-Direzione CinemaJASMINE TRINCA PAOLA CORTELLESI ROBERTO DE FRANCESCO CORSO SALANI MARIELLA VALENTINI con la partecipazione di CLAUDIO GIOE’ con SANDRA CECCARELLIe per la prima volta sullo schermo KONRAD PODOLNY e con MICHELE PLACIDO nel ruolo di Giovanni Flores tratto dal libro “Il disco del mondo - vita breve di Luca Flores, musicista”di WALTER VELTRONI edito da Rizzoli Editore Soggetto IVAN COTRONEO CLAUDIO PIERSANTI Sceneggiatura IVAN COTRONEO CLAUDIO PIERSANTI SANDRO PETRAGLIA RICCARDO MILANIScenografia PAOLA COMENCINI Costumi SONU MISHRA Suono in presa diretta BRUNO PUPPARO (A.I.T.S.) Direttore della fotografia ARNALDO CATINARI (A.I.C.)Montaggio MARCO SPOLETINI (A.M.C.) Musiche di LELE MARCHITELLI CAM Original Soundtracks Organizzazione MASSIMO DI ROCCO LUIGI NAPOLEONE BEATRICE BIGGIEditor Palomar GLORIA GIORGIANNI Prodotto da CARLO DEGLI ESPOSTI con GIORGIO MAGLIULO ANDREA COSTANTINI Regia RICCARDO MILANI

w w w . 0 1 d i s t r i b u t i o n . i t

KIM ROSSI STUARTin

DAL 21 SETTEMBRE AL CINEMA

con JASMINE TRINCA PAOLA CORTELLESIe con MICHELE PLACIDO

un film diRICCARDO MILANI

P.S

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Vincenzo MarraS p e c i a l e Ve n e z i a ‘ 0 7

••• “L’ora di punta è nato dauna discussione con mio padre di tre anni fa:è un film cui tengo molto, perché – cometutti i miei lavori precedenti – nascedall’osservazione della realtà e dalla suaanalisi”. È sensibilmente commosso VincenzoMarra quando racconta la genesi del suoultimo lavoro, che vede protagonisti FannyArdant, Michele Lastella e Giulia Bevilacqua,che dopo il passaggio in concorso allaMostra di Venezia esce in contemporaneanelle sale italiane – per Marra è il debutto inconcorso: i precedenti Tornando a casa eVento di terra furono presentatirispettivamente nella Settimana della Criticae in Orizzonti, mentre lo scorso anno ildocumentario L’udienza è aperta è statoapplaudito nelle

Giornate degli Autori.Come sempre in passato, L’ora di punta è ilfrutto di un dialogo con il padre Lanfranco,psichiatra con un grande amore per l’artenel frattempo scomparso, cui il regista,napoletano di nascita ma romanod’adozione, era legatissimo anche per questaimprovvisata, ma non certo casuale“complicità” professionale. “La primapersona con cui ho sempre parlato dei mieiprogetti era mio padre. Ne discutevo primacon lui e poi con chiunque altro. È unatradizione che abbiamo seguito sin dal mioprimo film, fino ad oggi”. La trama de L’oradi punta è incentrata su un giovane agentedella guardia di finanza, di modesta

estrazione sociale, divoratoperò da un’enorme

ambizione che lotiene a distanza daisuoi colleghi e dallesue origini. All’iniziopensa di fare carrieraall’interno del lavoroche si è scelto, poiperò, quando si trova aconfrontarsidirettamente con lacorruzione, capisce che

può mirare moltopiù in alto.

Nella sua irresistibile ascesa sociale vieneaiutato da una donna più grande di lui, bella,colta e molto ricca. Grazie a lei Filippo entra incontatto con il mondo dell’alta finanza e iniziala scalata verso uno stato economicamenteprestigioso, mettendo da parte ogni remora.“È un film sulle scelte etiche che si trovanodavanti le persone nella loro vita”, prosegueMarra. “È il mio modo di raccontare il nostropaese attraverso il ritratto di gente senzascrupoli”.Un film molto attuale…Sì, anche se è nato tre anni fa, quando non sierano verificati così tanti casi di cronaca moltovicini alla storia che racconta. È, forse, la provache il cinema riesce ad arrivare alla realtà conun occhio più “veloce”.Anche L’ora di punta è un film fedele aduna poetica cinematografica coraggiosa,perché di matrice politica e sociale. Aproposito di scelte etiche: quanto èdifficile per un regista come leicontinuare a fare cinema in Italia?Senza dubbio è difficilissimo: so che puòsembrare presuntuoso, ma io sono convintoche esistono dei film “necessari”. Per primacosa un regista deve capire quali sono le suepriorità: la mia esigenza primaria è quella difare film di cui essere fiero. Io cerco un cinemaradicato nella memoria, per tentare di lasciarequalcosa a chi verrà. La mia ossessione nasce

Quelle facili scorciatoie

FILMOGRAFIA: Tornando a casa (2001), Estranei alla massa (doc., 2002), Paesaggio a Sud (doc., 2003),Vento di terra (2004), 58% (doc., 2005), L’udienza è aperta (doc., 2006), L’ora di punta (2007)

L’autore con Fanny Ardant Michele Lastella

A sinistra Giulia Bevilacqua

Quelle facili scorciatoieDai personaggi “reietti” dei film precedenti al mondo dell’alta finanza e dellaborghesia benestante: con “L’ora di punta” l’autore napoletano afferma di nonaver cambiato direzione, nonostante la presenza di Fanny Ardant

dirigere film in cui non mi riconosco e chenon rispettino in pieno la mia visione.Attenzione: io non sono il paladino di nulla.Gli altri possono fare quello che vogliono. Ionon giudico le loro scelte. Tuttavia,preferisco fare un cinema fatto di storie chenascono nel mio profondo.Qual è la sua ambizione?Quella di fare film che possano far pensare,e in questo senso sono già molto soddisfatto.Per ciascuno dei miei film ho sempre trovatopersone che mi hanno detto o scritto quantoil mio lavoro li avesse obbligati a pensare e amettere in discussione le proprie idee.Questa è la vittoria più bella per me.Il cinema può riuscire, quindi, acambiare il mondo…Il mondo è troppo grande. Sono orgogliosodi avere insinuato un dubbio nella testa diqualcuno. Questa sì che è una cosa enormee, per me, senza prezzo.Cosa è cambiato in questi anni nel suomodo di fare cinema?Assolutamente nulla. Sono sempre andatoavanti come un treno con il mio modo durodi esprimere le mie idee in un momento nonfacile come quello della lavorazione di unfilm. Vado avanti seguendo l’istinto. Non horimorsi, so di dare sempre tutto quello cheposso nel mio lavoro. Il mio modo di dirigeregli attori è sempre lo stesso.

Anche con Fanny Ardant?Sostanzialmente sì: anche se il suo essere unastar e una signora mi ha imposto qualcheriguardo, il mio approccio lavorativo con leiè stato simile a quello che ho avuto con ipescatori di Tornando a casa. Credo cheFanny mi abbia apprezzato anche perquesto. Ha capito che sono una personainteressata alla sostanza e alla schiettezza.Quali storie sente necessario raccontare,adesso?Ho sempre sognato di portare al cinema unastoria pensata, sin dall’origine, insieme a miopadre. Nonostante la sua malattia siamoriusciti a scrivere un soggetto: adesso, perme, la mia nuova ossessione è quella di farequesto nuovo film.Qual è la trama?Per il momento preferisco non dire nulla.Posso solo aggiungere che devo molto a miopadre: lui ha sempre spinto me e mia sorellaa cullare e a inseguire i nostri sogni.Qual è il suo sogno, oggi?Quello di continuare a fare il cinema conminore fatica e meno “sangue” e,soprattutto, quello di realizzare sempre deifilm validi. So che sarà sempre una battaglia,ma il mio augurio è quello di soffrire dimeno per fare film che ritengo necessari.

• MARCO SPAGNOLI

dalla mia personale convinzione che esistaancora un pubblico interessato a vedere filmdiversi rispetto a quelli che, in genere, sonoproposti comunemente. Faccio film che mipiacerebbe andare a vedere e che, comespettatore, possano comunicarmi qualcosa.Io sono nato e vivo in Italia, uno dei paesipiù antichi e dalla storia più ricca. La culturadeve venire per prima: sono sempre statopiuttosto contrario a questa idea estrema dicommercializzazione dove tutto vienemercificato. Il rischio principale è quello diperdere il senso di individualità alla ricerca diun’omologazione piuttosto uniforme. Iopreferisco, invece, fare un cinema che minasca da dentro. Fare film è una battagliadura che va portata avanti in manierarigorosa e con molta concentrazione, congrande passione e dignità. La cosa piùimportante è fare un film che miappartenga, ovvero che io possa riconoscerecome mio.Qual è il prezzo di questo tipo di scelta?Il prezzo è alto, ma ne vale la pena, perchésiamo comunque dei privilegiati. Io non vadoin fabbrica a spezzarmi la schiena e, adifferenza di tante persone, faccio un lavoroche amo. Personalmente preferisco soffrireper portare avanti le mie idee e rinunciare allivello economico raggiunto da molti mieicolleghi; quello che, però, non posso fare è

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Riccardo Milanii n t e r v i s t a

FILMOGRAFIA: Auguri professo-re (1997), La guerra degli Antò(1999), Il posto dell’anima(2003), Piano, solo (2007)

••• Piano, solo è il titolo scelto dalregista Riccardo Milani per il film biografico sulmusicista jazz Luca Flores, morto suicida a soli39 anni nel 1995. Il film è tratto dal libro diWalter Veltroni Il disco del mondo. Vitabreve di Luca Flores, musicista, che raccontala parabola di un ragazzo pieno di talento,dalla passione infantile per Le quattrostagioni di Vivaldi – da lui soprannominato “ildisco del mondo” – ai successi nel mondo deljazz, alla tragica fine dopo anni di malattiamentale. Il titolo del film ha un doppioriferimento, al tipo di concerti eseguiti alpianoforte da Flores e alla sua solitudineesistenziale, che al di là del successo, delleamicizie e degli amori, lo portò a soccombere aldolore. Nell’impegnativo ruolo del musicista,Kim Rossi Stuart, affiancato fra gli altri daJasmine Trinca, Paola Cortellesi e MichelePlacido nella parte del padre.In che rapporto è il film con il libro diVeltroni? Avete apportato variazioni oapprofondimenti rispetto a quella traccia? La biografia di Veltroni è stata il punto dipartenza per acquisire una serie di ulteriorielementi, utili a costruire la sceneggiatura.Abbiamo interpellato la famiglia, gli amici, lepersone che avevano seguito tutto il percorsodoloroso di Flores. Il racconto cinematograficoha preso a volte delle diramazioni non del tuttoaderenti alla realtà, ma senza mai tradire lafigura di questo ragazzo così sensibile e pienodi talento.A livello drammaturgico quali elementidella biografia avete messo in rilievo?Tutti gli elementi hanno una loro importanza.La vita di Luca Flores è stata molto particolare.Suo padre era un geologo di famainternazionale e portava con sé la famiglia neisuoi soggiorni di lavoro. Questo spostarsicontinuamente comportava elementi di novitàe di grande impatto emotivo per dei bambiniche conoscevano il mondo. In Africa c’è statol’episodio importante della morte della madre,in seguito alla quale i fratelli Flores si sonoseparati. Luca e la sorella Barbara sono andati a

studiare a Firenze, dove Luca si è diplomato apieni voti in pianoforte al conservatorio.L’accostarsi di Luca al pianoforte, al jazz,all’amore, agli amici, fa parte del percorsonormale di un ragazzo, che però aveva daqualche parte in fondo all’anima un dolore chenon si è mai spento. Quel dolore si è rifatto vivoin maniera prepotente e invincibile nel corsodella sua vita.Il destino dei musicisti jazz è spessotragico, tanto da far pensare a unacorrelazione fra creatività, talento epulsione autodistruttiva. Qual è la letturache il film dà del destino di Flores?La vita di Flores ha due aspetti: da una parte lavitalità e la grande passione per la musica,dall’altra un dolore che portaall’autodistruzione. Quando ho letto la suabiografia, una cosa che mi ha impressionatomolto è che aveva degli elementi comuni con lestorie che avevo precedentemente affrontatonel cinema, ad esempio ne Il postodell’anima o La guerra degli Antò: storie dipersone belle che non ce la fanno. Non riesconoa esprimersi del tutto e non riescono adomologarsi al mondo che le circonda, perchéhanno difficoltà a relazionarsi con i rapporti diforza esterni e non sono adattabilicompletamente al mercato. Luca è anchequesto: un ragazzo che si affida alla suasensibilità estrema e non riesce ad essere unvincente. Questo è stato per me un elemento digrande fascino, attraverso il quale è scattatauna forte molla. Mi sono accostato a luiascoltando la sua musica, che non conoscevo, epoi scrivendo il film, girandolo e montandolo.Mi sono affezionato sempre di più alla figura diFlores, per il suo talento e la sua fragilitàemotiva. La sua vita è molto speciale, ma di vitemolto speciali che la gente non conosce ce nesono tante. La forza che può avere il cinema èdi portarle alla luce.In che modo il clima degli anni ‘80-‘90influenza la vita e la carriera di Flores?Negli anni ’80 e ‘90 si sviluppa un mondo dellacomunicazione competitivo, in cui ci si deve

imporre. Un ragazzo come Luca non ne avevala capacità. Conosceva benissimo solo il propriomestiere e aveva il talento, che allora comeoggi dovrebbe essere l’unico elemento su cuipoter dare un giudizio. Ma questo purtropponon accade, ci si impone per altre vie, con altrimezzi.Che tipo di intervento è stato pensato perla colonna sonora, che comprendeovviamente la musica di Flores e lemusiche originali di Lele Marchitella edella Banda Osiris?La musica è un elemento narrativofondamentale del film, sia nei momenti piùfelici, sia in quelli più dolorosi; sarebbe statoimpensabile trattarla in modo freddo edescrittivo. All’inizio pensavo che la colonnasonora originale dovesse rimanere nettamentedistinta dalla musica di Luca. In realtà le dueparti sono andate fondendosi e la musica diLuca è diventata il commento di alcune scenedella sua stessa vita. Oltre ai suoi, ci sono branimusicali di jazzisti che Flores ha accompagnatoal piano, del livello di Dave Holland, MassimoUrbani e Chet Baker, che non riusciva a fare ameno di lui nei suoi concerti in Italia. Alcuniloro pezzi, anche molto diversi dalla musica diFlores, entrano nel film dando vita a unafusione unica con il resto della colonna sonora.Veltroni stesso ha giudicato Kim RossiStuart l’interprete più adatto adinterpretare Flores. Per quali suecaratteristiche lo hai scelto?Mi pareva che Kim avesse le doti giuste per ilpersonaggio, sia per il percorso che ha già fattocome attore, sia per una sorta di introversionepersonale. Non mi sbagliavo: si è calato nelpersonaggio in maniera pressoché totale, comefa lui. Il suo modo di lavorare lo porta a vivere ilpersonaggio in modo assoluto, durante ilperiodo di lavorazione. Oltre alla tecnica diattore, ha anche una grande capacità di scavarenelle proprie esperienze, nei propri sentimentie in questo caso, probabilmente, anche neidolori vissuti.

• BARBARA CORSI

Il talento non basta“Piano, solo” ripercorre la breve vita del pianista jazz Luca Flores, a partire dallabiografia di Walter Veltroni, con l’adesione al personaggio di Kim Rossi Stuart

Kim Rossi Stuart con Jasmine Trinca

Cinema. Lo spettacoloC

Il presente listino non è impegnativo agli effetti delle procedure

Vi dichiaro Marito e Marito (I now Pronounce you Chuck and Larry)Regia: Dennis Dugan • Cast: Adam Sandler, Kevin James, Jessica Biel, Steve Buscemi, Dan Aykroyd

Chuck (Adam Sandler) e Larry (Kevin James) sono l’orgoglio della loro unità dipompieri. Chuck ama spassarsela mentre Larry, rimasto vedovo, non ha in testache il bene della sua famiglia. Quando un burocrate troppo zelante mette il naso

nelle carte della polizza sulla vita di Larry, Chuck è pronto ad aiutarlo mettendosiin situazioni assurde, e forse anche a... sposarlo.

Elizabeth: The Golden AgeRegia: Shekhar Kapur • Cast: Cate Blanchett, Clive Owen, Geoffrey Rush, Samantha Morton

Per la regia di Shekhar Kapur, Cate Blanchett ritorna al ruolo che nel 1998, con “Elizabeth”, le ha fatto guadagnareuna nomination agli Oscar® come migliore attrice. “Elizabeth: The Golden Age” ci trasporta nell’Inghilterra delXVI secolo, fra invidie, gelosie, intrighi di corte e amori celati. In questo contesto così complicato, Elizabeth dovrà

trovare un equilibrio tra i suoi doveri di Regina e la sua vulnerabilità nei confronti di Sir Walter Raleigh (Clive Owen).

The KingdomRegia: Peter Berg • Cast: Jamie Foxx, Jennifer Garner, Chris Cooper, Jason Bateman, Jeremy Piven

I premi Oscar® Jamie Foxx e Chris Cooper sono i protagonisti di una storia esplosiva sulloscontro fra Medio Oriente ed Occidente. Riuscirà l’agente speciale Ronald Fleury a catturareil capo dei terroristi responsabili degli attacchi nei confronti degli americani in Arabia Saudita?

Un’adrenalinica avventura nel mondo arabo che lascerà tutti col fiato sospeso.

Espiazione (Atonement)Regia: Joe Wright • Cast: Keira Knightley, James McAvoy

È il giorno più caldo dell’estate del 1935 quando la giovane Briony Tallis compie uncrimine che segnerà per sempre la sua vita e quelle della sorella Cecilia (KeiraKnightley, nomination all’Oscar® come migliore attrice per “Orgoglio e Pregiudizio”)

e del ragazzo Robbie Turner (James McAvoy). Una storia drammatica e intensa trattadal bestseller di Ian McEwan, destinata a far parlare di sé.

The Bourne Ultimatum - Il Ritorno dello SciacalloRegia: Paul Greengrass • Cast: Matt Damon, Joan Allen, Julia Stiles

Finalmente in arrivo l’atteso terzo capitolo della saga di Jason Bourne, la spia che da ben 4 anni continua adappassionare milioni di fans. Dopo aver perso la memoria e l’unica persona che amava, Jason è quanto maideterminato a scoprire la sua vera identità ed è pronto a superare ogni ostacolo pur di riuscirci: solo recuperando

il proprio passato potrà sperare in un nuovo futuro.

Un’Impresa da Dio (Evan Almighty)Regia: Tom Shadyac • Cast: Steve Carell, Morgan Freeman, Joan Cusack, Lauren Graham

Dopo il grande successo di “Una Settimana da Dio”, sta arrivando “Un’Impresa da Dio”. Questa volta,per la regia di Tom Shadyac, “l’Onnipotente” Morgan Freeman incaricherà Evan Baxter (Steve Carell)di costruire una nuova Arca per salvare centinaia di specie animali da un secondo diluvio universale.

Come potrà questo novello Noè compiere l’impresa senza essere scambiato per pazzo?

Molto Incinta (Knocked Up)Regia: Judd Apatow • Cast: Seth Rogen, Katherine Heigl

Tutti hanno desiderato avere una storia di una notte e basta, senza complicazioni. Anche Ben (SethRogen) e Alison (Katherine Heigl) lo pensano, fino a che non si accorgono di avere un grande problema,e ben 9 mesi per provare a risolverlo. Sulla scia del successo di “40 anni vergine”, il regista e sceneggiatore

Judd Apatow torna a portare in scena la grande comicità che solo i rapporti umani sanno creare.

Hot Fuzz Regia: Edgar Wright • Cast: Simon Pegg, Nick Frost, Jim Broadbent

Dai creatori de “L’alba dei morti dementi” arriva una nuova entusiasmante black comedy. Nicholas Angel, fiore all’occhiellodella polizia londinese, viene trasferito nella ridente cittadina di Sandford, dove la missione più rischiosa sembra essereaccompagnare a casa gli ubriachi da pub. Affiancato da un collega imbranato, Angel si ritrova ad indagare su una serie di

morti apparentemente accidentali. E se la tranquilla cittadina di campagna non fosse poi così tranquilla?

Lezioni di Cioccolato Regia: Claudio Cupellini • Cast: Luca Argentero, Violante Placido, Neri Marcorè

Prodotto da Cattleya, diretto da Claudio Cupellini (regista di uno degli episodi di“4-4-2 - Il gioco più bello del mondo”) e scritto da Fabio Bonifacci (“NotturnoBus”). Commedia brillante e romantica, si rifà alla migliore tradizione delle

commedie contemporanee dove tra gag, equivoci e ricette da capogiro nasconoamicizie e grandi amori, il tutto condito da un ingrediente d’eccezione: il cioccolato.

più grande del mondo.

Lo Spaccacuori (The Heartbreak Kid)Regia: Bobby Farrelly • Cast: Ben Stiller, Michelle Monaghan

È bellissima, è perfetta, è... un incubo! Eddie (Ben Stiller) è riuscito a sposarela donna dei suoi sogni ma la luna di miele si tramuta presto in luna di... fiele. Quellache pensava fosse un angelo si rivela in realtà il peggiore dei diavoli, ma non tuttoil male viene per nuocere: sarà proprio questo sfortunato viaggio di nozze a fargliconoscere il vero amore della sua vita.

Bee MovieRegia: Steven Hickner, Simon J. Smith

Barry B. Benson (Jerry Seinfeld), una giovane ape, ha ambizioni più grandiper la propria vita che produrre miele. Quando Vanessa (Renée Zellweger),una fioraia di New York, gli salva la vita e lo porta con sé in città, a Barrysi apre un mondo nuovo. Scoprendo quanto miele gli uomini consuminoha la brillante idea di citarli in tribunale per furto... ci sarà da divertirsi!

e delle percentuali del cast tecnico e artistico relativo ai fini indicati.

TransformersRegia: Michael Bay • Cast: Shia LaBeouf, Megan Fox, Josh Duhamel, Rachael Taylor, Jon Voight

Quando i nomi di Steven Spielberg e Michael Bay (regista di “Armageddon” e “PearlHarbour”) si uniscono a quelli di Optimus Prime e Megatron, è segno che qualcosa digrande sta per accadere. Per la gioia di milioni di fans, è in arrivo il live action movie deiTransformers. Autobots e Decepticons sono arrivati sulla Terra per combattere la loroeterna guerra sul nostro mondo: uno scontro epico che lascerà tutti attaccati allo schermo.

StardustRegia: Matthew Vaughn • Cast: Charlie Coxx, Robert De Niro, Michelle Pfeiffer, Claire Danes, Sienna Miller, Rupert Everett

In una gelida serata autunnale, una stella cadente solca il cielo sopra un piccolo villaggio inglese e il giovaneTristan promette alla sua ragazza che partirà per trovarla là dove è caduta. È l’inizio di un lungo viaggionell’universo magico di Faerie, in cui Tristan dovrà affrontare mille avventure, fra streghe, pirati e animali parlanti,prima di poter tornare a casa, finalmente uomo.

Shrek Terzo (Shrek the Third)Regia: Chris Miller

Dopo una serie di fortunati successi, Shrek – il solitario e scontroso orco verde – torna nei cinema per il terzo episodio.Alla morte di Re Harold, Shrek viene designato come erede ma l’orco non ha nessuna intenzione di mettersi a capo delregno di Molto Molto Lontano. Insieme ai fedelissimi Ciuchino e il Gatto Con Gli Stivali, Shrek va alla ricerca del principeereditario e il più accreditato sembra essere un giovane di nome Artù. Nel frattempo, Fiona cerca di sventare un colpodi stato messo in atto dal Principe Azzurro, che non si arrende alla sconfitta ricevuta nel secondo capitolo della storia.

A Mighty Heart - Un Cuore GrandeRegia: Michael Winterbottom • Cast: Angelina Jolie, Dan Futterman

Il 23 gennaio del 2002 il giornalista Daniel Pearl venne rapito in Pakistan da un gruppo di estremistiislamici. Fu decapitato dieci giorni dopo. “A Mighty Heart - Un Cuore Grande”, diretto da MichaelWinterbottom, si ispira a questa storia vera. La bellissima Angelina Jolie interpreta Mariane,la moglie di Pearl, che nei giorni del sequestro cerca in ogni modo di salvare suo marito, fra intrighi politicie minacce terroristiche.

DisturbiaRegia: D.J. Caruso • Cast: Shia LaBeouf, Carrie-Anne Moss, David Morse

Kale (Shia LaBeouf, l’astro nascente di “Transformers”) ha appena perso il padre in un incidented’auto. Costretto agli arresti domiciliari per uno scatto di rabbia a scuola, comincia a spiare il suovicinato, dove troverà l’amore e un mistero da risolvere. Prodotto da Steven Spielberg,“Disturbia” corre sul filo fra psycho-thriller e teen movie, inquietando e divertendo in un modo deltutto nuovo che farà scuola.

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••• Anche senza svenimenti finali sulpalco, come lo scorso anno il direttore FrédéricMaire, l’edizione 60 di Locarno, festeggiata conmisura, è sempre più spazio aperto trainnovazione e ricerca, industria e spettacolo,visioni intimiste sulla condizione femminileaccanto a un sulfureo spirito “grindhouse”. Apartire dalla proiezione conclusiva deldocumentario Winners and losers di LechKowalski, cronaca privata dalla parte dei tifosidella finale Francia-Italia dei Mondiali 2006, èstata un’ottima annata, segnata dallacommedia e dal sorriso, ritmata dal rifacimentodel musical Hairspray nella Baltimora del twistalla vigilia dell’integrazione razziale;impreziosita dal sapore delle crostate diWaitress di Adrienne Shelley, in cui lamaternità è annunciata dalla Cavalcata delleValchirie wagneriana. Il Festival ha cercato dimettere a fuoco le violazioni dei diritti civili, ladifficile coesistenza tra culture e religionidiverse, nella rilettura delle trasformazioni edevoluzioni dei costumi, disegnando una zona diconfine tra consapevolezza e ribellione.Pardo d’Oro allo stile e ai sentimenti rarefattidel giapponese Ai-no yokan di MasahiroKobayashi, racconto di solitudini speculari erinnovamenti spirituali attraverso gesti edettagli ripetuti all’infinito; premio specialeMemories, trittico sulla distruzione delleorigini e la scomparsa dei confini socio-economici di Costa-Green-Farocki; premio allaregia Capitaine Achab di Philippe Ramos,biografia romanzata in una contaminazione traracconto e fantasia. Miglior attrice MarionAlvarez per il dramma Lo mejor de mi,riflessione sul sacrificio d’amore; miglior attoreex-aequo Michel Piccoli nella toccante figuradell’anziano abbandonato in Sous les toits deParis di Hiner Saleem e Michele Venitucci perFuori dalle corde di Fulvio Bernasconi,metafora morale di vite senza futuro riscattatedal pugilato. La giuria ha privilegiato uncinema di fredde ed artistiche reiterazioni,tralasciando il lirico e commovente La maisonjaune di Hakkar Amor, dramma sullasofferenza e sul conforto dopo il lutto, le visionilisergiche di Slipstream di Anthony Hopkins, lasemplicità elementare dei conflitti giovanili di

Ladrones di Jaime Marques , i sensi di colpa ele presenze immateriali di Joshua di GeorgeRatliff , la leggerezza e la fatica della creazioneartistica nel rumeno Restul e tacere di NaeCaranfil, il noir circolare e dissacratorio J’aitoujours rêvé d’être un gangster di SamuelBenchetrit. Il pubblico ha preferito la farsafamiliare, nerissima, Funeral party di Frank Oz,tra imprevisti ed equivoci, eredità e scandali,all’energica scuola di vita e percussioni Thedrummer di Kenneth Bi, all’angoscia delfuturibile Vexille di Fumihiko Sori, viaggionell’iconografia fantasy di un mondo popolatoda androidi, condizionati da aspirazioniinarrivabili ma smarriti negli affetti. Se AlinaMarazzi, nel documentario Vogliamo anchele rose, smarrisce l’emotività ma troval’innocenza e la leggerezza delle paroleperdute nei diari di tre donne in fuga, larivelazione italiana è stata I promessi sposi diD’Astolfi e Parenti, spietato ritratto sulla vitaprima e dopo il matrimonio attraverso le paroledel titolare di un corso prematrimoniale, analisicrudele e realistica dell’Italia davanti all’altare.Risate e ribaltamenti in Knocked up – Moltoincinta di di Judd Apatow, commedia post-ideologica sulle relazioni uomo-donna; 1408 didi Mikael Hafstrom, rilettura di un racconto diStephen King, è il percorso autodistruttivo diuno scrittore in visita a cimiteri abbandonati estanze d’albergo stregate. Planet terror diRodriguez, delirante e cialtrone omaggioall’horror, è ricco di citazioni esplicite di Demmee Carpenter, in un divertissement più riuscitodel “gemello” Tarantino, con una strutturanarrativa plasmata dalle intuizioni edall’intelligenza cinefile. Emozioni per larapsodia libanese del documentario di AnouarBrahem Mots d’après la guerre, rilettura inmusica di 50 anni di guerre tra dolori intimi el’impossibilità di costruirsi un presente. Infine, ilthriller della memoria perduta e riconquistataThe Bourne ultimatum di Paul Greengrass èun piccolo gioiello di rimodellazione freneticadelle spy stories, con un senso viscerale edistintivo dell’azione, un montaggio serrato emozzafiato che consente al regista di realizzareciò che a John Woo sfugge da troppo tempo.

• DOMENICO BARONE

I festival dell’estates p e c i a l e

LocarnoUn’ottima annata l’edizione n. 60 del festival, con omaggi aBergman e Antonioni e il Pardo alla carriera a Hou-Hsiao Hsien

TaorminaUna ritrovata vitalità per ilfestival diretto da Deborah Young••• Nuova identità, con la direzionecompetente dell’esperta Deborah Young, per ilTaormina FilmFest, in un’edizione segnata daemozioni mediterranee ed impreziosita dallaretrospettiva completa dedicata a GiuseppeTornatore, il ritorno a casa dei Nastri d’Argento,uno sguardo alle opere del cinema egiziano, leanteprime al Teatro Greco tornato agli antichisplendori ed il concerto di Ennio Morricone. E’una manifestazione ritrovata, malgrado l’assediodelle rassegne di Roma e Torino, che hannosottratto alla tradizione siciliana soldi e spazio, mache mantiene il suo prestigio con la scoperta dinuovi talenti e le lezioni di cinema di Matt Dillon,Terence Davies, Robert Duvall, in un equilibrio tramondanità e ricerca, attraverso un puntod’incontro tra autori d’Oriente e d’Occidente,mettendo insieme le anteprime americane(Transformers, Le regole del gioco, Giovaniaquile) con stili diversi ed appassionati.Making off di Nouri Bouzid ha vinto l’edizione2007 con un racconto innovativo nella forma e nellinguaggio cinematografico, che mostra lemotivazioni, individuali e sociologiche, di unterrorista attraverso l’analisi del percorsoesistenziale del protagonista, in bilico tra ragioneed istinto, paura e desiderio, impulso e vendetta.Miglior regia David Vola per My father, mylove, cronaca familiare di un rabbino nelledifficoltà quotidiane del tenere insieme lafamiglia tra sofferenze e dolori e le tentazionidella secolarizzazione. Rivelazione della selezioneè stato 13mq di Grossman, seducente incrocio trail ritratto di un killer e la cronaca delle periferie,duro e spietato con un occhio a L’odio ed unimpianto strutturale e stilistico da cinema classicoamericano. Premio alla sceneggiatura per L’uomodi vetro di Stefano Incerti, biografia realistica eromanzata di Leonardo Vitale, pentito di mafia,conferma del talento del regista napoletano, trafragilità, paure familiari ed isolamento sociale. Inun’edizione di vitalità ritrovata, c’è stata laconferma del talento dell’attore James Franco,esordiente alla regia con Good time Max, storiedi rivalità tra fratelli, in bilico tra cattivecompagnie e complicità, ma saldata dalla forzadelle relazioni e da affetto incrollabile.Taormina 2007, in un’edizione dedicata al rispettodei diritti umani, con un progetto convincente didialogo e confronto tra ideologie opposte macomplementari, ha la necessità di lavorare conimpegno ed intelligenza, sin dalla prossimaedizione, sulla promozione della rassegna,mantenendo inalterata la qualità delle scelte e laseduzione delle immagini.

DB

AI-NO YOKAN

L’UOMO DI VETRO

Medusa F i lma l l a 64 a mos t ra i n t e rnaz i ona l ed ’a r t e c i nema tog ra f i ca

in concorso

MICHAEL CLAYTON di Tony Gilroycon George Clooney, Ti lda Swinton, Tom Wilkinson

in concorso

IL DOLCE E L'AMARO di Andrea Porporaticon Luigi Lo Cascio, Donatel la Finocchiaro, Fabrizio Gifuni

22. sett imana della crit ica

LA RAGAZZA DEL LAGO di Andrea Molaiol icon Toni Servi l lo, Valeria Golino, Fabrizio Gifuni

Enrico LXXVLucherini a Venezia di Antonello Sarno

Venezia 75di Antonello Sarno

(in coproduzione con Ist i tuto Luce)

www.medusa.it

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••• Come d’abitudine, lavetrina veneziana si rivela un’ottima rampa dilancio: escono infatti in contemporanea due dei treitaliani in concorso, L’ora di punta di VincenzoMarra e Il dolce e l’amaro di Andrea Porporati(oltre alle interviste su questo numero, recensioninel sito www.fice.it/vivilcinema). Il terzo film inconcorso, Nessuna qualità agli eroi di PaoloFranchi, uscirà invece a gennaio 2008, mentre almomento di andare in stampa non conosciamo ladata di uscita di Hotel Meina di Carlo Lizzani.Escono a settembre anche La ragazza del lago diAndrea Molaioli (v. recensione) e la nuova provadi Sabina Guzzanti, Le ragioni dell’aragosta. Inquesta pagina presentiamo gli altri titoli in uscitain contemporanea (o quasi) con il Lido. Degli altri,a partire da In questo mondo libero di KenLoach (fine settembre), appuntamento ai prossiminumeri.

ESPIAZIONEdi Joe WrightTitolo originale: Atonement …Sceneggiatura: Christopher Hampton dalromanzo di Ian McEwan …Fotografia: Seamus McGarvey …Montaggio:Paul Tothill …Musiche: Dario Marianelli …Interpreti: Keira Knightley,James McAvoy, Romola Garai, Brenda Blethyn, Vanessa Redgrave,Saoirse Ronan …Produzione: Working Title …Distribuzione: Universal…Gran Bretagna 2007 …colore 125’

••• UN ROMANZO di straordinario impattoemotivo, con un’ardita e raffinatarielaborazione, nella prima parte, del “flusso dicoscienza” caro a Virginia Woolf per ricostruireattraverso diversi punti di vista la fatidica etorrida giornata estiva del 1935 checondizionerà lo svolgimento di tre esistenze,distruggendone due per una banale somma diequivoci: dando voce ai pensieri e alledeterminazioni di una madre afflitta daemicrania, di una giovane dalla sessualitàpronta ad esplodere, di un ragazzo innamoratoma condizionato dalla propria condizionesociale e di una ragazzina che tutto osserva matutto trasfigura nella sua fervidaimmaginazione, il romanzo di McEwan (ilquinto approdato su pellicola dopo Il giardinodi cemento, Cortesie per gli ospiti, Theinnocent, L’amore fatale, il secondo da eglistesso coprodotto) garantisce intrecci complessied emozioni a palate, ma anche una difficiletrasferibilità su schermo, sebbene lo

sceneggiatore Christopher Hampton induca adaspettative beneauguranti. Nella seconda parte,McEwan affronta coraggiosamente il drammabellico-sentimentale, calando lettori (espettatori) ora nella campagna francese deisoldati inglesi in rotta, ora negli ospedalilondinesi dove la ragazzina viziata – ormaiinfermiera “per penitenza” – si prepara adaccogliere e curare corpi e anime straziate dalconflitto, fino al pre-finale che gioca acompiacere il lettore, dando l’illusione del lietofine (ricordate Gloria di Cassavetes?). Il ruolo diBriony, la ragazzina al centro dell’intreccio, èinterpretato a 13 anni da Saoirse Ronan, a 18 daRomola Garai e infine da Vanessa Redgrave. Peril ruolo della sorella Cecilia, il regista, all’operaseconda dopo Orgoglio e pregiudizio, ha dinuovo assoldato Keira Knightley; James McAvoy(L’ultimo re di Scozia) interpreta il giovaneRobbie Turner e Brenda Blethyn la madre,domestica di casa Tallis.

GLI AMORI DI ASTREA E CELADONdi Eric Rohmer Titolo originale: Les amours d’Astrée et Céladon …Sceneggiatura: EricRohmer dal romanzo “L’Astrée” di Honoré d’Urfé …Fotografia: DianeBaratier …Montaggio: Mary Stephen …Musiche: Jean-Louis Valéro…Interpreti: Andy Gilet, Stéphanie Crayencour, Cécile Cassel, VéroniqueReymond, Rosette …Produzione: Compagnie Eric Rohmer, Rezo Prod.,Bim, Alta Produccion …Distribuzione: Bim …Francia/Italia/Spagna 2007…colore 109’

••• DOPO IL LEONE alla carriera nel 2001, al24° film torna in concorso il maestro francese,che si cimenta nella riduzione di un classicodella letteratura barocca del ‘600, immerso inuna natura arcadica teatro di una travagliatastoria d’amore tra due pastori. A seguito di unabugia, Céladon viene scaricato da Astrea e,creduto morto, viene salvato (e concupito) dalleninfe e quindi costretto ad affrontare diverseprove (incluso travestirsi da donna) per romperela promessa di non apparire più agli occhidell’amata. Dedicato al cineasta Pierre Zucca,che aveva invano tentato di adattare ilromanzo, la riduzione utilizza molti dei dialoghioriginali, ritenuti da Rohmer“straordinariamente moderni”. Tra anacronismiispirati alle illustrazioni del romanzo eraffiguranti una Gallia immaginaria, un mix dicristianesimo e paganesimo, un erotismo

delicato e sottile (“la nudità non è banditanell’opera di Honoré d’Urfé”, – spiega il regista– “non avevo alcun motivo di sopprimerla”),una natura mai così protagonista (“lo splendoredi paesaggi incontaminati conferisce alracconto una dimensione fuori dal tempo”), unumorismo sottile (“gli spettatori potrannoridere in alcuni passaggi, come accadde con Lamarchesa von…, ma avranno ragione di farloperché ne L’Astrée c’è molto umorismo”) siaccompagnano a molti dei temi presenti nellasua filmografia, dalla fedeltà alla ricercadell’amore, con omaggi a Griffith (“è riuscitoper primo a restituire la bellezza della natura”),alle “forme geometriche” care a Hitchcock e aimoti di attrazione e repulsione narrati da FritzLang.

IO NON SONO QUIdi Todd HaynesTitolo originale: I’m not there …Sceneggiatura: Todd Haynes …Fotografia:Ed Lachman …Montaggio: Jay Rabinowitz …Musiche: Bob Dylan …Inter-preti: Heath Ledger, Christian Bale, Richard Gere, Cate Blanchett, JulianneMoore, Charlotte Gainsbourg, Michelle Williams …Produzione: Killer Films,Endgame Entertainment …Distribuzione: Bim …Usa 2007 …colore 135’

••• ISPIRATO ALLA VITA e alle opere di BobDylan, il film intreccia sei storie che esprimonoaltrettanti aspetti della sua volubile personalità:menestrello folk singer, poeta visionario, lasvolta elettrica e quella religiosa. Sono fasi chel’autore di Velvet goldmine e Lontano dalparadiso rielabora dando vita a personaggi“dylaniani” con attori donne e uomini, bianchie neri: un ragazzino undicenne in fugachiamato Woody (come l’idolo di Dylan, WoodyGuthrie), un giovane artista tormentato(Arthur, come Rimbaud, che, interrogato, siesprime attraverso parole e versi delcantautore), l’idolo folk che diventapredicatore, l’attore donnaiolo abbandonatodalla moglie, la rockstar scapestrata (Jude) chemuore nell’incidente in moto, il fuorilegge sulviale del tramonto (Billy, inseguito da PatGarrett). Ogni storia è girata in maniera diversa,in uno stile adatto al tema. Un biopic originaleche restituisce tutta la complessità dell’iconapop tra filmati di repertorio e sequenzeoniriche, fino alla chiusura in dissolvenza conDylan che suona l’armonica. Per unapprofondimento, consigliamo il beldocumentario di Scorsese No direction home.

Dal Lido alle sales p e c i a l e

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Da Venezia con passioneIl film di apertura che rilegge McEwan, la passione arcadica di Rohmer e la cinebiografia di Dylan: ghiotti assaggi della Mostra nei cinema a settembre

ESPIAZIONEGLI AMORI DI ASTREA E CELADON

IO NON SONO QUI

ALTO PATRONATO DELLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA

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s c h e d e c r i t i c h e

••• TRATTO DAL romanzo dellascrittrice norvegese Karin FossumLo sguardo di uno sconosciuto(Frassinelli, 2003), La ragazza dellago segna l’esordio alla regia diAndrea Molaioli, già assistente diautori come Nanni Moretti, CarloMazzacurati e Mimmo Calopresti.Tutto inizia in un paesino del Friuliquando viene ritrovata morta, sullasponda di un lago di montagna,una bellissima ragazza cui tutti,apparentemente, volevano bene.Ad indagare sulla fine misteriosadella giovane è un commissarionapoletano che, dopo molti annialla Squadra Omicidi, è statotrasferito a Udine. La quiete e ilsilenzio della provincia vengonocosì scossi dalle indagini dell’uomoche, contemporaneamente, dovràfronteggiare una crisi personalenella sua vita di padre e di marito.Rarefatto e intenso, La ragazza

del lago è una sorta di TwinPeaks all’italiana, pur senzaun’aperta citazione del lavoro diDavid Lynch, con un meccanismonarrativo molto simile ealtrettanto valido. La cattivacoscienza di un villaggio tranquilloe i suoi segreti vengono messi anudo, come il corpo perfetto dellaragazza morta: una scintilla cheporterà il protagonista afronteggiare demoni edinquietudini altrimenti sopiti sottol’apparente lindore dei luoghi edelle ambientazioni.Le indagini guidano il pubbliconon tanto alla scoperta di unassassino o di un movente, quanto

piuttosto verso il ritorno alla lucedella coscienza assopita di uominie donne pronti, altrimenti, adimenticare tutto. In questo sensoMolaioli gioca fino all’ultimo adepistare il pubblico utilizzando leregole e le potenzialità del cinemadi genere, per “colpire” lospettatore con un film dalla fortevocazione sociale, se nonaddirittura politica.La ragazza del lago registrainoltre il ritorno di unostraordinario Toni Servillo sulgrande schermo dopo il successode Le conseguenze dell’amore.Il personaggio che interpreta è unuomo di grande moralità e

dignità, pronto a difendere leistituzioni e le sue scelte di vita innome di ideali non contrattabili enon mutuabili con il qualunquismodi un’epoca dominata da pensieritroppo deboli per persone comelui. Interessante e coinvolgente, ilfilm è un ottimo esempio delgenere thriller – noir, perché puntaa raccontare grandi idee attraversouna storia apparentementesemplice, mostrata con altrettantasincerità ed interpretata inmaniera notevole da un cast su cuisvettano Fabrizio Gifuni, ValeriaGolino e Sara D’Amario. Ilconfronto tra questi attori eServillo genera un forte senso diinquietudine, dove sguardi e frasiapparentemente banali segnano il“non detto” del film,trasformandolo in momenti digrande cinema.La ragazza del lago è un film cheesplora il tenue confine tra dubbioe disperazione in una società chesembra aver perso i suoi punti diriferimento morali e in cui ilpersonaggio vecchio stampointerpretato da Servillo incarna ilnostro ideale degli uomini che cipiacerebbe rappresentassero leistituzioni in Italia, e non solo.

MARCO SPAGNOLI

Sceneggiatura: Sandro Petraglia dal romanzo “Losguardo di uno sconosciuto” di Karin Fossum…Fotografia: Ramiro Civita …Montaggio: GiogiòFranchini …Scenografia: Alessandra Mura …Musi-che: Teho Teardo …Interpreti: Toni Servillo, ValeriaGolino, Fabrizio Gifuni, Marco Baliani, Nello Mascia,Sara D’Amario, Anna Bonaiuto, Omero Antonutti,Alessia Piovan …Produzione: Indigo Film …Distribu-zione: Medusa …Italia 2007 …colore 95’

di Andrea Molaioli

Corneliu Porumboiu, riflessionesemiseria sulla “falsa” rivoluzionedell’89, e l’inedito Come hotrascorso la fine del mondo,premiato al Certain Regard e“adottato” da Scorsese e Wenders.L’edizione 2007 ha messo sugli alloriCalifornia Dreaming (Nesfarsit),del giovane ma nel frattempodefunto Cristian Nemescu, esoprattutto la Palma d’Oro 4 mesi,3 settimane e 2 giorni, operaseconda (dopo Occident) di CristianMungiu.L’andamento lento di Mungiu,attento a ogni sfumatura psicologicaderivante dall’interazione tra ipersonaggi, è lo stesso dei film deifratelli Dardenne, con la macchinada presa che insegue la protagonista

di spalle, mentre il tema centralericorda Vera Drake di Mike Leigh(la signora inglese che procuravaaborti clandestini).Il film si svolge dapprima nellaresidenza universitaria dovecoabitano Otilia e Gabita, poi, dopola ricerca di una sistemazionetemporanea che rivela più cose sulvivere sotto dittatura comunista diun trattato socioeconomico, nellastanza d’albergo dove il “signorBebe” interrompe la gravidanzaindesiderata di Gabita, assistitadall’amica che pure è attesa per laprima volta a cena a casa deigenitori del fidanzato Adi. Lagiornata sarà interminabile, tra losquallore delle rivendicazioni, nonsolo economiche, dell’uomo, losmarrimento delle ragazze e ilconfronto con quella che purerappresenta la “classe agiata”socialista.Il volto di Anamaria Marinca,splendida protagonista nel ruolo diOtilia, esprime tutti gli stati d’animoe l’amara accettazione della realtàdell’aborto clandestino sotto ilregime di Ceausescu (l’interruzionedella gravidanza era punita condetenzione da 3 a 10 anni),praticato in sordide stanzed’albergo con alti rischi diemorragia e setticemia (nella solaRomania, in 40 anni circa mezzo

milione di donne ci ha rimesso lavita). È un “affare di donne”,parafrasando il film di Chabrol sullostesso argomento, stavolta descrittonon dalla parte della “mammana”bensì della gestante. Leprotagoniste sono due: una vi sisottopone ed è la meno lucida econsapevole, l’altra la assiste edosserva, incarnando una sofferenzatutta femminile che l’uomo – nonsolo il “carnefice” che approfittadella sua posizione – non puòarrivare a comprendere, come Otiliarinfaccia all’inconsapevolefidanzato nel corso della serata.Un film duro, intenso e obiettivo:ispirandosi a una storia vera dellapropria gioventù, Mungiu nongiudica ma si limita a descrivere,costruendo magistralmente unostato di tensione accresciuta dallaclaustrofobia degli ambienti e dalleatmosfere notturne. Ognipersonaggio secondario (laconcierge dell’albergo, le donne infila ai negozi di alimentari, ilcambio nero) ha un senso econtribuisce a rievocarepuntualmente la lunga notte dellaragione in un’oppressioneesistenziale prima che economica,nella quale la tragedia dell’abortorappresenta il più acuto sintomodella solitudine della donna.

MARIO MAZZETTI

4 MESI, 3 SETTIMANE E 2 GIORNI

Titolo originale: 4 Luni, 3 saptamini si 2 zile …Sce-neggiatura: Cristian Mungiu …Fotografia: Oleg Mutu…Montaggio: Dana Bunescu …Scenografia: MihaelaPoenaru …Interpreti: Anamaria Marinca, Vlad Iva-nov, Laura Vasiliu, Alexandru Potoceanu …Produzio-ne: Mobra Film …Distribuzione: Lucky Red …Roma-nia 2007 …colore 113’

di Cristian Mungiu

••• NEGLI ULTIMI ANNI si è rivelatacon forza al festival di Cannes lacinematografia rumena, a partireda La morte del dottor Lazarescudi Cristi Puiu, odissea ospedalieratutta in una notte di un anziano,un’epica del quotidiano con unsotterraneo senso del grottesco chei nostri distributori non hannopercepito; e poi, lo scorso anno, laCaméra d’or A Est di Bucarest di

LA RAGAZZA DEL LAGO

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prosegue la ricerca formale diquesto autore, interessatosoprattutto alle variazioni, alledeviazioni e alle sorprendentiimpennate del rapporto uomo-donna. Tra romanticismo eperversità, tra attrazione esolitudine.Una moglie che passa gran partedella giornata sola in casa con lesue sculture e ha una figliapiccola, si scopre tradita dalmarito. Improvvisamente, inquesto scenario deserto e quasiantonioniano, di alienazioneall’interno di un rapportoconiugale normale perchécodificato dalla norma, si inserisceuna notizia ascoltata intelevisione: un giovanecondannato a morte ha tentatoper l’ennesima volta il suicidio.Spinta da un impulso inspiegabilema non controllabile, la donnariesce a ottenere il permesso diandarlo a trovare in carcerefingendosi una sua ex. Lui èdapprima restio, non dice unaparola perché si è ferito alla golae si lascia vivere in attesadell’esecuzione, ma via viaqualcosa lo affascina nel raccontoamoroso che si dipana, durante iloro brevi colloqui e sempre sottol’occhio di sorveglianti e monitor,

attraverso le invenzioni infantili evitali della donna.Con tappezzerie colorate, costumie canzoni rimandate da unmangianastri, lei riesce atrasformare la stanza spoglia dellevisite in un teatrodell’immaginazione e dellapassione fino a conquistare ilcondannato. Mentre tra i duesconosciuti nasce qualcosa, ilmarito adultero si pente e ildirettore del penitenziario (lostesso Kim in veste di autoironicodeus ex machina) assiste divertitoagli incontri. Soffio analizzadunque il processo creativodell’immaginazione, così vicino aquello dell’innamoramento: iltravestimento, la seduzione delteatro (e del cinema) che puòinscenare stagioni che nonesistono e farci sentire il calore diuna spiaggia in pieno inverno.Come nel precedente Primavera,estate, autunno, inverno.. eancora primavera sono propriole quattro stagioni il filoconduttore di una narrazioneridotta all’osso eppure ricchissimadi suggestioni visive e sensorialiche Kim Ki-duk conduce con unrespiro più che mai lieve, come inun divertissement.

CRISTIANA PATERNÒ

SOFFIO

••• CON SOOM il prolifico registacoreano Kim Ki-duk è approdatoper la prima volta quest’anno alconcorso di Cannes: il suo filmprecedente, L’arco, era passatoinfatti nella sezione collaterale“Un Certain Regard” due anniprima. Escluso dal palmarèsufficiale, Soffio ha comunque

lasciato un segno nella memoriadegli spettatori del festival per lasua grazia e per la coesionestilistica che conferma il talentodel 47enne regista di Ferro 3 e Lasamaritana.Film da camera per la duratacontenuta (84 minuti), per lastruttura musicale e per laconcisione del racconto, girato indieci giorni e montato in unasettimana, prodotto con 500miladollari che vengono dalle venditeall’estero degli altri film, costruitocon pochi attori e pochi ambienti,è una favola d’amore e mortetenera e appassionata che

Titolo originale: Soom …Sceneggiatura: Kim Ki-duk…Fotografia: Jong-Moo Sung …Montaggio: Su-AnWang …Musiche: Myung-Jong Kim …Interpreti:Chang Chen, Zia, Jung-Woo Ha, In-Hyung Kang…Produzione: Kim Ki-duk …Distribuzione: Mikado…Corea del Sud 2007 …colore 84’

di Kim Ki-duk

due città come un unicum doveinnestare personaggimultisfaccettati, caustici, sarcastici,tenebrosi, pieni di tic, di nevrosi avolte inspiegabili.Oltre ad Allen, non bisognadimenticare il percorso che laDelpy ha fatto con RichardLinklater nei tre film Primadell’alba, Waking life e Primadel tramonto, dei quali hacarpito l’essenza dellacontemporaneità dell’animoumano. L’attrice dichiara di averpensato alla storia prima dilavorare nel film Prima deltramonto. Tutto partiva da unacostatazione: la sorpresa cheprovava tutte le volte che rientravaa Parigi dagli Stati Uniti. Era inquel preciso momento chemetteva a confronto le nevrosiamericane con quelle europee:non erano affatto dissimili –elemento cardine di tutto il film.Un’altra curiosità: i genitoricinematografici di Marion sono inrealtà i veri genitori della Delpy.“Grazie a questo film – dichiaral’attrice – ho avuto modo didirigere i miei genitori. Hannofatto molto teatro in passato mamai cinema. Così mi sono detta:“facciamolo”.

DAVIDE ZANZA

DUE GIORNI A PARIGI

Titolo originale: Deux jours à Paris …Sceneggiatura,Montaggio e Musiche: Julie Delpy …Fotografia:Lubomir Bakchev …Costumi: Stéphane Rollot…Interpreti: Julie Delpy, Adam Goldberg, DanielBruhl, Marie Pillet, Albert Delpy, Aleksia Landeau,Adan Jodorowsky, Alexandre Nahon …Produzione:Têmpete Sous un Crane, Back Up Media, PolarisFilms …Distribuzione: DNC …Germania/Francia2007 …colore 96’

di Julie Delpy

••• E’ PROPRIO il caso diammetterlo: due giorni a Parigipossono fare davvero ladifferenza, soprattutto se la postain gioco è un rapporto a due e selei si chiama Julie Delpy. Ilcartellone “Panorama” del Festivaldi Berlino 2007 ha portatoall’occhio (o, per meglio dire, alcuore) attento dello spettatoreuna commedia brillante,romantica e, se vogliamo, a voltecaustica e nevrotica per il debuttodietro la macchina da presa della

bellissima attrice francese, JulieDelpy, la sposa bianca del film diKieslowski.Nel film interpreta il ruolo diMarion, una fotografa franceseche vive e lavora a New Yorkinsieme al compagno Jack. Il lororapporto si trova in cattive acque.Così decidono di intraprendere unviaggio in Europa, passando allafine dell’itinerario diriconciliazione a Parigi, dovevivono (non a caso) i genitori diMarion. Nello stesso istante in cui idue arrivano nella capitalefrancese, succederanno tante cose,la più importante delle qualirisiede nella riscoperta di se stessi.Dalla trama si direbbe “ma si

tratta di un film già visto!”, inrealtà la Delpy dimostra, comesceneggiatrice, montatrice,musicista e regista, di avercostruito una solida ragnateladove adagiare due vite ormaiconsumate dai ritmi e dai tempidella grande metropoli. E a questopunto non può non venire inmente il grande maestro WoodyAllen, dal quale l’attrice francesemutua molto, a partire dal suoruolo, ricalcato, maconcettualmente attualizzato,dalla Diane Keaton di Io e Annie.Non solo. L’architettura dellascrittura e della messa in scenacostruiscono un ponte ideale fraNew York e Parigi, identificando le

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••• BALTIMORA, 1962. Nonostante ichili in eccesso, l’adolescente TracyTurnblad è un’ottima ballerina: conl’amica Penny, sogna di partecipareal programma tv più seguito daigiovani, il Corny Collins Show.Quando una delle star abbandonala trasmissione, la produzioneorganizza un’audizione per trovare

un nuovo volto: Tracy sbaraglia laconcorrenza, mettendo in ombrapersino la reginetta dello show,Amber Von Tussle. Un successocoronato anche dall’amore, ma aTracey non basta: vorrebbe che latelevisione non fosse off limits per iragazzi di colore. Con gli amici e ilpadre, dimostrerà pubblicamenteper l’integrazione tra bianchi e nericentrando il bersaglio.Adattamento dell’omonimospettacolo teatrale firmato daMark O’Donnell e Thomas Meehan(qui co-sceneggiatori),la nuovaversione del regista e coreografoAdam Shankman non ha la stessavis comica – e drammaturgica –dell’originale di John Waters del

1988 (in Italia Grasso è bello, acui si è rifatto lo stesso musical diBroadway). Premessafondamentale, ma è appuntolimite per comparazione:Hairspray 2007 (gran successo inPiazza Grande a Locarno) funziona,eccome. Dalla sua, una partenza alfulmicotone con Nikky Blonsky cheriecheggia Good MorningBaltimore, e pazienza se lacostruzione classica dei musical –progressione ad maiora per musica,coreografie, plot stesso – rischia divacillare. Con coscienza e arguzia,regista e sceneggiatori evitano dicalcare la mano sull’anti-apartheidche faceva da perno alla versioneWaters, cercando viceversa unacomicità libera (e frivola) diconnotazioni socio-politiche. Afarla da padrone, il cast: accantoalla Blonsky (splendida) e alle rivaliPfeiffer (da poco sulla Walk ofFame di Hollywood, meritataalmeno per le doti estetiche…) eSnow, spiccano il padre di TracyChristopher Walken (applausi perestro, misura e performance) e lamadre John Travolta, che entravesti gigioneggia, divertendosi edivertendo. Non è poco, Hairsprayesce in un’annata cinematograficazeppa di pretendenti agli Oscar, maritrovarlo agli Academy Awards

non sarebbe uno scandalo.Superiore a Chicago e affini degliultimi anni, sa occhieggiare apubblici differenti: i nostalgici diWaters, i “teatranti”, i giovani (acui si deve l’estetica – montaggio inprimis – MTV generation), senzatralasciare il serbatoio sempreverdedegli estimatori dei musical. Tuttagloria per Waters, che ha accettatodi entrare tra i co-produttori diquesto remake, marchiandolo conun cameo davvero “Flasher”...

FEDERICO PONTIGGIA

HAIRSPRAY

Sceneggiatura: Mark O’Donnell, Thomas Meehan,Leslie Dixon …Fotografia: Bojan Bazelli …Montag-gio: Michael Tronick …Musiche: Marc Shaiman…Interpreti: John Travolta, Nikki Blonsky, AmandaBynes, Christopher Walken, Zac Efron, Queen Latifah,Michelle Pfeiffer, Brittany Snow …Produzione:Gabriel Simon Prod., Storyline Entertainment, NewLine Cinema …Distribuzione: Moviemax …Usa 2007…colore 117’

di Adam Shankman

••• REGISTA POLIEDRICO con rareimpennate (La piccola bottegadegli orrori, In & Out), Frank Ozporta sugli schermi una pepatasceneggiatura di Dean Craig, chericorda vagamentenell’impostazione La cerimonia delmassaggio di Alan Bennett.Un’immersione impietosa egrottesca nelle ipocrisie e grettezzedi una benestante famigliadell’upper class britannica, riunitaper il funerale del patriarca. C’è lavedova, naturalmente affranta, e idue figli: il devoto Daniel è semprestato vicino ai genitori insieme allamoglie, che pure non vede l’ora ditrasferirsi altrove per sfuggire alleostilità della suocera. Il cuore dimamma, come spesso accade, è peròtutto per lo scapestrato matalentuoso Robert, scrittore disuccesso egoista e superficiale chevive a New York. L’astio inespresso diDaniel deriva anche dalle frustrate

ambizioni letterarie, e vienealimentato dal disappunto deiparenti alla notizia che sarà lui, enon il fratello scrittore, a tenere ilsermone funebre. L’altro ramo dellafamiglia contempla la cuginaMartha, in arrivo col fidanzatoavvocato Simon in preda all’ansia eal timore (fondato) di non piacere alfuturo suocero, e col fratello chespaccia pillole allucinogene, unadelle quali – scambiata per untranquillante – viene per erroresomministrata a Simon. Aggiungetei rozzi amici di famiglia Howard eJustin (quest’ultimo innamorato diMartha) che accompagnano

l’arcigno zio Alfie, costretto sullasedia a rotelle.Con questi ingredienti il cinemadanese offrirebbe un intensodramma psicologico, quellohollywoodiano un melodrammastucchevole; ma la “sana”irriverenza britannica e lo stile soprale righe del regista producono unacommedia acida più riuscita di In &out, con cui condivide il tema dellarivelazione scabrosa delle abitudinisessuali del defunto, e con alcunimomenti di irrefrenabile comicità,ora greve ora sapientementecostruita. Se le pillole di acido

produrranno effetti devastanti sullariuscita della cerimonia funebre, lapresenza di un misterioso ospitecauserà conseguenze irreparabili suigià precari equilibri familiari,scoprendo numerosi scheletrinell’armadio e scatenando una resadei conti alla fin fine benefica permolti. Non rovineremo le sorprese ele svolte (talune prevedibili maefficaci) della scoppiettantesceneggiatura; ci limiteremo asegnalare, nella nutrita galleria diattori, il bravo Alan Tudyk nelleincontrollate vesti dell’avvocato, ilveterano Peter Vaughan (lo zioAlfie) e il redivivo Ewan Bremner, il“brutto” di Trainspotting, quiilluso e perfido spasimante.Presentato fuori concorso in PiazzaGrande a Locarno, Funeral partyva somministrato come antidotodopo dosi massicce di film d’essai,bellissimi ma irrimediabilmenteimpregnati di pessimismo cosmico,particolarmente indicato agliestimatori dell’umorismo nero, atratti sconfinante nel macabro. Trascambi di salma, un cadaverescaraventato a terra dalla bara,tentativi di doppio interramento, c’è(anche) di che ridere a denti stretti…

MARIO MAZZETTI

FUNERAL PARTYTitolo originale: Death at a funeral …Sceneggiatura:Dean Craig …Fotografia: Oliver Curtis …Montaggio:Beverley Mills …Scenografia: Michael Howells…Musiche: Murray Gold …Interpreti: Matthew Mac-fayden, Alan Tudyk, Keeley Hawes, Ewan Bremner,Rupert Graves, Peter Vaughan, Peter Dinklage, DaisyDonovan …Produzione: Sidney Kimmel Entertain-ment, Parabolic Pictures, Stable Way Entertainment,Target Media Entertainment …Distribuzione: Mikado…Gran Bretagna/Usa/Germania 2007 …colore 90’

di Frank Oz

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SHREK TERZO anima il film: Biancaneve,Cenerentola e compagne fanno dadame di compagnia e scudiere aFiona, rimasta al castello, mentre icattivacci più famosi, da CapitanUncino in su, sono alsoldo del PrincipeAzzurro, ridotto arecitare in unteatrino edeterminato ariprendersi iltrono. Più che aibambini, si hal’impressione chegli sceneggiatori

strizzino l’occhio ai più cresciuti, acolpi di battute e colonna sonora.

CHIARA BARBOSceneggiatura: Jeffrey Price, Peter S. Seaman, JonZack da un soggetto di Andrew Adamson, dall’omo-nimo libro di William Steig …Montaggio: MichaelAndrews, Joyce Arrastia …Musiche: Harry Gregson-Williams …Animazione: Paul Chung, Eric Lessare…Produzione: DreamWorks Animation, Pacific DataImages, DreamWorks SKG …Distribuzione: Univer-sal …Usa 2007 …colore 92’

di Chris Miller

••• COME I PRECEDENTI, anche ShrekTerzo è uno spettacolo per gli occhi,per l’animazione sempre più precisa(basti osservare l’espressività dei volti)e la straordinaria fantasia visiva. Maqualche passo falso comincia a farloanche l’orco più famoso del mondo,

con una trama che punta sull’azionee su alcune gag piuttosto che sullacommedia, privilegiando tematichecome la paternità e la carriera, piùadatte ad un pubblico adulto. Shreksi trova infatti di fronte a dubbiesistenziali, e il suo viaggio allaricerca di Artie (giovane e pocoresponsabile cugino di Fiona) perportarlo sul trono del Regno MoltoLontano è appesantito da questionilacrimose, mentre il Gatto con gliStivali e Ciuchino si limitano a fare icompagni di avventura/sventura,perdendo di ruolo e personalità. Unafolla di personaggi di fiabe famose

REIGN OVER MEalla fine grazie ancheall’interpretazione di Adam Sandler,qui nel suo primo ruolo drammaticodopo Ubriaco d’amore. CharlieFineman è un sopravvissuto. Lamoglie e le figlie erano su uno degliaerei gettati contro le Torri Gemellel’11 settembre. Non ci si risolleva daun dolore così grande, un dolorecosì grande non si mostra, non siracconta se non lavorando disottrazione, ed è quello che fannoSandler e il regista e sceneggiatoreMike Binder.Charlie vive lontano da tutti,sopravvive aggrappandosi a giochielettronici e vinili, a piccoleossessioni, vaga di notte su unmonopattino elettrico per le stradedi Manhattan. In un azzardonarrativo (non l’unico a dire il vero),

Alan Johnson (Don Cheadle), excompagno di college, si imbatte inCharlie per caso. Sono due solitudiniche si incontrano: anche Alan,dentista affermato, marito e padrefelice, nasconde frustrazioni,preoccupazioni, e i due si ritrovanoin una dimensione adolescenziale,fatta di giochi, vecchi film e unaspensieratezza che nessuno dei dueha in sé ma che nei momenti in cuisono insieme riescono a recuperare.Alan cerca di tirare fuori Charlie dalsuo abisso, e così facendo riscoprelati di sé perduti, che rivorrebbeindietro. Il personaggio di Cheadleperò non convince (come anche LivTyler nel ruolo della psichiatra).Reign over me è un film notturno,stringato; il registro principale èquello dell’intimità, in un fragile

equilibrio non esente da qualchescivolone, fino al ripiego narrativoche mira inutilmente ad andare aconcludere, sociologicamente e“legalmente”, laddove il filmtrattava invece di stati d’animonascosti e irraccontabili, di individuie non di collettività, una sceltagiusta tanto più parlando deltrauma che la catastrofe umanadell’11 settembre ha provocato.

CHIARA BARBOSceneggiatura: Mike Binder …Fotografia: Russ T.Alsobrook ...Montaggio: Steve Edwards, JeremyRoush …Musiche: Rolfe Kent …Interpreti: AdamSandler, Don Cheadle, Jada Pinkett Smith, Liv Tyler,Saffron Burrows …Produzione: 3 Art Entertainment,GH Three, Madison 23, Mr Madison Prod., RelativityMedia, Sunlight Prod. …Distribuzione: Sony …Usa2007 …colore 128’

di Mike Binder

••• LE SCENE DI apertura del filmsuggeriscono subito un senso diperdita, sensazione che rimane fino

I SIMPSON - IL FILM

per Bart? Divorzio imminente traHomer e Marge?), grazie a unacolonna sonora con qualche perlache ci guardiamo bene dal rivelare(citiamo soltanto una rivisitazionedel tema di Spiderman e l’inno diSpringfield sulle note della“Marsigliese”, per il resto occorre lapazienza di restare in sala fino allafine di tutti, ma proprio tutti, i titolidi coda) e ad incursioni-lampo al dilà del racconto (omaggio aglispettatori assuefatti allatelevisione?).Coloro che non conoscessero la serieapprenderebbero fin dalle primesequenze che in famiglia una linea didemarcazione netta separa uomini e

donne: gli uomini di casa Simpsonsono pigri (se non ignavi), dispettosie guastafeste; non hanno rispettoper le istituzioni, sembrano nonconoscere né etica né buon senso eagiscono senza pensare. Le donne dicasa Simpson sono assennate (se nonaddirittura lungimiranti e sagge),predicano al vento e per farsiascoltare sono costrette ad azioni diforza.Quando il film incomincia, la vitascorre normalmente: padre e figliogiocano alle “sfide impossibili”(scommettiamo che non hai ilcoraggio di arrampicarti in cimaall’antenna della televisione sul tettodi casa? – ovvero: le cose piùpericolose che avreste voluto farequando eravate piccoli, per giuntacon la benedizione di vostro padre)mentre la piccola Lisa si battesolitaria per una missioneambientalista. Ma qualcosa si incrinaquando nonno Simpson vieneprescelto da Dio per farsi portavocedi una indecifrabile rivelazione che

lascia scossa la sola Marge e quando,poco tempo dopo, Homer rientra acasa con un nuovo membro adottivodella famiglia: Spider Pig, unmaialino miracolosamente scampatoal macello.Trasponendo in un lungometraggioper il grande schermo la serie piùfamosa degli ultimi anni, glisceneggiatori storici dei Simpsonhanno scelto come nucleodrammatico la tematicaambientalista, immaginando la cittàdi Springfield minacciata dagli effettinefasti dell’inquinamento, pronta aessere ingurgitata da un lago checova creature transgeniche. Qualemiglior pretesto per eleggere azimbello il governatoreSchwarzenegger e prendere di mirale strategie politiche e il sistema disicurezza statunitensi? Irriverenticome li abbiamo conosciuti sulpiccolo schermo, i Simpson nelle salecinematografiche non deludono.

SILVIA ANGRISANI

Sceneggiatura: Matt Groening, James L. Brooks, AlJean, Mike Scully, Ian Maxtone-Graham, GeorgeMeyer, David Mirkin, Mike Reiss, Matt Selman, JohnSwartzwelder, John Vitti …Montaggio: John Carno-chan …Produzione: 20th Century Fox, Film RomanProductions, Gracie Films …Distribuzione: 20th Cen-tury Fox …Usa 2007 …colore 100’

di David Silverman

••• È SUFFICIENTE che il buio delloschermo lasci il posto al logogigantesco della Fox per piombareimmediatamente, senza esitazioni,nell’universo irriverente dei Simpson.Cento minuti di leggerezza chevolano via gioiosamente, grazie auna sceneggiatura forte che incrociaefficacemente l’azione pubblica conle storie private (un padre adottivo

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dalle mostruose creature, permettersi in salvo. Non è questaperò la versione che racconta aifigli. Ma, naturalmente, la donnanon è morta... Dall’inizialeinquietudine dei protagonisti edall’atmosfera post-atomica, sipassa a una più tesa suspense,quindi al thriller, infineall’action/splatter, con lunghesequenze di inseguimenti euccisioni. Il virus infatti non èstato debellato, e il contagioricomincia.

CHIARA BARBO

28 SETTIMANE DOPOTitolo originale: 28 weeks later …Sceneggiatura:Rowan Joffe, Enrique Lopez Lavigne, Jesus Olmo,Juan Carlos Fresnadillo …Fotografia: Enrique Che-diak …Montaggio: Chris Gill …Musiche: John Mur-phy …Interpreti: Robert Carlyle, Rose Byrne, JeremyRenner, Harold Perrineau, Catherine McCormack…Produzione: Fox Atomic, DNS Films, UK FilmCouncil, Figment Films, Sogecine, Koan Films…Distribuzione: 20th Century Fox …Gran Breta-gna/Usa 2007 …colore 99’

••• SEQUEL DI 28 giorni dopo, ilfilm di Fresnadillo è piùmarcatamente di genere: unozombie movie, seppure con unsottotesto politico abbastanzaevidente e provocatorio e chiaririferimenti alla guerra al terrorismoe alla “terrorismofobia” di questianni. Mancano gli elementisquisitamente fantascientifici diDanny Boyle: qui i protagonistiescono dall’apocalisse per entrarenegli inferi, popolati di zombiefamelici e creature sanguinarie chesi muovono nell’oscurità. 28settimane dopo l’infezione-mutazione da cui furono generati i

morti viventi che avevanodecimato la popolazione dellaGran Bretagna, è cominciata laricostruzione del paese guidatadagli Stati Uniti. Pochi sono isopravvissuti. Tra questi, DonHarris (Robert Carlyle) e i suoidue figli, una coraggiosaepidemiologa e un militare conqualche scrupolo di coscienza inpiù rispetto ai colleghi. Il filmcomincia in medias res: durante“l’invasione” dei mutanti (vista in28 giorni dopo), Donabbandona la moglie, assalita

••• SEBBENE ASCRIVIBILE allacategoria “film di genere”,Disturbia (gran successo in patria lascorsa primavera) andrebbe studiatonella sua attitudine allacontaminazione filmica e allasapiente costruzione per scattiprogressivi, dosando con accuratezzarichiami, citazioni, sottogeneri benassimilati da cinefili incalliti. Anni fasi sparse la voce che Hollywood siapprestava a creare la“sceneggiatura perfetta” frullandoin un unico calderone, ovvero unsoftware appositamente studiato,elementi di film di culto dei generipiù disparati, ad esempio l’intrecciosentimentale di Casablanca con lasuspence del miglior Hitchcock e,perché no, una spruzzatina di actionmovie e chissà che altro. Forse col

nuovo film di DJ Caruso (Saltonsea, Rischio a due e molta tv),dopo anni di copioni esanguiinfarciti di effetti speciali e afflittida ipercinesi sotto vuoto spinto, cisi avvicina alla formula evocata,ammesso che esista. Il meticciatodei generi, già praticato daJonathan Demme con Qualcosadi travolgente (1986), raggiungequi un insperato equilibrio perrivelarsi uno “scherzo”metacinematografico tutt’altroche disprezzabile.Ennesimo film con prologo a basedi tragedia familiare e poi diadolescenza selvatica, svela benpresto il debito di riconoscenzanei confronti de La finestra sulcortile, con il 17enne Kale (ShiaLa Boeuf) costretto agli arrestidomiciliari da un braccialettoelettronico alla caviglia, chesegnala alla centrale di polizial’allontanamento dal perimetrodel giardino. La noia dell’estateviene affrontata in due modi: ilprimo è spiare tutto il vicinato conogni mezzo tecnologico(videocamere collegate al PC,microfoni e cellulari) etradizionale (binocoli eteleobiettivi), nello stuporedell’amico dagli occhi a mandorlaun po’ tonto; il secondo è cercaredi attirare l’attenzione dellanuova vicina, la sensuale Ashley(Sarah Roemer) dalla situazionefamiliare precaria. Non che a casasua le cose vadano meglio: lamadre vedova (una convincente

Carrie-Ann Moss) si fa in quattroper tirare avanti e per fugarglisensi di colpa e impulsiautodistruttivi.Avvenuto il contatto, tra i ragazziscatta una complicità – anchenell’intrigo giallo – che trascende ilclassico teen movie per assumeretoni di inaspettata veridicità neldipingere la desolazione, l’ansiaper il futuro e la precarietà degliaffetti di una generazione senzaappigli – anche dal punto di vistaurbano, come il bel titolo riassumestorpiando il termine “suburbia”.La trama decolla quando una“finestra sul cortile” rivela unvicino dalle abitudini sospette, perdi più consapevole di essere spiatoe pericolosamente incline aconsolare la madre affranta…Sebbene circoscritti all’ultimosegmento del film, arrivanopuntuali e attesi la “caccia al topo”con finale al cardiopalma (anche sel’autore gioca troppoprogrammaticamente col thrillingper fare sul serio) e il finalissimohorror, con ennesima citazione diDario Argento (ultima delle seriedopo il recente Tarantino), delquale questa volta si richiama ilrepulsivo finale di Phenomena.Insomma un film patchwork, cherichiede forte complicità allospettatore, garantendo in cambioun intrattenimento robusto constrizzatine d’occhio cheimpreziosiscono la trama senzadisturbare la visione.

MARIO MAZZETTI

DISTURBIA

Sceneggiatura: Christopher Landon, Carl Ellsworth…Fotografia: Roger Stoffers …Montaggio: Jim Page…Scenografia: Tom Southwell …Musiche: GeoffZanelli …Interpreti: Shia LaBoeuf, David Morse,Sarah Roemer, Carrie-Ann Moss, Aaron Yoo, JoséPablo Cantillo… Produzione: Cold Spring Pictures,Montecito Picture Company …Distribuzione: Univer-sal …Usa 2007 …colore 105’

di DJ Caruso

di Juan Carlos Fresnadillo

••• DOPO A prova di morte di QuentinTarantino esce nelle sale italiane anchePlanet Terror di Robert Rodriguez,seconda parte del double featureGrindhouse. Film personalissimo questodi Rodriguez, uno zombie movie nella sciadell’exploitation anni Settanta cheripropone l’idea delle sale allora in vogacon la programmazione di film di serie B,fatti di violenza a palate, umorismo ebelle donne. Come nel film di Tarantino,anche qui, grazie agli effetti digitali, lapellicola viene sporcata e invecchiata perrendere il sapore dell’epoca; il film vieneintervallato da finti trailer di improbabilifilm, sempre rigorosamentehorror/splatter/fantascientifici, firmati dadiversi autori (fra questi Machete, trailergirato dallo stesso Rodriguez di un film acui il regista sta pensando da tempo, aquanto pare realmente di prossimarealizzazione). Ma a differenzadell’operazione di Tarantino, per alcuniaspetti più “intellettuale”, Planet Terrorè un film dichiaratamente sopra le righe:smaccato nell’uso della violenza, delcitazionismo retrò, pieno di sangue eumorismo, esagerato in tutto. Un filmpersonalissimo anche perché Rodriguezscrive, dirige, cura la fotografia e lacolonna sonora, collabora al montaggio ealla produzione, e rivisita il generetrasformando gli zombie classici in zombiemoderni, i “sickos”, malati deformi cheinfettano e uccidono, e così facendo cita,omaggia, rubacchia. Audace espettacolare Rose McGowan, ballerina dilapdance a cui viene amputata unagamba e al suo posto installata unamitragliatrice, con cui la nostra eroina,ovviamente, sgominerà gli zombie. Buonala scelta del cast, cameo per Tarantino,che definisce il film “lo zombie movie cheCarpenter non ha mai fatto”. Successo inPiazza Grande a Locarno.

CHIARA BARBO

Sceneggiatura, Fotografia e Musiche: Robert Rodriguez…Montaggio: Sally Menke, Ethan Maniquis, Robert Rodri-guez …Interpreti: Rose McGowan, Marley Shelton, FreddyRodriguez, Naveen Andrews, Josh Brolin, Bruce Willis,Quentin Tarantino …Produzione: Dimension Films, Trou-blemaker Studios, Rodriguez International Pictures …Distri-buzione: Medusa …Usa 2007 …colore 105’

di Robert Rodriguez

PLANETTERROR

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s c h e d e c r i t i c h e

mediche, dopo gli onori mediatici.L’autore di Bowling a Columbinee Fahrenheit 9/11, con uno stileessenziale e diretto, sceglie concura i bersagli per attaccare ilpotere nichilista delle casefarmaceutiche, che controllanol’approvazione delle leggi alCongresso e manipolanoinformazione e propagandasull’inevitabilità dei fondiassicurativi di copertura. L’autore,con tono meno aggressivo delledenunce precedenti, più riflessivo epartecipato, cerca di non restareschiavo e vittima della politica, maprova a rendere visibili truffe e

dolori, nell’impossibilità tecnica diformare una coscienza critica nelsopito e rassegnato cittadinoamericano.Implacabile nei pedinamenti esempre alla ricerca di una suaverità, il regista riesce, con tonoscanzonato, a disegnare unfumetto popolare che smontainesorabilmente i luoghi comuni, letrappole labirintiche dellaburocrazia, l’inevitabilità dellatragedia che diventa farsa assurdae paradossale. Sicko è un westernsociale che fotografa un paeseignorante sull’esercizio del dirittoalla salute e sulla tutela delle classi

più deboli. Come in Canadianbacon, Moore mostra il Canadacome terra promessa e fotografaper contrasto la sua patria come laterra delle grandi illusioni e dellesperanze perdute, con individui cheaccettano passivamente lesofisticazioni della realtà, stritolatidal consumismo e rassicurati daideologie fatue e modaiole.Analizzando ferite e lacerazioni del“paziente americano”, il registacontinua a porre l’individuo aconfronto con il livello collettivo, inun rapporto serrato tra l’Io e loStato, raccogliendo dati checonfermano le responsabilitàdemocratiche e repubblicane nellagestione degli ospedali. Con unapproccio artificioso ma emotivo,registra le parole degli eroidimenticati alternate ad immaginisenza sonoro.Sicko prosegue il viaggiopopulistico in un Paese senzaterapia, con toni dolenti edindignati, un’etica vendicativa, ilriscatto nell’esercizio quotidianodella libertà, attraverso un cinemadella scoperta che diventa curiosarivelazione, rivincita e rivalsa,dentro un’America di lacrime,denari, profitti.

DOMENICO BARONE

SICKOMontaggio: Chris Steward, Geoffrey Richman, DanSwietlik …Produzione: Dog Eat Dog Films …Distri-buzione: 01 …Usa 2007 …colore 123’

di Michael Moore

••• CINICO ed opportunistamanipolatore o ultimo difensore diingannati e indifesi? Il ciondolanteMichael Moore, pifferaiodell’ovvio, resta un rebusindecifrabile, con un’idea di cinemache trasforma l’inchiestascandalistica ed indignata incartone animato vivente,tratteggiato da sarcastica ironia maraccontato e filmato con abilità edintuizione, analizzando semprecomparativamente lecontraddizioni economiche edassistenziali dei sistemi occidentaliconfrontati con quelli americani.Sicko, proiettato fuori concorso aCannes 2007, è un astuto reportagesulla contraffazione e le truffe delsistema sanitario americano,raccontato con le verità, le voci, letestimonianze di malati respintidalle assicurazioni private, ledichiarazioni dei pompierisopravvissuti agli attentati alle Torrigemelle, ammalati di enfisemapolmonare e abbandonati a lorostessi in quanto impossibilitati adaffrontare e saldare le spese

Michael Moorei n t e r v i s t a

This is not America“Sicko” punta il dito sul sistema sanitario Usa. E sulle sue carenze…

••• Più duro, forse perfino più incisivo e necessario diFahrenheit 9/11, Sicko è un documentario che affonda le sue radicinelle ragioni fondanti della democrazia e del welfare state. Attod’accusa spietato nei confronti del sistema sanitario americano, il film èlo spunto per una riflessione politica e sociale più ampia sul sensostesso d’essere cittadini. “Considerato il fatto che appartengo a queidue terzi di americani che, come dire, avrebbero bisogno di lunghepasseggiate in giro per il quartiere, la mia salute è abbastanza buona”,dice con ironia Michael Moore quando gli si chiede del suo rapportodiretto con la sanità statunitense. “Sono stato fortunato: anche seappartengo a quel 9% di cittadini che ha un’assicurazione pagata dalproprio sindacato di appartenenza (quello dei registi), ho deciso diprendermi maggior cura di me stesso, fare un po’ di dieta e moltecamminate. Sono molto dimagrito al punto da risultare quasi sottopesorispetto alla media degli abitanti del Midwest. Scherzi a parte, unamaniera per combattere il Sistema è anche quella di evitarlo”.Sicko non è un film di parte?No, perché sia i repubblicani che i democratici hanno a che fare conquesto stato di cose. Gli americani devono pensare ad una riforma delsistema elettorale perché i politici non siano più ostaggio delle compa-gnie che hanno finanziato le loro campagne elettorali. Questo film,come i miei precedenti, non riguarda solo la sanità. Le domande diSicko sono: Chi siamo diventati come popolo? Perché ci comportiamocosì? Perché permettiamo che 9 milioni di bambini e 40 milioni di adul-ti non abbiano alcuna copertura sanitaria?. Questa non è l’America e

io credo che siamo meglio di così. Qui c’è qualcosa di marcio e di sba-gliato: gli Usa guidano il mondo e, facendolo così, rischiano di danneg-giare tutto il pianeta se non guardano prima ai loro problemi interni.Qualcuno ha notato la sua assenza dalla scena pubblica mentreBush è al suo minimo storico...È vero, ma è stata una scelta consapevole. Negli ultimi due anni e mez-zo me ne sono rimasto tranquillo a fare il mio lavoro, perché non desi-deravo partecipare a questo clima di strepiti e urla contro George W.Bush. Gli americani sanno che le cose vanno male e nutrono un fortedesiderio di cambiamento.Cosa pensa della serie di documentari anti-Michael Moore?Sono circa una dozzina, finanziati da soggetti differenti. Alla fine mitoccherà sponsorizzare un festival fatto di documentari contro di me edaremo anche un premio. La realtà è che 18 anni fa ho girato undocumentario sulla General Motors che stava per fallire: mi hannopreso in giro, ridicolizzato, ma alla fine avevo ragione io. Lo stesso èsuccesso dopo Bowling a Columbine: nessuno mi ha dato retta ele sparatorie nelle scuole sono continuate; quando ho vinto l’Oscarper Fahrenheit 9/11 mi hanno fischiato e siamo ancora impantana-ti in Iraq. La mia speranza è che qualcuno, oltre a criticarmi, mi diaretta. La mia speranza profonda è quella di non dover aspettare 20anni prima che le cose cambino negli Usa e che gli americani guardi-no nel profondo della propria anima, diventando dei cittadinimigliori per questo mondo.

MARCO SPAGNOLI

FILMOGRAFIA: Roger& me (1989), Canadi-an bacon (1995), Thebig one (1997), Bowl-ing a Columbine(2002), Fahrenheit9/11 (2004), Sicko(2007), Captain Mikeacross America (2007)

★ Riconosciuto di Rilevanza Nazionaledal Ministero per i Beni e le AttivitàCulturali

★ Diffuso capillarmente nell’ambiente delloSpettacolo

★ Migliaia di nomi che contano nel “Chi è delCinema e della TV”

★ Le Ditte del Cinema, della TV, dellaComunicazione

★ Tutte le e-mail ed i siti

★ Gli Statuti, le leggi e gli accordi di co-produzione

★ I film italiani dal 1930

★ I premiati del Cinema Italiano: Oscar,Venezia, Medaglie d’Oro Una vita per ilCinema, David di Donatello, Nastrid’Argento

★ Le sale e le multisale italiane

★ Supporto online www.annuariodelcinema.it

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••• Un calo della produzione, un aumento degli spettatori, una quotadi mercato del cinema nazionale più alta di quella del cinema americano per la prima voltain 20 anni: si potrebbero sintetizzare così i principali dati riguardanti il cinema in Francianel 2006.Secondo il bilancio pubblicato qualche mese fa dal Centro Nazionale di Cinematografia(CNC), nel 2006 sono stati prodotti in Francia 203 lungometraggi, 37 in meno rispettoal 2005 e un ritorno ai livelli del 2004. La diminuzione riguarda sia i film di iniziativafrancese (23 in meno) che le coproduzioni minoritarie (-14). 175 sono i film di finzione (202nel 2005), 23 i documentari (30 l’anno precedente) e 5 i film d’animazione (8 nel 2005). Dei203 film prodotti in totale, 76 sono coproduzioni realizzate con partner di 29 paesi diversi.Partner privilegiati delle coproduzioni a maggioranza francese sono il Belgio e l’Italia,seguiti dalla Germania e dalla Spagna. 72 produzioni hanno un budget tra i 4 e i 7 milionidi euro; 28 film hanno un budget inferiore al milione di euro (per lo più documentari,opere prime e seconde o film girati in digitale), 45 film presentano invece un budgetsuperiore ai 7 milioni di euro (erano 39 nel 2005 e 33 nel 2004).A fronte di un parco sale sostanzialmente invariato (ben 5.362 sale), è aumentato ilnumero di biglietti venduti nel 2006: 188,67 milioni (+7,5%), a conferma di unatendenza iniziata nel 2001. La quota di mercato dei film francesi ha raggiunto nel2006 il 44,7%, mai così alta dal 1984. Inoltre, per la prima volta dal 1986, i film francesibattono gli americani: i primi dati del CNC indicano 84,29 milioni di presenze per i filmfrancesi e solo 83,33 milioni per i film americani (44,2% sul totale). Le stime CNC sui primicinque mesi del 2007 vedono il cinema francese attestarsi sul 47,4% (stesso periodo del2006: 48,5%). Per spiegare questo “miracolo” bisogna guardare i dati del botteghino,dominato dal terzo capitolo della popolarissima saga Les bronzés, firmata da PatriceLeconte, che occupa il primo posto con 10,22 milioni di presenze. Nella Top Ten figuranoaltri 6 film francesi: commedie come Camping, Una top model nel mio letto (“Ladoublure”) o Prête-moi ta main, forti di un cast di particolare richiamo (Gad Elmaleh,Charlotte Gainsbourg, Alain Chabat, Daniel Auteil solo per fare qualche esempio); l’ultimoLuc Besson, Arthur e il popolo dei minimei e il film candidato all’Oscar Indigènes. Mac’è spazio anche per una commedia romantica graziosa e meno scontata come Je voustrouve très beau di Isabelle Mergault, con Michel Blanc e Medeea Marinescu, vincitoredel César 2007 per la migliore opera prima.Al contrario, i film europei realizzano una quota di mercato del 9% con 16,91 milioni dipresenze contro i 27,15 milioni dei 2005: la causa risiede forse nel calo della produzionebritannica, che l’anno precedente aveva richiamato un vasto pubblico grazie al quartoHarry Potter e a Charlie e la fabbrica di cioccolato. Migliora la performance dei filmspagnoli, grazie a Volver, mentre l’Italia non gode dei favori del pubblico. L’animazione siconferma uno dei generi più seguiti mentre la quota di mercato dei film d’essai risultadebole: solo il 20% delle presenze contro il 34,5% del 2005.E all’estero? Secondo i dati di Unifrance, l’organismo di promozione del cinema nazionale,il cinema francese raggiunge circa 59 milioni di presenze nelle sale dei paesistranieri contro i 75 milioni circa dell’anno precedente. Il numero di film francesi incircolazione oltre frontiera è leggermente in calo nel 2006: 332 contro i 357 del 2005. Loscarto è ancora più evidente se si prende in considerazione il numero di film trasmessidalle reti televisive straniere: 2.054 nel 2005, solo 602 nel 2006. Dei 198 canali televisiviinteressati alla produzione francese nel 2005 ne sono rimasti soltanto 32 nel 2006.

SILVIA ANGRISANI

Cinema franceses p e c i a l e

Profeti in patria

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I f i lm da vedere••• Scorrendo i César 2007 (l’Oscardel cinema francese), una delle più belle sorpresedella stagione scorsa per sensibilità, eleganza e perla regia nel suo complesso è Lady Chatterley diPascale Ferran, che si è aggiudicato il César comemiglior film, per la migliore attrice Marina Hands,l’adattamento, la fotografia e i costumi. A cavallotra l’autunno 2006 e i primi sette mesi del 2007, sisono fatte notare principalmente le ultime operedei grandi maestri: La duchessa di Langeais (“Netouchez pas la hache”) di Jacques Rivette, unadrammatica e passionale storia d’amore incostume con Jeanne Balibar e GuillaumeDepardieu. E ancora Cuori (Coeurs) di AlainResnais con Sabine Azéma, André Dussollier, PierreArditi. E usciranno poco prima o poco dopoVenezia il nuovo Rohmer, Les Amours d’Astréeet Céladon e il nuovo Chabrol La Fille coupéeen deux.In una fiction che al documentario deve molto, gliultimi mesi del 2006 sono stati illuminati dallosplendido Bamako di Abderrahmane Sissako:un’opera di difficile classificazione, una meteora distraordinaria forza nel panorama del cinemacontemporaneo. In campo documentaristico, si èguadagnato un piccolo spazio nelle sale il raccontodell’incredibile avventura degli operai dellafabbrica di orologi LIP alla metà degli anni ‘70:dallo sciopero generale all’occupazione dellefabbriche fino alla felice esperienza diautogestione salutata dal rispetto dell’opinionepubblica: Les Lip, l’imagination au pouvoir diChristian Rouaud. Nella selezione francese delfestival “Cinéma du réel” spiccava la coproduzioneitalo-francese ABC Colombia, di Enrica Colusso(ad oggi inedito in Francia), girato in Colombia inuna regione occupata dai guerriglieri dove iragazzini vivono tra la coltivazione della coca e latentazione di entrare a far parte delle squadre deiparamilitari. È uscito subito dopo Cannes ildocumentario di Barbet Schroeder L’Avocat de laterreur, inchiesta sull’avvocato Jacques Vergès.Nel genere animazione, segnaliamo almenoPersepolis, presentato a Cannes e in uscita adicembre in Italia: il film di Marjane Satrapi eVincent Paronnaud tratto dal fumetto omonimodella Satrapi è il racconto autobiograficodell’infanzia e adolescenza della disegnatrice-regista in Iran. Infine, in una produzione ricca manon sempre convincente, da menzionare l’ulterioreprova di bravura di Isabelle Carré in Anna M. diMichel Spinosa e Le dernier des fous, operaterza di Laurent Achard che ha messo in scena lasilenziosa violenza di una piccola famiglianell’atmosfera opprimente di una fattoria.

LADY CHATTERLEY

JE VOUS TROUVE TRÈS BEAU

Profeti in patriaUn anno fortunato il 2006 per il cinema d’Oltralpe, ilbis nel 2007. Viaggio all’interno di una cinematografiasolida, con alcune gemme da consigliare

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Polvere di steller u b r i c h ea cura di GIOVANNI MARIA ROSSI

••• Dietro le quinte e loschermo del Teatro Romano, dove sta perricevere il Premio ai Maestri del Cinemapromosso ogni estate dal Comune di Fiesolein collaborazione con la MediatecaRegionale Toscana e il Sindacato NazionaleCritici Cinematografici Italiani, Spike Lee, ilpiccolo grande cineasta nero di Brooklyn,siede tranquillo nell’ombra ad ascoltare lenote jazz di Mo’ Better Blues che il NewTrio sta dedicando a lui e alle oltre millepersone che sono venute ad applaudirlo.Ogni tanto conversa sottovoce con StefaniaSandrelli, la madrina della serata che gliconsegnerà l’ambita statuetta etrusca, mapoi mi cerca con quegli occhioni penetrantie curiosi incorniciati dalle stesse lenti fuorimisura che portava Mars Blackmon, il suoprimo personaggio in Lola Darling.Professionista integrale, anche nel giornodella festa, la sua, Spike mi chiede di nuovola scaletta della cerimonia, la durata degliinterventi, lo stato della copia di Summerof Sam, che aveva personalmenteraccomandato per quella lunga nottefiesolana di musica e cinema. Cerco dirassicurarlo, sorride rassegnato, ma michiede ancora il programma del giornosuccessivo, l’atteso incontro con gli studentie la critica. Non si sottrae agli impegnil’amico Spike, perché la sua attitudine versoil cinema è totale, una sorta di missionecome autore, attore, regista, produttore,insegnante, dove l’uso accorto del tempo-denaro è una delle chiavi non solo delsuccesso nel sistema americano, ma anchedel rispetto di sé e degli altri. Durante laconferenza stampa del mattino, dove si erasottoposto pazientemente al fuoco di filadelle domande, ad un certo punto erasquillata la suoneria del cellulare di unfotografo distratto; Spike Lee si erainterrotto, accennato un sorriso e avevaammonito: “Se stessi girando un film, cosache purtroppo in questo momento non sto

facendo, avrei già guadagnato 50 dollari…”,l’ammontare della multa che evidentementeimpone di regola sui suoi set. Al terzo trilloaveva già fatto la giornata.Non sorprende questo rigore in un artistache si è scavato con la piccozza pascoliana unpercorso di tutto rispetto nell’universobianco di Hollywood, scontando eriscattando di continuo il colore della pelleper poter affermare i valori e le radici dellacultura africano-americana, necessariamentecontro un establishment che continua acomprimerla, ad emarginarla, nonostante lepromesse di tutte le amministrazioni. E Spikeè consapevole di portare su di sé il peso di unlavoro che non è creazione solitaria, masoprattutto responsabilità nei confronti deglialtri. “Il mestiere di regista – ci dice convinto– è un po’ come fare il giocoliere al circo coni piatti cinesi, correre da un’asticella all’altraper imprimere la rotazione ed evitare cheuna o più stoviglie s’infrangano sulla pista. Èuna questione di equilibrio, difficile,rischiosa, in bilico tra l’arte e il commercio”.Nella cruna tra arte e commercio cercherà dipassare anche il sentiero stretto della suaprossima avventura cinematografica italiana,che si incunea nella Versilia e tra le Apuanealla ricerca dei luoghi, dei volti, delleemozioni che dovettero incontrare nell’oradella Seconda Guerra Mondiale quei soldatidi colore americani della 92a divisione difanteria Buffalo che risalivano la penisolacombattendo contro i nazifascisti, spesso afianco dei partigiani e della popolazionelocale nelle aree toscane segnate dagli eccidipiù efferati commessi dalle SS in ritirata,come a Sant’Anna di Stazzema, madoppiamente stranieri per la lingua e per lapelle. “Mi hanno chiesto tante volte –precisa Spike Lee – di girare un film in Italia,paese che amo e che visito spesso, ma avevobisogno di una storia importante: non puòesistere una location se non è sostenuta dauna storia. Il cinema racconta storie, non

paesaggi. È stata mia moglie a farmi leggereil bel romanzo di James McBride Miracle atSt. Anna, basato su fatti reali, documentati,e da lì sono partito per raccontare da vicinole vicende di questi cittadini americani, blackAmericans, che hanno combattuto e si sonosacrificati nell’ultima guerra “giusta”, per lademocrazia, intrapresa dagli Stati Uniti, masono rimasti cittadini di serie B e al lororitorno in patria, nel 1945, in certi Statirischiavano il linciaggio come prima di partireper il fronte. E Hollywood non ne ha maiparlato, erano invisibili sullo schermo.Quando ero ragazzino, vedevo tanti filmsulla Seconda Guerra Mondiale, ma l’eroe, ilmito, era sempre John Wayne, bianco, comenei western di John Ford, privi di umanità neiconfronti dei nativi americani. Poi sonocresciuto, mi sono fatto più furbo, hocominciato a capire… Si contano sulle dita imilitari di colore nei film hollywoodiani. Seho visto una figura credibile di black soldier èstato nell’episodio napoletano di Paisà. DiRossellini, un grande maestro italiano. Espero, girando in Italia, che dall’alto miosservino e mi benedicano altri maestri comelui, De Sica, Fellini, Zavattini e, nondimentichiamolo, Pier Paolo Pasolini”.Con questo auspicio, Spike Lee ci saluta eringrazia commosso, chiedendo ai presentiun aiuto, frammenti di memoria personaleche possano contribuire a ricostruirefedelmente quei giorni difficili sul frontetoscano, dove l’incontro tra un soldato neroe un ragazzino bianco scampato al massacro“per miracolo” poteva segnare la premessaper un futuro possibile di comprensionereciproca. “Perché fare la cosa giusta – comerecita la motivazione che ha accompagnato ilPremio Fiesole 2007 a Spike Lee – con illegittimo sdegno per i diritti negati ai piùfragili, è anche invitare a riflettere, adialogare, a superare la violenza, i pregiudizi,l’intolleranza che ancora inquinano i rapportitra gli uomini”.

LA COSA GIUSTA SEMPREA Fiesole per ritirare il Premio ai Maestri del Cinema del Sindacato Critici, ilregista afroamericano ha anticipato i contenuti del prossimo film “toscano”

SUMMER OF SAMSpike Lee

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MICHELANGELOANTONIONI a cura di Giacomo Martini, ed. Falsopiano

••• Dopo Marco Bellocchio, ValerioZurlini, Florestano Vancini e ToninoGuerra, la Regione EmiliaRomagna prosegue con lebiografie dedicate a grandipersonaggi del “suo” cinema,questa volta a MichelangeloAntonioni. Pubblicato pochi mesiprima della morte del regista, illibro è una raccolta di saggi,interviste, testimonianze cheraccontano la vita e le opere di unodei maestri del cinemainternazionale. Giacomo Martini,curatore del libro e dell’interacollana, scrive della “rivoluzione”di Antonioni nel cinema italiano enon solo, altri contributi del libroraccontano del suo rapporto con lamusica, con il cinema francese, conla realtà in cui era cresciuto e in cuiviveva, e la sua lettura di quellarealtà, una realtà fatta di unaborghesia in declino, di esseriumani fragili, di comunicazionedifficile se non impossibile.Antonioni stesso racconta il suocinema in un’intervista a Jean-LucGodard, mentre Tonino Guerraracconta la sua amicizia con ilregista, la nostalgia, la memoria, lariflessione artistica, e sono propriole parole del poeta ad aprire illibro, parole che dopo la scomparsadel regista sembrano ancora piùsignificanti: “Michelangelo, ognitanto/siamo ancora insieme sulbarcone/che scivolava sulle correntidel Amu Darja/e noi aprivamo coidenti/i semi neri deigirasoli…Seduti sul bordo dellabarca/senza sapere dove ciportava,/guardavamo la strisciad’acqua/del fiume che laggiù, infondo, si perdeva/dentro i veli diuna nebbia chiara chiara/così dafarti pensare/che il viaggio finiva aFerrara”. Fotografie, locandine,manifesti, fotogrammiaccompagnano questo viaggio nelcinema di Antonioni.

CARLO LIZZANICinema, Storia e Storia del Cinemaa cura di Gualtiero De Santi e Bernardo Valli, Liguori Editore

••• Conoscenza einterpretazione della Storiaattraverso il cinema: questa laprincipale chiave di lettura deifilm di Carlo Lizzani, e delregista stesso, proposta dal libroa cura di Gualtiero De Santi eBernardo Valli. Quella di Lizzaniè una lettura critica dei fatti edel cinema del Novecento, equesto volume raccoglie saggi econtributi che indaganoappunto il rapporto del registacon la Storia, con il passato econ il presente e con la storiadel cinema, partendo dal primointervento di De Santi,esemplificativo proprio diquello che è lo sguardo delregista sulla Storia, di cosa sonoe cosa rappresentano i suoi filmsulla Storia, e la suacollocazione nella storia dellacinematografia, italiana inparticolare. I piani e i temiapprofonditi nei capitolisuccessivi sono molti, dalrapporto del regista con laResistenza, al suo cinemanell’ottica del realismo e deldocumentario, all’analisi deisuoi film, l’uso dei costumi, eancora Lizzani e le nuovetecnologie, le sue parole sulpassato e il futuro del cinema,in relazione alla Storia e allacontemporaneità in rapidissimatrasformazione, e infineun’interessante appendice con isoggetti e i progetti mairealizzati: idee, proposte per ilcinema e la televisione, ideeoriginali e adattamenti – film,fiction, inchieste, sketch,miniserie, sguardi sull’Italia diieri e di oggi.

Cinema di carta a cura di CHIARA BARBOr u b r i c h e

Cult dvd a cura di GABRIELE SPILA

STILL LIFE di JIA ZHANG-KE

Cina 2006 ...Colore 107’

Audio: Italiano 5.1, Cinese 5.1 ...Sottotitoli: Italiano ...Video: 1.77:1 – 16/9 ...Extra:documentario, trailer ...Etichetta: Lucky Red

••• Entrare in concorso come “film sorpresa”(proiettato in orario notturno e snobbato da buonaparte della critica) e vincere il Leone d’oro a Venezia:a riuscire nell’impresa è stato lo scorso anno Jia

Zhang-Ke (vecchia conoscenza del Lido) con Still Life, splendidoaffresco sulla Cina d’oggi. Un paese in rapida trasformazione nel qualeprendono forma le storie di Han e Sheng, un minatore e un’infermiera,entrambi decisi a recuperare affetti familiari ormai perduti da anni. Traitd’union delle due vicende è il villaggio di Fengjie, luogo desolatodestinato a scomparire a causa della costruzione della “Diga delle TreGole”, la grande opera voluta dal governo cinese per produrre energiaelettrica ed evitare le inondazioni del fiume Yangtze ma, al tempostesso, osteggiata da buona parte della popolazione per il suodevastante impatto ambientale. Ed è proprio in questo scenarioapocalittico e surreale che il regista mette insieme i tasselli di un’operadal forte impatto visivo. In Still life la macchina da presa si muove tra lemacerie di un luogo che “è stato e che non sarà mai più”, simbolo di unpassato e di una tradizione sacrificati in nome del progresso. Lo sguardodi Zhang-Ke è solo in apparenza asettico e disincantato: ad una piùattenta lettura, infatti, traduce in maniera lampante il senso diimpotenza e rassegnazione che accomuna i vari protagonisti. E lo fa congrazia e poesia, impreziosito da alcune metafore visive suggestive e maibanali, come nella scena finale, con il funambolo su una corda fissatatra due palazzi. L’edizione dvd è molto soddisfacente, grazie anche allapresenza di Dong (67’), documentario presentato sempre a Venezianella sezione Orizzonti e incentrato sulla figura itinerante del celebrepittore cinese Liu Xiaodong. Un primo piano sull’artista, certo, ma allostesso tempo un pretesto per portare avanti il discorso che interessamaggiormente l’autore: analizzare un paese che cambia, molto spesso,sulla pelle dei suoi abitanti. A chiudere gli extra, il video della consegnadel Leone d’oro e il trailer.

ANNO ZEROIl cinema nell’era digitale di Alessandro Amaducci, Ed. Lindau

••• Il libro di Alessandro Amaduccitratta di quel cinema girato(totalmente o quasi), montato epost-prodotto in digitale. Noneffetti speciali dunque, maun’articolata riflessione su come “lenuove tecnologie contribuisconooggi in maniera sempre piùrilevante alla definizione di unanuova forma di cinema”. In Italiapurtroppo siamo ancora un po’indietro, visto l’approccio che primadi tutto gli autori hanno aldigitale, unapproccio fattospesso didiffidenza esospetto, dovutianche alla scarsaconoscenza deimezzi e delle loropotenzialità. Maguardando alcinemainternazionale,

attraverso l’analisi di film (anchese il termine può ovviamenterisultare improprio), percorsi escelte di importanti registi, e conun accurato discorso, tecnico estilistico, sui modi e i mezzi deldigitale – in un viaggiodall’elettronica fino al cinema inHD – l’autore dimostra che, in uncerto senso, il cinema oggi“(ri)parte da zero”, grazie allatecnologia e a contributi di autoricome Lucas, Greenaway, Figgis,Rohmer, Kiarostami, Lynch (percitarne solo alcuni), diversissimitra loro “nell’idea del prodottofinito” ma tutti “concordi nel

sottolineare la libertàespressiva e l’autonomiaal tempo stesso creativa eproduttiva che il nuovoformato apporta”,ferma restando lanecessità di conoscereapprofonditamente inuovi mezzi perpoterne fare unostrumentoconsapevole diespressione artistica.

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46 V I V I L C I N E M A l u g l i o a g o s t o 0 7

Colonna sonorar u b r i c h e a cura di MARIO MAZZETTI

Blind Lemon Jefferson. Le musicheoriginali di Scott Bomar, ancheproduttore, appartengono allafilologia blues, con la slide guitarche ricorda Ry Cooder. La musicadel Delta è declinata in chiave rock(Outrageous Cherrie, John Doedegli X), r&b (Bobby Rush), gospel(Precious Bryant), sul versante piùipnotico e possente con i BlackKeys e su quello più arioso con iNorth Mississippi Allstars. SonHouse, altro nume tutelare, èevocato da due brevissimi estrattiparlati. Un disco che restituisce laforza arcaica, reiterata eammaliante di un generefondamentale.

7 KM DAGERUSALEMME (CNI)

••• Prolifici ma appartati, i braviPivio & Aldo De Scalzi si sonoimposti nel panorama musicale(non solo cinematografico) con lecontaminazioni sonore di“Hamam – Il bagno turco” diOzpetek. Da allora, l’affascinanteconnubio di sonoritàmediterranee ed elettronicaarricchisce ogni anno diverseopere, italiane e non, da soli o conil marchio Trancendental. Tra leultime uscite segnaliamo lacolonna sonora del film di ClaudioMalaponti con Luca Ward,riflessione sul Cristo oggiambientata in parte in Palestina euscita lo scorso maggio. Conl’ausilio degli Agricantus(“Amatevi”, uno dei branimigliori, fonde siciliano e arabo), ilcd offre agli amanti delle sonoritàmediorientali, ora sincopate oraammalianti, delle composizionicoinvolgenti (“Armatevi”), conprevedibili echi sacri (“Passione sulmonte”) e un buon apporto deitalenti vocali, che includono RosieWiederkehr e Nour-Eddine Fatty.In chiusura due delicati solo perpianoforte.

linea con la sua recenteproduzione. Ma le sorprese nonfiniscono qui: doppio BruceSpringsteen con “Lucky town”,dal disco omonimo del ’92, el’elegante “The fever” con unorgano che regala ritmo e brividi(dal cofanetto di inediti “Tracks”,del ’98). Fatta eccezione per“Dance me to the end of love” diLeonard Cohen riletta in chiaveswing da Madeleine Peyroux, e auna bella ballata elettrica di RyanAdams, il resto indulge nelle notemelanconiche, a tratti struggentidi cui è impregnato il film, con unnuovo brano di Kris Kristoffersoncon armonica in primo piano, LizaMinnelli, un doppio George Jonese una Bonnie Raitt country.Trascurabile l’apporto vocale dellacoprotagonista Drew Barrymore,schiacciata da cotante stelle.

Artisti VariSMOKIN’ ACES (LAKESHORE/UNIVERSAL)

••• Gangster movie ricco d’azionee ironia, il film di Joe Carnahan siavvale di una colonna sonoravariegata, che oltre a pagarepedaggio a sua maestà Morricone(“Morte di un soldato” da “Ilbuono, il brutto e il cattivo”) e aproporre vecchie e nuove scarichedi adrenalina (“Down on thestreet” dei primi Stooges, “Ace ofspades” dei Motorhead, Prodigy

con “First warning”), recupera ilJohn Cale del ’70 con “Big whitecloud” e offre sorprese e raritàdallo stesso decennio all’insegnadella black music: gli Skull Snaps di“Trespassing”, dal loro primo eultimo album funk del ’73;l’organo Hammond di NiltonCastro, il funk latino di Joe Bataan,i Bees. E poi GZA e Genious,Common feat. Bilal a riportarci aisuoni dei nostri anni, senzadimenticare i Make Up di IanSvenonius, “punk rock gospel” del2000. Due sole tracce dallapartitura originale del talentuosoClint Mansell (“The fountain”), quiin versione ambient. Fossero tuttecosì le compilation…

Artisti VariBLACK SNAKE MOAN (NEW WEST RECORDS)

••• Dopo “Hustle & flow” –rimasto inedito in Italia – CraigBrewer ha presentato al Sundance“Black snake moan”, cupa storia dipassione e soprusi con Samuel L.Jackson, Christina Ricci e JustinTimberlake ambientata aMemphis, Tennessee. La colonnasonora è molto interessante, nonsoltanto per il chiaro omaggio alBlues del Delta del Mississippi cheha influenzato rock e soul neglianni a venire; ma anche perché lostesso Jackson debutta comecantante con quattro brani, oravoce e chitarra in omaggio alpioniere R.L. Burnside, ora piùelettrico come nella title-track di

Artisti VariLUCKY YOU (SONYBMG)

••• A partire da “Wonder boys” diCurtis Hanson si è registrato unaumento esponenziale dellecolonne sonore con/su/da BobDylan: da “Masked &Anonymous” da lui stesso scritto einterpretato allo splendidodocumentario di Martin Scorsese“No direction home” passandoper “North Country”, “Vanillasky” e “Wonderland”. Primadell’apoteosi con la bizzarracinebiografia di Todd Haynes “I’mnot there”, tocca di nuovo aHanson omaggiarlo ne “Le regoledel gioco”, film sul pokerambientato a Las Vegas uscitosenza clamori a fine giugno. Due ibrani: “Like a rolling stone” (comedire: la storia del rock) e l’inedita,conclusiva “Huck’s tune”, piccologioiello su un amore infelice, in

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