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Il dono – Gifted Hands Genere Drammatico Anno produzione 2009 Attori Cuba Gooding Jr.; Kimberly Elise; Ele Bardha; Loren Bass; Geoffrey Beauchamp; Tajh Bellow; Lesley Bevan; Jesse Christian; Ron Coden; Wayne David Parker; Angela Dawe; Gregory Dockery II; Zac Douglass; Kimberly; Aunjanue Ellis; Ithamar Enriquez; Jaishon Fisher; Michael Fitch; Danny Goldring Registi Thomas Carter Colore - B/N Colore Produttore Sony Pictures Distributore Sony Pictures Anno pubblicazione 2010 Sottotitoli Spagnolo Tedesco Italiano Danese Olandese Inglese Inglese NU Finlandese Greco Hindi Norvegese Portoghese Svedese Turco Durata 87 minuti

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  • Il dono – Gifted Hands

    Genere Drammatico Anno produzione 2009 Attori Cuba Gooding Jr.; Kimberly Elise; Ele Bardha; Loren Bass; Geoffrey Beauchamp; Tajh Bellow; Lesley Bevan; Jesse Christian; Ron Coden; Wayne David Parker; Angela Dawe; Gregory Dockery II; Zac Douglass; Kimberly; Aunjanue Ellis; Ithamar Enriquez; Jaishon Fisher; Michael Fitch; Danny Goldring Registi Thomas Carter Colore - B/N ColoreProduttore Sony Pictures Distributore Sony Pictures Anno pubblicazione 2010 Sottotitoli Spagnolo Tedesco Italiano Danese Olandese Inglese Inglese NU Finlandese Greco Hindi Norvegese Portoghese Svedese TurcoDurata 87 minuti

  • Soggetto

    Gifted Hands (Il Dono) è l'ispirata storia di Ben Carson, un ragazzino dei sobborghi di Detroit con una scarsa istruzione e poche motivazioni, che a 33 anni diventa primario di neurochirurgia pediatrica alla prestigiosa clinica universitaria John Hopkins di Baltimora. Questo eccezionale film è basato sul libro Mani Miracolose (EUN). Rivela un uomo colmo di umiltà, compassione, coraggio e sensibilità, un modello per i giovani e per chiunque necessiti di incoraggiamento per tentare ciò che apparentemente sembra impossibile e per eccellere in qualsiasi campo. Il Dr. Carson descrive il ruolo chiave che il buonsenso trasmessogli da una madre poco istruita, ma intelligente e determinata, ha giocato in questa metamorfosi che lo ha trasformato da giovane demotivato del ghetto in uno dei più rispettati neurochirurghi del mondo.Gifted Hands vi porterà all'interno della sala operatoria per essere testimoni delle operazioni di chirurgia che hanno indicato strade nuove al mondo medico. Scoprirete la mente di un medico compassionevole e timorato di Dio che vive per aiutare gli altri. Nel 1987 il Dr. Carson acquistò fama mondiale per aver partecipato alla prima separazione di due gemelli siamesi uniti alla base del cranio, un'operazione estremamente delicata e complessa, che richiese cinque mesi di preparazione e 22 ore di sala operatoria e coinvolse un piano chirurgico a cui Carson contribuì a dare inizio.

    Da focalizzare

    “……il tuo cervello non è affatto stupido …tu hai tutto il mondo qui dentro,

    devi solo vedere al di là di quello che riesci a vedere.......”

  • Linee di riflessione, vedendo il film nel contesto dei Moduli Edi.S.I.

    ► La madre è il perno sul quale i due figli crescono, mantiene ferma la sua determinazione nell’aiutare i figli a superare le loro paure, sostenendoli quando si sentono incapaci e riportandoli al senso di realtà, quando la loro euforia nel raggiungere gli obiettivi li porta a non rispettare l’altro, es: quando litiga con il fratello e si rivolge a lui in modo irrispettoso.

    ► Continua costantemente a incoraggiare e quasi a sfidare i propri figli nel raggiungere obiettivi sempre più elevati, spronandoli costantemente anche quando lei si trova in gravi difficoltà. Es.: quando si fa ricoverare per depressione, affida il compito ai propri figli di imparare a memoria le tabelline.

    ► Comprende che i suoi figli devono costantemente essere spinti nella loro fase di crescita umana e gli pone obiettivi sempre più alti: ridurre la visione dei programmi televisivi ed aumentare il numero di libri da leggere.

    ► Nel frattempo il crescere intellettualmente dei propri figli la porta a dover almeno colmare il suo non saper leggere e si fa aiutare dal suo datore di lavoro (un ex insegnante).

    ► Il continuo riferimento da parte dei propri figli a quello che fanno gli altri non ferma assolutamente la mamma che continua a porre nuove mete da raggiungere ai due fratelli.

    ► La loro madre non blocca i loro sogni o desideri, ma cerca di far capire che i propri desideri e i propri sogni sono raggiungibili solo se si coltivano le potenzialità presenti in ciascuno di loro.

    ► In un certo senso le dinamiche di rallentamento della crescita (stare di fronte alla televisione, fare solo quello che fanno gli altri, ecc…), attuate dai due fratelli sono le stesse che si applicano in Comunità quando si vuole scaricare le proprie responsabilità per il buon andamento della propria vita e del contesto in cui si è inseriti: “perché mi devo impegnare per il buon andamento della vita comunitaria, quando gli altri della comunità non se ne interessano affatto”.

    ► La protagonista del film sembra scavalcare completamente l’immobilismo creativo dei due figli, ponendo l’accento non su ciò gli altri possono fare, ma solo su quello che essi possono fare per se e per gli altri. E interessante come la protagonista del film sia stata una educatrice efficace, nonostante fosse soggetta a depressione; questo ci può stimolare nel pensare che anche se le persone soffrono possono essere lo stesso in grado di aiutare gli altri componenti della propria Comunità o della Parrocchia alla quale si è stati assegnati.

    Dalla cronaca…..

    Benjamin Solomon Carson

  • Detroit Michigan Nazionalità Stati Uniti Occupazione Neurochirurgo Credenza religiosa Adventist del Settimo-giorno Sposato con Caramella Carson Benjamin Solomon Carson (nato il 18 settembre, 1951) è un americano celebre neurochirurgo. È diventato il direttore di neurochirurgia pediatrica a Ospedale del Johns Hopkins quando avere 33 anni.Carson è nato dentro il centro urbano Detroit, Michigan, ed ha un fratello più anziano Curtis. La sua madre Sonya Carson ha avuta alte aspettative per i suoi figli malgrado la sua scarsa formazione ed il fatto che ha sposato all'età di tredici anni. I genitori del Benjamin si sono divorziati quando aveva otto anni.

    Carson si è laureato dalla High School del sud-ovest di Detroit con honoris ed poi ha assistito all’Università di Yale dove ha guadagnato un grado in psicologia. Da là è andato all’Università di scuola medica del Michigan. Là, il suo interesse si è spostato dalla psicologia alla neurochirurgia e dopo che è diventato medico, è andato lavorare nell’Ospedale Johns Hopkins in Baltimora. All'età di 33 anni, è diventato direttore dell'ospedale di Pediatrico Neurochirurgia.Nel 1987, Carson ha fatto un intervento per separare un accoppiamento di Gemelli Siamesi. I gemelli erano uniti alla parte posteriore della testa. Le persone operate precedentemente di questo tipo di patologia erano venuti a mancare, uccidendo sia i gemelli o soltanto conservandone uno. Dopo 17 ore della chirurgia con un personale di settanta tecnici a disposizione, il funzionamento del Carson riusciva.Nel 1997 è andato in Sudafrica dove ha condotto una squadra di 50 membri per la separazione, riuscita, di gemelli di 11 mesi. Secondo Carson, aveva realizzato le operazioni chirurgiche con un banco da lavoro virtuale automatizzato a 3 dimensioni, che ha permesso che lui vedesse le ricostruzioni artificiali dei cervelli dei gemelli. L’operazione è durata 28 ore, con successo della conclusione.Nel 2003, Carson era un membro della squadra chirurgica che ha operato per separare i fratelli congiunti cerebralmente Ladan e Laleh Bijani. Quando gli hanno chiesto perchè aveva effettuato un intervento così rischioso, ha detto che li aveva sentiti dire che piuttosto sarebbero morti piuttosto che rimanere congiunti.Carson ha ricevuto gli honors e numerosi premi compreso più di 40 gradi onorari del dottorato. È un membro dell’ Accademia americana del successo, Associazione di Horatio Alger degli Americani distinti, Società medica di Honor dell'alfa e Omega, e di molte altre organizzazioni prestigiose. E’ inserito nell’insegnamento universitario, compreso il college dei direttori di Kellogg Company, Costco Wholesale Corporation, Società di Yale (il corpo governante dell’Università di Yale) e Promessa dell'America. E’ inoltre il presidente e il co-fondatore della Fondazione Carson, che riconosce i giovani di tutti gli ambiti di provenienza per le realizzazioni accademiche ed umanitarie eccezionali. Carson è stato nominato al Council del presidente su Bioethics, da George W. Bush nel 2004.

  • Oltre che essere un chirurgo, Carson è inoltre un produttore, che ha creato tre bestsellers: Mani dotate, L'immagine grande. Pensi grande. Il primo libro è una autobiografia ed i due posteriori sono circa le sue filosofie personali di successo, che comprendono il lavoro duro e la fede in Dio. Carson è Adventist del Settimo-giornoe, cioè un cristiano evangelico. Nel 2007, Carson, nell’Università dell'Indiana Wesleyan, ha ricevuto un dottorato onorario.Carson è sposato da venticinque anni ed ha tre figli. Inoltre ha due scuole chiamate Benjamin S. Carson Honors e la scuola centrale preparatoria Accademia di Benjamin Carson di scienza: situata in Milwaukee, Wisocnsin.Nel 2006 Carson, con altri Americani africani notevoli come Oprah Winfrey e Chris Tucker, ha fatto esaminare il suo DNA per scoprire la sua ascendenza africana originale. La prova genetica ha determinato che alcuni dei suoi antenati potessero provenire dal Lunda, gruppo etnico, che attualmente è individuato dentro l'Angola, Il Congo e lo Zambia.Il dott. Carson inoltre ha avuto successo con la Nevralgia Trigeminal. Usando Radiofrequenza e glicerina Rhizotomy ha conservato molte vite da questa malattia dolorosa, celebre come “la malattia del suicidio, dovuto al livello di dolore.Venerdì il 30 maggio 2008, il dott. Carson ha parlato a centinaia degli allievi e loro genitori per la ventiquattresima ricorrenza nazionale annuale delle olimpiadi della scienza all'università del George Washington di Washington, in cui ha trasportato l'indirizzo principale. Il discorso di Carson ne è stato l’ispiratore ed ha contrassegnato un inizio e un seguito eccellente, dove gli scienziati giovani d'aspirazione dappertutto dagli Stati Uniti hanno presentato diversi eventi riguardanti tutte le discipline della scienza e dell’ ingegneria.L'11 giugno 2008, la Casa Bianca ha annunciato il dr. Carson avrebbe ricevuto la medaglia presidenziale della libertà, il più alto onore civile degli Stati Uniti, per il suo lavoro come chirurgo ed affinchè i suoi sforzi migliorino la gioventù dell'America.

  • Dal film…..

    Lo sviluppo della resilienza 1

    Con resilienza, un termine della metallurgia ormai adottato a pieno titolo dalla ricerca medico-psicologica, 2 ci si riferisce alle capacità del soggetto di resistere alle difficoltà, ai traumi e, in senso lato, alle situazioni sfavorevoli e pericolose.Nel tempo sono state formulate diverse definizioni tra le quali:Rutter (1985): la definisce una capacità personale di elaborare strategie dinamiche in accordo con obiettivi propri, dimostrando una valida autostima, autofiducia, efficacia ed abilità per evitare situazioni sociali sfavorevoli;Zimmermene Arunkumar (1994): la resilienza si relaziona con fattori e processi che interrompono lo sviluppo di un rischio, portando ad un adattamento valido di fronte alle avversità;Liem e Coll. (1997) affermano che si tratta di una capacità di prevalere, crescere e rinforzarsi anche in presenza di difficoltà e di situazioni sfavorevoli;Grotberg (1996): capacità umana di affrontare le avversità della vita, superarle e uscirne rinforzato o, addirittura, trasformato;Pinto Junior (2001) la definisce come un insieme di fenomeni dinamici e relativi, posseduti dalle persone resilienti in ogni momento della loro vita;Koller (2001) puntualizza che la capacità chiamata resilienza dipende dalle caratteristiche personali, individuali ed ambientali che possono variare nel trascorrere degli anni.Da queste e da molte altre definizioni, sembrerebbe che parlare di resilienza dovrebbe riferirsi a specifiche capacità o caratteristiche personali che variano durante il trascorrere della vita.Una ricerca 3 fatta con il fine di trovare le situazioni in cui occorre accrescere la resilienza nei bambini ha evidenziato:► situazioni di rischio dovute ad un ambiente avverso: ci sono componenti biologiche, psicologiche e sociali che formano un insieme propizio per il disequilibrio che porta un bambino a rischio di violenza:► privazione materna;► morte del padre o della madre;

    1 Cfr. Grazia Maria Costa – La “ virtù” della resilienza – Dispensa della Scuola Edi.S.I. per Consulenti di Formazione in Scienze umane nella Vita Consacrata e Comunità Educative Ecclesiali – luglio 2010

    2 cfr. Timologia e resilienza: possibilità per uno sviluppo articolato e sicuro. Romeo Lucioni

    3 fatta dalla SESI insieme alla Bernard van Leer Foundation (1999)

  • ► divorzio dei genitori;► nuovo matrimonio dei genitori;► disturbi psichiatrici del padre o della madre (del patrigno e della matrigna)► tossicodipendenza;► ambiente familiare aggressivo;► violenza e maltrattamenti;► privazione di cure prenatali:► mancanza di lavoro per i genitori;► povertà cronica della famiglia;► abitazione precaria;► mancanza di alimentazione adeguata;► frequente cambio di residenza;► caratteristiche del soggetto in situazione di rischio:► difficoltà nello stabilire vincoli affettivi;► insicurezza;► bassa autostima;► difficoltà nella socializzazione;► difficoltà nell’elaborazione del problem solving;► disturbi psichici di vario ordine e natura;► basso livello di comprensione e di apprendimento.Sono state indagate anche le modalità che possono favorire l’organizzazione della resilienza. Così Werner (1981); Luther e Zigler (1999) e Pinto Junior (2001) hanno sottolineato:► capacità temperamentale e caratteriali del bambino;► auto-stima;► creatività;► umorismo;► empatia;► abilità intellettuali;► interessi multipli;► controllo dell’emotività;► capacità di individuazione e di risoluzione dei problemi;► facilità alla socializzazione;► capacità di affrontare le situazioni;► disponibilità ad accettare aiuto extrafamiliare;► relazione valida con altre persone (modello referenziale);► relazione di amicizia e di fiducia con compagni, professori o parenti;► reti di supporto istituzionale (servizi sociali; associazioni; scuola);► reti associazionali di appoggio alla gioventù.

    La ricerca citata ha pure evidenziato la necessità di stimolare l’incremento della resilienza attraverso:► rafforzamento dei vincoli affettivi;► coesione familiare;

  • ► attenzione alle necessità dei bambini e dei giovani;► protezione per i minori;► comunicazione ampia ed adeguata con i bambini;► affetto ed espressività;► coesione e comprensione dei genitori.

    Aurora Fiorentini fa riferimento ad un “comportamento intuitivo” (intelligenza istintiva di Malcolm Gladwell) che accompagna l’infanzia e che va rinforzandosi ed arricchendoli con l’età, incorporando caratteristiche più evolute e più adulte.Il resiliente sarebbe la persona dotata di capacità funzionali specifiche che gli permettono di essere sempre “adeguato” per affrontare le disavventure, le difficoltà, i rischi, le situazioni pericolose.Chi possiede resilienza ha in sé le capacità che gli permettono di rendersi flessibile e, quindi, di sviluppare capacità non solo di adattamento, ma anche di cambiamento per creare un progressivo aumento di complessità che è sinonimo di efficienza e di efficacia.La Fiorentini dimostra anche una notevole perspicacia, riconoscendo nella resilienza una capacità del soggetto di affrontare gli avvenimenti dolorosi e risorgere dalle situazioni traumatiche anche grazie a risorse personali attivabili ed aumentabili con l’aiuto di qualche persona di riferimento, ma soprattutto grazie a:► autostima positiva;► legami affettivi significativi;► creatività naturale;► buon umore e simpatia;► una rete sociale e di appartenenza;► Valori interiorizzati personalmente che consentano di dare senso al dolore, in modo da diminuire l’aspetto negativo di una situazione conflittiva, permettendo il risorgimento di alternative utili di fronte alla sofferenza.

    Per sviluppare la resilienza… 4

    Si presentano ora alcune caratteristiche che la persona può sviluppare in sé per realizzare atteggiamenti di resilienza, che le permettano di vivere serenamente il servizio, la realtà Comunitaria, le relazioni con gli altri e con l’Altro.

    ► Creare rapporti. Costruire buone relazioni con le persone più prossime, in Comunità, o con gli altri, è importante. Accettare aiuto e sostegno da chi è interessato a noi e ci ascolta rafforza la resilienza. Alcune persone trovano che essere attivi in gruppi , Comunità, o altri gruppi locali fornisca supporto relazionale e che possa aiutare a recuperare speranza. Assistere gli altri nel momento del bisogno può beneficiare anche chi aiuta.

    ► Evitare di vedere le crisi come problemi insormontabili. Non possiamo cambiare il fatto che eventi altamente stressanti succedano, ma possiamo cambiare come interpretarli e rispondere agli stessi. Provare a guardare oltre al presente e a come le circostanze future possono essere un po’

    4 Cfr. Grazia Maria Costa – La “ virtù” della resilienza – Dispensa della Scuola Edi.S.I. per Consulenti di Formazione in Scienze umane nella Vita Consacrata e Comunità Educative Ecclesiali – luglio 2010

  • migliori. Fare attenzione a qualsiasi esile possibilità di stare un po’ meglio quando si ha a che fare con situazioni difficoltose.

    ► Accettare il fatto che il cambiamento è parte della vita. Certi obiettivi possono non essere più conseguibili per effetto di circostanze avverse. Accettare le situazioni che non possono essere modificate può aiutarci a focalizzarsi su quelle che possiamo cambiare.

    ► Muoversi verso i propri obiettivi. Sviluppare obiettivi realistici. Fare qualcosa regolarmente, anche se sembra una realizzazione piccola, che permetta di muoversi verso i propri obiettivi. Invece di focalizzarci sui compiti che sembrano irrealizzabili, domandiamo a noi stessi, " Che cosa posso compiere oggi che mi aiuti a muovermi nella direzione in cui voglio andare?".Compiere azioni decise. Nelle situazioni avverse, per quanto possiamo, agiamo. Compiamo azioni decise, piuttosto che staccarci completamente dai problemi e dalle fonti di stress e desiderare soltanto che scompaiano.

    ► Cercare opportunità per imparare. Le persone spesso imparano qualcosa su loro stesse e osservano come, per certi aspetti, nella lotta con la perdita sono cresciute. Molte persone che hanno avuto esperienze tragiche ed avversità, hanno conseguito miglioramenti nelle relazioni, un più ampio senso di forza personale anche in momenti di vulnerabilità, un incremento di autostima, una più sviluppata spiritualità, e un maggiore apprezzamento per la vita.

    ► Nutrire una visione positiva di se stessi. Accrescere la fiducia nella capacità di risolvere problemi e fidarsi dell’aiuto delle proprie intuizioni sviluppa resilienza.

    ► Mantenere le cose in prospettiva. Anche quando si fa fronte a eventi molto dolorosi, provare a considerare le situazioni stressanti in un più ampio contesto e mantienere una prospettiva di lungo periodo. Evitare di gonfiare oltre misura gli eventi.

    ► Mantenere una visione fiduciosa. Una visione ottimistica ci permette di aspettarci che nella nostra vita succedano buone cose. Provare a visualizzare quello che vogliamo, piuttosto che preoccuparci di quello che temiamo.

    ► Prendersi cura di se stessi. Prestare attenzione ai propri bisogni e ai propri sentimenti. Impegnarsi in attività che ci piacciono e che troviamo rilassanti. Esercitarsi regolarmente. Prendersi cura di se stesso aiuta a mantenere la propria mente e il proprio corpo pronti per affrontare le situazioni che richiedono resilienza.► Imparare dal proprio passato. Focalizzare le passate esperienze e fonti di forza personale può aiutarci a capire quali strategie potrebbero funzionare per accrescere la resilienza.

    Altri modi per rafforzare la resilienza possono essere d’aiuto. Per esempio, alcune persone scrivono riguardo ai loro pensieri e sentimenti più profondi relativi ai traumi o agli altri eventi stressanti della loro vita. La meditazione e i Valori spirituali aiutano le persone a sviluppare un senso di connessione e a riacquistare speranza.

    La parte centrale è individuare i modi più adatti e che funzionano meglio, nell’ambito della propria personale strategia per favorire la resilienza.

  • …….in cammino !!!