il dono magazine di febbraio 2014
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magazine dell'associazione IL DONO onlus per il sostegno alla gravidanza indesiderata e alle sequele psicologiche dell'aborto volontarioTRANSCRIPT
Nel Cuore magazine dell’Associazione il Dono
Febbraio 2014
IL DONO è un’associazione onlus basata sul volontar iato. La nostra possibil i tà di portare avanti i progett i dipende totalmente da donazioni e off erte l ibere. Aiutaci a sostenere donne in dif f icoltà, dona una speranza a mamme e bambini. Puoi ef fettuare una donazione tramite: bonif ico bancario: intestato a: IL DONO onlus Credito Art ig iano - agenzia RM14 c/c 809 ABI: 3512 CAB: 3214 bol lett ino postale: c/c/p n. 73452781 intestato a ASSOCIAZIONE IL DONO l’Associazione IL DONO è una ONLUS: ogni somma versata, pertanto, a suo favore, mediante carta di credito o mediante bonif ico bancario, a t i tolo di l iberal ità consente al donatore la detrazione d’ imposta ai sensi del l ’art . 13 bis, lettera ibis (se privato) e la deduzione ai sensi dell ’art . 65, comma 2, lettera c-sexies (se impresa) come previsto dal Testo Unico I I .DD 917/86 modif icato dal D.Lgs 460/97. Gli indir izzi de IL DONO ONLUS: Sede legale: Roma via Val Trompia 56 CAP 00141 Sito internet: www.i l-dono.org [email protected] Numero sos-mamma [att ivo 24 ore su 24] 347-3786645 Ai sensi del la Legge 7 marzo 2001, n. 62, i l magazine “NEL CUORE” non r ientra nel la categoria di “ informazione per iodica” in quanto viene pubblicato ad interval l i non regolari. I l sito i l-dono.org da cui è possibi le scar icare i l magazine è hostato da ARUBA.it Hanno partecipato a questo numero: Crist iana, Serena, Narnia, Natal ia, Rosa e Ciro, Paolo e Pasquale. Se hai idee suggerimenti e vuoi partecipare anche tu al prossimo numero, contattaci e proponi i l tuo intervento! Insieme i l nostro magazine diventerà sempre più bel lo!!
Sommario
Editoriale pag. 4
Emilee: la mia miglior carriera
sarebbe stata quella di mamma pag. 6
Eventi per le Famiglie pag. 8
Ti Dono… una storia pag. 9
The Blackmun Wall pag. 10
Frammenti di poesia pag. 13
In cucina pag. 14
Metodi naturali pag. 15
Bomboniere solidali pag. 16
Sono proprio una di quelle… pag. 18
Il libro del mese pag. 20
L’angolo del PC pag. 21
On the road pag. 22
Mamme (e donne) ecologiche pag. 24
Fai da te pag. 25
editoriale
Per ogni cosa c'è i l suo momento, i l suo tempo per ogni faccenda sotto i l cielo . E’ f inito i l mese di febbraio, e con esso è f inito anche il tempo della casa d’accoglienza. Non aveva più ospit i da qualche mese, non più incontri nello spazio adibito a centro d’ascolto, nemmeno visitatori ai quali offrire i generi di prima necessità. I l canone mensile era divenuto insostenibi le, comunque sproporzionato r ispetto all ’att ività che veniva effettuata. Dopo quattro anni, consegniamo le chiavi della casa. I l f inesettimana passato a sgomberare le ult ime cose, quelle prive di valore, perché quegli arredi potevano ancora essere sono stat i donati a famigl ie bisognose. E mentre riempivo i sacchi, mi accorgevo che un valore ce l ’avevano anche quei pochi oggett i dest inati alla discarica. Un venti latore non funzionante. La nostra prima ospite la ricordo seduta sulla poltroncina, in canottiera e pantaloncini, le gambe stese e i piedi appoggiat i sul la sedia sistemata davanti a sé, accanto al ventilatore, che all ’epoca era certamente più collaborat ivo. Non altrettanto lei, che non accettava alcun aiuto, prendeva le sue decisioni pretendendo di essere totalmente autonoma, quando non aveva nemmeno un tetto da offrire a sé ed al bambino che portava in grembo. Le parlavo quella sera della dif ferenza fra i l mondo reale e quello nel quale f ingeva di essere, dell ’ impegno che comporta essere genitore, dell ’aiuto che potevamo offrir le. Non ascoltava, le mie parole avevano la stessa consistenza dell ’aria emessa dal ventilatore, ma meno util i tà: non potevano rinfrescare quella calda sera d’estate. Un piatto rotto. La nostra seconda ospite sembrava più disponibi le al dialogo, pur con i l imiti dovuti alla diversità di l ingua. Non abbiamo mai capito bene quanto comprendesse di ciò che le dicevamo. Io non ho ben
capito nemmeno cosa avrei, o avremmo, potuto fare di più perché stesse ancora con noi, perché tenesse più perché stesse ancora con noi, perché tenesse con sé ancora, dopo la nascita, quella bambina che invece ha tenuto solo per nove mesi. Faccio ancora molta fatica a trattenere le lacrime quando penso ad entrambe, alla madre, che lascia l ’ospedale da sola, ed alla f igl ia, che all ’ospedale da sola resta. Insistere sino all ’ult imo minuto perché rimanessero entrambe con noi è stato inutile, come un piatto rotto. Garze steril i, anzi ormai non più, ed oli i per bambini. La terza e la quarta ospite sono arrivate quasi contemporaneamente, e quasi contemporaneamente ci hanno salutato, al termine del tempo a loro ed a nostra disposizione per metterle in condizione di essere autonome. E con noi sono rimasti i due piccoli uomini, a cui auguro di essere grandi uomini, prima nascosti nelle pance e poi meravigl iosi venuti al la luce. Nelle tante dif f icoltà che abbiamo incontrato ed affrontato insieme, mi concedo il lusso di pensare che prendendoci noi cura delle mamme, queste hanno potuto prendersi cura dei f igl i, anche attraverso i gesti semplici dei massaggi seral i dopo il bagnetto. Rido ancora al pensiero dei bambini così cosparsi d’olio da luccicare, e del le mamme che coi bambini e fra loro parlano, si scambiano opinioni, consigli, progettano il futuro. Nel togl iere tutto ho tralasciato ancora diverse cose. Alcune per mancanza di tempo. Altre perché pesavano troppo. C’era un albero, nella casa. Un meraviglioso disegno di albero, stampa adesiva che spiccava sul muro bianco, era una betulla, perché essa è segno di nascita, di nuovo inizio. Accanto ad esso una scritta: “In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall 'altra del f iume si trova un albero di vita che dà dodici raccolt i e produce frutt i ogni mese; le
foglie dell 'albero servono a guarire le nazioni”. Quell ’albero e quella scritta formavano l’unico ornamento della parete più grande della sala, che fungeva da centro di ascolto, al la parete opposta, proprio davanti i l divano su cui sedevano le molte persone che con noi hanno fatto un percorso per r icostruire se stesse dopo le macerie del l ’aborto. Quell ’albero, dicevamo, è speranza, perché non è la morte l ’ult ima parola. Insieme possiamo ricostruire, e dove si ricostruisce c’è vita, e dove c’è vita la morte deve fuggire atterrita. L’albero aveva molte foglie, su ciascuna fogl ia era scritto un nome. I l nome col quale ciascun genitore che su quel divano è stato seduto ha nominato suo f iglio, per metà nel pianto per aver negato a lui, e a sé, la gioia di stare insieme, per metà nel sorriso, per aver f inalmente potuto compiere un gesto concreto per dire al mondo che quella vita c’era, c’è, e non era niente di meno di una vita, e aveva tutta la dignità che una vita merita, e nessuno poteva più ignorarne l ’esistenza, o chiedere di dimenticare.
L’albero e la scrit ta non ci sono più. Sono stati tolt i, perché così deve essere, certo non si può lasciare in una casa che non ci appart iene più. Le molte foglie, coi loro nomi, sono ancora là. Pesavano troppo, non sono riuscito a togl ierle. Dovrò farmi forza, ma non domenica scorsa. C’è un tempo per demolire e un tempo per costruire , abbiamo costruito per quattro anni; un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante. Per quattro anni abbiamo seminato qualcosa, nei cuori di chi abbiamo accolto con noi, di chi è passato solo per prendere cibo o pannolini, di chi è voleva ricostruire se stesso dalle macerie, e che abbiamo accompagnato in quel percorso. Alcuni dei frutt i di quelle piante l i abbiamo vist i, altri non l i vedremo. Ma ciò che è stato fatto, non può essere sradicato: i l bene che hai donato, resta un bene, anche se a te non torna.
Edoardo
441 bimbi nati
in questi 7 anni di lavoro!
Diamo il benvenuto a:
Maria Emanuela, Cesare, Sofia,
Samuele e Celeste.
ABBIAMO BISOGNO DI:
- omogeneizzati carne e frutta
- pannolini misure 4-9 Kg.
Emilee: la mia miglior carriera sarebbe stata quella di mamma
Nel 1984 rimasi inaspettatamente incinta, anche se la considero una contraddizione perché fondamentalmente, se una è sessualmente attiva non dovrebbe essere sorpresa se rimane incinta. Prendevo la pillola, ma chiaramente anche la pillola anticoncezionale non funziona al 100% e non ricordavo assolutamente di non averla presa per un giorno. È possibile che stessi prendendo antibiotici in quel periodo e allora non si sapeva che gli antibiotici possono annullare gli effetti della pillola, o almeno io non lo sapevo. Indipendentemente dal motivo per cui la pillola non ha funzionato con me, ero una studentessa universitaria di 20 anni con “sogni” di carriera da modella, e ora ero incinta! Poiché stavo prendendo la pillola, scoprii di essere incinta solo a 10-12 settimane. Avevo perso due cicli, ma mi era capitato in precedenza, quando avevo esagerato con l’atletica e la ginnastica, così pensai solo che stava succedendo la stessa cosa. Comunque, descrissi i miei sintomi ad un’amica e si convinse che ero incinta e mi consigliò di fare un test, e lo feci, ed ero incinta. In quel momento, la decisione di abortire sembrava una decisione facile. Ma questo non è esatto, perché non presi una decisione informata e intelligente. La mia decisione di abortire rapidamente si basò sul cosiddetto “counseling” che ebbi dalla clinica Planned Parenthood in cui andai. La persona di Planned Parenthood che mi consigliò sembrava molto premurosa e interessata. Ricordo che mi dissero che era solo una massa di cellule. Ricordo che mi terrorizzarono con l’idea di avere un “bambino urlante o un adolescente fuori controllo”. Sarebbe stato anni dopo, mentre scrivevo un discorso per un corso che stavo frequentando, che sarei andata sul sito web di Planned Parenthood alla pagina “teenwire” e trovai esattamente quelle parole. Ero sbalordita! Capii allora che era stato quella “consulente” con cui parlai da Planned Parenthood ad aver piantato quei terribili pensieri nella mia testa. Non era interessata a me o preoccupata per me alla fine, ma aveva preso una giovane donna vulnerabile e in preda al panico e mi aveva spaventata affinché abortissi in fretta. Oltre alle tattiche di paura usate per convincermi ad abortire rapidamente, non mi dissero mai che una conseguenza avrebbe potuto essere l’infertilità o comunque un danno al sistema riproduttivo. È così strano che prima dell’aborto non lo consider assi vita, o vitale, o mi sentissi madre. Cominciai a pentirmene subito dopo . Mi stavo ancora svegliando dall’anestesia quando tutta la premura che Planned Parenthood mi aveva mostrato prima dell’aborto finì improvvisamente. Mi dissero di alzarmi e di vestirmi e di aspettare nell’atrio. Dissi loro che ero ancora intontita e avevo bisogno di stendermi. Mi diedero i vestiti e mi dissero che avevano bisogno del letto. Fu mentre entravo nell’atrio, facendo fatica a camminare per via dell’anestesia, che rimasi colpita, e colpita duramente. Afferrai la mia pancia e in silenzio la mia testa piangeva: “Rivoglio indietro il mio bambino!”. Ma l ’aborto è definitivo e non ci sarebbe stata possibi lità di riavere indietro il mio bambino. Un paio d’anni dopo l’aborto, mentre curiosavo in una libreria (molto prima di internet) vidi un libro sullo sviluppo fetale e lo aprii. Caddi in ginocchio in preda all’orrore quando vidi le foto di un feto di 10 e un feto di 12 settimane . So che c’erano persone intorno a me, ma non potei evitarlo. Riuscivo a malapena a respirare. “Come ho fatto a essere così stupida?” – pensai – “Come hanno potuto mentirmi?” – “Perché a scuola non mi hanno insegnato lo sviluppo fetale?”. Due anni dopo l’aborto erano due anni troppo tardi per me per scoprire le nozioni fondamentali sullo sviluppo fetale. Vi giuro che se lo avessi saputo , se Planned Parenthood mi avesse rivelato la realtà di come è fatto un feto di 10 o 12 settimane , e che è un essere umano completamente sviluppato anche se molto piccolo, non avrei mai scelto di abortire . Se mi avessero detto che una possibile conseguenza era l’infertilità, anche se molto improbabile, sarei corsa via velocemente dai loro uffici e avrei “scelto” di tenermi il bambino. Mi irrita molto ancora oggi quando lo chiamano “diritto di scegliere”. È una scelta solo se ti raccontano tutti i fatti permettendoti così di dare un consenso veramente informato. Mi divenne chiaro che l’aborto è un grandebusiness con tanti soldi da fare, ed io ero stata ingannata. Come la vita avrebbe svelato, finii con lo sposare il giovane uomo di cui ero rimasta incinta, meno di un mese dopo l’aborto. È una lunga storia, ma tanto per spiegare brevemente, fu una cerimonia breve perché lui veniva da un altro paese e l’ufficio immigrazione si era fatto sentire. Eravamo davvero innamorati ma troppo giovani per sposarci, e specialmente così presto dopo il trauma emotivo dell’aborto. Ci pentimmo entrambi dell’aborto e cercammo immediatamente una gravidanza. Ma non ci sarebbe stata. Abbiamo affrontato anni di trattamenti per la sterilità e speso decine di migliaia di dollari. La mia sterilità fu classificata come “inspiegabile”. Vedo sul sito di Planned Parenthood che loro ancora affermano che la sterilità non è una conseguenza. È una bugia. Il fatto è che a loro non importa scoprirlo. Quali studi hanno mai fatto per scoprirlo? Mi piacerebbe saperlo. Chi hanno esaminato? Alcuni anni fa chiamai Planned Parenthood per informarli che avevo abortito in una loro clinica e non ero più riuscita a rimanere incinta. Ho rinunciato ad aspettarmi una risposta. Proprio loro che si preoccupano dei “diritti delle donne” e dei loro “diritti riproduttivi” – che storia! – loro mi hanno portato via i miei diritti riproduttivi. L’aborto ha cambiato la mia vita, ha modellato ogni cosa , inclusi venti anni cercando di ottenere una gravidanza. C’è molto altro che vorrei dire, ma lo spazio e il tempo sono limitati. Concluderò dicendo che dopo 22 anni il mio matrimonio è finito. Lui ora ha un figlio. Oh, i miei sogni di modella che avevo, e che avevano avuto un peso nella mia decisione di cercare Planned Parenthood per pensare all’aborto – e sottolineo “cercare”, non “decidere” – si rivelarono essere solo sogni. La lezione che la vita mi ha dato è che dobbiamo pr endere le opportunità che la vita ci presenta . Possono non sembrare opportunità in quel momento, ma col senno di poi, la miglior carriera che avrei mai potuto avere nella mia vita sarebbe stata quella di “mamma”.
Emilee ha pubblicato la sua testimonianza sul sito della CNN Abortion Caused Me Infertility!
Eventi per le famiglie
Carnevale al Castello di Gropparello
QUANDO: 02 Marzo 2014
LOCALITA’: Gropparello
DESCRIZIONE: Per chi vuole vivere una
straordinaria avventura nel Medioevo,
tra costumi e leggende del periodo,
accompagnata da sfilate e merende
tipiche del Carnevale! Partecipa anche tu
con il tuo costume e visita il Parco delle
Fiabe, dove potrai assistere a
meravigliosi spettacoli teatrali, tutti
dedicati al Carnevale!
CONTATTI: Per info, prenotazioni e
programma della giornata visita il sito
www.castellodigropparello.it
Bimi Chef
QUANDO: Domenica 16 Febbraio 2014
LOCALITA’: Grumello del Monte (BG)
DESCRIZIONE: Le cucine del Castello di
Grumello saranno a disposizione dei
piccoli chef (6-12 anni) che potranno
cimentarsi nell’allestimento di sale da
pranzo e preparazione di menù tipici,
sotto la supervisione di chef esperti, che
li guideranno nella corretta realizzazione
dei piatti.
Necessaria prenotazione e pre
pagamento.
CONTATTI: Per info
www.castellodigrumello.it/Bimbi-Chef
Cinemamme – Al cinema con i bebè
QUANDO: Fino al 10 Aprile 2014
LOCALITA’: Padova
DESCRIZIONE: Una serie di incontri sul
tema della maternità e la rassegna
cinematografica dedicata ai neo-
genitori. La proiezione dei film avverrà
ad un volume inferiore, per permettere
ai piccoli di dormire tranquillamente, e
ai genitoriverrà permesso di allattare e
portare pappa e pannolini per assistere i
loro piccoli durante la proiezione.
CONTATTI: Per info
www.cinemamme.net
A spasso con le ciaspe
QUANDO: Domenica 09 marzo 2014
LOCALITA’: Recoaro Terme (VI)
DESCRIZIONE: Ritrovo alle ore 9 alla
stazione di Recoaro T. e ritorno ore 15.
Quota di partecipazione con spuntino €
12,00.A spasso con le ciaspole tra i
boschi e i pascoli innevati alla scoperta
dei Grandi Alberi, patriarchi vegetali che
da secoli sorvegliano il passaggio dei
viandanti, raccontando loro storie
emagie della montagna.
Prenotazione obbligatoria entro le 12
del giorno precedente.
CONTATTI: [email protected]
www.csleguide.it
CLICCA E
ASCOLTA LA
STORIA
Ti dono… una storia
Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico
Luis Sepúlveda
Mix crebbe. Divenne prima un giovane gatto con una bella pelliccia nera sulla schiena e
bianca sul petto, e poi un gatto adulto, robusto e vigoroso.
Anche Max crebbe e divenne un adolescente che ogni mattina andava a scuola in
bicicletta, ma prima di uscire puliva la lettiera di Mix, gli riempiva la scodella del suo cibo
preferito, i croccantini al gusto di pesce.
Max si prendeva cura di Mix, e Mix si prendeva cura della dispensa, perché i topi non si
avvicinassero alla scatola di cereali al cioccolato, i preferiti di Max.
Anche se non c’erano topi in casa, Mix svolgeva volentieri il compito di guardiano della
dispensa, perché sapeva che Max era suo amico e un amico si prende cura di ciò che piace
all’altro.
Un pomeriggio, un compagno di scuola di Max disse qualcosa a proposito del muso di Mix
e, quando se ne andò, Max aprì il dizionario alla lettera p, cercò la parola “profilo” e trovò
varie riproduzioni di disegni antichi che lo divertirono molto. Allora chiamò Mix, lo fece
salire sul tavolo e gli mostrò il dizionario.
<<Guarda, Mix, il mio amico ha ragione, tu hai il profilo greco.>> Si, Mix era un gatto dal
profilo greco, un profilo che metteva in risalto i suoi grandi occhi gialli.
Ogni tanto Max gli mostrava libri sulla Grecia antica e gli parlava di uomini che si
chiamavano Agamennone, Achille, Ulisse e Menelao. Avevano tutti lo stesso profilo di Mix.
A volte Max chiamava Mix e se il gatto non arrivava, usciva in strada e chiedeva
all’edicolante o al postino: <<Hai mica visto un grosso gatto con la schiena nera e il petto
bianco?>>
<<Un gatto dal profilo greco? Si, l’ho visto. Si è arrampicato su un ippocastano e da lì è
saltato sul tetto del palazzo. E’ molto agile quel gatto dal profilo greco.>>
Allora Max si tranquillizzava perché sapeva che Mix sarebbe tornato quando ne aveva
voglia e che vagabondando sui tetti si godeva la sua libertà di gatto. Un amico si prende
sempre cura della libertà dell’altro.
di Natalia
The Blackmun Wall
The Blackmun Wall è la lista dei nomi di donne uccise dall’aborto legale. Il 22 gennaio 1973 la Corte Suprema degli Stati Uniti il cui giudice era Harry Bluckmun, decise la legalizzazione dell'aborto, una sentenza storica per la società e la politica americana . Harry Bluckmun giudice della corte suprema degli USA e di giustizia dal 1970 al 1994 conosciuto come l’autore del caso Roe v. Wade Prima di tale sentenza, l'aborto era disciplinato da ciascuno stato
dell'unione, con legge propria. In almeno 30 Stati era previsto come reato di common law, cioè non poteva essere praticato in nessun caso. In 13 Stati era legale nei seguenti casi: pericolo per la donna, stupro, incesto o malformazioni fetali. In 3 Stati era legale solo in caso di stupro e di pericolo per la donna. Solo in 4 Stati unico requisito legale era la richiesta della donna. Norma Leah McCorvey, alias Jane Roe (nome scelto a fini processuali per tutelarne la privacy) nasce in Louisiana nel 1947. Vive un'adolescenza tormentata, a 16 anni si sposa con un uomo violento dal quale ha due figlie. Mentre è incinta del terzo figlio, viene contattata da un team di avvocatesse, delle quali la più celebre è Sarah Weddington, le quali decidono di portare il caso di Norma in tribunale, per affermare il suo diritto ad abortire. Nel 1972 la causa approda alla Corte Suprema degli Stati
Uniti, che decide con sentenza del 22 gennaio 1973. Ciò che veniva chiesto ai giudici era se la Costituzione federale riconoscesse un diritto all'aborto anche in assenza di problemi di salute della donna, del feto e di ogni altra circostanza che non fosse la libera scelta della donna[. La decisione venne presa con una maggioranza di 7 giudici e 2 contrari. Si fondò su un'interpretazione non nuova del Quattordicesimo Emendamento. Secondo questa interpretazione, ormai accolta dalla giurisprudenza costituzionale statunitense, esiste un diritto alla privacy inteso come diritto alla libera scelta di ciò che attiene alla sfera più intima dell'individuo. La Corte suprema riconosce il diritto all'aborto in un'ottica di limitazione dell'ingerenza statale. Comunque, il diritto ad abortire della donna, in questa
sentenza, non è definito assoluto, poiché lo Stato avrebbe il dovere di intervenire in talune circostanze, che coincidono in particolare con il tempo di gestazione. Enuncia quindi due principi: 1)l'aborto è possibile per qualsiasi ragione la donna lo voglia fino al punto in cui il feto diventa in grado di sopravvivere al di fuori dell'utero materno, anche con l'ausilio di un supporto artificiale. Questa condizione si verifica in media intorno ai sette mesi (28 settimane), ma può presentarsi prima, anche alla 24sima settimana. 2)In caso di pericolo per la salute della donna, l'aborto è legale anche qualora la soglia oltre il quale il feto è in grado di sopravvivere al di fuori dell'utero materno sia stata sorpassata.Questa sentenza della Corte ha condizionato le leggi di 46 Stati.La sentenza Roe contro Wade ha dato il via a un dibattito che si ripresenta ogniqualvolta la politica o la società affrontano il tema dell'aborto. I principali nodi dibattuti riguardano i seguenti aspetti: in quali circostanze l'aborto dovrebbe essere illegale; chi dovrebbe decidere quali siano tali circostanze; quali atteggiamenti la Corte Suprema dovrebbe adottare nel dirimere tali questioni, e quanto dovrebbero essere tenuti in considerazione i punti di vista religiosi e morali nella sfera politica.La sentenza Roe contro Wade ha influenzato la politica nazionale statunitense, dividendo gran parte del paese tra pro-Roe (per la libertà di abortire) e pro-Wade (per il diritto alla vita) e ispirando gruppi di attivisti su entrambi i fronti.Il quadro dipinto dai sostenitori “pro-aborto” è che la corte Suprema degli Stati Uniti e le decisioni del giudice Harry Blackmun sui casi Roe vs Wade e Doe vs Bolton hanno trasformato chi pratica gli aborti in medici. Gli abortisti sono gli opportunisti della professione medica e gli aborti mettono a repentaglio la salute della madre nell’ interrompere la gravidanza. Gli operatori delle cliniche abortiste come la Planned Parenthood amavano pensare che le decisioni scritte
da Blackmun rendessero gli aborti sicuri e legali, ma la realtà ha dimostrato che rendere l’aborto legale non significa rendere l’aborto sicuro. Gli abortisti mettevano a repentaglio la vita delle madri pur di interrompere la gravidanza. Le centinaie di donne che figurano in questa lista sono solo la punta dell’icebergsono casi federali che documentano molte più morti per aborti di quelli che figurano nella lista.
Sostieni il DONO
da Blackmun rendessero gli aborti sicuri e la realtà ha dimostrato che
orto legale non significa rendere l’aborto sicuro. Gli abortisti mettevano a repentaglio la vita delle madri pur di interrompere la gravidanza. Le centinaie di donne che figurano in questa lista sono solo la punta dell’iceberg Ci
e documentano molte più morti per aborti di quelli che figurano
Cosa significa aborto sicuroqualsiasi cosa che va contro il naturale processo è dannosa..non facciamoci false idee e giustificazioni…c’è un limite a tutto… centinaia di vittime ,madri e fmorti…non che una madre che abortisca e sopravviva , stia bene, ma le rimane la rabbia..il pentimento sincero che può usare per combattere ,per redimersi..al contrario di quelle donne che sono morte senza nemmeno rendersi conto di ciò che stava accadendo.
Sostieni il DONO
onlus
Cosa significa aborto sicuro ??? qualsiasi cosa che va contro il naturale processo è dannosa..non facciamoci false idee e giustificazioni…c’è un limite a tutto… centinaia di vittime ,madri e figli morti…non che una madre che abortisca e sopravviva , stia bene, ma le rimane la rabbia..il pentimento sincero che può usare per combattere ,per redimersi..al contrario di quelle donne che sono morte senza nemmeno rendersi conto di
adendo.
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Frammenti di Poesia
POESIA Ti Avrei Voluto" di Andrea Roncato
Ti avrei voluto piccolo
per poterti abbracciare, ti avrei voluto
grande
per potermi appoggiare, ti avrei voluto
d’inverno
dietro a una finestra guardare la neve che
comincia a cadere,
ti avrei voluto con la pioggia di un
temporale
sotto le coperte in silenzio
per sentirne il rumore, ti avrei voluto
dolce con i cani
per poterli accarezzare
e tenero coi vecchi
per poterli amare, ti avrei voluto
cantare una canzone, farti addormentare
e riprendere il sogno
che ti aveva fatto svegliare,ti avrei voluto
di fianco
a camminare
tutti e due in silenzio
cercando di capire
quello che l’altro
ha dentro
e che non riesce a dire. Ti avrei voluto
il giorno che dovevi partire, per il piacere
di vederti ritornare, ti avrei voluto
il giorno che me ne dovrò andare
ti avrei voluto volere, ma alle volte
non ti ho voluto...
La Bontà
Madre Teresa di Calcutta
Non permettere mai che qualcuno venga a te e vada via senza essere migliore e più contento. Sìi l'espressione della bontà di Dio Bontà sul tuo volto e nei tuoi occhi,
bontà nel tuo sorriso e nel tuo saluto. Ai bambini, ai poveri a tutti coloro che soffrono nella carne e nello spirito offri sempre un sorriso gioioso Dai a loro non solo le tue cure ma anche il tuo cuore.
c
Linguine al sugo di gallinella con Corbarini in acqua e sale.
Ingredienti per 2 persone
Ingredienti
• 2 gallinelle
• 120 g di linguine
• 5/6 corbarini in
acqua e sale • 1 spicchio d’aglio
• 2 cucchiai di olio
evo
• qualche oliva nera
Una ricetta… fuori stagione, ripescata dall’archivio: provate a cercare i filetti surgelati e avrete
un primo semplice, velocissimo ma gustoso, col sapore del mare. Dalle carni gustose e saporite, la gallinella, o mazzola o cuoccio, è l’ideale per zuppe di pesce o sughetti al pomodoro per la pasta. La stagionalità va da novembre a marzo, l’ideale è consumarla fresca, volendo congelarne i filetti è consigliabile, una volta acquistata pulirla ricavarne i filetti e congelarli il prima possibile.
Preparazione
1. Pulire e sfilettare le gallinelle, tenendo da parte teste e lische. 2. Spellare i corbarini e schiacciarli con una forchetta. 3. In un tegame o una padella larga, imbiondire l’aglio nell’olio, unire i corbarini,le olive
denocciolate e le lische e le teste delle gallinelle e lasciar cuocere una decina di minuti, schiacciando le teste delle gallinelle col cucchiaio di legno.
4. Intanto portare a ebollizione l’acqua e cuocere le linguine, lasciandole un po’ indietro di cottura.
5. Eliminare le lische e unire i filetti di gallinella, volendo potete prima spezzettarli, io ho preferito lasciarli interi.
6. Cuocere ancora pochi minuti, mescolando con delicatezza, se il sugo dovesse asciugare troppo, unire qualche cucchiaiata di liquido di governo dei pomodorini.
7. Regolate di sale, se necessario, considerando che i corbarini sono piuttosto saporiti. 8. Scolare le linguine e aggiungerle al sugo, completando la cottura, mescolando con
delicatezza, evitando di rompere i filetti di pesce. 9. Se non piace, eliminare l’aglio, quindi impiattare e servire.
I metodi naturali
COME SEI VERAMENTE!
Come ha ricordato una mia amica in un libro, noi donne rincorriamo tutta la vita lo
sguardo che ha avuto Adamo per Eva: uno sguardo di stupore, di meraviglia, di
contemplazione di una bellezza che supera le nostre povere parole.
Questa rincorsa ci porta a cercare il vestito che ci valorizza, la crema che ci toglie
qualche anno, l’ombretto che rende i nostri occhi bellissimi. A volte rischiamo di
esagerare, ed indossiamo maschere, che coprono quello che di noi non ci piace,
falsando spesso la nostra immagine, nascondendone la vera bellezza. E quanto
vorremmo invece essere apprezzate per quello che siamo….
Per quando riguarda la tutela della salute c’è una riscoperta dei ‘sapori veri’, del
biologico, del naturale, per liberarci dagli aromi artificiali e dannosi. Siamo ormai
anche molto attenti ai farmaci che assumiamo, per non abusarne. Eppure in tema
di salute riproduttiva ancora stentiamo a formarci una mentalità di questo tipo.
E’ vero che una visita annuale dal ginecologo la sentiamo come un dovere, ma ci
informiamo davvero di come funziona il nostro ciclo? Spesso le donne ricorrono
alla pillola ignorando quasi del tutto il loro ciclo ormonale, o considerandolo un
meccanismo talmente capriccioso e inaffidabile esser disposte ad affidarsi ad
ormoni di sintesi: mascheriamo la nostra natura, per metterci sopra qualcosa non
è affatto natulare. Quante donne si sono sentite proporre la pillola per
‘regolarizzare’ il proprio ciclo, semplicemente perché non avevano le mestruazioni
ogni canonici 28 giorni?
La proposta dei metodi naturali può venire in aiuto per migliorare la conoscenza di
sé e scoprire che i cicli che non sono ‘puntuali come orologi svizzeri’ non sono
necessariamente sono patologici. Fattori come stress, lavoro etc, influiscono molto
sull’andamento ormonale e non c’è nulla da correggere (se non forse il perché
siamo tanto stressate…ma questo è un altro film…) Il nostro ciclo ormonale è
assolutamente monitorabile, giorno per giorno, ed inoltre i metodi naturali sono
gratuiti! Inoltre osservando l’andamento dei sintomi si può anticipare la diagnosi
di eventuali piccole insufficienze ormonali, come ad esempio un raccorciamento
del ciclo dovuto ad una scarsa produzione di progesterone.
La donna si riappropria davvero del suo ciclo e ne osserva la precisione, la bellezza,
la straordinarietà (Dio ci ha fatto come dei prodigi, davvero!) e finisce per
coinvolge il coniuge in questa scoperta. Diverse coppie si approcciano ai metodi
naturali perché stanche di ricorrere alla pillola e subirne i suoi effetti collaterali, e
ritrovano la libertà, la naturalezza, la bellezza. Le donne si riscoprono progettate in
maniera sapiente. L’uomo impara a capire i ‘meccanismi’ femminili, perché
accompagna la moglie nella registrazione: vi confesso che i più interessati ai
meccanismi ormonali sono proprio gli uomini, forse perché in qualche modo
riescono finalmente a razionalizzare qualcosa che prima per loro era pura
emotività…
La donna si sente libera, getta veramente la maschera che i contraccettivi
ormonali tendono ad imporle: io sono fatta così e sono in salute!!!!!
di Cristiana Facchini
Sono proprio una di quelle…
Testimonianza reperita sul web
Io sono proprio una di quelle: una di quelle donne che ha abortito perché voleva abortire, nel senso che quella era l’unica soluzione nella mia testa, la soluzione ad un figlio arrivato quando non era il momento!!! Ero rimasta sola non volevo crescere un figlio con quei presupposti, non volevo dare udispiacere enorme alla mia famiglia (una ragazza madre!!!!). Volevo di più per mè!Volevo il quadretto rosa e azzurro che avevo sempre avuto in testa di famiglia perfetta! Quel figlio lo vedevo solo un ostacolo a tutto questo! Ho fatto infinite ricerche sul’aborto, sono anche per caso approdata al Dono , dove tutte hanno cercato di dissuadermi, ma ormai avevo deciso…. e ad abortire ci sono andata lo stesso! Cosa è successo dopo??Avrei dovuto sentirmi sollevata, potevo ricominciare tutto da capo voltandMa non è stato affatto così, tutto improvvisamente è cominciato ad apparirmi chiaro. Chi ero io per decidere della Vita di un'altra persona ( MIO FIGLIO!)??? Non riuscivo più a dormire, non riuscivo più a mangiare, non riuscivo più a trovare un nella mia vita e soprattutto non riuscivo più a guardarmi allo specchio senza vedere un mostro. Mio figlio avrebbe voluto esserci, chi di NOI non vorrebbe ??? Chi a chiesto a lui come la pensava?Ogni volta che guardavo un bambino vedevo quel figlio che non sarebbe MAI nato, tutto quello che prima era la ragione per cui era meglio abortire era svanito nel nulla, rimaneva solo un fatto, a quel bambino che viveva dentro di me era stata negata la vita ed ero stata io a farlo SUA MADRE.Ora come si riesca ad andare avanti serenamente avendo realizzato questo IO non lo so proprio, almeno io non ci sono riuscita,(PER ANNI) è mi ricordo periodi orrendi, nei quali evitavo persino di uscire da casa per non vedere gente e bambini in particolare , periodi nei quacircondata di uomini che non valessero nulla non sapendo neanche il perché, continuavo a farmi del male. L’unica cosa che mi ha salvata, è stata accettare quel dolore condividendolo con le persone che mi hanno aiutata a viverlo, che mi hanno aiutata a portarne il peso dandogli un senso, le stesse che mi avevo pregata di non andare ad abortire alle quali ho voltato le
Io sono proprio una di quelle: una di quelle donne che ha abortito perché voleva abortire, nel senso che quella era l’unica soluzione nella mia testa, la soluzione ad un figlio arrivato quando non era il momento!!! Ero rimasta sola non volevo crescere un figlio con quei presupposti, non volevo dare un dispiacere enorme alla mia famiglia (una ragazza madre!!!!). Volevo di più per mè! Volevo il quadretto rosa e azzurro che avevo sempre avuto in testa di famiglia perfetta! Quel figlio lo vedevo solo un ostacolo a tutto
sul’aborto, sono anche per caso approdata al Dono , dove tutte hanno cercato di dissuadermi, ma ormai avevo deciso…. e ad abortire ci sono andata lo stesso! Cosa è successo dopo?? Avrei dovuto sentirmi sollevata, potevo ricominciare tutto da capo voltando pagina . Ma non è stato affatto così, tutto
cominciato ad apparirmi
Chi ero io per decidere della Vita di un'altra
Non riuscivo più a dormire, non riuscivo più a mangiare, non riuscivo più a trovare un senso nella mia vita e soprattutto non riuscivo più a guardarmi allo specchio senza vedere un
Mio figlio avrebbe voluto esserci, chi di NOI
Chi a chiesto a lui come la pensava? Ogni volta che guardavo un bambino vedevo
che non sarebbe MAI nato, tutto quello che prima era la ragione per cui era meglio abortire era svanito nel nulla, rimaneva solo un fatto, a quel bambino che viveva dentro di me era stata negata la vita ed ero stata io a farlo SUA MADRE.
ad andare avanti serenamente avendo realizzato questo IO non lo so proprio, almeno io non ci sono riuscita,(PER ANNI) è mi ricordo periodi orrendi, nei quali evitavo persino di uscire da casa per non vedere gente e bambini in particolare , periodi nei quali mi sono circondata di uomini che non valessero nulla non sapendo neanche il perché, continuavo a
L’unica cosa che mi ha salvata, è stata accettare quel dolore condividendolo con le persone che mi hanno aiutata a viverlo, che
tata a portarne il peso dandogli un senso, le stesse che mi avevo pregata di non andare ad abortire alle quali ho voltato le
spalle, le stesse che mi hanno accolta quando sono tornata da loro distrutta in mille pezzi. Mi hanno aiutata a rinascere comenuova che ha capito che il valore della vita è la cosa più preziosa e solo Dio può deciderne il corso. Adesso che ci siano donne che vanno ad abortire convinte di farlo e che non soffrano ci posso pure credere , ma sono certa che sia perché semplicemente si prendono in giro, perché non guardano in faccia la realtà, perché non esiste menzogna che tenga quando prendi coscienza di aver AMMAZZATO TUO FIGLIO!Ma c'è ancora qualcuno che pensa siamo colpevolizzate??????? No no ! Io non ho avuto alcun contesto colpevolizzante, anzi esattamente il contrario!Tutte le persone intorno a me, ( e mi riferisco alle persone vicine a me fisicamente proprio quelle che con me avevano condiviso anni di “”””amicizia””””) continuavano a giustificare il mio OMICIDIanzi INFANTICIDIO. Con frasi del tipo:Ma non è colpa tua tesoro non avevi altra scelta!che volevi mettere al mondo un infelice???Non potevi fare un figlio con quell’uomo, tuo figlio meritava di più!Hai fatto una scelta ed è stata la migliore per te e per tuo figlio era tuo diritto poter scegliere!Avrai altri figli e non ci penserai più!Mi sarebbe piaciuto se tu avessi tenuto il bambino, ma visto che volevo il tuo bene non potevo ostacolare le tue scelte!Un bambino ha il diritto di crescere con un pade una madre, non puoi negargli questo. Guardate potrei scrivere un almanacco con tutte queste frasi, ed era proprio questo quello che più mi faceva stare male, mi sentivo come un omicida che girava a piede libero senza pagare per quanto commesso!
spalle, le stesse che mi hanno accolta quando sono tornata da loro distrutta in mille pezzi. Mi hanno aiutata a rinascere come una persona nuova che ha capito che il valore della vita è la cosa più preziosa e solo Dio può deciderne
Adesso che ci siano donne che vanno ad abortire convinte di farlo e che non soffrano ci posso pure credere , ma sono certa che sia
mplicemente si prendono in giro, perché non guardano in faccia la realtà, perché non esiste menzogna che tenga quando prendi coscienza di aver AMMAZZATO TUO FIGLIO!... Ma c'è ancora qualcuno che pensa siamo colpevolizzate??????? No no ! Io non ho
un contesto colpevolizzante, anzi esattamente il contrario!Tutte le persone intorno a me, ( e mi riferisco alle persone vicine a me fisicamente proprio quelle che con me avevano condiviso anni di “”””amicizia””””) continuavano a giustificare il mio OMICIDIO
Con frasi del tipo:Ma non è colpa tua tesoro non avevi altra scelta! Ma che volevi mettere al mondo un infelice??? Non potevi fare un figlio con quell’uomo, tuo figlio meritava di più!Hai fatto una scelta ed è
e per tuo figlio era tuo diritto poter scegliere!Avrai altri figli e non ci penserai più!Mi sarebbe piaciuto se tu avessi tenuto il bambino, ma visto che volevo il tuo bene non potevo ostacolare le tue scelte!Un bambino ha il diritto di crescere con un padre e una madre, non puoi negargli questo. Guardate potrei scrivere un almanacco con
ed era proprio questo quello che più mi faceva stare male, mi sentivo come un omicida che girava a piede libero senza pagare per quanto commesso!
Il libro del mese
Titolo: Diario di una schiappa
Autore: Jeff Kinney
Anno di pubblicazione: 2008
Editore: Il Castoro
Valutazione finale: 3,5 stelline su 5
Recensione:
Questo libro è il
primo di una
serie, tuttora in
fase di
espansione. Ad
oggi la collana
“Diario di una
schiappa” conta
in Italia ben 8
volumi, di cui 4
già diventati
pellicole
cinematografic
he.
Il libro racconta
le avventure di Gregory Heffley, un undicenne
impacciato e sfortunato, che narra le sue
disavventure tra famiglia, amici e l’ingresso
nella scuola media.
Il volume si presenta sottoforma di libro ma in
realtà l’interno si presenta sottoforma di diario,
con pagine piene di illustrazioni a vignette e
appunti scritti a mano, proprio come se fosse
un vero diario scritto da un ragazzo in piena
fase pre-adolescenziale!
Per quanto riguarda i contenuti, beh non si può
dire che sia un best seller, ma di certo catturerà
l’attenzione dei ragazzi della fascia d’età dai 10
anni in su. Il linguaggio semplice tipico di un
ragazzo di quell’età, le disavventure in cui ci si
immedesima e le vignette divertenti rendono
questo libro davvero interessante.
Di certo non lo metterei sullo scaffale vicino ai
classici quali “Piccole Donne”, “Cuore” e “L’Isola
del Tesoro”, ma di sicuro hanno occupato uno
spazio importante nella libreria di mia figlia!
Alla prossima lettura!
Natalia
Titolo: L’isola del mondo
Autore: Michael D.O'Brien
Anno di pubblicazione: 2009
Editore: San Paolo Edizioni
Valutazione finale: 5 stelline su 5
Recensione:
Avventura,
guerra, amore,
dramma sono
tutti racchiusi in
questo
meraviglioso
romanzo. Siamo
in Croazia, terra
devastata dai
combattimenti
sul finire della
seconda Guerra
Mondiale. Il
protagonista è
Josip un
ragazzino che misteriosamente riesce a sfuggire
alla morte che sembra rincorrerlo più di una
volta nel corso del libro. Come quando viene
soccorso da dei compagni prigionieri come lui in
un’isola sperduta; oppure quando viene
salvato dalle acque gelide del mare da un
delfino che lo porta a riva.
Anche quando la vita non gli promette più nulla
di buono, quando crede di avere ormai perso
tutto, la vita lo sorprende fino alla fine con
inaspettati colpi di scena.
Un libro che non si dimentica e che potrebbe
diventare un’ottimo film.
Buona lettura
Cinzia
L’angolo del PC
Ciao a tutti, questo mese parleremo della suite più utilizzata, sia in ambienti di lavoro che a casa. Stiamo parlando della Suite Microsoft Office che comprende più software. Essa nasce nell’ ottobre del 1989 con la versione 1.0 fino ad arrivare ai giorni nostri con l’ultima suite Office 2013 nata a gennaio 2013. Essa è venduta in varie versioni che qui vi mostrerò:
Office Home and Student
Office Professional
Office Home and Busines
Office 365 Small Business Premium
Office 365 University
La differenza tra le varie versioni è la composizione di pacchetti, partendo dall’ Home che ha solo Word, Excel e PowerPoint a Professional che comprende tutti i pacchetti della suite, qui potete dare un’occhiata alle varie versioni.
Queste versioni vanno bene per i pc con sistemi operativi come Windows e Mac ma per i sistemi Linux esistono versioni Free (Gratuite) che hanno le stesse medesime caratteristiche e compatibilità con office come Libra Office e Open Office.
Libra Office
Open Office
Adesso analizziamo cosa possono fare tutte queste applicazioni: - Word: software di video-scrittura più utilizzato al mondo adatto alla compilazione di lettere e
documenti. - Excel: software che fornisce un foglio di calcolo per le diverse applicazioni - PowerPoint: software utilizzato per le presentazioni multimediali. - OneNote: software per appunti (blocco note) - Outlook: gestisce la posta elettronica, gli appuntamenti e i contatti - Access: programma per gestire dati (Database) - Publischer: programma per creare volantini, brochure e tant’altro.
Programmi supplementari per office - Visio: software per grafica vettoriale - Project: software pensato per aziende per la gestione del budget - InfoPath: software per progettare moduli elettronici in XML - Lync: software per la messaggistica istantanea in una rete aziendale.
Nelle applicazioni come Libra Office o Open Office troviamo gli stessi programmi ma con nomi diversi, es. se nel pacchetto office abbiamo il programma Excel in Libra Office lo stesso programma si chiama Calc. Pertanto seppur i nomi sono diversi hanno le stesse funzioni. Nel prossimo numero parleremo del programma Word e come usarlo.
Pasquale
On the road
La meravigliosa Salerno sotterranea Scritto da: Michele Piastrella 21 novembre 2013
Guardiamo bene dove mettiamo i piedi, è il caso di dire. Magari, sotto le nostre suole c’è qualcosa di
grande, di meraviglioso, del quale nessuno ci ha mai informato.A cosa ci riferiamo? Ve lo spieghiamo
subito.
L’attuale centro storico di Salerno era il luogo della città romana, in tutto il suo splendore
amministrativo, religioso, nobiliare. Ma per legge, all’interno delle città romane non poteva aver posto
il cimitero. La sepoltura dei morti, perciò, doveva avvenire fuori dalle mura cittadine. Ebbene,
importanti scavi effettuati tra il XIX e XX secolo evidenziarono la presenza di una importantissima
necropoli romana in quello che è oggi considerato il moderno centro cittadino: Corso Vittorio
Emanuele, all’epoca, invece, zona esterna al perimetro di Salernum.Il fatto che i ritrovamenti
archeologici siano avvenuti tutti a cavallo tra la fine del ’800 e l’inizio del ’900 si spiega con l’inizio
dell’espansione urbanistica “a est” della città, che fu avviata proprio in quegli anni. Sembrerà strano ai
salernitani di oggi che ancora alla fine del XIX secolo la città “terminasse” nell’attuale centro storico e
“iniziasse” appena a svilupparsi verso l’attuale Corso Vittorio Emanuele; strano per quanti conoscono la
Salerno attuale, che si estende per kilometri e kilometri verso est, con i vari quartieri di Torrione,
Pastena, Mercatello e così via, sviluppatisi nel dopoguerra. Ma è proprio così…
E, come detto, il sottosuolo del Corso riserva tante sorprese: sotto il calpestio della via più elegante e
frequentata della città, vari metri al di sotto di boutique e abitazioni vi sono degli enormi tesori.
Una necropoli con datazione variabile dal II secolo avanti Cristo al V secolo dopo Cristo, che si spinge
praticamente lungo tutto Corso Vittorio Emanuele, da Piazza Portanova quasi fino alla stazione
ferroviaria; in quest’ultima zona, sono stati ritrovate, invece, tombe etrusche, trattandosi di una zona
non lontana dal fiume Irno, che era nei domini di “Irna” (l’antica cittadina etrusca, i cui resti sono oggi
visibili presso la necropoli di Fratte).
Ma andiamo con ordine: sotto Palazzo Alfani, dove ora ha sede la “Galleria del Corso” e numerose
boutique, di fronte alla Banca d’Italia fu ritrovata un’interessante lastra marmorea, con un’epigrafe
sepolcrale di una bambina di 10 anni, di nome “Electes”.
Sotto Palazzo Conforti, che fa angolo tra il Corso e Via dei Principati, a fine Ottocento furono ritrovati
lunghi corridori sepolcrali, divisi in scomparti rettangolari, con tantissimi loculi sovrapposti; in questi,
vennero alla luce quattro tombe, di cui una comprensiva di corredo.
Sotto l’attuale Hotel Montestella furono rinvenute varie altre tombe e numerosissimi oggetti,
provenienti dai corredi funebri: lucerne, monete, olle, balsamari.Sotto Palazzo Iannone, sito accanto al
Montestella, furono scoperte tombe in muratura e in laterizi, ricoperte da uno strato di lapilli
(probabilmente caduto da un’eruzione del Vesuvio); oltre alle tombe, furono ritrovate delle camerette
funebri grandi 1,50 metri per lato. Inoltre, le numerosissime “lucerne”, di varia tipologia ritrovate in
zona fanno ritenere che a Salerno esistesse in epoca romana un’efficientissima officina; non è strano
che l’officina si trovasse a ridosso della necropoli: le lucerne, solitamente fabbricate in argilla,
servivano a far luce tramite il fuoco di uno stoppino; facevano quasi sempre parte del corredo funebre,
in quanto simbolicamente accompagnavano e “facevano luce” nel viaggio del defunto verso
l’oltretomba. Per questi motivi, le officine di lucerne erano spesso situate proprio presso le necropoli!
Ma le più grandi sorprese le ritroviamo sotto due celebri palazzi del Corso: quello della Banca d’Italia e
quello del Tribunale.Nel corso degli anni ’20 e ’30, si procedette a scavare le fondamenta di questi due
nuovi monumentali palazzi della città moderna e furono rinvenuti reperti di inestimabile valore. La
“Necropoli della Banca d’Italia“, fu purtroppo in parte distrutta dagli scavi delle fondamenta; oggi
presso il Museo Archeologico Provinciale di Salerno sono custoditi una parte degli eccezionali
ritrovamenti appartenenti ai corredi: unguentari, lucerne, coppe, boccali e tanto, tanto altro.
Purtroppo, una parte di tali reperti furono venduti illecitamente, ma, peggio ancora, andò per sempre
distrutta la necropoli romana, con la sua caratteristica disposizione delle tombe e delle lastre
sepolcrali. Tutto per far posto alla Banca d’Italia: ma lì sotto vi era un tesoro ben più ricco, rispetto a
quello della Banca…La “Necropoli del Palazzo di Giustizia“, come fu chiamata, ha un valore storico-
culturale enorme.
Tra il 1931 e il 1932 lo scavo delle fondamenta del nuovo Tribunale portò alla scoperta di ben 122
tombe (avete capito bene!). In una di queste tombe, la numero 84, fu ritrovato un elemento davvero
singolare: una specie di tubo verticale che usciva dall’area in cui era la testa del defunto. Si trattava di
un elemento simbolico, che rappresentava la “comunicazione” tra il morto e i vivi durante il funerale;
attraverso quel tubo, venivano sospinte verso la testa del cadavere delle libagioni, secondo un rito
tipicamente orientale. Da questa necropoli sono stati rinvenuti vari corredi funerari, con lucerne,
brocche, coppe, anfore e ben 56 monete.
Come si vede, sotto la città moderna vi sono antichissime vestigia, venute alla luce nel corso degli
scavi per l’espansione urbanistica di Salerno. Ma ancora oggi capita, molto spesso per la verità, che
scavi per tubature, per fognature, per la costruzione di nuovi edifici, per il rifacimento di strade,
riportino alla luce tombe, epigrafi, corredi funebri, monili, monete e tanti altri preziosissimi reperti. Se
ci fosse la giusta cultura e una precisa volontà politica, Salerno potrebbe aumentare fortemente il suo
incoming turistico e generare tanti posti di lavoro per i giovani, in questo settore.
Rosa
Lucerna a due becchi del I secolo dopo Cristo
Lucerna a quattro becchi del I secolo dopo Cristo
Bollette più leggere Questa volta vi propongo una riflessione su uno dei consumi
più importanti che avvengono tra le nostre mura domestiche:
l’energia elettrica. E’ ovvio che ridurne l’utilizzo avrebbe il
duplice vantaggio di incidere meno sull’ambiente e sul nostro
portafoglio. E’ anche vero che, negli ultimi anni, la produzione
di energie elettrica si sta spostando verso lo sfruttamento
delle cosiddette “fonti rinnovabili”, una su tutte il sole tramite
i pannelli che ormai si vedono installati in tante case; queste
fonti hanno la caratteristica di avere un basso impatto
ambientale e di non consumare risorse che sembra verranno a
mancare prima che l’uomo si estingua dal pianeta, almeno
così dicono. Quindi chi avesse dei pannelli solari installati sul
tetto ha sicuramente già fatto un gran passo avanti in termini
di ecologicità. Chi invece, come me, non ha questa fortuna,
perché magari vive in un condominio dove è già difficile
mettersi d’accordo sul colore dello zerbino all’entrata, deve
studiare qualche trucchetto per limitare i consumi. E questo
non è facile: nelle nostre case praticamente tutto funziona con
la corrente! Intanto può essere utile individuare quali sono gli
elettrodomestici che incidono maggiormente: generalmente
sono quelli che “scaldano”, quindi il ferro da stiro, il phon, la
lavatrice/lavastoviglie, il forno, la stufetta elettrica. Aiuta
molto il risparmio avere elettrodomestici di ultima
generazione, ma questo non è sempre possibile, quindi io mi
regolo così: praticamente non stiro più niente (è stata una
fase di disintossicazione, ma ormai sono quasi arrivata
all’astinenza totale); lavatrici solo a pieno carico e anche di
più, raramente a 60 gradi, mai a 95; lavastoviglie ciclo eco (do
una passata ai piatti prima con un goccio d’acqua, davvero un
goccio, e spazzolina); d’estate capelli al vento e phon solo per
eventuale piega; marito calvo. Il forno lo uso, non so resistere,
quando mi serve lo uso. Per il resto, spengo sempre le luci e a
volte mi ricordo di spegnere anche i famosi LED che sembrano
causare un dispendio “mostruoso”: non so se sia vero, ma nel
dubbio… Anche la TV consuma un bel po’ quindi…impariamo a
tenerla spenta anche per questo motivo. Invece, per cambiare
completamente fronte, sto ancora studiando un metodo per
evitare di buttare via tanti (ma tanti!) medicinali scaduti.
Sinceramente non ne ho ancora trovato uno valido,
considerando che con tre bambini c’è sempre qualche crema,
antipiretico, antibiotico, ecc. da comprare, che di solito non si
usa mai tutto e che la volta successiva…è già scaduto. Forse si
potrebbe pensare una sorta di “banca del farmaco” tra amici,
ciascuno scrive cosa gli è avanzato e se qualcun altro ne ha
bisogno può approfittare. Però non so, se qualcuno ha idee,
scrivetemi!
(Narnia)
FAI DA TEFAI DA TEFAI DA TEFAI DA TE
SPECIALE
Lavoretti per Carnevale
Non esiste un Carnevale senza coriandoli!!
Ebbene, chi di noi non ha a casa almeno un quotidiano, una rivista, fogli di giornale o semplicemente carta
straccia da ricicliare? Questo è il momento ideale per riciclare tutto ciò che di cartaceo abbiamo in casa, perché
non importa se i coriandoli sono rotondi, quadrati o triangolari, colorati, grigi o arcobaleno!
Occorrente:
- carta da riciclare (va bene qualunque tipo di carta, dalla patinata al giornale)
- bucatrice per fogli oppure semplici forbici
- tanta pazienza!
Poiché per ottenere un bel sacchetto di coriandoli servirà tanta pazienza e tanto tempo, conviene iniziare a
prepararli con un pò di anticipo, per trovarsi bene poi per le feste di Carnevale!
Il procedimento è semplice: basterà praticare una serie di fori sui fogli da riciclo con la bucatrice, oppure
ritagliare piccoli quadratini con le forbici. Potete sbizzarrirvi e dare ai coriandoli le forme che volete, oppure
aggiungere glitter o decorarli con pennarelli dorati e argentati.
Insomma, libero spazio alla fantasia!!
Al contrario, se abbiamo una grande quantità di coriandoli da riciclare?
A me è capitato spesso di preparare buste e buste di coriandoli in vista delle feste di Carnevale che
puntualmente saltavamo a causa di febbre o influenza.
Ebbene, cosa fare con tutti quei coriandoli avanzati?
Un’idea originale arriva dal web: utilizzare i coriandoli per realizzare una ciotola originale e colorata per i nostri
bimbi!
Occorrente:
- Palloncino
- Coriandoli da riciclare
- Spugnetta
- Vaso
- Mod Podge
PICCOLA PARENTESI: La Mod Podge
La mod podge non è altro che un tipo di colla privo di acidi che viene utilizzata soprattutto per lavori di collage e
decoupage. Una volta asciutta è molto resistente e non lascia alcun tipo di traccia, diventanto perfettamente
trasparente. Questo tipo di colla è facilmente reperibile online o nei negozi specializzati.
In alternativa, è possibile ricreare la mod podge in casa seguendo queste indicazioni:
mescolare in un pentolino 3 cucchiai di farina e uno di zucchero e aggiungere acqua fino ad ottenere un
composto omogeneo. Portare il pentolino sul fuoco e mescolare lentamente fino ad ottenere una sostanza
densa. Togliere dal fuoco e aggiungere un cucciaino di aceto bianco.
Far raffreddare la sostanza e conservarla in un contenitore ermetico in frigorifero. Dura circa 2 settimane.
Ovviamente questo tipo di colla fatta in casa non ha la stessa tenuta e la stessa facilità di utilizzo della colla
acquistata, ma funziona comunque benissimo!
Procedimento:
- Gonfiare il palloncino e appoggiarlo sul vaso, con la chiusura verso l’interno del vaso, in modo da
lasciare la parte più tonda rivolta verso l’alto.
- Rivestire il palloncino con la mod podge in maniera uniforme, aiutandosi con una spugnetta.
- Mettere una manciata di coriandoli sulla sommità del palloncino e stenderli delicatamente sulla
superficie, fino ad arrivare a metà palloncino
- Una volta asciutto il primo strato, sarà necessariò ripetere la stesura di colla e coriandoli, fino a
coprire tutti gli spazi tra un coriandolo e l’altro.
- Lasciare asciugare il tutto per circa 8-10 ore.
- Una volta asciutto è possibile bucare il palloncino e rifinire con le forbici il bordo della ciotola
ottenuta.
Fonte: http://www.vjuliet.com/2013/01/diy-confetti-bowl.html
Semplici spirali di Carnevale!
Per chi invece odia i coriandoli (perchè si sa che dei coriandoli, una volta entrati in casa e nei vestiti, non ci si
libera più!) ecco un’idea semplice e carina da realizzare con i bambini!
Occorrente:
- Cartoncino colorato
- Forbici
- Filo (di cotone o nylon, bianco o colorato, è indifferente)
- Piccolo spillo o nastro isolante
Procedimento illustrato:
Realizzare semplici cerchi di cartoncino
colorato, aiutandovi con un coperchio grande o
con un compasso.
Più saranno grandi i cerchi e più lunga sarà la
nostra spirale!
Ritagliare una spirale partendo dal bordo
esterno del cerchio.
Più sarà sottile lo spessore della spirale e più
lunga diventerà!
Al termine, rifinire la parte iniziale come illustrato, per ottenere una spirale di
dimensione omogenea.
Procedere nello stesso modo con tutti i cerchi colorati realizzati in
partenza.
Ora non ci resta che legare il centro delle spirali con un filo o un
cordino, aiutandoci con un ago da cucito.
Una volta inserito il filo, sarà sufficiente appenderlo sul soffitto con un
chiodino o un piccolo pezzetto di nastro adesivo!
Il risultato? Eccolo qui!
Fonte: http://mammagiochiamo.blogspot.it/2011/03/addobbi-di-
carnevale-spirali-e.html
Natalia