il fuoriclasse...il fuoriclasse _____ gita a cison e follina 6 dopo tanta attesa, il giorno 26...
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IL FUORICLASSE __________________________________________________________________________________________________
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IL FUORICLASSE __________________________________________________________________________________________________
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SOMMARIO
EDITORIALE
Cari lettori, siamo giunti all’ultimo numero e
quest’esperienza del giornalino scolastico si sta
concludendo. Noi della redazione speriamo che
in futuro quest’iniziativa continui e che ci siano
molte adesioni, come quest’anno. Consigliamo
vivamente di provare quest’attività, perché non
solo ci ha aiutato nel migliorare a scrivere,
disegnare e fotografare, ma anche nel
relazionarci con gli altri: è, infatti, un’ottima
occasione anche per conoscere nuovi ragazzi. Si
tratta di un’attività che lascia spazio al
divertimento, ma che ci fa anche lavorare in
modo impegnato e serio, cercando di mettere in
gioco il meglio di noi stessi. Uno speciale
ringraziamento dev’essere fatto alle
professoresse Zanin, Vinciguerra e Genovese,
che ci hanno aiutato e si sono dimostrate
disponibili in qualsiasi momento, e al Comitato
Genitori che ha finanziato la stampa dei
giornalini. Detto questo, speriamo che tutti gli
articoli, i disegni e le fotografie siano state di
vostro gradimento! Un saluto da parte di tutti
noi del giornalino e alla prossima!
Martina Tonon (3^A)
- Provinciali di atletica p. 3 - Incontro con i partigiani p. 4 - Intervista alla prof.ssa Sorce p. 5 - Gita a Cison e Follina p. 6 - Nel mezzo del cammin di nostra vita p. 7 - Classi terze in gita p. 8 - Spazio CCR p. 10 - La conclusione di questi tre anni p. 11 - Recensioni p. 12 - Festa della mamma p. 14 - A fuoco Notre Dame de Paris p. 15 - Intervista doppia p. 16 - Una giornata nel bosco p. 17 - Formula 1 p. 18 - Illusioni ottiche p. 19
Copertina: Lorenzo Sanson (3^A)
Fumetto: Noemi Crestani (2^D) Nicola Tronchin (1^C)
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Il 6 Maggio allo stadio di Conegliano si sono svolte
le Fasi Provinciali di atletica leggera e per la scuola
media di San Vendemiano hanno partecipato i primi
classificati in ogni specialità alle Fasi d’Istituto. Si
sono particolarmente distinte le ragazze che sono
arrivate terze nella classifica a squadre: Tonon
Martina, Franchioni Cancian Matilde, Barattoni
Clara, Anita Bottega, Giada Piai, Giulia Sant e
Tieppo Lorena. Nella staffetta 4x100 hanno
gareggiato Tonon, Sant, Piai e Barattoni
classificandosi al secondo posto. Inoltre, Martina
Tonon della classe 3^A è arrivata prima nel lancio
del vortex con metri 45,12 e parteciperà alle
interregionali a Bolzano.
Presto parteciperai alle interregionali di
atletica. Come ti senti?
Ho un po’ di ansia anche perché andrò via da sola
tutto il giorno con persone che non conosco e
senza i miei compagni o professori a sostenermi.
Non ho grandi aspettative perché ci saranno
persone molto forti.
Come è stato partecipare alle fasi
provinciali?
Com’è stato? È stato bello, ma non solo per la
gara! Non avevo assolutamente l’ambizione di
vincere e non mi aspettavo questo risultato. È stata
una bella esperienza anche grazie alla compagnia...
il tempo è volato e mi sono divertita molto con i
“secondini” (ragazze e ragazzi di seconda), ma
anche con le professoresse che sanno essere molto
divertenti.
Come si è svolta la gara?
Avevo a disposizione quattro tiri: uno di prova e tre
ufficiali. Quello di prova l’ho fatto appositamente
male per non far vedere agli altri quanto tiravo e
perché così non sforzavo il braccio. Quando è
iniziata la gara, dopo il primo lancio ero prima,
mentre con il secondo sono stata superata e sono
scalata al settimo posto. All’ultimo tiro, anche
grazie a un cambio di vortex e al sostegno della
professoressa Albanese, sono riuscita a rimontare e
ad aggiudicarmi il primo posto.
Come ti sei sentita quando hai vinto la gara?
Quando ho fatto l’ultimo tiro ed ho visto quanto
avevo tirato ho urlato dalla felicità, perché è stata
una sorpresa vincere.
Prima della gara eri emozionata?
Tenevo a questa gara e ammetto che avevo molta
ansia. La tensione è salita durante il lancio di prova
e la gara. Siccome ero la prima della lista dovevo
aspettare che lanciassero tutte le mie avversarie e
quindi ero sulle spine!
Lorena Tieppo (2^C)
Disegno: Yixuan Fang (1^E)
PROVINCIALI DI ATLETICA Trionfano le ragazze
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Lunedì 29 aprile, presso l’aula magna delle
scuole elementari San Francesco, si è tenuto
un incontro con i Partigiani della Seconda
Guerra Mondiale, coloro che hanno combattuto
in Italia contro il nazifascismo. Si è trattato di
un incontro molto importante, che ci ha
permesso di conoscere la drammaticità del
nostro passato allo scopo di non commettere
più gli stessi gravi errori. A guidare l’incontro
sono state le testimonianze di alcuni veri
partigiani, donne e uomini, sopravvissuti a
quella terribile guerra.
Tra i presenti testimoni c’era il nipote di
Giovanni Saccon, colui al quale la nostra scuola
è intitolata. Tra i reperti portati a disposizione
c’erano: i capelli di Giovanni, il suo certificato
da battagliere, il suo sangue su un pezzo di
terra e altri piccoli oggetti personali. Giovanni,
chiamato anche Fulmine, si differenziò dagli
altri suoi compagni per la bontà di cuore: più
volte ha, infatti, salvato la vita dei suoi amici.
Sempre tra le testimonianze di questi uomini
sono emerse le paure, i rischi, i sacrifici, la
sofferenza sia fisica per la mancanza di cibo e
di protezioni dal freddo, che psicologica, per
l’abbandono della propria famiglia e del proprio
amore. La partigiana Anna, che durante la
guerra portava i viveri ai soldati, le notizie e gli
ordini, nel raccontare i ricordi di quella strage e
delle sue esperienze, si è commossa e ha
colpito profondamente anche noi. Ci ha
rivelato, non solo cosa le succedeva
generalmente, ma anche un suo ricordo
personale che riguardava il suo fidanzato, che
prima di partire per la guerra aveva avvisato
solo lei. Dopo molto tempo rimasto fuori casa,
rientrò con la divisa rossa inglese e i due
innamorati si riabbracciarono forte, ma lui si
staccò e disse: ”Anna, non abbracciarmi troppo
forte, ho i pidocchi!” Questa frase ci ha fatto
sorridere, ma anche riflettere sul dolore che i
due dovessero aver provato durante il periodo
di lontananza, come molte altre coppie.
Quest'incontro ci ha fatto riflettere
sull'importanza della libertà e della pace.
Queste cose non devono più succedere perché
provocano solo inutile dolore.
Eleonora Dal Pos (3^B) e
Martina Tonon (3^A)
Disegno: Simone Samogin (3^D)
INCONTRO CON I PARTIGIANI
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Buongiorno professoressa. È disposta a rispondere a qualche domanda per il giornalino della nostra scuola? Va bene! Dipende da che domanda si tratta, ma sono d’accordo. Può dirci cosa si trova dietro la porta rossa nel muro della biblioteca ? La biblioteca tempo fa era un archivio e c’era anche una scala a chiocciola che portava fino alla porta rossa, ma ora quella stanza sotto il tetto è stata svuotata e rimane chiusa per ragioni di sicurezza. Perché ha scelto di diventare un’insegnante? Ho scelto questo lavoro perché credevo sarebbe stato adatto a me e mi sarebbe piaciuto, infatti è bello lavorare a contatto con i ragazzi e sono contenta di aver fatto questa scelta. Perché proprio l’insegnante di tecnologia? Come si è appassionata per esempio alla robotica? In realtà non è nata come una vera e propria passione; ho fatto una scelta professionale. La scuola, oggi, è sempre più aperta alle nuove tecnologie ed io desidero essere aggiornata, approfondire questi temi per poterli insegnare, perciò ho seguito questi studi. Com’è essere vicepreside? Diciamo che è molto laborioso. Ho dovuto prendere le veci del preside soprattutto nei casi in cui doveva seguire molti istituti, sono io che ho
coordinato molte cose. Questo compito mi rende molto impegnata. Cosa pensa riguardo al fatto che tra poco andrà in pensione? Sicuramente avrò più tempo e riuscirò a fare molte cose che ora non riesco a fare, il meritato riposo dopo tanti anni di lavoro ci sta… Un pezzo molto lungo della mia vita, però l’ho passato ad insegnare qui e l’ambiente della scuola mi mancherà molto perché ci ho passato tanti anni. Mi mancherà stare con i ragazzi, perché mi piace molto. Insegnare in questa scuola è stato importante per me e quindi mi dispiace anche lasciare tutto.
Eleonora Dal Pos (3^B) e Martina
Tonon (3^A) Disegno: Giada Valdemarca (2^A)
INTERVISTA ALLA PROF.SSA SORCE
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Dopo tanta attesa, il giorno 26 aprile le classi
1^A, 1^B e 1^D sono andate in gita a Follina
e Cison. Come prima tappa ci siamo diretti a
Cison di Valmarino per ammirare la rocca di
Castelbrando, castello edificato intorno al 1200
e poi a lungo conteso tra i feudatari del tempo.
Nel 1436 la Serenissima donò il castello a
Brandolino Brandolini e al Gattamelatta, due
suoi condottieri. A causa di una promozione
militare il Gattamelatta lo concedette
totalmente alla famiglia Brandolini, che nel
XVIII secolo lo ristrutturò e lo trasformò in una
villa signorile.
La guida durante la visita ci ha mostrato una
parte dei giardini, il teatro interno (oggi non
più utilizzato a causa di un incendio avvenuto
nel 1800 circa che ne bruciò la maggior parte),
le prigioni insieme e la sala delle torture. Dopo
l’attesa merenda all’interno di un teatro situato
vicino ai giardini, ci siamo diretti allo scuolabus
per andare verso l’abbazia di Follina. Edificata
nel 1100 circa, è molto conosciuta per essere
una delle prime abbazie gotiche romaniche di
ordine cistercense situate in Italia. La guida ci
ha spiegato la sua nascita e le sue numerose
ristrutturazioni come quella avvenuta alla fine
del 1100, come donazione da parte di
Guecellone II Da Camino, in occasione del
proprio matrimonio con Sofia di Colfosco.
Giunti all’interno, ci ha spiegato la storia di una
statuetta raffigurante Gesù da bambino, ma
con tratti da adulto, e Maria. La leggenda narra
che due contadini stavano arando il campo,
quando improvvisamente i buoi si fermarono di
colpo e si inginocchiarono. I contadini si misero
a scavare e ritrovarono la statuetta, allora
decisero di posarla in una teca, ma il giorno
dopo la ritrovarono nell’abbazia davanti
all’altare per ben due volte. Da allora la statua
si trova sull’altare all’interno di una enorme
ancona dorata. La guida ci ha, inoltre,
mostrato dove vivevano i monaci e cosa
succedeva in ogni lato del chiostro: nel lato
nord, verso sera, il monaco superiore leggeva
testi sacri e i monaci stavano all’ascolto; nel
lato ovest stavano i laici, persone non
consacrate che vivevano con i monaci; nel lato
sud si trovava la biblioteca, dove trascrivevano
i testi sacri e, infine, nel lato est si trovavano il
refettorio e il dormitorio. Questa gita mi è
piaciuta molto, soprattutto il castello, perché
mi ha permesso di assaporare un pezzo di
storia che non conoscevo.
Baccioli Sofia (1^B)
Disegno: Giulia Moroldo (1^D)
GITA A CISON E FOLLINA
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“Nel mezzo del cammin di nostra vita mi
ritrovai per una selva oscura, che la diritta via
era smarrita…”
“Fatti non foste a viver come bruti, ma per
seguir virtute e conoscenza…”
“Amor ch’a nullo amato amar perdona…”
Conoscete questi versi?
Sono i versi più famosi dell’Inferno della
Divina Commedia di Dante Alighieri, il padre
della lingua italiana.
Noi di 2^A E DI 2^B l’abbiamo studiato
all’inizio dell’anno e la nostre professoresse
Milena Pili, Paola Pradal e Simona Zambelli
hanno deciso di farci provare l’esperienza
unica di declamare alcuni versi dell’opera.
Con la nostra interpretazione abbiamo
realizzato uno spettacolo, del quale
realizzeremo un video durante gli ultimi giorni
di scuola.
Per far questo ci siamo esercitati, ascoltando i
video dei maggiori esperti in questo campo:
Vittorio Gassman e Roberto Benigni. È difficile
e impegnativo imparare a memoria i versi
anche se di poche terzine e soprattutto dare
la giusta intonazione e la mimica facciale, ma
ce l’abbiamo messa tutta.
Per creare la giusta atmosfera indosseremo
anche dei costumi del tempo creati da noi e
ci trasformeremo in: Virgilio, Dante, Conte
Ugolino, Paolo e Francesca, Caronte, Ulisse.
Con l’aiuto della professoressa Genovese,
della professoressa Pini e del professor
Valenti abbiamo realizzato delle scenografie,
che faranno da sfondo al nostro spettacolo
(la selva oscura, le fiamme per Ulisse, la
barca di Caronte e il paesaggio infernale).
Non dimentichiamo anche l’importante
collaborazione della professoressa Antonella
Eleonori per le musiche (Star Wars, Il
gladiatore, La cavalcata delle Valchirie) e per
il montaggio del video. A lavoro terminato il
video sarà consegnato come ricordo ai nostri
genitori. È stata una bellissima esperienza e
potrà essere sicuramente d’aiuto anche a
ragazzi delle altre classi che studieranno in
futuro Dante.
Margherita Cesca (2^A)
Disegno: Giada Valdemarca (2^A) Foto: Chiara Brisotto (2^A)
NEL MEZZO DEL CAMMIN DI NOSTRA VITA…
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3^B e 3^D a Bologna
Il 16 aprile le classi 3^B e 3^D si sono
recate a Bologna per un’uscita didattica.
La partenza è stata effettuata prima
dell’orario scolastico ed il viaggio è stato
fatto in corriera. Siamo arrivati in
mattinata e insieme alla guida turistica ci
siamo incamminati verso il centro storico
per visitare la città. Fin dai primi passi è
emerso che il colore dominante era il
rosso degli edifici, costruiti in mattoni.
Abbiamo visto da fuori la casa di Lucio
Dalla e, seguendo la strada con affisse le
parole delle sue canzoni, siamo arrivati in
Piazza Maggiore, la più importante della
città. Lì abbiamo potuto ammirare il
palazzo del Podestà, la fontana di
Nettuno e palazzo d’Accursio (la sede
municipale). Siamo entrati nella Basilica di
San Petronio e abbiamo osservato la
meridiana più lunga al mondo, un
affresco del giudizio universale ed altre
belle sculture. Ci siamo poi diretti verso le
torri degli Asinelli e Garisenda, due tra le
tante che c’erano una volta in città. In
seguito abbiamo visitato la Basilica di
Santo Stefano, particolare perché formata
da 7 chiese attaccate e intrecciate, con
diverse forme e costruite in vari periodi
storici. Siamo andati, poi, alla fondazione
Golinelli dove, dopo aver pranzato,
abbiamo frequentato due laboratori. Il
primo riguardava la robotica e la
programmazione: abbiamo usato dei
piccoli robot ai quali abbiamo fatto
compiere diverse azioni in base ai nostri
comandi. Il secondo era una
sperimentazione della stampante in 3D:
partendo dall’ambiente digitale di
Minecraft (che molti di noi conoscevano),
abbiamo costruito diverse strutture e ci
hanno insegnato come esportarle in un
programma apposito per poterle poi
stampare in 3D. Inoltre, ci hanno
spiegato come funziona questo tipo di
stampante. Finiti i laboratori siamo saliti
in corriera e siamo tornati a San
Vendemiano.
CLASSI TERZE IN GITA
Eleonora Dal Pos (3^B)
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3^A alla scoperta di Trieste
Mercoledì 15 maggio i ragazzi di 3^A hanno partecipato ad una gita a Trieste. Siamo partiti la mattina e la prima tappa è stata la Risiera di San Sabba, uno stabilimento per la pilatura del riso costruito nel 1898 e utilizzato nella seconda guerra mondiale come lager nazista per il transito e l'eliminazione di detenuti, in prevalenza prigionieri politici o ebrei. La risiera è l'unico campo di concentramento in Italia ad avere avuto un forno crematorio, distrutto dai tedeschi alla fine della guerra. È stata una visita triste, ma penso che visitare questi luoghi sia importante per ricordare quello che è avvenuto nel passato, anche le cose più brutte, in modo da sensibilizzare le persone affinché non accadano di nuovo.
Dopo la visita alla risiera, ci siamo diretti verso il centro di Trieste e più precisamente abbiamo visitato Piazza Unità d'Italia, il teatro romano e un'antica pasticceria appartenente ad una famiglia ebrea deportata nella risiera. Il pranzo al sacco si è svolto presso i bellissimi giardini del Castello di Miramare, dai quali abbiamo ammirato il mare Adriatico grazie al sole che ha fatto capolino tra le nuvole. Ci siamo poi diretti verso l'ultima meta della giornata, la Grotta Gigante: una spettacolare grotta di natura carsica costituita da una cavità alta quasi 100m la cui origine risale a una decina di milioni di anni fa. Si tratta della grotta turistica contenente la sala naturale più grande al mondo. Ci siamo, così, incamminati alla scoperta di questo magico luogo, dove stalattiti e stalagmiti assumono le più strane forme che ricordano a volte animali o oggetti. Alla fine della visita alla grotta ci aspettava un'attività di arrampicata sportiva su una parete artificiale. Anche se inizialmente avevamo un po’ paura, è stata un'esperienza molto divertente e condivisa anche con i professori che ci hanno accompagnato. Arrivati a casa eravamo stanchissimi, ma è stata una bellissima giornata e ci siamo divertiti tantissimo.
Giorgia Breda (3^A)
Foto: Nicolò Casagrande (3^A)
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Appuntamenti I ragazzi del CCR vi danno appuntamento al 4 luglio 2019, presso il campo
sportivo, per il terzo talent show “Sfida all’ultimo Sanve”.
Ringraziamenti Un grande grazie va al Comitato Genitori che da sempre, con grande
competenza e disponibilità, aiuta il CCR in tutti i suoi progetti e a tutti coloro che operano
“dietro le quinte” nella realizzazione di tutti i progetti.
Lorenzo Geromel (2^D)
Foto: Giulio Furlan (1^C)
Sta per finire l’anno scolastico 2018/2019 e anche quest’anno il CCR è riuscito a realizzare nuovi progetti, che sono andati ad affiancare quelli già avviati gli anni scorsi. Essi sono: - “Il fuoriclasse”, il nuovo giornalino mensile della scuola; - Il “Brain help”, che quest’anno già dal primo quadrimestre ha visto molti partecipanti che si sono trovati il giovedì pomeriggio presso le aule della nostra scuola; - L’incontro con le classi quinte delle elementari, che quest’anno si è tenuto mercoledì 15 maggio; - L’ormai famoso talent show “Sfida all’ultimo Sanve” in programma per il 4 luglio; - Lo scambio dei libri tra gli alunni delle classi quinte; - La festa di fine anno per salutare le classi terze e augurare loro un buon proseguimento alle scuole superiori. Data, luogo e programma sono da definire.
SPAZIO CCR
Incontro con il CCR di Mareno di Piave Martedì 9 aprile 2019, noi del CCR abbiamo partecipato ad un incontro con i nostri colleghi del CCR della scuola di Mareno di Piave. Abbiamo pranzato al sacco alla mensa delle scuole elementari, dove abbiamo anche socializzato e successivamente siamo andati nella sala consiliare del comune di San Vendemiano, dove ci siamo riuniti discutendo dei vari progetti realizzati e delle differenze tra i loro e i nostri. Dopo la riunione abbiamo ulteriormente socializzato giocando tutti insieme nel parco accanto al comune.
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Quest'anno scolastico è ormai volto al
termine e per noi ragazzi di terza segna la
conclusione di un percorso durato tre anni,
durante i quali abbiamo vissuto tante
esperienze sia positive che negative che
porteremo con noi negli anni a seguire.
Abbiamo imparato molte cose, abbiamo
arricchito il nostro “bagaglio culturale”, ci
siamo messi alla prova, abbiamo avuto delle
vittorie e delle sconfitte dalle quali ci siamo
rialzati, ci siamo impegnati, abbiamo studiato
e siamo pronti per andare alla scuola
superiore, che abbiamo scelto grazie ad un
percorso di orientamento.
Questo percorso scolastico ha segnato l'inizio
della nostra adolescenza, qui abbiamo vissuto
i primi veri litigi e le riappacificazioni,
abbiamo trovato i primi amici (quelli veri) e i
primi “nemici” e abbiamo imparato che,
indipendentemente dalle simpatie, è
importante accettare tutti. Ci sono state le
prime cotte e abbiamo provato tante
emozioni a volte in contrasto tra loro, quindi
penso che a tutti mancherà almeno qualcosa
di questa scuola.
Sono andata da alcuni ragazzi di terza e ho
fatto loro alcune domande:
Cosa ti mancherà di più di questi tre
anni?
“Mi mancheranno le ore di educazione fisica
in cui potevamo sfogarci.”
“Mi sono molto affezionato alla classe, quindi
i compagni.”
“I professori: ormai con loro abbiamo stretto
un rapporto e nel corso del tempo abbiamo
imparato a conoscerli.”
“Oltre alla classe mi mancheranno i vari
progetti proposti come il giornalino, il CCR...”
“I veri amici, in questi anni ho capito cos'è
l'amicizia.”
“Sicuramente le gite.”
Qual è stata per te la migliore
esperienza in questa scuola?
“La vacanza studio a Londra. È stata
un´esperienza utile, interessante,
indimenticabile che mi ha aiutato a rafforzare
i rapporti con i compagni.”
“La campestre e i giochi della gioventù nelle
quali sono riuscito a mettermi alla prova e a
dare il massimo.”
“Partecipare al CCR.”
Giorgia Breda (3^A)
Disegno: Tommaso Sarlo (3^D)
Tra poco inizia l’estate e
a questa viene dato il
benvenuto da una festa
chiamata Welcome
Summer, che si svolge al
Castello di Serravalle l’8
giugno. È l’unica festa Holi Colors e
Schiuma Party della zona: ci si scatenerà
ballando e cantando con le canzoni migliori.
Sono invitati i ragazzi delle superiori e le
ragazze di terza media. La festa inizierà alle
17 e terminerà verso l’1. Sarà un party
entusiasmante, buona estate a tutti!
Martina Tonon (3^A)
Eleonora Dal Pos (3^B)
LA CONCLUSIONE DI QUESTI TRE ANNI
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Bohemian Rhapsody
REGISTA Bryan Singer
GENERE Drammatico, biografico, musicale.
TEMPO Dalla nascita della band dei Queen, nel 1970, fino al concerto Live Aid, nel 1985.
LUOGO Le riprese sono state girate principalmente a Londra. Vengono messe in risalto le location cittadine più care a Freddie Mercury.
TRAMA
Il film racconta della nascita dei Queen, dei loro grandi successi e anche degli ostacoli incontrati nella loro carriera. Si concentra in modo particolare sul protagonista, Freddie Mercury, pseudonimo di Farrokh Bulsara: uno studente universitario britannico che ama la musica. Una sera, dopo il concerto di una band, il ragazzo incontra il batterista Roger Taylor e il chitarrista Brian May e si offre di unirsi al loro gruppo come cantante. Successivamente si aggiunge John Deacon, il bassista, e nascono i Queen: una band che farà la storia della musica mondiale. Inizialmente i quattro musicisti fanno concerti in tutta la Gran Bretagna, poi con i soldi guadagnati dalla vendita del loro furgone producono il loro primo album. Grazie al loro successo, la band fa colpo su un famoso manager, John Reid, che fa avere loro un contratto con una casa discografica. L’album scala le classifiche e la band continua ad accumulare grandi successi. A poco a poco emergono alcuni problemi: i Queen lasciano la casa discografica perché il dirigente non vuole pubblicare la celebre “Bohemian Rhapsody” come canzone principale dell’album. Negli anni ’80, nascono alcune tensioni interne alla band. I rapporti si spezzano e Freddie Mercury firma un contratto per due album da solista. Mary, la ragazza con cui era stato fidanzato, gli fa visita e cerca di convincerlo a ritornare con la band e a partecipare al concerto Live Aid. Freddie decide di ascoltarla e chiede perdono ai ragazzi del gruppo. Dopo la riconciliazione, Freddie confida al gruppo di avere appena scoperto di essere malato di AIDS. Il film si conclude con il concerto Live Aid: i Queen, davanti ad un pubblico in delirio, suonano Bohemian Rhapsody, Radio Ga Ga, Hammer to Fall e la mitica We are the Champions.
ATTORI PRINCIPALI
Rami Malek (Freddie Mercury), Gwilym Lee (Brian May), Ben Hardy (Roger Taylor), Joseph Mazzello (John Deacon), Lucy Boynton (Mary Austin), Aidan Gillen (John Reid).
GIUDIZIO PERSONALE
Penso che questo film sia molto bello e rappresentativo perché racconta la storia di una delle migliori band di sempre. La parte che mi è piaciuta di più è il finale, quando i Queen suonano al Live Aid.
RECENSIONI
Viola Padoin (2^D)
Disegno: Noemi Crestani (2^D)
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A.S.S.A.S.S.I.N.A.T.I.O.N.
(di Guido Sgardoli)
A.S.S.A.S.S.I.N.A.T.I.O.N. è un
libro che racconta la straordinaria
avventura di David, il probabile
figlio segreto dell’investigatore
Holmes, lasciato in orfanatrofio
dalla madre appena nato e del suo
amico Callum.
I due ragazzi decidono di
“evadere” dalla casa-famiglia
quando ricevono il giornale che
reca in prima pagina la notizia
della scomparsa di Sherlock
Holmes.
Callum inizialmente non vuole
lasciare l’orfanotrofio, ma David
che è più intraprendente lo
convince e partono assieme per la
ricerca, lanciandosi in un
rocambolesco viaggio in giro per
l’Europa…
Il racconto è condotto in terza
persona e, a mio parere, questo
non permette di entrare a pieno
nella storia. La lettura del romanzo
non è particolarmente difficile e si
conclude con un fatto che io non
mi sarei mai aspettata. Il lettore
ha costantemente il fiato sospeso
e questo rende il libro molto
interessante.
L’ALBERO DELLE BUGIE
(di Frances Hardinge)
L’albero delle bugie racconta la
storia di Faith, una ragazza molto
intelligente nata nell’Inghilterra
Vittoriana. Dopo la morte del
padre, raccontata come un
suicidio, a Faith sorge un dubbio:
le sembra impossibile che suo
padre sia morto in quel modo
perciò, senza il supporto di
nessuno, inizia ad investigare per
scoprire l’assassino dell’unica
persona che sembrava aver
capito il suo potenziale.
Seguendo le tracce, Faith scopre
il patrimonio che probabilmente
suo padre intendeva lasciare
proprio a lei.
L’albero delle bugie è un libro
che ti rapisce, mantenendo
sempre alto il livello di suspense;
io l’ho adorato e consiglio a tutti
voi di leggerlo perché non
vedrete l’ora di finirlo per
scoprire quello che la
protagonista vuole sapere.
È un romanzo misterioso e
appassionante e fa riflettere sul
fatto che nella storia non sempre
i diritti degli uomini e delle donne
sono stati uguali.
Giada Valdemarca (2^A)
Disegno: Giada Valdemarca
(2^A)
Libri…
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La festa della mamma affonda le sue radici moltissimi secoli fa. Infatti, già le popolazioni di credo politeista adoravano delle divinità femminili legate alla terra e alla fertilità. Basti pensare, ad esempio, alla dea greca Rea, la madre di tutti gli dei. La tradizione romana, invece, intonava canti e si esibava con danze in onore della dea Cibele, il simbolo della Natura e di tutte le madri. In epoca moderna, le tradizioni sono cambiate, ma abbiamo conservato l’amore che proviamo verso le nostre mamme e non ci dimentichiamo di dedicare loro una giornata, la meglio nota come “Festa della Mamma”. Credo che sia difficile definire cosa leghi i figli alle proprie madri: è una legge sovrannaturale, come quella che ci spinge ad agire per il bene e per le cose giuste. Gli occhi di una mamma sono lo specchio dell’amore che prova per noi, basta saperli leggere. Sono profondi, a volte traboccano di dolore, altre volte di gioia, altre ancora di rabbia e in questo caso tutti noi sappiamo che le cose stanno prendendo una piega inaspettata. Le
mamme sono la nostra forza, la nostra roccia, la consolazione che non ci nega mai la sua presenza. In tutto il mondo la storia di questo giorno speciale si intreccia con le tradizioni locali. Vediamo come amano trascorrere un “Happy Mother’s Day” nel Regno Unito. Questa festa corrispondeva con il Mothering Sunday, la quarta domenica di quaresima. Per la ricorrenza, tutti i bambini che abitavano lontani dalle proprie famiglie potevano lasciare la scuola e vivere la magia del “Mother’s Day” con la propria famiglia. I ragazzi sono soliti regalare fiori e splendidi bigliettini alle mamme, con frasi della serie: ”Best Mum of the world”. Negli Stati Uniti, invece, il Mothering Sunday non ebbe altrettanto successo e la festa della mamma era una festività legata ai movimenti sociali di pace. Nel maggio 1870 Julia Ward Howe, attivista pacifista e promotrice dell’abolizione della schiavitù, propose l’istituzione del Mother’s Day. A sancire la Festa della Mamma come ricorrenza fu invece Anna M. Jarvis, che si batté per l’istruzione di una festa in onore di tutte le vittime della Guerra Civile americana. La Jarvis lottò affinché venisse istituita una festa nazionale dedicata a tutte le mamme e alla sua ormai defunta. Il simbolo della festa divennero i garofani, i fiori preferiti dalla madre di Jarvis. In molti stati europei, Italia compresa, la festa cade nella seconda domenica di Maggio. Nei Paesi Arabi, invece, la festa si tiene nel giorno dell’equinozio di primavera. Del resto, il momento di passaggio dal freddo invernale alla vita primaverile, in cui tutto rinasce e sboccia vede celebrazioni legate al culto della Grande Madre nella quasi totalità delle antiche civiltà del Pianeta. A testimonianza dei riti di ringraziamento nei confronti della Grande Madre Terra ci sono giunte statuette che esaltano le forme generose e le rotondità. Amo le tradizionali feste italiane e credo che questa festa non sia da sottovalutare perché è un inno alla vita.
FESTA DELLA MAMMA
Giulia Tosato (3^D)
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Il giorno 15 aprile alle 18:53 è andato a fuoco uno
degli edifici simbolo della Francia: la cattedrale di
Notre Dame. L’incendio è partito da un’impalcatura
costruita per la ristrutturazione e via via si è
espanso. In un primo momento ha distrutto la
guglia, che essendo fatta di legno, era leggera e
fragile. Questa guglia della cattedrale fu
danneggiata diverse volte nel corso dei secoli;
quella che abbiamo visto cadere era stata rifatta
nella seconda metà dell’Ottocento. L’incendio, oltre
la guglia, ha distrutto il tetto e la flèche e ha anche
rovinato la facciata. Si è temuto per il peggio
durante le prime ore dopo lo scoppio dell’incendio,
ma fortunatamente grazie all’ottimo lavoro svolto
dai vigili del fuoco, questa meravigliosa cattedrale
gotica, patrimonio dell’UNESCO, è stata salvata.
Purtroppo alcuni tesori sono andati perduti come
“la foresta”, ovvero la struttura del tetto realizzata
interamente in legno (uno dei più importanti gioielli
architettonici della cattedrale) ed alcune reliquie.
Sono stati danneggiati il grande organo composto
da cinque tastiere e circa ottomila canne,
l’arredamento dell’altare maggiore e il muro
circostante il Coro, dove erano rappresentate scene
della vita di Gesù ed alcune reliquie.
Fortunatamente la struttura della cattedrale con la
sua campana è stata salvata, come una parte dei
dipinti, tra cui Grans Mays, i rosoni e le reliquie più
preziose: la corona di spine di Gesù, un chiodo
della Passione di Cristo, un pezzo della croce e la
tunica di seta di Saint Louis. Tutti questi oggetti
sono stati trasferiti nel palazzo del Comune di
Parigi. Per la ricostruzione la popolazione ha
raccolto più di 600 milioni di euro. Prendendo
spunto dal videogioco Assassin’s Creed in Unity,
dove ci sono tutti i dettagli di Notre Dame, si potrà
ricostruire la cattedrale alla perfezione,
assicurandosi che ogni mattone sia al suo posto.
Nonostante i danni riportati, Notre Dame è rimasta
in piedi e, dopo i lavori di restauro, la potremo
ancora ammirare in tutto il suo splendore.
Alberto Zanardo (2^C)
Disegno: Nicola Tronchin (1^C)
A FUOCO NOTRE DAME DE PARIS
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In attesa della prossima edizione del talent show “Sfida all’ultimo Sanve” abbiamo
intervistato le due vincitrici della scorsa edizione: Eleonora Dal Pos e Arianna Celot.
Si sono esibite mescolando due sport simili: la danza classica (praticata da Eleonora) e la
ginnastica artistica (praticata da Arianna) e nell’insieme hanno creato un bellissimo balletto
molto apprezzato dal pubblico.
Cosa significa per te la
danza/ginnastica artistica?
Eleonora: Per me è più di una passione;
ne sono proprio innamorata!
Arianna: Significa concentrazione,
impegno, precisione e determinazione.
Ti hanno mai fatto qualche proposta
importante?
Eleonora: Sì, l’anno scorso mi hanno
chiesto di frequentare un’accademia
francese, ma ho rifiutato per l’età.
Arianna: Proposte all’estero no, ma
proposte come andare in altre società qui
in zona sì.
Quante volte ti alleni alla settimana?
Eleonora: Al Dance City da sempre e mi
alleno 3 o 4 volte alla settimana.
Arianna: A San Fior 3 volte alla
settimana, ma a volte ne faccio anche 5.
Parliamo un po’ di voi
Ti piace andare a scuola?
Eleonora: Sì Più o meno! Certe materie,
però non mi piacciono!
Arianna: Sì dai, non è male!
Qual è la tua materia
preferita?
Eleonora: Storia.
Arianna: Storia.
Che tipo di musica ascolti?
Eleonora: Pop.
Arianna: Pop e rap.
Suoni qualche strumento musicale?
Eleonora: No, ho troppi impegni!
Arianna: Ora no, ma suonavo il violino, il
pianoforte e la chitarra.
Che scuola andrai a fare alle
superiori e perché?
Eleonora: Il liceo Classico al Marconi
perché ci sono delle materie che mi
piacciono ed è una scuola che ti permette
di fare molte cose da grande.
Arianna: Il Turistico al Da Collo perché
al giorno d’oggi sono molto importanti le
lingue.
INTERVISTA DOPPIA
Viola Padoin e Elisa Marcon (2^D)
Disegno: Noemi Crestani (2^D)
IL FUORICLASSE _______________________________________________________________________________________
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Vi proponiamo i testi di tre ragazze della 5^A della Scuola Primaria San Francesco
(future alunne della nostra scuola) realizzati per il concorso indetto dal gruppo dei genitori
organizzatori del PEDIBUS, che aveva come tematica "Una giornata nel bosco".
UNA GIORNATA NEL BOSCO
Rebecca era una ragazza a cui piaceva viaggiare;
un giorno decise di andare sull’altopiano di Asiago
che si diceva nascondesse un tesoro. Era il
periodo di fine inverno e stava nevicando; i fiocchi
cadevano lenti per terra e sui rami degli alberi.
Non c’erano animali: né quadrupedi, né volatili: il
bosco era silenzioso e desolato. Finché, dal cavo
di un albero, si sentì un leggero cinguettio.
Rebecca si avvicinò era lo scricciolo. […]
Sentì un rumore tra i cespugli e impaurita si
avvicinò per vedere chi la stesse seguendo: era
ancora lo scricciolo che voleva richiamare la loro
attenzione. Lo scricciolo portò Rebecca in una
piccola casetta dove ci sarebbe riuscito ad entrare
solo lui. Uscì un piccolo scoiattolino che emise un
versetto che richiamò tutti gli animali: era infatti il
21 marzo: era arrivata la primavera! […]
Fu allora che Rebecca capì cos’era il tesoro: non
era un forziere di diamanti, bensì gli animali e le
piante: non è l’argento, non è l’oro: è il bosco il
vero tesoro!
Chiara Zanette (5^A)
Era pieno inverno quando decisi di visitare il
bosco dell’Altopiano di Asiago. A visitarlo
eravamo io e i miei due migliori amici, Marco
e Anna.[…]
Dopo una mezzoretta di cammino
incontrammo un cane abbandonato di taglia
media, magrissimo. Mi fece così tanta
compassione, dolcezza e pena che
decidemmo di portarlo con noi. […]
All’improvviso sentimmo uno strano rumore
che proveniva da dietro dei cespugli. Ci
avvicinammo lentamente e scoprimmo che
c’era un cerbiatto. Marco tirò fuori dalla tasca
velocemente la macchina fotografica […]
Incontrammo poi, su un rametto basso, uno
scricciolo che volò sulla mia spalla. Ormai
cominciava a farsi buio per questo ci
avviammo per la strada del ritorno […]
Usciti dal bosco lo scricciolo tornò indietro,
mentre noi tornammo a casa con il cagnolino
che decisi di tenere.
Federica Della Libera (5^A)
C’era una volta un meraviglioso ponte che collegava una sponda all’altra del torrente vicino a casa mia.
[…] Nessuno era mai passato lì, perché dicevano che nella sponda di là del ponte c’era un bosco
stregato. […] Un giorno mentre stavo giocando vidi uno scricciolo […] Lo seguii. Attraversai il ponte.
C’era un tale silenzio… […] Sopra la mia testa passò un griffone; le sue ali erano enormi con le penne
marroni. […] Ad un certo punto mi trovai vestita in modo diverso, all’inizio pensai che fosse un sogno
[…] Indossavo un vestito lungo […], calzavo i pattini più belli che avessi mai visto. Mentre pattinavo nel
bosco mi accorsi che ai miei piedi passò un lombrichino che mi disse di seguirlo. […] Mi portò nella casa
di una lepre, che mi fece esplorare un’altra parte del bosco. Camminando camminando, arrivammo alla
casa di un strega. […] Quando entrai nella baita la strega mi accolse in modo molto confortevole, forse
anche troppo. Mi offrì un tazza di thè. Io non bevvi, l’accoglienza era troppo strana. Lei andò in un’altra
stanza dalla quale si sentì che usciva un odore invitante, ma non mi mossi dalla sedia. La strega mi
chiamò. Io entrai nella stanza e la strega con i suoi poteri mi alzò in aria, io ero impaurita. Usai un
richiamo che avevo nel borsellino. Fischiai ed arrivarono tutti gli animali del bosco […]
Loro mi aiutarono e mi dissero che io avevo dei poteri, mi spiegarono come usarli mentre lottavamo
contro la strega. Usai i poteri che scoprii da poco di avere e sconfissi la strega che scoppiò in mille fiori.
Emma Frare (5^A)
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La Formula 1 “F1” è la massima categoria di vetture da corsa, monoposto e a ruote scoperte su circuito. È nata nel 1948 (in sostituzione della FORMULA A) ed è diventata una competizione a carattere mondiale nel 1950. Il termine “FORMULA” fa riferimento ad un insieme di regole alle quali tutti i piloti e le scuderie partecipanti devono adeguarsi. La prima gara valida per il campionato fu il Gran Premio di Gran Bretagna nel 1950. Al titolo piloti seguì una coppa costruttori nel 1958, poi convertita in campionato nel 1982. Nei primi anni si gareggiavano intorno alle 20 corse, tenute in Europa dalla tarda primavera ai primi di autunno. Le vetture più competitive venivano dall'Italia, in particolare l'Alfa Romeo. La denominazione "Campionato del mondo Piloti di Formula 1" fu adottata solo nel 1981 e sino al 1960 vi furono gare con diversi regolamenti tecnici. Furono tre team italiani ad occupare le posizioni dominanti nei primi anni del campionato: l'Alfa Romeo, la Ferrari, e infine la Maserati. L'Alfa Romeo (costruita da Enzo Ferrari) dominò la concorrenza nella stagione 1950, vincendo tutte le gare di quel campionato con l'Alfetta 158, costruita prima della guerra da Enzo Ferrari. Soltanto la Ferrari era in grado di allestire vetture di Formula 1 competitive. Nei primi anni ci fu il dominio Ferrari con il leggendario pilota italiano Alberto Ascari, che fu il primo pilota a vincere due campionati consecutivi nel 1952 e 1953. Il
campionato del 1958 vide anche una donna guidare per la prima volta una Formula 1 in una gara di campionato: Maria Teresa de Filippis, che debuttò guidando da privata una Maserati nel Gran Premio del Belgio. Nella lunga storia della F1, l’unico Team che ha sempre partecipato al campionato è la Ferrari. Nel corso degli anni, nei campionati di F1, si sono aggiunti altri team molto importanti come la Mercedes, la Red Bull, la Renault, la McLaren ed altri minori come la Force India, la Haas, la Williams, la Sauber e la Toro Rosso. Tra i più grandi campioni di F1 del passato e del presente ricordiamo: Emerson Fittipaldi, Tazio Nuvolari, Jack Brabham, Stirling Moss, Alberto Ascari, Niki Lauda, Nelson Piquet, Juan Manuel Fangio, Ayrton Senna, Alain Prost, Fernando Alonso, Lewis Hamilton, Sebastian Vettel ed il grandissimo Michael Schumacher, che ha vinto 5 titoli mondiali consecutivi con la Ferrari.
Riccardo Carcione (1^D)
Disegni: Alberto Marchesin (1^D)
UNA GIORNATA NEL BOSCO FORMULA 1
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ALTRE ILLUSIONI OTTICHE
GIOCHI E ILLUSIONI OTTICHE
S K U O W Y L A B C T I
C A C O S T U M E B X D
O A O Q A H X Y F G E M
G H N T B X J Z O L P I
L K C S B A G N I N O T
I J H M I T C B C D D N
R P I Q A Y L Z M E H E
M T G W Q Z I N R H C O
I S L B A K P G O G Z K
G Q I A K I U Z O Y Z S
L W E N O L L E R B M O
A O B M S G O Q T S P L
M A R E T C M O L O A E
Scogli – costume – conchiglie – sabbia – onde - bagnino
Come vi sembrano queste linee? Anche se vi sembrerà impossibile sono parallele! Richard Gregory scoprì questa illusione in un locale durante gli Anni ’70. Le linee grigie paiono inclinate, ma se si coprono i blocchi bianchi e neri, si nota come siano in realtà dritte. Perché quest’illusione funzioni, i blocchi devono essere spostati un poco in avanti rispetto alla riga inferiore, mentre le linee grigie devono essere precise.
Nicolò Casagrande (3^A)
Gioco: Gioia Bernardi e Angela
Bortolot (1^D)
Soluzioni numero precedente:
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20
Hanno contribuito a questo numero: Giulia Moroldo, Angela Bortolot, Gioia Bernardi,
Riccardo Carcione, Alberto Marchesin, Giulio Furlan, Sofia Baccioli, Nicola Tronchin, Yixuon
Fang, Lorenzo Geromel, Elisa Marcon, Viola Padoin, Noemi Crestani, Alberto Zanardo,
Giada Valdemarca, Margherita Cesca, Lorena Tieppo, Chiara Brisotto, Simone Samogin,
Tommaso Sarlo, Giulia Tosato, Martina Tonon, Giorgia Breda, Lorenzo Sanson, Eleonora
Dal Pos, Nicolò Casagrande.
Coordimamento: Prof.ssa Francesca Zanin, Prof.ssa Gilda Vinciguerra, Prof.ssa Sabatina
Genovese.
Un ringraziamento particolare al Comitato Genitori.
Realizzato in collaborazione con il Consiglio Comunale Ragazzi.
Ringraziamo vivamente tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo numero ed invitiamo chi desidera contribuire al giornalino con giudizi, suggerimenti, articoli, lettere, foto, giochi, disegni e quant’altro, a farlo contattandoci personalmente o scrivendo alla nostra e-mail: [email protected]