il kufr di chi abbandona la preghiera

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IL KUFR DI CHI ABBANDONA LA PREGHIERA Selezione di fatāwa dal sito Islam Q&A Shaykh Muhammad Sālih al-Munajjid Traduzione e adattamento a cura di Muhammad Nur al Haqq

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IL KUFR DI CHI

ABBANDONA LA

PREGHIERA

Selezione di fatāwa dal sito Islam Q&A

Shaykh Muhammad Sālih al-Munajjid

Traduzione e adattamento a cura di Muhammad Nur al Haqq

1

Trascurare la preghiera per pigrizia 1

Se non esegui di proposito la salāh per pigrizia, sei un

kāfir o semplicemente un cattivo Musulmano? Si prega

di rispondere.

Lode ad Allāh.

Imām Ahmad disse che chi non prega per pigrizia è un

kāfir. Questa è l’opinione più corretta ed è quella

indicata dalle evidenze del Libro di Allāh e dalla Sunnah

del Suo Messaggero, e dalle parole dei Salaf e dalla

giusta comprensione. [Al-Sharh al-Mumti’ ‘ala Zād al-

Mustanqi’, 2/26]

Chiunque esamini i testi del Qur’ān e della Sunnah vedrà

che essi indicano che chi trascura la preghiera è

colpevole di Kufr Akbar (miscredenza maggiore), che lo

pone al di fuori dell’Islam.

1 Riferimento: Risālah fi Hukm Tārik as-Salāh (Saggio sulla sentenza su colui che trascura la preghiera) di Shaykh Muhammad b. Sālih al-‘Uthaymīn. Fatwā n. 5208 Islam Q&A

2

Tra le evidenze che si trovano nel Qur’ān c’è:

Il versetto:

فإن تابوا وأقاموا الصالة وآتوا الزكاة فإخوانكم في الدين

“Se poi si pentono (rigettando lo Shirk e accettando il

Monoteismo Islamico), eseguono la Salāt (‘Iqāmū As-

Salāt) e pagano la Zakāt, siano vostri fratelli nella

religione.” [At-Tawbah, 11]

L’evidenza prodotta da questo versetto è che Allāh ha

definito tre cose che i mushrikīn devono fare per

eliminare le differenze tra loro e noi: devono pentirsi

dello shirk, eseguire la preghiera e pagare la zakāh. Se si

pentono dello shirk ma non eseguono la preghiera o non

pagano la zakāh, allora non sono nostri fratelli nella

fede; se eseguono la preghiera, ma non pagano la zakāh,

allora non sono nostri fratelli nella fede. La fratellanza

nella religione non può essere rimossa se non quando

una persona esce completamente dalla religione: non

può essere rimossa dal fisq (condotta immorale) o da tipi

minori di kufr.

Allāh dice inoltre:

3

لوة ٱفخلف من بعدهم خلف أضاعوا إل -فسوف يلقون غيا ت ٲلشہو ٱ تبعوا ٱو لص

ا وعمل وءامن تاب من لح ـ ص ـ فأ ا لجنة ٱيدخلون ك ٮ ول ول يظلمون شيـ

“Coloro che vennero dopo di loro tralasciarono

la Salāt (cioè fecero andare perse loro preghiere, non le

offrirono o non le offrirono perfettamente o non le

offrirono nei loro tempi prestabiliti), e si

abbandonarono alle passioni. Incontreranno la

perdizione. Coloro che invece si pentono,

credono (nell’Unicità di Allāh e nel Suo Messaggero

Muhammad) e compiono il bene, entreranno nel

Giardino e non subiranno alcun torto.” [Maryam,

59-60]

L’evidenza prodotta da questa āyah è che Allāh si

riferisce a coloro che trascurano la preghiera e seguono i

propri desideri, eccetto quelli che si pentono e credono,

il che indica che nel momento in cui essi stanno

trascurando le loro preghiere e seguendo i propri

desideri, non sono credenti.

L’evidenza della Sunnah comprovante che chi trascura la

preghiera è un kāfir comprende il hadīth del Profeta

(sallAllāhu ‘alayhi wa sallam): “Tra l’uomo, lo shirk e il

kufr sta la sua negligenza della preghiera.” [Narrato da

Muslim in Kitāb al-Īmān da Jābir b. ‘Abd-Allāh dal

Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam)]

4

E’ stato narrato che Burayda b. al-Husayb (radiAllāhu

‘anhu) disse: Ho sentito il Messaggero di Allāh

(sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) dire: “Il patto che ci

distingue da loro è la preghiera, e chi la trascura ha

miscreduto (diventando un kāfir).” [Narrato da Ahmad,

Abū Dāwūd, At-Tirmidhī, An-Nisā’i e Ibn Māja]. Ciò che

s’intende qui con kufr o miscredenza, è il tipo di kufr che

pone la persona fuori dall’Islam, perché il Profeta

(sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) fece della preghiera la

linea di demarcazione tra i credenti e i miscredenti. E’

noto che la comunità del kufr non è uguale alla comunità

dell’Islam, così chi non rispetta questo patto deve essere

[considerato] uno dei kāfirīn (miscredenti).

C’è anche il hadīth di ‘Awf b. Mālik (radiAllāhu ‘anhu),

secondo cui il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam)

disse: “I migliori dei vostri prìncipi sono coloro che

amate e che vi amano, che pregano per voi e voi

pregate per loro. I peggiori dei vostri prìncipi sono

coloro che odiate e che vi odiano, sui quali voi invocate

le maledizioni e quelli che su di voi invocano le

maledizioni.” Gli fu chiesto: “O Messaggero di Allāh, non

dovremmo combatterli con la spada?” Disse: “No,

fintanto che stabiliscono la preghiera in mezzo a voi.”

Questo hadīth indica che coloro che hanno l’autorità

dovrebbero essere contrastati e combattuti se non

5

comandano la preghiera, ma non è lecito opporsi loro e

combatterli a meno che non diano una evidente

dimostrazione di kufr e si abbia la prova da Allāh che ciò

che stanno facendo sia effettivamente kufr. ‘Ubāda b. as-

Sāmit disse: “Il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi

wa sallam) ci vincolò al servizio e all’obbedienza in ciò

che ci era gradito e in ciò che ci era sgradito, in ciò che ci

era difficile e in ciò che ci era facile, e di donare

liberamente dei nostri averi. Egli (sallAllāhu ‘alayhi wa

sallam) disse che non dobbiamo sfidare coloro che

hanno l’autorità su di noi, a meno che non vediamo

‘kufrun bawāh’ (miscredenza evidente) e ne abbiamo la

prova da Allāh.” [Concordato]

Su queste basi, il loro trascurare la preghiera, per il quale

il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse che

dovremmo contrastarli e combattere contro di loro con

la spada, costituisce un atto di kufr evidente per il quale

abbiamo la prova da Allāh che si tratta davvero di kufr.

Se qualcuno dicesse: Non è lecito interpretare i testi a

proposito di una persona che trascura la preghiera

essendo un kāfir, come se ci riferissimo a colui che la

trascura perché non crede sia obbligatoria?

Noi diremmo: non è permesso interpretare i testi in

questo modo perché ci sono due riserve su questa

interpretazione: ciò implica l’ignorare la descrizione

6

generale che il Legislatore ha preso in considerazione e

alla quale la sentenza è stata collegata. La sentenza

attestante che la persona che trascura la preghiera è un

kāfir è collegata all’azione della preghiera trascurata,

non alla sua negazione che essa sia obbligatoria. La

fratellanza nella religione è basata sull’esecuzione della

preghiera, non sul fatto che una persona dichiara che sia

obbligatoria. Allāh non ha detto “Se si pentono e

affermano che la preghiera è obbligatoria…”, e il Profeta

(sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) non disse “Tra l’uomo, lo

shirk e il kufr sta il suo rifiuto dell’obbligatorietà della

preghiera” oppure “Il patto che ci distingue da loro è la

nostra affermazione che la preghiera è obbligatoria,

così colui che nega che sia obbligatoria ha miscreduto.”

Se questo è ciò che Allāh e il Suo Messaggero

intendevano, il fatto di non esprimerlo chiaramente

avrebbe contraddetto ciò che è scritto nel Qur’ān.

Poiché Allāh dice:

ونزلنا عليك الكتاب تبيانا لكل شيء

“Abbiamo fatto scendere su di te il Libro (il

Qur’ān), come spiegazione di ogni cosa.” [An-Naĥl,

89]

7

E l’Onnipotente disse al Suo Profeta (sallAllāhu ‘alayhi

wa sallam):

وأنزلنا إليك الذكر لتبين للناس ما نزل إليهم

“E su di te (O Muhammad) abbiamo fatto scendere

il Dhikr (Ricordo), affinché tu spieghi agli uomini

ciò che è stato loro rivelato.” [An-Naĥl, 44]

Non è corretto fare riferimento a una ragione che il

Legislatore non ha reso un fattore nel giudicare come

kāfir una persona, perché se una persona che non ha la

scusa dell’ignoranza nega che le cinque preghiere

quotidiane siano obbligatorie allora è ritenuto essere un

kāfir, se prega o non lo fa. Se una persona esegue le

cinque preghiere quotidiane, soddisfacendo tutte le

condizioni della preghiera e facendo tutte le azioni che

sono obbligatorie o mustahabb, ma nega che le preghiere

siano obbligatorie senza alcuna valida ragione per farlo,

allora è un kāfir, anche se non sta trascurando le

preghiere. Da ciò è chiaro che non è corretto interpretare

i testi che parlano del trascurare le preghiere riferendosi

alla negazione che siano obbligatorie. La visione corretta

è che la persona che trascura la preghiera è un kāfir, che

si trova al di fuori dell’Islām, come è chiaramente

indicato nel resoconto narrato da Ibn Abī Hātim nelle

8

sue Sunan, da ‘Ubāda b. al-Sāmit (radiAllāhu ‘anhu), che

disse: “Il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa

sallam) ci esortò: “Non associate nulla nel culto ad

Allāh, e non trascurate la preghiera volutamente,

perché chi trascura la preghiera deliberatamente si

pone fuori dall’Islam.”

Inoltre, se interpretiamo gli ahādīth sul trascurare la

preghiera riferendoci alla negazione che sia obbligatoria,

non ci sarebbe nessun punto nei resoconti riferibile

specificamente alla preghiera, perché questa sentenza

vale anche per la zakāh, il digiuno e il Hajj - e chiunque

trascura uno di questi, negando che sia obbligatorio, è

un kāfir, se non ha la scusa dell’ignoranza. Così come

colui che trascura la preghiera è considerato essere un

kāfir, sulla base delle evidenze dei testi e dei resoconti,

allora può anche essere considerato un kāfir sulla base

dell’analisi razionale. Come può una persona essere un

credente se trascura la preghiera che è il pilastro della

religione, e quando ci sono āyāt e ahādīth che ci esortano

a eseguire la preghiera e che fanno correre il saggio

credente a compierla, e quando ci sono āyāt e ahādīth

che ci mettono in guardia contro il trascurarla e che

rendono il saggio credente spaventato dall’ignorarla?

Una volta compreso questo, una persona non può essere

credente se trascura la preghiera.

9

Se una persona dicesse: Non possiamo interpretare il

kufr di colui che trascura la preghiera come una forma

minore di kufr (kufr al-na’mah), piuttosto che il tipo di

kufr che mette la persona al di fuori dell’Islām (kufr al-

milla)? Oppure non possiamo interpretarlo come essere

meno del kufr akbar (miscredenza maggiore) e più simile

al kufr di cui agli ahādīth: “Ci sono due caratteristiche

che esistono tra le persone che sono caratteristiche del

kufr: diffamare il lignaggio della gente e lamentarsi sul

morto” e “Scambiare insulti con un musulmano è fisq

(condotta immorale) e scambiare colpi con lui è kufr”,

eccetera?

Noi diremmo che questa interpretazione non è corretta

per una serie di motivi:

Il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) fece della

preghiera la linea di demarcazione tra il kufr e la fede,

tra il credente e il miscredente. Su ciò egli tracciò la

linea, e le due cose sono ben distinte e non si

sovrappongono.

Pregare è uno dei pilastri dell’Islam, così quando la

persona che lo trascura è descritto come un kāfir, questo

implica il tipo di kufr che mette una persona fuori

dall’Islām, perché egli ha distrutto uno dei pilastri

dell’Islām. Si tratta di una questione diversa

10

dall’attribuire il kufr a una persona che compie una delle

azioni del kufr.

Ci sono altri testi che indicano che il kufr di chi trascura

la preghiera è il tipo di kufr che mette la persona fuori

dall’Islām, così ciò che si intende qui per kufr dovrebbe

essere interpretato secondo il significato apparente, in

modo da evitare contraddizioni tra i testi.

La descrizione del kufr in quegli ahādīth è differente. Per

quanto riguarda il trascurare la preghiera, il Profeta

(sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “Tra l’uomo, lo shirk

e il kufr...” Qui la parola kufr è preceduta nella lingua

araba originale, dall’articolo determinativo “al”, che

indica che ciò a cui ci si riferisce qui è la realtà del kufr.

Questo è in contrasto con gli altri ahādīth cui si fa

riferimento al kufr senza l’articolo determinativo, o in

una forma verbale, che indica che questa è una parte del

kufr o che la persona ha miscreduto compiendo questa

azione, ma non è kufr assoluto che pone la persona fuori

dall’Islām.

Shaykh al-Islām Ibn Taymiyya disse nel suo libro Iqtidā’

as-Sirāt al-Mustaqīm (pag. 70, As-Sunnah Al-

Muhammadīya) riguardo il hadīth del Messaggero

(sallAllāhu ‘alayhi wa sallam), “Ci sono due

caratteristiche che esistono tra le persone che sono

caratteristiche del kufr”:

11

“La frase “che sono caratteristiche del kufr” significa

che queste due caratteristiche che esistono tra le persone

sono caratteristiche del kufr, perché sono tra le azioni

del kufr ed esistono tra le persone. Ma non ognuno che

abbia una parte di kufr diviene un kāfir a causa di essa, a

meno che non esista nel suo cuore la realtà del kufr. Allo

stesso modo, non ognuno che abbia una parte di fede

diventa un credente a causa di essa, a meno che non

esista nel suo cuore la realtà essenziale della fede. Quindi

c’è una distinzione tra il kufr che è preceduto [nella

lingua araba originale] dall’articolo determinativo “al”,

come nel hadīth “Tra un uomo, lo shirk e il kufr non sta

nulla se non il suo trascurare la preghiera”, e il kufr che

non è preceduto dall’articolo determinativo, ma è

utilizzato in senso affermativo.”

Quindi è chiaro che, sulla base di questa evidenza, la

persona che trascura la preghiera senza una scusa è un

kāfir, che sta fuori dall’Islām. Questa è la corretta visione

secondo Imām Ahmad, ed è una delle due opinioni

narrate da Ash-Shāfa’i, come fu menzionato da Ibn

Kathīr nel suo tafsīr della āyah:

لوة ٱفخلف من بعدهم خلف أضاعوا فسوف يلقون غيا ت ٲلشہو ٱ تبعوا ٱو لص

12

“Coloro che vennero dopo di loro tralasciarono

la Salāt (cioè fecero andare perse loro preghiere, non le

offrirono o non le offrirono perfettamente o non le

offrirono nei loro tempi prestabiliti), e si

abbandonarono alle passioni.” [Maryam, 59]

Ibn al-Qayyim menzionò nel suo libro As-Salāh, che essa

fu una delle due opinioni narrate da Ash-Shāfa’i, e che

At-Tahāwi la narrò dallo stesso Ash-Shāfa’i.

Questa fu anche l’opinione della maggioranza dei

Sahāba, anzi molti narrarono che vi fu consenso tra i

Sahāba su questo punto. ‘Abd-Allāh b. Shaqīq disse: I

compagni del Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) non

pensavano che trascurare qualsiasi azione facesse di una

persona un kāfir, a parte il trascurare la preghiera. Ciò fu

riportato da At-Tirmidhī e Al-Hākim, che lo classificò

come sahīh secondo le condizioni (di Al-Bukhārī e

Muslim). Ishāq b. Rāhawayh, il ben noto Imām, disse: E’

stato riportato con una isnād sahīh dal Profeta

(sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) che chi trascura la

preghiera è un kāfir. Questa fu anche l’opinione dei

sapienti dal tempo del Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa

sallam) fino ai giorni nostri: la persona che trascura

deliberatamente la preghiera senza una scusa valida, fino

a quando il tempo per la preghiera scade, è un kāfir. Ibn

Hazm disse che ciò fu riportato da ‘Umar, ‘Abd al-

13

Rahmān b. ‘Awf, Mu‘ādh b. Jabal, Abū Huraira e altri tra

i Sahāba. Egli disse: “Non siamo a conoscenza di alcuna

opinione contraria tra i Sahāba.” Al-Mundhirī narrò

questo da lui in Al-Targhīb wa’l-Tarhīb, e aggiunse altri

nomi di Sahāba: ‘Abd-Allāh b. Mas’ūd, ‘Abd-Allāh b.

‘Abbās, Jābir b. ‘Abd-Allāh e Abu’l-Dardā’ (radiAllāhu

‘anuhum). Egli disse: A parte i Sahāba, ci sono anche

Ahmad b. Hanbal, Ishāq b. Rāhawayh, ‘Abd-Allāh b. al-

Mubārak, An-Nakha’i, Al-Hakam b. ‘Utaiba, Ayyūb Ash-

Sakhtayāni, Abū Dāwūd At-Tayālisi, Abū Bakr b. Abi

Shaiba, Zuhayr b. Harb e altri.

E Allāh ne sa di più.

14

L’esatta definizione di omissione

della preghiera2

Lode ad Allāh.

C’è una differenza di opinione tra coloro che dicono che

chi non prega è un kāfir in relazione all’esatta

definizione dell’omissione della preghiera che fa di lui un

kāfir. La maggior parte di loro sono del parere che egli

diventa un kāfir se omette una preghiera obbligatoria o

due preghiere obbligatorie.

Alcuni di loro sono del parere che uno che non prega non

diventa un kāfir a meno che non abbandona del tutto la

preghiera.

La prima opinione fu narrata da Ishāq b. Rāhawayh

(rahīmahullāh) dai Sahāba e dai Tābi’īn. Imām

Muhammad b. Nasr al-Marūzi (rahīmahullāh) disse: Ho

sentito Ishāq dire: E’ narrato in un resoconto sahīh dal

Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) che

chi non prega è un kāfir, e questa è stata l’opinione dei

sapienti dal tempo del Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa

sallam) fino ai nostri giorni: colui che deliberatamente

non prega senza alcuna scusa fino a quando il tempo per

la preghiera è finito è un kāfir. 2 Estratto dalla Fatwā n. 52923 Islam Q&A

15

La fine del tempo significa ritardare Zuhr fino al

tramonto e ritardare il Maghrib fino a quando il sole

sorge.

La fine del tempo per la preghiera è stata fissata come

descritto sopra, perché il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa

sallam) accorpò le preghiere ad ‘Arafa e Muzdalifa e

quando viaggiava, così egli pregò una di esse al momento

dell’altra. Dato che il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa

sallam) offrì in alcuni casi la prima preghiera durante il

tempo della seconda, e in altri casi la seconda preghiera

durante il tempo della prima, il tempo per entrambe

diventa uno solo nei casi in cui si ha una scusa, proprio

come per la donna mestruata, se ella ridiventa pura

prima del tramonto, è comandata di pregare sia Zuhr che

‘Asr, e se ridiventa pura al termine della notte, è

comandata di pregare sia Maghrib che ‘Isha’. Fine

citazione da Ta’zīm Qadr as-Salāh (2/929).

Muhammad b. Nasr (rahīmahullāh) narrò che Imām

Ahmad disse: Nessuno diventa kāfir a causa del peccato

se non colui che deliberatamente non prega. Se egli non

prega finché il tempo per la preghiera successiva inizia,

gli deve essere chiesto di pentirsi per tre volte. Fine

citazione.

E’ fu narrato che Ibn al-Mubārak disse: Chi

deliberatamente non prega senza alcuna scusa fino a

16

quando il tempo è scaduto, è un kāfir. Ta’zīm Qadr as-

Salāh (2/297).

Ibn Hazm disse:

Abbiamo narrato da ‘Umar b. al-Khattāb (radiAllāhu

‘anhu), Mu‘ādh b. Jabal, Ibn Mas’ūd e da una certo

numero di Sahāba (radiAllāhu ‘anuhum), e da Ibn al-

Mubārak, Ahmad b. Hanbal, Ishāq b. Rāhawayh

(rahīmahumā), e da un totale di diciassette Sahāba

(radiAllāhu ‘anuhum) che colui che deliberatamente e

consapevolmente non offre una preghiera obbligatoria

fino a quando il tempo per compierla è finito è un kāfir e

un apostata. Questa fu anche l’opinione di ‘Abd-Allāh b.

Al-Mājishūn, il compagno di Mālik. E fu l’opinione di

‘Abd al-Mālik b. Habīb Al-Andalusī e altri. Fine citazione

da Al-Fasl fi’l-Milal wa’l-Ahwa’ wa’l-Nihal, 3/128.

Egli (rahīmahullāh) disse: E fu narrato da ‘Umar, ‘Abd

al-Rahmān b. ‘Awf, Mu‘ādh b. Jabal, Abū Huraira e altri

tra i Sahāba (radiAllāhu ‘anuhuma) che colui che

deliberatamente non offre una preghiera obbligatoria

fino a che il tempo per essa finisce è un kāfir e un

apostata. Fine citazione da Al-Muhalla (2/15).

Questa opinione è stata espressa anche nella fatwā della

Lajnah ad-Dā’imah lil-Buhūth al-‘Ilmiyyah wal-Iftā,

guidata da Shaykh ‘Abd al-‘Azīz b. Bāz (rahīmahullāh).

17

Fatāwa al-Lajnah al-Dā’imah (6/50, 40)

Alcuni dei sapienti citarono come prova di ciò le parole

del Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam): “Chi non

prega ‘Asr, tutte le sue buone azioni vengono

cancellate”, narrato da Al-Bukhāri (528), perché la

cancellazione delle buone azioni può avvenire solo come

risultato del diventare un kāfir, e a causa di ciò che fu

menzionata dai Sahāba che narrarono questi ahādīth.

Per quanto riguarda la seconda opinione, cioè che colui

che non prega non diventa un kāfir a meno che non

abbandona del tutto la preghiera, questa è l’opinione di

Shaykh al-Islām Ibn Taymiyya (rahīmahullāh), anche se

in più egli giudicò essere un kāfir colui che omette alcune

preghiere e viene chiamato dal governante a pregare ma

non lo fa. Egli inoltre affermò che colui che a volte prega

e a volte no, se decide in cuor suo di abbandonare del

tutto la preghiera, allora è interiormente un kāfir, vale a

dire, ciò è tra lui ed Allāh, Sia Egli Magnificato.

Vedere: Majmū’ al-Fatāwa, 22/49, 7/715; Sharh al-

‘Umdah, 2/94.

Questa fu anche l’opinione di Shaykh Ibn ‘Uthaymīn

(rahīmahullāh) che disse: Ciò che sembra essere il caso

dalle evidenze, è che egli non diventa un kāfir a meno

che non abbandona la preghiera tutto il tempo, nel senso

18

che decide di non pregare, quindi non prega Zuhr, ‘Asr,

Maghrib, ‘Isha’ o Fajr. Questo è un kāfir. Ma se egli

prega una o due preghiere obbligatorie, allora non è un

kāfir e davvero non si può dire che abbia abbandonato la

preghiera. Il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse:

“Tra l’uomo, lo shirk e il kufr sta la sua negligenza della

preghiera (as-salāh)” ed egli non disse “salāh (una

preghiera)”. Fine citazione da Al-Sharh al-Mumti’

(2/26).

Come può un individuo essere ancora

Musulmano se arriva al punto di essere

giustiziato e insiste ancora a non pregare?3

3 Fatwā n. 6035 Islam Q&A

19

Caro Shaykh che Allāh l’accresca nel bene, la questione

del hukm su colui che abbandona la salāh mostra

differenze di opinione tra la gente della verità. Dopo aver

letto le sue fatāwa e conosciuto le opinioni dei Salaf

come il ben noto parere di Imām Ahmad (rahīmahullāh),

quella che sembra essere la verità basata sulle evidenze è

che l’abbandono della salāh è kufr che porta fuori

dall’Islām. Tuttavia, nella tesi opposta c’è qualcosa che

non capisco: Imām Ash-Shāfi‘ī, Imām Mālik e altri

dissero, “Sia ucciso, ma non è kāfir”, così egli dovrebbe

essere seppellito tra i Musulmani. Ma se una persona

viene uccisa per aver abbandonato la salāh avendo avuto

la possibilità di pentirsi, come può essere ancora un

Musulmano? Ha preferito la morte più del pregare,

quindi necessariamente deve essere un kāfir. Si prega di

spiegare. JazakAllāhu khairan.

Lode ad Allāh.

Questa è una domanda molto buona, ma coloro che

dicono che una tale persona non è un kāfir non danno

una buona risposta. Shaykh al-Islām Ibn Taymiyya

(rahīmahullāh) notò che questa confusione sorse tra i

20

successivi Fuqahā’, perché ciò non fu noto tra i Sahāba

(radiAllāhu ‘anuhum). Come dice l’interrogante, non è

possibile che una persona che viene minacciata di essere

giustiziata a causa del suo non pregare, sceglierebbe la

morte sulla preghiera se ci fosse anche il peso di un

atomo di Islām nel suo cuore. Questa confusione non

sorge se si dice che chi non prega è un kāfir. Se leggiamo

quello che Shaykh al-Islām Ibn Taymiyya disse su questo

argomento, fughiamo ogni confusione.

Egli (rahīmahullāh) disse: Nel caso di colui che crede che

la preghiera sia obbligatoria eppure ancora persiste nel

non pregare, i Fuqahā’ che studiarono la questione nel

dettaglio menzionarono una serie di punti:

Il primo di essi è il seguente, che è stato affermato dalla

maggior parte di loro, Mālik, Ash-Shāfi‘ī e Ahmad: se

una persona persiste fino all’essere ucciso, muore come

un kāfir e un apostata, o come un Musulmano peccatore

come altri Musulmani peccatori, come indicato nelle due

ben note opinioni riportate da Ahmad? Tale dettagliata

discussione non è stata riportata dai Sahāba, ed è

eccessiva e futile.

Se la persona crede in cuor suo che la preghiera sia

obbligatoria, questo non gli permetterà di persistere nel

non compierla fino a quando verrà giustiziato. Una cosa

del genere non è nota tra i figli di Ādam, e non è mai

21

accaduta nell’Islām. E’ inaudito che una persona creda

che (la preghiera) sia obbligatoria e che gli venga detto,

“Se non pregi sarai giustiziato” e poi persista nel non

compierla, anche se ritiene che sia obbligatoria. Questo

non è mai accaduto nell’Islām.

Quando una persona si astiene dal pregare fino a quando

viene giustiziato, egli non crede davvero nel suo cuore

che (la preghiera) sia obbligatoria e non la sta

compiendo, quindi è un kāfir, secondo il consenso dei

Musulmani, dato che è stato detto in molti resoconti che

i Sahāba avrebbero considerato tale persona essere un

kāfir. Questo è anche indicato dai testi sahīh, come gli

ahādīth del Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam):

“Niente si frappone tra una persona e il kufr tranne il

suo abbandono della preghiera.” (Narrato da Muslim).

“Il patto che ci distingue da loro è la preghiera, e chi la

trascura ha miscreduto.”

‘Abd-Allāh b. Shaqīq disse: “I compagni di Muhammad

non pensavano che abbandonare qualsiasi atto avrebbe

reso una persona un kāfir - a parte l’abbandono della

preghiera.”

Chi si ostina nel non pregare e mai si prosterna ad Allāh

fino alla morte, non può essere mai un Musulmano che

crede che la preghiera sia obbligatoria. Credere che sia

22

obbligatoria e che la persona che non la compie merita di

essere giustiziata è motivo sufficiente per far sì che una

persona la compia, perché se una persona avesse la

motivazione e la capacità di fare qualcosa, la farebbe. Se

egli è in grado di compierla ma non la compie, questo

indica che nel suo caso la motivazione è assente.

(Majmū’ al-Fatāwa, 22/47-49)

E Allāh ne sa di più.