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IL MANUALE DEL BUON DIPORTISTA IN BARCA NELLE AREE PROTETTE Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

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IL MANUALE DEL BUON DIPO RTISTAIN BARCA NELLE AREE PROTETTE

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio

e del Mare

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IL MANUALE DEL BUON DIPORTISTAIN BARCA NELLE AREE PROTETTE

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

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Testi a cura di Stefano Donati, per la parte delle aree marine protetteEnrico Nanni, per la parte naturalisticaRoberto Neglia, per la parte del diporto nautico

All’interno fotografie delMinistero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, e di Ucina

Progetto grafico, illustrazioni, videoimpaginazione:studio grafico Andrea Musso | Daria Pasolini

Stampa: Algraphy S.n.c. – ottobre 2008

Si rimane a disposizione per eventuali aventi diritto sulle fotografie che non è stato possibile identificare e contattare

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INDICE

PREFAZIONEdi Aldo Cosentino 4

INTRODUZIONE di Anton F. Albertoni e Sebastiano Venneri 5

LE MANOVRE 6Uscire e rientrare in porto 6Ormeggiare 6Ancorare 6Trainare un’imbarcazione 7Affiancare due barche 7

SICUREZZA DELLA NAVIGAZIONE 7Prima di muovere 7Durante la navigazione: 7Chiedere soccorso 8Cinture, giubbotti di salvataggio, apparecchi galleggianti 8Zattera di salvataggio 8Sull’autogonfiabile 8Fuochi a mano e razzi 8Estintori e loro utilizzo 9Traumi 9

IN ACQUA 9Aquascooter 9Balneazione 9Immersioni in apnea 10Immersioni con le bombole 10Sci nautico 11

TABELLA MEZZI DI SALVATAGGIO E DOTAZIONI DI SICUREZZA 12

PROTEGGIAMO IL NOSTRO MARE 13Tre cose concrete 13

IL PROTOCOLLO SULLA NAUTICA SOSTENIBILE 14

IL MARE PROTETTO 15Zone L’ A, B, C (e D) 15

GLI ITINERARI NAUTICI 16Santuario internazionaledei mammiferi marini 16Isola di Bergeggi | Area marina protetta 18Portofino | Area marina protetta 19Cinque Terre | Area marina protetta 22Secche della Meloria (Area marina protetta in corso di istituzione) 25Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano 26Isola d’Elba 27Isola di Capraia 29Isola del Giglio 30Isola di Giannutri 31Parco nazionale Arcipelago de La Maddalena 32Costa Smeralda 35Tavolara - Capo Coda CavalloArea marina protetta 36Capo Carbonara | Area marina protetta 38Penisola del Sinis - Isola di Mal di VentreArea marina protetta 40Capo Caccia - Isola PianaArea marina protetta 42Isola dell’Asinara | Area marina protetta 44Secche di Tor PaternoArea marina protetta 46

Isole di Ventotene e Santo StefanoArea marina protetta 47Regno di Nettuno | Area marina protetta 49Parco sommerso di Baia 51Parco sommerso di Gaiola 53Punta Campanella | Area marina protetta 55Santa Maria di Castellabate (Area marina protetta in corso di istituzione) 58Costa degli Infreschi e della Masseta(Area marina protetta in corso di istituzione) 59Isola di Ustica | Area marina protetta 60Capo Gallo - Isola delle FemmineArea marina protetta 62Isole Egadi | Area marina protetta 64Plemmirio | Area marina protetta 67Isole Ciclopi | Area marina protetta 69Isole Pelagie | Area marina protetta 71Isola di Pantelleria(Area marina protetta in corso di istituzione) 73Capo Rizzuto | Area marina protetta 74Porto Cesareo | Area marina protetta 76Costa di Porto Selvaggio 78Costa di Gallipoli 79Costa di Otranto(Area marina protetta in corso di istituzione) 80Torre Guaceto | Area marina protetta 81Isole Tremiti | Area marina protetta 83Torre del Cerrano (Area marina protetta in corso di istituzione) 85Miramare | Area marina protetta 86

CARTINA DEI PARCHI E DELLE AMP 88

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PREFAZIONE

Il Protocollo per la nautica sostenibile sta raggiungendo l’obiettivo che cieravamo prefissi: consentire una fruizione sempre più attenta ai fragili eco-sistemi di particolare pregio naturalistico presenti nelle Aree Marine Protet-te, adeguandola ad un’utenza, in questo caso quella diportistica, piùmoderna e a scafi decisamente evoluti sul piano tecnologico.

Il Tavolo tecnico che lo ha redatto, istituito presso il Ministero dell’Ambiente,ha concluso i suoi lavori in soli due mesi, dopo aver messo a confronto tuttele parti interessate. Amministrazione centrale, con i dicasteri dell’Ambientee dei Trasporti, il Reparto Ambientale marino della Guardia Costiera, le areemarine protette, la Federparchi, le principali associazioni ambientaliste el’Unione Costruttori Industrie Nautiche Affini.

Iter del tutto analogo è stato seguito con il tavolo tecnico per la subacqueaed ha portato a risultati altrettanto buoni.

I tempi di adozione dei regolamenti di gestione delle aree marine protette sonostati in parte allungati in seguito ad una pronuncia della Corte dei Conti che neha meglio delimitato l’iter. Ciononostante, quattro di essi, contenenti le nuovenorme individuate dal Protocollo, sono giunti in dirittura d’arrivo già nell’esta-te 2008 ed altri saranno completati in funzione della stagione 2009.

Si tratta di un successo a conferma del costante impegno dell’amministra-zione dedicato alla realizzazione di progetti che mediante l’utilizzo di nuovetecnologie e l’attento contributo degli operatori del settore, si è prefissatodi coniugare le imprescindibili esigenze di protezione ambientale e lo sviluppodi servizi di qualità per quei fruitori attenti che, sempre più numerosi,intendono godere di tali paradisi quali realtà uniche da preservare a testi-monianza dell’esperienza che ha consentito all’Italia di ricoprire un indi-scusso ruolo di guida e di esempio da seguire per la gestione sostenibile, laprotezione e la valorizzazione del territorio.

Dottor Aldo CosentinoDirettore Generale Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del MareDirezione per la Protezione della Natura

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INTRODUZIONE

Negli ultimi anni Ucina ha promosso numerose iniziative volte ha modificareil rapporto fra il diporto e le aree marine protette. Lo scopo dell’associa-zione non è mai stato mettere in discussione la necessità di tutelare ilmare, ma alcuni criteri di scelta adottati, l’uniformità dei regolamenti. La macroscopica frammentazione normativa è infatti tale che l’utentedeve distinguere fra le aree marine protette statali, quelle dei parchinazionali terrestri con perimetrazione a mare, i parchi sommersi, i parchiinternazionali, le riserve naturali integrali - come Montecristo - le areeprotette marine regionali, le “oasi blu” e via dicendo. Una varietà di enti,istituti e soprattutto regole, spesso contraddittorie, che rendono l’osser-vanza delle norme molto complicata. La firma del Protocollo per la nautica sostenibile, promossa dal Ministerodell’Ambiente, Ucina e dalle principali associazioni ambientaliste haposto le basi per una prima riforma e omogeneizzazione dei regolamenti.Alcuni sono stati varati già per la stagione 2008 e quando saranno tuttioperativi avremo compiuto un buon passo avanti. Intanto questa guida,interamente rinnovato rispetto agli anni passati, vuole offrire il suo con-tributo, affinchè i diportisti italiani conoscano e frequentino l’insiemedelle aree marine di pregio del nostro Paese.

Anton F. AlbertoniPresidente di Ucina

Le aree marine protette italiane costituiscono un’esperienza originale nelpanorama europeo e mediterraneo, con l’obiettivo ambizioso di coniugaretutela della biodiversità, fruizione turistica e sviluppo sostenibile. Puntandosull’attivo coivolgimento delle comunità locali e dei mondi della pesca e dellasubacquea, le nostre riserve marine si sono ritagliate il ruolo di laboratoriavanzati per la gestione sostenibile della fascia costiera, pur tra difficoltàeconomiche e ritardi funzionali a cui bisognerebbe porre rimedio a livello nor-mativo. Anche sul fronte della nautica abbiamo compiuto un percorso comu-ne, con il Ministero dell’ambiente e l’Ucina, che ha portato all’individuazionedi nuove regole per la fruizione diportistica delle aree marine protette. Un per-corso necessario, anche perché il comparto produttivo negli ultimi anni si ètrasformato molto più velocemente di quanto non abbia fatto il sistema dellearee protette, investendo molte risorse in tecnologie di valenza ambientale.Questo ci ha permesso di spostare il ragionamento da visioni astratte o buro-cratiche all’individuazione dei reali impatti, consentendoci, oltretutto, diottenere risultati più concreti, di introdurre misure di premialità, di seleziona-re i flussi. Questo sforzo é stato tradotto nel Protocollo per la nautica soste-nibile, che affianca quello per la subacquea.In quest’ottica di turismo sostenibile, buone regole e tutela di un patrimonionaturale e culturale unico, si inserisce questa pubblicazione, in cui abbiamocercato di raccontare al diportista il mondo delle aree marine protette da piùpunti di vista, unendo alle necessarie informazioni nautiche e giuridiche unquadro dei valori ambientali e turistici.Per completezza, abbiamo incluso in questo itinerario anche le aree marineche diventeranno protette nei prossimi anni, e alcune altre località di sicurorichiamo, che vogliamo portare all’attenzione degli appassionati della nautica.Buona navigazione sostenibile nelle aree marine protette, dunque!

Sebastiano VenneriVice Presidente di Legambiente

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LE MANOVRE

Uscire e rientrare in portoL’affollamento estivo dei porti richiede particolare attenzione da parte deldiportista. Attenzione ad eventuali ordinanze specifiche per alcuni portituristici; ove non specificato, valgono le regole di tenere la destra o man-tenere gli allineamenti centrali con i fari di ingresso. Sono molte le regoleda osservare per evitare eventuali incidenti, ecco le più importanti: 1. é importante imboccare l’allineamento di entrata del porto circa 1/2

miglio prima al fine di poter vedere chiaramente il canale di accesso; 2. nei porti commerciali le navi mercantili hanno sempre la precedenza; 3. la precedenza deve essere comunque ceduta se la nave mercantile ha

impegnato l’allineamento di uscita. Attenzione: una nave di 200 metridi lunghezza che transita a una velocità di 7 nodi, pur dando “tuttoindietro” impiega non meno di 1/2 miglio per arrestarsi;

4. solo nei casi di emergenza, che devono essere immediatamente notifi-cati all’Autorità Marittima sul canale 16 VHF/FM pari a 156,800 Mhz, sipuò entrare a vela nei porti.

OrmeggiarePer ormeggiarsi sul fianco di una banchina se la barca é dotata di due motori é neces-sario avvicinarsi con un angolo di 45°, utilizzando il motore interno leggermenteavanti al fine di affiancarsi e quello esterno leggermente indietro per ridurre la velo-cità avvicinando la poppa in banchina. Oltre ai cavi di poppa e di prora per l’ormeg-gio può essere utile l’impiego del cavo denominato “spring”, che viene posto da pruae da poppa su una bitta sulla banchina che si trovi nelle prossimità del centro dellabarca: questo cavo ha il compito di evitare che la barca si sposti avanti e indietro. Per ormeggiare “a pettine” fra altre imbarcazioni o, comunque con la poppa

in banchina, la manovra di ingresso deve essere sempre molto accorta perconsentire la correzione della traiettoria con piccoli colpi di motore otimone senza provocare danni agli scafi circostanti. Una volta recuperatoil cavo del corpo morto – che può essere segnalato da una boa oppureessere collegato a una cima che corre fino alla banchina – é opportuno fis-sare immediatamente la prora, soprattutto in presenza di vento forte, perpoi dedicarsi con più calma all’ormeggio in banchina. L’utilizzo dei para-bordi é determinante, specie se ci si trova in spazi molto ristretti. Se c’équalcuno dell’equipaggio in grado di aiutare senza mettersi in pericolo puòtenerne libero uno e spostarlo nei punti dove serve.

AncorareLe carte nautiche riportano la natura del fondale, che può essere roccioso,fangoso, sabbioso, con ciottoli, con alghe e misto. La scelta del punto doveancorare va fatta anche in relazione al tipo di ancora di cui si dispone, pre-ferendo quello sabbioso e fangoso a quello roccioso (cattivo tenitore) e aquello coperto dalla prateria di Posidonia. Se si é costretti a dare fondo suroccia è bene utilizzare un “grippiale” fissato sulla testa dell’ancora, perpoterla recuperare al contrario. Va ricordato di:

• valutare lo spazio di rotazione delle altre barca alla fonda;• filare una quantità di cavo o di catenada 3 a 5 volte la profondità;• salpare l’ancora in verticale, per evitare di strascicarla sul fondo dan-

neggiando la prateria di Posidonia o incagliandola.

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Trainare un’imbarcazioneÈ sempre bene tenere a bordo una cima molto robusta ed abbastanza ela-stica, di minimo 25 metri di lunghezza che consentirà di ammortizzare glisforzi di trazione in caso di rimorchio. È bene ripartire lo sforzo di traino sudue bitte con una cima ad Y. Far passare il cavo nei passacavi e fissarla sul-le bitte più robuste prestando attenzione che, una volta entrato in tensio-ne, non sia essere ostacolato dalla battagliola o altri parti della coperta. Il cavo deve essere messo in tensione molto lentamente ed è poi necessa-rio conservare sempre una velocità costante. Giunti all’imboccatura delporto va accorciato e la barca rimorchiata va affiancata per rendere piùagevoli le manovre di ormeggio.

Affiancare due barcheQuando due barche si accostano una sola fra loro deve manovrare, men-tre l’altra interviene solo in emergenza. Lo scafo in avvicinamento, primadi iniziare l’approccio, deve capire se l’altro é fermo e senza abbrivio e giàdisposto al traverso del vento o in altra posizione stabile. La barca chemanovra dovrebbe avvicinarsi sempre al minimo dei giri con il mascone didritta o di sinistra, a seconda della manovrabilità dell’imbarcazione,sopravvento o sotto vento all’altra, tenendo in considerazione lo scarroc-cio. Se la manovra non riesce al primo tentativo, è controproducente cor-reggerla: meglio sfilarsi per ricominciarne una nuova, individuando letraiettorie più convenienti per evitare danni. Attenzione: due barcheaffiancate rollano in modo difforme, per questo, se a vela, gli alberi nondevono essere allineati e si deve assolutamente evitare di inserire mani ebraccia fra i due scafi al fine di allontanarli.

SICUREZZA DELLA NAVIGAZIONE

Prima di muovereLa sicurezza inizia in banchina. Prima di partire è necessario controllare: • di avere carburante a sufficienza per l’andata ed il ritorno, tenendo in

considerazione eventuali imprevisti, sempre possibili in mare• le attrezzature di sicurezza e marinaresche, le dotazioni di bordo in rela-

zione alla navigazione da svolgere e il numero delle persone a bordo• lo stato di carica delle batterie, se esistenti a bordo, ed il funzionamen-

to dell’eventuale radiotelefono.Inoltre è importante ricordare: • far controllare periodicamente l’efficienza dei motori; • far prendere aria al vano motore prima di mettere in moto; • informare familiari o amici in merito alla navigazione da effettuare indi-

cando anche l’ora prevista per il rientro • informarsi sugli eventuali ostacoli alla navigazione (secche, scogli

semiaffioranti, correnti ecc.)

Durante la navigazione: • Spegnere il motore e usare i remi e non il motore quando ci si trova nel-

la fascia dei 300 metri dalla spiaggia o in specchi acquei in cui vi sonobagnanti.

• Non trasportare mai un numero di persone superiore a quello per cui labarca è stata abilitata, distribuendo bene il carico a bordo.

• Far attenzione ai galleggianti dei subacquei (bandiera rossa e strisciadiagonale bianca) moderando la velocità e navigando a più di 100 metridi distanza.

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Chiedere soccorso Per chiedere soccorso é necessario utilizzare il canale 16 VHF/FM (ogni ora,per legge, vengono rispettati 6 minuti di silenzio, dal minuto 0 al minuto3 e dal minuto 30 al minuto 33, proprio per consentire un migliore ascol-to delle eventuali comunicazioni di soccorso). Oppure ci si può rivolgerecon un telefono cellulare al Numero Blu 1530, istituito dalle Capitaneriedi Porto. Se si utilizza il canale 16 la richiesta di soccorso deve essere pre-ceduta e conclusa dalla sigla “MAY DAY, MAY DAY, MAY DAY”. È quindinecessario fornire la posizione, il nome dell’imbarcazione, il tipo di avaria,il tipo di soccorso che si richiede (sanitario, meccanico, etc.).

Cinture, giubbotti di salvataggio, apparecchi galleggianti Prima di intraprendere una navigazione é necessario:• controllare che a bordo vi siano cinture o giubbotti di salvataggio suffi-

cienti per tutte le persone imbarcate• lo stato di conservazione e le taglie dei mezzi individuali di salvataggio

(specialmente se a bordo vi sono bambini) • prendere visione delle istruzioni per l’indossamento di cinture o giubbotti

Zattera di salvataggioI mezzi collettivi di salvataggio devono essere sufficienti per tutte le per-sone imbarcate. Hanno una naturale scadenza, ma devono essere periodi-camente controllati perché possono deteriorarsi anche prima di tale data.Per salvaguardarne l’efficienza vanno conservati negli appositi alloggia-menti, al riparo dall’umidità, dal sole e da altri materiali che, urtandoli,possono danneggiarne l’involucro. Leggere attentamente le istruzioni prima

dell’uso. L’apertura é comandata da una bomboletta di CO2 che, almomento dell’azionamento, fa un rumore simile a uno scoppio che puòspaventare l’equipaggio. Prima di lanciare in mare l’autogonfiabile ènecessario assicurarsi che la fune di vincolo sia saldamente fissata alloscafo.

Sull’autogonfiabile Quando l’equipaggio al completo è imbarcato sull’autogonfiabile,valutarese tagliare la fune di vincolo, quindi chiudere il telo di protezione (ciò è diaiuto per tenere dentro il caldo generato dagli occupanti e fuori il freddoe l’umidità nelle ore notturne e in caso di maltempo) tenendo solo un pic-colo spiraglio di ventilazione presso il quale verrà effettuato il turno diguardia. In caso di reale necessità, una volta a bordo all’autogonfiabile,azionare l’Epirb (il sistema satellitare automatico di richiesta di soccorso),se presente. A bordo, e a maggior ragione, su un mezzo collettivo di salvataggio si deveobbedire agli ordini del comandante; in sua assenza è necessario eleggerealtra persona in base alla maggiore esperienza.

Fuochi a mano e razzi Questi segnali luminosi si lanciano da bordo verso l’alto per segnalare unostato di pericolo. Leggere attentamente le istruzioni prima dell’uso. Ingenerale temono l’umidità. Vanno conservati a portata di mano in luogoasciutto e ventilato. Se si ha dubbi sull’integrità dell’involucro che li con-tiene, meglio procurarsene un’altra serie. I razzi vanno sparati sempretenendo le spalle al vento perché la parabola luminosa risulta più lunga.

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Dopo aver sparato il primo razzo, fare una lunga sosta prima di spararneun secondo, a meno che non si avvistino altri mezzi nelle vicinanze.

Estintori e loro utilizzo Oltre a quelli previsti dal Regolamento di Sicurezza, gli estintori devonoessere collocati uno in ogni vano dell’imbarcazione più uno nelle prossi-mità dei fornelli e uno nei pressi della stazione radio. Per una sicurezza èconsigliabile l’installazione di un impianto automatico nel vano motore.L’incendio, di qualunque natura sia, va aggredito con l’adeguato estintorealla base delle fiamme.

TraumiPer fare fronte ad emergenze complesse ci si può rivolgere al CIRM – Cen-tro Italiano Radio Medico – che offre assistenza gratuita a distanza alleimbarcazioni in navigazione senza medico a bordo, in stretto coordina-mento con il Comando Generale delle Capitanerie di Porto - Centrale Ope-rativa Nazionale della Guardia Costiera. È possibile contattare direttamen-te il C.I.R.M. attraverso le stazioni radio costiere italiane, tramite telefonoal numero 06/5923331-2, via e-mail a [email protected], per telefaxal numero 06/5923333, sul cellulare 348-3984229 o attraverso il NumeroBlu 1530 della Guardia Costiera.

IN ACQUA

Aquascooter Per condurre un aquascooter é necessario aver compiuto 18 anni e pos-sedere la patente nautica. L’uso è vietato nelle aree marine protette. Èd’obbligo: • indossare sempre e far indossare al passeggero una muta galleggiante o

un giubbotto di salvataggio; • usare sempre gli appositi “corridoi di lancio”per la partenza, procedendo

a lento moto (non oltre i 3 nodi);• navigare solo di giorno, dopo aver verificato le condizioni del mare e del

tempo, alla distanza minima e massima dalla costa stabilita dall’Ordi-nanza della locale Capitaneria di Porto.

BalneazioneEvitare di bagnarsi se non si è in perfette condizioni fisiche e attendere chesiano trascorse almeno 2,5 ore da un pasto abbondante. Dopo una lungaesposizione al sole entrare in acqua gradualmente bagnando, in sequenza,nuca, addome e petto prima di immergersi completamente. Valutare benele distanze, senza pretendere troppo dal proprio fisico anche se si è buoninuotatori, e valutare la presenza di forti correnti. Comunque non avventu-rarsi al largo su materassini, ciambelle, galleggianti o piccoli canotti gon-fiabili. Non tuffarsi prima di aver ispezionato il fondale.

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Immersioni in apneaÈ buona norma: • non immergersi se non si é in perfette condizioni psicofisiche; • non immergersi se non sono passate almeno 4 ore dal pasto o 2 ore dopo

uno spuntino; • effettuare un controllo medico specialistico periodico almeno una volta

all’anno; • effettuare un corso di immersione in apnea presso una scuola qualificata; • non effettuare iperventilazioni forzate ma immergersi dopo una o due

profonde ventilazioni ed interrompere appena ci si sente affaticati; • immergersi sempre legati ad una cima fissata alla boa segnasub (ban-

diera rossa con striscia diagonale bianca visibile a 300 metri); • immergersi in equilibrio idrostatico sempre leggermente positivo; • non “tirare”mai l’apnea ma iniziare subito la risalita entro la prima con-

trazione diaframmatica; • immergersi sempre con un’altra persona per effettuare le apnee alterna-

tivamente cosicché il sub in superficie possa controllare a vista il com-pagno in immersione.

Immersioni con le bomboleÈ buona norma: • scendere in acqua solo dopo aver frequentato un corso di immersione

con autorespiratore presso una scuola qualificata; • effettuare un controllo medico specialistico periodico, almeno una vol-

ta all’anno;

• scendere in acqua solo se si é in perfette condizioni fisiche e non si sonofatti stravizi la sera precedente;

• programmare sempre l’immersione controllando accuratamente leattrezzature e la pressione dell’aria nelle bombole prima di ogni immer-sione;

• scendere sempre con un compagno; • essere equipaggiati sempre con orologio, profondimetro e tabelle di

decompressione, oltre al coltello e al giubbetto equilibratore; • respirare come é stato insegnato nel corso di immersione senza tratte-

nere il fiato, specialmente in risalita; • effettuare immersioni in curva di sicurezza se non si é assistiti da esperti; • evitare di effettuare immersioni ripetitive prima che siano trascorse

almeno 12 ore; • risalire alla velocità di 10 metri al minuto, rispettando le tappe di

decompressione indicate nelle tabelle o dal computer personale; • dopo lunghi periodi di inattività raggiungere gradualmente le profondità

cui si era abituati nelle stagioni precedenti; • utilizzare la boa segnasub e, se possibile, farsi assistere da un mezzo di

appoggio in superficie con una persona pronta a intervenire in caso dinecessità;

• non perdere mai di vista il compagno di immersione; • non allontanarsi più di 50 metri dalla bandiera di segnalazione.

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Sci nautico Può essere praticato nelle ore diurne e in condizioni meteomarine favorevoli. La distanza dalla costa deve essere: • oltre 200 metri dalla linea batimetrica di 1,60 m se la costa.• oltre 100 metri dalle coste a picco sul mare. Regolamentazione: • la distanza fra lo sciatore e il natante o l’imbarcazione che traina non

deve essere inferiore ai 12 metri; • il conduttore deve sempre essere munito di patente nautica anche se la

potenza del motore non lo richiede; • a bordo, oltre al conduttore, deve esservi un’altra persona esperta nel

nuoto; • l’unità trainante deve avere le dotazioni di sicurezza previste dal rego-

lamento in relazione alla distanza dalla costa ove si svolge la navigazio-ne. Inoltre deve essere munita di sistema di aggancio e rimorchio e di unampio specchietto retrovisore convesso;

• le modalità per esercitare lo sci nautico sono indicate nell’ordinanzadell’Autorità Marittima locale esposta anche all’ingresso degli stabili-menti balneari.

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TABELLA MEZZI DI SALVATAGGIO E DOTAZIONI DI SICUREZZA (Regolamento di Sicurezza Decreto 5/10/1999, N. 478)

Senza limite Entro 50 Entro 12 Entro 6 Entro 3 Entro 1 Entro 300 m. Fiumi torrentimiglia miglia miglia miglia miglia e corsi d’acqua

Zattera di salvataggio (per tutte le persone a bordo)

Apparecchi galleggianti (per tutte le persone a bordo)

Cintura o Giubbotto di salvataggio (una per ogni persona a bordo)

Salvagente anulare 1 1 1 1 1 1 1

Boetta luminosa 1 1 1 1

Bussola e tabella di deviazione (a)

Orologio

Barometro

Binocolo

Carte Nautiche

Strumento di carteggio

Fuochi a mano a luce rossa 4 3 2 2 2

Razzi a paracadute a luce rossa 4 3 2 2

Boette fumogene

Cassetta del pronto soccorso (b)

Fanali regolamentari (c)

Apparecchi di segnalazione sonora

Strumento di radioposizionamento

Apparato VHF

Riflettore radar

E.P.I.R.B

(a) Le tabelle di devia-zione sono obbligatoriasolo per le imbarcazionida diporto

(b) secondo la tabella Dallegata al Decreto delMinistero della SanitàN.279 del 28 Maggio1988

(c) nel caso di naviga-zione diurna fino adodici miglia dallacosta i fanali regola-mentari possono esseresostituiti con una torciadi sicurezza a lucebianca

(d) per le unità aventiuna lunghezza superio-re a metri 12 è obbliga-torio anche il fischio ela campana (la campa-na può essere sostituitada un dispositivo sono-ro portatile)

(e) i natanti, indipen-dentemente dallapotenza del motore,devono avere a bordosolo un estintore. Per leimbarcazioni, il numerodegli estintori e lacapacità estinguentesono stabili alla letteraA) della tabella annessaal citato DM 232/1994.

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PROTEGGIAMO IL NOSTRO MARE

Alcuni semplici accorgimenti ci aiutano a preservare il mare. • Assicurare una buona messa a punto dell’apparato propulsore, verifican-

do periodicamente le eventuali perdite d’olio o combustibile;• servirsi degli appositi contenitori per il recupero degli oli esausti e delle

batterie;• prestare la massima attenzione nelle operazioni di rifornimento per evi-

tare sversamenti;• usare prodotti di tipo ecologico per la manutenzione della propria

imbarcazione e quantità ridotte di detersivi biodegradabili per il lavag-gio dell’imbarcazione;

• procedere a velocità ridotta nella navigazione sotto costa, rispettando ilimiti imposti nelle riserve marine;

• evitare di danneggiare il fondale nelle operazioni di ancoraggio; • mantenere a bordo tutti i rifiuti prodotti e scaricarli, una volta giunti a

terra, negli appositi cassonetti; • muoversi nel rispetto di tutte le forme di vita animale presenti nel mare.

Tre cose concretePILE

Le piccole batterie, utilizzate per molti strumenti di bordo portatili, sonouna vera e propria bomba ecologica: massima attenzione a smaltirle nellaraccolta differenziata. Ancora meglio preferire le pile ricaricabili, anche perl’evidente vantaggio economico.

OLIO MOTORE

In Italia sono vendute ogni anno circa 700.000 tonnellate di olio lubrifi-cante, che può essere in gran parte riutilizzato. Il cambio di un piccolo die-sel da 15 cavalli se gettato in mare può compromettere uno specchioacqueo di 5.000 metri quadrati. Attenzione dunque all’operazione di sosti-tuzione e impariamo a pretendere che ogni cantiere, darsena, rimessaggio,porticciolo o marina abbia uno o più punti di raccolta dell’olio esausto.

PLASTICA

I piatti e le posate cosiddetti “di carta”, che di carta non sono e non sononemmeno riciclabili, possono essere sostituiti da una simil-plastica pro-dotta con amido di mais. I contenitori di acqua, latte, saponi, ecc., contras-segnati dalle sigle Pet, Pvc e Pe, vanno conferiti nella raccolta differenziatadella plastica.

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IL PROTOCOLLO SULLA NAUTICA SOSTENIBILE

Il 1° febbraio 2007 è stato sottoscritto il “Protocollo Tecnico sulla nauticasostenibile nelle Aree marine protette”. Ministero Ambiente, Ministero deiTrasporti, Capitanerie di Porto, Ucina, AssoNautica, AssoCharter, AMI,Federparchi, Legambiente, Marevivo e WWF Italia hanno concordato lenuove regole per il diporto nelle riserve, che stanno venendo adottate inquesti mesi. Per effetto di questo nuovo Protocollo, infatti, in tutte le Areemarine protette sono in fase di emanazione i nuovi Regolamenti degli Entigestori, che potranno comportare anche alcune modifiche dei divieti e del-le regole attualmente vigenti. Si consiglia pertanto di acquisire sempreinformazioni in loco, presso gli Enti gestori, relativamente alla cartografiadell’Area marina Protetta e alle eventuali nuove regolamentazioni.In base alle nuove regole, le unità da diporto sono classificate in funzione delpotenziale impatto sull’ambiente marino e in ragione del possesso di requisi-ti ecologici e di compatibilità ambientale. Gli scafi con propulsione a vela, aremi, a pedali o con motore elettrico sono classificati come a basso impattoe godono, di conseguenza, delle massime agevolazioni. Sono classificatecome unità con “requisiti di eco-compatibilità” e godono di un trattamentoprivilegiato i natanti e le imbarcazioni equipaggiati con motori che rispetta-no la Direttiva 2003/44/CE sulle emissioni atmosferiche e acustiche (fuoribor-do o entrobordo a 4 tempi benzina verde, fuoribordo a 2 tempi a iniezionediretta, entrobordo diesel conformi alla Direttiva), o dotati di casse per la rac-colta dei liquami di scolo con valvola ad “Y”. Potranno, inoltre, essere consi-derati eco-compatibili anche le unità con motore alimentato con biodiesel,etanolo, gas o altri carburanti ecologici. Le navi da diporto possono entrarenelle sole zone C se rispettano gli standard della MARPOL 73/78 (Annesso IVsul trattamento delle acque nere e Annesso VI, sulle emissioni atmosferiche).

Per tutte queste tipologie di barche da diporto nelle Aree marine protettesono anche previste misure di premialità ambientale, vale a dire preferen-zialità nelle autorizzazioni, agevolazioni negli accessi, equiparazione airesidenti, tariffe scontate per i servizi e i canoni, etc. L’eventuale possessodi sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili (fotovoltaico, sola-re termico, minieolico) o il trattamento con pitture antivegetative a “rila-scio zero” sarà ulteriormente premiato dai regolamenti. Per beneficiare di queste misure si potrà richiedere agli Enti gestori e alleCapitanerie di Porto il rilascio di un contrassegno -– una sorta di bollinoblu per le unità navali - da esporre a bordo dell’unità, a fronte della pre-sentazione di un’autocertificazione e valido in tutte le riserve. Tra le novitàdel Protocollo, anche la questione dell’ancoraggio, che sarà consentitonelle zone B e C, al di fuori delle aree ritenute “sensibili”, che devono peròessere individuate e segnalate dagli Enti gestori. Nelle zone molto frequen-tate dal diporto, se l’ancoraggio è vietato saranno realizzati appositi cam-pi ormeggio. In base al nuovo Protocollo vi sono due limiti di velocità: finoa 5 nodi e solo in assetto dislocante, entro 300 m dalla costa; fino a 10nodi, nella fascia compresa tra i 300 m e i 600 m di distanza dalla costa,in entrambi i casi solo in assetto dislocante.

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IL MARE PROTETTO

Nel nostro Paese è prevista la protezione di 52 Aree marine, per la presen-za di elementi naturalistici, biologici, archeologici e geomorfologici tali darichiedere misure di protezione: in 28 di queste Aree esistono già provve-dimenti di tutela, costituiti da 23 riserve marine, 2 parchi nazionali conestensioni a mare, 2 parchi sommersi archeologici e il grande Santuariointernazionale per la salvaguardia dei mammiferi marini. In totale, si tratta di oltre 270.000 ettari di acque e fondali protetti, pari aoltre il 12% delle coste, senza contare i 2.500.000 di ettari di acque nazio-nali comprese nel Santuario. Prossimamente dovrebbero essere istituitealtre 4 aree marine protette - Costa degli Infreschi e della Masseta, SantaMaria di Castellabate, in Campania, Secche della Meloria, in Toscana, eTorre del Cerrano, in Abruzzo - e nei prossimi anni è prevista la gradualeistituzione delle altre aree marine comprese nell’elenco, di cui circa diecidi queste potrebbero diventare realtà in tempi relativamente brevi.Oggi le Aree marine Protette tendono ad abbinare la tutela ambientale alleopportunità socio-economiche dei territori interessati. Si può accedere,fare il bagno, navigare, pescare e fare immersioni; tutto, purché si restientro le regole fissate dalle norme di tutela. In generale, sono vietati laraccolta di vegetali, minerali e reperti archeologici, l’introduzione di armie mezzi di cattura, la libera navigazione a motore e la discarica di rifiutisolidi e liquidi, le attività di pesca ad alto impatto, come lo strascico, la cir-cuizione e la pesca subacquea in apnea.

Zone L’ A, B, C (e D)I regolamenti delle AMP italiane prevedono zone a diverso grado di tutela -A, B, C e, in rari casi, D - dove le attività di fruizione, come la navigazione amotore, sono modulate secondo le esigenze di protezione. La zona A, di riser-va integrale, il cuore dell’area, è interdetta alle attività che possano arrecaredanno o disturbo all’ambiente marino, per garantire la tutela della biodiver-sità, degli habitat e delle zone di riproduzione e il ripopolamento delle speciein pericolo. In quelle di massima protezione (classificabili come no entry - notake) sono consentite solo le attività di ricerca, mentre nelle zone A ispirateal principio “entry – no take” sono presenti deroghe specifiche per le immer-sioni guidate, la balneazione, o la navigazione a remi o a vela. Per facilitarnel’individuazione, i limiti delle zone A sono segnalati da boe a mare e da pali aterra, di colore giallo, muniti di lampeggiante notturno.La zona B è la riserva generale, dove le regole coniugano conservazione efruizione sostenibile: sono in genere consentite la balneazione, le immer-sioni, le visite guidate, la navigazione a velocità ridotta, l’ormeggio e l’an-coraggio in zone individuate. La zona C, di riserva parziale, rappresenta la fascia cuscinetto tra le zonedi maggiore pregio naturalistico e il confine dell’area: vi sono consentite eregolamentate le altre attività di fruizione di modesto impatto ambienta-le, quali la navigazione delle imbarcazioni a motore, l’ormeggio, l’ancorag-gio e la pesca sportiva. Esiste infine in alcuni casi una zona D, con misuredi tutela ancora meno restrittive.

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GLI ITINERARI NAUTICI

Santuario internazionale dei mammiferi marini LA NATURA

Sin dai tempi dell’epoca romana i mari ora inclusinel Santuario erano rinomati per la presenza dicetacei e l’odierna Portofino era indicata comePortus Delphini. Grazie alla risalita di acque fred-de ricche di nutrimento, vi è altissima densitàplancton tra cui il Krill, i piccoli crostacei checostituiscono l’alimento principale dei grandi fil-tratori. Tra le venti specie censite quelle più facil-mente avvistabili sono la stenella (Stenella coeru-leoalba), il tursiope (Tursiops truncatus), il delfinocomune (Delphinus delphis), il grampo (Grampusgriseus), il globicefalo (Globicephala melas), lozifio (Ziphius cavirostris), il capodoglio (Physetermacrocephalus) e la balenottera comune (Balae-noptera physalus). In queste acque sono presentianche selaci, tra cui la manta o “diavolo di mare”(Mobula mobular) e lo squalo elefante (Cethorinusmaximus), e la tartaruga marina (Caretta caretta).

L’AREA PROTETTA

Istituito con un accordo internazionale del1999, ratificato nel 2001, è un’area di tutelatransfrontaliera di 87.500 Kmq tra Francia, Prin-cipato di Monaco e Italia, con al centro la Cor-

sica. I quattro vertici sono la Penisola di Giens,in Francia, la Punta Falcone, in Sardegna, CapoFerro, nella Sardegna nord-orientale, e la focedel Fosso Chiarone, al confine tosco-laziale. Leacque nazionali italiane comprese nel Santuariocomprendendo le Province di Genova, Imperia,La Spezia, Savona, Olbia, Sassari, Livorno, Lucca,Pisa. Il Santuario è inserito nella lista delle AreeSpecialmente Protette di Importanza Mediterra-nea (ASPIM) della Convenzione per la protezio-ne dell’ambiente marino di Barcellona.

LE REGOLE

In caso di avvistamento va adottato il seguentecodice di condotta per non recare disturbo aicetacei:• non avvicinarsi a meno di 50 metri dagli ani-

mali;• tenere la velocità massima di 5 nodi; • non stazionare con l’unità navale all’interno

di un gruppo di cetacei, separando ancheinvolontariamente individui o gruppi di indivi-dui dal gruppo principale,

• non fornire cibo agli animali e gettare inacqua altro materiale;

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• non avvicinarsi frontalmente agli animali;• non cambiare improvvisamente rotta e velo-

cità di navigazione.

RECAPITI UTILI

Comitato di pilotaggio presso il Ministero del-l’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Direzione Generale per la Protezione della Naturavia C. Colombo, 44 – 00147 Roma tel. 06/572201

Accobamswww.accobams.orgTethys Research Institutewww.tethys.org

IN BARCA

La navigazione fra la Liguria e la Corsica offre lapossibilità di fare whale watching e gite orga-nizzate partono da tutta la riviera ligure. Sal-pando da Genova si può prima visitare l’Acqua-rio. In caso di avvistamento, è buona prassieffettuare una tempestiva segnalazione alla piùvicina Capitaneria di Porto. La vasta estensionerende il Santuario una riserva atipica rispettoalle altre aree marine protette italiane e almomento non sono state ancora stabilite daparte italiana specifiche misure di salvaguardia,ad eccezione del divieto di competizioni moto-nautiche. All’interno del perimetro vige il gene-rale divieto di turbativa intenzionale e gli staticontraenti si impegnano all’adozione di regolecomuni riguardanti l’uso delle reti derivanti oaltri sistemi che potrebbero comportarne la cat-tura accidentale.

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Isola di BergeggiArea marina protetta

LA NATURA

Il paesaggio costiero è costituito da un alternar-si di insenature, piccoli promontori e falesie cal-caree che l’azione del mare ha eroso creandogrotte molto suggestive come quella di Marinadi Bergeggi in cui sono stati ritrovati repertipreistorici risalenti al neolitico. La vegetazionecostiera è arbustiva, tipica della macchia medi-terranea, con alcune esclusività della regioneligure come la Campanula sabatia. Sulle rupisoggette agli spruzzi delle onde, non mancanospecie alofite come il finocchio di mare. Negliambienti di falesia ricchi di grotte e anfratti sisviluppano popolamenti marini associati alcoralligeno mentre nel tratto di mare antistanteBergeggi i fondali sabbiosi sono colonizzati dapraterie di Posidonia. Le zone più ricche di bio-cenosi bentoniche sono quelle attorno all’Isola.Per apprezzare il paesaggio sottomarino i subac-quei possono immergersi nel “Canalone”, le cuirocce sono tappezzate da margherite di mare espugne a candelabro come Axinella cannabina,alla “Franata”, in cui si possono vedere esempla-ri di nudibranchi come la Discodoris astromacu-lata, oppure al “Pifferaio”, dove è possibile

osservare crostacei come le cicale di mare egalatee (Galathea strigosa).

L’AREA MARINA PROTETTA

Istituita nel 2007, si trova sulla riviera di Ponente,in provincia di Savona, e circonda la piccola Isoladi Bergeggi, territorio dell’omonimo comune. Isegnalamenti marittimi attorno alla zona A sonoancora in fase di installazione. Il nuovo regola-mento dell’ente gestore è in fase di approvazione.

LE REGOLE

Attività di fruizione

Zona A Zona B Zona C

Balneazione • • •Immersione subacquea • • •Navigazione a motore • • •Ormeggio • • •Ancoraggio • • •Pesca sportiva • • •Pesca subacquea in apnea • • •

RECAPITI UTILI

Comune di Bergeggi (Ente gestore) via De Mari, 28/D - 17028 Bergeggi (SV) tel. 019257901b.ambiente@comune.bergeggi.sv.itwww.comune.bergeggi.sv.it

Capitaneria di porto di Savona019/[email protected]

IN BARCA

Il suggestivo isolotto, un cono di roccia calcareaparzialmente ricoperto da macchia mediterranea,offre riparo per la sosta diurna. L’approdo più vici-no è Savona. Navigando verso ovest si può ripara-re a Finale Ligure, gestito dal Comune, che però hapescaggio fino a 2,40m. Verso est, con poco più di8 miglia si raggiunge il nuovo marina di Varazze.

Consentita •Autorizzata •

Vietata •Disciplinato •

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Portofino Area marina protetta

LA NATURA

Salvaguardato fin dal 1935, il Promontorio diPortofino costituisce l’area costiera protetta piùsettentrionale del Mediterraneo. Le scogliereospitano specie alofite come il finocchio dimare, borracine, il limonium, corbezzolo, erica ele esclusive sassifraga spatolata (Saxifragacochlearis) e la centaurea ligure. Più in alto pre-valgono le pinete tipiche del paesaggio mediter-raneo, con il pino marittimo e il pino d’Aleppo.L’area marina è caratterizzata da falesie calcareeche proseguono fino alla batimetrica dei 50 m eospita un ambiente mediterraneo di elevatissimopregio ambientale con popolamenti marini sono-molto diversificati grazie alla morfologia costieraestremamente varia. Le attrattive naturalistichesono già evidenti nella fascia superficiale dellescogliere compresa tra la bassa ed alta marea; quisi possono notare i cosiddetti “trottoir”, simili aterrazzi o cornici, formatisi grazie all’incrostazio-ne dell’alga rossa Lithophyllum byssoides. Nei fondali meno scoscesi e sabbiosi dei versan-ti occidentale e orientale predominano le prate-rie di Posidonia oceanica, che costituisce unambiente protettivo e ricco di nutrimento per

molti organismi marini e riduce l’erosione dellecoste. Il substrato roccioso, invece, offre un pae-saggio sottomarino costituito da un’infinità diforme e colori come le splendide colonie di coral-lo rosso (Corallium rubrum), grande attrattivadella riserva marina. Sono inoltre presenti colo-rate spugne come Crambe crambe, gorgonie gial-le e rosse (Eunicella cavoliniii e Paramuricea cla-vata), margherite di mare (Parazoanthus axinel-lae) e madreporari come la Cladocora caespitosa,il più grande madreporario del Mediterraneo. Circa la fauna, oltre le numerose specie tipiche,quali saraghi, castagnole e dentici, va segnalata laricomparsa della cernia che è tornata a popolaregli anfratti delle pareti sommerse. Nelle acquedell’area marina protetta sono poi frequenti gliavvistamenti di cetacei quali il tursiope (Tursiopstruncatus) e la balenottera comune (Balaenopte-ra physalus), da qui anche il nome di Portofino(Portus delphinii). I fondali rocciosi della riservasono dunque un vero paradiso per i subacquei: trai 21 siti di immersioni lungo il versante meridiona-le del promontorio si segnalano Punta Torretta,Secca dell’Isuela, l’Altare, Punta Chiappa, Caladegli Inglesi, Punta del Buco e la famosa statua

sommersa del Cristo degli abissi, posizionata neglianni ’50 nella Baia di San Fruttuoso.

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L’AREA MARINA PROTETTA

Istituita nel 1998 ed estesa per 346 ettari dimare, di cui 18 in zona A (Cala dell’Oro), l’AMPsi trova sulla riviera di Levante, circa 20 km aovest di Genova. La riserva comprende il celebrelitorale esteso tra Punta Cannette nel GolfoParadiso e Punta Pedale nel Golfo del Tigullio,sviluppandosi nello specchio acqueo intorno alPromontorio di Portofino. I canali di accesso e lerade di Portofino, S. Fruttuoso e Porto Pidocchionon sono comprese all’interno dell’area marinaprotetta. A terra il Monte di Portofino è ParcoNaturale regionale dal 1986. Il nuovo regola-mento è in fase di pubblicazione. Le zone A, B eC sono segnalate da 11 segnalamenti marittimi(boe gialle luminose e miragli a terra); la zona Aè ulteriormente segnalata, al suo ingresso, dauna boa sulla quale sono indicate le regole difruizione.Nella fascia di mare larga 500 m pro-spiciente l’area marina protetta la navigazione amotore è consentita a massimo10 nodi. L’area èanche riconosciuta ASPIM (area specialmenteprotetta d’importanza mediterranea) ai sensidella Convenzione di Barcellona delle NazioniUnite.

LE REGOLE

Attività di fruizione

Zona A Zona B Zona C

Balneazione • • •Immersione subacquea • • •Navigazione a motore • •1 •2

Navigazione a vela/remi • • •Ormeggio • • •Ancoraggio • • •3

Pesca sportiva • •4 •5

Pesca subacquea in apnea • • •

1 Consentita a max 5 nodi a natanti/imbarcazioni2 Consentita a max 5 nodi a natanti/imbarcazioni3 Disciplinato; consentito oltre 100 m dalla costa, tra Punta

Cannette e la Tonnarella e lungo la costa est del Promontorio4 Autorizzata ai residenti5 Autorizzata ai residenti; per i non residenti, autorizzata da

riva, con lenza e canna anche con mulinello e ami di min.18 mm, e da natante, con bolentino e canna da fermo eami di min. 18 mm

Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

RECAPITI UTILI

Consorzio di gestione, Sede Legale: Castello Brownvia alla Penisola, 16034 Portofino (GE)

Sede amministrativa: Villa Carmagnolaviale Rainusso 1416038 S. Margherita Ligure (GE)tel. 0185/[email protected] www.riservaportofino.it

Capitaneria di Porto di Genovatel. 010/27771

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IN BARCA

L’area marina protetta è presidiata a ponentedall’antico borgo marinaro di Camogli col suoincantevole porticciolo sempre ingombro di bar-che da pesca. Gli scafi con pescaggio inferiore a2,5 metri possono attraccare alla parte piùesterna del molo foraneo, dove a causa di alcu-ni massi sommersi è bene accostare di prua. Conbel tempo si può stare alla fonda a circa 300metri a sud ovest della testata, ancorando in cir-ca 15 metri d’acqua, su fondo sabbioso buontenitore. Dal paesino, rimasto pressoché immu-tato nel tempo, si possono fare escursioni alSantuario del Boschetto (1630) o arrampicarsialla Chiesina di S. Rocco, da cui si gode una vistaincomparabile sul Golfo dei Poeti.Navigando verso sud si entra nel perimetro dellariserva. Punta della Chiappa, bassa e brulla, è sor-montata da un segnale a strisce orizzontali bian-che e nere. A poche centinaia di metri verso il lar-go si trova la Secca dell’Isuela, uno dei siti d’im-mersione più interessanti: attenzione, venti fortidel III quadrante generano una consistente cor-rente orientata per sud. Proseguendo verso est siincontrano Cala dell’Oro, riserva integrale preclu-

sa alla navigazione, e l’insenatura di San Fruttuo-so, un capolavoro di natura e architettura domina-ta dall’omonima Abbazia, raggiungibile solo a pie-di o dal mare. La rada, ben ridossata solamente daiventi settentrionali, presenta alcune banchine inConcessione al Comune, destinate allo sbarco eimbarco dei passeggeri. L’ormeggio degli scafi dadiporto è consentito sui gavitelli della zona est. Navigando per poco più di un miglio si raggiun-ge Portofino. La rada, quasi interamente banchi-nata, offre circa 300 posti barca, di cui solo unadecina riservati al transito, per cui nei mesi esti-vi è pressoché impossibile trovarvi posto. Il ridos-so è buono, ma il levante alza risacca. In alterna-tiva si può sostare nel Seno di Paraggi, immedia-tamente a nord. La quasi totalità della baia set-tentrionale è riservata alla balneazione ed è deli-mitata da boe per cui si dà ancora nella parterestante, su circa 10-20 metri d’acqua (fondalenon sempre buono), o nella caletta a sud, su fon-dale di circa 5-8 metri. In caso di cattivo tempo,ci si può rifugiare nel porto di Santa Margherita,appena fuori dell’area marina protetta, dotato dicirca 800 posti dotati di tutti i servizi, di cui unacinquantina riservati al transito.

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Cinque TerreArea marina protetta

LA NATURA

I cinque borghi marinari, fino a non troppo tem-po fa raggiungibili solo a piedi o via mare, sonoincastonati fra spettacolari montagne che da700-800 metri strapiombano a mare, dove lanatura si fonde con i terrazzamenti creati dall’uo-mo in secoli di duro lavoro. Le Cinque Terre dellaRiviera di Levante, dichiarate patrimonio dell’u-manità dall’Unesco, sono interessate da un parcoterrestre e da un’area marina protetta. Vi Qui sipuò vedere la tipica vegetazione di macchia bas-sa come l’euforbia, il finocchio di mare, il mirto, illentisco, il cisto e l’erica, e di macchia mista a lec-cio in parte sostituita da coltivazioni e pinete(pino marittimo e pino d’Aleppo) mentre, in certezone sono presenti sugheri e castagni.Le scogliere a picco, alternate a piccole spiagge,rendono i fondali dell’area marina protetta ric-chi e diversificati. Lungo le pareti rocciose diPunta Mesco, una serie di terrazzi raggiunge i60 m di profondità. Sono colonizzati da alghefotofile nei primi metri di profondità; a partiredai 15-20 m vi si trovano specie di grande valo-re: gorgonie (Leptogorgia sarmentosa, Eunicellaverrucosa, Paramuricea clavata), margherite di

mare (Parazoanthus axinellae) e il raro falsocorallo nero (Gerardia savaglia). Nelle piccoleradure sabbiose si possono ammirare i rari egrandi esemplari di nacchera (Pinna nobilis).Pra-terie di Posidonia oceanica sono presenti neifondali pianeggianti fino alla spiaggia dellaFegina, mentre nella zona di Corniglia è presen-te una piccola prateria Cymodocea nodosa. Nelle acque dell’area protetta si possono ammi-rare molte specie animali come la variopintadonzella pavonina (Thalassoma pavo), cernie,tordi, ombrine, corvine, saraghi, scorfani, triglie,grossi gronchi, murene, polpi, aragoste. I sitid’immersione più importanti sono “Il Panettone”,nell’insenatura della Punta di Montenero, “La viadell’Amore” nelle acque antistanti la BatteriaRacchia in prossimità di Capo di Monte Negro e“La franata di Corniglia” situata appena fuoridella marina di Corniglia. In prossimità di Mon-terosso è presente un percorso subacqueo appo-sitamente attrezzato per diversamente abili.

L’AREA MARINA PROTETTA

Istituita nel 1997 ed estesa per 4.591 ettari, di cui104 in zona A, l’area marina delle Cinque Terre èsituata nella Riviera Ligure di Levante, tra PuntaMesco e la punta a sud del Seno di Canneto inprovincia di La Spezia. Lungo il litorale, dissemina-to di spiagge e falesie, si susseguono Punta Coro-na, l’alta costa di Monterosso, il promontorio diPunta Mesco, la spiaggia di Guvano e lo spiaggio-ne a ciottoli di oltre un chilometro della Corniglia,l’alto promontorio di Capo Monte Negro e infinele spiagge e le falesie di Tramonti, tra Portoveneree Riomaggiore. Le zone A e B sono segnalate conboe gialle luminose e miragli a terra. È presente unsistema a circuito chiuso di telecamere subacqueee subaeree per la sorveglianza e il monitoraggiodell’area marina protetta, attivo sul sito internet esul canale televisivo del Parco delle Cinque Terre.L’area marina protetta dispone di ormeggio per leimbarcazioni da diporto a speciali gavitelli tele-matici. Attualmente è in fase di completamento laprocedura di aggiornamento dell’area marina pro-tetta, che comporterà alcune nuove regole.

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LE REGOLE

Attività di fruizione

Zona A Zona B Zona C

Balneazione • • •Immersione subacquea •1 • •Navigazione a motore • •2 • 3

Navigazione a vela/remi • • •Ormeggio • • •Ancoraggio • • •Pesca sportiva • •5 • 6

Pesca subacquea in apnea • • •

1 Autorizzata con i diving del parco2 Consentita a max 5 nodi a natanti3 Consentita a max 10 nodi a natanti/imbarcazioni4 Autorizzata ai natanti5 Autorizzata ai residenti con lenza e canna6 Autorizzata ai residenti; autorizzata ai non residenti con

lenza e canna

Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

RECAPITI UTILI

Ente Parco Nazionale delle Cinque Terre via Telemaco Signorini, 118 19017 Riomaggiore (SP)tel. 0187/760211

Centro visite Riomaggiore 0187/920633Centro visite Manarola 0187/760511Centro visite Corniglia 0187/812523Centro visite Vernazza 0187/812533Centro visite Monterosso 0187/817059info@parconazionale5terre.comwww.areamarinaprotetta5terre.it

Capitaneria di Porto di La Speziatel. 0187/778015 - 0187/258101

Campi ormeggionumero verde 899.100.001

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IN BARCA

Il borgo di Levanto, racchiuso fra le verdeggian-ti rocce dell’Appennino ligure sorge all’estremitàdi ponente dell’area marina protetta. La sosta èpossibile solo con tempo dichiarato e ai primiaccenni di maltempo è bene salpare per Lava-gna, ad ovest, o per il Golfo di La Spezia, ad est,entrambi distanti una quindicina di miglia.Facendo ingresso nella baia si deve porre atten-zione alla Secca della Perla, coperta da appena 1metro d’acqua, situata a circa 400 metri dallacosta nord. L’ancoraggio migliore è nella partesettentrionale della rada, davanti alle scogliereche proteggono la flotta della piccola pesca, sufondale misto buon tenitore. Il porticciolo èsempre affollato. Navigando per circa 5 migliaverso sud si raggiunge Punta Mesco, vero para-diso della subacquea, incluso nella zona “A”.Poco oltre si apre la baia di Monterosso, con dueporticcioli, entrambi caratterizzati da fondaliinferiori ai 2 metri, in gran parte occupati daimbarcazioni locali. Il porto di Ponente, privato,con l’ingresso rivolto verso sud est, è privo disegnalamenti luminosi. Il porto di levante è inrealtà costituito da un moletto dominato da una

grande torre quadrangolare, e da una scoglieraisolata disposta sulla direttrice est-ovest chefronteggia la spiaggia. Fra Monterosso e Riomaggiore si trova Vernaz-za, incantevole villaggio, riconoscibile dal largoper l’alto campanile. Il piccolo porto è formatoda un molo foraneo orientato per nord-nordove-st, e da un pontile, entrambi aperti ai venti delIII e IV quadrante. Complessivamente vi trovanoposto un centinaio d’imbarcazioni. Tutto il latosettentrionale del porto è disseminato di secchee bassifondi, per cui in entrata e in uscita ci sideve tenere non troppo distanti dal molo fora-neo e manovrare con la massima cautela. Il fon-dale va da 1 a 4 metri; sulla parte esterna delmolo, accostabile di prua, ci sono circa 2 metrid’acqua. I servizi in banchina includono travellift, gru e scivolo.Riomaggiore domina dallo sbocco di un angustovallone la parte meridionale della riserva. A cau-sa del pericolo di frane, sono vietati il transito ela sosta a Possaitara, ad est di Cala MonteNegro, per una zona lunga 320 metri e larga 100metri dalla riva. In caso di maltempo si può ripa-rare nella pittoresca Portovenere, o nel nuovo

attrezzato marina di Porto Lotti nel Golfo di LaSpezia.

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Secche della Meloria(Area marina protetta in corso di istituzione)

LA NATURA

I fondali delle Secche della Meloria, grazie allaloro particolare morfologia, risentono in modomolto attenuato dell’inquinamento presente nelvicino porto di Livorno ed è per questo che pre-sentano un’estesa prateria di Posidonia oceani-ca il cui limite inferiore arriva fino a 30 m diprofondità e dove è presente il grande bivalvePinna nobilis. Oltre questa batimetrica si trova-no alcuni banchi di coralligeno in cui spiccanogorgonie bianche e, in prossimità delle teste diTramontana e Ponente, i cuscinetti di Cladocoracaespitosa. La peculiarità naturalistica sta nella presenzadei cosiddetti “catini”, depressioni pseudocirco-lari a profondità variabile fino ai 15 m, scavatenei fondali rocciosi in prossimità della torre delfaro. Le pareti di queste formazioni direttamen-te esposte alla luce ospitano alghe fotofilecome Padina pavonica, detta anche coda dipavone, e Acetabularia acetabulum, nota comeombrellino di mare. I catini più ampi inveceoffrono numerosi anfratti e piccole grotte in cuisi sviluppano specie sciafile, adatte alla penom-bra, come la margherita di mare e alghe coral-

linacee incrostanti del precoralligeno. Il sedi-mento grossolano ospita specie rare come l’an-fiosso (Branchiostoma lanceolatum) e un cro-staceo copepode finora scoperto solo in questesabbie e da cui ha preso il nome scientifico,Meloriastacus ctenidio.

IN BARCA

Il modo migliore per raggiungerle è partire dalporto di Livorno. Una dozzina di miglia più a sudsi trova il marina di Cala de’ Medici, inserito inun’ampia cala di grande impatto paesaggistico.

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Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano

IL PARCO

Istituito dal 1996 in un’area già tutelata dal 1989,il parco terrestre comprende a terra le isole diCapraia, Giannutri, Gorgona, Montecristo e Piano-sa, e, in parte, l’isola d’Elba e il Giglio. Si estendeanche a mare nelle acque e nei fondali circostantile isole di Capraia, Giannutri, Gorgona, Pianosa eMontecristo, per una superficie di circa 57.000ettari. Da anni è prevista l’istituzione di un’areamarina protetta vera e propria, che dovrebbe pre-vedere regolamentazioni meno rigide e tutelareanche il mare circostante il Giglio e l’Elba. Oltrealle sette isole maggiori, l’Arcipelago comprendeuna moltitudine di isolotti, tra cui Cerboli, Pal-maiola, Scoglietto, i Corbelli, l’isola Paolina, l’isoladella Cappa, e gli scogli Ogliera, della Triglia, diLiscoli, d’Africa, Peraiola, le Formiche, di MezzoFranco, le Scole. Le zone 1, di rilevante valore natu-ralistico e sottoposte a particolare protezione, nonsono ancora segnalate da boe e miragli luminosi.Nel tratto di mare circostante Pianosa per 1 migliomarino dalla costa sono vietati la balneazione, lapesca e il transito. Tali norme dovrebbero essere inparte attenuate dall’adozione del Piano e delRegolamento del Parco, di prossima emanazione.

LE REGOLE

Attività di fruizione Zona 1 Zona 2

Balneazione •1 •Immersione subacquea • •Navigazione • •Ormeggio • •Ancoraggio • •Pesca sportiva • •Pesca subacquea in apnea • •

1 autorizzata a Montecristo

Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

IN BARCA

Tappe di 20-25 miglia su un tratto di mare mol-to tranquillo sono l’ideale per la crociera fami-liare e le prime esperienze di navigazione.Attualmente i vincoli per la navigazione interes-sano Montecristo, Gorgona, Pianosa, la costaoccidentale di Capraia e parte di Giannutri. Imigliori punti di partenza sono Punta Ala e l’Ar-gentario, in costa, Porto Azzurro e Porto Ferraioall’Elba. L’isola maggiore consente di sostare allafonda, nelle ampie rade, o attraccare nei portic-cioli alla ricerca di mercatini, ristoranti e localitipici. Se si cerca la movida gli scali Marina diCampo e Porto Azzurro. Il Giglio offre alcunebaie e numerose calette, alcune minuscole, orla-te di scogliere dolci e levigate dove è piacevolis-simo stendersi a prendere il sole. Interessante lavisita all’antico borgo di Giglio Castello. Meritaun bagno la minuscola Giannutri, isola dei gab-biani, mentre per sbarcare a Pianosa si deve sce-gliere uno dei tour organizzati. Capraia è unottimo trampolino per il “dito” della Corsica.

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Isola d’Elba (Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano)

LA NATURA

Data la sua vastità, l’Elba presenta tutti tipi dipaesaggio, da quello montuoso e boscoso aquello agricolo ed arbustivo in cui, tra le specietipiche della macchia mediterranea, si possonoammirare piante endemiche come il fiordaliso diMonte Capanne (Centaurea ilvensis), la Violacorsica ilvensis ed il limonio (Limonium ilvae).I fondali comprendono una grande varietà dihabitat rocciosi e sabbiosi in cui si sono svilup-pati comunità marine di grande pregio naturali-stico. Si possono osservare le cinture algali diCystoseira e ricchi popolamenti del coralligeno,presenti un po’ ovunque in tutta l’isola, in cuispiccano per bellezza le gorgonie rosse (Para-muricea clavata) e le colonie di corallo rosso(Corallium rubrum) presenti negli ambienti digrotta dello Scoglio della Focacciola, all’Isolottodella Corbella (Capo Stella), Capo Fonza e allaSecca di Capo Poro (Punta di Campo). Nei quattro golfi principali dell’isola (Procchio,Campo, Stella e Lacuna) si trovano le praterie diPosidonia oceanica più ampie ed in migliori con-dizioni. Praterie meno estese sono presenti traEnfola e nei golfi Portoferraio e a Porto Azzurro, in

queste due ultime località sono in stato di regres-sione essendo queste aree molto antropizzate. Sui fondali sabbiosi possiamo incontrare ancheil grande bivalve Pinna nobilis, conosciuta come“nacchera”, la cui presenza è in netta ripresa e ilsempre più raro cavalluccio marino Hippocam-pus guttulatus.Immergendosi nelle acque dell’isola si possonovedere moltissime specie di pesci, tra cui lavariopinta donzella pavonina (Thalassoma pavo),la donzella comune (Coris julis), varie specie disaraghi, castagnole e sciarrani (Serranus scriba).Nelle fessure e nelle tane fanno capolino arago-ste (Palinurus elephas), murene e gronchi, lacicala di mare (Scyllarides latus) e la cernia bru-na (Epinephelus guaza). La ricchezza dei fondaliha fatto sì che sia l’Isola d’Elba sia diventata unadelle mete storiche degli appassionati di immer-sioni subacquee. Tra i siti più importanti sisegnalano lo “Scoglietto”, la “Secca di SantaLucia”, lo “Scoglio della Nave” a capo d’Enfola,“Punta della Madonna”, le “Formiche della Zan-ca”, “Punta di Fetovaia”, “Capo Fonza”, l’”Isolot-to della Corbella” e “Punta delle Cannelle”.

RECAPITI UTILI

Ente parco nazionale dell’Arcipelago Toscanovia F. Guerrazzi, 1 – 57037 Portoferraio (LI) tel. 0565/[email protected] www.isoleditoscana.it

Capitaneria di Porto di Portoferraio tel. 0565/914041

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IN BARCA

Giungendo dal largo, l’accesso al Golfo di PortoAzzurro rimane nascosto. Si fa rotta sul forteSan Giacomo finché, scoperto il molo, finalmen-te appare il paese. C’è l’opportunità di ormeg-giare ai pontili galleggianti o ai gavitelli, conservizio navetta per l’imbarco e lo sbarco, ma lasosta è poco tranquilla a causa del passaggio ditraghetti ed imbarcazioni. Meglio sostare allafonda in qualche angolo dell’ampia rada. Pun-tando verso nord s’incontrano Rio Marina, cen-tro minerario dell’isola il cui porticciolo ha unpontile gestito da una società di noleggio, eCavo. Doppiando Capo della Vita si dirige su Por-toferraio, le cui fortificazioni sono ben visibilidal largo. Nell’ampia rada trovano posto nume-rosi traghetti, cantieri navali e scali d’alaggio.Solo dopo aver doppiato l’antica cittadella,appare, tutta sulla dritta, la Darsena Mediceaall’interno della quale c’è un approdo turisticogestito dal Comune. Il principale approdo dell’i-sola non manca di fascino: dalle mura difensivealla piazza d’armi, passando per la residenza diNapoleone.

Proseguendo verso occidente s’incontrano unaserie di baie, ottime soste per il bagno, quindi sigiunge a Marciana Marina. Da qui si possonofare escursioni al Monte Capanne, oltre 1000metri di altezza. Sul versante meridionale si tro-vano la rinomata baia di Fetovaia, l’ampio eaccogliente Golfo di Marina di Campo che offresolo pochi punti di attracco. Con una quaranti-na di miglia di navigazione si può raggiungerel’isola del Giglio.

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Isola di Capraia (Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano)

LA NATURA

I sentieri dell’isola portano i visitatori ad ammi-rare la macchia tipicamente mediterranea in cuivi sono endemismi di grande pregio come il fior-daliso di Capraia e la bocca di Leone di Capraia. Non meno interessanti sono i fondali rocciosi,costituiti da falesie, frane sommerse e lunghicanaloni in cui dominano le comunità del coral-ligeno.Tra le specie marine di particolare interesse è dasegnalare la presenza della ormai rara, e perquesto protetta, patella gigante (Patella ferrugi-nea), mollusco gasteropode che si può notareattaccata agli scogli assoggettati alle escursionidi marea.I siti d’immersione più interessanti sono alle“Formiche”, all’estremità nord dell’isola, a “Pun-ta della Foca”, vicino al porto, e lo “Scoglione” inprossimità di Punta del Turco.

RECAPITI UTILI

Ente parco nazionale dell’Arcipelago Toscanovia F. Guerrazzi, 1 – 57037 Portoferraio (LI) tel. 0565/[email protected]

Autorità Marittima di Capraiatel. 0586/905290

IN BARCA

L’Isola di Capraia, situata a poco più di ventimiglia a nord dell’Elba è un Comune autonomo.La zona 1 si estende sul versante occidentale,per una fascia di 1000 metri dalla costa, da Pun-ta Manza a Punta del Trattolo. Il resto è in zona2, eccetto la zona di libera navigazione di fron-te all’abitato, compresa tra la Punta del PortoVecchio e Punta della Bellavista, dove vigonolimiti esclusivamente per la pesca. Il porticcioloè piccolo e piuttosto affollato, perciò convienearrivare entro l’ora del pranzo. Il ridosso è buo-no anche con i venti del II quadrante, ma fortiraffiche di direzione variabile scendono dallamontagna.

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Isola del Giglio (Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano)

LA NATURA

Il territorio prevalentemente montuoso dell’Isoladel Giglio in tempi remoti ospitava un mantoboscoso di lecci, che oggi, a causa dell’interven-to dell’uomo, ha lasciato posto ad una vegetazio-ne arbustiva in cui si segnala la presenza delcavolo prostrato (Brassica procumbens), tipicodel Nord Africa, e limonium toscano (Limoniummultiforme) endemico dell’Arcipelago. I fondaliche la circondano non sono meno spettacolari diquelli delle altre isole dell’Arcipelago Toscano. Lagrande varietà di flora e fauna sottomarina chesi sviluppa negli habitat creati da scogliere fra-stagliate e pareti che sprofondano nel blu hannofatto del Giglio un luogo ideale per gli amanti delmondo subacqueo. La Punta di Capel Rosso, leScole, la Secca della Croce, il Fenaio, Punta delleSecche, sono alcuni dei siti d’immersione piùinteressanti. Le profonde falesie rocciose delcoralligeno ospitano specie sessili come le gor-gonie rosse e gialle di notevoli dimensioni, ramidi falso corallo nero (Gerardia savaglia), spugnea candelabro e madrepore come la specie Phyl-langia mouchezi. Immergendosi in queste acqueè facile incontrare saraghi, corvine, cernie, ara-

goste e il cavalluccio marino (Hippocampus gut-tulatus). Negli anfratti si può osservare anche lararissima cicala pigmea (Scyllarus pygmaeus).Giannutri è considerata una delle mete più sug-gestive del Mediterraneo per le immersioni. Isuoi fondali sono ricchi di grotte, pareti verticalicolonizzati da gorgonie, spugne, madreporari,rami di falso corallo nero (Gerardia savaglia) ecolonie di corallo rosso (corallium rubrum), que-st’ultimo presente in abbondanza. Punta delCapel Rosso, Cala Ischiaiola e tra Punta Scalettae Punta S. Francesco. Nelle acque intorno all’i-sola sono presenti anche due relitti: l’“AnnaBianca” e il “Nasim” i cui scafi sono stati ricolo-nizzati nel tempo dagli organismi marini.

RECAPITI UTILI

Ente parco nazionale dell’Arcipelago Toscanovia F. Guerrazzi, 1 - 57037 Portoferraio (LI)tel. 0565/[email protected]

Capitaneria di Porto del Gigliotel. 0564/809480

IN BARCA

Il Giglio è la seconda isola dell’Arcipelago dopol’Elba ed è separata da Porto Santo Stefano(Monte Argentario) da un braccio di mare di 10miglia. Non vi sono zone interdette alla naviga-zione. Il porto, sul versante orientale, è espostoai venti del I quadrante e lo scirocco forte vi alzarisacca. È sempre affollatissimo e c’è il divieto diormeggio oltre la seconda andana: per sostarealla banchina pubblica è necessario contattarel’Autorità Marittima sul canale 16 VHF. L’isolaoffre alcune baie e numerose calette. L’Isola di Giannutri è la più meridionale dell’Ar-cipelago. Le zone di interdizione totale sono tre:da Punta S. Francesco a Punta Secca, da Puntadel Calettino a Cala Ischiaiola, il promontorio diPunta Scaletta. Nelle cale Spalmatoi e Maestraè consentito l’accesso.

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Isola di Giannutri (Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano)

LA NATURA

Giannutri è considerata una delle mete più sug-gestive del Mediterraneo per le immersioni. I suoi fondali sono ricchi di grotte, pareti verti-cali colonizzati da gorgonie, spugne, madrepo-rari, rami di falso corallo nero (Gerardia sava-glia) e colonie di corallo rosso (coralliumrubrum), quest’ultimo presente in abbondanza.Punta del Capel Rosso, Cala Ischiaiola e traPunta Scaletta e Punta S. Francesco. Nelleacque intorno all’isola sono presenti anche duerelitti: l’“Anna Bianca” e il “Nasim” i cui scafisono stati ricolonizzati nel tempo dagli organi-smi marini.

RECAPITI UTILI

Ente parco nazionale dell’Arcipelago Toscanovia F. Guerrazzi, 1 – 57037 Portoferraio (LI)tel. 0565/[email protected]

Capitaneria di Porto del Gigliotel. 0564/809480

IN BARCA

L’Isola di Giannutri è la più meridionale dell’Ar-cipelago. Le zone di interdizione totale sono tre:da Punta S. Francesco a Punta Secca, da Puntadel Calettino a Cala Ischiaiola, il promontorio diPunta Scaletta. Nelle cale Spalmatoi e Maestraè consentito l’accesso.

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Parco nazionale Arcipelago de La Maddalena

LA NATURA

L’Arcipelago de La Maddalena riveste un’impor-tanza unica in tutto il Mediterraneo per quantoriguarda la flora e la fauna marina, ma la terra-ferma non è di minor interesse. La tipica mac-chia mediterranea a piante arbustive e cespu-gliose, costituita in prevalenza da lentisco, oli-vastri, mirto, ginepri, lavanda e rosmarino necaratterizza il paesaggio. Nelle isole sono pre-senti più di 50 specie endemiche che rappresen-tano il 25% del patrimonio della Sardegna. Dif-ferenze floristiche si notano a Spargi, dove sonopresenti lecci e corbezzoli, e a Caprera, in cui sitrovano tratti di pineta. Il litorale sabbioso inve-ce è popolato da un’interessante vegetazionecomposta da rose di mare, sileni, elicriso, gigliomarittimo. Le forti correnti che si creano all’interno delleBocche di Bonifacio e i fondali granitici frasta-gliati e irregolari favoriscono l’insediamento dipopolamenti marini molto diversificati e abbon-danti. Di particolare interesse naturalistico sonole numerose secche che si innalzano dai fondalisabbiosi. In questi ambienti è possibile ammira-re grandi ventagli di gorgonie rosse, gialle e

bianche, margherite di mare (Parazoanthus axi-nellae), che tappezzano le volte delle grotte,diverse specie di madrepore tra cui la Cladocoracaespitosa, briozoi come Myriapora truncata,noto anche come falso corallo per la sua somi-glianza con il corallo rosso, e Sertella septen-trionalis. Negli anfratti delle rocce è possibilescoprire grandi crostacei come la magnosella(Scyllarides arctus) e la magnosa (S. latus), ilpaguro e l’aragosta. Tra la fauna ittica, frequen-ti sono gli incontri con specie stanziali comecernie, gronchi, murene o la corvina, mentre inmare aperto si possono vedere specie di passocome la ricciola e piccoli tonni. Navigando tra leisole inoltre è facile riscontrare la presenza ditursiopi, stenelle e delfini comuni. Altre attrattive naturali delle isole dell’Arcipela-go sono i “marciapiedi” visibili sulle scoglieresuperficiali, caratterizzati da concrezioni dell’al-ga rossa Lithophyllum lichenoides che formanocornici calcaree anche di un metro di spessore.Negli ambienti più esposti inoltre, è possibileanche notare la presenza dell’ormai rara patellagigante (Patella ferruginea) la cui presenza èindice di ottima qualità ambientale. Per gli

appassionati delle immersioni costituisconomete di grande interesse le secche al largo del-l’Isola di Spargi, Spargiotto, Budelli e Caprera,oltre a numerosi relitti interessanti per l’archeo-logia subacquea.

L’AREA PROTETTA

Istituito nel 1996, il Parco tutela sia a terra chea mare le isole di La Maddalena, Caprera, S. Ste-fano, Spargi, S. Maria, Budelli e Razzoli, per oltre15.000 ettari di fondali e mare protetto. L’arci-pelago si estende lungo la costa nord-orientaledella Sardegna, di fronte alla rada di Palau e alleBocche di Bonifacio. Le sette isole maggiori sonocircondate da una miriade di isolotti e scogliminori. L’intero arcipelago è protetto poichéospita un ambiente ecologico di grande impor-tanza, caratterizzato da spiagge, isole, dune,zone umide e paludi che ospitano specie rareanimali e vegetali, sia terrestri che marine. Laregolamentazione del Parco vigente è particola-re, e prevede zone di protezione integrale (Ma),delimitate con boe rosse, e di protezione gene-rale (Mb), delimitate con boe biconiche gialle.Gli specchi d’acqua antistanti le spiagge sono

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delimitati da cavi tarozzati costituiti da boe sfe-riche di colore giallo, alle quali è vietato ormeg-giare, e vi è consentito esclusivamente l’accessoa remi. L’accesso agli arenili è consentito utiliz-zando le corsie di atterraggio poste perpendico-larmente alla costa e per il tempo necessarioallo sbarco di persone e cose.

LE REGOLE

Attività di fruizione Zona Ma Zona Mb

Balneazione • •Immersione subacquea • •Navigazione •1 •2

Ormeggio •3 •Ancoraggio •4 •Pesca sportiva • •Pesca subacquea in apnea • •

1 Consentita dall’alba al tramonto a max 15 nodi e a max 3nodi entro i 300 m dalle coste

2 Autorizzata a max 15 nodi e a max 3 nodi entro i 300 mdalle coste

3 Autorizzato dall’alba al tramonto4 Autorizzato dall’alba al tramonto

Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

DIVIETI

Nella zona Ma compresa tra le isole di Razzoli eSanta Maria-La Presa è vietato l’ancoraggio; inquella di Nibani, Mortorio e Spargiotto sono vie-tati navigazione, sosta, pesca sportiva e anco-raggio. Nella zona Mb della Spiaggia Rosa, aBudelli, sono vietati sosta, ancoraggio e pescasportiva; entro la linea delle boe sferiche gialle(a 70 m dalla spiaggia), è vietata la balneazionee il calpestio dell’arenile. A Cala G. Marino sonoconsentiti navigazione e ormeggio, mentre èvietato l’ancoraggio. Il Passo Cecca di Morto è navigabile per i solinatanti con pescaggio inferiore agli 80 cm. Neitratti di mare di Passo del Topo e Passo degli Asi-nelli è vietato il transito. Tutti gli specchi acqueidescritti sono delimitati da boe provviste di ban-de adesive indicanti il divieto. All’interno deicampi boe, segnalati con boe sferiche di colorerosso, è vietato l’ancoraggio. Sono infine vietatila cattura o il prelievo di crostacei e di esemplaridi cernia, corvina, Patella ferruginea e Pinnanobilis.

RECAPITI UTILI

Ente Parco nazionale Arcipelago di La Maddalenavia Giulio Cesare, 7 - 07024 La Maddalenatel. 0789/[email protected]

Capitaneria di Porto di La Maddalenatel. 0789/737095 – 0789/739131

IN BARCA

S. Maria, Budelli e Razzoli sorgono al centro del-le Bocche. Sono disposte una di fronte all’altra,così vicine da non riuscire a distinguerle, e for-mano il lungo fiordo di Porto Madonna (o CalaG. Marino), ben protetto dai venti dominanti.Qui c’è un campo di gavitelli. Un ancoraggio danon mancare è senz’altro Cala S. Maria, sul ver-sante orientale dell’isola omonima, dove si puòsostare davanti ad una lunga spiaggia chiara.Prima di giungervi si fare un bagno fra gli scoglidi isola Piana e Corcelli, che offrono uno scorcioselvaggio di superba bellezza. È meglio filare ungrippiale perché è facile incagliare il ferro sul

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fondale. Proseguendo verso sud si costeggia l’I-sola di Budelli, completamente costituita di gra-nito e celebre per la Spiaggia Rosa, formata daframmenti calcarei di briozoi e foraminiferidepositati sul litorale dalle correnti. Poi è la vol-ta di Spargi; situata in una posizione appartata,si distingue per l’aspetto tozzo e quasi circolare.Qui si trovano alcuni “gioielli”, come le cale Gra-nara e dell’Amore e la notissima Cala Corsara.La Maddalena è l’isola maggiore. Il versante set-tentrionale si presenta come un bastione di roc-cia profondamente inciso dagli elementi. Alevante, dove il ponte della Moneta la congiun-ge con Caprera, è relativamente dolce; mentread occidente le alte coste sono interrotte dallebelle dune dovute allo sbriciolamento dei grani-ti. Il periplo è un continuo rincorrersi di caledove fare il bagno, dalle bianche dune di sabbiafinissima di Bassa Trinita, al piccolo fiordo diStagno Torto, dalle splendide Cala Spalmatore,dove si può tranquillamente passare la notte,alla minuscola, rilucente, Cala Napoletana, sulversante nord, vicino al piccolo marina di PortoMassimo. L’atterraggio al porticciolo di CalaGavetta, dove sorge l’abitato, è complicato da

una serie di secche e relativi segnalamenti dis-seminati per la rada antistante, per cui è benearrivare con la luce. Noleggiando un motorino sipossono esplorare gli interni, dalla postazionedella Marina di Guardia Vecchia, al Museo NinoLamboglia che custodisce relitti romani. La vici-na Caprera, nota in tutto il mondo per esserestata l’isola di Garibaldi, è in gran parte percor-sa da imponenti rilievi granitici. Lungo la costaorientale si trovano le cale più belle fra cui spic-ca Cala Coticcio, nota come Tahiti, e l’ampiogolfo di Cala Portese.

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Costa Smeralda

LA NATURA

La Costa Smeralda è conosciuta come luogo divacanza fra i più esclusivi al mondo, per lemagnificenti ville, gli alberghi lussuosi e imegayacht ancorati nei porti e nelle baie. Tutta-via offre anche molte attrattive naturalistiche.Basti pensare allo stagno di Paduli Saloni, nellevicinanze di Cannigione, che è un’importantearea umida di interesse nazionale con un’abbon-dante flora e una ricca fauna locale, soprattuttodi specie di uccelli migratori molto rari come lacicogna nera e il falco pescatore. Anche i fondali sono molto pregiati. Quelli sab-biosi delle cale sono spesso colonizzati da pra-terie di Posidonia a difesa delle quali sono stateattivate misure di protezione, come il sistema diormeggio intelligente realizzato a Cala Volpe,evitando così che le ancore delle imbarcazionipossano arare ed estirpare le fronde e radici del-la pianta. Immergendosi nelle pareti sommersedi Capo Figari o le franate dell’isola di Figarolonel Golfo degli Aranci, gli appassionati delleimmersioni possono ammirare i colori e le formedei popolamenti marini associati al coralligeno,in particolare gorgonie rosse, margherite di

mare, spugne, branchi di castagnole rosse(Anthias anthias) che nuotano vicino alle gorgo-nie o cernie, murene, scorfani e cicale di maretra le rocce.

IN BARCA

Il campo boe di Cala di Volpe, realizzato perfinalità di sicurezza e tutela ambientale, offreormeggi per scafi da 12 a 100 metri testati pertenere fino a 30 nodi di vento. Sono previsti lavigilanza 24h, il ritiro della spazzatura, il taxiboat e servizi di concierge. L’allerta meteo conmessaggio su telefono cellulare avverte in casodi peggioramento delle condizioni meteo, nelqual caso si può riparare nei vicini marina diPortisco di Porto Rotondo.

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Tavolara - Capo Coda CavalloArea marina protetta

LA NATURA

Questo tratto di costa mostra elementi naturalimolto diversi tra loro. Spiagge a cordone litora-le che racchiudono zone umide – come lo sta-gno di Porto Taverna e la laguna di Porto Bran-dinchi, importanti per la sosta e lo svernamentodi avifauna acquatica – coste a falesia calcarea,come l’Isola di Tavolara, e coste granitiche, comeMolara. Tavolara presenta una vegetazione tra lepiù interessanti di tutta la Sardegna nordorien-tale. Sul suo suolo calcareo sono state censite460 specie diverse di piante, tra cui ben 34endemiche della regione – come i fiordalisi, edesclusive dell’isola, come l’Asperula deficiensche è una delle piante più rare al mondo. All’in-terno di Molara, invece, una serie di piccole val-li ospitano una vegetazione boscosa di grandicastagni, lecci, ginepri e olivastri.L’area marina protetta offre un’abbondantevarietà di vita subacquea di grande valoreambientale e turistico. I fondali rocciosi sonocostituiti da pareti verticali, frane e cavità carsi-che, a Tavolara, grossi massi granitici, a Molara eMolarotto, e da secche rocciose che s’innalzanodai fondali sabbiosi. La prateria di Posidonia si

estende in particolare tra Capo Ceraso, Spalma-tore e Punta Pedrosu, in altre zone lascia il postoad un’altra pianta marina, la Cymodocea nodosa.Le pareti, le guglie e le franate sono ricoperte dagorgonie rosse e gialle di grandi dimensioni giànei primi 20 m di profondità. Tra i fondali delledue isole maggiori ci sono rami di falso corallonero (Gerardia savaglia), mentre nelle scoglieredi Molarotto si possono notare esemplari dipatella gigante. È possibile inoltre incontrarespecie tipiche come dentici, saraghi, pagelli,pesci cartilaginei – come le torpedini e le razze– e vari crostacei come le cicale di mare. Nellecavità di erosione dei graniti, i cosiddetti tafoni,si possono notare cernie, murene, gronchi e ara-goste, e, in prossimità delle secche, branchi diricciole, barracuda e piccoli tonni.L’area marina protetta è una meta ambitissimaper gli appassionati delle immersioni. Conside-rata tra le più belle del Mediterraneo è la “Sec-ca del Papa” formata da una sequenza di gugliecalcaree. Altri siti sono l’”Occhio di Dio”, dove èvisibile il falso corallo nero, e la “Secca del Fico”.In queste acque sono presenti ben 70 giacimen-ti archeologici sommersi.

L’AREA MARINA PROTETTA

L’area protetta interessa la costa della Sardegnanord-occidentale da Capo Cesareo fino a CalaFinocchiaro e comprende le isole di Tavolara,Molara e Molarotto. Istituita nel 1997, si esten-de per 15.357 ettari, di cui 529 in zona A,segnalata da boe gialle con lampeggiante not-turno. Nel 2006 ha ottenuto la certificazioneambientale ISO 14001 ed è anche riconosciutaASPIM (area specialmente protetta d’importanzamediterranea) secondo la Convenzione di Bar-cellona delle Nazioni Unite.

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LE REGOLE

Attività di fruizione

Zona A Zona B Zona C

Balneazione • • •Immersione subacquea • • •Navigazione • •1 • 2

Ormeggio • • •Ancoraggio • • •Pesca sportiva • • • 3

Pesca subacquea in apnea • • •

1 Consentita a 10 nodi a natanti/imbarcazioni2 Consentita a natanti/imbarcazioni3 Consentita da fermo con lenze morte, bolentini, correntine

a max 6 ami per max 1 persona, lenze per cefalopodi e can-ne a max di 3 ami, per max 1 persona.

Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

RECAPITI UTILI

Consorzio di gestionevia Dante, 1 – 07026 Olbiatel. 0789/52163

Sede operativa via Porto Romano, 8 – Olbiatel. 0789/203013 - 0789/[email protected]

Capitaneria di Porto di Olbiatel. 0789/26666

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Capo CarbonaraArea marina protetta

LA NATURA

L’area marina è contraddistinta da scogliere gra-nitiche, isole, spiagge sabbiose o ciottoloseimmerse in una ricchissima macchia mediterra-nea costituita da boscaglie a ginepro coccoloneo fenicio, cisto, corbezzolo, ginestra, carrubo eleccio, e specie endemiche. Alle spalle dellaspiaggia dei Due Mari si trova lo Stagno di Not-teri, un’importante zona umida per l’avifaunamigratrice, tra cui gli splendidi fenicotteri rosa,che offre ai visitatori un paesaggio suggestivo.Immergendosi nelle acque di Capo Carbonara sipossono ammirare fondali di grande bellezzacaratterizzati da rocce granitiche con ripidepareti, che arrivano fino a 40 m di profondità,avvallamenti, cuspidi, fessure e cavità erosivenelle quali spicca il giallo delle margherite dimare (Parazoanthus axinellae) o dal rosso dellegorgonie. Qui sono presenti anche grandi venta-gli di gorgonie rosse (Paramuricea clavata), spu-gne e ascidie. Cernie e orate di grandi dimensio-ni abitano gli anfratti delle grosse frane e fre-quenti sono gli incontri con aragoste gamberi,dentici, saraghi e polpi. Si possono notare riccio-le, barracuda e tonni che nuotano fra gli stretti

canali formati dalle pareti granitiche. Al largodell’Isola Serpentara inoltre, è spesso possibileosservare il passaggio di tartarughe marine edelfini. Qualche anno fa è stata anche segnala-ta la presenza della foca monaca (Monachusmonachus) all’Isola di Cavoli. I fondali dellariserva sono caratterizzati anche da ampie pra-terie di fanerogame marine: Posidonia oceanicae Cymodocea nodosa ben conservate che costi-tuiscono un ambiente ideale per molti organismimarini che qui trovano rifugio e nutrimento.I luoghi più suggestivi in cui fare immersionisono la Secca dei Berni, La secca di S. Caterina -dove si può scendere ad ammirare grosse franegranitiche abitate da cernie e orate - i fondalidell’isola di Serpentara in cui sono stati ritrova-ti reperti archeologici. I pescatori della zonapropongono escursioni effettuando pescaturi-smo alla scoperta degli angoli meno accessibilidell’AMP e la sera, a bordo delle imbarcazioniormeggiate in banchina, si gusta il pescato cuci-nato con le ricette marinare locali.

L’AREA MARINA PROTETTA

Istituita nel 1998, l’area protetta si estende nel-la Sardegna sud-orientale per una superficie di8.598 ettari, di cui 332 in zona A. Il perimetro vada Capo Boi fino a Punta Porceddus, compren-dendo le isole di Serpentara e dei Cavoli, unambiente sommerso dove l’erosione del granitoha favorito la ricchezza di ittiofauna. La zona Aè delimitata da miragli gialli a terra e da boegialle a mare munite di lampeggiante. L’areaprotetta dispone di campi per l’ormeggio delleimbarcazioni da diporto a speciali gavitelli tele-matici. Attualmente è in corso la procedura perl’aggiornamento e l’ampliamento della riserva,che prevederà anche una nuova regolamenta-zione.

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LE REGOLE

Attività di fruizione

Zona A Zona B Zona C

Balneazione • • •Immersione subacquea • • •Navigazione • •1 •2

Ormeggio • • •Ancoraggio • • •Pesca sportiva • • •Pesca subacqueain apnea • • •

1 Consentita a max 10 nodi a natanti/imbarcazioni2 Consentita a natanti/imbarcazioni

Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

RECAPITI UTILI

Comune di Villasimius (Ente gestore)piazza Gramsci, 11 - 09049 Villasimius (CA)tel. 070/790234, [email protected]

Capitaneria di Porto di Cagliaritel. 070/605171

Campi ormeggionumero verde 899.100.001

IN BARCA

Per anni disertata anche dalle rotte del charter,la Sardegna meridionale è sempre più apprezza-ta per la sorprendente bellezza delle coste e lamaggior tranquillità del suo mare rispettoall’affollamento del versante settentrionale.Capo Carbonara si presta – come uno spartiac-que da raggiungere sia dal nord dell’Isola, siadalla costa continentale tirrenica – ad essereun’ottima base per navigare dal Golfo di Caglia-ri fino a S. Antioco. Il promontorio granitico chesepara le zone pianeggianti di Campolongu e

Villasimius è impreziosito dalle spiagge di sabbiacandida del Riso, di Cala Carbonara e di Porto SaRuxi e nasconde anche un marina bene attrez-zato. Per passare delle piacevoli notti in rada l’a-rea marina protetta offre diversi campi diormeggio MarPark. Nei pressi si trovano anche imarina di Cagliari – del Sole, Bonaria e S. Elmo,Poetto - e quello di Teulada, inserito in unambiente incontaminato di circa 40 chilometridi costa con un susseguirsi di piccole anse, baie,promontori e spiagge di sabbia finissima.

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Penisola del Sinis Isola di Mal di VentreArea marina protetta

LA NATURA

Questo tratto di litorale presenta diversi tipi dipaesaggio, tutti molto suggestivi. Alle spalledelle coste basse e sabbiose si trovano lo Stagnodi Cabras e le lagune Mitras e Sale Porcus, cheformano una delle zone umide più estese d’Ita-lia con la presenza di numerose specie di uccel-li acquatici. La fascia costiera presenta inoltrebasse scogliere e falesie calcaree a picco sulmare, come quelle di Su Tingiosu e Capo Seu, ilpromontorio di Capo S. Marco o lo scoglio delCatalano. La vegetazione è costituita dalla tipi-ca macchia mediterranea: lentisco, rosmarino,asparago e cisto e, nelle zone costiere, alcunespecie rare tra le quali il Limonium tharrosia-num, la Poligala sinisica, la viola corsica. L’Isoladi Mal di Ventre presenta invece una bassavegetazione erbosa a causa del maestrale, chequi soffia molto frequentemente durante tuttol’anno. La grande varietà di ambienti emersi si riper-cuote anche sul paesaggio marino, che risultaquanto mai ricco in termini di biodiversità. Ifondali sabbiosi sono colonizzati da ampie pra-terie di Posidonia oceanica, che raggiungono

anche i 40 m. di profondità ed ospitano unamoltitudine di invertebrati e specie ittiche. Lestesse praterie, attorno all’Isola di Mal di Ventree del Catalano si trovano anche sulle piattafor-me rocciose del coralligeno. Quest’ultimo è pre-sente anche sulle pareti e i grandi blocchi grani-tici su cui si sviluppano coloratissime spugne,madrepore e gorgonie. La fauna di queste for-mazioni è arricchita dalla presenza di aragoste,cicale di mare, cernie, grossi saraghi, scorfani epolpi, mentre nelle acque limpide dell’area mari-na protetta sono frequenti anche gli incontricon tursiopi e stenelle. C’è la possibilità di pra-ticare il pescaturismo sulle imbarcazioni dediteall’attività artigianale. Per gli amanti dellasubacquea si segnalano diversi siti in prossimitàdi Isola di Mal di Ventre e lo scoglio del Catala-no, come la “Secca di Mezzo”, nelle cui acque èpossibile osservare branchi di barracuda e tarta-rughe marine, il “relitto olandese” o il “Vaporet-to”, entrambi naufragati su fondali bassi.

L’AREA MARINA PROTETTA

L’area protetta è situata nella costa occidentaledella Sardegna, a nord del Golfo di Oristano, traCabras e Su Tingiosu, e interessa una zona digrande interesse naturalistico e storico. Istituitanel 1997, è estesa per 25.672 ettari, di cui 529nelle zone A, e comprende la penisola del Sinisda Capo S. Marco a Capo sa Sturaggia, la picco-la isola granitica di Mal di Ventre e lo Scoglio delCatalano. Il nome dell’isola deriva dal termine“Malu Ventu”, che qui indica il maestrale. Lariserva è collegata al sistema dunale del Sinis edi Is Arenas, formato dagli stagni di Cabras,Mistras e Sale Porcus, riconosciuti come zoneumide di importanza internazionale dalla Con-venzione di Ramsar del 1982 e sede di oasi diprotezione. Sono installate boe gialle a mare emiragli a terra per la segnalazione marittimadelle zone A e della perimetrazione esterna(Zona C). Attualmente è in corso la proceduraper l’aggiornamento, che prevederà l’adozione diun nuovo decreto istitutivo e di un nuovo rego-lamento di disciplina.

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LE REGOLE

Attività di fruizione

Zona A Zona B Zona C

Balneazione • • •Immersione subacquea • • •Navigazione a motore • •1 •Navigazione a vela/remi • • •Ormeggio • • •Ancoraggio • • •Pesca sportiva • •2 •Pesca subacquea in apnea • • •

È vietato il prelievo e l’asporto di sabbia e ghiaia.

1 Consentita a velocità moderata a natanti/imbarcazioni2 Disciplinata, ai residenti, con lenza e canna

Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

RECAPITI UTILI

Comune di Cabras (Ente gestore)piazza Eleonora, 1 – 09072 Cabrastel. 0783/290071

Sede Amministrativavia Tharros – 09072 Cabras

Centro VisiteS. Giovanni di Sinis, piazza della [email protected]

Capitaneria di Porto di Oristanotel. 0783/72262

IN BARCA

Il Golfo di Oristano è circoscritto da Capo Frasca,a sud, e Capo San Marco, a nord, entrambi promi-nenti rispetto alla costa bassa che li circonda eben riconoscibili. Nel versante nord si trova ilMarina di Torre Grande, costruito ad est dell’omo-nimo fortilizio, nei pressi della foce dello StagnoCabras. L’avvicinamento va effettuato da sud-est,all’interno di un canale delimitato da boe; l’in-gresso è parzialmente insabbiato, con fondali a 2

metri; prima di accedervi è bene contattare laCapitaneria di Porto. In alternativa si può starealla fonda al largo di Torre Grande. Tutto il Pro-montorio di Capo Frasca, benché non incluso nel-la riserva, è vietato all’ancoraggio. Mal di Ventre è un isolotto basso, coperto di radavegetazione che si protende verso nord nord-estcon una serie di secche. Sul versante sud-orienta-le è intagliata da una caletta con fondali di 3-4metri. Spiccano per interesse turistico e bellezzale spiagge di Is Arutas e Mari ermi, costituite dagranuli di quarzo lucidi e arrotondati, simili achicchi di riso. Queste spiagge sono definite “fos-sili” o “mature” e in tutto il mondo ce ne sonosolo una cinquantina, poiché si formano solo nelcorso di milioni di anni grazie all’azione mare cheseleziona ed elabora i singoli granuli.

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Capo Caccia - Isola PianaArea marina protetta

LA NATURA

Le sommità dei suggestivi promontori che cir-condano Porto Conte sono ricoperte di bassamacchia mediterranea, con piante cespugliose espinose conformate a cuscini in modo tale daresistere al vento. Le pareti delle falesie scavatedal mare offrono un paesaggio ricco di arcate egallerie che formano un complesso di 8 grotteemerse e un numero ancora imprecisato di grot-te sommerse. La più nota è quella di Nettuno, unlago sotterraneo lungo 130 metri con stalattiti estalagmiti che raggiungono i 20 m d’altezza. Èraggiungibile anche da terra con i 656 scalini diroccia della “Escalada del Cabirol”. Le pareti apicco sul mare sono abitate da molti uccelli tracui l’imponente e rarissimo grifone e il falco pel-legrino.I fondali presentano vaste praterie di Posidonia,che raggiungono una profondità di 35 m, eabbondanti colonie di corallo rosso, presenti trai 40 ed i 50 m in quella che è appunto statadenominata la Riviera del Corallo. Altre attratti-ve sono le gorgonie rosse, numerose spugne acandelabro del genere Axinella e specie ittichedi tana e di passo. Per gli amanti della subac-

quea da non perdere la Grotta di Nereo: con unosviluppo complessivo di 300 m è considerata lapiù vasta di tutto il Mediterraneo.

L’AREA MARINA PROTETTA

Istituita nel 2002 ed estesa per 2.631 ettari, dicui 38 in 2 zone A, l’area marina protetta èsituata nella regione della Nurra, a nord diAlghero, tra Capo Galera e Punta delle Gessiere.Presenta una ricca varietà di ambienti naturalifra cui le grotte sommerse e la prateria di Posi-donia oceanica che si estende nella rada di Por-to Conte per circa seicento ettari. Le zone A del-l’area marina protetta sono segnalate con boe amare e miragli a terra.

LE REGOLE

Attività di fruizione

Zona A Zona B Zona C

Balneazione • • •Immersione subacquea • • •Navigazione a motore • • 1 • 2

Navigazione a vela/remi • • •Ormeggio • • •Ancoraggio • • •Pesca sportiva • • 3 • 4

Pesca subacquea in apnea • • •

Nel corridoio di accesso delle marine di Porto Contee Tramariglio è consentita la navigazione a motorea natanti e imbarcazioni, senza limiti di velocità. Ilnuovo regolamento è in fase di adozione.

1 Consentita a 5 nodi a natanti/imbarcazioni2 Consentita a 10 nodi a natanti/imbarcazioni3 Consentita ai residenti con lenza e canna4 Consentita con lenza e canna

Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

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RECAPITI UTILI

Comune di Alghero (Ente gestore)via S. Anna, 40 – 07041 Alghero (SS)tel. 079/997816

Sede distaccata di Porto Contelocalità Tramariglio – tel. 079/998548 [email protected]

Ufficio Circondariale Marittimo di Algherotel 079/953174

IN BARCA

Porto Conte è un vero porto naturale lungo circa3 miglia, dove rifugiarsi dal maestrale ed ammi-rare un’insolita varietà di paesaggi. Un corridoiodi libero transito attraversa il centro della radainclusa nell’area marina protetta di Capo Cacciae consente di giungere ai due ormeggi principali.Cala Tramariglio, ad occidente, consente l’anco-raggio su fondale di sabbia e alghe di circa 3-5metri o, in alternativa, ai pontili galleggianti. Sulfronte opposto, all’estremità meridionale di CalaTorre del Conte, si trova il Marina di Porto Con-te, con circa 250 posti barca, acqua, corrente,pompa carburante, gru e scivolo, che offre ilmiglio ridosso con venti meridionali. Vi si acce-de attraverso un canale dragato a 4 metri.

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Isola dell’AsinaraArea marina protetta

LA NATURA

Il paesaggio dell’Asinara è dominato da piantearbustive come lentisco, olivastro ed euphorbia,mentre nell’estremo nord dell’isola si trova unbosco di leccio. La flora annovera anche unatrentina di specie endemiche dell’isola o dellaregione sardo-corsa, tra le quali Centaurea hor-rida, Limonium acutifolium, Limonium laetum.L’ambiente marino è caratterizzato da fondali inottimo stato di salute. Il versante occidentale, ilcosiddetto “mare di fuori”, presenta una costarocciosa con molte frane; quello orientalemostra un litorale basso con fondali sabbiosidove si sviluppa un’ampia prateria di Posidonia.Vi si possono vedere esemplari di Pinna nobilis ei rari cavallucci marini. Sui substrati rocciosi sisviluppa, fra l’altro, la patella gigante, che quiraggiunge i 10 cm di diametro. Ad oltre 70 m diprofondità c’è un’alga bruna (Laminaria rodri-guezii), che rappresenta un raro paleoendemi-smo del Mediterraneo. Tra i diversi siti d’immer-sione, in cui si possono ammirare le cernie anchea profondità non elevate, si segnalano CalaTumbarino e Punta Salippi nel lato occidentale ePunta Trabuccato nel versante orientale. Da

Stintino infine ci si può imbarcare sui piccolipescherecci per fare pescaturismo e passare unagiornata con i pescatori locali e gustando le lororicette tradizionali.

L’AREA MARINA PROTETTA

Allungata per 17 km in direzione nord-sud ecomposta da quattro rilievi montuosi, l’Isola sitrova in prossimità della costa nord-occidentalesarda, di fronte alla penisola di Stintino. Fino al1998 ospitava la colonia penale e questo le hapermesso di restare un vero e proprio paradisonaturale. Parco nazionale dal 1997, l’Asinara èanche area marina protetta dal 2002, per un’e-stensione di 10.732 ettari, di cui 577 nelle 3zone A, segnalati con boe luminose a mare emiragli a terra di colore giallo.

LE REGOLE

Attività di fruizione

Zona A Zona B Zona C

Balneazione • • •Immersione subacquea • • •Navigazione a motore • • • 1

Navigazionea vela/remi • • •Ormeggio • • •Ancoraggio • • •Pesca sportiva • • •Pesca subacquea in apnea • • •

Nel tratto del “Passaggio dei Fornelli”, da PuntaSalippi a Punta Barbarossa, la navigazione è con-sentita ad una velocità non superiore ai 3 nodi. Ilnuovo regolamento è in fase di approvazione.

1 Consentita a 10 nodi a natanti/imbarcazioni

Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

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RECAPITI UTILI

Ente Parco nazionale dell’Asinaravia Iosto, 7 – 07046 Porto Torres (SS)tel. 079/5040000

Sede AmministrativaPalazzo Reale, Cala Reale, Isola dell’Asinaratel. 079/[email protected]

Capitaneria di Porto079/502258

IN BARCA

Sono presenti campi boa a Cala Reale, PuntaTrabuccato, Cala del Bianco, Cala D’Oliva e For-nelli: i primi per le barche a vela, quest’ultimoriservato alle imbarcazioni a motore. La costaoccidentale dell’isola è pressoché inaccessibile esi eleva con falesie che raggiungono anche i 200metri di altezza. Nel “Passaggio dei Fornelli”, chesi estende da Punta Salippi a Punta Barbarossa,e separa l’Asinara dalla Sardegna, la navigazio-ne è consentita ad una velocità non superiore ai3 nodi. Doppiata Punta Negra si può raggiungeil profondo fiordo di Stintino, sulla costa sarda.All’interno si trovano ormeggi con corpo morto,acqua e corrente.

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Secche di Tor PaternoArea marina protetta

LA NATURA

Le secche rappresentano una vera e propria oasirocciosa che si innalza dal fondale di sabbia efango del litorale romano. La profondità massimaè di circa -60m con picchi che giungono fino a -18m. Questa “isola sommersa” risente poco deisedimenti e dell’inquinamento portati dal Tevere,tanto che sulle sue rocce crescono rigogliose pra-terie di Posidonia. Più in profondità, i grandi mas-si di roccia ricchi di cavità e canali offrono unambiente di grande pregio naturalistico, ospitan-do popolamenti del coralligeno con predominio digorgonie rosse, che qui raggiungono dimensioniragguardevoli, colonie di briozoi, ascidie e madre-porari. Negli anfratti rocciosi inoltre è possibileosservare polpi, gronchi, murene, ombrine, denti-ci, scorfani e cernie, mentre in superficie sisegnalano spesso incontri con i tursiopi e, anchese molto più raramente, si può scorgere la sago-ma inconfondibile del pesce luna (Mola mola).

L’AREA MARINA PROTETTA

Istituita nel 2000 ed estesa per 1.387 ettari, ècomposta esclusivamente dalla zona B e rappre-senta la sola area marina protetta italiana che

non comprende territori emersi. Le Secche sonol’unica emergenza rocciosa nell’area della focedel Tevere e affiorano circa 5 miglia nautiche allargo della riserva statale di Castel Fusano e del-la tenuta presidenziale di Castel Porziano, a ove-st di Torvaianica e a sud-est del Lido di Ostia. Ladorsale sommersa è allungata in direzione NE-SW, per 2 km di lunghezza ed una larghezza dipoco più di 500 m. La zona B è delimitata dasegnalamenti marittimi gialli luminosi. Da anniè previsto l’ampliamento dell’area protetta, finoa raggiungere la costa in corrispondenza dellatenuta di Castel Porziano.

LE REGOLE

Attività di fruizione Zona BBalneazione •Immersione subacquea •Navigazione •Ormeggio •Ancoraggio •Pesca sportiva •Pesca subacquea in apnea •Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

RECAPITI UTILI

Ente RomaNaturaVilla Mazzantivia Gomenizza, 81 - 00195 Romatel. 06/35405310

Centro visitevia del Canale di Castel Fusano, 13 00122 Ostia (RM)[email protected]

Guardia Costiera di Fiumicinotel. 06/656171

IN BARCA

Il sito si presta solo per immersioni giornaliere,che possono essere compiute anche rivolgendosiai numerosi centri diving sulla costa, al marina diRoma (Ostia) e a Torvaianica. Da non perderel’immersione ai “Canaloni” o, per i meno esperti,il “Cappello” e “Le Tane”.

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Isole di Ventotene e Santo StefanoArea marina protetta

LA NATURA

Le isole dell’area marina protetta si mostranorelativamente brulle, con prevalenza di copertu-ra vegetale bassa e arbustiva e piante tipiche delMediterraneo - come euforbie, ginestre, mirti elentischi – e la presenza di endemismi apparte-nenti solo a questi lembi di terra, come il limoniodi Ventotene (Limonium multiforme), il limoniodi Santo Stefano (Limonium sancti-stephani) e lacentaurea di Ventotene (Centaurea cineraria). Il paesaggio sommerso presenta una notevolericchezza. Le pareti rocciose, ricche di cunicoli ecavità, permettono lo sviluppo di variopinte spu-gne, gorgonie e il madreporario Astroides caly-cularis, con colonie giallo arancio molto intenso.Intorno alle isole si estende una stretta cinturadi Posidonia che raggiunge anche i 40 m diprofondità grazie all’elevata trasparenza delleacque. Qui sono frequenti gli incontri con le cer-nie, facilmente avvicinabili dai subacquei, polpie murene e spesso si avvistano capodogli e bale-nottere, delfini e tartarughe marine. Per gliappassionati delle immersioni si segnalano “LeSconchiglie”, il “Molo IV”, “La Secca dell’Archet-to” ed il relitto di “Santa Lucia”. Di grande inte-

resse archeologico è la peschiera romana visita-bile semplicemente con maschera e pinne. Èinoltre possibile effettuare pescaturismo.

L’AREA MARINA PROTETTA

Situata nell’Arcipelago Pontino, al largo dellacosta laziale e del promontorio del Circeo, l’areamarina protetta interessa le isole vulcaniche diVentotene e Santo Stefano e non comprendequelle di Ponza, Palmarola e Zannone (quest’ul-tima rientra nel Parco Nazionale del Circeo).Istituita nel 1997 ed estesa per 2.799 ettari, dicui circa 410 in zona A, Ventotene è riservanaturale anche a terra poiché le isole rivestonoun ruolo fondamentale di sosta per l’avifaunamigratoria. La zona A dell’area marina protettaè delimitata da segnalamenti marittimi (boegialle a mare e miragli gialli a terra).

LE REGOLE

Attività di fruizione

Zona A Zona B Zona C

Balneazione • • •Immersione subacquea • • •Navigazione • •1 •Ormeggio • •2 •Ancoraggio • •3 •Pesca sportiva • • •Pesca subacquea in apnea • • •

1 Consentita oltre i 500 m dalla costa2 Vietato entro i 500 m dalla costa3 Vietato entro i 500 m dalla costa

Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

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RECAPITI UTILI

Comune di Ventotene (Ente gestore)piazza Castello, 1 – 04020 Ventotenetel. 0771/85014

Centro visitevia Rampe marine, 3 – 04020 Ventotenetel. 0771/85324 [email protected] www.comune.ventotene.it

Capitaneria di Porto di Gaetatel. 0771/460100

,

IN BARCA

Pianeggiante e allungata, l’Isola di Ventotenericorda la forma di un cetaceo. La circumnaviga-zione non presenta pericoli, ad eccezione per leSconciglie, un gruppo di scogli e secche tra Pun-ta Eolo e Cala Parata Grande. In tutta la costaoccidentale e meridionale, da Punta Eolo a Pun-ta Olivi, è vietata la navigazione a motore entro500 metri dalla riva. Quella nord-orientale nonprevede limiti e si può stare all’ancora a CalaNave. Benché dopo il prolungamento del frangi-flutti il Porto Nuovo (Cala Rossano) offra unamigliore protezione, la sosta con maestrale egrecale sostenuti è fastidiosa. Con venti forti daE-NE si forma un’onda consistente sull’imbocca-tura. Poco più a sud c’è il Porto Romano, gioiel-lo dell’architettura romana, interamente scava-to nel tufo. È ben ridossato, ma i venti del I e IIquadrante vi alzano risacca e rendono difficol-toso l’ingresso. Tutta la parte meridionale, per circa un miglioverso sud, della frontaliera isola di S. Stefano èconsiderata zona di tutela integrale. Interessan-te la visita del carcere borbonico. Sulla congiun-gente Ventotene-Ponza, si erge lo Scoglio La

Botte: privo di qualunque segnalamento lumi-noso è circondato da alti fondali ricchi di pesce.

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Regno di NettunoArea marina protetta

LA NATURA

Nell’individuazione dell’area marina protettaparticolare importanza è stata data al tratto dimare al largo della costa settentrionale dell’iso-la di Ischia, per la presenza abituale di moltespecie di cetacei.: Stenella striata, delfinocomune, tursiope, grampo, globicefalo, capodo-glio e balenottera comune. I fondali sono infat-ti caratterizzati da una profonda ed ampia vallesottomarina, detta canyon di Cuma, che per lasua particolare conformazione costituisce unhabitat ideale per la riproduzione e il nutrimen-to di questi mammiferi marini, in particolare peril delfino comune che, a dispetto del nome, èuno dei più rari nei nostri mari e che qui è inve-ce stanziale.Nonostante il grande afflusso turistico, i fonda-li sono caratterizzati da una grande varietà diambienti ancora ben conservati e di grande pre-gio naturalistico. Tutt’attorno all’isolotto diVivara si trovano estese praterie di fanerogamemarine come Posidonia oceanica, Zostera nana eCymodocea nodosa, molto importanti per l’ab-bondante biodiversità animale che vi trova rifu-gio e nutrimento. Lungo le pareti rocciose sono

presenti inoltre dense colonie del madreporarioAstroides calycularis. In generale, lungo le sco-gliere, le pareti sommerse e le numerose fendi-ture poco illuminate si sviluppano alghe rosseincrostanti, gorgonie rosse e gialle, briozoi espugne ed anche piccole colonie di corallo rossoche aumentano di dimensioni scendendo inprofondità. I visitatori subacquei hanno la possibilità di fareimmersioni molto emozionanti a Punta Sant’An-gelo o Punta San Pancrazio, con pareti verticalidove si possono vedere rami di falso corallo nero(Gerardia savaglia) e il passaggio di grandi pescipelagici. Oppure alle Formiche di Ischia, zonaricca di anfratti e grotte che si innalza da unfondale detritico posto ad una ventina di metridi profondità. Nelle acque dell’area marina pro-tetta è possibile praticare il pescaturismo, tra-scorrendo la giornata pescando e gustando ilpescato a bordo.

L’AREA MARINA PROTETTA

L’ultima nata tra le aree marine protette risale al2008 e interessa il tratto di mare circostanteProcida, Vivara e Ischia, nella parte nord-ovestdel Golfo di Napoli. Queste isole costituiscono ilprolungamento naturale dei Campi Flegrei ecomprendono i comuni ischitani di Casamiccio-la Terme, Lacco Ameno, Barano, Ischia, SerraraFontana e Forio, nonché il comune di Procida,tutti riuniti nel consorzio di gestione.

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LE REGOLE

Attività Zona Zona Zona Zonadi fruizione A B C D

Balneazione • • • •Immersione subacquea • • • •Navigazione a motore • • • •Ormeggio • • • •Ancoraggio • • • •Pesca sportiva • • • •Pesca subacquea in apnea • • • •

Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

RECAPITI UTILI

Consorzio di gestione, c/o Comune di Foriopiazza Municipio, n. 1 - 80075 Forio (Na)tel. 081/3332911 – Fax 081/[email protected]

Capitaneria di porto di Ischiavia Iasolino, 10 – tel. 081/991417

Capitaneria di porto di Procidavia Roma, 3 – tel. 081/8967381

IN BARCA

La navigazione verso Ischia non presenta diffi-coltà. Se la si raggiunge da Ventotene si deveprestare attenzione a non stringere la costa traPunta Vico e Casamicciola, punteggiata di bassifondali.Particolarmente pericolosa la Secca delSantuario, situata a circa 640 m a NW dell’im-boccatura del porto di Casamicciola. Se invece sisceglie di circumnavigarla, bisogna stare ben allargo della costa occidentale, disseminata dipericoli a pelo d’acqua. L’isola offre numerosiattracchi, fra cui Ischia porto - il bacino princi-pale è senza dubbio il più sicuro Ha un ingresso

molto stretto che può essere di difficile indivi-duazione. Casamicciola ha un marina benattrezzatao in fase di ristrutturazione, ma alminuscolo Monte S. Angelo va la palma dell’ap-prodo più affascinante. Il Canale di Ischia, chesepara Ischia da Procida (più precisamente dal-l’isolotto di Vivara), è largo poco più di 1 miglioe in alcune circostanze le correnti di marea vipossono raggiungere notevole intensità: circa alcentro si trovano le secche delle Formiche.Procida è la meno glamour fra le isole Flegree.Bassa, di natura tufacea, molto fertile, è un giar-dino coltivato a limone e vigneti. Tutto il versan-te settentrionale è orlato da secche e bassi fon-dali e al centro del canale che la separa da CapoMiseno si trova la Secca del Torrione. Sul ver-sante meridionale c’è Chiaiolella, un’insenaturanaturale, protetta all’ingresso da due moli, cheoffre uno scalo piacevole e ben attrezzato. Suquello nord si trovano l’abitato principale, il por-to commerciale e il marina, sede di alcune com-pagnie di noleggio. Poco distante merita di esse-re vista la strepitosa Marina di Corricella.

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Parco sommerso di Baia

LA NATURA

Quest’area marina protetta rappresenta un veroe proprio museo sommerso creatosi a causa difenomeni di bradisismo negativo che ha fattosprofondare la costa compresa tra Punta Cam-panella e Capo Miseno nel corso dei secoli. Aitempi dell’antica Roma qui c’era un’importantemeta di villeggiatura e i resti di questo grandecomplesso “turistico” del mondo antico oggigiacciono in un fondale sabbioso compreso tra i2 ed i 16 m di profondità. Un’immersione consente di ammirare mosaici inottimo stato di conservazione, colonne, resti diedifici, di moli e di peschiere, ma si può osserva-re come queste strutture abbiano offerto ancheil substrato ideale per lo sviluppo di molti orga-nismi marini tra cui briozoi, serpulidi e spugnevariamente colorate, anemoni e nudibranchi. Trale numerose fenditure delle antiche strutturesommerse si possono scorgere polpi e pesci ditana e dalle sabbie dei fondali si erge la Pinnanobilis, il più grande bivalve del Mediterraneo.Da segnalare le immersioni guidate fra i restidella villa Imperiale e il famoso ninfeo di Claudio.

IL PARCO SOMMERSO

Istituita nel 2002, quest’area protetta marino-archeologica si estende per 77 ettari, di cui 21 inzona A. Situata nel golfo di Napoli, interessa iltratto di mare circostante la punta del castellodi Baia fino a punta Epitaffio. L’area è sottopo-sta a tutela dal Ministero dell’Ambiente e dalMinistero dei Beni Culturali per lo straordinariovalore archeologico e ambientale dei fondali. Agiudizio degli archeologi, vi si trovano i repertidi maggior valore dell’area flegrea, mentre l’am-biente marino è in buone condizioni. Attornoalla zona A sono installati i segnalamenti marit-timi (boe gialle a mare e miragli gialli a terra). Èin fase di approvazione il nuovo regolamento.

LE REGOLE

Attività di fruizione

Zona A Zona B Zona C

Balneazione • • •Immersione subacquea • 1 • 2 •3

Navigazionea motore/vela • • 4 •5

Navigazione a remi • • •Ormeggio • • •Ancoraggio • • •Pesca sportiva • 6 • 7 •8

Pesca subacquea in apnea • • •

1 Disciplinate, con i diving autorizzati2 Consentita in apnea3 Consentita in apnea4 Consentita a max 5 nodi a natanti/imbarcazioni5 Consentita a max 5 nodi a natanti/imbarcazioni6 Consentita ai residenti con lenza o canna da terra7 Consentita ai residenti con lenza o canna da terra8 Consentita ai residenti con lenza o canna da terra

Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

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RECAPITI UTILI

Soprintendenza per i beni archeologici delleProvince di Napoli e Caserta (Ente gestore)Castello di Baiavia Castello, 39 – Bacoli, 80135 Napolitel. 081/5233797

Call center Parcotel. 081/372 3760

prenotazioni visitenumero verde 800 902 924

[email protected]

Capitaneria di Porto di Napolitel. 081/2445111

IN BARCA

Oltre ai pontili galleggianti stagionali della stes-sa Baia, affollatissimi, nei pressi dell’area pro-tetta si trova il marina di Maglietta. Poco più asud i pontili galleggianti del porticciolo turisticodi Nisida.

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Parco sommerso di Gaiola

LA NATURA

Come Baia, anche l’isolotto di Gaiola era una lus-sureggiante località di villeggiatura dell’aristocra-zia romana del V secolo a.C. che a seguito del bra-disismo è sprofondata in mare per circa 6 metri. Inorigine si trattava dell’estrema punta di un pro-montorio in cui sorgevano ville e templi i cui restioggi costituiscono il grande patrimonio archeolo-gico dell’area marina protetta. Gli appassionatidella subacquea o dello snorkeling potrannoammirare le meraviglie archeologiche come leantiche peschiere, il ninfeo detto “Scuola di Virgi-lio” e le murature dei bagni della villa dei Pisoni. Di grande valore naturalistico sono inoltre lebiocenosi bentoniche che hanno colonizzato leantiche costruzioni romane; queste offrono unamoltitudine di habitat diversi in cui si sviluppa-no alghe verdi e brune, nelle sommità dellestrutture, e formazioni del precoralligeno comealghe rosse non incrostanti, briozoi, spugne poli-crome nelle pareti delle murature poco esposte.Nei fondali tra Gaiola e la secca di Capo Posilli-po si può osservare il madreporario Cladocoracaespitosa e nella secca di Cavallara sono pre-senti anche gorgonie bianche e gialle.

IL PARCO SOMMERSO

Istituito nel 2002, si estende per 42 ettari dimare, di cui 7 in zona A, e comprende l’area cir-costante l’isolotto della Gaiola e la secca anti-stante Capo Posillipo, all’ingresso del golfo diNapoli. L’area protetta marino-archeologica èstata istituita dal ministero dell’Ambiente e dalministero dei Beni Culturali per tutelare i valoriarcheologici e naturalistici dei fondali, che pre-sentano una grande varietà di habitat. Attornoalla zona A sono installati i segnalamenti marit-timi (boe gialle a mare e miragli gialli a terra). Ilregolamento dell’Ente gestore è in fase diapprovazione.

LE REGOLE

Attività di fruizione Zona A Zona B

Balneazione • •Immersione subacquea •1 •2

Navigazione a motore/vela • •3

Navigazione a remi • •Ormeggio • •Ancoraggio • •Pesca sportiva •4 •5

Pesca subacquea in apnea • •

1 Disciplinate, con i diving autorizzati2 Consentita in apnea3 Consentita a max 5 nodi a natanti/imbarcazioni4 Consentita ai residenti con lenza o canna da terra5 Consentita ai residenti con lenza o canna da terra

Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

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RECAPITI UTILI

Soprintendenza peri beni archeologici delleprovince di Napoli e Caserta (Ente gestore)piazza Museo, 19 – 80135 Napolitel. 081/440166info@areamarinaprotettagaiola.itwww.areamarinaprotettagaiola.it

Capitaneria di Porto di Napolitel. 081/2445111

IN BARCA

L’approdo più vicino è costituito dai pontili gal-leggianti del porticciolo turistico di Nisida, con400 posti fino a 25 m. Napoli è un passo.

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Punta CampanellaArea marina protetta

LA NATURA

Il Promontorio di Punta Campanella offre unpanorama di rara bellezza: la costa è un alter-narsi di falesie a strapiombo, pareti che dolce-mente s’immergono nel mare, baie e profondevalli immersi nella tipica vegetazione mediterra-nea in cui dominano i pini marittimi e gli ulivi.Percorrendo i sentieri si notano resti delle anti-che ville romane, torri di osservazione e santua-ri di grande interesse archeologico.I fondali rocciosi, nei primi metri di profondità,presentano numerose spugne, briozoi e i cusci-netti del madreporario coloniale Cladocora cae-spitosa. A queste quote assume grande rilevan-za a la presenza dei datteri di mare (Lithophagalithophaga), molluschi bivalvi che si annidanonegli strati calcarei scavando delle nicchie. Laspecie, commercialmente molto pregiata, macon una crescita molto lenta, è particolarmenteprotetta e se ne vieta totalmente il prelievo, ladetenzione e la vendita. La pesca clandestina deidatteri di mare infatti comporta la distruzionedelle rocce in cui vivono, con conseguente tota-le desertificazione dei fondali per almeno unaventina d’anni. Particolarmente pregiate per la

ricchezza di vita sono le pareti sommerse degliscogli di Vetara e Vervece sulle quali si sviluppa-no colonie di margherite di mare (Parazoanthusaxinellae), gorgonie gialle e rosse dei generiEunicella e Paramuricea e gli eleganti spirografi(Spirographis spallanzanii). A maggiori profon-dità si segnalano anche diverse colonie di falsocorallo nero (Gerardia savaglia). Tra le mete più affascinanti dove immergersi sisegnalano “Punta di Puolo”, “Lo Scolgglietto diVervece”, la “Secca dei Galli”, “Montalto” e lo“Scoglio Penna”. L’area è stata sottoposta a tutelaper le scogliere sommerse, che pullulano di grottesubacquee o semisommerse di medie e grandidimensioni, paradiso degli appassionati degli sportsubacquei, e i fondali, che costituiscono ancoraoggi l’habitat naturale di numerose specie fra lequali spicca la presenza dell’anfiosso, un organi-smo particolarmente sensibile alle condizioninaturali dell’ambiente in cui vive. Attraverso arca-te sottomarine, le cui volte sono tappezzate dimargherite, e tunnel subacquei si può accederealle favolose grotte dell’Isca e dello Zaffiro dove sipossono ammirare i colori brillanti dell’acqua deilaghetti interni, le formazioni di alabastro, le sta-

lattiti e le stalagmiti. Un bel modo di visitare l’a-rea marina protetta è attraverso il pescaturismograzie al quale si può passare la giornata con ipescatori a bordo dei loro pescherecci e gustare ilpescato cucinato con le ricette marinare locali.

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L’AREA MARINA PROTETTA

Istituita nel 1997 ed estesa per 1.539 ettari, dicui oltre 180 in zona A, l’area protetta interessai fondali della Punta Campanella, estrema pro-paggine della Penisola Sorrentina, che divide lariviera di Sorrento, nel Golfo di Napoli, dallariviera di Positano, nel Golfo di Salerno. La zonaè circondata da località di straordinaria bellezzae importanza storica: siti archeologici e preisto-rici, imponenti torri di avvistamento e borghimarinari. Le zone A sono segnalate da boe gial-le luminose e miragli a terra. Nelle zone B sonopresenti tre corridoi per la navigazione in corri-spondenza del fiordo di Crapolla, della costaantistante lo scoglio di Vetara e delle isole LiGalli. A prescindere da motivi di sicurezza dellanavigazione, tra lo scoglio Scruopolo e la puntaa Ovest di Grotta Matera, è consentito il transi-to a motore a max 5 nodi ai natanti autorizzati.Il nuovo regolamento è in fase di approvazione.

LE REGOLE

Attività di fruizione

Zona A Zona B Zona C

Balneazione • • •Immersione subacquea •1 • •Navigazione • •-•2 •3

Ormeggio • • •Ancoraggio • • •Pesca sportiva • • •Pesca subacquea in apnea • • •

1 Disciplinate, con i diving autorizzati2 Consentita nei corridoi3 Consentita a max 10 nodi a natanti/imbarcazioni

Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

RECAPITI UTILI

Consorzio di gestioneviale Filangieri, 40 – 80061 Massa Lubrense, (NA)tel. 081/8089877

Centro visitetel. 081/[email protected]

Autorità Marittima081/8370226

Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabiatel. 081/78711086

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IN BARCA

Quella di Punta Campanella è una delle costierepiù note d’Italia, meta prediletta sin dall’antichità.L’affascinante Sorrentum dei romani è distesa suun altopiano, facilmente distinguibile dal largo. Ilporto di Marina Piccola, riconoscibile per l’altomuraglione, è oggetto di lavori di ampliamento. Èpossibile ormeggiare alla radice del molo di sovra-flutto, mentre la parte meridionale del bacino èimpraticabile a causa dello scarso fondale. Contempo bello si può ancorare a levante dell’imboc-catura, su 5 metri d’acqua e fondale sabbioso.Doppiato Capo di Sorrento si entra nell’area mari-na protetta. Circa 1 miglio più a sud si incontra lapittoresca Marina di Puolo, che può essere utiliz-zata come rifugio temporaneo. Il porticciolo diMarina della Lobra, 2 miglia più a sud, invece, èadatto solamente a piccole imbarcazioni. Oltre Punta Campanella, sormontata da una tor-re a fasce bianche e nere, si apre la bella l’inse-natura di Ieranto, dove attualmente è consenti-to l’ormeggio solo per le attività di visita guida-ta. 5 miglia più ad est un gruppo di tre isolottiforma Li Galli, dove è prevista l’installazione diun campo boe.

Positano offre appena un molo dove accostareper lo sbarco e l’imbarco dei passeggeri, mamerita senz’altro una sosta alla fonda. Prose-guendo verso levante non ci sono altri portisicuri prima di Salerno. Amalfi, circa a metànavigazione, ha circa 300 posti barca, ma ilridosso è buono solamente con tempo stabile: loscirocco alza risacca e forti raffiche scendonodalla montagna con venti settentrionali. Il portoè difficilmente individuabile dal mare e un buonpunto cospicuo è rappresentato dalla cupoladella cattedrale. Per il transito è riservata unbreve tratto del molo foraneo, nei pressi deldistributore, oppure gli ormeggi privati dotati dicorpi morti.

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Santa Maria di Castellabate (Area marina protetta in corso di istituzione)

LA NATURA

Il tratto costiero dell’area marina protetta pre-senta un paesaggio ricco di insenature, piccolespiagge sabbiose, pareti a picco sul mare e pro-montori. La vegetazione assume i caratteri tipi-ci della macchia mediterranea con mirto, gine-pro, corbezzolo e pino d’Aleppo. Non mancanorari endemismi, come la ginestra del Cilento(Genista cilentina) o la Primula palinura, presen-te sulle rocce costiere e che rappresenta il sim-bolo del Parco Nazionale del Cilento e Valle diDiano che protegge tutto l’entroterra.I fondali presentano popolamenti estremamentericchi e diversificati in cui già a 20 m di profon-dità è possibile ammirare il paesaggio sottoma-rino del coralligeno dominato dai ventagli dellegorgonie, spugne, madrepore e briozoi. Quelliantistanti le spiagge del Pozzillo sono in partericoperti da ampie praterie di Posidonia oceani-ca, che si sviluppa fino a circa 30 metri. I luoghiche richiamano gli appassionati delle immersio-ni sono situati a Punta Tresino, con franate epareti, e al largo di Punta Licosa, in cui vi sonoalcune secche le cui porzioni meno profondepossono essere visitate anche da chi fa solo

snorkeling. Nel corso delle immersioni è inoltrepossibile scorgere resti e reperti archeologicirisalenti all’epoca romana.

IN BARCA

Il Cilento è fra le costiere più belle e meno noted’Italia, impreziosita dall’alternarsi di spiagge,grotte e scogliere a picco, punteggiata da anti-che torri saracene e bagnata da un mare incon-taminato. Si può facilmente raggiungere dallavicina Salerno. Castellabate, forse la cittadinapiù elegante della costiera, è la migliore baseper raggiungere Punta Licosa, il cuore della nuo-va riserva. L’isola omonima è fronteggiata dasecche e scogli e va doppiata a più di mezzomiglio di distanza. Con sole 8 miglia di naviga-zione verso sud si guadagna il borgo di Acciaro-li, dove Hemingway avrebbe trovato l’ispirazioneper “Il vecchio e il mare”. Il porto offre un otti-mo ridosso, anche se lo scirocco alza risacca(attenzione a due secche molto pericolose situa-te a est sud-est dell’imboccatura). Procedendoverso nord, invece, si raggiunge il borgo marina-ro di origine bizantina di Agropoli, capace dioffrire atmosfere d’altri tempi. Il porto è attrez-

zato con pontili galleggianti comunali ed altriormeggi gestiti dalla Lega Navale e dai privati.Da qui si può arrivare a Paestum; con bel temposi può ancorare di fronte alla spiaggia situatanei pressi della foce del fiume Sele e con unapasseggiata di 1 chilometro arrivare al comples-so archeologico.

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Costa degli Infreschi e della Masseta (Area marina protetta in corso di istituzione)

LA NATURA

Il tratto costiero dell’area marina fa ancora partedel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.Esso è ritenuto tra i più spettacolari paesagginaturalistici del Mediterraneo, ricco di falesie,cale, spiagge isolate, numerose grotte di originecarsica, sia sommerse che sopra il livello del mare.La più nota è la Grotta dell’Alabastro, accessi-bile attraverso un percorso subacqueo al ter-mine del quale si possono ammirare le saleinterne con le ricche di formazioni di alaba-stro, stalattiti e stalagmiti.La complessa morfologia della costa si riflettenella grande ricchezza dei popolamenti marini.I fondali detritici sono colonizzati da distese diPosidonia oceanica in cui è facile notare le nac-chere (Pinna nobilis); sulle pareti e franateinvece si sviluppano le biocenosi del corallige-no. Tra i 30 e i 40 m sono presenti anche ramidi corallo rosso (Corallium rubrum) che possonoessere ammirati alla “Secca Piccola”, punto diimmersione al largo della Punta degli Infreschi.Altre possibilità per le visite subacquee sono“Cala Monti di Luna”, dove le margherite dimare tappezzano le pareti di un grande arco

sommerso ed è possibile ammirare i grandiventagli di Paramuricea clavata.

IN BARCA

La successione di alte scogliere accompagna lanavigazione da Palinuro verso Marina di Came-rota. Il porto è situato a ridosso dell’area marinaprotetta ed è ottimamente ridossato. Facendoviingresso va prestata attenzione all’allevamentoittico a sud dell’imboccatura. Una cooperativagestisce alcuni pontili galleggianti ben attrezza-ti, ma sempre affollati. Proseguendo verso suds’incontrano le belle Cala Monte di Luna, con lesue rocce argentate, e l’ampia Cala Bianca.Da non perdere infine una visita alla stupendaed isolata spiaggia di Cala degli Infreschi, chepuò essere raggiunta solo dal mare e deve ilnome alle freschissime sorgenti d’acqua dolce.La cala, di forma quasi circolare, è bagnata daun mare cristallino e impreziosita da una grotta.Verso nordest si aprono alcune baie dovesostare per il bagno; poco oltre ci sono il pit-toresco paesino di Scario, che si estende lungoil porto (ingresso pericoloso con forti ventimeridionali), e la deliziosa cittadina di Maratea.

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Isola di UsticaArea marina protetta

LA NATURA

Ustica è un vero paradiso per i subacquei e perchi pratica lo snorkeling. Il paesaggio sottoma-rino è dominato da pareti che cadono nel bluprofondo, secche che risalgono verso la superfi-cie e numerose grotte marine. A partire dai 25-30 metri di profondità si sviluppano i popola-menti del coralligeno con le spettacolari gorgo-nie gialle del genere Eunicella e quelle rosse,tante specie di coloratissimi poriferi o le splen-dide colonie di corallo rosso (Corallium rubrum)e falso corallo nero (Gerardia savaglia).L’effetto riserva dell’area marina protetta hapermesso un incremento della fauna ittica com-posta da saraghi, orate, scorfani e tanti esem-plari di cernie che in passato erano quasi scom-parse. Tra i moltissimi punti dove è possibileammirare le ricchezze sommerse dell’area mari-na protetta si segnalano la Grotta dell’Accade-mia, Capo S. Paolo, Punta Galera con la suaGrotta dei Gamberi, Secchiello e la Secca dellaCombaia. C’è inoltre un itinerario archeologicosubacqueo a Punta Cavazzi.

L’AREA MARINA PROTETTA

Ustica si trova nel basso Tirreno, a circa 36miglia dalla costa palermitana. L’isola è protettaa causa della posizione geografica, al centro delMediterraneo, che rende i fondali un paradisoecologico e naturalistico. Istituita nel 1986, è ladecana delle Aree marine Protette, e si estendeper 15.951 ettari, di cui 60 nella zona A, segna-lata da boe gialle luminose e miragli gialli a ter-ra. Attualmente il funzionamento della riservavive gravi difficoltà, a causa di problemi ammi-nistrativi, culminati nel passaggio provvisoriodella gestione dal Comune di Ustica alla Capita-neria di Porto di Palermo.

LE REGOLE

Attività di fruizione

Zona A Zona B Zona C

Balneazione •-• • •Immersione subacquea • • •Navigazione • • •Ormeggio • • •Ancoraggio • • •Pesca sportiva • • •Pesca subacqueain apnea • • •

1 consentita a Cala Sidoti e a La Caletta

Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

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RECAPITI UTILI

Capitaneria di Porto di Palermo via F. Crispi, 153 – 90139 Palermotel. 091/6043111

Centro Accoglienzatel. 091/8449456www.amp.ustica.it

IN BARCA

Il porticciolo della capostipite delle riserve ita-liane non offre che pochi posti sulla banchinaentrando a dritta, letteralmente presi d’assedio.Ma la bellezza dell’isola merita senz’altro l’even-tuale disagio della sosta alla fonda. Alla sera sipuò attraccare all’esterno, sulla nuova banchinariservata ai traghetti e realizzata alla radice del-la diga foranea. La banchina carburante haappena 2 metri di fondo. La navigazione e lasosta è consentita in zona B; in zona A è per-messa la balneazione, con accesso da terra, allaCaletta e a Cala Sidoti.

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Capo Gallo - Isola delle FemmineArea marina protetta

LA NATURA

Il tratto costiero del promontorio di Capo Galloè caratterizzato da un’ampia falesia calcarearicca di grotte marine originatesi da fenomenicarsici. Nonostante la vicinanza con il Golfo diPalermo, i fondali sono integri e ricchi di comu-nità vegetali e animali. Lungo il litorale si nota-no i “marciapiedi a vermeti”, presenti solo inSicilia nord-occidentale e alle Isole Pelagie. Si tratta di cornici calcaree di grande spessoreoriginate dalla saldatura dei gusci cilindrici etortuosi di un gasteropode (Dendropomapetraeum), che rivestono una notevole impor-tanza ecologica, tanto da essere paragonate apiccole barriere coralline.I fondali sabbiosi sono colonizzati da posidonie-ti in cui vi sono i rari e protetti esemplari di nac-chere. I substrati rocciosi ospitano biocenosibentoniche con madrepore coloniali, gorgonierosse e le rare colonie di corallo rosso (Coralliumrubrum). Negli anfratti si possono scorgere cer-nie, corvine, coloratissime donzelle pavonine egrandi aragoste. Va segnalata inoltre la presen-za rarissima dell’anfiosso (Branchiostoma lan-ceolatum). Per i subacquei si segnalano la Grotta

dell’Olio, con le pareti tappezzate di coralligeno,il relitto dello Junker tedesco della II GuerraMondiale, dimora di gronchi e murene, e la Sec-ca Palidda.

L’AREA MARINA PROTETTA

Istituita nel 2002 ed estesa per 2.173 ettari, dicui 77 in zona A, la riserva comprende parte delgolfo di Palermo e della Baia di Carini e interes-sa la costa di Capo Gallo e dell’isola delle Fem-mine, disabitata, sormontata da una torre diroc-cata del XVI secolo. Le zone A sono segnalatecon boe a mare e miragli a terra, muniti di lam-peggiante notturno.

LE REGOLE

Attività di fruizione

Zona A Zona B Zona C

Balneazione • • •Immersione subacquea • • •Navigazione a motore • •1 •2

Navigazione a vela/remi • • •Ormeggio • • •Ancoraggio • • •Pesca sportiva • •3 •4

Pesca subacquea in apnea • • •

1 Consentita a 5 nodi a natanti2 Consentita a 10 nodi a natanti/imbarcazioni3 Disciplinata da fermo con lenza e canna senza mulinello4 Disciplinata da fermo con lenza e canna senza mulinello

Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

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RECAPITI UTILI

Capitaneria di Porto di Palermo (Ente gestore)via F. Crispi, 153 - 90139 Palermotel. 091/582944

Comune di Palermo, Gruppo Parchi e Riservevia dello Spirito Santo, 37tel. 091/6127511

LIPUtel. 091/8616167info@ampcapogallo-isola.orgwww.comune.palermo.itwww.ampcapogallo-isola.org

Ufficio Locale Marittimo Isola delle Femminetel. 091/8677775

Ufficio Locale Marittimo Mondello (Palermo)tel. 091/455313

IN BARCA

Nell’area marina protetta rientra anche l’Isoladelle Femmine, già riserva naturale orientata,disabitata, sormontata da una torre quadrango-lare, posta circa 3 miglia ad ovest di Capo Gallo.Il porticciolo che la fronteggia sulla costa ètotalmente ingombro di barche da pesca. Il molodi Sferracavallo, poco più a nord, ha invecepescaggi molto limitati. In alternativa si puòsostare alla fonda davanti a Fossa del Gallo, mal’unico ormeggio sicuro è offerto dal marina diVilla Igiea, nei pressi di Palermo, con oltre 60posti dedicati al transito e tutti i servizi. Da quinon si può mancare una visita all’Isola di Ustica.

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Isole EgadiArea marina protetta

LA NATURA

Ogni isola dell’Arcipelago presenta le sue pecu-liarità paesaggistiche: Favignana ha la parteorientale pianeggiante, ricca di spiagge e calet-te, mentre il versante occidentale presenta costealte e rocciose. Le isole di Marettimo e Levanzohanno una natura spiccatamente montuosa concoste alte e scoscese e sono soprannominate le“Dolomiti nell’azzurro mare”. La vegetazione del-l’arcipelago è costituita da macchia mediterra-nea. Sono state censite oltre 500 specie di pian-te comprendenti arbusti di leccio, erica arborea,cisto, senecio e un piccolo bosco di pini d’Alep-po oltre a numerosi endemismi e specie rarecome il cavolo delle Egadi (Brassica macrocar-pa), il bupleuro di Marettimo (Bupleurumdianthifolium), la scilla di Ugo (Scilla hughii) e ilgarofano delle rocce (Dianthus rupicola).Grazie alle condizioni idrodinamiche e alla diver-sa natura geologica dei substrati, le acque del-l’Arcipelago sono tra le più limpide e ricche dispecie animali e vegetali del Mediterraneo. Lerocce più compatte di Levanzo e Marettimo favo-riscono l’insediamento entro i 30-40 metri diprofondità della vegetazione amante della luce,

in cui predominano le alghe brune del genereCystoseira, mentre il substrato facilmente erodi-bile e sabbioso di Favignana sono ideali per l’in-sediamento della Posidonia oceanica che cresceanche a profondità superiori ai 40 metri. Altraspecie comune in questi fondali è la Pinna nobilisil più grande mollusco bivalve del Mediterraneo.Il coralligeno si sviluppa oltre i 30-40m, maanche in ambienti meno illuminati più vicini allasuperficie è possibile ammirare coloratissimespugne ed alghe incrostanti, numerose coloniedi antozoi e il falso corallo (Myriapora truncata).L’arcipelago offre numerosi punti d’immersionein cui si possono osservare tutti gli ambientipossibili, dalle grotte sommerse tappezzate dispugne e margherite di mare, alle pareti vertica-li, alle franate dove trovano rifugio cernie, gron-chi e aragoste e un ricchissimo patrimonioarcheologico fra cui i resti delle navi affondatedurante la celebre battaglia delle Egadi del 241a.C. tra Romani e Cartaginesi. Le cooperative dipescatori organizzano visite guidate alla scoper-ta delle centinaia di grotte emerse e semisom-merse di Marettimo e Levanzo, e attività dipescaturismo.

L’area marina protettaIstituita nel 1991, è la più grande riserva marinad’Italia, con 53.992 ettari, di cui ben 1.067 inzona A. L’arcipelago, situato a 8 km dalla costaoccidentale della Sicilia, comprende le isole cal-caree di Favignana, Levanzo e Marettimo, l’iso-lotto di Formica, lo scoglio di Maraone e lo sco-glio di Porcelli. Attualmente il funzionamentodella riserva vive alcune difficoltà, a causa diproblemi amministrativi e ipotesi di cambio del-la gestione. Le zone A dell’Area marina Protettasono delimitate da segnalamenti marittimi (boegialle a mare e miragli gialli a terra). Il nuovoregolamento è in fase di approvazione.

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LE REGOLE

Attività Zona Zona Zona Zonadi fruizione A B C D

Balneazione • • • C•Immersione subacquea • • • •Navigazione •-•1 • 2 • •Ormeggio •-•3 • 4 • •Ancoraggio • • 5 • •Pesca sportiva • • • •Pesca subacquea in apnea • • • •

1 Consentita a Marettimo ai natanti dei residenti2 Consentita oltre i 500 m dalla costa per i non residenti;

consentita ai natanti dei residenti3 Consentito a Marettimo ai natanti dei residenti4 Consentito oltre i 500 m dalla costa per i non residenti;

consentito ai natanti dei residenti5 Consentito oltre i 500 m dalla costa per i non residenti;

consentito ai natanti dei residenti

Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

RECAPITI UTILI

Ente Gestore: Comune di Favignana SedePalazzo Floriovia Florio, 1 - 91023 Favignanatel. 0923/922585

Centro visite di Levanzotel. 0923/924089

Centro visite di Marettimo0923/[email protected] www.ampegadi.it

Capitaneria di Porto di Trapanitel. 0923/28900

IN BARCA

Situate esattamente a metà fra l’Isola di Usticae quella di Pantelleria rappresentano lo scaloideale per la navigazione verso sud del Mediter-raneo. Tre isole principali, alcuni scogli minori,un mare incontaminato. Levanzo è la prima chesi incontra venendo da nord e la meno conosciu-ta. Tutta la costa occidentale rientra nella zonadi tutela integrale ed è interdetta alla naviga-zione, per cui gli unici ancoraggi sono quellimeridionali. Un paio d’imbarcazioni possonoanche attraccare alla testata del molo del por-ticciolo di Cala Dogana, oppure si può sostarenell’adiacente Cala Fredda. Fra Levanzo e Favignana si possono ammirare gliisolotti Maraone e Formica, dove si trova un’an-tica tonnara restaurata. Il porto dell’isola mag-giore è in realtà un golfo parzialmente protettoda un molo dove attracca la nave. I posti dispo-nibili sono pochi e in alternativa si sta all’anco-ra davanti alla spiaggia. La costa presenta varieinsenature dove fare il bagno o passare la notte.La più celebre è Cala Rossa, un cristallo di marecolor turchese acceso, incastonato in una corni-ce di tufo a picco sul mare. Deve il nome ad una

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delle più cruente battaglie della Prima guerraPunica, vinta nel 241 a. C. da Lutezio Catulo, inseguito alla quale l’acqua rimase insanguinataper diversi giorni. Con venti meridionali va benela meno affollata Calazza, appena ad ovest diPunta Faraglione, con venti settentrionali siripara fra l’isolotto del Preveto e la costa o aCala Azzurra.Marittimo è l’isola più occidentale dell’arcipela-go, esposta a tutti i venti, che accelerano lungoi pendii e scendono rafficati sulla costa. Il peri-plo dell’isola è in gran parte precluso ai non resi-denti, ma può essere compiuto noleggiando unabarca locale. È interessantissimo. Lo Scalo Vec-chio, rivolto a nord, ha fondali bassi ed è quasitotalmente ingombro di barche da pesca. AlloScalo Nuovo, che si apre a sud, si può sostaretranquillamente con tempo bello. Per il bagnoconviene ancorare nei pressi di Punta Troia,facilmente identificabile per una fortezza spa-gnola del seicento. A mezzogiorno entrate nellavicina Grotta del Cammello per ammirare la lucedel sole che, attraverso una fenditura nella roc-cia illumina l’acqua donandole trasparenzeinimmaginabili.

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Plemmirio Area marina protetta

LA NATURA

Particolari processi geologici hanno caratteriz-zato la morfologia costiera che si presenta orabassa, con piccole spiagge, ora alta e frastaglia-ta. La flora è quella tipica del Mediterraneo, conmacchia a netta prevalenza di palma nana; nel-le zone meno esposte e più umide è presenteuna vegetazione a lentisco e mirto. Lungo lescogliere affioranti si possono notare i “marcia-piedi a vermeti”, che ricordano delle piccole bar-riere coralline dei mari tropicali. I fondali bassiinvece sono colonizzati da praterie di Posidoniain cui crescono i grandi esemplari di Pinna nobi-lis. Sui substrati rocciosi più in profondità si svi-luppa una grande ricchezza di popolamentilegati al coralligeno, con prevalenza di marghe-rite di mare, spirografi, spugne, briozoi, cicale dimare, nudibranchi e moltissime specie di pesci. Gli appassionati di speleologia sono attratti dal-le numerose grotte sommerse: affascinanti leimmersioni guidate a quella di Capo Meli, delleStalattiti, del Plemmirio e delle Corvine. È possi-bile osservare grandi pesci pelagici come tonni,ricciole e squali ed anche i cetacei del Mediter-raneo come il tursiope, la stenella, il grampo, il

delfino comune, la balenottera comune e ilcapodoglio.

L’AREA MARINA PROTETTA

Istituita nel gennaio 2005 ed estesa per 2.429ettari, di cui 113 in zona A, si trova a pochi chi-lometri a Sud della città di Siracusa, lungo laPenisola della Maddalena, nel tratto compresotra Capo Castelluccio e Capo Murro di Porco.Include il sistema di grotte sommerse dovuteall’abrasione marina. La zona A è delimitata daappositi segnalamenti marittimi. Il nuovo rego-lamento è attualmente in fase di approvazione.L’area è anche riconosciuta ASPIM (area special-mente protetta di importanza mediterranea) aisensi della Convenzione di Barcellona delleNazioni Unite.

LE REGOLE

Attività di fruizione

Zona A Zona B Zona C

Balneazione • • •Immersione subacquea • 1 • •Navigazione a motore • • 2 • 3

Navigazione a vela/remi • • •Ormeggio • • •Ancoraggio • • •Pesca sportiva • • •-•4

Pesca subacquea in apnea • • •

1 Visite guidate autorizzate2 Consentita a 5 nodi natanti/imbarcazioni3 Consentita a 10 nodi natanti/imbarcazioni4 Autorizzata ai non residenti

Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

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RECAPITI UTILI

Consorzio di gestione Plemmirio via Necropoli del Fusco, 7 - 96100 Siracusa (SR)tel. 0931/449310 [email protected]

Capitaneria di Porto di Siracusa tel. 0931/481011

IN BARCA

Fra le zone B e C della riserva si trovano ben 400punti di ormeggio per le imbarcazioni, sia sulversante nord, sia su quello meridionale. Alleboe ber natanti è consentito l’attracco fino a 4unità; quelle per imbarcazioni sono per singoliscafi. 4 miglia più a nord si trova Siracusa, conil Porto Grande, l’approdo del Marina Yachting eil Porto Piccolo.

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Isole CiclopiArea marina protetta

LA NATURA

I faraglioni basaltici di fronte al Porto di AciTrezza, Lachea, il Faraglione grande, il Faraglio-ne piccolo e altri quattro grossi scogli dispostiad arco fino a lambire la costa, rappresentano ilpatrimonio naturalistico dell’area marina pro-tetta, che rappresenta un’importante zona dicontatto tra i popolamenti dei bacini ionico etirrenico. I fondali sabbiosi, colonizzati da fane-rogame marine come la Posidonia oceanica eCymodocea nodosa, sono presenti tra il Porto diAci Trezza e l’isola Lachea. Sulle superfici roccio-se, sono abbondanti le cinture algali di Cystosei-ra fino a 30 m di profondità. Nelle zone menoilluminate domina il coralligeno con spugne,gorgonie gialle e rosse, bellissimi briozoi, come iltrina di mare (Sertella septentrionalis) e il falsocorallo (Myriapora truncata), e crinoidei, come igigli di mare (Antedon mediterranea) dalle lun-ghe e sottili braccia piumate.È facile incontrare pesci di grosse dimensionicome cernie, saraghi, orate, mormore, murene eil coloratissimo pesce pappagallo (Sparisomacretese). Tra i vari siti d’immersione si segnala laCasa del Principe, I Panettoni, Punta Aguzza e il

percorso archeologico nei fondali di Capo Molini.I pescherecci sono disponibili per effettuare ilpescaturismo.

L’AREA MARINA PROTETTA

Istituita nel 1989, la riserva si trova davanti adAci Castello (Catania), e conta 622 ettari. Inzona A la balneazione è consentita ad ovest del-l’Isola Lachea e nel tratto di mare che circondaPunta Cornera per un’estensione di 30 m dallacosta. L’accesso in zona B e C di natanti e imbar-cazioni di non residenti, se privi di dispositiviecologici, è consentito solo lungo rotte fissatedalla Capitaneria per accedere a porti e campiormeggio. In zona C è vietato l’ancoraggio fra ilporto di Aci Castello e i faraglioni piccoli. È infunzione un sistema di webcams per il controllodella costa fra Acitrezza e Capo Molini. Il nuovoregolamento è in fase di approvazione.

LE REGOLE

Attività di fruizione

Zona A Zona B Zona C

Balneazione • • •Immersione subacquea • • •Navigazione a motore • • 1 • 2

Navigazione a vela/remi • 3 • •Ormeggio • • •Ancoraggio • • •Pesca sportiva • • 4 • 5

Pesca subacquea in apnea • • •

1 Consentita a 5 nodi a natanti/imbarcazioni2 Consentita a 10 nodi a natanti/imbarcazioni3 Consentita ai natanti a remi4 Disciplinata, con lenza e canna, per i soli residenti5 Disciplinata, con lenza e canna

Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

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RECAPITI UTILI

Consorzio di gestioneMunicipio di Aci Castellovia Dante, 28 – 95021 Aci Castellotel. 095/7117322

Centro visite di Acitrezzavia Provinciale 226tel. 095/[email protected]

Capitaneria di Porto Cataniatel. 095/7474111

IN BARCA

Poco a nord di Catania, il borgo di Acitrezzafronteggia le schegge di lava nera che costitui-scono il minuscolo arcipelago delle Ciclopi. Leimbarcazioni possono ormeggiare alla radice delmolo sud e alla banchina ovest, fino allo scalo dialaggio. È comunque vietato l’ingresso agli sca-fi superiori a 18 metri di lunghezza. Il rifugio piùvicino è Porto Ulisse (Ognina), un porticciolopeschereccio situato poco a nord di Catania.L’ingresso è difficilmente localizzabile, anche digiorno. Il molo foraneo si protende a partire daun grande edificio color marrone. Non c’è carbu-rante in banchina.

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Isole PelagieArea marina protetta

LA NATURA

Un paesaggio costiero ricco di insenature esplendide spiagge e gli splendidi colori dei fon-dali sono gli elementi di maggior richiamo pergli amanti del mare che decidono di visitarequesta area marina protetta. L’ottima qualitàdelle acque è testimoniata dalle praterie di Posi-donia che qui sono molto estese già a partire da3-4 metri di profondità. Nelle scogliere in super-ficie si possono osservare il “trottoir” a vermeti- le cornici calcaree originate dalla saldatura deigusci cilindrici di un gasteropode - cinture alga-li di Cystoseira ed incrostazioni dell’alga calca-rea Lithophyllum papillosum. La Spiaggia dei Conigli di Lampedusa rappresen-ta un luogo d’importanza ecologica fondamenta-le: è questo, infatti, uno dei pochi siti certi di tut-ta Italia in cui la tartaruga marina depone le sueuova. La presenza della Caretta caretta è gestitada Legambiente, a Lampedusa, e da un centro direcupero allestito dal CTS a Linosa. Le acque del-l’Isola sono inoltre frequentate da molte specie dicetacei, tra cui una popolazione residente di tur-siope, il delfino comune e la balenottera comuneche passa per il Canale di Sicilia in primavera.Visitando i fondali di Taccio Vecchio e Capo Gre-

cale, a Lampedusa, i Faraglioni la Secchitella, aLinosa, si possono ammirare le pareti rocciosecolonizzate da eleganti spirografi, madreporari,briozoi e abitate da magnose, aragoste, nudi-branchi e grandi cernie, murene e gronghi epesci pappagallo. I subacquei più arditi e fortu-nati possono incontrare squali martello e squaligrigi all’isolotto di Lampione. Nell’area marinaprotetta infine sono molto attivi i servizi di wha-le watching e pesca turismo.

L’AREA MARINA PROTETTA

Istituita nel 2002 ed estesa per 4.136 ettari, dicui 80 in zona A, la riserva si trova in posizionecentrale nel Canale di Sicilia, a circa 200 chilo-metri dalle coste italiane e 110 chilometri daquelle tunisine. L’arcipelago delle Pelagie ècostituito da tre isole molto distanti tra loro:Lampedusa, la maggiore, l’isolotto disabitato diLampione e la vulcanica Linosa. La parte emersaè tutelata da due riserve regionali, gestite dallaLegambiente a Lampedusa e dal Corpo Foresta-le a Linosa. I segnalamenti marittimi (boe giallea mare e miragli gialli a terra) delle zone A sonoistallati sia a Lampedusa che a Linosa. Con con-dizioni meteo-marine avverse, sulla base del-

l’avviso della Capitaneria di Porto, è consentitol’accesso agli approdi di Pozzolana e Mannaraz-za a Linosa e di Cala Creta a Lampedusa, ainatanti, alle imbarcazioni e alle navi in transito.

LE REGOLE

Attività di fruizione

Zona A Zona B Zona C

Balneazione •-•1 • •Immersione subacquea • • •Navigazione a motore • •2 •3

Navigazione a vela/remi • • •Ormeggio • • •Ancoraggio • • •Pesca sportiva • •4 •Pesca subacquea in apnea • • •

1 Disciplinata alla spiaggia dei Conigli2 Consentita a 5 nodi a natanti/imbarcazioni3 Consentita a 10 nodi a natanti/imbarcazioni4 Consentita ai residenti con lenza e canna

Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

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RECAPITI UTILI

Comune di Lampedusa e Linosa (Ente gestore)via Roma, 36 – 92010 Lampedusa (AG) tel. 0922/975780

Sede di Linosa: delegazione comunaletel. 0922/972504

Legambiente Siciliatel. 091/[email protected]

Capitaneria di Porto di Porto Empedocle tel. 0922/636640

IN BARCA

Estremo paradiso d’Italia, con nulla da invidiarealle più note località tropicali, le Isole Pelagiesono situate al Centro del Canale di Sicilia, pocopiù a sud di Tunisi. Recentemente divenute areamarina protetta, conservano ancora la naturaincontaminata e le atmosfere di un tempo, inclu-se le colonie di tartarughe marine. Lampedusa, lamaggiore, si presenta come un piatto tavolato,brullo e spazzato dal vento, con la costa setten-trionale alta e frastagliata e quella meridionalepiù dolce ed ospitale. Il porto è costituita daun’ampia rada divisa in tre seni, tutti semprepiuttosto ingombri. Tutta l’isola offre scenari sen-za pari. Assolutamente straordinaria la cala deli-mitata dall’Isola dei Conigli, ma meritano unoscalo Cala Greca e Cala Madonna. Cala Pisana, sulversante est, offe una valida alternativa per l’or-meggio. Circumnavigando l’isola si deve prestareattenzione al cosiddetto “Marrobbio”, una sortadi corrente di marea della durata di pochi minuti,ma che può raggiungere anche i 2 metri. E piùfrequente in primavera, ma neanche i pescatorisanno prevederla con esattezza. Per quantoriguarda il regime dei venti, in estate prevale il

sud-est, che raggiunge mediamente i 20-25 nodie può facilmente arrivare a 30. A 60 miglia da Malta, completamente fuori dalMondo, si trova Linosa, caratterizzata per i colorivivaci, nelle rocce come nelle facciate delle casedei pescatori. Sull’isola si circola solamente a pie-di, in bicicletta o con un motorino preso a noleg-gio. Il porticciolo di Scalo Vecchio, inaccessibilecon lo scirocco, può ospitare poche imbarcazioni,comunque al di sotto dei 14 metri. Cala Pozzola-na di Ponente, sul versante nord-occidentale,offre una valida alternativa di attracco in unoscenario incredibile di rocce color ocra. Qui c’èl’unica spiaggia di Linosa, dove le tartarughe van-no a deporre le uova. Con venti meridionali si puòancorare a cala Mannarazzo, sul versante nord.Ovunque si ancori non si può non sbarcare a ter-ra per quello che più che una passeggiata si rive-la un viaggio nella storia del Mediterraneo.

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Isola di Pantelleria(Area marina protetta in corso di istituzione)

LA NATURA

Pantelleria è soprannominata la “perla nera delMediterraneo” per il colore nero delle colatelaviche, che, rimodellate e cesellate dal vento edal mare, hanno creato un paesaggio costiero distraordinaria bellezza. Calette, faraglioni esplendidi archi, che sott’acqua offrono fondali digrande valore naturalistico sin dalla superficie,dove si possono trovare esemplari di patellagigante (Patella ferruginea). I popolamentivegetali comprendono le alghe corallinaceeincrostanti, come Lithophyllum incrustans eLithophyllum lichenoides, oltre a Polysiphoniaserularioides, che colonizza i tratti più esposti almoto ondoso. Tante le specie ittiche, con cernie,murene, dentici e il passaggio di ricciole, pala-mite e tonnetti.I fondali ripidi di punta Spadillo e punta Tracino,la Fossa grande e L’arco delle Elefante – il sim-bolo dell’isola – sono i luoghi più interessantiper le immersioni. Qui si può ammirare la splen-dida fauna associata al coralligeno con gorgonierosse, spugne incrostanti e le colonie gialloarancione di Astroides calycularis di grandidimensioni. Da non perdere il percorso archeolo-

gico subacqueo di Cala Gadir, dove ancore eanfore sono adeguatamente segnalate, o il girodell’isola per visitare le numerose grotte che siaprono nei costoni lavici lungo la costa.

IN BARCA

Situata al centro del Mediterraneo Pantelleria èottimo scalo intermedio tra Africa e Sicilia Èanche detta l’isola del vento, che si fan sentirenotevolmente durante tutto l’anno, rendendolafresca anche durante la torrida stagione estiva.Il porto grande, mai terminato, non offre alcunservizio a parte il ridosso nella parte più interna,dove si può tentare di attraccare a pochi mal-messi pontili. Il porto vecchio offre una banchi-na pubblica con manichetta d’acqua. L’accesso èconsentito solo di giorno ed è bene verificareprima il posizionamento dei vari pericoli a pelod’acqua.

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Capo Rizzuto Area marina protetta

LA NATURA

I 36 km del tratto costiero sono caratterizzatidalla presenza di otto promontori, da terrazzi diorigine marina e di formazioni calcarenitiche cherendono i fondali di modesta profondità fino aduna distanza di 600-800m dalla costa. Si registraun’elevata ricchezza di popolamenti algali, inparticolare del genere Cystoseira, e dense prate-rie di fanerogame marine, Posidonia oceanica eCymodocea nodosa, che rappresentano l’habitatperfetto per molti organismi marini tra cui gran-di esemplari di Pinna nobilis e una moltitudine dipesci tra cui i rari e bellissimi cavallucci marini,donzelle, sciarrani e i pesci pappagallo. Estesitratti di costa, fra i 5 e i 25m di profondità, pre-sentano numerose colonie della madrepora Cla-docora caespitosa. Le estese secche al largo di LeCastelle e Capo Rizzuto e il relitto del Bengalasono mete ideali per i subacquei per ammirarearagoste, cicale di mare, scorfani, gronchi, cerniee il passaggio di grandi pelagici come barracudae ricciole. È poi possibile osservare i fondali bas-si della riserva a bordo di battelli con chiglia tra-sparente. Si possono infine effettuare escursioniin barca a vela e attività di pescaturismo.

L’AREA MARINA PROTETTA

Interessa la costa dei comuni di Crotone e IsolaCapo Rizzuto, fra Capo Colonna e Le Castella,fino all’isobata dei 100 m. Istituita nel 1991, peruna superficie di 14.721 ettari, di cui 585 nellezone A, segnalate da boe gialle luminose e mira-gli a terra. È stata sottoposta a protezione per ifondali bassi, scolpiti da terrazzi marini degra-danti verso lo Ionio, che ospitano una grandevarietà di specie ittiche e algali, folti Cistoseire-ti e estese praterie di Posidonia oceanica, eCymodocea nodosa.

LE REGOLE

Attività di fruizione

Zona A Zona B Zona C

Balneazione • • •Immersione subacquea • • •Navigazione a motore • • 1 •2

Navigazione a vela/remi • • •Ormeggio • • •Ancoraggio • • •Pesca sportiva • •-•3 •-•4

Pesca subacquea in apnea • • •

1 Consentita a 5 nodi a natanti/imbarcazioni2 Consentita a 10 nodi a natanti/imbarcazioni3 consentita con lenza e canna da fermo4 consentita con lenza e canna da fermo

Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

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RECAPITI UTILI

Provincia di Crotone (Ente gestore)via C. Colombo – 88900 Crotonetel. 0962/665254

Centro visite Castello Aragonesepiazza Uccialli 88841 Le Castella - Isola di Capo Rizzutotel. 0962/795511segreteria@riservamarinacaporizzuto.itwww.riservamarinacaporizzuto.it

Capitaneria di Porto di Crotonetel. 0962/20721

IN BARCA

15 miglia a nord dell’area marina protetta diCapo Rizzuto si trova il porto di Crotone, rinno-vato con la creazione di una banchina turistica,Porto Ulisse, dotata di corpi morti, acqua, cor-rente, travel lift, carburanti. La darsena dellaLega Navale, entrando a sinistra, invece, nor-malmente non ha posti per il transito. All’inter-no del perimetro della riserva si trova il portic-ciolo di Le Castella, situato a 0,33 miglia ad estdell’omonimo fortilizio aragonese. Entrando ci sideve tenere discosti dal promontorio che fungeda diga foranea e navigare al centro del canaledi accesso. Non vi sono segnalamenti notturni. Ilbacino ha fondali di soli 2 metri che degradanoverso nord, ma il ridosso è eccellente. Ci sonodelle prese d’acqua, mentre per il carburante cisi rifornisce da un’autobotte.

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Porto CesareoArea marina protetta

LA NATURA

Il litorale della riserva si presenta sabbioso, condiversi tratti frastagliati caratterizzati da terraz-zi marini. Numerosi isolotti e scogli affioranodalle acque, fra i quali l’Isola dei Conigli cheprotegge il porticciolo di Porto Cesareo. Le dunecostiere ospitano una ricca vegetazione arbusti-va di ben 200 diverse specie, tra cui il limoniosalentino, tipica del litorale pugliese, che contri-buiscono alla difesa delle coste. Molto interessanti e vari sono i fondali, dovesono state censite ben 12 biocenosi diversecomprendenti praterie di Posidonia oceanica,davanti alla penisola della Strea, il coralligenopresente nei fondali rocciosi, la presenza di for-mazioni madreporiche di Cladocora caespitosa ei popolamenti marini delle numerose grottesommerse. Nei fondali sabbiosi della Baia de LaStrea, invece è presente una biocenosi di tiposub tropicale caratterizzato dalla presenza dellaspugna Geodia Cydonium dalla forma moltosimile a un cervello umano che offre rifugio anumerose specie animali. Vi sono almeno 40grotte marine di origine carsica in cui ammirarela flora e fauna marina tramite le immersioni

guidate. Cooperative di pescatori convenzionatecon l’ente gestore, infine, permettono di effet-tuare attività di Pescaturismo.

L’AREA MARINA PROTETTA

L’Area marina Protetta, istituita nel 1997, siestende per 16.654 ettari, di cui 173 in zona A,segnalata da boe gialle luminose. Interessa ilterritorio costiero dei comuni di Porto Cesareo eNardò, fra cui l’isola Grande, detta dei Conigli. Èprevisto l’ampliamento della riserva alla vicinaarea di Porto Selvaggio, un tratto di costa incon-taminato. La navigazione è consentita a massi-mo 10 nodi nella fascia di mare prospiciente l’a-rea marina protetta, per una larghezza di 1.000metri a partire dal confine dell’area.

LE REGOLE

Attività di fruizione

Zona A Zona B Zona C

Balneazione • • •Immersione subacquea • • •Navigazione • •1 •Ormeggio • • •Ancoraggio • • •2

Pesca sportiva • •3 •4

Pesca subacquea in apnea • • •

1 Consentita a 10 nodi2 Consentito a natanti a vela o a remi3 Consentita con canna senza mulinello o con lenza da fermo4 Consentita con lenze e canne da fermo

Consentita • Vietata • Regolamentato •Autorizzata • Disciplinato •

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RECAPITI UTILI

Consorzio di gestione:via C. Albano – 73010 Porto Cesareo (LE)tel. 0833/858210-569013 info@areamarinaprotettaportocesareo.itwww.areamarinaprotettaportocesareo.it

Pro Loco di Porto Cesareotel. 0833/569086

Capitaneria di Porto Gallipolitel. 0833/266862

IN BARCA

È un porto naturale che si affaccia sull’Isola deiConigli, circa 12 miglia a nord di Gallipoli. L’av-vicinamento avviene attraverso un canale diaccesso, orientato per 034°, indicato da boe e dadue fanali, di difficile individuazione sia diurnache notturna. Nella parte settentrionale dellabaia protetta dalla Penisola la Strega c’è unabanchina circondata di scogli, inavvicinabile;quella meridionale è caratterizzata da fondali da0 a 2 metri. A nord dell’abitato, fra l’Isola deiConigli e la costa, si apre un ridosso di minoridimensioni (escluso dal perimetro della riserva),segnalato da due fanali posti su altrettanti sco-gli. L’ingresso è punteggiato da secche su amboi lati. Si ancora al centro, su fondale sabbiosobuon tenitore, o alla banchina in gran parteoccupata dai pescherecci.

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Costa di Porto Selvaggio

LA NATURA

Il tratto costiero di Porto Selvaggio è uno dei piùsuggestivi e incontaminati del Salento. Il litora-le si presenta roccioso con basse scogliere ricchedi insenature e di grotte, in cui sono stati trova-ti anche reperti appartenenti all’uomo di Nean-derthal. Una serie di sentieri che conducono almare passano attraverso un bosco di pini e lavegetazione tipica delle scogliere mediterraneecon alcune specie caratteristiche del luogo,come l’Alisso di Leuca (Alyssum leucadeum) o laCampanula pugliese (Campanula versicolor)..Nei fondali, data la presenza di molte grottesommerse, risultano particolarmente sviluppatele caratteristiche biocenosi sciafili del corallige-no con le alghe rosse biostrutturanti comeMesophyllum lichenoides o Pseudolithophyllumexpansum, gli antozoi Parazoanthus axinellae oAstroides Calycularis, i briozoi come myriaporatruncata, il falso corallo, e tante specie di vario-pinte spugne come quelle a candelabro (Axinel-la cannabina).Fra i punti di immersione si segnalano le grottesommerse delle Corvine e dell’Inserraglio; altrisiti sono il relitto del Neuralia, la Parete di Porto

Selvaggio e le facili discese sui fondali sabbiosiin cui si può osservare una densa prateria diPosidonia e ammirare le gigantesche nacchere(Pina nobilis).

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Costa di Gallipoli

LA NATURA

Il tratto costiero tra Gallipoli e Punta Pizzo com-prende diversi ambienti molto interessanti dalpunto di vista naturalistico. L’isola di S. Andrea,costituita da una piatta superficie calcarea chesi erge al largo di Gallipoli, presenta habitat pro-tetti riferibili alle steppe salate di salicornia conla specie endemica del Salento Limonium japigi-cum ed è l’unico sito di nidificazione presentenei versanti ionico ed adriatico del gabbianocorso (Larus Audouinii).La spiaggia tra Lido di San Giovanni e Punta Piz-zo ospita una vegetazione a macchia mediterra-nea molto interessante, con le rarissime Anthyl-lis hermanniaie, Anagyris foetida ed Erica mani-puliflora e, più all’interno, una flora ricca diorchidee tra cui la rara orchidea italica.I fondali sono colonizzati da prateria di Posido-nia. I punti d’immersione più suggestivi sonosituati all’Isola di S. Andrea, che presenta sub-strati rocciosi ricchi di biocenosi del coralligeno,oltre che al Giardino delle Gorgonie e alla Seccadi Ponente, che offrono la possibilità di ammira-re gorgonie bianche, briozoi e specie ittichecome cernie, saraghi e murene. Da non perdere

infine, una gita al Lido di Pizzo, una delle spiag-ge più belle del Salento nel cuore di una rigo-gliosa pineta.

IN BARCA

La città offre diversi approdi. Marina Blue Salen-to è situato all’interno del porto commerciale,ampio e ben protetto, è accessibile con ognitempo; altri pontili si trovano al di fuori delladiga di sottoflutto. Un poco più a nord c’è ladarsena privata di Porto Gaio; sul versante meri-dionale si apre il pittoresco seno del canneto,quasi esclusivamente frequentato da barche dapesca, dove c’è un pontile della LNI.

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Costa di Otranto(Area marina protetta in corso di istituzione)

LA NATURA

Il litorale di Otranto è caratterizzato a nord dalunghe spiagge - con habitat di grande rilevan-za ecologica come le dune costiere e i laghi diAlimini alle spalle dell’arenile - e a sud dellacittà da una morfologia rocciosa carbonaticacon falesie a picco sul mare in cui si insinuanopiccole cale e splendide spiaggette raggiungibi-li esclusivamente dal mare. La costa inoltre, perla particolare conformazione carsica del territo-rio, è ricca di grotte, sia sommerse che sopra illivello del mare.I fondali della zona presentano habitat di gran-de interesse naturalistico che comprendonofondi sabbiosi e detritici su cui si sviluppanopraterie di Posidonia oceanica e giganteschenacchere (Pinna nobilis); tra le fronde dellafanerogama marina nuotano eleganti cavalluccimarini e una moltitudine di pesci allo stato gio-vanile che qui trovano rifugio e nutrimento. Isubstrati rocciosi sono invece caratterizzati dafranate e grotte dove gli appassionati di immer-sioni hanno molte possibilità di osservare leincrostazioni del coralligeno, gorgonie, spugne acandelabro, spirografi, nudibranchi, oltre al pas-

saggio di grossi tonni, ricciole e lampughe. LaPalascia, Capo d’Otranto, la Grotta e la Paretedel Serpe, e la Grotta di Punta Facì sono soloalcuni dei numerosi siti d’immersione più inte-ressanti.

IN BARCA

Capo d’Otranto è alto e sormontato da unacostruzione a scacchi bianchi e neri, ben ricono-scibili. Il porto è costituito da un’ampia insena-tura protetta da una diga foranea, attrezzatacon pontili galleggianti sempre piuttosto affol-lati. Sono gestiti dal Circomare, LNI, Assonauti-ca. Manovrando si deve prestare attenzione aipericoli nella parte sud-ovest.

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Torre GuacetoArea marina protetta

LA NATURA

Il tratto costiero di Torre Guaceto comprendeuna grande varietà di ambienti che rende tuttala zona particolarmente importante dal puntodi vista naturalistico. Nelle fasce più interne èpresente una zona palustre in cui sostano esvernano molte specie di uccelli acquatici. Illitorale si presenta a tratti basso e sabbioso,con un ricco ambiente dunare, a tratti roccioso,con basse scogliere calcaree e con isolotti allargo della Torre. Le dune sono interessate davegetazione pioniera come il ginepro coccolonee, nelle porzioni più interne, lentisco, mirto eginestra spinosa. Non meno interessante è il paesaggio sottoma-rino che, ricalcando la complessa morfologiacostiera, presenta ampie praterie di Posidonia,dove vivono gli eleganti cavallucci marini e ipesci ago, e substrati rocciosi colonizzati dall’al-ga bruna Cystoseira e da pre-coralligeno congorgonie (Eunicella singularis), briozoi (Sertella eil falso corallo Myriapora truncata), falso coral-lo. I fondali sono facilmente accessibili per gliamanti del seawatching e dello snorkeling. Inol-tre, i centri diving locali offrono la possibilità di

immergersi con l’autorespiratore nelle paretirocciose più impegnative. Da segnalare l’impor-tante presenza della tartaruga marina Carettacaretta.

L’AREA MARINA PROTETTA

Istituita nel 1991, la riserva interessa la costasalentina fra Brindisi e Carovigno, da Punta Pen-na Grossa a Punta Guaceto, ciò che rimane del-le grandi piane paludose costiere della Conca delbrindisino. Si estende per 2.227 ettari, di cui 179in zona A, delimitata da boe gialle. Le zone B eC sono individuate a terra da segnalamenti tron-coconici. Il nuovo regolamento è attualmente infase di approvazione. Dal 2005 ha acquisito laCertificazione ambientale ISO 14001 ed è Areaspecialmente protetta d’importanza mediterra-nea ai sensi della Convenzione di Barcellona.

LE REGOLE

Attività di fruizione

Zona A Zona B Zona C

Balneazione • • •Immersione subacquea • • •Navigazione a motore • • •Navigazione a vela/remi • • •Ormeggio • • •1

Ancoraggio • • •1

Pesca sportiva • • •Pesca subacquea in apnea • • •

1 Consentito a natanti a vela/remi

Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

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RECAPITI UTILI

Consorzio di gestioneCastello Dentice di Frassovia S. Anna, 6 – 72012 Carovignotel. 0831/990882

Centro visite e info-point,Borgata Terranova, Carovignotel. 0831/[email protected]

Capitaneria di Porto di Brindisitel. 0831/521022

IN BARCA

L’area marina protetta si estende circa 19 migliaa nord di Brindisi per una fascia di circa 1 migliodalla costa. Dominata dalla torre aragonese del-la metà del 1500, la Baia è interamente preclu-sa alla navigazione. Nella zona “C”, la più ester-na, la navigazione è consentita solamente a velae a remi, e solo dietro autorizzazione. Per nuo-tare nelle ricche acque dell’area protetta con-viene ancorare fuori del perimetro, appena asud-est degli Scogli Apani. Proseguendo poi lanavigazione verso nord si può far scalo al portic-ciolo turistico di Villanova di Ostuni.

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Isole TremitiArea marina protetta

LA NATURA

Alte falesie, coste rocciose poco inclinate, e pic-cole cale sabbiose, scogli isolati, grotte e archinaturali sono il paesaggio tipico di queste isole.La copertura vegetale presenta pinete a Pinod’Aleppo e l’endemico Fiordaliso delle Tremiti(Centaurea diomedea), a S. Domino, macchia alentischi, a S. Nicola, e gariga a Caprara.I popolamenti marini costituiscono un veropatrimonio naturalistico. Ai primi metri diprofondità si possono già vedere spugne colora-tissime, eleganti anellidi e una ricca coperturaalgale incrostante, madreporari solitari, comeBalanophyllia europaea, e coloniali, come Cla-docora caespitosa. Nel fondale tra Cala Matano(S. Domino) e Caprara è presente una rigogliosaprateria di Posidonia con esemplari di Pinnanobilis e cavallucci marini. Molto ricca è lacomunità del coralligeno con gorgonie rosse egialle, margherite di mare, briozoi e spugne acandelabro. La fauna comprende donzelle pavo-nine e cernie, che raggiungono il metro di lun-ghezza.Le Tremiti offrono moltissimi siti d’immersione,ricchi anche di antichi relitti: molto suggestivi

sono Punta Secca a Caprara, la Secca delleVedove, e lo Scoglio della Cernia. Da non perde-re il giro delle grotte e in particolare la Grottadelle Viole. Dal porto di Termoli ci si può imbar-care per fare pescaturismo.

L’AREA MARINA PROTETTA

L’arcipelago delle Tremiti, a 13 miglia dalla costagarganica, è costituito dalle isole di San Domi-no, San Nicola, Caprara e, più distante, Pianosa,più gli scogli di Cretaccio e La Vecchia. La natu-ra calcarea delle due isole principali, con alticostoni a falesia, ha dato origine a un susseguir-si di scogli isolati. L’Area marina Protetta è sta-ta istituita nel 1989 e si estende per 1.466 etta-ri, di cui 180 in zona A. La zona A di Pianosa èsegnalata da 5 boe gialle di delimitazione.

LE REGOLE

Attività di fruizione

Zona A Zona B Zona C

Balneazione • • •Immersione subacquea • • •Navigazione • • •Ormeggio • • •Ancoraggio • • •Pesca sportiva • • •Pesca subacquea in apnea • • •

Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

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RECAPITI UTILI

Ente Parco nazionale del Garganovia S. Antonio Abate, 12171037 Monte S. Angelo (FG)tel. 0844/568911

Centro visite del Parco del Garganotel. 0884/[email protected]

Capitaneria di Portotel. 0882/463262

Comune di Isole Tremiti tel. 0882/463003

Pro Loco di Isole Tremititel. 0882/663008

IN BARCA

A poche miglia dal Gargano si trovano i “Sassi diDiomede”, dove l’antico eroe omerico sarebbestato sepolto. È il minuscolo arcipelago delleTremiti, vero angolo di paradiso rimasto incon-taminato grazie forse alla sua inaccessibilità.Sono costituite da tre isole maggiori e alcuniscogli. S. Domino, la più grande, è frastagliata ericca di fenditure, la più famosa è la grotta delBue Marino. È coperta da una fitta vegetazionedi pini d’Aleppo, e nell’aspetto si contrapponeall’isola di S. Nicola, totalmente brulla con sco-gliere a picco, sormontate dal carcere-fortezza.Più distante si trova Caprara, disabitata e metapreferita dai pescatori. I pochi ridossi e l’anco-raggio su fondali profondi non le rendono facil-mente accessibili al diportista inesperto.Comunque è sconsigliato lasciare la barca a lun-go incustodita. Il centro amministrativo è S.Nicola, dove si trova l’abbazia che aveva la pro-prietà dell’arcipelago. Dal porto di si può salirealla forte e attraverso una serie di viuzze e per-tugi, passando attraverso il paese, si giunge finoall’estremità del capo, per godere di un panora-ma mozzafiato. A S. Domino si può ormeggiare

a Cala degli Schiavoni, sull’estremità nord-est,ma vanno visitate Cala Spido, con una pineta apicco sul mare, Cala Matana, il miglior ridossoper i venti di maestrale e tramontana, e Caladella Provvidenza. Cala dei Turchi, all’isola diCaprara, offre il miglior ridosso con venti meri-dionali. In caso di maltempo si può riparare aVieste. Questo centro peschereccio e balnearedalle antiche origini è adagiato sull’estremitàdel Gargano. Nei pressi si potrà ammirare il trat-to sicuramente più bello di tutta la costa, unsuccedersi di speroni rocciosi sormontati da vec-chie torri d’avvistamento, pareti di roccia bian-ca a strapiombo intagliate da insenature ecaverne. Insomma una serie di cale e calettepoco frequentate dove fermarsi per fare piace-volmente il bagno. Attenzione: il porticciolo habassi fondali. In alternativa si può fare rotta suTermoli.

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Torre del Cerrano (Area marina protetta in corso di istituzione)

LA NATURA

La costa tra Silvi Marina e Pineto è caratterizza-ta da una tranquilla spiaggia alle cui spalle sor-ge una rigogliosa pineta di pini marittimi. Que-sto tratto di costa è inoltre dominato dalla Tor-re del Cerrano costruita nell’VIII sec. d.C. comepostazione di avvistamento contro le scorreriedei saraceni. L’area marina protetta rappresentail primo caso di protezione di fondali sabbiosiideali per lo sviluppo della vongola comune(Chamelea gallina) la cui presenza, nel corsodegli anni, ha subito una netta riduzione anchea causa di un eccessivo sforzo di pesca.Poco al largo troviamo scogli sommersi impor-tanti sia da un punto di vista storico, poichéappartenenti all’antico porto romano di Cerra-no-Matrinus, sia per le biocenosi di substratoduro caratterizzate dall’importante presenzadell’anellide Sabellaria halcocki, osservata per laprima volta in Adriatico e considerata rara nellecoste italiane. Circa a tre miglia al largo dellatorre sono presenti barriere artificiali sommerseche hanno il duplice scopo di evitare la pesca astrascico illegale e di ripopolamento naturale daparte della flora e fauna bentonica e nectonica.

IN BARCA

La riserva, istituenda, si trova circa a metà costafra Pescara e Roseto degli Abbruzzi. La primaoffre un marina perfettamente attrezzato.Navi-gando verso nord si deve arrivare a Giulianova –porto prevalentemente peschereccio, ma dotatodi una darsena con alcuni pontili dedicati aldiporto – o S. Benedetto del Tronto.

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MiramareArea marina protetta

LA NATURA

Il promontorio di Miramare, nonostante siasituato in una zona fortemente antropizzata,presenta aspetti naturalistici molto interessantie peculiari dovuti per lo più alle ampie escursio-ni termiche e di marea tra le maggiori del Medi-terraneo. In quest’ambiente si sviluppa l’algabruna Fucus virsoides, detta anche quercia mari-na, specie boreale tipica delle coste atlantichesettentrionali che rappresenta un relitto dell’ul-tima glaciazione.In profondità sono presenti specie tipiche, comel’alga Lithophyllum incrustans, colorati nudi-branchi, come la Flabellina affinis, e gli elegantispirografi (Spirographis spallanzanii). Nei sub-strati poco illuminati si sviluppa il precorallige-no rappresentato da alghe verdi come monetinedi mare (Halimeda tuna) e palla di mare (Codiumbursa), varie spugne e madreporari come Astroi-des calycularis e Cladocora caespitosa. Saraghi,dentici, corvine, sogliole e passere di mare, sonosolo alcune delle numerose specie ittiche chepopolano queste acque.Grazie ai bassi fondali della riserva, l’ente gesto-re offre anche ai meno esperti la possibilità di

ammirare e conoscere da vicino il patrimonionaturalistico sommerso tramite attività diseawatching, numerosi corsi di divulgazione perscuole e turisti, e visite guidate con autorespira-tore.

L’AREA MARINA PROTETTA

L’Area protetta si trova nella parte nord-orienta-le del golfo di Trieste ed è dominata dal castellodi Miramare. È estesa per 127 ettari, di cui 30 inzona A, segnalata da boe luminose e gavitellibiconici, e una zona di rispetto che la circondaintegralmente per circa 400 m di larghezza,regolamentata dalla Capitaneria di Porto di Trie-ste. È la prima riserva italiana ad aver ottenutola certificazione EMAS per il Sistema di Gestio-ne Ambientale ed è riconosciuta come Area spe-cialmente protetta di importanza mediterraneaai sensi della Convenzione di Barcellona. Il nuo-vo regolamento è in fase di approvazione.

LE REGOLE

Attività di fruizione Zona Zona A di rispetto

Balneazione • •Immersione subacquea • •Navigazione • •Ormeggio • •Ancoraggio • •Pesca sportiva • •Pesca subacquea in apnea • •

Consentita • Vietata •Autorizzata • Disciplinato •

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RECAPITI UTILI

Associazione Italiana WWF for Nature Onlus(Ente gestore) viale Miramare, 349 - 34014 Grignano (Trieste)tel. 040/224147

Centro Visite: Castelletto di [email protected] www.riservamarinamiramare.it

Capitaneria di Porto di Triestetel. 040/676.611

IN BARCA

Nell’Area marina Protetta non sono presenticampi ormeggio, né è consentito l’ancoraggio. Ilvicino porto di Trieste offre diverse possibilità diormeggio: marina di S. Giusto, Bacino Sacchet-ta, Porto Franco vecchio, Porto Lido.

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CARTINA DEI PARCHI E DELLE AMP

1 Isola di Bergeggi2 Santuario dei mammiferi marini3 Portofino4 Cinque Terre5 Secche della Meloria*6 Arcipelago Toscano7 Secche di Tor Paterno8 Isole di Ventotene e Santo Stefano9 Punta Campanella

10 Regno di Nettuno*11 Parco sommerso di Baia e Gaiola12 Punta Campanella13 Santa Maria di Castellabate*14 Costa degli Infreschi*15 Arcipelago della Maddalena16 Isola Tavolara - Capo Coda Cavallo17 Capo Carbonara18 Penisola del Sinis19 Isola dell’Asinara20 Capo Gallo - Isola delle Femmine21 Isola di Ustica22 Isole Egadi23 Plemminio24 Isole Pelagie25 Isole Ciclopi26 Capo Rizzuto27 Porto Cesareo28 Torre Guaceto29 Isole Tremiti30 Torre Cerrano*31 Miramare

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* AMP in corso di istituzione

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Segnali singoli

Guidoni ripetitori

Pennelli numerici

Ho un subacqueoin immersione

Trasporto infiammabili esplosivi

Si (affermativo) il segnaleprecedente deve esserepreso affermativamente

Mantenetevi al largo da me

Sto accostando a dritta

Sono disorientatocomunicate con me

Primo Secondo Terzo

Fermate subito lavostra imbarcazione

Segnale di procedura(per tutti i metodi ditrasmissione): Ricevuto

Sospendete quelloche state facendo

Desidero comunicarecon voi

Ho bisogno di assistenza medica

La mia imbarcazione è“indenne”chiedo libera pratica

Ho un incendio a bordo

Bandiera di partenza

Ho bisogno di aiuto

Uomo in mare State dirigendoverso un pericolo

Ho il pilota a bordo No (negativo) il segnaleprecedente deve esserepreso come negazione

Segnale di ricevutoper le segnalazioniluminose

Si usa per chiamarele stazionidi segnalazione costiera

Ho bisognodi un pilota

La mia imbarcazioneè ferma

Le mie macchinevanno indietro

Sto arando sulle ancore

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