il maquillage - aspetti antropologici

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C’è però un altro dato universale che accomuna tutte le società al di là della condivisione biologica: non esiste una cultura al mondo che accetti il corpo così come ci viene donato da Madre natura. Nessuna società che accetti di lasciare i capelli incolti, che non limiti la crescita delle unghie, che non applichi qualche sostanza sulla pelle. Il corpo viene disegnato, inciso, scolpito, amputato, modellato quasi l’uomo volesse sancire con queste operazioni il suo distacco dalla natura, marcarne la differenza, per spostarlo sul terreno della cultura. A differenza degli animali, specializzati e dotati di tutto ciò che necessita a sopravvivere fin dalla nascita, l’uomo e il suo corpo sono carenti: così come sono non funzionano. Bisogna pertanto adeguarlo, riempirne i vuoti strutturali con espedienti culturali. Incompleto nella sua versione originale, agli occhi degli uomini il corpo deve anche apparire imperfetto nella forma e nell’aspetto, se è vero che nessun gruppo lo mantiene intatto. Per questo le pratiche di disegno e modellamento del corpo sono diventate campo d’indagine dell’antropologia culturale, perché rappresentano una forma di scrittura che gli uomini vogliono imprimere, a tinte più o meno forti, con segni più o meno profondi, su loro stessi. Marco Aime Il primo libro di antropologia 2008 Nel pensiero indigeno [...] la decorazione è il volto, o piuttosto lo crea. Solo essa gli conferisce il suo essere sociale, la sua dignità umana, il suo significato spirituale. Claude Lévi – Strauss Antropologia strutturale 1958

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C’è però un altro dato universale che accomuna tutte le società al di là della condivisione biologica: non esiste una cultura al mondo che accetti il corpo così come ci viene donato da Madre natura. Nessuna società che accetti di lasciare i capelli incolti, che non limiti la crescita delle unghie, che non applichi qualche sostanza sulla pelle. Il corpo viene disegnato, inciso, scolpito, amputato, modellato quasi l’uomo volesse sancire con queste operazioni il suo distacco dalla natura, marcarne la differenza, per spostarlo sul terreno della cultura. A differenza degli animali, specializzati e dotati di tutto ciò che necessita a sopravvivere fin dalla nascita, l’uomo e il suo corpo sono carenti: così come sono non funzionano. Bisogna pertanto adeguarlo, riempirne i vuoti strutturali con espedienti culturali. Incompleto nella sua versione originale, agli occhi degli uomini il corpo deve anche apparire imperfetto nella forma e nell’aspetto, se è vero che nessun gruppo lo mantiene intatto. Per questo le pratiche di disegno e modellamento del corpo sono diventate campo d’indagine dell’antropologia culturale, perché rappresentano una forma di scrittura che gli uomini vogliono imprimere, a tinte più o meno forti, con segni più o meno profondi, su loro stessi.

Marco Aime Il primo libro di antropologia 2008

Nel pensiero indigeno [...] la decorazione è il volto, o piuttosto lo crea. Solo essa gli conferisce il suo essere sociale, la sua dignità umana, il suo significato spirituale.

Claude Lévi – Strauss Antropologia strutturale 1958

… l’artista improvvisa sul vivo, senza modello, né abbozzo, né punto di riferimento; orna il labbro superiore con un motivo a forma d’arco che termina ai due estremi con spirali; poi divide il viso a metà con un tratto verticale, tagliato a volte da linee orizzontali. La faccia divisa in quarti e in sezioni – o anche in obliquo – viene allora decorata liberamente di arabeschi che non tengono conto della posizione degli occhi, del naso, delle guance, della fronte e del mento, sviluppandosi come su un piano ininterrotto. Queste sapienti composizioni, asimmetriche pur restando equilibrate, incominciano da un punto qualunque e continuano fino alla fine senza esitazioni e interruzioni. Sono composizioni che si ispirano a motivi relativamente semplici, come spirali, esse, croci, losanghe, greche e volute, combinate in tal maniera che ogni opera possiede un carattere originale …

KaduweiMato GrossoBrasile

illustrazioni da

Guido Boggiani I Caduvei (Mbayá o Guaicurú). Viaggio d'un artista nell'America Meridionale 1895

Disgraziatamente non è stato possibile né a me né ai miei successori penetrare la teoria ispiratrice di questa stilistica indigena: gli informatori azzardano qualche termine corrispondente ai motivi elementari, ma dicono di non sapere o di aver dimenticato quanto riguarda le composizioni più complesse; può essere infatti che agiscano in base a un comportamento empirico trasmesso di generazione in generazione, o che vogliano conservare il segreto sugli arcani di questa arte.Oggi i Caduvei si dipingono soltanto per essere più piacenti; ma un tempo quest’uso aveva un significato più profondo ….. Non c’è alcun dubbio che la persistenza di quell’uso fra le donne sia dettata oggi da considerazioni di carattere erotico…. Quei contorni delicati e sottili, sensibili come le linee del viso, che ne sono sottolineate e nello stesso tempo nascoste, danno alla donna qualcosa di deliziosamente provocante. Questa chirurgia pittorica opera una specie di innesto dell’arte sul corpo umano.

Claude Lévi – Strauss Tristi tropici 1955

MAGIA

George CatlinOttaway, un guerriero 1832 Ojibwe Ontario

Kakadu AustraliaPittura parietale

Uomo medicina Nuba Africa centro - orientale

Guerriero Masai Kenia

CacciatoriAborigeni Australia

STATUSScapolo e nubili WodaabeAfrica centro-occidentale

Ragazzina Himba Namibia

Geisha Kyoto Giappone

Front man rock Seattle USA

CREATIVITA’

Bambini Surma Africa orientale

George Catlin Ladookea 1830 Pawnee Nebraska

Scheletro I Shanidar Kurdistan, Iraq 25000 anni fa

Pech-de-l’Azé Périgord, Francia 35000 anni fa

Cueva de los Aviones Murcia, Spagna50000 anni fa

Adrie e Alfons Kennis Wilma, 2008

Zambia Africa 35000 anni fa

Arene Candide Savona, Italia 25000 anni fa

Qafzel Israele

Dolni Vestonice Repubblica Ceca 20000 anni fa

Cucuteni Romania V millennio a.C.

Ain Ghazal Giordania VII – VI millennio a.C.

Bogebakken Danimarca VI – V millennio a.C.

Ahrotiri Santorini, Grecia metà del II millennio a.C.

Amorgos Grecia seconda metà del III millennio a.C.

Festo Creta, Grecia prima metà del II millennio a.C.

Cnosso Creta, Grecia metà del II millennio a.C.

Naqada Egittometà del IV milllennio a.C.

Abydos EgittoIV millennio a.C.

Hieracompolis Egittoseconda metà del IV millennio a.C.

Deir el Bahri Tebe, Egittofine III millennio a.C.

Valle dei Re Tebe, Egitto 1540 a.C. circa

Ur Mesopotamia (Iraq)metà del III millennio a.C.

MariMesopotamia (Iraq)seconda metà del III millennio a.C.

Locri prima metà del V secolo a.C.

Atene 490 a.C.

Vulci 500 a.C.

Taranto460 – 450 a.C.

Atene 420 - 410 a.C.

Salonicco 380 a.C.

Pompeiseconda metà del I secolo a.C.

Treviri I secolo a.C.

Fayyum II secolo d.C..

III secolo d.C..