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Letteratura giapponese I (canale M-Z) docente: Cristian Pallone Il periodo Heian (794-1185)

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Letteratura giapponese I (canale M-Z) docente: Cristian Pallone

Il periodo Heian(794-1185)

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Imperatore Kanmu (44) (r. 781-806)Imperatore Saga (23) (r. 809-823)Imperatore Uda (20) (r. 887-897)

Imperatore Daigo (12) (r. 897-930)Imperatore Murakami (20) (r. 946-967)

Imperatore Reizei (17) (r. 967-969)Imperatore En’yū (10) (r. 969-984)Imperatore Kazan (16) (r. 984-986)Imperatore Ichijō (6) (r. 986-1011)

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Imperatore GoIchijō (8) (r. 1016-1036)Imperatore GoSanjō (34) (r. 1068-1072)

Imperatore Shirakawa (20) (r. 1073-1087)[insei: 1087-1129]

Imperatore Toba (4) (r. 1107-1123)[insei: 1087-1155]

Imperatore Antoku (2) (r. 1180-1185)

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あ い う え お

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Sugawara no Michizane

(845-903)

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丞相度年幾楽思

今宵触物自然悲声寒絡緯風吹処葉落梧桐雨打時

君富春秋臣漸老

恩無涯岸報猶遅不知此意何安慰飲酒聴琴又詠詩

Questo consigliere, al passare degli anni, quante gioie [ha conosciutoEppure stanotte ogni cosa è pura e semplice tristezzaLa fredda voce del grillo che il vento soffia fin quaLe foglie che cadono dalla paulonia cinese, dalla [pioggia colpiteIl nostro signore è nel fiore degli anni, mentre questo [ministro invecchiaLa sua generosità è senza fine, i miei meriti lentiIo non so questo cuore, in che modo lo possa io placareBevo vino, ascolto la cetra e recito versi.

Kanke kōshū, 473 (trad. Gerlini)

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東風吹かばにほひおこせよ

梅の花あるじなしとて春を忘るな

Quando soffierà il vento dell’estlascia che porti sino a me il tuo [profumo,fiore del susino!Anche se il tuo padrone non sarà lì,non scordare la primavera.

Shūishū, 1006

kochi fukabanioi okoseyo

mume no hanaaruji nashi toteharu o wasuru na

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九月十日去年今夜侍清涼秋思詩篇独断腸恩賜御衣今在此捧持毎日拝餘香

Nono mese decimo giornoL’anno scorso in questa notte, di servizio a palazzoSul poema “Pensieri d’autunno”, io solo mi crucciavoLa nobile veste dell’augusto omaggio, ora sta quiLa levo in alto ogni giorno, mi inchino al suo lieve [profumo.

Kanke kōshū, 482 (trad. Gerlini)

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風雨朝朝風気勁夜夜雨声寒老僕要綿切荒村買炭難不愁茅屋破偏惜菊花残自有年豊稔都無叶口餐

Vento e pioggiaDi mattino in mattino, il vento rinforzaDi notte in notte, la pioggia ha voce freddaVecchio son io, quanto vorrei del cotone addossoNel borgo desolato, è dura comprare del carboneNon m’importa di questo tetto in rovinaSolo mi danno pena i crisantemi rimastiMi dicono che quest’anno vi è stato un buon raccoltoMa nessun cibo si confà al mio palato.

Kanke kōshū, 507 (trad. Gerlini)

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寒早十首何人寒気早寒早走還人案戸無新口尋名占旧身地毛郷土瘠天骨去来貧不以慈悲繁浮逃定可頻

Dieci poesie sul primo freddo (1)A chi per primo il vento freddo?Il freddo per primo al rimpatriatoSe cerchi nei registri non è stato censitoGli chiedo il nome e indovino la provenienzaLe risorse della zona e la terra del paese sono smunteIl destino di questa gente è andare e venire nella povertàSe la misericordia di qualcuno non gli darà certezzeIl loro vagare fuggiaschi continuerà per certo.

Kanke bunsō, 200 (trad. Gerlini)

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寒早十首何人寒氣早寒早浪來人欲避逋租客還為招責身鹿裘三尺弊蝸舍一間貧負子兼提婦行行乞丐頻

Dieci poesie sul primo freddo (2)A chi per primo il vento freddo?Il freddo per primo al vagabondo che arrivaVorrebbe sottrarsi, fuggendo, alle tasse costuiE invece al contrario chiamato è a risponderne anche quiUna pelle di cervo, di tre cubiti, a brandelliUn guscio di casa, una misera stanzaI figli in groppa, e in più sorregge la moglieE va, va, mendicando elemosina, senza sosta.

Kanke bunsō, 201 (trad. Gerlini)

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寒早十首何人寒気早寒早薬圃人弁種君臣性充徭賦役身雖知時至採不療病来貧

一草分銖缺難勝箠決頻

Dieci poesie sul primo freddo (5)A chi per primo il vento freddo?Il freddo per primo a lui che raccoglie l’erbe medicheOrdinandole per genere, per natura e qualitàAdempie ai suoi compiti, ai tributi e alle corvèQuel che sa, è il momento giusto per coglierleMa non può usarle come cura ai propri malanni nella [miseriaSe si scopre che ne manca anche solo una fogliaSarà dura resistere alle ripetute frustate.

Kanke bunsō, 204 (trad. Gerlini)

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寒早十首何人寒気早寒早売塩人煮海雖随手衝烟不顧身旱天平価賤風土未商貧

欲訴豪民㩁

津頭謁吏頻

Dieci poesie sul primo freddo (9)A chi per primo il vento freddo?Il freddo per primo a chi vende il saleBollire acqua marina può sembrar facile maLavorando nel fumo non si cura della propria salute.Se il tempo si fa secco, il prezzo del sale crollaGrazie al clima della regione, gli affari non sarebbero [miseriMa lui vorrebbe denunciare i ricchi mercanti che [speculano [sul sale]Al porto si rivolge ai funzionari, incessantemente.

Kanke bunsō, 208 (trad. Gerlini)

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Kokin waka shū(Raccolta di poesie giapponesi di ieri

e di oggi, 905)

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suhama

州浜

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Kanajo(Prefazione in giapponese)

attribuita a Ki no Tsurayuki (m. 945?)

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Kanajo: incipitLa poesia giapponese [yamato uta], avendo come seme il cuore umano [kokoro], si realizza in migliaia di foglie di parole [koto no ha]. La gente di questo mondo, poiché vive tra molti avvenimenti e azioni, esprime ciò che sta nel cuore affidandolo alle cose che vede o sente [mirumono kikumono]. Si ascolti la voce degli usignoli che cantano tra i fiori o delle rane che di-morano nell’acqua; chi, tra tutti gli esseri viventi, non compone poesie? La poesia, senza ricorrere alla forza, muove il cielo e la terra, commuove persi-no gli invisibili spiriti e le divinità, armonizza anche il rapporto tra uomo e donna, pacifica pure l’anima del guerriero feroce.

[trad. Sagiyama]

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Kanajo: fontiLa poesia giapponese [yamato uta], avendo come seme il cuore umano [kokoro], si realizza in migliaia di foglie di parole [koto no ha]. La gente di questo mondo, poiché vive tra molti avvenimenti e azioni, esprime ciò che sta nel cuore affidandolo alle cose che vede o sente [mirumono kikumono]. Si ascolti la voce degli usignoli che cantano tra i fiori o delle rane che di-morano nell’acqua; chi, tra tutti gli esseri viventi, non compone poesie? La poesia, senza ricorrere alla forza, muove il cielo e la terra, commuove persi-no gli invisibili spiriti e le divinità, armonizza anche il rapporto tra uomo e donna, pacifica pure l’anima del guerriero feroce. Prefazione al Mao shi zheng yi: “La sorgente di dolore e di piacere sta nell’ar-cano stato naturale. L’origine della gioia e della rabbia non sta nelle azioni umane. Pertanto, anche le rondini e i passeri esprimono il sentimento di tri-stezza e anche le fenici canore e gli augelli di meraviglia gioiscono in canto e danza. Dunque il principio della poesia esisteva già con la creazione dell’uni-verso”.

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Kanajo: fontiLa poesia giapponese [yamato uta], avendo come seme il cuore umano [kokoro], si realizza in migliaia di foglie di parole [koto no ha]. La gente di questo mondo, poiché vive tra molti avvenimenti e azioni, esprime ciò che sta nel cuore affidandolo alle cose che vede o sente [mirumono kikumono]. Si ascolti la voce degli usignoli che cantano tra i fiori o delle rane che di-morano nell’acqua; chi, tra tutti gli esseri viventi, non compone poesie? La poesia, senza ricorrere alla forza, muove il cielo e la terra, commuove persi-no gli invisibili spiriti e le divinità, armonizza anche il rapporto tra uomo e donna, pacifica pure l’anima del guerriero feroce. Grande Prefazione dello Shi jing: “nel correggere i principi di bene e male, nel muovere il cielo e la terra, nel commuovere gli spiriti e le divinità, niente può emulare la poesia. I precedenti sovrani con la poesia favorino il rapporto corretto tra marito e moglie, promossero la pietà filiale, alimentarono l’etica del popolo, resero avvincenti gli insegnamenti morali e migliorarono i costu-mi sociali”.

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Kanajo: concetti chiaveLa poesia giapponese [yamato uta], avendo come seme il cuore umano [kokoro], si realizza in migliaia di foglie di parole [koto no ha]. La gente di questo mondo, poiché vive tra molti avvenimenti e azioni, esprime ciò che sta nel cuore affidandolo alle cose che vede o sente [mirumono kikumono]. Si ascolti la voce degli usignoli che cantano tra i fiori o delle rane che di-morano nell’acqua; chi, tra tutti gli esseri viventi, non compone poesie? La poesia, senza ricorrere alla forza, muove il cielo e la terra, commuove persi-no gli invisibili spiriti e le divinità, armonizza anche il rapporto tra uomo e donna, pacifica pure l’anima del guerriero feroce.

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KanajoLa poesia si generò quando il cielo e la terra si distinsero. Tuttavia, per quan-to riguarda le poesie tramandate nel mondo degli uomini, nel cielo iniziò con la principessa Shitateru, sulla terra cominciò con l’augusto Susanoo. Nel periodo delle divinità possenti non era stabilito il numero delle sillabe della poesia, ci si esprimeva in mariera semplice e schietta e sembra che fosse arduo individuare le sostanze delle cose. Entrando nelle generazioni degli uomini, con l’augusto Susanoo s’iniziò a scandire trentuno sillabe.

[trad. Sagiyama]

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Kanajo: fontiLa poesia si generò quando il cielo e la terra si disstinsero. Tuttavia, per quanto riguarda le poesie tramandate nel mondo degli uomini, nel cielo ini-ziò con la principessa Shitateru [moglie di Ame no Wakahiko][]il numero delle sillabe

Ah, simile al gioiello di gemme infilate

e portate attorno al collodalla giovane tessitrice celeste,

simile a gioielli forati,è il dio

che attraversa due valli a un tempo -

AjishikiTakahikone!

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Kanajo: fontiLa poesia si generò quando il cielo e la terra si disstinsero. Tuttavia, per quanto riguarda le poesie tramandate nel mondo degli uomini, nel cielo ini-ziò con la principessa Shitateru, sulla terra cominciò con l’augusto Susanoo. Nel periodo delle divinità possenti non era stabilito il numero delle sillabe della poesia, ci si esprimeva in mariera semplice e schietta e sembra che fosse arduo individuare le sostanze delle cose. Entrando nelle generazioni degli uomini, con l’augusto Susanoo s’iniziò a scandire trentuno sillabe.

[L’ottuplice recinto di Izumoove s’alzano otto nubi;

erigo l’ottuplice recintoper ivi ritirarmi con la mia sposa.

Oh quell’ottuplice recinto!]

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Kanajo[...] La poesia di Naniwazu è la prima che riguarda i fatti della Corte Imperia-le. I versi del Monte Asaka furno scanditi per intrattenimento da una dama al servizio della Corte. Queste due poesie sono come il padre e la madre del-la poesia e sono usate quali primi testi per chi inizia a imparare a scrivere.

[trad. Sagiyama]

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Kanajo: fonti[...] La poesia di Naniwazu è la prima che riguarda i fatti della Corte Imperia-le. I versi del Monte Asaka furno scanditi per intrattenimento da una dama al servizio della Corte. Queste due poesie sono come il padre e la madre del-la poesia e sono usate quali primi testi per chi inizia a imparare a scrivere.

A Naniwazu Sul monte Asaka,sboccia il fiore di susino! la fonte è sì limpida,Passato l’arido inverno, che si riflettono le immagini;ora, all’arrivo della primavera, l’acqua è poco profonda,sboccia il fiore del susino! ma il mio amore per te non è mai superficiale!

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KanajoDunque ci sono sei stili [sama] della poesia. Anche la poesia cinese dovreb-be averne altrettanti.Il primo è la poesia allegorica [soeuta]. La poesia che allude all’Imperatore Nintoku ne sarebbe un esempio:

A Naniwazusboccia il fiore del susino!Passato l’arido inverno,ora, all’arrivo della primavera,sboccia il fiore del susino!

[trad. Sagiyama]

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KanajoIl secondo è la poesia enumerativa [kazoeuta].

Infatuato dal fiore saku hana niche sboccia, omoitsuku mi no [‘tordo’]ah che follia! ajikinasa [‘anatra’]Ignaro della malattia mi niitatsuki no [‘dardo’]che penetra nel corpo... iru mo shirazute [‘scoccare’]

[trad. Sagiyama]

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KanajoIl terzo è la poesia metaforica [nazoraeuta]:

Se in quest’alba gelida di brina kimi ni kesati levi e te ne vai, ashita noshimo noogni volta che mi struggerà okite inabail desiderio di te koishiki goto nimi sentirò svanire. kie ya wataramu

[trad. Sagiyama]

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KanajoIl quarto è la poesia di raffronto [tatoeuta]:

Si potrebbe contare pure tutti i granelli di sabbia del lido scoglioso, ma il mio amore è davvero incommensurabile.

[trad. Sagiyama]

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KanajoIl quinto è la poesia d’espressione diretta [tadakotouta]:

Se in questo mondo mai esistessero menzogne, come sarei felice delle parole degli altri.

[trad. Sagiyama]

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KanajoIl sesto è la poesia d’augurio [iwaiuta]:

Questo palazzo è davvero sfarzoso Come erba di fortuna dagli steli tripartiti tre tettoie, quattro tettoie,si sovrappongono!

[trad. Sagiyama]

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KanajoDal momento che il mondo di oggi tende al decoro esteriore e che il cuore umano inclina ai fasti appariscenti, nascono soltanto poesie futili o versi volubili, pertanto la poesia è sepolta nelle dimore delle persone galanti e ignorata come legno sotterraneo, e oramai non può essere presentata negli ambienti seri come, invece, il fiore di eulalia. Se pensiamo all’origine, non dovrebbe essere così. Gli imperatori delle ere antiche, ogni mattina di primavera in fiore, ogni sera di luna in autunno, convocavano i cortigiani e ordinavano loro, cogliendo lo spunto dagli ogget-ti di circostanza, di comporre poesie. Qualcuno, cercando il fiore, si smar-risce nel terreno labirintico, qualcun altro, aspirando alla luna, va a tentoni nelle tenebre senza guida: scrutando il cuore di ciascuno, i sovrani avranno giudicato se fosse sagace o stolido.

[trad. Sagiyama]

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KanajoKakinomoto no HitomaroYamabe no Akahito etc.[...] A parte queste persone, altri poeti eccellenti distinguevano i loro nomi attraverso le generazioni che si susseguivano come nodi di bambù, e s’intrec-ciavano di momento in momento intorno al filo mai spezzato della tradizio-ne. Raccogliendo le poesie a ritroso a partire dal periodo di quest’ultimi, fu compilata un’antologia intitolata Man’yōshū. Ora, le persone che conoscono sia le cose antiche, sia lo spirito della poesia, sono diventate appena una o due. Nondimeno, ognuno ha i suoi pregi e i suoi difetti. Da quel regno, sono trascorsi cento anni e sono succeduti dieci sovrani.

[trad. Sagiyama]

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Kanajorokkasen: l’abate Henjō: poca autenticità di sentimenti[“come se guardando il ritratto di una donna, si turbasse vanamente”]Ariwara no Narihira: cuore in eccesso, mancanza di parole[“come un fiore appassito che ha perso il colore e di cui resta la fragranza”]Fun’ya no Yasuhide: abile nelle parole, ma stile non si addice a personalità[“come se un mercante indossasse un abito magnifico”]monaco Kisen: linguaggio sottile, inizio e fine non concordano[“come se, mentre si guarda la luna d’autunno, le nubi dell’alba la venasse-ro”]Ono no Komachi: tono toccante ma delicato[“come una nobildonna che soffre di qualche male”] Ōtomo no Kuronushi: volgare[“come un montanaro che carico di legna si riposa sotto un albero in fiore”]

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Kanajo: explicitAltre persone, che godono di notorietà, si diffondono largamente come i rampicanti che crescono nei campi, sono numerose come le foglie fitte nel bosco, ma semplicemente credono di comporre poesie e non ne conoscono, sembra, gli stili. Intanto, ora il regno di Sua Maestà sotto il cielo ha raggiunto il nono ci-clo delle quattro stagioni. Le onde dell’augusta benevolenza estesa varcano perfino i confini delle Otto Isole e l’immensa ombra della venerabile grazia è più fitta che ai piedi del monte Tsukuba; nei margini di tempo concessi da migliaia di impegni dello Stato, con la sovrana generosità di non trascura-re niente, affinché non si dimentichino le cose antiche e rinascano le cose abbandonate, e perché Sua Maestà stessa si degni di guardarle adesso ed esse si tramandino alle future generazioni, il diciottesimo giorno del quar-to mese del quinto anno di era Engi, dando l’ordine solenne al cancelliere superiore del Ministero degli Affari Imperiali Ki no Tomonori, al sovrinten-dente dell’archivio di Corte Ki no Tsurayuki, al già funzionario della provin-cia di Kai Ōshikōshi no Mitsune e al caporale presso il Comando di Destra

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della Guardia di Corte Mibu no Tadamine, fece loro presentare delle poesie antiche non raccolte nel Man’yōshū, nonché quelle composte da essi stessi. Tra queste, inoltre, il Sovrano fece selezionare le opere, a cominciare dalla lirica sull’adornare la chioma con il fiore di susino al quella sull’ascoltare il canto del cuculo, sul cogliere le foglie autunnali, fino ai versi sul guardare la neve; ancora, le espressioni di auguri per il Signore e di congratulazioni per qualcuno affidate alle gru e alla tartaruga, gli aneliti alla moglie alla vi-sta della lespedeza autunnale o dell’erba estiva, le preghiere per un buon viaggio presso il monte Ōsaka, oppure le poesie sui vari argomenti che non rientrano nelle sequenze delle quattro stagioni. In tutto mille liriche, rac-colte in venti libri, intitolate Kokin waka shū.In tal guisa, ora che è compiuta l’opera di raccolta e selezione, la tradizio-ne si è perpetuata ininterrottamente come l’acqua di torrente ombreggiata dagli alberi e sono riuniti i versi incommensurabili come granelli di sabbia sulla spiaggia, pertanto oramai non si sente più il rancore per il declino rap-presentato dal botro del fiume Asukagawa che si trasforma in una rapida e ci sarà soltanto la gioia per la prosperità paragonabile a un ciottolo che diventi roccia.

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Hitomaro è scomparso, ma le parole della poesia rimangono. Seppure il tempo cambi, i fatti passino, la gioia e la tristezza si avvicendino, sempre esistono i versi delle poesie! Se essi non si spezzano come lunghi fili di sali-ce e non si disperdono come aghi del sempreverde pino, se si tramandano perpetui come rampicanti verdi e lasciano tracce indelebili come impronte degli uccelli, le persone che conoscano gli stili della poesia e che abbiano acquisito la sostanza del linguaggio potranno fare a meno di riverire il pas-sato, come si vede la luna nel vasto cielo, e di adorare questo regno?

[trad. Sagiyama]

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Kokinshū: composizione

Libri I-II: primavera Libri XI-XV: amore Libro III: estate Libro XVI: ElegieLibro IV-V: autunno Libri XVII-XVIII: poesie varieLibro VI: inverno Libro XIX: poesie di varia forma Libro XX: Canti liturgici tramandatiLibro VII: Felicitazioni presso l’Ufficio dei Canti - Canti delleLibro VIII: Separazioni Feste shointoiste - Canti delle Pro-Libro IX: Viaggi vince orientaliLibro X: Nomi di cose

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Primavera

年の内に春はきにけりひとゝせを

去年とやいはむ今年とやいはむ

Pur entro l’anno che se ne va, ecco, è arrivata la primavera!Come chiamare quest’anno [ancora in corso, l’anno passatoo l’anno nuovo?

Ariwara no MotokataComposto il primo giorno di pri-mavera capitato durante l’anno

vecchio I:1

toshi no uchi niharu wa kinikerihitotose o

kozo to ya iwamukotoshi to ya iwamu

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Primavera

袖ひちてむすびし水のこほれるを春立つけふの風やとくらむ

Con le maniche bagnateattinsi dell’acquache, poi, si chiuse nel gelo.Oggi, primo dì di primavera,il vento lo starà sciogliendo.

Ki no TsurayukiComposto il primo giorno di pri-

mavera I:2

sode hichitemusubishi mizu nokōreru oharu tatsu kyō nokaze ya tokuramu

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Primavera

春たてば花とや見らむ白雪のかゝれる枝に鶯のなく

Giunta è la primaverae sul ramo innevatoleva il suo canto un usignolo:forse al suo occhiola candida neve è divenuta fiore?

SoseiSulla neve sugli alberi

I:6

haru tatebahana to ya miramushirayuki nokakareru eda niuguisu no naku

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Primavera

canto dell’usignoloraccolta delle erbe nuoveneve che si sciogliecinguettio degli uccellifoschia primaverileprofumo del susinocaduta dei fiori di susino

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Primavera

散りぬとも香をだにのこせ梅の花こひしき時の思出にせむ

Lo so, devi cadere,ma almeno lascia il tuo profumo,o fiore di susino:quando sentirò la tua mancanza,mi aiuterà a ricordarti.

AnonimoSoggetto sconosciuto

I:48

chirinu to moka o dani nokosemume no hanakoishiki toki noomoide ni semu

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Primavera

年ふればよはひは老いぬしかはあれど花をし見れば物思もなし

Con gli anni trascorsi, sono invecchiato;ciononostanteora che guardo il fiore del ciliegiosi dilegua ogni pensiero.

Fujiwara no YoshifusaComposto vedendo il fiore di cilie-gio in un vaso davanti a Sua Mae-

stà l’Imperatrice di SomedonoI:52

toshi furebayowai wa oinushika wa aredohana o shi mirebamonoomoi mo nashi

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Primavera

世中にたえてさくらのなかりせば春の心はのどけからまし

Se in quessto mondonon esistesse affattoil fiore del ciliegio,l’anima in primaverasarebbe serena.

Ariwara no NarihiraComposto guardando il fiore di ci-

liegio presso il palazzo di NagisaI:53

yononaka nitaete sakura nonakarisebaharu no kokoro wanodokekaramashi

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Primavera

ひとめ見しきみもや来ると

さくらばなけふは待ちみてちらばちら南

Forse verrà quella personache solo per un attimo incon- [trammo,fiore di ciliegio;oggi aspettala con me,e poi, se vuoi, cadi pure.

Ki no TsurayukiDopo la visita di una persona

cara, l’autore compose questa po-esia e gliela inviò allegata al fiore

II: 78

hitome mishikimi mo ya kuru to

sakurabanakyō wa machimitechiraba chiranamu

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Primavera

花の色はうつりにけりないたづらにわが身世にふる

ながめせしまに

I colori dei fiorisono, ahimé, sbiaditi,mentre io, invanoassorta nei pensieri, vedevo [passarei giorni di pioggia ostinata.

Ono no KomachiSoggetto sconosciuto

II: 113

hana no iro wautsurinikeri naitazura niwagami yo ni furu

nagame seshi ma ni

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Primavera

fioritura del glicinerosa selvaticafine della primavera

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Primavera

ぬれつゝぞ強ゐておりつる年の内に春は幾日もあらじと思へば

Pur bagnato dalla pioggiaosai cogliere questo fiore,ché, lo so, quest’annopochi ormai sonoi giorni di primavera.

Ariwara no NarihiraInviato a una persona alla fine

della terza luna, allegato al dono di un fiore di glicine colto sotto la

pioggiaII: 133

nuretsutsu zoshiite oritsurutoshi no uchi niharu wa ikuka moaraji to omoeba

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Estate

五月こば鳴きも古り南郭公まだしき程のこゑをきかばや

Nel cuore dell’estate,perduta sarà la freschezzadel tuo canto, cuculo;vorrei sentire una voceancora giovane e acerba.

IseSoggetto sconosciuto

III: 138

satsuki kobanaki mo furinamuhototogisumadashiki hodo nokoe o kikaba ya

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Estate

夏と秋と行かふ空のかよひ路は片方すゞしき風やふくらむ

Lungo la via celeste, ove s’incrocianol’estate che vae l’autunno che viene,solo da una parte, penso,soffia il vento fresco.

Ōshikōshi no MitsuneComposto nell’ultimo giorno della

sesta lunaIII: 168

natsu to aki toyukikō sora nokayoiji wakatae suzushikikaze ya fukuramu

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Autunno

わがせこが衣のすそを吹返しうらめづらしき秋のはつかぜ

Un soffio d’ariascopre del mio amatola fodera, sotto l’orlo della veste:ecco, fresco e incantevole,il primo vento d’autunno.

AnonimoSoggetto sconosciuto

IV: 171

waga seko gakoromo no suso ofukikaeshiura mezurashikiaki no hatsukaze

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Autunno

秋風の吹にし日より久方の天の河原にたゝぬ日はなし

Da quando s’è levatoil vento d’autunno,non c’è giornoin cui non ti attendasulla riva del Fiume Celeste.

AnonimoSoggetto sconosciuto

IV: 173

akikaze nofukinishi hi yorihisakata noama no kawara nitatanu hi wa nashi

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Autunno

vento d’autunnofesta del settimo giorno del settimo mesela luna d’autunnomutare del colore delle foglieil canto del grilloil ritorno delle oche selvatiche bramito dei cervifioritura della lespedeza

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Autunno

ひとりのみながむるよりは女郎花わが住む宿に植へて見ましを

Anziché immergermi solitarioin mesta contemplazione,ominaeshi,potessi portarti nella mia dimorae godere della tua compagnia.

Mibu no Tadamine[Componimento presentato alla gara sul fiore di ominaeshi pres-so il Suzakuin (agone promosso

da Uda, Imperatore abdicatario, nell’898)]

IV: 236

hitori nominagamuru yori waominaeshiwa ga sumu yado niuete mimashi o

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Autunno

吹くからに秋の草木のしほるればむべ山風をあらしといふらむ

Appena soffia,gli alberi e le piante d’autunnosi prostrano: eccoil vento di montagna,si chiama tempesta.

Fun’ya no YasuhideComponimento presentato alla

gara di poesia presso la residenza del Principe Koretada

V: 249

fuku kara niaki no kusaki noshiorurebamube yamakaze oarashi to iu ramu

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Autunno

秋風のふきあげに立てるしらぎくは花かあらぬか浪のよするか

I candidi crisantemisulla spiaggia di Fukiage,ove si leva il vento d’autunno,sono fiori oppureonde increspate?

Sugawara no Michizane[Componimento attaccato a un

crisantemo piantato nel giardino in miniatura a forma di spiaggia

sabbiosa, creato in occasione della gara sul crisantemo tenuta nell’e-ra Kanpyō. Il soggetto è il crisan-temo piantato nella riproduzione della spiaggia di Fukiage. V: 272

akikaze nofukiage ni taterushiragiku wahana ka aranu kanami no yosuru ka

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Autunno

ちはやぶる神世も聞かずたつた河から紅に水くゝるとは

Inaudito anche al tempodei possenti dei!Il fiume Tatsutatinge l’acquadi vermiglio screziato.

Ariwara no NarihiraComposto sul soggetto: le foglie

autunnali galleggianti sul fiume Tatsuta, dipinto su un paraven-to dell’Imperatrice del Secondo

Rione [Fujiwara no Takaiko, c. di Seiwa, madre di Yōzei] quando era

conosciuta come consorte impe-riale, madre del principe eredita-

rio. V: 294

chihayaburukamiyo mo kikazuTatsutagawakarakurenai nimizu kukuru to wa

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Inverno

雪ふりて年の暮れぬる時にこそつゐにもみぢぬ松も見えけれ

Solo alla fine dell’annoquando la neve stendela bianca coltre,risalta agli occhiil verde perenne del pino.

AnonimoComponimento presentato alla

gara di poesia promossa dall’Im-peratore durante l’era Kanpyō

VI: 340

yuki furitetoshi no kurenurutoki ni kosotsui ni momijinumatsu mo miekere

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Inverno

昨日といひ今日とくらしてあすか河流れてはやき月日なりけり

Si dice “ieri”si vive “oggi”, e via,come l’acqua del fiume Asukasì veloci scorronoi giorni e i mesi!

Harumichi no TsurakiComposta alla fine dell’anno

VI: 341

kinō to iikyō to kurashiteasukagawanagarete hayakitsukihi narikeri

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Felicitazioni

わが君は千代に八千代にさゞれ石の巌となりて苔のむすまで

Viva il mio signoreper mille, ottomila regni,finché un ciottolonon diventi rocciae il muschio non vi cresca.

AnonimoSoggetto sconosciuto

VI: 343

wa ga kimi wachiyo ni yachiyo nisazareishi noiwao to naritekoke no musu made

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Separazioni

わかれてはほどをへだつとおもへばやかつ見ながらにかねて恋しき

Forse perché pensoalla lontananzache poi ci separerà,ora che stiamo insiemegià sento la tua mancanza?

Ariwara no ShigeharuAlla partenza di un amico che la-

sciava la capitale per la provinciaVII: 372

wakarete wahodo o hedatsu toomoeba yakatsu minagara nikanete koishiki

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Viaggio

夜を寒みをく初霜をはらいつゝ草の枕にあまたたび寝ぬ

Fredda era la notte,la prima brina si posavasul mio guanciale d’erba;rimuovendola a più riprese,molte volte mi sono coricato.

Ōshikōshi no MitsuneComposto sulla via verso la pro-

vincia di KaiVIII: 416

yo o samumioku hatsushimo oharaitsutsukusa no makura niamata tabi nenu

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Nomi di cose

今幾日春しなければうぐひすも物はながめて思べらなり

Quanti giorni ancora?Ormai declina la primavera,e dunque anche l’usignolosembra immersoin mesta contemplazione.

Ki no Tsurayukisumomo no hana “fiore di pruno”

IX: 428

ima ikukaharu shi nakerebauguisu momono wa nagameteomouberanari

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Nomi di cose

小倉山みね立ちならし鳴く鹿の経にけむ秋をしる人ぞなき

Peregrinando solitario,alla vetta del monte Oguratriste bramisce il cervo;niente e nessuno può capire,ahi, gli autunni da lui trascorsi!

Ki no TsurayukiComposto in occasione della gara

sul fiore di ominaeshi presso Su-zakuin, inserendo all’inizio di ogni verso le cinque sillabe della parola

ominaeshi “patrinia”IX: 439

ogurayamamine tachinarashinaku shika nohe nikemu aki oshiru hito zo naki

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Amore

ほとゝぎす鳴くやさ月のあやめ草あやめも知らぬ恋もする哉

Ecco, canta il cuculonella quinta luna,stagione dell’iris,e smarrito sonoin un labirinto d’amore.

AnonimoSoggetto sconosciuto

XI: 469

hototogisunaku ya satsuki noayamegusaayame mo shiranukoi mo suru kana

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Amore

吉野河いはなみ高く行水のはやくぞ人を思そめてし

Come del fiume Yoshinol’acqua impetuosa che si frangealta contro le rocce,irruente scaturì, in me,la passione.

Ki no TsurayukiSoggetto sconosciuto

XI: 471

yoshinogawaiwanami takakuyuku mizu nohayaku zo hito oomoisometeshi

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Amore

たよりにもあらぬ思ひのあやしきは心を人につくるなりけり

Il desiderionon è un messaggero:eppure, cosa strana,ha consegnato il mio cuorea colei che adoro.

Ariwara no MotokataSoggetto sconosciuto

XI: 480

tayori ni mo aramu omoi noayashiki wakokoro o hito nitsukuru narikeri

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Amore

行水に数かくよりもはかなきは思はぬ人をおもふなりけり

Più vano dello scriverecifre sull’acqua che scorreè, invero, amare qualcunoche non mi ama.

AnonimoSoggetto sconosciuto

XI: 522

yuku mizu nikazu kaku yori mohakanaki waomowanu hito oomounarikeri

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Amore

思つゝ寝ればや人の見えつらむ夢としりせば覚めざらましを

Forse perché mi corico sospirando per lui,mi è apparso in sogno?Avessi saputo che era un sognomai mi sarei svegliata.

Ono no KomachiSoggetto sconosciuto

XI: 552

omoitsutsunureba ya hito nomietsuramuyume to shirisebasamezaramashi o

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Amore

いたづらに行ては来ぬる物ゆへに見まくほしさに誘なはれつゝ

Invano, sempre, mi reco da leisolo per tornare deluso.Lo so, eppureil desiderio di vederlami trascina indomabile.

AnonimoSoggetto sconosciuto

XIII: 620

itazura niyukite wa kinurumono yue nimimaku hoshisa niizanawaretsutsu

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Amore

人しれぬわが通ひぢの関守はよゐよゐごとにうちも寝ななむ

Il guardianodel mio valico segretoverso la mia adorata,notte dopo nottevorrei che si assopisse.

hito shirenuwa ga kayoiji nosekimori wayoiyoi goto niuchi mo nenanamu

Ariwara no NarihiraL’autore frequentava una dama nella zona del quinto rione dell’est.

Essendo una relazione segreta, non poteva entrare dalla porta e per-ciò s’introduceva e usciva attraverso un punto sgretolato nel muro.

Ciononostante, le sue visite erano tanto assidue che il padrone della residenza lo venne a sapere e dispose una sorveglianza notturna al

passaggio per sorprendere il visitatore. Quando questi veniva, dove-va ritornarsene senza poter incontrare la donna, compose allora e le

mandò la seguente poesia. XIII: 632

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Amore

しのゝめのほがらほがらと明けゆけばをのがきぬぎぬなるぞ悲しき

Appena il cielo a levantesi schiude alla lucesempre più intensa,che tristezza separarele nostre vesti, che ci coprivano [uniti.

AnonimoSoggetto sconosciuto

XIII: 637

shinonome nohogara hogara toakeyukebaono ga kinuginunaru zo kanashiki

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Amore

玉匣あけばきみが名たちぬべみ夜ふかく来しを人見けむかも

Se io aspettassi l’albaschiudersi qual prezioso scrigno,la gente sussurrerebbe il tuo nome,e così me ne vado nella notte fonda,ma sono in ansia per gli occhi [indiscreti.

AnonimoSoggetto sconosciuto

XIII: 642

tamakushigeakeba kimi ga natachinubemiyo fukaku koshi ohito mikemu ka mo

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君や来し我や行きけむ思ほえず夢かうつゝか寝てかさめてか

かきくらす心のやみにまどひにき夢うつゝとは世人さだめよ

Fosti tu a venireo fui io ad andare:non posso ricordare;era sogno o realtà,dormivo o ero sveglia?

Nelle tenebreche offuscano l’animoero smarrito.Sogno o realtà:decidano gli altri.

kimi ya koshiware ya yukikemuomōezuyume ka utsutsu kanete ka samete ka

kakikurasukokoro no yami nimadoinikiyume utsutsu to wayohito sadameyo

AnonimoQuando Narihira si recò per servizio nella provincia di Ise, ebbe un incontro

segreto con una principessa che era la vergine Sacerdotessa del Santuario. La mattina seguente, metre l’uomo era in ansia perché non trovava un messagge-

ro da mandare, dalla donna gli giunse la seguente poesia. XIII: 645

Ariwara no NarihiraIn risposta alla precedente poesia.

XIII: 646

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Amore

いで人は事のみぞ良き月草のうつし心は色ことにして

Guardatelo, l’uomo:ha splendide solo le parole,ma il cuore, mutevolecome il blu dell’erba-lunaè di tutt’altro colore.

AnonimoSoggetto sconosciuto

XIV: 711

ide hito wakoto nomi zo yokitsukikusa noutsushikokoro wairo koto ni shite

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Amore

頼めこし事の葉今は返してむわが身ふるればをき所なし

Le foglie di parolein cui a lungo riposi fiduciaora te le restituirò,ché, logora e abbandonata qual sonospazio non trovo, né per me né per [esse.

Fujiwara no YorukaInviato al Ministro della Destra [Mi-

namoto no Yoshiari] quando l’autrice raccolse e restituì le lettere ricevute a suo tempo da lui, in quanto quest’ul-timo aveva smesso di recarsi a casa

sua. XIV: 736

tanomekoshikoto no ha ima wakaeshitemuwagami fururebaokidokoro nashi

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Amore

花すゝき我こそ下に思しかほにいでて人にむすばれにけり

Leggiadra eulalia,io, nel profondo dell’anima,ti adoravo, mentre tu,schiuso il bocciolo del tuo cuore,ti sei unita, ahimé, con un altro.

Fujiwara no NakahiraSoggetto sconosciuto

XV: 748

hana susukiware koso shita niomoishikaho ni idete hito nimusubarenikeri

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Amore

あひにあひて物思ころのわが袖にやどる月さへ濡るゝ顔なる

In un mirabile accordocon i miei mesti pensieridi questi giorni, persino la lunache indugia sulle mie manicheha un viso bagnato di lacrime.

IseSoggetto sconosciuto

XV: 756

ai ni aitemono omou koro nowa ga sode niyadoru tsuki saenururu kao naru

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Amore

有磯海の浜のまさごと頼めしは忘るゝ事のかずにぞ有ける

Incommensurabile come il numero dei granidi sabbia del lido scogliosonon era il tuo amore, ma la tua attitudine a dimenticarmi.

AnonimoSoggetto sconosciuto

XV: 818

arisoumi nohama no masago totanomeshi wawasururu koto nokazu ni zo arikeru

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Elegie funebri

血の涙おちてぞたぎつ白河は君が世までの名にこそ有けれ

Le lacrime di sanguesi riversano in gorgo vermiglionel fiume Shirakawa,nome che aveva sensosolo finché eri in vita.

SoseiComposto nella notte in cui si accom-

pagnò la salma del precedente Pri-mo Ministro [Fujiwara no Yoshifusa]

presso la sepoltura di ShirakawaXVI: 830

chi no namidaochite zo tagitsushirakawa wakimi ga yo made nona ni koso arikere

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Poesie varie

蝉の羽の夜の衣はうすけれど移り香こくもにほひぬる哉

Quasi tenue ala di cicala,la veste notturna è leggera; eppure,sì fragrante, il tuo profumoha impregnato la mia persona.

Ki no TomonoriPer osservare il tabù della direzione

infausta, l’autore si recò a pernottare a casa di una persona che gli prestò

una veste per coperta. Nel restituirla, la mattina seguente, compose i se-

guenti versi. XVII: 876

semi no ha noyoru no koromo wausukeredoutsuriga koku monioinuru kana

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山吹の花色衣ぬしやたれ問へど答へずくしなしにして

Veste doratadi rosa selvatica,a chi appartieni?Le chiedo, ma non risponde,ché è tinta di gardenia.

SoseiSoggetto sconosciuto

XIX: 1012

yamabuki nohanairogoromonushi ya taretoedo kotaezukuchinashi ni shite

[tutte le traduzioni sono tratte da Sagiyama 2000]

Poesie di varia forma

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tsukuri-monogatariuta-monogatari(dal IX al XII sec.)

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Taketori monogatari(Storia di un tagliabambù, IX sec.)

Utsuho monogatari(Storia di un albero cavo, X sec.)

Ise monogatari(Racconti di Ise, X sec.)

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Sumiyoshi monogatari(Storia di Sumiyoshi, IX sec.-XII sec.)

Ochikubo monogatari(Storia di Ochikubo, X sec.)

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Ochikubo monogatari: kaimamiIl Tenente [Michiyori] ordinò di nuovo a Tachihaki di condurlo di nascosto nella ca-mera di Donna Ochikubo e questi, ben sapendo di non potere eludere la richiesta, attese che sopraggiungesse un’occasione atta allo scopo [...] Approfittando dell’as-senza di tutta la famiglia, Ochikubo si chinò sul suo sō no koto e iniziò a suonare in maniera eccezionale. Tachihaki, non sapendo che Donna Ochikubo si dedicava a quell’arte, si mise ad ascoltare con immenso piacere. E menntre Akogi stava spie-gando che era stata la defunta Principessa a indirizzarla verso quello strumento all’età di cinque-sei anni, il Tenente arrivò in segreto alla soglia della casa del Con-sigliere di Mezzo. [...] Per spiegare al Tenente quanto avrebbero fatto, Tachihaki si fermò per un po’ davanti alla porta scorrevole della propria stanza. Dal momento che nessuno era in casa, Michiyori pensò che non ci fosse nulla di cui preoccuparsi; suggerì quindi di recarsi subito a osservare in segreto Donna Ochikubo.

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Ochikubo monogatari: kaimamiTemendo di essere scoperti dalla guardia notturna, Tachihaki sospinse il Tenente dietro le imposte di legno movibili della veranda. Lui stesso vi rimase per un po’. Michiyori sbirciò attraverso l’intelaiatura a graticcio. Nonostante la stanza fosse rischiarata da una luce molto fioca, non essendoci né tende né paraventi, poteva os-servare con chiarezza l’interno. La donna seduta di fronte a lui sembrava Akogi. Il suo aspetto e l’acconciatura dei capelli erano affascinanti. Su di un kimono bianco indossava un akome in seta rossa dai riflessi lucenti. Accanto vi era una donna di-stesa: senza ombra di dubbio doveva essere lei. Gli sembrò che indossasse un vecchio e logoro kimono bianco, [...] e dalla vita in giù, era coperta da un kimono imbottito di seta rossa. Era girata sul fianco e non potè quindi scorgerne il volto. La stava os-servando come rapito dalla bellezza dei suoi capelli che le ricadevano sulle spalle, quand’ecco che il lume si spense. Pur restandone contrariato, fu comunque soddi-sfatto di essere alla fine riuscito a vedere quanto fosse affascinante.

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Ochikubo monogatari: l’incontroDonna Ochikubo non riusciva ad addormentarsi. Prese quindi il sō no koto e, pizzi-candone le corde, intonò la seguente poesia:

Ora che tutto in questo mondo è amarezzavorrei rifugiarmi in una grotta che mi nasconda.

Approfittando del fatto che era rimasta sola e avendo intuito che non aveva alcuna voglia di dormire, Michiyori, dopo aver forzato la porta con una listarella di legno, penetrò nella sua stanza senza difficoltà. Quando Donna Ochikubo, spaventata, fece per alzarsi lui, con uno scatto repentino le si avvicinò e l’abbracciò. [....] Michiyori, tenendo ben stretta la figlia del Consigliere di Mezzo, si tolse la veste e le si coricò accanto. Ochikubo, ormai in preda al panico e allo sconforto, iniziò a tremare e a singhiozzare. Michiyori allora le sussurrò: [...]

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Ochikubo monogatari: l’incontroTriste come sononel vedervi piangere in tal modo sino all’alba,quanto più mi è insopportabile il canto del gallo.

«Vi prego solo di rispondere – insistette lui. – Se non udrò la vostra voce, sarà come se voi non ricambiaste i miei sentimenti». Fu solo allora che Donna Ochikubo pro-nunciò quasi in estasi i seguenti versi:

Se per voi la vostra tristezzavi riporta alla mente il canto del gallo,non potrò farvi udire altra voce se non quella del mio pianto.

Il tono della sua voce era molto bello e Michiyori d’un tratto si rese conto che i suoi sentimenti, sino ad allora alquanto superficiali, si erano tramutati in vero amore.

[trad. Maurizi]

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Genji monogatari(Storia di Genji, XI sec.)

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Sua Signoria Genji e dintorni Gran Ministro della Sinistra Gran Ministro della Destra

Tō no Chūjō Fujitsubo Kiritsubo ♥ Imperatore ♥Kokiden Oborozukiyo Yūgao Genji Suzaku Tamakazura Dama di Akashi Murasaki Signora degli aoi Imperatrice di Akashi ♥ Presente Imperatore Signora di Rokujō Yūgiri Reizei Terza Principessa Akikonomu Sua Altezza Niou Sua Signoria Kaoru Sesta Signora Seconda Principessa Ottavo Principe Prima Signora Seconda Signora Ukifune

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credit: Gotoh Art Museum

La legge

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Genji

La Signora del murasaki

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credit: Gotoh Art Museum Nebbia di sera

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Yūgiri

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credit: Gotoh Art Museum I grilli delle campanelle

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Genji?

La Terza Principessa

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credit: Gotoh Art Museum La casa nell’est

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Kaoru

Ukifune

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Genji monogatari (La giovane pianta di murasaki): kaimami

Il giovane Signore uscì per un poco e si guardò all’intorno: il posto in cui si trovava era in alto e si potevano vedere qua e là sotto i suoi occhi le abitazioni dei monaci. Al termine di un sentiero serpeggiante appariva un recinto di bambù simile agli altri, ma costruito con più cura, e poi padiglioni e corridoi di una certa eleganza e alberi disposti con gusto. - Chi abita laggiù? [...]La giornata di primavera era lunga ed egli, ormai privo di impegni, approfittò della nebbia che si era alzata al crepuscolo per andare a dare un’occhiata alla casa che aveva notato poco prima. Lasciò liberi gli uomini e in compagnia del solo Koremitsu provò a spiare attraverso il recinto: nella stanza che volgeva a occidente notò una monaca intenta alle sue preghiere davanti a un’immagine sacra. [...] Accanto a lei erano sedute due dame di compagnia abbigliate con cura, mentre alcune fanciulli-ne entravano e uscivano giocando. Una di esse, una bambina di circa dieci anni, che indossava un sottabito bianco sfoderato e una morbida veste del colore degli yama-buki, entrò di corsa; del tutto diversa dalle altre, il suo volto grazioso lasciava intui-re quanto sarebbe stata bella da grande. I capelli le scendevano sulle spalle come un

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Genji monogatari (La giovane pianta di murasaki): kaimami

ventaglio spiegato e il suo viso era arrossato dal pianto. [...]Il suo viso era molto aggraziato, la linea delle sopracciglia naturale e delicata, e i capelli, tirati sulla fronte in modo infantile, le scendevano leggiadri ai lati del viso. Sarebbe stato piacevole vederla quando fosse diventata grande, pensò egli osser-vandola. Rendendosi conto a un tratto che se non poteva staccare gli occhi da lei era perché la bimba assomigliava moltissimo a quella persona che più di ogni altra restava nel suo cuore, si commosse fino alle lacrime.[...] In quel mentre dalla parte opposta giunse l’abate.- Siete esposte agli sguardi di tutti! Proprio oggi avete scelto di sedervi accanto alla veranda? Ho saputo or ora che Sua Signoria Genji, Secondo Comandante della Guar-dia Imperiale, è venuto dal santo eremita per chiedergli di guardirlo dalla sua ma-lattia. È arrivato in gran segreto e perciò io, non sapendo nulla, non sono neppure andato a fargli visita, - disse, e la monaca si affrettò a far abbassare le tende.

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Genji monogatari (Lucciole): kaimamiIl Principe Capo degli Affari Militari [fratello minore di Genji], come gli altri del resto, seguitava a inondarla di messaggi. [...] La fanciulla [figlia di Tō no Chūjō e della Dama degli yūgao] da parte sua, dopo l’ultima, penosa esperienza, quando il Principe Capo degli Affari Militari, o qualcun altro, le mandava lettere traboccanti d’amore, talvolta si sentiva quasi ben disposta nei loro confronti, non perché provas-se qualcosa di particolare, ma perché era ormai in grado di ipotizzare che fosse un modo per liberarsi dalle attenzioni inopportune di Sua Signoria. Mentre egli, senza alcuna giustificazione possibile, era in attesa dell’arrivo del Principe, quest’ultimo, del tutto ignaro e stupito per aver ricevuto una risposta, si presentò in gran segreto. Fu ricevuto al di qua della porta a battenti, nella stanza esterna dove era stato di-sposto un cuscino, non lontano da dove si trovava la giovane donna, da cui lo sepa-ravano soltanto le tende del kichō. La sollecitudine con la quale Sua Signoria aveva provveduto a preparare la stanza, diffondendo nell’aria la soave fragranza dell’in-censo, non era precisamente paterna e testimoniava piuttosto una intromissione inopportuna, ma nonostante ciò il risultato era affascinante.

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Page 113: Il periodo Heian (794-1185) - Weebly

Genji monogatari (Lucciole): kaimamiEra trascorso il periodo delle serate senza luna e alla debole luce del cielo appena rischiarato e velato di nubi, la sobria figura del Principe appariva di una raffinata eleganza. Dall’interno proveniva un leggero alito di vento profumato, che si con-fondeva con la delicata fragranza delle vesti di Sua Signoria, avvolgendo tutta la stanza, e il Principe sempre più affascinato da quella fanciulla che da quanto poteva intuire doveva essere ancora più attraente di come l’aveva immaginata, cominciò a parlarle, rivolgendosi alla sua dama di compagnia, per manifestarle la portata del suo amore, con parole misurate, e il suo atteggiamento che non tradiva un eccesso di galanteria, appariva davvero non comune. Sua Signoria, che riusciva a cogliere qualche frase, pensò che era uno spettacolo degno di interesse. Ella si era ritirata nella stanza orientale e quando Saishō no kimi la raggiunse, scivo-lando sulle ginocchia, per trasmetterle i messaggi del Principe, Sua Signoria appro-fittò dell’occasione per farle sapere a sua volta: - Questo modo di riceverlo è davvero ingiustificato. Occorre adeguarsi alle circostanze. [...] Almeno quando si tratta di persone come Sua Altezza il Principe, non è il caso di tenerlo così lontano, ricorren-do all’intervento di una dama di compagnia. Se non volete parlargli direttamente,

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Genji monogatari (Lucciole): kaimamialmeno potreste avvicinarvi un po’ di più, - la rimproverò, ed ella disperata, non sa-pendo che fare, perché temeva che ciò offrisse a Sua Signoria la scusa per spingersi accanto a lei, si fece avanti e andò a sdraiarsi ai piedi del kichō che delimitava l’in-gresso e mentre esitava chiedendosi cosa rispindere ai lunghi discorsi che il Principe le aveva rivolto, Sua Signoria si avvicinò e sollevò un lembo della tenda ripiegandolo sul sostegno: nello stesso momento, stupefatta, ella si accorse di un improvviso chia-rore, come se qualcuno avesse acceso una lanterna. In realtà quella sera Sua Signo-ria aveva raccolto in un ritaglio di seta leggerissima uno sciame di lucciole, le aveva tenute al coperto per nascondere la luce e ora, per risolvere la situazione, le aveva la-sciate libere. Sorpresa da quel chiarore inaspettato, ella tentò di nascondere il volto dietro il ventaglio lasciando intravedere il suo profilo delicato. L’improvviso sprazzo di luce avrebbe permesso al Principe Capo degli Affari Militari di vederla e, se si era dimostrato così assiduo perché la riteneva figlia di Sua Signoria, ora si sarebbe reso conto che era molto più bella di quanto avesse mai potuto sospettare e in tal modo, si era detto Sua Signoria, escogitando quello stratagemma, sarebbe riuscito a getta-re scompiglio nel cuore del Principe, già tanto sensibile al fascino femminile.

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Genji monogatari (Lucciole): kaimamiIl Principe, benché avesse potuto solo immaginare dove ella si trovasse, aveva trepi-dato al pensiero che potesse essere molto vicina e mentre cercava di cogliere qual-cosa attraverso gli spiragli delle tende di seta leggera, non molto lontano da lui era apparsa quella debole luce, una cosa straordinaria. Subito le dame di compagnia si erano affrettate a ristabilire l’oscurità, ma quel pallido chiarore gli aveva rivelato ciò che prometteva di essere l’inizio di una seducente storia d’amore. Era bastato un attimo, ma egli continuò a pensare alla bellezza di quella delicata figura che giace-va abbandonata e, proprio come previsto, il suo cuore ne era affascinato.

Neppure il fuoco di cui ardono in silenziole lucciolepotrebbe spegnersiper quanto lo si soffochi.

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Genji monogatari (Lucciole): monogatari-ron

La stagione delle piogge fu quell’anno insolitamente lunga e nelle ore d’ozio senza uno sprazzo di sereno le signore che vivevano a Rokujō trascorrevano il tempo de-dicandosi ai racconti illustrati. La Dama di Akashi ne preparò parecchi con cura e li mandò alla figlia. Nell’ala occidentale, in particolare, questi racconti risvegliarono l’interesse della giovane donna [Tamakazura] che non era abituata a simili intratte-nimenti e che passava le sue giornate a leggere e a copiare intere pagine. Molte delle sue giovani dame di compagnia erano ben preparate sull’argomento ed ella sco-priva che fra le singolari vicissitudini dei personaggi, forse frutto di fantasia forse fedeli alla realtà, nessuna ssomigliava a ciò che ella aveva vissuto. Le vicende affron-tate dalla giovane signora del Sumiyoshi monogatari erano davvero straordinarie e ancor più lo sarebbero sembrate al tempo in cui l’opera era apparsa; tuttavia l’e-pisodio in cui essa con grande difficoltà sfuggiva al Capo dell’Ufficio dei Tributi le ricordava l’odioso Soprintendente di quinto rango.Sua Signoria, che dovunque andasse trovava questi romanzi sparsi qua e là, un giorno

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Genji monogatari (Lucciole): monogatari-ron

le disse: - Ma è assurdo! Si direbbe che le donne siano nate proprio per farsi ingannare. In tutti questi libri è contenuta ben poca verità, ma pur essendone perfettamente a conoscenza, ecco che vi lasciate incantare da queste storie inutili e le ricopiate, senza neppure preoccuparvi di tenere in ordine i vostri capelli in questi giorni di pioggia -. Poi sorrise e riprese: - D’altra parte è anche vero che, senza questi racconti dei tempi passati, come sarebbe possibile trascorrere piacevolmente il tempo, nei momenti in cui non c’è nulla da fare? Del resto, queste storie immaginarie contengono episodi molto convincenti, capaci di attirare profondamente il lettore, quasi descrivessero fatti realmente accaduti, e anche se siamo consapevoli che si tratta di discorsi privi di fondamento ne siamo commossi e quando leggiamo di una graziosa fanciulla tra-volta dal dolore, il nostro cuore, sia pure solo in parte, non può non esserne preso. E ancora, non c’è alcun dubbio che esistano opere scritte con tale abilità da incantare con le loro straordinarie descrizioni, anche se sappiamo benissimo che non possono essere vere e se in un secondo momento ci appaiono assurde, lì per lì ci coinvolgono. [...] Si può dire che essi registrino tutto ciò che è accaduto nel mondo dall’era delle

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Genji monogatari (Lucciole): monogatari-ron

divinità. Del resto nel Nihongi e nelle altre opere del genere si trova solo una parte degli avvenimenti. È all’interno dei romanzi invece che sono descritti i dettagli e i fatti precisi. [...] Anche se non descrivono con esattezza ciò che riguarda una deter-minata persona, essi nascono quando non è possibile tenere chiusi nel proprio cuo-re fatti che si desidera trasmettere alle generazioni future, avvenimenti di esseri che vivono in questo mondo, buoni o cattivi che siano, che non ci si stanca mai di osser-vare o ascoltare. Se colui che racconta desidera parlare bene dei personaggi, allora sceglierà soltanto cose buone, se vuole rispondere alle attese dei lettori raccoglierà elementi di rara malvagità, ma tutto ciò, nel bene e nel male, esiste comunque in questo mondo. Per ciò che riguarda altri paesi, anche il modo di narrare è diverso dal nostro, ma perfino qui da noi, nello Yamato, è naturale che storie del passato si-ano diverse da quelle del presente e che esistano differenze di contenuti più o meno profondi, ma arrivare a definire tutti i romanzi come un insieme di bugie significa forse sottovalutarne la vera natura. [...] → mezzi di salvezza buddhisti

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Genji monogatari (Lucciole): monogatari-ron

[...] - A proposito, all’interno di queste vecchie storie non ce ne sarà una che parli di uno sciocco sprovveduto come me? Non credo che esista una donna - fosse pure la protagonista più insensibile e ignara di come va il mondo descritta all’interno di qualche racconto - che sia capace come voi di fingere di non capire. Suvvia, cerchia-mo di creare noi un romanzo senza precedenti da poter raccontare al mondo, - le disse, facendosi più vicino, ed ella noscondendosi il volto con la manica replicò: - An-che senza giungere a tanto, una storia così insolita può certo far parlare la gente. - Davvero vi sembra tanto stravagante? Penso che nessuno si comporti come voi, - disse egli, avvicinandosi con maggiore confidenza.

- Incapace di risolvermiricorro alle storie di un tempoma senza trovarein esse esempi di figliche si oppongono al proprio padre

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Genji monogatari (Lucciole): monogatari-ron

Anche nella via del Buddha si rimprovera la mancanza di amore verso i genitori, - le disse, e poiché ella non si risolveva ad alzare il capo, proseguì nel manifestarle il proprio scontento, tentando di scostarle i capelli dal viso, cosicché alla fine la fan-ciulla rispose:

- Anche rivolgendosialle storie del passatonon si troverà certol’affetto di un padreche sia simile al vostro.

Queste parole lo turbarono a tal punto che egli non tentò di spingersi oltre. Chissà quali sviluppi avrebbe avuto la loro storia!

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1) H. perde la madre da bambina;

2)H. subisce i maltrattamenti della matrigna che tenta di farla sposare a un anziano direttore dell’Ufficio Contabile. Con l’aiuto della nutrice riesce a fuggire a Sumiyoshi;3)Grazie all’aiuto di Kannon, H. è ri-trovata dal Tenente;4)Una volta ritornata alla capitale, H. sposa il Tenente, figlio del Gran Ministro della Destra, che diventa Capitano;5)Durante la cerimonia di vestizione dei figli, H. rivede dopo tanto tempo suo padre;6) H. fa servire sua figlia a corte.

Tamakazura vs Himegimi1) T. perde la madre da bambina ed è allevata dalla sua nutrice a Tsukushi;2) Dopo essere sfuggita alla proposta di matrimonio di un rozzo signorot-to del luogo, T. parte per la capitale;

3)Grazie all’aiuto di Kannon, T. è con-dotta a Palazzo da Genji;4) Durante la cerimonia di vestizio-ne del mo, T. rivede dopo tanti anni il suo vero padre;

5) T. sposa il generale Higekuro, fi-glio del Gran Ministro della Destra;

6) T. fa servire sua figlia a corte.[da Negri 2000]

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Genji monogatari (Il maestro di incantesimi): sukuse

Come sempre, per allontanare quei tristi pensieri, si purificò le mani con l’acqua e si dedicò alle sue pratiche religiose. [...] Essendo nato in questo mondo in una posizio-ne privilegiata, non vi era nulla di cui dovessi essere insoddisfatto, ma d’altro canto non posso fare a meno di pensare di aver avuto un destino molto più infelice di quel-lo della gente comune. Forse ciò è avvenuto perché il Buddha voleva che mi rendessi conto della tristezza e della caducità della nostra vita. Sono vissuto ignorando volu-tamente questa verità e poi, giunto verso il tramonto della mia vita, ho conosciuto la più grande delle sventure e ora che sono consapevole del mio destino e dei miei limiti, mi sento in qualche modo libero; ma anche se non ho più alcun legame che mi trattenga in questo mondo, tutte voi mi siete diventate ancora più care di un tempo e, al momento di lasciarvi, la serenità del mio cuore sarebbe nuovamente turbata.

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Genji monogatari (La festa delle foglie di aoi): ikisudama

A casa del Ministro [della Sinistra] lo spirito malvagio si manifestava con una violen-za sempre maggiore e la giovane Signora soffriva più che mai. Si cominciava a mor-morare che causa di tutto fosse uno spirito vivente, quello della Signora di Rokujō, oppure lo spirito di un defunto, quello di suo padre, e quando simili voci giunsero al suo orecchio, la Signora di Rokujō ne fu allarmata, dicendosi che per quanto si fosse lamentata per il proprio infelice destino non si era mai augurata che l’altra soffris-se, ma forse, chissà, era davvero possibile che uno spirito tormentato costretto ad allontanarsi dal corpo agisse in tal modo. Per lunghi anni aveva conosciuto la soffe-renza, ma senza mai giungere a tanta angoscia, eppure da quel giorno della purifi-cazione sul Kamo, quando per un banale incidente era stata umiliata e ignorata, la sua mente non era riuscita a pensare ad altro e il suo cuore non aveva più trovato pace, e forse proprio per questo, quando si concedeva un attimo di sonno, spesso le capitava di vedere in sogno se stessa mentre si recava a casa di una donna molto bella, che forse era proprio la consorte di Sua Signoria, e in preda a un’ira violenta e spaventosa che non aveva riscontro nella realtà la colpiva e la trascinava qua e là,

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Genji monogatari (La festa delle foglie di aoi): ikisudama

ed era una cosa terribile, agghiacciante, ma se davvero il suo spirito avesse abban-donato il suo corpo? si chiedeva smarrita, pensando che anche in circostanze meno gravi il mondo era pronto a criticare il comportamento altrui e ciò che stava succe-dendo sarebbe diventato oggetto di infinite supposizioni e maldicenze di cui il suo nome avrebbe sofferto, e forse era cosa normale che il rancore di una persona le so-pravvivesse dopo la morte, e questa già era una colpa grave e terribile, ma nel suo caso essere accusata di un simile misfatto mentre era ancora in vita era un destino atroce, e non doveva assolutamente pensare più a colui che l’aveva trascurata in passato, ma il fatto stesso di imporsi di non pensare a lui significava farlo.

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[tutte le traduzioni sono di Orsi 2012]

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I Fujiwara e la corte di Ichijō Fujiwara no Kaneie (reggente di Ichijō) ♥ autrice del Kagerō nikki (974)

Michitaka (reggente dal 990) Michinaga Chōshi ♥ Korechika (daijō daijin) Reizei ♥ (r. 967-969) salotto Teishi (dal 990) Sei Shōnagon principe Atsumichi ♥ Shōshi (dal 999) salotto Murasaki Shikibu GoIchijō (r. 1016-1036) GoSuzaku (r. 1036-1045) Izumi Shikibu (principe Atsuhira) Akazome Emon

Principessa Yūshi autrice del Sarashina nikki (dama di compagnia)

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I Fujiwara e la corte di Ichijō Fujiwara no Kaneie (reggente di Ichijō) ♥ autrice del Kagerō nikki (974)

Michitaka (reggente dal 990) Michinaga Chōshi ♥ Korechika (daijō daijin) Reizei ♥ (r. 967-969) salotto Teishi (dal 990) Sei Shōnagon principe Atsumichi ♥ Shōshi (dal 999) salotto Murasaki Shikibu GoIchijō (r. 1016-1036) GoSuzaku (r. 1036-1045) Izumi Shikibu (principe Atsuhira) Akazome Emon

Principessa Yūshi autrice del Sarashina nikki (dama di compagnia)

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I Fujiwara e la corte di Ichijō Fujiwara no Kaneie (reggente di Ichijō) ♥ autrice del Kagerō nikki (974)

Michitaka (reggente dal 990) Michinaga Chōshi ♥ Korechika (daijō daijin) Reizei ♥ (r. 967-969) salotto Teishi (dal 990) Sei Shōnagon principe Atsumichi ♥ Shōshi (dal 999) salotto Murasaki Shikibu GoIchijō (r. 1016-1036) GoSuzaku (r. 1036-1045) Izumi Shikibu (principe Atsuhira) Akazome Emon

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I Fujiwara e la corte di Ichijō Fujiwara no Kaneie (reggente di Ichijō) ♥ autrice del Kagerō nikki (974)

Michitaka (reggente dal 990) Michinaga Chōshi ♥ Korechika (daijō daijin) Reizei ♥ (r. 967-969) salotto Teishi (dal 990) Sei Shōnagon principe Atsumichi ♥ Shōshi (dal 999) salotto Murasaki Shikibu GoIchijō (r. 1016-1036) GoSuzaku (r. 1036-1045) Izumi Shikibu (principe Atsuhira) Akazome Emon

Principessa Yūshi autrice del Sarashina nikki (dama di compagnia)

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I Fujiwara e la corte di Ichijō Fujiwara no Kaneie (reggente di Ichijō) ♥ autrice del Kagerō nikki (974)

Michitaka (reggente dal 990) Michinaga Chōshi ♥ Korechika (daijō daijin) Reizei ♥ (r. 967-969) salotto Teishi (dal 990) Sei Shōnagon principe Atsumichi ♥ Shōshi (dal 999) salotto Murasaki Shikibu GoIchijō (r. 1016-1036) GoSuzaku (r. 1036-1045) Izumi Shikibu (principe Atsuhira) Akazome Emon autrice del Sarashina nikki Principessa Yūshi (dama di compagnia, nipote dell’autrice del Kagerō nikki)

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Tosa nikki(Diario di Tosa, 935 circa)

Kagerō nikki(Memorie di un’effimera, 974)

Makura no sōshi(Appunti del cuscino, 1005 circa)

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Makura no sōshi(Appunti del cuscino, 1005 circa)

�liste (mono wa e monozukushi)

�riflessioni

�narrazioni (memorie/kikigaki)

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Makura no sōshi: listeFra le stelle prediligo le Pleiadi, Altair e il Vespero. Le stelle cadenti mi piacciono, soprattutto quando non lasciano una scia troppo lunga.

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Makura no sōshi: listeGli insetti più curiosi sono il grillo delle campanelle in primavera, la cicala, la far-falla, il grillo del pino in autunno, la cavalletta, il saltamartino, la lumaca marina, la libellula, la lucciola. Il minomushi è davvero commovente: si dice che sia nato da un diavolo cui esso, con suo grande dolore, somiglia e che il genitore, dopo avergli fatto indossare una misera veste, lo abbia abbandonato dicendogli: «Torno presto, quando soffierà il vento d’autunno; aspettami» e quello, fiducioso, lo attenda tutti gli anni e, quando nell’ottavo mese sente il vento d’autunno, pianga: «chichiyo chi-chiyo [papà, papà]». Le mosche invece sono odiose e prive di ogni grazia. Non sono tanto grosse da poter essere temute come nemici da parte dell’uomo; che orrore però quando si posano sul viso, specialmente in autunno, con le loro sudicie zam-pette! Antipatici sono anche i nomi di persona composti con il carattere di “mosca”. Gli insetti d’estate sono invece piacevoli e graziosi: è divertente osservarli quando, avvicinata la lampada per guardare le illustrazioni di qualche racconto, volano sul libro. Le formiche sono detestabili; però è interessante vederle camminare sull’ac-qua in fila indiana, grazie alla loro leggerezza.

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Makura no sōshi: liste Particolari raffinati: un giovane nobile snello e leggiadro, che indossi la veste di cor-te. Una graziosa fanciulla, che, non indossando i pantaloni da cerimonia, abbia la-sciato volutamente aperte le due falde della veste estiva, lungo cui pendono l’uzuchi e il prezioso amuleto, e se ne sta in piedi presso la balaustra della veranda, celandosi il volto col ventaglio. Un libro rilegato in fine carta di riso. Una lettera scritta su car-ta di riso celeste e legata con ramoscelli di utsugi appena gemmati. I ventagli con la prima e l’ultima stecca fatte di tre listarelle sovrapposte di legno di cipresso. Quelli a cinque listarelle sono troppo pesanti e sgraziati all’impugnatura. Strati di lunghi iris, stesi ordinatamente su tetti di cipresso né troppo vecchi né troppo nuovi. Osser-vare, da dietro una cortina di fresco bambù, le tende di un paravento con un lucido disegno simile alle vene del legno marcito, i cui nastri ornamentali fruscino sollevati dal vento. Un gomitolo di fili bianchi sottilissimi. Un gatto con un collare rosso e una targhetta bianca, che passeggi sulla balaustra, oltre una cortina di bambù di vivace colore, trascinandosi dietro la corda con cui è legato. [...]

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Makura no sōshi: liste

Cose rare: un genero lodato dal suocero. Una nuora amata dalla suocera. Una pin-zetta d’argento che strappi bene i peli. Un servo che non sparli del padrone. Una persona senza manie. Una persona che, eccellente per bellezza, indole e comporta-mento, non mostri un solo difetto durante l’intero periodo in cui è in auge. Vicini di casa che, rispettando la reciproca intimità, si mostrino sempre gentili e riservati. Io non ne ho mai conosciuti e se esistono devono essere davvero rari. Non macchiare d’inchiostro i fogli da cui si sta copiando una poesia o un racconto. Anche se è un te-sto prezioso, pur trattandolo con ogni riguardo, finiamo ugualmente per sporcarlo. Soprattutto nell’amore tra uomo e donna, è raro, quasi fosse una legge del fato, che la persona cui siamo profondamente legate ci sia fedele sino all’ultimo istante.

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Makura no sōshi: liste

Cose che dovrebbero essere vicine eppure sembrano lontane: le feste davanti al palazzo dell’Imperatrice. I legami di sangue con fratelli e genitori, non cementati dall’affetto. L’ascesa al monte Kurama, chiamata dei Novantanove Piegamenti. L’in-tervallo tra il trentunesimo giorno del dedicesimo mese e il primo dell’anno.

Cose che dovrebbero essere vicine ma che sono realmente lontane: il paradiso. I viag-gi per mare. I rapporti umani.

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Makura no sōshi: riflessioni

I predicatori dovrebbero sempre avere un viso piacevole. Solo se esso è tale da dover-lo contemplare senza volgere altrove la nostra attenzione, possiamo comprendere a fondo le preziose verità che ci vengono esposte. Un predicatore dal volto insignifi-cante ci porta dunque al peccato, perché presto ci dimenticheremo di lui, non aven-dolo fissato con attenzione, e del significato della sua predica. Ma è ora che smetta di parlare del viso dei bonzi! Se fossi più giovane, non m’importerebbe di scrivere cose sacrileghe, ma ora ne ho una terribile paura. Purtroppo sono una così grande peccatrice che mi sembrano eccessivi quelli che ripetono in continuazione: «Quanto sono preziosi gli insegnamenti religiosi!», «Che fede ho io!», e che ad ogni predica corrono a sedersi in prima fila. [...]

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Makura no sōshi: riflessioni Il settimo mese è molto caldo, e anche di notte si lasciano aperte porte e finestre per far circolare l’aria. Può capitare a volte, quando risplende la luna, di svegliarsi improvvisamente e di uscire all’aperto affascinate dal luminoso spettacolo. È bello anche quando la notte è immersa nell’oscurità assoluta, o quando la luna continua a splendere anche al sorgere del sole. Si stende una fresca stuoia di paglia sul legno inondato di luce del bordo della terrazza e si sospinge all’interno il paravento. Così ci si sottrae a sguardi temuti e indiscreti. Immagino, in una di queste notti, una dama il cui amante sia appena partito: giace ancora con una veste di un viola intenso sul rovescio e pallido sul dritto oppure porpora a disegni, e comunque lucida e non del tutto stazzonata, sollevata sul capo. Indossa soltanto una sottove-ste color mattone o di gialla seta grezza e la banda rossa degli ampi panta-loni, slacciata durante la notte, le pende da sotto le vesti. I capelli giacciono abban-donati, quasi in un morbido groviglio, da cui si può giudicarne l’eccezionale lunghezza. Sulla strada, immerso nei vapori della rugiada dell’alba, cammina un giovane, proveniente chissà da dove, che indossa una veste da caccia di un pallido color mattone su larghi pantaloni a righe rosso indaco, sotto cui si

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intravedono una candida sottoveste di seta grezza e una color porpora, di cui un’ampia manica, non infilata, pende lucente, intrisa di rugiada. Anche il copricapo è calzato con noncuranza, quel che basta a nascondere le chiome in disordine. Si dirige in fretta verso casa canterellando la vecchia canzone «Le felci del campo di canapa», per scrivere subito una lettera all’amata, prima che la rugiada sugli asagao si disperda. Così giunge alla dimora della dama e, vedendo alzate le persiane, incuriosito s’avvicina e scosta il paravento, rimanendosulla soglia a contemplare la scena, affascinato dal pensiero del furtivo amante che si è appena allontanato, o forse dal languore di quell’alba rugiadosa. Poi i suoi occhi si posano sul guanciale della dama, dov’è aperto un ventaglio di legno hoho dalla carta violetta; vicino al paravento sono sparsi sottili carton-cini piegati di preziosa carta di Michinoku, candidi e anche variamente colorati in rosso robbia o porpora. La dama si desta e, intuendo una presenza indiscreta, si solleva leggermente emergendo dalle sue vesti, ma il giovane scavalca sorri-dendo il gradino di legno e si siede sul terrazzo, mentre lei, pur non provando un eccessivo ritegno verso lo sconosciuto, è tuttavia dispiaciuta di esser stata sorpresa nel sonno e non riesce a sentirsi a suo agio. Il giovane si protende oltre la bassa grata di bambù, dicendo: «Siete una bella addormentata, ancora immersa nel ricordo di una notte d’amore», e lei, quasi a trattenerlo, risponde: «Sì, per

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la malagrazia di chi se n’è andato senza attendere la rugiada». Questa fantasia potrà forse sembrare scialba e insignificante, ma desidero ugualmente descri-verla, perché trovo interessante la situazione e vivace il dialogo. Il giovane, nel frattempo, si è curvato in avanti e col suo ventaglio si è sospinto sino a quello della dama, che giace ai piedi del paravento, mentre lei, con il cuore in tumulto per il timore che lui si accosti troppo, si è istintivamente ritratta all’interno. Il giovane, mostrando d’interessarsi al disegno del ventaglio, le chiede: «V’incuto dunque tanto timore e freddezza?», e continuano così in una lunga scherma-glia, finché si annuncia l’alba, e il sorgere del sole. E mentre il giovane, ricordan-dosi della lettera che deve scrivere prima dello svanire della rugiada, cade in preda al rimorso, l’amante della dama, sollecito, ha già inviato una missiva legata a un rametto di hagi ancora fresco di rugiada, ma il messaggero, vista la presenza di un uomo, esita a consegnarla alla dama; la missiva è scritta su una carta color mattone, fortemente profumata d’incenso: davvero un magni-fico insieme di squisiti particolari. Finalmente il giovane, temendo di venir sorpreso in un’ora così tarda, si decide a congedarsi ed è piacevole immaginare che stia pensando: «Anche la mia amata si sarà ridestata nello stesso pittoresco disordi-ne e con un simile torpore nell’animo».

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Makura no sōshi: riflessioni L’aurora a primavera: si rischiara il cielo sulle cime delle montagne,sempre più lu-minoso, e nuvole rosa si accavallano snelle e leggere. D’estate, la notte: naturalmen-te col chiaro di luna; ma anche quando letenebre sono profonde. E’ piacevole allora vedere le lucciole in gran numero rischiarare volando l’oscurità, oppure distinguere solo le luci di alcune di loro. Anche quando piove, la notte ha un suo fascino. Il tra-monto in autunno: malinconico quando i raggi del sole calano obliqui dalla vetta dietro cuitramonta, e i corvi a gruppi di due, di tre, di quattro si affrettano disor-dinatamente al nido; piacevole è anche ammirare gli stormi ordinati dei gabbiani rimpicciolirsi sempre più all’orizzonte. L’armonia del vento e il ronzare degli insetti, quando il sole è calato, infondono una dolce tristezza. D’inverno, il primo mattino: bellissimo, inutile dirlo, quando cade la neve. Bello è anche il candore della brina, oppure, oltre a questo, riattizzare il fuoco rapidamente, quando il freddo è più inten-so e attraversare le sale portando il carbone. E’ anche piacevole verso mezzogiorno, quando l’ambiente si è intiepidito, vedere il fuoco del braciere, non più alimentato, ridursi a bianca cenere.

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Makura no sōshi: memorie Verso la metà del secondo mese, un giorno che il vento soffiava furioso, il cielo era scuro di nuvole e cadeva una rada neve, un addetto alle pulizie si presentò alla stan-za della porta nera e, porgendo un messaggio, disse: «Da parte del gran politico Kin-dafu». C’era scritto unicamente:

Solo un’impressione c’è di primavera.

Il verso si addiceva molto al cielo grigio di quel giorno, ma io mi sforzavo invano di ricordare i versi precedenti. Così mi informai prudentemente: «Chi c’è con il gran politico?», al che l’addetto alle pulizie me lo disse. Essendo tutte persone di riguardo e assai dotte, non potevo assolutamente rispondere con superficialità, per cui, im-barazzata, pensai di andare a chiedere consiglio a Sua Maestà, ma in quel momento riposava insieme all’Imperatore. Intanto l’addetto alle pulizie m’incitava a far pre-sto. Pensando che nonavrei avuto scampo se la mia risposta fosse anche giunta in ritardo, oltre ad essere insulsa, mi rassegnai a scrivere tutta tremante:

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Makura no sōshi: memorie Freddo è il ciel,

e ai fiori la neve si mischia nel cadere.

Consegnata la mia risposta rimasi in ansia, non sapendo come l’avrebbero giudi-cata. Ero incerta se informarmi dei giudizio che avevano espresso, temendo fosse negativo, quando il capo delle guardie della caserma occidentale, allora ancora luogotenente, venne a riferirmi: «Il gran politico ha detto: “Bisogna proprio che so-stenga la promozione di Sei Shōnagona dama di terzo grado!”».

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Makura no sōshi: kikigaki Una volta mi fu raccontata questa storia: «Un giovane di famiglia non troppo ele-vata, ma famoso per la sua esuberanza sentimentale e per la sua simpatia, andò a trovare, in una notte di settembre, una dama. L’alba era ormai prossima e la luna, ancora luminosissima, appariva avvolta da un manto nebuloso, e il giovane si con-gedò da lei, dopo averle detto, tra altre frasi carezzevoli: “Mi ricorderò certo con rimpianto di quest’alba!”. La dama lo seguì lungamente con lo sguardo, commossa, ed era una scena davvero deliziosa a vedersi. Il giovane, che aveva solo finto di an-darsene, tornò di nascosto sui propri passi e, rientrato sulla terrazza, rimase fermo dietro lo schermo di bambù. Pensava di mostrarsi alla dama, confessandole la sua invincibile riluttanza a lasciarla, quando la sentì canticchiare a bassa voce: “Se all’alba la luna sempre luminosa fosse”, e la vide affacciarsi nella notte, con i capelli illuminati dal riflesso della luna, così splendenti che pareva fossero avvolti da fiam-me. Intanto la luna si era fatta sempre più luminosa ed egli, accorgendosi che stava realmente per albeggiare, se ne andò silenziosamente».

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Makura no sōshi: kikigaki Un giorno sentii dire: «Una persona, che non avrebbe dovuto fermarsi negli appartamenti delle dame del corridoio sottile, ne è uscita all’alba celandosi sot-to un grande ombrello». Ascoltai con più attenzione e capii che questi pettegolezzi si riferivano proprio a me. La persona di cui si parlava era piuttosto mediocre, di umili origini, non degna di disprezzo né di lode, per cui mi chiedevo perplessa come avessero potuto attribuirmi una simile relazione, quando giunse un messaggero da parte dell’Imperatrice che mi porse un foglio con il disegno di un grande ombrello, sotto cui s’intravedevano soltanto le mani di chi lo reggeva, e sotto vi era scritto: «Dall’alba, in cui si rischiarano i fianchi della montagna». Ero molto dispiaciuta che fosse trapelato questo pettegolezzo, perché sapevo Sua Maestà anche troppo incline ad ammirare tutto quel che facessi, anche quando non si trattava di nulla d’eccezio-nale, e non volevo assolutamente che venisse a conoscenza di cose di cui mi vergo-gnavo. Però ero, mio malgrado, divertita e disegnai su un altro foglio una piog-gia scrosciante, scrivendovi sotto: «Le mie vesti sono intrise, perché si è sollevato un nome fallace». Mi dissero che Sua Maestà aveva riso, divertita dalla mia risposta, e che l’aveva riferita alla dama Ukon.

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Makura no sōshi: explicit In queste mie note, scritte per mitigare la noia di una vacanza a casa, ho voluto fer-mare quel che i miei occhi hanno veduto e che il mio cuore ha sentito, pensando che nessuno le avrebbe lette. Le ho tenute nascoste sin qui, anche perché vi sono accenni infelicemente scortesi e irriguardosi per qualcuno. Purtroppo, contro la mia volontà, sono state divulgate. La carta su cui sono state scritte l’aveva portata all’Impe-ratrice il principe Korechika. Sua Maestà aveva detto: «Cosa vi scriveremo? L’Impe-ratore vi stava copiando le “Memorie di uno storico”». Io allora esclamai: «Andrebbe bene per un guanciale!». Sua Maestà aveva approvato, donandomi quei fogli. Erano numerosissimi, e io, per riempirli tutti, ho finito con lo scrivere moltissime cose biz-zarre, che possono persino sembrare insulse. [...] Queste note le ho scritte soltanto per me, per trovare conforto nell’annotare i miei sentimenti, e non ho mai pensato che avrebbero potuto allinearsi alle grandi opere e attirare l’attenzione del pubbli-co, per cui mi stupisco quando mi sento dire: «E’ un capolavoro». I miei ammiratori devono appartenere, ne sono certa, a quel genere di persone che lodano ciò che gli

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Makura no sōshi: explicit altri disprezzano e disprezzano ciò che gli altri ammirano. Ma quel che più mi an-gustia, in definitiva, è proprio il fatto che queste mie note siano state scoperte. Ne fu responsabile il luogotenente di sinistra Tsunefusa, quand’era ancora governatore di Ise. Uscirono da un tatami, che gli stavo porgendo sulla terrazza, e il luogotenente le raccolse, precedendomi, e si rifiutò di restituirmele. Mi furono riconsegnate soltanto dopo lungo tempo. E da allora incominciarono a venir divulgate.

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[tutte le traduzioni sono tratte da Origlia 2002]

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Izumi Shikibu nikki(Diario di Izumi Shikibu, 1008 circa)

Murasaki Shikibu nikki(Diario di Murasaki Shikibu, 1010 c.)

Sarashina nikki(Memorie della dama di Sarashina,

1060 circa)

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Murasaki Shikibu nikki

Izumi Shikibu sa intrattenere la corrispondenza davvero con grande eleganza. C’è qualcosa che non mi convince nel suo stile, però nelle lettere che scrive scorrevol-mente, senza alcuna difficoltà, riesce a rendere speciali anche le espressioni più con-suete. Le sue poesie sono molto raffinate, e nonostante lasci un po’ a desiderare per quanto riguarda la conoscenza del canone e delle teorie poetiche, i versi che recita spontaneamente hanno sempre qualcosa che colpisce. Volendo trovarle dei difetti, si può dire che i suoi versi sembrano recitati d’istinto da qualcuno che non è molto esperto di poesia. Non è a mio avviso una poetessa degna di grande considerazione.

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Murasaki Shikibu nikki

C’è poi la sposa del Governatore della provincia di Tanba che le persone a serviziodi Sua MAestà e di Sua Eccellenza chiamano Masahira Emon. Non è dotata di grande talento, ma ha stile e, pur essendo una poetessa, non recita versi ogni volta che le capita. Tra le sue poesie conosciute, le migliori sono proprio quelle prodotte in oc-casioni poco importanti. Trovo invece insopportabili e patetici coloro che, convinti di essere poeti eccezionali, in qualsiasi circostanza subito si fanno avanti a recitare versi sconnessi cercando di far credere che siano pregevoli.

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Murasaki Shikibu nikkiSei Shōnagon è troppo presuntuosa. Si dà tante arie e scrive con caratteri cinesi ma la sua cultura, a guardarla bene, lascia parecchio a desiderare. le persone come lei, convinte di essere migliori degli altri, prima o poi fanno brutte figure e sono desti-nate a finire male. Quelli che vogliono apparire sensibili e raffinati ad ogni costo manifestando la loro profonda commozione anche quando non è il caso di farlo, sen-za lasciarsi mai scappare neanche un minimo particolare che possa provocare una loro reazione, inevitabilmente saranno considerati ridicoli e superficiali. Potrà mai la sorte essere benevola con persone così?

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[tutte le traduzioni sono di Negri 2015]

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Sarashina nikkiMia madre, preoccupata di vedermi sempre depressa, per farmi distrasse mi pro-curò dei monogatari con i quali in effetti riuscii a svagarmi un po’. Dopo aver letto la storia di Murasaki avrei voluto leggerne il seguito, ma non potevo chiedere a nes-suno di aiutarmi perché le persone a me vicine, essendo arrivate da poco nella ca-pitale, non sarebbero riuscite a trovarlo. Non vedevo l’ora di procurarmelo e dentro di me non facevo altro che pregare: “Fatemi leggere tutti i fascicoli della Storia di Genji dal primo all’ultimo!”. Quando mia madre si recò al tempio di Uzumasa per un ritiro spirituale, andai anch’io con lei e senza considerare altro, chiesi al buddha di esaudire solo questo mio desiderio. Pensavo che non appena fossi uscita dal tempio avrei potuto leggere tutti i fascicoli di quel racconto, ma purtroppo non ci riuscii. Ero delusa e sconsolata, quando un giorno arrivò una mia zia, alla quale andammo a fare visita: “Come sei bella! E come ti sei fatta grande!” esclamò con affetto. Giunto il momento di congedarci, fece: “Cosa posso regalarti? Una cosa utile, non ti piace-rebbe di certo. Vorrei invece donarti qualcosa che desideri davvero”. Ero al settimo cielo quando portai via con me una sacca contenente i cinquanta e più fascicoli della

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Sarashina nikkiStoria di Genji, sistemati in una scatola, insieme ad altri racconti come Il capitano Zai, Tohogimi, Serikawa, Shirara e Asauzu. Prima di allora avevo letto con il fiato sospeso solo alcune parti della Storia di Genji irritandomi perché non riuscivo a comprenderne bene la trama.La soddisfazione che provavo quando tutta sola, sdra-iata dietro un paravento, tiravo fuori dalla scatola uno dopo l’altro i fascicoli per leggerli, era invece così grande che non avrei scambiato il mio posto neanche con quello di una consorte imperiale!

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Sarashina nikki[...] Mentre pensavo che ormai doveva essersi fatto giorno, sentii un rumore come di un gruppo di persone che stesse arrivando dalla montagna. Sorpresa, guardai nella direzione dalla quale proveniva: sulla veranda della casa c’era un cervo che brami-va. Purtroppo la sua voce ascoltata così da vicino non era affatto gradevole:

Nelle sere d’autunnoil bramito del cervoche invano cerca la campagnaè meglio ascoltarlodalla lontana montagna.

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Sarashina nikki[...] Continuavo a occuparmi solo di cose futili e anche quelle rare volte che mi reca-vo a fare un pellegrinaggio, non mi impegnavo a pregare come facevano gli altri. A quei tempi le ragazze di diciassette o diciotto anni leggevano le sacre scritture e si dedicavano alle pratiche religiose. A me, invece, non sfiorava neanche l’idea di far-lo. Tutto ciò che desideravo era che almeno una volta all’anno venisse a farmi visita un uomo di alto rango, bello ed elegante come Genji lo splendente, mentre io come Ukifune, nascosta in un villaggio di montagna, contemplavo i fiori, le foglie rosse, la luna e la neve, nell’impaziente attesa di una magnifica lettera che di tanto in tanto potesse distrarmi dalla mia profonda solitudine.

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Sarashina nikki[...] Nel cuore della notte, quando tutti dormivano profondamente, mentre stavamo sulla veranda, mia sorella che guardava pensierosa il cielo mi chiese: “Se adesso vo-lassi via senza lasciare di me nessuna traccia, tu come la prenderesti?”; poi, vedendo che mi ero un po’ spaventata, cambiò discorso e si mise a ridere. A un certo punto udimmo il rumore di una carrozza che precedeva quella di qualcun altro e la voce di un uomo che chiamava: “Oh foglia di ogi, foglia di ogi!”, ma dalla casa non rispose nessuno. Stanco di chiamare, l’uomo intonò con il flauto una soave melodia che rie-cheggiò cristallina nell’aria e poi se ne andò via. Allora recitai:

Come vento d’autunnovibrano nell’aria le note del flauto.Perché mai la foglia di oginon gli risponde?

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Sarashina nikkiAl che mia sorella annuì:

Crudele è l’uomo del flautoche se ne è andatosenza continuare a suonarlofino a quando la foglia di oginon gli rispondesse...

Restammo sveglie a contemplare la luna e quando la notte cominciò a rischiarare, ci addormentammo.

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Sarashina nikkiMi chiedevo perché mai avessi deciso di mettermi in viaggio proprio in quelle circo-stanze, e mentre rivolgevo fervide preghiere al buddha, arrivammo al guado di Uji. [...] Aspettammo un’eternità prima di attraversare il fiume. Guardando il paesaggio, mi ricordai che nella Storia di Genji si parla delle figlie del principe di Uji. Mi chie-devo cosa avesse di particolare quel posto per indurre l’autrice a farle vivere lì, e da quando avevo letto quelle pagine, ero molto curiosa di vederlo. Era in effetti un luogo molto suggestivo e quando finalmente attraversammo il fiume e visitammo la residenza di Uji, proprietà del Cancelliere Fujiwara no Yorimichi, pensai subito che Ukifune doveva essere vissuta proprio in una casa come questa.

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[tutte le traduzioni sono di Negri 2005]

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Eiga monogatari(Racconti di fortuna e splendori, XI-

XII sec.) - Akazome Emon e altri

Ōkagami(Il grande specchio, XII sec.) - ?

Gukanshō(Trattazione dal mio punto di vista,

1220?) - Jien

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Ryōjin hishō(Trattato segreto dei canti che fanno

danzare la polvere sulle travi, XII sec.)

Ryōjin hishō kudenshū(Selezione trasmessa oralmente -

Trattato segreto di canti che fanno danzare la polvere sulle travi, XII sec.)

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