il piccolo di trieste (2016.01.15) · ambito chimico farmaceutico e biologico, la creazione di uno...

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È un periodo storico, quello che stiamo vivendo, che porta con sé, tra le varie, crisi econo- mica e pressione migratoria. La tendenza a chiudersi a ric- cio e a denunciare l'Unione eu- ropea è istintiva e così alcuni esperti del settore hanno deci- so di approfondire tali aspetti. Oggi alle 10 nell'Aula Magna del Polo Universitario di Gori- zia, dopo i saluti di Sara Tono- lo, direttrice del dipartimento di Scienze politiche e sociali, Fabio Spitaleri, docente di Di- ritto dell'Unione europea, apri- rà l'incontro "Il ruolo del Parla- mento europeo e degli Eurode- putati nell'Unione europea" con l'europarlamentare Pd Isa- bella De Monte, cui porrà una serie di domande volte a far emergere il ruolo di tale istitu- zione e delle sue componenti nei momenti più salienti. Obiettivi della mattinata quindi, tentare di ricucire quel distacco dall'Unione europea e, di conseguenza, cercare di spazzare via i sentimenti euro- scettici e la sfiducia dilagante nel concetto di Unione che, se- condo Spitaleri, «è una sfidu- cia immotivata». E il Parlamento europeo, unica istituzione con legittima- zione democratica diretta, po- trebbe rappresentare la solu- zione a tale magma di diffiden- za. Questo anche grazie a un ruolo più incisivo, che tale isti- tuzione cerca di raggiungere e che «ha ottenuto in particolare grazie alle modifiche del tratta- to di Lisbona» precisa Tonolo. Ci sono infatti «diverse materie - spiega Spitaleri - dove il Parla- mento ha ancora poteri limita- ti: ad esempio la materia eco- nomica, monetaria e della poli- tica estera, che sono parados- salmente le materie dove an- che in questo momento c'è più bisogno di decisioni che venga- no dal basso». D'accordo su questo punto anche De Monte, vice capode- legazione italiana nel gruppo Socialisti e Democratici e com- ponente della commissione Trasporti e turismo. «Il Parla- mento europeo - afferma quest'ultima - deve riprendere un ruolo centrale». Permango- no comunque diverse lacune, che l'istituzione più democrati- ca dell'Unione presenta anco- ra, tanto che «purtroppo da più parti viene accusata, e non sempre a torto, di non riuscire a essere completamente incisi- va con la sua azione legislativa nel quadro complessivo della politica comunitaria, contri- buendo ad aumentare quella distanza tra istituzioni Ue e cit- tadini che genera l'euroscettici- smo». Problematiche queste, deri- vanti dalla composizione stes- sa dell'Assemblea e dai suoi meccanismi di funzionamen- to, dal peso rilevante degli Stati membri. E ancora «dalla com- posizione dell'Aula - sottolinea De Monte - che è frutto di leggi elettorali diverse tra gli Stati membri, e dai gruppi politici che riuniscono più partiti e, complessivamente, risultano meno riconoscibili». Argomento azzeccato quin- di per gli studenti di Scienze In- ternazionali e Diplomatiche, per i quali «c'è in progetto un nuovo corso di laurea magi- strale in Diplomazia e Coope- razione internazionale» an- nuncia Tonolo. La possibilità di «un contatto diretto con quelli che svolgono le funzioni che loro stessi un giorno po- tranno ricoprire», continua To- nolo, rappresenta un'occasio- ne importante. Esempio diretto dell'attività di europarlamentare è la vicen- da del Terrano, che De Monte, insieme ad altri colleghi, sta se- guendo personalmente per la costituzione della prima Dop transfrontaliera in Europa. Benedetta Moro di Giulia Basso La più celebre è Modefinance, start-up dell'Università di Tri- este nata in Area Science Park, che applica i big data alla fi- nanza e in breve tempo è dive- nuta una delle tre società ita- liane che possono operare co- me agenzia di rating. Ma di re- cente anche Bilimetrix, costo- la della Fondazione Italiana Fegato impegnata nello svi- luppo di prodotti a basso co- sto per la diagnosi e il tratta- mento dell'ittero neonatale, è balzata agli onori delle crona- che perché una sua invenzio- ne, Bilistick, strumento che in due minuti e a partire da una goccia di sangue misura la concentrazio- ne plasmati- ca di bilirubi- na, verrà im- piegato in un progetto in- ternazionale di monitorag- gio ed educa- zione sull’ittero neonatale nei Paesi in via di sviluppo dell' Africa e del Sud-est Asiatico. Modefinance e Bilimetrix so- no due delle venti aziende na- te come spin-off dell'Universi- tà di Trieste, che attraverso lo staff di Ilo (Industrial Liaison Office) si occupa di favorire e sviluppare il processo di tra- sferimento tecnologico dall’ateneo al mondo delle im- prese, supportando docenti e ricercatori nella realizzazione di nuove iniziative imprendi- toriali, ma anche nella brevet- tazione, e promuovendo atti- vità di raccordo tra mondo im- prenditoriale e ricerca accade- mica. Tra le venti imprese nate in seno all'ateneo giuliano ci so- no aziende ormai storiche, co- me Esteco, una potenza nello sviluppo di software per l'otti- mizzazione numerica nata al- la fine degli anni '90, ed espe- rienze più recenti, come le tre spin-off nate nel 2014: Eco Fo- od Engineering, che si occupa della progettazione e realizza- zione di sistemi integrati per la trasformazione e il riutilizzo di rifiuti di natura alimentare; PicoSaTs srl, specializzata nel- lo sviluppo e progettazione di picosatelliti per utilizzi scienti- fici e tecnologici; Material Scan, che produce sensori per il monitoraggio dell'integrità strutturale di edifici, infra- strutture e impianti industria- li. In alcuni casi, soprattutto in ambito chimico farmaceutico e biologico, la creazione di uno spin-off segue una nuova brevettazione: è questo il caso dell'ultima impresa nata circa sei mesi fa all'interno dell'Uni- versità giuliana, BiopoLife. L'azienda, produttrice di bio- polimeri ad elevato valore tec- nologico e vincitrice dell’edi- zione 2015 del premio Start Cup - Friuli Venezia Giulia, è nata infatti da un gruppo di ri- cercatori che ha sviluppato e caratterizzato un biopolimero (polisaccaride) ad elevato va- lore tecnologico denominato Chitlac. «La brevettazione è una del- le chiavi del trasferimento tec- nologico, un modo per incap- sulare una tecnologia risulta- to della ricerca accademica e renderla sfruttabile dall'indu- stria – spiega Cristiano Piani, responsabile dello staff di ILO -. Si brevettano invenzioni uti- li per il mercato: i brevetti de- gli ultimi anni (dal 2002 sono 170 i titoli depositati nei vari uffici brevettuali internaziona- li, di cui circa una quindicina sono stati oggetto di accordo di sfruttamento con aziende) appartengono ai settori delle scienze della vita, della chimi- ca, della medicina, della far- maceutica e dell'ingegneria. Ogni anno ci vengono propo- ste dalle 10 alle 20 invenzioni e ne brevettiamo circa il 50%: facciamo uno screening nelle banche dati per capire se ci so- no già brevetti di quel tipo, va- lutiamo le potenzialità di mer- cato dell'invenzione, il costo e la resa potenziale dell'investi- mento». L'ufficio Ilo è stato negli ulti- mi anni oggetto di una ristrut- turazione con un incremento del suo staff: «Quando ho ini- ziato a occuparmene – raccon- ta Giorgio Sulligoi, delegato del rettore per le politiche ter- ritoriali e i rapporti con le atti- vità produttive – l'ufficio era composto da quattro persone. Oggi, con una decina di addet- ti più un'altra decina di docen- ti delegati ILO di tutti i diparti- menti dell'Università siamo tra le top five università italia- ne per numero di addetti alle attività del trasferimento tec- nologico. Se da un lato questa è una buona notizia, dall'altro racconta anche quanto l'im- portanza del trasferimento tecnologico sia sottovalutata in Italia». Il Friuli Venezia Giulia su questo tema invece, ce lo dico- no i dati, è all'avanguardia. Se- condo la più recente elabora- zione di Infocamere su dati del Ministero dello Sviluppo Economico in regione sono at- tive 132 start-up, di cui 56 so- no spin-off delle due universi- tà e di enti pubblici di ricerca regionali. Ma si può e si deve migliorare, dice Sulligoi. «La grande sfida è incre- mentare queste cifre, aumen- tando il numero delle start up, diffondendo tra gli studenti la cultura imprenditoriale, incre- mentando le occasioni di col- laborazione tra università, im- presa e altri stakeholder del territorio, anche in linea con la strategia regionale di specia- lizzazione intelligente (le co- siddette "S3"). Per farlo dob- biamo ottimizzare le risorse di cui disponiamo. Stiamo cer- cando di fare massa critica tra gli enti del territorio: con Area, Bic Incubatori FVG e l'ex Ezit abbiamo siglato l'anno scorso una convenzione per fare si- stema e accompagnare una start-up nei vari passi del suo sviluppo, mentre in un proget- to del Miur per la condivisione di alcuni servizi, che vede in- sieme le due università regio- nali e la SISSA, siamo i respon- sabili per le attività del trasferi- mento tecnologico». Giovedì 21 gennaio, alle 17, al Dipartimento di Scienze Giuri- diche, del Linguaggio, dell’In- terpretazione e della Traduzio- ne dell'Università di Trieste, in via Filzi 14, si terrà il terzo con- vegno “Convivere con Au- schwitz - I reticolati del nuovo millennio”, nell’ambito del cir- cuito nazionale della Settima- na della Memoria dell'Olocau- sto e della Deportazione. Un’occasione per riflettere sull’accentuata importanza di un'annuale riflessione anche alla luce dei nuovi e incomben- ti conflitti, delle conseguenti migrazioni e problematiche dell'accoglienza in bilico tra in- differenza, consenso e contra- rietà. Nell’ambito delle celebra- zioni del Giorno della Memo- ria del 27 gennaio, data in cui nel 1945 vennero abbattuti i cancelli di Auschwitz, rivelan- do al mondo l’abominio dell’Olocausto, l’Università di Trieste interviene con un ap- proccio multidisciplinare al te- ma. L’ateneo vuole promuovere una riflessione collettiva sia sulle ragioni e motivazioni che portarono durante la II guerra mondiale alla Shoah e all’an- nientamento nei lager nazisti di oppositori politici, disabili, Rom e omosessuali, sia sulla rielaborazione attuale delle memorie di questi fatti nella società odierna, posta di fron- te a rinnovate tragedie umani- tarie. Il Novecento ha duramente segnato la storia di Trieste: l’in- cendio del Balkan nel 1920, l’annuncio delle leggi razziali nel 1938 e durante l’occupazio- ne tedesca la presenza della Ri- siera di San Sabba, unico cam- po di concentramento nazista in Italia con un forno cremato- rio. Dal Silos della Stazione Ferroviaria centrale di Trieste, dal 1943 al 1945, partì il mag- gior numero di convogli dall’Italia di deportate e depor- tati diretti ad Auschwitz e ver- so altri Lager. Quest’anno, come già in pre- cedenza, l’ateneo si impegna nella divulgazione della cono- scenza del passato, anche del- le sue pagine più tragiche, con- sapevole che solo una riflessio- ne sulle responsabilità di ieri possa darci gli strumenti oggi per affrontare gli eventi che stanno interessando l’Europa, con le ondate di profughi in fu- ga da guerre e violenze e con l’erezione di nuovi muri fatti di filo spinato. L'incontro vuole essere un impegno collettivo per ricorda- re anche altre tragedie, come per esempio Srebrenica, ma anche per saper guardare avanti, schierandosi contro l’indifferenza, da sempre gene- ratrice di mostri. Giovedì alle 17, dopo il salu- to del prorettore Renato Gen- naro, si terrà l’introduzione di Gianni Peteani, presidente del Comitato permanente Ondina Peteani, e di Tullia Catalan, do- cente di Storia dell’Ebraismo. Alle 17.15, il docente Rober- to Scarciglia parlerà su "Dirit- to e scienza dopo Auschwitz". Diritto e Scienza: rapporto del- la scienza giuridica con l’euge- netica, partendo dalle espe- rienze normative e giudiziarie anteriori e successive alla leg- ge per la prevenzione delle prole con malattie ereditarie del 14 luglio 1933, varata se- condo le regole del nazismo hi- tleriano. Il criminale program- ma Aktion T4, che portò alla morte di circa 70.000 persone fra il 1940/1941, ha lasciato una traccia infamante del ruo- lo della “cattiva” scienza. Co- me giudici e legislatori si pon- gono oggi rispetto al tema del- la selezione eugenetica? Alle 17.30 il docente Mauri- zio Prato parlerà su "Luci e om- bre nell'uso della chimica". Se- guiranno gli altri interventi. (l.str.) Spin-off e brevetti figli dell’ateneo giuliano La più nota è Modefinance, ma ormai sono parecchie le iniziative che vengono concepite da studenti e professori Lo staff di Bilimetrix, azienda nata nell’Università di Trieste Appuntamento con l’Europa oggi al Polo universitario di Gorizia A Gorizia oggi si parla del Parlamento europeo Al polo universitario l’incontro con la partecipazione fra gli altri dell’europarlamentare De Monte Convivere con Auschwitz, nei nuovi reticolati Giovedì 21 in via Filzi, a Trieste, si terrà il convegno in occasione della Giornata della Memoria VENERDÌ 15 GENNAIO 2016 IL PICCOLO Università 29 Copia di 462e6f1e66e52a5a944f6597499366c1

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Page 1: Il Piccolo di Trieste (2016.01.15) · ambito chimico farmaceutico e biologico, la creazione di uno spin-off segue una nuova brevettazione: è questo il caso dell'ultima impresa nata

È un periodo storico, quelloche stiamo vivendo, che portacon sé, tra le varie, crisi econo-mica e pressione migratoria.La tendenza a chiudersi a ric-cio e a denunciare l'Unione eu-ropea è istintiva e così alcuniesperti del settore hanno deci-so di approfondire tali aspetti.

Oggi alle 10 nell'Aula Magnadel Polo Universitario di Gori-zia, dopo i saluti di Sara Tono-lo, direttrice del dipartimentodi Scienze politiche e sociali,Fabio Spitaleri, docente di Di-ritto dell'Unione europea, apri-rà l'incontro "Il ruolo del Parla-mento europeo e degli Eurode-putati nell'Unione europea"con l'europarlamentare Pd Isa-bella De Monte, cui porrà unaserie di domande volte a faremergere il ruolo di tale istitu-zione e delle sue componentinei momenti più salienti.

Obiettivi della mattinataquindi, tentare di ricucire queldistacco dall'Unione europeae, di conseguenza, cercare dispazzare via i sentimenti euro-scettici e la sfiducia dilagante

nel concetto di Unione che, se-condo Spitaleri, «è una sfidu-cia immotivata».

E il Parlamento europeo,unica istituzione con legittima-zione democratica diretta, po-trebbe rappresentare la solu-zione a tale magma di diffiden-za. Questo anche grazie a unruolo più incisivo, che tale isti-

tuzione cerca di raggiungere eche «ha ottenuto in particolaregrazie alle modifiche del tratta-to di Lisbona» precisa Tonolo.Ci sono infatti «diverse materie- spiega Spitaleri - dove il Parla-mento ha ancora poteri limita-ti: ad esempio la materia eco-nomica, monetaria e della poli-tica estera, che sono parados-

salmente le materie dove an-che in questo momento c'è piùbisogno di decisioni che venga-no dal basso».

D'accordo su questo puntoanche De Monte, vice capode-legazione italiana nel gruppoSocialisti e Democratici e com-ponente della commissioneTrasporti e turismo. «Il Parla-mento europeo - affermaquest'ultima - deve riprendereun ruolo centrale». Permango-no comunque diverse lacune,che l'istituzione più democrati-ca dell'Unione presenta anco-ra, tanto che «purtroppo da piùparti viene accusata, e nonsempre a torto, di non riuscirea essere completamente incisi-va con la sua azione legislativanel quadro complessivo dellapolitica comunitaria, contri-buendo ad aumentare quelladistanza tra istituzioni Ue e cit-tadini che genera l'euroscettici-smo».

Problematiche queste, deri-vanti dalla composizione stes-sa dell'Assemblea e dai suoimeccanismi di funzionamen-

to, dal peso rilevante degli Statimembri. E ancora «dalla com-posizione dell'Aula - sottolineaDe Monte - che è frutto di leggielettorali diverse tra gli Statimembri, e dai gruppi politiciche riuniscono più partiti e,complessivamente, risultanomeno riconoscibili».

Argomento azzeccato quin-di per gli studenti di Scienze In-ternazionali e Diplomatiche,per i quali «c'è in progetto unnuovo corso di laurea magi-strale in Diplomazia e Coope-razione internazionale» an-nuncia Tonolo. La possibilitàdi «un contatto diretto conquelli che svolgono le funzioniche loro stessi un giorno po-tranno ricoprire», continua To-nolo, rappresenta un'occasio-ne importante.

Esempio diretto dell'attivitàdi europarlamentare è la vicen-da del Terrano, che De Monte,insieme ad altri colleghi, sta se-guendo personalmente per lacostituzione della prima Doptransfrontaliera in Europa.

Benedetta Moro

di Giulia Basso

La più celebre è Modefinance,start-up dell'Università di Tri-este nata in Area Science Park,che applica i big data alla fi-nanza e in breve tempo è dive-nuta una delle tre società ita-liane che possono operare co-me agenzia di rating. Ma di re-cente anche Bilimetrix, costo-la della Fondazione ItalianaFegato impegnata nello svi-luppo di prodotti a basso co-sto per la diagnosi e il tratta-mento dell'ittero neonatale, èbalzata agli onori delle crona-che perché una sua invenzio-ne, Bilistick, strumento che indue minuti e a partire da unagoccia di sangue misura la

concentrazio-ne plasmati-ca di bilirubi-na, verrà im-piegato in unprogetto in-ternazionaledi monitorag-gio ed educa-

zione sull’ittero neonatale neiPaesi in via di sviluppo dell'Africa e del Sud-est Asiatico.Modefinance e Bilimetrix so-no due delle venti aziende na-te come spin-off dell'Universi-tà di Trieste, che attraverso lostaff di Ilo (Industrial LiaisonOffice) si occupa di favorire esviluppare il processo di tra-sferimento tecnologicodall’ateneo al mondo delle im-prese, supportando docenti ericercatori nella realizzazionedi nuove iniziative imprendi-toriali, ma anche nella brevet-tazione, e promuovendo atti-vità di raccordo tra mondo im-prenditoriale e ricerca accade-mica.

Tra le venti imprese nate inseno all'ateneo giuliano ci so-no aziende ormai storiche, co-me Esteco, una potenza nellosviluppo di software per l'otti-mizzazione numerica nata al-la fine degli anni '90, ed espe-rienze più recenti, come le trespin-off nate nel 2014: Eco Fo-od Engineering, che si occupadella progettazione e realizza-zione di sistemi integrati perla trasformazione e il riutilizzodi rifiuti di natura alimentare;PicoSaTs srl, specializzata nel-lo sviluppo e progettazione dipicosatelliti per utilizzi scienti-fici e tecnologici; MaterialScan, che produce sensori peril monitoraggio dell'integritàstrutturale di edifici, infra-strutture e impianti industria-li. In alcuni casi, soprattutto inambito chimico farmaceutico

e biologico, la creazione diuno spin-off segue una nuovabrevettazione: è questo il casodell'ultima impresa nata circasei mesi fa all'interno dell'Uni-versità giuliana, BiopoLife.L'azienda, produttrice di bio-polimeri ad elevato valore tec-nologico e vincitrice dell’edi-zione 2015 del premio StartCup - Friuli Venezia Giulia, ènata infatti da un gruppo di ri-cercatori che ha sviluppato ecaratterizzato un biopolimero(polisaccaride) ad elevato va-lore tecnologico denominatoChitlac.

«La brevettazione è una del-le chiavi del trasferimento tec-nologico, un modo per incap-sulare una tecnologia risulta-to della ricerca accademica erenderla sfruttabile dall'indu-stria – spiega Cristiano Piani,responsabile dello staff di ILO-. Si brevettano invenzioni uti-li per il mercato: i brevetti de-gli ultimi anni (dal 2002 sono170 i titoli depositati nei variuffici brevettuali internaziona-li, di cui circa una quindicinasono stati oggetto di accordo

di sfruttamento con aziende)appartengono ai settori dellescienze della vita, della chimi-ca, della medicina, della far-maceutica e dell'ingegneria.Ogni anno ci vengono propo-ste dalle 10 alle 20 invenzioni ene brevettiamo circa il 50%:facciamo uno screening nellebanche dati per capire se ci so-no già brevetti di quel tipo, va-lutiamo le potenzialità di mer-cato dell'invenzione, il costo ela resa potenziale dell'investi-mento».

L'ufficio Ilo è stato negli ulti-mi anni oggetto di una ristrut-turazione con un incrementodel suo staff: «Quando ho ini-ziato a occuparmene – raccon-ta Giorgio Sulligoi, delegatodel rettore per le politiche ter-ritoriali e i rapporti con le atti-vità produttive – l'ufficio eracomposto da quattro persone.Oggi, con una decina di addet-ti più un'altra decina di docen-ti delegati ILO di tutti i diparti-menti dell'Università siamotra le top five università italia-ne per numero di addetti alleattività del trasferimento tec-

nologico. Se da un lato questaè una buona notizia, dall'altroracconta anche quanto l'im-portanza del trasferimentotecnologico sia sottovalutatain Italia».

Il Friuli Venezia Giulia suquesto tema invece, ce lo dico-no i dati, è all'avanguardia. Se-condo la più recente elabora-zione di Infocamere su datidel Ministero dello SviluppoEconomico in regione sono at-tive 132 start-up, di cui 56 so-no spin-off delle due universi-tà e di enti pubblici di ricercaregionali. Ma si può e si devemigliorare, dice Sulligoi.

«La grande sfida è incre-mentare queste cifre, aumen-tando il numero delle start up,diffondendo tra gli studenti lacultura imprenditoriale, incre-mentando le occasioni di col-laborazione tra università, im-presa e altri stakeholder delterritorio, anche in linea conla strategia regionale di specia-lizzazione intelligente (le co-siddette "S3"). Per farlo dob-biamo ottimizzare le risorse dicui disponiamo. Stiamo cer-

cando di fare massa critica tragli enti del territorio: con Area,Bic Incubatori FVG e l'ex Ezitabbiamo siglato l'anno scorsouna convenzione per fare si-stema e accompagnare unastart-up nei vari passi del suo

sviluppo, mentre in un proget-to del Miur per la condivisionedi alcuni servizi, che vede in-sieme le due università regio-nali e la SISSA, siamo i respon-sabili per le attività del trasferi-mento tecnologico».

Giovedì 21 gennaio, alle 17, alDipartimento di Scienze Giuri-diche, del Linguaggio, dell’In-terpretazione e della Traduzio-ne dell'Università di Trieste, invia Filzi 14, si terrà il terzo con-vegno “Convivere con Au-schwitz - I reticolati del nuovomillennio”, nell’ambito del cir-cuito nazionale della Settima-na della Memoria dell'Olocau-sto e della Deportazione.

Un’occasione per rifletteresull’accentuata importanza diun'annuale riflessione anchealla luce dei nuovi e incomben-ti conflitti, delle conseguentimigrazioni e problematiche

dell'accoglienza in bilico tra in-differenza, consenso e contra-rietà.

Nell’ambito delle celebra-zioni del Giorno della Memo-ria del 27 gennaio, data in cuinel 1945 vennero abbattuti icancelli di Auschwitz, rivelan-do al mondo l’abominiodell’Olocausto, l’Università diTrieste interviene con un ap-proccio multidisciplinare al te-ma.

L’ateneo vuole promuovereuna riflessione collettiva siasulle ragioni e motivazioni cheportarono durante la II guerramondiale alla Shoah e all’an-

nientamento nei lager nazistidi oppositori politici, disabili,Rom e omosessuali, sia sullarielaborazione attuale dellememorie di questi fatti nellasocietà odierna, posta di fron-te a rinnovate tragedie umani-tarie.

Il Novecento ha duramentesegnato la storia di Trieste: l’in-cendio del Balkan nel 1920,l’annuncio delle leggi razzialinel 1938 e durante l’occupazio-ne tedesca la presenza della Ri-siera di San Sabba, unico cam-po di concentramento nazistain Italia con un forno cremato-rio. Dal Silos della Stazione

Ferroviaria centrale di Trieste,dal 1943 al 1945, partì il mag-gior numero di convoglidall’Italia di deportate e depor-tati diretti ad Auschwitz e ver-so altri Lager.

Quest’anno, come già in pre-cedenza, l’ateneo si impegnanella divulgazione della cono-scenza del passato, anche del-le sue pagine più tragiche, con-sapevole che solo una riflessio-ne sulle responsabilità di ieripossa darci gli strumenti oggiper affrontare gli eventi chestanno interessando l’Europa,con le ondate di profughi in fu-ga da guerre e violenze e con

l’erezione di nuovi muri fattidi filo spinato.

L'incontro vuole essere unimpegno collettivo per ricorda-re anche altre tragedie, comeper esempio Srebrenica, maanche per saper guardareavanti, schierandosi control’indifferenza, da sempre gene-ratrice di mostri.

Giovedì alle 17, dopo il salu-to del prorettore Renato Gen-naro, si terrà l’introduzione diGianni Peteani, presidente delComitato permanente OndinaPeteani, e di Tullia Catalan, do-cente di Storia dell’Ebraismo.

Alle 17.15, il docente Rober-

to Scarciglia parlerà su "Dirit-to e scienza dopo Auschwitz".Diritto e Scienza: rapporto del-la scienza giuridica con l’euge-netica, partendo dalle espe-rienze normative e giudiziarieanteriori e successive alla leg-ge per la prevenzione delleprole con malattie ereditariedel 14 luglio 1933, varata se-condo le regole del nazismo hi-tleriano. Il criminale program-ma Aktion T4, che portò allamorte di circa 70.000 personefra il 1940/1941, ha lasciatouna traccia infamante del ruo-lo della “cattiva” scienza. Co-me giudici e legislatori si pon-gono oggi rispetto al tema del-la selezione eugenetica?

Alle 17.30 il docente Mauri-zio Prato parlerà su "Luci e om-bre nell'uso della chimica". Se-guiranno gli altri interventi. (l.str.)

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