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La visione e le proposte per Grosseto, i paesi e i suoi territori

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GROSSETO (2016 – 2021)

Costruire insieme la Grosseto di domani per Chi la vive oGni Giorno

Programma del candidato sindaco Lorenzo Mascagni e delle liste che lo sostengono per le elezioni amministrative del Comune di Grosseto.

“Voglio essere il sindaco delle buche e delle visioni. Un sindaco che giri la città e i suoi paesi, ne conosca pregi e difetti, sia capace di raccogliere lacune, problemi di tutti i giorni: dal marciapiede impraticabile, a un angolo di città sporco; da una strada peri-colosa ai lampioni che non funzionano.”

Lorenzo Mascagni

I cinque pilastriSobrietà. E’ l’atteggiamento di chi sa sognare, sa indicare un percorso, tiene la rotta e non illude i suoi compagni di strada. In giro invece vedo qualche pifferaio magico che suona la sua musica usan-do la grancassa pensando che chi lo ascolta abbia bisogno di farsi riempire gli occhi al di là di quel che può vedere veramente.  Guai vendere illusioni! Il futuro della nostra Grosseto non si costruisce sull’illusione ma sulla sobria concretezza delle cose realmente possibili.  Il futuro della nostra Grosseto non si costruisce sul compra-baratta e vendi, ma sulla sobrietà corag-giosa di scelte che non abbaglino la vista ma riescano a far vedere chiara una strada per tanti. Nella sobrietà delle parole, dei gesti concreti di chi amministra, degli atteggiamenti e dei modi di proporre soluzioni per il bene comune passa la differenza tra chi crede che amministrare una comu-nità complessa come Grosseto sia una specie di grande gioco di società e chi, invece, senza rinun-ciare mai a sorridere, costruisce prospettive comuni, si lascia interrogare dal presente, è capace di proporsi come la sintesi di valori, percorsi, sensibilità avendo chiara la propria storia e senza voler per forza strizzare gli occhi a tutti. Grosseto ha bisogno di questa sobria concretezza e di volitiva sobrietà.  Perché i pifferai passano, fanno un po’ di scena, ma non amano i luoghi che attraversano. Cercano solo platee.Premura. Parola bellissima e fragile. Oggi se ne fa un uso distorto, la accostiamo alla fretta, alla mancanza del tempo che spesso non ci fa accorgere di nulla e di nessuno. Ma c’è un significato antico e nobile che questa parola, applicata al bene comune della nostra città, può aiutarci a recuperare.  È l’idea della premura come cura attenta e sollecita verso le persone, gli spazi, le piazze, i quartieri, i centri del nostro capoluogo. La premura che diventa atto affettuoso, come la carezza con cui il fa-legname passa sul legno piallato o che l’agricoltura fa sulla primizia appena raccolta. Grosseto è la nostra primizia perché è la città dove siamo nati o siamo venuti ad abitare, dove abbiamo costruito

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i nostri legami, intessuto relazioni, fatto nascere i nostri figli, consegnato alla terra chi non c’è più.  È il luogo dove proviamo, giorno dopo giorno, a diventare cittadini, a diventare persone: donne e uomini in relazione.  Verso questa primizia non posso che avere premura. Lo ripeto spesso perché ci credo: sarò anche il sindaco delle buche. Il sindaco della premura. Non dei progetti roboanti che ci vengono distillati come nelle televendite, con annessi regali per chi chiama per primo, ma di quei progetti che prendono forma da uno sguar-do attento, premuroso appunto, su tutta la nostra realtà.  Perché il decoro delle persone e dei luoghi ha bisogno di atti di premura. E la politica è l’atto premuroso per eccellenza. Verso tutti.Partecipazione. Servono tante mani, tante sensibilità, tanti cuori, tanti occhi, tante intelligenze, tante età, tante culture, tante generazioni per piantare saldamente il terzo pilastro della Grosseto che imma-giniamo insieme. È il pilastro della partecipazione.  Termine ambiguo,  a volte usurato, altre volte stra-pazzato, usato dai nuovi populisti che hanno contribuito a impoverirne il senso e la portata. Partecipazione, invece,  nella nostra idea di politica è prima di tutto presa di responsabilità diffusa e ramificata. Come un fiume che si ingrossa solo con l’apporto di buoni affluenti, così il corso del cammino comune della nostra città potrà risentire positivamente dell’apporto consapevole di tanti. Cittadini singoli, corpi intermedi, associazioni, mondo della rappresentanza: tante voci insieme che contribuiscono a definire la nota su cui far risuonare l’unica melodia possibile, quella dell’insieme di una città composita. Partecipare vuol dire, nella nostra visione, sapersi rendere conto della realtà, assumerla, farsene carico con spirito costruttivo, allontanando il più possibile ogni forma di rabbia con la quale non si costruisce né si creano ponti. Tanto meno trame di relazione. Partecipazione non vuol dire eliminazione del conflitto, del dibattito, delle differenti opinioni. Al contrario: vuol dire fare ogni sforzo perché le istituzioni, rappresentative di tutti, siano il luogo della sintesi. La mia candidatura a sindaco è il risultato di quell’idea di partecipazione che mette a confronto idee e persone in carne ed ossa e non virtuali, che chiede mobilitazione, espressione di sé e delle proprie idee. Occorrerà intensificare modi e forme perché il futuro di Grosseto ha bisogno di una partecipazione diffusa, che non tolga alle istituzioni il dovere delle scelte ultime, ma affidi alla corresponsabilità di tanti la volontà di costruire percorsi e spazi di confronto.Verità. Il quarto pilastro che poggeremo insieme per costruire il futuro della nostra Grosseto sarà quello della verità.  Reciproca. Ho detto fin da subito che non sono e non sarò l’uomo delle facili promesse, delle illusioni spacciate per possibilità, del “si può far tutto”. Non rientra nella mia natura di uomo, meno che mai in quella di politico.  Sarò l’uomo dei si e dei no detti in modo chiaro, senza paura di illudere né di deludere. Dove c’è chiarezza, ci si può continuare a guardare negli occhi anche quando le posizioni sono lontane o un no fa male. Non vivo di politica, ma della mia professione, sono un cittadino che desidera mettersi a disposizione della propria comunità per un determinato periodo di tempo e non ho bisogno di imbonire o di promettere la luna. Mi posso permettere solo di dire la verità perché ho troppo rispetto di questa città e della politica per pensare di costruire un percorso di rinnovamento insieme a voi giocando ancora con i vecchi metodi della politica, che hanno generato delusione e distacco in molti. Sortirne insieme, come di-ceva don Milani, è per me la politica. La verità è la condizione essenziale.Fiducia. Una parola che oggi a molti significa poco o nulla perché sono subentrati la resa, il disfat-tismo, la scarsa stima in tutto ciò che ha le sembianze del pubblico.  Non ci fidiamo più.  Spesso neppure del nostro intuito. Temiamo la fregatura dietro l’angolo e allora torna prepotentemente di moda l’idea, teorizzata da un filosofo, secondo cui l’uomo è lupo per l’altro uomo. Accettare questo esito significherebbe buttare al macero tutto quel patrimonio di capacità e risorse che invece la no-stra comunità civile è ancora in grado di esprimere. La fiducia va ritrovata, ma va anche meritata.

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E questo è il primo dovere di chi governa: ricercare continuamente la fiducia dei cittadini assumen-do comportamenti seri, corretti, coerenti, tracciabili, dando conto con trasparenza delle scelte che si prendono e spiegando anche i cambiamenti rispetto a soluzioni già adottate. Io voglio meritarla la vostra fiducia, ma mi piacerebbe anche che in ogni grossetano ci fosse di nuovo il gusto di provare a scommettere su un nuovo patto con le istituzioni.  La politica tante volte ha deluso anche me, ma l’unica strada che conosco per restituirle dignità è quella della fiducia reciproca, che significa incon-trarsi a metà strada, stringersi di nuovo la mano e scommettere sulla buona volontà e sulla buona fede reciproca. Io la mia mano la tendo, con rispetto e umiltà verso tutti, ma per piantare questo pilastro serve che voi proviate a fidarvi di me e stringiate con forza la mia.

La visioneEcco la città nei prossimi anni, quella per cui vogliamo lavorare.

Il nostro programma sintetizza una visione strategica della città e dei suoi paesi. E’ la cura appassio-nata dei cittadini, nei bisogni e nelle fragilità.Noi la vediamo così:Grosseto orgogliosa delle sue radici che costruisce il proprio futuro nella centralità della sua storia democratica e antifascista. Il ricordo, la memoria sono il collante che tiene insieme la complessità di un progetto politico del centro sinistra che ha a cuore il bene comune.Grosseto più bella e verde dove si possono abitare gli spazi urbani pubblici ben curati, in quartieri che sono parte di un tutto, così come le frazioni, microsistema metropolitano nel quale risiedere e lavorare e non periferia. Costruita bene con tanto spazio, dove si può andare in bicicletta, a piedi, con i mezzi pubblici sentendosi sicuri. Grosseto più giusta perché riconosce e valorizza tutte le generazioni, e afferma i diritti fondamentali civi-li e sociali, i cui servizi non lasciano sole o ai margini le persone anziane o in difficoltà, ma crea un tessuto sociale in grado di mantenere canali costanti di comunicazione con gli anziani in modo da riconoscere il loro ruolo attivo, la funzione di testimonianza, di memoria, di coesione sociale. Che riconosce e si avvale della ricchezza e della competenza delle donne e persegue politiche pubbliche di genere. Grosseto più libera dove è possibile vivere la propria vita e le proprie relazioni di amicizia, amore, coppia senza temere discriminazioni o pregiudizi, in cui nessuno si senta solo o straniero Grosseto aperta, che restituisce alla propria collettività spazi pubblici, scuole, biblioteche, aree at-trezzate, wi - fi, cablaggio, perché siano luoghi di vita permanente Grosseto di qualità, perché la qualità della vita non può prescindere dalla qualità dell’aria, dell’ac-qua bene prezioso e strategico che deve restare pubblico, da una qualità ambientale che tende all’efficienza energetica, alle rinnovabili e alla riduzione dei rifiuti: energia e rifiuti strumenti e leve del cambiamento. Qualità nel cibo, nelle produzioni agricole.Grosseto centro di produzione culturale e del lavoro, la cultura può e deve essere percepita come strumento di crescita economica e sociale del nostro territorio. La realizzazione di progetti concreti la renderanno economicamente sostenibile specie se coinvolgeranno le giovani generazioni.Grosseto che funziona perché l’ente pubblico, con le sue professionalità, è capace di costruire reti con attori pubblici e privati, un’istituzione che non si chiude nel Palazzo ma apre i confini delle decisioni e delle politiche, capace di costruire un modello poroso con una organizzazione strutturata su modelli di cooperazione e sussidiarietà. In grado di rompere le barriere burocratiche, favorendo la logica di reti ed un modello cooperativo diffuso tra istituzioni locali, aziende strumentali e cittadini. Cittadini che con-trollino il livello dei servizi per migliorare i servizi, che passa attraverso la partecipazione attiva.

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Io sto con la CITTà“E poi verrà il tempo in cui smetteremo di guardare dentro i nostri recinti, e spalanche-remo porte e finestre per osservare cosa accade fuori da noi.”

Grosseto, Alberese, Batignano, Braccagni, Istia d’Ombrone, Marina di Grosseto, Montepescali, Princi-pina a Mare, Roselle, Rispescia.

PARTIAMO DAL CENTRO

Il Comune di Grosseto ha tanti centri. Perché abbia suo sviluppo equilibrato ha bisogno di essere vista in forma policentrica, garantendo una riprogettazione organica. Quello a cui pensiamo è un vero e proprio piano delle centralità, una maggiore connessione tra le parti pubbliche ed identitarie del nostro Comune.Oggi tutti i centri in diverso modo soffrono.Per quattro motivi.1) Perché con la crescita fisica della città di Grosseto la centralità, intesa come nodo della rete di comunicazione, si è spostata al di fuori della cinta muraria, trascinando con sé l’appeal che esercita nei confronti delle attività commerciali. Il centro è divenuto insomma meno accessibile rispetto al passato, quasi un ostacolo più che un nodo della rete viaria2) A questo si sono aggiunte nuove strutture commerciali e di servizio nelle aree periferiche che hanno iniziato a costituire nuove piccole centralità all’interno della città;3) La combinazione di questi due aspetti ha avviato un processo di abbandono di alcune parti del centro storico causando crescenti condizioni di degrado.4) I paesi hanno subito due effetti: spopolamento e perdita di identità. In questo caso i loro centri storici hanno subito un degrado maggiore.L’intervento pubblico non può ovviamente intervenire dall’alto sulle politiche commerciali né tanto meno compensare gli effetti dell’autorganizzazione di una città; il suo ruolo può essere quello di in-durre politiche di rigenerazione che possano essere autonomamente sostenute dai privati, in poche parole essere uno starter della riqualificazione.

Grosseto

Fare sistema; far sedere a un tavolo gli operatori commerciali, quelli piccoli insieme a quelli più strutturati, per definire politiche comuni di promozione. Censire gli immobili sfitti e individuare age-volazioni (ad esempio con l’IMU) per chi decide di prenderli in affitto, utilizzando il Comune come soggetto garante.Incentivare il piccolo artigianato e riportarlo all’interno delle Mura.Ripensare la viabilità e i parcheggi sia per i residenti – così da consolidare e ampliare il loro numero – sia per le attività commerciali.Incentivare l’uso dei parcheggi pubblici interrati rendendoli gratuiti, limitatamente all’orario di la-voro, ai soggetti che operano nel centro storico, così da liberare posti per l’utenza.Maggiore controllo e maggiore pulizia delle strade più marginali e meno frequentate.Ma soprattutto mantenere e potenziare le funzioni pubbliche oggi già presenti. È davvero difficile

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pensare un futuro per il centro di Grosseto senza gli uffici comunali, senza gli uffici provinciali, senza la Camera di Commercio, senza la biblioteca, senza i musei e le scuole. Vorrebbe dire pensare un centro senza le persone.L’obiettivo: mettere i privati nelle condizioni di riqualificare il centro e le loro proprietà. Un esempio recente, e positivo, è la riapertura della terrazza del Maiese che con le sue luci e la sorveglianza dei suoi gestori ha in parte scacciato il degrado annidato tra gli oleandri della Cavallerizza.L’importante è partire, e di questo se ne farà carico l’Amministrazione. Dopo sarà più facile, con l’aiuto dei privati, riqualificare le mura, le troniere, e le parti del centro storico oggi più sofferenti.Non dobbiamo confondere le cause con gli effetti: il degrado è l’effetto, e non la causa, di un tessuto commerciale in difficoltà, di un deperimento dei valori immobiliari residenziali e di una delocaliz-zazione di alcune funzioni pubbliche. Ed è ovviamente solo intervenendo sulle cause che possiamo eliminare definitivamente gli effetti.

Ad ogni quartiere la sua piazza,ad ogni quartiere il suo centro

Al “CENTRO” (quello di Grosseto) si affiancano “i CENTRI”, ovvero quei luoghi che nel tempo hanno assunto una funzione collettiva ed identitaria. Quelli dei paesi prima di tutti, anch’essi centri storici, ma anche le piccole centralità di quartiere, quei luoghi che rendono la periferia città.

Riqualificare il parco di fronte alla chiesa del Sacro Cuore (magari chiudendo la strada che li se-para), riattivare il Piazzalone a Barbanella e valorizzare la piazza davanti ai portici, valorizzare il centro commerciale di via Inghilterra così come gli spazi commerciali su via Svizzera, creare una piazza tra il centro commerciale di Gorarella e la chiesa dell’Addolorata. Piccoli interventi per i qua-li si troveranno risorse e grazie ai quali potranno essere avviati processi di riqualificazione urbana e civica anche attraverso opere di arte pubblica.Questa piccola galassia di centralità deve essere poi valorizzata e messa in rete, incrementando i servizi pubblici e quelli privati e mantenendo il tessuto commerciale di vicinato e quello dei servizi.

I paesi

I paesi che circondano Grosseto hanno tutte le potenzialità per costituire un micro sistema metro-politano nel quale risiedere e lavorare; grazie alle loro caratteristiche vocazionali (Montepescali il paesaggio, Istia il fiume, Batignano l’olio, Alberese e Rispescia la riforma agraria e l’ambiente, Braccagni) possono costituire una preziosa rete turistica nella quale valorizzare la piccola ricettivi-tà, B&B e soprattutto alberghi diffusi capaci di riabitare immobili non utilizzati. Indispensabile per questo è migliorare i collegamenti del trasporto pubblico (soprattutto con la costa) e mantenere attivi gli uffici.Anche in questo caso il ruolo dell’Amministrazione dovrà essere induttivo, per garantire l’auto-so-stenibilità e la riuscita nel lungo periodo delle politiche urbane.I centri saranno belli, puliti e sicuri solo se saremo in grado di mantenere le loro funzioni e i loro abitanti. Commercianti, professionisti e cittadini sono in ultima analisi gli ingredienti essenziali per un’efficace ricetta.

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Una citta più sicura

Il tema della sicurezza dovrà avere una priorità nell’agenda di ogni amministratore. Il nostro Paese, innanzitutto, necessità di una riforma della normativa per garantire la certezza della pena, maggiori investimenti a sostegno del prezioso lavoro delle forze dell’ordine che hanno bisogno di più risorse economiche e umane. I sindaci devono essere uniti nel richiedere al Governo impegni chiari e tempi rapidi su questo tema.Localmente il Comune di Grosseto ha già attuato alcune iniziative utili come l’adozione di un siste-ma di videosorveglianza evoluto.Ma non ci fermiamo qui. Perché non basta.Il compito di un sindaco è quello di dare una risposta più strutturata che richiede interventi in di-versi settori e guarda non solo alla risoluzione del problema imminente ma ha una prospettiva di medio-lungo termine. Solo così possiamo costruire le basi per una città “Sicura di se stessa”.I furti nelle abitazioni e nei negozi, il rapporto tra i cittadini italiani e migranti non sempre facile, i parcheggiatori abusivi, i fenomeni di bullismo sulle mura o nelle scuole. Questi temi non possono essere affrontati tutti allo stesso modo, hanno bisogno di risposte differenti ma ognuno di essi con-corre a determinare la sicurezza nella nostra comunità.Per questo ci impegneremo su più fronti:1) Favoriremo il recupero e la rigenerazione degli spazi urbani pubblici e privati. (Risposta di natura urbanistica)2) Risposta economica: la crisi c’è stata e ha lasciato il segno, non possiamo nasconderlo. Nel comu-ne di Grosseto sono 30mila i disoccupati su una popolazione di 70mila persone in età da lavoro, tra i 14 e i 64 anni. Una città con meno disoccupati è una città più sicura. Per questo dovremo affrontare le politiche del lavoro con massima attenzione per favorire la ripresa.3) Risposta di natura culturale e sociale: l’alcolismo nei minorenni, le bande di bulli, l’inciviltà di chi deturpa gli spazi pubblici richiedono un intervento di natura sociale e culturale che coinvolga le scuole, ma soprattutto le famiglie. Dovremo dare risposte anche in questi termini.Una città più sicura si costruisce con l’impegno di tutti. Non si risolvono i problemi chiedendo l’in-tervento dell’esercito: è un modo per delegare completamente le responsabilità, che non porta da nessuna parte. La politica deve aiutare le persone ad essere libere.Noi saremo duri con chi non rispetterà le regole di convivenza civile.Noi saremo al fianco concretamente delle forze dell’ordine.Noi vogliamo contribuire a creare un progetto di città solidale, in cui ogni componente trovi la pro-pria dimensione, il proprio spazio di libertà, nel pieno rispetto di quello altrui, riconoscendo il valore e la forza di essere una comunità.

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Imprenditori del benessereIl Comune non è un’impresa ma può creare un ambiente favorevole allo sviluppo d’impresa, attraverso la semplificazione amministrativa e gli incentivi fiscali. Dobbia-mo rendere più conveniente investire in Maremma, attrarre nuovi investitori.

Il lavoro e, quindi, lo sviluppo sono i temi di governo per eccellenza. Il Comune non è un’impresa ma può creare un ambiente favorevole allo sviluppo d’impresa, attra-verso la semplificazione amministrativa e gli incentivi fiscali. Dobbiamo rendere più conveniente investire in Maremma, attrarre nuovi investitori.Grosseto è la principale realtà produttiva della provincia. La battaglia per l’occupazione si vince qui, o non si vince. Per questo, in una visione d’insieme, dobbiamo valorizzare anche le imprese ad alto contenuto tecnologico e quelle manifatturiero che pur essendo una realtà ancora di nicchia, posso-no costituire un volano economico e occupazionale che fa da traino allo sviluppo economico della città. Affiancando quelle più tradizionali che operano nei comparti di servizi, commercio, artigiana-to e costruzioni. Consolidare quelle che ci sono, ma anche attrarre quelle che vorranno insediarsi a Grosseto.

La macchina amministrativa

Per fare questo bisogna riorientare l’intera macchina amministrativa del Comune per renderla facile da usare, impresa - friendly. Un contesto amministrativo “favorevole” ha un grande valore per chi vuole fare impresa e oggi è sopraffatto dalla burocrazia. Sostenere lo sforzo delle imprese, significa dare loro opportunità per creare nuovi posti di lavoro. E’ necessario offrire una sponda alla ripresa occupazionale che nel 2015 ha cominciato a consolidarsi, con un incremento del 6,9% degli avvia-menti al lavoro su base provinciale.Cominceremo con l’istituzione della figura dei “tutor aziendali” che in seno all’Amministrazione co-munale avranno il compito di facilitare le aziende nelle pratiche autorizzatorie e amministrative. Un ruolo diverso dal responsabile del procedimento previsto dalla legge, con una missione operativa di soluzione dei problemi al fianco delle aziende.Istituiremo una consulta permanente con le associazioni di categoria e aziende rappresentative dei diversi comparti produttivi, che si riunirà a cadenza bi o trimestrale per avere un confronto di merito sulle scelte dell’amministrazione che interessano il mondo dell’impresa. Si aprirà così un canale di comunicazione diretto e non episodico.Il Comune si dovrà impegnare a rispettare i termini minimi di legge per il rilascio di pareri e autoriz-zazioni. Senza attendere i termini massimi che la norma concede.Semplificare e disboscare tutti i regolamenti di competenza comunale. E soprattutto applicare una fiscalità comunale di vantaggio per le imprese che investono per creare nuovi posti di lavoro. Le leve su cui potremmo agire sono tasse, tariffe e addizionali locali direttamente introitate dal Comune.Come avviene nei paesi europei più evoluti dovremo limitare all’essenziale lo spreco della carta all’interno della pubblica amministrazione e per i servizi ai cittadini. Si propone un sistema centra-lizzato comunale dal quale in forma digitale sia possibile accedere interattivamente alla maggior parte delle funzioni. Questo sistema, insieme alla dematerializzazione della carta, produrrà un’accelerazione importan-te ai servizi erogati dal comune.

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Occorre attivare da subito una serie di percorsi innovativi, in larga parte strutturati su piattaforme digitali, per la produzione di atti e comportamenti semplici, chiari, trasparenti ed anche accessibili ai profili più bassi. La facilità e la trasparenza dell’interazione fra pubblico e privato porterà ad un notevole risparmio di tempo che si traduce anche in risparmio economico.Sarà nostra cura proporre un bilancio comprensibile ed alla portata di tutti.Doteremo tutti i cittadini di un account personale per accedere ai servizi in tempo reale e per avere in ogni momento una visione di tutti gli atti amministrativi che lo riguardano.Introdurremo l’uso di alcune soluzioni già sperimentate in alcune città come l’uso della messaggisti-ca per la comunicazione in real-time fra privati ed amministrazione.

Considero scelte strategiche per lo sviluppo

L’utilizzo del patrimonio edilizio dell’ex demanio militare (ex deposito artiglieria, tiro a segno e compendio dell’Aeroporto militare a Marina) per destinazioni produttive; la creazione un’unità di progettazione per i bandi comunitari e un nucleo locale dell’Agenzia regionale per l’attrazione de-gli investimenti esteri.Le grandi infrastrutture. Per la nostra economia saranno fondamentali le infrastrutture: Autostra-da e Due Mari. Oramai il processo è irreversibile. Ci sono i soldi per completare il raddoppio della Grosseto-Siena. Vanno solo appaltati i due lotti 4 e 9. Dovremo trovare una soluzione condivisa per completare il tratto tirrenico e chiudere una discussione che va avanti da molti (troppi) decenni. Il sindaco del capoluogo dovrà avere l’autorevolezza e la capacità per far sì che il territorio si esprima in maniera unitaria. Il completamento dei due assi viari sarà un volano importante, ma dovremo essere preparati ad affrontare anche le conseguenze: potrebbero aumentare le pressioni per la spe-culazione edilizia sulle aree costiere una volta diventate più facilmente raggiungibili. Ci dovremmo opporre: non è questo il modello di sviluppo che vogliamo perché genera ricchezza per pochi e consuma territorio.Una vocazione logistica e di trasformazione a servizio di Toscana Sud, Alto Lazio e Umbria sfruttan-do l’intersezione tra Tirrenica e Due Mari. Grosseto può diventare uno snodo per le merci e attrarre anche nuove attività produttive.Il turismo come accoglienza e affermazione del marchio Maremma Toscana nel mondo. Oggi man-ca qualcosa.Il turismo continua a essere un’importantissima risorsa. I dati del 2015 dimostrano che c’è una ripre-sa in provincia di Grosseto con poco più di un milione di arrivi e 5,4 milioni di presenze. A questi, che sono i numeri ufficiali registrati dall’Osservatorio sul turismo nelle strutture alberghiere ed extral-berghiere, vanno aggiunti arrivi e presenze nelle seconde case che raddoppiano i numeri di turisti. Possiamo crescere dotando di servizi moderni e infrastrutture le nostre località balneari, Marina e Principina, ad esempio un’arena per gli spettacoli, aree attrezzate per gli sport in spiaggia, una rete wi-fi diffusa attraverso la quale trasmettere notizie, magari con web radio. Naturalmente, poi, va risolto una volta per tutte il problema dei parcheggi nella pineta a ridosso del mare.Con la scomparsa della Provincia il sindaco del Comune capoluogo avrà anche il compito di portare avanti una visione territoriale di turismo. Il rischio è, infatti, che ogni Comune faccia promozione turistica per conto proprio. Nel mercato iper-globalizzato può avere una chance solo la Maremma, all’interno della promozione della Toscana. Dobbiamo rafforzare ancora il brand Maremma e dobbiamo farlo in-tensificando i legami fra le diverse località e le diverse filiere turistiche presenti nel nostro territorio.

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Edilizia e manifatturiero innovativo

Grosseto per anni ha vissuto un vero boom dell’edilizia. Il futuro non sarà questo, sia per effetto del-la crisi, sia perché credo che non è possibile tornare ai ritmi edificatori di dieci anni fa.Punteremo sui recuperi urbanistici e le riqualificazioni edilizie, prevedendo incentivi sulla bioedi-lizia. A questo proposito, penso che il Comune potrebbe dare il buon esempio riqualificando attra-verso il metodo della progettazione partecipata una piazza per ciascun quartiere e paese entro i prossimi 5 anni.Abbiamo troppo poco manifatturiero innovativo, tuttavia c’è un nucleo di aziende d’eccellenza che dobbiamo valorizzare e che possono fare da volano. Per far crescere il manifatturiero innovativo dobbiamo partire dall’ascolto delle aziende per capirne le necessità: logistica, formazione, aree attrezzate. Dopodiché il Comune dovrà favorirne in ogni modo sviluppo e consolidamento.Pensiamo di aiutare questi processi anche creando uno strumento del Comune, un’unità operativa collegata all’Agenzia regionale per l’attrazione degli investimenti, che analizzi i bisogni delle azien-de e pianifichi le azioni strategiche per attrarre imprese che vogliano avviare un’attività nel Comune di Grosseto.

La terra promessa

L’agricoltura riveste un ruolo centrale nell’economia della provincia di Grosseto, eppure le piccole dimensioni delle aziende, frutto della bella esperienza della Riforma agraria degli anni cinquanta, rappresentano oggi un limite allo sviluppo. Anche i prodotti di eccellenza, nella piccola dimensione, fanno fatica a imporsi su un mercato internazionale. Diventa fondamentale tra i piccoli imprenditori sperimentare nuove forme di cooperazione.Il Polo agroalimentare di Alberese, come centro di riferimento del sistema toscano delle imprese che operano nell’agroalimentare di qualità, sarà una fondamentale occasione di sviluppo per la Maremma.Cosa richiede invece il Comune all’imprenditore? Giorgio La Pira scriveva: “non abbiamo potere sul-la nostra città perché abbiamo il compito di lasciarla migliore di come l’abbiamo trovata”. Questo non significa ingessarla ma interagire rispettandola. Il Comune è il primo custode della città e come tale chiede all’imprenditore occasioni di sviluppo che siano sostenibili.La Maremma è un territorio bello, in cui si vive bene. E’ importante difendere e preservare questa bellezza ma dobbiamo far ripartire la ripresa, perché non vogliamo che i nostri figli siano costretti ad andare via per costruirsi un futuro.L’eccellenza, la qualità dei prodotti ha la necessità di incontrare il mercato. E’ in questo rapporto virtuoso che nasce il lavoro e, talvolta, nascono anche nuovi prodotti agroalimentari. Il Polo agroa-limentare ha la necessità di avere fonti che sappiano pensare.L’Istituto Tecnico Superiore E.A.T. sull’eccellenza agro-alimentare toscana costituirà il nostro gioiel-lo di formazione culturale a cui potranno approdare i giovani e da cui dovrà scaturire l’energia per far crescere agricoltura e agroalimentare in Maremma.Il Comune di Grosseto accompagnerà la sua crescita

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Innovazione al servizio dell’amministrazione

Vogliamo valorizzare le qualità della nostra città e dello splendido territorio che la circonda.Pensiamo a un intero territorio “smart”, un luogo, un contesto dove intendiamo avviare e sostenere processi di innovazione. L’innovazione dei servizi metterà in relazione le infrastrutture immateriali (internet) e materiali (via-bilità, infrastrutture) della città con le risorse umane, sociali ed intellettuali di chi vi abita. L’Ammini-strazione sarà la cabina di regia che dovrà facilitare la nascita di un ecosistema in grado di sostene-re lo sviluppo della città-territorio intelligente coordinando tutti gli interlocutori pubblici e privati.Possiamo rendere fruibili e accessibili i dati che riguardano la collettività, in modo che tutti ne pos-sano usufruire, Sarà un’innovazione rivolta a tutti, che consentirà di ottenere informazioni, che di fatto sono già degli utenti, ma in maniera trasparente e diretta, rendendo quindi i cittadini più infor-mati e quindi più consapevoli.Tutti gli uffici dell’amministrazione provvederanno a costruire queste preziosissime banche dei dati. Favoriremo la creazione di banche dati, utili alla collettività, provenienti anche da soggetti privati e le metteremo a disposizione degli utenti in maniera open all’interno della piattaforma della Regio-ne Toscana. I dati ci permetteranno di conoscere meglio la nostra città ed i cittadini sia in termini qualitativi sia quantitativi. Sapremo quali sono le zone a maggiore rischio criminalità, dove si verifica il maggior numero di incidenti, dove è opportuno mettere i parcheggi, quali sono le criticità in termini di traffi-co, dove sono i parcheggi liberi e tutta una serie di informazioni per conoscerci meglio.Affronteremo anche il problema del risparmio energetico. L’energia è una risorsa limitata e sem-pre più costosa e i cittadini lo sanno bene. Risparmiare energia negli spazi urbani, nei paesi e nel territorio aperto è possibile. Significa pensare alla gestione delle strade, dei parchi, dei parcheggi, delle piazze, gli degli uffici e degli impianti pubblici in maniera innovativa. Migliorare l’efficienza energetica significherà compiere azioni sia in termini di Investimento sia in termini di management. Il risparmio si attuerà attraverso il controllo dei consumi. Riorganizzeremo le metodologie di ap-proccio della pubblica amministrazione agli appalti ed attraverso azioni promosse dal pubblico ma attuate da consorzi, società e cooperative private potremo rilevare, monitorare e gestire le reti di energia.

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Il sindaco delle buche e delle visioniUn sindaco che giri la città e i suoi paesi, ne conosca pregi e difetti, sia capace di rac-cogliere lacune, problemi di tutti i giorni: dal marciapiede impraticabile, a un angolo di città sporco; da una strada pericolosa ai lampioni che non funzionano. Un sindaco che sappia immaginare con i cittadini un futuro spendibile soprattutto per i nostri fi-gli, un futuro che ridia ossigeno ad un presente che molte volte sembra soffocare la volontà di crescere, di far bene, di includere, di coinvolgere.

La nostra è un città in cui si vive bene. Grosseto può diventare ancora più bella, più abitabile, più vivibile, più curata. Dobbiamo desiderare di più e meglio.Una città più bella, infatti, richiamerà ulteriore bellezza e ci educherà tutti al rispetto degli spazi pubblici, alla cura dei luoghi, alla premura verso ciò che appartiene a tutti e quindi a ciascuno.Il Comune da solo non basta. I luoghi diventano migliori se ce li sentiamo appartenere e se gli ap-parteniamo.Il decoro urbano, con cui si contrasta anche il degrado che oggi in molti giustamente denunciano, ha bisogno di un lavoro di squadra.E’ necessario istituire una vera e propria task force, che presidi, prima di tutto, il centro storico, che dovrà rappresentare il luogo da dove iniziare la svolta. La task force avrà il compito di essere una sentinella che rilevi settimanalmente i problemi, le disfunzioni, i piccoli o grandi danneggiamenti all’arredo urbano sui quali poter intervenire tempestivamente. Dal centro, questo servizio dovrà estendersi ai quartieri, recuperando un percorso di decentramento che, con la chiusura delle circo-scrizioni, è stato accantonato.Potenzieremo i vigili volontari, perché siano anch’essi sentinelle del decoro e chiederemo che an-che i cittadini facciano segnalazioni e “adottino” spazi pubblici per farli vivere.Si può fare. Saremo costanti, puntigliosi e scrupolosi. Ma abbiamo bisogno di tenere insieme le due dimensioni: visione e “buche”, il quotidiano col futuro possibile.

La scuola è una priorità

Le “buche” a cui pensiamo non sono soltanto quelle fisiche, nell’asfalto, ma anche quelle culturali. La città a cui pensiamo e per cui lavoreremo avrà un cuore “visibile” e opportunità formative e cul-turali continue.Le scuole sono una nostra priorità da quelle dell’infanzia alle Università. Il Comune sosterrà questo rapporto “maturo” riconoscendo ai docenti e agli studenti un ruolo nella progettazione della città.La scuola sarà il motore d’integrazione per lo sviluppo di politiche in materia d’immigrazione. Con-fronto, conoscenza e assorbimento delle diverse culture possono avvenire anche attraverso il coin-volgimento delle famiglie nell’ambito di percorsi integrativi interculturali.Il Comune continuerà a investire sull’edilizia scolastica e ottimizzare la tecnologia delle strutture anche attraverso l’integrazione delle risorse rese disponibili dai fondi europei, per una specifica destinazione nell’ambito dell’innovazione tecnologica al fine di implementare la didattica labora-toriale avanzata ed inclusiva, tesa a ridurre la dispersione scolastica.Un posto a scuola per tutti da 0 a 18 anni è l’obiettivo che dobbiamo continuare a perseguire. In particolare, garantire la possibilità di accedere agli asili nido e migliorare la qualità dei servizi sco-

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lastici basilari, quali servizi pre e post scuola per facilitare la qualità dei tempi di vita e di lavoro; continuare a garantire la presenza di educatori di sostegno, adeguatamente formati, per i bambini con disabilità.La scuola come momento di formazione e di crescita per i futuri cittadini è il luogo nel quale pro-porre programmi di educazione ambientale e civica, mirati alla sensibilizzazione e conoscenza del territorio, per formare una coscienza ambientale. Tra le tematiche da sviluppare ci sono: rifiuti, rac-colta differenziata, riuso, fauna, flora, ecosistemi e biodiversità. Il percorso può essere proposto a partire dalle scuole comunali, con la formazione degli insegnanti attraverso laboratori a cielo aper-to e l’organizzazione di mostre e progetti che coinvolgano tutta la popolazione.

Allenare alla formazione

Il rapporto tra istituzione e operatori della formazione, tra Comune e studenti dovrà essere costante. Gli insegnanti sono parte dell’ossatura della nostra comunità. Anche qui è necessario recuperare un rapporto proficuo tra la comunità e gli esperti della formazione delle nuove generazioni, non di mera delega, di separazione. La fiducia, la condivisione e il rispetto del corpo docente è parte del necessario recupero dei processi formativi dei giovani.Vogliamo allenare i cittadini ad essere creativi ed innovativi. In un contesto estremamente compe-titivo e nel quale i capitali, le tecnologie e le persone si posso reperire facilmente sul mercato, solo le comunità che producono le migliori idee e sono in grado di implementarle e hanno le migliori possibilità di successo.Vogliamo sostenere questa cultura economica e per questo individueremo luoghi dove le idee ven-gano aggregate, incubate ed accelerate. Vogliamo che Grosseto sia motore pulsante di una rete dell’innovazione che si sviluppi su tutto il territorio. Una palestra dove i nostri figli siano protagonisti e possano allenare le loro abilità di vita (life skills). Luoghi dove i giovani stessi siano portatori di messaggi e abbiano lo spazio e il modo di esprimersi, trovare confronto e risposte anche con gli adulti di riferimento in rapporto con la famiglia, la scuola, la ASL , il Comune stesso e tutti gli enti e istituzioni che possono alimentare una rete in cui i più gio-vani possono costruire sperimentare i loro percorsi.

Una città ricca di cultura “visibile”

I processi formativi non sono esclusivamente e tradizionalmente scolastici. Lavoreremo per una cultura in grado di far interagire proficuamente il mondo della formazione con quello del lavoro, con particolare attenzione alle necessità occupazionali dei giovani, oggi troppo spesso costretti a lasciare la Maremma dopo aver conseguito un titolo di studio. La formazione deve essere orientata a sviluppare figure di media e alta professionalità prevedendo percorsi di alternanza scuola-lavoro.Grosseto ha molti soggetti collettivi che si occupano di cultura, si tratta di aprire una nuova pagina con politiche d’integrazione e di coordinamento. Vogliamo una cultura che sia in grado di creare una visione e una programmazione unica e organica, con una cabina di regia che includa discipline eterogenee rendendole complementari all’interno di un disegno complessivo e di lunga durata.Abbiamo importanti funzioni culturali che è possibile mettere a sistema integrando le varie propo-ste. Grosseto ha una scuola di musica, una scuola di cinema, molti artisti impegnati nelle arti visive, musei e beni culturali. Recentemente questa offerta si è arricchita con un nuovo e moderno polo culturale: la struttura delle Clarisse. Questa è una ricchezza da vivere e condividere e riconoscere. In città è nata in questi ultimi anni anche una struttura culturale “temporanea”. Il Comune, insieme a

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fondazione Grosseto Cultura, l’ha denominata Città Visibile e ben rappresenta la vitalità delle nostre persone. L’obiettivo è rendere questa “impresa” culturale uno strumento stabile che operi nelle specifi-cità della città e dei paesi del territorio comunale e sia modello da esportare nel resto della provincia.

Lo sport come palestra di civicità

Lo sport in una città è un elemento imprescindibile.Grosseto è città fortunata, perché da sempre può contare sul protagonismo di tante società sportive, professionistiche o dilettantistiche, di associazioni, squadre. Lo sport è una risorsa, ma è una risorsa fragile, soprattutto ai massimi livelli professionistici come purtroppo ci hanno dimostrato anche le recenti vicissitudini che hanno interessato il baseball e lo stesso calcio grossetano.Lo sport più forte molto spesso si fonda sull’impegno generoso di persone che a titolo volontario si danno da fare per trasmettere una passione alle nuove generazioni.Grosseto è dotata di un’eccellente impiantistica sportiva, può contare su uno strutturato sport di base, eppure non possiamo dire che sia un’isola felice.Un sindaco si deve far carico di questo mondo eterogeneo e poliedrico soprattutto per mettere a valore quel che già c’è e quello che di nuovo potrà nascere perché il valore educativo di ogni sport è insostituibile. Al pari della scuola. Fa bene al corpo, ma anche alla crescita armonica, responsabile di ogni ragazzo. Forgia, modella il carattere, insegna a stare da cittadino dentro il territorio. E può attingere da esempi che ci auguriamo tutti siano sempre positivi.L’impegno sarà di sistematizzare il settore sportivo della città, coinvolgendo la rete delle associa-zioni e delle organizzazioni attive, prestando grande attenzione a come vengono tenuti gli impianti, alle modalità di accesso, a garantire a tutti gli spazi di cui necessitano per le loro attività. Contributi a pioggia non servono; serve, invece, una programmazione condivisa, nell’autonomia di ogni realtà sportiva, affinché come già accade e come potrà avvenire ancora di più, lo sport in questa città sia una di quelle leve attraverso le quali arginare il disagio e la marginalità sociale.Lo sport deve essere uno dei luoghi della civicità. Anche nello sport.

Una città ciclabile

Aumentiamo la mobilità sostenibile per migliorare la qualità della vita e dell’ambiente. I cittadini di Grosseto potranno spostarsi con alternative valide all’uso del mezzo privato. Dobbiamo cercare di ridurre il numero dei veicoli circolanti mettendo a disposizione un sistema efficiente e moderno di mobilità collettiva, una rete capillare di piste ciclabili, servizi per promuovere l’uso della bici per gli spostamenti quotidiani verso scuola e lavoro. Un sistema adeguato di parcheggi in interconnessione col trasporto pubblico, prevalentemente bus elettrici, servizi di bike e car sharing. Incentivare l’uso delle auto elettriche aumentando le colonni-ne per la ricarica.

Una città edibile

La definizione di una strategia alimentare, attraverso la diffusione di modelli alimentari sani e cibi freschi, stagionali, locali, biologici e tradizionali può concretamente servire a migliorare la qualità degli alimenti e la sicurezza alimentare, a tutelare l’uso agricolo del suolo, a conservare i paesaggi

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rurali e la biodiversità, a garantire la salute delle persone. L’educazione alla cultura alimentare sana deve partire dalla scuola, la mensa come momento educativo.Inseriremo una quota dei prodotti derivanti da orti sociali e dalla filiera a chilometro zero all’interno delle mense scolastiche per costruire un rapporto più stretto con il territorio e favorire un’ economia a costo marginale più basso. La ristorazione scolastica riveste oltre al naturale ruolo nutrizionale anche quello educativo, inserendosi come momento fondamentale nel percorso formativo per una corretta e sana alimentazione in età adulta

Io ci metterò del NOIC’è bisogno di unire, questa cosa ha un nome antico, che io considero sempre attuale: bene comune. Per far questo non è sufficiente un sindaco bravo, ma occorre che tutta la classe dirigente (non solo politica) di una città si muova in questa direzione.

E’ necessario ascoltare e fare proprie le parole delle donne, dei giovani e degli anziani, perché la nostra sia una comunità ricca e attrattiva.La stagione che stiamo avviando non sarà più quella delega (tanto meno in bianco), sarà quella della partecipazione e del coinvolgimento di tutte le realtà di cui è innervato il corpo sociale; dobbiamo tornare a favorire il protagonismo dei cittadini. Tutto questo lo faremo con uno stile politico aperto e dialogante; i cittadini sono stufi della politica autoreferenziale, che pensa solo a lucrare rendite di posizione: è tempo di smettere di guardare dentro i nostri recinti e di aprirsi ai bisogni delle per-sone! Questo sarà lo spirito di tutti coloro che vorranno partecipare a questa nuova stagione che si sta aprendo. Lo faremo con mitezza e con determinazione, convinti che solo così si potrà avviare un percorso virtuoso di rigenerazione della nostra classe dirigente e di tutti coloro che ambiscono a migliorare le condizioni di vita della nostra comunità.

Le comunità

Nella nostra città già ci sono comunità che usano il plurale nel loro agire. Spesso però la consape-volezza di questi gruppi si ferma ai loro confini, non viene acquisita dalla grande comunità come un valore sistemico. Noi daremo valore alle associazioni e pretenderemo valore per tutti. Non circoli chiusi e virtuosi, ma la virtù seminata. Neppure circoli sostenuti, ma protagonisti ascoltati. Il nuovo welfare ha, infatti, le sue radici nella comunità solidale che è capace di attivare razionalmente tutti i suoi strumenti, anche quelli del volontariato.

Una città di tutti

Le difficoltà delle persone attraversano le generazioni, le nazionalità, le fasi della vita. Una città che unisce guarda tutti nello stesso modo.I Centri di promozione sociale sono già oggi luoghi importanti di incontro soprattutto per le persone anziane. L’obiettivo è renderli luoghi in continua relazione con il Comune, osservatori e consiglieri

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per le politiche di socialità, decoro, sentinelle della comunità. In tal senso saranno anche di punti di ascolto, aperti alla cittadinanza, al fine di offrire un luogo di riferimento, di indirizzo, da tramite con le varie istituzioni. Vogliamo estendere il progetto “Non più soli” a tutti i quartieri e paesi.Le persone che arrivano a Grosseto da molto lontano, quelli che chiamiamo migranti, hanno la necessità di formazione e informazioni per rendere veloce l’integrazione. E’ un tema che è ai primi posti nell’agenda del Comune presente e futuro. Dare risposte efficaci vuol dire rendere più sempli-ce la vita di tutti.I nuovi servizi per i soggetti deboli o in difficoltà hanno la necessità di risposte organizzate, effica-ci, professionali. Grosseto è ricco di associazioni, del variegato mondo del volontariato, il privato sociale, il mondo cooperativo. Un rapporto corretto e virtuoso con tutto questo sistema consentirà di costruire un nuovo sistema di servizi per affrontare le condizioni di difficoltà psicologica delle persone. E’ un segmento sottovalutato da potenziare.Anche il potenziamento dell’Agenzia casa, del contributo-affitto e del microcredito saranno deter-minanti per il benessere dei cittadini.Il rapporto con la terra è un bisogno per molte persone. Il piacere di coltivare è parte del benessere, per questo lavoreremo per la diffusione degli orti urbani e degli orti sociali nelle diverse aree della città. L’orto sociale è uno strumento in grado di innescare rapporti sociali ed microeconomici.

Militari, non è solo un lavoro

Grosseto ha da tempo una dimensione e una proiezione europea senza esserne forse del tutto con-sapevole. Tale dimensione è stata determinata in modo decisivo da una presenza storica, significati-va ed autorevole di Forze Armate. Possiamo dire che ciascuna di queste presenze - dal IV Stormo al Cemivet, dal Savoia alle altre componenti dell’Esercito - ha portato nella nostra città uno know how che è diventato un patrimonio di conoscenze, competenze, specialità di cui possiamo sinceramente vantarci. Possiamo dire che senza la presenza dei militari Grosseto sarebbe più povera, perché è cresciuta anche attraverso l’accoglienza di questi professionisti. Le Forze armate presenti sul territorio assolvono a compiti di altissimo profilo, interpretando al me-glio quella visione moderna di difesa che è prima di tutto aiuto nei territori dove le popolazioni sono stremate da guerre civili, contributo alle missioni di pace internazionale e di difesa cooperativa nei quali i militari italiani, per la loro storia e la sensibilità tipica del nostro popolo, si sono sempre posi-tivamente distinti. Una democrazia e una città libera, sicura e inclusiva funziona se ciascuno esercita al meglio i compiti che gli spettano. Le loro capacità dovranno essere messe a disposizione anche della comunità civile.

I nostri cittadini animali

Una città moderna deve rispettare tutte le sue componenti, umane e animali.Il rapporto tra la società degli umani e quella animale non può essere lasciata alla sensibilità dei singoli. Quello a cui penso è costruire un sistema che favorisca la convivenza in tutti i luoghi, in città, negli ospedali con la pet terapy, nelle scuole.La delega per la tutela dei diritti degli animali sarà il segno politico della nostra attenzione.Il Comune sulle politiche animali dovrà fare un salto di qualità e passare dalla logica delle regole, delle prescrizioni, dei divieti a quella delle relazioni e dell’educazioneIl Comune che vorrei si porrà al centro di tutte le risorse implicite nel rapporto con i nostri animali,

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non lascerà soli i proprietari e gli operatori del settore, costruirà percorsi educativi insieme agli educatori cinofili, si preoccuperà dei ricoveri e delle adozioni, seguirà con attenzione il canile con-sortile e il gattile, le strutture veterinarie e gli allevatori offrendo opportunità di valorizzazione per chi lavora con attenzione.Saremo attenti alla vita con gli animali e alla relazione affettiva.