il puntaspilli - azione cattolica lodi
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Anno 22 - nr. 7 - marzo 2016
il puntaspilliÈ stato pubblicato venerdì 19 febbraio 2016 il Rapporto Istat con i principali indicatori demografici relativi all’anno 2015.Dati e numeri che tratteggiano i contorni di un quadro a tinte fosche per il nostro Paese. Invecchiamento della popolazione,calo delle nascite, decremento demografico non sono certo fenomeni nuovi. Tuttavia, i dati dell’ultimo Report sono allarmanti, forse più di sempre.E la preoccupazione maggiore consiste probabilmente nel fatto che questi dati faticano a diventare il perno su cui farruotare contenuti e priorità dell’agenda nel nostro Paese. Protagonisti, per un giorno, di alcune dense pagine nei piùimportanti quotidiani nazionali, i numeri del Rapporto segnalano una crisi così profonda da togliere (almeno così dovrebbeessere) il sonno a tutti.Nel complesso, ne esce l’immagine di un Paese in cui l’aumento della mortalità mostra un livello mai raggiunto nel secondo dopoguerra e va di pari passo con il più basso numero di nascite in oltre 150 anni di unità nazionale. Con il conseguenteulteriore record di un saldo naturale negativo – 165mila morti in più rispetto ai nati – che determina il calo numericodella stessa popolazione, condizionato anche dalla diminuzione della capacità attrattiva nei riguardi delle migrazionidall’estero ed insieme da una crescente tendenza all’emigrazione da parte degli italiani. Al 1° gennaio 2016 la popolazionein Italia è di 60 milioni 656mila residenti con un bilancio di 139mila abitanti in meno rispetto alla precedente rilevazione:una variazione negativa che non si registrava in Italia dal lontano 1918.Non semplici “numeri” ma piuttosto segnali che interpellano. Cifre, percentuali, fenomeni dietro i quali si celano temicomplessi e scelte annose, con proiezioni per nulla difficili da immaginare. La mancanza di lavoro, la difficoltà (soprattuttoper le donne) di conciliare vita familiare e lavorativa, la “sconvenienza” dei figli non aiutano certo a guardare con fiduciaal futuro. Inedite sono le istanze nell’ambito dell’assistenza agli anziani e alla non autosufficienza di fronte all’inesorabileprocesso d’invecchiamento della popolazione e alle sempre più fragili condizioni delle famiglie. Non ancora indagatia sufficienza sono poi i temi cruciali del rapporto tra generazioni e dell’equità intergenerazionale, delle ricadute sul sistemadi welfare e sulla coesione sociale del Paese. Senza dimenticare che un Paese che perde in natalità perde anche in produttività e sviluppo. Non ci sono soluzioni pronte e rimedi dall’esito immediato ma è evidente l’urgenza di un cambio di rotta:i cambiamenti in atto non possono lasciarci indifferenti e richiedono tutta la cura di cui siamo ancora capaci.
(Sara Martini, Componente del Comitato esecutivo dell’Istituto Giuseppe Toniolo e del Centro Studi ACI.Articolo pubblicato dal sito dell'Ac nazionale)
Pellegrini oggi ...
Un anonimo autore cristiano del II secolo, rispondendo ad un certo Diogneto che gli chiedeva notizie sulla nuova religione dei cristiani e su comeessi si ponevano nei rapporti con il mondo e conla società, scrive: "Ogni terra straniera è patriaper loro ed ogni patria terra straniera". (Lettera
a Diogneto 5,5). Queste parole riecheggiano quelle dell'autorealla lettera agli Ebrei scritte cento anni prima: "Noi non abbiamoquaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura"(Eb 13,14).Se vogliamo capire il senso che ha il pellegrinaggio nella storiadei cristiani, dobbiamo rifarci a queste intuizioni delle originio, più indietro ancora, all'esperienza del popolo ebraico per ilquale, da Abramo a Mosè, dal secondo esilio in Babilonia finoalla dispersione del 70 d.C., essere nomade e vivere in terrastraniera è stata un'esperienza fondamentale.Dobbiamo prendere atto che Gesù non raccomanda ai suoi discepoli l'esperienza del pellegrinaggio come fa invece conl'elemosina, la preghiera, il digiuno e lo "spezzare il pane". Ilpellegrinaggio non è essenziale per la vita cristiana come lopuò essere per l'Ebraismo o per l'Islam. E' essenziale invecevivere da viandanti, tesi verso la meta del Regno di Dio, discepoli del Messia che non ha dove posare la testa.Quindi prima ancora che fare un pellegrinaggio è importantevivere da pellegrini!Il pellegrino, va sì in cerca del luogo sacro, ma, a differenza delturista, si muove in un altro spazio, entra in un nuovo tempo,risveglia in sé un altro uomo.Percorrere uno spazio è indispensabile perché il pellegrino sisenta a un certo punto come Abramo, l'Arameo, a Ebron tragli Ittiti "forestiero e di passaggio" (Gn. 23,4). Il pellegrino èun uomo in cammino. Ha lasciato un luogo per andare in unaltro. E' di passaggio. Dove sosta non ha radici, né patria, néfamiglia. Egli se ne va in cerca di qualcosa che è più dell'avere.Il turista si ferma da qualche parte, guarda, fotografa, comprae riparte. Il pellegrino, lo si vede, percorre un altro spazio. Viè una tensione dinamica che spinge il pellegrino verso un luogosacro. L'attesa cresce con il ricordo del luogo sacro, non vi èpellegrinaggio senza questa "memoria". Ecco perché il tempodel pellegrino non è quello del turista. Il tempo del pellegrinoè in realtà il tempo della memoria, il tempo della liturgia. Il turista si muove nel tempo cosmico o nel tempo profano del calendario civile. Il pellegrino si muove nel tempo liturgico, quellodella fede. Il tempo turistico è neutro, semplicemente cosmicoo economico, perché egli deve tener conto del clima, delle stagioni, dei ritmi economici del lavoro e delle ferie. Il tempo delpellegrino è quello della storia sacra, che è memoria. Perciònon deve stupire che a Gerusalemme, anche fuori del tempopasquale, i pellegrini si preoccupano di celebrare la liturgia pasquale che è per eccellenza quella del tempo della memoria delMistero cristiano. Ma più importante dello spazio e del tempo,è l'uomo pellegrino. Più legato in fondo del turista alla dimensione, spazio temporale, il pellegrino cerca un'esperienza chesupera l'ordine del visibile...Nel luogo sacro, la preghiera del cuore, la liturgia comunitaria,il silenzio, devono introdurre il pellegrino in quel ricordo cherende sacro il luogo. Di fatto, il pellegrino raccoglie in quel luogo le tracce ancor vive del passaggio di Dio sulla terra... In quelluogo, il sacro è stato oggetto di esperienza; se ne è serbatoil ricordo e, attraverso il luogo, esso si dona in qualche modoall'uomo che lo va cercando...Con tutto ciò, il luogo santo non ha mai perduto la sua dimensione geografica, e cosmica. Il peso più grave del sacro, si tratti di Gerusalemme, di Roma o di Lourdes, è anche quello piùaderente alla terra, alla storia, all'economia, in breve all'aspettoprofano che lo occulta...Con questo intendo dire che il pellegrino è toccato, fisicamentetoccato, nel più profondo della sua umanità, in quell'abisso chenulla di puramente terreno, neppure la bellezza o l'amore, puòraggiungere.Oggi il pellegrinaggio cristiano sta acquistando una nuova vitalità... La parola di Gesù: "Ma è giunto il momento, ed è questo,in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità" (Gv4,23), non abolisce il pellegrinaggio. Al contrario: Dio ha rivolto una Parola umana a un popolo in particolare, in determinatiluoghi.Dio ha vissuto una vita e una morte di un uomo a Gerusalemme. E' dunque là, più che in qualunque altro posto, che ilpellegrino che voglia ravvivare la sua fede e fondarla in Lui, puòsentire vivo e ardente il ricordo di Dio; il pellegrinaggio èdell'ordine del sacramento.E si giunge così alla mèta del pellegrinaggio, il passaggio dalsacro al Santo, dalla ricerca dell’identità alla forma emozionante e confidente della fede. Questo cammino non ha altro scopoche costruire il credente!
Don Renato Fiazza
I dati sempre più allarmanti dell’ultimo rapporto Istat
La foto di Donatella Lodigiani è stata scattata durante il pellegrinaggio dell’Ac di Lodi in Terra Santa nel 2012
II SPIRITUALITÀ
marzo 2016
L’enciclica commentata ogni mese su Dialogo. Oggi approfondiamo il quinto e penultimo capitolo
Laudato si’ - Gli orientamenti e le lineed’azione per la salvaguardia del creato
Il quinto capitolo dell’enciclicadedicatadaPapaFrancescoalla questione ecologica è unpressante richiamo alla politica e all’economia mondiali, affinché riescanoavederealdi là
dell’effimero tornaconto immediato interminidi ricchezza indenaroe abbiano il coraggio di pianificare interventie scelte sostenibili nel lungo termine.Quando parliamo di politica ed economia pensiamo sovente a processiautomatici chenonpossono farealtroche funzionare (o non funzionare)nell’unico modo che riesce loro, e dimentichiamo che dietro tali meccanismi ci sono alcune persone: coloro che hanno il potere di decidere a livello globale, continentale, nazionale elocale le sorti di intere popolazioni. Aloro sono rivolte le parole di Francesco, ma non a loro soltanto. Anchenoi inquantocristiani e “semplici” cittadini della creazione dobbiamo riscoprire modalità concrete di azioneinvistadi unavera epropria rivoluzione ecologica che non potrà mai essere autenticamente tale se non saràprima di tutto una rivoluzione morale.Sono molti gli aspetti approfonditi inquesto quinto capitolo, partendo dall’importanzadeldialogoa livello internazionale sulle questioni ambientalifino all’esplicitazione del non scontato principio secondo il quale per ogniregione e Paese occorrono scelte edinterventi mirati per la specificità diquel dato territorio. Particolarmenterilevanteèquantosi enunciaaln.184;potremmoprovarea leggerlo insiemeripensando nel frattempo ad alcunesituazioni che riguardano da vicinoanche il nostro territorio, uno tra i piùinquinati d’Europa: “Quandocompaionoeventuali rischiper l’ambienteche interessano il bene comune presentee futuro, questa situazionerichiede che ledecisioni sianobasate su unconfronto trarischi e benefici ipotizzabiliper ogni possibile scelta alternativa. Questo vale soprattutto se un progetto può causareun incremento nello sfruttamentodelle risorse naturali, nelle emissionie nelle scorie, nella produzione di ri
fiuti, oppure un mutamento significativo nel paesaggio, nell’habitat di specie protette o in uno spazio pubblico.Alcuni progetti, non supportati daun’analisi accurata, possono intacca
re profondamente la qualità della vitadi un luogo per questioni molto diverse tra loro come, ad esempio, un inquinamento acustico non previsto, leriduzione dell’ampiezza visuale, la
perdita di valori culturali...”.Cos’altro si potrebbe aggiungere adun’analisi tantoaccurataedaccorata?Non stiamo parlando dei massimi sistemi,madi scelteoperativechehan
no una ricaduta sulla nostra vita e suquella delle future generazioni. Quinel lodigiano abitiamo una terranellaqualesimuoredi inquinamento (vadettoanchesepreferiamonon
ricordarcelo troppo spesso); qualisceltesi stannoconcretamenteoperando per ovviare a questo problemasostanzialeche incidesullaqualità delle nostre vite?
Il modello consumistico è più voltechiamato in causa da Papa Francescocome il responsabile dei molti maliche affliggono l’umanità e l’ambienteda essa manipolato. L’ineguaglianza
nella distribuzione dei beni di primanecessità, le difficoltà per ampie fettedi popolazione mondiale di accederea risorse indispensabili come l’acqua,e lo sfruttamento di risorse ad opera
di multinazionaliche hanno l’abitudine di depredare la natura dialtri Paesi e peggiorare la qualitàdi vita di interepopolazioni nonsono che alcuniesempi delle ingiustizie chequotidianamente vengono perpetrate dall’uomo contro il suofratello e la propria casa comu
ne.Questo testo andrebbe letto da tutti,con la medesima passione con laquale è stato scritto.
Simone Majocchi
Una delle tradizioni ormai consolidate del Movimento Studenti di Azione Cattolica è quella della SFS: laScuola di Formazione per Studenti, aperta a tutti i ragazzi delle superiori di Italia e che quest’anno si terràa Montesilvano (Pe) dal 11 al 13 Marzo.Già il nome dell’evento potrebbe di per sé evocarel’obiettivo di questo grande incontro, ma in praticacos’è un SFS? Si tratta di tre giorni di approfondimenti tramite incontri e laboratori per fornire ai ragazzi gli strumenti necessari ad affrontare con piùconsapevolezza la vita tra i banchi di scuola, ma soprattutto quella tra il confronto quotidiano con adultie altre realtà.In particolare quest’anno il titolo sarà “Siamo PRESENTE!” e saranno trattate principalmente tre macroaree: l’economia, l’Europa e la politica. Il filo rosso che collega questi tre aspetti è quello della partecipazione, tema portante dell’anno associativo del
MSAC, ma soprattutto sfida per ogni studente e ragazzo che voglia trarre il meglio da questi fondamentali anni di formazione.Le modalità con cui questi temi, forse all’apparenzatroppo vasti e complessi, saranno affrontati sono invece quelle classiche del MSAC che hanno semprepermesso di rendere accessibili tematiche all’apparenza insormontabili. Da tavolo rotonde di confrontocon ospiti celebri a workshops di lavoro pratico tenute da grandi personalità e responsabili attuali odel passato. Anche il nostro circolo di Lodi ha decisodi accettare la sfida alla partecipazione lanciata dalMSAC nazionale e una ventina di ragazzi si unirannoalle altre diocesi lombarde (Como, Bergamo, Milanoe Pavia) per andare insieme a Montesilvano e unirsial coro di “siamo presente!” proveniente da tutta Italia.
Sofia Anni, segretaria Msac
Siamo PRESENTE! Il Movimento Studenti di Lodiè in partenza per la Scuola di Formazione nazionale
Panoramica delle ciclabili del Brembiolo a Casalpusterlengo
“Rispondendo a interessi elettorali,i governi non si azzardano facilmentea irritare la popolazione con misure
che possano intaccare il livello di consumoo mettere a rischio investimenti esteri.La miope costruzione del potere frenal’inserimento dell’agenda ambientale
lungimirante all’interno dell’agenda pubblicadei governi”.
Papa Francesco
Papa Francesco, Laudato si’, Enciclica sulla cura della casa comune.Il testo è disponibile in libreria ed è inoltre interamente
scaricabile, legalmente e gratuitamente, dal sito della Santa Sede,all’indirizzo web:
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals/documents/papafrancesco_20150524_enciclicalaudatosi.html.
Dal 24 maggio 2015 è disponibile in lingua araba, francese,inglese, italiana, latina, polacca, portoghese,
spagnola e tedesca.
Tramonto attorno a Zorlesco (le foto di questa pagina sono di Simone Majocchi) Campagne di Senna Lodigiana
CI ASSOCIAMO? III
marzo 2016
Ac Overland 14 Il nostro viaggio tra le associazioni territoriali presenti sul territorio della diocesi
La parrocchia Santa Cabrini di Codogno
Un colpo d'occhiosull'associazione:quanti siete?La nostra associazione di Azione cattolicaè composta da circa
40 persone: 23 adulti, 7 giovani e 9ragazzi di ACR.
In che modo i giovani nella vostraassociazione sono protagonisti?I giovani sono protagonisti perchési dedicano all'azione educativa deipiccoli, organizzando attività ludiche, facendo vivere la sequela di Gesù, attraverso le relazioni tra i ragazzi e il divertimento nella condivisione. Alcuni giovani, infatti, sonoimpegnati nel cammino dell'iniziazione cristiana ed affiancano alcunicatechisti. Ci sono poi altri che svolgono il servizio dei ministranti ed alcuni educatori che si occupanodell'ACR.
Chi è l'adulto di AC nell’associazione di Codogno Santa FrancescaCabrini?Tutti credono che l'uomo sia un essere relazionale, destinato a realizzarsi nel contesto dei rapporti interpersonali ispirati alla fede, alla giustizia ed alla carità. Questi valoriinducono a cercare sempre di migliorare se stessi e partecipare alleiniziative per arricchire lo spirito edavvicinarsi sempre di più alla conoscenza di se stessi e di Gesù.
In che modo la vostra associazioneha un rapporto costruttivo con ilterritorio? Ci sono iniziative particolarmente significative inquest'ambito?Come associazione, la nostra realtàtende ad essere presente nella comunità sui temi che interessano lavita delle persone, tra cui la famiglia,l'educazione, la serenità spirituale,la misericordia di Dio, la carità versoil prossimo; in particolare, le persone si trovano coinvolte nel dibattitoculturale ed ecclesiale, dando priorità ai temi educativi ed alla fondamentale importanza del ruolo della
famiglia, attraverso una dinamicache consente un reale approfondimento ed una connessione con lavita di tutti i giorni, ossia si cerca difar conciliare la fede ed il credo nellavita quotidiana mediante la propensione dell'uomo a comportarsi secondo un'attitudine conforme ai valori cristiani ed al senso di giustiziae onestà che dovrebbe caratterizzare gli ambiti lavorativi e non, per poter dare un futuro, una speranza migliore in un domani più sensibile aiproblemi mondiali di corruzione edindifferenza nei confronti di coloroche vivono in condizioni peggiori,sia economicamente che umanamente.La famiglia è il primario soggettoeducativo, perché genera la vita eper questo motivo deve essere considerato tale. Spesso, però, si constata l'esistenza di famiglie “distrut
te” dalla falsità, dalla mancanza diamore, dalla sfiducia, dalla non fedeltà o dall'incapacità di impegnarsiin una crescita sempre migliore delvalore spirituale che dovrebbe regnare.Essa mostra un immenso e incondizionato amore ed apre al mondo, alle relazioni, alla vita esterna che avolte spaventa perché troppo caotica, incoerente e poco organizzata,favorendo una presa di coscienza,un coinvolgimento totale e capillareche stimoli il protagonismo deglistessi responsabili, che si sono assunti il compito di guidare tutte lefamiglie, i giovani ed i ragazzi allascoperta di un mondo reale che puòessere vissuto all'insegna della gioia nella condivisione, della generosità e carità mediante gesti sinceriverso il prossimo, della pace neicuori e nelle menti per “vedere non
tanto con gli occhi, ma con il cuore”le bellezze della vita e saper coglierele varie opportunità proposte nellapositività, rafforzati dalla fede onesta e sincera; vige, dunque, uno stimolo verso modalità più consone adattuare scelte dinamiche “ad hoc”,su misura, nel contesto di appartenenza.
Ci sono stati nel vostro passato associativo testimoni luminosi, cheancora oggi in qualche modo illuminano ancora la vostra strada?Nel passato associativo ci sono state due figure importanti che hannoilluminato la nostra realtà e che sono state di esempio per tutta la comunità: la signora Severgnini ed ilsignor Pinotti, i quali hanno contribuito alla vita parrocchiale cercandodi trasmettere il meglio di loro stessicon tanto impegno e fatica. La si
gnora ha aiutato nei campiscuola, insacrestia ed è stata un punto di riferimento importante nell'Unitalsi,mentre il secondo è stato sacrestano finché la salute glielo ha permesso. La loro tenacia, perseveranza eforza di vita hanno un valore importante ancora oggi, perché la loro dedizione all'oratorio nella cura dellachiesa e nell'assistenza dei malatirappresenta come l'amore di Dio siriversa sui fratelli e come è possibiledonare il proprio contributo per migliorare e sostenere una realtà importante. Il loro impegno ha dimostrato che tutti gli obiettivi prefissatipossono essere realizzati con tantabuona volontà e soprattutto coraggio nel voler vivere la propria vita alcento per cento, manifestando lapropria vicinanza e disponibilità sianelle situazioni belle che in quelle didifficoltà. Queste persone sono “lastoria” della nostra parrocchia, perché hanno dato davvero tanto e sono stati ricompensati dall'affetto edalla gioia dei volti delle personeche hanno riconosciuto la loro testimonianza di vita.Possiamo ricordare anche alcunigiovani che ora sono testimoni luminosi: don Alessandro Curotti esuor Laura Vignaroli che da pocohanno consacrato la propria vita aGesù, consapevoli della bellezza delvolto di Gesù e delle loro capacitàche posso impiegare nella vita ditutti i giorni per rispondere allagrande e costante chiamata del Signore. Entrambi sono stati al servizio dei piccoli e della parrocchia,prima di intraprendere questo nuovo e meraviglioso cammino; attraverso la loro scelta rispondono allavocazione di donare la loro vitacompletamente ai giovani, donAlessandro come salesiano e suorLaura come figlia dell'oratorio, e sono per questo motivo frutto della fede.
A cura di Stefano Velutiinsieme all’Ac di Santa
Francesca Cabrini con lapresidente Giovanna Boffelli
Anziani oggi... è belloCi è stato chiesto di scrivere alcune riflessioni da pubblicare su “Dialogo”, automaticamente abbiamo pensato al mondo deglianziani o terza età (visto che ne facciamoparte) e alle difficoltà che oggi si incontrano,dando forse ragione a chi vede solo i lati negativi di questo momento della vita.Riflettendo però abbiamo scoperto quantosia bello e ricco il mondo della terza età o come si vuol chiamare. Certamente non mancano le difficoltà quali la necessità di stareal passo con i tempi, di imparare a conoscere ed utilizzare i nuovi mezzi di comunicazione: come i telefonini super accessoriati, ilcomputer, televisori ultra moderni e questosemplicemente per non sentirsi emarginati.Se a tutto questo aggiungiamo che anche imass media non ci aiutano in quanto presentano un pianeta di “anziani giovani”sempre efficiente, in ottima salute, capaci difare tutto facilmente, è facile sentirsi fuoritempo e inadeguati. Che dire poi dei nuovilinguaggi, spesso intercalati da termini stranieri che usano comunemente i giovani dioggi, figli e nipoti compresi ? Se a tutto questo si aggiungono la solitudine, a volte lamalattia, i problemi familiari dovuti anche alnuovo modo di vivere la famiglia, è facileaver voglia di lasciarsi andare e chiuderci innoi stessi e nel nostro mondo.
Pensando e confrontandoci ci siamo ricordati le parole del canto che dice “Vivere la vita con le gioie e i dolori di ogni giorno è quello che Dio vuole da te… Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai”. Cisiamo detti che dobbiamo imparare a scoprire, apprezzare e godere di ogni stagione della vita che ci viene concessa dal Signore ed a cogliere il bello che c’è in essa.Dobbiamo imparare, tornando un pocobambini, a camminare sul “pianeta terzaetà” oggi, ad apprezzare le piccole cose checi sono offerte quali ad esempio la bellezzadi svegliarsi in una giornata piena di sole,quanto sia piacevole godere della compagnia dei nipoti, degli amici ritrovandoci avolte tutti insieme ed è allora che ci si accorge che “Natale” non è solo il 25 Dicembre.Ecco, dobbiamo imparare a non lasciarci intimorire dalle cose negative.Dobbiamo imparare ad invecchiare con saggezza e tanta umiltà, accettando i limiti chel’età impone, a non chiuderci in noi stessi,a tenere gli occhi aperti sul mondo cercandodi non lasciarsi sopraffare dalle difficoltàche la vita comunque riserva, consapevoliperò delle difficoltà che tutto questo comporta.Noi abbiamo la certezza che qualcuno ciama e ci accompagna sempre, così come
siamo; che il nostro essere anziani è un segno dell’amore infinito che Dio ha per noi equesto ci è di aiuto e ci consola, unitamentealla preghiera che spesso segna la nostragiornata.Sapere di essere amati e di poter confidarein Dio ci conforta quando ci sentiamo soli oin difficoltà ,ci aiuta ad accettare anche ledifficoltà che dobbiamo a volte affrontare eda vivere serenamente questa “età” dicendotutto il nostro grazie al Signore per ognigiorno che ci viene regalato convinti chenulla va perduto.Ci sentiamo di dire, come Madre Teresa, chela vita va spesa e vissuta pienamente in ognimomento.
Franco e Cornelia Bertolotti
Uno “smile“da un under 80Sono un under 80 e non ho il pc, quindinemmeno il mouse e la password. Ho diversi pin, per esempio per il cellulare manon so inviare sms, o per l’INPS necessario per avere il cud e poter fare il red. Nonho il tablet e nemmeno facebook, smartphone e socialnetwork. Sono stato in unaassociazione onlus, mi hanno spiegato lamission e presentato il budget per raggiungere il target. Poi sono andato al cupper pagare il ticket senza tanta privacy nèconfort. L’economia è cresciuta per il jobsact, ma lo spread risale e il fitsemib crolla,ma la new economy dove va? e il payback funziona? non posso fare acquisti alcash and carry ma vado al super marcheto al discount. Sono contrario allo step child adoption e alla teoria gender. Vesto casual ,guardo la tv e faccio crescere l’audience; se vado in banca passo il metaldetector, in autostrada uso il via card o iltelepass. Possiedo una modesta macchina della FCA perché questo è il mio brand,comunque ha l’abs e l’air bag ma non la lavo al carwash.Tutti gli over 75 che non sono in blackoutpossono mandare la traduzione (non fattadai nipoti) on line e via email a www.anzia[email protected].
Franco Bertolotti
IV LA MISERICORDIA IN FAMIGLIA
marzo 2016
Dal laboratorio “In Dialogo”: il secondo incontro del tavolo con i gruppi e le associazioni
La famiglia, una “questione di cuore”
“Ci sta a cuore”! Prendoa prestito questo slogan utilizzato recentemente dall’AC per lapromozione associativa, per sintetizzare il
clima del secondo incontro del Tavolo deigruppi e delle associazioni familiari ecclesiali, promosso dal Laboratorio “In Dialogo”, tenutosi il 16 Febbraio scorso.Se nel primo incontro abbiamo cercato dirafforzare la conoscenza reciproca, mettendo in circolo le finalità, le proposte e leesperienze che caratterizzano ciascun soggetto convenuto al Tavolo, in questo secondo momento abbiamo condiviso la narrazione di quelli che viviamo come punti diforza e di debolezza nei diversi percorsi sulle tematiche familiari.“Ci sta a cuore”, è l’espressione che benesemplifica la passione emersa dalle diverse voci che si sono succedute nel corso della serata, una passione che nasce dalla consapevolezza del valore inestimabile dellafamiglia per la società, perché luogo privilegiato scelto da Dio per manifestarel’esercizio dell’Amore gratuito e generativo, capace di una fantasia creativa impareggiabile per poter accompagnarel’uomo, ogni uomo, alla scoperta e allapiena realizzazione di sé. Abbiamo condiviso il comune desiderio della famiglia come spazio privilegiato di incontro e di ascolto tra le generazioni, come luogo che educae allena alla ricerca di senso sull’essere persona, alla relazione con l’altro nello stile dell’accoglienza, alla valorizzazione dei carismidi ciascuno, contro quella logica dello scarto, serpeggiante nella società odierna, cheestromette i soggetti deboli e indifesi, perché non rispondenti alla logica della produttività e della prestazione ottimale.“Ci sta a cuore” questo tempo, così complesso e problematico, ma comunque prezioso, che la riflessione sulla famiglia sta attraversando, perché ci costringe come Cristiani adulti a rendere ragione, soprattuttonei confronti delle giovani generazioni, deivalori in cui crediamo, delle scelte che abbiamo fatto e su cui abbiamo impostato lanostra vita, della spiritualità cristiana cheabbiamo voluto come compagna di strada,come guida dei nostri pensieri e delle nostreazioni, pur nella difficoltà quotidiana dellamediazione con la vita nel mondo.“Ci sta a cuore” partecipare al dialogo e alconfronto sulle tematiche familiari che unacittadinanza attiva e responsabile oggi reclama, un confronto che ci piacerebbe serioe competente per arrivare a pensare in modo approfondito, leale e capace di relazionarsi con posizioni differenti, anche a livello
istituzionale, appassionato e convinto dellabellezza e della ricchezza che la famiglia costituisce per la società.L'idea che abbiamo iniziato a condividere,con la speranza che diventi un progetto comune per dare così uno sviluppo concretoa questo Tavolo di incontro è quello di costruire un portale digitale diocesano in cuimettere in rete le diverse iniziative e proposte attuate dai soggetti del Tavolo sulle tematiche familiari, fungendo come cassa dirisonanza per le stesse e favorendo anchela sinergia tra le risorse messe in campo dachi opera in questo ambito. Il desiderio èanche quello che possa diventare uno spazio in cui la famiglia si esemplifichi, si racconti, renda visibile i desideri e i bisogni checondivide e possa far trasparire la Veritàche vive. Un’ultima considerazione a riprova di come la famiglia sia veramente, a livello associativo, una “questione di cuore”: lasollecitazione, attraverso l’indicazione dicontenuti e metodi specifici, che all’iniziodel presente anno associativo, il Laboratorio con la Presidenza diocesana aveva rivolto ai responsabili vicariali, per attivare percorsi sulla famiglia (con particolare attenzione alla dimensione della genitorialità edell’educazione), sta dando i suoi frutti, segno di come questo tema sia capace discuotere la dimensione popolare della nostra associazione, facendo convergere attenzione e impegno da parte delle Associazioni territoriali.Qui sotto e in pagina 6 vengono riportate lediverse iniziative in atto nei vicariati sui temicitati.
Severina Tansini
Ecco i prossimi appuntamenti, scaturiti dal laboratorio“In Dialogo”, che sono programmati nei vicariati.
Giovedì 10 marzo alle 21 all’oratorio di Tavazzano, per il vicariatodi Lodi Vecchio, “Sei connesso??? Essere genitori all’epoca dei socialnetwork”, con i genitori dei ragazzi della catechesi. E’ presente il professor Camillo Regalia.
Domenica 10 aprile alle 16 a Graffignana, comunità Alfa e Omega,“Famiglia wake up”, con Raffaella Iafrate e Anna Bertoni. L’invito è pergli aderenti, i laici e i sacerdoti dei vicariati di Sant’Angelo e San Martino.
Giovedì 5 maggio alle 17.30 a Casalmaiocco, alla scuola maternaparrocchiale, attività di laboratorio sulla genitorialità insieme ai genitori dei bambini della scuola materna parrocchiale. Il vicariato è Paullo.
Giovedì 26 maggio a Codogno,per i vicariati di Codogno e Casalpusterlengo, ci sarà la restituzione dei dati emersi dai questionari e sonoinvitati gli aderenti, i laici e i sacerdoti dei vicariati. Sarà presente Raffaella Iafrate.
«Siate misericordiosi come il Padre... in famiglia»
Vivere da misericordiosi, avere sguardi di misericordia, diventare capaci di gesti concreti che riescano a seminare misericordia nel mondo d’oggi, è possibile?“Misericordia” è un termine difficile, per addettiai lavori …. non è un termine di uso comune. E’
qualcosa che riguarda la religione (quante volte abbiamo usato questo termine in un ambito diverso?), è un atteggiamentoche si riferisce a Dio, è un atteggiamento di Dio verso gli uomini. Il Giubileo della Misericordia, forse, ci può aiutare a riscoprire fino in fondo questa parola. Nella Bolla di indizionedel Giubileo si dice che “la misericordia è fonte di gioia serenità e pace”.In questo senso sicuramente mi interessa … interessa tutti noiche siamo alla ricerca della gioia, serenità e pace. Il vero cambiamento è, quindi, cogliere il senso vero della parola misericordia, data e ricevuta, per capire veramente se una vita vissuta nella misericordia sia fonte di gioia, serenità e pace.“Le famiglie cristiane facciano della loro soglia di casa unpiccolo grande segno della Porta della misericordia e dell'accoglienza di Dio. E’ proprio così che la Chiesa dovrà esserericonosciuta, in ogni angolo della terra: come la custode diun Dio che bussa, come l’accoglienza di un Dio che non ti
chiude la porta in faccia, con la scusa che non sei di casa”.(UDIENZA GENERALE del PAPA del 18 novembre 2015).Penso che una bella immagine che rappresenti la misericordia sia quella dello sguardo di un Padre verso i propri figli attraverso la fessura di una porta segno di discrezione, rispettodella libertà degli altri … attenzione e cura.E’ difficile comprendere il concetto di misericordia senza cogliere la rivoluzione del Vangelo che ci ha presentato e fattoconoscere un Dio Padre…in famiglia.La famiglia è luogo privilegiato dove mamma e papà si prendono cura dei propri figli per renderli “belle persone”; i figlicon la loro energia e voglia di crescere allargano gli orizzontidegli adulti; ci si supporta amorevolmente spesso scambiandosi di ruolo (sostegno o sostenuto) nei diversi momenti efasi della vita; si conosce la fragilità ed il perdono, si imparalo stile del dono dei propri talenti e del proprio tempo in modogratuito …. dove si può vivere il forte abbraccio dell’Amore generoso, libero, incondizionato, fedele, … per sempre.In quanti modi possiamo far crescere tutto questo: con unacarezza, con un bacio, con una discussione amorevole, conun pensiero particolare, con una continua attenzione versol’altro… con il perdono.Il perdono, il sentirsi perdonato, il perdonare, il perdonarsi
è un atteggiamento privilegiato della misericordia. Il “perdonarsi sempre” è la vera rivoluzione del Vangelo … è la vera vitadi misericordia, che cambia il mondo.In famiglia abbiamo una grossa responsabilità. In famigliadovrebbe essere naturale vivere questo. Forse ho capito perché il Dio del Vangelo si fa chiamare Padre!Il perdono porta gioia, serenità e pace? Sicuramente in chilo riceve e molto probabilmente in chi lo offre.Dio Padre, sicuramente, con la sua misericordia ci aiuta contutta la sua forza, ma tocca a noi ed alle nostre famiglie viverein modo intenso l’Amore vero del Vangelo che “colorerà” lenostre vite e quelle di coloro che ogni giorno incontriamo. LaFamiglia, nel bene e nel male, è scuola di umanità e di vita!L’amore tra coniugi e tra genitori e figli, inoltre, è qualcosadi unico e, sicuramente, un ambito privilegiato dove il misterodell’immenso “Amore Misericordioso e Trinitario di Dio” simanifesta e, se minimamente percepito, inonda tutta la nostra esistenza.Vivere la misericordia è uno stile di vita e di relazioni attraverso cui entrare in contatto con il mondo, con se stessi e conDio … non è uno sforzo di volontà, ma un’immersione nell’amore di Dio.
Marco Pagani
LA MISERICORDIA IN FAMIGLIA V
marzo 2016
“La felicità è espansione della persona, movimento verso l’esterno”
I sì e i no tra genitori e figli
ISI’ sonosempreun’opportunità:la sfida è capire la domanda e saperlacoglierecon responsabilità.Nella vita in famiglia, in particolare nel rapporto con i figli siamosollecitati da continue domande
chespessosottendono la ricercadi spazi di libertà. In questi casi un SI’, se ponderato con discernimento in rapporto alcammino fatto, alle potenzialità dell’altro, almodellodipersonaacui facciamoriferimento, mette in moto la relazione,apre spazi di crescita e arricchisce entrambi. Anche se spesso un SI’, aumentando l’autonomia dei figli, in apparenzace li sottrae. “I figli nonvi appartengono.Sono frecce vive che voi, arco, scoccateoltre…” scriveva Kahlil Gibran ne “Il Profeta” e la vita ci ha insegnato che avevaragione.Ma non è forse vero che i NO ci hannoorientato, ma sono stati i SI’ a farci crescere? E non parlo in questo caso solodei SI’ che abbiamo ricevuto ma anche(e forse soprattutto) di quelli che abbiamosaputodire: agli incarichi impegnativi nei gruppi giovanili, alla scelta di unavocazione particolare, e poi alla personaconcui abbiamocondiviso tutto, all’arrivo di una nuova vita, al servizio silenziosoequotidianonelnostroambitodi vita,alle esigenze di prossimità che ci interpellano… SI’ che sono originati e insiemehanno costruito la nostra identità.A ben vedere ai SI’ più impegnativi hasempre corrisposto un NO, una rinuncia, piccola o grande. Ma la fatica dellarinuncia è regolarmente passata in se
cond’ordine, tanto era l’entusiasmo, lagioia di intraprendere qualcosa di nuovo, di giusto e di bello, per noi e per ilmondo.Oggi vedo un pericolo: quello dei SI’ autoreferenziali, dell’incapacità di dare risposteall’attualità, di seguire il soffio lieve dello Spirito che ci spinge oltre, dellescelte attente più alle emozioni e ai bisogni propri che al valore della persona, alrispetto delle sue dimensioni, con il rischio di perdere l’orizzonte etico, il significatodelle coseoaddirittura il sensodella vita. Per questo è importante averecura, giorno per giorno, di nutrire unarobusta vita interiore, con la spiritualità,lo studio, l’attenzione agli altri.Ogni SI’ non detto a una legittima esigenza di giustizia è un’occasione perduta. Spesso la domanda non ci viene postaesplicitamente,madobbiamoesserenoi capaci di leggerla, di riconoscerlanelle pieghe della storia collettiva e dellenostre giornate, abbassando il volumedel desiderio innato di difendere e conservare la nostra sicurezza, ciò che abbiamocostruito finora, ancheseci sembra di non avere tempo, anche se abbiamo paura di percorrere strade nuove.Come Carlo Carretto che apre le sue“Lettere dal deserto” con un NO, conl’incapacitàdi cedereunacopertaal vecchio Kadà che tremava dal freddo, equella stessa sera capisce che nel purgatorio“lasofferenzadell’animaèdinonpoter più fare ciò che prima si poteva, esi sarebbe dovuto fare” e si chiede “Sesono stato capace di vedere un fratello
che trema e passare oltre, come potròessere capace di morire per lui a imitazione di quel Gesù che morì per tutti?”Al contrariodelNO,unSI’ èaccoglienza,apertura, inizio, dinamismo, ricerca, relazione, fiducia, valorizzazionedellapersona e dei doni che porta in sé. Quantospazioper la speranza!Per lapreghiera!Per la fede in un Dio premuroso che ciaccompagna, e ci sa attendere…! ConMaria come modello di SI’ che scaturisce dal cuore, da un cuore che conservaogni parola, medita su ogni cosa e si affida totalmente al suo Signore!Un atteggiamento di vita centrato sulSI’! Eccounastradachepuòportareallafelicità. Infatti qualunque espressionevogliamo usare per definire la felicità(tensione al completamento di sè, allaperfezione, all’assoluto, all’amore, allaspiritualità, a Dio, all’eterno, all’infinito…)la felicità è dinamica, è espansione dellapersona, movimento verso l’esterno, èusciredaséstessiper raggiungere, fondersi con altro, l’Altro, gli altri…Nessuno che rimanga fermo, chiuso, acompiacersi delle cosechegiàpossiedepotrà mai essere felice.E allora, per essere coerenti nelle relazioni, inparticolarenel compitoeducativo verso i figli, i NO che diciamo non dovrebberomaiessere la finediunoscambio, la chiusura al confronto, ladeviazione delle energie interne verso altri oggetti di interesse,masempregiustificati e indirizzati verso un SI’ piùgrande, responsabile e liberante.
Giuseppe Cambiè
Le foto di queste pagine sono state scattate da Raffaella Rozzi durantegli esercizi spirituali per le famiglie del turno dal 4 al 6 marzo scorsi
Venerdì 8 aprile 2016Ore 21:00
Viale rimembranze, 12Lodi
Casa della GioventùAula Paolo VI
Serata sull’educazione
alle scelte
NOSI
I NO che aiutano a crescerePROF.SSA E. CONFALONIERI, Professore Associato, Fac. Psicologia, Docente di psicologia dell'adolescenza e counseling psicologico educativo e di Psicologia dell'educazione e dello sviluppo, Università Cattolica di Milano e Brescia.Perchè una ricerca sulle scelte solidali tra adolescenti PROF.SSA E. MARTA, Professore Ordinario, Fac. Psicologia, Docente di psicologia sociale e di comunità, Università Cattolica di Milano e Brescia.Analisi dei focus-gruop condotti in un campione di adolescenti di Lodi DOTT. P. GUIDDI, Collaboratore del Laboratorio di Psicologia Sociale Applicata, Università Cattolica di Milano.
Sede:Lodi, Via Cavour 73Sito web:www.associazionepatto.org
Pagina Facebook:facebook.com/associazionepatto E-mail: [email protected]
IBAN:IT95X0503420301000000003912Codice Fiscale: 92559410151
I NO che aprono al mondo
Con il patrocinio di:
pattOnlus
Pane e Acqua per Tutti Tramite Organizzazioni
VI LE PROSSIME INIZIATIVE
marzo 2016
…di fronte alle nuove istanze culturali con cui la famiglia deve confrontarsi nel suo compito educativo agli effetti e al bene comune
Via san Colombano, 28a
interverranno
Psicologa Ph. D e professore ordinario di Psicologia Sociale
presso la Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica di Milano
Psicologa Ph. D e professore associato di Psicologia Sociale
presso la Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica di Milano
Al termine sarà offerto Happy Hour
propone
Le presidenze diocesane a RomaCarissimi,il Convegno delle Presidenze diocesane di quest’anno vuole continuare a riflettere sull’Evangelii Gaudium, sulla scia di quanto fatto lo scorso anno. Il tutto”abbraccia” la parte. L’AzioneCattolica Italiana nel cammino della Chiesa: questo il titolo del Convegno, che si svolgeràa Roma dal 29 aprile al 1 maggio, in cui rifletteremo sulla presenza di laici che, come parteall’interno della Chiesa, vogliono far fermentare il tutto.Sempre a partire dall’Evangelii Gaudium vogliamo interrogarci sul ruolo dell’AC oggi, comeparte che si mette a disposizione del tutto e che vive per far vivere il tutto.Cercheremo, anche, di offrire stili diversi per la riflessione. Il venerdì, infatti, i partecipantiavranno la possibilità di seguire un percorso “fieristico” a partire da cinque ambiti in cuil’associazione è chiamata a vivere: la scuola, il lavoro, il dialogo interculturale, il dialogointergenerazionale, l’ambito sociopolitico.Il sabato mattina, invece, proseguiremo la riflessione con due interventi per poi dividerciin cinque miniconvegni, indicati nella bozza di programma. A questo proposito, vi chiediamo sin d’ora di scegliere i due che più vi interessano attraverso la scheda di iscrizione, facendo particolare attenzione che i partecipanti di una stessa diocesi si dividano equamenteall’interno dei cinque mini convegni, in modo da poter essere ben distribuiti nei cinque ambiti.Vi invitiamo ad organizzarvi perché il maggior numero di persone delle vostre presidenzediocesane possano partecipare a questo appuntamento, che non è solo un momento diriflessione e confronto ma anche occasione di condivisione e gioia di stare insieme. Vi ricordiamo di iscrivervi per tempo al Convegno così da facilitare tutti gli aspetti organizzativi.Certi che avrete già segnato da tempo questa data nei vostri calendari e sicuri di vederviin quell’occasione, vi auguriamo un buon tempo di Quaresima e vi salutiamo fraternamente.
Matteo Truffelli Presidente nazionaleCarlotta BenedettiSegretario generale
L’importanzadi essere
ErnestoIn passato presidente diocesano dell’Azione Cattolica di Lodi per due mandati, ora segretario della delegazione regionale lombarda, da sempre collaboratoredi Dialogo. Ernesto Danelli ha compiuto50 anni domenica 6 marzo.Doverosi gli auguri da parte di tutta l’associazione e degli amici ad una personapreziosa....Il nostro Ernesto!(grazie a Marta ed Elena per la complicità)
Parrocchia San Giovanni Battista di Tavazzano e Azione Cattolica accogliendo le richieste delle famiglie
fatte con il questionario distribuito, promuovono un
sul tema
Sei connesso ???: essere genitori nell’epoca dei social network
GIOVEDÌ 10 MARZO 2016 ORE 21 Presso la sala San Francesco
Ci aiuterà ad approfondire il tema il dottor Camillo REGALIA, Professore Ordinario di Psicologia Sociale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. SARÀ GARANTITA L’ASSISTENZA AI BAMBINI Vi aspettiamo numerosi
LA PROPOSTA VII
marzo 2016
bachecaCon Lucio Turra, consigliere nazionale di Ac.
Giovedì 17 marzo alle 21 alla Casa della Gioventù
di Lodi. L’incontro introduce ai campi estivi
ed è il secondo del percorso di formazione
per responsabili. Sono invitati i presidenti
territoriali, i responsabili vicariali, gli assistenti.
“Fondamenti di unalaicità autentica”
Confronto aperto alle famiglie, istituzionie associazioni del territorio. IntervengonoRaffaella Iafrate e Anna Bertoni.Graffignana, comunità Alfa e Omega,domenica 10 aprile alle 16. Promossodall’Ac dei vicariati di San Martinoin Strada e Sant’Angelo.
Famiglia,wakeup!
Dall’11 al 13 marzo a Montesilvano.
Scuola di formazioneper studenti del Msac
Lunedì 14 marzo alle 21alla Casa della Gioventù.
Presidenza Ac
Giovedì 14 aprile in Seminario dalle 9.
Tema: “Noi visti dai giovanidavanti alla vita”.
Giornata Terza Età
La nostra redazione è fattadi volontari. Siamo sempre
alla ricerca di chi gratuitamentevuole dare la propria disponibilità
per collaborare.
Dialogo
“Possiamo ancora sperare?” Con ilteologo e scrittore Giuseppe Ruggieri,lunedì 14 marzo alle 21 al liceo Verri.
Meic
Direttore ResponsabileFerruccio Pallavera
DirettoreGiuseppe Veluti
RedazioneRaffaella Bianchi, Maria Cigognini,
Ernesto Danelli, Nicola Frontori,Simone Majocchi, Stefano Veluti
Sito webhttp://ac.diocesi.lodi.it
Design: PMP Lodi
StampaCSQ Spa Erbusco (Bs)
Si dice che una squadra per vincere debbaessere ambiziosa. Ildesiderio di primeggiare e di andare oltreai propri limiti sono
spesso le molle che spingono glisportivi ad ottenere un risultato disuccesso. Ma una squadra vincente deve anche essere organizzata.I singoli mettono le loro qualità alservizio del gruppo. L’allenatorestabilisce compiti e funzioni con
un perfezionismo quasi maniacale. E come non dimenticare la forma fisica? E’ opinione diffusa chesia fondamentale correre più deglialtri, allenarsi duramente, sputaresangue sul campo. Preparazione,ambizione, organizzazione e perfezione sono ingredienti da assemblare se si vuole costruire un “team” vincente, se si vuole raggiungere il trionfo. Questo è quanto cidicono gli esperti. Ma in realtà, avolte, a vincere sono squadre più
povere e con un bagaglio strettamente tecnico più misero. E’ il caso della nazionale di calcio dellaDanimarca agli Europei di calciodel 1992. I danesi vennero richiamati d’urgenza per partecipare altorneo, a seguito dell’esclusionedella Jugoslavia, devastata dallaguerra dei Balcani. Si radunaronoa pochi giorni dall’inizio della competizione, convocati quando già sitrovavano in vacanza. Kim Villfort,un onesto centrocampista “dai
piedi neanche tanto buoni”, ful’anima della squadra. Dopo ognipartita lasciava i compagni e prendeva un aereo per andare ad assistere la figlioletta gravemente malata. Il dramma umano di quel giocatore e la forza con cui loaffrontava, furono lo stimolo chepermise al gruppo danese di compattarsi. Quel manipolo di giocatori umili, senza una base solida diallenamento e apparentementerassegnati a fare da “vittima sacri
ficale” alle superpotenze calcistiche europee, si unì in manierastraordinaria. In loro nacque laconvinzione di non poter fare ameno gli uni dagli altri. Il cuore coraggioso con cui Kim affrontava lasua sfida personale creò un’alleanza che permise ai giocatori diaffrontare senza alcun timore la loro sfida sportiva. Vinsero la coppa,tra lo stupore generale.
Gabriele Peccati
Quando a vincere sono le squadre “scalcagnate”DIALOG L
Il testo ci offre un itinerario della vicendadi Gesù, colui che è misericordioso come il padre e che ci chiede di saper farealtrettanto verso i fratelli, a partire dallaprospettiva di Maria. Lei è stata rivestitadella misericordia di Dio fino ad assumerla nel suo grembo generando il Verbo. Don Marco D’Agostino ci invita a volgere lo sguardo verso la Vergine; ci scopriamo così al cospetto di colei che,silenziosamente, è sempre accanto al Figlio, dalle nozze di Cana al Golgota. Ellaè testimone della missione di Cristo tragli uomini e al tempo stessa è profetessae annunciatrice della venuta di Gesù nelmondo e dell’ora in cui Egli manifesteràla sua gloria.Una veloce occhiata ai titoli del libro cipone davanti a quella che sembra essereun’antica preghiera litanica alla Vergine:Maria, fedele nella Misericordia; Maria,bella nella misericordia; Maria, consolatadalla misericordia; Maria, generata dallamisericordia… un elenco tanto semplicequanto indicativo dell’indissolubilità dellegame che il Padre ha voluto stringerecon l’umanità grazie alla disponibilità del“sì” pronunciato da Maria.Don Marco D’Agostino inizia ogni riflessione a partire da alcune situazioni dellavita quotidiana, sua e nostra, che ci mettono di fronte alla distanza che c’è tra ilbuon proposito di essere misericordiosi
come il Padre e il nostro atteggiamentosia interiore che esteriore in relazione achi ci ha feriti o a chi ci interpella quandoè nel bisogno. Lo scarto di cui queste riflessioni ci rendono man mano più consapevoli non può non suscitare nel lettore quella “sana inquietudine” che è lascintilla di ogni autentica conversione.
Nel sentirsi inadeguati e lontani dall’invito di Cristo ad essere “misericordiosi come il Padre” ci si riscopre amati e perdonati per primi. Anche i grandi Santi sipercepivano miseri agli occhi di Dio, eproprio da questo allontanamento dall’abitudine ad inorgoglirsi di se stessi èscaturita la loro somiglianza al Padre, alFiglio e alla Madre, l’umile serva che ha
educato Cristo, il suo sguardo e il suocuore; Colei che ha insegnato al Figlio apregare i salmi fin dalla sua infanzia.Il continuo rimando, nel testo, dalle situazioni della vita di tutti i giorni alle pagine di Vangelo (non solo quelle in cui èpresente Maria) ci fa sentire immersinella storia della salvezza, e aiuta a scorgere la Vergine in ogni piega del Vangeloe in ogni piega della nostra vita: “Mariaè stata la madre dalla quale Gesù è nato;nella croce è piuttosto lei che nasce daGesù. Come nasce la Chiesa in lei e neldiscepolo. La croce… è l’ora del compimento, della misericordia e fedeltà feconde”.Questo libro si apre nel segno di Gian, ilgiovane “Santo della porta accanto” (percitare il titolo di un nuovo testo che donMarco ha da poco pubblicato) col qualeil sacerdote cremonese aveva scritto“Spaccato in due; l’alfabeto di Gianluca”.In quelle pagine erano raccolte le parolein cui sarebbe stato possibile ritrovareGian dopo la sua morte. Per sua volontà,la Z era mancante, perché ognuno scriverà la propria a tempo debito. Gian, chenella sofferenza aveva rivolto a Dio labellissima preghiera “smezzami la croce” sembra suggerirci ora una possibiledeclinazione di quella lettera mancante:la “Z di misericordia”…
Simone Majocchi
Maria grembo di Misericordia,autore è don Marco D’Agostino
Invito alla lettura 6. Una proposta di approfondimento che guarda alla Madre di Cristo nell’anno giubilare
Marco D’AgostinoMaria grembo di misericordiaEdizioni San Paolo, 2016156 pagineeuro 12,00
“Se la storia dell’uomo va avanti,se Dio non ha ancora messo il punto
fermo alle vicende dell’uomo,è perché qualcuno ogni tanto
si ferma, perché tra i mille impegni,necessari o no poco importa,qualcuno trova ancora utileascoltare il grido silenzioso
di chi giace in mezzo alla strada”.
VIII ACR
marzo 2016