il quinto arcano-dicembre 2010

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DICEMBRE 2010

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Astrologia e Mito .................................................................................... 3Sagittarius

Feste della Tradizione nel Ciclo della Natura ........................ 16L’Immacolata Concezione

Scongiuri e Preghiere ........................................................................... 23A Santa Lucia contro le malattie degli occhi

I Messaggeri Divini ............................................................................... 28Gli AngeliGabriel - Potenza della riproduzione e della fecondità

Il Libro delle Erbe .................................................................................. 34I fiori di Bach: Water VioletIppocastano

Luna di Dicembre .................................................................................. 44Calendario del MeseLuna della Quercia d’InvernoL’Erba Magica

Cristalloterapia .......................................................................................... 56Il calcedonio

Il Tarocco ..................................................................................................... 59“IX” L’Eremita

La Natura a tavola .................................................................................. 65Cosa bolle in pentola?La ricetta del mese

L’esperto risponde ................................................................................... 70I quesiti dei lettori

SOMMARIO

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Una bocca amabile moltiplica gli amici, un linguaggio gentile attira i saluti. Siano in mol-ti coloro che vivono in pace con te, ma i tuoi consiglieri uno su mille. Se intendi farti un amico, mettilo alla prova; e non fidarti subito di lui. C’è infatti chi è amico quando gli fa comodo, ma non resiste nel giorno della tua sventura. C’è anche l’amico che si cambia in nemico e scoprirà a tuo disonore i vostri litigi. C’è l’amico compagno a tavola, ma non resi-ste nel giorno della tua sventura. Nella tua fortuna sarà come un altro te stesso, e parlerà liberamente con i tuoi familiari. Ma se sarai umiliato, si ergerà contro di te e dalla tua pre-senza si nasconderà. Tieniti lontano dai tuoi nemici, e dai tuoi amici guàrdati. Un amico fedele è una protezione potente, chi lo trova, trova un tesoro. Per un amico fedele, non c’è prezzo, non c’è peso per il suo valore. Un ami-co fedele è un balsamo di vita, lo troveranno quanti temono il Signore. Chi teme il Signore è costante nella sua amicizia, perché come uno è, così sarà il suo amico. (Siracide 6, 5-17).

Cari lettori,

da questo mese “Il Quinto Arcano” è anche un negozio esclusivo con tanto di marchio registrato: potrete visitarlo a Ca-tania in via Genova n. 76, proprio accan-to a “Herbarium”, l’erboristeria gestita da decenni dal nostro Claudio Scibilia. Si tratta di un negozio unico nel suo gene-re, vi troverete sostanze magiche nonché singolari strumenti e oggetti da collezio-ne. A consigliarvi ci sarà pure l’acclamato Lorenzo La Spada, pronto ad ascoltare le vostre esigenze al fine di suggerirvi il per-corso più indicato. E infine un tocco di bellezza tutta genuina con la cosmesi na-

turale di Manuela, che ha sempre ottimi consigli per tutti i tipi di pelle. Dicembre è un periodo magico per noi cristiani: il 25 rinasce Colui nel quale gran parte dell’umanità ha risposto le speranze di salvezza e vita eterna. Ma questa è una data importante anche per i popoli appar-tenenti a culture e tradizioni diverse, civil-tà antiche come quella egizia che in questo giorno celebrano la nascita di Horus.Il grande freddo è ormai sopraggiunto mentre la Natura si spoglia dell’apparen-za per dedicarsi all’essenzialità dell’inte-riorità. Sfogliando le pagine della rubrica dedicata alla Luna di dicembre, non a caso detta della Quercia d’Inverno e del Freddo, potremo farci un’idea di ciò che accade in cielo ed in terra in questa fase dell’anno.Tra le piante, andremo alla riscoperta dell’Ippocastano, un vasocostrittore, an-tiemorragico e fluidificante del sangue, efficace rimedio d’altri tempi sempre più rivalutato ai giorni nostri. E tra i cristalli, invece, sveleremo tutte le virtù terapeuti-che del Calcedonio, per eccellenza ritenu-ta la pietra delle questioni legali.Per i Messaggeri divini, analizzeremo gli Angeli e soprattutto Gabriel, potenza del-la riproduzione e della fecondità, princi-pe del Coro degli Angeli.E’ il mese del Sagittario, mitico arciere pronto a scoccare la freccia. Il Signore dell’Olimpo, Giove, governa la spiritua-lità allorché troneggia nel proprio domi-cilio diurno il Sagittario. Questo e tanto altro, per un numero da non perdere!

Fabio [email protected]

REDAZIONALE

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Rappresentazione dello Sagittario secondo le antiche carte del cielo

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dal 23 Novembre al 20 Dicembre

SAGITTARIUSa cura di Lorenzo La Spada

Elemento: FUOCO

Qualità: MUTABILE

Polarità: MASCHILE

Domicilio: GIOVE

Esilio: MERCURIO

Colore: BLU

Metallo: STAGNO

Pietra: CALCEDONIO

Erba magica: QUERCIA

Profumo: BERGAMOTTO

Giorno: GIOVEDÌ

Punto debole: COSCE E

APPARATO VENOSO

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L’ardore vitale non si conserva più quando il Sole tramonta. Il grande luminare permanente,

scomparso da un emisfero, ne rischiara un altro. Poiché nulla si distrugge nel dominio della materia, e meno ancora in quello dell’energia, la decomposizione di un organismo dà luogo allo svincolo delle energie che avevano contribuito alla sua costruzione e conservazione. Per ana-logia, la Vita non cessa di manifestarsi su di un piano se non per trasportare in più alta sfera la propria indistruttibile attivi-tà. Tale piano superiore è quello del Sagit-tario, segno zodiacale che conduce il Sole sino al Solstizio invernale. Questo indica che bisogna discendere materialmente per salire spiritualmente. Alchemicamente bisogna che la materia si corrompa ed an-nerisca, in vista della attesa sublimazione. Quest’ultima si collega alla resurrezione del Maestro che rinasce dalla tomba, luo-go della Putrefazione di cui egli ne è il Figlio. Anche il Sole resuscita quando è pervenuto al punto più basso dell’eclitti-ca. I giorni sono allora ridotti al minimo della loro durata; spogliati delle loro fo-glie, gli alberi somigliano a scheletri e la Natura desolata appare in lutto.

IL DIVINO GIOVELontano è l’opposto mese dei Gemelli, che fa sbocciare i fiori alla luce di gior-ni sempre più lunghi. Allora regnava Mercurio l’esuberante, l’agile esterioriz-zatore; ora Giove accoglie quelli che la terra funebre non ritiene più. Il Signore dell’Olimpo governa la spiritualità quan-do troneggia nel proprio domicilio diur-

no il Sagittario, segno di fuoco dopo il Leone e precedente l’Ariete. Tra il fuoco divoratore e quello stimolatore, il fuoco del Sagittario interviene come agente rinnovatore. Giove distribuisce la vita che torna a lui quando un organismo usato la lascia sfuggire. Il Fuoco celeste la rianima e l’elettricità divina la ridina-mizza, affinché essa possa rispondere al prossimo appello dell’Ariete. Il Sagittario è un arciere pronto a scoccare la freccia, inoltre è un centauro al quale i Babilo-nesi attribuivano delle ali, due teste e due code. Il doppio viso ricorda il Giano latino, che vede simultaneamente il pas-sato e l’avvenire. Tale è il privilegio della vecchiaia sperimentata, il cui vigore si è

ASTROLOGIA

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sublimato in intelligenza. Questa è la pre-rogativa che dovrebbe essere acquisita dal Maestro nell’Arte Reale, che si afferma vittoriosamente sullo Scorpione-Serpen-te, calcandolo all’ordine della concezione immacolata. Morta l’animalità, egli plana spiritualmente in una pura atmosfera di saggezza dove, istruito dalla tradizione che si applica alla costruzione vitale, egli concepisce l’idea sul piano delle realizza-zioni future. La serenità conquistata gli permette di lavorare come un artista sulla tavola da disegno.

IL CENTAUROIl centauro Chirone, educatore di Escu-lapio e di numerosi eroi, aveva assimilato la memoria costruttiva delle generazioni scomparse. Egli discerneva così ciò che deve continuare e dunque l’avvenire. Lo si diceva figlio del Tempo, era immortale, ma rinunciò generosamente alla propria immortalità per liberare Prometeo. Es-sendosi punto volontariamente con una freccia che Ercole aveva intinto nel vele-no dell’Idra di Lerna, egli evase dalla vita corporale. In questo istruttore si vede la lucidità

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dell’istinto che ci guida nella vita, ma che si attenua allorquando ci agitiamo alla luce del ragionamento. Ma esso torna quando la vecchiaia ci riporta alla calma. Il centauro semi-dio ricopre, dunque, il ruolo di Superiore Incognito che, nasco-sto dietro il velo celeste, fa udire la propria voce ai Saggi capaci di ascoltarlo. Questa è la voce nascosta del Dio biblico, di quello Jeova-Giove che parla attraverso la bocca dei Profeti annunciando la sua manife-stazione futura. Le intelligenze occulte dirigono ogni costruzione, tanto quella dell’organismo degli individui di ogni spe-cie, quanto quella del corpo sottile delle collettività. L’esperienza del passato gene-ra la tradizione, che si adatta alle necessità del presente per determinare il futuro.

IL SAGGIOEd è il Fuoco gioviano del Sagittario che porta questa illuminazione folgorante nella mente del Saggio. E’ questa la figu-ra che meglio esprime le qualità zodiaca-li del nono segno. Questo solitario, che vive in modo superiore, animato da una tenerezza vibrante per i poveri umani, dei quali partecipa le sofferenze. Morto a tut-ti i desideri che lo riguardano, dispone di una potenza taumaturgica effettiva. Egli non guarisce, però, tutti i malati e non trasmuta in oro spirituale tutto il vile piombo umano, ma lavora utilmente alla coordinazione progressiva del caos che noi abbiamo la missione di sbrogliare. Agli occhi degli astrologi l’influenza dei saggi del Sagittario risulta eccellente in tutti i campi. Tuttavia un intellettualismo esagerato rende inabile alle applicazioni pratiche. A forza di volersi evolvere spi-ritualmente, ci si perde fra le nuvole. Si ricordi che Mercurio è in esilio in Sagitta-

rio come Giove lo è in Gemelli, determi-nando così una incompatibilità fra l’alta intelligenza teorica del primo e la scarsa abilità pratica del secondo. La stagione del Sagittario è il tardo Au-tunno che sconfina nell’Inverno, tempo di raccoglimento, di silenzio della na-tura, di Fuoco pacato e rassicurante. Il suo segno grafico f è la freccia puntata verso l’alto, simbolo di slancio vitale e di evoluzione. L’immagine è quella del Centauro, mitica creatura divisa a metà tra la natura umana e spirituale, e quella istintiva e violenta del cavallo. Nel ciclo evolutivo umano indica il passaggio dalla coscienza individuale al piano spirituale. Come processo psichico è la capacità di ampliare i propri orizzonti, di proiettare le proprie energie oltre l’esperienza e i va-lori personali. Il Sole transita nel segno del Sagittario dal 23 Novembre al 20 Di-cembre circa, segnando il declino finale nel ciclo annuale del Sole.

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Giove pittore di farfalle, Mercurio e la Virtù, Giovanni di Niccolò Luteri, detto Dosso Dossi,1515-1518

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È bella Filira, figlia di Oceano. Piace a molti la graziosa fanciulla e anche Kronos si invaghisce di lei e la con-

cupisce. Ma Rea, sposa del dio, sospetta qualcosa e Kronos si muta in stallone e si unisce alla giovane ninfa. Dopo giorni e notti d’amore nasce un essere mostruoso, con tronco e corpo umani che si ergono su un corpo di cavallo. Disperata, Filira, chie-de ed ottiene dagli dei di essere mutata in tiglio. Ma al di là dell’aspetto, il suo nato è eccezionale, è il centauro Chirone, che di-verrà sapiente e saggio come mai nessuno. La sua grotta è presto la scuola più famosa dell’Ellade e vi transitano, come discepoli, dei ed eroi: Dionisio, Castore e Polluce, Giasone, Nestore, Achille e, infine, Ascle-pio, dio della medicina. Conosce la medi-cina e la chirurgia il centauro, ma anche le erbe ed è esperto di astronomia, sa le pro-prietà dei corpi celesti e le pratiche per stor-narne i negativi influssi. Suona anche la lira e, per primo, insegna agli uomini la pratica delle leggi, l’inviolabilità del giuramento, la venerazione degli dei ed è pure immortale. Ma durante un incontro tra Chirone ed Eracle, alcuni centauri attaccarono l’eroe. Questi, per difendersi, usò le frecce bagnate con il veleno dell’Idra, da cui non si poteva guarire. Chirone venne inavvertitamente graffiato da una delle frecce...

CHIRONE E PROMETEONon potendo morire perché immortale, co-minciò per lui una sofferenza atroce, poiché la ferita non si rimarginava. Chiese allora la morte Chirone per trovare pace cedendo la sua immortalità a Prometeo, colui che diede il fuoco agli uomini. Zeus, quindi, ac-

cettò la vita di Chirone che poté finalmente morire e posto in cielo come Sagittario, por-tatore di freccia, di sagitta. Due figure e uno stesso ideale, un medesimo scopo, il Dono. Chirone cede la sua vita a Prometeo, così anch’egli, portando sulla terra il fuoco degli dei, dona la vita agli uomini. Figura sottile e velata, sotto la quale si cela il mistero della rigenerazione vitale, di Iside che dà la vita a Osiride, datore della Vita stessa; Maria Vergine dà la vita al Cristo nascente, lui che è la Vita eterna. Mistero questo che Dante annuncia nel suo 33° canto del Paradiso, rivolto alla Vergine Madre: “Tu se’ colei che l’umana natura nobilitasti sì, che ‘l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura”. Assonanza v’è certo tra il nome del centauro, Cheìron e cheìr, che significa mano. Quella mano che impone il guaritore per sanare. Né va di-menticato che cheìron vuol dire anche infe-riore, peggiore, minimo, forse per ricordare che attraversato il Sagittario, il Sole giunge al punto più basso del suo ciclo annuale. Ma non mancano altri centauri, d’altra origine e d’indole ben diversa da quella di Chirone.

CENTAUROFesteggia il suo matrimonio Issione, figlio di Flegia, re dei Lapiti. Ha impalmato la bella Dia, figlia di Deioneo. Ma quest’ulti-mo non ha ancora ricevuto i doni di noz-ze (prezzo della sposa). E tarda, nel tempo, Issione a consegnarli. Invita a banchetto il suocero, lo accoglie, lo incita ad avanzare. E precipita, il vecchio, in ardente fornace da Issione stesso preparata. È il primo delitto di sangue verso un congiunto e gli dei in-ducono alla pazzia il colpevole, che si rotola

MITO

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ululando come fiera. Ma pietoso, Zeus lo fa rinsavire e lo invita alla sua mensa, ma, ahimè, è mal ripagato. Issione alza sguardo e mani su Era. Furibonda la dea avverte il marito, che non vuol crederle. E prepara al-lora Zeus una nuvola e le dà aspetto di Era. Poi si apposta, in attesa. Giunge Issione e, credendosi non visto, aggredisce quella che sembra Era e la feconda. È subito punito: legato ad una ruota infuocata, girerà in eter-no nell’etere. E cade sulla terra il frutto della colpa, il suo nome è Centauro che significa: pungitore, stimolatore del cavallo che, cre-sciuto, si accoppia con le puledre del sel-voso monte Pelio, dando origine ad esseri in parte umani per altra equini: i centauri. Razza violenta, beona, attaccabrighe. Una rissa furibonda nasce alle nozze di Piritoo e Ippodamia quando i centauri, ubriachi, aggrediscono giovinette e giovinetti e anche la sposa. Razza maledetta. Quella di Nesso che, colpita da Eracle per aver insidiato la moglie Deianira, suggerisce alla donna di raccogliere il suo sangue (avvelenato) e di immergervi una veste del marito. Cosa che avverrà: per cui, tempo dopo, indossato l’indumento, l’eroe ne avrà le carni corrose,

finché Zeus non lo assumerà in cielo. E for-se avrà ricordato l’eroe, nell’ascesa, un altro Centauro, Folo, che tanto cortesemente anni prima lo aveva ospitato. Ma Folo non era un figlio di Centauro e nipote di Issio-ne, ma bensì frutto dell’amore tra Sileno e una leggiadra ninfa del frassino. Ambiguo il centauro, anzi, addirittura quadruplice. Due le parti, una umana, una animale da considerare nel bene e nel male.

DUE NATURE DIVERSECerto il cavallo è inferiore all’uomo, ma è anche un animale nobile, simbolo di vita, d’intelletto, di dinamismo. Così un bianco cavallo è cavalcato dagli eroi, mentre quello nero, infernale, indica le passioni scatena-te, il demonio dagli occhi di fuoco. C’è da ricordare che il centauro è immagine allego-rica della doppia natura del Salvatore: il cor-po cavallino è l’umanità del Cristo, mentre la parte umana, la divinità dell’Uomo-Dio. Ma Giotto, nei suoi affreschi d’Assisi, ha dipinto il centauro ad indicare le passioni vinte da san Francesco. E narrano vari au-tori del tempo dei primi Capetingi, della centaurella, immagine della donna che, per

Issione legato alla ruota infuocata

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