ilcorniglianese agosto 2013

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Agosto, Cornigliano ti conosco di Enrico Cirone Nella pausa, o tregua, estiva anche le emergenze si fanno un po’ più lontane, certo anche per merito -o colpa- nostra. E’ che, pensiamo, ognuno di noi, almeno per il breve periodo del riposo, vorrebbe allontanare quelli che sono stati i problemi o le emergenze che ci sono piovute (a proposito di pioggia: ricordate il temporale che spazzò Cornigliano la vigilia di Ferragosto?) addosso. Anche in questo numero torneremo a parlare di depuratore, di no- madi, di strade da rifare, di progetti futuri che rimangono ancora però misteriosi. Ma in questo piccolo spazio, aiutati appunto, dal periodo “feriale” vogliamo solo immaginare come sta cambiando e come cambierà la nostra delegazione e come sarà dopo il più vasto “cantiere aperto” del nord Ita lia con l’ospedale, la strada a mare, via Cornigliano e gli Er- zelli. Tutto questo sarà nostro, sarà di chi, con intelligenza, ha lottato per il cambiamento. Auguri, corniglianesi. Anno II Numero 8 Mensile Copia gratuita Agosto 2013 < o Cornigiòtto> IL PREMIER A GENOVA IL 30 AGOSTO VISITERA’ I LUOGHI SIMBOLO DELLA CITTA’ Letta: “Erzelli, eccellenza per il rilancio del Paese” Sull’altura degli Erzelli, Genova tenta il suo rilancio grazie alle parole d’ordine: ricerca, industria, innovazione (Foto Agostino Razzore) ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura Il depuratore, d’estate impossibile la convivenza >>> 2 “Correva l’anno ‘66: tutti al Palasport”> 22

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Page 1: ilCorniglianese Agosto 2013

Agosto, Cornigliano ti conosco

di Enrico Cirone

Nella pausa, o tregua, estiva anche le emergenze si fanno un po’ più lontane, certo anche per merito -o colpa- nostra. E’ che, pensiamo, ognuno di noi, almeno per il breve periodo del riposo, vorrebbe allontanare quelli che sono stati i problemi o le emergenze che ci sono piovute (a proposito di pioggia: ricordate il temporale che spazzò Cornigliano la vigilia di Ferragosto?) addosso. Anche in questo numero torneremo a parlare di depuratore, di no-madi, di strade da rifare, di progetti futuri che rimangono ancora però misteriosi. Ma in questo piccolo spazio, aiutati appunto, dal periodo “feriale” vogliamo solo immaginare come sta cambiando e come cambierà la nostra delegazione e come sarà dopo il più vasto “cantiere aperto” del nord Ita-­lia con l’ospedale, la strada a mare, via Cornigliano e gli Er-zelli. Tutto questo sarà nostro, sarà di chi, con intelligenza, ha lottato per il cambiamento. Auguri, corniglianesi.

Anno II Numero 8 Mensile Copia gratuita Agosto 2013

< o Cornigiòtto>

IL PREMIER A GENOVA IL 30 AGOSTO VISITERA’ I LUOGHI SIMBOLO DELLA CITTA’

Letta: “Erzelli, eccellenza per il rilancio del Paese”

Sull’altura degli Erzelli, Genova tenta il suo rilancio grazie alle parole d’ordine: ricerca, industria, innovazione (Foto Agostino Razzore)

ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura

Il depuratore, d’estate impossibile la convivenza >>> 2 “Correva l’anno ‘66: tutti al Palasport”> 22

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I cittadini e il depuratore: convivenza impossibile Soprattutto d’estate

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Agosto 2013 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

Solerti e dinamici i nostri dirigenti genovesi in brevissimo tempo avevano indi-viduato, proprio in mezzo alle abitazioni, l’area adatta - chissà poi perché proprio a Cornigliano - per sistemarci in bella vista un insostituibile depuratore, trovando tutti di comune accordo, solo per il bene dei cittadini e stavolta addirittura per il quartiere.

Gli abitanti intorno, in questa stagione, affacciandosi alle finestre, hanno la soddisfazione di una fantastica veduta: questo depuratore alcuni anni fa era stato impreziosito da fantastici alberelli, tanti gemelli che, a debita distanza uno dall’altro, abbracciano in girotondo questa gloriosa opera.

Ora, reduci da un’anomala primavera, armati di buona volontà, si sono vestiti a festa mettendoci il massimo impegno, adornandosi le chiome con candidi fiorelli-ni bianchi: una vera meraviglia che ricorda tante romantiche nuvolette, piene di sogni e di illusioni.

Nel vederli, tutti allineati come fossero tanti bimbi pronti ad una grande festa, invogliano a fare una passeggiata nei dintorni, convinti di poterci avvolgere nel loro profumo che tentano di espandere nell’aria con tanto impegno, e che sicura-­mente sarebbero stati in grado di fare se fossero stati collocati al posto giusto, anziché essere forzati da qualche testa illustre a vivere una triste esistenza da impotenti come lo sono gli abitanti di questa zona, sempre costretti a subire l’implacabile mano di uomini pagati apposta per distruggere.

Forse sono stati messi a dimora lì per condividere coi corniglianesi i loro disa-gi.

Tentano di rallegrare quegli animi continuamente immersi in disgustosi olezzi, sempre in attesa degli imminenti aumenti delle bollette della spazzatura, battez-zata ogni anno in modo diverso, usando sofisticate sigle che confondono le idee, sperando di addolcire le sempre più esose richieste con tanti zeri per un servizio che, nonostante la buona volontà, quei succubi cittadini, illusi da qualche sconto, collaborano convinti alla raccolta differenziata ma trovano la sola soddisfazione di pagare il doppio un servizio, sempre più scarso.

Anche l’IMU conquista il suo posto d’onore perché il depuratore non è mica dappertutto, quindi le case intorno dovrebbero aver acquistato più valore e si sa che il bello si paga caro.

Dopo l’anomala primavera è arrivata, prepotente, l’inevitabile afosa estate: i corniglianesi dei dintorni devono armarsi di coraggio e starsene chiusi in casa per evitare che l’invasione dei miasmi emessi dal nostro personale amico non costrin-­ga molte persone a vivere un’altra estate da incubo: se si permettono di aprire le finestre, non impregnano solo gli ambienti abitativi ma dovranno anche assapo-

rare quello sgradevole e continuo fetore che si unisce al gusto di un bel piatto di fumanti spaghetti, facendo passare l’appetito.

Più avanti quei meravigliosi fiorellini che mascherano il paesaggio non ci sa-ranno più, anche loro cambieranno abito e ce li troveremo verdeggianti di tenere foglioline ma sempre con l’inutile intento di farci dimenticare quel nauseabondo odore di fogna.

Dovremmo rivolgere di più la nostra attenzione a quegli amministratori, sem-pre gli stessi da tanto tempo, che incolpano i precedenti ma che ci hanno liberati dai fumi e olezzi dell’Italsider dandoci la possibilità di goderci una sola qualità di fetore ben distinguibile, avendo così la certezza della sua esclusiva provenienza.

Ogni tanto si parla del trasporto verso mare di questo mastodontico aggeggio ma si sa che costruire nel bel centro del quartiere è sempre facile, rimediare, quasi impossibile; bisogna meditare bene e non commettere errori, forse è meglio la-sciare tutto così com’è.

Anche a Quarto hanno il loro bel depuratore ma non gli stessi disagi, chissà perché e, salvo confusioni mentali, anche gli amministratori dovrebbero essere gli stessi. Le lamentele a ponente sono sempre tante e uguali ma puntualmente ina-scoltate.

I municipi locali sono cresciuti esageratamente quasi fossero amministratori di condominio, con tanto di presidente e consiglieri al seguito e nemmeno gratis.

Allora ci domandiamo a che cosa servono: pensavamo fossero stati creati per risolvere i problemi locali, essendo Palazzo Tursi forse troppo carico di impegni, forse a corto di idee o forse le poltrone diventate dei potenti collanti a cui occorre trovare rimedio con qualche altrettanto potente solvente adatto alla circostanza, ma alla scoperta di questo antidoto, per ora, siamo ancora in alto mare.

Ricordo sempre l’alacre lavoro eseguito esclusivamente di notte per evitare disagi al traffico ma che accompagnava i corniglianesi con trapananti rumori per interrare quelle condutture che ora alimentano il nostro inseparabile depuratore; mentre gli abitanti, assuefatti al dono dell’insonnia, potevano provare a cullare i loro sonni con quella appassionante musica.

Spesso ci troviamo a porci delle domande senza risposta: cambiano i personag-gi ma i guai restano e, sempre a ponente, soprattutto a Cornigliano.

Ma perché la collina degli Erzelli, a picco sull’uscita dell’ aeroporto, è di Sestri Ponente a cui è anche collegata con navetta, l’aeroporto stesso con l’uscita al ca-­sello di Cornigliano, la Marina, il mu-nicipio? Tutto è di Sestri ma il depu-ratore e le cose negative sono esclusi-ve di Cornigliano.

Neanche più la stazione fa il suo mestiere, il sottopasso si deve attra-versare con mascherina antigas e un occhio ben puntato in terra per evitare indesiderabili sorprese con l’altro sempre vigile a tentare di evitare peri-colosi incontri con chissà quali conse-guenze, come degradati sono anche i vari sottopassi della trafficata omoni-ma via, spesso utilizzati come latrine.

E il sevizio pubblico? Anche i bus ci abbandonano, solo le

tasse e i loro continui aumenti di ogni genere, ci accompagnano nel nostro percorso di vita locale.

L’aumento delle spese e le colpe del degrado sono sempre di un altro, a subirle, sempre gli stessi.

Rosanna Robiglio

A distanza di poche decine di metri dalle case sorge il depuratore di Cornigliano

Alberelli delimitano ad est e a sud il depuratore

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A fine agosto toccherà al pre-­sidente del consiglio, Enrico Letta, visitare il centro del pro-getto, sulla collina genovese degli Erzelli, dopo la presenza di Giorgio Napolitano. Un se-gno forte, un modo per dire che, nel mondo della ricerca, è spuntata questa nuova realtà con la quale l’Italia che tra-­guarda il futuro dovrà fare i conti. Dalla badia alla Silicon Valley il passo è già breve ep-pure l’Italia che punta sull’high tech ci prova a Erzelli, dove Genova tenta il suo rilancio grazie alle parole d’ordine: ricerca, industria, innovazione. L’altura che domina il paesag-­gio post industriale di Corni-gliano e l’aeroporto Cristoforo Colombo ha lanciato il suo guanto di sfida: un progetto per attrarre i centri di ricerca delle multinazionali, una Casa della Scienza che darebbe lavo-ro a più di 15mila persone, una nuova sede per la facoltà di Ingegneria di Genova. Si tratta di 440mila metri quadrati di sviluppo, con più della metà destinati al verde. Un lago, una pista ciclabile lunga 10 km, palestre, campi sportivi, risto-

Benvenuti agli Erzelli Parole d’ordine: ricerca, industria, innovazione

tore di idee, investimenti, oc-cupazione qualificata. E’ pro-­prio questa fertilizzazione in-crociata, tra pubblico e privato, tra ricerca pura e applicazioni produttive, quella che finora tanti giovani italiani erano costretti a cercare all’estero.” Inoltre Genova High Tech sti-pulerà accordi con le migliori start up dei giovani, offrendo loro anche partnership inter-nazionali. Si parla di un enor-me incubatore in grado di dare un’offerta qualitativa rilevante. Il progetto Genova High Tech è nato esattamente dieci anni fa: nel 2007 è stato firmato

con sé anche problematiche occupazionali tutte da risolvere e, comunque, costantemente al vaglio dei sindacati genovesi. Ben presto arriverà anche Esa-ote, gioiello multinazionale di Carlo Castellano, specializzata in elettronica per apparecchi biomedicali. Per accogliere così tanti studenti dovranno mi-gliorare anche le condizioni dei trasporti: è del numero scorso del nostro giornale, la pubbli-cazione del progetto della nuo-va funivia-cabinovia che colle-gherà gli Erzelli direttamente con l’aeroporto Cristoforo Co-­lombo. Un connubio tra pub-blico e privato che in questo caso sembra la risposta ade-guata, almeno per il mondo della ricerca e dell’Università: “Con 84mila metri quadrati destinati tutti all’insegnamento e alla ricerca l’Università di-­venterà parte di un ecosistema capace di stimolare la creativi-tà e l’innovazione attraverso l’incontro diretto tra scienziati, tecnologi, studenti, manager, imprenditori – racconta Maria Silva, responsabile dello svi-luppo di Genova High Tech. Nascerà un gigantesco incuba-

ranti multietnici, asili nido, negozi, librerie: ci sarà posto per tutto nella Silicon Valley italiana. Ma nei confronti della dorata California i tempi sono stati, all’italiana, lunghissimi: reperire la certezza della stabi-lità economica e la liquidità immediata per trasformare il progetto in un work in progress attivo da subito, è paragonabile a chi si muove con un bilanciere su un cavo d’acciaio. Ma, anche se lenta-­mente, le cose sembrano avan-zare inesorabili. l progetto par-te da lontano grazie ad un mix generazionale over 70 unito alla spregiudicatezza di una classe trentenne “in una città che ha perso più di 200mila a b i t a n t i n e g l i u l t i m i trenta’anni noi ne riportiamo almeno 15mila, facendoli veni-re dal mondo intero” – raccon-ta Giuseppe Raseri, direttore del Parco Scientifico e Tecnolo-gico di Genova High Tech. E infatti c’è già chi ha creduto nel progetto: la Ericcson e la Sie-mens hanno trasferito proprio in questa zona quasi duemila ricercatori nei nuovi laboratori. Anche se la prima ha portato

l’accordo con l’Università per il trasferimento della facoltà di Ingegneria. I soci, tutti privati, del progetto hanno già investi-to più di un miliardo e mezzo di euro. E, mentre rimane aperto il dibattito pubblico e politico sulla destinazione del nuovo ospedale di Ponente (chi lo vorrebbe davanti a Palazzo Bombrini, chi lo ipotizza pro-prio alle pendici degli Erzelli) anche le istituzioni sembrano fare la loro parte. Cornigliano ha sempre aspettato. E’ ora che raccolga il suo credito con l’intera città. E. C.

Letta agli Erzelli, Burlando: “Visita decisiva per il futuro”

Il presidente del Consi-glio, Enrico Letta, compirà una visita a Genova, in alcuni luo-ghi simbolo della città come il porto, l’Istituto italiano di tec-­nologia e gli Erzelli. La visita avverrà nel primo pomeriggio

del 30 agosto in occasione dell’intervento del premier alla festa nazio-nale del Pd che comincerà pro-prio quel gior-no. Ad annun-ciarlo il presi-dente della Regione Ligu-ria, Claudio B u r l a n d o .

«Sarà l’occasione per verificare come le eccellenze di Genova possono contribuire al rilancio del Paese». Burlando ha incontrato Letta ai primi di agosto, «ed ho avu-to la conferma - ha spiegato il

presidente della Regione - che il 30 agosto, prima del suo intervento alla festa nazionale del partito, visiterà alcuni luo-ghi della nostra città, luoghi che rappresentano la trasfor-mazione del capoluogo e della nuova industrializzazione che punta sull’altissima tecnologia e specializzazione». Il presidente del Consiglio vedrà il porto dal mare, a parti-re da Sestr i Ponente. «Nell’occasione - ha detto Bur-lando - gli illustrerò il tema del ribaltamento a mare dello sta-bilimento di Fincantieri e co-noscerà il progetto della nuova diga foranea più a largo dell’attuale e decisiva per il porto del futuro».

S u c c e ss i v a -mente Letta v i s i t e -rà l’Istituto ita-­liano di tecnolo-gia. «Faremo il punto sulla cre-scita dell’Iit, sulla sua espan-sione verso la Fiumara per i rapporti con Finmeccanica e agli Erzelli dove saranno implementati gli a-spetti della robotica, quelli medicali e delle neuroscienze. Insomma, si parlerà del rap-porto industria-tecnologia in una città che, con grande fatica ed enormi sacrifici, ha cambia-

to in trent’anni la propria pel-­le». La partecipazione di Letta alla festa nazionale del Pd, prevede che il presidente del Consiglio intervenga per le 18 dello stesso pomeriggio. E. C.

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Il premier Letta sarà agli Erzelli il 30 agosto Burlando: “Faremo il punto sulle nuove tecnologie”

Il nuovo insediamento degli Erzelli ancora in costruzione visto da ponente

Agosto 2013 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

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ilCorniglianese

“Il Mercato rinasce con una nuova ve-ste non più solo spazio commerciale, ma anche luogo di aggregazione, che sarà gestito da un nuovo Consorzio d e l M e r c a -to. La riapertura è prevista per la fine di settembre, men-tre i lavori di riqua-lificazione sono iniziati lunedì 22 luglio. Il nuovo mercato diventerà

così un polo di attrazione che mette al centro l'eccellenza della produzione enoga-stronomica ligure, sulla base della filosofia del Buono, Pulito e Giusto. Al suo in-terno, infatti, si potranno trovare solo prodotti a km zero: dalla carne di Propata al pescato fresco, dalla frutta di stagione alle verdure del contadino. Anche i punti di ristorazione, che saranno presenti nel mercato, utilizzeranno i prodotti venduti nei banchi. Inoltre, per eliminare gli sprechi e garantire prodotti freschi ogni gior-no, la sera è prevista un'asta per smerciare l'invenduto. Nuovi anche gli orari di apertura: dalle 8 alle 18 per la vendita, e fino a mezzanotte per la ristorazione e gli eventi. «Sarà un luogo molto innovativo - dice l'assessore comunale allo sviluppo economico, Francesco Oddone - che cambia pelle durante la giornata: la mattina mercato tradizionale e la sera luogo di aggregazione dove organizzare degli even-ti. La riapertura del mercato - prosegue - è un ulteriore passo verso la riscoperta dei mercati rionali non solo a favore dei quartieri limitrofi, ma anche in funzione del turismo. Sarà quindi cura del Comune inserire questa struttura all'interno di percorsi turistico-culturali, in modo da farlo diventare, al pari del Mercato Orien-tale, un punto di interesse per i genovesi e non solo». «Chi viene in visita Genova – aggiunge l’assessore alla Cultura e al Turismo Carla Sibilla - non lo fa solo per l'Acquario e le grandi mostre di Palazzo Ducale, ma per avere una visione d'insie-me della città passeggiando tra le sue strade. E nell'ambito di questa esperienza complessiva, il recupero di spazi come questo è fondamentale, perché arricchisce l'offerta turistica genovese. L'amministrazione intende includere il Mercato in itinerari di visita specifici, lavorando sulla cartellonistica e anche in accordo con MSC Crociere per quanto riguarda i flussi dei crocieristi», conclude. Tutto all'in-terno del mercato ruoterà attorno all'idea del consumo sostenibile e sarà un at-trattore per i cittadini e i turisti che vorranno comprare e gustare solamente pro-dotti selezionati sulla base del buono e del conveniente, inoltre l'approccio a filie-ra corta lo farà diventare il mercato della Liguria. Il progetto è stato realizzato dal Gruppo informale, 15 giovani architetti che hanno pensato a questo spazio, non come un luogo a se stante, ma come parte integrante della piazza capace di interagire con il quartiere. L'idea è stata quella di allestire uno spazio centrale con i banchi attorno, tutte le strutture saranno in legno di castagno ligure lavorato da artigiani locali e l'illuminazione rigorosamente a basso consumo”. Bello, eh? Adesso però smettete di sognare perché il mercato di cui si parla è quello genovese del Carmine e non di Cornigliano. Oerre Liberamente tratto da mentelocale.it

Un nuovo mercato nasce a Genova Peccato che...

Vetrano, Verona, Bertolotti Vie... in via di pedonalizzazione

Durante i lavori non s a r à p o s s i b i l e "liberare" via Corni-gliano il cui restyling, dunque, viene riman-dato al momento in cui entrerà in funzione la

nuova viabilità. «Ma per cominciare a dare un segnale concreto – spiegava l’allora assessore Mario Margini - nei prossimi mesi verranno pe-donalizzate via Verona, via Vetrano e un tratto di via Bertolotti. Già oggi insieme al presidente di Ascom, Paolo Odone, cominceremo a ragionare su queste pedonalizzazioni con i commercianti di

Cornigliano: vogliamo dare un primo segno di rilancio perché il rischio è di una crisi mentre va avanti la bonifica». Che dire se non che correva l’anno 2008 e, precisamente, il 2 di agosto. Esattamente 5 anni fa. Se i tempi sono questi per un intervento così semplice non possiamo fare a meno di pensare a via Cornigliano e siamo realmente preoccupati. Prendiamo atto delle doti di veggenza dell’ex asses-­sore Margini—oggi presidente del porto di Arenzano—perché la crisi nel frattem-po è arrivata ed il restyling delle vie Verona, Vetrano e Bertolotti è rimasto nella penna di qualcuno. Oerre

Il mercato comunale di Cornigliano come si presenta oggi La sua destinazione d’uso è tuttora in discussione

Agosto 2013 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

Ritiro rifiuti: se non ora, quando?

Mentre svolgiamo un servizio fotografico nel Borgo della Marina, piazza Battelli, riscontriamo la giustificata lamentela di alcuni residenti per il mancato ritiro dei rifiuti differenziati. E’ lunedì 12 agosto ed il consueto mercato rionale si è svolto il venerdì precedente. A questa protesta si sommano numerose altre segnalazioni giunte al nostro giornale di reiterati ritardi nello svuotamento dei contenitori del-la carta e della plastica. Alfonso Palo

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scorso consapevoli di aver visto giusto sui rischi che una manutenzione ap-prossimativa poteva pro-curare alla salute della gente. Ora possiamo do-cumentare come si doveva fare per rimuovere l’amianto che in effetti c’era. Ma viene da fare un altro ragionamento sulle modifiche che si stanno effettuando sull’immobile che, ripetiamo, dovrebbe essere come da SCIA pre-sentata, solo “mantenuto”. Il tetto è in fase di rifacimento, le finestre esistenti sono state modificate e create altre apertu-re che, se andiamo a vedere i vecchi progetti approvati anche dal nostro Consiglio di Circoscrizione nel 2004, hanno una qualche somiglianza con queste. Non solo, da un documento scritto dal dirigente dott. Paolo Berio, responsabile della Direzione Sviluppo Urbanistico e Grandi Progetti, vengono realizzati nuovi servizi igienici e spogliatoi che lo stesso non configura come strettamente conservativi. Viene da pensa-re ad una trasformazione dell’immobile che qualcuno continua ostinatamente a dire che rimarrà destinato ad attività produttive/artigianali. Non sarebbe giusto ed opportuno che l’amministrazione met-­tesse a disposizione dei cittadini il vero progetto che viene realizzato in via Corona-ta? O ha ragione chi dice che si sta traman-do il grande inganno a danno dei corniglia-nesi? S. P.

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Nel nostro numero di aprile 2013 abbiamo fatto notare attraverso docu-mentazione fotografica la superficialità con cui veniva affrontata la ma-nutenzione straordinaria dell’edificio in via Coro-­nata che sarà adibito—noi sosteniamo— a luogo di culto per la comunità islamica. Allora ci venne detto da parte dei nostri amministratori pubblici che i lavori procedevano nella norma, che non c’erano pericoli di sorta e che si trattava di meri interventi utili alla con-servazione dell’edificio. In ultimo che “non era stato richiesto il cambio di destinazione d’uso” (Bernini, vicesin-­daco, ndr). Documen-tammo anche le preoccu-pazioni di alcuni cittadini di Cornigliano sul perico-lo rimozione amianto (in allora si diceva addirittu-ra che non ce n’era come documenta un appunto scritto a mano—fonte Asl— che riproduciamo parzialmente qui a fian-co). Riprendiamo il di-

Via Coronata, lavori in corso alla moschea Ma qual è il vero progetto?

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L’edificio di via Coronata di proprietà della comunità islamica

Addetti alla rimozione sollevano pannelli di amianto in sicurezza

Rimozione dell’amianto: fase di incapsulamento

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C’era una volta il falegname Romano, il partigiano, e la passione per l’ebano

Per la rubrica sui mestieri in via di estinzione, in-contriamo un falegname e, precisamente, un eba-nista, in pratica l’ultimo a Cornigliano e, con molte probabilità, a Genova. Si tratta di Romano De Mar-co, nato a Fanna, in provincia di Udine nel 1924. Trovarlo è facile, fuori dal lavoro lo si può incon-trare alla mattina al circolo Arci Rizzoglio. Scopria-mo subito una fonte inesauribile di informazioni, notizie e ricordi. Prima di parlare del Romano eba-nista val la pena ricordare il Romano partigiano. Emigrato a Genova nel 1943, contribuisce alla rea-lizzazione delle gallerie adibite a rifugi usati dalla popolazione durante i bombardamenti, in seguito antifascista convinto entra nella brigata Garibaldi col soprannome di Libero, catturato durante un

rastrellamento riesce a fuggire. L’attività partigiana gli è valsa la croce al merito di guerra che custodisce gelosamente nella sua piccola falegnameria in via Col di Lana. Nel dopoguerra riesce a trovare rifugio temporale presso Villa Rossi, a Se-stri Ponente, in seguito trova lavoro presso la falegnameria “Giuse” in via Vado. In pochi anni, grazie all’estrosità e la capacità di apprendimento apre una sua fale-­gnameria dove costruisce mobili di ogni genere su ordinazione e impara a restau-rare mobili in ebano costruendo ricambi all’epoca introvabili. D. Dove reperiva il legno? R. Durante il fascismo Mussolini aveva fatto costruire tre banchine in porto: pon-te Etiopia, Somalia ed Eritrea. Qui attraccavano le navi che importavano dall’Africa mogano, noce, ebano, palissandro, tek. L’importazione del legno negli anni ‘60 era molto prolifera;; oggi invece è quasi ridotta a zero. Il più difficoltoso da lavorare era l’ebano, legno molto duro e pesante: pensate che è l’unico legno che immerso nell’acqua affonda ed era l’unico legno importato in lastre quindi già tagliato all’origine anche perché in Italia non avevamo macchinari in grado di tagliarlo. L’ebano inoltre è molto costoso, è usato per la costruzione di strumenti musicali come clarinetti e pianoforti. D. Com’è stata la sua storia? R. Nel dopoguerra le falegnamerie erano moltissime e si guadagnava anche bene nonostante la concorrenza: chi aveva bisogno di cucine, camere, soggiorni, sale, si rivolgeva da noi che costruivamo i mobili a mano, poi con l’avvento delle grosse fabbriche dove i mobili venivano costruiti in serie, tutte o quasi le falegnamerie hanno dovuto chiudere i battenti. Nonostante l’età faccio ancora qualche lavoretto più che altro per passare il tempo. Prima di concludere notiamo e vediamo - nella foto sotto - nel suo piccolo labora-torio i molti attrezzi autocostruiti grazie all’abilità e l’inventiva. Merita ricordare che, tra i lavoranti accreditati nella sua attività, spicca il nome di Alfonso Palo (collaboratore de “il Corniglianese” e vicepresidente della Pro Loco di Corniglia-­

no) che ricorda il suo primo lavoro pro-prio da Romano e, con emozione, il suo p r i mo s t i p e nd i o , 1 . 0 0 0 l i r e . L’impressione che ci ha lasciato Roma-­no De Marco è quella di aver incontrato un uomo con grandi qualità soprattutto umane, usando un aggettivo molto caro a noi genovesi: un “galantuomo”. Grazie quindi per la cortesia e la dispo-nibilità. Carlo Guerra

Dal 1972 al vostro servizio

ilCorniglianese

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Il Movimento 5 Stelle ha espresso, per quanto riguarda il referendum sulle rifor-me costituzionali, il suo desiderio di concedere il diritto di voto anche ai sedicen-ni. Giusto o sbagliato? Gran parte della mia generazione non si preoccupa di politica e per questo non può di certo acquisire un'ideologia e un pensiero che sia a lei fine, questo anche perché è sempre più difficile seguire e comprendere ciò che gli occupanti delle poltrone vogliono fare, cambiare, aggiungere, riorganizza-re. Partendo da questo presupposto e anche dal fatto che negli ultimi anni è sem-pre più difficile integrarsi e, forse, cercare di capire ciò che succede, credo che dare il diritto di voto ai sedicenni non sia la soluzione migliore. E’ anche vero che vi sono molti giovani che si interessano di politica e che, quin-­di, hanno già maturato un loro punto di vista al riguardo ma il diritto di voto, pur essendo esteso a tutti i soggetti mobilitati ad esso per legge, a mio parere rimane molto soggettivo: non è infatti possibile affermare che data la maggiore età tutti abbiano i requisiti giusti per poter dare il proprio contributo con interesse e un'i-dea precisa, come, d'altro canto, non sarebbe giusto dichiarare che tutti i giovani con età inferiore non abbiano ancora nessuna idea o opinione. Mi auguro che tutti i giovani possano finalmente interessarsi della politica che è sinonimo del loro futuro ma che, soprattutto, qualcuno faccia in modo di farli entrare a far parte di quel mondo che tanto ci sembra difficile e lontano ma che invece ci tocca più di molti altri. Marta Fasulo

I giovanissimi e le elezioni Votare a sedici anni: perché no, perché sì?

ilCorniglianese/personaggi, curiosità, giochi Agosto 2013

A proposito di politica, qualcun altro può.... votare? Il quesito posto da Totò nel film “Gli onorevoli” torna di moda in questo periodo in cui si sta riflettendo se concedere o meno il voto ai ragazzi che hanno 16 anni. La proposta del Movimento Cinque Stelle di abbassare il diritto di accedere alle urne due anni prima del previsto, indispensabile secondo Grillo ai fini di un ur-gente revisione del sistema elettorale, ha scatenato un'accesa discussione tra la popolazione e i partiti, un dibattito che riporta al 1975 quando il diritto di voto passò dai 21 ai 18 anni. Punto chiave della questione riguarda l'emancipazione elettorale dei ragazzi, considerati “inesperti” rispetto a trent'anni fa quando la distinzione tra destra e sinistra era più marcata e i valori che contraddistinguevano le due ideologie chia-ri e delineati. Oggi la preoccupazione è quella che la capacità giuridica del voto cozzi con l'ef-fettiva capacità di agire, ovvero che la giovane età di voto contrasti con la scarsa maturità e con lo scarso interesse che un adolescente può avere nei confronti della politica. E' vero che le nuove generazioni crescono più velocemente rispetto a quelle precedenti ma probabilmente questi vantaggi potrebbero assumere le caratteristiche di un'arma a doppio taglio; infatti il bombardamento mediatico potrebbe indurre il giovane lettore a una scelta superficiale del candidato basata quasi esclusivamente sulla sua capacità di apparire e di porsi spostando l'atten-zione dalla politica al mero cabaret. Permettere all'inesperienza di votare potrebbe essere un'astuta macchinazione di quei politici che puntano sul web a discapito di una formazione “pratica e tangi-­bile”. Non dimentichiamo che il ragazzino è inserito nel nucleo famigliare e que-­sto potrebbe influenzare la sua capacità di scelta perché un possibile voto contra-rio all'idea dei genitori potrebbe essere vissuta come un tradimento o un offesa. Avventurarsi nei sentieri della politica non è impresa facile e le insidie che si possono incontrare lungo la strada sono molteplici e inaspettate; come Cappuc-cetto rosso i ragazzi possono passeggiarci con il loro cestino della merenda da portare alla nonna ma attenzione: non sempre il cacciatore potrebbe essere nei paraggi e salvarli dal lupo o meglio.... dai lupi! Riccardo Cabona

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A casa vostra/6 La famiglia Marchese “Siamo qui dal 1797, quando il porticciolo era più bello di Portofino”

Giovanna Marchese, o meglio, la sua dinastia, vive ininterrottamente a Corniglia-no dal 1797, un record di longevità non solo nel nostro municipio. La signora Gio-vanna ci riceve a villa Marchese, il cui ingresso è di fronte alla chiesa di San Giaco-mo. Insieme a lei anche suo figlio Matteo, avvocato, che collabora dal primo nu-mero del nostro giornale con la rubrica specifica per i dubbi legali dei lettori. La padrona di casa, la signora Giovanna, ha 80 anni molto ben portati: è colta, curio-sa, altruista, e quel che più conta, è una “corniglianese doc”. Prima ancora di par-­lare di lei mi racconta di suo padre Carlo e qui capisco il suo profondo amore e rispetto per il genitore. “Ho amato profondamente mio padre, racconta Giovanna, per la sua squisitezza e la sua umiltà tipica delle persone colte. Ha insegnato all’accademia delle belle arti e al liceo artistico di Genova con il titolo di studio di Professore di scultura, una sorta di architetto se paragonato ai giorni nostri. Ama-va profondamente Cornigliano fino al punto di scoraggiare i pescatori a vendere le proprietà che avrebbero dato il via alla costruzione di tutta l’area industriale. Ri-­cordo con molta tristezza e commozione quando assistemmo alla demolizione del Castello Raggio. Mio padre per il lavoro che faceva era molto conosciuto sia in Italia che all’estero e aveva rapporti con le maggiori personalità artistiche e politi-­che della città. Tra i suoi lavori più importanti spicca la realizzazione del monu-

mento ai caduti fatto costruire davanti a Villa Serra negli attuali giardini Melis, (vedi foto in alto, a destra) e parzialmente demolito: oggi è presente solo il basa-­mento, il resto era stato utilizzato da Mussolini per fini bellici. Anche, ma non solo per questo, non vi erano buoni rapporti con il regime fascista al punto tale da es-sere emarginato. Ricordo che al raduno del sabato fascista mi consigliava di pre-sentarmi con abiti normali e non con la divisa tipica del regime. Il racconto della signora Giovanna passa all’albero genealogico. “I Marchese, spiega, sono posses-­

sori della villa dal 1797 prima di proprietà degli Spinola, di fatto residenti dal 1863 da un’eredità divisa nel parentado. Il primo residente fu Nicolò Marchese; seguirono in ordine Lui-gi, Luigi Cesare, Pietro, Carlo, mio padre, e la sottoscritta. Per quanto riguarda la mia persona, fino da adolescente a tutt’oggi, ho sempre amato l’arte. Ricordo intere giornate a parlare d’arte con mio padre, purtroppo però lui ha sempre osteggiato la mia volontà di intraprendere gli studi attribuen-do a questo tipo scuola una banale considerazione, mi sono quindi diplomata alle Magistrali seguendo in pratica i suoi consigli. Mi sono sposata con Sergio Savio con cui ho avuto Matteo, il primogenito, e Paolo. Questa in sintesi la mia sto-ria.

D. Con che occhi vede oggi Cornigliano? “Premetto che ho sempre amato Cornigliano anche se oggi è completamente cam-­biata. Ricordo le bellissime ville, il Castello Raggio, la spiaggia con le pietroline rosa, il porticciolo più bello di Portofino, poi l’industria, l’immigrazione, l’invasione dei rom, il degrado, ma il mio amore viscerale per questa città mi ha fatto superare tutto e come vede sono ancora qua e ci resterò fin che ne avrò for-za”. Viene spontanea una riflessione: la signora Giovanna coerentemente con la sua discendenza, e in particolare con suo padre, ha dimostrato che si può ostina-tamente vivere in un qualsiasi posto della terra per molte generazioni a patto di mantenere intatti valori senza scendere a compromessi: questo vuol dire amore per la propria terra. Un grazie anche da parte della redazione. Carlo Guerra

BAR CAFFETTERIA

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Giovanna Marchese racconta: “Ho sempre amato l’arte, mio padre era professore all’Accademia”

Carlo Marchese (a sinistra, in primo piano) con il duca di Bergamo il giorno dell’inaugurazione del monumento ai caduti davanti a Villa Serra, a Cornigliano

La famiglia Marchese vive ininterrottamente a Cornigliano dal 1797 presso Villa Marchese, già proprietà della storica famiglia degli Spinola

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Villa Serra, com’era il monumento ai caduti

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Corpi estranei

di Guido Pallotti di Alvaro Filippo Michelon

La Bocca blaterava cose assurde e i due bimbi seduti ai suoi lati la ascoltavano affascinati, con i nasini all’insù e le testoline bionde un po’ reclinate. All’altro ca-­po del tavolo, carico di ogni ben di Dio, Davide la fissava ipnotizzato mentre con-tinuava a muoversi ritmicamente senza sosta, espellendo parole, aborti di idee misti a concetti astrusi solo a lei chiari. Mentre osservava le labbra della Bocca cariche di rossetto, aprirsi e chiudersi senza sosta, ricordava che un tempo, nep-pure troppo lontano, lui quella Bocca l’aveva desiderata, baciata, amata, forse perché stava attaccata a un viso bellissimo, con gli zigomi alti tipici della sua ori-gine slava. Probabilmente però, la sua personale tragedia si era consumata, non tanto perché il suo spirito si era perso in quegli occhi azzurro cielo quanto per il fatto che una parte del suo corpo, quella dalla cintola in giù, era stata ipnotizzata da ciò che stava unito al di sotto di quel volto angelico: un fisico perfetto con lun-ghe gambe sinuose, seni sodi e il classico culo a mandolino. Lui aveva 22 anni e stava per laurearsi, lei ne aveva 29 e aveva già deciso di sposarlo anche se Davide ancora non lo sapeva. Il suo sguardo si posò sui figli: non li sentiva suoi. Erano un prodotto dell’altra e sarebbero cresciuti come suoi cloni, con la sua stessa ferocia e avidità. Come lei sarebbero diventati sprezzanti nei suoi confronti, lo avrebbero isolato nella famiglia come un corpo estraneo, relegato solo al ruolo di osservato-re e naturalmente di procacciatore di denaro, quello sì: aveva sempre dovuto am-mazzarsi di lavoro perché i soldi in casa non bastavano mai. La Bocca aveva an-che proposto che sarebbe stato bello passare il Capodanno in montagna: Davide sapeva che non gli sarebbe riuscito di sottrarsi a quell’ideona buttata lì con legge-­rezza, senza subirne le terribili conseguenze nei mesi successivi e cioè una vita d’inferno, dato che la Bocca lo avrebbe denigrato, schernito, inglobandolo nel vomito che incessantemente sarebbe uscito dall’apertura di quella suadente cloa-­ca. La sua autostima, già a livelli minimi, non lo avrebbe sopportato: per questo si era sobbarcato il viaggio fino al confine tra la Polonia e la Repubblica Ceca. Una settimana in un albergo esclusivo, compreso il cenone di fine anno, alla modica spesa di 2.000 euro, 500 a testa, bambini inclusi. Non se lo potevano permettere ma quella Bocca, continuava a dire che non era emigrata dalla Polonia per fare la fame. Millantare ricchezza in patria la faceva stare bene. La Bocca, purtroppo, aveva anche delle mani, bucate, che spendevano in continuazione comprando le cose più inutili e disparate, naturalmente per le sue creature. Per sé e il suo svago si riservava “solo” un giorno alla settimana al Palabingo dove puntualmente per-­deva. Anzi, come diceva lei: non vinceva. La nonna materna che lo aveva allevato glielo aveva detto senza mezzi termini e in modi bruschi, come era solita esprimersi da donna d’altri tempi qual’era: quel-la non sarebbe stata la donna adatta a lui. Si ricordava che era accaduto in occa-sione della prima volta in cui l’aveva portata a casa sua per farle conoscere i suoi e che, dopo i convenevoli della circostanza, si erano seduti a tavola. Quel giorno, a pranzo, come seconda portata c’era il pollo arrosto, cucinato come al solito dalla nonna che, durante il pasto, aveva continuato a osservare anche lei quella Bocca che con voracità spolpava accuratamente le ossa del pennuto nel suo piatto, ripu-lendole e rendendole lisce e candide come reperti fossili in un museo. “Come ha spolpato quel pollo, così ridurrà te - gli aveva bisbigliato all’orecchio - non ti lega-re a lei, ti renderà infelice”. “Amen” fu il pensiero di Davide al ricordo di quell’episodio accaduto tanti anni prima, come a conclusione di una liturgia pa-­gana e ovviamente non le aveva dato retta, anzi, si era incredibilmente arrabbiato con quella vecchia donna che aveva osato interferire con i suoi arcaici modi di dire, appartenenti a vetuste saggezze che non esistevano più. Dopo la sua morte, avvenuta nel ’95 , la nonna lasciò al resto dell’ esistenza di Davide il privilegio di piangere ogni qual volta gli fosse tornato in mente, col senno di poi, quell’episodio. La vodka stava ormai raggiungendo il suo ingannevole effetto: seduto, con la testa e un braccio abbandonati sul tavolo, gli occhi socchiusi e un sorriso ebete stampato sul volto, permetteva alle sue sinapsi, appena anestetizza-te, di traghettarlo attraverso l’oblio alienandolo così dal dolore della sua persona-­le tragedia. Mentre sprofondava nei fumi dell’alcol insieme alla eco lontana del count-down degli ultimi dieci secondi di quell’orribile anno, un guizzo pervase la parte ancora cosciente della sua mente. Le labbra si tirarono in un ghigno sardo-nico mentre pensava a come, anche questa, volta era riuscito a lasciare il messag-gio. Eh, sì, il famoso messaggio. Esso consisteva in poche righe, quasi un epitaffio, scritto a penna, dietro agli specchi, ai quadri e agli armadi della camera d’albergo che lo ospitava: - Non sposate le donne che si accaniscono sulle ossa del pollo- sentenziava il monito, sempre seguito dalla versione inglese, francese, tedesca e dalla data corrente. Era quello che faceva negli ultimi dieci anni, in tutte le came-re d’albergo di mezza Europa che aveva avuto la disavventura di condividere con la Bocca. Lo faceva per emendarsi, per purificarsi come in un atto salvifico in cui l’olocausto era rappresentato da se stesso, dal suo errore e dalle sue nefaste ed ineluttabili conseguenze ma soprattutto perché altri non fossero inghiottiti da Bocche altrettanto fameliche. Prima di scivolare nel pesante sonno etilico, nell’esatto istante in cui un nuovo anno si insediava prepotentemente nella sua esistenza, Davide ebbe come la con-sapevolezza del suo gesto puerile che rappresentava, però, l’estrema rivolta, l’ultimo grido contro il destino per urlare al mondo che, nonostante tutto era an-­cora vivo e che presto o tardi avrebbe messo la palla a centro campo per la sua personale rivincita con la Vita.

Riassunto: il cadavere trovato agli Erzelli è quello di Rosaria, una donna che il commissario Duedenari conosceva. Lei e il suo compagno Folco, chirurgo, l’ultimo giorno del secondo millennio, erano spariti a Mosca, dove avevano accompagnato la bella Zdena perché si operasse in una clinica clandestina. Una luminosa mattina di fine d’agosto del ’93, un cavallo bardato a festa, condot-­to per le redini da un uomo, con i mustacchi arricciati e la frusta infiocchettata, si era fermato sul sagrato della chiesetta. Seduta di traverso sulla sella c’era la ra-­diosa Zdena, con i capelli biondi che le s’adagiavano morbidi sulle spalle candi-­de. Didier, lo sposo, reggendola in braccio, l’aveva condotta all’altare, passando fra noi invitati, rapiti dai loro visi che irradiavano quell’espressione gioiosa che soltanto l’amore sa dare. La cerimonia era stata completata con la prima comu-­nione del loro figlio Luke, strappato due anni prima dal padre a dei trafficanti dell’est Europa che l’avevano rapito e costretto a mendicare. Era stato lo stesso giovane che aveva aiutato me e Lucenti, un funzionario della polizia russa, a ri-trovare il luogo dov’era stato tenuto prigioniero: gli stessi due container dentro i quali, a distanza di quasi tre lustri, era stato scoperto il cadavere di Rosaria. Mi ripromisi di non avere premura, le vicissitudini di tutte le persone presenti al banchetto, da dove presumevo fosse partito il progetto di fare operare clandesti-namente a Mosca, la bella slovacca, le dovevo esaminare con calma. Solo provan-do a cercare qualche appiglio nelle loro vicende personali, forse avrei trovato delle attinenze con lo strano caso di suicidio che, a quel punto, non mi convince-va proprio. Durante la cerimonia mi ero sistemato in fondo per potere osservare tutto e tutti: sull’inginocchiatoio c’erano padre e figlio, entrambi in blue jeans e maglietta bianca, fra di loro, seduta sulla carrozzella, Zdena. Benché paraplegica, aveva l’aspetto di una stupenda principessa di fiaba, in attesa di sposare il suo principe nero. Scacciai a fatica il perseguitante ricordo e mi costrinsi a rivisitare con la mente il borgo di Bergassana, un paesino dell’alta Valdivara, dove il rinfresco era stato imbandito nel vasto prato delimitato da alti cerri, prospiciente una graziosa villetta. L’agosto morente aveva voluto donarci una giornata stupenda. Padre Giacomo era venuto appositamente da Cornigliano per essere lui a officia-re il matrimonio dei genitori di quel ragazzo che in meno di un mese aveva impa-rato alla perfezione il catechismo. Oltre agli sposi, Luke, Padre Giacomo, Thomas Lucenti ed io, c’erano Folco Bassetti e Rosaria, la coppia dei proprietari della villetta, Katia la sorella dell’uomo e altri ospiti, fra i quali, sedute a un tavolino, tre attempate signore, dall’aria disinvolta. Katia premurosamente era andata a occuparsi di loro: «Magari avreste preferito che al mio posto fosse venuto un bell’uomo;; però qui in giro di maschi liberi vedo solo il prete». Aveva detto scherzosamente, presentandosi. Le aveva risposto Romilda, la più intraprenden-te, guardandola amichevolmente con stupendi occhi di colore diverso l’uno dall’altro, mentre la bionda e timida Liliana che pendeva dalle sue labbra e l’elegantissima Olga, le sorridevano. «Bella scignoa, noatre de ommi n’emmo avuo tanti da fâne indigestion; fâmo tutte træ e bagasce, semmo sempre niatre e primme a dîlo, coscì no se trovemmo co-o cû scoverto, quande a gente a o vegne a savei». Katia le aveva accarezzate con un sorriso. Poi si era limitata a dire: «Siete simpaticissime spero che ritornerete a trovarmi». «Vieni tu a trovarci a Genova». «A Genova non ci ritorno di sicuro». E le tre donne per discrezione, non le avevano posto domande al riguardo; erano troppo navigate e sapevano per esperienza che, se lei avesse voluto raccontarsi, l’avrebbe fatto spontanea-­mente. Da sotto il patio dove stavamo gustando un bianchino del luogo, Jimmy lo Schit-ta, il minuscolo negretto, mio amico dai tempi delle medie all’istituto Calasanzio, mi aveva indicato sorridendo sua madre Liliana e Romilda, con la quale convive-vano e che in pratica gli aveva fatto da padre: «Guardale un po’, parlano del lavo-­ro che hanno svolto, come se fosse la cosa più naturale del mondo». «Del bene ne hanno fatto anche loro e non solo facendo felici gli uomini a letto». Gli avevo risposto allora. Adesso, a distanza di dodici anni, ricordai ciò che Romilda mi aveva raccontato la sera di quel giorno, mentre ritornavamo a Genova;; di come all’inizio dell’estate del ’58, con molto anticipo sul 20 di settembre, data della chiusura definitiva delle case di tolleranza, lei e Liliana, abbastanza ricche da poter vivere di rendita, s’erano ritirate dall’attività. Olga, la loro collega, l’aveva fatto qualche anno dopo, quando il figlio Folco, medico chirurgo, si era ben sistemato. Quando Rosaria era diventata cliente dello stesso stabilimento balneare, si erano empaticamente scelte. Guardai gli ultimi tre pesci, che avevo lasciato e, dispiaciuto per l’imminente fine di quel banchetto, li divorai. Quindi prosciugai il pirone, intanto pensavo: «Che ci fa qui il cadavere di Rosaria comparso dal nulla»? Poi con ap-prensione riflettei che all’appello mancavano ancora Folco e Zdena e in cuor mio pregai di non dover trovare anche i loro cadaveri. Scacciai quell’idea molesta: Olga, Didier e Luke, speravano ancora, quindi io, dovevo continuare a farlo con loro. Fine terza puntata -Continua-

ilCorniglianese/cultura, arte Agosto 2013

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Orizzontali: 1 Direttore editoriale de “ilCorniglianese” . - 11 Anno Domini.— 12 Julio cantante.— 13 Evita code ai caselli autostradali.— 15 Abbreviazione di Saint.— 16 Altro nome di Troia.— 17 Società Italiana Otorinolaringoiatria.— 18 Terni.— 19 Marca di elettrodomestici.— 20 Conto Corrente.— 21 Oriental Institute.— 22 In provincia di Chieti.— 24 Codice fiscale.— 25 Rieti— 26 Registro Italiano Alfa Romeo.— 28 Fotografo e articolista de “ilCorniglianese”.- 32 Occhio in ingle-se.- 33 Come 8 verticale.— 34 Terms Of Service.- 35 Uomini blasonati.— 38 Latina.— 39 Organisation Armée Secrète. - 40 Preposizione articolata.—41 Il sottoscritto.— 42 Capoluogo del Piemonte.- 45 Nome femminile composto. Verticali: 1 Redattrice de “ilCorniglianese”.— 2 Nome di don-na.— 3 Trasporti Internazionali Europei.— 4 Associazione Gra-fologi Professionisti.— 5 Così i suoi fan chiamano Vasco Rossi.— 6 Il paese di Roberto Mancini.— 7 Ridurre a uno solo.— 8 Na-tional Instruments.— 9 Puro, affabile.— 10 Uno dei nomi ed il cognome di una redattrice de “ilCorniglianese”.— 14 Disordine del linguaggio.— 20 Catania.— 23 Hotel di Jesolo a 4 stelle.— 27 Coperti di peli duri e dritti.— 29 Il nome del grande Senna.— 30 Può essere di mare e d’urto.— 31 Imparziale, equa.— 36 Nome femminile.—37— La Mata celebre spia. 40 Ancona— 43 Oristano.— 44 Intelligenza Artificiale.-

Insalate e ortaggi sulla tavola dell’estate Ma prima diamoci un taglio

In breve da

il bugiardino 2013

Settembre LAVORI- Nelle valli interne raccogli le patate. In luna crescente innesta a occhio l’albicocco, il mandorlo e il pesco su albicocco, mandorlo, pesco e susino; il ciliegio sul ciliegio; il susino su albicocco o mandorlo. Raccogli fichi e mele. Nelle valli interne porta all’asciutto la legna tagliata per l’inverno. Dall’1 all’11 metti le uova nella calce: du-reranno a lungo. NELL’ULIVETO - Quando le olive incominciano a cam-biare colore (invaiatura), fai i trattamenti, almeno uno, contro la mosca. NELLA VIGNA - Durante la prima metà del mese ven-demmia in riviera; a partire da santa Eufemia (16), ven-demmia nelle valli interne. NELL’APIARIO - Fiorisce l’erica;; le api fanno provviste per l’inverno: controlla che ci sia una buona scorta di polli-ne, smiela, disinfetta i telaini e riponili all’asciutto. NEL BOSCO - Tempo di funghi: non prenderli troppo giovani, lascia stare quelli che non consci bene e per racco-gliere usa cesti di vimini; dalla fine del mese fino a san Martino nascono i pevèn: se non li sai distinguere perfet-tamente dai farinacci, non li raccogliere. Il 30 termina il divieto di produrre carbonel-la. Raccogli le noci il giorno della Croce (14). IN CANTINA - Travasa e imbottiglia i rossi poco invec-chiati. Dopo la vendemmia, dal 30 in poi, inizia la fer-mentazione.

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Parole crociate a schema libero (il guitto)

SOLUZIONI Orizzontali: 1 cartabianca — 11 ad — 12 iglesias — 13 telepass— 15 st—16 ilo—17 sio—18 tr—19 aeg—20 cc— 21 oi— 22 or-tona— 24 cf— 25 ri— 26 riar— 28 carlo-guerra—32 eye— 33 ni — 34 tos — 35 granduchi — 39 lt — 39 oas - 41 io - 42 torino — 45 annamaria Verticali: 1 catiadeceglia—2 adele—3 tie—4 agp—5 blasco—6 iesi—7 assolare—8 ni—9 castocaro—10 astrifrascio—14 logor-rea— 20 ct— 23 ril— 27 irti— 29 ayrton—30 onda— 31 giusta— 36 nora— 37 hari— 40 an— 43 or - 44 ia La stagione, i colori dell’orto, i profumi delle erbe aromatiche invogliano a creare questi classici stagionali che, nella loro semplicità, hanno delle regole ben precise, dalle ope-razioni preliminari al taglio. Per realizzare questi piatti si usano verdure a foglia, erbe aromatiche, radici come le carote e le cipolle, tuberi, or-t a g g i i n g e n e r e . E’ chiaro che il metodo di ap-­proccio e di lavorazione alla materia prima è diverso: le verdure a foglia, come le insa-late, la lattuga, il radicchio, il prezzemolo e il basilico devo-no essere sfogliate e pulite con l’immersione in acqua. I bagni normalmente sono tre, a di-stanza di circa cinque minuti o fino a quando sul fondo della vasca non vi sono più tracce di

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sporco. A questo punto le foglie vengono asciugate delicatamen-te o meglio centrifugate, facen-do attenzione a non romperle e d i v e n t a r e a m a r e . Per lo stesso motivo non vanno tagliate con il coltello ma strap-pate con le mani ed eliminata la parte centrale della foglia se spessa. Il radicchio viene di solito immerso in acqua fredda per attenuare il tipico gusto amaro; se è stato tagliato col coltello il sapore risulterà tripli-cato. Le regole generali impon-gono che: tutto ciò che verrà tagliato, deve essere lavato, prima e dopo l’eventuale sbuc-­ciatura come ad esempio caro-te, ravanelli, s e d a n o . Il coltello deve essere sempre tenuto pulito e a s c i u t t o . Esistono diversi formati per il taglio, di seguito riporto i princi-pali e le tecnica per ottenerli: gli ortaggi ven-gono resi di for-

ma regolare, ovvero le carote rettangolari, il sedano viene privato dei filamenti, le cipolle vengono tagliate a metà nel senso della lunghezza. Le parti restanti vengono utilizzate per tagli fini o per realizzare brodi. Dalle carote divenute bastonci-ni rettangolari lunghe come in origine, tagliandole in paralle-lepipedi si ottiene il taglio ma-cedonia, più piccoli per la da-dolata. Dalle parti lunghe ta-gliandole fini e della grandezza di un fiammifero si ottiene il taglio julienne, con la lunghez-za a piacere. Il taglio julienne, impostato più finemente diven-ta un trito. Dalla cipolla invece,

tagliata sulla lunghezza e rica-vandone delle fettine a semicer-chio, si ottiene il taglio a filan-ger; incidendole precedente-mente con tagli paralleli si ottie-ne il trito. Così procedendo, si ottengono tagli con una presentazione re-golare ma soprattutto si rispet-tano al massimo le regole dell’igiene alimentare, ancora più importanti d’estate: con il caldo i batteri si moltiplicano molto velocemente. Per condire, chiaramente olio extra vergine di oliva di Liguria Dop, delicato e non aggressivo. Il sale nella quantità giusta, per-ché potrebbe coprire i sapori. Per l’aceto l’uso è soggettivo ma deve essere centellinato: in ec-cesso aumenterebbe l’acidità dei pomodori ad esempio o cuoce-rebbe le verdure a foglia levando totalmente gusti e profumi oltre che la croccantezza alle foglie che sono una caratteristica fon-damentale. Spero di avervi incuriosito e stimolato la fantasia. Ora potre-te presentare i vostri contorni o i piatti estivi anche con un “taglio” artistico.

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Chissà quanti si saranno chie-sti cosa c'era scritto nella grande lapide bianca posta su di un prospetto del civico 8 di piazza Monteverdi, già piazza Umberto I°, nell'antico Borgo della Marina. Ebbene grazie ad Antonio Zuncheddu, nostro lettore ed appassionato della storia della nostra Cornigliano Ligure, ne siamo venuti a co-noscenza e molto volentieri ne riportiamo il testo che cita:

Chissà che qualche "benefattore" non si prenda a cuore il restauro dell'antica lapi-de. Ringraziamo Antonio Zuncheddu per la "chicca" storica e lo invitiamo ad in-viarci ancora cenni storiografici che riguardano il nostro quartiere. Oerre

Chi era re Umberto I. Nato a Torino il 14 marzo 1844, fu re d'Ita-lia dal1878 al 1900. Figlio di Vittorio Emanuele II, primo re d'Italia e di Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena, regina del Regno di Sardegna. Il suo regno fu con-trassegnato da diversi eventi che produssero opinioni e sentimenti opposti. Il mo-narca viene ricordato positivamente da alcuni per l’atteggiamento dimostrato nel fronteggiare sciagure quali l'epidemia di colera a Napoli del 1884, prodigandosi personalmente nei soccorsi (perciò fu soprannominato il "Re Buono"), e per la promulgazione del codice Zanardelli che apportò alcune innovazioni nel codice penale, come l'abolizione della pena di morte. Da altri fu aspramente avversato per il suo duro conservatorismo, il suo indiretto coinvolgimento nello scandalo della Banca Romana, l'avallo alle repressioni dei moti popolari del 1898 e l'onori-ficenza concessa al generale Fiorenzo Bava Beccaris dopo la sanguinosa azione di soffocamento delle manifestazioni del maggio dello stesso anno a Milano, azioni e condotte politiche che gli costarono almeno tre attentati nell'arco di 22 anni, fino a quello che a Monza, il 29 luglio 1900, per mano dell'anarchico Gaetano Bresci, gli sarà fatale. Quel giorno il re doveva presenziare ad un saggio ginnico davanti a 500 atleti. Aveva ordinato una carrozza scoperta per il gran caldo e aveva rinun-ciato alla maglia d’acciaio da portare sotto il gilet proprio per proteggerlo da altri eventuali attentati. Alle 21.30 il cocchio entrò in campo. In mezzo a grandi applausi, il re scese per prendere posto sul palco mentre la banda intonava la marcia reale. I 500 atleti ripresero i loro giochi. Bresci era a dieci passi da lui. Fu durante la premiazione, poco dopo le 22, che il re sporgendosi per salutare una quadriglia che si allontanava, veniva centrato dai tre colpi di rivoltella sparatigli da Bresci. Ci fu nella folla un attimo di smarrimento ma i carabinieri dovettero intervenire per sottrarre l’anarchico al linciaggio. Un mese dopo il regicidio si aprì il processo. Bresci venne con-dannato all’ergastolo. Dal carcere di San Vit-­tore passò al penitenziario di S. Stefano di Pantelleria dove, pochi mesi dopo, venne tro-vato morto. Si era impiccato. E. C.

Quell’11 settembre 1892 entrato nella storia di Cornigliano E una lapide (da restaurare) ricordò re Umberto I un anno dopo la sua morte

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"In memoria di Umberto I

Venuto in questo lido il giorno 11 settembre MDCCCXCII Lietamente recando nel Castello dei Raggio

Nobil suggello alle feste Colombiane di Genova Il popolo ed il Comune di Cornigliano Ligure

Al Re Cavaliere in suo vivente devoti Posero questo segno di lor fede immutabile

Nel primo anniversario del tristissimo evento Che ancora commuove di alta pietà Quanti son cuori generosi in Italia"

XXIX Luglio MDCCCCI

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Camponizzi, poeta a “Cona” (Coronata) Ha cantato in versi la trasformazione di Cornigliano

Domenico Camponizzi nasce a Sampierdarena il 2 settembre 1930 ed abita a Cornigliano dal 1931, attualmente vive a Coronata. Da sempre coltiva la passione per la poesia, particolarmente in vernacolo genovese. Nella sua carriera di poeta ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi come un racconto “Essere opera-­io”, segnalato con menzione d’onore e pubblicazione sul mensile “Il punto” del Dopolavoro Ansaldo di Genova nel 1977;; 1° premio medaglia d’oro Organizza-­zione Circolo Molinari e Croce d’oro Sampierdarena nel 1978 con “E poi… silen-­zio”;; abbinato a un dipinto di Carlo Robotti, menzione speciale e pubblicazione

in antologia per la galleria d’arte il Cro-­cicchio di Campomorone nel 1978 con “Dui scimboli”. Camponizzi crea le sue poesie anche in lingua italiana e si pos-sono ritrovare nella raccolta “Briciole di un sogno”, edizione Lo Faro, Roma. Dal 1978 è Accademico della Unione inter-­nazionale Accademici e Laureati di Ro-ma. Non c’è solo la poesia nella vita di Camponizzi ma anche lo sport vissuto da allenatore di atletica leggera iscritto alla Fidal di cui è stato vicepresidente del comitato provinciale di Genova negli anni ’80. Socio-fondatore dal 1968 del Circolo Enzo Peri, ha prestato la sua attività come allenatore di atletica legge-ra raggiungendo risultati a livello nazio-nale (e di questo ne parleremo più ap-profonditamente in un prossimo nume-ro). Per la sua attività sportiva ha rice-

vuto la “Quercia d’oro” come benemerito della Federazione. S. P.

“A Cona” Ti t’arubatti zù pe-e rive

fin donde n’òtta ghe franzeiva o mâ. E terasse donde se mesciâva

o profummo de reuze co-o baxeicò òrmai son sôlo cemento!

Quante corse lasciù da-a Reuza da-o Mattelin e pòi de tanto ‘n tanto ‘na corsa da-o Paciugo e da-a Paciuga,

e via de neuvo pe i proei fra e teu vigne che paia ‘n diadema

in scia testa a ’na reginn-a. Òrmai mæ câa Cônâ no t’ê ciù tì,

dîxan ch’o l’è o progrèsso: Paradîzo, Èrzelli, tutto l’è cangiòu.

Fòrse o Paciugo o cianze vedendote coscì! Segûo che con tutto sto cemento,

con tutto sto færo ti ascì mæ câa Cônâ

t’ê invegiâ primma do tenpo. E donca demose pâxe,

tutti doi da boin vegetti voriâ dî che vivemmo de aregòrdi,

ma doman e neuve generaçioin, de quæ aregòrdi vivian?

“A Madonna de Cona” ‘Na rondine a recamma

tra i din don de ‘na canpann-a mentre se perde in mêzo de ‘na creuza

o seunno di teu pasci che s’aranpegan cianin.

Quande t’ariviæ lasciù a-o Santoaio o Paciugo co-a Paciuga te faian ‘n gran sorizo

e de corpo te pariâ ch’a fadîga do camin apena fæto

a se segge scancelâ! T’amiæ l’artâ

là, co-o seu banbin ‘n brasso, gh’è a Madònna Incoronâ.

Alôa ti sentiæ drento a-o teu cheu in resvegin, no ghe pensâ… inzenugite e metite a pregâ.

‘‘Na cartolinn-a” (aregòrdo de Castello Raggio) ‘Na cartolinn-a m’è restòu

l’urtimo aregòrdo de ‘n tenpo lontan, de tanti anni fa.

Se vedde ‘n castello, doe barche ‘n pescòu, quarche ræ in sce l’ænn-a.

Ogni tanto l’amio e me vêgne o magon.

De vòtte e strasiæ pe çercâ de scordâme quello tenpo feliçe, ma pòi ghe ripenso

e-a rimetto inta cantia, tanto ronpiæ do papê.

Pensandoghe ben però, poriæ anche fâlo perché sta vedûta

che gh’ò chi in scio cheu a l’é ‘na cartolinn-a

che distruzze no se peu. A procescion a Cona

Quande passa a procescion co-a Madònna e o seu Bambin,

tutti a-i bòrdi da contrâ i fedeli stan a-amiâ.

Gh’è i portoei co-o Cristo in crûxe e-i stramuei lì derê

pâ che devan senpre cazze, intanto son de longo in pê!

Tutta pinn-a de fervô ‘na vegetta co-e moen zonte a se sghrann-a o seu rozaio

e a se mette zenogion. I barcoin son tutti ‘n fiore

pin de drappi coloræ missi lì con devoscion

pe saluâ chi mpòrta ‘n lumme, pe saluâ chi gh’à o cheu bon. Là davanti a banda a seunna, a l’intonn-a n’inno sâcro:

“Noi voglian Dio” a dîxe a canson!

Ma davanti a sta vixon me segno co-o magon, e mentre amîo o Cristo, me diggo n’òraçion.

Genova, 1972. Di profilo, quarto da sinistra, Camponizzi al via di una gara

Page 12: ilCorniglianese Agosto 2013

Questo delicato acquerello fa par-

te del noto Album intitolato "Ricordi

di luoghi intieramente distrutti o

modificati in parte ... " realizzato

dal Cambiaso in doppio originale

durante i suoi viaggi con l'amico

cavalier Bertollo.

Esso rappresenta l'originario pic-

colo cenobio sull'isolotto della

Gabbaia, dove venne in realtà

fondata l'Abbazia di S. Andrea,

nel VII secolo o forse ancora prima,

ai tempi di S. Benedetto. Le prime

notizie certe sono comunque

dell'anno 1100.

Questo edificio venne abbandona-

to intorno al XII-XIII secolo; quindi -

nei secoli successivi - venne adibito

a fortezza della Repubblica di Ge-

nova, ed infine, agli inizi dell'

'800, a polveriera. Ed è in tale

condizione che venne rilevato dal Cambiaso in questa veduta.

Questo isolotto venne acquistato con tutta la coltura soprastante della Colombara dal marchese Edilio Raggio

il 17 Luglio 1893: subito dopo, questi fece erigere sui ruderi della fortezza il notissimo "Castello Raggio", ad

imitazione del castello del Miramare di Trieste.Il "Castello Raggio", già danneggiato dalla guerra, fu abbattuto

definitivamente nel 1948 per la preparazione dell'area del futuro impianto siderurgico di Cornigliano.

Nello stesso periodo, la badia venne abbandonata definitivamente a se stessa.

ABBAZIA CISTERCENSE DI S. ANDREA (sec. XI)

nella grafica di Pasquale Cambiaso

IL DEPOSITO DELLE POLVERI NEL FORTE DI S. ANDREA

TRA CORNIGLIANO E SESTRI

Testi di Carlo Mastrobuono

Realizzazione e impaginazione di Romano Oltracqua

2013: L’ABBAZIA DI S. ANDREA

Page 13: ilCorniglianese Agosto 2013

Questa rara litografia del Cambiaso mostra in

primo piano la piccola collina di Erzelli, a po-

nente di Cornigliano, che costeggiava (e co-

steggia tutt'ora) la strada carrozzabile che a

sua volta corre, in questo punto, parallelamente

alla ferrovia Genova-Ventimiglia.

Sulla sinistra, in primissimo piano, è visibile la

bella spiaggetta collegata con sottopassi all'im-

pianto residenziale sito a monte, e - all'estremo

limite della veduta - il ponticello di collegamen-

to con l'isolotto detto "di S. Andrea", o scoglio

della Gabbaia, sul quale sorgerà, verso il 1895,

il famoso "Castello Raggio", poi demolito per

far posto all'impianto siderurgico dell' Italsider e

all'aeroporto.

Sullo sfondo si può individuare chiaramente

l'abitato di Sestri Ponente.

In particolare, sul crinale di fondo - al centro

La Badia che compare nel primo piano di questa litografia del Cambiaso fu detta "di Sestri" (e non "di Cornigliano " , come viene oggi comunemente defi-

nita), perché il Capitanato di quella zona comprendeva anche il territorio nel quale era posto l'insediamento monastico della "Colombara".

In effetti quanto è qui rappresentato (di cui una parte esistente ancora oggi) non è la costruzione originale ma una più recente, realizzata nel XII ecolo. Il cenobio originario era sorto infatti forse nell'VII secolo

nel sottostante scoglio della Gabbaia, o isolotto di S.

Andrea in Sestri, in seguito abbandonato per la ristret-

tezza del luogo che non poteva ospitare certo molti

monaci.

Il trasferimento potrebbe essere avvenuto nel 1132,

proprio in occasione della visita a Genova di S. Ber-

nardo, l'anno successivo al cambio di osservanza, per

cui il monastero venne compreso nella Congregazione

Cistercense. La Badia ebbe annesso anche un piccolo

ospedale, noto specialmente per aver ospitato Papa

Innocenzo IV (appena liberato dalle persecuzioni di

Federico II), tra il 7 Luglio 1244 e il 5 ottobre successi-

vo. Il Papa infatti, di passaggio a Genova nell'estate di

quell'anno, si ammalò in maniera piuttosto preoccu-

pante, e venne consigliato vivamente dai medici di

riposarsi alla Badia di S. Andrea in Sestri; ne ripartì in

autunno completamente ristabilito, riprendendo il suo

viaggio verso Lione per presenziare al Concilio.

Tra i monaci di questo convento si ricordano importanti

personaggi come l'eremita Sant' Alberto e frate Olive-

rio, amministratore del Molo Vecchio e della fabbrica

del Palazzo di S. Giorgio a Genova. Nel 1797, con la

soppressione di tutti i monasteri, anche i monaci di S. Andrea furono scacciati e l'edificio fu ceduto a Giuseppe Noli dal Governo Provvisorio. Nel 1804, fu

venduto dagli eredi Noli al duca Pietro Vivaldi Pasqua che effettuò grandi opere di trasformazione del luogo e degli edifici preesistenti.

Nel 1893 tutto il complesso passò in proprietà a Edilio Carlo Raggio, che continuò l'opera di modifica architettonica, portando così l'insieme all' attuale

complessa architettura, frutto della complicata serie di trasformazioni e riadattamenti corrispondenti ai vari cambi di proprietà e di destinazione.

La litografia è siglata, in basso a destra col monogramma "DC" intrecciato.

VEDUTA DELLA COLLINA DI ERZELLI, E PARTE

DELL’ISOLOTTO DI S. ANDREA

VEDUTA DELL’ABBAZIA DI S. ANDREA DALLA

COLLINA DI ERZELLI VERSO PONENTE

della veduta - si nota la punta del Monte Gazzo, col Santuario omonimo.

La località così esattamente descritta in questa litografia costituiva il più antico dei quartieri

marittimi di Cornigliano, ancora vivi nel primo '900, e precisamente quello della

"Colombara" (gli altri, più a levante, erano "la Chiesa", "la Marina" e "il Borgo"). Sulla sommità della collinetta, la Badia di Sant' Andrea, con le varie pertinenze.

La litografia è siglata, in basso a destra, col monogramma del Cambiaso.

(Tutto quanto sopra, compresa la mappa del VINZONI, litografie e testo è stato tratto da

“LA LIGURIA DI PONENTE DELL’OTTOCENTO DALLE VEDUTE DI P. D. CAMBIASO” – Autori

PIETRO N. PATRONE e GIANLUIGI BLENGINO – Ed. ECIG – 1984)

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Filarmonica, 135° anno Due concerti per un anniversario

Nell’ambito dei festeggiamenti per il 135° anniversario della sua fondazione, la Filarmonica di Cornigliano organizza in settembre due concerti, en-trambi nella prestigiosa sala Solimena del Palazzo Bombri-ni. Il primo, venerdi 13 set-tembre alle ore 21, è dedicato alla musica jazz. Interpreti tre musicisti molto noti nel mon-do musicale genovese: la can-tante Betty Ilariucci, vincitrice

di festival e concorsi internazionali abbina all’attività di insegnamento presso scuole di musica e scuole statali una intensa attività concertistica; Paolo Pezzi, sassofonista e direttore ha suonato e diretto diverse Big band, partecipato co-me direttore alla registrazione di colonne sonore e, come membro della “Columbus Orchestra”, ha suonato in diversi teatri italiani ed esteri, partecipa-­to ad incisioni discografiche e trasmissioni televisive; al pianoforte Cesare Grossi, compositore ed arrangiatore che si esibisce in diversi gruppi jazz. Al-terna l’attività concertistica e compositiva con quella di insegnate e di autore di musica per il teatro. Il secondo, domenica 15 settembre alle ore 21, è dedica-to invece alla musica lirica. La soprano Elisa Gajewski e il tenore Davide Piag-gio interpreteranno le più note arie del repertorio lirico. Elisa e Davide pur essendo giovanissimi sono già stati protagonisti di importanti manifestazioni ed eventi musicali. Saranno accompagnati al pianoforte dal professore Mauro Castellano che ha suonato per alcune fra le più prestigiose istituzioni musicali italiani ed estere. Insegna presso il conservatorio Niccolò Paganini di Genova ed è maestro sostituto presso il teatro dell’Opera Giocosa di Savona. La Filar-monica confida che il suo impegno organizzativo e finanziario venga premiato con la partecipazione dei cittadini. Mauro Gandolfo

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Settimo raduno del Ponente Gli Alpini a Cornigliano

Il 28 e 29 settem-bre il Gruppo Alpini di Corni-gliano ospiterà il 7° raduno del Settore Ponente che com-­prende i gruppi di Cornigliano, Sestri, Voltri, Arenzano, Cogoleto, Masone, Campoligure e Rossiglione, nonché il raduno della Sezione di Genova. La ma-nifestazione si articola sui giorni di saba-to e domenica. Il sabato ci sarà la distri-buzione di farinata e focaccette in piazza Rizzolio a cura dei gruppi di Cogoleto e Masone. Alla sera cori alpini presso la parrocchia SS. Andrea e Ambrogio alle ore 21. La domenica il clou della manife-stazione che inizierà con la deposizione di corone al monumento dei caduti e a quello dei partigiani alla presenza delle autorità. A seguire, i partecipanti rag-giungeranno la sede del gruppo: alzaban-

diera, inaugurazione del monumento ai caduti Alpini e della piccola

cappella dedicata al Beato Don Carlo Gnocchi, cappellano degli Alpini duran-te la Seconda Guerra Mondiale in Alba-nia e Russia, medaglia d’argento al Valor Militare e, dopo la guerra, “apostolo” dei mutilatini con la creazione della Fonda-zione Don Gnocchi Pro Juventute. Du-rante la cerimonia verrà consegnata alla associazione la tessera dell’ANPI per ricordare la medaglia d’oro Giuseppe Salvarezza. Al termine, in corteo per le vie di Cornigliano, si raggiungerà la par-rocchia dei SS. Andrea e Ambrogio per la Santa Messa. Seguirà il rancio alpino nella palestra della chiesa. Franco Travo

Martedì 20 agosto, alle 18.50, pres-so il reparto di ostetricia e gineco-logia dell’ospedale Maggiore di Parma, è nata Viola, la prima figlia di Francesca Cirone, prima figlia di Enrico, il direttore del nostro gior-nale “ilCorniglianese”. La piccola e la madre godono di ottima salute e i primi giorni della neonata tra-scorrono, beatamente, tra lunghe poppate e lunghi riposini. Alla na-scita pesava 3. 570 grammi. La famiglia si trova attualmente a Parma per ragioni di lavoro poiché sia il papà che la mamma sono im-pegnati nelle rispettive attività pro-fessionali nella bella cittadina emi-liana e hanno così potuto affidarsi con serenità all’eccellenza del polo ospedaliero di Parma. Alla piccola Viola, alla mamma Francesca ed al papà Erion gli auguri di tutta la nostra redazione. S. Pilotta

Sabato 14 settembre orga-nizzata dal Circolo ARCI Rizzolio e patrocinata dal VI Municipio Medio Po-nente, a partire dalle 19, nello spazio pedonaliz-zato prospiciente il Circolo ed il Centro civico Villa Spinola di viale Narisano, avrà luogo la seconda edi-zione della kermesse musi-cale “Canta che ti passa” ovvero “L’appetito vien cantando”, manifestazione canora di karaoke a premi alla quale tutti possono partecipare iscrivendosi presso i circoli ARCI Rizzolio ed Uguaglianza. Conduce l’evento Mino Paoletti. Al mixer Giuseppe Andaloro. Durante la serata sarà possibile degustare carni alla brace con contorno di patatine, panini, e birra. Se dovesse piovere la manifesta-zione si svolgerà comunque all’interno dei locali del circolo. (Nella foto il vincitore dell’edizione dello scorso anno) Oerre

Fiocco rosa in casa Cirone A Parma è nata Viola

“Canta che ti passa” La kermesse canora raddoppia

Il cortile della sede degli Alpini a Cornigliano

ilCorniglianese/eventi e tempo libero Agosto 2013

La filarmonica di Cornigliano durante un’esibizione

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Cos’è lo Yoga Lo Yoga - al di là degli aspetti più utilitaristici (terapie del benessere) e commer-ciali - è prima di tutto una via di ricerca interiore. Una via prevalentemente prati-ca, in quanto non dimentica mai il corpo-mente-respiro, quale veico-lo per giungere a sempre maggiori livelli di consapevo-lezza e di intuizione. Il suo “ambizioso” obiettivo è pervenire ad un’accettazione piena della vita, ad uno sguardo univer-sale che non separa noi stessi da ciò che ci circonda. Lo Yoga è quindi - come altre discipline nate in oriente - una prassi esperienziale di co-noscenza e di inte-grazione tra l’uomo e tutto ciò che esiste (dentro di sé e fuori di sé). A noi moder-ni tutto ciò sembra quasi irraggiungibi-le. E tuttavia lo Yoga nella sua profondità, sa anche essere tecnicamente molto semplice. Dunque l’importante è provarci;; come ha scritto Lao Tze: “Di 10.000 passi, il più difficile è spesso il primo”. Per informazioni: l’insegnante di Yoga è Carlo Lepore, associato Yani. www.insegnantiyoga.it info: 3204022468 Oerre

Domenica 8 settembre dalle 9.30 alle 12.30, a Cornigliano, nei giardini di Villa Bombrini, si svolgerà una pratica gratuita di Yoga e di Aikido. Per chi volesse partecipare è consigliato un abbigliamento comodo. L’attività si praticherà sul prato oppure, per la lezione di Yoga, su un proprio stuoi-­no. In caso di maltempo, l’iniziativa si svolgerà presso la Polisportiva Cornigliano Futura, in via Cornigliano 43 (sopra il Conad).

Cos’è l’Aikido Letteralmente significa “via dell'energia e dell'armonia” da Ai (armonia) ki (energia cosmica) do (via). A prima vista l'Aikido si presenta come un elegante metodo di autodifesa finalizzato alla neutralizzazione di uno o più aggressori, di-sarmati o armati, attraverso una serie di movimenti, bloccaggi, leve articolari e proiezioni, basati fondamentalmente sul principio della rotazione sferica. Al di là della visione più immediata e spettacolare, l’Aikido si propone, però, in primo luogo come via di autoconoscenza e di mutuo rispetto, escludendo tutte le forme di competitività o di gare. Scopo dell’Aikido non è la creazione di un uomo invincibile, bensì di un uomo che, attraverso la pratica, riconosca e accetti i propri limiti e impari a vivere serena-

mente e armoniosa-mente con se stesso e con la realtà sociale e naturale che lo circon-da. Per la sua stessa natura, quindi, l'Aikido può essere praticato da tutti a qualunque età. Per informazioni: l’insegnante di Aikido è Francesco Lo Nano 4° dan Aikikai. www.aikikai.it info: 3358409870 – 0104550242 – [email protected]

Aikido e Yoga nei giardini di Villa Bombrini Tre ore per saperne di più

ilCorniglianese/eventi e tempo libero Agosto 2013

Page 16: ilCorniglianese Agosto 2013

Ezio Pescheria Il pesce fresco

del golfo ligure

Genova Cornigliano Via Cornigliano 160 r

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Se cento anni non sono bastati: addio, Corniglianese Eutanasia di una squadra di calcio

Centro Danza “Asd Il circolo della salsa” Una stagione ricca di novità

In un assordante silenzio istituzionale, dopo quasi cent'anni di onorata presenza nel quartiere, “muore" la Corniglianese Calcio e nasce l'A.S.D. Genova Calcio a seguito di una fusione con la Culmv Polis e la VirtuSestri. La nuova Società spor-tiva vedrà presidente Marco Vacca, vicepresidenti Salvatore Cappadona e Giusep-pe Mango, presidente onorario Luigi Tassone, segretario Salvatore Pilotta, diret-tore generale Michele Parodi, coordinatore tecnico responsabile del settore giova-nile Giuseppe Maisano. "Il progetto - spiega il neo presidente Marco Vacca - nasce da un momento di difficoltà economica, con istituzioni sempre più assenti e spon-sor carenti vista l'epoca in cui stiamo vivendo. Purtroppo è un mondo dove pre-

valgono gli interessi personali e il rischio per chi si è preso la responsabilità di portare avanti determinati discorsi societari è sempre maggiore. E così ci sia-mo ritrovati attorno a un tavolo con le altre componenti, Virtu-Sestri e Corniglianese, fino ad arrivare alla nascita dell'A.S.D. Genova Calcio. Con Parodi e Cappadona avevamo intrapreso un discorso di intesa lo scorso anno, e le idee erano chiare: il problema era logistico, le strut-ture non erano adeguate a deter-minate considerazioni futuristi-

che. Dato che anche la Corniglianese era in preda a problematiche di natura eco-nomica, abbiamo ampliato il progetto e trovato la possibilità di avere un'ulteriore struttura su cui puntare. C'è il rammarico per la scomparsa dei rispettivi nomi, per la perdita di storie che hanno segnato il nome di Genova a livello dilettantisti-co: da tre criticità però, è partito un progetto ambizioso con una struttura solida. Gli obiettivi sono quelli di far nascere una società forte, che non abbia problemi economici e che si mantenga da sola con un valido e ampio settore giovanile per la città di Genova". A noi corniglianesi resta però il dubbio. Perché non si sono fatte partecipi delle difficoltà economiche della società le associazioni di Cornigliano, magari in pubblica assemblea, per fare almeno un tentativo di salvataggio? Forse non avrebbe cambiato il corso degli eventi ma almeno sarebbe stato un gesto di rispetto verso i propri tifosi e quegli anziani cittadini orgogliosi della loro Società e di quel nome "Corniglianese". Pro Loco Cornigliano

Non sarà una competizione nel vero senso della parola ma un evento per condi-videre una giornata di sport dove protagonisti saranno i più piccoli. La mani-festazione si terrà nella struttura del ricreatorio parrocchiale San Giacomo e sarà organizzata dale associazioni che ne prenderanno parte. Alla “Giornata dello sport” sono invitate a partecipare tutte le società sportive di Cornigliano con le loro disci-pline. Gli esercizi commerciali di Cornigliano possono contribuire con iniziative e idee alla Giornata dedicata ai più piccoli. Per informazioni: Salvatore Micelli tel. 335.64.10.452 e-mail: [email protected]

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Tutti invitati alla Giornata dello sport

E dopo il Podio dell’Isola del 26 maggio dove si è svolta la 3^ tappa di Coppa Italia Danze Caraibiche al Palazzetto dello sport del Geovillage di Olbia, dove hanno visto ancora una volta le coppie dell’Asd Il Circolo della Salsa sul podio con 2 primi e 2 secondi posti ottenuti dalle coppie Giordano Riccardi & Luana Lazzaro e Alessandro Cignarale & Noemi Chiossone, e dopo il meritato riposo estivo nelle competizioni, si riprende ad ottobre in Abruzzo con la quarta ed ultima tappa Gran Prix di Coppa Italia, per poi fini-re a novembre la stagione con il Campionato Italiano. Il Centro

Danza “Asd Ilcircolo della Salsa” propone a tutti coloro, sia grandi che piccoli, che vogliono cimentarsi con le attività proposte con un settembre all’insegna della Danza. Settembre gratis, corsi di danza 2013 – 2014 Il Centro Danza “A.s.d. Il Circolo della Salsa” per la nuova stagione vi propone i corsi di danze orientali, zumba fitness, zumba tonic, salsa e bachata kizomba. E per i più piccoli hip hop, video dance e danza classica. Le lezioni sono tenute solo da tecnici preparati e diplomati. - 17 set ore21, corso principianti salsa e bachata - 18 set ore 17 , corso video dance - 18 set ore 18, corso danza classica - 18 set ore 20,30, corso intermedio danze caraibiche - 18 set ore 21,30, corso avanzato danze caraibiche - 19 set ore 20, corso zumba - 19 set ore 21, corso principianti kizomba - 20 set ore 17, corso hip hop - 23 set ore 17, corso hip hop - 23 set ore 20,30, corso danze orientali - 24 set ore 21 , corso princi-pianti danze caraibiche - 25 set ore 17, corso video dance - 25 set ore 18 , corso danza classica - 25 set ore 20,30, corso in-term,edio danze caraibiche - 26 set ore 20, corso zumba - 26 set ore 21, corso principian-ti kizomba - 27 set ore 17, corso hip hop - 30 set ore 17, corso hip hop - 30 set ore 20,30, corso danze orientali. Venite a trovarci presso la Pale-stra di via Cornigliano 43r (area supermercato CONAD), oltre alla professionalità ed alla cor-dialità troverete anche un am-pio parcheggio gratuito e riser-vato ai soci. M. T.

Il vecchio stadio Littorio, poi Bacigalupo, campo della Corniglianese fino al 1962

(Cartolina collezione Bellini)

ilCorniglianese/sport Agosto 2013

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Sampdoria–Juventus finisce con la vittoria della squadra torinese che, detto per inciso, non ha rubato il risultato di 0-1; ciò non toglie che la Sampdoria avrebbe potuto pareggiare l’incontro. Che la Juventus sia una squadra cinica che con le cosiddette “piccole” vince pressoché sempre (e non facciamoci confondere dal fatto che negli ultimi undici incontri fra la Samp e la Juve, quest’ultima abbia vinto soltanto in un’occasione, nel 2009, oppure non basiamoci sull’eclatante risultato di 1–2, con il quale la Sampdoria ha espugnato lo Juventus Stadium di Torino, giocando in inferiorità numerica ed in svantaggio di una rete, per più di 60 minuti) è una realtà. Quella fu una partita mitica, identica a quella dell’inizio campionato 1982-’83, vinta dalla squadra blucerchiata, appena risalita nella mas-­sima serie con il gol di Mauro Ferroni, sotto la gradinata sud. Nell’esordio la Sam-­pdoria ha giocato alla pari con la “Vecchia signora”, vincitrice degli ultimi due scudetti e potenziata dall’arrivo dell’argentino Tevez, ex Manchester City, suben-­do una controllata supremazia territoriale per tutto il primo tempo, difendendosi con ordine, per poi ripartire e mettere paura, in un paio d’occasioni alla pluritito-­lata avversaria. Da parte bianconera nel primo tempo, un tiro di Pirlo da fuori area, potente ma centrale, smanacciato in calcio d’angolo dall’attento Da Costa, che non ha fatto assolutamente rimpiangere Romero, e un colpo di testa di Asa-moah sul quale il portiere sampdoriano si è ripetuto. Un tunnel di Gabbiadini ai danni di Chiellini che ha dovuto trattenerlo fallosamente: fuori o dentro l’area? Il giudice di porta, ben posizionato, ha consigliato l’arbitro Banti, buona la sua dire-­zione, a concedere la semplice punizione dal limite, sulla linea di fondo. Poco dopo una palla insidiosa ha attraversato l’area juventina, con la punta sampdoria-­na, in scivolata, che non è riuscita a deviarla in rete. Nel primo quarto d’ora del secondo tempo la Juve è passata in vantaggio, addirittura con un’azione di ripar-­tenza, finalizzata da Pogba, forse il migliore in campo, con un passaggio-gol a Tevez arrivato a rimorchio, che ha spinto la palla in rete. La Samp ha avuto una buona reazione riuscendo a pareggiare con gol di Costa non concesso, sorpreso in millimetrico fuorigioco. Poi una staffilata di Obiang uscita di pochissimo a lato sulla destra di Buffon e un paio di mischie in area bianconera che avrebbero potu-to portare al pareggio i blucerchiati. Da non dimenticare un colpo di testa di Li-chtsteiner, uscito di pochissimo fuori alla destra di Da Costa, che avrebbe fruttato la seconda rete ai bianconeri. Poi la Juve, gliene si dia merito, ha saputo giocare come fosse una squadra provinciale, mantenendo il possesso palla, portando così a termine vittoriosamente l’incontro. Ininfluente il cartellino rosso subito da Ca-­stellini nei minuti finali. Le sconfitte non piacciono e non fanno classifica, guai a trovare scuse; tuttavia la Sampdoria deve credere nelle sue potenzialità, aggiun-gendoci la convinzione di potersela giocare con tutte le altre diciannove squadre. Rossi è un abile condottiero e la rosa è composta da validi giocatori che nulla han-

no da invidiare ai compo-nenti delle dieci-dodici squadre che hanno le stesse aspettative dei blucerchiati. A nostro parere, tutti i gio-catori scesi in campo hanno meritato la piena sufficien-za, compreso il debuttante Eramo che ha corso e con-trastato, per tutto il tempo in cui è rimasto in campo, al punto di farsi ammonire; qualcosa in più per Da Co-sta, Obiang e Gabbiadini. Guido Pallotti

Sampdoria “stecca” l’esordio Ma gioca alla pari con la Juve

Il Genoa segue la tradizione Liverani guarda avanti

ilCorniglianese

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Non ha una grande tradizione il Genoa a Milano. La prima creatura di A di Livera-ni è un 4-3-2-1 (Perin, Antonelli, Manfredini, Portanova, Vrsaljko, Kucka, Lodi, Cofie, Santana, Bertolacci, Gilardino)in cui la figura migliore la fanno i centrali difensivi, protetti dagli altri otto in campo. Lodi prova qualche lancio, ma non ha più Barrientos e Papu Gomez a corrergli sulle corsie (Bertolacci e Santana non sono la stessa cosa). Gilardino la vede poco, Vrsaljko mostra di saper crossare ma solo nei primi minuti. L’impressione è che fin qui la squadra abbia studiato esclu-­sivamente la fase difensiva. Serve qualcuno che connetta Lodi e Gilardino per non far cadere in depressione i tifosi rossoblù. Liverani è la scommessa di Preziosi: ha steccato in coppa Italia (Spezia) e si pre-senta alla prima di campionato con una squadra rinforzata dalla regia di Lodi e dai gol di Gilardino: lanno scorso Gila, al Bologna, ha segnato più di qualsiasi giocatore dell Inter (13 gol contro i 12 di Palacio). L’altro nuovo innesto rossoblù in una squadra già rivoluzionata lo scorso gennaio sarà (con Marchese squalifica-to), il giovane croato Sime Vrsaljko, terzino destro e esponente di quella nuova generazione doro della Dinamo Zagabria che ha già esportato in nerazzurro Mateo Kova-cic. La prima chance per l'Inter arriva con un colpo di testa di Ranocchia a lato di poco. Occasioni da gol se ne ve-dono poche. I n e r a z z u r r i giocano molto sulle fasce con cross che però non tro-vano mai la testa di Pala-cio. Jonathan prova un tiro in diagonale alla mezz'ora: pericoloso ma impreciso, Gua-rin regala tanta intensità ma non riesce a trovare spazi per i suoi tiri dalla distan-za. Il primo tempo si chiude sullo 0-0. Nella ripresa Mazzarri prova a rinforzare l'attacco con l'inserimento di Icardi al posto del deludente Kuzmanovic. I padroni di casa continuano a spingere con la solita veemenza ma il Genoa non trema praticamente mai. Dall'altro lato Gilardino fa reparto da solo e prova a regalare spazi per il tiro dei compagni ma per due volte Bertolacci si fa trovare impreparato sbagliando le con-clusioni verso l'inoperoso Handanovic. La partita scorre via senza particolari emo-zioni fino al 29' quando l'Inter passa in vantaggio. L'azione si sviluppa sulla corsia di destra con Guarin che innesca Jonathan pronto al cross, sporcato da un avversario: sul pallone si avventa Nagatomo che sulla linea di porta tocca di testa in rete. Il vantaggio carica i nerazzurri che sfiorano il raddoppio con Icardi al 37' ma il pallone colpito di testa termina sulla traversa. Ranocchia e il convincente Jona-than mettono i brividi a Perin, poi chiude il discorso Palacio in pieno recupero: assist di Guarin in verticale per l'attaccante argentino che a tu per tu con il portie-re avversario non sbaglia. E' il 92'. Riccardo Cabona

ilCorniglianese/sport Agosto 2013

Inter - Genoa 2-0. Nagatomo ‘75, Palacio (nella foto) ‘92

Fine gara. La stretta di mano fra Rossi e Conte

Page 18: ilCorniglianese Agosto 2013

Caro Avvocato, Mio zio è recentemente deceduto lasciando tutti i suoi beni allo scrivente, unico erede

legittimo. Con testamento olografo ha disposto dell’usufrutto dell’appartamento in cui viveva in favore della governante, la quale potrà anche vendere l’immobile in caso di bisogno. Come va interpretata detta disposizione? E’ valida? G.R. Caro Signore, La disposizione testamentaria che Lei mi sottopone è valida ma pone seri problemi di qualificazione giuridica. E’ pacifico infatti che il titolare di un diritto reale limitato, qua-­le è l’usufruttuario, non potrebbe disporre di altro che non fos-­se il diritto di cui è titolare: per l’appunto il diritto di usufrutto sull’immobile e non anche il diritto di proprietà dello stesso. Nel caso in esame il testatore ha tuttavia inteso consentire all’usufruttuario di alienare la piena proprietà dell’immobile, seppur subordinatamente allo stato di bisogno. Le disposizioni parrebbero, quindi, incompatibili. Devo tuttavia evidenziarLe che in materia testamentaria i prin-cipi ermeneutici sono peculiari, essendo ispirati da un chiaro favore volto a salvaguardare al massimo il contenuto e l’efficacia della scheda testamentaria, ciò perché chi predispone un testamento, atto a causa di morte destinato ad acquisire efficacia solo dopo l’apertura della successione, non è in grado di integrare, emendare o sanare eventuali vizi di cui fosse affetta la disposizione. In detta prospettiva, va pri-vilegiata quindi una inter-pretazione che salvaguardi al massimo il contenuto e l’efficacia della disposizione. In astratto, la disposizione dello zio potrebbe essere interpreta-ta in vari modi: I) un valido legato del solo usufrutto essendo nulla per il resto, non potendo l’usufruttuario, come detto, di-­sporre del diritto di proprietà di cui non è titolare; II) una attri-buzione, che ben potrebbe anche non essere a titolo particolare, a dispetto del termine usato dal testatore, non dell’usufrutto ma della proprietà dell’immobile: è infatti solo il proprietario che può alienare il diritto di proprietà dell’immobile;; III) due legati, uno del solo usufrutto ed un secondo legato, condiziona-to alla sussistenza dello stato di bisogno, della piena proprietà dell’immobile;; IV) due legati, uno del solo usufrutto ed un se-­condo legato, obbligatorio, di natura alimentare, per il caso in cui l’usufruttuario versi in stato di bisogno. Mi pare che tutte le interpretazioni che Le ho enunciato, siano argomentabili e sostenibili in un eventuale giudizio sull’interpretazione del testamento che la vedesse coinvolto;; personalmente, in ciò confortato anche dalla giurisprudenza che si è occupata di un caso simile al Suo, propenderei per la qualificazione sub 3, vale a dire: due legati, uno, puro, dell’usufrutto, immediatamente efficace ed un secondo, condi-­zionato, della proprietà. Matteo Savio, avvocato

Numeri utili

Pronti interventi Carabinieri 112 Polizia 113 Vigili del fuoco 115 Guardia di Finanza 117 Emergenza sanitaria 118 Emergenza incendi 1515 Guardia costiera 1530 Viaggiare informati 1518 Vigili urbani 0105570 Cornigliano Carabinieri 0106469983 Comune 0106500068 Croce Bianca 010651276 0106512817 Illuminazione pubblica 800523188 Polizia 010648001 Polizia municipale 0105577195 A.C.I. 803116 Taxi 0105966 ASL Guardia medica 010354022 CUP prenotazioni 0105383400 AMT Linee e orari 0105582414 Trenitalia Orario treni 92021 Aeroporto Informazioni 01060151

L’avvocato risponde

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La cucina di nonna Papera (Leda Buti) Storia delle ricette che hanno fatto la storia

Per quattro persone. Ingredienti: 400g di maccheroni, 3 cucchiai di parmigiano grat-tugiato, 4 cucchiai d’olio, un cucchiaino di noce moscata, sale

pepe. Preparazione: è un piatto molto frugale, dalla semplicissima esecuzione. Si fanno cuocere i maccheroni in abbondante ac-qua salata, si scolano e si pas-sano saltati in padella, con l’olio, il parmi-­giano, la spruz-zata di pepe e un cucchiaino di

noce moscata. Se volete degustare uno dei sapori, sembra preferi-ti da Beethoven, aggiungete un cucchiaio di burro fuso.

Maccheroni alla Beethoven

Ludwig Van Beethoven, rap-presenta l’anima del roman-­ticismo musicale. A rendere immortale la sua arte è la potenza emotiva della musi-ca, evocatrice di tutti gli intensi sentimenti che agita-no il movimento romantico: l’amore, la gioia, il senso della morte, gli atti eroici. Tutte le sue opere ( i concer-ti, le nove sinfonie, le messe) sono caratterizzate da un perfetto equilibrio formale di matrice classica unito ad una travolgente carica emo-tiva. Nella sua tormentata vita non conobbe alcuna gioia: il carattere scontroso, la progressiva sordità, la trasandatezza gli procurarono cocenti delusioni amorose e solitu-dine. La principessa Lichnowsky, estimatrice del grande musici-sta, tentò, con scarsi risultati, di insegnare a Ludwig le buone maniere necessarie per essere accolti ed accettati dalla nobiltà viennese, conservatrice e prevenuta. Beethoven fu un forte bevito-re, non particolarmente attratto dai piaceri della tavola. Gradiva tuttavia, i maccheroni con formaggio grana, consumati insieme ai rari amici.

ilCorniglianese

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Ludwig Van Beethoven (Bonn, 1770-Vienna, 1827)

ilCorniglianese/rubriche Agosto 2013

Page 19: ilCorniglianese Agosto 2013

Condomini “aperti” agli animali domestici Aumentano le liti? Cosa rischiano i proprietari

La salute delle articolazioni interessa diverse catego-rie: giovani, sportivi, obesi, ecc... Le principali terapie agiscono sull'infiammazione o sul dolore. Se si tratta di patologie croniche, la terapia con antinfiammatori e antalgici porta ad effetti collaterali anche gravi. Per questo è stata posta l'attenzione sull'utilizzo di tera-pie alternative e sulla prevenzione mediante sostanze mirate al benessere delle articolazioni. Ma che cosa è

un'articolazione? È una giunzione tra capi ossei connessi tra di loro dal tessuto connettivo. Possono essere di tipo mobile, semi-mobile o fisso. Possono essere presenti anche legamenti. L'ar-ticolazione può essere avvolta in una capsula articolare che contiene la membrana sinoviale in cui vi sono vasi, nervi e il liquido sinoviale. Le patologie possono nascere da più parti e rivestire più aspetti di natura acuta o cronica. Tra le patologie croniche più diffuse, specie negli anziani, abbiamo l'artrosi: un’infiammazione progressiva della cartilagine che riveste l'ar-­ticolazione. Comuni sono anche le tendiniti a carico sopratutto dei tendini di Achille, di ginocchia, gomiti e spalla. Sono in-fiammazioni del tessuto fibroso che connette i muscoli all'osso e che si manifestano con dolore nei movimenti. Come curarle? La maggior parte della terapie hanno il compito di ridurre in-fiammazione e dolore con antinfiammatori a base di "fans". Esistono in compresse, buste, fiale, supposte, creme, gel e ce-rotti localizzati. È’ chiaro che questi farmaci devono essere usa-­ti con cautela per gli effetti collaterali sull'apparato digerente, durante la gravidanza e nei soggetti con difetti nella coagulazio-ne del sangue. Data la cronicità delle principali patologie arti-colari, risulta particolarmente importante affiancare alle cure tradizionali che devono essere limitate nel tempo, delle sostan-ze naturali a base di cartilagine di squalo, glucosamina, collage-ne, condroitina, acido ialuronico, vitamina D, acidi grassi insa-turi, antiossidanti. Spesso molte di queste sostanze vengono somministrate in associazione per potenziare la loro azione e agire così su più fronti. In commercio ne esistono più tipi di formulazioni, vendibili senza prescrizione medica. Il farmacista vi può consigliare il più appropriato. Dottoressa Jose Cuffaro, farmacista

Articolazioni in salute

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La disposizione che ha “liberalizzato” l’apertura dei condomini agli animali domesti-­ci è una delle novità della riforma che è entrata in vigore il 18 giugno scorso. Dietro la nuova norma, però, si nasconde il pericolo di un’amplificazione della litigiosità tra i

proprietari. L’articolo 1138 del Codice civile prevede che le norme del regolamento condominia-le non possano vietare il possesso o la detenzione di animali domestici. Di recente, i giudici di legittimità hanno sancito “un vero e proprio diritto soggettivo all’animale da compagnia nell’ambito dell’attuale ordinamento giuridico” legittimando un’interpretazione evoluti-­va e indirizzata dalle norme vigenti, che “impone di ritenere che l’animale non possa essere più col-­locato nell’area semantica concettuale delle cose” ma vada riconosciuto altresì come un “essere sen-ziente“. Il principio lo ha affermato la Cassazione con il decreto nel quale si dispone che “il gatto, come anche il cane” vada valutato, ai fini di legge, come membro della famiglia e dunque vada “collocato presso il coniuge separato con regolamento di spese analogo a quello del figlio minore“. Nel primo testo di riforma, la pertinenza del divieto toccava gli “animali da compagnia“. Nella stesu-­ra definitiva del nuovo testo della riforma, con riferimento all’articolo 1138 del Codice, però, suben-­tra la definizione animali “domestici”. Una dissomiglianza, questa, che potrebbe sollevare non pochi equivoci ed obiezioni nelle aule di giustizia. Mentre, infatti, risulta chiaramente deducibile la possi-bilità, sempre garantita, d’interdire la presenza condomi-­niale di animali esotici (come i serpenti), non è altrettanto limpido l’assetto che disciplina gli animali d’affezione, i quali non sempre possono considerarsi “domestici” come nel caso di criceti, furetti o conigli. Per le altre direttive, l’accesso degli animali non diventa completamente immu-­ne da ogni regolamentazione. E’ buona norma rispettare le disposizioni contenute nell’ordinanza del ministero della Salute, previdente tra l’altro l’obbligo, nei confronti dei proprietari dell’animale, di mantenere ordine e pulizia nell’area di passaggio, di usufruire del guinzaglio in ogni luogo e, qualora si fosse in possesso di animali con indole aggressiva, di applicare la museruola. Rimane poi vigente la responsabilità civile a carico dei pro-prietari, in caso scaturiscano danni o lesioni a persone, animali o cose, nonché l’obbligo di stipulare, in caso di animali pericolosi, una polizza di assicurazione di responsabilità civile per danni causati dal proprio cane contro terzi. Alcune prescrizioni per chi detiene animali domestici in sede condomi-niale: gli animali non sono tenuti ad essere lasciati liberi di circolare negli spazi comuni in mancanza delle idonee cautele; i proprietari devono tenere un comportamento congruo al dovere che impone loro di non nuocere alla quiete e all’igiene degli altri conviventi dello stabile. Andrea Scibetta agente immobiliare Affiliato Fiaip

Il mercato dell’ E-­nergia - risponde Elio Teodoro, Re-sponsabile territo-riale di Liguria E-nergia

Cari concittadini, in questo numero diamo nuovamente spazio alle numerose domanda che abbia-mo ricevuto allo sportello. Siamo inoltre lieti di annunciarvi, che avremo modo di dare ampio spazio ai vostri quesiti nel corso delle assemblee che stiamo organiz-zando in collaborazione con Arci Associazione dei Lucani, Auser e Circolo Ugua-glianza per il mese di settembre a alle quali abbiamo piacere di invitarvi sin da ora. Un caro saluto, Elio Teodoro.

Caro Elio, sono cliente di una impor-tante società che opera nel mercato del gas. Sono alcuni mesi che non ricevo nessuna bolletta e sono pre-occupata di trovare al ritorno delle vacanze una spiacevole sorpresa. Ogni quanto tempo il mio fornitore è obbligato ad inviarmi una bolletta? G.C. Gentile signore, molti dei nostri concorren-ti inviano ai propri clienti 4 bollette l’anno, il limite minimo stabilito dall’Autorità dell’Energia in caso di consumi superiori ai 500 smc. Per intenderci, si tratta del con-sumo di una famiglia di 2 persone che uti-lizza il gas per cucinare e riscaldare un appartamento di 50 metri quadri, dunque la maggior parte delle famiglie supera que-sto limite. Purtroppo questa prassi non consente al cliente una pianificazione ocu-

lata della spesa, causando picchi improvvisi nei consumi e importi che variano considerevolmente nel corso dell’anno. Noi di Liguria Energia dopo attenti studi, abbiamo deciso di fatturare 8 bollette all’anno, in modo tale da ridurre quanto più possibile gli importi in relazione ai consumi, e offrire la possibilità ai nostri

Energia e gas, opportunità da cogliere

clienti di controllare i propri consumi più volte. In questo modo i nostri clienti si sentono protetti perché, dal momento che l’importo delle nostre bollette tenderà ad essere il più omogeneo possibile nei diversi mesi dell’anno proprio per evitare importi troppo elevati nelle singole bol-­lette, hanno la possibilità di pianificare una spesa che li accompagna per tutta la vita. Caro Elio, molti fornitori di gas offrono tariffe molto scontate, pro-mettendo persino risparmi del 20% in bolletta. Dobbiamo aspettarci che queste offerte abbiano una durata limitata? Cosa capita allo sca-dere della promozione? M.P. Gentile Signora, molti operatori parlano di offerte strabilianti, promettendo scon-tistiche estremamente allettanti per un periodo di tempo limitato. Il mio consiglio è quello di prestare la massima attenzione a chi vi presenta offerte che garantisco-no un risparmio eccessivo, supponiamo del 20%. Vi spiego brevemente perché. Come avrà sicuramente avuto modo di notare la bolletta è composta da parecchie voci, alcune relative ai cosìdetti costi di rete ed altri correlati alle attività di vendi-ta. Buona parte di questi costi (il 40% circa se si considera un consumo medio di circa 1000 smq) non possono essere determinati dal rivenditore, perché sono appunto pagati al distributore – ad esempio “l’affitto” dei tubi e i costi per il tra-­sporto. Si tratta di “costi passanti”: sono incassati del venditore ed interamente girati ad altri soggetti. Altri importi invece, pur spettando al venditore – ad esem-pio quelli per la gestione amministrativa della pratica – sono predeterminati dall’Autorità. Infine vi sono, come sempre, imposte ed accise incassate dallo Sta-­to. Il fornitore dunque ha facoltà di variare unicamente il prezzo della materia prima, che conta per il 60% della bolletta su un consumo medio. Ne consegue che, al massimo, si potrà parlare di uno sconto del 20% sul costo della materia prima, del gas, cioè di una sola delle componenti che il consumatore paga in bolletta. Queste offerte, alle volte estremamente vantaggiose in apparen-za, prevedono però una validità limitata di sei mesi o un anno, dopo la quale i costi lievitano alle stelle, all’insaputa del consumatore. Liguria Energia le offre una tariffa agevolata, bloccata a dodici mesi, allo scadere dei quali, con un anticipo di tre mesi, la contatterà per proporle un appuntamento nei nostri sportelli per discutere insieme e concordare la tariffa più adeguata alle sue esigenze. Infatti non è possibile stabilire con largo anticipo quanto costerà il gas sui mercati internazionali, quindi è nell’interesse del cliente poter rivedere la tariffa ogni anno per cogliere meglio le opportunità di quel periodo. In questa occasione, con la consueta cura ed attenzione, la informeremo delle scelte disponibili sul mercato per andare incontro alle sue esigenze ed aiutandola a pianificare con cura la sua spesa.

ilCorniglianese/rubriche Agosto 2013

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ilCornigliamesexmese

Alla fine dell'anno 2013 decade il Consiglio Direttivo della Pro Loco Cornigliano e si andrà ad eleggere il nuovo gruppo dirigente del quale ciascun socio, se

eletto, può entrare a farne parte. Diventare socio della tua Pro Loco quindi serve per

almeno 5 buone motivazioni: 1. Se hai a cuore la tutela e il miglioramento

delle condizioni sociali, culturali e di rivalorizzazione turistica del tuo quartiere

2. Se ti interessano le iniziative e le manifestazioni che valorizzano la storia, la cultura, l’arte

e le tradizioni del nostro territorio 3. Se ritieni che la difesa dell’ambiente sia

fondamentale per qualsiasi azione di sviluppo futuro 4. Se hai voglia di impegnarti in attività sociali di

volontariato, giornalistiche e di solidarietà. 5. Se vuoi dare il tuo concreto contributo

ai cambiamenti in atto nel nostro quartiere. ISCRIVITI E COLLABORA CON LA TUA PRO LOCO

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Riportiamo quanto letto sul Secolo XIX del 7 agosto u.s. (vedi foto) e siamo veramente dispiaciuti che, nonostante ogni accorgimento tecnico intrapreso da Società Per Cornigliano con un monitoraggio continuo delle emissioni sonore, dalla Pro Loco Cornigliano e dalle altre associazioni che hanno svolto iniziative a Bombrini coinvolgendo decine di migliaia di persone in quindici serate svolte tra giugno e luglio u.s. contribuendo al rilancio turistico e culturale del nostro quartiere, si sia comun-que arrecato disturbo e danno a qualcuno (cittadini, operatori commerciali, trattorie, alber-ghi, ecc..). Fortunatamente restano in un anno altri 350 giorni di “silenzio” nei quali occuparsi di altre problematiche che riguardano il nostro quartiere (depuratore, riqualificazione, traffico, zingari, moschea, ecc..) e, perchè nò, magari proporsi come volontario (noi lo siamo tutti) nell’organizzazione di eventi più “silenziosi” come uno spettacolo di mimi. Oerre

ilCorniglianese/la bacheca Agosto 2013

Page 21: ilCorniglianese Agosto 2013

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G.S.D. Cornigliano Trentacinque anni di sport e ruolo sociale

Un po' di storia. Correva l’anno 1977, mesi otto-­bre – novembre. Un gruppo di genitori che formavano il Con-siglio di Istituto della scuola media Alessandro Volta porta-rono avanti l’idea che anche a Cornigliano i ragazzi avessero diritto ad avere la possibilità di fare sport, senza dover andare ad “emigrare” a Sestri Ponente o a Sampierdarena. Dall’idea ai fatti, si forma il primo consi-glio provvisorio del Gruppo Sportivo Dilettantistico Corni-gliano, dal quale viene eletto primo presidente Carlo Cane-strelli. Vengono formati due settori di discipline come palla-canestro e ginnastica artistica, le varie iscrizioni alle federa-zioni competenti e si parte. Nell’anno sportivo 1978/79 il numero di aderenti alle due attività raggiunge i 300 iscritti: questa era la dimostrazione che quei genitori avevano ragione e che nel quartiere vi era la necessità di avere dello sport. Le difficoltà non erano poche perché i siti dove svolgere queste attività non esistevano ed allora, con l’aiuto delle scuole e di una struttura dei padri Sco-lopi in via Minghetti, la so-cietà sempre a suo rischio ha iniziato a costruire il campo di pallacanestro in mateco all’aperto, mentre la ginnastica veniva fatta nelle scuole o in scantinati. Dal 1980 al 1986 i presidenti sono Leveratto e, per una parentesi, Gatti. Da questo si arriva con la promozione della squadra di pallacane-stro in serie D nell’anno 1984. Naturalmente dopo l’entusiasmo, la realtà e cioè che non si poteva mantenere con i costi una squadra in quel-la serie, e da lì lo scioglimento della squadra di basket. Inizia-va nel 1985/’86 il settore della ginnastica ritmica che da lì a poco dava dei risultati molto buoni, ma quando si trattò di avviare l’attività agonistica

tornarono i problemi di sem-pre perché a Cornigliano non vi erano le strutture adeguate. Nel 1986 veniva nominato presidente Carlo Canestrelli. "Trentacinque anni di sport nel G.S.D. Cornigliano sono un fatto", dice l'attuale presi-dente della Società, Giuseppe Ferrando, al nostro giornale , "e descriverne la storia non è facile. Io personalmente sono succeduto a Carlo Canestrelli, il presidente dei presidenti nella nostra Società; colui che la storia del G.S.D. Corniglia-no l'ha fatta in tutti i sensi. Ne ho ricevuto le consegne nel 2005 dopo otto anni di ap-partenenza al gruppo diretti-vo. Voglio oggi ringraziare coloro che 35 anni fa hanno deciso di formare, da un con-siglio di classe, un Gruppo sportivo che, proiettato nel

futuro, facesse sì che giovani e giovanissimi si impegnasse-ro nello sport con amore, di-vertendosi e socializzando tra loro. Socializzare sembra oggi una parola antica in un mondo dove l'insegnamento dall'alto ha spesso valori tutt'altro che etici. Grazie quindi - continua

Ferrando - a quei 40 soci fondatori che hanno for-mato il primo Consiglio direttivo; grazie a tutti quei ragazzi e ragazze che hanno contribuito con la loro attività ed il loro impegno a portare in giro per l'Italia il nome di Cornigliano; grazie alle istruttrici ed agli istrutto-ri per la loro dedizione all'insegnamento dimo-strata in questi anni; grazie ai genitori che hanno creduto in noi; grazie infine a tutti colo-ro che non posso elencare perché farei un torto a quelli dei quali potrei dimenticarmi ma che hanno contribuito a far si che questo Gruppo sporti-vo arrivasse al suo 35esimo compleanno. Ora l'obiettivo è

arrivare alle nozze d'oro", ci dice concludendo Ferran-do, "con gli identici scopi anche se i tempi son cam-biati. Dare ai giovani e ai giovanissimi la possibilità di socializzare, imparando la disciplina dello sport senza ritmi stressanti, sen-za "bruciare" nessuno vin-cendo e perdendo come nella vita". I corsi svolti dal G.S.D. Cor-nigliano sono: ginnastica artistica e ritmico-sportiva, fitness, aerobica, acrogym, step coreografico, tonifica-zione, giochi d’infanzia, corsi per diversamente abi-li, ginnastica per adulti ed un settore tennis per adulti e con corsi di avviamento per bambini a partire dai 5 anni. La sede del G.S.D. Corni-

gliano è in via Nino Cervetto, 8, a Genova Cornigliano (ex area Dufour). Puoi avere informazioni sulle attività del gruppo telefonan-do al numero 010.6511643 dal lunedì al venerdì dalle ore 15 alle ore 19. Oerre

interessati, è da sottolineare che il 25 luglio alle ore 17.

Carlo Canestrelli, il “presidentissimo” del GSD Cornigliano in una foto d’epoca durante una premiazione ufficiale. Il suo primo insediamento risale al 1977, verrà

rieletto nel 1986 quando il Gruppo Sportivo Cornigliano aveva già nove anni di vita

Giuseppe Ferrando è l’attuale presidente del G.S.D. Cornigliano. “Il nostro obiettivo, dice,

è arrivare a celebrare le nozze d’oro”

ilCorniglianese/associazionismo Agosto 2013

Page 22: ilCorniglianese Agosto 2013

GENOVA CORNIGLIANO Ufficio: V. Capo d ’ Istria,10R Tel. Fax 010 65 20 103 Officina: V. Capo d ’ Istria,7R/32-40R Tel. Fax 010 65 20 029 Www.carrozzeriastigliano.com Cell.: 349 57 15 831

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Nato a Cornigliano, Michele Sciacovelli cresce calcisticamente nel circolo di via Minghetti: indossa la maglia azzurra col giglio della squadra Dufour. Genoano da sempre, ricorda con piacere quando andava al Ferraris a vedere le gesta di Carapellese, Bea, Abbadie, Firmani. E nel 1956 assiste alla sua prima partita in serie A: Genoa—Inter. Finisce 3-1 per i rossoblù, buon segno. Nei campi di tutti i giorni, Sciacovelli gioca da terzi-no sinistro, quello che una volta porta-va il numero “3”. Il tempo di compiere 16 anni, Michele dalla Dufour passa alla Sestrese. Gioca in quarta serie, la serie D interregionale. A 18 anni lo troviamo all’Edera Pra’. “Ci allenavamo al Morte-­o” ricorda. “Gli allenatori ci preparava-­

no atleticamente ma senza nessuna tattica. La prima partita fu il derby con-tro l’Edera Pegli. Il presidente aveva promesso 5.000 lire ad ogni giocatore per la vittoria. Perdemmo. Contempo-raneamente lavoravo presso il bar dei miei genitori in via Cornigliano. Subito dopo, passo al Masone in Promozione. Mi allenavo lassù: facevo il Turchino avanti e indietro. Fu un periodo curio-so: i presidenti vantavano aziende, mo-bilifici ma a noi, soldi... zero. Ci usciva qualche mangiata. Finisco a Rossiglione

in promozione. E lì inizia l’esperienza del calcio “a sette”. Siamo nel ‘63/’64 al Rottigni-Marchisotti si gioca presso il Don Bosco di Sampierdarena: il torneo estivo più importante di Genova. Gioca-vo a destra e a sinistra. Partecipavano soprattutto bar. C’era Mainetto delle giovanili del Genoa ed il portiere Venan-zi: entrambi grandi personaggi nel calcio a sette. Troviamo anche Landini, attac-cante, Bucalo e Polignano. Il terreno era piccolissimo, pericoloso e in terra bat-tuta. Era un campo da sei ma si giocava in sette. Ai lati un cinema, una segheria, di fianco il porticato, il quarto lato era per il pubblico. Nel primo torneo del ‘66 la squadra di Cornigliano si chiamava Bar Stadio. Giocavamo con le scarpe

Superga di tela. In squadra c’era (foto sopra): il portiere Roberto, Cellerino, Manzoni; in ginocchio: Landini, Agosti-ni, Pagano ed io. Ed eccoci a luglio del 1966 al Palasport di Genova Foce. Per il secondo anno si disputa la seconda edi-zione torneo. Due squadre sono di Cor-nigliano: Bar Mike e Corniglianese Club Uguaglianza, tutte e due molto ben pre-parate. Amici che non avevano mai gio-cato insieme ma che si scoprirono fortis-simi. Loro vincono la prima partita con-tro il Don Bosco Sampdoria club. Primi

nel girone, vanno avanti contro il Santa-gostino. Vincono e disputano la semifi-nale contro la Fulgorcavi (formata da giocatori della Sestrese). Vince la Fulgor-cavi che noi incontriamo in finale. Arriva la finalissima davanti a 12.000 spettato-ri. Quel torneo era diventato un fenome-no di massa. Il Palasport ribolle, Corni-gliano è deserta. Domenica 7 agosto. Alle 21 l’arbitro della federazione fischia l’inizio di una partita da 2 tempi da 30 minuti l’uno. Si parte con l’uno a zero per la Fulgor. Subito dopo Landini pareggia e successivamente segna anche il goal del

Domenica 7 agosto 1966, tutti al Palasport Corniglianese contro Fulgorcavi: chi vincerà?

vantaggio. Chiude la partita il mio gol, a due minuti dalla fine, mentre la Fulgor cerca il pareggio. Fu una bor-data di sinistro all’incrocio dei pali. Ho visto il portiere che volava, vola-va, ma ricadde senza intercettare il pallone. Era l’anno d’oro per il calcio a sette. Pensate — ricorda ancora Sciacovelli — che nei vari tornei c’erano a disposizione anche premi importanti come motocicli e medaglie d’oro. Infine, nel 1967 il bar Mike vinse anche il torneo Coppa Baseli-ca”. E. C.

La squadra del Bar Stadio di Cornigliano in un torneo del giugno 1966 Ultimo a destra, in basso, Michele Sciacovelli

Dai giornali dell’epoca la formazione della Fulgorcavi con Sommariva, Budicin, Rusca, Rolando, Vigo, Zingariello, Gallione

Dai giornali dell’epoca la formazione della Corniglianese: Maura, Sciacovelli, Derchi, Pagano, Baiardo, Landini, Dechau. Arbitrò la partita il signor De Luca

ilCorniglianese/come eravamo, come siamo Agosto 2013

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Il francobollo di Anzalone

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Le figurine di Anzalone

ilCorniglianese/e-mail e lettere alla redazione Agosto 2013

LA FILARMONICA E IL QUARTIERE Cosa può fare la Pro Loco di Cornigliano “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?" Così diceva Nanni Moretti in un suo noto film. Beh, devo dire che nel nostro caso siamo stati più notati a causa della nostra assenza. Scherzi a parte ri-spondo molto volentieri alla lettera dell'amico Mauro Gan-dolfo, presidente della Filar-monica Corniglianese, apparsa nel precedente numero di lu-glio dove lo stesso giustamen-te lamentava l'assenza di una nostra rappresentanza ad una loro importante manifestazio-ne. Che dire? Ritengo l'appun-to di Mauro corretto anche se umanamente la Pro Loco non può presenziare a tutto e riten-go il fatto che si sia notata la nostra assenza più di quella di altri paradossalmente qualifi-cante e positivo per la nostra associazione. Alla Filarmonica ed al Suo presidente vanno le nostre scuse e, quando lo desiderano, uno spazio nel nostro giornale. Grazie per quanto fate per il nostro quartiere. Riccardo Ottonelli (segretario Pro Loco)

te è fra questi, è che fu proprio lui ad allontanarsi dalla Sala rossa nel momento della vota-zione perché non voleva che fosse assegnata la gestione dell’impianto alla Cornigliane-­se (evidentemente, diciamo per qualche motivo oscuro perché invece, secondo lui, la società non ne era degna). Altro fatto. L’anno successivo fondò insie-­me ad altri una squadra di cal-cio, il Campi, che dopo ogni vittoria gridava, nel campo della corniglianese: “Cornigliano siamo noi” a di-­mostrazione che la Corniglia-nese, sempre secondo lui, non rappresentava la delegazione. Mi fermo qui per non correre il rischio di andare a toccare que-stioni politiche ma mi corre l’obbligo di ringraziare i due politici corniglianesi che fecero fuoco e fiamme per far asse-gnare il campo alla Corniglia-nese: Mauro De Giorgio e Sal-vatore Lecce. Ora, evidente-mente qualcuno, per vie politi-che, vuole per sé la gestione del Ferrando. Cordiali saluti. Luigi Tassone

LA MUSICA E’ FINITA: ARRIVA L’ESPOSTO Una risposta per l’esposto Per anni siamo stati “assediati” dai gasometri, “avvelenati” dal benzene, “inquinati” dai conti-­nui rumori siderurgici. Dopo la dismissione siamo ormai circondati da eterni can-tieri, da colonne di tir, da un maleodorante depuratore e ultimamente anche dai campi nomadi. Il tutto è condito da una viabi-lità precaria e dall’indecisione politica su quella che sarà la destinazione finale delle aree dismesse. Ma tutto ciò sembra che per alcuni non costituisca un pro-blema anzi direi che ai più, ahimé, passi nell’assoluta in-­differenza. Nonostante tutto ciò alcune persone credono, sperano e desiderano fortemente una nuova vita per Cornigliano e per tutti i suoi abitanti. Ed è in funzione di ciò che or-ganizzano momenti culturali, feste popolari, eventi di solida-rietà e programmi di comuni-cazione cittadina quali il nostro giornale locale: Il Cornigliane-se. Ma tutto ciò non serve a “zittire” pseudo comitati i cui aderenti ritengono che qualche ora di musica e forse per qual-che decibel in più di essere privati della più desiderata ed agognata libertà: IL SILEN-ZIO. Alfonso Palo Caro Alfonso, abbiamo ripor-tato l’articolo del Secolo XIX sulla protesta di alcuni cittadi-ni a pagina 20, nello spazio dedicato alla bacheca della Pro Loco. In merito, ogni pa-rere verrà pubblicato. NdR

CORNIGLIANESE: IL PERCHE’ DI UNA CRISI Ma dov’era chi ora critica? Spettabile redazione de ilCor-niglianese, nel numero scorso è apparso nelle pagina delle let-tere alla redazione uno scritto a firma Luciano Tagliatti in cui si esprimeva rammarico per la la “scomparsa” della storica e gloriosa Corniglianese chia-mando il popolo delle associa-zioni a compattarsi per far rinascere i mitici striscioni neroverdi. Non pago di tutto ciò sprona altresì la comunità a riconquistare la gestione di un impianto sportivo ora in mano, a suo dire, ad una società e-stranea al nostro quartiere. Nobile intento quello del Ta-gliatti di voler far rinascere un calcio fatto di sociale, aggrega-zione e bla.. bla… bla... Pur-­troppo sono parole dette da chi ha sempre osteggiato la Corni-glianese. Chi scrive e firma questa lettera è conosciuto da tutti a Cornigliano vuoi per l’attività che svolgevo nel quar-­tiere, il calzolaio, ma soprattut-to per la passione sportiva che mi ha portato nel tempo ad essere presidente della Corni-glianese benemerito con meda-glia d’oro della federazione Italiana Gioco Calcio e presi-dente onorario della stessa fino alla stagione sportiva 2012/2013. Quindi scrivo con cognizione di causa. Nel 1992/1993, a seguito della ri-qualificazione di Campi, il Co-mune chiese come opere di urbanizzazione la costruzione dell’attuale impianto sportivo Italo Ferrando. Gli ammini-stratori di allora lo chiesero perché scippati nel tempo del vecchio Bacigalupo e del cam-po dell’aeroporto. Il 29 luglio 1994 tramite delibera del Con-siglio comunale venne asse-gnata la gestione alla Corni-glianese, forse unica società a rappresentare una delegazione a non avere un campo sportivo. Questo è il fatto. Quello che forse tanti hanno dimenticato, e il caro Tagliatti evidentemen-

SOTTOPASSO DI PIAZZA RIZZOLIO (Sotto) Terra di nessuno? Caro Direttore vorrei far pre-sente quelle che sono le condi-zioni in cui versa il sottopas-saggio di piazza Rizzolio. Usato da pochi per le pessime condi-zioni igienico sanitarie è oggi utilizzato come vespasiano da molti degli avventori di locali posti in prossimità. Tra circa un anno, a seguito dell’entrata in servizio della strada a mare, probabilmente non servirà più. Allora perché non tenerlo chiu-so o addirittura “tombarlo” come quello di via Minghetti piuttosto che lasciarlo in que-ste condizioni? Stefano Pastorino

PERICOLO CANNA FUMARIA I cittadini denun-ciano Ci segnalano alcuni condomini del civ. 27 di via Tonale (proprietà Arte), che intendo-­no rimanere anonimi, la criti-cità statica della canna fuma-ria che si vede nella foto. Più volte comunicata ad "Arte" la possibilità di un crollo immi-

nente del manufatto che an-drebbe a danneggiare l'edificio sottostante con palesi rischi di pubblica incolumità, pare che a oggi non sia stato dato alcun riscontro alla denuncia dei cittadini giustamente preoccu-pati .

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senza scopo di lucro Editore Pro Loco Cornigliano Autorizzazione del Tribunale di Genova n. 9/2012 del 18.04.2012 Il giornale è anche online sul sito della Pro Loco Cornigliano www.prolococornigliano.it Direttore editoriale Fabrizio Cartabianca [email protected] Direttore responsabile Enrico Cirone [email protected] Vicedirettore Simona Tarzia [email protected] Amministrazione Domenico Turco [email protected] Segreteria Riccardo Ottonelli [email protected] Redazione Anna Maria Assereto Leda Buti [email protected] Riccardo Cabona Riccardo Collu Sergio Daga Catia Di Ceglia Jose Cuffaro Marta Fasulo Astri Lidia Frascio

Alvaro Filippo Michelon Riccardo Ottonelli Guido Pallotti Cinzia Palomba Fiorenzo Pampolini Rosanna Robiglio Don Andrea Robotti Matteo Savio [email protected] Andrea Scibetta Roberto Veneziani Fotografia Agostino Razzore [email protected] Francesca Comparato Bruno D’Astice Carlo Guerra Grafici illustratori Andrea Anzalone Cristiano Calderone Adriano Sanna Impaginazione Auria Martelli Romano Oltracqua Salvatore Pilotta [email protected] Tel. 346.8837338 Ivan Lima Pubblicità Alfonso Palo [email protected] Tipografia Giorgio Bottazzi San Biagio Stampa Spa via al Santuario di N.S. della Guardia, 43 16162 Genova Tel. 010.72317.02 Collaboratori Italo Ebolo Carlo Mastrobuono Giovanni Murchio

Il giornale non ha finanziamenti pubblici

E’ stampato con carta ecologica

in 15.000 copie

Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo

Articolo 14

1. Ogni individuo ha diritto di cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni. 2. Questo diritto non potrà essere invocato qualora l’individuo sia realmente ri-­cercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.

Articolo 15

1. Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza. 2. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza.

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Ho 35 anni e sono parroco dei SS. Andrea e Ambrogio di Cornigliano e di N. S. di Lourdes e S. Bernardette in Campi. Nato a Genova, da bam-bino e da ragazzo, ho partecipato alle attività della parrocchia dell'Immacolata. Dopo il liceo scientifico "Da Vinci", a 19 anni sono entrato nel Seminario e l'8 giugno del 2003 vengo ordinato sacerdote dall'allora arcivescovo

mons. Bertone. Ex vice-parroco di S. Caterina e di S. Sabina, nel 2010 arrivo a Cornigliano. Ho imparato a conoscere il quartiere negli ultimi tre anni e ho trovato tanta collaborazione e voglia di fare. La strada che ho intrapreso è una risposta alla chiamata di Dio (che in qualche modo riesce sempre a farsi capire) che mi chiedeva di non pensare solo a me stesso ma di guardare oltre e di essere a servizio Suo e degli altri. Papa Francesco ripete spes-so di non lasciarci "rubare la speranza" e penso che questa sua frase sia un messaggio anche per tutti gli abitanti di Cornigliano!

Sono nato il 1° febbraio del 1936 a Montepastore in provincia di Bologna. Ap-partengo all'Ordine dei Ca-nonici Lateranensi, la cui regola si ispira a S. Agostino e per la quale viviamo la nostra vocazione facendo vita comune fra diversi sa-cerdoti. Dopo essere stato in alcune parrocchie sparse nel Centro e nel Nord Italia, nel 2003 divento parroco di S. Michele Arcangelo di Coronata dove rimango fino

all'ottobre del 2012. In questi anni ho cercato di essere a disposi-zione delle persone del quartiere, ascoltandole e, quando era possibile, aiutandole. Ora da quasi un anno sono a Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, ma continuo a seguire (anche con un po' di nostalgia) le vicende del nostro quartiere e del no-stro giornale.

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ilCorniglianese/redazione Agosto 2013