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Anno 1 - Numero 19 - Domenica 13 novembre 2011 Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - [email protected] - Distribuzione gratuita Non trovando il suo letto... ENTRÒ NELLE CASE! L’acqua del fiume Sebeto esonda ed invade le strade e le case in zona Lufrano.

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IlGiornale di Casoria

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Page 1: IlGiornale di Casoria

Anno 1 - Numero 19 - Domenica 13 novembre 2011

Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - [email protected] - Distribuzione gratuita

Non trovando il suo letto...

ENTRÒ NELLE

CASE!

L’acqua del fiume Sebeto esonda ed invade le strade e le case in zona Lufrano.

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2 il giornale di Casoria • Domenica 13 novembre 2011

E D I T O R I A L E

La notte della RepubblicaGli scenari della politica da Roma in giù.di Giuseppe Storti

Siamo nel baratro! E’ la dichiarazione di queste ore, mentre scriviamo del Presi-dente degli industriali Emma Marcega-

glia. Mercoledì 9 novembre: fine dell’era Ber-lusconi. Diciassette anni protagonista: nel bene e nel male delle politica italiana. Non avrebbe mai potuto immaginare una fine così inglorio-sa. Sospinto ormai da tutti: anche gli amici più fidati a dimettersi. Soprattutto dai mercati in-ternazionali che lo hanno identificato come il male assoluto per il sistema Italia. Lo spread : il differenziale di rendimento tra titoli italiani e quelli tedeschi vola verso vette mai raggiunte. In soldoni significa che Il Tesoro italiano per vendere i titoli di stato che servono a finanzia-re il debito nazionale, deve offrire rendimenti sempre più alti. Oggi il 7% di interessi. E ciò nonostante, le aste dei Bot a tre mesi, stanno andando deserte. Una crisi di fiducia e di credi-bilità così bassa verso il nostro paese non si era avuta neppure nel dopo guerra. La gente teme per i propri risparmi. Molti iniziano a ritirare i soldi dalla banca a piccole cifre: per non dare nell’occhio. C’è paura per gli impegni che il Governo ha assunto nei confronti dell’Europa, ma soprattutto nei confronti del Fondo mone-tario internazionale, che ha messo sotto tutela l’Italia. Oggi, grazie ad una politica incapace, chiusa nella torre d’avorio dei propri privilegi e dei proprio scandali, in primis sessuali, l’uni-ca istituzione che gode ancora di autorevolez-za e rispetto in tutto il mondo è il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Gover-no tecnico o elezioni subito: e’ questa l’ultima tentazione di una classe politica squalificata e senza senso delle istituzione e degli interessi del Paese. Siamo giunti ad un punto di non ritor-no: e’ la notte della Repubblica. Ovviamente lo scenario che si apre avrà un effetto domino. Da

Roma, alla Regione Campania, arrivando alla nostra città. Se si va alle urne agli inizi dell’anno prossimo, tutto potrebbe cambiare. Il richiamo dei palazzi romani, potrebbe coinvolgere anche Casoria. Staremo a vedere. Sarebbe auspicabile almeno una riflessione sui veri interessi generali e non solo sugli interessi privati. Ma abbiamo il legittimo dubbio che così non sarà. Ci è giunto sulla bacheca del profilo del Giornale un comu-nicato del comitato: no! Discariche Comuni a Nord di Napoli. Ecco uno stralcio: “LIBERA-RE GLI STIR DI GIUGLIANO E TUFINO DALLA FRAZIONE DI RIFIUTO CER 19.05.03 (compost fuori specifica), quindi umi-do percolante a tutti gli effetti (sappiamo benis-simo cosa c'è oggi in quegli stir), per utilizzarlo

quale biostabilizzato (ma lo è veramente?) in 3 cave individuate ad Acerra e Casoria. Il risulta-to sarà LE ENNESIME DISCARICHE SUL NOSTRO TERRITORIO!!!!!! BASTA!!!! SPERIAMO CHE I SINDACI DEGLI 8 COMUNI DELL'AREA ACERRANA NON FIRMINO QUESTO ACCORDO MA COLGANO QUESTA OCCASIO-NE PER PROPORNE UNO VIRTUOSO SULLA STESSA LINEA DI QUELLO DEI PAESI VESUVIANI, DOVE SI RINNEGA CON CHIAREZZA CHE IL SISTEMA DI SMALTIMENTO 'ARCAICO' LEGATO AI 'FOSSI' (ancorché nobilitati quali 'ripristi-no ambientale di siti degradati' dove conferire rifiuti presenti negli STRIR), E' UNA LOGI-CA AMPIAMENTE PERDENTE E SONO PRONTI AD IMPEGNARSI TOTAL-

MENTE SU UN PIANO DI DIFFEREN-ZIATA E IMPIANTISTICA VINCENTE!! L’abbiamo riportato coi caratteri cubitali, così come ci è stato trasmesso. Ovviamente, atten-diamo riscontri che non possiamo fare oggi, mentre stiamo per chiudere le bozze del Gior-nale. Ma confidiamo nella trasparenza dell’As-sessore Tignola, che dall’inizio del suo mandato, e gliene rendiamo merito, ha impostato il suo lavoro con un dialogo serrato e limpido con i cittadini. Dopo aver scampato il pericolo della centrale a biomasse, non vorremmo ritrovarci con un’altra bomba ecologica sul territorio. Ci auguriamo che sia un’ipotesi di lavoro. O me-glio ancora una voce infondata. La nostra città è terra di tumori, tra i più devastanti e invasivi. Determinati da un vero e proprio stupro del territorio. Ora basta! Ma c’è una notizia buona. La diamo volentieri. La consegna del cantiere per i lavori di ripristino dello Stadio cittadino intitolato al santo patrono della città: San Mau-ro. L’intervento prevede il restauro della tribuna centrale, la posa di due ulteriori “torri fari” e il riattamento del campo di gioco. Su indicazione del Sindaco e dall’Assessore D’Anna si è convenuto di procedere ad in-terventi migliorativi del progetto previsto dal finanziamento di 900mila euro del Coni tra i quali il possibile ricorso all’impianto di erba sintetica in luogo di quella naturale. Tempo un anno, secondo le previsioni dei tecnici per resti-tuire alla città l’impianto sportivo cittadino. In-tanto le forti piogge registrate a fine settimana scorsa, hanno provocato panico e allagamenti, in particolare nella zona Lufrano. A seguito dell’esondazione del fiume Sebeto. Due segnali negli ultimi giorni dello stato di grave dissesto idro-geologico del nostro territorio. La voragine a Via Martiri d’Otranto, e lo straripamento del Sebeto. Ancora una volta i nostri santi: noi ci crediamo, hanno protetto i casoriani. Cemento e condoni: questi i mali del territorio. Passati, e presenti. Per il futuro, ci aspettiamo norme se-rie ed efficaci di salvaguardia dal territorio dal P.U.C.(piano urbanistico comunale). Sarà così?

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3il giornale di Casoria • Domenica 13 novembre 2011

I L F A T T O

Non trovando il suo letto ENTRÒ NELLE CASE!L’acqua del fiume Sebeto esonda ed invade le strade e le case in zona Lufrano.di Pina Paone

Visitato da Petrarca e cantato dagli an-tichi, oggi la sua storia sembra quasi un’opera di fantasia, più un dato cul-

turale che un’ipotesi idrogeologica; eppure, per secoli, ha attraversato Napoli, tuffandosi

nel Golfo. Almeno fino a quando le scelle-rate e numerose trasformazioni urbane non lo hanno prima ridimensionato e deviato nel suo percorso e poi letteralmente sepolto, sotto infinite colate di cemento e , soprattutto, di indifferenza.Il cemento è impermeabile, la terra di acqua si nutre, la beve l’acqua la terra: Arpino è fo-derata di cemento!Negli anni ‘80, ma ancor prima, quando la città era ormai satura , la gente si spostava a vivere in provincia ed Arpino diviene affollata ed affamata di spazio e a farne le spese fu so-prattutto il fiume ed ancora oggi si continua a costruire, nonostante un Piano regolatore che

Genova non è poi così lontana da noi!Parco Sebeto allagato, tombini risucchiati dall’asfalto e voragini senza protezione a portata di tutti.di Raffaella Battinelli

Accendendo la televisione o leggendo i giornali, si resta inorriditi apprenden-do quanto stia accadendo nella città di

Genova in questi giorni. Eppure dalle nostre parti non è poi così diverso: dopo la forte piog-gia scesa tra sabato notte e domenica mattina, è stato inoltrato un avviso di evacuazione di una zona di Via Lufrano, in particolare quella occupata dal Parco Sebeto. A quanto pare mol-te abitazioni in loco si sono completamente ri-empite d’ acqua. Le stesse sono generalmente dotate di scantinati di circa un metro e mezzo che sono solite allagarsi molto facilmente, an-che quando non piove e l’ altro giorno la pau-ra è stata fortissima, quasi tangibile. In molti hanno temuto il peggio e la preoccupazione è aumentata quando è stato dato l’ avviso di

una possibile evacuazione anche perché ciò avrebbe significato lasciare le proprie abita-zioni, oltre che in balia della furia dell’ acqua, anche degli eventuali e possibili saccheggi. Per fortuna col cessare della pioggia l’allarme è rientrato ma c’ è mancato proprio poco … Il punto è che in una zona già sommersa di problemi, ci mancavano solo i problemi con l’ acqua! La gente non ne può davvero più di combattere ed è esasperata dal fatto che non le è concesso nemmeno dormire sonni tranquil-li. “Ma che dormire?!” urla un’ anziana signora “Qui si rischia la vita pure mentre si dorme!”. E come si fa? Chi ci garantisce che la situa-zione verrà gestita o quantomeno controllata da mani sicure(e pulite )? Certamente non ci si potrà affidare a certe ditte di costruzione … Non c’è niente da fare, in ogni disgrazia o di fronte a qualsiasi genere di problematica, c’ è sempre qualche lupo travestito da agnello. E allora, “Non ci resta che piangere”? Speriamo al contrario di poterci ridere sopra quanto più presto è possibile. Proprio per farci una risata, proporrei di fondare un’ iniziativa, l’ iniziativa “ATTENTI AL TOMBINO”. Eh si! Sempre dopo il forte acquazzone dei giorni scorsi in più punti di più strade della nostra amata e ri-dente cittadina (cosa avrà mai da ridersela, io non l’ ho capito ) si sono aperte delle voragini mostruose ma, poiché fotografare buche non rientra tra i miei passatempi preferiti, mi li-

miterò a raccontarvi della più assurda che ho trovato: percorrendo Via Giotto, all’altezza di un bar situato all’ angolo, sulla sinistra, si potrà ammirare un ex tombino che ormai è sprofon-dato talmente tanto che se lo si volesse recu-perare, ci si troverebbe direttamente dall’ altra parte del mondo. Ebbene cari lettori, poiché non è stato segnalato se non con una sbarra di ferro che sporgendo ha già distrutto l’ intera fiancata di una macchina, per evitare ulteriori incidenti di percorso … beh fate un po’ voi! Per i veri appassionati poi, se volete collezionare il numero più alto di buche mostruose, se ne trovano a bizzeffe lungo tutta Via Ventotene, la tormentata strada adiacente a Via Nazionale delle Puglie che già cade a pezzi di suo a causa di tubature perennemente in perdita, per non parlare poi dei notevoli peggioramenti quan-do piove(acqua da tutte le parti,via cielo e vie sotterranee). Ritornando con un salto alla zona di Via Giotto e tralasciando il fattore pioggia, bisogna dire che già da qualche mese è pre-sente una super voragine subito dopo il gior-nalaio che,a suo tempo mobilitò addirittura i Vigili che dovettero arrivare in soccorso di un auto che vi era rimasta incastrata. Cosa pensate abbiano fatto i nostri supereroi?! La risposta è semplice: hanno piazzato un segnale stradale all’interno dell’enorme buco e… STOP. Il buco è ancora lì, più profondo che mai, che attende di inghiottire qualche malcapitato passante.

ne fa espresso divieto: si costruisce a ferrago-sto e di notte…tanto poi c’è il condono! E gli organi preposti al controllo evidentemente a Ferragosto sono in vacanza e di notte dor-mono…Tanta paura domenica per l’esondazione del Sebeto ,ma soprattutto immagini di un tri-stissimo degrado e qualcuno mormorava:” Siamo stati fortunati, non è morto nessuno, come in altre parti d’Italia!” Saremo ancora così fortunati, in futuro? L'ìnfanzia è il luogo dei ricordi, delle fiabe e della memoria più bella e mi ritorna in mente la Terra e penso a ritroso a coloro che han-no avuto cura millenaria dell’ambiente. Ed è proprio la Terra, montagne di Terra che, a nome mio e di tutti i cittadini di Arpino, con-trappongo al cemento armato, contrappongo all’acqua furiosa, contrappongo all’incoscien-za di molti, contrappongo all’incuria degli amministratori. Dopo tante emergenze, abbiamo bisogno di un po’ di normalità: sarebbe la rivoluzione per eccellenza!

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4 il giornale di Casoria • Domenica 13 novembre 2011

P O L I T I C A

Intervista al Presidente del Consiglio Comunale PASQUALE FUCCIO«Se cambia la maggioranza il Sindaco si dimetterà. Sui dirigenti la posizione del PD è chiara: ridurre gli esterni». di Rosa Davide

Avvocato, può spiegare ai nostri lettori quali sono le iniziative a cui sta la-vorando, in qualità di Presidente del

Consiglio Comunale?Ho lavorato nel mese di agosto, alla modifica di un regolamento del consiglio comunale che prevedeva innanzitutto la riduzione del numero delle commissioni e dei membri che vi parte-cipavano, ma anche tempi certi nella approva-zione degli affari consegnati alla commissione oltre ad introdurre uno strumento di notifica a mezzo posta certificata, con evidente riduzio-ne di costi e aumento di efficienza. Infine nel regolamento c’era l’introduzione del “Question Time”. Il consiglio comunale purtroppo ha rite-nuto opportuno, con il mio voto di astensione, di rinviare l’approvazione dopo la discussione nella commissione competente. Ho mante-nuto la promessa fatta nel consiglio comunale dell’insediamento, provvedendo ad aumentare i posti per il pubblico attraverso la collocazione di n.80 sedie; ho incontrato 13 presidenti del consiglio comunale dell’area a nord di Napo-li per istituire una consulta dei presidenti del consiglio su temi che riguardano l’area metro-politana ovvero il contrasto alla criminalità or-ganizzata e lo sviluppo ed occupazione. Inoltre

ho istituito un tavolo di concertazione mensile con i sindacati per discutere dei problemi della città e recepire eventuali suggerimenti e/o cri-tiche. Ho iniziato con le scuole un programma che coinvolgerà anche la camera dei deputati ed il Senato finalizzato a far partecipare gli stu-denti ad un programma di educazione alla vita Politica del Paese che partirà ufficialmente da Gennaio dell’anno 2012. Il consiglio comunale è il principale organo collegiale dell’ente territoriale locale. Cre-de che i cittadini ne percepiscano realmente l’importanza?Purtroppo no. Nel nostro Paese vi è una perce-zione della politica molto negativa. Indubbia-mente chi la rappresenta, anche ai livelli locali, dovrebbe sforzarsi a comprendere il momento delicato che vive il Paese e dare dei segna-li diversi mossi principalmente nel solco della efficienza ed economicità. Solo così possiamo riconquistare la fiducia dei cittadini.Gli ultimi consigli comunali si sono svolti in un clima che certamente non si può definire tranquillo. Crede che si possa parlare di una vera e propria frattura all’interno della mag-gioranza?Non c’è una frattura ma solo divergenze sul raggiungimento degli obiettivi. Noi vogliamo fare in modo che la gente si renda conto che c’è differenza con il passato e che la città viva una nuova stagione di rinascita. Sono questi anche gli obiettivi del sindaco Enzo Carfora, per que-sto dico che non vi è alcuna frattura. Quali sono le motivazioni che, nonostante il suo ruolo all’interno dell’assemblea, durante la seduta del consiglio sulle nomine dirigen-ziali, l’hanno spinta a sostenere la linea porta-ta avanti dal suo partito?Intanto penso di aver dimostrato che non ri-nuncerò mai al mio ruolo di garante della as-

semblea e dei consiglieri comunali che la rap-presentano, fin quando farò il Presidente del Consiglio. Ciò non toglie che sono stato eletto nelle liste di un partito, il Pd, e che in campagna elettorale ho raccolto il consenso promettendo di lavorare affinchè l’azione amministrativa ve-nisse improntata sulla massima efficienza e sulla economicità. Sui dirigenti il gruppo consigliare del PD ha rappresentato una posizione chiara e condivisibile, sposata dai sindacati tutti , ovvero la riduzione dei dirigenti esterni (economicità) e la premialità delle figure interne di particola-re merito (efficienza). Il Sindaco ha ritenuto di operare diversamente assumendosi la responsa-bilità di queste scelte.Alcuni consiglieri hanno preannunciato un possibile riassetto della maggioranza. Cosa pensa a tale riguardo?Ha risposto per tutti il Sindaco di Casoria con una chiarezza che non lascia libere interpre-tazioni, affermando: “Non ho mai creduto ai Governi Scilipoti” e, se dovesse cambia-re la maggioranza, ha aggiunto: “Io mi di-metto”. Insomma la chiarezza del Sindaco non può che rafforza-re la stima e la fiducia personale verso l’uomo e verso il politico. Non so dirle se altri allena-tori “sine titulo” stiano lavorando per l’allarga-mento e la sostituzione dei consiglieri dissiden-ti, sinceramente poco mi appassiona.A pochi mesi di governo, ha fiducia in quest’amministrazione? Crede che i cittadini possano averne?Lo start up di ogni amministrazione nascon-de insidie e difficoltà e non posso negare che la maggioranza non ha trovato ancora la giusta organizzazione per dimostrare la forza esplosiva e rivoluzionaria che risiede in molti di noi. Cer-to le macchinazioni ed i giochi di palazzo non ci aiutano, ma la fiducia ed il gradimento resta molto alto rispetto al Sindaco che sono sicuro riuscirà a trovare quella sintesi necessaria che molti di noi invochiamo. Resta un uomo per-bene ed i cittadini questo lo sanno, il tempo e la pazienza sono convinto che faranno emergere il meglio di questa amministrazione.

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5il giornale di Casoria • Domenica 13 novembre 2011

A R P I N O

La scuola degli orrori!Scuola elementare Cimilarco: ma quale scuola?di Raffaella Battinelli

È ormai da qualche anno che i bambini della scuola elementare Cimiliarco(ei fu) sono stati abbandonati a loro stessi.

Gli enormi disagi sono stati resi noti più volte ed in più occasioni dalle stesse mamme che con fervore si sono prese l’incarico di contat-tare le forze dell’ordine e le autorità comunali ma purtroppo senza vedere nessun cambia-mento. Nonostante la situazione sia disastrosa ed una svolta decisiva tardi ad arrivare, que-ste valorose ed agguerrite “combattenti” non si arrendono anzi, sperano sempre più che le cose cambino davvero. L’augurio è che con il cambiamento del direttore d’orchestra cambi anche la musica. Ce ne sarebbe tanto bisogno ed aggiungo anche che SAREBBE ORA! La scuola in questione è quell’edificio che appare impacchettato da tanti bei sigilli(a causa di un crollo) e che è quasi sommerso dalla incolta vegetazione circostante … Non mi sto rife-rendo ad un castello dell’orrore allestito per festeggiare Halloween; quella che vedete pas-sando per Via Nazionale delle Puglie è proprio una scuola! Da qualche tempo però i bambini sono stati “traslocati” in un altro edificio che verte in una situazione ben peggiore: il soffitto se ne cade a pezzi e quando piove, cade acqua in classe. Qualche tempo fa un bambino è sci-volato e si è fatto molto male; il pavimento non era munito delle necessarie strisce anti scivolo. La cosa più preoccupante a riguardo,

specialmente con l’ arrivo del maltempo, è la totale assenza di uscite d’ emergenza. A quan-to pare lo spauracchio della tragedia di Geno-va non è poi così distante da noi! Il personale è al minimo e soltanto quindici giorni fa sono arrivati i telefoni fissi. I riscaldamenti sono regolati al massimo della temperatura, sen-za possibilità di fare diversamente; in questo modo i bambini sono condannati a saune invernali ed eccessivi sbalzi di temperatura (influenza tutto l’an-no ed ecco spiegato il boom dei vaccini). Il problema quasi op-posto sorge d’ estate quando il sole pic-chia forte e non esi-ste possibilità di ripa-ro poiché le persiane sono fuori uso e sono onnipresenti vetrate in plastica che simu-lano in pieno l’ effetto serra. Sono stati uti-lizzati dei blocchi di cartongesso per cre-are delle classi in più che la struttura origi-nariamente non pre-disponeva in quanto nata come asilo nido. Il dramma assoluto sono i bagni! Ce ne sono due in tutta la scuola e, per essere utilizzati, i bambini sono costretti a lunghissime traversate passando all’interno delle classi stesse; almeno c’è la compagnia dei topi…E’ utile sapere che esiste un documento importantissimo: “La Dichiarazione di Gine-

vra dei diritti del fanciullo”.Questo dichiara che:1) Il bambino deve essere messo in grado di svilupparsi normalmente, materialmente e spiritualmente;2) Il bambino che ha fame deve essere nutrito;il bambino malato deve essere curato; il bambino tardivo deve essere stimolato;il fanciullo fuorviato deve essere recuperato;l’orfano e l’abbandonato devono

essere raccolti e soc-corsi.3) Il bambino deve essere il primo a ricevere soccorso in caso di neces-sità.4) Il bambino deve essere messo in grado di guadagna-re la sua vita e deve essere protetto da ogni sfruttamento.5) Il bambino deve essere allevato nel sentimento che le sue migliori quali-tà dovranno essere poste al servizio dei suoi fratelli.6) Il bambino ha diritto ad un’istruzione. E noi?! A dispetto di tutta questa bella informazione, che fine fanno i nostri

figli? In che modo vengono tutelati? Siamo maturi e responsabili a tal punto da provve-dere materialmente a cambiare le cose? Pas-siamoci una mano sulla coscienza e, prima di sputare sentenze avvelenate su ciò che andreb-be fatto, domandiamo a noi stessi “Cosa faccio io nel mio piccolo per cambiare le cose?”

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6 il giornale di Casoria • Domenica 13 novembre 2011

I L F A T T O

Semafori spenti: riaccesi tra 15 giorniL’Assessore Casillo e il Comandante della Polizia Municipale Pezzullo.di Daniele De Vecchi

Questione semafori a Casoria. Dopo “anni” di mancato funzionamento dei segnali a intermittenza, oggi sembra

essere arrivati a un punto di svolta. Secondo le dichiarazioni di Pezzullo comandante della polizia municipale del comune:”Ripareremo il tutto in circa dieci, quindici giorni, i la-vori per la riparazione cominceranno con-testualmente per tutti i segnali, e nulla sarà tralasciato”. Fatto su cui si è espresso anche Casillo, assessore attività produttive e polizia municipale:”Purtroppo tutto è andato a rilen-to a causa della mancata volontà e costanza da parte dei funzionari preposti prosegue - il sistema è stato disattivo per troppo tempo. Ma ora viste anche le lamentele dei cittadini,

è giunta l' ora di farsi avanti”. Il problema, come menzionato, risale a molto tempo fa. Le segnalazioni lampeggianti, smisero di funzio-nare uno a uno e senza rimedio. Furono instal-lati, com'è lecito, per agevolare la viabilità in un'area perennemente affollata da auto, traffi-co e inciviltà. Per un po', a detta dei cittadini “un brevissimo periodo”, la cosa andò bene, come avrebbe dovuto. Il rimedio risultò effi-cace, anche per timore di un sistema di vide-ocamere di controllo, gli automobilisti “una volta tanto” si adeguarono alle regole, e nella cittadina si respirava un po' di sereno. Poco è bastato che i guasti cominciarono a colpire pian piano tutti i semafori. Dapprincipio solo luci gialle lampeggianti per avvertire di pro-cedere con cautela. Di poi, la fine e il manca-to funzionamento di tutti “uno ad uno”. Inu-tile dirlo ben presto, tornò il caos. “Macchine suonanti, auto che sbucavano da ogni vico, incidenti, mancato rispetto delle precedenze” alcune delle varie proteste riportate dai resi-denti, che furono nuovamente costretti a sop-portare una situazione che si credeva ormai essersi lasciati alle spalle. Ultimamente, circa un mese fa, l' ultima “brutta notizia”. Anche

il famigerato “avvertimento luminoso” sito in strada Sannitica, ai confini con la vicina Afragola, ha cominciato a dare segni di cedi-mento, fino alla completa rottura. Fatto che, ovviamente, ha sconvolto l'intera comunità. I casoriani hanno accusato ancora ingorghi, rallentamenti e mancato rispetto del codice della strada. Fino alla totale soluzione giunta, come ha affermato il comandante proprio nel momento più opportuno. Eppure, nonostante le promesse, e l' inizio dei lavori, per Casoria, prevale ancora un certo scetticismo. Qualcu-no avrebbe addirittura azzardato, manifestan-do il proprio disappunto, il fatto che le opere di ripristino potrebbero cominciare e finire in men che non si dica. Stando ad alcune dichiarazioni:”Io non credo ancora alla fata turchina- ha dichiarato con ironia Giovanni, storico abitante - dicono sempre così faremo diremo aggiusteremo.. poi o si comincia e si finisce, o ci vuole troppo tempo o i lavori la-sciano il tempo che trovano. Non credo più alle chiacchiere, a meno che non siano avva-lorate dai fatti”. Di parere non diverso Teresa, altra cittadina:”Io non credo che tutto possa avvenire in maniera così celere, a dire la ve-rità sono molto scettica – continua - ma mi incuriosisce constatare di persona l' inizio dei lavori. Solo allora avrò fiducia”. Il ripristino delle indicazioni a intermittenza, dovrebbe essere concluso entro metà dicembre. “Verità o bugia” così come si comincia ironicamente a scommettere, è una cosa che potrà essere constatata solo a breve.

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7il giornale di Casoria • Domenica 13 novembre 2011

I L C A S O

Lo STATO PIETOSO della Villa comunaleUn progetto in origine ambizioso abbandonato a se stesso.di Luca Scialò

Forse, in tempi di ristrettezze eco-nomiche come quelli che stiamo vivendo, i Parchi pubblici sono

un lusso che i Comuni non possono più permettersi. O quanto meno, sono pochi i Comuni in grado di dedicare una voce del proprio bilancio alla loro manuten-zione, per preservarne uno stato quanto meno dignitoso.Non è esentata dall’abbandono neppure la villa comunale della nostra cittadina, costruita circa vent’anni fa. Per un pro-getto molto ambizioso per estensione, vegetazione, strutture ospitate (pista di pattinaggio, giochi per bambini, casina a monte), perfino una fontana che ricor-da (con le dovute proporzioni) quella della Reggia di Caserta. Ovvero piaz-zata a monte, a forma di gradoni in di-scesa. Infine, vi sono presenti una pista circolare in terra battuta per poter fare jogging, due laghetti, panchine e tavoli-

ni. Quando aprì era perfino presente un pony sul quale potersi fare un giro.Ma a parte la vegetazione, ben curata e molto fitta, e una fontanella per ab-beverarsi tenuta ancora bene, il resto è oggi in totale abbandono e deca-denza. Colpa, ovviamente, an-che dell’inciviltà delle persone. Ma è ovvio che negli anni, se non viene effettuata una degna quanto normale manutenzione da parte delle amministrazioni locali, tutto finisce nel degrado. A Casoria poi, due anni di com-missariamento in sei anni, non hanno certo fatto bene.Alcuni anni fa, furono anche inserite delle opere d’arte mo-derna; le quali oggi sono abban-donate qua e là negli angoli del Parco, mortificate da scritte e ruggine. Come anche i giochi e le pan-chine.Ma la mia sensibilità (e forse anche di chi legge) verso la natura, mi porta a soffermarmi su un altro aspetto molto più triste di questa vicenda, perché pa-tita sulla pelle – anzi meglio dire sulle penne – di chi non ha alcuna colpa, né può esprimere la propria sofferenza: gli

animali. Nella fattispecie, due povere ochette. Le ultime rimaste. Le povere bestiole sono costrette a vivere - anzi, meglio dire sopravvivere – in una vasca senz’acqua. Laddove un tempo vi era un dignitoso laghetto.E pensare che da bambini, quando gio-cavamo col pallone, ci lamentavamo quando il libidinoso oggetto sferico fini-va in acqua. Forse allora desideravamo che non ci fosse l’acqua. Ma eravamo piccoli, incoscienti. Più grave, invece, quando ad essere incosciente è l’ammi-nistrazione politica locale.

Speriamo che la Giunta che ci ammini-stra (almeno sulla carta) faccia qualco-sa. Per i bimbi e gli anziani, maggiori frequentatori del Parco. Ma anche per queste povere e desolate ochette. Spe-rando che, prima della loro dipartita, quella tanto sospirata acqua la riesca-no a vedere. Le loro compagne non ce l’hanno fatta.

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8 il giornale di Casoria • Domenica 13 novembre 2011

A T T U A L I T À

ne raccomanda la restituzione, perché, hai visto mai, qualcuno potrebbe esse-re tentato da sì congruo e produttivo furto…e così, signore giovani e non più tali, uomini e donne di buona volontà si apprestano ad avvitare le luci d’occasione sulle ribalte delle tombe dei propri cari e quando, caso non raro, non si ottiene l’ef-fetto desiderato, nel senso che “luce non fu”, ecco la veterana “elettricista fai da te” che suggerisce: "Basta ca nce mettite nu’ poco d’acqua, subeto s’appicciano!": un attimo di per-plessità: <<E se poi, per effetto dell’acqua, l’anno prossimo le luci dovessero met-

terle a me? ( per l’anno in corso, data la situazione, non avrei alcu-na speranza! )>>, ma il dubbio è dissolto dal pronto intervento della saggia nonnina a cui non è sfuggito il nostro disappunto : << Nun ve preoccupate, non ‘a pigliate a‘ currente, chell’è a bas-sa tensione, io stu fatto o faccio ‘ a na’ vita! >> …Dunque, quale incoraggiamento potrebbe essere più efficace della testimonian-za vivente di chi è avvezzo alla miniscossa sepolcrale? E allora, bando alle ciance e, con l’aiuto delle buonanime, vai con il goc-cio di H2O e…luce fu! Grande

la soddisfazione, in crescita l’autostima, spettacolare la vittoria contro disservizi storici ed endemici delle nostre terre! Anche quest’anno, il due novembre è stato, pertanto, degnamente commemo-rato, ma se tutti tornassimo a “candele , candelotti e sei lumini ( ma anche di più ) di decurtisiana memoria, non sarebbe soluzione migliore al cospetto di un tour de force che tacita le coscienze di molti, alimenta le entrate di qualche ente, ma non certamente beneficia le anime dei defunti? Ai vivi l’ardua risposta!

Ogni anno, il due novembre…La commemorazione dei defunti tra disservizi soliti ed insolite soluzioni.di Margherita De Rosa

Come recitava il grande Totò, ogni anno, il due novembre, è d’uopo recarsi al cimitero, anche se, in

detto luogo, a ridosso della Commemo-razione, ci si va, a forza o a buona voglia, parecchie volte, e non per onorare i de-funti, bensì per sperare che, alme-no nel giorno ad essi consacrato, siano espletate quelle pratiche di pietà, più care ai vivi, probabil-mente, che a quanti sono ormai in ben altra dimensione; ma, po-lemiche e velleità filosofiche a parte, cerchiamo di capire cosa accade a chi si dispone ad ornare le tombe dei compianti trapassati con fiori, certamente, ma, in spe-cial modo, con le “tradizionali” “luci occasionali” , e l’ossimoro non è affatto casuale. Almeno con un mese d’anticipo vengono recapitati a domicilio i bollettini, doverosamente compilati in ogni loro sezione, da pagare con tempestività, in modo tale che, grazie ad un’ “eccezio-nale convenzione” con Poste Italiane, si garantisca la ricezione dell’importo all’ente predisposto e si proceda, con al-trettanta tempestività, all’allacciamento delle famigerate lampade. Tutti, dunque, rianimati dalla velocizzazione dell’iter e consolati dal mancato obbligo di dover fare più volte la spola tra casa, luogo di lavoro e cimitero, si adoperano per effet-tuare il pagamento in tempi assai celeri, nella certezza di recarsi, a fine ottobre,

al camposanto e vedere il tutto allestito perfettamente e nei tempi canonici, così come assicurava la lettera di accompa-gnamento dei bollettini: ebbene, la fi-ducia, nella stragrande maggioranza dei casi, è stata mal riposta, poiché, anche quest’anno, il 31 ottobre, molte nicchie erano sprovviste delle lampade e, come al solito, si è scatenata la caccia all’elet-tricista di turno! Eh si, perché mai pro-fessionista dell’allacciamento elettrico fu più ricercato e, poiché la mano d’opera scarseggia, ecco che si fa strada il più bie-co accaparramento del mago del filo ra-mato, previa promessa di giusta ed equa

ricompensa…purtroppo, talvolta, il cor-teggiamento non va a buon fine, i pre-tendenti sono troppi e qualcuno rimane al palo: e allora? Chi apporrà pietosa-mente le luci sul loculo del caro estinto? Niente paura! Il “mastro” dispensatore dell’agognata lampadina è là, compren-sivo ed incoraggiante, pronto a prendere visione dell’avvenuto pagamento e a di-stribuire il numero legale di lampade e anche di più, previdente, in quanto con-sapevole che qualcuna potrebbe essere fulminata, e prudente dal momento che

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A T T U A L I T À

Petizione per la costruzione del cimitero cittadino comunale.di Antonella Storti

“Deorum Manium jura sancta sunto”. La citazione compare come epigrafe nei “Sepolcri” di Foscolo e signifi-

ca “siano sacri i diritti degli dei Mani” che, nell’antica religione Romana,erano le anime dei defunti. Nessuno al giorno d’oggi sognerebbe d’andare a ripescare una così arcaica espressione. Tuttavia, la sacralità dei luoghi della memoria e l’im-portanza di assicurare una sede dignitosa alle salme dei propri cari è un principio ampiamente diffuso in ogni parte del mondo. I cittadini di Casoria, a tal pro-posito, sono recentemente scesi in campo per portare avanti una grande battaglia:la costruzione di un cimitero cittadino co-munale. Come ben noto, infatti, la nostra Città è sprovvista di un cimitero comu-nale e deve,suo malincuore,accontentarsi del cimitero consortile di Casoria, Ca-savatore ed Afragola, evidentemente insufficiente a soddisfare le necessità dei tre comuni. E’ stata, perciò, preparata dai cittadini Casoriani una petizione volta all’ottenimento di un cimitero comu-nale. Il documento, indirizzato al pre-fetto di Napoli, al sindaco del comune

di Casoria,al presidente del consiglio comunale, ai consiglieri ed agli assessori tutti è stato promosso dal Movimento di lotta per il lavoro di Casoria e dall’U.S.B. Unione sindacale di base. Si articola in cinque punti fondamentali nei quali sono esposte le motivazioni secondo le quali sarebbe opportuno l’accoglimento della suddetta richiesta. Primo fra tutti l’impossibilità di seppellire i propri cari nel cimitero del comune di Napoli ed il disagio di moltissimi nu-clei famigliari, costretti talvol-ta a traslocare le salme dei propri defun-ti addirittu-ra a Caserta. Si sottolinea, inoltre,la ne-cessità che la costruzione del cimitero comunale venga realizzata in tempi brevi ed in una zona idonea ad ac-cogliere anche le salme provenienti del quartiere di Arpino-Cittadella. I cittadi-ni chiedono che il progetto mai realizzato del cimitero cittadino comunale,costato ben ottocentomila euro soltanto per lo studio di fattibilità, venga ripreso e, fi-

Cittadini alla RISCOSSA...nalmente, portato a termine. “I cittadini firmatari della presente petizione chie-dono all’amministrazione una svolta reale,necessaria e indispensabile, affin-chè i cittadini di Casoria abbiano final-mente un cimitero all’avanguardia che preveda anche la cremazione. E’ possibi-le creare, sia nella realizzazione che nella gestione,numerose opportunità occupa-zionali per i cittadini casoriani.” Così cita

l’ultimo, ma non per questo meno importante,punto affrontato nel documento di ri-chiesta. A questo punto non ci re-sta che attendere, sperando che la richiesta venga accolta. La cit-tà di Casoria,per numerosi e noti motivi, non è del tutto in grado di offrire una vita

dignitosa ai suoi abitanti; l’augurio è che la Città abbia presto un suo cimi-tero comunale, in modo tale da rendere dignitoso, almeno il loro viaggio verso la vita ultraterrena. Altrimenti,qualche “maldicente” potrebbe affermare che esi-ste qualcosa di ben peggiore che vivere a Casoria: morire a Casoria.

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C A S O R I A N E L L A S T O R I A

Casoria 1799: Rivoluzionee controrivoluzioneI violenti scontridi giugno e la finedella RepubblicaNapoletana.di Giuseppe Pesce

Quella della Repubblica Napoletana del 1799 è una delle pagine più gloriose della storia di Napoli, ma

durò solo pochi mesi, nei quali il potere fu tenuto da un gruppo di intellettuali - Mario Pagano, Eleonora Pimentel Fonseca, Vincenzo Russo, Domenico Cirillo e altri - animati da un’alta concezione morale e politica dello Stato. Proclamata il 23 gennaio, questa Repubblica sostenuta dai Francesi non ebbe vita facile, soprattutto a causa degli attacchi dei Sanfedisti, ovvero dei napoletani sostenuti e sostenitori della Chiesa, che volevano il ritorno dei Borbone.La situazione precipitò ai primi di maggio, quando i Francesi si ritirarono da Napoli. Ufficialmente, dovevano accorrere in Italia settentrionale, dove l’esercito aveva subito grosse sconfitte. Praticamente, chiedevano forti sovvenzioni alla Repubblica per rimanere a Napoli,

comportandosi da vili mercenari: e così, quando capirono che il governo napoletano non poteva pagare, si ritirarono.Intanto, l’esercito dei Sanfedisti, animato dal cardinale Fabrizio Ruffo, avanzava per riconquistare Napoli. Ai primi di giugno, le strade e le campagne di Casoria furono così teatro di un violento scontro, ricordato in una pagina del Libro dei defunti della basilica di San Mauro.La pagina (volume VI, foglio 250) porta la data del 4 giugno 1799. Documenta la «insurrezione contro gli Francesi ed attacco

fattosi» durante il quale persero la vita otto persone. Solo due erano i veri e propri «insurgenti», arruolatisi in una banda di Afragola: Antonio Cortese, 46 anni, marito di Stella del Prete; e Luigi Caro, 45 anni,

marito di Maria Rosa Esposito. Gli altri «furono ammazzati innocentemente per le strade e per le campagne». Il più giovane era un figlio di buona famiglia: Domenico Russo, di 23 anni, figlio di Nicola e della gentildonna Anna Genovese. Il più vecchio, invece, aveva 70 anni e si chiamava Carmine Mastronzo, marito di Orsola Russo. C’erano poi Giuseppe Marino, 35 anni, marito di Maria Esposito; e Antonio Russo, 56 anni, marito di Teresa Montanino. Un signolare “signorino” doveva essere invece il sessantenne Silvestro Russo, figlio del gentiluomo Filippo e della gentildonna Eleonora Ferone. E poi infine Giovanni Palmentiero, di 40 anni, marito di Francesca Cucarone che fece una morte orribile, «bruciato in un pagliajo». Quest’ultimo episodio rende l’idea dell’efferatezza degli scontri, raccontati il giorno seguente anche dal giornale ufficiale della Repubblica, il

“Monitore Napoletano” (n. 34 del 5 giugno 1799) che scrisse: «si son respinti gl ’insurgenti fino a Casoria, malgrado le imboscate che questi aveano fatte dentro i campi. In Casoria si è fatto sopra i nostri fuoco da due case, le quali però sono state abbandonate all ’incendio». Secondo l’articolo, le truppe si ritirarono solo in tarda sera «lasciando sul campo oltre duecento ribelli».La Repubblica Napoletana era ormai alla fine. Poco più di una settimana dopo, il 13 giugno, Napoli fu riconquistata dai

Sanfedisti. In città furono abbattuti i simboli del potere repubblicano: l’albero della libertà e la statua del gigante eretti davanti al Palazzo Reale. E nell’ipocrisia del popolo, i poveri patrioti finirono tutti sul patibolo.

L'abbattimento del "Gigante" e dell'albero della libertà, simboli della rivoluzione del 1799, in un quadro di Saverio Della Gatta.

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L ' E M I G R A N T E

Un viaggio “d’amorosi sensi"...'O bigliettar 'nnammurat.di Edy Vitale

La linea è sempre la stessa: Pescara - Napoli. Venerdì pomeriggio. Bus stracarico. Dopo Chieti,i posti liberi

si contano sulle dita di una mano...Il bigliettaio risale al secondo piano;ha già controllato i titoli di viaggio, ma si ferma nel corridoio a contare e ricontare i passeggeri, esamina e riesamina la lista dei posti preno-tati. Gli chiediamo se c'è qualche problema; risponde sibilando:"Ho una persona...". Boh, che vorrà mai dire?!A Roccaraso qualcuno scende, lui, visibil-mente sollevato, di corsa, con un sorriso ra-dioso, fa cenno alla "persona" di avanzare e sedersi più avanti. La signora bruna, elegan-te, un po' imbarazzata, procede tra sguardi curiosi e si accomoda in seconda fila: al suo fianco c'è un posto libero. Arrivano trafelate due donne, madre e figlia : quest'ultima sie-de accanto alla "persona". Non l'avesse mai

fatto! Neppure il tempo di tirare un respiro di sollievo che arriva come un siluro il bi-gliettaio e con piglio imperioso si rivolge alla ragazza:"Qui non può stare. Se ne vada giù in fondo: ci sarà un posto libero!". La poverina si affretta ad ubbidire, mentre la madre sussurra:" Ma come! Perchè?". E lui risponde pronto ed impettito:"Questo è il mio posto: qui sto seduto io!".Restiamo tutti basiti: solitamente il bigliet-taio siede accanto all'autista...Poi, come se niente fosse,si accomoda e con tutta tranquil-lità si intrattiene con la sua bella, discorrendo amabilmente del più e del meno, incurante di autista e passeggeri. Purtroppo ad ogni fermata deve interrompere la conversazione, caricare e scaricare i bagagli di passeggeri inopportuni e fastidiosi che continuano a sa-lire e a scendere!Appena può, risale trafelato, tutto sudato no-nostante il freddo, e si accomoda. Un attimo

dopo scatta in piedi:non ricorda più dove ha sistemato la macchinetta automatica per i biglietti...la cerca sull'intera mensola del piano superiore, poi scende di corsa giù e la trova abbandonata sul cruscotto...un signore

grida come un pazzo perchè gli ha dato da vidimare un bigliet-to per Sulmona e lui non gli ha detto che il bus stava andando nella direzione op-posta! Il bigliettaio si difende seccato, sostenendo che il bus

sbagliato l'ha preso il passeggero per sua sbadataggine: mica è colpa sua se quello è un imbranato!Così va avanti per tutto il viaggio: sale, si accomoda , scende, risale, parla sorridendo dolcemente di cenette e cenoni già organiz-zati con gran cura e densi di aspettative con la sua dama che continua a tenergli il posto negli inevitabili momenti di assenza: quello è il posto del bigliettaio innamorato e guai a chi lo tocca ,o per meglio dire, lo occupa!

L A R E C E N S I O N E

L'ultima mossa di Fabio SantoroIl debutto di ungiovane giallistacasoriano.di Giuseppe Pesce

Si intitola "L'ultima mossa" e farà il suo debutto ufficiale in queste settima-ne - sia in libreria che su internet -

il romanzo giallo uscito dalla penna di un giovane autore casoriano. Si chiama Fabio Santoro, classe 1984, fa il praticante avvo-cato e ha due grandi passioni: gli scacchi e il teatro amatoriale. La ricerca della mossa vincente, quella capace di sorprende l'avver-sario, dunque; e la capacità di interpretare e presentare una storia davanti al pubblico: da queste premesse, Santoro ha costruito il suo libro. "L'ultima mossa" sorprende per la solidità della costruzione narrativa, non

comune per un autore che si accinge per la prima volta a strutturare un romanzo. Che più di romanzo giallo, è un vero e proprio thriller, con capitoli che sembrano scene di un film, nel pieno rispetto di un sottile meccanismo di su-spense. La città è la Napoli dei giorni nostri, una città borghese senza abusate caricature oleografiche. Il protagonista, un giovane avvocato che fa l'assistente universitario. Il plot, natu-ralmente, è un intreccio di omicidi che non si spie-gano e che solo alla fine troveranno una soluzione (e pure alla fine, quando sembrerà tutto concluso, ci sarà una sorpre-sa). Ma lo spessore della narrazione viene

anche da un tema cocente, che Santoro af-fronta con coraggio e indignata discrezione: la pedofilia nell'ambiente ecclesiastico. Per

essere un giallo, abbiamo detto anche troppo. Il libro è pubblicato dall'editore napoletano "La Quercia", a cui va il merito di aver pun-tato su un giovane scono-sciuto. A Fabio Santoro, in-vece, va l'incoraggiamento e l'augurio di continuare a scrivere, affinando, curando e maturando lo stile: perché se "L'ultima mossa" contie-ne qualche piccola caduta di tono, qualche inevitabile ingenuità tipica delle opere prime, il lettore vi troverà

anche tutta l'arditezza e la freschezza che contraddistinguono le opere prime.

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S P O R T

Il GIOTTO alza la testa!3-1 contro il Verditalia San Marzano, prima vittoria casalinga.di Francesco Scalamogna

Per il quarto incontro valido per il campionato nazionale di palla-volo di serie B-2, il Giotto Volley

conquista una vittoria che da morale. Gli uomini di Coach Calabrese si sono imposti 3-1 (25-22; 25-18; 23-25; 25-21) contro il Verditalia San Marzano, squadra di Scafati (Sa). Dopo la vitto-riosa trasferta di Baiano (Av), il Giotto si conferma squadra in ripresa portando a due i risultati utili consecutivi. Partita non bella, i salentini si sono dimostrati squadra di carattere ma tecnicamente non irresistibile. Un centinaio i sosteni-tori sugli spalti. Primo set molto equi-librato, fondamentale il punto ottenuto dai nostri sul 23-22 dopo un lunghis-simo scambio per chiudere il set. Una volta carburato, il secondo set è stato dominio Giotto. È mancato però il giu-sto cinismo agonistico, che ha portato ad un calo di concentrazione nel terzo set regalandolo, di fatto, agli avversari. Troppo tardi la reazione del Giotto sul finire di set. Ma l’orgoglio non manca e dopo la strigliata di Coach Calabrese il sestetto locale ha portato a casa un successo meritato. Ha rilasciato per noi un commento il presidente Egidio Calabrese: “L’inizio del campionato è stato molto in salita. Coach Calabrese ha lanciato due giovanissimi, Fabrizio Frongillo e Oscar Bianchi, che hanno ben figurato. Il campionato sta pren-

dendo la sua dimensione, speriamo di lavorare bene. Mi ha fatto piacere ve-dere più gente sugli spalti, si vede che il nostro messaggio a partecipare è stato accolto”. Molto cauto Coach Calabre-se: “C’è tanto da lavorare. Non cerchia-mo alibi, stiamo pagando un ritardo di preparazione, siamo ancora soliti ad errori banali. Dobbiamo pretendere

di più, essere più esigenti, il gruppo è al di sotto del 50% del suo potenziale. Non a caso, gli avversari ci affrontano sempre col giusto piglio. La squadra sta impegnandosi per dare il meglio. Buoni questi tre punti, ora ci aspetta una dura trasferta a Martina”. Prossimo appun-tamento dunque domenica 13 novem-bre in terra pugliese.

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L ' E V E N T O

Urla nel silenzioViolenza sulle donne e sui minori tra le mura domestica.Il 21 novembre prossimo presso la Biblioteca comunale di Casoria.di Angela Uliano

L'associazione “Ali d' Angelo con-tro la violenza”, propone un in-contro dal titolo “Urla nel silen-

zio”- violenza sulle donne e minori tra le mura domestica. La violenza sulle donne è un fenomeno che si sviluppa soprattut-to nell'ambito dei rapporti familiari e coinvolge donne di ogni estrazione so-ciale e di ogni livello culturale, provocan-do danni fisici e gravi conseguenze sulla salute mentale. Diversamente da come si potrebbe credere, la maggior parte delle violenze ai danni delle donne si consu-mano in ambienti familiari. La violenza domestica, quella violenza cioè perpetra-ta dentro casa, si presenta generalmente come una combinazione di violenza fi-

sica, sessuale, psicologica ed economica, con episodi che si ripetono nel tempo e tendono ad assumere forme di gravità sempre maggiori, immettendosi nel solco del “ciclo della violenza”. La quasi totalità delle richieste che giungono ai centri antiviolenza riguardano episodi di maltrattamento in fa-miglia. Da questi dati emerge che i luoghi più pericolosi per le donne dono la casa e gli am-bienti familiari, facendo cadere lo stereotipo della casa come luogo sicuro e riparo di ogni forma di maltrattamento. Gli aggressori più probabili sono uomini conosciu-ti: vicini di casa, mariti, compagni, fidanzati ed ex. Nonostante la consistenza dei dati raccolti, la violenza domestica risulta tuttavia un fenomeno sociale con un alto livello di sommerso. Ecco il motivo per cui l'Associazione “Ali d'angelo” ha organizzato questo convegno il giorno 21 Novembre 2011 presso la Biblioteca Comunale di Ca-

soria “Monsignor Padre Piscopo”, via Aldo Moro 26. . Lo scopo che si vorreb-be raggiungere è quello d i parlare della violenza domestica ma soprattutto quel-

lo di dar modo a quanti interverranno di avere gli strumenti e informazioni per ri-conoscere questo fenomeno tanto comu-ne quanto sommerso. La cittadinanza è invitata a partecipare

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U L T I M A P A G I N A

Anno 1 - Numero 19Domenica 13 novembre 2011

Questo numero è stato chiuso in redazione il giorno 9 novembre 2011.

[email protected]. 081 7588818 - 3358270557

Inserto di Napolincasa News

Aut. Tribunale di Napolin. 0062 del 30/09/2005

Editore: Carlo De VitaVia S. Di Giacomo, 6/8 - 80026 Casoria (NA)

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Direttore responsabile: Giuseppe Storti

Segreteria di redazione:Imma D'Angelo - Anna Baratto

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Direzione e redazione:Via S. Di Giacomo, 6/8

80026 Casoria (NA)Tel. 081 7588818

Progetto grafico, impaginazione e stampa:Grafis print s.a.s.

Via A. Lauro, 1/5 - Casoria (NA)Tel. 081 7382350 - www.grafisprint.com

Caro diretto-re, cerco di seguire la

stampa locale, oggi diventata piuttosto copiosa e quando ci sono critiche co-struttive, garbate

come la sua, che vanno nell'interesse della col-lettività, credo sia giusto che chi amministra debba dare risposte. Nello scorso numero del Giornale di Casoria, ho letto di una sua con-siderazione sull'orario di raccolta, in quanto i camion di casoriambiente sarebbero d'intralcio dalle prime ore della giornata ai tanti cittadi-ni che si recano al lavoro. Nulla di più vero. Prima di essere Assessore e esponente politico di questa città, sono ovviamente un casoriano che vive il proprio territorio, cercando di stare in continuo contatto con i cittadini, sia fisi-camente incontrandoli, che attraverso i nuovi strumenti di comunicazione. Questa, come tante altre segnalazioni mi era già pervenuta. Da subito ho chiesto ai dirigenti di casoriam-biente, che come è noto si occupa della rac-colta, se tale servizio potesse essere anticipato.Oggi il servizio inizia alle 5 del mattino e come è noto a tutti la città è molto vasta per poterlo terminare in tempi brevi. Cosa accade poi, che con il sistema porta a porta i camion piccolini entrano nelle traverse della città prelevano i sacchetti e dopo li portano nei camion cosid-detti a centralina liberandosi dei rifiuti per poi fare altre zone. Solo quando questo è avvenuto i camion grandi sono liberi di ripulire le zone principali della città creando ahimè tale disser-vizio. E' a molti noto che il nuovo sistema, por-ta a porta, pur dando evidenti benefici, richiede estremi sacrifici per il cittadino, che differenzia e a Casoria lo sta facendo sempre meglio, ma anche per i dipendenti della società i quali de-

PANORAMA CASORIANO

Maratoneti Casoriani in Olanda e a Roma

La maratona di Amsterdam partita dal-lo stadio olimpico costruito nel 1928 in occasione dei giochi olimpici, ha visto ai

nastri di partenza due atleti casoriani Ernesto Almavera e Marco D’antò. Il percorso ha attra-versato il centro della città, toccando i caratte-ristici mulini a vento, le rive del fiume Amstel attorno le famose case galleggianti, la zona dei musei Van Gogh Museum, i canali storici e at-traverso il più grande parco pubblico dell’Olan-da e’ terminata nello stesso punto di partenza dopo 42.197 km all’Olimpic Stadium. Il modo migliore per ammirare la graziosa capitale olan-dese lungo i bellissimi canali, e stata quella di correrla nei tempi previsti dai nostri stoici atleti ovvero in 4h,02min di D’antò alle 4h,15min di Ernesto Almavera. Nel contempo si e’ tenuta la corsa dei santi a Roma il 1° Novembre in partenza da piazza San Pietro, una gara competitiva di 10.5 km inserita nel calendario Fidal. Una giornata da vivere in famiglia e da correre insieme per vincere l’indif-ferenza. E’ stato questo un itinerario di pellegri-naggio per raggiungere di corsa i siti di culto a Roma con i sampietrini che fanno degli atleti dei gladiatori. Presenti alle ore 12.00 all’Ange-lus del Papa in piazza San Pietro e subito dopo al giro gratuito offerta dall’organizzazione della maratona di Roma cristiana a bordo dei City-Bus panoramici. La comitiva casoriana era ca-peggiata da Antonio Pugliese, ormai romano d’adozione.

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vono entrare in ogni vicolo, stradina,parco, per poter prelevare i sacchetti. Avevo già chiesto ai dirigenti della società se si poteva anticipare tale servizio,ma mi è stato detto che il costo sarebbe stato notevolmente diverso, in quanto pagare i dipendenti per il servizio notturno è diverso da come vengono pagati oggi. Insom-ma è un problema di costi che nel caso di mo-difica lieviterebbero in maniera sostanziosa.Inoltre le assicuro che qualora il servizio fosse fatto di notte nascerebbe il problema del ru-more che inevitabilmente toglierebbe il sonno ai nostri cittadini. Pur facendo mio il problema alla ricerca di soluzioni migliori, resto a dispo-sizione per qualsiasi chiarimento e/o suggeri-mento.Ringraziandola anticipatamente auguro a lei e alla sua redazione buon lavoro.

Gentilissimo Assessore: grazie! Prendiamo atto delle sue precisazioni. Come sempre Lei è pronto a confrontarsi con tutti. Magari potrebbe essere stu-diata la nostra seconda proposta. Ovvero: riserva-re due posti ai lati delle strade cittadine ai camion della Società Casoriambiente. Chiaramente deli-mitati da idonea segnaletica di divieto di sosta. In questo modo gli automezzi, invece di bloccarsi al centro delle strade, paralizzando il traffico citta-dino, potrebbero sostare negli stalli così delimitati. Buon Lavoro anche a Lei. G.S.

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